Upload
unisi
View
0
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Metodologia di analisi e tecnologie
INGOBBIATA
Maculata
Ingobbiata monocroma Ingobbiata policroma
Marmorizzata
Generalmente catini di varie dimensioni, in cui sono evidenti variazioni nelle forme e nel procedimento tecnologico che non sono però mai state studiate. È probabile che per
determinati tipi di maculate le datazioni si possono spostare fino alla metà/ tardo XVII sec.
Sicuramente le più difficili da inserire cronologicamente visto la mancanza di dati certi su contesti chiusi scavati. Il problema maggiore di questa classe è la durata (fine ‘500 fino al XVIII sec. e il fatto che la produzione non sia stata polarizzata da un unico centro. Le ingobbiate policrome presentano motivi di larga diffusione negli ateliers della Toscana settentrionale dal tardo XVIII fino alla metà del XIX secolo, quali la foglia aperta e la girandola, entrambi in verde, nonché la stella a raggi alternativamente in barbottina (decorazione ottenuta con argilla molto liquida) rossa e in verde.
Produzioni pisane legate esclusivamente al vasellame da mensa, possono essere monocrome (1° metà XVII) o policrome (tardo XVI- inizi XVII sec.) il nome della sottoclasse deriva dall’effetto che si ottiene basculando l’ingobbio liquido all’interno del prodotto prima di applicarvi la vetrina
Laboratorio di Archeologia MedievaleUniversità degli Studi di Siena sede di Grosseto
Metodologia di analisi e tecnologie
TERRAGLIAClasse ceramica le cui forme sono esclusivamente da mensa; nasce
nella metà del ‘700 in Inghilterra ad imitazione della porcellana cinese, realizzata con un impasto di caolino (carbonato di calcio) di
colore bianco, su cui viene applicata la vetrina in seconda cottura. Le decorazioni della terraglia (oltre naturalmente a quella monocroma) possono essere: dipinta, a stampo, a spugnetta (in cui il colore viene
applicato tramite una spugna sia liberamente che tramite una mascherina) o a decalcomania in cui sul corpo ceramico, durante la 1° cottura, viene applicato un foglio di rame (in cui è realizzata la
decorazione) imbevuto di acidi e pigmenti colorati che trasferiscono la decorazione sulla matrice del manufatto; una volta cotto questo
viene invetriato. In questo modo l’effetto ottico è quello di avere un oggetto in prevalenza bianco in tutto e per tutto simile alla porcellana
(molte decorazioni riprendono i temi decorativi delle porcellane cinesi, per questo spesso le terraglie sono chiamate “cineserie”).
Metodologia di analisi e tecnologie
PORCELLANA
Questo tipo di prodotto viene fabbricato cuocendo il corpo ceramico, realizzato con caolino, quarzo e feldspati, a temperature molto alte (1300- 1400 gradi). In Cina la
porcellana si produce dal 206- 220 d.C., numerosi sono stati i tentativi di imitazione (sin dal 1575), ma la vera porcellana fu scoperta in Europa solo all’inizio del XVIII secolo. Una delle manifatture più importanti in Italia fu quella di Doccia portata su
scala industriale dal marchese Ginori nel 1737.
cronologia circolazione e produzione
TOSCANA
produz. locale invetriata maculata in manganese
maiolica di Capraia
cronologia circolazione e produzione
LIGURIA
Maiolica a spugnatoXVIIIPentolino invetriato
di produzione savonese II° metà XVII
il caso di Grosseto
•I frammenti databili al XV secolo sono riconducibili a produzioni di Montelupo (maiolica di passaggio in blu prevalente) e alto laziali con decorazioni a monticelli
cui si affiancano graffite senesi e pisane, anche se la parte più consistente è rappresentata dalle maioliche arcaiche tarde senesi.
•Per il ‘500 il quadro si fa più articolato, poiché inizia a comparire la maiolica Tipo Siena che supera di molto in percentuale le produzioni liguri a smalto berettino, le imitazioni del lustro umbre specialmente da Deruta oltre agli scarsi ma comunque attestati frammenti ceramici di
produzione spagnola. Aumentano le produzioni montelupine, affiancate talvolta da produzioni di area senese che ne riprendono i canoni decorativi, e le ceramiche di area valdarnese e
pisana (marmorizzate e graffite).
• Il panorama delle circolazioni nel XVII secolo presenta un incremento delle produzioni pisane e valdarnesi comprese le maioliche di Montelupo. Dal tardo ‘600
il quadro varia sensibilmente poiché mentre la circolazione di maioliche diminuisce, si attesta la presenza di manufatti di uso comune prodotti in liguria
(pentolini savonesi, invetriate da fuoco liguri) e soprattutto di ingobbiate valdarnesi. Anche se la tendenza generale è quella che attesta manufatti di
produzione locale per uso comune, soprattutto prodotti da cucina e da mensa (slip ware e invetriate).
• Il XVIII e XIX secolo sono caratterizzati dalla presenza di invetriate e slip ware di produzione locale, pochi frammenti di maioliche di area senese e di Montelupo; in
misura minore continuano a circolare i prodotti liguri o di imitazione: taches noires, terraglia marrone e alpi marittime. La flessione di maioliche di area senese e di
Montelupo è bilanciata dalla vasta presenza di maiolica prodotta a Capraia, oltre ai catini di maculata. Con la produzione industriale si fa massiccia la presenza di
terraglia anche se la quasi totale mancanza di bolli di fabbrica tra i reperti rinvenuti, non fornisce informazioni sui centri di produzione.
il caso di Grosseto