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Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo Proposta di un nuovo modello matematico per le AAFs Francesco Parisi 1 24 Maggio 2011

Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

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Questa รจ la presentazione della mia tesi di laurea. Si propone un nuovo modello matematico per le funzioni di ammettenza aerodinamica, basato sullโ€™integrazione numerica delle note espressioni teoriche con il metodo Quasi Monte Carlo. Lโ€™ammettenza aerodinamica รจ una grandezza adimensionale, funzione della frequenza, il cui scopo รจ rettificare quel che avviene per il caso ideale di un corpo avvolto da turbolenza con piena correlazione spaziale. Tale grandezza consente di tener conto: a) della transizione tra le fluttuazioni della velocitร  del vento in condizioni indisturbate e le fluttuazioni delle pressioni indotte dal carico da vento su un corpo; b) della coerenza spaziale di queste pressioni sul corpo; c) di come questi fenomeni si integrino fra loro. L'AAF gioca quindi un ruolo estremamente importante nella determinazione della risposta strutturale di un edificio alto spazio soggetto allโ€™azione del vento.

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Funzioni di ammettenza

aerodinamica degli edifici tramite

integrazione quasi Monte Carlo

Proposta di un nuovo modello matematico per le AAFs

Francesco Parisi

1 24 Maggio 2011

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 2

L'AAF รจ una grandezza adimensionale, funzione della frequenza che agisce come un modulo di trasferimento che converte le velocitร  del vento in carichi per la struttura โ†’ dalle fluttuazioni turbolente alle forze aerodinamiche.

Modello di Davenport

Definizione di ammettenza aerodinamica

Dอ (t)

(carico

per la str)

u อ (t)

(turbolenza)

ฯ‡2(f)

(ammettenza

aerodinamica)

|H(f)|2

(ammettenza

meccanica)

x อ (t)

(risposta

della str)

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๐œ’๐‘†2 ๐œ‘ =

1

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“2 ๐ต2๐ป2

๐‘ˆ ๐‘ง1 ๐‘ˆ ๐‘ง2

๐ป

0

๐ถ๐‘ ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 ๐ถ๐‘ ๐‘ฆ2, ๐‘ง2

๐ต

0

ร— ๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ ๐‘‘๐‘ฆ1 ๐‘‘๐‘ฆ2

๐ต

0

๐‘‘๐‘ง1 ๐‘‘๐‘ง2

๐ป

0

Calcolo delle AAFs

Pro

filo

del

le v

elo

citร 

med

ie

๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ = ๐‘’โˆ’2๐œ‘

๐ถ๐‘ฆ2ร— ๐‘ฆ1โˆ’๐‘ฆ2

2+๐ถ๐‘ง2ร— ๐‘ง1โˆ’๐‘ง2

2

๐‘ˆ ๐‘ง1 +๐‘ˆ ๐‘ง2

Correlazione spaziale della turbolenza (cioรจ coerenza) La turbolenza รจ omogenea ma anisotropa

Dimensioni della facciata su cui incide il vento e coefficienti di

pressione

๐‘ˆ ๐‘ง1 =๐‘ขโˆ—๐œ…๐‘™๐‘›

๐‘ง1๐‘ง0

๐‘ˆ ๐‘ง2 =๐‘ขโˆ—๐œ…๐‘™๐‘›

๐‘ง2๐‘ง0

๐ถ๐‘ฆ = 16, ๐ถ๐‘ง = 10

(Simiu & Scanlan 1996)

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Presentazione generale del metodo Monte Carlo #1/2

Perchรฉ usare un metodo statistico?

๐‘“ ๐’™0,1 ๐‘‘

๐‘‘๐’™ โ‰ˆ1

๐‘›๐‘‘ โ€ฆ ๐‘“ ๐‘ฅ๐‘–1 , โ€ฆ , ๐‘ฅ๐‘–๐‘‘ =

๐‘›

๐‘–๐‘‘=1

๐‘›

๐‘–1=1

๐‘†๐‘› ๐‘“

๐‘“ โˆถ ๐ผ โŠ† ๐‘…๐‘› โ†’ ๐‘…๐‘› ฦŽ๐พ โˆˆ ๐‘…: ๐‘“ ๐’™1 โˆ’ ๐‘“ ๐’™2 โ‰ค ๐พ ๐’™1 โˆ’ ๐’™2 โˆ€ ๐’™1, ๐’™2 โˆˆ ๐ผ

๐œ– = ๐‘“ ๐’™0,1 ๐‘‘

๐‘‘๐’™ โˆ’ ๐‘†๐‘› ๐‘“ โ‰ˆ๐พ

๐‘›๐‘‘

d K ฮต n

1 1 0,01 100

2 1 0,01 1002=104

4 1 0,01 1004=108

d K n ฮต

1 1 106 10-6

2 1 106 10-6/2=10-3

4 1 106 10-6/4โ‰ˆ0,032

Fissando lโ€™errore ฮต=0,01 allโ€™aumentare delle

dimensioni il numero dei punti necessario a riempire

lโ€™ipercubo cresce esponenzialmente

Fissando il numero dei punti ad n=106

allโ€™aumentare delle dimensioni lโ€™errore commesso cresce esponenzialmente

Curse of dimensionality (Bellman, 1957). Come alternativa, lโ€™integrale puรฒ essere stimato tramite il valore atteso della funzione f valutato considerando la variabile indipendente x come una variabile aleatoria X=(X1,โ€ฆ,Xd):

๐‘“ ๐’™0,1 ๐‘‘

๐‘‘๐‘ฅ = ๐ธ ๐‘“ ๐‘ฟ โ‰ˆ1

๐‘› ๐‘“ ๐‘ฟ๐‘–

๐‘›

๐‘–=1

๐‘๐‘œ๐‘› ๐‘› โ†’ โˆž

Perchรฉ la precisione dei metodi deterministici degrada esponenzialmente allโ€™aumentare delle dimensioni del problema

๐‘“ ๐’™0,1 ๐‘‘

๐‘‘ ๐’™ โˆ’1

๐‘› ๐‘“ ๐‘ฟ๐‘–

๐‘›

๐‘–=1

โ‰ˆ๐ถ

๐‘›

dove C รจ una variabile aleatoria gaussiana avente media nulla e varianza pari a:

2

= ๐ธ ๐‘“ ๐‘ฟ โˆ’ ๐ธ ๐‘“ ๐‘ฟ2

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 5

Presentazione generale del metodo Monte Carlo #2/2

Quali numeri casuali?

I generatori di numeri pseudo casuali devono simulare efficacemente un processo aleatorio. Per questa ragione la bontร  dei PRNGs รจ assicurata dal superamento di una serie di test statistici di aleatorietร . Lo scopo delle sequenze di numeri quasi - casuali non รจ approssimare la reale aleatorietร . L'obbiettivo delle sequenze quasi - aleatorie consiste nel riempire nel modo piรน uniforme possibile lo spazio di un ipercubo unitario.

Ecco una ยซbuonaยป distribuzione,

uniforme e con pochi vuoti

Ecco una distribuzione meno buona, i punti sono distribuiti in modo poco omogeneo e ci sono parecchi vuoti

Mersenne Twister PRNG

Sobol set QRNG

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Primi test

Eโ€™ stato effettuato un confronto operativo fra i vari metodi di integrazione, i migliori risultati sono stati ottenuti applicando il metodo Quasi Monte Carlo, cioรจ con il generatore di numeri quasi random Halton set. Il test รจ stato effettuato per B=60 mt, H=120 mt, z0=0,05 m, U10=9,063 m/s.

๐‘ˆ ๐‘ง =๐‘ขโˆ—๐œ…๐‘™๐‘›

๐‘ง

๐‘ง0 ๐‘ˆ ๐‘ง = ๐‘ˆ ๐‘ง๐‘Ÿ๐‘’๐‘“ ร—

๐‘ง

๐‘ง๐‘Ÿ๐‘’๐‘“

๐›ผ

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Presentazione del modello matematico #1/9 - Il fattore di scala K

๐œ’ ๐œ‘ =๐‘1๐œ‘ + ๐‘2

๐œ‘2 + ๐‘ž1๐œ‘ + ๐‘ž2 ๐พ =

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“

๐ต๐ป, ๐พ = ๐‘‡โˆ’1 โ†’ ๐œ’ ๐œ‘ =

๐‘Ž๐พ๐œ‘ + ๐‘๐พ2

๐œ‘2 + ๐‘๐พ๐œ‘ + ๐‘‘๐พ2

๐‘Ž๐พ๐œ‘ + ๐‘๐พ2

๐œ‘2 + ๐‘๐พ๐œ‘ + ๐‘‘๐พ2=๐‘‡โˆ’2

๐‘‡โˆ’2= 1

Modello matematico dellโ€™AAF.

Variabili esogene โ€“ dati da fornire in INPUT al modello โ€“ velocitร  del vento in testa allโ€™edificio Uref e dimensioni della

facciata rettangolare su cui incide il vento B ed H, fattore di scala K.

Variabili endogene โ€“ dati forniti in OUTPUT dal modello โ€“ fattori di

forma: a, b, c e d, valori di ฯ‡(ฯ†).

๐œ’ ๐œ‘ =๐‘Ž๐พ๐œ‘ + ๐‘๐พ2

๐œ‘2+ ๐‘๐พ๐œ‘ +๐‘‘๐พ2 =๐พ2 ๐‘Ž๐œ‘

๐พ + ๐‘

๐พ2(๐œ‘2

๐พ2+๐‘๐œ‘

๐พ +๐‘‘)

=๐‘Žฮฆ + ๐‘

ฮฆ2+๐‘ฮฆ +๐‘‘

ฮฆ =๐œ‘

๐พ=๐œ‘ ร— ๐ต๐ป

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“โ‡’

ฮฆ =[๐ฟ]

๐‘‡ร—

๐‘‡

๐ฟ= 1

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Presentazione del modello matematico #2/9 โ€“ fattori di forma

Questo approccio aveva senza dubbio un certo fascino, si sono infatti proiettati i piani a=f(z0,โˆš(BH)) sul piano โˆš(BH) โ€“ a ottenendo, delle proiezioni che somigliano a delle rette, si รจ allora seguita la seguente logica: โ€œse i piani a=f(z0,โˆš(BH)) formano effettivamente un fascio proprio nello spazio a- z0 - โˆš(BH), le loro proiezioni su z0 โ€“ a sono delle rette tutte convergenti in un punto e formano un fascio di retteโ€.

๐›ฝ =1

12 1

6 1

5 1

4 1

3 2

5 4

5 1

2 2

31

14

10 17

10 2 โ†’ ๐‘๐›ฝ = 13;

per le altezze H delle facciate si รจ imposta una discretizzazione a 5 mt: ๐‘๐ป =

200 โˆ’ 10

5+ 1 = 39

Per la velocitร  del vento, si sono usati NU10=3 valori: ๐‘ˆ10 = [10 20 30]; le altezze di rugositร  z0 sono Nz0=5:

๐‘ง0 = [0,01 0,05 0,3 0,7 1]. ๐‘‡๐‘œ๐‘ก๐ด๐ด๐น = ๐‘๐›ฝ ร— ๐‘๐ป ร— ๐‘๐‘ˆ10 ร— ๐‘๐‘ง0 = 13 ร— 39 ร— 3 ร— 5 = 7605

considerando perรฒ: B โ‰ฅ 5mt โˆง H โ‰ฅ zmin,: ๐‘‡๐‘œ๐‘ก๐ด๐ด๐น = 7159 โ‰ก 119,37โ„Ž๐‘Ÿ โ‡’119,317

13โ‰ˆ 9,18โ„Ž๐‘Ÿ!

๐‘Ž = ๐‘“ ๐‘ง0, ๐ต๐ป ; ๐‘ = ๐‘“ ๐‘ง0, ๐ต๐ป ; ๐‘ = ๐‘“ ๐‘ง0, ๐ต๐ป ; ๐‘‘ = ๐‘“ ๐‘ง0, ๐ต๐ป

Tali funzioni sono state ricavate interpolando punti di coordinate (fatt. forma ,z0, โˆš(BH)), a tal fine รจ stata effettuata una ricerca sistematica ove:

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Presentazione del modello matematico #3/9

Data la situazione si รจ deciso di concentrare lโ€™attenzione sui coefficienti p, q, s e t dellโ€™equazione del piano:

๐‘๐‘ฅ + ๐‘ž๐‘ฆ + ๐‘ ๐‘ง + ๐‘ก = 0

che nella fattispecie assume la seguente forma:

๐‘Ž(๐‘ง0, ๐ต๐ป) = ๐‘ ร— ๐‘ง0 + ๐‘ž ร— ๐ต๐ป + ๐‘ก

๐‘(๐‘ง0, ๐ต๐ป) = ๐‘ ร— ๐‘ง0 + ๐‘ž ร— ๐ต๐ป + ๐‘ก

๐‘(๐‘ง0, ๐ต๐ป) = ๐‘ ร— ๐‘ง0 + ๐‘ž ร— ๐ต๐ป + ๐‘ก

๐‘‘(๐‘ง0, ๐ต๐ป) = ๐‘ ร— ๐‘ง0 + ๐‘ž ร— ๐ต๐ป + ๐‘ก

a questo punto รจ legittimo chiedersi: โ€esiste una relazione che lega i coefficienti del piano a(z0,โˆš(BH)) a ฮฒ?โ€ la risposta a questa domanda รจ si.

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Presentazione del modello matematico #4/9 - implementazione

Per rendere piรน chiari i passaggi si riporta di seguito un Flowchart che รจ peraltro la versione completa del precedente Flowchart riportato alla #1/9. Validazione del modello e stress test Ogni modello matematico dopo essere stato definito e valutato deve essere sottoposto a verifica ed a validazione. La validazione, in generale, deve essere condotta confrontando le previsioni del modello con una serie di risultati sperimentali, se tali risultati sono in accordo con le previsioni il modello va bene, altrimenti deve essere modificato. Nella fattispecie, non avendo a disposizione una galleria del vento, si รจ pensato di confrontare le previsioni del modello matematico dellโ€™AAF del BSM, con la relazione empirica proposta in (Vickery, 1966). Tale relazione รจ infatti basata sul fitting di dati sperimentali, il modello matematico qui proposto si basa sul fitting di migliaia di curve AAF ottenute tramite integrazioni QMC-HS. Quindi se i due modelli, basati su presupposti molto diversi, forniscono previsioni molto simili gli obbiettivi di questa tesi possono considerarsi raggiunti.

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Presentazione del modello matematico #5/9 - AAF del taglio alla base (Vickery, 1966)

๐œ’ ๐œ‘ =1

1 +2๐œ‘ ๐ด๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“

43

Esiste in letteratura una relazione empirica basata su risultati sperimentali ottenuti da Vickery e Davenport su oggetti aventi le seguenti caratteristiche: โ€ข 7 piastre quadrate o rettangolari ove ฮฒ=B/H=*1/4 1/3 1/2 2/3 1]; โ€ข 2 prismi a base quadrata 8โ€™โ€™ร—8โ€™โ€™ร—2โ€™โ€™ (ฮฒ=1/4) e 8โ€™โ€™ร—8โ€™โ€™ร—4โ€™โ€™ (ฮฒ=1/2); โ€ข 1 disco circolare avente diametro D=12โ€™โ€™. Come si puรฒ notare le geometrie utilizzate non sono particolarmente snelle, sono inoltre presenti le curve teoriche ottenute da Davenport per piastre con ฮฒ=1 e ฮฒ=1/4, la maggior parte dei punti si riferisce comunque a geometrie ove ฮฒ=1. Altre espressioni.

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Presentazione del modello matematico #6/9 โ€“ le previsioni corrispondenti

ฮฒ=1, B=H=120 mt, U10=20 m/s, z0=0,7mt, u*=2,81 m/s, Ur=36,21 m/s;

ฮฒ=0,9, B=135 mt, H=150 mt, U10=16 m/s, z0=0,3 mt, u*=1,82 m/s, Ur=28,36 m/s; ฮฒ=2/5=0,4, B=40 mt, H=100 mt, U10=18 m/s, z0=0,7 mt, u*=2,53 m/s, Ur=31,43 m/s;

Per valori di ฮฒ=1 e ฮฒ=1/2 (e per valori prossimi ad 1 e ad ยฝ) le differenze fra i modelli sono esigue, le differenze maggiori sono comunque dellโ€™ordine di 10-2 รท10-3.

ฮฒ=1/2, B=60 mt, H=120 mt, U10=18 m/s, z0=0,05 mt, u*=1,36 s/s, Ur=26,44 m/s:

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Presentazione del modello matematico #7/9 โ€“ gli andamenti differenti

ฮฒ=1/4, B=25 mt, H=100 mt, U10=25 m/s, z0=0.3 mt, u*=2,85 m/s, Ur=41,42 m/s;

ฮฒ=1/3, B=30 mt, H=90 mt, U10=25 m/s, z0=0,7 mt, u*=3,52 m/s, Ur=42,73 m/s;

ฮฒ=1/6, B=20 mt, H=120 mt, U10=28 m/s, z0=0,7 mt, u*=3,94 m/s, Ur=50,7 m/s;

ฮฒ=1, B=H=200 mt, U10=30 m/s, z0=1mt, u*=4,33 m/s, Ur=57,33 m/s;

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Presentazione del modello matematico #8/9 โ€“ le altre AAFs

Per ciรฒ che concerne le AAFs del momento ribaltante alla base, del momento torcente alla base e delle forze modali si era pensato di elaborare dei modelli matematici in modo analogo a quanto fatto per lโ€™AAF del taglio alla base, non disponendo perรฒ di dati o modelli sperimentali con cui poter effettuare una validazione/comparazione si รจ preferito non approfondire la questione. Quel che ad oggi comunque si puรฒ dire รจ che per quanto riguarda lโ€™AAF del momento ribaltante alla base e delle forze modali un modello basato su unโ€™interpolante di questo tipo:

๐œ’ ๐œ‘ =๐‘Ž๐พ๐œ‘ + ๐‘๐พ2

๐œ‘2 + ๐‘๐พ๐œ‘ + ๐‘‘๐พ2

sarebbe adatto a descrivere gli andamenti delle corrispondenti curve ricavate col QMC-HS, mentre per lโ€™AAF del momento torcente alla base sarebbe necessario usare unโ€™interpolante di complessitร  appena superiore:

๐œ’ ๐œ‘ =๐‘Ž๐œ‘2 + ๐‘๐พ๐œ‘ + ๐‘๐พ2

๐œ‘2 + ๐‘‘๐พ๐œ‘ + ๐‘’๐พ2

B=30 mt, H=120 mt, U10=11,75 m/s, z0=0,3 mt, u*=1,34 m/s, Ur=20,07 m/s

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Presentazione del modello matematico #9/9 โ€“ Conclusioni

Conclusioni e possibili miglioramenti del BSM La proprietร  dei piani che esprimono i fattori di forma a disporsi su un fascio deve essere meglio indagata. E cioรจ piani relativi a valori di ฮฒ prossimi fra loro formano effettivamente un fascio di piani? 7159 AAFs sono numero veramente elevato di curve, ciononostante per rispondere a questa domanda, questo numero dovrebbe essere incrementato. Al fine di aumentare in modo significativo il numero delle osservazioni:

โ€ข incrementare il numero dei parametri ฮฒ da impiegare nella ricerca

sistematica specialmente per valori superiori allโ€™unitร ;

โ€ข infittire la discretizzazione delle altezze H passando da 5 mt ad 1mt;

โ€ข prestare particolare attenzione a quei valori di ฮฒ (1/12, 2/3 e 4/5) ove รจ stato necessario usare equazioni non lineari per esprimere i fattori forma.

Per fare tutto ciรฒ in tempi ragionevoli ritengo che si dovrebbe ricorrere al calcolo parallelo.

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Applicazione del modello ad un caso di progettazione โ€“ Volete che ve ne parli?

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Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #1/9

I modi di vibrazione degli edifici alti hanno frequenze tali che essi temono molto di piรน lโ€™eccitazione dinamica dovuta al vento che quella dovuta al sisma, per esempio un edificio molto rigido con un modo di vibrazione avente un periodo pari a T=0,5 s (ฯ†=2Hz) sarร  solo leggermente influenzato dal carico da vento, ma lโ€™effetto di un terremoto su un edificio di questo genere puรฒ essere molto significativo. Dโ€™altra parte, un edificio alto e flessibile, con un modo di vibrazione avente un periodo pari a T=5 s (ฯ†=0,2Hz), non dovrebbe avere particolari problemi nel sostenere lโ€™azione trasmessa dai terremoti di moderata intensitร , gli effetti piรน significativi sono legati, in questo caso, allโ€™azione da vento.

I pesi propri sono il carico piรน importante per un edificio. Tuttavia, se si considera un edificio alto, esso deve avere unโ€™adeguata resistenza e rigidezza per resistere ai carichi verticali dovuti allโ€™azione del vento ed ai terremoti moderati. Piรน lโ€™altezza di un edificio รจ elevata maggiore sarร  la richiesta di rigidezza (e non di resistenza delle singole membrature) per controllare la deflessione. Edifici con piรน di 10 piani, progettati per resistere ai carichi dovuti alla gravitร , possono resistere ai carichi laterali senza alcun incremento di dimensione delle membrature. Oltre i 10 piani, la quantitร  di materiale addizionale richiesta per resistere ai carichi laterali cresce non linearmente.

Telai controventati eccentricamente (EBF) In un telaio controventato eccentricamente, lโ€™asse del controvento รจ eccentrico rispetto al collegamento tra le colonne. Il segmento corto di trave tra i collegamenti trave-controvento o tra i collegamenti trave-colonna รจ chiamato active link. La forza assiale nel controvento รจ trasmessa alla colonna attraverso il taglio e la flessione nel link. Durante terremoti di intensitร  severa questo link si snerva a taglio per dissipare energia e prevenire lโ€™instabilitร  del controvento. Per cui per i sistemi EBF, ogni controvento รจ connesso allโ€™altro almeno tramite un link che serve a prevenire grandi spostamenti e lโ€™instabilitร  del controvento. Un ulteriore vantaggio rispetto agli altri sistemi controventati consiste inoltre nel fatto che gli EBF possono accogliere finestre e porte con minori interferenze.

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Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #2/9

La struttura oggetto del presente studio, รจ un edificio a di 30 piani destinato ad uffici, localizzato presso il Comune di Nola (NA) alle coordinate ฯ† = 40ยฐ 56' 39.985'' e ฮป = 14ยฐ29' 04.665'' secondo il sistema di coordinate geografico WGS 84 e ad un'altezza s.l.m. pari ad h = 28 mt. La pianta dell'edificio รจ costituita da due elementi rettangolari B1 = 40 mt, D1 = 30 mt, B2 = 20 mt , D2=10 mt, l'altezza complessiva dell'edificio รจ pari ad H = 120 mt. L'altezza del piano tipo รจ pari a 4 mt, la copertura รจ piana ed รจ praticabile.

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 19

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #3/9

Modi di vibrazione della struttura Con grande soddisfazione di chi scrive, la modellazione della struttura effettuata con il software FEM Straus7 รจ stata cosรฌ realistica da riuscire a rispecchiare i primi due modi di vibrazione proposti dalla norma con un'approssimazione di qualche centesimo o addirittura millesimo di Hz, e gli ultimi due modi con un'approssimazione di qualche decimo di Hz. Il modello FEM รจ stato inoltre in grado di cogliere il modo di vibrazione torsionale ฯ†m proposto dalla norme con un approssimazione di qualche millesimo. Infatti il CNR DT 207/2008, propongono alcune formule per calcolare le frequenze di oscillazione degli edifici in acciaio, ad esempio la frequenza naturale del primo modo flessionale diminuisce all'aumentare dell'altezza H dell'edificio e puรฒ essere approssimata con la seguente relazione valida per edifici in acciaio.

๐œ‘1 =1

0,024๐ป; ๐œ‘2 = 3,05 ร— ๐œ‘1; ๐œ‘3 = 5,46 ร— ๐œ‘1; ๐œ‘4 = 7,69 ร— ๐œ‘1; ๐œ‘๐‘š = 1,35 ร— ๐œ‘1

Mode Frequency Modal Mass PF-X PF-Z PF-Y

(Hz) (Engineering) (%) (%) (%)

โ†’ 1 0,334945768 1768000 0,209 0 57,539

โ†’ 2 0,366655851 1635000 57,82 0 0,219

โ†’ 3 0,524900237 610200 0,484 0 0,018

โ†’ 4 1,09266198 2220000 0,001 0 25,275

โ†’ 5 1,17792935 2332000 24,777 0 0

6 1,64596065 814800 0,156 0 0,058

โ†’ 7 2,17222123 2281000 0,006 0 8,465

โ†’ 8 2,33190941 2580000 8,27 0 0,009

9 3,24671058 799300 0,034 0 0,003

โ†’ 10 3,3857816 1866000 0,008 0 3,204

โ†’ 11 3,6393636 2659000 3,096 0 0,006

12 4,59724372 3082000 0,003 0 1,676

13 4,96324219 3242000 1,615 0 0,011

14 5,04630595 953800 0,087 0 0,047

15 5,71854778 3181000 0,003 0,001 0,986

TOTAL MASS PARTICIPATION FACTORS 96,57 0,001 97,52

Modo Frequenza

1 0,347222

2 1,05903

3 1,89583

4 2,67014

m (tors) 0,46875

Page 20: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 20

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #4/9

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 21

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #5/9

Previsione delle velocitร  del vento di progetto Stabilire delle velocitร  del vento appropriate, sia per quanto riguarda l'intensitร  che la direzione, รจ il primo, fondamentale, passo per determinare i carichi da vento di progetto per la struttura ed รจ, probabilmente la parte piรน aleatoria ed incerta dell'intero processo di progetto. A tale scopo sono necessarie analisi statistiche sulle serie storiche delle registrazioni delle velocitร  del vento, in altre parole รจ necessario che in prossimitร  del luogo in cui si intende edificare siano presenti delle stazioni anemometriche che abbiano registrato le velocitร  del vento per un certo numero di anni.

Page 22: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 22

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #6/9

Previsione delle velocitร  del vento di progetto Le velocitร  di progetto nelle quattro direzioni principali (N, S, E ed O) sono state stimate tramite unโ€™analisi statistica con il metodo di Gumbel, con il metodo POT (Peaks over a threshold) e con lโ€™approccio spettrale alle velocitร  massime ove le velocitร  medie si considerano distribuite con una funzione densitร  di probabilitร  di Weibull (c รจ il fattore di scala e k รจ il fattore di forma).

y = 0,1955x - 3,9064

Rยฒ = 0,8305

y = 0,2566x - 5,2122

Rยฒ = 0,8222

0

20

40

60

80

100

120

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2

15 20 25 30

T [

ann

i]

-ln

{ln

[1/f

.c.(

Q)]

}

V [m/s]

Valori degli estremi di velocitร  geostrofica per il

primo settore nominale

Gumbel con

Weibull

Gumbel con

Gringorten

V - T

y = -0,206x + 2,9721

Rยฒ = 0,9334

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

0 2 4 6 8 10

Serie1

Lineare (Serie1)

๐‘ƒ๐‘‰ ๐‘ˆ =๐‘˜

๐‘๐‘˜ร— ๐‘ˆ๐‘˜โˆ’1 ร— ๐‘’

โˆ’๐‘ˆ๐‘

๐‘˜

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 23

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #7/9

Previsione delle velocitร  del vento di progetto Il confronto fra i tre metodi ha mostrato che le previsioni sono poco discoste fra loro, per andare a vantaggio di sicurezza si sono utilizzati macro-settori nominali (caratterizzati in termini di rugositร  z0) da 90ยฐ.

Secondo l'approccio Gumbel si hanno i seguenti valori

macro settori da 90ยฐ U(10mt;0,05mt) TR=50 anni

0ยฐ 90ยฐ 180ยฐ 270ยฐ

Acerra 13,59294 8,796472 7,707263 11,97228

Marigliano 7,116125 5,60413 5,93665 6,472445

Santa Maria a Vico 8,70273 6,58775 5,863825 7,676702

Media 10,19757 7,160139 6,685568 9,062685

Page 24: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 24

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #8/9

I carichi aerodinamici e la risposta della struttura Una volta determinati i modi di vibrazione della struttura e le velocitร  del vento di progetto nelle quattro direzioni fondamentali, sia per quanto riguarda le componenti medie che le componenti turbolente, รจ stato possibile applicare tutte le procedure per determinare gli spettri di carico aerodinamico ed i carichi aerodinamici di picco.

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 25

Progettazione di un edificio in acciaio con controventi eccentrici (EBF) #9/9

Coefficienti di pressione e distribuzione delle pressioni in altezza Dopo aver effettuato una mappatura delle pressioni in pianta si รจ proceduto con la mappatura delle pressioni in elevazione, tal proposito si sono applicate le prescrizioni presenti nel (Eurocodice 1 parte 4, 2005) al ยง 7.2.2 ottenendo le mappe di pressione di seguito riportate:

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 26

Diapositive di scorta, ovvero unโ€™appendice di diapositive utile per rispondere alle domande del contro-relatore

Page 27: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 27

๐œ’๐‘†2 ๐œ‘ =

1

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“2 ๐ต2๐ป2

๐‘ˆ ๐‘ง1 ๐‘ˆ ๐‘ง2

๐ป

0

๐ถ๐‘ ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 ๐ถ๐‘ ๐‘ฆ2, ๐‘ง2

๐ต

0

ร— ๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ ๐‘‘๐‘ฆ1 ๐‘‘๐‘ฆ2

๐ต

0

๐‘‘๐‘ง1 ๐‘‘๐‘ง2

๐ป

0

Espressioni delle AAFs

๐œ’๐‘€2 ๐œ‘ =

1

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“2 ๐ต2๐ป4

๐‘ง1๐‘ˆ ๐‘ง1 ๐‘ง2๐‘ˆ ๐‘ง2

๐ป

0

๐ถ๐‘ ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 ๐ถ๐‘ ๐‘ฆ2, ๐‘ง2

๐ต

0

ร— ๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ ๐‘‘๐‘ฆ1 ๐‘‘๐‘ฆ2

๐ต

0

๐‘‘๐‘ง1 ๐‘‘๐‘ง2

๐ป

0

๐œ’๐‘‡2 ๐œ‘ =

1

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“2 ๐ต4๐ป2

๐‘ˆ ๐‘ง1 ๐‘ˆ ๐‘ง2

๐ป

0

๐‘ฆ1 ๐‘ฆ2๐ถ๐‘ ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 ๐ถ๐‘ ๐‘ฆ2, ๐‘ง2

๐ต/2

โˆ’๐ต/2

ร— ๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ ๐‘‘๐‘ฆ1 ๐‘‘๐‘ฆ2

๐ต/2

โˆ’๐ต/2

๐‘‘๐‘ง1 ๐‘‘๐‘ง2

๐ป

0

๐œ’๐œ‡2 ๐œ‘ =

1

๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“2 ๐ต2๐ป2

๐‘ˆ ๐‘ง1 ๐‘ˆ ๐‘ง2

๐ป

0

๐œ‡(๐‘ฆ1, ๐‘ง1) ๐œ‡(๐‘ฆ2, ๐‘ง2)๐ถ๐‘ ๐‘ฆ1, ๐‘ง1 ๐ถ๐‘ ๐‘ฆ2, ๐‘ง2

๐ต

0

ร— ๐›พ ๐‘ฆ1, ๐‘ฆ2, ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐œ‘ ๐‘‘๐‘ฆ1 ๐‘‘๐‘ฆ2

๐ต

0

๐‘‘๐‘ง1 ๐‘‘๐‘ง2

๐ป

0

AAF del taglio alla base:

AAF del momento ribaltante alla base:

AAF del momento torcente alla base:

AAF delle forze modali:

Page 28: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 28

Il profilo delle velocitร  medie

In letteratura esistono tre espressioni matematiche del profilo delle velocitร  medie:

๐‘ˆ ๐‘ง =๐‘ขโˆ—๐œ…๐‘™๐‘›

๐‘ง

๐‘ง0

๐‘ˆ ๐‘ง =๐‘ขโˆ—๐œ…

๐‘™๐‘›๐‘ง

๐‘ง0+ 5,75

๐‘ง

๐‘ง๐‘”โˆ’ 1,88

๐‘ง

๐‘ง๐‘”

2

โˆ’ 1,33๐‘ง

๐‘ง๐‘”

3

+ 0,25๐‘ง

๐‘ง๐‘”

4

๐‘ˆ ๐‘ง = ๐‘ˆ ๐‘ง๐‘Ÿ๐‘’๐‘“ ร—๐‘ง

๐‘ง๐‘Ÿ๐‘’๐‘“

๐›ผ

Profilo logaritmico, adottato in Europa, valido fino a 200 mt di quota dal piano di campagna:

Profilo logaritmico corretto, adottato nel Regno Unito, in Australia ed in Nuova Zelanda, valido fino a quota geostrofica:

Profilo di potenza, adottato negli Stati uniti, in Canada ed in Giappone, espressione puramente empirica proposta da Hellman nel 1916, esso รจ un buon modello per quote zโˆˆ[30, 300], alle basse quote รจ poco accurato (Cook, 1997):

๐‘ง๐‘” = ๐‘๐‘ขโˆ—

๐‘“ zg รจ la quota geostrofica, u* รจ la velocitร  di attrito, c=1/6 ed f=2ฮฉsen(ฯ†) รจ il coefficiente di Coriolis

Page 29: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 29

In particolare il profilo logaritmico รจ stato adottato dallโ€™Eurocodice con la seguente formulazione:

๐‘ˆ ๐‘ง = ๐‘ˆ๐‘Ÿ๐‘’๐‘“๐‘˜๐‘‡๐‘™๐‘›๐‘ง

๐‘ง0 ๐‘ ๐‘’ zmin โ‰ค ๐‘ง โ‰ค 200 ๐‘š

๐‘ˆ ๐‘ง = ๐‘ˆ zmin ๐‘ ๐‘’ ๐‘ง < zmin

Categoria del terreno kT z0 [m] zmin [m] ฮฑ

I Fascia costiera 0,17 0,01 2 0,12

II Aperta campagna con rari ostacoli

isolati 0,19 0,05 4 0,16

III Zona suburbana 0,22 0,3 8 0,22

IV Area urbana 0,24 1 16 0,3

Page 30: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi

30

รˆ opportuno precisare che la lunghezza di rugositร  z0 non รจ "la rugositร " del terreno in senso stretto, essa รจ piuttosto la dimensione media dei vortici che si formano a causa dell'attrito fra l'aria e la superficie del terreno, si tratta quindi di un parametro fluido-dinamico e non geometrico.

๐‘ง0 =0,5โ„Ž๐ด๐‘Ÿ๐ด๐‘ก

Dove h รจ lโ€™altezza dellโ€™elemento di rugositร , Ar รจ lโ€™area dellโ€™elemento normale alla direzione del vento, ed At รจ lโ€™area di terreno per elemento di rugositร .

Page 31: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 31

La superficie terrestre esercita sullโ€™aria in movimento prossima ad essa una forza dโ€™attrito che ne ritarda il flusso. In particolare, la velocitร  delle particelle fluide al suolo รจ praticamente nulla, mentre lontano dalla superficie terrestre la velocitร  delle masse dโ€™aria tende a quella della corrente indisturbata. La regione dellโ€™atmosfera in cui il vento risente di questi fenomeni prende il nome di strato limite atmosferico, lo spessore di tale regione si estende per unโ€™altezza che varia da poche centinaia metri a qualche chilometro, in base allโ€™intensitร  del vento, alla rugositร  del terreno, e allโ€™angolo di latitudine.

Lโ€™altezza di gradiente, detta anche quota geostrofica zg si definisce come la distanza fra il suolo ed il punto dove la velocitร  del vento raggiunge il 99% di quella del flusso indisturbata. La quota geostrofica assume valori pari ad alcune centinaia di metri.

Differenza fra spessore dellโ€™ABL e quota geostrofica

Page 32: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 32

Il vento, in quanto turbolento, puรฒ essere inteso come un processo stocastico in cui ciascun vortice contribuisce a caratterizzarne lโ€™energia (densitร  spettrale), in base alle proprie dimensioni e al proprio periodo (o alla propria frequenza). Generalmente, nei vortici piรน grandi prevalgono le forze fluide inerziali, mentre quelli piรน piccoli sono caratterizzati dalle forze fluide viscose. Questโ€™ultimi tendono a dissipare maggiore energia, che viene di volta in volta rifornita dai vortici piรน grandi. In definitiva, nel vento turbolento vi รจ un continuo trasferimento di energia dai vortici piรน grandi a quelli piรน piccoli. La valutazione della risposta strutturale diviene cosรฌ molto complessa, tuttavia alcune evidenze sperimentali permettono di semplificare in parte il problema. Un grafico che riassume i vari fenomeni coinvolti nella circolazione atmosferica รจ dato dallo spettro di Van der Hoven:

Nella zona caratterizzata dalle basse frequenze, si hanno i fenomeni macro meteorologici. Tale regione dello spettro presenta due picchi, uno corrispondente alla periodicitร  del vento giornaliera (brezze di periodo pari a 12 ore), lยดaltro relativo al normale periodo di sviluppo di una burrasca o tempesta, ossia circa 4 giorni (100 ore). Alle alte frequenze รจ possibile osservare un ulteriore picco intorno a fenomeni della durata di 1-2 minuti e da attribuire alla turbolenza atmosferica. Questโ€™ultima non influenza la circolazione atmosferica ma invece รจ importante nelle pratiche progettuali. Lo spettro รจ una misura della varianza statistica del vento longitudinale inteso come un processo stocastico. Nella zona centrale del grafico di varianza risulta minima e pressochรฉ costante in un periodo di tempo compreso tra 10 minuti ed unโ€™ora. Tale periodo di tempo prende il nome di gap spettrale e fornisce unโ€™utile informazione per la valutazione della velocitร  di riferimento di un determinato sito. Poichรฉ la velocitร  media รจ stazionaria allโ€™interno del gap spettrale, รจ possibile considerare la componente fluttuante longitudinale del vento come somma del valor medio ottenuto su un periodo di 10-60 minuti e della componente fluttuante di origine turbolenta. Quindi il gap spettrale garantisce la stazionarietร  del valor medio della velocitร  eolica su un periodo di tempo compreso tra dieci minuti ed unโ€™ora. รˆ dunque possibile trattare separatamente la componente fluttuante turbolenta del vento e quella media che induce una risposta strutturale di tipo statico.

Componente media e turbolenta della velocitร  del vento

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 33

Componente media e turbolenta della velocitร  del vento

Riassumendo, il vento atmosferico puรฒ essere inteso come un processo Gaussiano (bastano i primi due momenti a caratterizzarlo completamente) stazionario, ergodico (media e varianza sono stazionari rispetto al tempo) a media nulla.

๐‘ˆ ๐‘ง, ๐‘ก= ๐‘ˆ ๐‘ง ๐’Š + ๐‘ข (๐‘ง, ๐‘ก)๐’Š + ๐‘ฃ ๐‘ง, ๐‘ก ๐’‹ + ๐‘ค ๐‘ง, ๐‘ก ๐’Œ

Tralasciando la componente media, una completa descrizione fisica del fenomeno รจ data dalla caratterizzazione dellโ€™intensitร  di turbolenza, delle scale integrali della componente fluttuante della velocitร  del vento, dalla densitร  spettrale di potenza e dalla coerenza che ne identifica la correlazione spaziale. I vortici generati dallโ€™azione del vento che soffia sopra gli ostacoli causa la turbolenza. In generale, la velocitร  del vento puรฒ essere rappresentata in forma vettoriale come:

๐‘ ๐‘ฅ =1

๐œ 2๐œ‹๐‘’โˆ’12๐‘ฅโˆ’๐œ‡๐œŽ

2

๐ผ๐‘ข ๐‘ง =๐œ๐‘ข๐‘ˆ ๐‘ง

๐ฟ๐‘ข๐‘ฅ = ๐ถ๐‘ง๐‘š ๐ฟ๐‘ข

๐‘ฆโ‰ˆ 0,3๐ฟ๐‘ข๐‘ฅ ๐ฟ๐‘ข

๐‘ง โ‰ˆ 0,2๐ฟ๐‘ข๐‘ฅ โˆจ ๐ฟ๐‘ข๐‘ง = 6 ๐‘ง

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 34

Spettri di turbolenza della velocitร  del vento La turbolenza puรฒ essere intesa come la sovrapposizione di vortici caratterizzati da un periodo e da una frequenza angolare ฯ‰ = 2ฯ€ฯ†. Lโ€™energia totale del processo รจ quindi la somma dei vari contribuiti energetici associati ad ogni singolo vortice. Dallโ€™equazione di moto del flusso turbolento si evince che i termini inerziali sono associati ad un trasferimento di energia dai vortici piรน grandi a quelli piรน piccoli, mentre i termini viscosi si riferiscono ad una dissipazione di energia che interessa principalmente i vortici piรน piccoli. A causa dei questa dissipazione, la turbolenza tenderebbe ad estinguersi, tuttavia la corrente viene rifornita di energia dai vortici maggiori. Il flusso turbolento รจ dunque garantito da un equilibrio energetico tra lโ€™energia introdotta nella corrente dai vortici piรน grandi, e lโ€™energia dissipata da quelli piรน piccoli. Prima ipotesi di Kolmogorov Il moto dei vortici minori รจ governato dalla quantitร  di energia fornita (e quindi dissipata per lโ€™equilibrio), e dalla viscositร . Da tale ipotesi, deriva che i piccoli vortici sono indipendenti dalle condizioni al contorno, a tal punto che questi non hanno una direzione preferenziale, ossia loro flusso รจ un flusso isotropo. Seconda ipotesi di Kolmogorov I vortici maggiormente responsabili della dissipazione energetica sono i vortici molto piccoli aventi cioรจ delle lunghezze dโ€™onda molto piccole. Conseguenza di questโ€™ipotesi รจ che i vortici piรน grandi aventi, lunghezze dโ€™onda maggiori, si muovono indipendentemente dalla viscositร , e pertanto il loro moto รจ determinato soltanto dalla quantitร  di energia fornita che per lโ€™equilibrio sarร  uguale a quella dissipata. La seconda ipotesi di Kolmogorov รจ valida nel cosiddetto sotto-intervallo inerziale e fornisce lโ€™espressione generale della componente longitudinale della velocitร  del vento:

๐‘†๐‘ข ๐พ = ๐ธ ๐พ = ๐‘ ร— ๐œ€23 ร— ๐พโˆ’

53

Si trovato sperimentalmente che cโ‰ˆ1/2, ฮต รจ la quantitร  di energia trasferita (o dissipata) e K=2ร—ฯ€/ฮป รจ il numero d'onda con ฮป lunghezza d'onda, E(K) รจ l'energia associata ai vortici. Lโ€™intertial sub-range รจ un intervallo intermedio di lunghezze dโ€™onda (o scale di turbolenza) piรน piccolo dellโ€™intervallo contenente i vortici maggiori (che forniscono energia) ma piรน grande di quello contenete i vortici minori viscosi (che dissipano energia).

In questo sotto-intervallo il bilancio energetico รจ in equilibrio. Per questa ragione la pendenza del dello spettro di turbolenza rimane costante. Kolmogorov ha dimostrato che tale pendenza รจ pari a โˆ’5/3.Le dimensioni fisiche dello spettro (che รจ l'ordinata) possono essere desunte da un'analisi dimensionale, le dimensioni del numero d'onda sono [L-1], la varianza del processo รจ l'area sottesa alla curva ed รจ una velocitร  al quadrato: Area =[L2 ร— T-2]= [S ร— L-1] โ†’ [S]= [L3 ร— T -2]e quindi per la seconda ipotesi di Kolmogorov si puรฒ scrivere F[S(K),K,ฮต]=0 โ†’ *ฮต+ =[L2 ร— T -3].

๐œ‘๐‘†๐‘ข ๐œ‘

๐‘ขโˆ—2

= 4 ร—1200๐œ‘

๐‘ˆ10

2

ร—1

1 +1200๐œ‘๐‘ˆ10

243

Page 35: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi

35

Cosโ€™รจ un coefficiente di pressione

Premessa: In un corpo tozzo con spigoli pronunciati (o in un corpo aerodinamico per valori alti della velocitร  del fluido incidente o dellโ€™angolo di attacco) il flusso tende a staccarsi dal contorno del corpo, creando zone con flusso separato (scie vorticose). Lโ€™aria รจ un fluido viscoso per cui il distacco dei vortici dipende dal valore del numero di Reynolds:

๐‘…๐‘’ =๐œŒ๐‘ˆ๐ท

๐œ‡=๐‘ˆ๐ท

๐œˆ

Nei fluidi viscosi gli effetti della viscositร  si limitano ad uno strato fluido, in genere molto sottile, intorno alla superficie, detto strato limite. Lโ€™equazione di Bernoulli รจ applicabile in assenza di viscositร  e di moto irrotazionale, oppure allโ€™esterno dello strato limite:

๐‘ +1

2๐œŒ๐‘Ž๐‘‰

2 = ๐‘0 +1

2๐œŒ๐‘Ž๐‘‰0

2 โ†’

p0 e v0 sono pressione e velocitร  al di fuori della zona influenzata dalla presenza del corpo.

nel punto di stagnazione (linea di simmetria del corpo) V=0 e tutta la pressione cinetica si trasforma in sovrappressione sul corpo.

๐‘ โˆ’ ๐‘0 =1

2๐œŒ๐‘Ž๐‘‰0

2

il valore della pressione in termini adimensionali puรฒ essere espresso introducendo il concetto di coefficiente di pressione:

๐‘๐‘ =๐‘ โˆ’ ๐‘012๐œŒ๐‘Ž๐‘‰0

2=

12๐œŒ๐‘Ž ๐‘‰0

2 โˆ’ ๐‘‰2

12๐œŒ๐‘Ž๐‘‰0

2= 1 โˆ’

๐‘‰2

๐‘‰02

nel punto di stagnazione (linea di simmetria del corpo) V=0 e cp=1. nella zona in cui il flusso accelera la pressione si riduce V>V0 e cp<0.

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 36

Coefficienti di pressione, lโ€™approccio sperimentale e quello dellโ€™EC1

Zona A B C D E

h/d Cpe,10 Cpe,1 Cpe,10 Cpe,1 Cpe,10 Cpe,1 Cpe,10 Cpe,1 Cpe,10 Cpe,1

5 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 0,8 1 -0,7

1 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 0,8 1 -0,5

โ‰ค 0,25 -1,2 -1,4 -0,8 -1,1 -0,5 0,7 1 -0,3

Suddivisione delle pareti verticali di edifici a pianta rettangolare in zone di egual pressione, pianta (sinistra) e prospetto (destra).

(a) distribuzione di pressione su un cubo in un campo di velocitร  costante;

(b) distribuzione di pressione su un cubo in un campo di velocitร  turbolento;

(c) distribuzione di pressione su un prisma alto in un campo di velocitร  turbolento.

(a) (b)

(c)

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24 Maggio 2011 Francesco Parisi 37

Letteratura e normative a confronto #1/2

AAF delle forze modali (Dyrbye & Hansen, 1996)

Questo modello si basa sullโ€™ipotesi di turbolenza omogenea ed isotropa, infatti la funzione di coerenza, valida per facciate di modeste dimensioni vale:

๐œ“๐‘ƒ ๐œ™, ๐‘Ÿ, ๐‘ˆ = ๐‘’โˆ’๐ถ๐‘Ÿร—๐œ‘๐‘Ÿ๐‘ˆ

Cr=4,5. Assumendo che lo spettro del carico da vento non dipenda dalle coordinate (z1,z2), lโ€™AAF puรฒ essere calcolata cosรฌ:

๐œ’2 ๐œ™1, ๐œ™2 =

1๐‘™1

1๐‘™2 ๐‘˜ ๐‘Ÿ1, ๐‘Ÿ2 ๐œ“๐‘ƒ ๐‘Ÿ1, ๐‘Ÿ2, ๐‘›, ๐‘ˆ ๐‘‘๐‘Ÿ2๐‘‘๐‘Ÿ1

๐‘™20

๐‘™10

1๐‘™1

1๐‘™2 ๐ผ๐‘… ๐‘ง1, ๐‘ง2 ๐‘‘๐‘ง2๐‘‘๐‘ง1

๐‘™20

๐‘™10

2

la funzione di co-influenza normalizzata k(r1,r2) รจ data da:

๐‘˜ ๐‘Ÿ1, ๐‘Ÿ2 =2

๐‘™1๐‘™2 ๐ผ ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐‘Ÿ1, ๐‘Ÿ2 ๐‘‘๐‘ง2๐‘‘๐‘ง1

๐‘™2โˆ’๐‘Ÿ2

0

๐‘™1โˆ’๐‘Ÿ1

0

๐ผ ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐‘Ÿ1, ๐‘Ÿ2 = ๐ผ๐‘… ๐‘ง1, ๐‘ง2 ๐ผ๐‘… ๐‘ง1+๐‘Ÿ1, ๐‘ง2 +๐‘Ÿ2 + ๐ผ๐‘… ๐‘ง1, ๐‘ง2 + ๐‘Ÿ2 ๐ผ๐‘… ๐‘ง1+๐‘Ÿ1, ๐‘ง2

๐œ™1 =๐ถ๐‘ƒ๐‘›๐‘™1๐‘ˆ

, ๐œ™2 =๐ถ๐‘ƒ๐‘›๐‘™2๐‘ˆ

Funzioni di risposta-influenza IR Funzioni di co-influenza k(r) Uniforme: ๐ผR ๐‘ง = 1 2(1 โˆ’ ๐‘Ÿ)

Lineare: ๐ผR ๐‘ง = ๐‘ง 1

3(2 โˆ’ 3๐‘Ÿ + ๐‘Ÿ3)

Mensola: ๐ผR ๐‘ง = 2๐‘ง โˆ’ 1 2

3(2 โˆ’ 3๐‘Ÿ + ๐‘Ÿ3)

Sinusoidale: ๐ผR ๐‘ง = ๐‘ ๐‘’๐‘›(๐œ‹๐‘ง) 1 โˆ’ ๐‘Ÿ cos ๐œ‹๐‘Ÿ +1

๐œ‹๐‘ ๐‘’๐‘›(๐œ‹๐‘Ÿ)

๐œ’2 ๐œ™1, ๐œ™2 =1

1 + ๐บ1๐œ™12 + ๐บ2๐œ™2

2 +2๐œ‹๐บ1๐œ™1๐บ2๐œ™2

2

Lโ€™AAF puรฒ essere approssimata tramite la seguente espressione:

molte normative adottano una formulazione simile ad essa, se la funzione di risposta-influenza รจ uniforme, entrambe le costanti G1 e G2 sono pari ad ยฝ. In alternativa si puรฒ usare un filtro interpolante basato sulla media mobile (Lawson, 1980) ove CT=1,5(=Cr/3):

๐œ’๐‘‡2 ๐‘›, ๐‘‡๐‘™ =

๐‘ ๐‘’๐‘› ๐œ‹๐‘›๐‘‡๐‘™๐œ‹๐‘›๐‘‡๐‘™

2

, ๐‘‡๐‘™ =๐ถ๐‘‡ ร— ๐‘™

๐‘ˆ

Tutto ciรฒ premesso la risposta alla azione del vento R(t) allโ€™istante t รจ data da:

๐‘… ๐‘ก = ๐ผ๐‘… ๐‘ง1, ๐‘ง2 ๐น ๐‘ง1, ๐‘ง2, ๐‘ก ๐‘‘๐‘ง2๐‘‘๐‘ง1

๐‘™2

0

๐‘™1

0

Page 38: Funzioni di ammettenza aerodinamica degli edifici tramite integrazione quasi Monte Carlo

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 38

Letteratura e normative a confronto #2/2

ASCE 7-98

(USA)

๐‘“ = ๐‘…๐ป๐‘…๐ต 0,53 + 0,47๐‘…๐ท

๐‘…๐‘– =1

๐œ‚๐‘–โˆ’

1

2๐œ‚๐‘–2 ร— 1 โˆ’ ๐‘’โˆ’2๐œ‚๐‘–

, ๐‘…๐‘– = 1 ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐œ‚๐‘–

= 0; ๐‘– = โ„Ž, ๐‘, ๐‘‘

๐œ‚๐‘• =4,6 ร— ๐‘“ ร— ๐ป

๐‘ˆ ๐‘ง, ๐œ‚๐‘=

4,6 ร— ๐‘“ ร— ๐ต

๐‘ˆ ๐‘ง, ๐œ‚๐‘‘

=15,4 ร— ๐‘“ ร— ๐ท

๐‘ˆ ๐‘ง

AS1170.2

(Australia) ๐œ’ ๐‘“ =

1

1 +3,5๐‘“๐ป๐‘ˆ ๐‘ง

ร— 1 +4๐‘“๐ต๐‘ˆ ๐‘ง

NRCC

(Canada) ๐œ’ ๐‘“ =

1

1 +8๐‘“๐ป3๐‘ˆ ๐‘ง

ร— 1 +10๐‘“๐ต๐‘ˆ ๐‘ง

RLB-AIJ

(Giappone) ๐œ’ ๐‘“ =

0,84

1 +2,1๐‘“๐ป๐‘ˆ ๐‘ง

ร— 1 +2,1๐‘“๐ต๐‘ˆ ๐‘ง

Eurocode ๐œ’ ๐‘“ = ๐‘…๐ป๐‘…๐ต

B=60 mt, H=120 mt e D=30mt; si ha inoltre: z0=0,05 mt e Ur=13,31 m/s

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I risultati ottenuti con Mathematica7 sono del tutto confrontabili con quelli ottenuti eseguendo degli script realizzati in proprio da chi scrive, il che, ovviamente, non puรฒ che confermare il lavoro sinora svolto. Mathematica7 รจ certamente un software di calcolo valido, ma si รจ preferito continuare a lavorare con Matlab per una serie di ragioni che non รจ banale elencare in questa sede: โ€ข non รจ possibile conoscere quale รจ il generatore di numeri pseudo

random o quasi random che il software adotta per effettuare i calcoli, mentre invece con Matlab ciรฒ รจ possibile e, cosa ancora piรน importante, รจ possibile trovare dei riscontri in letteratura in modo da orientare le proprie scelte in modo consapevole;

โ€ข le funzioni utilizzate da Mathematica7 sono criptate, in Matlab esse sono in chiaro e possono essere studiate oltre che semplicemente usate;

24 Maggio 2011 Francesco Parisi 39

Alcune considerazioni sui test Si vogliono fare infine alcune considerazioni, la prima considerazione riguarda lโ€™hardware. Si รจ riscontrato che i tempi di calcolo dipendono dallโ€™hardware con cui gli script vengono eseguiti, infatti i tempi di calcolo precedentemente indicati sono stati ottenuti eseguendo il Codice su un PC con CPU Intel Quad Core Q8300 @ 2.5 GHz ed 8 Gb di memoria RAM, eseguendo gli stessi script su un PC Intel Mobile Pentium IV @ 2,4 GHz ed 1 Gb di RAM, si รจ riscontrato che i tempi di calcolo risultano quasi triplicati. La seconda considerazione concerne il software. Si รจ voluto riscontrare il lavoro svolto con MATLAB R2010b della Mathworks utilizzando un altro software di calcolo, specificamente si รจ utilizzato Mathematica 7 della Wolfram per calcolare lโ€™AAF del taglio alla base per la seguente geometria: B=60 m; H=120 m; z0=0,05 m; Cy=16 e Cz=10; U10=9,063 m/s.

โ€ข non รจ possibile sapere per quanti punti sia stata effettivamente svolta lโ€™integrazione, ad esempio indicando 105 o 108 punti di integrazione i tempi di calcolo restano praticamente invariati, il che lascia supporre che lโ€™uso di una regola adattiva, giochi un ruolo importante. Una volta che il software raggiunge la convergenza, lโ€™esecuzione dello lo script termina e vengono restituiti dei risultati, ma non si puรฒ sapere esattamente con quanti punti sia stata raggiunta la convergenza;

โ€ข anche per ciรฒ che concerne la regola adattiva, non รจ possibile sapere di cosa effettivamente si tratti, essa รจ presumibilmente lโ€™applicazione di una o piรน tecniche di riduzione della varianza dei numeri pseudo random, ma non lo si puรฒ stabilire con certezza.

Mathematica7 รจ sostanzialmente una โ€œscatola neraโ€, che fornisce dei risultati in base agli input che gli vengono forniti, sui passaggi intermedi (dagli input agli output) nulla si puรฒ dire.

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Un caso in cui i dati sperimentali sono stati comparati con Vickery 1966

Nel 2007 il Midwest Transportation Consortium ha pubblicato un report riguarda la crisi per fatica dovuta alle azioni da vento di aste per segnali ed illuminazioni stradali ed auto stradali. Si sono strumentate con anemometri e strain gauges due aste lunghe circa 45 mt a pianta dodecagonale, in modo da ottenere misurazioni in scala reale, dopodichรฉ sono stati effettuati opportuni test in galleria del vento:

๐‘˜ =๐œ‘๐œ‹๐‘™

๐‘ˆ

Come si puรฒ notare, dopo aver ottenuto unโ€™espressione sperimentale dellโ€™AAF, il confronto รจ stato effettuato con lโ€™espressione empirica di Vickery, sebbene le due espressioni fossero state calibrate con corpi aventi geometrie completamente diverse.

๐พ =2๐œ‹๐œ‘ ๐ด

๐‘ˆ