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Ente Parco La Mandria Comunità del Parco La Mandria Analisi Socioeconomica L. 394/1991 e s.m.i. L.R. 36/1992 “Analisi Socioeconomica del contesto e dello sviluppo della Comunità del Parco La Mandria” Redazione – Gruppo Soges S.p.A. Novembre 2003 1 Piano di sviluppo economico e sociale

Analisi socioeconomica del contesto e dello sviluppo della comunità del parco la mandria

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Ente Parco La MandriaComunità del Parco La Mandria

Analisi Socioeconomica

L. 394/1991 e s.m.i.L.R. 36/1992

“Analisi Socioeconomica del contesto e dello sviluppo della Comunità del Parco La Mandria”

Redazione – Gruppo Soges S.p.A. Novembre 2003

1Piano di svi luppo

economico e

sociale

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Ente Parco La MandriaComunità del Parco la Mandria

PIANO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE

Analisi Socioeconomica

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INDICE

ASPETTI METODOLOGICI E TIPOLOGIA DI DATI

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Pag. 11.1 Riferimenti geografici Pag. 11.2 Caratteristiche geomorfologiche Pag. 21.3 Idrografia e clima Pag. 31.4 Il patrimonio ambientale e culturale Pag. 7

2. POPOLAZIONE Pag. 132.1 Volume delle popolazioni Pag. 132.2 Densità Pag. 16

3 PARTECIPAZIONE E SOLIDARIETÀ SOCIALE Pag. 243.1 La partecipazione elettorale Pag. 243.2 L’associazionismo Pag. 253.2.1 Le associazioni culturali, artistiche, ricreative, sportive Pag. 263.2.2 Le associazioni politiche, sindacali, religiose, ONG Pag. 263.2.3 Associazioni ambientaliste Pag. 273.2.4 Associazioni di volontariato Pag. 273.3 Eventi organizzati e manifestazioni Pag. 283.3.1 Fiere e sagre Pag. 283.3.2 Le feste religiose Pag. 283.3.3 Eventi sportivi Pag. 283.3.4 Eventi culturali Pag. 28

4. LAVORO E OCCUPAZIONE Pag. 304.1 Occupazione e sue caratteristiche Pag. 32

5. ISTRUZIONE E FORMAZIONE Pag. 425.1 Strutture scolastiche Pag. 425.2 La scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado

Per comune Pag. 48

6. ASSISTENZA SANITARIA Pag. 546.1 Istituti di ricovero e cura Pag. 556.2 I soggetti gestori della funzione socio-assistenziale Pag. 586.3 Patologie tumorali e mobilità sanitaria per ricoveri oncologici Pag. 58

7. INFRASTRUTTURE PUBBLICHE Pag. 637.1. Le strade Pag. 637.2 La Torino – Modane e l’alta velocità Pag. 667.3 L’aeroporto di Caselle Pag. 667.4 L’aeroporto “Torino-Aeritalia” di Collegno Pag. 67

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7.5 Le reti Pag. 687.6 I servizi di fognatura e depurazione Pag. 697.7 Lo smaltimento dei rifiuti Pag. 697.8 Il servizio di acquedotto Pag. 717.9 Il servizio di distribuzione del gas Pag. 717.10 I consumi e l’offerta di energia elettrica Pag. 72

8. MOBILITA’ E PENDOLARISMO Pag. 73

9. QUADRO ECONOMICO PRODUTTIVO Pag. 809.1 Agricoltura Pag. 879.2 Industria e artigianato Pag. 909.3 Commercio Pag. 939.3.1 Esercizi commerciali Pag. 939.4 mercati ambulanti Pag. 969.5 Pubblici esercizi Pag. 979.6 Esercizi commerciali sulle forme speciali di vendita Pag. 1009.7 Rivendite quotidiani e riviste Pag. 1019.8 Servizi Pag. 1029.9 Il terziario innovativo Pag. 105

10. TURISMO Pag. 10710.1 Analisi della domanda e dell’offerta turistica Pag. 10710.2 Analisi qualitativa della domanda Pag. 10810.2.1 Cresce la domanda di turismo Pag. 10910.2.2 Il turismo culturale e naturalistico Pag. 11010.3 Analisi quantitativa Pag. 11210.3.1 Domanda alberghiera ed extra-alberghiera Pag. 11410.4 Offerta turistica Pag. 11510.4.1 Offerta alberghiera Pag. 11710.4.2 Offerta extra-alberghiera Pag. 11810.4.3 Le professioni e le attività legate al turismo culturale e

Naturalistico Pag. 119

11. UTILIZZO DELTERRITORIO Pag. 12111.1 L’uso del suolo Pag. 12211.2 Gli insediamenti, le aree industriali e commerciali Pag. 12611.3 Le aree agricole Pag. 12711.4 Le aree boscate Pag. 12811.5 Altre superfici naturali e artificiali Pag. 130

12. CARATTERISTICHE INSEDIATIVE NELL’AREA Pag. 13112.1 Patrimonio edilizio dell’area Pag. 13412.2 Edifici costruiti prima del 1919 Pag. 13612.3 Edifici costruiti dal 1919 al 1945 Pag. 13812.4 Edifici costruiti dal 1946 al 1960 Pag. 13912.5 Edifici costruiti dal 1961 al 1971 Pag. 140

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12.6 Edifici costruiti dal 1972 al 1981 Pag. 14112.7 Edifici costruiti dal 1982 al 1991 Pag. 14212.8 Edifici costruiti dopo il 1991 Pag. 14312.9 Individuazione dei Comuni ad alta tensione abitativa Pag. 144

13. RIFERIMENTI NORMATIVI Pag. 14513.1 Quadro di riferimento normativo pag. 146

14. I PROGETTI DEL TERRITORIO pag. 15214.1 I Patti Territoriali pag. 15214.1.1 Il Patto Territoriale della Zona Ovest pag. 15314.1.2 Il Patto Territoriale della Stura pag. 15314.2 Il Docup della Regione Piemonte pag. 15314.2.1 I Progetti Integrati d’Area (Misura 3.1 a) pag. 15314.2.2 Il Sistema della Corona Verde (Misura 3.1 b) pag. 15414.2.3 Le Misure a “Regia Regionale” pag. 15514.3 Altri progetti di valorizzazione del territorio pag. 15514.4 I progetti nel territorio dell'ente Parco la Mandria pag. 156

14. BIBLIOGRAFIA pag. 157

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Metodologia

Metodologia e tipologia di dati

La lettura dell’analisi socio-economica, richiede la preliminare esposizione delquadro concettuale che ha guidato la ricerca, dei “metodi”, degli “strumenti”utilizzati, e della tipologia di dati a cui si è ricorso.

La prima fase della ricerca ha riguardato la raccolta dei dati e la classificazionedelle informazioni statistiche disponibili, per la maggior parte provenienti dabanche dati regionali e provinciali, dalle indagini dell'ISTAT, dalla banca datiAncitel e da Infocamere, dal registro delle imprese della Camera di Commercio.

Successivamente si è costruita una banca dati per le unità amministrativecomunali, composta da diverse variabili riferite ai fenomeni dei seguenti ambiti:

• Ambito demografico• Ambito sociale• Ambito economico• Ambito territoriale

Le informazioni a livello comunale, sono state accorpate in modo da ottenere idati di sintesi dell’aggregazione territoriale individuata, e permettere così larealizzazione di tabelle, mappe tematiche e indicatori di sintesi.

Per la generazione delle mappe è stato utilizzato ArcExplorer della ESRI, unsoftware GIS (Geographics Information System) e Microsoft Image Composerper l’elaborazione delle immagini.

Sin dalle prime elaborazioni, si è verificato, che l’area oggetto dello studio puravendo come comune denominatore il Parco La Mandria non possiede unaspecifica identità territoriale; essa è costituita in realtà da “sub-aree” che sonointeressate da differenti relazioni spaziali e socioeconomiche. Oltre alla comunedipendenza rispetto al capoluogo, esistono interdipendenze con l’area di Rivolie la Bassa Valle di Susa, con le Valli di Lanzo e con il Canavese.E’ per questo motivo che il concetto di territorio, che ha guidato alcuni aspettidella ricerca, non corrisponde ad una porzione definita di terreno con dei confinifissi e immutabili ma ad una serie di “spazi “ e relazioni che ne descrivono gliaspetti essenziali.Sono stati, di conseguenza, considerati:

1. lo spazio “nomadico”, riconoscibile nelle varie forme del pendolarismo, delturismo settimanale e stagionale;

2. lo spazio amministrato;3. lo spazio merceologico, per il quale i “confini” sono definiti sempre meno dal

diritto e sempre più dall’economia e dalla tecnologia disponibile;4. lo spazio culturale.

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Vista l’assenza di studi e ricerche strutturate su questa porzione di territorio, ilquadro conoscitivo è stato elaborato attraverso l’aggregazione di informazioniriferite ai singoli comuni oppure ad aree più vaste come ad esempio il territorioprovinciale e regionale.Per quanto riguarda gli aspetti demografici, utilizzando opportuni indicatoriricavati dai censimenti Istat e dalla Banca Dati Demografica Evolutiva dellaRegione, è stata effettuata l’osservazione sulle caratteristiche strutturali dellapopolazione (tasso di anzianità, indice di dipendenza strutturale, tasso divecchiaia, tasso di fecondità, tasso di natalità, tasso di mortalità).

L’aspetto sociale, complesso da analizzare, ma estremamente necessario perla formulazione del Piano, è descritto attraverso quattro sezioni: Partecipazionee solidarietà sociale, Lavoro e occupazione, Istruzione e Formazione,Assistenza sanitaria.Data la centralità acquisita in questi ultimi anni dalla tematica dellapartecipazione sociale, lo studio si pone l’obiettivo di fornire alcuni elementi utiliper l’analisi e la valutazione della cittadinanza politica, sociale e culturale delterritorio attraverso dati che misurino l‘appartenenza e la presenza nella vitasociale della popolazione (partecipazione elettorale, associazioni, eventiorganizzati e manifestazioni).Nell’analizzare il Mercato del Lavoro si è fatto riferimento ai dati sugli occupati,sulle principali caratteristiche delle assunzioni e ai dati provenienti dai centri perl’impiego relativi agli avviamenti al lavoro e alle loro caratteristiche.Nella sezione istruzione i dati di base delle elaborazioni sono tratti da lavorirealizzati dall’Osservatorio Scolastico della Provincia di Torino.Il capitolo riguardante l’assistenza sanitaria ha la finalità di fornire un quadrod’insieme sulla qualità, quantità, e specializzazione dei servizi sanitari presentisul territorio in esame, dedicando un’attenzione particolare alle patologietumorali.

Per le analisi degli aspetti economico-produttivi, sono stati sottolineati inprimo luogo i fenomeni evolutivi concernenti le attività locali nel campodell'industria e dei servizi che hanno portato, pur in un quadro forte presenzadel comparto industriale, ad un significativo ampliamento del terziario,soprattutto commerciale. Per quanto riguarda questo settore viene dedicata unampio spazio agli esercizi commerciali ed alcuni risultati riguardanti un’indaginesul terziario innovativo.Una particolare sezione è dedicata al settore turistico, prestando particolareattenzione alla quantificazione dei flussi turistici e dell’offerta alberghiera edextralberghiera.Riguardo all'agricoltura, sono stati presi in considerazione gli aspetti relativi allesuperfici agricole, all'occupazione e alle strutture aziendali, considerando, inparticolare, sotto quest'ultimo profilo, gli indicatori strutturali ricavabili dai datirelativi al Censimento Istat dell’agricoltura. E' stato evidenziato il prevalentecarattere di marginalità dell'attività agricola, alla quale tuttavia, anche in questecondizioni, si aprono spazi utili per il miglioramento dell'efficienza, oltre alla

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possibilità di esplicare un ruolo più incisivo nella tutela e nella valorizzazionedelle risorse ambientali.

Per completare il discorso sullo stato dei settori produttivi si è ritenutonecessario estendere le analisi anche ai flussi di pendolarità per lavoro, inquanto una valutazione della situazione socio-economica dell’area, fortementelegata alle vicende dell'area torinese, non può essere effettuata solo tenendoconto dell'apparato produttivo locale.

Per quanto concerne gli aspetti territoriali, il primo capitolo introduce l’areadella Comunità del Parco presentandone sinteticamente le caratteristiche geo-morfologiche, l’idrografia, il clima e il patrimonio culturale e ambientale. Nellesezioni successive sono invece stati presi in esame gli aspetti relativi all’utilizzodel territorio (l’uso del suolo, gli insediamenti, le aree industriali e commerciali,le aree agricole, le aree boscate). Riguardo agli insediamenti, è stata svoltaun’indagine sul patrimonio edilizio con la classificazione degli edifici per periododi costruzione.L’indagine delle infrastrutture del territorio fa riferimento alle categorie di operequali ferrovie, strade statali, autostrade e le reti (acquedotto, energia, gas)nonché i consorzi e le società che gestiscono l’erogazione del servizio.

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1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

1.1 RIFERIMENTI GEOGRAFICI

I Comuni il cui territorio costituisce l'area di studio - Collegno, Druento, Pianezza,San Gillio, Varisella, Venaria Reale, La Cassa, Robassomero, Fiano, Givoletto,Ciriè, Caselle, Borgaro Torinese, San Maurizio Canavese - fanno parte, dal puntodi vista amministrativo, della provincia di Torino.

Figura n. 1. Comuni dell’area e delimitazioni delle aree relative al Parco e al pre-parco

(Fonte: Elaborazione Gruppo Soges)

L‘area posta nella parte nord occidentale rispetto alla città di Torino, anche seall'apparenza omogenea presenta caratteristiche differenti; i comuni di pianura diCiriè e San Maurizio appartengono all'area del Canavese, i comuni di Givoletto, LaCassa e Varisella prevalentemente montani fanno parte della Comunità MontanaVal Ceronda e Casternone, i comuni di Fiano e Robassomero prossimi alle Valli diLanzo e lungo la Stura di Lanzo, I rimanenti comuni, per la maggior parte nellapianura e confinanti con Torino rientrano nell'aria metropolitana torinese.

La superficie territoriale complessiva dell'area 237,58 kmq; circa il 3,5% delterritorio provinciale.

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Il suo perimetro racchiude all'interno il Parco Regionale La Mandria che ha unasuperficie di 65,71 kmq; pari al 27% dell'intera area.La polarizzazione funzionale del territorio è incentrata sul polo di Torino, ma oltread esso è caratterizzata da due centri urbani di media grandezza: Rivoli e Ciriè.Mentre Rivoli svolge la funzione di centro di attrazione per i comuni a sud-ovestdel Parco La Mandria, Ciriè rappresenta a nord-est, per centralità eurbanizzazione, la città più importante.

1.2 CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE

La configurazione fisico ambientale dell'area è articolata secondo i tre tipi dimontagna, di pianura e di collina.Da ciò deriva un territorio differenziato dal punto di vista orografico: comuni inparte montani come Varisella e Givoletto, in parte di tipo collinare nei territoricomunali di Fiano; La Cassa e San Gillio attraversato dai sistemi idrografici, dellaStura di Lanzo e dei torrenti Ceronda e Casternone; con un area pianeggiantecaratterizzata dall’insediamento dei sistemi residenziali, produttivi e infrastrutturalia corona dell’area centrale del parco e preparco della Mandria.La pianura si raccorda ai vicini versanti del fronte alpino attraverso i rilievi delsistema morenico, originato dall’azione delle glaciazioni, a sud e dai depositialluvionali a nord; è il caso delle Vaude di Venaria, di S. Maurizio Canavese, diCiriè (depositi di materiali montani incisi da avvallamenti).

Figura n. 2. Caratteristiche geo-morfologiche dell’area (Elaborazione

Gruppo Soges su dati Regione Piemonte) su dati Regione

Piemonte

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In base alla classificazione Istat, i comuni dell’area appartengono solamente allezone altimetriche di montagna e collina interna.

Figura n. 3. Zone altimetriche Istat (Fonte: Elaborazione

Gruppo Soges su dati Istat)

1.3 IDROGRAFIA E CLIMA

L’intero territorio piemontese, e di conseguenza l’area in questione, è compresoall’interno del bacino idrografico del fiume Po.Numerosi sono gli affluenti a carattere torrentizio con notevoli variazioni stagionali.Il bacino della Stura di Lanzo si trova ad ovest dell’area torinese. Il fiumeprincipale è la Stura di Lanzo che è costituito dalla confluenza, in prossimità diLanzo, di tre fiumi: Stura di Val Grande, Stura di Ala e Stura di Viù.Altri affluenti della Stura di Lanzo sono il Ceronda e il Casternone.La Stura, dopo aver attraversato una zona alpina e prealpina, percorre un brevetratto di pianura, sfociando nel Po a nord est di Torino.

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Figura n. 4. Idrografia dell’area di riferimento (Fonte Regione Piemonte)

Per comprendere meglio il clima a cui è l’area è necessaria l'analisi climatica

In generale il clima dell’area è quello temperato dipendente dall'alternarsidell'influenza dei climi mediterraneo e continentale che caratterizza la regione

I venti dominanti, in primavera; portano aria fresca e umida dall'Atlantico, in estatearia calda e asciutta dal Sahara o calda umida dalle Azzorre e in inverno aria

russo-siberiani. I rilievi montuosi mitigano emodificano l'azione delle correnti d'aria provenienti dall'esterno, riducendone gli

Anche sotto il profilo atmosferico, la regione fisica piemontese si comporta comeun'area relativamente chiusa. Gli strati più bassi dell'atmosfera sono caratterizzati

campi di alta pressione. La circolazione è prevalentemente generata da fattoritermici rispetto a quelli dinamici, situazione critica relativamente alla stagnazione e

Si sviluppano due tipologie di clima: clima pedemontano e clima padano. Suimonti il clima è contraddistinto da: forti escursioni termiche tra giorno e notte,

in estate, innevamento invernale con piovosità primaverile e autunnale. Le colline

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pedemontane e i più bassi contrafforti montani godono di abbondanti precipitazionie temperature discretamente elevate. Il clima della pianura è determinato dainverni freddi ed estati calde con buone precipitazioni che raggiungono il massimoin primavera nella parte occidentale e in autunno nella parte orientale. Come ilclima italiano in genere, il clima del Piemonte è decisamente incostante: anniparticolarmente freddi si alternano ad anni estremamente torridi, ed anni alquantopiovosi ad anni di forte siccità .

Figura n. 5. Il clima in Piemonte e nell’area di riferimento

(Fonte "L'atmosfera e il clima" di Mario Pinna,

1998 ed. Utet)

ed estati calde ed umide; nella pianura occidentale piemontese e quindi in quellatorinese, la piovosità è più intensa in primavera con massimi in maggio, frequenti

Al cospetto, le zone collinari godono di condizioni climatiche meno rigide.Particolarmente nelle zone ben esposte, hanno temperature medie annue più

pedemontani sono messi al riparo dai venti freddi settentrionali dalla sovrastantecatena alpina; d'estate godono di temperature meno alte e di brezze locali. Sono

La montagna ha regimi tipicamente alpini con forti escursioni termiche giornaliere,con temperature medie annue più basse della pianura; la piovosità massima è in

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Figura n. 6. La temperatura media annua in Piemonte e

nell’area di riferimento (Fonte "L'atmosfera e il

clima" di Mario Pinna, 1998 ed. Utet)

Figura n. 7. Precipitazione media annua in Piemonte e

nell’area di riferimento (Fonte "L'atmosfera e il

clima" di Mario Pinna, 1998 ed. Utet)

Temperatura media annuale: intorno ai +12 °CMese più freddo: gennaio ( 1.9 °C), mese più caldo: luglio (22.5 °C)Quantità di precipitazione annuale (altezza media in mm): 1000-1100 mm

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1.4 IL PATRIMONIO AMBIENTALE E CULTURALE

Il territorio è ricco di specificità naturali, storiche e culturali.

Le vicine montagne, il sistema dei corsi d'acqua del Ceronda e Casternone, lafascia fluviale della Stura di Lanzo, i sistemi collinari della Collina morenica e ilcomplesso delle Vaude conferiscono all’area una singolare caratterizzazioneambientale e paesaggistica.

Le risorse ambientali più significative dell’area comprendono ovviamente il Parcodella Mandria, spazio aperto al pubblico nel 1978, che con una superficie di 6500ettari attrae migliaia di visitatori durante tutto l’arco dell’anno. Il parco ècaratterizzato da ricche risorse naturali, dalla elevata qualità ambientale e dallapresenza di numerosi segni storico-culturali.

Il territorio è caratterizzato da segni di epoca romana e medioevale con lapresenza di torri, castelli e dalla grande stagione culturale del barocco e dallapresenza, soprattutto nei centri abitati, di notevoli emergenze architettoniche;queste, anche isolate, connotano in prevalente chiave barocca e rococòl'immagine ambientale del territorio. Sono importanti nell'area anche le grandiemergenze architettoniche dovute alla presenza emblematica della corte,destinate alla caccia e al loisir, con ville e giardini storici tipici per il riferimentoalla corte e alla grande aristocrazia.

Dal punto di vista storico, artistico e architettonico il territorio si caratterizza per lapresenza di risorse con forti attributi di singolarità , quali la Reggia della Venaria, ilBorgo Castello, all’interno del parco La Mandria; a questi si aggiungono glioratori, le chiese, le cappelle dislocate sull’intero territorio, oltre ai centri storicidelle città di Venaria, Collegno e Ciriè ed alle località legate ad avvenimenti storicie alla presenza di testimonianze architettoniche.

Nella pagina seguente la tavola Piano Territoriale Regionale (PTR) del Piemonteindividua i caratteri territoriali e paesistici dell’area.

Il PTR costituisce un quadro di riferimento per tutte le politiche che interferisconocon il territorio, soprattutto per i piani provinciali.In concreto il PTR individua e norma i caratteri socio-economici ed i caratteriterritoriali e paesistici e definisce gli indirizzi di governo per le trasformazionidell'attuale sistema regionale.

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Figura n. 8. Tavola Piano Territoriale Regionale: Caratteri territoriali e paesistici dell’area

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Il Piano Territoriale Regionale (ha individuato tre categorie di centri storici, la cuiconsistenza e qualità connota il territorio regionale sotto il profilo insediativo, maanche sotto il profilo ambientale.Le tre categorie di centri storici individuate interessano direttamente la RegionePiemonte (PTR), sia per ulteriori analisi e tutela, sia per avviare politiche divalorizzazione, con azioni di recupero e incentivazione.

Centri storici di notevole rilevanza regionale: Si tratta di centri caratterizzati danotevole centralità sia rispetto al territorio regionale sia rispetto al proprio territoriostorico.Sono caratterizzati da una notevole qualità storica e urbanistica determinata daprocessi complessi di stratificazione, da una forte connotazione ambientale e darecenti sviluppi di urbanizzazione.Nell’elenco del PTR sono presenti la città di Ciriè e la città di Rivoli che non faparte della Comunità del Parco ma risulta centro di attrazione per numerosicomuni.E’ singolare, che il centro storico di Venaria con la Reggia, i giardini e il borgo,riuniti in un unico sistema tramite il lungo asse di due chilometri progettato daAmedeo di Castellamonte nel XVII secolo non sia stato inserita nei centri dinotevole rilevanza territoriale.

Centri storici di media rilevanza regionale: Sono centri caratterizzati da relativacentralità , storica e attuale, sul territorio. Essi sono connotati da una notevolequalità ambientale architettonica e urbanistica.I centri che vengono individuati nel PTR sono Caselle T.se, Collegno, Pianezza,San Maurizio Canavese e Venaria.

Figura n. 9. I centri storici di notevole e media rilevanza regionale individuati nel Ptr

(Fonte: Elaborazione Gruppo Soges)

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Per la connotazione del paesaggio rurale appare importante storicamente ilpassaggio dalla mezzadria alla grande affittanza già a partire dal secolo XVIII,periodo in cui si passò decisamente alle colture intensive, con la presenza diffusadi cascine a corte (riassorbite nella conurbazione quelle più vicine a Torino).Anche le attività industriali hanno segnato il paesaggio; esistono numerosetestimonianze di archeologia industriale e di opere di ingegneria civile (canali,ponti, mulini).

Tabella n. 1. Beni culturali, architettonici e archeologici dell’area suddivisi per comune e per tipologia

(Fonte: Banca Dati Territoriale Regione Piemonte – “Le aree antropizzate ed i beni culturali,

architettonici, urbanistici ed archeologici del Piemonte” di Giampiero Vigliano 1991)

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nas

teri

, ab

baz

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con

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Cap

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casc

ine

Borgaro

Torinese

5 1 2 1 1 2 4

Caselle

Torinese

1 2 6 1 6 1 1 10

Ciriè 1 6 8 2 10 4 1 1 1 1 4 1 5

Collegno 1 1 1 2 1 1 5 4

Druento 4 5 1 1 7

Fiano 1 2 1 1 1

Givoletto 1 3

La Cassa 3 1 1

Pianezza 1 2 7 1 1 1 1 2 2 1

Robassomero 1 2 3

San Gillio 2 2 1

San Maurizio

Canavese

3 7 1 1 2 4 1 3 2 2

Varisella 2 3 1 1

Venaria 2 1 1 1 5 3 5 1 1 2 1 2

Totale 4 27 54 9 18 22 6 10 6 3 20 3 8 36

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La tabella della pagina precedente riassume la consistenza dei beni culturali,architettonici, e archeologici dell’area; le informazioni elaborate descrivonol’aspetto legato ai beni ambientali esclusivamente dal punto di vista quantitativo,non vengono trattati in questo studio gli elementi qualitativi dei singoli beni.

L’area fa parte dello spazio storico-culturale che corrisponde “all'anticainfeudazione in Piemonte dei Savoia, di cui Torino costituisce un epicentroimportante, consolidato e fortificato a metà secolo XVI (e ingrandito nel secoloXVII) con l'avvio del processo di regionalizzazione e di accentramento tipico deipoteri assoluti” (Comoli 1996).

Geograficamente l'area compresa tra il percorso del Po, della Stura di Lanzo el'arco alpino “è caratterizzata da scarsa presenza di zoccolo prealpino edall'imbocco pianeggiante della Valle di Susa, di netta primarietà storica sulle altrevalli piemontesi, come storico canale di traffici e di culture di livello transfrontalieroe internazionale”(Comoli 1996).

Sotto l'aspetto insediativo l'area è caratterizzata dal polo metropolitano di Torino edal suo hinterland, da centri storici di media e piccola grandezza molto ingranditirecentemente, dalla presenza diffusa di grandi emergenze architettoniche conforte valenza ambientale.Per l'età contemporanea (Ottocento e Novecento) appare “decisivo lo sviluppodella conurbazione torinese, che ha stravolto l'assetto territoriale originarioavviando un processo di eccezionale incentramento di funzioni su Torino già apartire dalla fase industriale ottocentesca, con forti punte e diffusione delfenomeno nel secondo dopoguerra e con l'avvio di un recente estesissimofenomeno metropolitano di formazione della seconda casa e, ora, del fenomenodella deurbanizzazione in progrediente sviluppo”(Comoli 1996).

La zona è “fortemente polarizzata dal punto di vista della infrastrutturazionestradale già dal periodo romano e presenta forti segni residui di tipo archeologicosia nelle strutture fisiche, sia nella centuriazione” (Comoli 1996).La polarizzazione “si è accresciuta in periodo moderno per effetto della formazionedella città-capitale assolutistica e per la costruzione della 'corona di delizie'collegata al ruolo della capitale; in periodo contemporaneo il fenomeno dicentralizzazione appare accelerato ed esasperato per effetto dellaindustrializzazione”( Comoli1996).

Per la connotazione del paesaggio rurale appare importante storicamente “ilpassaggio dalla mezzadria alla grande affittanza già a partire dal secolo XVIII,periodo in cui si passò decisamente alle colture intensive, con la presenza diffusadi cascine a corte - riassorbite nella conurbazione quelle più vicine a Torino)”(Comoli 1996).

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 1

13

E' significativa “l'armatura dei centri storici con sviluppo di vie porticateoriginariamente mercatali, col carattere nei centri medi e medio-grandi di centralitàeconomica e amministrativa derivante dall'antico ruolo di città-mercato”.

Nella caratterizzazione edilizia dell'area è prevalente “la cultura del mattone edell'intonaco, sia nella parte di pianura, sia di collina, con ampia articolazione dilinguaggio e di esiti. E' abituale il tetto con orditura alla piemontese, manto dicopertura in coppi (o marsigliesi) su ventaglia sporgente. Importante latrasformazione civile nell'Ottocento e Novecento dell'architettura dei piccoli centriattraverso il rinnovamento neoclassico ed eclettico e la dilagante rettifica stradale”(Comoli1996).

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

13

2. POPOLAZIONE

La popolazione residente sul territorio rappresenta al tempo stesso un indicatoredi pressione ed un elemento di sensibilità del degrado ambientale. Se da un lato ladensità di popolazione residente rappresenta un significativo indicatore di pressio-ne ambientale (utilizzazione di risorse naturali, immissione di inquinantinell’ambiente), dall’altro indica, in situazioni di elevata pressione ambientale, unoggettivo fattore di rischio, laddove ad elevate densità di popolazione corrispon-dono diffuse e frequenti condizioni di esposizione a condizioni critiche.

L’intensità della pressione esercitata dalla popolazione su un determinato territoriovaria in funzione, della numerosità della popolazione in valore assoluto, dal livellodi consumo di risorse e della produzione di rifiuti, nonché della distribuzione spa-ziale, ovvero della densità territoriale.

In questa sezione si è inoltre deciso di raccogliere una serie di indicatori relativi adalcune caratteristiche strutturali della popolazione di riferimento, che permettesse-ro di descriverla da un punto di vista quali-quantitativo nel modo più realistico pos-sibile.

2.1 VOLUME DELLE POPOLAZIONI

Il volume delle popolazioni è qui inteso come somma totale degli individui che ri-siedono stabilmente nel Sistema te rritoriale di riferimento.

In Tab. 1 è riportata la popolazione residente per sesso e per comune al 31 di-cembre 2001.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

14

Tabella n. 1. Popolazione residente per sesso e per comune

Anno 2001 Popolazione residente

Comuni M F MF

Borgaro Torinese 6.339 6.415 12.754

Caselle Torinese 7.611 7.826 15.437

Ciriè 8.802 9.376 18.178

Collegno 23.470 24.862 48.332

Druento 4.008 4.220 8.228

Fiano 1.232 1.326 2.558

Givoletto 1.131 1.052 2.183

La Cassa 664 662 1.326

Pianezza 5.470 5.767 11.237

Rivoli 24.122 25.383 49.505

Robassomero 1.496 1.532 3.028

San Gillio 1.241 1.340 2.581

San Maurizio Canavese 3.515 3.744 7.259

Varisella 336 354 690

Venaria Reale 17.003 17.774 34.777

TOTALE 106.440 111.633 218.073

I dati sul volume della popolazione evidenziano come il comune con il maggiornumero di residenti sia Rivoli (49.505 abitanti nel 2001) seguito Collegno e Vena-ria, mentre il comune con il minor numero di abitanti è Varisella (690 abitanti al2001).

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

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Grafico n. 1. Volume delle popolazioni anni 1997-2002

Il confronto sull’andamento demografico negli ultimi 5 anni evidenzia una situazio-ne non omogenea per tutti i comuni. Sono distinguibili infatti almeno 5 andamentidifferenti.

01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000

10.00011.00012.00013.00014.00015.00016.00017.00018.00019.00020.00021.00022.00023.00024.00025.00026.00027.00028.00029.00030.00031.00032.00033.00034.00035.00036.00037.00038.00039.00040.00041.00042.00043.00044.00045.00046.00047.00048.00049.00050.00051.00052.00053.00054.00055.00056.000

Borga

ro

Casell

eCiriè

Colleg

no

Druen

toFian

o

Givolet

to

La C

assa

Pianez

zaRivo

li

Robas

som

ero

San G

illio

San M

auriz

io

Varise

lla

Venar

ia Rea

le

2001 2000 1999 1998 1997

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

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Andamento A: riguarda i comuni di Ciriè e Fiano, sostanzialmente stabili dal 1997al 1999 e in calo nei due anni successivi.

Andamento B: costante diminuzione a partire dal 1997, fa parte di questo grupposolo il Comune di Rivoli in cui la popolazione passa nel periodo 1997-2001 da53.312 a 49.505 unità (calo demografico del 7,14%).

Andamento C: la popolazione aumenta, seppur leggermente fino al 1999, per poidiminuire nei due anni successivi, appartengono a questa categoria i comuni diVenaria, Collegno, e Druento.

Andamento D: leggero incremento dal 1997 al 1999 e stabilizzazione negli annisuccessivi (Borgaro e Caselle).

Andamento E: appartengono a questo gruppo i comuni di dimensioni minori, (Gi-voletto, La Cassa, Robassomero, San Gillio e Varisella) per i quali, negli anni con-siderati non si registrano variazioni sostanziali.

2.2 DENSITÀ

Il valore della densità della popolazione è espresso dal rapporto tra il volume dellapopolazione residente e la superficie del comune di appartenenza. Questo indi-catore da una misura della distribuzione demografica sul territorio di riferimento,ed è significativo il dato per cui la densità demografica diminuisce più ci si allonta-na da Torino. Si passa infatti da una densità di 1.714 ab/Km2 di Venaria ad una di30.8 ab/Km2 di Varisella.

Come su accennato la densità demografica dà una misura immediata della pres-sione sull’ambiente. Si può inoltre evidenziare una relazione tra densità demogra-fica e reti di relazioni sociali. Tanto più alta è la prima, tanto più fitta è la rete delleRelazioni e Interazioni sociali, effettive e potenziali. Allo stesso tempo tanto piùmarginali sono le presenze delle popolazioni vegetali e animali, e il relativo con-trollo sulle stesse.

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Grafico n. 2. Densità per km2

2.3. STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE E PRINCIPALI INDICATORI DEMOGRAFICI

Una descrizione realistica della popolazione residente non può prescinderedall’analisi di alcuni indicatori strutturali (classi di età ,sesso) e dai principali tassidemografici.

Nel descrivere la struttura della popolazione per classi di età prendiamo in consi-derazione quelle riferite ai principali cicli o fasi di vita:

a) età prescolare da 0 a 4 anni

b) età scolare primaria da 5 a 14 anni

c) età scolare secondaria da 15 a 29 anni

d) età adulta/lavorativa da 30 a 64 anni

e) età matura/post lavorativa 65 anni e oltre

I dati riportati in Tabella 1 e in grafico 3 evidenziano strutture demografiche diso-mogenee nei comuni dell’area. Il comune con la più alta presenza di abitanti oltre i65 anni (19,74%) risulta essere Varisella, che fa registrare anche la più bassa per-centuale di abitanti nella fascia d’età pre-scolare (3,60%). Una struttura demogra-

0,0

200,0

400,0

600,0

800,0

1.000,0

1.200,0

1.400,0

1.600,0

1.800,0

Borgaro

Casell

eCiriè

Collegno

DruentoFiano

Givoletto

La Cass

a

Pianezza

Rivoli

Robassomero

San Gillio

San Mauriz

io

Varise

lla

Venaria R

eale

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18

fica differente è invece quella di Borgaro (comune dell’area con il minor tasso dipopolazione in età matura/post lavorativa (9,87%), e quella di La Cassa (comunecon la più alta percentuale di popolazione nella classe di età prescolare (5,80%).

Tabella n. 2 Struttura della popolazione per classi d’età

0-4 anni 5-14 anni 15-29 anni 30-64 anni 65 anni e oltre

Borgaro 5,23% 9,73% 21,03% 54,13% 9,87%

Caselle 4,72% 9,38% 19,19% 52,50% 14,22%

Ciriè 4,55% 8,73% 18,43% 50,85% 17,44%

Collegno 4,43% 8,24% 16,78% 53,40% 17,15%

Druento 4,70% 9,23% 18,77% 51,71% 15,58%

Fiano 4,03% 7,39% 16,06% 54,04% 18,48%

Givoletto 5,39% 8,32% 16,59% 54,43% 15,27%

La Cassa 5,80% 10,09% 13,93% 52,79% 17,39%

Pianezza 3,91% 9,21% 17,59% 52,44% 16,86%

Rivoli 4,06% 8,68% 18,40% 52,79% 16,07%

Robassomero 5,09% 9,28% 18,33% 53,17% 14,13%

San Gillio 4,58% 9,58% 19,63% 51,75% 14,47%

San Maurizio 4,82% 8,43% 16,53% 51,49% 18,74%

Varisella 3,60% 6,92% 15,85% 53,89% 19,74%

Venaria Reale 4,85% 9,39% 19,22% 52,94% 13,61%

Tot area 4,51% 8,85% 18,23% 52,77% 15,64%

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Grafico n. 3. Struttura della popolazione per classi d’età

Da un confronto con la ripartizione percentuale della popolazione per classi d’etàcon la situazione della Provincia Torinese, non emergono particolari differenze, senon nella classe d’età estrema (65 anni e oltre).

Grafico n. 4. Struttura della popolazione per classi d’età (confronto intera area con Provincia di Torino anno2001)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Borga

ro

Casell

eCiriè

Colleg

no

Druen

toFian

o

Givolet

to

La C

assa

Pianez

zaRivo

li

Robas

som

ero

San G

illio

San M

auriz

io

Varise

lla

Venar

ia Rea

le

Tot a

rea

0-4 anni 5-14 anni 15-29 anni 30-64 anni 65 anni e oltre

15,64%

4,51%8,85%

18,23%

52,77%

16,95%

8,03%

4,18%

19,52%

51,32%

0-4 anni 5-14 anni 15-29 anni 30-64 anni 65 anni e oltre

Prov TO

Tot area

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

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Per fornire un quadro maggiormente dettagliato della popolazione residente e al-cune indicazioni di carattere qualitativo, è necessario esaminare i flussi demogra-fici e la struttura per classi d’età .

In tabella n.3 e nel grafico n 5 viene illustrato l’andamento demografico per l’anno2001, durante il quale 5 comuni fanno registrare un saldo naturale (nati – morti)negativo.

Interessanti indicazioni si possono trarre dal confronto tra saldo naturale e migra-torio.

Si evidenziano 4 andamenti possibili:

Caso A la crescita naturale è accompagnata da un saldo positivo

(Borgaro, Caselle, Fiano, Givoletto, Robassomero)

Caso B la crescita naturale è accompagnata da un saldo negativo

(Ciriè, Collegno, Druento, San Gillio, Venaria)

Caso C si ha diminuzione naturale ma un saldo comunque positivo

(Pianezza, San Maurizio, Varisella)

Caso D si ha diminuzione naturale e saldo negativo

(La Cassa, Rivoli)

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Tabella n. 3. Andamento demografico per comune e intera area

Saldo naturale Tasso di emigrazione Tasso di immigrazione Saldo mi-

gratorio

Borgaro 51 3,14% 3,31% 0,17%

Caselle 9 1,22% 3,35% 2,13%

Ciriè 9 1,94% 1,66% -0,28%

Collegno 27 2,50% 2,33% -0,17%

Druento 6 1,98% 1,95% -0,03%

Fiano 27 2,24% 2,40% 0,16%

Givoletto 4 3,02% 4,98% 1,96%

La Cassa -1 2,90% 2,46% -0,44%

Pianezza -22 1,72% 2,09% 0,37%

Rivoli -19 2,22% 1,78% -0,44%

Robassomero 14 2,96% 4,75% 1,79%

San Gillio 5 2,29% 1,60% -0,69%

San Maurizio -26 2,75% 4,53% 1,78%

Varisella -5 0,43% 2,16% 1,73%

Venaria Reale 57 1,97% 1,38% -0,59%

Tot Area 92 2,24% 2,28% 0,04%

Utili indicazioni si possono ottenere inoltre dall’analisi della composizione dellapopolazione per classi d’età .

Si è deciso di calcolare i tassi di anzianità (popolazione tra 60-74 anni/ popolazio-ne tra 0-14) e vecchiaia (popolazione con più di 75 anni/ popolazione tra 0-14) edi conseguenza l’indice di dipendenza strutturale dato dal rapporto tra la sommadella popolazione compresa tra 0-14 anni e oltre i 65, e la popolazione in età com-presa tra i 15 e i 64 anni, il quale stima il “peso” della popolazione definita impro-duttiva su quella in età attiva.

Dall’analisi dei dati non emergono grosse differenze tra i comuni. Borgaro si con-ferma il comune più giovane dell’area con un tasso di anzianità di 77,83% contro il121,42% dell’intero territorio, e allo stesso tempo uno dei comuni con il più altotasso di fecondità insieme a Varisella, che presenta una situazione particolare: siregistrano allo stesso tempo i più alti tassi di anzianità di vecchiaia e di fecondità .

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Tabella n. 4. Indicatori di struttura della popolazione residente

Tasso di An-

zianità

Indice di dipen-

denza strutturale

Tasso di Vec-

chiaia

Tasso di fecondità

(*)

Tasso di morta-

lità

Tasso di nata-

lità

Borgaro 77,83% 33,04% 22,48% 4,06% 5,48% 9,49%

Caselle 105,33% 39,50% 39,16% 3,96% 8,22% 8,80%

Ciriè 124,72% 44,33% 53,04% 3,97% 8,63% 8,35%

Collegno 138,72% 42,49% 54,07% 4,14% 7,88% 8,44%

Druento 115,62% 41,88% 42,84% 4,32% 8,38% 9,11%

Fiano 170,89% 41,99% 60,27% 3,64% 8,50% 7,34%

Givoletto 128,00% 40,80% 42,33% 4,41% 6,85% 8,68%

La Cassa 102,37% 49,06% 48,34% 6,38% 14,14% 13,40%

Pianezza 133,06% 42,80% 50,03% 3,45% 8,90% 6,94%

Rivoli 131,28% 38,03% 49,13% 3,69% 7,64% 7,27%

Robassomero 109,66% 41,00% 35,63% 5,17% 6,40% 11,11%

San Gillio 101,37% 39,11% 39,45% 5,04% 9,14% 11,04%

San Maurizio 134,58% 47,47% 59,79% 3,69% 11,10% 7,49%

Varisella 182,19% 43,39% 87,67% 5,26% 17,29% 10,08%

Venaria Reale 104,16% 36,72% 35,47% 4,26% 7,45% 9,03%

Tot Area 121,42% 40,85% 45,64% 4,02% 8,06% 8,49%

È dato dal rapporto tra i nati nel 2001 e la popolazione femminile in età 15-45 anni

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 2

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Grafico n.5. Saldo naturale della opolazione (nati- morti)

Grafico n. 6. Saldo naturale della popolazione (nati – morti)

Borgaro

Givoletto

Robassomero

San Gillio

San Maurizio

Venaria Reale

Tot Area

FianoCollegno

Ciriè

Caselle

Druento

La Cassa

Rivoli

Pianezza

Varisella

-40

-20

0

20

40

60

80

100

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

-100

-50

0

50

100

150

200

250

Borgaro

Caselle

Ciriè

Collegno

Druento

Fiano

G ivo le tto

La CassaRivo li

Robassomero

San Gillio

San Mauriz io

V arisella

Venar ia Reale

Tot A rea

Saldo naturale

Sa ldo migratorio

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 3

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3. PARTECIPAZIONE E SOLIDARIETÀ SOCIALE

Data la centralità acquisita in questi ultimi anni dalla tematica della partecipazionesociale, lo studio si pone l’obiettivo di fornire alcuni elementi utili per l’analisi e lavalutazione della cittadinanza politica, sociale e culturale del territorio ovverol’appartenenza e la presenza nella vita sociale della popolazione e per individuaregli interventi sociali diretti a promuoverla adeguatamente.

La popolazione di un territorio manifesta le proprie caratteristiche in molti modi,alcuni legati ad aspetti strutturali del territorio stesso, altri come espressionispontanee e volontarie delle necessità o degli interessi o delle tradizioni.Sia le espressioni legate agli aspetti strutturali, sia quelle “libere” costituiscono unindicatore importante della volontà e della capacità degli attori sociali di agire susé stessi come individui, gruppi o collettività.

Le forme organizzate della partecipazione sociale, in particolar modo la diffusionedi associazioni e la partecipazione elettorale sono da considerarsi come segnalidel livello di cittadinanza politica, sociale e culturale del territorio.La partecipazione sociale rappresenta l’elemento chiave dei processi integrativi, disviluppo e consolidamento del senso civico, di cittadinanza e di appartenenza.Secondo l’Istat, in Italia, il livello di partecipazione politica e dell’associazionismo èragguardevole (circa un quarto della popolazione) e sostanzialmente invariatorispetto all’ultimo decennio.

3.1. LA PARTECIPAZIONE ELETTORALE

Si può parlare di partecipazione politica quando “nell'ambito di un dato sistemapolitico od organizzazione attraverso un insieme di atteggiamenti e comportamenticoncreti si prende parte cioè si cerca di influenzare … le decisioni dei detentori delpotere politico, nonché la loro stessa selezione, nella prospettiva di consumare omodificare la struttura, e quindi i valori, del sistema di interessi dominanti” F.Raniolo, La partecipazione politica, 2002.

In democrazia, le decisioni politiche e la selezione dei rappresentanti politici sonoinfluenzabili principalmente attraverso il voto e quindi per valutare il grado dipartecipazione politica può essere adeguata, anche se non esaustiva, la misuradella partecipazione elettorale.La misura della partecipazione elettorale è definita dalla percentuale dei votantialle elezioni politiche e amministrative sul totale degli aventi diritto al voto fra gliiscritti alle liste elettorali dei comuni.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 3

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Tabella n. 1. Elettori ed elettrici e percentuale dei votanti alle elezioni politiche e amministrative nei comuni.

Partecipazione elettorale amministrativa comunale %

Partecipazione elettorale amministrativa regionale%

(2000)

Partecipazione elettoralePolitica %

(2001)

Borgaro Torinese 80,50 (1999) 75,35 89,46

Caselle Torinese 73,10 (2002) 71,21 85,66

Ciriè 86,66 (2001) 71,55 86,84

Collegno 74,00 (1999) 74,15 86,91

Druento 78,32 (1999) 74,13 87,38

Fiano 89,03 (2001) 76,59 89,15

Givoletto 78,90 (1999) 75,66 87,19

La Cassa 86,60 (1999) 81,78 91,04

Pianezza 88,46 (1999) 75,01 89,37

Robassomero 79,40 (1999) 73,91 87,35

San Gillio 79,00 (1999) 74,38 87,67

San Maurizio Canavese 81,95 (2002) 71,82 85,70

Varisella 87,00 (1999) 75,89 83,00

Venaria 80,50 (2000) 80,59 87,00

Media 81,67 75,14 87,41

Le principali conclusioni sui dati relativi alla partecipazione elettorale sono leseguenti:– Le elezioni politiche del 2001 hanno confermato la costante superiore

mobilitazione dell’elettorato nelle elezioni politiche rispetto ad ogni altrascadenza elettorale. Il tasso di partecipazione elettorale del 87,41% registratonel 2001 contrasta con la tendenza di astensione dal voto emersa negli anni‘90. La distribuzione di questo tasso appare abbastanza omogenea sulterritorio per le politiche (85-89%),

– La partecipazione elettorale amministrativa presenta differenti caratteristiche aseconda che ci si riferisca alle elezioni comunali (il dato non è facilmenteconfrontabile in quanto non tutte le votazioni sono avvenute nello stessoperiodo) o alle elezioni regionali. Per quanto riguarda le comunali, il tassomedio registrato è di 81,67% e le differenze tra i vari comuni elevate (ciòcorrisponde in generale a tendenze e specificità che si sono affermate intornate elettorali precedenti). Per le elezioni regionali, che si sono svolte nel2000, il tasso di partecipazione elettorale è decisamente più basso (75,14%).

– La concentrazione di elettorato anziano, la forte presenza di attività legate alsettore primario sono indicatori si correlano in modo abbastanza significativocon tassi di partecipazione più bassi.

3.2. L’ASSOCIAZIONISMO

Le forme di partecipazione sociale del territorio presentano aspetti molteplici evariegati nell’ambito di gruppi di volontariato, associazioni culturali, ricreative,

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religiose. Pur non avendo dato preciso sul numero degli iscritti ai vari gruppi-associazioni si può stimare, in base ai dati del Rapporto ISTAT 2001 relativiall’intero territorio italiano, che circa il 21% delle persone con almeno 14 annipartecipa a vari livelli alla vita associativa per un totale di circa 45.700 persone.In generale la partecipazione è più diffusa nei contesti di piccole dimensioni(comuni con meno di 10.000 abitanti) mentre il numero di associazioni rispetto alnumero di abitanti è più alto nei comuni più grandi (Caselle, Cirié, Collegno 12-14associazioni ogni 10.000 abitanti). Il numeri delle associazioni operanti èsicuramente più basso di quello rilevato in quanto non tutte svolgonoeffettivamente delle attività durature oppure subiscono rapidamente l’abbandonoda parte degli iscritti.La partecipazione alla vita associativa dipende dall’età degli individui; le attività divolontariato o la partecipazione alle associazioni ecologiste e culturali, prevalgonoin età giovanile, mentre altre, tipo la partecipazione sindacale o ad associazioni dicategoria subentrano più tardi con l’avvio dell’attività lavorativa.In generale, nell’ambito delle associazioni non di volontariato (ecologiste, culturaliecc.) e di volontariato la partecipazione maschile è di poco superiore a quellafemminile, anche se nell’età giovanile (14-24 anni) si rileva maggiorassociazionismo tra le donne.Riguardo allo status professionale, le categorie di cittadini più impegnate nelleassociazioni sono quelle degli alti e medi livelli professionali e degli studenti.

3.2.1. LE ASSOCIAZIONI CULTURALI, ARTISTICHE, RICREATIVE, SPORTIVE

Forme di partecipazione sociale che svolgono al tempo stesso la funzione diconservare, raccogliere, organizzare e comunicare le forme delle identità culturali,artistiche e ricreative-sportive locali o di far conoscere altre differenti esterne alcontesto locale. Questa tipologia di associazioni rappresenta circa il 50% deltotale. Il peso maggiore è rappresentato dalle associazioni sportive, dalle Pro Locoe dai gruppi musicali - bande cittadine.

3.2.2. LE ASSOCIAZIONI POLITICHE, SINDACALI, RELIGIOSE, ONG

Associazioni che svolgono principalmente la funzione di integrazione sociale e disocializzazione, innanzitutto tra i membri attivi e i simpatizzanti delle associazioni,ma anche fra la più ampia popolazione, per la ricezione, discussione, adattamentoe applicazione locale di tematiche politiche, economiche, culturali, professionaliche sovente hanno portata “globale”.I tipi di associazioni sono distinti in:Î Sindacali: sedi o sezioni locali di sindacati dei lavoratori, degli imprenditori, dei

commercianti, degli artigiani, di categorie professionali, sociali o economiche,con diffusione almeno regionale.

Î Politiche: sedi o sezioni locali di partiti e organizzazioni politiche anche nonrappresentate nei luoghi istituzionalizzati del governo locale.

Î Associazioni religiose: organizzazioni che rappresentano confessioni religiose.Î Organizzazioni Non Governative: associazioni di informazione, discussione, e

intervento soprattutto nel campo della difesa dei diritti politici, sociali e culturali.

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3.2.3. ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Comprende l’insieme dei luoghi sociali che svolgono al tempo stesso funzioni diintegrazione sociale per l’accoglienza, l’elaborazione e l’ attuazione di tematicheambientaliste che hanno portata sia locale che globale. Rappresentano circa il 3%delle associazioni.

3.2.4. ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Associazioni che svolgono principalmente la funzione di organizzazione ederogazione di servizi (sanitari, socio-assistenziali, di protezione civile edambientale, educativo e di cooperazione), a favore di individui, gruppi e collettività,in modo totalmente gratuito e volontario. Tale funzione a volte integra o sostituisceanaloga funzione svolta da istituzione e organizzazioni pubbliche e private

Tabella n. 2. Le associazioni presenti nell’area considerata nel 2003 (fonte: dati comunali).

Associazioniculturali, artistiche,

ricreative

politiche, sindacali,

religiose, ONGambientaliste volontariato

Borgaro Torinese 18 6 2 8

Caselle Torinese 39 7 3 22

Ciriè 47 4 - 26

Collegno 41 61 6 52

Druento 18 6 - 10

Fiano 10 2 - 3

Givoletto - - - -

La Cassa - - - -

Pianezza 51 3 1 4

Robassomero 10 - 3 3

San Gillio - - - -

San Maurizio C.se - - - -

Varisella 3 - - 4

Venaria 54 19 2 26

Totale 291 110 17 16150,3% 19,0% 2,9% 27,8%

I tipi di associazioni di volontariato sono distinti secondo servizi organizzati ederogati:Î Socio-assistenziali: servizi che consentono alla singola persona o alle famiglie

di accedere almeno ad uno standard minimo di livello di qualità della vita.Î Sanitari: servizi medici, paramedici e di assistenza sanitaria che consentono

alla persona alla singola persona o alle famiglie di accedere ad un livellosufficiente di cura e riabilitazione fisica e psichica.

Î Protezione civile e ambientale: sono compresi tutti i servizi per il soccorso allepersone, alle popolazioni e ai loro beni in caso di incidenti o eventi catastroficiavvenuti sul territorio, oltre che azioni di informazione e prevenzione di essi.

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Î Cooperazione internazionale e l’immigrazione: servizi per consentire e facilitarel’organizzazione dei soccorsi e degli aiuti umanitari a popolazioni di Paesiesteri in difficoltà e a cittadini stranieri bisognosi.

Le associazioni di volontariato sono circa il 28% del totale, le più diffuse sonoquelle sanitarie (trasporto, donazione del sangue e organi) e di protezione civilepresenti nella quasi totalità dei comuni.

3.3. EVENTI ORGANIZZATI E MANIFESTAZIONI

Il territorio, attraverso le diverse espressioni collettive (gruppi sociali, associazioniculturali, aziende, istituzioni pubbliche, enti educativi, strutture di assistenza dàvita, durante l’anno ad un numero notevole di eventi e manifestazioni che vannodalle feste tradizionali come il capodanno o le feste patronali alle feste legate alcalendario culturale-turistico o alle emergenze sociali, dallo spettacolo teatrale cheracconta la storia di una comunità alla celebrazione di un patrimonio culturale o diuna ricorrenza civile, sino agli eventi di cui sono protagoniste le aziende nel nuovoruolo di attori sociali.Le “ritualità collettive” (civili, religiose, ricreative sportive e culturali) del territorioriattivano l’identità collettiva e la memoria storica locale. Svolgono inoltre lafunzione di integrazione sociale e di socializzazione specie per le nuovegenerazioni, gli immigrati e gli “esterni” ( turisti, residenti stagionali…).i Comuni, sedi di iniziative, riconosciute manifestazioni fieristiche,

1.1.1 FIERE E SAGRE

Per manifestazioni fieristiche si intendono le attività non permanenti volte apromuovere prodotti e servizi riguardanti i settori industriali, artigianali,ortofrutticoli, zootecnici e di servizio: nell'ambito di tali eventi fieristici (mostremercato o saloni) l'attività di vendita è marginale ed ha principalmente una finalitàdi promozione dei prodotti esposti.Nell’area di studio le fiere si svolgono principalmente da maggio a settembre nellepiazze e nelle strade dei centri storici o in aree pubbliche tipo campi sportivi,parchi, ville.Le principali occasioni per la programmazione di tali eventi sono legate allericorrenze storiche o alle celebrazioni dei santi patroni, in onore dei quali siorganizzano, oltre ai riti religiosi, anche gare, giochi e cerimonie e mostra deiprodotti tipici, lo scopo di attirare i turisti domenicali in cerca di evasioni dalcapoluogo.Sono invece ancora "popolari" e vitali quelle che, radicate in un tessuto socialeancora tradizionale, vengono preparate e interpretate dalla popolazione con unapartecipazione corale.Nell’esaminare la serie di eventi che si propongono sul territorio apparesignificativa la prevalenza di riferimenti a valori sociali rispetto a quelli di tipopolitico e di tipo religioso (i quali avevano, in passato, una indubbia preponderanzanella vita sociale italiana, almeno fino agli anni '70).

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Pochi risultano essere, invece, i riferimenti a figure o avvenimenti storici, rilevatisolo in alcuni comuni (Venaria, Collegno…) oppure, il richiamo è sempre apersonaggi noti all'interno di un determinato ambiente o in un determinato circuitodi carattere locale.

1.1.2 LE FESTE RELIGIOSE

Le Feste Patronali, che fanno parte del calendario liturgico, generalmente sono aricorrenza fissa, ma soprattutto negli ultimi anni è consuetudine spostare la Festadel Santo Patrono alla domenica, per permettere una maggiore partecipazione.Le feste religiose che qualche decennio fa sembravano destinate alla progressivascomparsa sono rimaste vive; o sono state addirittura riproposte, grazieall'interessamento delle amministrazioni locali, dell’associazionismo e dellapopolazione stessa. Al mantenimento e alla rifioritura delle devozioni hacontribuito la riscoperta della tradizione popolare e della storia locale.

1.1.3 EVENTI SPORTIVI

Numerose sono le manifestazioni organizzate a carattere sportivo nel territorio. Ilrapporto tra lo sport e il territorio assume un ruolo di grande importanza, inparticolare per quanto riguarda le funzioni svolte dai diversi soggetti istituzionali eassociativi nel fornire servizi e strutture per la pratica di attività sportive.L’esempio più noto è rappresentato dall’iniziativa “Pasport” in svolgimento nelperiodo maggio-giugno nei comuni della provincia di Torino, dove i cittadini hannoa disposizione gli spazi sportivi pubblici e privati per avvicinarsi alla pratica nonagonistica dello sport.

1.1.4 EVENTI CULTURALI

Gli eventi a carattere culturale sono numerosi dalle mostre temporanee di artisti(es. la GAM a Cirié) alle manifestazioni concertistiche (in genere tenute dallefilarmoniche e dalle bande cittadine), da seminari e convegni e da rievocazionistoriche.Tali eventi, a parte alcune eccezioni, hanno carattere puramente locale e trovanodifficoltà ad affermarsi al di fuori di tale ambito.Altra caratteristica, comune ad altre località è quella della sovrapposizione degliargomenti e della mancanza di inserimento nei circuiti culturali regionali ( a parte Ilparco La Mandria, Venaria Reale e Cirié).In tutti gli eventi e manifestazioni il volontariato costituisce una base operativainsostituibile; le amministrazioni comunali presiedono spesso alla regiaorganizzativa e promuovono l’evento.Non è stato possibile, in quanto i dati raccolti non sono completi e numerosemanifestazioni non hanno frequenza regolare, elencare su una tabella, gli eventiche si svolgono in ciascun comune dell’area. Si è perciò preferito, trattarel’argomento prevalentemente dal punto di vista qualitativo, cercando dievidenziare le caratteristiche specifiche delle espressioni collettive che si svolgononell’area.

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4. LAVORO E OCCUPAZIONE

Con l’espressione sintetica Lavoro e Occupazione ci si riferisce per convenzionestatistica ad alcune caratteristiche quantificabili del solo Mercato del Lavoro (d’orain poi MdL) e non a caratteristiche del Mercato delle produzioni, con il quale peraltro le connessioni sono molte ed evidenti, l’argomento verrà trattato nel capitolo3 relativo al quadro economico produttivo.

Nell’analizzare il MdL faremo riferimento ai dati sugli occupati, e sulle principali ca-ratteristiche delle assunzioni, e ai dati provenienti dai centri per l’impiego relativiagli avviamenti al lavoro e loro caratteristiche.

Mentre i dati dei Centri per l’Impiego consentono una lettura dettagliata del territo-rio, quelli relativi alle forze di lavoro permettono una descrizione al massimo livelloprovinciale.

I dati che useremo sono infatti di fonte ISTAT, e più precisamente derivanodall’indagine trimestrale sulle forze di lavoro. Tale indagine è campionaria ed èeffettuata intervistando ogni volta circa 200 mila persone in circa 1.400 comuni ditutte le province del territorio nazionale. Sulla base dei dati raccolti in occasionedelle quattro rilevazioni di ciascun anno, vengono prodotte delle stime che, arriva-no sino al livello provinciale. Le caratteristiche dell’occupazione nell’area sonopertanto assimilabili a quelle della provincia di Torino.

Relativamente ai dati sugli avviamenti al lavoro, faremo riferimento alle banchedati dei centri per l’impiego di Venaria, Rivoli, e Ciriè.

La ripartizione dei 15 comuni dell’area per CPI è descritta in figura 1 e in Tab.1

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Tabella n. 1. Ripartizione dei 15 comuni dell’area per CPI e popolazione relativa

CPI Rivoli Comuni dell'area Popolazione

2001

ToT. Popolazione di

competenza del CPI

% di popolazione residente nei co-

muni dell'area su tot popolazione di

competenza dei CPI

Collegno 48.332 143.462 33,69%

Rivoli 49.538 34,53%

CPI di Venaria Druento 8.226 80.544 10,21%

Givoletto 2.188 2,72%

La Cassa 1.328 1,65%

Pianezza 11.231 13,94%

San Gillio 2.578 3,20%

Venaria 34.793 43,20%

CPI di Cirié Borgaro 12.751 111.794 11,41%

Caselle 15.448 13,82%

Ciriè 18.189 16,27%

Fiano 2.559 2,29%

Robassomero 3.028 2,71%

San Maurizio 7.248 6,48%

Varisella 694 0,62%

Figura n. 1. Ripartizione territoriale del CPI

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4.1 OCCUPAZIONE E SUE CARATTERISTICHE

Dalla lettura dei dati riportati in Tab. 2 si registra per il 2002 un calo dello 0,5 %(4.000 unità) fortemente differenziato se si guarda alla composizione per settore eper tipologia di occupati.

Gli aumenti in Agricoltura (+4,6) e industria (+1,2) compensano almeno in parte laflessione del terziario (-1,6).All’interno di ciascun macro settore vi sono state variazioni anche discordanti.L’andamento positivo dell’industria si deve essenzialmente al comparto delle Tra-sformazioni industriali, che compensa ampiamente i cali del comparto energetico(-2,8) e quelli più contenuti del comparto delle costruzioni (-0,1).Nel terziario, il calo è dovuto principalmente ai comparti dei trasporti e comunica-zioni, istruzione e sanità, credito e assicurazioni. L’andamento negativo del settoreè moderato da un aumento consistente di alberghi e ristorazione e del settore deiservizi alle imprese. Nel complesso dell’occupazione di Torino e Provincia,l’aumento degli addetti va interamente a vantaggio della componente femminile,mentre il numero dei lavoratori maschi risulta in calo. Una tendenza simile si ri-flette peraltro anche a livello regionale. Tabella n. 2. Provincia di Torino occupati per sesso, settore e comparto di attività (x1000)

Settore e comparto di attività Variazioni interannuali Variazioni interannuali

MASCHI FEMMINE Dipendenti Indipendenti TOTALE

val.% Val.% val.% val.% Val.%

Agricoltura 10,7 -7,1 -24,0 12,4 4,6

Industria 0,6 2,8 -1,4 16,1 1,2

Energia -12,7 80,6 -1,6 -51,5 -2,8

Trasf.industr.le 0,5 3,6 -1,2 25,1 1,4

Costruzioni 2,8 -26,7 -3,9 3,9 -0,1

Terziario -3,8 0,4 -2,4 0,5 -1,6

Commercio -7,1 2,3 0,4 -6,6 -3,0

Alberghi e ristoranti 22,3 2,5 8,3 15,1 11,3

Trasporti e comunic. -10,0 -3,0 -8,3 -7,0 -8,1

Credito e assicur. -7,5 -5,8 -16,1 67,3 -6,7

Servizi alle imprese 8,3 10,2 11,3 5,2 9,2

Pubblica Amministr. -2,1 -8,1 -5,9 80,2 -4,9

Istruzione e sanità -12,7 -5,1 -4,9 -31,4 -7,2

Altri servizi -3,1 11,4 -0,6 18,4 5,6

TOTALE -1,4 0,9 -2,1 5,0 -0,5

Elaborazione ORML su dati ISTAT

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Grafico n. 1. Occupati in Provincia di Torino per settore di attività (2001-2002)

Il fenomeno della “femminilizzazione” del mercato del lavoro è in atto da lungotempo, e prosegue con vigore inalterato. La quota di donne sugli occupati sale dal41,08% del 2001 al 41,63% del 2002, interessando sia il settore industriale chequello dei servizi. In particolare nel comparto energetico nel periodo 2001-2002 siregistra un incremento della presenza femminile dell’80,6%.

Un altro grande processo di cambiamento della composizione qualitativadell’occupazione, si accompagna a quello della femminilizzazione,“l’invecchiamento relativo” o ageing. Se si guarda al dato complessivo, non disag-gregato per genere (Tab.3) si nota una diminuzione costante degli occupati in tuttele classi d’età inferiori ai 45 anni, mentre aumentano i cinquantenni (+4,5%): undato che aggiunge elementi di valutazione per la comprensione dei segnalid’inversione delle recenti tendenze del mercato del lavoro.

Considerazioni differenti vanno fatte se si considera l’occupazione per classi d’etàdistinta per sesso. Mentre l’andamento per i maschi è pressoché identico a quellosu descritto, per le donne si registra un calo solo nella fascia d’età più giovane(15-24 anni). Osservando la composizione dell’occupazione per titolo di studio sirileva un andamento alternato passando dai livelli più bassi (Senza obbligo scola-stico) a quelli più alti (laurea). Mentre era facilmente prevedibile un calo di occu-

-10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0

Agricoltura

Industria

Energia

Trasf.industr.le

Costruzioni

Terziario

Commercio

Alberghi e ristoranti

Trasporti e comunic.

Credito e assicur.

Servizi alle imprese

Pubblica Amministr.

Istruzione e sanità

Altri servizi

TOTALE

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pati senza la licenza media, più difficile era ipotizzare un saldo positivo solo per ipossessori di licenza media (+3,00%) e per i diplomati (+0,7%).

Cala di conseguenza la richiesta di personale con qualifica professionale (-9,8%) edi laureati (-3,6%).

L’elevata domanda di figure a bassa scolarità (+10.000 unità) nel 2002 è proba-bilmente proveniente dal commercio e dai servizi alle persone, oltre che dagli ele-vati bisogni di sostituzione di manodopera nel settore industriale.

Tabella n. 3. Provincia di Torino, occupati per sesso, classi d’età e titolo di studio

Classe di età e titolo di studio Variazione interannuale

Media 2001 Media 2002 MASCHI FEMMINE TOTALE

M F Tot M F Tot v.ass. val.% v.ass. val.% v.ass. val.%

15-24 anni 35 32 67 34 28 62 -1 -3,0 -4 -12,7 -5 -7,5

25-34 anni 151 115 266 147 115 262 -5 -3,0 0 0,3 -4 -1,6

35-49 anni 236 169 404 230 171 401 -6 -2,5 3 1,6 -3 -0,8

50 anni e oltre 117 61 179 121 66 187 4 3,3 4 6,9 8 4,5

Senza obbligo sc. 56 32 88 51 33 84 -5 -8,3 1 1,9 -4 -4,5

Licenza Media 211 119 330 215 125 340 4 1,9 6 5,0 10 3,0

Qualifica Prof.le 41 41 81 34 39 73 -6 -15,9 -2 -3,8 -8 -9,8

Diploma 165 128 293 165 130 295 0 0,0 2 1,7 2 0,7

Laurea 67 56 123 66 52 119 -1 -0,9 -4 -6,9 -4 -3,6

TOTALE 540 376 916 532 380 912 -8 -1,4 3 0,9 -4 -0,5

Elaborazione ORML su dati ISTAT

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Grafico n. 2. Occupati in provincia di Torino per sesso e classi d’età

Ulteriori indicazioni si possono trarre integrando le informazioni sulle dinamichedell’occupazione con specifici riferimenti alla composizione per grandi gruppi pro-fessionali, e per settore.

Si può cosi osservare che il calo dei dipendenti è motivato essenzialmente dalladiminuzione di posizioni dirigenziali (-19,7%) collocate prevalentemente nel settoreindustriale (-3.500). Gli operai sono nel complesso aumentati, ma più per effettodell’agricoltura (+6,3%) e dei servizi (+1,9%), che non dell’industria che invece faregistrare un calo (-0,8%).

Se si guarda infine all’andamento del lavoro indipendente, si osserva che il forteaumento (+5%) è legato essenzialmente al settore industriale e all’agricoltura. Inentrambi i settori la crescita di lavoro indipendente non è legata però all’aumentodi imprenditori, che fanno invece registrare un calo, quanto ai soci di cooperative.Andamento opposto è quello dei servizi dove sono gli imprenditori ad alimentaremaggiormente la quota lavoratori indipendenti (+9,7%) mentre diminuiscono i socidi cooperative (-1,7%).

-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0

15-24 anni

25-34 anni

35-49 anni

50 anni e oltre

MASCHI FEMMINE TOTALE

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Tabella n. 4. Provincia di Torino Occupati per posizione nella professione 2002

Agricoltura Industria Altre attività TOTALE

Posizione nella profes-

sione

v.ass Val.% v.ass val.% v.ass val.% v.ass val.%

Dirigenti / Quadri -0,2 -3,5 -20,4 -8,5 -19,2 -12,1 -19,7

Impiegati -0,8 -49,5 0,7 0,8 -3,6 -1,4 -3,7 -1,1

Operai e assimilati 0,1 6,3 -1,5 -0,8 2,2 1,9 0,9 0,3

DIPENDENTI -0,9 -24,0 -4,2 -1,4 -9,8 -2,4 -14,9 -2,1

Imprenditori -0,4 -20,8 -0,3 -2,2 1,1 9,7 0,4 1,7

Liberi Professionisti 0,0 -5,7 0,8 12,5 1,7 4,6 2,5 5,7

Lav.in proprio 2,9 44,5 5,4 20,5 -1,6 -2,2 6,7 6,4

Soci coop/Coadiuv. -0,8 2,3 31,6 -0,4 -1,7 1,0 2,7

INDIPENDENTI 1,6 12,4 8,2 16,1 0,7 0,5 10,5 5,0

TOTALE 0,8 4,6 4,0 1,2 -9,1 -1,6 -4,4 -0,5

Grafico n. 3. Occupati per posizione nella professione – variazioni (%) 2001-2002 Provincia di Torino

Agricoltura

-60,0 -40,0 -20,0 0,0 20,0

Dirigenti /Quadri

Impiegati

Operai eassimilati

Industria

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0

Dirigenti /Quadri

Impiegati

Operai eassimilati

Servizi e altre attività

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0

Dirigenti /Quadri

Impiegati

Operai eassimilati

Totale

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0

Dirigenti /Quadri

Impiegati

Operai eassimilati

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I dati fin ora presentati raffigurano il MdL in Provincia di Torino. Per avere unacaratterizzazione più precisa del territorio oggetto di analisi, si passa ora adanalizzare i dati provenienti dai Centri per l’Impiego di Rivoli, Venaria, Ciriè.

Si prenderà in considerazione il numero di avviamenti al lavoro registrati nel 2002per settore, qualifica, tipo e sesso, e le variazioni rispetto al 2001.

Prima di analizzare nel dettaglio le variazioni nel numero di avviamenti al lavoroper CPI, va notato come il centro di Ciriè sia l’unico di quelli qui presi inconsiderazione a far registrare un saldo negativo nel periodo 2001-2002 (-465avviamenti). Venaria e Rivoli hanno invece un saldo globale positivo,rispettivamente di (+ 1453) e (+1368).

I dati in tab. 1 e successive evidenziano un ruolo abbastanza marginale dei CPInella gestione degli avviamenti nel settore agricolo e in quello della PubblicaAmministrazione. Cifre decisamente più significative si hanno invece nel settoreindustriale e in quello che, in base alla classificazione ORML (OsservatorioRegionale sul Mercato del Lavoro) viene definito come “altre attività”.

Osservando l’andamento interno ai settori cosi individuati, si registra un saldopositivo per tutti e tre i CPI, nel settore altre attività, e un saldo negativo per Rivolie Ciriè, nel settore industriale (graf.1).

Tabella n. 4. CPI di Rivoli Avviamenti per settore, qualifica, tipo e sesso

Anno 2002 Variazione 2001/2002 (valori assoluti)

M F TOT M F TOT

Agricoltura 107 13 120 21 - 4 17

Industria 1.799 659 2.458 - 305 - 45 - 350

Altre attività 5.917 5.988 11.905 456 1.246 1.702

Pubb. Ammin. - 1 1 - 1 - - 1

Apprendisti 408 449 857 - 90 - 35 - 125

Operai Qualificati 3.504 1.827 5.331 - 506 - 141 - 647

Operai non qualificati 2.623 1.782 4.405 598 311 909

Impiegati 1.288 2.603 3.891 169 1.062 1.231

Part-time 1.115 3.112 4.227 75 654 729

Lavoro determinato 6.553 5.752 12.305 204 1.260 1.464

C.F.L. 200 125 325 - 114 - 35 - 149

Totale avviamenti 7.823 6.661 14.484 171 1.197 1.368

Elaborazioni ORML su dati di fonte ISTAT

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 4

38

Tabella n. 5. CPI di Venaria Avviamenti per settore, qualifica, tipo e sesso

Anno 2002 Variazione 2001/2002 (valori assoluti)

M F TOT M F TOT

Agricoltura 23 6 29 - 1 1

Industria 1.230 480 1.710 21 51 72

Altre attività 1.923 3.311 5.234 233 1.167 1.400

Pubb. Ammin. 3 15 18 - 6 - 14 - 20

Apprendisti 197 110 307 - 24 - 23 - 47

Operai Qualificati 555 412 967 - 434 7 - 427

Operai non qualificati 1.555 1.692 3.247 330 237 567

Impiegati 872 1.598 2.470 376 984 1.360

Part-time 579 2.185 2.764 218 1.017 1.235

Lavoro determinato 2.461 3.442 5.903 148 1.166 1.314

C.F.L. 76 42 118 - 28 19 - 9

Totale avviamenti 3.179 3.812 6.991 248 1.205 1.453

Elaborazioni ORML su dati di fonte ISTAT

Tabella n. 6. CPI di Ciriè Avviamenti per settore, qualifica, tipo e sesso

Anno 2002 Variazione 2001/2002 (valori assoluti)

M F TOT M F TOT

Agricoltura 45 13 58 2 - 2

Industria 1.169 400 1.569 - 878 - 283 - 1.161

Altre attività 2.236 1.746 3.982 242 468 710

Pubb. Ammin. 4 14 18 - 9 - 7 - 16

Apprendisti 298 262 560 - 47 - 9 - 56

Operai Qualificati 1.523 522 2.045 - 29 141 112

Operai non qualificati 1.097 731 1.828 - 614 - 35 - 649

Impiegati 536 658 1.194 47 81 128

Part-time 339 795 1.134 46 261 307

Lavoro determinato 2.623 1.604 4.227 - 379 123 - 256

C.F.L. 114 59 173 - 65 - 41 - 106

Totale avviamenti 3.454 2.173 5.627 - 643 178 - 465

Elaborazioni ORML su dati di fonte ISTAT

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39

Grafico n. 4. Avviamenti al lavoro per CPI e settore (variazioni 2001-2002)

Nostre elaborazioni su dati ORML

Analizzando le variazioni 2001-2002 degli avviamenti per qualifica emerge unatendenza comune ai CPI di Rivoli e Venaria nell’aumento di avviamenti al lavoro dioperai non qualificati e di impiegati, mentre diminuiscono le richieste di apprendistie di operai qualificati (graf.2). Nel CPI di Ciriè si registra invece un aumento dirichieste per operai qualificati a scapito di quelli non qualificati. Simile ai CPI diVenaria e Rivoli la richiesta di apprendisti e impiegati, in calo i primi, in aumento isecondi.

-1.500

-1.000

-500

-

500

1.000

1.500

2.000

Agricoltura Industria Altre attività Pubb. Ammin.

Rivoli Venaria Ciriè

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 4

40

Grafico n. 5. Avviamenti al lavoro per CPI per qualifica

Nostre elaborazioni su dati ORML

I dati messi a disposizione dall’Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro,permettono di rilevare le tendenze dell’occupazione disaggregate per tipologia dicontratto/rapporto di lavoro. Si assiste ad un incremento del part time in tutti i CPI,e del lavoro a tempo determinato solo per Rivoli e Venaria. I contratti diformazione lavoro sono in diminuzione in tutti e tre i CPI (graf.3).

Un’ultima considerazione va fatta riguardo la composizione per genere degliavviamenti al lavoro. Il contributo maggiore all’occupazione viene dalle donne. Nelterritorio di competenza del CPI di Rivoli le donne fanno registrare un saldopositivo di 1.197 unità, 1.205 a Venaria, 178 a Ciriè contro un calo in quest’ultimocaso 643 unità tra gli uomini.

-1.000

-500

-

500

1.000

1.500

Apprendisti Operai Qualificati Operai non qualificati Impiegati

Rivoli Venaria Ciriè

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41

Grafico n. 6. Avviamenti al lavoro per CPI per tipo di contratto/rapporto di lavoro

Nostre elaborazioni su dati ORML

Per concludere, nel territorio preso in considerazione, si registra un generale saldopositivo nel periodo 2001-2002, dovuto essenzialmente ad assunzioni in settoridiversi da quello industriale, di operai non qualificati e di impiegati, ed inprevalenza di donne.

-400

-200

-

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

Part-time Lavoro determinato C.F.L.

Rivoli Venaria Ciriè

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

42

5. ISTRUZIONE E FORMAZIONE

In questo capitolo verrà fornito un quadro generale delle strutture scolastichepubbliche e private, presenti nei comuni d’interesse, e dei relativi “numeri” (allieviiscritti, variazioni rispetto agli anni precedenti, numero di classi, distribuzioneterritoriale delle strutture scolastiche ecc.).

I dati di base dai quali partire per le nostre elaborazioni sono tratti da alcuni lavorirealizzati dal servizio di programmazione scolastica, dell’Osservatorio scolasticodella Provincia di Torino. Anche in questo caso i dati sono organizzati a livelloterritoriale per CPI. Per la ripartizione territoriale dei Comuni secondo i CPI sivedano le considerazioni fatte nel capitolo su Lavoro e Occupazione.

5.1. STRUTTURE SCOLASTICHE

Come evidenziato in fig. 1 i comuni con il maggior numero di strutture scolastiche(pubbliche e private) sono Rivoli (50) Venaria (22) Collegno (25). Mentre Varisella,San Gillio, La Cassa, Givoletto sono i comuni con il minor numero di strutture (2).

Figura n. 1. N° di strutture scolastiche di ogni ordine e grado per comune

da 1 a 5da 6 a 10da 11 a 20oltre 20

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

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Disponendo dei dati dell’osservatorio scolastico provinciale, sul numero di iscrittinella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, nei comuni dell’areainteressata dal parco, e dei dati sulla popolazione in età pre-scolastica e scolasticaresidente in tali comuni (0-5 anni e 5-19), abbiamo definito gli indici di scolarità alprimo e al secondo livello, e totale.

L’indice di scolarità si riferisce allo stato della frequenza scolastica in atto nelcomune osservato. Da pertanto una misura della quota di iscritti nelle scuole diogni ordine e grado residenti stabili nel territorio preso in considerazione, sulvolume anagrafico della popolazione residente stabile nel territorio stesso.

Rappresentando quindi un rapporto tra due grandezze comparabili, valori vicini ouguali all’unità indicano una sostanziale corrispondenza tra iscritti e popolazioneresidente (tutti i residenti in una determinata fascia d’età frequentano le strutturepresenti sul territorio di residenza).

Allievi iscritti

nell'a.s. 2001-2002

Strutture

statali

Strutture non

statali

TOT Popolazione in età 0-

19 anni

Indice di scolarità

totale

Borgaro 971 5 1 6 2663 0,36

Caselle 1275 12 3 15 2940 0,43

Ciriè 3959 17 2 19 3270 1,21

Collegno 3609 25 25 8187 0,44

Druento 1113 3 1 4 1571 0,71

Fiano 720 3 3 410 1,76

Givoletto* 0 2 2 391

La Cassa* 0 2 2 267

Pianezza 1710 9 3 12 2008 0,85

Rivoli 5011 44 6 50 8737 0,57

Robassomero* 0 3 3 578

San Gillio* 0 2 2 507

San Maurizio 915 5 5 1216 0,75

Varisella* 0 2 2 107

Venaria 3491 18 4 22 6791 0,51

Tot area 22774 152 20 172 39643 0,57

Tabella n. 1. Strutture scolastiche e allievi per comune ( elaborazioni Soges su dati Osservatorio Scolastico

Provinciale)

I dati riportati in Tab.2 offrono diversi spunti per interessanti osservazioni.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

44

Da osservare in primo luogo il fatto che la frequenza delle scuole elementari nonimplica grandi spostamenti; si tende a usufruire delle strutture presenti nel propriocomune di residenza o nei comuni limitrofi. Si può a ragione sostenere che quasitutti i bambini in età scolastica primaria residenti in uno dei 15 comuni dell’area,rimangono all’interno dell’area stessa (indice di scolarità 0,97).

Un’altra considerazione riguarda il tasso di scolarità per le scuole materne che èinevitabilmente e diffusamente più basso, per ragioni diverse da quellericonducibili unicamente alla disponibilità di strutture sul territorio (l’iscrizione allescuole materne dipende da una scelta e non da un obbligo).

Tabella n. 2. Indici di scolarità di primo e secondo livello

Allievi iscritti

nell'a.s.

2001-2002

materne

Allievi

iscritti

nell'a.s.

2001-2002

elementari

Allievi iscritti

nell'a.s.

2001-2002

medie

Popolazione

in età 0-4

anni

Popolazio

ne in età

5-9 anni

Popolazione

in età 10-14

anni

Indice

scolarità

materne

Indice

scolarità

elementari

Indice

scolarità

medie

Borgaro 213 508 250 667 647 594 0,32 0,79 0,42

Caselle 190 500 585 729 720 725 0,26 0,69 0,81

Ciriè 282 1073 705 828 795 792 0,34 1,35 0,89

Collegno 926 1717 966 2141 2037 1945 0,43 0,84 0,50

Druento 271 504 338 387 354 405 0,70 1,42 0,83

Fiano 193 341 186 103 91 98 1,87 3,75 1,90

Pianezza 269 475 344 439 530 504 0,61 0,90 0,68

Rivoli 1286 2285 1440 2010 2082 2218 0,64 1,10 0,65

San

Maurizio

134 492 289 349 317 294 0,38 1,55 0,98

Venaria 611 1398 1013 1688 1592 1674 0,36 0,88 0,61

Tot area 4375 9293 6116 9833 9602 9708 0,44 0,97 0,63

Fin ora abbiamo ragionato, sui dati disponibili, verticalmente, osservando cioè gliandamenti per fasce d’età. Altre osservazioni interessanti si possono ricavaretuttavia da una lettura orizzontale della Tab.2 e della Fig.2.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

45

Figura n. 2. Indice di scolarità delle elementari

Emergono innanzitutto differenze notevoli tra i 15 comuni dell’area. E’ possibileidentificare almeno quattro situazioni diverse:

1. Indici di scolarità inferiori all’unità che denotano una maggiore propensione afrequentare scuole insediate in comuni differenti da quello di residenza(Collegno, Venaria, Borgaro, Caselle)

2. Indici di scolarità prossimi all’unità (per eccesso o per difetto) denotano unsostanziale equilibrio (Pianezza, Rivoli)

3. Indici di scolarità mediamente elevati, denotano una moderata capacità di“attrazione” (Druento, San Maurizio, Ciriè)

4. Indici di scolarità decisamente elevati (Fiano).

La situazione di Fiano può essere spiegata facendo riferimento alla stessaposizione geografica rispetto agli altri comuni. Anche se i dati per i comuni diVarisella, La Cassa, Givoletto, e San Gillio non sono disponibili, è presumibile chein questi comuni ci siano indici di scolarità bassi, dovuti tra l’altro alla scarsapresenza di strutture.

È probabile quindi che i residenti in tali comuni si spostino verso le localitàadiacenti, e più precisamente i residenti in Varisella, La Cassa e Givoletto versoFiano, e i residenti di San Gillio verso Druento e Pianezza. Osservando la fig. 2 si

Area parco0,6-0,90,9-1,101,10-1,553,75

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46

può ipotizzare che tali spostamenti siano giustificati almeno in parte proprio dallapresenza del territorio del Parco, che rende “sconveniente” il collegamento tra icomuni suddetti e comuni più grandi come Ciriè e San Maurizio, che raccolgonoinvece gli studenti di Robassomero.

Il caso opposto di Borgaro Venaria, e Collegno, può essere spiegato con lavicinanza a Torino.

Faremo di seguito alcune considerazioni sulle tendenze e le variazioni nel numerodi iscritti. I dati a nostra disposizione riguardano il biennio 2000-01 2001-02.

Dal rapporto annuale sul sistema “Istruzione” in Piemonte curato dall’IRES, sirileva come già nell’a.s. 2000/2001 si registri un inversione di tendenza, rispetto alforte ridimensionamento degli anni precedenti. A livello regionale il numero distudenti aumenta cosi come il numero di classi e di insegnanti, diminuisce invece ilnumero delle sedi. Riferendosi sempre a tale rapporto si nota come l’aumento hainteressato soprattutto le scuole materne, con variazioni anche nelle elementari,medie e superiori.

Nell’area del Parco le variazioni positive riguardano le scuole materne e medie,mentre le elementari fanno registrare nel complesso saldi negativi (-93).

Grafico n. 1. Allievi iscritti alle scuole materne, elementari, e medie (variazioni 2000/2002)

-150 -100 -50 0 50 100 150 200

Borgaro

Caselle

Ciriè

Collegno

Druento

Fiano

Pianezza

Rivoli

San Maurizio

Venaria

Tot area

Materne variaz. Elementari variaz. Medie variaz.

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47

Tabella n. 3. Allievi iscritti per ordine scolastico anni 2000-2001 e 2001-2002 e variazioni.

Materne Elementari Medie Superiori

00-01 01-02 Variaz. 00-01 01-02 Variaz. 00-01 01-02 variaz. 01-02 02-03 variaz.

Borgaro 212 213 1 479 508 29 246 250 4

Caselle 151 190 39 502 500 -2 536 585 49

Ciriè 282 282 0 1078 1073 -5 707 705 -2 1899 1864 -35

Collegno 914 926 12 1691 1717 26 974 966 -8

Druento 270 271 1 526 504 -22 340 338 -2

Fiano 185 193 8 351 341 -10 162 186 24

Givoletto* 0 0 0

La Cassa* 0 0 0

Pianezza 264 269 5 498 475 -23 331 344 13 622 590 -32

Rivoli 1292 1286 -6 2390 2285 -105 1389 1440 51

Robassomero* 0 0 0

San Gillio* 0 0 0

San Maurizio 137 134 -3 490 492 2 251 289 38

Varisella* 0 0 0

Venaria 561 611 50 1381 1398 17 1020 1013 -7 469 452 -17

Tot area 4268 4375 107 9386 9293 -93 5956 6116 160 2990 2906 -84

* dato non disponibile

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

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5.2 LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO PER COMUNE

Vengono riportate di seguito le tabelle riepilogative della dotazione di infrastrutturescolastiche di ciascun comune appartenente all’area della comunità del Parco LaMandria. Laddove i dati lo consentono si segnala il numero di alunni iscritti neglianni scolastici 2000-2001 e 2001-2002, le sezioni e/o classi esistenti, nonché lamedia di alunni per classe e le variazioni rispetto all’anno scolastico precedente.

BORGARO

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DE FASSI 212 9 213 9

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

DE FASSI 479 24 20,0 508 25 20,32

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

C.LEVI 246 12 20,5 250 12 20,8

CASELLE

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD CASELLE 151 6 190 8

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD CASELLE 502 23 21,83 500 24 20,83

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

DEMONTE 536 26 20,62 565 26 21,73

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

49

CIRIE’

2000-2001 2001-2002 var. alunni

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD I FENOGLIO 166 7 169 7 3

AUTONOMIA DD II DON

BOSCO

116 5 113 5 -3

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD I FENOGLIO 504 24 21,0 493 24 20,5

AUTONOMIA DD II DON

BOSCO

574 32 17,9 580 32 18,1

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

SMS CIRIE' 707 32 22,09375 705 32 22,0

PREVISIONI PER L'ANNO SCOLASTICO 2002/03 (Scuole medie superiori statali)

2002/2003 2001/2002 VARIAZIONI

TIPO ISTITUTO ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

LICEO SCIENTIFICO 531 23 523 23 8 0

TECNICO COMMERCIALE GEOMETRI 460 24 459 23 1 1

TECNICO INDUSTRIALE 339 14 339 14 0 0

PROFESSIONALE 569 26 543 26 26 0

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

50

COLLEGNO

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD I MARCONI 319 13 317 13

AUTONOMIA IC BORGATA PARADISO 193 8 207 8

AUTONOMIA DD III DON MILANI 402 16 402 17

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD I MARCONI 736 37 19,89 744 37 20,11

AUTONOMIA IC BORGATA PARADISO 279 15 18,60 310 16 19,38

AUTONOMIA DD III DON MILANI 676 35 19,31 663 34 19,50

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA IC BORGATA PARADISO 327 16 20,44 272 14 19,43

SMS DONIZETTI 647 30 21,57 694 31 22,39

DRUENTO

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD DRUENTO 270 11 271 11

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD DRUENTO 526 28 18,8 504 26 19,38

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

SMS DON MILANI DRUENTO 340 15 22,67 338 15 22,53

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51

FIANO

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA IC FIANO 185 8 193 8

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA IC FIANO 351 29 12,1 341 29 11,76

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA IC FIANO 162 10 16,2 186 11 16,91

PIANEZZA

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD N.COSTA 264 12 269 12

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD N.COSTA 498 24 20,75 475 24 19,79

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA SMS GIOVANNI

XXIII

331 17 19,47 344 17 20,24

PREVISIONI PER L'ANNO SCOLASTICO 2002/03 (Scuole medie superiori statali)

2002/2003 2001/2002 VARIAZIONI

TIPO ISTITUTO ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

IST. TECNICO AGRARIO 622 27 590 26 32 1

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52

RIVOLI

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD I GOZZANO 224 10 235 10

AUTONOMIA DD II RODARI 300 13 296 13

AUTONOMIA DD III FREINET 284 11 282 11

AUTONOMIA DD IV 234 9 225 9

AUTONOMIA DD V 250 10 248 10

2000-2001 MEDIA 2001-2002 MEDIA

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

AUTONOMIA DD I GOZZANO 484 27 17,9 466 26 17,9

AUTONOMIA DD II RODARI 491 28 17,5 452 28 16,1

AUTONOMIA DD III FREINET 486 30 16,2 497 30 16,6

AUTONOMIA DD IV 433 24 18,0 395 23 17,2

AUTONOMIA DD V 496 26 19,1 475 26 18,3

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA SMS PRIMO LEVI 437 20 21,9 448 20 22,4

AUTONOMIA SMS PIERO

GOBETTI

599 28 21,4 582 28 20,8

AUTONOMIA SMS

G.MATTEOTTI

353 17 20,8 410 19 21,6

PREVISIONI PER L'ANNO SCOLASTICO 2002/03 (Scuole medie superiori statali)

2002/2003 2001/2002 VARIAZIONI

TIPO ISTITUTO ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

LICEO SCIENTIFICO 920 41 902 41 18 0

GEOMETRI 680 33 680 32 0 1

IST TECNICO INDUSTRIALE 424 21 390 19 34 2

IST PROFESSIONALE 250 12 212 10 38 2

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 5

53

SAN MAURIZIO

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA IC SAN MAURIZIO

CANAVESE

137 5 134 5

2000-2001 2001-2002

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA IC SAN MAURIZIO

CANAVESE

490 26 18,8 492 26 18,9

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA IC SAN MAURIZIO

CANAVESE

251 12 20,9 289 13 22,2

VENARIA

2000-2001 2001-2002

MATERNE ALUNNI SEZIONI ALUNNI SEZIONI

AUTONOMIA DD I DEAMICIS 200 8 217 8

AUTONOMIA DD I DEAMICIS 361 14 394 14

2000-2001 2001-2002

ELEMENTARI ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA DD I DEAMICIS 779 37 21,1 779 37 21,1

AUTONOMIA DD I DEAMICIS 602 32 18,8 619 33 18,8

2000-2001 2001-2002

MEDIE ALUNNI CLASSI MEDIA ALUNNI CLASSI MEDIA

AUTONOMIA SMS DON MILANI 475 22 21,6 493 23 21,4

AUTONOMIA M.LESSONA 545 24 22,7 520 23 22,6

PREVISIONI PER L'ANNO SCOLASTICO 2002/03 (Scuole medie superiori statali)

2002/2003 2001/2002 VARIAZIONI

TIPO ISTITUTO ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI ALUNNI CLASSI

LICEO SCIENTIFICO 469 21 452 50 17 -29

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 6

54

6. ASSISTENZA SANITARIA

Il fenomeno dell’invecchiamento, provocato da bassi tassi di fecondità e natalità(8,49 per l’area di riferimento) e diminuzione della mortalità (8,06% dato per l’area)comporta, tra l’altro, due conseguenze principali:

• minore apporto, in termini di popolazione attiva, alla formazione dellaricchezza locale e quindi alle risorse da destinare alla salute;

• maggiore domanda di assistenza e di previdenza da parte di un’aliquotacrescente di popolazione.

La condizione di anziano è sempre meno identificabile con quella di malato: èperaltro prevedibile comunque che il prolungamento della durata media della vitacomporterà un maggiore ricorso alle cure mediche, anche per il crescente ricorsoalle prestazioni di prevenzione.

Sembra peraltro logico attendersi per i prossimi anni un aumento delle patologietipiche dell’età anziana (patologie cronico-degenerative), quasi sempre inguaribili,che influenzano permanentemente le condizioni di salute e la qualità della vitadell’individuo, provocando una perdita di autonomia nelle abituali attività della vitaquotidiana.

L’onere per le cure di tali patologie risulta inoltre rilevante in termini di spesasanitaria e ricade in larga misura sulla società e sui parenti degli ammalati: inparticolare chi è affetto da patologie croniche gravi richiede spesso cure costanti econtrolli più assidui.

Diventa quindi importante conoscere la diffusione del fenomeno, al fine di fornireun supporto informativo adeguato per la programmazione e l’attuazione dellepolitiche locali.

Questo capitolo ha di conseguenza la finalità di fornire un quadro d’insieme sullaqualità , quantità , e specializzazione, dei servizi sanitari presenti sul territorio inesame, dedicando un’attenzione particolare alle patologie tumorali.

6.1 ISTITUTI DI RICOVERO E CURA

Descriveremo di seguito l’organizzazione territoriale dei servizi sanitari che hannonei fini istituzionali la diagnosi, la cura, e la riabilitazione di tutti i cittadinipresenti sul territorio, che usufruiscono del servizio attraverso:

- Il medico di medicina generale

- Il pediatra di libera scelta

- Il Pronto soccorso

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 6

55

- L’assistenza specialistica ambulatoriale

- Il ricovero ospedaliero

- L’assistenza semi residenziale

- L’assistenza residenziale e domiciliare

I comuni della comunità del Parco rientrano sotto l’amministrazione delle A.S.L. 5e A.S.L. 6 (Fig.1).

Figura n. 1. Distribuzione regionale delle A.S.L.

Le A.S.L. sono a loro volta articolate sul territorio in distretti, che subentrando nellamaggior parte dei casi negli ambiti territoriali delle ex U.S.S.L., hanno mantenutoun'articolazione logistica diffusa sul territorio, con sedi sub-distrettuali e sportelliper i cittadini dislocati nei Comuni già sedi di distretto prima della riforma del 1995.

Nell'organizzazione del sistema sanitario regionale, il distretto rappresental'articolazione dell'Azienda Sanitaria Locale che, ad un livello territoriale prossimoal cittadino, garantisce l'erogazione dell'assistenza sanitaria primaria e delleprestazioni socio-sanitarie, attraverso i servizi di:

- Assistenza medico generica e pediatrica

- Assistenza infermieristica

- Cure domiciliari

- Assistenza sanitaria specialistica extra ospedaliera

- Assistenza residenziale e semi residenziale di anziani e disabili

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 6

56

- Servizi di consultorio rivolti alla famiglia e ai minori

Le A.S.L. 5 e 6, di interesse per il presente lavoro, comprendono rispettivamente idistretti:

A.S.L. 5 A.S.L. 6

Distretto sanitario 1 – Collegno

Distretto sanitario 2 – Rivoli

Distretto sanitario 3 – Orbassano

Distretto sanitario 4 – Giaveno

Distretto sanitario 5 – Susa

Distretto sanitario 1 – Lanzo

Distretto sanitario 2 – Ciriè

Distretto sanitario 3 – Venaria

Distretto sanitario 4 – Caselle

Distretto sanitario 5 – Pianezza, Druento

Il quadro della ripartizione territoriale dei Distretti, dei Comuni, e delle relativeA.S.L. di competenza è riportata nella tabella seguente.

Tabella n. 1. Ripartizione territoriale dei Distretti sanitari delle A.S.L. 5 e 6

Comuni dell'areaappartenenti al distretto

N° di abitanti incarico aldistretto

A.S.L. 5 Distretto 1 - Collegno Collegno 87.578

Distretto 2 - Rivoli Rivoli 79.200

A.S.L. 6 Distretto 1 - Lanzo Varisella 25.950

Distretto 2 - Cirie Cirie 46.176

Fiano

Robassomero

Distretto 3 - Venaria Venaria 35.609

Distretto 4 - Caselle Caselle 38.230

Borgaro

San Maurizio

Distretto 5 - Pianezza Druento Druento 25.286

Givoletto

La Cassa

Pianezza

San Gillio

In Tab. 2 sono riportati i dati relativi la dotazione dei servizi sanitari riguardanti ildisagio e le varie forme di disabilità , dei Comuni oggetto di indagine, confrontaticon quelli del Comune di Torino.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 6

57

Tabella n. 2. Dotazione dei servizi sanitari

Servizio di igienementale

Attività peranziani

Attività per disabili Attività pertossicodipendenti

Comunitàterapeutiche

Borgaro 1

Caselle

Ciriè 1 1 2

Collegno 2 2 1 27

Druento

Fiano

Givoletto

La Cassa

Pianezza 1

Rivoli 1 1

Robassomero

San Gillio

San Maurizio 1 1

Varisella

Venaria Reale 1 1

Tot Area 5 4 5 3 27

Torino 35 5 24 10 8

Fonte: Banca dati socio demografica della Provincia di Torino

Volendo completare il quadro territoriale della dotazione di servizi sanitari non sipuò non evidenziare la presenza delle strutture ospedaliere sia pubbliche cheprivate, e la disponibilità di posti letto per popolazione residente.

Tabella n. 3. Strutture ospedaliere e posti letto per 1000 abitanti

Struttureospedaliere (N°)

Strutturepubbliche

Struttureprivate

Posti letto(N°)

posti lettodisponibili permille abitanti

Ciriè 1 1 182 10,01

Pianezza 2 2

Rivoli 1 1 216 4,36

San Maurizio 3 1 2 310 42,71

Venaria Reale 1 1 142 4,08

Tot Area 8 6 2 850 4,36

Torino 24 19 5 6405 7,09

Torino e Provincia 56 29 27 8872 4,00

I dati in tabella 3 mostrano una situazione per l’intera area (4,36 posti letto per1000 abitanti) in linea con l’andamento della provincia di Torino (4,00).

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58

6.2. I SOGGETTI GESTORI DELLA FUNZIONE SOCIO-ASSISTENZIALE

I soggetti gestori della funzione Socio-Assistenziale operanti nell’area sono:

Consorzio per i servizi socio-assistenziali C.I.S.S.A. di Alpignano

Alpignano, Druento, Givoletto, La Cassa, Pianezza, San Gillio, Venaria e ValDella Torre.

Consorzio intercomunale dei servizi alla persona dei comuni di Collegno e diGrugliasco.

C.I.S. Consorzio intercomunale dei servizi socio-assistenziali

Cirìè, S.Carlo C.se, S. Maurizio C.se, S.Francesco al Campo, Barbania, FrontC.se, Levone, Nole Rocca, Vauda, Grosso, Mathi, Villanova C.se, Fiano,Robassomero, Caselle T.se, Borgaro T.se.

C.M. VALLI DI LANZO (Ala di Stura,

Balangero, Balme, Cafasse, Cantoira, Ceres,

Chialamberto, Coassolo, Torinese, Corio,

Germagnano, Groscavallo, Lanzo torinese, Lemie,

Mezzenile, Monastero di Lanzo, Pessinetto, Traves,

Usseglio, Viù) Vallo, Varisella

A.S.M. - Azienda Speciale Multiservizi di Venaria

6.3. PATOLOGIE TUMORALI E MOBILITÀ SANITARIA PER RICOVERI ONCOLOGICI

Oltre alle ripartizioni territoriali su descritte in Aziende e Distretti sanitari, èpossibile leggere il territorio in base alla suddivisione per Poli Oncologici. A livelloregionale le 22 A.S.L. sono accorpate in 8 Poli. I poli di interesse per il presentelavoro sono il Polo di Orbassano che comprende l’A.S.L. 5 e il Polo di Ivrea in cuirientra l’A.S.L. 6

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Figura n. 2. Accorpamento delle 22 A.S.L. negli 8 Poli Oncologici

Polo oncologico A.S.L.

Ivrea 6 – Cirie

7 – Chivasso

9 - Ivrea

Orbassano 5 – Collegno

8 – Chieri

10 - Pinerolo

In questa sezione verranno presentati alcuni dati sulla mortalità per tumore e sullamobilità sanitaria per ricoveri oncologici in uscita e in entrata dalle A.S.L. 5 e 6.

Recenti indagini sul fenomeno suggeriscono un’interpretazione non solo“negativa” del fenomeno, per la quale la migrazione verso altre regioni sarebbemotivata unicamente da una carenza di strutture oncologiche tecnologicamenteadeguate. È possibile ipotizzare che una quota rilevante di ricoveri piemontesi inaltre regioni, sia attribuibile piuttosto a fattori di contesto (vicinanza geografica conaltre regioni, facilità di collegamento stradale e ferroviario).

I poli oncologici di interesse per la presente indagine (Orbassano e Ivrea) fannoregistrare le percentuali di ricovero nel polo più basse rispetto ai poli della regione,rispettivamente 45% e 33% contro l’80% del polo di Torino e Cuneo.

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60

Per descrivere adeguatamente il fenomeno nei territori in esame, e percaratterizzare meglio i soggetti che hanno avuto ricoveri in strutture esterne al polodi residenza vengono esaminate:

- le modalità di migrazione dal polo di residenza per ricoveri oncologici

- le caratteristiche anagrafiche (sesso, età , classe di ampiezza del comune diresidenza) dei soggetti ricoverati.

Tabella n. 4. Percentuali di ricoveri oncologici nello stesso Polo, nel resto delle Regione e Fuori Regioneanno 1999

Polo di residenza

Polo di ricovero ORBASSANO IVREA

Torino 50,3 54,5

Orbassano 45,5 6,4

Ivrea 0,6 33,3

Biella 0,0 1,6

Novara 0,2 0,5

Cuneo 1,7 0,2

Asti 0,1 0,0

Alessandria 0,1 1,0

Altre regioni 1,4 2,4

Totale 100,0 100,0

Fonte: CPO La mobilità sanitaria per ricoveri oncologici nella Regione Piemonte anno 1999

Grafico n. 1. Percentuali di ricoveri oncologici nello stesso Polo, nel resto delle Regione e Fuori Regioneanno 1999

53,1

64,3

45,5

33,3

1,4 2,4

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

ORBASSANO IVREA

Polo di residenza

% d

i ric

ove

ri

Fuori regione Entro regione Entro polo

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61

Dalla tab. 4 e dal graf. 1 si rileva che gli spostamenti intraregionali avvengonoprincipalmente tra aree contigue. Si nota infatti come nei Poli di Orbassano eIvrea, la migrazione sia prevalentemente verso Torino.

Dai dati riportati in Tab. 5 si rileva come la media di ricoveri avvenuti fuori dai polidi Orbassano (54,5%) e Ivrea (66,7%), sia molto più alta della media regionale(32,4%). Anche se su valori differenti è rispettata invece la relazione inversaesistente tra età e proporzione di pazienti che si spostano dalla propria area dicompetenza. Caso emblematico quello di Orbassano dove ben il 91,6% deipazienti con meno di 17 anni viene ricoverato in un polo diverso da quello diresidenza contro il 43,5% dei pazienti con più di 65 anni.

Si registrano differenze tra la situazione regionale e i poli indagati se si prende inesame la relazione esistente tra mobilità e dimensioni dei comuni di residenza. Alivello regionale la residenza in comuni con più di 30.000 abitanti è associata aduna minor quota di emigrazione. Tale andamento non si registra invece per i polidi Orbasssano e Ivrea, dove la percentuale di emigrazione dal proprio poloaumenta costantemente con l’aumentare della popolazione residente.

Tabella n. 5. Percentuali di ricoveri fuori dal Polo di residenza e fuori Regione per alcune caratteristicheanagrafiche dei ricoverati e del comune di residenza

Piemonte Orbassano Ivrea

Caratteristiche anagrafichedei residenti

N % emigrazione N % emigrazione N % emigrazione

CLASSE DI ETA'

Fino a 17 anni 2757 62,4 546 91,6 339 85,5

da 18 a 64 anni 65276 37,9 12269 61,1 7877 71,5

oltre 65 anni 59470 25,0 9045 43,5 5899 59,2

SESSO

Maschi 62063 31,8 10269 52,8 6899 67,7

Femmine 65440 33,0 11591 56,1 7216 65,8

DIMENSIONE DELCOMUNE

Da 0 a 5000 abitanti 36527 34,9 5085 46,5 5255 56,7

Da 5000 a 30000 abitanti 34636 41,5 8077 50,9 6575 68,5

oltre 30000 abitanti 56340 25,2 8698 62,6 2285 84,6

TOTALE 127503 32,4 21860 54,5 14115 66,7

Fonte: CPO La mobilità sanitaria per ricoveri oncologici nella Regione Piemonte anno 1999

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Grafico n. 2. Emigrazione dal polo di residenza per dimensioni del comune di residenza

Analizzando la relazione tra sesso e mobilità tra poli oncologici si osserva che, nelpolo di Orbassano la percentuale di femmine (56,1%) che si spostano è superiorealla percentuale di maschi (52,8%), disegnando un andamento simile a quelloregionale; nel polo di Ivrea le proporzioni sono invece invertite. Si registra unamaggiore mobilità dei maschi (67,7%) rispetto alle femmine (65,8%). Questedifferenze sono maggiormente interpretabili se analizzate anche in base ai tipi ditumore e di patologie.

Un ultima considerazione riguarda la mortalità per tipo di tumore e per Asl diresidenza. In tab. 6 e 7 sono riportati i tassi grezzi di mortalità per sesso e per Asldi residenza, per alcune tipologie di tumori. Il tasso grezzo esprime la quota didecessi registrati per 100.000 abitanti. I dati relativi alle Asl 5 e 6 in cui rientrano icomuni indagati, evidenziano tassi di mortalità maschili più elevati di quellifemminili, e comunque inferiori alla media regionale. In particolare il tasso relativoalla mortalità femminile nell’Asl 5 è in assoluto il più basso della Regione.

Tabella n. 6. Mortalità tassi grezzi uomini

UOMINI TASSI GREZZI DIMORTALITA’

Sede Asl 5 Asl 6 Totale Piemonte

Stomaco 19,1 23,8 24,8

colon retto 31,9 36,2 37,3

Polmone 107,5 76,0 106,7

Leucemia 9,6 5,3 10,6

Totale 300,5 307,8 364,9

Tabella n. 7. Mortalità tassi grezzi donne

DONNE TASSI GREZZI DIMORTALITA’

Sede Asl 5 Asl 6 Totale Piemonte

Stomaco 10,9 12,3 17,1

colon retto 24,0 22,9 31,6

Polmone 15,2 16,0 21,4

Leucemia 5,7 7,5 8,5

Mammella 43,4 47,1 48,9

Utero 11,4 13,7 12,5

Totale 196,9 213,4 254,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

Da 0 a 5000abitanti

Da 5000 a 30000abitanti

oltre 30000 abitanti

Dimensioni dei comuni

Qu

ota

di e

mig

razi

on

e

Piemonte Orbassano Ivrea

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 7

63

7. INFRASTRUTTURE PUBBLICHE

L’infrastrutturazione di un territorio può essere intesa come la realizzazione deiprogetti di utili a consentirvi l’insediamento e lo sviluppo di attività umane.L’obiettivo perseguito con la realizzazione di infrastrutture è quella di soddisfare ladomanda di servizi: impianti di produzione e reti di distribuzione di energia, reticinematiche tipo ferrovie, strade…), impianti di prelievo e reti di adduzionedell’acqua potabile, fognature e impianti di depurazione.Le nuove esigenze delle imprese spingono a una riorganizzazione dei servizi ditrasporto su scala mondiale attraverso un approccio multimodale e intermodale.La competitività di un´area territoriale viene infatti favorita dalla presenza di unamaglia di infrastrutture adeguata a soddisfare la domanda di trasporto e integrataattraverso nodi di interscambio, di piattaforme logistiche e intermodali.

LE STRADE

Il tasso di motorizzazione relativo all’area metropolitana torinese è notevolmenteaumentato dall’85 (45 auto/100 ab) ad oggi (62,8 auto/100 ab). Emergono inparticolare il dato di Torino (64,8 auto/100 ab) e di Borgaro T.se e Fiano (65-66auto/100 ab;), il dato medio dell’area è di 60 auto/100 ab; fonte dati: ACI 1999;Ambiente Italia, 2000. Complessivamente, il dato dell’area e quello del comune diTorino si posizionano con indici di motorizzazione privata fra i più elevati in Italia.L’occupazione del suolo nell’area si attesta su 422 autovetture ogni kmq datinotevolmente inferiori a Torino 4.521 auto/kmq.

Tabella n. 1. Automobili circolanti 2000 (Fonte: Tagliacarte/Aci)

Autovetture circolanti Popolazione Auto/100ab

Borgaro Torinese 8.263 12.757 65

Caselle Torinese 8.921 15.857 56

Ciriè 11.394 18.188 63

Collegno 27.819 46.641 60

Druento 4.743 8.235 58

Fiano 1.696 2.558 66

Givoletto 1.288 2.188 59

La Cassa 810 1.326 61

Pianezza 6.803 11.236 61

Robassomero 1.932 3.028 64

San Gillio 1.621 2.606 62

San Maurizio 4.272 7.259 59

Varisella 423 690 61

Venaria 20.344 35.660 57

Totale 100.329 168.229 60

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 7

64

La comunicazione interna all’area è garantita per la maggior parte da stradeinterne comunali e provinciali di connessione alla viabilità regionale.

L’area di riferimento è caratterizzata, per via della presenza del parco, da unamodesta dotazione di infrastrutture pubbliche. Fanno eccezione l’aeroporto diCaselle, la linea ferroviaria Torino – Modane, la strada statale 24 del Monginevro ela tangenziale di Torino. Queste infrastrutture sono collocate nelle fasceperimetrali dell’area e non ne costituiscono l’asse principale.

Tabella n. 2. I chilometri per tipologia di strada - 2002 (Elaborazione Soges su dati comunali)

vicinali comunali provinciali regionali autostrade

Borgaro Torinese

Caselle Torinese 7 24 27 - 4

Ciriè np 41 - - -

Collegno np np np np np

Druento 4 49,5 2,5 - -

Fiano 2,4 7 9 - -

Givoletto np np np np np

La Cassa np np np np np

Pianezza 4,62 68,98 0,5 4 1

Robassomero - 4 2 3 -

San Gillio np np np np np

San Maurizio Canavese 7,9 14,3 15,6 - -

Varisella 5 4 6 - -

Venaria 1 50 7 - 10

Totale

L’analisi delle infrastrutture sottolinea come le criticità /opportunità del sistema deitrasporti dell’area siano riconducibili a quattro fattori strettamente connaturati allageografia del territorio:

1. Innanzitutto, il territorio preso in analisi si caratterizza, nella sua porzionemeridionale come area nevralgica per lo sviluppo delle reti di trasporto sia alivello italiano che europeo. Testimoni di questa considerazione, sono lapresenza delle vie di comunicazione per la Francia e il progetto della linea adalta velocità Torino-Lione;

2. All’interno dell’area metropolitana, è forte la domanda di mobilità tra i centriminori e la città capoluogo, ma anche tra i centri di maggiore attrattività(Ciriè, Borgaro, Venaria);

3. Rilevanti sono gli interventi che permettono di garantire la connettività con lezone geograficamente più isolate (boschi, borgate montane…) al fine ditutelare e le aree selvatiche e rurali .

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 7

65

4. La presenza di infrastrutture viarie esercita una forte pressione (gas di scarico,impatto acustico, visivo, il consumo di suolo, l’impatto sul suolo, sottosuolo, esulle acque) su un territorio in cui è presente un’area protetta; lo sviluppo deitrasporti, essenziale per rispondere alla crescente domanda di mobilità devequindi risultare compatibile con l’ambiente e fornire valide alternative aitrasporti convenzionali.

Nella Tabella 3 sono indicate le strade provinciali che attraversano l’area.

Tabella n. 3. Le strade provinciali dell’area – 2003 (Fonte: Provincia di Torino)B

org

aro

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T.s

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ero

San

Gill

io

San

Mau

rizi

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Var

isel

la

Ven

aria

S.P. 1 delle Valli di Lanzo x x x x

S.P. 2 di Germagnano x x x x

S.P. 8 di Druento x x x x x x x

S.P. 9 di Altessano x x

S.P. 10 di Caselle x x

S.P. 11 di Villaretto x x

S.P. 12 del Fornacino x

S.P. 13 di Front x x

S.P. 14 di Ceretta Inf.e x

S.P. 15 di Ceretta Sup. x x

S.P. 16 di San Maurizio x x

S.P. 18 di Robassomero x x

S.P. 19 di Sedime x

S.P. 21 di San Carlo x

S.P. 22 del Colle Forcola x

S.P. 24 di Villanova x

S.P. 25 delle Grange di Nole x x

S.P. 176 di Savonera x

S.P. 177 di Valdellatorre x x

S.P. 179 di Pianezza x

S.P. 181 del Colle Forcola x x x x x

S.P. 182 di Varisella x x

S.P. 218 di Monasterolo x

S.P. 223 di Santa Cristina x

S.P. 239 di Villa Cristina x

S.P. 240 di Fiano x

S.P. 267 di Lombardore x x

S.P. 268 di Trucco x

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66

7.2 LA TORINO - MODANE E L’ALTA VELOCITÀ

La Torino – Modane è di importanza fondamentale per l'intero sistema nazionaledei trasporti poiché sostiene gran parte del traffico merci e passeggeri tra l’Italia ela Francia.L’UE ha individuato i nodi chiave della rete europea ad alta velocità (AV), traquesti, il collegamento Torino - Lione che prevede la realizzazione del tracciato neicomuni di Borgaro T.se, Venaria, Collegno, Pianezza.La Torino-Ceres ferrovia di importanza locale, vitale per il sistema di metropolitanoe per il collegamento con le valli di Lanzo.

Figura n. 1. Le infrastrutture viarie di importanza nazionale e il tracciato della linea

ad alta velocità in progetto.

7.3 L´AEROPORTO DI CASELLE

L'aeroporto di Torino Caselle, ubicato a Nord della città , nel territorio dei comuni diCaselle, San Maurizio Canavese e San Francesco al Campo, in posizioneequidistante tra le propaggini della catena alpina e il rilievo collinare del Po, nasceufficialmente nel 1938 e viene utilizzato principalmente per attività militare.Nel 1953 viene inaugurato il primo volo dell'aeroporto civile di Torino.Sul fronte del traffico aereo l´aeroporto di Caselle ha registrato nell´ultimodecennio un aumento costante di traffico sia passeggeri sia merci; la quota

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maggiore di traffico è originata dalla domanda di trasporto concentrata nellaprovincia di Torino (circa l´80% del totale).

Tabella n. 4. Aeroporto internazionale di Torino - Dati generali di traffico –

2001-2002 (Fonte Sagat)

2002/2001%

passeggeri n. 2.787.091,00 -1,2movimenti aeromobili n. 59.931,00 -7,6tonnellaggio aeromobili tonn. 2.338.997,00 -2,5posta tonn. 1.302,00 -41,7bagagli n. 1.951.951,00 -1,4merce aerea tonn. 4.339,00 -16,1merce di superficie tonn. 10.708,00 9,1merce totale tonn. 15.047,00 0,4

In sintesi, nonostante i risultati positivi, l´aeroporto di Caselle non sembra ancoraavere sviluppato tutte le sue potenzialità giustificate dalla posizione geografica edalla competitività dell’area.

Ad oggi il principale scalo del sistema aeroportuale piemontese dimostra ancorauna modesta forza d´attrazione commerciale su scala regionale e una scarsavisibilità presso l´utenza, ulteriormente indebolita dalla prossimità allo scalo diMalpensa.

La ridefinizione del ruolo futuro dello scalo torinese rimane fortemente vincolata auna serie di azioni, tra cui:

1. il completamento del processo di privatizzazione e del piano di rilancio;

2. gli interventi relativi alle infrastrutture e le opere di collegamento viario eferroviario dello scalo alla rete.

7.4 L’AEROPORTO “TORINO-AERITALIA” DI COLLEGNO

L'aeroporto, dedicato alla memoria di Edoardo Agnelli e inaugurato nel 1916 è unodei più vecchi d’Italia è ubicato alla periferia Nord-Ovest di Torino nel comune diCollegno. L’infrastruttura è dotata di tre piste (1 in asfalto e 2 in erba) adibite altraffico a motore, al volo a vela e all'atterraggio degli alianti.L’amministrazione comunale ritiene essenziale la valorizzazione dell’area edell’infrastruttura stessa che già fornisce servizi di pubblica utilità e potrebbediventare l'aeroporto turistico delle Olimpiadi 2006.

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7.5 LE RETI

La tabella ha lo scopo di illustrare sinteticamente le risultanze dei dati sulle retifognarie urbane, dell'acquedotto, del gas e l'illuminazione pubblica nei comunidell'area.Il prospetto comprende diverse serie di dati riferite rispettivamente:1. estensione della rete fognaria in esercizio per comune espressa in Km

- nera- bianca- mista

2. estensione della rete idrica in esercizio per comune espressa in Km,3. estensione della rete del gas in esercizio per comune espressa in Km,4. i punti di illuminazione di illuminazione pubblica.

Tabella n. 5. Le reti fognarie, dell’acquedotto, del gas e l’illuminazione pubblica nei comuni

dell’area - 2002 (Elaborazione Soges su dati comunali)

Rete fognaria in km

Rete

acquedotto in

km

Rete gas in

km

Punti luce

illuminazione

pubblica (n°)

Bianca Nera Mista

Borgaro Torinese

Caselle Torinese 5 31 - 30.80 - 1000

Ciriè 10 23 3 86 58 2395

Collegno np np np 103,20 np np

Druento 5 5 5 27,6 82,3 780

Fiano 1 1 11 15,90 - -

Givoletto np np np 33,20 np np

La Cassa np np np 8,80 np np

Pianezza - - 50,8 85,30 - 265

Robassomero - - 6 32 - 527

San Gillio np np np 16,70 np np

San Maurizio C.vese 28 31 - 65 - 900

Varisella - - 6 10 - 159

Venaria - - 40 74 58 3153

Totale

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7.5 I SERVIZI DI FOGNATURA E DEPURAZIONE

La provincia di Torino, per quanto riguarda i servizi di fognatura e depurazione ècaratterizzata da un fortissimo livello di consorzialità , in particolare nell'areametropolitana torinese è operante, oltre ad altri consorzi, l'Azienda Po Sangone(A.P.S.) cui è demandata la gestione del più grande impianto di depurazione dellaregione, al quale fanno capo gli scarichi della Città di Torino e di tutti i Comunidella prima e seconda cintura.Attualmente la popolazione dell’area considerata per il servizio di fognatura edepurazione è servita in prevalenza dall’ A.P.S. e dall’ A.I.D.A. - AziendaIntercomunale Difesa Ambiente che gestisce un depuratore consortile di reflui civilie industriali (Collegno, La Cassa, Pianezza).L’area dispone di una estesa rete fognaria per la raccolta delle acque refluedomestiche, industriali e meteoriche che interessa buona parte del proprioterritorio. Questa va ad innestarsi nel sistema dei collettori consortili dell' A.P.S. edall’ A.I.D.A .In base ai dati del Catasto degli scarichi della Regione Piemonte circa l’83% deireflui di origine urbana viene raccolto nei sistemi fognari ed avviato agli impianti didepurazione, e un altro 6% circa viene raccolto in assenza di impianto terminale didepurazione, un ulteriore carico (11% circa), specificamente ascrivibile a refluidomestici, deriva da insediamenti sparsi senza fognatura (piccoli centri, nucleiisolati), di norma vengono smaltiti in parte in acque superficiali e in parte nei primistrati del sottosuolo.

7.6 LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

La produzione di rifiuti urbani - così come definiti dal D.lgs. 22/97 - viene stimatasommando il quantitativo di rifiuti urbani destinati a smaltimento con quello deirifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata (RD).La “Relazione Annuale” elaborata dall'Osservatorio Rifiuti, della Provincia di Torinofornisce l’analisi dei dati relativi alla quantità di rifiuti prodotta su base provinciale ei dati quantitativi del sistema di raccolta, trattamento e smaltimento.Come primo dato si evidenzia un trend in aumento della produzione di rifiuti dal1996 al 2000 del 19%.Nel 2002 l’aumento risulta contenuto all’1.5%. La produzione della città di Torino èstabile, mentre altre aree, soprattutto nella cintura ovest, denotano aumenti,seguendo anche i flussi residenziali che dalla città si spostano sempre più verso lacintura metropolitana.Il Programma Provinciale di Gestione dei Rifiuti ha istituito all’interno dell’ambitoterritoriale ottimale della Provincia di Torino tre Aree di Pianificazione ( Area nord,Sud Est e Sud Ovest) e undici bacini di gestione dei rifiuti nei quali operano undiciConsorzi/Aziende. I Consorzi di Bacino gestiscono il sistema di raccolta ordinariae di raccolta differenziata.

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L’Area di Pianificazione che maggiormente contribuisce (59%) alla produzione dirifiuti provinciale è l’Area Sud-Est che include la città di Torino (da solarappresenta il 45% dell’intera produzione). In questa Area di Pianificazione opera ilCATN (Consorzio Torino Nord) nella gestione del bacino che comprende anche icomuni di Venaria e Borgaro. Il CATN ha smaltito e raccolto nel 2002 circa 74000t di rifiuti con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente.Nell’Area di Pianificazione Sud-Ovest opera il CIDIU (Consorzio Intercomunale diIgiene Urbana) che serve i comuni di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno,Druento, Grugliasco, Rivoli, Rosta, San Gillio e Villarbasse. La produzione di rifiutidel bacino gestito dal CIDIU è stata nel 2002 di 106300 t con un leggerodecremento rispetto al 2001 (0,1%)Nell’Area NORD opera il CSR - Consorzio Smaltimento Rifiuti - (tra i comuniconsorziati vi fanno parte Ciriè, Caselle, Fiano, Givoletto, La Cassa,Robassomero, San Maurizio e Varisella). Il Consorzio Smaltimento Rifiuti hasmaltito e raccolto nel 2002 circa 41500 t di rifiuti con un incremento del 3%annuo.La produzione di rifiuti urbani presenta significative, anche se non estremedifferenze tra i vari comuni e tra i vari ambiti territoriali. I principali fattori cheinfluiscono possono essere così identificati:Î flussi di lavoratori pendolari verso i centri maggioriÎ flussi turistici stagionaliÎ presenza di attività terziarie e commerciali i cui rifiuti sono conferiti con i rifiuti

urbaniÎ incidenza di aree verdi private e pubblicheÎ abitudini e stili di consumo

Tabella n. 6. Dati per comune sulla raccolta dei rifiuti urbani, sullaraccolta differenziata e l’incidenza sul totale nel 2002(Elaborazione Soges su fonte Osservatorio ProvincialeRifiuti)

Comune Consorzio Tot R t/a RD 02 t/a % RD

Borgaro Torinese CATN 5.242 1.321 25,2%

Caselle Torinese CSR 7.403 1.562 21,1%

Cirie' CIDIU 9.775 2.307 23,6%

Collegno CIDIU 22.275 4.455 20,0%

Druento CIDIU 3.980 1.011 25,4%

Fiano CSR 1.224 224 18,3%

Givoletto CSR 881 89 10,1%

La Cassa CSR 606 140 23,1%

Pianezza CIDIU 6.269 1.141 18,2%

Robassomero CSR 1.361 226 16,6%

San Gillio CIDIU 1.449 358 24,7%

San Maurizio Canavese CSR 3.581 641 17,9%

Varisella CSR 253 55 21,7%

Venaria Reale CATN 16.125 3.225 20,0%

Totale 80.426 16.755 20,8%

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7.5 IL SERVIZIO DI ACQUEDOTTO

Il servizio di acquedotto comprende: le opere di captazione, le condotte diadduzione, le reti di distribuzione, i serbatoi di accumulo e gli impianti ditrattamento delle acque da immettere in rete.La frammentazione delle gestioni e la mancanza di una fattiva pianificazionesovracomunale delle risorse idriche, prima di tutto ad uso idropotabile, sono tra iprincipali problemi che gravano sull’organizzazione di un servizio di acquedottoefficace, efficiente e di adeguata qualità . Gli effetti della loro mancata soluzionesono facilmente riscontrabili nell’elevato numero di fonti di approvvigionamento,distinte tra falde sotterranee (pozzi e sorgenti) ed acque superficiali.L'Ambito Territoriale Ottimale n. 3 - "Torinese" (ATO/3), fondato istituzionalmentesulla Legge 36/94 (Legge Galli sulla regolazione dei servizi) e sulla LeggeRegionale 13/97, ha il compito di garantire ai cittadini sul territorio di suacompetenza il servizio idrico integrato: captazione, adduzione e distribuzione diacqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.L'ATO/3 è distribuito su un territorio piuttosto ampio, interamente situato inProvincia di Torino ed è costituito da 306 Comuni raggruppati in 13 ComunitàMontane e 13 Aree Territoriali Omogenee. L’area di studio è suddivisa tra quattroaree omogenee:Î A.O. Ciriè (Ciriè, Fiano, Robassomero, San Maurizio Canavese)Î A.O. Val Ceronda (Varisella, Givoletto, La Cassa)Î A.O. Venaria (Druento, Pianezza, San Gillio, Caselle, Borgaro, Venaria)Î A.O. Rivoli (Collegno)Lo sviluppo della rete nell’area è superiore ai 500 chilometri (il dato parziale, è di504,5 Km – Vedere Tabella).Mediamente si hanno circa cinque opere di presa per comune servito.Le opere di presa prevalenti sono in larga misura pozzi e sorgenti mentre il ricorsoad acque superficiali risulta inferiore.I gestori del servizio di acquedotto sono:Î C.A.C.C. - Consorzio Acquedotto Intercomunale Ciriè- San CarloÎ S.M.A.T. Società Acque Metropolitane Torino S.p.A.

7.5 IL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEL GAS

Il sistema di trasporto del gas nell’area è costituito Rete di Trasporto Regionale(SNAM) non compresa nella Rete Nazionale di Gasdotti e dagli impianti ad essacollegati. La funzione principale è quella di movimentare e distribuire il gasnaturale in ambiti territoriali delimitati, tipicamente su scala regionaleLa distribuzione locale comprende quasi esclusivamente le vendite effettuate dalleaziende di distribuzione urbana ai clienti del settore civile e alla piccola industria

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Per quanto riguarda la rete dal punto di prelievo del metano dalla Rete diTrasporto Regionale si possono individuare la fase di “ricevimento” (vieneprelevato il gas in stazioni di decompressione, dette di primo salto, viene misuratala portata e operata l’”odorizzazione” e di “invio” (il metano viene convogliato nellarete cittadina ad alta pressione fino alle stazioni di decompressione di secondosalto).La quasi totalità dei comuni dell’area è collegata alla rete di distribuzione (12comuni su 14) mentre sono incompleti i dati relativi allo sviluppo in chilometri delladistribuzione urbana (vedere tabella).

7.6 I CONSUMI E L’OFFERTA DI ENERGIA ELETTRICA

Vengono analizzate la presenza e la distribuzione territoriale delle centrali diproduzione di energia elettrica nell’area, le informazioni sulla potenza, laproduzione dell’energia, la tipologia di centrale e i consumi di energia per usidomestici.I dati raccolti, facendo riferimento a diverse fonti informative (UTF Torino, Unapace, AEM Torino SpA, Eurogen, Erga) hanno consentito di ricostruire il numero,la tipologia di impianto e la potenza installata a livello comunale.

Tabella n. 7. Numero di impianti per la produzione di elettricità, tipologia di impianto e potenza installata a

livello comunale - 2002 (Elaborazione Soges su UTF Torino, Una pace, AEM Torino SpA,

Eurogen, Erga)

Comune Numero Impianti Potenza Installata(KW)

Idro-

elettricoTermo-elettrico

Idro-elettrico

Termo-elettrico

PotenzaTotale(KW)

Consumienergia elettrica

usidomestici/utenti

(KWh)

Consumienergiaelettrica(KWh)*

Borgaro Torinese 1 115 115 2.079 13.257.783

Caselle Torinese 1 3.535 3.535 2.085 16.093.073

Cirie' 1 3 1.040 14.319 15.359 2.081 18.914.209

Collegno 2 585 585 2.056 49.685.296

Druento 1 240 240 2.072 8.524.208

Fiano 1 1 208 32 240 2.795 3.574.805

Givoletto 2 800 800 2.270 2.477.705

La Cassa - 1.963 1.301.469

Pianezza 1 4 132 1.484 1.616 2.236 12.562.966

Robassomero 4 1 704 1.000 1.704 2.358 3.570.012

San Gillio - 2.317 2.990.089

San Maurizio Canavese - 1.968 7.142.856

Varisella - 1.473 508.185

Venaria Reale 3 926 926 2.020 35.124.770

Totale 9 17 2.669 22.451 25.120 2.127 231.881.694

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8. MOBILITÀ E PENDOLARISMO

Il presente lavoro si propone di descrivere le relazioni reticolari attraversol’individuazione delle gerarchie spaziali intercomunali e dei relativi bacini didominanza.Questo tipo di rappresentazione aggiunge nuovi elementi per la lettura di unsistema spaziale, arricchendo la visione della struttura organizzativa di unterritorio.Lo studio prende in considerazione i rapporti di reticolarità .Per identificare le caratteristiche delle relazioni spaziali sono stati utilizzati i datidei flussi intercomunali di pedolarità .

Lo studio di un sistema socio-economico e territoriale non può prescinderedall'analisi delle relazioni spaziali e quindi dei movimenti di pendolarità casa-lavoro. Tale analisi rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare laconoscenza dell'organizzazione territoriale dell’area.

In particolare lo studio delle relazioni spaziali fa riferimento a:

- Modellizzazione dei flussi; il fenomeno viene trattato attraverso modellimatematici quantitativi soggetti ad una serie di vincoli (.). ( Modellizzazionedei flussi pendolari – Il caso di Torino –IRES Piemonte 1991)

- Misurazione dei flussi; in cui vengono assunte a fondamento dell'analisidelle quantità e i rapporti tra di esse. Attraverso la conoscenza dell'entità deiflussi di pendolarismo e le loro aree di origine, la ricerca delle areeprivilegiate di destinazione; vengono individuati i legami peculiari tra le areedi origine e le aree di destinazione e disegnata, in sostanza, la mappa deibacini di pendolarità di lavoro.

Le banche dati disponibili (Censimento della Popolazione al 1991, ricerca ATM1996) e le precedenti analisi a cura dell'Ires riferite al territorio provinciale eregionale rappresentano i riferimenti principali dello studio.

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Modellizzazione dei flussi

La struttura spaziale dei flussi pendolari è strettamente collegata alla strutturadella distribuzione spaziale dell’occupazione, del reddito lordo locale ed i salari.Tali fattori determinano il livello di attrattiva di un’area.Per la zona considerata, con la premessa che essa presenta un saldo negativo diflussi verso il comune di Torino in quanto comune di rango superiore, le classirelative all’attrattiva sono evidenziate nella figura seguente.

Figura n. 1. Livello di “attrattiva” dei comuni dell’area di riferimento

(Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges

I “costi-ombra” descrivono i possibili effetti “barriera” nell’effettuare viaggi.Nel caso dell’area di studio i “costi-ombra” e quindi gli ostacoli di viaggio sonorelativamente bassi, tuttavia si possono individuare 4 classi riferite ai comunidell’area.

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Figura n. 2. I “costi ambra” (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

L’attrattiva del luogo di residenza è determinata dalla somma dei “costi-ombra”e dei valori di attrattività . Essa contiene due effetti: il primo, i fattori dilocalizzazione dipendono dal mercato del lavoro che influenza le decisioni sullamobilità e secondo, gli ostacoli di viaggio fuori dal luogo di residenza.Bassi livelli di attrattiva del luogo di residenza si ritrovano nei comuni più vicini allemontagne dove la densità della popolazione è poco elevata e i posti di lavoroofferti sono ridotti.

Figura n. 3. Attrattiva dei “Luoghi di residenza” (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

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Misurazione dei flussi

Per quanto concerne la mobilità interna all’area, cioè i flussi di “pendolarismo” permotivi di lavoro tra i comuni della Comunità del Parco è possibile individuare duetipologie di comuni: quelli che presentano una saldo positivo e risultano comecentri “attrattori” e quelli che presentano un saldo negativo mostrando un rapportodi dipendenza rispetto a questi ultimi.Dall’analisi dei dati si rileva che i comuni con saldo positivo sono in prevalenzaquelli che possiedono il numero maggiore di abitanti, fanno eccezione, SanMaurizio Canavese e Druento, mentre Collegno presenta un sostanziale equilibriotra flussi in entrata e flussi in uscita.

Tabella n. 1. I flussi di pendolarismo (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

abitanti entrate uscite saldoBorgaro Torinese 12754 1007 807 200Caselle Torinese 15437 1163 1047 116Ciriè 18178 1408 1178 230Collegno 48332 669 781 -112Druento 8228 230 609 -379Fiano 2558 156 285 -129Givoletto 2183 112 245 -133La Cassa 1326 98 147 -49Pianezza 11237 739 767 -28Robassomero 3028 523 406 117San Gillio 2581 152 339 -187San Maurizio Canavese 7259 528 866 -338Varisella 690 7 115 -108Venaria Reale 34777 1226 969 257

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Caselle Torinese

Givoletto

RobassomeroBorgaro Torinese

Venaria Reale

Pianezza

Ciriè

Collegno

Fiano

La CassaVarisella

San Gillio

San Maurizio Canavese

Druento

-400

-300

-200

-100

0

100

200

300

400

500

Grafico n. 1. Il saldo dei flussi di pendolarismo rispetto al volume della popolazione (Fonte: Provincia di

Torino – Elaborazione Gruppo Soges

Nell’osservazione della distribuzione della mobilità che è rappresentata dal 52%da flussi interni o verso Torino, circa il 17% si sviluppa all’interno della Comunitàdel Parco e il 35% è diretta verso il capoluogo. Il restante 48% è rappresentatodal flusso verso “aree esterne” principalmente verso i centri di Rivoli, GrugliascoLeinì e Lanzo.

-

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

Esterno Torino Comunità

Grafico n. 2. Distribuzione della mobilità (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 8

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Tabella n. 2. I flussi “Interni” e “Verso Torino” (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

Flusso nellaComunitàdel Parco

% FlussoversoTorino

%

Borgaro Torinese 807 12% 2969 43%Caselle Torinese 1047 13% 2650 34%Ciriè 1178 12% 1813 18%Collegno 781 3% 11286 43%Druento 551 13% 1678 40%Fiano 279 22% 449 36%Givoletto 196 19% 444 42%La Cassa 129 24% 170 32%Pianezza 423 7% 2380 37%Robassomero 399 25% 525 33%San Gillio 273 20% 497 36%San Maurizio Canavese 855 25% 831 25%Varisella 115 37% 76 24%Venaria Reale 829 5% 8418 48%

Totale/media 7862 17% 34186 35%

Grafico n. 3. I flussi “Interni” e “Verso Torino” (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo Soges)

0 2000 4000 6000 8000 10000 12000

Borgaro Torinese

Caselle Torinese

Ciriè

Collegno

Druento

Fiano

Givoletto

La Cassa

Pianezza

Robassomero

San Gillio

San Maurizio Canavese

Varisella

Venaria Reale

Flussi verso Torino

Flussi interni

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 8

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Nella figura sottostante sono evidenziate le classi positive e negative relative alsaldo dei flussi in entrata e uscita; Venaria, Pianezza, Cirié, Borgaro Torinesesono i comuni che mostrano il saldo positivo più consistente; al contrario Druentoe San Maurizio Canavese rivelano un notevole saldo negativo.

Figura n. 4. Il saldo dei flussi secondo quattro classi (Fonte: Provincia di Torino – Elaborazione Gruppo

Soges)

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 9

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9. QUADRO ECONOMICO PRODUTTIVO

In base alle analisi e le valutazioni di fonte censuaria e camerale (Censimenti dell’Industria e dei Servizi del 1996 e del 2001, Registro della Camera di Commerciodi Torino) e le informazioni desumibili dalle relazioni economiche (Piemonte eco-nomico sociale 2001- Ires Piemonte, Le schede dell’economia torinese della Ca-mera di Commercio di Torino) è possibile comprendere la struttura economicadell’area, in particolare la consistenza in termini di addetti e unità locali dei varisettori produttivi e l’evoluzione della stessa, misurando il peso dei vari comparti ela vocazione economica dell’area.

I dati del III trimestre 2002 diffusi da Unioncamere sulla base di Movinprese, la ri-levazione periodica condotta da Infocamere, rilevano l’esistenza di 17.207 unità .Le imprese iscritte nel Registro della Camera di Commercio di Torino superano disette unità le imprese cessate determinando così un debole saldo attivo (+0,04%).Il settore dell’agricoltura continua registrare una riduzione del numero di imprese (-0,6%) con un’incidenza del 4,2% rispetto agli altri settori.L’indice di sviluppo più consistente è ottenuto dalle costruzioni (+0,4%) che rap-presentano il 14,7% delle imprese, seguiti dai trasporti (+0,1%) che hannoun’incidenza del 5,1%, mentre le attività immobiliari, noleggio di attrezzature e in-formatica, gli alberghi e la produzione di energia gas e acqua non hanno registratovariazioni.Le industrie manifatturiere (15,6% di incidenza), registrano un tasso di crescitanegativo (-0,1%).Negativi risultano pure i risultati del commercio (-0,7%) e dell’intermediazione fi-nanziaria e assicurazioni (-0,5%) che costituiscono rispettivamente il 30,7% e il2,3% delle imprese.

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Grafico n. 1. Incidenza per settore delle imprese registrate nel III trimestre 2002 (Fonte: elaborazioni su datiinfocamere

Istruzione0,31%

Estrazione di minerali0,04%

Alberghi e ristoranti3,74%

Altri servizi pubblici,sociali e

personali4,07%

Intermediaz.monetaria e finanziaria

2,27%

Sanita' e altri servizi sociali0,21% Energ.elettr.,gas e

acqua0,03%

Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale

0,01%

Costruzioni14,77%

Comm.- rip.beni pers.e casa

30,74%

Attivita' manifatturiere15,60%

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

12,98%

Non classificate5,92%

Trasporti,magaz. e comunicaz.

5,13%

Agricoltura, caccia e silvicoltura

4,18%

Grafico n. 2. Numero per settore delle imprese registrate nel III trimestre 2002 (Fonte: elaborazioni su dati in-

focamere)

5289

2685

2541

2233

1019

883

719

700

644

391

54

36

5

7

1

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

Comm.- rip.beni pers.e casa

Attivita' manifatturiere

Costruzioni

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Non classificate

Trasporti,magaz. e comunicaz.

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Altri servizi pubblici,sociali e personali

Alberghi e ristoranti

Intermediaz.monetaria e finanziaria

Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali

Energ.elettr.,gas e acqua

Estrazione di minerali

Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale

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Tabella n. 1. Numero e percentuale di imprese per settore di attività III tri-

mestre 2002 (Fonte: Infocamere - Registro Imprese)

Classificazione Imprese %

Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 5289 30,74%

Attivita' manifatturiere 2685 15,60%

Costruzioni 2541 14,77%

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 2233 12,98%

Imprese non classificate 1019 5,92%

Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 883 5,13%

Agricoltura, caccia e silvicoltura 719 4,18%

Altri servizi pubblici,sociali e personali 700 4,07%

Alberghi e ristoranti 644 3,74%

Intermediaz.monetaria e finanziaria 391 2,27%

Istruzione 54 0,31%

Sanita' e altri servizi sociali 36 0,21%

Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 5 0,03%

Estrazione di minerali 7 0,04%

Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 1 0,01%

Totale 17207 100,00%

Dalla distribuzione territoriale dei dati si evidenzia una concentrazione delle impre-se registrate nei comuni di Rivoli, Collegno, Venaria, Ciriè, (complessivamente11904 aziende pari al 65% del totale). Seguono, con valori inferiori, i comuni diCaselle, Borgaro e Pianezza (2771 aziende - 20% del totale) e i comuni di SanMaurizio Canavese, Druento e Robassomero (1295 aziende - 10% del totale). Icomuni con meno unità locali risultano essere San Gillio, Fiano, Givoletto, La Cas-sa e Varisella con 717 aziende pari al 5% del totale.

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Tabella n. 2. Incidenza del numero delle U.L. per comune (Fonte: 8° Censimento Generale dell’Industria e deiServizi 2001)

Robassomero2,2%

Fiano1,2%

Givoletto1,2%

San Gillio1,8%

San Maurizio Canavese

3,6%

Druento3,4%

Borgaro Torinese6,4%

Pianezza6,2%

Caselle Torinese7,4%

Ciriè11,4% Venaria Reale

12,1%

Collegno16,9%

Rivoli25,2%

Varisella0,3%

La Cassa0,7%

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Tabella n. 3. Unità locali e addetti di attività economica e comune – Valori assoluti (Fonte: 8° Censimento

Generale dell’Industria e dei Servizi 2001)

UNITA' LOCALI DELLE IMPRESE

COMUNI INDUSTRIA COMMERCIO ALTRI SERVIZI

numero addetti numero addetti numero addetti

Borgaro Torinese 305 4675 303 1111 243 781

Caselle Torinese 365 2266 318 782 338 2145

Ciriè 414 2155 574 1638 546 2097

Collegno 567 4638 788 1847 875 3581

Druento 172 1513 125 248 138 354

Fiano 20 146 70 112 55 131

Givoletto 60 319 40 135 42 105

La Cassa 37 435 30 43 20 50

Pianezza 373 4311 237 692 207 944

Rivoli 898 10191 1187 3640 1225 4340

Robassomero 145 2296 79 296 64 204

San Gillio 115 747 61 109 63 154

San Maurizio Canave-

se 161 1835 170 376 135 536

Varisella 8 23 16 31 10 16

Venaria Reale 466 4371 597 2075 543 2505

Totale 4106 39921 4595 13135 4504 17943

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Tabella n. 4. Unità locali e addetti per settore di attività economica

e comune - Valori assoluti (Fonte: 8° Censimento Ge-

nerale dell'Industria e dei Servizi 2001)

UNITA' LOCALI DELLE ISTITUZIONI

COMUNI numero addetti

Borgaro Torinese 35 234

Caselle Torinese 4 2

Ciriè 56 2644

Collegno 121 1911

Druento 45 246

Fiano 20 144

Givoletto 22 52

La Cassa 13 27

Pianezza 43 448

Rivoli 203 2879

Robassomero 24 227

San Gillio 10 124

San Maurizio Canavese 37 378

Varisella 5 12

Venaria Reale 73 746

Totale 711 10074

Grafico n. 3. Grafico n. 3. Unità locali per settore di attività econo-mica nel 1996 e nel 2001 (Censimento Intermedio del-l'Industria e dei Servizi 1996 e Censimento Generaledell'Industria e dei Servizi 2001)

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

Industria Commercio Servizi

U.L

. 1996

2001

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Grafico n. 4. Addetti per settore di attività economica nel 1996 enel 2001 (Censimento Intermedio dell'Industria e deiServizi 1996 e Censimento Generale dell'Industria edei Servizi 2001)

0

10000

20000

30000

40000

50000

Industria Commercio Servizi

Ad

det

ti

1996

2001

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9.1 AGRICOLTURA

Malgrado l’alta densità degli insediamenti residenziali e industriali in alcuni aree ilterritorio dispone ancora di una vasta area agricola in prevalenza pianeggiante,contraddistinta da terreni fertili e produttivi e da un fitto sistema di canali.Il 5°Censimento Generale dell’Agricoltura delI’ISTAT (2000) rileva 13.791 ettari di“Superficie Agricola Totale” pari a circa il 3,6% di quella provinciale(379.241).Secondo questa fonte la riduzione della SAT a livello provinciale tra il1990 e il 2000 sarebbe stata quasi il 10%.Un carattere peculiare del territorio agricolo è dato dal fatto che esso è ripartito inmolte proprietà , la cui gestione è però affidata a poche aziende che affittano icampi e utilizzano metodi di coltivazione a maggiore impatto ambientale e a ca-rattere estensivo (il foraggiero, frumento e orzo,…). La superficie totale in affittorappresenta il 41% del totale; questo valore è decisamente più alto di quello pro-vinciale (25%).Accanto ai tradizionali prati permanenti e alle coltivazioni di cereali sono comparsealcune coltivazioni e produzioni parallele: il mais, la soia, l’apicoltura, la frutticoltu-ra e alcuni orti a conduzione familiare. L’attività agrituristica è poco diffusa aparte imaneggi del Parco della Mandria e due agriturismi operanti nell’area.Tabella n. 5. Numero corpi e Superficie agricola (Fonte: elaborazione su dati del 5°Censimento Generale

dell’Agricoltura delI’ISTAT 2000)

ComuneNumeroCorpi **

SuperficieTotale in

Affitto(ha)

Superficie Totaledi Proprietà si-

ze=1>SuperficieTotale in Affitto

(ha)

SuperficieTotale in

Uso gratui-to (ha)

SuperficieTotale(ha)

Borgaro Torinese 152 345,16 227,7 21,68 594,54Caselle Torinese 602 626,93 1136,34 0 1763,27Cirie' 640 484,51 364,54 40,58 889,63Collegno 824 349,84 437,3 31,44 818,58Druento 1677 483,56 610,68 10,93 1105,17Fiano 649 78,74 137,64 10,64 227,02Givoletto 130 1,88 528,33 59,84 590,05La Cassa 183 61,68 143,51 0 205,19Pianezza 591 634,66 625,14 9,17 1268,97Rivoli 1674 991,59 658,72 29,12 1679,43Robassomero 75 135,65 376,42 0 512,07San Gillio 235 382,14 354,76 28,05 764,95San Maurizio Canavese 604 417,32 467,7 4,5 889,52Varisella 349 377,64 79,98 0 457,62Venaria Reale 91 264,19 1761,32 0 2025,51

Totale area 8476 5635,49 7910,08 245,95 13791,52Totale Prov. TO 286390 93037,23 276836,6 9367,65 379241,5

** Porzione continua di terreno, non interrotta da fattori di discontinuità (Es: strade, corsi d'acqua ecc

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Dal punto di vista occupazionale, secondo i dati censuari, il settore agricolo assor-be l’1,5% degli occupati totali, valore che è inferiore al dato provinciale (3%).Per quanto riguarda il numero di imprese registrate, secondo dati di InfoCamere,le imprese registrate nel III trimestre 2002 erano 719 (tab ) e la superficie agricolamedia per azienda di circa 19,2 ha.In valori assoluti l’attività agricola di questa zona è modesta rispetto alle altre atti-vità economiche.Negli ultimi anni l’agricoltura della area ha subito numerose trasformazioni analo-gamente alle altre zone agricole piemontesi:

- progressi tecnologici,- diminuzione del numero degli addetti occupati e il loro progressivo invec-

chiamento,- la comparsa e la diffusione di forme di agricoltura part-time e la nascita di

imprese agricole di servizio,- la riduzione della produzione dei cereali,- parziale riconversione verso forme di coltivazione e di integrazione di atti-

vità (agriturismo, manutenzione del territorio, agricoltura biologica).

Il settore zootecnico presenta una situazione strutturalmente e tecnologicamenteavanzata e un patrimonio zootecnico rilevante.Gli allevamenti più significativi sono rappresentati dagli avicoli (197.217) che rap-presentano l’85% dei capi di allevamento, dai bovini (17.342) dei conigli (10.079) edai suini (5.033) che sono rispettivamente l’8%, il 6,4% e il 2% dell’ intero patrimo-nio zootecnico della provincia. L’attività tradizionale dell’area, l’allevamento dei ca-valli, rappresenta oltre l’11% di tutta la provincia per numero di capi (397).

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Grafico n. 5. Patrimonio zootecnico dell’area (Fonte: elaborazione su dati del 5°Censimento Generale

dell’Agricoltura delI’ISTAT 2000)

Comuni

Allevamenti

avicoli Bovini Caprini Conigli Equini Ovini Struzzi Suini

Borgaro Tori-

nese 70 797 - 15 - - - 8 890

Caselle Torine-

se 510 4.260 3 122 8 5 - 3.931 8.839

Cirie' 1.329 1.428 20 384 10 13 - 913 4.097

Collegno 608 915 18 136 17 60 2 - 1.756

Druento 453 1.504 35 160 8 - - 9 2.169

Fiano 163.908 33 11 27 - 16 - - 163.995

Givoletto 260 85 2 141 12 5 5 2 512

La Cassa - 451 - 7.100 18 - - - 7.569

Pianezza 26.102 1.487 60 368 14 76 - 18 28.125

Rivoli 3.067 3.125 4 1.277 116 10 26 141 7.766

Robassomero - 189 - - - - - - 189

San Gillio 533 392 44 189 19 156 1 11 1.345

San Maurizio

Canavese 15 1.796 - - 1 - - - 1.812

Varisella 107 240 15 65 61 311 - - 799

Venaria Reale 255 640 - 95 113 - - - 1.103

Totale 197.217 17.342 212 10.079 397 652 34 5.033 230.966

Tot Prov 3.022.327 242.979 12.464 157.546 3.543 29.979 965 149.456 3.619.259

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9.2 INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Il movimento anagrafico delle imprese nei comuni dell’area nel III trimestre 2002resi noti da Unioncamere sulla base di Movinprese mostrano un aumento del nu-mero delle imprese registrate (5238): a fronte di 48 nuove iscrizioni, le impresecessate risultano 42, determinando così un saldo attivo di 6 unità , con una diminu-zione delle industrie manifatturiere (-4) e un aumento delle imprese delle costru-zioni (+10).

In generale, in base alla comparazione tra i dati del Censimento Intermedio dell’Industria e dei Servizi del 1996 e l’8° Censimento dell’ Industria e dei Servizi del2001, alla riduzione di occupazione (-5%) ha corrisposto un calo del numero diaziende (-6%), con dimensione media di impresa di 9,7 addetti.

Tabella n.6. Numero delle Unità Locali e degli addetti nel 1996 e nel 2001 per Co-mune (Fonte: elaborazione su dati del Censimento Intermediodell’Industria e dei Servizi del 1996 e l’8°Censimento dell’Industria edei Servizi del 2001).

1996 2001

U.L. addetti U.L. addetti

Borgaro Torinese 263 4011 305 4675

Caselle Torinese\ 308 2568 365 2266

Cirie' 380 2659 414 2155

Collegno 744 6628 567 4638

Druento 188 1307 172 1513

Fiano 57 250 20 146

Givoletto 57 427 60 319

La Cassa 32 291 37 435

Pianezza 333 3649 373 4311

Rivoli 1074 10379 898 10191

Robassomero 125 1716 145 2296

San Gillio 96 873 115 747

San Maurizio Canavese 155 635 161 1835

Varisella 10 27 8 23

Venaria Reale 547 6551 466 4371

4369 41971 4106 39921

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Grafico n. 6. Comparazione tra le Unità Locali e gli addetti nel 1996 e

nel 2001 (Fonte: elaborazione su dati del del Censimen-

to Intermedio dell’ Industria e dei Servizi del 1996 e l’8°

Censimento dell’ Industria e dei Servizi del 2001).

Addetti

U.L. 20011996

0

10000

20000

30000

40000

50000

Il tessuto manifatturiero locale è caratterizzato dalla presenza di alcune grandi emedie imprese competitive e da una forte presenza di piccole imprese collegate alsistema di sub–fornitura.Il tessuto produttivo è rappresentato in prevalenza da aziende metalmeccanichegrandi e piccole, che operano prevalentemente all’interno del ciclo dell’automobile(intorno a questo comparto si sviluppa un notevole indotto di imprese).All’interno del settore metalmeccanico si manifesta una elevata diversificazioneproduttiva con imprese che si occupano di:- produzione di macchine utensili, stampi e attrezzature meccaniche;- fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, stampaggio lamiere;- produzione e istallazione di apparecchiature e sistemi elettrici, elettronici ed

elettromeccanici e per l’automazione industriale, sistemi antifurto;- produzione di componenti accessori e parti di ricambio dell’industra automobili-

stica.

L’area è anche caratterizzata da una forte presenza di imprese della gomma edelle materie plastiche e chimiche e da aziende di stampaggio del materiale pla-stico che sono direttamente legate all’indotto auto.

In sintesi, le problematiche che il sistema produttivo è costretto ad affrontare sonole seguenti:

- una forte pressione competitivà all’interno del mercato europeo e globale euna diminuita capacità di penetrazione dei mercati internazionali;

- una modesta attenzione ad investimenti nel marketing e nella costruzione direti commerciali e una elevata dipendenza dalla committenza Fiat per quantoriguarda i mercati di sbocco delle merci prodotte;

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- un progressivo calo dell’occupazione industriale, che ha coinvolto tutti i com-parti manifatturieri, con riduzioni sensibili nel settore legato alla produzione degliautoveicoli e di marcata intensità nelle industrie elettromeccaniche, della gom-ma e delle materie plastiche. E’ emersa nel contempo una carenza nell’offertadi personale qualificato rispetto alla domanda delle imprese;

- nelle piccole e medie imprese prevale una cultura industriale superata e un ca-rente livello di managerialità;

- una scarsa presenza di forti investitori locali, una bassa capitalizzazione dellePMI, un rapporto poco innovativo fra imprese e banche;

- l’appartenenza all’area metropolitana che crea inevitabilmente una dipendenzadalla città di Torino, per quanto riguarda la rete di servizi alle imprese.

La riduzione delle attività industriali manifatturiere è compensata dalla crescita delsettore delle costruzioni che ha confermato il trend di sviluppo che lo caratterizzada quattro anni: rafforzamento produttivo, aumento delle imprese (+0,4% nel IIItrimestre 2002 – Movimprese) e degli addetti.La componente più dinamica del settore è risultata l’edilizia non residenziale afronte di un rallentamento delle opere pubbliche e di una stabilizzazione della cre-scita delle abitazioni, sia nella nuova edilizia abitativa che negli interventi di ri-strutturazione.E’ opportuno rilevare che nell’edilizia, attraversando un fase di innovazione, conl’utilizzo di nuovi materiali, la comparsa di nuove tecnologie e nuovi macchinari, eil cambiamento dell’organizzazione del lavoro nei cantieri e le professionalità ri-chieste.

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9.3 COMMERCIO

9.3.1 ESERCIZI COMMERCIALI

La rete distributiva dell’area (rilevazione dell’Osservatorio Regionale del Piemonterelativa - 2001) sulla base delle nuove tipologie di vendita, definite dal decretolegislativo 114/98 di riforma del commercio e dalla legge regionale 28/99 diattuazione del decreto, è sintetizzata nelle seguenti tabelle.

Tabella n. 7. Esercizi di vicinato, medie e grandi strutture nell’area di riferimento (Fonte: elaborazione su datidell’Osservatorio Regionale del Commercio 2001– Regione Piemonte)

SETTOREMERCEOLOGICO

ESERCIZI DIVICINATO

MEDIE STRUTTURE GRANDI STRUTTURE

Numero Numero Superficie (mq.) Numero Superficie (mq.)

Alimentare 442 4 1.147 Non alimentare 1628 94 46.252 2 8904Misto - Alimentaree non alimentare 104 30 14.378 2 7005 Totale 2174 128 61.777 4 5.909

Tabella n. 8. I centri commerciali nell’area di riferimento 2001 (Fonte: elaborazione su dati dell’OsservatorioRegionale del Commercio – Regione Piemonte).

SETTOREMERCEOLOGICO

CENTRI COMMERCIALI

NumeroSuperficie(mq.)

Medie strutture 3 4.586Grandi strutture 6 40.332 Totale 9 44.918

Alle 2.174 imprese commerciali, rappresentate dai singoli esercizi di vicinato edalle medie e grandi strutture di vendita non inserite nei centri commerciali, sipossono sommare i 9 centri commerciali, per un totale di 2.183 impresecommerciali.

Gli esercizi di vicinato rappresentano, in termini di consistenza numerica, quasi il94% dei punti di vendita presenti sul territorio, le medie strutture, compresi i centricommerciali appartenenti alla tipologia, pesano per il 5,7%; le 10 grandi strutture,compresi 6 centri commerciali di grandi dimensioni, raggiungono lo 0,4%.

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94

Grafico n. 7. Esercizi di vicinato, medie e grandi strutture e centri commerciali nell’area di riferimento 2001(Fonte: elaborazione su dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio – Regione Piemonte).

Più significativo del dato di consistenza numerica è certamente il dato relativo allasuperficie di vendita. Utilizzando una stima per calcolare la superficie media degliesercizi di vicinato uguale a 30 mq. per gli esercizi misti e alimentari e 50 mq. perquelli non alimentari nei comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti erispettivamente 40 mq. per i misti e alimentari e 70 mq. per i non alimentari neicomuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti, la rete distributiva risultadisporre di una superficie di vendita complessiva di 254.434. Di questi 254.434 dimq. destinati alle attività commerciali, oltre la metà (51,8%) (Provincia e 57,7%) èdetenuto da esercizi di vicinato che risultano avere una superficie complessiva divendita di quasi 131.830 mq.Le medie strutture, compresi i centri commerciali appartenenti a questa tipologia,con 66.363 mq. pesano per il 26,1 % (Provincia 29,3 %). La grande distribuzioneche, compresi i centri commerciali appartenenti alla tipologia grandi strutture,detiene una superficie di 56.241 mq. pesa per l’22,1% (Provincia 12,9%). Lasuperficie di vendita delle medie e grandi strutture è rappresentata per il 36,6%(Provincia 17,2%) da centri commerciali. Nelle medie strutture l’incidenza deicentri commerciali raggiunge il 6,9% (Provincia 2,7%), a differenza delle grandistrutture la cui superficie di vendita è rappresentata per il 71,7% (Provincia 50,2%)da centri commerciali.I centri commerciali, singolarmente considerati, con i loro 44.918 mq.rappresentano il 17,7% (Provincia 6,44%) della rete distributiva.

1

10

100

1000

10000

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 9

95

Grafico n. 8. Esercizi di vicinato, medie e grandi strutture e centri commerciali nell’area e nella prov. di Torino2001 (Fonte: elaborazione su dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio–Regione Piemonte).

Grafico n. 9. Incidenza degli sercizi di vicinato, medie e grandi strutture e centri commerciali nell’area diriferimento (Fonte: elaborazione su dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio – RegionePiemonte).

24,3%

6,2%

17,7%

28,6%

6,4% 7,3%

51,8%

57,7%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

E S E R C IZ I D I

V IC IN A T O

M E D IE

S T R U T T U R E

G R A N D I

S T R U T T U R E

C E N T R I

C O M M E R C IA LI

AREA

Prov. TO

51,8%24,3%

6,3%

17,7%esercizi di vicinato

medie strutture

grandi strutture

centri commerciali

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96

9.4 MERCATI AMBULANTI

I mercati ambulanti presenti nell’area sono 36, essi si svolgono con cadenzasettimanale per tutto l’arco dell’anno. Ogni mercato, ha una media di 61 banchi dicui 23 alimentari e 39 non alimentari. Di questi il 5,5% è gestito da agricoltori eallevatori. Nell’intera provincia di Torino si realizzano 359 mercati settimanali.

Tabella n. 9 I mercati ambulanti nei comuni dell’area di riferimento 2001 (Fonte: elaborazione su datidell’Osservatorio Regionale del Commercio – Regione Piemonte).

Comune Località Giorni Periodo Banchi Banchi Produttori Allevatori TotaleAlim. Extra-

Alim.Agricoli

BORGARO VIA CIRIE' MA SA Annuale 11 17 1 1 30

BORGARO VIA CIRIE' SA Annuale 19 31 2 0 52

CASELLE NUOVA PIAZZA - FRAZIONEMAPPANO

VE Annuale 16 24 1 0 41

CASELLE PRATO FIERA LU Annuale 27 66 7 0 100

CIRIE' CORSO NAZIONI UNITE VE Annuale 70 185 21 3 279

CIRIE' PIAZZA VITTIME SUL LAVORO MA Annuale 8 12 4 0 24

COLLEGNO PIAZZA DANTE TORELLO SA Annuale 39 32 6 0 77

COLLEGNO PIAZZA DELLA CONCORDIA GI Annuale 41 67 4 0 112

COLLEGNO PIAZZA EUROPA UNITA MA Annuale 15 22 2 0 39

COLLEGNO VIA PASUBIO - CORSO MONTELLO VE Annuale 45 56 3 0 104

COLLEGNO VIA PELLICO - VIA RISORGIMENTO ME Annuale 82 139 12 0 233

DRUENTO CORSO CARLO BRERO SA Annuale 16 20 2 0 38

DRUENTO CORSO CARLO BRERO ME Annuale 16 26 2 1 45

FIANO PIAZZA DELLA CHIESA GI Annuale 9 6 1 0 16

GIVOLETTO PIAZZA DELLA REPUBBLICA MA Annuale 4 7 0 0 11

LA CASSA PIAZZA CENTRALE GI Annuale 5 6 0 0 11

PIANEZZA PIAZZA CAVOUR SA Annuale 6 3 1 0 10

PIANEZZA VIA DON BOSCO GI Annuale 19 36 3 0 58

RIVOLI PIAZZA CAVALLERO MA Annuale 7 8 1 0 16

RIVOLI PIAZZA CERVI SA Annuale 27 61 4 0 92

RIVOLI PIAZZA DELLA REPUBBLICA GI Annuale 21 28 2 0 51

RIVOLI PIAZZA MATTEOTTI - PIAZZABOLLANI

ME Annuale 15 24 4 2 45

RIVOLI PIAZZA TRANSILVANIA VE Annuale 49 175 5 2 231

RIVOLI TETTI NEIROTTI LU Annuale 4 3 1 0 8

RIVOLI VIALE DI NANNI GI Annuale 17 24 4 0 45

ROBASSOMERO

PIAZZA RODARI GI Annuale 7 7 0 0 14

SAN GILLIO PIAZZA XXV APRILE VE Annuale 8 5 1 0 14SANMAURIZIO

PIAZZA MARCONI ME Annuale 20 48 6 0 74

VARISELLA VIA DON CABODI LU Annuale 2 1 0 0 3

VENARIA PIAZZA DE GASPERI MA GI Annuale 22 20 0 0 42

VENARIA PIAZZA DE GASPERI GI Annuale 33 28 6 0 67

VENARIA PIAZZA DON ALBERIONE LU Annuale 18 18 0 0 36

VENARIA PIAZZA DON ALBERIONE VE Annuale 20 19 0 0 39

VENARIA PIAZZA NENNI MA Annuale 8 22 0 0 30

VENARIA VIA TRENTO ME Annuale 35 54 3 0 92

VENARIA VIALE BURIDANI SA Annuale 53 89 9 1 152

TOT AREA Annuale 814 1389 118 10 2331

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97

9.5 PUBBLICI ESERCIZI

La rilevazione 2001 censisce 781 pubblici esercizi nell’area.Il quadro della consistenza di tali servizi è delineato dalla distribuzione territorialedegli esercizi per comune e dalla diversa composizione delle tipologie di locali inciascun comune. La situazione dei pubblici esercizi è riassunta nella tabellaseguente.

Tabella n. 10. Tipologie di esercizio dei comuni dell’area 2001 (Fonte: elaborazione su dati dell’OsservatorioRegionale del Commercio – Regione Piemonte).

COMUNE

Bar-ristorantitipologia

A-B

Ristorantitipologia

A

Bartipologia

B

Bar eristorantitipologia

C

Baranalcolicitipologia

D

Bar eristoranti incomplessi

ricettivi

Bar eristorantiin aree diservizio

Circoli Agriturismo

Borgaro Torinese 19 2 14 2 1 5 43

Caselle Torinese\ 22 15 2 2 41

Cirie' 23 14 33 2 3 4 79

Collegno 46 65 94 4 8 1 29 247

Druento 4 4 6 1 2 3 20

Fiano 6 2 3 11

Givoletto 1 1 1 3

La Cassa 4 2 1 7

Pianezza 8 3 11 1 5 28

Rivoli 42 20 67 5 9 2 2 18 165

Robassomero 1 6 1 1 9

San Gillio 1 1 3 2 1 8San MaurizioCanavese 9 6 9 1 25

Varisella 1 1 1 3

Venaria Reale 19 12 43 2 4 2 1 9 92

Totale 206 136 299 18 24 9 5 82 2 781

Gli esercizi che offrono servizi di ristorazione sono complessivamente 374 (136ristoranti, 224 bar-ristoranti, 9 bar-ristoranti in complessi ricettivi, 5 bar-ristoranti inaree di servizio). A questi si possono aggiungere le 2 aziende agrituristiche cheoperano nell’area.Gli esercizi che offrono esclusivamente servizi di somministrazione di bevande oristoro ammontano a 323, suddivisi in 299 bar e 24 bar-analcoolici. A questi sipossono aggiungere, per affinità di tipologia, gli 82 circoli privati che offrono, siapure ai soli soci, prevalentemente servizi di somministrazione di bevande e,soltanto molto raramente, di ristorazione.Per singola tipologia di esercizio i bar risultano i più diffusi (323 esercizi), seguitidai bar-ristorante (238).I ristoranti (138) superano, i circoli privati (82). La diffusione delle aziende diagriturismo è scarsa nella graduatoria delle tipologie (2 esercizi).

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La linea di tendenza segnalata dalla dinamica del 2001 è di sensibile egeneralizzata crescita; in controtendenza un solo saldo negativo, limitato peraltroad un solo esercizio in meno, nel caso della tipologia bar-ristoranti in complessiricettivi.

Grafico n. 10. Tipologie di esercizio - Incidenza nell’Area di studio 2001 (Fonte: elaborazione su datidell’Osservatorio Regionale del Commercio – Regione Piemonte).

323

238

136

82 2

Bar

Bar-ristoranti

Ristoranti

Circoli

Agriturismi

L’insieme dei locali che offrono servizi di ristorazione, i ristoranti ed i bar-ristoranti,raggiungono una quota pari al 47,9% dei pubblici esercizi in Piemonte e lamaggior parte di questi (il 63,6%) ha anche il servizio di somministrazione dibevande, la tipologia bar-ristorante rappresenta oltre il 30,5% del totale.Aggiungendo lo 0,25% delle aziende di agriturismo si ottiene che l’area dellaristorazione raggiunge, nel 2001, il 48,2% degli esercizi pubblici.Il servizio di somministrazione di bevande è praticato in esclusiva dal 41,35% degliesercizi (38,28% bar e 3,07% bar-analcoolici). Apprezzabile il peso percentualedei circoli che raggiungono il 10,5%. Se sommati, per affinità di funzione,all’insieme delle tipologie di bar, portano l’area della somministrazione alla quotadel 51,9% degli esercizi in complesso.Analizzando la distribuzione delle singole tipologie di esercizio si può notare unarilevante diffusione dei ristoranti nell’area (17,41% a fronte del 14,1% medioprovinciale). I bar sono molto diffusi (41,36%) ma inferiori rispetto alla mediaprovinciale (42,76%). La tipologia dei bar-ristoranti presenta una buona diffusione(30,47%) ed è sui livelli provinciali (30,81%).È apprezzabile, la quota percentuale dei circoli privati che raggiunge il 10,5% degliesercizi di servizio pubblico. Questa tipologia si è sviluppata in misurasensibilmente inferiore rispetto alla provincia (11,42%).Le aziende di agriturismo presentano una concentrazione minore (0,26%) rispettoa quella della Provincia di Torino (0,92%).

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99

Tabella n. 11. Tipologie di esercizio – Incidenza nell’Area di studio e in Provincia di Torino 2001 (Fonte:elaborazione su dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio – Regione Piemonte).

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Bar

Bar-ri

stora

nti

Ristor

anti

Circoli

Agritu

rism

i

Area

Prov TO

Tabella n. 12. Densità abitanti/pubblici esercizi 2001 (Fonte: elaborazione su dati dell’Osservatorio Regionaledel Commercio – Regione Piemonte).

BAR - RISTORANTI RISTORANTI BAR

TOTALEPUBBLICIESERCIZI

abitanti / pubblici

eserciziabitanti / pubblici

eserciziabitanti / pubblici

eserciziabitanti / pubblici

esercizi

Borgaro Torinese 575 6330 904 294

Caselle Torinese 642 0 1027 376

Cirie' 658 1315 558 233

Collegno 815 740 471 195

Druento 1180 2065 1033 413

Fiano 433 0 1298 236

Givoletto 2161 2161 2161 720

La Cassa 334 667 0 191

Pianezza 1265 3796 949 407

Rivoli 867 2600 684 315

Robassomero 2945 491 2945 327

San Gillio 866 2599 866 325

San MaurizioCanavese 787 1180 787 283

Varisella 684 0 0 228

Venaria Reale 1287 3003 767 392

Tot. Area 846 1630 686 284

Provincia 639 1579 521 254

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100

9.6 ESERCIZI COMMERCIALI SULLE FORME SPECIALI DI VENDITA

Gli esercizi commerciali sulle forme speciali di vendita includono le rivendite digeneri di monopolio che sono in tutto 98 e sono in rapporto di 1 ogni 2.262 abitanti(provincia di Torino 1 ogni 1.730 abitanti). Per quanto riguarda i 73 distributori dicarburante dell’area, il rapporto abitanti/impianto è pari a 3.036 mentre quelloprovinciale è di 2.902. Le farmacie sono presenti nel territorio in rapporto di 1 ogni4618 abitanti (provincia di Torino: 1 ogni 3.370 abitanti).

Tabella n. 13. Esercizi commerciali sulle forme speciali di vendita per Comune 2001 (Fonte: elaborazione sudati dell’Osservatorio Regionale del Commercio – Regione Piemonte).

COMUNE

Rivenditegeneri di

monopolio

abitanti/rivenditegeneri di

monopolioDistributoricarburante

abitanti/distributoricarburanti Farmacie

abitanti/farmacie

Borgaro Torinese 4 3165 5 2532 2 6330

Caselle Torinese 6 2567 5 3081 3 5135

Cirie' 10 1841 10 1841 5 3682

Collegno 19 2531 12 4008 10 4809

Druento 3 2754 2 4131 1 8261

Fiano 1 2596 2 1298 1 2596

Givoletto 1 2161 1 2161 1 2161

La Cassa 1 1334 - - 1 1334

Pianezza 5 2277 3 3796 2 5694

Rivoli 28 1857 13 4000 12 4333

Robassomero 2 1473 4 736 1 2945

San Gillio 1 2599 2 1300 1 2599

San Maurizio Canavese 2 3540 4 1770 1 7079

Varisella 1 684 0 - 0 -

Venaria Reale 14 2574 10 3604 7 5148

Tot.Area 98 2.262 73 3.036 48 4.618

Prov. Torino 1280 1730 763 2902 657 3370

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101

9.7 RIVENDITE QUOTIDIANI E RIVISTE

Le rivendite quotidiani e riviste nell’area sono 107 di cui 53 edicole esclusive e 54promiscue. La densità abitanti/edicole è di 2071, mentre quella provinciale che è di1780.

Tabella n. 14. Rivendite quotidiani e riviste per Comune 2001 (Fonte: elaborazione su dati dell’OsservatorioRegionale del Commercio – Regione Piemonte).

COMUNEEdicole

esclusiveEdicole

promiscue Totabitanti /edicole

Borgaro Torinese 3 1 4 3165

Caselle Torinese 6 2 8 1926

Cirie' 4 6 10 1841

Collegno 21 21 2290

Druento 2 2 4 2065

Fiano 1 0 1 2596

Givoletto 1 1 2161

La Cassa 1 1 2 667

Pianezza 4 2 6 1898

Rivoli 17 9 26 2000

Robassomero 1 1 2 1473

San Gillio 2 2 1300

San Maurizio Canavese 2 4 6 1180

Varisella - - - -

Venaria Reale 10 4 14 2574

Tot.Area 53 54 107 2071

Prov. Torino 245 999 1244 1780

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102

9.8 SERVIZI

Analizzando la consistenza delle imprese dell’area appartenenti al settore deiservizi, nel III trimestre 2002, si rilevano 4.942 aziende registrate presso laCamera di Commercio di Torino.

Esaminando nel dettaglio il terziario si conferma significativa l’incidenza (45%) delcomplesso costituito dalle “attività immobiliari, noleggio, informatica e attivitàprofessionali”. L’insieme dei servizi considerati sono generalmente indirizzati alleimprese, ed hanno carattere tecnico operativo, organizzativo e commerciale.I servizi di informatica confermano l’andamento positivo anche se in manierameno marcata rispetto agli ultimi anni.L’attività immobiliare ha proseguito il trend positivo a causa del miglioramentocondizioni del credito e dell’aumento della domanda.Gli alberghi e i ristoranti rappresentano il 13% delle imprese dei servizi; malgrado ivalori assoluti registrati emerge una struttura ricettiva debole e inadeguata asfruttare le opportunità che l’area è in grado di offrire. Per quanto riguarda nellospecifico i ristoranti, l’argomento è stato trattato nel capitolo precedente.All’interno del terziario vanno segnalate la vitalità imprenditoriale del comparto deiservizi pubblici, sociali e personali, in sintonia con lo sviluppo del mercato in questicampi di attività , una quota significativa del settore finanziario, connesso allenuove forme di raccolta e gestione del risparmio, e soprattutto l’ulterioreincremento dei servizi legati alla sanità e ai servizi sociali.

Grafico n. 11. Incidenza dei vari comparti nel settore terziario III trimestre 2002 (Fonte: elaborazioni su datiinfocamere).

1%1%8%

13%

14%

18%

45%

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Trasporti,magaz. ecomunicaz.

Altri servizi pubblici,sociali epersonali

Alberghi e ristoranti

Intermediaz.monetaria efinanziaria

Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali

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103

Tabella n. 15. Movimento anagrafico delle imprese dei servizi nei comuni dell’area III trimestre 2002 (Fonte:elaborazione su dati Infocamere - Registro Imprese).

COMUNI

ALB

ER

GH

I ER

IST

OR

AN

TI

TR

AS

PO

RT

I,M

AG

AZ

ZIN

AG

GIO

EC

OM

UN

ICA

ZIO

NI

INT

ER

ME

DIA

ZIO

NE

MO

NE

TA

RIA

EF

INA

NZ

IAR

IA

AT

TIV

ITA

'IM

MO

BIL

IAR

I,N

OLE

GG

IO,

INF

OR

MA

TIC

A,

RIC

ER

CA

, PR

OF

ES

S.

ED

IMP

RE

ND

IT.

IST

RU

ZIO

NE

ALT

RI S

ER

VIZ

IP

UB

BLI

CI,

SO

CIA

LI E

PE

RS

ON

ALI

Borgaro Torinese 37 94 15 118 5 1

Caselle Torinese 38 84 20 109 4 2

Ciriè 81 54 60 233 12 3

Collegno 123 189 60 485 6 4

Druento 18 33 10 78 2 3

Fiano 13 7 6 25 0 0

Givoletto 2 14 7 29 1 0

La Cassa 5 3 4 10 0 0

Pianezza 33 37 22 102 3 2

Rivoli 162 175 129 661 15 11

Robassomero 14 7 5 30 0 3

San Gillio 7 17 4 34 0 0

San Maurizio Canavese 27 31 7 63 0 2

Varisella 4 1 0 2 0 0

Venaria Reale 80 137 42 254 6 5

Totale 644 883 391 2233 54 36

La tendenza alla terziarizzazione degli ultimi anni risulta confermata dall’esamedei dati censuari, nella quale il settore dei servizi presenta, tra il 1996 e il 2001, unincremento del 34%. Rispetto ai dati di Infocamere il numero di aziende delterziario riferita al 2001 è di 5.215; la non diretta comparabilità dei dati deriva dalfatto che il censimento rileva le unità locali e acquisisce i dati con differentimodalità .

Grafico n. 12. Unità Locali nel 1996 e nel 2001 Comune (Fonte: elaborazione su dati del Censimento Intermediodell’ Industria e dei Servizi del 1996 e l’8°Censimento dell’Industria e dei Servizi del 2001)i

0

2000

4000

6000

1996

2001

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104

Tabella n. 16. Numero delle Unità Locali e degli addetti nel 1996 e nel 2001 per Comune (Fonte: elaborazionesu dati del Censimento Intermedio dell’Industria e dei Servizi del 1996 e l’8° Censimentodell’Industria e dei Servizi del 2001)

1996 2001

imprese addetti imprese addetti

Borgaro Torinese 221 519 278 1015

Caselle Torinese 281 1400 342 2147

Cirie' 429 1131 602 4741

Collegno 787 2270 996 5492

Druento 120 212 183 600

Fiano 44 73 75 275

Givoletto 38 69 64 157

La Cassa 16 174 33 77

Pianezza 188 519 250 1392

Rivoli 1081 3051 1428 7219

Robassomero 53 364 88 431

San Gillio 48 80 73 278

San Maurizio Canavese 107 238 172 914

Varisella 4 6 15 28

Venaria Reale 481 1278 616 3251

3898 11384 5215 28017

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105

9.9 IL TERZIARIO INNOVATIVO

Negli ultimi anni, nella provincia di Torino il terziario avanzato e la domanda diservizi innovativi da parte delle imprese hanno assunto un’ importanza crescente.Secondo un’indagine condotta dall’Unione Industriale di Torino nel 2001, suiservizi innovativi circa 22 mila imprese in grado di soddisfare tale domanda nelterritorio provinciale.L’esame sulla localizzazione delle imprese del terziario innovativo l’area diriferimento consente di individuare quattro classi; il comune di Collegno spicca nelcontesto per l’elevato numero di imprese, seguono i comuni di Ciriè, Caselle,Borgaro Venaria e Pianezza.

Figura n. 1. Localizzazione del numero di imprese del terziarioinnovativo nel 2001 ( Fonte: Unione Industriale di Torino)

L'analisi cartografica sulla concentrazione di imprese del terziario innovativo(costruita rapportando il numero di imprese del terziario innovativo al numero diimprese totali presenti sulla medesima area) evidenzia la presenza di una fasciache si estende da est a ovest di Torino, dove la localizzazione delle imprese cheoffrono servizi è fortemente giustificata dalla presenza di insediamenti produttiviche esprimono un'elevata domanda.

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106

Figura n. 2. Concentrazione di imprese del terziario innovativo nel 2001 –Numero indice ( Fonte: Unione Industriale di Torino)

Le aziende oggetto dell’indagine appartengono ai settori dei servizi allaproduzione, intermediazione commerciale, agenzie assicurative,contabilità –consulenza fiscale – revisione bilanci, pubblicità e comunicazione cherappresentano quasi tre quarti delle aziende.

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107

10. TURISMO

10.1 ANALISI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA TURISTICA

Nello studio viene riservata una trattazione autonoma al settore turistico-ricettivo,alle tendenze nell’area considerata, all’evoluzione più recente e alla collocazionestrategica nell’ambito dell’area metropolitana.Il turismo regionale si muove peraltro in un contesto nel quale stanno cambiandosostanzialmente i pesi dei diversi settori di domanda, e cioè alla tradizionalecomponente di tipo montano e lacuale, si va aggiungendo il turismo di città d’artee culturale, in forte e costante crescita, che secondo gli osservatori più avvertitirappresentano grandi mercati di sviluppo.Lo studio tuttavia evidenzia che, a fronte di una generale ripresa del settorenell’area e del crescente contributo che il turismo produce nel sistema economicolocale, si assiste a un deficit di ospitalità , rivelato sia da bassi standard didotazione ricettiva che da più ridotti tempi di permanenza media rispetto alle areedel paese tradizionalmente più attrezzate e alle altre città italiane. In sostanzal'offerta alberghiera non è in grado di cogliere attualmente tutte le opportunitàquantitative del flusso turistico in entrata né di far fronte alla forte crescita delturismo prevista dai principali studi di settore.Anche per il settore del turismo culturale, che ha avuto nell’ultimo decenniodinamiche di forte crescita a livello nazionale e si configura come una nuovaopportunità per le imprese del settore e soprattutto per l’indotto turistico, l’arearivela una sostanziale inadeguatezza dell’offerta di strutture specializzatecompetitive sotto il profilo dell’offerta sia quantitativa che qualitativa.Il quadro complessivo del turismo ricostruito nello studio presenta dunque perl’area una positiva dinamica degli anni più recenti e notevoli potenzialità disviluppo per il futuro, che devono essere accompagnate da un programma dicrescita dell’offerta di ricettività turistica.

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10.2 ANALISI QUALITATIVA DELLA DOMANDA

Il mercato attuale del turismo si presenta come un sistema in cui per il cliente-turista esistono migliaia di combinazioni e di possibilità che possono essereindagati solo con un’analisi che tenga conto di tutti gli aspetti, da quelli logistici aquelli motivazionali e relazionali.

Il mercato pretende, da parte degli attori coinvolti una sempre maggior flessibilità ,intesa come capacità di proporre prodotti variamente configurati ed adattabili, ingrado di soddisfare le esigenze più svariate del cliente, il quale, molto piùfacilmente che in passato, è pronto a scegliere azioni diverse ed è in grado dicambiare del tutto tipologia di viaggio a seconda delle condizioni che sipresentano.

Tempo libero di giornata

Il tempo libero di giornata non determina quasi mai turismo inteso comepernottamento in una determinata località , ma il fenomeno è più vario di quantopossa sembrare. Nell’area la domanda è essenzialmente legata allo svolgimentodi attività sportive, alla partecipazione ad attività culturali e al turismo scolastico ereligioso.

Short break e week endE’ un tipo di turismo verso residenze secondarie al di fuori degli agglomeratiurbani, ma anche presso le luoghi d’arte o per la pratica di turismo alternativi comequello eno-gastronomico con la riscoperta dei prodotti tipici, e l’"Ecoturismo"legato alla fruizione dei paesaggi e degli ambienti.La pratica di questa forma di turismo è intrapresa da alcune categorie lavorativemeno legate all’orario di lavoro, come ad esempio i liberi professionisti o gli addettial comparto dei trasporti.

Ferie annualiIn generale si può affermare che la domanda turistica del cliente si concentra sullapossibilità di poter effettuare esperienze turistiche diverse.Le vacanze annuali, distribuite in più periodi dell’anno, uno dei quali ègeneralmente durante il periodo estivo rivelano una spiccata preferenzialità per ilturismo naturalistico, culturale e sportivo.

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10.2.1 CRESCE LA DOMANDA DI TURISMO

Il comparto economico dell’Unione Europea ha previsioni positive per i prossimianni: le spese personali per il turismo interno ne sono il principale indicatore, oltread un consistente quantitativo di investimenti. Germania, Francia, Italia, RegnoUnito e Spagna guidano la crescita.Da recenti studi e ricerche il turismo risulta essere tra i settori economici dimaggior crescita nei prossimi anni. Il turismo nei prossimi 20 anni diventerà ilprimo settore di attività economica.I flussi di turismo internazionale nel mondo raggiungeranno poco meno di 1miliardo seicento milioni di arrivi, pari a una crescita media annua del 4,3%.Le Entrate valutarie prodotte saranno:1.900 miliardi di dollari (2.050 miliardi dieuro). Un lavoratore su 5 sarà occupato in attività turistiche ( oggi più dell’8% deiposti di lavoro a livello mondiale dipende dal settore turistico).

IL TURISMO INTERNAZIONALE

2000 Tasso di incremento medio annuo 2020

668 Milioni 4,30% 1.561 Milioni

ENTRATE VALUTARIE

2000 Tasso di incremento medio annuo 2020

399 Mld. di US$ 6,40% 1.900 Mld. di US$

430 Mld. di euro 2.050 Mld. di euro

PRINCIPALI DESTINAZIONI

1996 2020

FRANCIA CINAUSA USASPAGNA FRANCIAITALIA(32,8 Milioni di arrivi) SPAGNA

REGNO UNITO HONG KONG

CINAITALIA(52,9 Milioni di arrivi)

…… R.U.

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10.2.2 IL TURISMO CULTURALE E NATURALISTICO

Già da anni in nazioni in cui la cultura naturalistica ha sempre fatto parte dellatradizione si è sviluppato un settore, all'interno del campo turistico, improntatoesclusivamente su una fruizione naturalistica dell'ambiente.E' logico che per questo tipo di turismo vengano privilegiate quelle aree di territorioche presentino attrattive naturalistiche, siano queste territori protetti (ParchiNazionali, Regionali, Riserve Naturali) o che comunque siano stati risparmiatidall'aggressione antropica spesso inutilmente violenta e distruttiva.Purtroppo questo secondo tipo di aree si va restringendo sempre più ed il lorodestino appare segnato.Per quanto riguarda invece il settore aree protette vi sono segnali più che positivi equasi ovunque la bilancia economica, relativa al turismo che vi si svolge, è inattivo.Nonostante infatti, come accennato, il turismo naturalistico si muova quasiesclusivamente nell'ambito di aree protette, il suo flusso è in rapida ascesa.Anche nella nostra regione si sta facendo strada un'esigenza riguardo l'ambientein generale e, di conseguenza, rispetto ad un turismo che si avvicini sempre più aquesto tipo di richiesta.La distruzione di ambienti naturali con conseguente estinzione di specie animali evegetali, l'inquinamento delle acque, dell'aria e delle sostanze alimentari, il trafficosoffocante delle città grandi e piccole hanno accelerato una trasformazione cheera già stata avviata intorno l'inizio degli anni '70 con lo sviluppo dell'agriturismoche sia pur in maniera generica si avvicina alla filosofia che sta dietro il turismonaturalistico.La vendita di guide naturalistiche e di manuali per il riconoscimento di fauna e florasono in costante aumento, grazie proprio allo sviluppo di questo tipo di turismo.E' anche da questo fattore che si vede il profondo legame tra turismo naturalisticoed educazione ambientale, tanto che riesce difficile scindere l'uno dall'altra.In effetti è corretto considerare il turismo naturalistico come settoredell'educazione ambientale.Chi visita un Parco Nazionale, una Riserva Naturale o comunque un'aread'interesse naturalistico non lo fa solo per godere di un ambiente integro ma,solitamente, è portato alla conoscenza ed all'identificazione di ogni componentedell'ambiente stesso sino alla comprensione delle regole generali che controllanoogni ecosistema; questo tipo di apprendimento altro non è se non l'applicazionepratica dell'educazione ambientale.E' logico supporre che questo nuovo modo di vivere la natura e l'ambiente vengaampliato includendo itinerari che coinvolgano paesi in cui più vi siano concentratericchezze naturalistiche, questa tendenza sta venendo confermata da unamaggiore richiesta di viaggi di interesse naturalistico ad Associazioniambientaliste.

Nel nostro paese le comunità locali possono gestire tutti i servizi delle areeprotette inerenti il turismo naturalistico, dai centri visita alle escursioni guidate (apiedi, a cavallo, in canoa, in bicicletta...), dalla progettazione e localizzazione dei

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sentieri natura, alla coltivazione biologica di prodotti spontanei, all'allevamento dispecie selvatiche d'importanza alimentare.Non meno rilevante è l'area del turismo naturalistico più direttamente agganciatacon l'educazione ambientale come stages su specifici argomenti el'organizzazione e la gestione di campi natura per bambini e ragazzi.A questo punto occorre aggiungere il settore specifico riguardante il turismonaturalistico integrato che permette cioè la fruizione del bene natura a personeportatrici di handicap.In alcuni casi si può addirittura parlare di ruolo terapeutico del turismo naturalisticoe quindi si comprende ancora meglio l'importanza sociale che può avere unambiente naturale.Inoltre non bisogna dimenticare il tipo di economia indotta dal turismo naturalisticoche coinvolge l'artigianato locale, strutture di ristoro e vendita di prodotti alimentariD.O.C., soprattutto quelli di origine naturale, espansione di strutture logistiche chesi integrino con la realtà ambientale locale.Va infine ricordato che il turismo naturalistico si può svolgere anche al di fuori delletradizionali stagioni di vacanza, per esempio le stagioni migliori sono l'autunno e laprimavera.In questo modo si garantisce non solo un più omogeneo apporto economico maanche un più graduale "sfruttamento" della risorsa natura e quindi un minoreimpatto antropico.Tenendo presente quanto detto fin qui risulta chiaro quanto il turismo naturalisticos'integri perfettamente con i principi di Conservazione della natura, redatti daI.U.C.N. (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle risorsenaturali, Ginevra, Svizzera)e W.W.F. sotto l'egida dell'O.N.U., sia cioè un mezzoper conservare l'integrità di ambienti naturali, a patto naturalmente che tutto sisvolga in maniera organizzata e controllata.

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10.3 ANALISI QUANTITATIVA DELLA DOMANDA

L’analisi è stata realizzata sulla base dei dati relativi al movimento turistico (arrivi epresenze) nel complesso degli esercizi alberghieri ed extra alberghieri, nel 2001,dei comuni dell’area considerata.

In termini di valori assoluti la domanda generale (alberghiero ed extra-alberghiero)dell’intera area relativa al 2002 è quantificabile in 43.886 arrivi e in 87.314presenze annue, con 2,6 giorni di permanenza media che è inferiore al datoprovinciale aggiornato quantificato in 3,18 giornate.

Tabella n. 1. Esercizi, posti letto, arrivi italiani e stranieri, presenze italiani e stranieri, Tmp - tempo

medio di permanenza, GA – Giornate di apertura annuale dichiarate calcolate sul singolo

esercizio, GL - Giornate di apertura annuale dichiarate calcolate sul singolo esercizio per

numero di letti. (Fonte Elaborazione Soges su dati Osservatorio turistico Regionale)

Comune Esercizi P.L Arr.Ita Arr: Str Pres.Ita Pres. Str Arr.TOT Pres. TOT Tmp GA GL

Borgaro Torinese 4 306 6.531 6.411 12.758 17.180 12.942 29.938 2,31 1.460 111.690

Caselle Torinese 5 176 6.408 5.790 14.576 8.309 12.198 22.885 1,88 1.825 64.240

Cirie' 3 117 4218 9.997 2.089 4.056 6.307 14.053 2,23 1.095 42.705

Collegno 2 72 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Druento 2 44 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Fiano - - - - - - - - - - -

Givoletto - - - - - - - - - - -

La Cassa 1 240 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Pianezza 5 92 8.123 13 8.173 13 8.136 8.186 1,01 1.613 32.732

Robassomero - - - - - - - - - - -

San Gillio - - - - - - - - - - -

San Maurizio C.vese 1 43 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

Varisella - - - - - - - - - - -

Venaria Reale 3 110 3.429 874 9.896 2.356 4.303 12.252 2,85 1.095 40.150

26 1.200 28.709 23.085 47.492 31.914 43.886 87.314 2,06 1.418 58.303

n.d. Per motivi di riservatezza i movimenti nei comuni con meno di 3 esercizi non sono disponibili. Di questi viene fornito il dato aggregato.

Sotto il profilo della provenienza dei visitatori, i dati rivelano la netta prevalenza dituristi italiani che,nel 2002, hanno registrato un’incidenza sul totale pari al 65% intermini di arrivi e al 63% per quanto riguarda le presenze. Il turismo straniero sicolloca in misura prevalente nell’area dell’Unione europea.In rapporto alla popolazione residente si ha 0,26 arrivi e 0,52 presenze perabitante.

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Grafico n. 1. Incidenza delle presenze italiane e straniere nel 2002 (Fonte Elaborazione Soges su datiOsservatorio turistico Regionale

63%

37%Presenze Italiani

Presenze Stranieri

Va sottolineata l’assenza di informazioni adeguate sui movimenti giornalieri.L’escursionismo e il turismo culturale , infatti, sono un fenomeno importante intermini economici e potrebbe essere quello maggiormente in grado di trarrevantaggio dalle politiche, alcune delle quali, molto recenti, in campo turistico. Leprevisioni di aumento dell’occupazione nel settore e soprattutto la tipologia dellefigure richieste, sembrerebbero avvalorare questa ipotesi.

Un dato significativo può essere rappresentato dai visitatori della Reggia diVenaria che secondo l’Osservatorio Culturale del Piemonte, nel 2001 sono stati18.215.

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10.3.1 DOMANDA ALBERGHIERA ED EXTRA-ALBERGHIERA

Si rimanda alla tab 1 per l’analisi dei dati relativi agli arrivi ed alle presenze italianie stranieri nel totale degli esercizi ricettivi alberghieri e extra-alberghieri nonché ivalori di permanenza media nell’anno 2002.

L’analisi della domanda condotta si è basata su dati rilevati da fonti ufficiali, relativialla ricettività alberghiera ed extra - alberghiera tradizionale.I dati non comprendono gli alloggi di privati, gli istituti religiosi e tutte le altrestrutture ricettive escluse dalle rilevazioni statistiche.Questi flussi turistici rappresentano un segmento del mercato turistico di grandeportata dimensionale, con valori assoluti anche superiori al turismo “ufficiale”,pertanto l’esclusione dai conteggi del fenomeno comporta una grave distorsionedella reale definizione della domanda.

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10.4 OFFERTA TURISTICA

Secondo i dati 2002 dell’Osservatorio Turistico Regionale le strutture ricettivepresenti nell’area sono 26 e forniscono 1200 posti letto.Il rapporto tra presenze turistiche e posti letto nel 2002 è pari a 72,8, contro unamedia provinciale di 65,9 presenze per posto/letto.I rapporti, differenti, rivelano che vi è un maggior utilizzo della struttura ricettivarispetto alla media della provinciale.

Per quanto riguarda la suddivisione tra ricettività alberghiera ed extra –alberghiera (visto che per motivi di riservatezza i dati dei comuni con meno di 3esercizi non sono disponibili), si è fatto riferimento ai dati Istat nel 2001. Secondoquesta fonte il sistema ricettivo è costituito da 23 unità , gli alberghi sono 17 e lestrutture extra-alberghiere sono 5.

Tabella n. 2. Esercizi alberghieri, extralberghieri e posti letto 2002 (Fonte Elaborazione Soges su dati Istat)

Esercizi

alberghieri Letti negli alberghi

Altri esercizi

turistici Letti negli altri esercizi turistici

Borgaro Torinese 3 294 1 12

Caselle Torinese 5 176 0 0

Cirie' 3 117 0 0

Collegno 1 64 1 2

Druento 1 43 1 1

Fiano 0 0 0 0

Givoletto 0 0 0 0

La Cassa 0 0 1 240

Pianezza 1 23 1 55

Robassomero 0 0 0 0

San Gillio 0 0 0 0

San Maurizio Canavese 1 43 0 0

Varisella 0 0 0 0

Venaria Reale 2 99 0 0

totale 17 859 5 310

I posti letto riguardanti la ricettività alberghiera rappresentano il 73% mentre quellirelativi alla ricettività extra-alberghiera sono il restante 27%.

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Grafico n. 2. Incidenza dei posti letto alberghieri ed extralberghieri nell’area considerata nel 2002 (FonteElaborazione Soges su dati Istat)

73%

27% Letti negli alberghi

Letti negli altriesercizi turistici

Il rapporto tra posti letto e popolazione residente nel 2001 è pari a 0,71 ovvero 7letti ogni 100 abitanti, di molto inferiore alla media provinciale che è di 0,19 (19 lettiogni 100 abitanti).

Grafico n. 3. Posti letto per abitante nell’area considerata e nella intera regione nel 2002 (FonteElaborazione Soges su dati Istat)

0

0,005

0,01

0,015 Posti letto perabitante areaconsiderata

Posti letto perabitante RegionePiemonte

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10.4.1.OFFERTA ALBERGHIERA

La capacità ricettiva alberghiera dell’area è rappresentata da 17 esercizi (circa il3,3% della provincia) Il potenziale ricettivo attuale della zona è distribuitoprincipalmente presso i maggiori centri urbanizzati (Borgaro, Caselle, Ciriè).

Tabella n. 3. Strutture ricettive alberghiere dell’area 2002 (Fonte Elaborazione Soges su datiOsservatorio turistico Regionale)

ComuneAlbergo I

stella

Albergo II

stelle

Albergo III

stelle

Albergo IV

stelle

Totale

Strutture

ricettive

Borgaro Torinese 1 - - 2 3

Caselle Torinese - 3 1 1 5

Cirie' - - 2 1 3

Collegno - - 1 - 1

Druento - - 1 - 1

Fiano - - - - -

Givoletto - - - - -

La Cassa - - - - -

Pianezza 1 - - - 1

Robassomero - - - - -

San Gillio - - - - -

San Maurizio

Canavese- - 1 - 1

Varisella - - - - -

Venaria Reale - 1 1 - 2

Totale 2 4 6 4 17

La ripartizione sulla qualità ’ dell’esercizio, secondo il noto criterio delle stelle, ècosì suddivisa:**** => 4 esercizi*** => 6 esercizi** => 4 esercizi* => 2 esercizi

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10.4.2 OFFERTA EXTRA-ALBERGHIERA

Sono compresi in tale fascia gli affittacamere, gli agriturismi, le case per ferie, iBed&Breakfas, i campeggi, e tutte le altre categorie previste dalla legislazionevigente.La ricettività extralberghiera è distribuita principalmente nei comuni di La Cassa ePianezza.

Tabella n. 4. Strutture ricettive extralberghiere dell’area 2002 (Fonte Elaborazione Soges su dati Osservatorio

turistico Regionale)

ComuneAffittacamere

Bed&BreaKfast

Agri-turismo

Casevacanza

CampeggiRifugi -Bivacchi

TotaleStrutturericettive

Borgaro Torinese - - - - - - -

Caselle Torinese - - - - - - -

Cirie' - - - - - - -

Collegno - 1 - - - - 1

Druento - 1 - - - - 1

Fiano - - - - - -

Givoletto - - - - - - -

La Cassa - - 1 - 1 - 2

Pianezza - 1 - 3 - - 4

Robassomero - - - - - - -

San Gillio - - - - - - -

San Maurizio

Canavese- - - - - - -

Varisella - - 1 - - - 1

Venaria Reale - - - - - - -

Totale 3 2 3 1 9

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10.4.3 LE PROFESSIONI E LE ATTIVITA’ LEGATE AL TURISMO CULTURALE E NATURALISTICO

Negli ultimi anni in Italia si sono moltiplicati i tentativi di conoscere, censire eregolamentare le numerose iniziative, e la qualità dei servizi, legate al territorio ealla sua frequentazione turistica. A loro volta, le indagini sono state utilizzate siaper produrre strumenti direttamente utilizzabili, come gli indirizzari (v. ENAIP,Indirizzario del turismo naturalistico nel Lazio), schede descrittive delle imprese edelle loro tipologie (v. ENAIP, Relazione sulle caratteristiche organizzative delleimprese operanti nel settore del turismo naturalistico), indagini focalizzate aparticolari forme di turismo naturalistico in aree ben determinate (v. ad esempioquella condotta da ANTE, Associazione Nazionale Turismo Equestre, ed ENAIP inAbruzzo), sia per utilizzarne i risultati per formulare proposte più incisive econsapevoli (lavoro di rilevazione che ha preceduto il meeting di Bagno diRomagna, tramite un questionario su "Situazione imprenditoriale del turismoall'aria aperta", e che ha portato alla proposta di "Costituzione di una associazionenazionale di categoria che segua e solleciti l'iter legislativo, coordini le attività degliimprenditori del turismo all'aria aperta", alla proposta di definizione giuridica della"Guida/Accompagnatore escursionistico-ambientale" e, ancora, a formulare laproposta di un "Consorzio nazionale di imprese delle nuove forme di turismo").Sono queste proposte e queste iniziative ad accompagnare la necessità dichiarezza e distinzione nel settore fino ad una sua formalizzazione a livellonazionale e regionale: nel novembre 2001 la Regione Piemonte con la L.R.26, n.33 pone le basi per la disciplina delle professioni turistiche.

La presenza del Parco della Mandria e della Reggia di Venaria Reale è elementostrategico per lo sviluppo del turismo locale, grazie alle attività culturali a cui siaggiungono le opportunità di servizi di consulenza per le imprese turistiche locali.Le professionalità legate al turismo sono infatti destinate ad un livello dispecializzazione sempre più elevato, in risposta alle esigenze della clientela,meglio informata e pertanto più selettiva, ed alla crescente complicazionetecnologica degli apparati e della varietà dei servizi richiesti.

I soggetti coinvolti nel settore sono per lo più costituite da Associazioni culturaliche hanno come scopo l'educazione ambientale fatta tramite il viaggio o l'itinerarionaturalistico. Esse operano prevalentemente nel Parco della Mandria.Si tratta per lo più di settori specifici di grosse Associazioni come Legambiente,oppure associazioni locali che attraverso una convenzione con l’Ente Parcogestiscono le visite guidate che si tengono presso il Castello di Venaria Reale ,l’ATA, Associazione Tutela Ambiente di Ciriè, la CEMEA (Societa CooperativaEducazione Ambientale).Operano inoltre associazioni che si occupano di supportare i guardaparco nellaprotezione e controllo del Parco La Mandria come le GEV (Guardie EcologicheVolontarie Prov. TO), istituite con una legge regionale e i Rangers italia.Queste si occupano di diffondere la conoscenza degli ambienti ed organizzanoescursioni guidate da specialisti.

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Sempre più numerose si vanno formando associazioni e cooperative di giovaniche offrono alcuni servizi che ricadono nel settore del turismo naturalistico.Queste cooperative nascono, il più delle volte, in modo spontaneo, e spesso leloro proposte restano al di sotto di quelle che sono le potenzialità di un settore inpiena espansione.Spesso non sono in grado di attivare canali d'informazione tramite i quali siraggiunge l'utenza, ma il più delle volte il fattore limitante del loro sviluppo èproprio una mancanza di preparazione che non consente di proporre un tipo diofferta multipla che, come abbiamo visto, dovrebbe andare da strutture logistichealle visite guidate, da corsi specifici da svolgere sul campo fino all'offerta diprodotti artigianali tipici e di una cucina tradizionale.Solo in alcuni casi questo tipo di cooperativa si è formata dopo una preparazionespecifica di tutti o buona parte dei soci.Sono stati presi in considerazione anche altri aspetti del turismo naturalisticoistituendo corsi per la formazione di tecnici per la coltivazione e trasformazione deiprodotti del sottobosco (conoscenza dei funghi, mostre micologiche, corsi diriconoscimento, pubblicazioni) come l’AMP, Associazione Micologica Piemonteseche collabora con il Parco con sede presso la Cascina Rampa.Risulta chiaro che mentre le Associazioni culturali che operano nel settore sonolocalizzate soprattutto nei centri urbani, la localizzazione delle strutture associativedi tipo cooperativistico è estremamente ridotta e limitata ai Comuni interessati allagestione dell'area protetta o comunque limitrofi al Parco.

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11. UTILIZZO DEL TERRITORIO

In questa sezione sono riportati i dati sulla distribuzione, l'utilizzo e l'estensione deisuoli agricoli, sulla delimitazione delle aree insediate, sulle coperture naturali e letipologie di vegetazione.L’esposizione dei dati relativi all'uso del suolo è stata condotta in manierasintetica, mettendo in relazione e a confronto i dati dei singoli comuni.Il fine di questa elaborazione è quella di fornire un adeguato supporto conoscitivoper l’elaborazione di un Piano di Sviluppo Socioeconomico, nel quale leinformazioni di carattere territoriale sono indispensabili.

La conoscenza delle caratteristiche del suolo si fonda su:

- informazioni relative all’uso del suolo ricavate mediante telerilevamento, eintegrate con rilievi a terra;

- informazioni di base contenute nelle carte dei suoli,- reti di monitoraggio degli inquinanti, analisi dei campioni di suolo,

informazioni relative ai fenomeni di degrado.

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11.1 L’USO DEL SUOLO

L’analisi dell’uso e della copertura del suolo è un importante strumento dipianificazione territoriale; molte sono quindi le amministrazioni interessateall’utilizzo di questo tipo di strumenti, e molto diverse le loro estensioni territoriali(dai comuni, alle regioni, fino all’Unione Europea) e le competenze tematiche.

Innanzitutto è utile ricordare il significato dei termini e delle definizione da adottare:

Copertura del suolo è ciò che attiene alle caratteristiche fisiche della superficieterrestre con la distribuzione di vegetazione, acqua, ghiacci, deserti e altrecaratteristiche fisiche indotte dalle attività umane come infrastrutture einsediamenti.Uso del suolo è tutto ciò che attiene all’impiego e alle strategie di gestione dideterminate coperture del suolo da parte dell’uomo.

Nel caso di uso e copertura del suolo i dati disponibili derivano dallainterpretazione di immagini ottenute mediante telerilevamento (Programmaeuropeo CORINE 1992 aggiornato nel 2000 ).Attraverso tale rilevamento è possibile ottenere le informazioni relative allacopertura del suolo del territorio, nella tabella a pagina 125 sono evidenziate lesuperfici in ettari suddivise in 21 classi di copertura del suolo di ciascun comune.

Com’è possibile osservare, aggregando le diverse destinazioni d’uso in quattrocategorie per facilitare la lettura del territorio, quasi il 64% dell’area è destinato aduso agricolo, più del 17% è occupato da boschi, quasi il 14% è rappresentato dazone urbanizzate, industriali e commerciali e il restante 4% è caratterizzato daaree estrattive, rocce, sabbie, bacini d’acqua ecc…

I comuni che presentano un tasso superiore di superficie modellataartificialmente, cioè aree costruite a fini residenziali, commerciali e industriali,sono Collegno che raggiunge quasi il 40% del suo territorio, tale incidenza èdoppia rispetto agli altri comuni della Comunità del Parco, Robassomero e Fianoche hanno circa un quinto del loro territorio (peraltro più piccolo rispetto agli altricomuni) costruito.I comuni con la percentuale di superficie agricola più alta sono San Gillio (92%),Pianezza (86%), Caselle (80%), Borgaro Torinese e Ciriè (77%).

I comuni di La Cassa (49%), Varisella (48%), Givoletto (35%) e Fiano(33%) graziesoprattutto alle caratteristiche morfologiche del loro territorio presentano quote disuperficie boscata sopra il 30%. Valori di poco inferiori, ma significativi in quantoaree prossime all’area metropolitana, si trovano nei comuni di Druento (29%) eVenaria (22%). Per gli altri comuni, in cui prevale l’agricoltura intensiva le areeboscate scendono al di sotto del 10%.Per quanto riguarda la copertura del suolo sotto la voce “altro” spicca, per ilterritorio prevalentemente montano che lo caratterizza, il comune di Varisella con

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

123

la presenza di aree a pascolo, praterie e rocce (39%). In quote minori, anche icomuni di Givoletto (9%) e La Cassa (4%) presentano tali peculiarità, mentreVenaria, si distingue per l’esistenza di numerose aree a pascolo.

Figura n. 1. Uso del suolo nell’area di riferimento 1992 aggiornamento 2000 (Fonte:Regione Piemonte).

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

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Tabella n. 1. Uso del suolo nei comuni dell’area di riferimento secondo l’aggregazione in quattro categorie(Fonte:Regione Piemonte).

Suolo

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nes

e

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San

Gill

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San

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oC

anav

ese

Var

isel

la

Ven

aria

Rea

le

artificiale 14,30 13,54 17,64 39,69 5,54 19,53 1,17 3,95 13,78 20,75 7,79 14,75 1,91 18,59

agricolo 77,13 80,26 76,94 60,31 64,50 47,67 54,57 43,19 86,22 68,07 92,13 80,38 10,84 50,44

foreste 8,15 3,94 4,77 0,00 28,63 32,80 34,93 48,58 0,00 10,19 0,08 3,69 47,70 21,59

altro 0,42 2,26 0,65 0,00 1,33 0,00 9,33 4,28 0,00 0,99 0,00 1,18 39,55 9,38

Grafico n. 1. Uso del suolo nei comuni dell’area di riferimento secondo l’aggregazione in quattro categorie(Fonte:Regione Piemonte).

0

20

40

60

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altro

foreste

agricolo

artificiale

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

125

Classe Copertura del suolo

Bo

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oT

ori

nes

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Fia

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San

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San

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ese

Var

isel

la

Ven

aria

Rea

le

111 Tessuto urbano continuo - 18,09 31,40 22,05 - - - - - - - - - 16,38

112 Tessuto urbano discontinuo 126,61 185,74 265,42 399,77 73,63 44,01 - 16,49 158,33 41,29 69,33 115,13 11,86 229,49

121 Aree industriali e commerciali 77,05 - 16,14 151,45 3,31 - 14,97 31,05 68,47 101,11 - 10,06 30,87 139,52

124 Aeroporti - 184,88 - 144,04 - - - - - - - 130,56 - -

131 Aree estrattive - 26,12 11,53 - - - 10,11 - - 0,17 - 12,31 - 13,68

142 Aree sportive e ricreative - - - - 75,84 193,44 - - - 33,90 - - - -

211 Seminativi in aree non irrigue 950,09 1136,82 96,87 122,35 495,29 - - - 374,09 171,46 14,33 756,82 - 256,85

231 Prati stabili 56,83 684,97 720,14 170,25 822,36 327,56 79,72 207,37 360,76 79,78 210,47 320,41 242,50 484,89

242Sistemi colturali e particellaricomplessi - 299,13 128,45 365,79 300,87 69,06 40,69 79,31 546,58 81,65 340,58 200,08 - 26,95

243Aree prevalentemente occupateda colture agrarie 91,58 183,16 419,59 431,58 160,23 182,99 577,89 233,13 137,59 245,47 254,53 116,34 - 276,96

311 Boschi di latifoglie 15,38 47,08 51,45 - 747,90 312,48 63,09 302,21 - 38,23 0,71 63,11 344,28 354,08

312 Boschi di conifere 24,07 - - - 16,27 14,59 22,14 - - - - - 2,46 -

313 Boschi misti - - - - 25,37 - - - - - - - - -

321Aree a pascolo naturale epraterie d'alta quota - - - - 23,44 - 31,48 51,51 - - - - 620,55 125,01

322 Brughiere e cespuglieti - - - - - - - - - - - - 14,54 51,00

324Aree a vegetazione boschiva earbustiva in evoluzione 76,62 66,03 33,18 - - 71,74 361,76 282,47 - 48,35 - 0,87 720,33 93,50

331Spiagge, dune, sabbie (piu'larghe di 100 m.) - 38,76 - - - - - - - 8,24 - 8,15 - 4,35

332Rocce nude, falesie, rupi,affioramenti - - - - - - - - - - - - 111,85 -

333 Aree con vegetazione rada - - - - - - 30,84 - - - - - 137,80 -

334 Aree percorse da incendi - - - - - - 46,96 - - - - - - -

512 Bacini d'acqua 5,98 - - - 13,24 - - - - - - - - 0,41

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

126

11.2 GLI INSEDIAMENTI, LE AREE INDUSTRIALI E COMMERCIALI

Nell’area della Comunità del Parco sono riconoscibili due modelli insediativi:- l’insediamento compatto che coincide con i centri storici e con le aree

urbanizzate della prima cintura dell’area metropolitana generati da processi dipolarizzazione delle attività e della popolazione e caratterizzati da una formaareale, dalla continuità delle superfici urbanizzate e dalla saturazione deglispazi.

- l’insediamento diffuso che si è sviluppato lungo i principali assi viari osparso nel territorio pedemontano e di pianura, grazie al miglioramento deiservizi e dei sistemi di comunicazione.

Gli insediamenti compatti, presentano un tessuto urbano continuo; gli edifici, laviabilità e le superfici ricoperte occupano la quasi totalità del suolo e lavegetazione areale rappresenta l’eccezione. Caselle, Ciriè Collegno e Venariasono gli abitati che in maggior misura mostrano tali caratteristiche.

Gli insediamenti diffusi, caratterizzati da un tessuto urbano discontinuo, sonocostituiti da edifici, viabilità e coperture artificiali che coesistono con superficicoperte da vegetazione e con suolo nudo in modo discontinuo e dispersivo.

La superficie urbanizzata rappresenta il 7,5% della superficie totale; talepercentuale è quasi doppia rispetto a quella provinciale (4%).I comuni che possiedono le percentuali maggiori di superficie urbanizzata rispettoalla superficie totale sono nell’ordine Collegno, che supera il 23%, Ciriè con il 17%e Venaria con quasi il 12%. Givoletto e Varisella sono invece i due comuni con ilgrado di urbanizzazione più basso.

Grafico n. 2. La superficie urbanizzata nei comuni dell’area di riferimento (Fonte:Regione Piemonte).

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

25,00

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

127

Le aree produttive a destinazione industriale, artigianale, commerciale, direzionalee mista sono localizzate principalmente nei comuni confinanti con Torino, CollegnoVenaria e Borgaro e presso i centri di Pianezza e Robassomero. Quest’ultimo è ilcomune che presenta la maggior quota di superficie destinata ad attività produttive(12%) derivanti in gran parte dalla presenza dello stabilimento dell’Agip.

11.3 LE AREE AGRICOLE

Le aree agricole, in termini di copertura del suolo rappresentano una realtàsignificativa, infatti quasi due terzi del territorio sono costituiti da superfici coltivate.Sulla base dei dati CORINE (1992), la superficie legata all’uso agricolocorrisponde a circa 14900 ettari mentre il 5°Censimento generale dell’agricolturadell’ISTAT (2000) – vedi capitolo 4 - quantifica in poco meno di 14 mila ettari laSuperficie Agricola Totale (SAT). I dati, che prevedono una diversa modalità diacquisizione dei dati, pur non differendo in maniera rilevante svelano, unapossibile contrazione della destinazione primaria per l’uso dei suoli.

Come è possibile verificare nella figura sottostante, gran parte del territorioagricolo è sfruttato in modo intensivo (dal 50% fino all’80% della superficiesottoposta ad agricoltura intensiva rispetto alla SAU totale), con grande presenzadi seminativi nelle aree di pianura e di colture permanenti nelle aree collinari. Sipuò notare un progressivo aumento dell’intensità di utilizzo del suolo nei comuniche sono interessati marginalmente dall’area del parco.

Figura n. 2. Superficie sottoposta ad agricoltura intensiva rispetto alla SAU totale 2002 (fonte: ArpaPiemonte – Rapporto sullo stato dell’Ambiente)

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128

11.4 LE AREE BOSCATE

I boschi si estendono su una superficie pari a circa 4200 ettari dei quali più la metàrientra nei confini del Parco La Mandria. La superficie boscata corrisponde al 17,5% dell’area, dato inferiore alla media provinciale che ha un valore del 26%.L’incidenza delle aree boscate relative agli ambiti territoriali montagna, collina epianura mostra la differenza tra le zone di collina (media 29%) e le zone di pianura(6%) che corrispondono anche alle zone con un grado maggiore di urbanizzazionee agricoltura intensiva.Le formazioni vegetali costituenti la categoria “bosco” sono costituiteprevalentemente da alberi, ma anche cespugli e arbusti, in cui predominano lespecie forestali a latifoglie (56%) sulle conifere (2%), il resto è costituito da boschimisti e aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione (degrado oevoluzione).Il tipo di popolamento della copertura forestale, è costituito prevalentemente dafaggi, castagni, robinie e pioppi.

Figura n. 3. Le aree boscate, i parchi e l’edificato nel territorio di riferimento (Fonte:Regione Piemonte)

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

129

Grafico n. 2.

Superficie boscata (ha)

ComuniBoschi dilatifoglie

Boschi diconifere

Boschimisti

Aree avegetazioneboschiva earbustiva inevoluzione

Superficieterritoriale

(ha)

Indice diboscosità

(%)

Borgaro Torinese 15,38 24,07 0,00 76,62 1424,21 8,15Caselle Torinese 47,08 0,00 0,00 66,03 2870,77 3,94Ciriè 51,45 0,00 0,00 33,18 1774,17 4,77Collegno 0,00 0,00 0,00 0,00 1807,28 0,00Druento 747,90 16,27 25,37 0,00 2757,75 28,63Fiano 312,48 14,59 0,00 71,74 1215,87 32,80Givoletto 63,09 22,14 0,00 361,76 1279,65 34,93La Cassa 302,21 0,00 0,00 282,47 1203,55 48,58Pianezza 0,00 0,00 0,00 0,00 1645,82 0,00Robassomero 38,23 0,00 0,00 48,35 849,66 10,19San Gillio 0,71 0,00 0,00 0,00 889,95 0,08San MaurizioCanavese 63,11 0,00 0,00 0,87 1733,83 3,69Varisella 344,28 2,46 0,00 720,33 2237,04 47,70Venaria Reale 354,08 0,00 0,00 93,50 2073,07 21,59Totale area

2340,01 79,53 25,37 1754,83 23762,62 17,50

Tabella n. 2. Le tipologie di bosco e indice di boscosità nei comuni del territorio di riferimento(Fonte:Regione Piemonte

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 11

130

11.5 ALTRE SUPERFICI NATURALI E ARTIFICIALI

Sotto questa categoria sono state raggruppate le seguenti aree:

- Aree estrattive- Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota- Brughiere e cespuglieti- Spiagge, dune, sabbie (piu' larghe di 100 m.)- Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti- Aree con vegetazione rada- Aree percorse da incendi- Bacini d'acqua

Per quanto riguarda le attività estrattive essa è costituita prevalentemente da cavedi sabbia e ghiaia in alluvione (cave di pianura).Le aree estrattive, pari a 74 ettari, sono per la maggior parte situate nei comuni diCaselle, Ciriè, Borgaro T.se, Venaria Reale e San Maurizio Canavese.A Druento e Borgaro Torinese sono presenti alcuni bacini d’acqua e a Caselle,San Maurizio Canavese, Robassomero e Venaria si trovano aree la cui superficieè composta da sabbie e letti sassosi.Varisella, a ridosso dei rilievi alpini, presenta caratteristiche geomorfologichedifferenti dagli altri comuni; le aree a pascolo naturale o con vegetazione rada, lebrughiere, cespuglieti e le rocce rappresentano il 40% del territorio comunale.Anche Givoletto, possiede caratteristiche simili , anche se in minor misura; dasegnalare la presenza di aree interessate, in tempi recenti, da incendi.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 12

131

12. Caratteristiche insediative nell'area

L’area oggetto dello studio presenta, all'interno del territorio metropolitano,caratteri di eccezionalità , legati alla duplice diversificazione in zona di tiporesidenziale e di area privilegiata di svago data dalla presenza del parco.Di fatto, alle stesse differenziazioni rilevabili sotto il profilo morfologico siaccompagnano differenziazioni sotto il profilo socioeconomico ed insediativoascrivibili alla diversa evoluzione delle relazioni che, direttamente o indirettamente,le singole parti dell'area hanno avuto con il capoluogo regionale e, più in generale,con il resto del sistema metropolitano.Una lettura delle dinamiche socioeconomiche, mostra in ogni caso, come l’areanon si è sottratta ai processi di espansione socioeconomica e spaziale che hannosegnato lo sviluppo del sistema metropolitano.L'impatto di detti processi sull'area ha determinato:

1. in termini di "concentrazione", nella prima fase dello sviluppo metropolitano(tra il 1961 e il 1971), alti tassi di crescita in quei comuni più direttamenteinvestiti dall'effetto urbano (e, in primo luogo, nei comuni geograficamentecontigui a Torino o ad essa funzionalmente connessi);

2. in termini di "un'accelerazione" relativa, nella fase calante dello sviluppo (trail 1971 ed il 1981), del tasso di crescita, soprattutto nei comuni di BorgaroTorinese, Fiano e San Gillio;

3. in termini, infine, di un "consolidamento" del tasso suddetto, negli anni ‘80 e’90 soprattutto dei comuni di Caselle, Rivoli, Pianezza e Venaria, a fronte diun'evoluzione del sistema metropolitano segnata da dinamiche variamentecontrastanti, pur nel quadro di una tendenza generale complessivamenterecessiva.

Sotto il profilo residenziale, in particolare, le dinamiche del decennio più recentepaiono caratterizzate da considerevoli trasformazioni.Tali trasformazioni possono ascriversi ad alcune tendenze generali sia nella realtàitaliana, che in quella piemontese: la ricerca di una crescente qualità dell'abitare ei cambiamenti che stanno avvenendo tra sfera residenziale e sfera lavorativa(decentralizzazione dei posti di lavoro, aumento diffuso della propensione allamobilità e la maggiore o diversa disponibilità di tempo libero).Non è da escludersi pertanto, che, pur in una prospettiva di generalerallentamento (per non dire di declino) dello sviluppo demografico (nonchédell'aumento stesso dei nuclei familiari) dell'area torinese, l'area per le sueintrinseche valenze fisico-ambientali possa continuare ad essere oggetto di unadomanda abitativa.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 12

132

Gli stessi dati sulle dinamiche insediative più recenti, se confrontate a quelle delresto dell'area metropolitana, paiono in sintonia con tale ipotesi. In proposito, gliaspetti forse più interessanti da sottolineare riguardano:

1. l'incremento apprezzabile dei nuclei familiari, a fronte di una variazione,moderatamente positiva della popolazione;

2. la "contrazione", significativa, delle abitazioni non occupate, la quale, inoltre,almeno con riferimento all'insieme dei centri di dimensione minore,risulterebbe più accentuata che nel resto dell'area metropolitana.

In base alle rielaborazioni dei dati della BDT della Provincia di Torino relativi allaclassificazione degli usi reali o previsti di tipo residenziale (superficie urbanizzata ourbanizzabile residenziale) la superficie destinata dai PRG dei comuni alle areeresidenziali è pari all’8,6% del territorio.

Tabella n. 1. Superficie urbanizzata o urbanizzabile residenziale (ha) secondo le previsioni dei PRG deiComuni, % sul totale e abitanti per ha di superficie residenziale (elaborazioni su dati BDTProvincia di Torino).

Sup.Residenziale da

P.R.G.Sup. Totale % Popolazione abitanti/ha

residenziale

Borgaro 77,36 1436 5,4% 12.754 164,87

Caselle 192,63 2869 6,7% 15.437 80,14

Ciriè 261,67 1779 14,7% 18.178 69,47

Collegno 281,61 1812 15,5% 48.332 171,63

Druento 110,24 2767 4,0% 8.228 74,64

Fiano 146,01 1219 12,0% 2.558 17,52

Givoletto 118,38 1278 9,3% 2.183 18,44

La Cassa 47,14 1197 3,9% 1.326 28,13

Pianezza 145,71 1650 8,8% 11.237 77,12

Rivoli 434,76 2952 14,7% 49.505 113,87

Robassomero 42,42 841 5,0% 3.028 71,38

San Gillio 44,46 886 5,0% 2.581 58,05

San Maurizio 202,63 1751 11,6% 7.259 35,82

Varisella 27,22 2244 1,2% 690 25,35

Venaria Reale 174,67 2029 8,6% 34.777 199,10

Totale 2306,91 26710 8,6% 218.073 94,53

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133

Figura n. 1. Mappa edificato da PRG (elaborazione su dati regione Piemonte)

Grafico n. 1. Superficie urbanizzata o urbanizzabile residenziale(ha) secondo le previsioni dei PRG deiComuni - % sul totale (elaborazioni su dati BDT Provincia di Torino)

0% 5% 10% 15% 20%

Borgaro

Caselle

Ciriè

Collegno

Druento

Fiano

Givoletto

La Cassa

Pianezza

Rivoli

Robassomero

San Gillio

San Maurizio

Varisella

Venaria Reale

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134

Grafico n. 2. Abitanti/ha di superficie urbanizzata o urbanizzabile residenziale (elaborazioni su dati BDTProvincia di Torino)

0

50

100

150

200

250

Venar

ia Rea

le

Colleg

no

Borga

roRivo

li

Casell

e

Druen

to

Pianez

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Robas

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ero

San G

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San M

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io

La C

assa

Varise

lla

Givolet

toFian

o

12.1 PATRIMONIO EDILIZIO DELL’AREA

Sulla base dei dati disponibili presso l’ISTAT, è stata effettuata una suddivisioneper periodo di costruzione degli edifici presenti sul territorio.I risultati complessivi di tale classificazione sono riportati nella tabella 1 e nellatabella 2.La Tabella 1 riporta, per ciascun comune, il dettaglio degli edifici suddivisi perperiodo di costruzione.Il Grafico 1 riporta l’andamento del numero di edifici realizzati nei singoli intervallitemporali considerati, evidenziando graficamente il boom edilizio negli anni ’70 e ilsuccessivo rallentamento della costruzione di nuovi edifici.Le Tabelle 3, 4, 5, 6, 7 riportano il dettaglio degli edifici di ciascun comune ordinatiper percentuale di edifici relative ad ogni periodo considerato.Le successive cartine di Figura 1, Figura 2, Figura 3, Figura 4, Figura 5, Figura 6,riportano la distribuzione degli edifici sul territorio dell’area considerata utilizzando,per ogni periodo considerato, una suddivisione in cinque classi in base al numerodegli edifici per ogni comune.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 12

135

Tabella n. 2. Dettaglio patrimonio edilizio dell’area per comune e per epoca di costruzione ( Fonte: Istat)

Abitazioni occupate e non Epoca costruzione dei fabbricati

prima del1919

1919-1945

1946-1960

1961-1971

1972-1981

1982-1991 TOT %

BORGARO TORINESE 452 149 220 824 1406 566 3617 4,5%

CASELLE TORINESE 854 447 684 1834 360 969 5148 6,5%

CIRIE' 1532 495 891 2166 1811 442 7337 9,2%

COLLEGNO 856 1065 2758 8377 3880 1374 18310 23,0%

DRUENTO 545 98 233 1044 615 355 2890 3,6%

FIANO 234 62 128 266 311 82 1083 1,4%

GIVOLETTO 115 42 47 317 231 30 782 1,0%

LA CASSA 119 75 71 147 76 49 537 0,7%

PIANEZZA 606 138 337 1695 750 740 4266 5,4%

RIVOLI 1749 762 2195 9249 2203 3243 19401 24,4%

ROBASSOMERO 112 81 55 413 349 88 1098 1,4%

SAN GILLIO 163 27 28 225 284 109 836 1,1%

SAN MAURIZIO CANAVESE 855 159 333 903 216 153 2619 3,3%

VARISELLA 131 44 57 137 61 14 444 0,6%

VENARIA 1223 1052 1636 2714 2451 2110 11186 14,1%

9546 4696 9673 30311 15004 10324 79554 100,0%

Dall’analisi del patrimonio edilizio, appare subito evidente che una quotaconsistente del patrimonio edilizio sul territorio è di recente costruzione.Infatti, quasi un terzo degli edifici risulta costruito dopo il 1972, e più del 38% tra il1961 e il 1971. Dei rimanenti, il 12,2% è stato realizzato nel periodo tra il 1946 e il1960, il 12% tra le due guerre (1919 – 1945) e solo il 5,9% risulta costruito tra il1919 e il 1945.

Tabella n. 3. Quadro riassuntivo edifici per periodo di costruzione nell’area considerata ( Fonte: Istat)

Abitazioni

Epoca di costruzione N° %

prima del 1919 9546 12,0%

1919-1945 4696 5,9%

1946-1960 9673 12,2%

1961-1971 30311 38,1%

1972-1981 15004 18,9%

1982-1991 10324 13,0%

79554 100,0%

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 12

136

Grafico n. 3. Numero di edifici realizzati per intervallo temporale nell’area considerata ( Fonte: Istat)

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

prima del1919

1919-1945

1946-1960

1961-1971

1972-1981

1982-1991

12.2 EDIFICI COSTRUITI PRIMA DEL 1919

0-200 201-400 401-700 701-900 901-1600

Figura n. 2. Edifici costruiti prima del 1919 nell’area considerata( Fonte: Istat)

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137

Tabella n. 4. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti prima del 1919 per Comune ( Fonte: Istat)

prima del 1919 % N°

SAN MAURIZIO CANAVESE 32,6% 855

VARISELLA 29,5% 131

LA CASSA 22,2% 119

FIANO 21,6% 234

CIRIE' 20,9% 1532

SAN GILLIO 19,5% 163

DRUENTO 18,9% 545

CASELLE TORINESE 16,6% 854

GIVOLETTO 14,7% 115

PIANEZZA 14,2% 606

BORGARO TORINESE 12,5% 452

VENARIA 10,9% 1223

ROBASSOMERO 10,2% 112

RIVOLI 9,0% 1749

COLLEGNO 4,7% 856

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138

12.3 EDIFICI COSTRUITI DAL 1919 AL 1945

0-50 51-100 101-400 401-500 501-1600

Figura n. 3. Edifici costruiti prima dal 1919 al 1945 nell’area considerata( Fonte: Istat)

Tabella n. 5. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti dal 1919 al 1945 per Comune ( Fonte: Istat)

1919-1945 % N°

LA CASSA 14,0% 75

VARISELLA 9,9% 44

VENARIA 9,4% 1052

CASELLE TORINESE 8,7% 447

ROBASSOMERO 7,4% 81

CIRIE' 6,7% 495

SAN MAURIZIO CANAVESE 6,1% 159

COLLEGNO 5,8% 1065

FIANO 5,7% 62

GIVOLETTO 5,4% 42

BORGARO TORINESE 4,1% 149

RIVOLI 3,9% 762

DRUENTO 3,4% 98

PIANEZZA 3,2% 138

SAN GILLIO 3,2% 27

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139

12.4 EDIFICI COSTRUITI DAL 1946 AL 1960

0-60 61-150 151-500 501-1500 1501-3000

Figura n. 4. Edifici costruiti prima dal 1946 al 1960 nell’area considerata( Fonte: Istat)

Tabella n. 6. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti dal 1946 al 1960 per Comune ( Fonte: Istat)

1946-1960 % N°

COLLEGNO 15,1% 275

VENARIA 14,6% 163

CASELLE TORINESE 13,3% 68

LA CASSA 13,2% 7

VARISELLA 12,8% 5

SAN MAURIZIO CANAVESE 12,7% 33

CIRIE' 12,1% 89

FIANO 11,8% 12

RIVOLI 11,3% 219

DRUENTO 8,1% 23

PIANEZZA 7,9% 33

BORGARO TORINESE 6,1% 22

GIVOLETTO 6,0% 4

ROBASSOMERO 5,0% 5

SAN GILLIO 3,3% 2

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140

12.5 EDIFICI COSTRUITI DAL 1961 AL 1971

0-300 301-800 801-2000 2001-7000 7001-10000

Figura n. 5. Edifici costruiti prima dal 1961 al 1971 nell’area considerata( Fonte: Istat)

Grafico n. 4. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti dal 1961 al 1971 per Comune ( Fonte: Istat)

1961-1971 % N°

RIVOLI 47,7% 762

COLLEGNO 45,8% 1065

GIVOLETTO 40,5% 42

PIANEZZA 39,7% 138

ROBASSOMERO 37,6% 81

DRUENTO 36,1% 98

CASELLE TORINESE 35,6% 447

SAN MAURIZIO CANAVESE 34,5% 159

VARISELLA 30,9% 44

CIRIE' 29,5% 495

LA CASSA 27,4% 75

SAN GILLIO 26,9% 27

FIANO 24,6% 62

VENARIA 24,3% 1052

BORGARO TORINESE 22,8% 149

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141

12.6 EDIFICI COSTRUITI DAL 1972 AL 1981

0-200 201-500 501-1000 1001-2000 2001-4000

Figura n. 6. Edifici costruiti prima dal 1972 al 1981 nell’area considerata( Fonte: Istat)

Tabella n. 7. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti dal 1961 al 1971 per Comune ( Fonte: Istat)

1972-1981 % N°

BORGARO TORINESE 38,9% 1406

SAN GILLIO 34,0% 109

ROBASSOMERO 31,8% 349

GIVOLETTO 29,5% 231

FIANO 28,7% 311

CIRIE' 24,7% 1811

VENARIA 21,9% 2451

DRUENTO 21,3% 615

COLLEGNO 21,2% 3880

PIANEZZA 17,6% 750

LA CASSA 14,2% 76

VARISELLA 13,7% 61

RIVOLI 11,4% 2203

SAN MAURIZIO CANAVESE 8,2% 216

CASELLE TORINESE 7,0% 360

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142

12.7 EDIFICI COSTRUITI DAL 1982 AL 1991

0-50 51-300 301-750 751-15000 1501-3500

Figura n. 7. Edifici costruiti prima dal 1982 al 1991 nell’area considerata( Fonte: Istat)

Tabella n. 8. Percentuale e numero dei fabbricati costruiti dal 1982 al 1991 per Comune ( Fonte: Istat)

1982-1991 % N°

VENARIA 18,9% 2110

CASELLE TORINESE 18,8% 969

PIANEZZA 17,3% 740

RIVOLI 16,7% 3243

BORGARO TORINESE 15,6% 566

SAN GILLIO 13,0% 109

DRUENTO 12,3% 355

LA CASSA 9,1% 49

ROBASSOMERO 8,0% 88

FIANO 7,6% 82

COLLEGNO 7,5% 442

CIRIE' 6,0% 442

SAN MAURIZIO CANAVESE 5,8% 153

GIVOLETTO 3,8% 30

VARISELLA 3,2% 14

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143

12.8 EDIFICI COSTRUITI DOPO IL 1991

Per gli edifici costruiti dopo il 1991 non avendo ancora la disponibilità dei datidell’ultimo censimento relativi alle abitazioni, è appropriato far riferimentoall’acquisizione dei dati sui nuovi edificati rilevati da satellite (satellite IRS - 1Csensore PAN + MS 1998) elaborati per il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001.L’aumento dell’edificato dal 1991 al 1998 risulta in media dello 0,5 % con punteminime dello 0,1 nei comuni in prossimità dei rilievi e massime del 2% nei comuniprossimi a Torino.

Meno di 0,1 Da 0,5 a meno di 1 Da 1 a 2

Figura n. 8. Variazione dell’edificato 1991-1998 - Consumi di suolo % ( Fonte: Regione Piemonte - Rapportosullo Stato dell’Ambiente 2001)

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144

12.9 INDIVIDUAZIONE DEI COMUNI AD ALTA TENSIONE ABITATIVA

Al fine di esaminare in maniera più completa le caratteristiche insediative e ilfabbisogno di abitazioni del territorio, può essere utile considerare le indicazioniche derivano dall’applicazione della legge 431/98, che disciplina le locazioni e ilrilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo. La legge dispone che le Regioniaggiornino l'elenco dei Comuni ad alta tensione abitativa.Nel caso del Piemonte la soglia massima di abitanti è data dalla somma degliabitanti dei capoluoghi di provincia, insieme ai Comuni con più di 30.000 abitanti,maggiorata del 20%. In cifre, la soglia da non superare ammonta a 2.133.006abitanti.Il Consiglio regionale, con deliberazione del 21 gennaio 2003 ha approvato iseguenti criteri:- l'inserimento dei Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti alla

data del 20/10/2001;per i Comuni con meno di 30.000 abitanti:- incidenza degli sfratti esecutivi sulle famiglie residenti (55%).- incidenza delle domande insoddisfatte (30%), derivanti dai bandi di

assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata,sulle famiglie residenti

- incidenza delle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblicasovvenzionata per l'emergenza abitativa, per sfratto, sulle famiglie residenti(10%).

Nella tabella sottostante sono indicati i comuni dell’area che sono stati qualificati“ad alta tensione abitativa”.

Tabella n. 9. Comuni dell’area considerata inseriti nell’elenco dei comuni ad alta tensione abitativa.

Comune Abitanti

Borgaro Torinese 12.880

Collegno 48.416

Druento 8.293

Pianezza 11.369

Rivoli 51.498

Venaria 35.953

Totale 168.409

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

145

13. RIFERIMENTI NORMATIVI

Per giungere all’elaborazione del Piano Pluriennale Economico e Sociale inmodo partecipato, cioè attraverso la concertazione, il consenso sociale eistituzionale è fondamentale conoscere le relazioni intercorrenti tra i diversisoggetti istituzionali con particolare riferimento ai rapporti tra le P.A e l’Ente Parco.

L’obiettivo della sezione è quello di informare le istituzioni pubbliche (che hannocompetenze sul territorio e sugli aspetti socioeconomici del Parco) sul quadronormativo vigente e la sua evoluzione, sugli strumenti di programmazione e suirapporti che intercorrono tra di essi, per evitare i rischi prescrizioni contraddittoriee di interventi sovrapposti e incompatibili.

Gli strumenti di riferimento per la programmazione, la progettazione, larealizzazione ed il controllo dell’attività di tutela e riqualificazione, la valorizzazionesostenibile dei beni naturali, ambientali e culturali presenti nel Parco, lapromozione di iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale dellecollettività residenti all’interno del Parco e nei territori adiacenti sono il Piano delParco (PdP) e il Piano Pluriennale Economico e Sociale (PPES).

Il rapporto tra il PdP e il PPES è definito dalla legge quadro 394/1991 sulle areeprotette e dalle modifiche ed integrazioni apportate dalla L.426/1999.

Con l’articolo 12 della L.394/1991 “la tutela dei valori naturali ed ambientali èaffidata all’Ente Parco e perseguita attraverso lo strumento del Piano del Parco”,nel rispetto delle finalità del PdP e del RdP, all’art.14 della stessa legge, laComunità del Parco che è l’organo consultivo e propositivo dell’Ente Parco,elabora “un Piano Pluriennale Economico e Sociale per la promozione delleattività compatibili individuando i soggetti chiamati alla realizzazione degliinterventi previsti anche attraverso accordi di programma”.Ne consegue che il PPES è subordinato al PdP, ne deve rispettare finalità evincoli e lo segue cronologicamente.

La normativa regionale in materia di aree protette avviata con la L.R. 12/1990 eprecedente alla L. 394/1991 non prevedeva la costituzione della Comunità delParco e l’elaborazione del PPES.Con la L.R. 36/1992, la Regione Piemonte ha recepito la legge quadro nazionale394/1991 senza però apportare elementi innovativi.

La legge 426/1999, all’art 31 introduce il principio per il quale il PdP ed il PPES,devono essere strumenti integrati di gestione da elaborare contestualmente,attraverso la stretta a diretta interazione fra il Consiglio Direttivo e la Comunità delParco.Alla 426/1999 non è seguito alcun adeguamento nella legislazione regionale.

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

146

Il problema dell’adeguamento normativo ha generato alcune contraddizioni eincongruenze portando inevitabilmente gli enti Parco a seguire gli orientamenti piùavanzati della legislazione nazionale.

Poiché nelle formulazioni della legge 426/1999 la subordinazione del PPES al PdPè stata abolita, i due strumenti devono essere sviluppati assieme, attraverso unapproccio integrato che consideri gli aspetti naturalistici e gli aspettisocioeconomici.

Il ruolo del PPES non deve solamente integrarsi ma anche interagire con il PdP edi conseguenza con tutti i piani sottostanti come schematizzato in figura.

13.1. QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO

Le principali convenzioni, direttive internazionali e le norme nazionali e regionalirelative alla tutela del patrimonio naturale e della diversità biologica possonoessere riassunte secondo il seguente schema.

Convenzioni internazionali e direttive comunitarie:

1. Convenzione di Ramsar: convenzione sulle zone umide di importanzainternazionale, soprattutto come habitat dell’avifauna migratoria acquatica,sottoscritta il 2 febbraio 1971. Ratificata in Italia con DPR 13 marzo 1976n.448.

2. Convenzione di Parigi: sottoscritta nel 1950 per la tutela dell’avifauna eratificata dall’Italia nel 1979.

Piano del Parcoo

Piano d’Area

Piano PluriennaleEconomico e

Sociale

Piano diassestamento

forestale

Piano naturalistico

Piano di intervento

Piano di RecuperoPiano

Particolareggiato

Piano RegolatoriGenerali

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

147

3. Convenzione di Berna: relativa alla tutela della vita selvatica e dell’ambientenaturale in Europa, sottoscritta il 19 settembre 1979. Ratificata in Italia con laLegge n.503 del 5 agosto 1981 (Legge collegata 157/92).

4. Convenzione di Washington: sul commercio delle specie di flora e faunaminacciate di estinzione (Cites), sottoscritta il 3 marzo 1973. Introdotta inItalia con le Leggi n.874 del 19 dicembre 1975 e n.150 del 7 febbraio 1992(modificata dalla Legge n.59 del 13 marzo 1993).

5. Convenzione di Bonn: per la tutela delle specie migratorie, sottoscritta il 23giugno 1979, ratificata in Italia con la Legge n.42 del 25 gennaio 1983.

6. Convenzione delle Alpi: per la protezione delle Alpi, sottoscritta a Salisburgoil 7 novembre 1991, Ratificata in Italia con la Legge n.403 del 1999.

7. Convenzione sulla biodiversità : firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992.Scopo della convenzione è la tutela della biodiversità in situ e ex situ.Ratificata in Italia con Legge n.124 del 14 febbraio 1994 (e delibera Cipe del16 marzo 1994, documento: “Linee strategiche e programma preliminare perl’attuazione della Convenzione sulla biodiversità in Italia”).

8. In materia di tutela delle specie e degli habitat la Comunità Europea haadottato i seguenti provvedimenti:

9. Direttiva 97/62/CE del 27 ottobre 1997: Direttiva recante adeguamento alprogresso tecnico e scientifico della Direttiva 92/43/CEE del Consigliorelativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora edella fauna selvatiche;

10. Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”: per la tutela di tutti gli uccelli viventinaturalmente allo stato selvatico. Recepita in Italia con la Legge n.157 del 11febbraio 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma eper il prelievo venatorio”;

11. Direttiva 92/43/CEE “Habitat”: per la conservazione e la salvaguardia dellabiodiversità mediante l’adozione delle misure necessarie per mantenere eripristinare gli habitat naturali e la tutela delle specie di flora e faunaselvatiche. Recepita in Italia con DPR n.357 del 8 settembre 1997“Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/Cee relativa allaconservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e dellafauna selvatiche”;

12. Decreto 98/746/CE del 21 dicembre 1998: Decisione del Consiglio UErelativa all’approvazione, a nome della Comunità europea, della modificadegli allegati II e III della Convenzione di Berna relativa alla conservazione

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

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della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, adottate in occasionedella diciasettesima riunione del comitato permanente della convenzione;

13. Decreto 98/145/CE del 12 febbraio 1998: Decisione del Consiglio UEconcernente l’approvazione in nome della Comunità europea delle modifichedelle appendici I e II della Convenzione di Bonn sulla conservazione dellespecie migratrici della fauna selvatica, decise nella quinta riunione dellaconferenza delle parti della convenzione;

14. Regolamento (CE) n. 2724/2000 del 30 novembre 2000: Regolamento dellaCommissione che modifica il regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio,relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche medianteil controllo del loro commercio;

15. Regolamento (CE) n. 939/97 del 26 maggio 1997: Regolamento dellaCommissione recante modalità d’applicazione del regolamento (CE) n.338/97 del Consiglio, relativo alla protezione di specie della flora e dellafauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio;

16. Regolamento (Cee) n.3626/82, modificato in regolamento 338/97 eregolamento 393/97, relativo alla tutela delle specie in via di estinzionetramite il controllo del commercio delle specie protette.

17. Regolamento Life 1973/92, modificato dal regolamento Cee 1404/96, per ilsostegno finanziario di azioni relative alla conservazione della natura.

Normativa nazionale

1. Legge n.394 del 6 dicembre 1991, Legge quadro sulle aree protette;

2. Legge n.157 del 11 febbraio 1992, Norme per la protezione della faunaselvatica omeoterma e per il prelievo venatorio;

3. Legge n.150 del 7 febbraio 1992. Disciplina dei reati relativi all’applicazionein Italia della Convenzione sul commercio internazionale delle specie animalie vegetali in via di estinzione, firmata a Washington il 3 marzo 1973, di cuialla Legge 19 dicembre 1975, n. 874, e del Regolamento (CEE) n. 3626/82,e successive modificazioni, nonché norme per la commercializzazione e ladetenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituirepericolo per la salute e l’incolumità pubblica.

4. Legge n.97 del 31 gennaio 1994, Nuove disposizioni per le zone montane;

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

149

5. Legge n.124 del 14 febbraio 1994, Ratifica e esecuzione della convenzionesulla biodiversità , con annessi, fatta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992;

6. Legge n.352 del 23 agosto 1993, Norme quadro in materia di raccolta ecommercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati;

7. DPR n.357 del 8 settembre 1997, Regolamento di attuazione della direttiva92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali,nonché della flora e della fauna selvatica (Natura 2000).

8. Legge n.344 del 8 ottobre 1997, Disposizioni per lo sviluppo e laqualificazione degli interventi e dell’occupazione in campo ambientale;

9. Legge n.426 del 9 dicembre 1998, Nuovi interventi in campo ambientale.

10. Dlg 490/99, approvato dal Consiglio dei Ministri su delega della Legge352/97, Testo unico sui beni culturali e ambientali (ex Legge 1089 del1/6/1939, ex Legge 1497 del 29/6/1939, ex Legge n.431 del 8/8/1985);

11. Legge n.403 del 14 ottobre 1999, Ratifica ed esecuzione della convenzioneper la protezione delle Alpi, con allegati e processo verbale di modifica del 6aprile 1993, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991

Normativa regionale

1. Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56. e succ. modifiche: Tutela ed uso delsuolo

2. Legge regionale 21 agosto 1978, n. 54. Istituzione del Parco Regionale LaMandria

3. Legge regionale 31 agosto 1982, n. 28: Trasformazione dell'Aziendaregionale per la gestione della tenuta La Mandria in Azienda regionale deiParchi suburbani

4. Legge regionale 28 febbraio 1984, n. 12: Modificazione alla legge regionale21 agosto 1978, n. 54 'Istituzione del Parco regionale La Mandria

5. Legge regionale 2 marzo 1984, n. 15: Procedimento per l'applicazione dellesanzioni amministrative inerenti alle violazioni in materia di Parchi naturali,Riserve naturali o Aree attrezzate

6. Legge regionale 5 aprile 1985, n. 28. e successive modifiche: Ordinamento epiante organiche del personale degli Enti di gestione dei Parchi e delleRiserve naturali regionali

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Analisi socioeconomica Comunità del Parco La Mandria Capitolo 13

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7. Legge regionale 24 aprile 1985, n. 46: Modificazioni alla legge regionale 4giugno 1975, n. 43, recante Norme per l'istituzione dei Parchi e delle Riservenaturali

8. Legge regionale 25 giugno 1986, n. 24 :Nomina dei rappresentanti dicompetenza del Consiglio Regionale in seno agli organismi direttivi e tecnico-scientifici dei Parchi e delle Riserve naturali e speciali regionali

9. Legge regionale 30 marzo 1987, n. 15: Norme per l'utilizzo e la fruizione delParco regionale La Mandria

10. Legge regionale 16 dicembre 1987, n. 61: Norme per il funzionamento degliEnti di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali regionali

11. Legge regionale 3 aprile 1989, n. 20: Norme in materia di tutela di beniculturali, ambientali e paesistici

12. Legge regionale 8 giugno 1989, n. 36: Interventi finalizzati a raggiungere econservare l'equilibrio faunistico ed ambientale nelle aree istituite a Parchinaturali, Riserve naturali e Aree attrezzate

13. Legge regionale 22 marzo 1990, n. 12. e succ. modifiche: Nuove norme inmateria di aree protette (Parchi naturali, Riserve naturali, Aree attrezzate,Zone di preparco, Zone di salvaguardia)

14. Legge regionale 21 luglio 1992, n. 36: Adeguamento delle norme regionali inmateria di aree protette alla legge 8 giugno 1990, n. 142, ed alla legge 6dicembre 1991, n. 394

15. Legge regionale 7 giugno 1993, n. 24: Trasformazione dell'Azienda regionaledei Parchi suburbani in Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e deiParchi e delle Riserve naturali delle Valli di Lanzo

16. Legge regionale 14 giugno 1993, n. 27: Istituzione dell'Area attrezzata delPonte del Diavolo e della Zona di salvaguardia della Stura di Lanzo

17. Legge regionale 23 giugno 1993, n. 31: Modificazione alla legge regionale 21luglio 1992, n. 36 'Adeguamento delle norme regionali in materia di areeprotette alla legge 8 giugno 1990, n. 142 ed alla legge 6 dicembre 1991, n.394 '

18. Legge regionale 21 giugno 1994, n. 20: Modifica agli articoli 9 e 11 della L. R.22 marzo 1990, n. 12 e successive modificazioni ed integrazioni in materia diaree protette

19. Legge regionale 10 novembre 1994, n. 45: Norme in materia di pianificazionedel territorio: modifiche alla L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 e successive

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modifiche ed integrazioni e alle LL.RR. 16 marzo 1989, n. 16 e 3 aprile 1989,n. 20

20. Legge regionale 5 gennaio 1995, n. 3: Norme in materia di tutela di beniculturali, ambientali e paesistici - Modifiche alla L.R. 3 aprile 1989, n. 20

21. Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31:Istituzione di Ecomusei del Piemontee succ.modifiche

22. Legge regionale 3 aprile 1995, n. 47: Norme per la tutela dei biotopi

23. Legge regionale 30 aprile 1996, n. 23: Modifica alla legge regionale 3 aprile1989, n. 20 'Norme in materia di tutela di beni culturali, ambientali e paesistici'

24. Legge regionale 14 novembre 2001, n. 25: Modifiche ed integrazioni allalegge regionale 22 marzo 1990, n. 12 ( Nuove norme in materia di Areeprotette 'Parchi naturali, Riserve naturali, Aree attrezzate, Zone di preparco,Zone di salvaguardia').

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14. I Progetti del territorio

In questa sezione viene presentata una selezione degli ultimi progetti di sviluppodel territorio in corso di realizzazione o realizzati che dimostrano di avere un certorilievo per la pianificazione dell’area.

Quando si parla di "Progetti di sviluppo locale" ci si riferisce ad una serie moltoarticolata di interventi che vanno dai Patti territoriali, agli Accordi di programma,alle iniziative d’ispirazione comunitaria, che individua la dimensione locale comequella più adatta per poter leggere le esigenze legate allo sviluppo di un datoterritorio ed individuare i mezzi più idonei per poterlo realizzare.

Dagli orientamenti politici, dagli studi e dai dibattiti, traspare pertanto con evidenzala rilevanza del tema dello sviluppo economico e sociale nella dimensione locale,con l’obiettivo di spostare dal centro alle periferie la programmazione dellosviluppo economico.Le politiche dell’Unione europea, nazionali e regionali chiedono esplicitamente aigoverni locali di programmare il proprio sviluppo raccogliendo le istanze dellasocietà e dei gruppi economici locali. Questo nuovo sistema presupponel’elaborazione dal basso di piani territoriali, la creazione di progetti, ilfinanziamento e l’implementazione degli stessi.

Il capitolo intende fornire una mappatura dei progetti promossi dagli enti locali econtestualmente, in quali direzioni si sono orientati gli interventi.

14.1 I PATTI TERRITORIALI

Il Patto Territoriale è l'accordo tra soggetti diversi per l'attivazione di unprogramma di interventi nei settori dell'industria, dell’agroindustria, dei servizi,delle infrastrutture, del turismo, dell’agricoltura, della pesca ed in quello delsistema ile, tra loro integrati.Il Patto Territoriale è caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo localeintegrato ed “ecosostenibile”. Il metodo di governo è rappresentato dallaConcertazione tra pubblico e privato.Tutto il territorio della Provincia di Torino è interessato da esperienze diConcertazione Territoriale. In particolare sono attivi otto Patti Territoriali generalistie tre Patti Territoriali specializzati Agricoltura e Pesca.L’area di studio è interessata da due Patti Territoriali:Î Il Patto territoriale della Zona OvestÎ Il Patto Territoriale della Stura

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14.1.1. IL PATTO TERRITORIALE DELLA ZONA OVEST

Il Patto territoriale della Zona Ovest è sottoscritto da 11 comuni tra i qualiCollegno, il soggetto promotore, San Gillio, Druento, Venaria Reale e Pianezza. IlPiano è costituito da un Patto generalista e uno specializzato in agricoltura.Il patto territoriale generalista presenta una serie di progetti per il rafforzamento elo sviluppo del tessuto produttivo locale integrato: industria, turismo, commercio,artigianato, agricoltura, ambiente e servizi alla persona.Il patto territoriale Specializzato per l'Agricoltura della Zona Ovest di Torino, nascedal Patto Territoriale Generalista (a seguito della delibera Cipe del 15 febbraio2000) per la partecipazione all'assegnazione di risorse specifiche per il settoreagricolo.

14.1.2. IL PATTO TERRITORIALE DELLA STURA

Il Patto Territoriale della Stura è sottoscritto da 2 Comunità Montane e da 42comuni tra i quali Borgaro Torinese, Caselle Torinese, Ciriè, Fiano, Givoletto, LaCassa, Robassomero, San Maurizio C.se, Varisella.I progetti riguardano la promozione di iniziative private e pubbliche al fine dimigliorare la qualità della vita, lo sfruttamento ecosostenibile dell'ambiente e delterritorio, i rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione, la progettazione dinuovi interventi di riqualificazione.

14.2 IL DOCUP DELLA REGIONE PIEMONTE

ll Docup è il documento unico di programmazione per le aree a declino industrialee rurale del Piemonte per il periodo di programmazione 2000-2006. Esso prevedeil finanziamento di risorse pubbliche (UE, Stato e Regione) per la progettazione ela realizzazione di investimenti pubblici e privati.

14.2.1. I PROGETTI INTEGRATI D’AREA (MISURA 3.1 A)

I Progetti Integrati di Area sono progetti composti da una serie di interventi legatida una logica integrata di sviluppo.Tali progetti sono finanziati nell'Ambito dell'Asse 3 (Sviluppo locale evalorizzazione del territorio) del Docup, e precisamente nella misura 3.1a: Progettiintegrati di sviluppo socio-economico di area. Lo Schema di indirizzo approvatodalla Regione Piemonte per l'attuazione della misura 3.1 affida alle ProvincePiemontesi uno specifico ruolo di impulso, di coordinamento, di assistenza, dimonitoraggio e di controllo sia nella fase di definizione che in quella di attuazionedei Progetti Integrati.In questo contesto, si è giunti alla definizione dei Progetti Integrati di Area nellaProvincia di Torino.

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Pia Ovest “Accompagnare lo sviluppo locale”

Il programma è attuato dai comuni di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Rivoli,Grugliasco, Villarbasse, San Gillio, Druento, Venaria Reale, Pianezza, Rosta.Il Progetto Integrato "Accompagnare lo sviluppo locale" intende da un latoricostruire i rapporti tra i territori montani, collinari e di pianura a partire dallafunzione integratrice delle aste fluviali della Dora e del Sangone, delle vaste areedi pregio ambientale e della rete di beni culturali ed architettonici, dall'altropromuovere la diversificazione dei sistemi locali valorizzando le risorse esistenti.

Piano Integrato d'Area dei Due Fiumi

La denominazione di "Piano integrato d'area dei due fiumi", adottato dal Tavolo diConcertazione dei Patti Territoriali del Po e della Stura ( Borgaro Torinese, CaselleTorinese, Comunità Montana Val Ceronda e Casternone ,Fiano, Givoletto, LaCassa, San Maurizio Canavese, Robassomero e Varisella) ha l'obiettivo diadottare una strategia di sviluppo locale che punti sull’ambiente…”l'ambiente,come futuro della crescita, della competitività, dell'occupazione; i Fiumi, il ciclodelle acque, il territorio e l'ambiente come risorse sulle quali fondare un nuovomodello di sviluppo che sostenga la creazione nel medio periodo di nuoveopportunità di lavoro, di creazione d'impresa, di attrazione di aziende a bassoimpatto ambientale che provengano dall'Italia e dall'estero”.

14.2.2. IL SISTEMA DELLA CORONA VERDE (MISURA 3.1 B)

Nell'ambito dell'Asse 3 (Sviluppo locale e valorizzazione del territorio), la misura3.1 (Valorizzazione della Programmazione integrata d'Area) si articolaulteriormente nella sottomisura “Sistema della Corona Verde” (misura 3.1 b).La Linea di intervento 3.1b (Sistema della Corona Verde), finanzia lariqualificazione ambientale e paesaggistica dell’Area metropolitana Torinese, laricostruzione della rete ecologica e della rete di fruizione sostenibile, e ilcompletamento delle attrezzature, in conformità con i principi della Rete EcologicaNazionale e della Rete Natura 2000 prevista dalla Direttiva 92/43/CEE (Habitat).

Su iniziativa degli Enti di gestione del Parco La Mandria e del Parco fluviale del Potorinese che gestiscono le aree protette periurbane, è stato redatto un documento,denominato "Progetto Corona Verde Città intorno ai Parchi", con il quale vengonoassunte le determinazioni di indirizzo fondamentali alle quali ispirarel'amministrazione regionale delle aree protette sia in materia di gestione che dipromozione.

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14.2.3. LE MISURE A “REGIA REGIONALE”

Sono le azioni oggetto di contributi comunitari, nazionali e regionali, secondo lemodalità previste dal Docup per l'obiettivo 2 per gli interventi che rientranonell'interesse prevalente degli Enti Locali e per i quali la Regione verifica,attraverso un'azione di "regia regionale", la compatibilità dei progetti di sviluppocon l'insieme degli indirizzi regionali volti a garantire lo sviluppo omogeneo edequilibrato dei propri territori.I progetti finanziati nel territorio sono riassunti nella tabella sottostante.

Figura n. 1. I progetti a regia regionale Docup 2000-2006 (Fonte: Regione Piemonte)

Comune Descrizione Misuradocup

BORGAROTORINESE

Lavori di realizzazione opere di urbanizzazione primaria - pianoinsediamenti produttivi - P.I.P -

2.3

COLLEGNO Ecomuseo del Villaggio Leumann - progetti integrati di valorizzazionedi un villaggio operaio

3.2

PIANEZZA Recupero del nucleo storico. il ricetto di Pianezza: antiche strutture,edifici storici

3.2

SAN GILLIO Realizzazione dell'ampliamento e sistemazione di Via Bonino 3.2

DRUENTO Ristrutturazione edificio comunale ex Cascina Mussa 4.1

GIVOLETTO Ristrutturazione ex sede comunale per centro sociale, culturale ericreativo anziani

4.1

VENARIA Lavori di ristrutturazione di due edifici perimetrali facenti parte delcompendio dell'ex caserma

4.1

14.3 ALTRI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Nell’area sono stati finanziati e sono in corso di realizzazione numerosi progetti disviluppo locale che fanno riferimento a diversi ambiti:Î Valorizzazione dei beni culturali e architettonici, con il recupero edifici storici la

Certosa Reale a Collegno), programmi di recupero urbano (Venaria, Pianezza,Villaggio Leumann - Collegno), piani di recupero di vecchie borgate (Varisella).

Î Riqualificazione ambientale (Robassomero, Ciriè)Î Progettazione e attuazione di politiche di sviluppo locale - valorizzazione delle

risorse (territorio, soggetti locali, sistema produttivo) ad esempio attraversol’attuazione di Piani di Insediamenti produttivi (PIP) e la creazione deglisportelli per le attività produttive ( vedere anche Patto territoriale Ovest) ecollegamenti viari (Pianezza, Venaria, Torino).

Î Iniziative di sviluppo turistico e di carattere culturale come ad esempiol’iniziativa provinciale “Città d’arte a Porte Aperte”, il progetto integrato d’area diriqualificazione turistico ambientale “Le ali del nuovo millennio in un angolo diCanavese” (San Maurizio Canavese) o le rievocazioni storiche che si svolgonoin parecchi comuni dell’area (Venaria, Collegno…).

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Î Accordi di programma; con il restauro e valorizzazione della Reggia di Venariareale e Borgo Castello della Mandria.

Î Programmazione negoziata attraverso convenzioni per l’esercizio associato diservizi (scuole…)

Î Ecomusei; bonifica e recupero dell'area IPCA (Industria Piemontese dei Coloridi Anilina) di Ciriè - luogo di memoria dell’inquinamento ambientale ("ProgettoCultura Materiale: Il tempo dell'industria“ in collaborazione con la Provincia diTorino) e l’Ecomuseo del Villaggio Leumann, villaggio operaio di fine ottocento.

14.4 I PROGETTI NEL TERRITORIO DELL’ENTE PARCO LA MANDRIA

La valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale nel territorio dell’Ente“Parco Regionale La Mandria” costituisce un impegno fondamentale per losviluppo dell’intera area. Tale impegno di valorizzazione trova concretizzazione inprogetti e programmi di recupero e restauro di beni culturali, di miglioramentodell’accessibilità e dell’informazione.

Nei prossimi tre anni verranno restaurate e ristrutturate le Cascina Oslera,Grangetta e Peppinella, mentre si provvederà alla manutenzione di varieattrezzature per la fruizione del parco.

Nel Borgo Castello sorgerà un albergo, l’accoglienza per i visitatori, un centro peresposizioni temporanee, una biblioteca, una sala per conferenze e seminari, unristorante ed punto vendita mentre gli appartamenti reali esistenti verrà mantenutala funzione di museo tradizionale.

All'interno delle ex scuderie-magazzino di fianco al Castello, verrà realizzato ilCentro Natura e Paesaggio, un museo di nuova concezione sul paesaggio e larelazione dell'uomo con la natura.

Nella Cascina Rubianetta, in origine utilizzata quale scuderia reale perl'allevamento dei cavalli verrà realizzato il “Centro del cavallo”. Attraverso ilrestauro ed recupero degli ambienti si prevede la realizzazione di aule, di unmuseo, di un maneggio coperto e di una foresteria. L'obiettivo è di creare unasede dove svolgere attività didattica, teorica e pratica, assistere a manifestazioniequestri e di soggiornare.

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