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lA Estratto dal Fascicolo N. 15 – luglio-settembre 2012 (Serie VII) MArtin A. GUGGiSBerG – CAMillA ColoMBi – norBert SPiChtiG Gli SCAVi dell’UniVerSità di BASileA nellA neCroPoli enotriA di FrAnCAVillA MArittiMA MiniStero Per i Beni e le AttiVità CUltUrAli © Bollettino d’Arte De Luca eDitori D’arte

M. A. Guggisberg - C. Colombi - N. Spichtig, Gli scavi dell'Università di Basilea nella necropoli enotria di Francavilla Marittima, Bollettino d'Arte 97, fasc. 15, 2012, 1-18

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Estratto dal Fascicolo N. 15 – luglio-settembre 2012 (Serie VII)

MArtin A. GUGGiSBerG – CAMillA ColoMBi – norBert SPiChtiG

Gli SCAVi dell’UniVerSità di BASileAnellA neCroPoli enotriAdi FrAnCAVillA MArittiMA

MiniStero Per i Beni e le AttiVità CUltUrAli ©

Bollettino d’Arte

De Luca eDitori D’arte

introduzione

le indagini archeologiche condotte a partire dal2009 dall’istituto di archeologia classica dell’univer-sità di basilea nel sito di francavilla marittima (cs) sisono incentrate sulla necropoli dell’età del ferrosituata in località macchiabate. durante il primo annoi lavori hanno avuto luogo all’interno di un progettodiretto dall’institute of archaeology dell’università diGroningen (Gia), in seguito sono stati portati avantiautonomamente in collaborazione con la soprinten-denza per i beni archeologici della calabria.

le attività di ricerca dell’università di basilea afrancavilla marittima sono il risultato di una fruttuosae pluriennale collaborazione tra ricercatori svizzeri,olandesi, italiani, danesi, tedeschi e americani nel-l’ambito della restituzione all’italia di oggetti trafuga-ti illegalmente da francavilla marittima. il materiale,proveniente da scavi clandestini sul timpone dellamotta di francavilla marittima, è pervenuto durante

gli anni 1970 a collezioni private e musei, sia europeiche extraeuropei, tra i quali anche il Getty museum dimalibu e l’istituto di archeologia dell’università diberna.

a causa della mancanza di un’indicazione di prove-nienza, per lungo tempo l’importanza del materialenon è stata riconosciuta. soltanto negli anni 1990, conla ripresa degli scavi archeologici sul timpone dellamotta da parte di marianne Kleibrink dell’institute ofarchaeology dell’università di Groningen (Gia), èstato possibile ricostruire con certezza la provenienzadegli oggetti e riconoscerne quindi il valore storico–cul-turale. alcuni frammenti ceramici rinvenuti negli scavidi m. Kleibrink sono infatti contigui ad altri conservatia berna e malibu, lasciando pertanto pochi dubbi sullaprovenienza dei lotti di materiali conservati in questecollezioni.1) il conseguente progetto di restituzione e dipubblicazione comune del materiale ad opera di unteam internazionale si è concluso con successo nel 2001con un’esposizione a berna e con la presentazione

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martin a. GuGGisberG – camilla colombi – norbert spichtiG

Gli scavi dell’università di basileanella necropoli enotria di francavilla marittima

1 – carta della necropoli di macchiabate a francavilla marittima (cosenza) e dell’area strada

Sono indicati i tumuli visibili sul terreno.

(da Carta Italia © histgeo.ac–aix–marseille.fr; cartografia CTR Regione Calabria;elaborazione: Progetto Francavilla, Università di Basilea)

degli oggetti restituiti in una sala appositamente conce-pita nel museo archeologico nazionale della sibaritidea sibari.2) Quale esito di questa collaborazione, l’istitutodi archeologia classica dell’università di basilea è statoinvitato nel 2009 a partecipare agli scavi di francavillaed è stato incaricato dell’indagine della necropoli dimacchiabate.

francavilla marittima

il sito di francavilla marittima è situato sul golfo ditaranto a circa 8 chilometri di distanza dalla costa(fig. 1). l’insediamento antico sorge sulla collina deno-minata timpone della motta, alle propaggini meridio-nali della regione montagnosa del pollino. Grazie allasua posizione, l’insediamento dominava l’intera areacostiera (l’attuale piana di sibari) ed era in grado dicontrollare le vie di comunicazione che dalla costa por-tavano verso l’interno lungo il corso del fiume raganel-lo. posto quindi all’incrocio di due importanti vie dicomunicazione, una che correva lungo la costa ionica,l’altra diretta verso l’interno a collegare il mar ioniocon il tirreno, l’insediamento di francavilla assunseun’importanza culturale rilevante. la posizione strate-gica di questa zona è ulteriormente confermata dalfatto che sibari, la più antica colonia greca sulla costaionica, sia stata fondata a poca distanza da francavillaed abbia gradualmente assunto il controllo delle viecommerciali qui situate.

la necropoli di macchiabate

la necropoli di macchiabate si trova su una terrazzapianeggiante posta a sud–est dell’insediamento deltimpone della motta (fig. 1). essa è stata indagata apiù riprese tra il 1963 ed il 1969 ad opera di paolazancani montuoro, scoprendo circa 150 tombe data-bili tra la fine del iX e la fine del vi secolo a.c.3)

durante il periodo precoloniale sembrano essereattestati due tipi tombali principali, entrambi conte-nenti deposizioni ad inumazione: tombe a fossa ovalepoco profonda circondata e coperta da un cumulo diciottoli fluviali e tombe a fossa profonda rivestita dipietre, caratterizzata dalla presenza di un pavimentoin ciottoli piatti, coperte da un tumulo di pietre. letombe del primo tipo sono di regola disposte a forma-re gruppi più o meno estesi coperti da un unico tumu-lo di grosse dimensioni. uno di questi è la ben notatemparella, indagata per metà da p. zancani montuo-ro e comprendente, nella parte messa in luce, circa100 tombe individuali impiantate tra l’viii e la finedel vi secolo a.c. le tombe del secondo tipo sonoinvece scarsamente attestate e di regola situate inposizione isolata, separate dalle altre deposizioni. l’e-sempio meglio conosciuto di questo secondo tipo è latomba “strada”, rinvenuta già in parte depredata nel1963, caratterizzata da pianta absidale con due grossimassi a marcare l’“entrata” e da pavimento in ciottoli

piatti. essa contiene una delle deposizioni più antichedella necropoli, databile nella prima metà dell’viiisecolo, che nonostante la parziale manomissione rap-presenta uno dei corredi più ricchi finora scoperti. inquesta tomba è stata infatti rinvenuta una coppa feni-cia in bronzo, un oggetto di grande pregio da inserirein un piccolo gruppo di beni di lusso di provenienzaorientale importati in italia sulla scia dell’espansionegreca e fenicia verso occidente. la coppa è stata data-ta alla fine del iX–inizio dell’viii secolo a.c.4)

una delle questioni centrali nello studio dell’evolu-zione della necropoli di macchiabate riguarda la rela-zione tra i due tipi di tradizione funeraria — estesigruppi di sepolture a formare tumuli e tombe isolatesingole. secondo il modello elaborato da m. Klei-brink,5) la comunità indigena di francavilla era domi-nata in età precoloniale da alcune famiglie o clan per-tinenti ad una élite, ognuno dei quali utilizzavaun’area sepolcrale distinta. i gruppi di tombe del tipodella temparella erano quindi pertinenti ciascuno aduna famiglia o clan: alla base del gruppo era la tombadi un personaggio di spicco, intorno alla quale veniva-no in seguito poste le sepolture dei suoi successori edegli altri membri della stessa famiglia o clan. tutta-via non tutte le famiglie sembrano aver adottato lostesso modello: in alcuni casi la perdita di poteresociale e politico e quindi l’incapacità di erigere nuovetombe monumentali avrebbe portato all’abbandonodell’area funeraria. nel caso quindi delle tombe sin-gole isolate, quale la tomba strada, m. Kleibrink sup-pone che il clan aristocratico relativo avesse in seguitoperso importanza e non fosse più stato in grado dicostruire ulteriori sepolture intorno alla tomba piùantica. in questo modo la tomba sarebbe quindi rima-sta isolata all’interno del panorama della necropoli.

sebbene il modello esplicativo di m. Kleibrink siaconvincente, vi sono alcune questioni che rimangonoaperte, in particolare in relazione alla tomba strada.essa è situata in una posizione privilegiata, quasi alcentro della necropoli. È lecito quindi chiedersi comemai quest’area così centrale non sia stata riutilizzata inepoca successiva per sepolture di altri clan. al fine dichiarire il ruolo della tomba strada nello sviluppo delsepolcreto e contribuire quindi alla comprensione del-l’evoluzione della necropoli e della relazione tratombe singole isolate e gruppi di sepolture, l’istitutodi archeologia classica dell’università di basilea hascelto di indagare l’area posta immediatamente anord–ovest della tomba strada.

le campaGne di scavo 2009–2012

tra il 2009 ed il 2012 sono state condotte quattrocampagne di scavo alle quali hanno partecipato stu-denti e collaboratori dell’istituto sopra citato.6)

prima dell’inizio degli scavi nell’estate 2009 sonostate eseguite indagini georadar nella zona a norddella tomba strada.7) Queste hanno reso possibilel’individuazione di alcuni accumuli di pietre, in parte

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già visibili in superficie, posti nell’area denominata“strada” a nord–ovest della tomba omonima, lungo iltracciato di una via campestre. Quattro di questestrutture e le aree ad esse circostanti sono state inda-gate archeologicamente rivelando l’esistenza di altre

tombe databili all’viii secolo a.c.8) per questo motivola tomba strada è stata denominata strada 1, mentrele nuove strutture tombali identificate sono statenumerate in base alla sequenza della loro scoperta(fig. 2).

tombe a fossa “monumentali” con rivestimento epavimento in pietre

nel settore meridionale e centrale dell’area stradasono state individuate e scavate finora quattro tombedi grandi dimensioni, costituite da una grossa fossascavata nel terreno vergine, caratterizzata dal rivesti-mento delle pareti mediante grosse pietre e dallapavimentazione costituita da uno strato di piccole pie-tre o ciottoli (fig. 3). si tratta delle tombe strada 2(campagna 2009), strada 4 (campagna 2010), strada5 (campagna 2011) e strada 8 (campagna 2012). iltipo di costruzione e la presenza di una pavimentazio-ne distinguono questo gruppo dalle sepolture cono-sciute nelle altre aree della necropoli, come nei tumu-li temparella e cerchio reale,9) e le avvicinano allatipologia tombale attestata nella tomba strada 1.

Tomba Strada 2la struttura tombale, orientata sull’asse sud–est/

nord–ovest, è costituita da una profonda fossa diforma ovale allungata, scavata nel terreno vergine, dim 3,55 di lunghezza, 2,7 di larghezza e circa 0,75 diprofondità. la fossa era rivestita di grosse pietre difiume e pavimentata da un fitto strato di ciottoli piat-ti. il bordo della fossa è costituito da una serie digrandi pietre che formano una pianta rettangolarecon angoli arrotondati. il riempimento era costituitoin massima parte da pietre e ciottoli che avevano in

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2 – cartoGrafia dell’area stradanella necropoli di macchiabate di francavilla marittima

con la tomba strada 1 e le strutture indaGatedurante Gli scavi 2009–2012

Le zone in grigio chiaro all’interno delle tombe 2, 4, 5 indicano le pareti inclinate rivestite di pietre.(la planimetria della tomba strada 1 è tratta

da p. zancani montuoro, Francavilla Marittima. Varia, in AttiMemMagnaGr, 11–12, 1970–1971, p. 11 fig. 1;

l’elaborazione della cartografia si deve al progetto francavilla dell’università di basilea)

3 – francavilla marittima, necropoli di macchiabatetomba strada 5: il pavimento

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origine costituito il tumulo posto a copertura dellatomba. in base alla sequenza stratigrafica individuatanel riempimento è possibile supporre l’esistenza diuna piccola camera o protezione in materiale deperi-bile, all’interno della quale erano deposti il cadavere egli oggetti di corredo.

la deposizione, purtroppo in cattivo stato di con-servazione, si trovava immediatamente al di sopra delpavimento. i pochi resti scheletrici sono attribuibili aduna persona adulta, indicativamente tra i 20 ed i 40anni; il corredo permette l’attribuzione della sepoltu-ra ad una persona di sesso femminile. la posizionedei frammenti del cranio e la distribuzione deglioggetti di ornamento fanno supporre che la defuntafosse deposta rannicchiata nella metà nord dellatomba.

tra gli elementi di vestiario spiccano le più di 600borchiette in bronzo, originariamente cucite su un tes-suto che copriva o avvolgeva il capo e la parte supe-riore del corpo della defunta, come dimostrato dainumerosi esemplari rinvenuti a diretto contatto con iframmenti del cranio.10) parte di un copricapo eranoprobabilmente anche i frammenti di lamine bronzeecon decorazione a cerchi concentrici in rilievo.11) del-l’abbigliamento della defunta facevano parte almenotre fibule, delle quali sono stati rinvenuti solo pochiframmenti.12) nella zona presumibilmente corrispon-

dente alla parte superiore del corpo sono stati indivi-duati alcuni vaghi in ambra e in vetro, nonché fram-menti di catenelle e spirali biconiche in bronzo.13)

del corredo facevano parte una fuseruola biconicasfaccettata in impasto, rinvenuta al centro dellatomba, e due vasi in ceramica depurata, deposti nellaparte sud della camera sepolcrale, chiaramente sepa-rati dallo scheletro. il corredo ceramico era costituitoda un grosso cratere lavorato al tornio e da una picco-la tazza–attingitoio in ceramica matt–painted, rinvenu-ta all’interno del cratere. Questo presenta corpo glo-bulare schiacciato con due anse a bastoncello obliqueimpostate orizzontalmente sulla spalla, labbro a col-letto e alto piede a tromba (fig. 4b); non conserva trac-ce di decorazione dipinta. particolare è la presenzadell’alto piede, un elemento altrimenti raramenteattestato nella ceramica locale enotria.14)

la combinazione di un grosso contenitore per liqui-di e di un piccolo vaso per bere o attingere, depostinei pressi dei piedi del defunto, corrisponde ad unservizio standard delle tombe della necropoli di mac-chiabate. particolare è tuttavia la presenza, invecedella tipica olla, di un vaso d’ispirazione greca, proba-bilmente da riferire alla serie di ceramiche dette eno-trio–euboiche, ben attestate a francavilla e prodottein loco:15) la forma e la tecnica di produzione al torniosono elementi della tradizione vascolare greco–geo-metrica, le proporzioni e la qualità dell’impasto nefanno invece il prodotto di un artigiano locale.

la tazza contenuta all’interno del cratere, in cera-mica matt–painted, ha corpo globulare schiacciato, lab-bro distinto, fondo concavo ed un’ansa a nastro nonsormontante impostata verticalmente tra l’orlo ed ilpunto di massima espansione del corpo (fig. 4a). trac-ce di decorazione dipinta in bruno si sono conservatesull’ansa e sulla spalla: la decorazione è da inquadrarenello stile “a frange”, caratteristico di francavilla peril periodo tardo Geometrico.16)

in base alla datazione dei vasi ceramici, la tombastrada 2 può essere posta nella seconda metà dell’viiisecolo a.c.

Tomba Strada 4a sud della tomba strada 2 è stata indagata una

seconda tomba femminile, chiamata strada 4. lacostruzione funeraria è anch’essa costituita da unaprofonda fossa rivestita e pavimentata con pietre eciottoli di fiume. di forma ovale, orientata sud–est/nord–ovest, la struttura misura circa m 3,20 di lun-ghezza, m 2,60 di larghezza ed è profonda circa 50cm. il riempimento è stato rinvenuto disturbato, inseguito ad una riapertura della tomba avvenuta pro-babilmente già in antico. ciò nonostante lo stratodella deposizione, sebbene fortemente deteriorato acausa del peso delle pietre del riempimento e dell’aci-dità del terreno, sembra essere intatto.

la defunta era deposta nella parte nord–ovest dellatomba. dello scheletro sono stati rinvenuti soltantominuti frammenti, che non permettono di stabilirnela posizione originaria. i denti, pertinenti ad un indi-

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4 – francavilla marittima, necropolidi macchiabate, tomba strada 2:a) tazza–attinGitoio (h. cm 7,8)b) cratere (h. cm 36,3)(scala 1:5)

4a

4b

viduo giovane–adulto, e la composizione del corredorendono possibile l’attribuzione della tomba 4 ad unadonna giovane.

anche in questo caso, la defunta era vestita con untessuto decorato da centinaia di borchiette di bronzo(ne sono state rinvenute 475).17) tra i numerosi fram-menti di bronzo e ferro, è stato possibile isolarne alcu-ni pertinenti a due fibule: si tratta di un frammento difibula serpeggiante in ferro rivestita di filo di bronzo18)

e di parte di un arco piatto in ferro, forse pertinentead una fibula con arco in ferro e placchetta in avorio,oppure con arco in ferro ed elemento in corno.19) ilricco ornamento personale è documentato dai circa100 vaghi in ambra e da frammenti di pendagli a dop-pia spirale in bronzo, pertinenti ad almeno tre esem-plari,20) nonché da sette spirali digitali in bronzo.21)

del corredo facevano parte in primo luogo glioggetti legati alla lavorazione della lana: si tratta dialmeno tre fuseruole biconiche sfaccettate in impastoscuro22) e di due pesi da telaio, uno dei quali presentaforma sferoidale, con sezione a goccia.23) di particola-re interesse è il secondo peso da telaio, decorato conun motivo a labirinto (fig. 5a).24) entrambi i pesi corri-spondono a tipologie attestate sul timpone dellamotta tra i rinvenimenti dell’edificio vb.25)

nella parte sud della tomba, probabilmente nei pres-si dei piedi della defunta, era collocato il corredo cera-mico, composto da due olle e da una tazza–attingitoioin ceramica depurata. eccezionalmente ben conservataè una delle olle, con corpo biconico a ventre arrotonda-to e collo distinto leggermente rigonfio, che presentadecorazione dipinta “a tenda” attribuibile allo stiledetto “vuoto”, caratterizzato da tre triangoli con laticoncavi sulle facce e motivi a X sopra le anse (fig. 5b).Questo stile sembra nascere durante il Geometricomedio e diffondersi particolarmente nella sibaritide enell’alto Jonio durante il Geometrico tardo.26) all’in-terno di quest’olla è stata rinvenuta una tazza–attingi-toio in ceramica depurata, lavorata al tornio, caratteriz-zata da corpo globulare a profilo continuo, orloingrossato e ansa a nastro sormontante impostata verti-calmente tra orlo e pancia. la tazza–attingitoio nonpresenta tracce dell’originaria decorazione dipinta.

il ritrovamento più rilevante dalla tomba strada 4 èuna piccola coppa in argento, di circa 10–12 cm didiametro, rinvenuta in minuti frammenti nei pressidel capo della defunta (fig. 5c). sulla faccia superioresono presenti tracce di doratura. uno dei frammenticonserva una costolatura circolare, verosimilmente adindicare il centro della coppa. un altro frammento èdecorato da fini baccellature, probabilmente si trattadella parte di una fascia circolare baccellata che orna-va l’interno della coppa. l’oggetto è da interpretarecon grande probabilità come un’importazione, vista lascarsità di ritrovamenti in argento in calabria nellaprima età del ferro.27) l’estrema frammentarietà dellacoppa non permette al momento ulteriori ipotesiriguardo alla provenienza e alla datazione. tuttavia ègià possibile sottolineare l’importanza di una coppad’importazione, verosimilmente orientale, in una

tomba situata nelle immediate vicinanze della strada1, del cui corredo faceva parte la nota coppa fenicia inbronzo.28)

in base alla datazione del corredo ceramico, latomba è anch’essa da inquadrare nella seconda metàdell’viii secolo a.c.

Tomba Strada 5la tomba strada 5 è l’unica maschile finora indivi-

duata nell’area in esame. la costruzione è quasi ret-tangolare, con gli angoli arrotondati, ed è orientatasud–est/nord–ovest. notevoli sono le dimensioni: circam 4,30 in lunghezza e 2,80 in larghezza. la fossa èscavata nel terreno vergine, profonda tra 75 e 85 cm,ed è rivestita da grossi ciottoli di fiume; il fondo ècoperto da una pavimentazione costituita da un fitto

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5 – francavilla marittima,necropoli di macchiaba-te, tomba strada 4:

a) peso da telaio con motivoa labirinto (h. cm 10,6)

b) olla “a tenda” (h. cm 33,3;scala 1:5)

c) frammenti di lamina inarGento con doratura(dm circa cm 10–12;scala 1:3)

5a

5b

5c

strato di ciottoli piatti (cfr. fig. 3). anche in questocaso il riempimento in sassi presentava un affossa-mento al centro, da imputare con grande probabilitàal crollo del tumulo avvenuto in seguito al cedimentodella struttura interna in materiale deperibile, volta aproteggere la deposizione. Questa era collocataimmediatamente al di sopra dei ciottoli del pavimen-to. dello scheletro, pertinente ad un uomo di più di30 anni, sono stati portati alla luce numerosi fram-menti di ossa ben conservate, tra cui il cranio conparte della mascella superiore, un omero, nonchéparti delle altre ossa lunghe. il defunto era deposto inposizione rannicchiata sull’asse sud–est/nord–ovest,con la testa a nord–ovest.

il corredo caratterizza il defunto come guerrieroappartenente ad una élite. del costume funerario face-vano parte numerose fibule serpeggianti in ferro ed inferro rivestito da filo di bronzo, tra cui almeno setteesemplari a gomito, deposti sul petto del defunto e

presso la testa.29) mentre il gruppo di fibule sul petto èda considerare parte dell’abbigliamento del defun-to,30) gli esemplari rinvenuti vicino alla testa sonoforse da interpretare in relazione alla deposizione diun tessuto.31)

a sinistra della testa sono stati individuati numerosiframmenti in ferro pertinenti almeno ad una punta dilancia; a destra era deposta una lancia in bronzo. lapunta in bronzo, lunga 26 cm, è di tipo a cannone conimmanicatura a sezione circolare con foro per il fis-saggio dell’asta e lama a foglia con nervatura centralesfaccettata (fig. 6b). la lama presenta due fori allabase. su entrambi i lati della lama sono presenti restidi una decorazione geometrica incisa e sul cannone èpossibile riconoscere cerchielli impressi e puntinature.lungo tutto il fianco destro del defunto erano inoltresparse piccole lamine bronzee incurvate, pertinenti alrivestimento dell’asta in legno e vicino all’angolo suddella tomba si trovava il puntale, anch’esso decorato

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6e

6a

6d

6c

6 – francavilla marittima, necropoli di macchiabate, tomba strada 5:a) tazza-attinGitoio (h. cm 5,9); b) punta di lancia in bronzo (lunGh. cm 26)

c) frammento di rivestimento in lamina bronzea dell’asta della lancia

d) puntale di lancia in bronzo (lunGh. cm 14,6); e) olla su piede (h. cm 34,3)

(scala 1:3)

6b

ad incisione (figg. 6c–d). la punta di lancia in bronzosi inserisce in un gruppo di esemplari accomunatidalla tipologia formale, dalla decorazione, nonchédalla rarità, attestato in tombe maschili della primaetà del ferro nel lazio ed in italia meridionale.32)

il ritrovamento è eccezionale: si tratta dell’unicalancia in bronzo finora rinvenuta nella necropoli dimacchiabate, dove le tombe maschili presentano diregola armi ed utensili in ferro.33) eccezionale è anchela presenza di più lance, di materiali diversi, nellastessa tomba. sono infatti molto rare in area enotria ledeposizioni contenenti due o più lance, di regolaentrambe in ferro.34) di grande interesse è inoltre ilritrovamento di un frammento dell’asta in legnoall’interno della punta di lancia. il legno è forato incorrispondenza dei fori di fissaggio della lama ed èattraversato non da un chiodo in bronzo, ma da unaspina o chiodo in legno. la lancia in bronzo, oltre almateriale e alla rara decorazione, disponeva quindi diun sistema di fissaggio non funzionale, che ne impe-diva l’utilizzo in battaglia. mentre la lancia in ferro èprobabilmente stata usata come arma, per l’esemplarein bronzo è da ipotizzare un carattere cerimoniale, daparata, volto a simboleggiare l’alto rango dell’uomodeposto nella tomba 5 e forse dotato anche di unavalenza ideologica.35) la possibilità che la lancia siastata tesaurizzata per un lungo periodo non può esse-re al momento confermata, sebbene il materiale e iconfronti sembrino indicare una datazione più anticadel pezzo rispetto agli altri materiali del corredo.36)

a nord del cranio era infine deposto il corredoceramico, composto da un’olla ed una tazza–attingi-toio in ceramica depurata. l’olla è caratterizzata dalcorpo biconico con ventre globulare fortementeschiacciato e dall’alto piede svasato fenestrato – que-st’ultima una particolarità poco diffusa nella ceramicalocale (fig. 6e).37) della decorazione dipinta sono con-servate numerose tracce: due bande orizzontali all’at-tacco del labbro, triangoli all’interno del labbro, ungruppo di cinque bande orizzontali interrotte dacampi rettangolari risparmiati sulla spalla, linee sulleanse e due gruppi di tre bande orizzontali sul piede.si tratta probabilmente di una variante della decora-zione “a frange”, pertinente al Geometrico tardo,caratterizzata dalla presenza di zone rettangolari otriangolari risparmiate sulla spalla.38)

all’interno dell’olla era contenuta una tazza–attin-gitoio di piccole dimensioni, eseguita al tornio, concorpo globulare e ansa a nastro sormontante (fig. 6a).tracce dell’originaria decorazione dipinta sono con-servate “in negativo”. essa è composta da due bandeorizzontali sul collo e da una linea ondulata sul corpo;non chiaro è se la parte inferiore del corpo fossedipinta. la decorazione a linee ondulate, definitaWavy band style, è presente a francavilla nella cerami-ca enotrio–euboica e, in misura minore, nella produ-zione matt–painted. in particolare l’esemplare dallatomba 5 sembra ben paragonabile ad una tazza dal-l’edificio v sul timpone della motta, identificatacome produzione enotrio–euboica.39)

il corredo ceramico rende possibile anche per que-sta sepoltura una datazione nella fase recente dellaprima età del ferro.

Tomba Strada 8la tomba infantile strada 8 è situata immediata-

mente ad est della tomba strada 4. si tratta di unacostruzione funeraria di forma circolare piuttostoregolare, con diametro di circa m 2,6. la fossa,profonda circa 55–65 cm, presenta rivestimento ingrossi ciottoli di fiume e il margine superiore è costi-tuito da un allineamento di grossi blocchi e pietrearrotondate, poste con regolarità. il fondo dellatomba (circa m 1,8 × 1,8) è coperto solo nella partecentrale da uno strato di pavimentazione irregolare inpiccole pietre e ciottoli di circa m 1,4 × 0,8 orientatosud–est/nord–ovest (fig. 7). la pavimentazione pre-

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7 – francavilla marittima, necropoli di macchiabatetomba (infantile) strada 8:

lo strato della deposizione e il pavimentoin una veduta zenitale

senta margini netti e soltanto nella parte settentriona-le termina a contatto con le pietre di rivestimentodella parete: il fondo della tomba risulta così sprovvi-sto di pavimento nelle parti est, sud ed ovest. Questaparticolarità nella forma della pavimentazione apparevoluta e corrisponde all’area di ritrovamento deglioggetti di corredo e dei resti ossei. si può quindi sup-porre che la pavimentazione fosse limitata alla zonaoccupata dalla deposizione e corrispondesse, forse, alfondo di una cassa in materiale deperibile. la presen-za di una struttura interna è da ipotizzare inoltre sullabase della stratigrafia del riempimento della tomba:lo strato di pietre relativo al riempimento e al tumulopresenta anche in questa costruzione un affossamentocentrale da riferire al crollo della cassa o camerainterna.

la deposizione ed il corredo posavano immediata-mente al di sopra dello strato di pavimentazione alcentro della tomba (fig. 8). i pochi frammenti di ossaed i denti da latte rinvenuti sono da riferire ad unindividuo infantile di sesso indeterminato e di etàcompresa tra 1.5 e 3 anni. la testa era posta sul terzosettentrionale del pavimento, la posizione del corpo èpoco chiara a causa della scarsità dei resti scheletrici.

Gli elementi del vestiario e dell’ornamento delbambino sono venuti alla luce nella zona centrale esettentrionale dello strato di pavimentazione, insiemeai resti scheletrici. oltre ad una fibula serpeggiante inbronzo, sono stati recuperati numerosi pendagli,vaghi e catenelle pertinenti ad una o più collane.40)

tra questi sono presenti vaghi a spirale biconici, coni-ci e cilindrici in bronzo, un pendaglio a globettoappuntito in bronzo, un pendaglio globulare inambra, un pendaglio a doppia spirale in bronzo41) edalmeno due pendagli composti da un anello al qualesono appesi tre o quattro anelli più piccoli.42) Quattro

grossi anelli a fusione piena, di cui due sovrapposti, sitrovavano anch’essi nell’area a sud della testa.43) ilritrovamento più interessante è costituito da un pen-daglio figurato raffigurante una coppia umanaabbracciata (fig. 9).44) esso è intatto e costituito da duefigurine umane, entrambe nude, stanti su di una pic-cola base. in modo rudimentale sono indicati i lorotratti facciali e le dita dei piedi. con un braccio essecingono le spalle dell’altra figura; l’altro braccio,appoggiato sui fianchi, forma un occhiello che ne per-metteva l’aggancio ad una catenella. l’oggetto si inse-risce in un gruppo omogeneo di coppie–amuleto,prodotte probabilmente nella calabria settentrionalee ben attestate in questa regione in contesti tombali diviii secolo a.c.45) a francavilla sono documentati altrisette esemplari; ben paragonabili al nuovo ritrova-mento sono i pendagli rinvenuti nelle tombe strada 1e t57 e tra i materiali dell’edificio vb sul timponedella motta.46) in particolare, il pendaglio dalla strada8 trova una corrispondenza quasi identica nei dueesemplari dalla tomba strada 1, accomunati dallecaratteristiche formali e dalle dimensioni, rendendopossibile postulare una provenienza dei pendentidalla stessa bottega. l’oggetto, in origine probabil-mente pertinente ad una collana, al pari dell’esempla-re dalla tomba t57, viene interpretato come amuletoraffigurante una coppia divina.47)

il ricco corredo della tomba 8 comprendeva inoltrequattro vasi ceramici48) ed un coltellino in ferro. adovest della testa era deposta una tazza–attingitoio inceramica depurata matt–painted con lievi tracce di pit-tura. a sud della deposizione erano presenti un askosin ceramica depurata, una scodella monoansata inimpasto nerastro ed un vaso ansato in ceramica depu-rata realizzato al tornio (cfr. fig. 7). l’askos è stato rin-venuto pressoché intatto, posato su di un fianco,

8

francavilla marittima, necropoli dimacchiabate, tomba (infantile)strada 8:

8 – dettaGlio dei pendaGli e dellafibula in situ

9 – pendaGlio fiGurato (h. cm 3,1;al vero)

9

immediatamente al di sopra dei frammenti della sco-della. Gli askoi sono una forma ceramica ben attestatanelle tombe della macchiabate e vengono consideratiun elemento di corredo tipico delle tombe infantili.49)

la tomba strada 8 è confrontabile con alcune altrericche tombe infantili conosciute nell’area della tem-parella, quali la t19 e la t21:50) esse attestano la pre-senza di un’ideologia di potere ereditario che permet-teva anche ai bambini di avere diritto non solo ad unasepoltura, bensì ad una tomba monumentale pari, perdimensioni e ricchezza del corredo, a quelle degliadulti.

tombe a fossa senza pavimentazione in pietre

tra le tombe “monumentali” trattate in precedenzae soprattutto al limite meridionale dell’area stradasono venute alla luce complessivamente quattro ulte-riori strutture tombali con caratteristiche costruttivedifferenti.

Struttura Strada 3al centro dell’area, ad ovest della tomba strada 2, è

stata indagata una struttura di piccole dimensioni,chiamata strada 3 (campagna 2009, cfr. fig. 2). lastruttura è venuta alla luce a circa 10 cm di profonditàal di sotto dell’attuale piano di campagna ed è costi-tuita da un accumulo di pietre di forma ovale, di circam 1,1 × 0,8, orientato sud–est/nord–ovest (fig. 10).alla profondità di circa 30 cm, sotto lo strato di pietre,sono stati rinvenuti un dente di bambino,51) alcunianellini e spirali di bronzo e numerosi frammenti diceramica depurata, molto dilavati e non ricomponibi-li.52) sulla base della presenza del dente umano, è ipo-tizzabile un carattere funerario anche per la strutturastrada 3.

Tomba Strada 6nell’area al limite meridionale della strada, nella

zona compresa tra le tombe 1 e 5, sono state indivi-duate e scavate tre sepolture contigue (cfr. fig. 2): stra-da 6 (campagna 2011), strada 7 e strada 9 (campagna2012). Quest’ultimo gruppo si differenzia formalmen-te dalle tombe monumentali situate più a nord, men-tre sembra paragonabile alle tombe a fossa pocoprofonda e di forma più semplice, conosciute nell’a-rea della temparella.

la sepoltura strada 6, parzialmente distrutta, erasituata a sud–est della strada 5. la parte meridionaledella struttura sepolcrale mancava completamente eanche il settore est era parzialmente compromesso. lacostruzione è costituita da una fossa terragna pocoprofonda (circa 40 cm), sul fondo della quale eradeposto lo scheletro, al di sopra di uno strato di pre-parazione contenente un’alta concentrazione di picco-le pietre. la tomba era ricoperta da pietre di grossapezzatura nella metà ovest e da pietre più piccolenella metà est per un’estensione totale di circa m 2,20

in lunghezza e 1,40 in larghezza (fig. 12, a sinistra). al margine nord della copertura, pochi centimetri

al di sotto dell’attuale piano di campagna, è venutaalla luce la parte inferiore di un vaso chiuso in cera-mica depurata, parzialmente distrutto dall’erosione(cfr. fig. 12).

della deposizione si è conservata soltanto la partesuperiore del corpo, orientata sud–est/nord–ovest. loscheletro, ben conservato, è pertinente ad una perso-na di sesso femminile e di età adulta–matura. il torsoposava supino con le braccia leggermente piegate eunite sul ventre o bacino; mancando completamentele ossa del bacino e delle gambe non è tuttavia possi-bile stabilire con sicurezza la posizione della defuntanella tomba.

il corredo era costituito da oggetti legati al vestiarioe all’ornamento personale della defunta. pertinenti alvestiario sono le tre fibule: si tratta di una serpeggian-te in ferro rinvenuta in corrispondenza della spallasinistra,53) di un esemplare serpeggiante in bronzo conmolla e occhiello a sezione quadrangolare (fig. 11a)54)

e di una fibula ad arco ingrossato decorato da finitratti incisi verticalmente e staffa breve (fig. 11b),55)

poste sul ventre. Gli elementi di ornamento sono costituiti da due

goliere in bronzo decorate con sottili linee verticaliincise e terminazioni arrotolate (fig. 11d),56) da dueorecchini a spirale e da un gruppo di dieci borchiettedi bronzo, rinvenute a sud del cranio. sul ventre eradeposto un disco in bronzo di circa 11 cm di diame-tro, da interpretare come parte dei cosiddetti dischicompositi, oggetti frequentemente attestati nelletombe femminili di francavilla e deposti di regola in

9

10 – francavilla marittima, necropoli di macchiabatestruttura strada 3

corrispondenza dell’addome delle defunte.57) il discoera posto nel punto di congiungimento delle braccia,probabilmente la defunta teneva le mani sul discooppure lo cingeva. ad est del disco è stata rinvenutauna perla globulare in vetro translucido azzurrognolo(fig. 11c). per dimensioni, trasparenza e rarità, laperla è da considerare un ritrovamento particolare,58)

forse un’importazione dal mediterraneo orientale.59)

la deposizione è da datare alla fase recente dellaprima età del ferro, forse ad un momento più antico

rispetto alle altre tombe dell’area strada, intorno allametà dell’viii secolo a.c.

Tomba Strada 7la tomba si trova immediatamente a nord della

strada 6 e presenta forma rettangolare orientatanord–sud (fig. 12, a destra). la struttura è costituitada una fossa poco profonda, circa 30 cm, sul fondodella quale è stato individuato uno strato di prepara-zione caratterizzato dall’alta concentrazione di piccole

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11 – francavilla marittima, necropoli di macchiabate, tomba strada 6:a) fibula serpeGGiante in bronzo (lunGh. maX. cm 7,8; scala 1:4)

b) fibula ad arco in bronzo (lunGh. maX. cm 4,6; scala 1:4)

c) perla in vetro translucido (dm circa cm 1,6; al vero)d) Goliere in bronzo (dm circa cm 9,6 e 10,5; scala 1:4)

12 – francavilla marittima, necropoli di macchiabate le tombe strada 6 (a sinistra) e strada 7 (a destra)

11a

11b

11c

11d

pietruzze e ghiaia, sul quale era deposto lo scheletro.la copertura era costituita da un compatto strato digrosse pietre, di forma rettangolare, esteso per circam 2 × 1,3.

la deposizione era situata a poca profondità,immediatamente al di sotto delle pietre di copertura.i resti dello scheletro si estendevano per circa m 0,7 ×0,45 ed erano pertinenti ad una deposizione forte-mente rannicchiata sul fianco destro, con testa a nord,probabilmente intatta benché in parte compromessadalle grosse radici presenti in tutta l’area della tomba(fig. 13). particolarmente ben conservate erano le ossadegli arti inferiori e superiori, nonché le scapole ed ilcranio. lo scheletro è probabilmente pertinente ad unuomo adulto.

il corredo si limita ad una tazza in ceramica depu-rata, rinvenuta in stato molto frammentario a suddello scheletro (cfr. fig. 13)60) e ad una brocca biconicain ceramica depurata senza tracce visibili di decora-zione, che permettono un inquadramento generaledella sepoltura all’viii secolo a.c.

Tomba Strada 9a nord della tomba strada 7, all’estremo margine

dell’area strada presso il limite della zona copertadalla macchia, è stata scoperta la tomba strada 9 (cfr.fig. 2). la struttura, di forma pressoché rettangolare,misura circa m 2,1 × 1,2 ed è orientata sud–nord. imargini della tomba sono chiari ai limiti ovest e sud,mentre verso nord–est la tomba è contigua ad un’altrastruttura in pietre che si inoltra nella macchia.

si tratta di una tomba a fossa, profonda circa cm 20,scavata nel terreno vergine, senza uno strato visibiledi pavimentazione. la fossa era coperta da uno stratodi pietre, di forma rettangolare, probabilmente inparte compromesso dall’erosione e dalla vegetazione.i resti della deposizione, venuti alla luce a soli 15 cmcirca di profondità, si estendono per quasi 1,1 × 0,4m e sono tuttavia danneggiati dalle numerose radicipresenti in tutta l’area. dello scheletro sono conserva-te parti degli arti inferiori e minuti frammenti di unbraccio e della dentatura: la deposizione era orientataverso nord; il cattivo stato di conservazione dellaparte superiore dello scheletro ne impedisce tuttaviauna chiara lettura, né sono possibili indicazioniriguardo all’età e al sesso del defunto.

del corredo fanno parte soltanto un anello in bron-zo frammentario rinvenuto a contatto con un osso delbraccio ed una spirale in bronzo posta nell’area indi-cativamente corrispondente della testa del defunto.61)

primi risultati

Gli scavi dell’università di basilea nell’area stradadella necropoli di macchiabate hanno riportato allaluce finora otto tombe. Quattro di esse (strada 2, 4, 5,8) costituiscono un gruppo omogeneo accomunatodal tipo di costruzione, dalle dimensioni, dall’orienta-mento e dalla datazione, compresa con grande proba-bilità tra la metà e la seconda metà dell’viii secolo a.c.(cfr. fig. 2). si tratta di fosse monumentali, scavate nel

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13 – francavilla marittima, necropoli di macchiabate, la tomba strada 7

Sono visibili i resti dello scheletro in posizione rannicchiata e la tazza-attingitoio (frammentata) a sud dei resti umani.

terreno vergine e profonde fino a 80 cm, rivestiteaccuratamente di grosse pietre e ciottoli. tre di essepresentano inoltre una pavimentazione composta daun fitto strato di ciottoli piatti. nella quarta tomba,strada 8, il pavimento è costituito da una zona coper-ta di piccole pietre estesa solo su parte del fondo dellafossa: questa differenza è probabilmente da imputareal fatto che nella tomba 8 era sepolto un individuoinfantile, mentre le altre sepolture di questo grupposono attribuibili ad adulti.

il tipo di architettura tombale che caratterizza questogruppo era finora scarsamente attestato nella necropo-li di macchiabate: una delle poche tombe che presenta-no una tecnica costruttiva paragonabile è la tombastrada 1, che dispone anch’essa di un pavimento inciottoli piatti. non solo l’architettura, ma anche l’orien-tamento lungo l’asse sud–est/nord–ovest accomuna latomba strada 1 alle altre del gruppo scoperto poco piùa nord (cfr. fig. 2). È perciò lecito supporre che le quat-tro tombe scoperte negli ultimi anni siano state costrui-te volutamente nelle vicinanze della tomba strada 1 eche ne abbiamo ripreso le caratteristiche.

viene quindi ridimensionata l’idea di tomba isolatache finora era legata alla strada 1: l’area apparente-mente vuota che circondava questa sepoltura ha rive-lato la presenza di numerose ulteriori strutture. latomba strada 1 viene quindi a trovarsi all’origine diun gruppo di deposizioni che si estende verso nord enord–ovest e che probabilmente si allargava anchenelle altre direzioni — oggi tuttavia in zone ancoracoperte dalla macchia, oppure danneggiate dai lavoriagricoli.

di particolare interesse tra le sepolture indagatefinora è senz’altro la tomba infantile strada 8. il riccocorredo e l’impegnativa architettura funeraria di que-sta sepoltura, paragonabili a quelle degli adulti, enfa-tizzano il ruolo sociale che il bambino qui deposto haavuto all’interno della comunità facente capo al sepol-creto dell’area strada. sebbene le tombe infantilimunite di numerosi elementi del costume funerario eoggetti di corredo non siano rare nella necropoli dimacchiabate, in base alle dimensioni dei resti ossei edegli ornamenti esse vengono per lo più attribuite abambini o ragazzini di età maggiore rispetto al defun-to della strada 8.62) per i neonati ed i bambini moltopiccoli sembra invece essere stata utilizzata di prefe-renza la sepoltura a enchythrismos.63)

la particolare posizione sociale del bambino sepol-to nella strada 8 emerge non da ultimo anche dallaricchezza del costume funerario: almeno una, proba-bilmente due collane con numerosi pendagli di variotipo, adornavano il busto del bambino. pur nonpotendo comprendere completamente il valore sim-bolico dei singoli pendagli, è tuttavia da ipotizzareche essi, sia singolarmente che in combinazione congli altri elementi di collana, avessero una valenza nonsolo ornamentale ma anche apotropaica. il riccoapparato di amuleti della strada 8 si ricollega all’ideache i bambini fossero bisognosi di una particolare pro-

tezione e quindi all’uso, conosciuto anche in altre areeculturali antiche, di proteggere i più piccoli tramiteamuleti o attributi in grado di allontanare gli influssimaligni. le attestazioni di quest’usanza sono numero-se: ad esempio la bulla di cui erano muniti i piccoliromani ed etruschi,64) ma anche la tradizione cono-sciuta in Grecia e a cipro di adornare i bambini conlunghe collane di pendagli e amuleti.65) ad eretria, adesempio, sono attestate due sepolture di epoca geo-metrica di due neonati di 6–12 mesi che portavanouna collana rispettivamente di 50 e 29 perle d’am-bra.66) particolare nel caso della tomba strada 8 è lapresenza tra gli amuleti del pendaglio raffigurate unacoppia umana, un tipo già ben conosciuto nella cala-bria settentrionale, alla cui base è stato identificato unconcetto religioso.

la questione riguardante il rapporto cronologicotra la tomba strada 1 e il gruppo situato più a nord èuno dei punti che dovrà essere approfondito con lericerche future. Già sin d’ora sembra tuttavia deli-nearsi una vicinanza non solo culturale, ma anche cro-nologica, tra le sepolture. in particolare il ritrovamen-to del pendaglio antropomorfo nella strada 8, chetrova una corrispondenza quasi esatta negli esemplaridalla tomba strada 1, sottolinea lo stretto rapportodelle sepolture di quest’area.

la continuazione delle ricerche nell’area stradaavrà inoltre il compito di chiarire le relazioni cronolo-giche, culturali e sociali tra il gruppo di tombe monu-mentali ora menzionate e le sepolture strada 3, 6, 7 e9, caratterizzate da una struttura più semplice.

di notevole interesse è infine il fatto che le tombefinora indagate nell’area strada siano tutte databiliall’viii a.c., probabilmente all’interno di un lasso ditempo compreso tra la metà e la seconda metà delsecolo. sepolture più recenti non sono ancora stateindividuate. ciò porta a supporre che il sepolcretonell’area strada sia stato abbandonato intorno allafine dell’viii secolo e a sollevare la questione di unapossibile relazione tra l’abbandono di quest’area,deputata a luogo di seppellimento delle élites locali, ela fondazione di sibari, avvenuta nel medesimo oriz-zonte cronologico.

Questa, come molte altre questioni, deve per ilmomento rimanere aperta. le indagini future, pro-grammate per i prossimi due anni e che si svolgeran-no nella parte settentrionale dell’area strada, avrannolo scopo di ampliare le nostre conoscenze di questazona del sepolcreto e di fornire così ulteriori spuntiper la precisazione dei modi e dei tempi di utilizzo diquesto sito, delineandone l’importanza per lo svilup-po della necropoli di macchiabate.

Con grande piacere desideriamo ringraziare tutte le per-sone che ci hanno aiutato e sostenuto nell’organizzazione enella realizzazione di questo progetto, in primo luogo laSoprintendente per i Beni Archeologici della Calabria,

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dott.ssa Simonetta Bonomi; l’ispettrice della Sibaritide,dott.ssa Silvana Luppino; il direttore dell’Institute ofArchaeology dell’Università di Groningen (GIA), prof. Dr.Peter Attema, ed il responsabile delle indagini sul campodell’Università di Groningen, dott. Jan Jacobsen. Allo stessomodo vorremmo esprimere il nostro ringraziamento alComune di Francavilla Marittima con il sindaco uscente edil nuovo sindaco, dott. Paolo Munno e dott. LeonardoValente, per l’interesse e l’appoggio dimostrati nei confrontidel nostro progetto. Un caloroso ringraziamento va infineal prof. Pino Altieri ed alla Società Lagaria Onlus.

referenze fotoGrafiche: tutte le foto alle figg. 3–13 sonodel Progetto Francavilla dell’Università di Basilea.

abbreviazioni particolari:GuGGisberG–colombi–spichtiG 2010 = m. a. GuGGisberG,

c. colombi, n. spichtiG, Basler Ausgrabungen in Fran-cavilla Marittima (Kalabrien). Bericht über die Kampa-gne 2009, in AntK, 53, 2010, pp. 101–113.

GuGGisberG–colombi–spichtiG 2011 = m. a. GuGGisberG,c. colombi, n. spichtiG, Basler Ausgrabungen in Fran-cavilla Marittima (Kalabrien). Bericht über die Kampa-gne 2010, in AntK, 54, 2011, pp. 62–70.

GuGGisberG–colombi–spichtiG 2012 = m. a. GuGGisberG,c. colombi, n. spichtiG, Basler Ausgrabungen in Fran-cavilla Marittima (Kalabrien). Bericht über die Kampa-gne 2011, in AntK, 55, 2012, pp. 100–111.

Quondam 2009 = f. Quondam, La necropoli di FrancavillaMarittima: tra mondo indigeno e colonizzazione greca, inm. bettelli et alii (a cura di), Prima delle colonie.Organizzazione territoriale e produzioni ceramiche specia-lizzate in Basilicata e in Calabria settentrionale ionicanella prima età del ferro, atti delle Giornate di studio,matera, 20–21 novembre 2007 (venosa 2009), pp.139–178.

zancani montuoro 1970–1971 = p. zancani montuoro,Francavilla Marittima. Varia, in AttiMemMagnaGr,11–12, 1970–1971, pp. 7–80.

zancani montuoro 1974–1976 = p. zancani montuoro,Francavilla Marittima, in AttiMemMagnaGr, 15–17,1974–1976, pp. 7–174.

zancani montuoro 1977–1979 = p. zancani montuoro,Francavilla Marittima. Necropoli di Macchiabate. Saggie scoperte in zone varie, in AttiMemMagnaGr, 18–20,1977–1979, pp. 7–91.

zancani montuoro 1980–1982 = p. zancani montuoro,Francavilla Marittima. Necropoli e ceramico a Macchia-bate, zona T (Temparella), in AttiMemMagnaGr, 21–23,1980–1982, pp. 7–129.

zancani montuoro 1983–1984 = p. zancani montuoro,Francavilla Marittima. Necropoli di Macchiabate, ZonaT (Temparella, continuazione), in AttiMemMagnaGr,24–25, 1983–1984, pp. 7–110.

1) sui risultati degli scavi di m. Kleibrink sul timponedella motta: m. KleibrinK, Oenotrians at Lagaria nearSybaris, a Native Proto–urban Centralised Settlement. A Pre-liminary Report on the Excavation of Timber Dwellings on

the Timpone della Motta near Francavilla Marittima (Laga-ria), Southern Italy, london 2006; eadem, Early Cults in theAthenaion at Francavilla Marittima as Evidence for aPre–Colonial Circulation of nostoi Stories, in f. KrinzinGer(a cura di), Die Ägäis und das westliche Mittelmeer:Beziehungen und Wechselwirkungen 8. bis 5. Jh. v. Chr.,akten des symposions Wien, 24. bis 27. märz 1999 (Wien2000), pp. 165–184; eadem, Parco Archeologico ‘Lagaria’ aFrancavilla Marittima. Guida, rossano 2010. per i fram-menti contigui si veda f. van der Wielen–van ommeren, inLa dea di Sibari e il santuario ritrovato. Studi sui rinveni-menti dal Timpone Motta di Francavilla Marittima I.1.Ceramiche di importazione, di produzione coloniale e indige-na 1 (a cura di eadem, l. de lachenal), volume speciale delBdA (roma 2006), pp. 1–14. per la storia delle ricerche afrancavilla marittima: l. de lachenal, Francavilla Maritti-ma: per una storia degli studi, ibidem, pp. 17–81.

2) i risultati del progetto internazionale di pubblicazionesono apparsi in tre volumi speciali del BdA, serie vi, dal tito-lo La dea di Sibari e il santuario ritrovato. Studi sui rinveni-menti dal Timpone Motta di Francavilla Marittima: van derWielen–van ommeren, de lachenal 2006 (cit. in nota 1);eaedem (a cura di), I 2. Ceramiche di importazione, di produ-zione coloniale e indigena 2. (roma 2008); J. K. papadopou-los, II 1. The Archaic Votive Metal Objects. (roma 2003).

3) i risultati degli scavi di p. zancani montuoro nellanecropoli sono pubblicati negli Atti e memorie della SocietàMagna Grecia: zancani montuoro 1970–1971; eadem1974–1976; eadem 1977–1979; eadem 1980–1982; eadem1983–1984.

4) a. J. niJboer, Coppe di tipo Peroni and the Beginningsof the Orientalizing Phenomenon in Italy during the late9th century BC, in i. parniGotto et alii (a cura di), Studidi protostoria in onore di Renato Peroni, borgo san lorenzo2006, pp. 288–304. r. pace, Orientalia a FrancavillaMarittima, in RStFen, 1–2, 2008, pp. 81–92.

5) m. KleibrinK, Towards an Archaeology of Oinotria,Observations on Indigenous Patterns of Religion and Settle-ment in the Coastal Plain of Sybaris (Calabria), in p. atte-ma (a cura di), Centralization, Early Urbanization andColonization in First Millennium B.C. Italy and Greece,leuven 2004, pp. 54–70.

6) i lavori sono stati diretti dal prof. m. a. Guggisberg,lic. phil. n. spichtig e lic. phil. c. colombi. l’analisi antro-pologica è stata svolta da lic. phil. cornelia alder (campa-gne 2009–2011) e m.a. negahnaz hossein moghaddam(campagna 2012).

7) durante l’estate 2012 le misurazioni sono state esteseanche alla zona nord dell’area strada. le indagini georadarsono state condotte dalla eastern atlas di berlino che rin-graziamo per la fruttuosa collaborazione.

8) per i rapporti preliminari delle campagne di scavo2009–2011 si vedano: GuGGisberG–colombi–spichtiG 2010;GuGGisberG–colombi–spichtiG 2011; GuGGisberG–colom-bi–spichtiG 2012. il rapporto preliminare sulla campagna2012 è in preparazione per Antike Kunst.

9) le tombe t60 e t88 presentavano anch’esse un pavi-mento in ciottoli, ma la costruzione funeraria non è, comealla strada, scavata nel terreno vergine, bensì costruita,come in tutte le tombe della temparella: zancani montuo-ro 1974–1976, pp. 13–50, tavv. 1–18, tomba t60; eadem

13

1970–1971, p. 12 nota 5, tomba t88. cfr. anche la tombacentrale del cerchio reale: eadem 1977–1979, p. 28 fig. 9.

10) borchiette in bronzo sono attestate in un buon numerodi corredi enotri in calabria e basilicata, tuttavia la loro pre-senza in un numero così elevato appare più rara. per franca-villa: zancani montuoro 1974–1976, pp. 23 e 24 n. 42, tav.8a, tomba t60; tomba strada 4 (si veda oltre). altri corrediparagonabili: o.–h. , Eine Nekropole der frühen Eisenzeit beiSanta Maria d’Anglona, Galatina 1991, pp. 25 e 26 n. 6, fig.8, 2, tav. 24–26, valle sorigliano 118; p. 27 n. 1, fig. 8, 5, tav.30a, valle sorigliano 124; a. pasQui, Territorio di Sibari –Scavi nella necropoli di Torre Mordillo nel comune di Spezza-no Albanese, in NSc, 1888, pp. 254 e 255, torre mordillo 17.per i costumi dell’area adriatica con esempi di copricapi conborchiette si veda c. iaia, Identità e comunicazione nell’abbi-gliamento femminile dell’area circumadriatica fra IX e VIIsecolo a.C., in p. von eles (a cura di), Le ore e i giorni delledonne: dalla quotidianità alla sacralità tra VIII e VII secoloa.C., catalogo della mostra, museo civico archeologico diverucchio, 14 giugno 2007 – 6 Gennaio 2008 (verucchio2007), pp. 25–36.

11) cfr. tomba t60: zancani montuoro 1974–1976, p.18, nn. 11–15, tav. 4b, diam. cm 4.5.

12) i frammenti sono pertinenti probabilmente ad unafibula a quattro spirali con arco in bronzo e a due fibule adarco serpeggiante in ferro rivestito da filo di bronzo. laframmentarietà delle fibule non permette tuttavia l’attribu-zione ad una precisa tipologia. si veda GuGGisberG–colom-bi–spichtiG 2010, pp. 109 e 110.

13) circa 30 frammenti di perle in ambra, cinque perleanulari in vetro non trasparente, due frammenti di spiralinebiconiche in bronzo e numerosi frammenti di catenellebronzee doppie: si veda GuGGisberG–colombi–spichtiG2010.

14) h. cm 36.3. altri esemplari su piede: m. carrara, p.G. Guzzo, Roggiano Gravina (Cosenza), località Prunetta.Scavo di una necropoli dell’età del ferro, in NSc, 1981, pp.449–451 n. 9, fig. 10, roggiano Gravina tomba 3, olla supiede h. cm 20.5, con labbro a colletto ma corpo meno schi-acciato; p. 463 n. 12, fig. 19, roggiano Gravina tomba 8, ollasu piede h. cm 28, con collo distinto rigonfio e labbro con-figurato diversamente; zancani montuoro 1977–1979, p.69 n. 1, tav. Xliiia, tomba u15, h cm 31.3; cfr. eadem1983–1984, p. 79 n. 1, tav. lii.1, tomba t80, h cm 42.8, conpiede fenestrato; olla su piede dalla tomba strada 5 (si vedaoltre). cfr. m. l. nava, s. bianco, p. macrì, a. preite,Appunti per una tipologia della ceramica enotria: le formevascolari, le decorazioni, le imitazioni e le importazioni. Lostato degli studi, in m. bettelli et alii (a cura di), Primadelle colonie. Organizzazione territoriale e produzioniceramiche specializzate in Basilicata e in Calabria settentri-onale ionica nella prima età del ferro, atti delle Giornate distudio, matera, 20–21 novembre 2007 (venosa 2009), p.255, fig. 6, olla forma c, in particolare c i v 1.1–2: la formaglobulare schiacciata su alto piede sarà comune per le olle divii secolo ad alianello.

15) per le ceramiche dette enotrio–euboiche: J. Jacobsen,Greek Pottery on the Timpone della Motta and in the Sibariti-de from c. 780 to 620. Reception, Distribution and an Eva-luation of Greek Pottery as a Source Material for the Study ofGreek Influence before and after the Founding of AncientSybaris, diss. Groningen 2007 (= online dissertation:

http://dissertations.ub.rug.nl/faculties/arts/2007/j.k.jacobsen/);J. Jacobsen, s. handberG, G. p. mittica, An early EuboeanPottery Workshop in the Sybaritide, in AnnAStorAnt, 15–16,2008–2009, pp. 89–96.

16) h cm 7.8. per lo stile “a frange” si veda: f. ferranti,L’orizzonte tardo–geometrico enotrio alla vigilia della fonda-zioni coloniali greche, in Mediterranea 1, 2004, p. 450; f.ferranti, Nascita, evoluzione e distribuzione di una produ-zione specializzata: il caso della ceramica geometrica enotriadella I età del Ferro, in bettelli et alii, op. cit. in nota 14,p. 43 stile 6, pp. 53 e 54; f. ferranti, s. t. levi, m. demarco, L’evoluzione stilistica della ceramica geometrica eno-tria dell’Alto Jonio, in Atti della XXXVII Riunione scientifi-ca. Preistoria e protostoria della Calabria, scalea–papaside-ro–praia a mare–tortora, 29 settembre – 4 ottobre 2002(firenze 2004), p. 544 stile 8; f. ferranti, f. Quondam, Cir-colazione di una classe specializzata: la ceramica geometricadell’età del ferro dell’Italia meridionale, in Atti della XXXIXriunione scientifica. Materia prime e scambi nella preistoriaitaliana, firenze, 25–27 novembre 2004 (firenze 2006), p.1192; m. KleibrinK, Athenaion Context AC22A.11. A usefulDating Peg for the confrontation of Oenotrian andCorinthian Late and Sub Geometric Pottery from FrancavillaMarittima, in Studi … in onore di Renato Peroni, cit. in nota4, pp. 146 e 147; m. KleibrinK, m. sanGineto, Enotri aTimpone Motta I. La ceramica geometrica dallo strato dicenere e materiale relativo dell’edificio V, Francavilla Maritti-ma, in BABesch, 73, 1998, pp. 10–12; Quondam 2009, pp.153–158, cfr. fig. 4.1 e 4.2, in particolare pare paragonabilela brocchetta a fig. 4.2, dal complesso b di lettere, h cm 10.

17) per questo aspetto si veda la nota 10.

18) fibule in ferro con avvolgimenti in filo di bronzo sonoben attestate nella necropoli di macchiabate, cfr. GuGGi-sberG–colombi–spichtiG 2010, p. 110; f. lo schiavo,Francavilla Marittima. Necropoli di Macchiabate. Le fibuledi bronzo, in AttiMemMagnaGr, n.s. 18, 1977–1979, pp.106 e 107; eadem, Francavilla Marittima. La fibule di bron-zo, ibidem, n.s. 24, 1983–1984, pp. 141 e 142; Quondam2009, pp. 141–145.

19) dimensioni massime: lungh. cm 2.7; largh. cm 1.1.fibule con arco in ferro e placchetta in avorio: lo schiavo1977–1979, cit. in nota 18, pp. 103 e 104; eadem1983–1984, cit. in nota 18, pp. 144, 145 e 155; Quondam2009, p. 149, nota 52, fig. 1/11, ife2b1–2b2. fibule conarco in ferro e elemento in corno: lo schiavo 1977–1979,cit. in nota 18, p. 104; eadem 1983–1984, cit. in nota 18,pp. 145, 146 e 155; Quondam 2009, p. 149 fig. 1/12,ife2b1–2b2. entrambi i tipi sono conosciuti per lo più conarco in bronzo e vengono datati da lo schiavo nella primametà dell’viii secolo; la datazione degli esemplari con arcoin ferro può scendere fino al terzo quarto dell’viii secolo.

20) dimensioni massime: lungh. cm 2.5; h. cm 1.7; diam.spirale cm 1.3. paragoni nella macchiabate: zancani mon-tuoro 1980–1982, p. 61 n. 2, t19, cm 2x1; p. 64 n. 7, t21,cm 2.5x1.6; tomba strada 8 (si veda oltre). ad incoronata–santeodoro i pendagli a doppia spirale sono attestati in unnumero tra uno e dodici per lo più in sepolture femminili,spesso deposti all’altezza dei fianchi o del cranio: b. chiarta-no, La necropoli dell’età del Ferro dell’Incoronata e di S. Teo-doro. Scavi 1970–74, in NSc, suppl. 1977, pp. 33, 42 e 43;idem, La necropoli dell’età del Ferro dell’Incoronata e di S.Teodoro, voll. 1–2: Scavi 1978–1985, Galatina 1994, p. 51

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tipo 3 a1, diam. delle spirali tra cm 1 e 4.2, si veda per esem-pio, tav. 5, tomba 154; tav. 13, tomba 182; tav. 16, tomba 186.i pendagli dalla tomba 103 di valle sorigliano vengono inter-pretati come pertinenti ad una cintura: frey, op. cit. in nota10, pp. 22 e 23 n. 29, fig. 7, tav. 15. pendagli a doppia spiralesembrano essere parte del gruppo di elementi di vestiario ecostume che caratterizza le sepolture femminili eminenti intutta l’area adriatica, si veda iaia, op. cit. in nota 10.

21) un gruppo di cinque ed un gruppo di due esemplari.lungh. max. circa cm 4; diam. circa cm 1.5.

22) esemplari meglio conservati: h. cm 2.2, diam. circacm 3; h. cm 2.4, diam. cm 2.7. tipo presente anche nellatomba strada 2: GuGGisberG–colombi–spichtiG 2010, p.110, tav. 20.7.

23) h. cm 2.9; lungh. cm 3.2; largh. cm 3.6. per questaforma si veda: KleibrinK 2006, cit. in nota 1, p. 140, fig.49.10 dall’edificio vb sul timpone della motta.

24) h. cm 10.6; lungh. max. cm 8.6; largh. cm 3.8–2.9.paragoni a macchiabate: zancani montuoro 1980–1982, p.56, nn. 21 e 22, tav. XXviia, due pesi dalla “tomba 16bis”,interpretati da zancani montuoro come materiale pertinen-te a strati più antichi, precedenti l’impianto della necropoli;per l’attribuzione dei pesi ai corredi si veda m. KleibrinK,Aristocratic Tombs and Dwellings of the VIIIth Century BCat Francavilla Marittima, in Atti della XXXVII Riunionescientifica, cit. in nota 16, p. 562.

25) KleibrinK 2010, cit. in nota 1, pp. 74–76, figg. 89–91;KleibrinK 2006, cit. in nota 1, pp. 120–124, fig. 38c; p. 140,figg. 49.5–49.8a.

26) h. cm 33.3. per la ceramica a tenda di stile “vuoto” siveda ferranti 2009, cit. in nota 16, pp. 46 e 54, stile 20,pertinente al Geometrico tardo 2; ferranti–Quondam2006, cit. in nota 16, pp. 1190–1194: lo stile compare nellasibaritide nel Geometrico medio e sarà ben attestato nelGeometrico tardo; Quondam 2009, p. 153, fig. 3. tombedella necropoli di macchiabate con olle a tenda in stile“vuoto”: zancani montuoro 1977–1979, p. 18 n. 1, tav.viii.b, lettere tomba f; p. 57 n. 1, tav. XXXiv–XXXv,tomba u7, con decorazione figurata; eadem 1980–1982, pp.54 e 55, n. 19, tav. XXvi, tomba t16; p. 104 n. 1, tav. lXv,tomba t39; p. 112 n. 10, tav. lXX.a, tomba t40; eadem1983–94, pp. 91 e 92, n. 4, fig. 28, tav. lX, tomba t85; pp.98 e 99, n. 16, tav. lXv, tomba t86.

27) nella necropoli di macchiabate gli unici oggetti d’ar-gento finora conosciuti sembrano essere due anelli digitalidalla tomba t8: zancani montuoro 1980–82, p. 39, nn. 19e 20. si veda G. Genovese, Nostoi. Tradizioni eroiche emodelli mitici nel meridione d’Italia, roma 2009, pp. 60 e61 con bibliografia sullo sfruttamento delle risorse minera-rie nella zona della sila, attestato a partire dall’età arcaica;a. Giumlia–mair, m. rubinich (a cura di), Le arti di Efesto.Capolavori in metallo dalla Magna Grecia, catalogo dellamostra, trieste, ex scuderie del castello di miramare, feb-braio – giugno 2002 (milano 2002), pp. 21–22 e 115–121,in particolare p. 117 sull’importazione dell’argento.

28) zancani montuoro 1970–1971; cfr. nota 4.

29) sono stati individuati almeno 80 frammenti di fibulein ferro, tra cui 23 con avvolgimento in filo di bronzo. iframmenti appartengono ad almeno 12 individui, comedimostrano i 12 frammenti di staffa individuati.

fibule serpeggianti a gomito compaiono non prima dellafase ife2a2: f. ferranti, La sequenza cronologica dellanecropoli della prima età del Ferro dell’Incoronata di Meta-ponto, in p. attema, a. niJboer, a. zifferero (a cura di),Papers in Italian Archaeology, 6. Communities and Settle-ments from the Neolithic to the Early Medieval Period, pro-ceedings of the 6th conference of italian archaeology heldat the university of Groningen, Groningen institute ofarchaeology, april 15–17, 2003 (oxford 2005), p. 462 nota10; r. peroni, Osservazioni sulla cronologia della prima etàdel Ferro nell’Italia continentale, in v. bianco peroni, Irasoi nell’Italia continentale, PBF viii.2, münchen 1979, p.197. a francavilla sono attestate fino alla fase ife2b2:Quondam 2009, pp. 144 e 145 e nota 22, fig. 1/9.

30) per un rinvenimento paragonabile si veda la tombat41: zancani montuoro 1980–1982, p. 114, fig. 40, nn.7–16.

31) per la deposizione di tessuti e fibule si veda ad esem-pio verucchio, tomba lippi 89: p. von eles, Guerriero esacerdote. Autorità e comunità nell’età del ferro a Verucchio.La tomba del trono, firenze 2002, pp. 20 e 194. a verucchiotuttavia, dove le sepolture sono a cremazione, i tessuti eranoimpiegati per lo più per la vestizione dell’urna.

32) per questo gruppo di lance si veda a. m. biettisestieri, Fattori di collegamento interregionale nella primaEtà del Ferro: indizi di un’ideologia condivisa, legata allearmi, dal Lazio meridionale alla Puglia, in RScPreist, 56,2006, pp. 505–533: esse sono caratterizzate da cannoneconico sfaccettato nel tratto superiore, lama foliata pocoespansa, decorazione geometrica incisa su entrambe le faccedella lama e cerchielli impressi e puntini sul cannone, inter-pretati come raffigurazione di un viso umano, si veda in par-ticolare pp. 512 e 513, 528–531 e fig. 1 con carta di diffusio-ne. ringraziamo a. m. bietti sestieri per la segnalazione.

33) punte di lancia o giavellotto in ferro: zancani mon-tuoro 1977–1979, pp. 54 e 55 n. 5, fig. 20, tomba u5; p. 88n. 9, tomba v7; eadem 1980–1982, pp. 72–74 n. 6, fig. 28,tomba t25; p. 113 n. 4, tomba t41; p. 122, tomba t46; p. 63n. 5, tomba t20; eadem 1983–1984, p. 29 n. 11, fig. 5, tombet61–62; p. 51 n. 3, tomba t70; p. 78 n. 13, tomba t79.

34) corredi con associazione di più punte di lancia o gia-vellotto: frey, op. cit. in nota 10, pp. 27 e 28, tav. 35, santamaria d’anglona tomba 126, due punte di lancia in ferro,entrambe deposte a destra della testa; carrara–Guzzo, op.cit. in nota 14, p. 463 nn. 9 e 10, fig. 18, roggiano Gravinatomba 8, con una punta di lancia e una punta di giavellotto,entrambe in ferro, deposte al fianco sinistro del defunto; K.Kilian, Früheisenzeitliche Funde aus der Südostnekropolevon Sala Consilina (Provinz Salerno), Archäologische For-schungen in Lukanien 3, RM ergh. 15 (heidelberg 1970),p. 334, tav. 19 n. 5a–b, sala consilina tomba a35, due puntedi lancia in ferro; pasQui, op. cit. in nota 10, p. 258 nn. 3 e4, torre mordillo tomba 25, con una punta di lancia e unapunta di giavellotto, entrambe in ferro.

35) bietti sestieri, op. cit. in nota 32, p. 529 collega lelance ad un significato magico–religioso ed ideologico.

36) bietti sestieri, op. cit. in nota 32, pp. 510–513: iltipo di punta di lancia è ben rappresentato nelle fasi piùantiche della i età del ferro nelle necropoli dell’italia meri-dionale tirrenica. punte di lancia paragonabili sono cono-sciute a santa maria d’anglona, sala consilina, torre mor-

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dillo e incoronata–san teodoro: frey, op. cit. in nota 10, p.21, tav. 8, santa maria d’anglona tomba 99; K. Kilian,Untersuchungen zu früheisenzeitlichen Gräbern aus demVallo di Diano. Archäologische Forschungen in Lukanien 1,RM ergh. 10 (heidelberg 1964), pp. 25 e 26 n. 8, beil. 11,sala consilina tomba m6; Kilian 1970, cit. in nota 34, p.344, tav. 59 n. 6, sala consilina tomba a221; pasQui, op. cit.in nota 10, p. 251 nn. 1 e 2, tav. Xv.11, torre mordillotombe 9, 10 e 11, dello stesso tipo anche gli esemplari dalletombe 16 e 85 di torre mordillo; chiartano 1994, cit. innota 20, pp. 43 e 44, tipo a2a1, incoronata–san teodoro,gli esemplari attribuiti al tipo sono tuttavia di dimensioniinferiori ai 20 cm e probabilmente da interpretare comepunte di giavellotto.

37) h. cm 34.3. cfr. zancani montuoro 1980–1982, pp.65 e 66 n. 1, tav. XXXvi, tomba t22, olla con piede tripar-tito, h. cm 31, forma del corpo non paragonabile; eadem1983–1984, p. 79 n. 1, tav. lii.1, tomba t80, olla con piedefenestrato, h. cm 42.8; cfr. nava et alii, op. cit. in nota 14,fig. 5 b i c 1.1, h. cm 14.6 + 10.3, Guardia perticara tomba443; fig. 5 b i c 1.2, h. cm 10.4 + 3.9, Guardia perticaratomba 406, entrambe datate alla prima metà dell’viii seco-lo. per esemplari su piede si veda quanto detto per il vasodalla tomba strada 2.

38) allo stato attuale di conservazione non è possibilericonoscere i caratteristici elementi verticali “a frange” chein molti esemplari di questo stile si dipartono dai campirisparmiati sulla spalla. esistono tuttavia anche variantiprive di linee verticali: Quondam 2009, 155, fig. 5; ferran-ti–levi–de marco, op. cit. in nota 16, p. 549, fig. 3 motivo38, variante senza gruppi di linee verticali; cfr.KleibrinK–sanGineto, op. cit. in nota 16, p. 31 cat.ac2051/6, tav. 18, con risparmi quadrangolari, datato alGeometrico medio, circa 775–725 a.c. sullo stile “a frange”in generale si veda nota 16.

39) h corpo ca. 5.9 cm. cfr. Jacobsen, op. cit. in nota 15,p. 45 cat. 38, tav. 17; m. KleibrinK, l. barresi, m. fasanel-la masci, The “Crosshatched Bands Style” and the “Undu-lating Bands Style”. Two Italic Middle GeometricMatt–painted Pottery Styles from the Timpone della Motta(Francavilla Marittima), in AntK, 55, 2012, pp. 13–15 e 20,cat. 10, fig. 16, tav. 2.5, lavorata al tornio e interpretata daKleibrink come prodotto di un workshop di stile euboico,datata al Geometrico medio (cfr. anche p. 20 cat. 12 fig. 18,lavorata al tornio). per la ceramica detta enotrio–euboica siveda: Jacobsen, op. cit. in nota 15, pp. 39–58, paragonabilianche le decorazioni sulle scodelle enotrio–euboiche ematt–painted catt. 21–25 e sugli skyphoi enotrio–euboici ematt–painted catt. 31. 35–36, datati rispettivamente780/770–730 a.c. e prima del 720 a.c.; Jacobsen–hand-berG–mittica, op. cit. in nota 15, pp. 210–212 per skyphoienotrio–euboici decorati in Wavy band style, le formeskyphos 2a e 3, alla cui decorazione si avvicina la tazza dallatomba 5, sono attestate a partire dal terzo quarto dell’viiisecolo.

40) il materiale è in corso di restauro, le considerazioniseguenti hanno quindi carattere preliminare. la fibula sem-bra pertinente al tipo serpeggiante meridionale con arco asezione circolare, occhiello e molla a sezione quadrangolare,inornata, cfr. nota 54. non vengono qui trattati ulterior-mente gli oggetti fortemente frammentari al momento nonricostruibili.

41) si veda quanto detto per i pendagli a doppia spiralerinvenuti nella strada 4.

42) tipo di pendagli molto diffuso, per lo più presentenei corredi a coppie, a volte interpretato come orecchini. siveda per esempio zancani montuoro 1980–1982, p. 15nn. 2 e 3, fig. 3, tomba t1; p. 61 nn. 3 e 4, tomba t19; p.105 nn. 10 e 11, fig. 37, tomba t39; eadem 1983–1984, p.14 nn. 6 e 7, tomba t57.

43) Grossi anelli sono ben attestati nelle tombe della mac-chiabate, anche rinvenuti sovrapposti come nella strada 8:zancani montuoro 1980–1982, p. 62 n. 3, fig. 25, diam.max. cm 3.3, tomba t20; p. 64 nn. 1–3, fig. 25, tomba t21,interpretati come fibbia di cintura da zancani montuoro. lecircostanze di ritrovamento nella strada 8 sembrano tuttaviacontraddire quest’interpretazione.

44) h. cm 3.1, largh. max. cm 1.8.

45) otto esemplari da francavilla, quattro esemplari dallanecropoli di torre mordillo, cinque dalla tomba b1 di tora-no castello, un esemplare da castiglione di paludi, un esem-plare da sant’anna di cutro, uno da rossano calabro e altrida quattro ulteriori siti calabresi; altri pendagli di questotipo sono conosciuti in campania (un esemplare) e in sicilia(cinque esemplari, alcuni da contesti di iii secolo a.c.). perquesti pendagli si veda: p. zancani montuoro, Coppie del-l’età del ferro in Calabria, in Klearchos, 8, 1966, pp.197–224; zancani montuoro 1983–1984, p. 15 nota 2; m.frasca, Tra Magna Grecia e Sicilia. Origine e sopravviven-za delle coppie–amuleto a figura umana, in BdA, 77, 1992,pp. 19–24; m. KleibrinK, La dea e l’eroe. Culti sull’acropolidel Timpone della Motta, a Francavilla Marittima, pressol’antica Sybaris, in VII Giornata archeologica Francavillese,castrovillari 2009, pp. 6–12; a. babbi, La piccola plasticafittile antropomorfa dell’Italia antica dal Bronzo Finaleall’Orientalizzante, pisa 2008, pp. 371–374. p. brocato, a.taliano Grasso, Simboli per riti di pace nella Calabria pre-greca. Alcune osservazioni sui pendenti a coppia antropo-morfa, in c. masseria, d. loscalzo (a cura di), Miti di guer-ra, riti di pace. La guerra e la pace: un confrontointerdisciplinare, atti del convegno torgiano 4 maggio 2009e perugia 5–6 maggio 2009 (bari 2011), pp. 147–159.

46) esemplari da francavilla: zancani montuoro1970–1971, p. 14, fig. 2 nn. o–p, tav. iib, strada 1, dueesemplari, h. cm 3; eadem 1983–1984, p. 14 n. 10, tav. vi,tomba t57, attaccato ad una catenella, h. cm 3 = KleibrinK2009, cit. in nota 45, p. 5 fig. 4c/d; eadem 2009, p. 7 nota 6,fig. 4a, h. cm 4.5, timpone della motta, scavi stoop; eadem2006, cit. in nota 1, p. 118, fig. 38b, timpone della motta,scavi Kleibrink = eadem 2009, cit. in nota 45, p. 5 fig. 4b, h.cm 4.5. inoltre due esemplari sporadici dall’area del raga-nello presso francavilla, citati e illustrati da zancani mon-tuoro 1983–1984, p. 15 nota 2, tav. lXXiii.b–c; uno corri-sponde probabilmente a KleibrinK 2009, cit. in nota 45, p.7 fig. 6, h. cm 5 = babbi, op. cit. in nota 45, fig. 218e.

47) KleibrinK 2009, cit. in nota 45, pp. 8–9 e 12, inter-preta le coppie come raffigurazioni di hieros gamos e i pen-dagli come amuleti legati alla fertilità; babbi, op. cit. in nota45, p. 402 mette in relazione le coppie–amuleto con la tra-dizione iconografica siriana, in seguito diffusa a cipro,creta ed in Grecia.

48) i vasi sono stati recuperati in frammenti, ad eccezionedell’askos, e sono al momento in corso di restauro.

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49) cfr. ad esempio zancani montuoro 1974–1976, p.66 n. 19, tav. XXva, tomba t69; eadem 1980–1982, p. 60 n.1, tomba t19.

50) tomba t19: zancani montuoro 1980–1982, pp. 60e 61, tumulo diam. m 1.6–1.8, pertinente ad un bambino di7 anni (determinazione antropologica di un dente) conornamenti sparsi sul petto, askos al centro alla tomba, pre-senti anche pendagli a doppia spirale e pendagli attaccatiad anello; tomba t21: eadem 1980–1982, pp. 63 e 64,tumulo di m 2.1 × 1.75, tomba infantile, con anelli concen-trici massicci, anello con anellini infilati, spirali biconiche,pendaglio a doppia spirale. si veda anche la tomba t20:eadem 1980–1982, pp. 61–63, tumulo di m 2.7 × 1.7, perti-nente ad un adulto molto contratto, con anelli sovrapposti,askos e forse coltellino in ferro.

51) molare di un bambino di età compresa tra circa 2 e 10anni.

52) bronzi: due spirali forse digitali, un anello, un anelli-no, una piccola spirale avvolta su un bastoncello, un fram-mento non identificabile. ceramica depurata: 36 minutiframmenti molto dilavati e non ricostruibili.

53) dimensioni massime in situ lunghi 15 cm. la fibula èprobabilmente del tipo serpeggiante a gomito; per le utiliosservazioni riguardo a questo pezzo e ad altri vorremmoringraziare f. Quondam e f. ferranti.

54) attribuibile al tipo delle “fibule serpeggianti meri-dionali, arco a sezione circolare, occhiello e molla a sezionequadrangolare, inornate”: f. lo schiavo, Le fibule dell’Ita-lia meridionale e della Sicilia dall’età del Bronzo recente alVI secolo a.C., PBF Xiv.14, stuttgart 2010, pp. 702–713,classe Xli tipo 347, il tipo è ben attestato a torre mordilloe viene datato entro la metà dell’viii secolo a.c. a franca-villa e roggiano Gravina il tipo sembra essere presenteanche nella seconda metà del secolo: Quondam 2009, p.145, fig. 1/15, tombe v3, t36 e t41 fase ife2b1 = loschiavo 2010, cit. in nota 54, pp. 704 e 705, nn.6248–6250; carrara–Guzzo, op. cit. in nota 14, p. 446 n. 1,fig. 4, tomba 1; p. 449 n. 2, fig. 7, tomba 3; p. 458 n. 1 fig.14, tomba 5; p. 463 n. 1. 3–4, fig. 18, tomba 8; p. 463 n. 1,fig. 16, tomba 8bis = lo schiavo 2010, cit. in nota 54, pp.705 e 706, nn. 6256–6262; per la datazione della necropolidi roggiano Gravina si veda f. ferranti, f. Quondam, Laprima età del ferro in Sibaritide. Una rassegna delle sepoltu-re, in Studi … in onore di Renato Peroni, cit. in nota 4, pp.594 e 595.

55) attribuibile al tipo delle “piccole fibule ad arcoingrossato con decorazione continua a sottili costolature o alinee incise, varietà b”: lo schiavo 2010, cit. in nota 54, pp.197–199, classe Xiii tipo 79, il tipo non sembra finora atte-stato a francavilla, mentre è ben conosciuto a sala consilinanelle fasi iia–c di Kilian e corrisponde a J. toms, TheRelative Chronology of the Villanovan Cemetery of QuattroFontanili at Veii, in AnnAStorAnt, 8, 1986, p. 79 tipo i.15,fig. 16b, fasi ib–iib veio Quattro fontanili.

56) Goliere in bronzo sono attestate in molte tombe fem-minili a macchiabate. esemplari con decorazione incisasono conosciuti in due complessi: zancani montuoro1974–1976, pp. 13–50 n. 18, tav. 5a, fig. 2, tomba t60;eadem 1980–1982, p. 52 n. 5, fig. 21, tomba t16.

57) per i dischi compositi si veda zancani montuoro1974–1976, pp. 83–92. l’esemplare dalla tomba 6 ha dia-

metro di soli 11 cm, mentre gli altri esemplari conosciuti afrancavilla hanno dimensioni comprese tra 15 e 27 cm;manca inoltre il cosiddetto cupolino. Questo gruppo dioggetti si trova a francavilla soltanto in tombe femminili,mentre in altri contesti è attestato anche in sepolturemaschili, come per esempio a roggiano Gravina: carra-ra–Guzzo, op. cit. in nota 14, p. 480 dalle tombe 1 e 8. perun’interpretazione di dischi analoghi in bronzo e terracottada contesti più recenti in italia centrale come apotropaianell’ambito della fertilità e capacità riproduttiva femminile:G. bartoloni, Le società dell’Italia primitiva, roma 2003,pp. 133–136, 153 e 154; eadem, Madri di principi, in p.amann, m. pedrazzi, h. taeuber (a cura di),Italo–Tusco–Romana, Festschrift für Luciana Aigner–Forestizum 70. Geburtstag am 30. Juli 2006 (Wien 2006), pp.16–18. per dischi o bottoni decorati rinvenuti nell’area dellacosta adriatica in tombe femminili in corrispondenza delventre ed interpretati in relazione a cinture in cuoio o tessu-to: iaia, op. cit. in nota 10, p. 35.

58) le perle in vetro chiaro o translucido sono rare nellanecropoli di macchiabate e compaiono di regola in ununico esemplare per tomba: zancani montuoro1970–1971, p. 14, tav. ii.c, strada 1; eadem 1983–1984, p.23 n. 14, tav. X, tomba t59, pasta vitrea bianca o cristallo,frammentaria; eadem 1983–1984, p. 31 n. 25, tav. Xvii,tomba t61/62, grano azzurrino, diam. cm 1,5, associato agrano in pasta vitrea bicolore sfaccettato, diam. cm 1,7; cfr.anche eadem 1983–1984, p. 107 n. 12, tomba t90, anelliniin cristallo o pasta vitrea trasparente, tubolari, cm 0.6x0.9.perle o pendagli in pasta vitrea colorata possono comparirein numero maggiore: eadem 1980–1982, pp. 39 e 40 n. 21,tav. Xvi.d, tomba t8, circa 10 pendagli in vetro policromo;eadem 1983–1984, p. 39 nn. 4 e 5, tomba t65, dischettiforati giallini, diam. cm 1.2, forse parti di fibula; eadem1983–1984, p. 87 n. 5, fig. 26, tav. lviii, tomba t84, pen-daglio policromo, azzurro/bianco/giallo, h 2.3 cm; eadem1983–1984, p. 31 n. 24, tav. Xvii, t61/62, grano in pastavitrea bicolore sfaccettato, diam. cm 1,7, associato a granoazzurrino; GuGGisberG–colombi–spichtiG 2010, tombastrada 2, cinque perle anulari in vetro non trasparente,diam. cm 0,6–0,7. cfr. l. c. Koch, Früheisenzeitliches Glasund Glasfunde Mittelitaliens. Eine Übersicht von der Villa-novazeit bis zum Orientalizzante und eine Analyse der Gla-sperlen als Grabbeigabe des Gräberfeldes Quattro Fontaniliin Veji, rahden 2011, pp. 62–64: le perle translucide sonodi regola più grandi di quelle in pasta vitrea coeve (diam.cm 1–1,5 fino a esemplari di 3 cm) e sarebbero attestate initalia centrale dapprima in numero limitato, per conoscerein seguito – durante la seconda metà dell’viii secolo –un’ampia diffusione.

59) Koch, op. cit. in nota 58, pp. 62–64, 121 e 122: ilvetro translucido incolore non è conosciuto nell’area delmediterraneo prima dell’inizio dell’viii secolo a.c.; l’autri-ce suppone che le perle translucide rinvenute in italia pro-vengano dal mediterraneo orientale, o che siano state pro-dotte in italia ad imitazione degli esemplari orientali.

60) la tazza è stata asportata in un blocco di gesso acausa delle precarie condizioni di conservazione. non è almomento possibile stabilirne quindi la tipologia e la data-zione.

61) i reperti, rinvenuti in stato frammentario, sono incorso di restauro.

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62) secondo le indicazioni di p. zancani montuoro nume-rose tombe del gruppo della temparella sono attribuibilisulla base delle dimensioni dei resti scheletrici a bambini dietà compresa tra 5 e 10 anni: t2 (zancani montuoro

1980–1982, p. 20); t19 (eadem 1980–1982, pp. 16 e 17);t66 (eadem 1983–1984, p. 40); t69 (eadem 1974–1976, pp.51 e 52); t84 (eadem 1983–1984, p. 87). relative a bambinidi 0–5 anni sarebbero per p. zancani montuoro le sepolturet77 (eadem 1983–1984, pp. 69 e 70); t83 (eadem

1983–1984, p. 83); t89 (eadem 1983–1984, pp. 104 e 105).non chiara è invece l’età dei defunti sepolti nelle tombeseguenti, interpretate come infantili: t3 (eadem 1980–1982,p. 20: ‹‹adolescente››); t21 (eadem 1980–1982, pp. 63 e 64);t65 (eadem 1983–1984, p. 39); t68 (eadem 1983–1984, p.47); t71 (eadem 1983–1984, pp. 53 e 54); t72 (eadem

1983–84, pp. 54 e 55); t78 (eadem 1983–1984, pp. 70 e 71:una bambina «di alcuni anni»); t90 (eadem 1983–1984, pp.105 e 106); t92 (eadem 1983–1984, p. 108, forse di unadulto); t93 (eadem 1983–1984, p. 109).

63) J. de la GeniÈre, L’exemple de Francavilla Marittima:la nécropole de Macchiabate, secteur de la Temparella, ineadem (a cura di), Nécropoles et sociétés antiques (Grèce,Italie, Languedoc), actes du colloque international ducentre de recherche archéologiques de l’université delille iii. lille, 2–3 décembre 1991 (napoli 1994), p. 155;

cfr. la tomba u13 con un pithos contenente piccoli restiossei: zancani montuoro 1977–1979, pp. 62 e 63.

64) per la bulla si veda Der Neue Pauly 6 (1999), p. 1210,s.v. Lebensalter (G. binder; m. saiKo). statuette etrusche dibambini con bulla: m. cristofani, I bronzi degli Etruschi,novara 1995, pp. 240 e 241, figg. 127 e 128.

65) nell’arte greca e cipriota dei periodi classico ed elle-nistico i bambini piccoli sono spesso raffigurati con una col-lana di amuleti portata a tracolla: cfr. ad esempio G. vanhoorn, Choes and Anthesteria, leiden 1951, passim; c.beer, Temple–Boys. A Study of Cypriote Votive SculpturePart 1. Catalogue, studies in mediterranean archaeology113, Jonsered 1994, passim.

66) eretria, necropoli dell’heroon tomba 14: b. blandin,Les pratiques funéraires d’époque géométrique à Érétrie: espa-ce des vivants, demeures des morts, eretria 17, Gollion 2007,ii, pp. 53–55, tavv. 98.2 e 99,1–2; eretria, edificio iv tomba 1:eadem, ii, pp. 77 e 78, tav. 126,1–2. sulla base del carattereeccezionale dei ritrovamenti l’autrice interpreta le due colla-ne come doni della madre: eadem i, p. 100; cfr. anche eadem,Les enfants et la mort en Eubée au début de l’Âge du Fer, ina.–m. Guimier–sorbets, y. morizot (a cura di), L’enfant et lamort dans l’Antiquité I: nouvelles recherches dans les nécropo-les grecques; le signalement des tombes d’enfants, travaux dela maison rené–Ginouvès, 12, paris 2010, p. 52, fig. 6.

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B o L L e t t I N o d’ a r t eministero per i beni e le attività culturali

15 aNNo 2012 aNNo XcVIILugLIo–SettemBre SerIe VII

S o m m a r I o

martIN a. guggISBerg, camILLa coLomBI, NorBert SpIchtIg: Gli scavi dell’Università di Basilea 1nella necropoli enotria di Francavilla Marittima

marINa marteLLI: Altre riflessioni sul santuario di Francavilla Marittima 19

LucIaNo SerchIa, aNNa còccIoLI maStroVItI: Paesaggi dipinti. Il recupero degli affreschi 73nelle sale terrene del Palazzo del Giardino di Parma

paoLo coeN: Christopher Hewetson: nuovi documenti, nuove interpretazioni 87

faBrIzIo corrado, paoLo SaN martINo: Due stili per la corte e il territorio. Orientamenti 101e protagonisti nell’arte decorativa subalpina, 1880–1899

StudI e VaLorIzzazIoNeaNdrea g. de marchI, pIetro moIoLI, cLaudIo SeccaroNI: Lettura radiografica 111

del ‘Martirio di Santa Dorotea’ di Alessandro Tiarini

tuteLa deL Verde

Un GIARDInO InFORMALe neL PARCO DeLLA ReGGIA DI CASeRTA 117di fraNceSco caNeStrINI

marIa roSarIa IacoNo: La storia del Giardino Inglese. Il “bello” e l’“utile” 121secondo i dettami del Settecento

fraNceSco caNeStrINI: Il restauro del Giardino Inglese, ovvero del “Real Orto Botanico” 141Appendice di StefaNIa perIto, SILVaNa paNadISI: Il roseto del Giardino Inglese 163

dai cataloghi dell’Archivio Storico della Reggia

abstracts 167