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riclassificazione di bilancio dell'azienda Marcolin, leader nel settore degli occhiali da vista e da sole!
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA
FACOLTA’ DI ECONOMIA
CORSO DIANALISI FINANZIARIA
Biennio SpecialisticoAnno accademico 2008/2009
Caso oggetto di studio:
Corrado Latino
1
INDICE
CAPITOLO 1...................................................................................................4
1.1 INTRODUZIONE......................................................................................................................4
1.2 La storia....................................................................................................................................6
1.3 Il Portafoglio Brand...............................................................................................................8
1.4 Il Managment e la composizione degli organi sociali......................................... 12
1.4.1 Asset Societario.........................................................................................................12
1.4.2 La Governance............................................................................................................12
1.5 Azionariato.............................................................................................................................17
1.6 Struttura del gruppo Marcolin con relative partecipazioni.................................18
1.7 Analisi del settore dell’occhiale.................................................................................19
1.7.1 il settore nel mondo..............................................................................................19
1.7.2 il settore in Italia......................................................................................................20
1.8 Principali concorrenti.........................................................................................................24
CAPITOLO 2.............................................................................................................26
2.1 STATO PATRIMONIALE: RICLASSIFICAZIONI E COMMENTI...................26
2.1.1 STATO PATRIMONIALE CON VALORI RICLASSIFICATI IN RAP-
PORTO ALLA LIQUIDITÁ/ ESIGIBILITÁ...................................................26
2.1.2 STATO PATRIMONIALE CON VALORI RICLASSIFICATI IN RAP-
PORTO ALLA FUNZIONE SVOLTA NEL PROCESSO PRODUTTIVO
AZIENDALE..............................................................................................28
2.1.3 COMMENTO ALLA STRUTTURA DI STATO
PATRIMONIALE……………………………………………………………..…30
2.2 CONTO ECONOMICO: RICLASSIFICAZIONI E COMMENTI.......................32
2.2.1 Struttura di conto economico a ricavi e costi del venduto................32
2.2.2 Struttura di conto economico a valore aggiunto...............................35
2
2.2.3 Struttura di conto economico a valore della produzione e margine op-
erativo lordo...............................................................................................35
CAPITOLO 3.................................................................................................44
3.1 INDICI DI INCIDENZA......................................................................................................46
3.2 INDICI DI REDDITIVITA’.................................................................................................52
3.3 MARGINI DI STRUTTURA E TESORERIA............................................................58
3.4 INDICI DI CORRELAZIONE..........................................................................................61
3.5 INDICI DI ROTAZIONE....................................................................................................64
3.6 INDICI DI EFFICIENZA....................................................................................................65
3.7 INDICI DI BORSA...............................................................................................................66
CAPITOLO 4.............................................................................................................68
4.1 RENDICONTO FINANZIARIO......................................................................................68
4.2 Calcolo del flusso di CCN...............................................................................................70
4.3 Cash flow reddituale..........................................................................................................74
4.4 INDICI DI RENDICONTO................................................................................................77
CONCLUSIONI..............................................................................................80
ALLEGATI RENDICONTO.............................................................................82
3
CAPITOLO 1
STORIA E SEGNI DISTINTIVI DEL GRUPPO
1.1 INTRODUZIONE
Dalla passione alla visione. Dal sogno alla strategia. Dagli ideali ai risultati. In questa
prospettiva va interpretato il progetto imprenditoriale di Marcolin Group, azienda quotata
alla Borsa di Milano, che da più di quarant’anni occupa una posizione di leadership nel
mercato dell'eyewear di lusso per la ricerca nel design, l’eccellenza nella produzione, la
distribuzione selezionata.
Mission dell’azienda del Bellunese, perfettamente rappresentata dal motto “ Passione ad alta
visibilità”, è affermare nel mondo l'eccellenza dello stile italiano, come equilibrio di
estetica e qualità.
L’azienda si fa interprete di un approccio 'glocal' al mercato, proponendo uno stile
internazionale, ma capace di cogliere l’evoluzione del gusto in pubblici diversi.
Fedele a questi principi, Marcolin ha portato nel mercato dell’eyewear dei brand di prima
grandezza, interpretandone con coerenza la creatività e la strategia.
Una mission sempre attuale che punta sul dialogo tra ricerca e tradizione, tra avanguardia
tecnica e innovazione stilistica.
Segno distintivo della casa è la creatività, che è diventata la strategia vincente di
quest’azienda, con un’ottica rivolta al mercato. Marcolin oggi è riconosciuto come
produttore di collezioni innovative, con una selezione di brand che serve, senza
sovrapposizioni né omologazioni, fasce di consumatori dai gusti ben individuati.
Ogni linea nasce dal confronto continuo tra analisi dello scenario e ricerca stilistica: un
percorso volto a creare prodotti che abbiano tutto l’appeal delle loro griffe, ma siano anche
allineati con le tendenze del momento.
Una creatività, quindi, che sa coniugare le esigenze estetiche con la conoscenza dei vincoli
produttivi e qualitativi: dalla realizzazione dei disegni, ai prototipi, dalla selezione dei
modelli alla loro industrializzazione.
La produzione avviene con un vincente mix di avanguardia e tradizione: gli occhiali
Marcolin sono il risultato di una politica produttiva che sposa la passione ancora artigianale
per la qualità con l’avanguardia tecnologica.
4
Le fasi di lavorazione variano da 40 a 90 per ogni occhiale. Ancora oggi le montature da
vista e gli occhiali da sole sono realizzati prevalentemente negli stabilimenti italiani.
I numeri del Gruppo Marcolin in breve
2 Stabilimenti
1.000 Addetti
300 venditori diretti e indiretti
40.000 punti vendita
80 paesi di presenza
6 milioni di occhiali prodotti e distribuiti nel 2008, in oltre 600 nuovi modelli
12 società di distribuzione a controllo diretto
5 showroom (Milano, Parigi, New York, Barcellona e Stoccarda)
1.2 LA STORIA
5
“Negli anni 60 contavano le idee” ricorda Giovanni Marcolin, fondatore e Presidente del
Gruppo. La sua idea innovativa è stata impreziosire le montature con aste in metallo
laminato d’oro, anziché in plastica. Un’idea che conteneva in se quell’attenzione allo stile e
al mercato con cui un’azienda artigianale del Cadore ha saputo reinventarsi negli anni fino a
diventare uno dei più importanti attori nel mercato internazionale dell’eyewear.
La Marcolin nasce nel lontano 1961 come “Fabbrica artigiana” dall’idea del fondatore
Giovanni Marcolin Coffen. Tre anni dopo, nel 1964 l’azienda viene chiamata "Marcolin
Occhiali Doublé", dal nome del laminato usato per produrre gli occhiali. A distanza di tre
anni da questa trasformazione apre il nuovo stabilimento di Vallesella di Cadore (1967).
Grazie a questo nuovo investimento, che ne aumenta la produttività, nel 1968 inizia la
commercializzazione anche negli Stati Uniti.
Nel 1974 l’azienda arriva ad una capacità produttiva di 1.000 occhiali al giorno impiegando
80 persone. Dieci anni dopo la produzione arriva a un milione di montature all’anno con un
numero di addetti di 200.
Nell'arco di un decennio, i modelli “by Marcolin” conquistano il mercato estero: nasce, nel
1976, la filiale francese, seguita da quella svizzera e da quella tedesca.
La trasformazione in Spa e la scelta di controllare direttamente la distribuzione dei prodotti
si rivelano determinanti per lo sviluppo di Marcolin che, nel 1982, approda negli USA con
una joint venture per la vendita diretta dei propri brand.
Nel 1988 l’head quarter si trasferisce a Longarone e apre un nuovo stabilimento per la
produzione di un nuovo tipo di montature in acetato. Vengono costituite due nuove filiali,
rispettivamente in Portogallo e nel Regno Unito.
Gli anni novanta vedono la definitiva affermazione del gruppo, che si distingue per il design
e la qualità del prodotto. La distribuzione viene potenziata per assecondare la notorietà dei
suoi brand presso i consumatori finali; introduce nuovi materiali e linee di prodotto griffate.
Firma, nel 1995, il primo accordo di licenza con la Dolce & Gabbana cui seguono le intese
con rinomati marchi quali la Replay, nel 1997, e la Roberto Cavalli nel 1999.
6
L’anno 1999 segna anche l’apertura delle filiali in Far East e l’approdo per l’azienda al
sistema telematico della Borsa Italiana S.p.A. La Marcolin si dota dunque di una struttura
patrimoniale funzionale agli obiettivi di crescita. Nello stesso anno entra nel segmento
sportivo con l’acquisizione del gruppo francese Cébé, leader mondiale nella produzione e
nella distribuzione di occhiali sportivi, maschere e caschi da sci.
Con l’avvento del nuovo millennio crescono gli investimenti per consolidare il portafoglio
brand e rafforzare la presenza internazionale.
Dal 2001, nuove licenze e l'acquisizione della statunitense Creative Optics Inc, proiettano il
gruppo verso ulteriori sviluppi commerciali.
L’attività del Gruppo viene riorganizzata in 3 divisioni - Fashion & Luxury, Casual &
Trend e Sport - per coordinare produzione e marketing dei marchi (in proprietà e in licenza)
accomunati dallo stesso lifestyle di riferimento.
Nel 2004 Luxottica, il principale competitor, strappa alla Marcolin gli stilisti Domenico
Dolce e Stefano Gabbana. L'azienda di Longarone entra in un periodo grigio da cui si è
risollevata solo grazie all'ingresso nella compagine sociale dei fratelli Diego e Andrea Della
Valle che oggi firmano progetti tra i più importanti nel settore del lusso a livello nazionale
ed internazionale oltre ad avere interessi nel mondo del calcio.
Nel 2006 viene rinnovata la licenza occhiali Kenneth Cole fino al 2011. L'accordo per la
produzione su licenza di occhiali da sole con marchio Kenneth Cole New York, Kenneth
Cole Reaction e Unlisted e di montature da vista con i marchi Kenneth Cole New York e
Kenneth Cole Reaction. La società specifica che il fatturato previsto per il periodo 2008-
2011 è pari a circa 148 milioni di dollari.
Nello stesso anno la società annuncia il rinnovo dell'accordo di licenza per il design, la
produzione e la distribuzione a livello mondiale di occhiali da sole e montature da vista con
il marchio Replay Eyes. Prosegue così la lunga e costruttiva collaborazione tra il Gruppo
Marcolin e Fashion Box iniziata nel 1997. L'accordo riconferma l'intesa fino al 31 dicembre
2009 e prevede condizioni contrattuali sostanzialmente invariate rispetto al contratto di
licenza attualmente in essere. Il fatturato stimato per il triennio 2007 - 2009 è pari a circa 24
milioni di euro.
7
1.3 PORTAFOGLIO BRAND AGGIORNATO AL 2009
L'approccio nei confronti dei marchi in licenza è quello della partnership con gli stilisti delle
varie griffe: un rapporto di stretta collaborazione che si basa sulla valorizzazione
dell'identità del brand stesso, grazie alla cura del dettaglio e dei particolari suggeriti dalla
moda. Un servizio personalizzato, dunque, volto a realizzare sinergie a lungo termine.
I brand, in licenza o di proprietà, sono suddivisi in cluster differenziati, all’interno dei quali
ciascuno è a sua volta declinato in maniera personalizzata per target e design.
1.3.1DIVISIONE FASHION & LUXURY
Tom Ford Eyewear
Grazie all’accordo firmato nell'aprile del 2005, Marcolin produce e distribuisce la collezione
TOM FORD Eyewear nei più prestigiosi punti vendita di tutto il mondo.
Roberto Cavalli Eyewear
Nel 1999 è stato siglato l’accordo siglato per il debutto di Roberto Cavalli nel settore
eyewear, avvenuto nel 2000. L’accordo è stato riconfermato fino al 2010.
Montblanc Eyewear
L’accordo siglato nel 2001 con Montblanc Simplo GmbH, azienda del Gruppo Richemont, è
stato recentemente rinnovato fino al 31 dicembre 2009.
8
Ferrari
Design, produzione e distribuzione in esclusiva mondiale rientrano nell’accordo di licenza
pluriennale firmato nel 2005 con Ferrari S.p.A.
Web Eyewear
Una delle linee eyewear più esclusive e ricercate del mercato, dal 2006 affida la licenza per
il design, la produzione e la distribuzione di montature da vista e occhiali da sole.
Just Cavalli Eyewear
Nel 2004 l’accordo di licenza con Roberto Cavalli è stato esteso alla linea Just Cavalli.
1.3.2 DIVISIONE CASUAL & TREND
Kenneth Cole Eyewear
La partnership con Kenneth Cole Productions Inc., nata nell’agosto 2003, è stata
recentemente estesa fino al 2011. Gli accordi di licenza riguardano la produzione e
distribuzione a livello mondiale di occhiali da sole con i marchi Kenneth Cole New York,
9
Kenneth Cole Reaction e Unlisted e di montature da vista con i marchi Kenneth Cole New
York e Kenneth Cole Reaction.
Miss Sixty Glasses
Riconfermato fino a dicembre 2009, l'accordo di licenza con il Gruppo Sixty risale al 2000
Replay Eyes
Recentemente esteso fino al 2009, risale al 1997 l'accordo con Fashion Box per la
produzione e la distribuzione della collezione Replay Eyes.
Timberland
Da poco rinnovato fino alla fine del 2010, risale al 2003 l'accordo di licenza per la
produzione e la distribuzione a livello mondiale di montature da vista e occhiali da sole con
il marchio Timberland.
CoverGirl Eyewear
Nel 2001, il Gruppo Marcolin ha firmato l’accordo di licenza con Procter&Gamble per
CoverGirl Eyewear.
10
Marcolin
La linea house brand Marcolin è realizzata con elevati standard qualitativi ed orientata
prevalentemente verso un target classico e tradizionalista.
11
1.4 IL MANAGEMENT E LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI
1.4.1 Assetto Societario
Marcolin S.p.A. (di seguito anche “Marcolin” e “la società”) è società quotata presso la
Borsa di Milano. Il Capitale sociale è costituito da n. 62.139.375 azioni del valore nominale
di € 0,52. Marcolin S.p.A. è a capo del Gruppo internazionale “Marcolin”, meglio descritto
nell’allegata “Corporate Chart”.
1.4.2 La Governance
Lo Statuto di Marcolin, in quanto società per azioni soggetta alla Legge italiana, prevede i
seguenti principali organi sociali:
a. Assemblea degli azionisti
b. Consiglio di Amministrazione
12
c. Presidente e Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione
d. Comitato Esecutivo (se nominato)
e. Amministratori Delegati
f. Collegio Sindacale
g. Comitati
a) L’Assemblea degli azionisti è l’organo deliberativo della Società. Le deliberazioni prese
in conformità alla legge ed allo statuto vincolano tutti i soci, ancorché non intervenuti o
dissenzienti. Le modalità di funzionamento dell’Assemblea sono disciplinate da apposito
Regolamento Assembleare.
b) Il Consiglio di Amministrazione è l’organo al quale spetta l’amministrazione della
Società.
Agli Amministratori sono espressamente attribuiti, ai sensi e per gli effetti di cui all’art.
2365, II comma, c. c., i poteri di adottare le deliberazioni concernenti:
- la fusione nei casi previsti dagli artt. 2505 e 2505 bis c.c.;
- la riduzione del capitale sociale, in caso di recesso dell’Azionista;
- gli adeguamenti dello Statuto a disposizioni normative
- l’emissione di obbligazioni non convertibili;
- la designazione degli Amministratori che hanno la rappresentanza della
Società.
Il Consiglio di Amministrazione può inoltre istituire o sopprimere sedi secondarie,
succursali, uffici di rappresentanza ed agenzie, nonché trasferire la sede legale all’interno
del territorio nazionale.
Ai sensi dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di ogni più ampio potere
per la gestione sia ordinaria, che straordinaria della società, con la facoltà di compiere tutti
gli atti, anche dispositivi, che ritiene opportuni per il conseguimento dell’oggetto sociale,
con la sola esclusione di quelli che, per legge ovvero per statuto, sono riservati alla
competenza dell’Assemblea. In particolare, al Consiglio di Amministrazione, in
13
considerazione dell’estensione delle deleghe conferite, sono riservate le competenze relative
alle seguenti principali materie:
a) esame ed approvazione dei piani strategici, industriali e finanziari
della società e della struttura societaria del gruppo cui essa sia a capo;
b) attribuzione e revoca delle deleghe agli amministratori delegati ed al
comitato esecutivo (se costituito) con definizione dei limiti e delle
modalità di esercizio;
c) determinazione, viste le proposte formulate dal Comitato per la
remunerazione e sentito il parere del collegio sindacale, della
remunerazione degli amministratori delegati e di quelli che ricoprono
particolari cariche, nonché, qualora non vi abbia già provveduto l’assemblea,
suddivisione del compenso globale spettante ai singoli
membri del consiglio e del comitato esecutivo (se costituito);
d) controllo sul generale andamento della gestione, con particolare
attenzione alle situazioni di conflitto d’interessi, tenendo in
considerazione, in particolare, le informazioni ricevute dagli
amministratori delegati e dal comitato per il controllo interno nonché
confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
e) esame ed approvazione delle operazioni aventi un significativo rilievo
economico, patrimoniale e finanziario, con particolare riferimento alle
operazioni con parti correlate;
f) verifica dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo ed amministrativo
generale della società e del gruppo predisposto dagli amministratori
delegati.
14
Il Consiglio è composto da 8 a 16 membri, nominati dall’Assemblea secondo le modalità
indicate nello Statuto, e i suoi membri sono rieleggibili. La durata in carica del Consiglio è
stabilita dall’Assemblea all’atto della nomina e comunque non può superare i tre esercizi. Il
Consiglio nomina tra i suoi membri il Presidente e/o un Vice Presidente. Il Consiglio può,
inoltre, delegare le proprie attribuzioni, salvo quelle riservate per legge alla competenza
esclusiva dello stesso, determinando i limiti della delega, ad un Comitato Esecutivo
composto da alcuni dei suoi membri o ad uno o più dei suoi membri che assumono la carica
di Amministratori Delegati. Il Consiglio può costituire al proprio interno Comitati con
funzioni consultive e propositive, determinandone le attribuzioni e le facoltà. I compensi e
le partecipazioni agli utili spettanti ai componenti del Consiglio di Amministrazione sono
stabiliti dal Consiglio, previa determinazione del compenso complessivo da parte
dell’Assemblea ai sensi dell’art. 2389 I comma c.c. e dello Statuto.
Il Consiglio di Amministrazione può deliberare, sentito il ogni caso il parere del Collegio
Sindacale, eventuali compensi speciali o remunerazioni particolari spettanti ai Consiglieri
Delegati, ovvero a membri del Consiglio stesso cui siano attribuiti speciali incarichi.
c) Il Presidente ha la rappresentanza legale della Società, di fronte a terzi ed in giudizio,
convoca e presiede le riunioni del Consiglio di Amministrazione ed è sostituito, in caso di
assenza o impedimento, dal Vice Presidente se nominato.
d) Il Comitato Esecutivo può essere nominato dal Consiglio di Amministrazione, il quale
determina i poteri, la durata e le norme che ne regolano il funzionamento, secondo le
modalità e nel rispetto dei limiti stabiliti dall’art. 2381 c.c..L’organo così delegato riferisce,
con periodicità almeno trimestrale, al Consiglio di amministrazione ed al Collegio
Sindacale, sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, nonché
sulle operazioni di maggior rilievo economico e finanziario, effettuate dalla Società o dalle
società controllate, con particolare riferimento alle operazioni nelle quali essi delegati
abbiano un interesse, per conto proprio o di terzi, o che siano influenzate dal soggetto che
esercita attività di direzione e coordinamento, ove esistente. Le comunicazioni possono
essere effettuate anche per iscritto.
15
e) Agli Amministratori Delegati spettano le attribuzioni a loro delegate da parte del
Consiglio di Amministrazione, nei limiti fissati dalla legge. Gli Amministratori Delegati
riferiscono al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale nei modi e termini
descritti al punto che precede per il Comitato esecutivo.
f) Il Collegio Sindacale si compone di tre membri effettivi e due supplenti nominati, in
conformità a quanto stabilito dallo Statuto, dall’Assemblea, che ne determina anche gli
emolumenti.
I Sindaci restano in carica per tre esercizi, sono rieleggibili e devono possedere i requisiti
stabiliti dalla legge. Non possono essere nominati Sindaci e, se eletti decadono dall’incarico,
coloro che si trovino in situazioni di incompatibilità previste dalla legge e coloro che
ricoprano la carica di Sindaco effettivo in più di cinque società italiane quotate nei mercati
regolamentati italiani, con esclusione delle società controllanti o da queste controllate. La
Presidenza del Collegio Sindacale spetta al primo candidato della lista che ha ottenuto il
maggior numero di voti, secondo quanto stabilito dallo Statuto.
g) La Società è dotata inoltre di Comitati interni con funzione consultiva e propositiva, e
precisamente:
- Comitato per il Controllo Interno
- Comitato per la remunerazione
- Comitato Operativo
- Comitato Planning
- Comitato Crediti.
16
1.5 AZIONARIATO
I dati sopra esposti sono aggiornati al 24 marzo 2009.
L’azionista Giovanni Marcolin Coffen detiene le azioni direttamente e indirettamente per il
tramite della INMAR S.r.l.
L’azionista Diego Della Valle detiene le azioni per il tramite delle società DDV
Partecipazioni S.r.l.
L’azionista Andrea Della Valle detiene le azioni per il tramite delle società ADV
Partecipazioni S.r.l.
L’azionista Luigi Abete detiene le azioni per il tramite delle società LUAB Partecipazioni
S.r.l.
Il capitale sociale è composto n. 62.139.375 azioni ordinarie del valore nominale di Euro
0,52 ciascuna per un ammontare
complessivo di euro 32.312.475,00.
17
1.6 STRUTTURA DEL GRUPPO MARCOLIN CON RELATIVE PARTECIPAZIONI
Come si nota dalla struttura sopra riportata, nell’area di consolidamento del gruppo
rientrano varie società controllate direttamente ed indirettamente. In particolare, la società
Fintec S.rl., la cui percentuale di possesso si attesta al 40%, svolge attività di colorazione
degli occhiali. Inoltre ci sono diverse società, controllate direttamente dalla capogruppo, che
operano in vari Paesi per la vendita e la distribuzione, ad esempio in Spagna, Francia,
Belgio, Brasile e la Marcolin Japan Co. Ltd, chè è stata costituita nel dicembre 2006. Tra
queste, è inserita anche la Marcolin & Co. S.p.a. Italia che figura in liquidazione.
18
Infine va fatto un discorso particolare per la CEBÉ. La società francese, che come si è già detto è
leader nella produzione e commercializzazione di occhiali sportivi, maschere e caschi da
sci; in questi anni si è caratterizzata per risultati negativi che hanno spinto il management
della capogruppo ad avviare un’attività di cessione che è stata completata proprio nel corso
dell’esercizio precedente, vedendo i primi benefici nel corso dell’anno sociale appena
conclusosi. Questa attività di cessione è stata intrapresa dalla direzione a partire dal 2006, in
quanto il piano strategico di riorganizzazione non ha avuto esito positivo.
1.7 ANALISI DEL SETTORE DELL’OCCHIALE
1.7.1 IL SETTORE NEL MONDO
L’industria dell’occhiale realizza montature per occhiali da sole e da vista, astucci, lenti,
minuterie metalliche ed accessori, trattamento e rivestimento di metalli (galvanica) oltre che
i macchinari per compiere queste lavorazioni.
Nel mondo, l’industria di questo settore è concentrata soprattutto in due macro aree
geografiche caratterizzate da una produzione diversificata. Da un lato abbiamo i paesi del
Sud-est Asiatico e dell’America Latina (più precisamente Cina, Corea, India e Brasile) che
realizzano il 50% della produzione con prodotti di fascia bassa, dall’altro abbiamo i Paesi
Europei e nord americani (Italia, Francia, Germania, Usa, Spagna, Gran Bretagna, Austria,
Giappone) che si dedicano ai prodotti di fascia medio alta ed alta.
Tabella: il mercato delle montature da vista e sole per fasce di prodotto.
Il valore della produzione mondiale del settore è per le montature di circa 7,5 miliardi di
euro suddiviso tra 5,3 miliardi per gli occhiali da vista e 2,2 miliardi per quelli da sole.
19
Grafico: Produzione mondiale occhiali da vista e da sole.
1.7.2 IL SETTORE IN ITALIA
L’Italia vanta una posizione di leadership assoluta nelle produzioni a maggior valore
aggiunto di fascia medio alta e rappresenta ben il 25% del mercato mondiale (quasi 2
miliardi di euro). Attualmente il settore nazionale dell’occhialeria conta circa 15.000 addetti
di cui circa 11.200 impiegati nel distretto bellunese. Le imprese del comparto hanno
strutture produttive abbastanza differenziate in quanto sono molteplici i gradi di
automatizzazione o di attività manifatturiera riscontrabili anche tra aziende limitrofe. Esse
possono operare rivestendo ruoli differenti:
- terzisti di piccole dimensioni quali imprese artigiane o aziende individuali o società di
persone. Gli addetti medi sono 3. La produzione consiste per lo più in saldatura e trattamenti
superficiali o di montaggio. In circa il 15% dei casi soddisfano esigenze di un solo cliente
(vincolando sé stesse all’andamento dell’altro);
- produttore di occhiali completi e componenti prevalentemente per conto terzi di
dimensione media e con un personale medio di 7 elementi. Il prodotto richiede più fasi di
lavorazione. I clienti sono altre industrie o artigiani. La maggior parte forniscono più di 5
clienti;
- operatore industriale con proprio marchio. La dimensione è media e sono costituiti
principalmente da società di capitali con struttura familiare. A questa categoria
appartengono anche le grandi aziende che hanno assunto in certi casi la struttura di
multinazionali;
20
- stilisti. Svolgono un ruolo di connettori tra il mondo della moda e dell’industria
dell’occhiale.
I terzisti di piccole dimensioni per sopravvivere devono possedere un’elevata flessibilità
produttiva che consenta di soddisfare i picchi di domanda derivante dalle committenti, ma è
accentuato il rischio di una capacità produttiva non utilizzata nei momenti di stasi.
Affidabilità di risposta nei tempi e qualità del servizio offerto completano le caratteristiche
ricercate.
I produttori di componenti, invece, spesso dispongono del know-how settoriale ma non sono
in grado di gestire la complessità e gli investimenti derivanti dalla politica commerciale, la
definizione della comunicazione di marchi propri. Per crescere dovrebbero presidiare dei
marchi che non siano già stati acquisiti da altri gruppi e cercare di creare accordi distributivi
e di vendita (tramite controllo diretto o accordi commerciali). Gli operatori industriali si
focalizzano su prodotti di gamma medio/alta ed alta ed acquisiscono marchi o attivano
contratti di licenza per colpire la clientela fedele al brand (solitamente di fascia alta).
Essendo per lo più società di capitale, le disponibilità di risorse sono sufficienti per investire
in comunicazione e contratti commerciali, anche se spesso sono addirittura in grado di
controllare la distribuzione. Sono proprio queste imprese che talvolta svolgono il ruolo di
committenti per le aziende artigiane.
Gli stilisti siglano accordi mediante joint-venture, oppure partecipazione al capitale sociale
delle licenziatarie. Il settore, in rapida evoluzione sotto la spinta di processi di
globalizzazione, è un settore maturo, caratterizzato da una lunga fase di espansione alla
quale oggi si contrappone un deciso rallentamento con spiragli di ripresa. Nel settore le
potenzialità delle economie di scala, nella produzione, distribuzione, promozione e
pubblicità sono riservate ai maggiori player che hanno raggiunto dimensioni elevate e
produzioni quantitativamente rilevanti. Inoltre questi presidiano l’intero processo dalla
progettazione alla distribuzione del prodotto condizionano il mercato. La più grande barriera
all’entrata nel settore è il controllo dell’intera catena del valore soprattutto a valle dove
l’integrazione della distribuzione garantisce una presenza consolidata nel retail sia nazionale
che estero, consentendo di presidiare la relazione tra prodotto e consumatore ed offrire un
alto livello di servizio.
21
Geograficamente l’industria dell’occhialeria italiana, come accennato, è presente soprattutto
in Veneto area in cui si sono sviluppate logiche distrettuali da cui derivano spesso i vantaggi
competitivi di conoscenza, specializzazione produttiva, qualità, innovazione, rilevanti su
scala internazionale. Caratteristico di quest’industria è la concentrazione dell’offerta che si
sta sempre più attuando negli ultimi anni. Ciò significa che vi è la tendenza alla diminuzione
delle imprese che offrono prodotti finiti e la competizione tra di esse è sempre più
agguerrita. Le aziende principali inglobano al loro interno le più piccole con caratteristiche
distintive al fine di poter controllare direttamente ogni processo o fase di produzione,
lasciando poco spazio alle piccole industrie che sono impossibilitate a competere
internazionalmente a causa delle dimensioni. Si stima che le poche imprese leader
controllino circa il 70% della produzione italiana, mentre il restante 30% è lasciato ad un
migliaio di imprese artigiane.
La produzione di occhiali griffati, poi, è una componente del settore che non deve essere
sottovalutata. Negli ultimi anni, infatti, si è affermato questo fenomeno che è andato via via
ad allontanare l’attenzione dal prodotto in sé per spostarla sulla componente “moda”. In
questo contesto le piccole imprese sono quasi impossibilitate a competere in quanto per
ottenere le licenze, le case produttrici devono sostenere elevati costi derivanti dalle royalties
da corrispondere agli stilisti. Queste si aggirano intorno al 15-20% del fatturato e sarebbero
troppo onerose per piccole aziende.
Fondamentale per le aziende italiane è lo sbocco sul mercato statunitense. In base ai dati
forniti dal Dipartimento per il commercio americano ed elaborati da ICE – si legge sul sito -
il dollaro debole e la crisi dei mercati non sono sufficienti per arginare il momento positivo
dell’occhialeria Made in Italy al di là dell’oceano. Nonostante i timori per un rallentamento
dei conti 2008 per Luxottica, paventato da molti analisti, il giro d’affari delle imprese
italiane attive nel comparto degli occhiali e delle montature sembra non risentire dei venti di
crisi. La conferma è contenuta nel rapporto mensile pubblicato dal Dipartimento per il
commercio americano relativo all’andamento delle esportazioni italiane all’interno degli
Stati Uniti. Sembra ormai consolidato il piazzamento del Belpaese in seconda posizione
assoluta tra i maggiori venditori di occhiali e montature sul territorio americano. Nei primi
undici mesi del 2007, infatti, le esportazioni di occhiali sono cresciute a un ritmo
22
vertiginoso (+12,44% rispetto al volume d’affari registrato nel mese di novembre del 2006).
Non solo. L’andamento dell’export di occhiali italiani in Usa ha mostrato una velocità
doppia rispetto a quella del maggiore concorrente, la Cina, il cui export verso gli Usa nel
comparto occhialeria è salito nei primi 11 mesi dell’anno passato del 7%. Nonostante
questo, le imprese cinesi continuano a mantenere la leadership assoluta sul mercato
americano, poco al di sotto del 44% del totale contro il 38,13% delle imprese italiane che
ogni anno esportano prodotti in Usa per mezzo miliardo di dollari di controvalore.
Grandi soddisfazioni per le imprese italiane sono arrivate nel 2007 anche dal settore
pelletteria. Tra gennaio e novembre, infatti, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cre-
sciute a un ritmo del +17% rispetto a un anno prima arrivando ad accaparrarsi l’8,3% del
totale del mercato a stelle e strisce. Tradotto in numeri, questo vuol dire un giro d’affari di
oltre 780 milioni di dollari lo scorso anno a dispetto dei 667 del 2006 e dei 567 del 2005.
Anche in questo caso, i diretti rivali dei capi di pelletteria italiani sono stati i cinesi che si
sono imposti in testa alla classifica dei maggiori esportatori con il 72% del totale del
mercato pari a 6,7 miliardi di dollari su un totale di 9,2 miliardi.
Più pesante, invece, il bilancio dei primi nove mesi del 2007 per gli orefici e i gioiellieri
italiani. In base ai dati diffusi dal Dipartimento per il commercio americano, infatti, l’export
italiano è sceso del 7,82% portando la nostra quota di mercato al 9,42% lo scorso anno
rispetto al 10,21% del 2006. Non solo. Le vendite della Cina e della Tailandia, diretti
concorrenti dei gioiellieri italiani, hanno fatto segnare nel 2007 un andamento positivo con-
fermando la posizione dei due paesi al secondo e terzo posto della graduatoria dei maggiori
esportatori di prodotti di gioielleria e oreficeria al di là dell’Oceano. Categoria, questa,
dominata dagli indiani che con il 26% del mercato non sembrano per ora temere alcun
rivale. Tra gli accessori, il 2007 sembra destinato a chiudersi negativamente anche per
l’industria orologiera. Le esportazioni verso gli Usa hanno infatti segnato una contrazione di
poco superiore al 18% nei primi undici mesi dell’anno portando la quota del mercato
americano nelle mani del made in Italy allo 0,59% dallo 0,78% di un anno prima. In termini
economici, questo vuol dire una riduzione del fatturato d’Oltreoceano di cinque milioni di
dollari per le imprese orologiere italiane, passate da 29,5 milioni di dollari del 2006 ai 24
milioni previsti per il 2007.
23
1.8 CONCORRENTI
LUXOTTICA
Luxottica Group è leader mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di
montature da vista e di occhiali da sole di fascia alta e lusso.
Grazie a un’estesa rete distributiva sia nel business retail sia nel wholesale oggi il Gruppo è
presente in tutti i mercati più importanti del mondo.
Per quanto riguarda il retail, il Gruppo vanta la più capillare ed efficiente distribuzione del
settore con circa 5.800 negozi operanti nei segmenti vista e sole. Il Gruppo, infatti, è il
principale attore nel retail in Nord America, Cina, Australia, Nuova Zelanda e il Regno
Unito. La rete distributiva wholesale di Luxottica copre 130 Paesi del mondo, con presenza
diretta nei 38 mercati più importanti.
L’attuale portafoglio di Luxottica è composto da 25 marchi, di cui otto propri e 17 in
licenza. Tra i marchi propri figurano Ray-Ban, il brand di occhiali da sole e vista più
conosciuto e venduto al mondo, Vogue, Persol, Arnette e Revo. I marchi in licenza
includono Bulgari, Burberry, Chanel, Dolce & Gabbana, Prada, Versace, Polo Ralph Lauren
(da febbraio 2007) e Tiffany & Co. (dal 2008).
I prodotti del Gruppo sono progettati e realizzati in sei impianti produttivi in Italia e due,
interamente controllati, in Cina.
Negli anni, Luxottica ha raggiunto la leadership mondiale nel settore ottico grazie ai
seguenti fattori:
- un modello di integrazione verticale progettazione-produzione-distribuzione
wholesale e retail
unico nel settore;
24
- un esteso network distributivo wholesale e retail che massimizza la capacità del
Gruppo di servire il mercato, nonché di controllare meglio costi e tempi della
distribuzione;
- un portafoglio marchi tra i più forti ed equilibrati del settore;
- l’alta qualità, in costante progresso, del prodotto;
- l’efficienza e la flessibilità della struttura produttiva, in grado di rispondere
tempestivamente all’andamento del mercato;
- un focus importante sui servizi pre e post vendita
SAFILO
Leader mondiale nell’occhialeria di alta gamma e lusso. Nato oltre 70 anni fa, il Gruppo
Safilo ha raggiunto nell’esercizio 2007 1.190 milioni di Euro di ricavi a livello consolidato,
cui hanno contribuito per il 38,3% le vendite di montature da vista, per il 53,9% le
collezioni di occhiali da sole e per il residuo 7,8% le vendite di articoli sportivi e di pezzi di
ricambio. Il Gruppo gestisce un portafoglio marchi unico al mondo, propri e in licenza,
selezionati in base sia a criteri di posizionamento competitivo e prestigio internazionale, sia
ad un’attenta segmentazione della clientela.
Tra i principali marchi propri si annoverano Safilo, Oxydo, Blue Bay, Carrera e Smith,
questi ultimi leader nel segmento maschere da sci e occhiali sportivi, rispettivamente, in
Europa e negli Stati Uniti. I marchi in licenza includono alcune delle più importanti griffe
mondiali: Alexander McQueen, A/X Armani Exchange, Balenciaga, Banana Republic, Boss
by Hugo Boss, Bottega Veneta, Boucheron, Diesel, 55DSL, Dior, Emporio Armani, Fossil,
Giorgio Armani, Gucci, Hugo by Hugo Boss, Jimmy Choo, Jennifer Lopez, Juicy Couture,
Kate Spade, Liz Claiborne, Marc Jacobs, Marc by Marc Jacobs, Max Mara, Max&Co., Nine
West, Pierre Cardin, Saks Fifth Avenue, Stella McCartney, Valentino e Yves Saint Laurent.
Il Gruppo presidia direttamente tutta la filiera produttivo-distributiva, dalla ricerca e
sviluppo alla distribuzione e logistica, assicurando qualità delprodotto, flessibilità ed
efficienza nella produzione e nella distribuzione.
25
CAPITOLO 2
2.1 Stato Patrimoniale: Riclassificazione e Commenti
La rielaborazione dei valori dello Stato Patrimoniale si effettua secondo il criterio
finanziario, in base al quale il patrimonio d’azienda è visto come un complesso di
investimenti in attesa di realizzo (attività) e di finanziamenti in attesa di estinzione (passività
e netto).
Le due strutture di riclassificazione dello stato patrimoniale più importanti sono:
- Per liquidità ed esigibilità;
- Per la funzione svolta nel processo produttivo aziendale.
2.1.1 Stato Patrimoniale riclassificazione secondo il grado di liquidità/esigibilità
2005 2006 2007 2008Attivo recuperabile a breve termine 109641 77,48% 135231 82,33% 124695 82,93% 124425 82,60%
Liquidità immediate 10071 7,12% 23410 14,25% 10789 7,18% 10760 7,14%
Liquidità differite 57352 40,53% 63228 38,49% 62840 41,79% 62699 41,62%Crediti v/clienti 53954 38,13% 59884 36,46% 59132 39,33% 59140 39,26%Crediti tributari 2855 2,02% 2670 1,63% 2727 1,81% 2600 1,73%Verso altri 543 0,38% 674 0,41% 981 0,65% 959 0,64%
Rimanenze 41496 29,33% 48064 29,26% 50609 33,66% 50509 33,53%
Altre attività correnti 722 0,51% 529 0,32% 457 457
Attivo recuperabile a m/l termine 31859 22,52% 29024 17,67% 25669 17,07% 26214 17,40%
Immobilizzazioni tecniche nette 16045 11,34% 15874 9,66% 15937 10,60% 16437 10,91%
Immobilizzazioni immateriali nette 7836 5,54% 6941 4,23% 5138 3,42% 5169 3,43%Avviamento 2740 1,94% 2454 1,49% 2195 1,46% 2195 1,46%Altre 5096 3,60% 4487 2,73% 2943 1,96% 2943 1,95%
Immobilizzazioni finanziarie 7978 5,64% 6209 3,78% 4594 3,06% 4608 3,06%
26
Partecipazioni 1123 0,79% 1269 0,77% 1148 0,76% 1148 0,76%Crediti 1527 1,08% 1205 0,73% 1030 0,69% 1130 0,75%Imposte anticipate 5328 3,77% 3735 2,27% 2416 1,61% 2416 1,60%
Capitale investito 141.500 164255 150364 150639
Passivo per esigibilità
PASSIVO 2005 2006 2007 2008Impegni a breve termine 95103 67,21% 74867 45,58% 68800 45,76% 67027 44,50%
Debiti correnti Debiti commerciali 30683 21,68% 39400 23,99% 37508 24,95% 36967 24,54%Debiti tributari 1237 0,87% 2136 1,30% 1930 1,28% 1680 1,12%Altri debiti 5403 3,82% 4257 2,59% 9478 6,30% 9190 6,10%Altre passività correnti 1162 2,55% 2359 3,39% 826 570
Debiti Finanziari Debiti verso banche e altri fornitori 53642 37,91% 25162 15,32% 14462 9,62% 14010 9,30%
Passività presunte Fondi di trattamento di quiescenza e simili 239 0,17% 331 0,20% 431 0,29% 445 0,30%Atri fondi 2737 1,93% 1222 0,74% 4165 4165
Passività consolidate 9705 6,86% 37269 22,69% 37710 25,08% 33537 22,26%
Debiti finanziari Debiti finanziari non correnti 2607 1,84% 30309 18,45% 32562 21,66% 28970 19,23%
Passività presunte Imposte differite 2664 1,88% 2006 1,22% 1178 0,78% 890 0,59%Fondo TFR 4414 3,12% 4929 3,00% 3940 2,62% 3632 2,41%Altri fondi 0 0,00% 0 0,00% 0 0 Altre passività consolidate 20 0,01% 25 0,02% 30 21,66% 45 19,23%
CAPITALE NETTO 36693 25,93% 52119 31,73% 43852 29,16% 50075 33,24%Capitale di conferimento 45546 32,19% 69632 42,39% 58625 38,99% 56475 37,49%Capitale sociale 23596 16,68% 32312 19,67% 32312 21,49% 31958 21,21% Riserva sovraprezzo azioni 21950 15,51% 37320 22,72% 26313 17,50% 24517 16,28%
Capitale di risparmio 7837 5,54% -4229 -2,10% -7882 -3,81% -12524 -6,94%Azioni proprie -354 -0,25% -354 -0,22% -354 -0,24% 0 0,00% Utili (perdite) portati a nuovo 8097 5,72% -3093 -1,88% -5372 -3,57% -10461 -6,94%Altre riserve 94 0,07% -782 -0,48% -2156 -1,43% -2063 -1,37%
Utile (perdita) dell’esercizio di pertinenza del Gruppo -16690-
11,79% -13284 -8,09% -6891 -4,58% 6124 4,07%
FONTI DI FINANZIAMENTO 141501 164255 150362 150639
27
2.1.2 Stato patrimoniale riclassificato in base al modello funzionale
Attivo per funzione
Descrizione
2005 2006 2007 2008
Denaro e valori assimilati 10071 7,12% 23410 14,25% 10789 7,18% 10760 7,14%
Crediti correnti 62680 44,30% 66963 40,77% 65256 43,40% 65029 43,17%
Scorte 41496 29,33% 48064 29,26% 50609 33,66% 50509 33,53%
Altre attività correnti 722 0,51% 529 0,32% 457 457
A) Attivo corrente 114969 81,25% 138966 84,60% 127111 84,54% 126755 84,14%
Immobilizzazioni materiali 16045 11,34% 15874 9,66% 15937 10,60% 16437 10,91%
Immobilizzazioni immateriali 7836 5,54% 6941 4,23% 5138 3,42% 5169 3,43%
Immobilizzazioni finanziarie 2650 1,87% 2474 1,51% 2178 1,45% 2278 1,51%
B) Attivo fisso 26531 18,75% 25289 15,40% 23253 15,46% 23884 15,86%
(A+B) TOTALE ATTIVITA' 141500 164255 150364 150639
28
Attivo per funzione dettagliato
2005 2006 2007 2008
CAPITALE INVESTITO IMPORTI IMPORTI IMPORTI IMPORTIDenaro e valori assimilati 10.071,0 7,1% 23.410,0 14,3% 10.789,0 7,2% 10.760,0 7,1%Crediti correnti v/Clienti 57.652,0 40,7% 63.237,0 38,5% 64.304,0 42,8% 59.140,0 39,3%Altri crediti 543,0 674,0 981,0 959,0 Crediti tributari 2.855,0 2.670,0 2.727,0 5.016,0 Imposte differite attive 5.328,0 3.735,0 2.416,0 2.416,0 Fondo svalutazione crediti correnti -3.698,0 -3.353,0 -5.172,0 -4.990,0 B)Totale 62.680,0 44,3% 66.963,0 40,8% 65.256,0 43,4% 62.541,0 41,5%Scorte Prodotti finiti e merci 34.249,0 42.736,0 42.241,0 43.542,0 Materie prime 11.870,0 10.788,0 12.128,0 12.201,0 Lavori in corso 5.844,0 8.039,0 9.646,0 9.888,0 Fondo svalutazione magazzino -10.467,0 -7.804,0 -13.405,0 -12.634,0 Svalutazione da fair value e costi di vendita 0,0 -5.695,0 0,0 0,0 C) Totale 41.496,0 29,3% 48.064,0 29,3% 50.610,0 33,7% 50.509,0 35,2%D)Altre attività correnti 722,0 529,0 457,0 457,0
Attivo corrente 114.969,0 81,3% 138.966,0 84,6% 127.112,0 84,5% 126.755,0 84,1%Terreni e Fabbricati 10.345,0 9.440,0 9.446,0 9.650,0 Impianti e macchinari 1.733,0 2.097,0 2.611,0 2.803,0 Attrezzature industriali e commerciali 1.941,0 1.459,0 2.148,0 2.200,0 Altri beni 1.857,0 2.674,0 1.411,0 1.460,0 Immobilizzazioni in corso e acconti 169,0 204,0 321,0 324,0 Immobilizzazioni materiali 16.045,0 11,3% 15.874,0 9,7% 15.937,0 10,6% 16.437,0 10,9%Avviamento 2.740,0 2.454,0 2.195,0 2.119,0 Diritto di brevetto e utilizzo opere d'ingegno 2.140,0 2.336,0 1.682,0 1.889,0 Concessioni licenze e marchi 2.046,0 1.048,0 1.196,0 1.096,0 Altre 910,0 1.103,0 65,0 65,0 Immobilizzazioni immateriali 7.836,0 5,5% 6.941,0 4,2% 5.138,0 3,4% 5.169,0 3,4%Partecipazioni 1.123,0 1.269,0 1.148,0 1.148,0 Attività finanziarie non correnti 1.527,0 1.205,0 1.030,0 1.030,0
Immobilizzazioni Finanziarie 2.650,0 1,9% 2.474,0 1,5% 2.178,0 1,4% 2.278,0 1,5%
Attivo fisso 26.531,0 18,7% 25.289,0 15,4% 23.253,0 15,5% 23.884,0 15,9%
Totale attivo 141.500,0 164.255,0 150.365,0 150.639,0
29
Passivo per funzione
Fonti di finanziamento 2005 2006 2007 2008Passivo corrente 38505 27,21% 48152 29,32% 49772 33,10% 49047 32,56%Debiti verso fornitori 30683 21,68% 39400 23,99% 37508 24,94% 36967 24,54%Debiti tributari 1237 0,87% 2136 1,30% 1930 1,28% 1680 1,12%Passività per benefici ai dipendenti 3785 2,67% 3104 1,89% 6768 4,50% 6800 4,51%Ratei e risconti passivi 20 0,01% 25 0,02% 30 0,02% 0 0,00%Altre passività correnti 2780 1,96% 3487 2,12% 3536 2,35% 3600 2,39%
Passivo di finanziamento 56249 39,75% 55481 33,78% 47025 31,27% 44380 29,46%Debiti finanziari 1032 0,73% 4706 2,87% 1265 0,84% 1400 0,93%Debiti verso banche 55217 39,02% 50775 30,91% 45760 30,43% 42980 28,53%
Passività presunte 10053 7,10% 8503 5,18% 9714 6,46% 7137 4,74%Fondi TFR 4414 3,12% 4808 2,93% 3940 2,62% 3912 2,60%Fondo per imposte anche differite 2664 1,88% 2006 1,22% 1178 0,78% 890 0,59%Altri Fondi 2975 2,10% 1689 659,77% 4596 3,06% 2335 1,55%
Capitale netto 36693 25,93% 52119 31,73% 43852 29,16% 50075 33,24%
Capitale di conferimento 45546 32,19% 69632 42,39% 58625 38,99% 56475 37,49%Capitale sociale 23596 16,68% 32312 19,67% 32312 21,49% 31958 21,21%Riserva sovraprezzo azioni 21950 15,51% 37320 22,72% 26313 17,50% 24517 16,28%
Capitale di risparmio 7837 5,54% -4229 -2,10% -7882 -3,81% -12524 -6,94%Azioni proprie -354 -0,25% -354 -0,22% -354 -0,24% 0 0,00%Utili (perdite) portati a nuovo 8097 5,72% -3093 -1,88% -5372 -3,57% -10461 -6,94%Altre riserve 94 0,07% -782 -0,48% -2156 -1,43% -2063 -1,37% Utile (perdita) dell’esercizio di pertinenza del Gruppo -16690 -11,80% -13284 -8,09% -6891 -4,58% 6124 4,07%
Totale passivo + patrimonio netto 141500 164255 150363 150639
2.1.3 Commento alla struttura di Stato Patrimoniale
Analizzando i valori dello Stato Patrimoniale riclassificato per liquidità ed esigibilità,
notiamo che negli anni dal 2005 al 2008 il gruppo Marcolin ha effettuato in misura
maggiore investimenti a breve termine rispetto a quelli a medio-lungo termine; infatti nel
corso dei quattro anni questi ultimi hanno una incidenza sempre minore sul capitale
investito. Anche se l’attivo a medio-lungo risulta principalmente costituito da
immobilizzazioni materiali, rivestono una parte importante anche le immobilizzazioni
immateriali. Tra queste ci sono i valori delle concessioni e delle licenze che costituiscono
uno dei fattori di successo del comparto dell’occhialeria; nel caso specifico del gruppo
Marcolin, nel valore dei marchi, incidono i risultati negativi della controllata francese Cèbè.
30
Le fonti di finanziamento sono state riclassificate secondo il loro grado di esigibilità, di
conseguenza sono state suddivise in 3 macro-categorie: Impegni a breve termine, Debiti
Consolidati e Capitale Netto.
Analizzando lo schema notiamo come dal 2005 al 2008 diminuisca, di circa il 20% del
totale, l’incidenza dei debiti a breve termine ed aumenti quella dei debiti consolidati. Questa
variazione negativa è dovuta principalmente al pagamento di quote di finanziamenti
rimborsati nel corso dell’esercizio 2006 utilizzando anche quota parte dell’aumento di
capitale sociale; ma anche ad un considerevole aumento dell’indebitamento a medio-lungo
termine. L’andamento di tale valore nei quattro anni considerati, è determinato soprattutto
da una serie di operazioni di finanziamento a medio e lungo termine finalizzate ad
assicurare alla società i mezzi adeguati a supportare i programmi di sviluppo del Gruppo.
Quindi, si fa principalmente riferimento alla sottoscrizione da parte della capogruppo
Marcolin S.p.a., nel corso del 2006, di un contratto di finanziamento con Banca Intesa S.p.a.
per la concessione di una linea di credito di importo pari a 25 milioni di euro, della durata di
cinque anni.. A questo si aggiunge, sempre nel corso del 2006, il diritto esercitato da
Marcolin S.p.a. di richiedere il prolungamento per ulteriori due anni della durata del
finanziamento di 20 milioni di euro stipulato con Efibanca S.p.a., portando a un ulteriore
incremento di 10 milioni di euro la quota pagabile oltre l’esercizio successivo.
L’ultima macro-categoria è relativa al Capitale netto il quale nei quattro anni ha
presentato una lieve crescita giustificabile innanzitutto dall’aumento di capitale sociale
avvenuta nel 2006, attraverso l’offerta in opzione agli azionisti Marcolin di nuove azioni
ordinarie; ma anche a un miglioramento dei risultati della capogruppo, nel 2006 e 2007 che
hanno permesso una riduzione della perdita di esercizio, fino ad arrivare al 2008, dove
vediamo pre la prima volta un utile di esercizio.
2.2 Conto Economico: Riclassificazione e Commenti
31
L’obiettivo della rielaborazione del c/e consiste nel raggruppare i ricavi e i costi in base alle
aree della gestione da cui provengono,in modo da fare emergere aggregati e risultati
intermedi utili per analizzare la redditività e i fattori che la determinano.
Le principali strutture di riclassificazione del c/e sono:
- a valore della produzione e valore aggiunto;
- a costi e ricavi della produzione venduta.
2.2.1 A costi e ricavi del venduto
Nel c/e a costi ricavi della produzione venduta i componenti di reddito sono classificati per
destinazione, vale a dire secondo l’appartenenza alle diverse aree funzionali in cui può
essere suddivisa l’attività d’impresa.
La configurazione in esame rivolge particolare attenzione alla gestione caratteristica,
facendo emergere importanti risultati intermedi, quali:
- Il costo del venduto;
- Il margine lordo industriale;
- Il reddito operativo
Questa struttura è conforme alle modalità di reporting interno e in linea con la prassi
internazionale del settore dell’eyewear di lusso.
Il tipo di analisi della redditività, prevista da questa struttura di conto economico, richiede
una chiara identificazione delle aree in cui l’attività aziendale può essere ripartita, in modo
da individuare i contributi che le stesse generano sulla redditività dell’impresa. Ai fini dello
studio della redditività, infatti, l’attività aziendale può essere scomposta nelle seguenti parti:
a) Gestione caratteristica o tipica, relativa all’attività volta a realizzare l’oggetto
dell’impresa, il cui risultato parziale, il «reddito operativo», rappresenta una grandezza
di particolare rilievo nell’analisi della redditività;
32
b) Gestione extra-caratteristica, formata da tutte le altre operazioni:
una gestione finanziaria, in cui vengono evidenziati i riflessi economici
dell’indebitamento, contratto per la copertura del fabbisogno finanziario, e degli
investimenti delle eccedenze finanziarie che si generano durante lo svolgimento
dell’attività aziendale;
eventuali gestioni accessorie, quali, ad esempio, titoli, cambi, ecc;
una gestione straordinaria, in cui confluiscono proventi ed oneri di natura
straordinaria o derivanti da movimentazioni di capitale (svalutazioni, rivalutazioni,
ecc.);
le imposte che gravano sul reddito di esercizio.
L’insieme delle gestioni caratteristica, finanziaria ed accessoria dà corpo alla cosiddetta
gestione «ordinaria» ed al relativo risultato parziale, il «reddito ordinario», che rappresenta
la base per lo studio dell’andamento economico dell’azienda nel tempo e per eventuali
comparazioni nello spazio.
33
STRUTTURA DI C/E A RICAVI E COSTI DEL VENDUTO, CON VALORI RICLASSIFICATI PER AREE DI GESTIONE
2005tassi di
andamento
2006tassi di
andamento
2007tassi di
andamento
2008
DESCRIZIONE Importi % Importi % Importi % Importi %
A) Ricavi netti 153.963,00 100% 2% 157.428,00 100% 16% 182.275,00 100% 2,51% 186.845,00 100% B) Costo complessivo della produzione venduta -169.270,00 109,9% -4% -162.040,00 102,9% 11% - 180.145,00 98,8% -0,84% - 178.628,00 -95,6%
C) REDDITO OPERATIVO (A-B) -15.307,00 9,9% 70% -4.612,00 2,9% 146% 2.130,00 1,2% 285,77% 8.217,00 4,4% - oneri finanziari netti -2.120,00 1,4% 89% -4.007,00 2,5% 0% - 3.991,00 2,2% -24,08% - 3.030,00 -1,6%
Risultato gestione accessoria 0,00 0,00 0,00 0,00
REDDITO DELLA GESTIONE CORRENTE -17.427,00 11,3% 51% -8.619,00 5,5% 78% - 1.861,00 1,0% 378,72% 5.187,00 2,8%
Risultato gestione straordinaria 2.733,00 1,8% -177% -2.093,00 1,3% 8% - 2.260,00 1,24% 257,83% 3.567,00 1,91%
REDDITO AL LORDO DELLE IMPOSTE -14.694,00 9,5% 27% -10.712,00 6,8% 62% - 4.121,00 2,3% 312,42% 8.754,00 4,7% - imposte sul reddito -1.996,00 1,3% 29% -2.575,00 1,6% 8% - 2.770,00 1,5% -5,05% - 2.630,00 -1,4%
REDDITO NETTO D'ESERCIZIO -16.690,00 10,8% 20% -13.287,00 8,4% 48% - 6.891,00 3,8% 188,87% 6.124,00 3,3%
34
1
STRUTTURA DI C/E A RICAVI E COSTI DEL VENDUTO, CON VALORI RICLASSIFICATI PER AREA FUNZIONALE
2005tassi di
andamento
2006tassi di
andamento
2007tassi di
andamento
2008
DESCRIZIONE Importi % Importi % Importi % Importi %
Ricavi netti 153.963,00 100% 2% 157.428,00 100% 16% 182.275,00 100% 3% 186.845,00 100% Costo pieno industriale - 78.121,00 50,7% -6% -73.672,00 46,8% 16% - 85.362,00 46,8% -2% - 83.374,00 44,6%
UTILE LORDO INDUSTRIALE 75.842,00 49,3% 10% 83.756,00 53,2% 16% 96.913,00 53,2% 7% 103.471,00 55,4%
Costo pieno di amministrazione - 17.309,00 11,2% -20,0% -13.851,00 8,8% 3% - 14.317,00 7,9% 15% - 16.492,00 8,8%
Costo pieno di distribuzione - 73.840,00 48,0% 0,9% -74.517,00 47,3% 8% - 80.466,00 44,1% -2% - 79.063,00 42,3%
UTILE OPERATIVO - 15.307,00 9,9% 69,9% -4.612,00 2,9% 146% 2.130,00 1,2% 286% 8.217,00 4,4%
- oneri finanziari netti - 2.120,00 1,4% 89% -4.007,00 2,5% -47% - 3.991,00 2,2% -24% - 3.030,00 1,6% Risultato gestione accessoria 0,00 0,00 0,00 0,00
REDDITO DELLA GESTORDINARIA AL LORDO DELLE IMPOSTE -17.427,00 11,3% -51% -8.619,00 5,5% 78% - 1.861,00 1,0% 379% 5.187,00 2,8%
- imposte sul reddito - 1.996,00 1,3% 29% -2.575,00 1,6% 8% - 2.770,00 1,52% -5% - 2.630,00 1,41%
REDDITO NETTO - 19.423,00 12,6% -42% -11.194,00 7,1% 59% - 4.631,00 2,5% 155% 2.557,00 1,4%
Risultato gestione straordinaria 2.733,00 1,8% -177% -2.093,00 1,3% 8% - 2.260,00 1,2% 258% 3.567,00 1,9%
REDDITO NETTO D'ESERCIZIO - 16.690,00 10,8% 20% -13.287,00 8,4% 48% - 6.891,00 3,8% 189% 6.124,00 3,3%
Dettaglio tabelle da pag 40-41
35
2.2.2 Valore aggiunto e Mol
Il conto economico a valore aggiunto più frequentemente adottato nella prassi italiana è
quello redatto dalla struttura suggerita dalla CONSOB. Esso classifica i componenti di
reddito per natura e perviene a risultati economici intermedi di fondamentale rilievo
informativo, tra cui:
- Il valore della produzione ottenuta;
- Il valore aggiunto caratteristico;
- Il margine operativo lordo MOL;
- Il reddito operativo.
36
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A VALORE AGGIUNTO
2005tassi di
andamento
2006tassi di
andamento
2007tassi di
andamento
2008
DESCRIZIONE Importi % Importi % Importi % Importi %
Ricavi netti 153.963,00 100% 2% 157.428,00 100,0% 16% 182.275,00 100,0% 3% 186.845,00 100,0%
A)VALORE DELLA PRODUZIONE REALIZZATA 153.963,00 100% 2% 157.428,00 100,0% 14% 182.275,00 100% 2% 186.845,00 100%
- Consumi di materie - 57.746,00 37,5% -9% - 52.387,0 33,3% 19% - 62.298,00 34,2% -1% - 61.374,00 32,8%- Costi dei servizi (escluso lavoro e interessi) - 64.334,00 41,8% -3% - 62.664,00 39,8% - 70.638,00 38,8% - 70.994,00 38,0%
B) VALORE AGGIUNTO LORDO 31.883,00 20,7% 33% 42.377,0 26,9% 16% 49.339,00 27,1% 10% 54.477,00 29,2%- Ammortamenti - 7.114,00 4,6% -32% - 4.861,0 3,1% -2% - 4.752,00 2,6% -12% - 4.183,00 2,2%
- Accantonamenti e Svalutazioni -1222,00 -0,8% -31% -842,00 0,5% -15% -713,00 0,4% -6% -673,00 0,4%
C) VALORE AGGIUNTO NETTO 24.769,00 16,1% 51% 37.516,00 23,8% 19% 44.587,00 24,5% 13% 50.294,00 26,9%
- Remunerazione del lavoro - 38.854,00 25,2% 6% - 41.285,0 26,2% 1% - 41.744,00 22,9% -2% - 41.109,00 22,0%- Remunerazione del capitale (interessi e dividendi) -2120,00 1,4% 89% -4007 2,5% - 3.991,00 2,2% - 3.998,00 2,1%
Risultato gestione accessoria 0,00 0,00 0,00 0,00
Risultato gestione straordinaria 2.733,00 1,8% -177% - 2.093,0 1,3% 8% - 2.260,00 1,2% -258% 3.567,00 1,91%
RESIDUO AL LORDO DELLE IMPOSTE - 13.472,00 8,8% 27% - 9.869,0 6,3% 65% - 3.408,00 1,9% 357% 8.754,00 4,7% - imposte sul reddito - 1.996,00 1,3% 29% - 2.575,0 1,6% 8% - 2.770,00 1,5% -5% - 2.630,00 -1,4%
REDDITO NETTO D'ESERCIZIO - 15.468,00 10,0% 20% - 12.444,0 7,9% 50% - 6.178,00 3,4% 199% 6.124,00 3,3%
Dettaglio tabelle a pag 39
38
2005 2006tassi di
andamento
2007tassi di
andamento
2008tassi di
andamento
DESCRIZIONE
Importi % Importi % Importi % Importi %
Ricavi netti 153.963,00 100% 157.428,00 100,0% 2% 182.275,00 100,0% 16% 186.845,00 100,0% 3%
A) VALORE DELLA PRODUZIONE REALIZZATA 153.963,00 100% 157.428,00 100,0% 2% 182.275,00 100% 16% 186.845,00 100% 3%
- Consumi di materie - 57.746,00 37,5% - 52.387,00 33,3% -9% - 62.298,00 34,2% 19% - 61.374,00 32,8% -1%
- Costi dei servizi (escluso lavoro e interessi) - 64.334,00 41,8% - 62.665,00 39,8% -3% - 70.638,00 38,8% 13% - 70.994,00 38,0% 1%
B) VALORE AGGIUNTO LORDO 31.883,00 20,7% 42.376,00 26,9% 33% 49.339,00 27,1% 16% 54.477,00 29,2% 10%
- Costi del lavoro - 38.854,00 25,2% - 41.285,00 26,2% 6% - 41.744,00 22,9% 1% - 41.109,00 22,0% -2%
C)MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL EBITDA) - 6.971,00 4,5% 1.091,00 0,7% 116% 7.595,00 4,2% 596% 13.368,00 7,2% 76%
- Ammortamenti - 7.114,00 4,6% - 4.861,00 3,1% -32% - 4.752,00 2,6% -2% - 4.183,00 2,2% -12%
- Accantonamenti e Svalutazioni - 1.222,00 0,8% - 842,00 0,5% -31% - 713,00 0,4% -15% - 673,00 0,4% -6%
C) REDDITO OPERATIVO (EBIT) - 15.307,00 9,9% - 4.612,00 2,9% 70% 2.130,00 1,2% -146% 8.512,00 4,6% 300%
- oneri finanziari netti - 2.120,00 1,4% - 4.007,00 2,5% 89% - 3.991,00 2,2% 0% - 3.030,00 1,6% -24%
Risultato gestione accessoria 0,0% 0,0%
REDDITO DELLA GESTIONE CORRENTE - 17.427,00 11,3% - 8.619,00 5,5% 51% - 1.861,00 1,0% 78% 5.482,00 2,9% 395%
Risultato gestione straordinaria 2.733,00 1,8% - 2.093,00 1,3% -177% - 2.260,00 1,24% 8% 3.567,00 1,91% 258%
REDDITO AL LORDO DELLE IMPOSTE - 14.694,00 9,5% - 10.712,00 6,8% 27% - 4.121,00 2,3% 62% 9.049,00 4,8% 320%
- imposte sul reddito - 1.996,00 1,3% - 2.575,00 1,6% 29% - 2.770,00 1,5% 8% - 2.630,00 1,4% -5%
REDDITO NETTO D'ESERCIZIO - 16.690,00 10,8% - 13.287,00 8,4% 20% - 6.891,00 3,8% 48% 6.124,00 3,3% 189%
STRUTTURA DI C/E A VALORE DELLA PRODUZIONE E MARGINE OPERATIVO LORDO
38
NOTE SUL CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO
1) Dettaglio oneri finanziari netti
2005 2006 2007 2008Interessi attivi 125 169 217 318Altri Proventi 171 160 206 122Utili su cambi 2528 1127 1267 1983Proventi finanziari 2824 1456 1690 2423Interssi passivi -2658 -2775 -2681 -2994Altri oneri -491 -574 -1047 -702Sconti finanziari -639 -597 -756 -55Perdite su cambi -1156 -1517 -1197 -1702Oneri finanziari -4944 -5463 -5681 -5453Totale oneri finanziari netti -2120,0 -4007 -3991 -3030
2) Dettaglio Risultati gestione straordinaria
2005 2006 2007 2008Altri Ricavi Plusvalenze 116 38 1189 1413Altri proventi 2917 4035 1472 3900TOTALE 3033 4073 2661 5313Altri costi Costi relativi ad attività destinati ad -5695 -3646 0Minusvalenze -37 -34 -774 -573altri oneri -263 -437 -501 -1173TOTALE -300 -6166 -4921 -1746RISULTATO GESTIONE STR. 2733 -2093 -2260 3567
3) Dettaglio Consumi di materie
2005 2006 2007 2008Acquisti di matriali e prodotti finiti 42504 56243 52453 52223Variazione delle rimanenze 7391 -12833 -1061 -2253Lavorazioni esterne 7851 8977 10906 11404TOTALE 57746 52387 62298 61374
39
1
Dettaglio del costo della produzione venduta con valori riclassificati per natura
Descrizione
2005 tassi di incidenza
2006 tassi di incidenza
∆ 2006-2005
tassi di andamento
2007 tassi di incidenza
∆ 2007-2006
tassi di andamento
2008 tassi di incidenza
∆ 2008-2007
tassi di andamento
acquisto mat prime componenti e materiali e ∆ riman 57.746,00 34,1 52.387,00 32,3 - 5.359,00 -9,3% 62.298,00 34,6 9.911,00 18,9% 61.374,00 34,5 - 924,00 -1,5%
costi per servizi 38.005,00 22,5 37.816,00 23,3 - 189,00 -0,5% 42.774,00 23,7 4.958,00 13,1% 43.102,00 24,2 328,00 0,8%
costi del personale 38.854,00 23,0 41.285,00 25,5 2.431,00 6,3% 41.744,00 23,2 459,00 1,1% 41.109,00 23,1 - 635,00 -1,5%
ammortamenti 8.336,00 4,9 5.703,00 3,5 - 2.633,00 -31,6% 5.465,00 3,0 - 238,00 -4,2% 4.183,00 2,4 -1.282,00 -23,5%
altri costi 26.329,00 15,6 24.849,00 15,3 - 1.480,00 -5,6% 27.864,00 15,5 3.015,00 12,1% 27.997,00 15,7 133,00 0,5%
COSTO COMPLESSIVO DELLA PRODUZIONE REALIZZATA 169.270,00100
% 162.040,00 100% - 7.230,00 -4,3% 180.145,00 100% 18.105,00 11,2% 177.765,00 100% -2.380,00 -1,3%
∆ rimanenze prodotti finiti
COSTO COMPLESSIVO DELLA PRODUZIONE VENDUTA 169.270,00 162.040,00 - 7.230,00 -4,3% 180.145,00 18.105,00 11,2% 177.765,00 -2.380,00 -1,3%
DETTAGLIO DEL COSTO PIENO INDUSTRIALE
Descrizione
2005tassi di incidenza
2006 tassi di incidenza
∆ 2006-2005
tassi di andamento
2007tassi di incidenza
∆ 2007-2006
tassi di andamento
2008tassi di incidenza
∆ 2008-2007
tassi di andamento
acquisto mat prime componenti e materiali e ∆ riman 57.746,00 73,9 52.387,00 71,1 - 5.359,00 -9,3% 62.298,00 73,0 9.911,00 18,9% 61.374,00 73,6 - 924,00 -1,5%
costi del personale 13.932,00 17,8 14.490,00 19,7 558,00 4,0% 15.392,00 18,0 902,00 6,2% 14.656,00 17,6 - 736,00 -4,8%
ammortamenti 2.553,00 3,3 2.549,00 3,5 - 4,00 -0,2% 2.627,00 3,1 78,00 3,1% 2.267,00 2,7 - 360,00 -13,7%
altri costi 3890,00 5% 4246,00 6% 356,00 9,2% 5045,00 5,9% 799,00 18,8% 5077,00 6,1% 32,00 0,6%
COSTO PIENO DELLA PRODUZIONE REALIZZATA 78.121,00 100% 73.672,00100
% - 4.449,00 -5,7% 85.362,00 100% 11.690,00 15,9% 83.374,00 100% -1.988,00 -2,3%
∆ rimanenze prodotti finiti 0,00 0,00 0,00 0,00
COSTO PIENO DELLA PRODUZIONE VENDUTA 78.121,00 73.672,00 - 4.449,00 -5,7% 85.362,00 11.690,00 15,9% 83.374,00 -1.988,00 -2,3%
DETTAGLIO DEL COSTO PIENO DI AMMINISTRAZIONE
40
Descrizione
2005tassi di incidenza
2006 tassi di incidenza
∆ 2006-2005
tassi di andamento
2007 tassi di incidenza
∆ 2007-2006
tassi di andamento
2008tassi di incidenza
∆ 2008-2007
tassi di andamento
costi del personale 4302,00 25% 5046,00 36% 744,00 17% 4590,00 32% - 456,00 -9,0% 5566,00 34% 976,00 21,3%
ammortamenti 3520,00 20% 721,00 5% - 2.799,00 -80% 598,00 4% - 123,00 -17,1% 624,00 4% 26,00 4,3%
svalutazioni crediti 1222,00 7% 842,00 6% - 380,00 -31% 713,00 5% - 129,00 -15,3% 1164,00 7% 451,00 63,3%
altri costi 8265 48% 7242 52% - 1.023,00 -12% 8416 58,8% 1.174,00 16,2% 9138 55,4% 722,00 8,6%
COSTO PIENO DI AMMINISTRAZIONE 17.309,00 13.851,00 - 3.458,00 -20,0% 14.317,00 466,00 3,4% 16.492,00 2.175,00 15,2%
COSTO PIENO DI DISTRIBUZIONE
Descrizione
2005
tassi di incidenza
2006tassi di incidenza
∆ 2006-2005
tassi di andamento
2007tassi di incidenza
∆ 2007-2006
tassi di andamento
2007 tassi di incidenza
∆ 2008-2007
tassi di andamento
costi del personale 24922,00 34% 21749,00 29% - 3.173,00 -13% 21762,00 27,0% 13,00 0,1% 20887,00 26,4% - 875,00 -4,0%
costi per servizi 37068,00 50% 37816,00 51% 748,00 2% 42774,00 53,2% 4.958,00 13,1% 43102,00 54,5% 328,00 0,8%
Ammortamenti 1041,00 1% 1591,00 2% 550,00 53% 1527,00 1,9% - 64,00 -4,0% 1292,00 1,6% - 235,00 -15,4%
altri costi 10809 15% 13361 18% 2.552,00 24% 14403 17,9% 1.042,00 7,8% 13782 17,4% - 621,00 -4,3%
COSTO PIENO DI AMMINISTRAZIONE 73.840,00 74.517,00 677,00 0,9% 80.466,00 5.949,00 8,0% 79.063,00 -1.403,00 -1,7%
41
42
Commento alla struttura di Conto Economico
Analizziamo ora quelli che sono stati i risultati del Gruppo Marcolin S.p.a., considerando i
quattro anni di riferimento della nostra analisi.
L’esercizio 2005 è stato un anno di transizione per il Gruppo Marcolin a seguito del
manifestarsi di alcuni fatti straordinari che hanno influenzato negativamente l’andamento
dei risultati. Tra questi c’è la chiusura della licenza con Dolce & Gabbana con la
conseguente riduzione sia del fatturato che della marginalità delle vendite realizzate in
particolare nell’ultima parte dell’esercizio. Vanno considerati anche i risultati negativi della
controllata Cèbè a seguito di un calo del fatturato e del sostenimento di una parte degli oneri
di riorganizzazione e di ristrutturazione, strategia alla fine abbandonata. Infine il risultato
negativo della controllata Marcolin Usa dovuta dalla riduzione di fatturato, riconducibile
alla cessazione già citata licenza e al riposizionamento della brand Kenneth Cole e alla
cessazione di alcune linee (NBA, Mossimo, Organix, Bob Mackie). A seguito di questi
eventi, quindi, l’esercizio 2005 evidenzia un risultato negativo dopo le imposte pari a
16.690 migliaia di euro.
Dai dati di Conto Economico, inoltre, si nota una forte incidenza dei costi di distribuzione in
seguito alla realizzazione di importanti investimenti nel rafforzamento della forza vendita
con il raddoppiamento del numero degli agenti; proprio per cercare di recuperare quote
mercato e supportare lo sviluppo e il lancio delle nuove collezioni Tom Ford e Just Cavalli
su tutte.
Per il Gruppo Marcolin anche il 2006 è stato un anno di transizione, ma il risultato netto
negativo del Gruppo non deve trarre in inganno perché si registra un miglioramento rispetto
all’esercizio precedente. Infatti si è sostituito integralmente, e in tempi minori del previsto,
il fatturato realizzato in precedenza con i marchi concessi in licenza da Dolce & Gabbana.
Tale risultato è stato ottenuto grazie alla sottoscrizione di nuovi contratti di licenza e al
significativo incremento dei ricavi delle vendite ottenuti da tutte le altre brand già in
portafoglio.
43
All’interno del costo industriale notiamo una variazione delle rimanenze da 7.391 (nel 2005)
a -12.833; essa è dovuta alla necessità di ricostituzione delle scorte per fronteggiare gli attesi
incrementi di fatturato dopo la consistente riduzione avuta nel 2005 per l’esitazione di quasi
tutte le scorte delle linee Dolce & Gabbana.
Adesso il Gruppo può contare su un portafoglio licenze più equilibrato, diversificato e con
scadenza, per le principali, non prima del 2010.
Quindi il miglioramento del reddito operativo è frutto anche della minore incidenza dei costi
per royalties corrisposte ai licenzianti; il miglioramento della marginalità delle vendite
ottenuta da Marcolin USA e il contenimento dei costi generali e amministrativi.
Nello stesso esercizio si è anche deciso di costituire una nuova società, denominata
Marcolin Japan Co. Ltd., che consentirà l’apertura in Giappone di una filiale per rafforzare
la presenza in quello che sarà uno dei più importanti mercati mondiali per i beni di lusso.
Inoltre, nel 2006, risulta evidente l’andamento negativo della Gestione Straordinaria in
seguito alla decisione del Gruppo di destinare alla cessione la controllata Cèbè, a causa del
perdurare di risultati negativi. Tale decisone non comporta, comunque, la continuazione del
piano di ristrutturazione che continuerà anche nel 2007.
L’esercizio chiuso al 31 dicembre 2007 evidenzia un ottimo incremento del fatturato e un
deciso miglioramento del Reddito operativo. L’anno, per il Gruppo Marcolin, è stato
caratterizzato dai seguenti eventi salienti:
- il recupero della marginalità del core business (comparto sole e vista) del Gruppo che torna
a realizzare un risultato netto positivo;
- l’avvio della procedura di chiusura delle attività legate al settore invernale del marchio
Cébé, con la conseguente dismissione dei siti produttivo e logistico della controllata
francese e la consistente riduzione del personale; ciò ha comportato il sostenimento di
rilevanti oneri non ricorrenti che hanno influenzato negativamente il risultato del Gruppo
Marcolin;
Il risultato netto consolidato, quindi, è negativo per 6891 migliaia di euro (ciò si è detto che
dipende esclusivamente dal dato relativo alla Cèbè) ed è comunque in netto miglioramento
rispetto all’esercizio precedente ( la perdita al 31 dicembre 2006 è stata pari a 13.284
44
migliaia di euro). Anche il fatturato, pari a 182.275 migliaia di euro, è in aumento del 15,8%
rispetto al 31 dicembre 2006 (157.428 migliaia di euro). L’incremento è stato pari al 18,3%.
Il miglioramento complessivo, registrato in termini di marginalità della gestione operativa
riferita alla produzione e commercializzazione di occhiali da vista e da sole, è frutto delle
incisive azioni intraprese dal management nei precedenti esercizi e dello sviluppo dei
marchi appartenenti al comparto Luxury & Fashion.
Se da un lato registriamo l’aumento del fatturato, dall’altro c’è anche un incremento del
costo pieno industriale, dovuto principalmente alla presenza di maggiori acquisti di
materiali e prodotti finiti. Tale variazione positiva è correlata al miglioramento della
capacità produttiva interna e a un maggior ricorso a fonti di approvvigionamento esterne.
Infine la decisione di avviare la cessione della controllata Cèbè, con il relativo inserimento
tra le attività destinate ad essere cedute, anche nel 2007 influenza negativamente i risultati
della gestione straordinaria.
Per il gruppo Marcolin, l’anno 2008 è stato l’anno del decisivo risanamento, di un
incremendo del fatturato, e di un risultato netto d’esercizio finalmente positivo dopo diversi
anni di perdite. Questo principalmente è dovuto alla totale dismissione del marchio Cebè,
che nell’anno appena chiusosi non ha gravato per niente nella gestione, quindi la
dismissione del suddetto marchio, è una delle caratteristiche più rilevanti nella gestione.
Il risultato netto di quest’anno è positivo di 6.124, praticamente il 200% in più dello scorso
anno, e anche il fatturato è in aumento, e si attesta a 186.845 con un incremento medio del
2,50%.
Quest’anno è stato molto importante in quanto, oltre ad un incremento del fatturato, un
reddito netto d’esercizio positivo, si è riusciti pure a diminuire il costo pieno industriale ed il
costo della produzione venduta, il solo dato che aumenta è il costo di amministrazione, in
quanto sono aumentati i costi del personale per far fronte alla maggiore produzione
realizzata.
Infine, la dismissione totale del marchio Cebè, fa si che in questo esercizio non pesino più le
forti perdite avute fino all’esercizio precedente, tutto sommato, il trend positivo che si era
45
visto negli ultimi anni, ha avuto come conseguenza logica il passaggio a dei risultati positivi
per tutto il gruppo.
CAPITOLO 3
ANALISI DELLA STRUTTURA ECONOMICA E FINANZIARIA DEL GRUPPO
SCELTA E CLASSIFICAZIONE DEGLI INDICI
Gli indicatori di bilancio vengono raggruppati in relazione alla loro funzione segnaletica ai fini
dell’analisi:
1) della situazione patrimoniale - finanziaria, per accertare l’attitudine dell’azienda a
raggiungere e mantenere nel tempo una posizione di equilibrio strutturale. (indici di
composizione degli impieghi, indici di composizione delle fonti, indici di correlazione tra
impieghi durevoli -fonti permanenti);
2) della situazione di liquidità, con lo scopo di verificare se la combinazione impieghi/fonti è
in grado di produrre nel breve periodo equilibrati flussi monetari (indici di correlazione e di
equilibrio impieghi correnti -fonti a breve, indici di rotazione-di durata);
3) della situazione economica, con l’obiettivo di accertare la capacità dell’azienda di generare
nel tempo adeguati livelli di remunerazione del capitale proprio e di terzi.
Quest’analisi utilizza il conto economico a valori percentuali, gli indici di redditività e gli
indici di produttività.
46
1) SITUAZIONE PATRIMONIALE – FINANZIARIA DELLA MARCOLIN
INDICE DI COMPOSIZIONE DEGLI IMPIEGHI
2005 2006 2007 2008Li 7,12% 14,25% 7,18% 7,14%
Ld 40,53% 38,49% 41,79% 43,17%
D 29,33% 29,26% 33,66% 33,53%
Im 11,34% 9,66% 10,60% 10,91%
Iim 5,54% 4,23% 3,42% 3,43%
If 5,64% 3,78% 3,06% 1,51%
2005
7,12%
40,53%
29,33%
11,34%
5,54% 5,64%Li
Ld
D
Im
Iim
If
2006
14,25%
38,49%29,26%
9,66%4,23% 3,78%
Li
Ld
D
Im
Iim
If
47
14,25%
38,49%29,26%
9,66%4,23% 3,78%
Li
Ld
D
Im
Iim
If
anno 2008
Li7%
Ld43%D
34%
Im11%
Iim3%
If2%
Li
Ld
D
Im
Iim
If
Indici di composizione degli investimenti
Tramite l’analisi di questi indici si misura il grado di elasticità o rigidità del capitale
impiegato e quindi l’incidenza sul totale attivo delle sue due più importanti componenti,
quali immobilizzazioni e attivo circolante.
Il gruppo Marcolin presenta una struttura patrimoniale molto flessibile (l’attivo fisso incide
in maniera molto inferiore rispetto all’attivo corrente). Infatti il tasso d’incidenza dell’attivo
fisso sul totale degli investimenti è:
Attivo Fisso 26532 25288 23251 23884Capitale Investito 141501 164254 150362 150639
Tasso di incidenza att. fisso sul tot. Attività 19% 15% 15% 16%
Il decremento del tasso d’incidenza dell’attivo fisso sul totale degli investimenti è dovuto
da una diminuzione degli investimenti in immobilizzazioni materiali di 108.000 nel triennio,
per poi aumentare di un 1% nel 2008, quindi sostanzialmente gl investimenti sono rimasti
uguali; dalla diminuzione degli investimenti in immobilizzazioni immateriali di 2.700.000, e
dalla diminuzione degli investimenti in immobilizzazioni finanziarie di ben 3.384.000,
sempre riferito al quadriennio preso in considerazione.
Viceversa, il tasso d’incidenza delle attività correnti sul totale delle attività è:
Attivo Corrente 114969 138966 127111 126755Capitale Investito 141501 164254 150362 150639
Tasso di incidenza att. corr. sul tot. Attività 81% 85% 85% 84%
Il tasso d’incidenza dell’attivo corrente sul totale delle attività, possiamo notare che
aumenta fra il 2005 e il 2006 per poi rimanere praticamente stabile sino al 2008, e si nota sia
nei crediti correnti che nelle scorte un aumento rispettivo di 6.223.000 e di 9.114.000 nel
quadriennio 2005-2008.
Come si evince dall’analisi effettuata la struttura del patrimonio del Gruppo è per la maggior
parte costituita dall’attivo corrente. La bassa incidenza dell’attivo fisso si riscontra anche
dall’analisi del tasso d’incidenza degli impianti sul totale delle attività. Quest’ultimo nel
tempo questo indice rimane sostanzialmente stabile.
Immobilizzazioni tecniche 16046 15873 15936 16437Capitale Investito 141501 164254 150362 150639
Tasso di incidenza impianti sul tot. Attività 11% 10% 11% 11%
La forte prevalenza dell’attivo corrente rispetto all’attivo fisso si riscontra anche nell’analisi
del rapporto tra l’attivo corrente e l’attivo fisso, anche se negli anni questo rapporto tende ad
aumentare sempre di più con il trend positivo dell’attivo corrente che aumenta rispetto al
49
trend negativo dell’attivo fisso che diminuisce fra il 2005 e il 2006 per poi stabilizzarsi a
valori per entrambi più bassi nel 2007 con un piccolo incremento dell’attivo fisso nel 2008.
Attivo Corrente 114969 138966 127111 126755
Attivo Fisso 26532 25288 23251 23884
Tasso di incidenza att. corr. sull Att. Fisso 433% 550% 547% 531%
Per una più efficace misurazione dell’incidenza dell’attivo corrente, scomponiamo lo stesso
in liquidità e scorte e calcoliamo a tal fine il tasso d’incidenza delle liquidità sul totale degli
investimenti.
Liquidità(immediate+differite) 67423 86638 73629 73459Capitale Investito 141501 164254 150362 150639
Tasso di incidenza liqu. sul tot. Attività 48% 53% 49% 49%
Dall’esercizio 2005 al 2006 si evidenzia una crescita del tasso in questione dovuta
principalmente dall’aumento del capitale investito e anche dall’aumento delle liquidità;
mentre nel 2007 e nel 2008 il tasso di incidenza delle liquidità sul totale delle attività ritorno
ad allinearsi al valore del primo anno a seguito della diminuzione sia del capitale investito
che delle liquidità.
Passiamo ora al tasso di incidenza delle scorte sul totale delle attività. Dai dati si può notare
che tra il 2005 e il 2006 la percentuale è identica, dovuta ad un aumento proporzionale sia
delle scorte che del capitale investito, mentre nel 2007 e nel 2008 c’è un incremento in
quanto il capitale investito subisce una lieve diminuzione sia nel 2007 che nel 2008, contro
un significativo aumento delle scorte (soprattutto se si guarda la variazione a partire
dall’esercizio 2005)
Scorte 41496 48064 50609 50509Capitale Investito 141501 164254 150362 150639
Tasso di incidenza scorte sul tot. Attività 29% 29% 34% 34%
50
Indice di Composizione dei Finanziamenti
INDICI DI COMPOSIZIONE FONTI
2005 2006 2007 2008Pb 67,21% 45,58% 45,76% 44,50%
Pml 6,86% 22,69% 25,08% 22,26%
CN 25,93% 31,73% 29,16% 33,24%
67,21%6,86%
25,93%
Pb
Pml
CN
45,58%
22,69%
31,73%
Pb
Pml
CN
45,58%
22,69%
31,73%
Pb
Pml
CN
51
Impegni a breve termine
45%
Passività consolidate
22%
CAPITALE NETTO33% Impegni a breve termine
Passività consolidate
CAPITALE NETTO
Gli indici di composizione delle fonti consentono di apprezzare la maggiore o minore
dipendenza finanziaria dell’impresa dal capitale di terzi, cioè il grado di indebitamento della
combinazione produttiva e le caratteristiche di rigidità e di elasticità dei finanziamenti, in
funzione della loro durata. L’analisi della posizione di indebitamento dell’azienda parte da
due fondamentali indici di composizione, fra loro complementari:
- indici di autonomia finanziaria, che mostrano il contributo del capitale proprio al
finanziamento degli investimenti iniziali,
- indici di dipendenza finanziaria, che evidenziano l’incidenza dell’indebitamento
rispetto al complesso dei finanziamenti aziendali.
DESCRIZIONEANNO 2005
ANNO 2006
ANNO 2007
ANNO 2008
Cap.di proprietà 36693 52119 43852 50075Tot. Fonti di Fin. 141500 164255 150363 150639Tasso di incidenza del Cap.di Prop.sul tot. Fonti di Fin. 26% 32% 29% 33% Deb. Consolidati 9705 37269 37710 33537Tot. Fonti di Fin. 141500 164255 150363 150639Tasso di incidenza dei Deb. Cons.sul tot. Fonti di Fin. 7% 23% 25% 22% Deb. A breve 95103 74867 68800 67027Tot. Fonti di Fin. 141500 164255 150363 150639Tasso di incidenza dei Deb.a breve sul tot. Fonti di Fin 67% 46% 46% 44%
Tasso di incidenza del capitale proprio sul totale delle fonti di finanziamento (indice di
autonomia finanziaria): questo indice misura il grado di autonomia o indipendenza
finanziaria, e dalla nostra situazione, possiamo vedere come il capitale di proprietà riesce a
52
coprire in media non più del 29% degli investimenti. Per l’altra parte il gruppo ricorrerà a
fonti esterne per coprire il proprio fabbisogno di finanziamento. Nel corso degli anni di
riferimento, l’andamento di questo tasso è piuttosto stabile, tranne nell’ultimo anno preso in
considerazione, dove abbiamo un lieve aumento del capitale proprio, e questo fa aumentare
la percentuale di copertura degli investimenti.
Dalla riclassificazione dello stato patrimoniale, sulla base del tempo di recupero, si analizza
in modo più approfondito la composizione delle fonti di finanziamento, mediante il calcolo
del rapporto tra debiti a breve e medio -lungo termine e totale delle fonti.
Dall’analisi dei dati si evince come l’incidenza dei debiti a breve termine sia maggiore di
quella dei debiti a medio -lungo termine.
Concludendo, possiamo affermare che gli investimenti del Gruppo Marcolin, sono coperti in
media per il 30% di capitale proprio, per il 53% di media da debiti a breve scadenza e per il
18% di debiti a medio e lungo termine. Da notare che nel 2006 sono aumentati i debiti
consolidati, a causa dell’incremento dei debiti di finanziamento a medio-lungo termine.
Indici di Redditività
L’analisi della redditività può essere svolta attraverso quozienti che esprimono relazione tra
risultati economici, operativi o netti, e valori di stato patrimoniale, oppure risultati
economici ed altri risultati o valori di conto economico.
Tale analisi individua l’entità e l’origine del reddito prodotto dall’azienda, quale primario
obiettivo delle aziende presenti nel mercato. Essa è il punto di partenza dell’analisi dei
bilanci, in quanto la redditività è un importante fattore di crescita, durabilità e stabilità nel
tempo.
Gli indicatori fondamentali da cui partire per l’analisi sono il R.O.E. (return on equity) e il
R.O.I. (return on investment).
Il R.O.E. è calcolato come rapporto percentuale fra il risultato netto e il capitale netto,
esprime la redditività del capitale proprio ed è quindi l’indice che più interessa ai soci-
finanziatori. Fornisce così indicazioni utili ai portatori, attuali e potenziali, di capitale
proprio, i quali possono confrontare il valore del R.O.E con la redditività degli impieghi
53
alternativi (ponderata dai diversi coefficienti di rischio) al fine di effettuare scelte circa la
migliore allocazione delle proprie risorse finanziarie. Per poter attrarre nuovo capitale di
rischio, le imprese dovrebbero fornire un R.O.E superiore ai tassi di rendimento di impieghi
alternativi.
L’indice, tuttavia, ha un significato molto più ampio in quanto fornisce prime indicazioni a
carattere generale sull’economia complessiva dell’azienda e sulle capacità che questa ha di
autofinanziarsi mediante la ritenzione di utili netti, cioè sulle sue potenzialità di sviluppo.
Si può anche affermare che il R.O.E. esprime una valutazione sintetica dell’efficienza
riferita all’insieme di scelta d’impresa. Infatti, influiscono sul R.O.E i risultati riferiti
all’intera gestione: la gestione caratteristica, la gestione accessoria, operativa e la gestione
finanziaria, oltre ai componenti straordinari positivi e negativi, di reddito.
Dall’analisi effettuata, negli anni 2005 2007, emerge un R.O.E negativo, segno di un
equilibrio piuttosto instabile, ma un R.O.E positivo nel 2008, quindi l’instabilità sta per
rientrare definitivamente, ma ricordiamo che il gruppo esce da un periodo di crisi,
risollevato solo all’ingresso nella società dei fratelli Della Valle.
Reddito netto -16690 -13287 -6981 6124
Capitale netto 36693 52119 43852 50075
ROE -45,49% -25,49% -15,92% 12,23%
54
2005
200620072008
-50%
-40%
-30%
-20%
-10%
0%
10%
20%
ROE
Ai fini interpretativi, il R.O.E viene analizzato per fattori in modo da trasformarlo in
prodotto aritmetico tra i seguenti elementi:
Ro * Ci * Rn
Ci Cn Ro
dove:
Ro = Reddito Operativo
Ci = Capitale Investito
Cn = Capitale Netto
Rn = Reddito Netto
Il primo fattore è il R.O.I calcolato come:
Reddito Operativo Netto/ Capitale operativo investito.
Tale indice è importante per valutare la redditività dell’intero capitale investito nella
gestione caratteristica di Marcolin, indipendentemente dalla provenienza delle fonti di
finanziamento.
Il suo valore è negativo per i primi due anni, mentre è positivo per gli ultimi due, con ciò si
capisce l’incapacità dell’impresa per i primi due anni di remunerare il capitale acquisito,
mentre negli ultim due questa capacità esiste, e fa leva sulla sua attività caratteristica.
55
Il R.O.I è anche indice di economicità globale in quanto riferibile sia ai capitali negoziati,
che alle fonti spontanee connesse alla gestione operativa. Di conseguenza, esso esprime sia
il rendimento lordo della combinazione produttiva che la capacità dell’impresa di
remunerare le risorse finanziarie a vario titolo acquisite.
Reddito operativo -15307 -4612 2130 8512Capitale investito 141501 164255 150362 150639ROI -10,82% -2,81% 1,42% 5,65%
20052006
2007
2008
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
ROI
Il R.O.I. è a sua volta il prodotto di due componenti:
1. R.O.S = Reddito operativo netto/vendite (tasso di redditività delle vendite)
Il R.O.S risulta per i primi due anni negativo, esprimendo che non esiste ricavo netto, anzi i
costi attribuibili alla gestione caratteristica devono essere coperti con fonti di finanziamento.
Nel 2007 il R.O.S è positivo, a conferma di una porzione di ricavo netto ancora disponibile
dopo la copertura dei costi di cui si parlava prima, mentre nel 2008 questo trend positivo
56
continua con un balzo di oltre 3 punti percentuali, quindi si evidenzia un aumento dell’utile,
ma soprattutto si evidenzia una riduzione dell’incidenza dei costi operativi sul valore della
produzione che passa dal 109% inziale al 95,6% del 2008
Reddito operativo -15307 -4612 2130 8512Ricavi vendite 153963 157428 182275 182275ROS -9,94% -2,93% 1,17% 4,67%
Questi dati evidenziano l’efficienza del Gruppo sia interna che esterna e possiamo dire che il
prossimo anno si potranno ottenere risultati migliori se si segue il trend degli ultimi 2 anni.
2005
2006
2007
2008
0%
1%
2%
3%
4%
5%
ROS
2. ROTAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO = Vendite/Capitale operativo
investito
Il Tasso di Rotazione del capitale investito (rapporto tra ricavi netti di vendita e capitale
investito) esprime sotto il profilo economico il ricavo medio per unità di investimento
operativo, e dunque la capacità dello stesso di “produrre ricavi”, ossia la velocità con cui si
realizza il ciclo investimento-disinvestimento dei capitali.
57
Ricavi netti 153963 157428 182275 186845Capitale investito 141501 164255 150362 150639Tasso di rotazione del capitale investito (ROCI) 1,09 0,96 1,21 1,24
20052006 2007 2008
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
Tasso di Rotazione del Capitale Investito
Il R.O.I da solo non riesce ad esprimere la capacità dell’impresa di far fruttare le risorse a
disposizione, poiché una parte degli investimenti aziendali generano redditi “estranei” al
reddito operativo. Perciò, quando gli impieghi dell’impresa sono sia operativi che atipici, il
R.O.I viene affiancato al R.O.A (return on asset) che misura il rendimento lordo di tutti gli
investimenti dell’azienda.
Questo è pari a:
(reddito operativo + ricavi accessori + proventi finanziari) / capitale investito totale:
Il sostanziale aumento che si vede negli anni è principalmente dovuto ad un aumento del
reddito operativo e dei ricavi accessori.
Reddito operativo + ricavi accessori + proventi finanziari -17427 -3156 1861 5482capitale investito 141500 164255 150362 150639
58
R.O.A -12,32% -1,92% 3,06% 3,64%
Indici di Correlazione
Attraverso il calcolo di questi indici emergono due aspetti fondamentali della situazione
finanziaria dell’impresa:
- la posizione di solidità, ovvero l’attitudine alla solvibilità nel medio-lungo periodo;
- la posizione di liquidità, ovvero l’attitudine a realizzare l’equilibrio finanziario a breve.
ANALISI DELLA SOLIDITA’ AZIENDALE
L’analisi della solidità mira ad accertare la capacità dell’azienda di mantenere nel m/l
periodo un costante equilibrio tra flussi monetari in uscita e flussi monetari in entrata, in
modo da non compromettere l’equilibrio economico della gestione.
Indici di Tesoreria
DESCRIZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008
Liq.imm.+Liq.diff. 67423 86638 73629 73459
Passivo a breve 95103 74867 68800 67027
Margine di tesoreria -27680 11771 4829 6432
Capitale proprio 36693 52119 43852 50075
Attivo fisso 26532 25288 23251 23884
Margine di struttura 10161 26831 20601 26191
Attivo Corrente 114969 138966 127111 126755
Passivo Corrente 38505 48152 49772 49047
Capitale Circolante Netto 76464 90814 77339 77708
Commenti ai margini
Margine di Tesoreria: Il margine di tesoreria indica di quanto le liquidità immediate e
differite superano le passività correnti, segnalando la capacità dell’impresa di far fronte alle
59
uscite future connesse all’esigenza di estinguere le passività a breve con i mezzi liquidi a
disposizione e con il realizzo delle attività a breve. Esso segnala:
se MT<0, la presenza di «tensioni finanziarie» di breve periodo;
se MT>0 allora vuol dire che l’impresa dispone di attività liquide sufficienti a coprire
le passività a breve termine.
Il Gruppo Marcolin presenta un buon grado di liquidità poiché il margine di tesoreria risulta
positivo per il 2006, 2007 e 2008. Nel 2005, invece, il margine è negativo poiché il passivo
a breve risulta molto elevato data la significatività dei debiti finanziari verso banche, oltre
che dei debiti commerciali. Entrambe le voci sono presenti in modo significativo anche negli
anni successivi ma risultano sostenuti da una maggiore liquidità immediata e differita.
2005
2006
20072008
-30000
-20000
-10000
0
10000
20000
Margine di Tesoreria
Margine di struttura: Il margine di struttura è pari alla differenza tra il capitale netto e
l’attivo fisso: esso serve ad indicare la capacità di copertura delle immobilizzazioni con
mezzi «propri», oltre ad essere un indicatore della capacità di un’ulteriore espansione
dell’attività aziendale o, al contrario, di una eventuale insufficienza del capitale proprio in
relazione alle dimensioni aziendali. Distinguiamo due casi:
60
MS>0 Le attività immobilizzate sono state finanziate con mezzi propri. Le fonti
permanenti finanziano interamente gli investimenti durevoli. Possono esserci le
premesse per un ulteriore sviluppo degli investimenti. Il MS aumenta al crescere del
capitale netto e dell’autofinanziamento.
MS<0 Vi è una situazione di deficit di risorse a medio -lungo termine che deve
essere coperta da fonti a breve (il capitale permanente finanzia solo in parte le attività
immobilizzate, per cui la differenza è coperta anche da passività correnti). Il MS
diminuisce per effetto degli investimenti, rimborsi di debiti a medio -lungo termine,
riduzioni di capitale, erogazione di dividendi.
Il margine di struttura di Marcolin è sempre maggiore di zero. Nel quadriennio, il 2006
risulta essere l’anno di maggior valore per questo indice; questo margine di struttura sempre
positivo sta ad indicare ulteriore sviluppo degli investimenti che vengono finanziati da
capitale proprio e non di terzi.
2005
2006
2007
2008
0
10000
20000
Margine di Struttura
61
ANALISI DELLA SITUAZIONE DI LIQUIDITA’
L’analisi della situazione di liquidità mira ad accertare in che misura impieghi e fonti siano
in grado di produrre, nel breve periodo, flussi monetari equilibrati, cioè tali da consentire di
far fronte in ogni momento agli impegni di uscita che la gestione richiede.
Questa analisi comprende l’impiego di due tipi di indici:
- indici di correlazione e di equilibrio che controllano se i flussi di cassa coprono il
fabbisogno monetario legato agli impegni di breve periodo;
- indici di rotazione e durata volti a verificare se l’equilibrio finanziario di breve
periodo è confermato dalla rotazione degli elementi del capitale circolante e dalla
durata media dei crediti e dei debiti commerciali.
DESCRIZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008 Capitale Investito 141501 164255 150362 150639Capitale Netto 36693 52119 43852 50075Indice di indebitamento 3,86 3,15 3,43 3,01Passivo 104808 112136 106511 100564Capitale Netto 36693 52119 43852 50075Incidenza Passivo sul Cap.di Proprietà 285,63% 215,15% 242,89% 200,83%Attività a breve 109641 135231 124695 124425Passività a breve 95103 74867 68800 67027Indice base di liquidità 115,29% 180,63% 181,24% 185,63%Liquidità imm.+Liquidità diff. 67423 86638 73629 73459Passivo a breve 95103 74867 68800 67027Indice di liquidità 70,89% 115,72% 107,02% 109,60%Capitale netto 36693 52119 43852 50075Attivo fisso 31860 29023 25667 26214Indice di autocopertura del Capitale fisso 115,17% 179,58% 170,85% 191,02%Deb.a medio-lungo termine 9795 37269 37710 33537Attivo fisso 31860 29023 25667 26214Rapporto tra deb.cons.e att.fisso 0,31 1,28 1,47 1,28Attivo Corrente 114969 138966 127112 126755
62
Passivo Corrente 38485 48152 49772 49047Current Ratio 2,99 2,89 2,55 2,58Att. Corr - Riman. 73473 90902 76502 76246Passivo corrente 38485 48152 49772 49047Quick Ratio 1,91 1,89 1,54 1,55Liquidità imm. 10071 23410 10789 10760Passività a breve 95103 74867 68800 67027Indice secco di liquidità 10,59% 31,27% 15,68% 16,05%
Commento ai principali indici di correlazione
Quick ratio: Questo importante indice di correlazione evidenzia il grado di liquidità
dell’azienda, cioè la capacità di quest’ultima di rispettare le scadenze a breve. Se pari ad 1
esprime un perfetto equilibrio, in cui le passività correnti sono uguali alle attività correnti.
QR>2 eccessiva liquidità
QR>1 tranquillità finanziaria
0.5<QR<1 situazione soddisfacente
QR<0.33 Squilibrio finanziario
In base ai parametri sopra descritti analizziamo la situazione nei tre anni considerati:
Anno2005 QR=1,91 Situazione finanziaria vicina all’eccessiva liquidità
Anno2006 QR=1,89 Situazione quasi uguale all’anno 2006
Anno2007 QR=1,54 Situazione abbastanza soddisfacente
Anno2008 QR=1,55 Situazione abbastanza soddisfacente
63
20052006
20072008
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
QUICK RATIO
Current ratio: Esprime la capacità dell’impresa di fronteggiare impegni a breve termine
con le sole liquidità disponibili e i prossimi recuperi monetari. Oltre a costituire un
indicatore di liquidità dell’impresa, rappresenta il margine di sicurezza per i creditori a breve
contro i rischi di andamenti incostanti nel tempo del capitale circolante. Per valori inferiori
ad 1 indica la potenzialità di insolvenza, ossia l’incapacità dell’azienda di far fronte agli
impegni assunti.
CR>2 situazione ottimale
1,25<CR<1,7 situazione soddisfacente
CR<1,25 situazione da controllare
CR<1 situazione di squilibrio finanziario.
In riferimento ai parametri sopra descritti, possiamo analizzare la situazione finanziaria
riscontrata nei tre anni considerati:
Anno 2005 CR = 2,99 situazione ottimale
Anno 2006 CR = 2,89 situazione ottimale
Anno 2007 CR = 2,55 situazione ottimale
64
Anno 2008 CR = 2,58 situazione ottimale
20052006
20072008
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
CURRENT RATIO
Indici di Rotazione
DESCRIZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008
Ricavi netti 153963 157428 182275 186845
Capitale investito 141501 164255 150362 150639Tasso di rotazione del capitale investito (ROCI) 1,09 0,96 1,21 1,24
Ricavi netti 153963 157428 182275 186845
Cred.vs clienti 57652 63237 64304 59140
Tasso di rotazione crediti alla clientela 2,67 2,49 2,83 3,16
Ricavi netti 153963 157428 182275 186845
Disponibilità di magazzino 41496 48064 50610 50509
Tasso di rotazione magazzino 3,71 3,28 3,60 3,70
Costo materie prime, sussidiarie…… 57746 52387 62298 61.374,00
Debiti v/fornitori 30683 39400 37508 36967
Tasso di rotazione debiti v/fornitori 1,88 1,33 1,66 1,66
Tasso di rotazione del capitale investito (ROCI): Segnala il ricavo medio per unità di
investimento. Così calcolato, il «ricavo medio per unità di investimento» esprime, sotto il
profilo finanziario, il numero di volte in cui il capitale mediamente investito «gira» o
«ruota», nel periodo di tempo considerato, per mezzo delle vendite. Notiamo come la
velocità di circolazione degli investimenti aumenti dal 2005 al 2007 (da 1,09 a 1,21)
aumentando maggiormente nel 2008 attestandosi a 1,24. In senso più ampio, il quoziente
65
viene utilizzato per esprimere il «tasso di rotazione» degli investimenti, ovvero come misura
di un «indice di ciclo finanziario» degli investimenti medesimi. In questa accezione più
ampia, l’indice ci segnala nel nostro caso l'aumento della mobilità degli investimenti
aziendali.
Tasso di rotazione del magazzino: Sta ad indicare la velocità con la quale le materie e i
prodotti finiti si muovono all’interno del gruppo, ossia quante volte le scorte in magazzino si
rinnovano completamente durante un esercizio. Tali indici mostrano un trend positivo dal
2005 al 2006, passando dal 3,71% al 3,28%, segno che le scorte tenute in magazzino sono
sempre meno; nel 2007 il valore si riallinea con quello del 2005 (3,60%), mentre nel 2008
aumenta ancora un altro po’ a 3,80 segno che la merce residua più in magazzino.
Tasso di rotazione dei crediti alla clientela: questo indice misura quante volte viene
concluso il ciclo dei vendita a credito-riscossione in base ai ricavi netti. Nel nostro caso
abbiamo un aumento della rotazione (da 2,67 al 3,16 dal 2005 al 2008) e questo è dovuto da
una minore durata dei crediti concessi, come confermato dell’indice di durata media dei
crediti
Indici di efficienza
Gli indici di efficienza sono calcolati rapportando le diverse voci di costo ai ricavi di
vendita. L’incidenza maggiore è quella dei costi per materie prime, sussidiarie e di consumo
svolgendo il gruppo principalmente attività di produzione. Il valore di tale indice si attesta
intorno al 34,5% degli anni presi in esame.
Costo materie prime, sussidiarie…… 57746 52387 62298 61374
Ricavi di vendita 153963 157428 182275 186845Costo materie prime, sussidiarie…/Ricavi di vendita 37,51% 33,28% 34,18% 32,85%
Invece i costi per servizi hanno un’incidenza media del 24% nei tre anni
Costi per servizi 38005 37816 42774 43.102,00Ricavi di vendita 153963 157428 182275 186845Costi per servizi/Ricavi di vendita 24,68% 24,02% 23,47% 23,07%
66
I costi per il personale hanno un incidenza media anch’essi del 25%
Costi per il personale 38854 41285 41744 41.109,00Ricavi di vendita 153963 157428 182275 186845Costi per il personale/Ricavi di vendita 25,24% 26,22% 22,90% 22,00%
Infine possiamo dire che l’efficienza totale per i primi due anni è negativa, come si può
notare dal fatto che i ricavi di vendita non riescono a coprire i costi di produzione. A
differenza del 2007 e del 2008, dove c’è copertura dei costi.
Costo del venduto 169270 162040 180145 184589
Ricavi di vendita 153963 157428 182275 186845
Costo del venduto/Ricavi di vendita 109,94% 102,93% 98,83% 98,79%
Indici di borsa
DESCRIZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008 Reddito netto -16690 -13287 -6981 6124N.azioni ordinarie 45378 62139 62139 62139EPS -0,37 -0,21 -0,11 0,10Market price 2,3018 2,3186 2,56 1,81Price Earning per Share -6,26 -10,84 -22,79 18,37N.azioni ordinarie 45378 62139 62139 62139Market price 2,3018 2,3186 2,56 1,81Capitalizzazione di Borsa 104451 144076 159076 112472 Capitale netto 36693 52119 43852 50075 Book value per share 2,85 2,76 3,63 2,25Price/book value 0,81 0,84 0,71 0,81
Commento ai principali indici di borsa
EARNING PER SHARE (EPS): L’EPS indica il guadagno per ogni azione. E’ dato dal rapporto tra il risultato netto del gruppo Marcolin (reddito netto) e il numero di azioni ordinarie. Nei tre anni considerati l’EPS risulta essere sempre negativo, proprio a rispecchiare la situazione non proprio rosea del Gruppo. Questo anche se comunque fino al 2007 l’effetto negativo si riduce oltre la metà rispetto al 2005, e nel 2008 passa con segno positivo, testimoniando i segnali di ripresa e di quasi risanamento della società
67
PRICE TO BOOK: Il Price/Book value mette a confronto il valore di mercato e il valore contabile
del patrimonio netto, in altre parole, esprime quanto incidono sul valore contabile i valori economici
non riflessi in bilancio ascrivibili alle condizioni immateriali dell’azienda (intangibles).
PRICE EARNING PER SHARE: Il metodo di analisi dei multipli di mercato comporta la stima
del valore dell’azienda sulla base dei prezzi negoziati su mercati sufficientemente organizzati ed
efficienti per un campione di imprese comparabili. Il metodo prevede il calcolo dei rapporti dei
prezzi negoziati e alcune variabili contabili delle imprese.
Il multiplo di mercato di più immediata comprensione e di maggiore impiego è il price earning per
share (P/E). Esso è fondato sulla correlazione tra gli utili netti e il valore dell’impresa dato dal
mercato e sta a indicare se tale valutazione è coerente con l’effettiva redditività dell’impresa.
Ragionando in ottica prospettica, più basso è tale rapporto più a buon mercato è l’azione in funzioni
di potenzialità di crescita. In altre parole, riflette le aspettative del mercato circa lo sviluppo del
business e della profittabilità aziendale. Nel nostro caso siamo addirittura in presenza di un rapporto
negativo, quindi questo può indicare che il Gruppo erode il suo patrimonio con le perdite. Così il
rapporto P/E troppo basso può essere un segnale di allarme circa quelle che sono le aspettative
del mercato riguardo a quel determinato titolo.
68
Il 2008 è stato caratterizzato da un quadro macro economico internazionale fortemente negativo, in
deciso peggioramento rispetto al 2007 ed i cui effetti hanno pesantemente penalizzato i listini dei
principali mercati borsistici mondiali, i cui indici hanno registrato perdite tra le peggiori degli ultimi
decenni.
La crisi finanziaria americana, già manifestatasi nella seconda parte del 2007, si è infatti acuita nel
corso del 2008 ed ha prodotto una crisi globale di liquidità. Nonostante i numerosi interventi di
politica monetaria ed il salvataggio di importanti Istituzioni creditizie e finanziarie, promossi prima
in America e, successivamente, in Europa ed in altri Stati nel mondo, la crisi dei mercati finanziari
internazionali è peggiorata nel corso dell’ultimo trimestre del 2008, influenzando pesantemente gli
indici dei listini borsistici mondiali. Con riferimento al mercato italiano, Piazza Affari ha chiuso
l’anno in diminuzione del 49% e l’indice S&P Mib40 del 50%.
Anche il comparto dell’occhialeria e, più in generale, quello dei produttori di “beni di lusso” è stato
fortemente penalizzato ed i principali operatori hanno ridotto fortemente la loro capitalizzazione in
borsa. In questo contesto, il titolo Marcolin ha registrato un calo del 45% rispetto al 2007,
sostanzialmente in linea con i principali concorrenti del settore.
CAPITOLO 4
4.1 RENDICONTO FINANZIARIOLa dinamica finanziaria di un’impresa si può rappresentare attraverso la costruzione del
Rendiconto finanziario , ovvero un sistema di flussi finanziari integrati. Il Rendiconto
finanziario è un documento che viene generalmente allegato al bilancio d’ esercizio da parte
delle imprese. Nella legislazione nazionale comunque non rappresenta un documento
obbligatorio per le piccole imprese, ma risulta tale per le imprese quotate in borsa (IAS 1) e
consigliabile per le imprese di notevoli dimensioni (OIC 12).
Il rendiconto finanziario fornisce delle preziose informazioni sulla situazione finanziaria
dell’impresa. In particolare esso è in grado di evidenziare:
come l’impresa si è procurata le risorse finanziarie necessarie per svolgere la propria
attività, ovvero la politica di finanziamento adottata nel periodo in esame
se, e in che misura, l’impresa si è finanziata attraverso risorse generate dallo
svolgimento della attività tipica della stessa (autofinanziamento) o ricorrendo a fonti
esterne (capitale di proprietà e capitale di terzi);
69
come l’impresa ha impiegato le risorse finanziarie acquisite, ovvero la politica degli
investimenti perseguita nel periodo in esame. In particolare l’impresa avrà potuto
impiegare le risorse finanziarie in investimenti, in capitale circolante o in
immobilizzazioni ,o ancora, nel rimborso di capitali presi a prestito o di capitali
propri, e così via.
che lo svolgimento dell’attività tipica dell’impresa, anziché generare risorse
finanziarie assorbe tali risorse, cioè i costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività
tipica dell’impresa che hanno generato delle uscite finanziarie superano i ricavi
conseguiti dallo svolgimento dell’attività tipica che hanno determinato delle entrate
finanziarie. E’ chiaro che in questa ipotesi la situazione finanziaria dell’impresa è
critica.
le correlazioni esistenti tra la politica di finanziamento e quella degli investimenti
poste in essere dall’impresa nel periodo in esame. Ad esempio, se l’impresa sta
adottando una politica di sviluppo, cioè ha effettuato investimenti in
immobilizzazioni coprendo tale fabbisogno finanziario con il ricorso a finanziamenti
esterni a medio e lungo termine (sia sotto forma di capitale proprio che di terzi), il
giudizio sull’impresa non potrà che essere positivo.
Il rendiconto finanziario può essere costruito facendo riferimento a varie nozione di risorse
finanziarie. I più diffusi, tuttavia, sono due:
il rendiconto finanziario relativo all’analisi dei flussi di capitale circolante netto;
il rendiconto finanziario relativo all’analisi dei flussi di cassa.
La costruzione del rendiconto finanziario richiede la disponibilità dei dati relativi a due Stati
Patrimoniali consecutivi, al Conto Economico che li collega e ad ulteriori informazioni di
ordine finanziario. Chiaramente l’attendibilità delle informazioni ottenute dal rendiconto
finanziario dipende dall’attendibilità dei dati di partenza. Gli Stati patrimoniali andranno
riclassificati in base alla liquidità-esigibilità degli impieghi e delle fonti. A questo punto si
evidenzieranno i flussi positivi (cioè le fonti) e quelli negativi (ovvero gli impieghi).
Sono flussi positivi:
gli aumenti di passività;
gli aumenti di capitale netto;
le diminuzioni di attività;
70
i ricavi.
Sono flussi negativi:
gli aumenti di attività;
le diminuzioni di passività;
le diminuzioni di capitale netto;
la distribuzione di utili;
i costi.
I flussi così evidenziati sono dei valori grezzi che rappresentano esclusivamente delle
differenze contabili. Pertanto sarà necessario effettuare delle rettifiche per passare dalle
differenze contabili a delle variazioni che esprimano degli effettivi flussi finanziari.
Il tipo di rettifiche da effettuare varia anche in base alla nozione di risorsa finanziaria usata
per la costruzione del rendiconto finanziario (CCN o cassa o altra nozione).
Solamente a questo punto si è in grado di compilare il rendiconto finanziario che riporterà le
variazioni rettificate dei flussi positivi e negativi.
Il prospetto di rendiconto adottato dall’impresa potrà presentarsi con forme diverse:
a sezioni contrapposte. In questo caso il prospetto distingue i flussi negativi e quelli
positivi;
a sezioni divise accostate. In questa seconda ipotesi il prospetto evidenzia, per ogni
causa, il flusso negativo e quello positivo;
in forma scalare, qualora il prospetto evidenzia una serie di risultati intermedi
attraverso delle aggregazioni successive di dati.
4.2 CALCOLO DEL FLUSSO DI CCN
L’analisi del flusso interno di CCN può essere condotta sia attraverso un calcolo diretto che
indiretto. Si può notare che il gruppo Marcolin spa nel 2007 ha avuto un flusso di capitale
circolante negativo, invece nel 2008 il flusso è diventato positivo permettendo al Gruppo di
aumentare i propri investimenti (soprattutto nel comparto sole e vista), ma anche di
rimborsare parte dei finanziamenti.
Il flusso interno di CCN è costituito, sostanzialmente, da due componenti:
differenza tra ricavi e costi della gestione caratteristica
71
flusso generato, o assorbito, dalla gestione finanziaria, tributaria, accessoria (gestione
extracaratteristica)
Nel gruppo il flusso di capitale circolante nella gestione caratteristica aumenta dal 2007 al
2008, questo grazie principalmente all’aumento del fatturato.
Metodo diretto
VOCI 2007 2008
Ricavi netti 182.275,0 186.845,0
Variazione Rimanenze 12.833,0 1.061,0
- Consumi di materie -65.220,0 -63.359,0- Costi per i servizi -62.665,0 -70.638,0- Costi del lavoro (compresi acc. a TFR) -40.847,0 -40.119,0 FLUSSO CCN DELLA GESTIONE
CARATTERISTICA1.529,0 10.328,0
Proventi Finanziari 1.456,0 1.690,0 Oneri Finanziari -5.463,0 -5.681,0 Imposte sul reddito -2.575,0 -2.770,0 Risultato Gestione Straordinaria 2.260,0 3667,0
FLUSSO INTERNO DI CCN-1.455,0 3.430,0
Metodo indiretto
72
VOCI 2007 2008 Utile d'esercizio -6.884,0 6124,00+ Ammortamenti 4.861,0 4.752,0 Accantonamenti e Svalutazioni 1.277,0 2.338,0+ Altre svalutazioni delle immobilizzazioni 34,0 774,0 Minusvalenza 1.695,0 3.646,0- Plusvalenza -38,0 -1.189,0
FLUSSO INTERNO DI CCN-1.455,0 3.430,0
Proventi Finanziari -1.456,0 -1.690,0 Oneri Finanziari 5.463,0 5.681,0 Imposte sul reddito 2.575,0 2.770,0 Risultato Gestione Straordinaria -2.260,0 3.567,0 FLUSSO DI CCN DELLA GESTIONE
CARATTERISTICA1.529,0 10.328,0
Variazioni interne di CCN
2007 % 2008 %
Impieghi Incrementi di liquidità 13339 48,5% 0,0%Aumento crediti v/clienti 6769 0,0%Aumento altri crediti 131 0,5% 307 6,1%Aumento rimanenze 6568 23,9% 2545 50,8%Aumento crediti tributari 57 1,1% Decremento debiti v/personale 681 2,5% Decremento debiti v/fornitori 0,0% 1892 Decremento debiti tributari 0,0% 206 4,1% Totale impieghi 27488 100% 5007 100%
Fonti Diminuzione Liquidità 0,0% 12622 71,0%Diminuzione imposte differite attive 1593 13,0% 1319 7,4%Diminuzione crediti tributari 185 1,5% 0,0%Diminuzione altre attività correnti 193 1,6% 72 0,4%Diminuzione crediti v/clienti 39 0,2% Aumento debiti v/fornitori 8717 70,9% 0,0%Aumento debiti tributari 899 7,3% 0,0%Aumento altre passività correnti 707 5,7% 49 0,3%
73
Aumento ratei e risconti passivi 5 0,0% 5 0,0%Aumento debiti v/personale 0,0% 3664 -28,7%Totale fonti 12299 100% 17770 100%Flusso totale CCN 15189 -12763
Flussi complessivi di CCN
2007 % 2008 %
Impieghi Acquisto immobilizzazioni materiali 9002 20,7% 7079 37,0%Acquisto immobilizzazioni Immateriali 484 1,1% 0,0% Decremento finanziamenti 0,0% 3441 18,0%Decremento altri finanziamenti 4442 10,2% 5015 26,2%Decremento Fondo imposte differite 658 1,5% 828 4,3%Decremento altri fondi 1724 4,0% 0,0%Decremento Fonto TFR 0,0% 868 4,5%Decremento altre riserve 876 2,0% 1374 7,2%Decremento riserva sovrapprezzo azioni 0,0% 11007 57,5%Decremento utili portati a nuovo 11190 25,7% 2279 11,9% Totale impieghi 28376 65% 31891 167%Flusso totale di CCN 15189 -12763 Totale a pareggio 43565 100% 19128 100%
Fonti Dismissioni immobilizzazioni finanziarie 176 0% 296 2%Dismissioni immobilizzazioni immateriali 0% 836 4% Aumento finanziamenti 3674 8% 0%Aumento fondo TFR 394 1% 0%
74
Aumento Capitale Sociale 8716 20% 0%Aumento Riserve sovrapprezzo azioni 15370 35% 0%Aumento altri fondi 0% 1282 7%Utile d'esercizio 16690 38% 13284 69% Flusso interno di CCN -1455 -3% 3430 18% Totale fonti 43565 100% 19128 100%
4.3 CASH FLOW REDDITUALE
Il cash flow è estremamente importante nella pianificazione finanziaria perché permette di
individuare in quali periodi si formano delle necessità finanziarie o delle disponibilità.
Questo strumento, che nella pratica delle aziende multinazionali è normalmente utilizzato,
dimostra la sua validità soprattutto nelle aziende dove esiste la necessità di livellare e far
coincidere incassi e pagamenti. Per distribuire in modo omogeneo i flussi delle entrate e
delle uscite è necessario, in sede di budget, redigere il flusso della cassa identificando idonee
strategie di livellamento.
Per una corretta stesura è necessario disporre:
dello stato patrimoniale di inizio anno;
del budget economico da cui estrarre i valori dei ricavi e dei costi;
del budget degli investimenti.
La quadratura del budget finanziario (di cui il cash flow è parte integrante) permette di
creare un flusso che tenga presente tutti gli aspetti previsionali economici e finanziari.
Per chiarirci, le entrate derivanti dai clienti, saranno dovute:
all'incasso dei crediti in essere all'inizio del periodo;
all'incasso delle vendite effettuate nei vari mesi.
75
La riduzione dell'esposizione si ottiene facendo in modo che si raggiunga un sostanziale
equilibrio nell'ammontare delle entrate e delle uscite.
Metodo diretto
2007 % 2008 %
Entrate gestione caratteristica Ricavi netti 182.275,0 100,00% 186.845,00 100,00%Variazione rimanenze 12.833,00 8,15% 1.061,00 0,58%Variazione crediti v/clienti -6769,00 -4,30% 39,00 0,02%Variazione altri crediti -131,00 -0,08% -307,00 -0,17%Variazione imposte differite attive 1593,00 1,01% 1.319,00 0,72%Variazione Altre attività correnti 193,00 0,12% 72,00 0,04%Variazione crediti tributari 185,00 0,12% -57,00 -0,03%Variazione rimanenze -6568,00 -4,17% -2.545,00 -1,40%Totale entrate correnti gestione caratteristica 178.764,00 100% 181.857,00 100%
Uscite gestione caratteristica Costi acquisto materie prime 65.220,00 41,43% 63.359,00 34,76%Costi acquisto servizi 62.665,00 39,81% 70.638,00 38,75%Variazione debiti v/fornitori -8.717,00 -5,54% 1.892,00 1,04%
Variazione debiti v/personale 681,00 0,43% -3.664 -2,01%
Variazione ratei e risconti passivi -5,00 0,00% -5,00 0,00%Variazione altri debiti correnti -707,00 -0,45% -49,00 -0,03%Costi del lavoro 40.847,00 25,95% 40.119,00 22,01%
Totale uscite correnti gestione caratteristica 179.984,00 101,62% 172.290,00 94,52%
Cash flow operativo -1.220,00 -0,77% 10.210,00 5,25%
Gestione finanziaria
Proventi finanziari 1.456,00 0,92% 1.690,00 0,93%Oneri finanziari (-) -5.463,00 -3,47% -5.681,00 -3,12%
Imposte sul reddito -2.770,00 -1,64% -2.630,00 -1,52%Variazione debiti tributari 899,00 0,57% -206,00 -0,11%
76
Cash flow corrente -6.903,00 -4,38% 2.600,00 1,43%Risultato gestione straordinaria 3.598,00 2,29% 971,00 0,53%
Cash flow reddituale -3.305,00 -2,10% 3.571,00 1,96%
Metodo indiretto
2007 % 2008 %
Utile d'esercizio -6.891,0 912,99% 6.891,0 -200,90%Ammortamenti 4.,0 -334,09% 4.752,0 138,54%Accantonamenti e Svalutazioni 1.277,0 -87,77% 2.338,0 68,16%Altre svalutazioni delle immobilizzazioni 34,0 -2,34% 774,0 22,57%Minusvalenza 5.695,0 -391,41% 3.646,0 106,30%Plusvalenza (-) -38 2,61% -1.189 -34,66% Flusso interno di CCN (Autofinanziamento) -1.455,0 100,00% 3.430,0 100,00%Variazione crediti commerciali -6769,00 465,22% 39,00 1,14%
Variazione altri crediti -131,00 9,00% -307,00 -8,95%Variazione imposte differite attive 1593,00 -109,48% 1.319,00 38,45%Variazione crediti tributari 185,00 -12,71% -57,00 -1,66%Variazione altra attività correnti 193,00 -13,26% 72,00 2,10%
Variazione debiti v/fornitori 8.717,00 -599,11% -1.892,00 -55,16%Variazione debiti tributari 899,00 -61,79% -206,00 -6,01%Variazione altre passività correnti 707,00 -48,59% 49,00 1,43%
Variazione ratei e risconti passivi 5,00 -0,34% 5,00 0,15%
Variazione debiti v/personale -681,00 46,80% 3.664 106,82%
Variazione scorte -6568,00 451,41% -2.545,00 -74,20%
Cash flow reddituale -3.305,0 227,15% 3.571,0 1,04110787Risultato gestione straordinaria -3.598,00 247,29% -971,00 -28,31%
Cash flow corrente -6.903,00 474,43% 2.600,00 75,80%Proventi finanziari (-) -1.456,00 100,07% -1.690,00 -49,27%
77
Oneri finanziari (+) 5.463,00 -375,46% 5.681,00 165,63%Imposte sul reddito (+) 2.770,00 -176,98% 2.630,00 80,76%
Variazione debiti tributari (-) -899,00 61,79% 206,00 6,01%
Cash flow operativo -1.220,00 83,85% 10.328,00 278,92%
Il prospetto del Cash flow reddituale è costituito da aggregati rilevanti in termini di flussi:
1. “autofinanziamento”: pone l’enfasi sull’aspetto economico delle operazioni aziendali
e solo indirettamente su quello finanziario, a differenza del cash flow che considera
solo l’aspetto finanziario, e più precisamente monetario, della gestione d’impresa.
2. “cash flow reddituale”: disponibilità di cassa generata dalle operazioni d’esercizio.
3. “cash flow operativo”: rappresenta le variazioni di cassa provocata dalle operazioni di
acquisizione di fattori produttivi a veloce ciclo di utilizzo e dalla cessione di prodotti,
nonché dalle variazioni nelle attività e passività a breve termine.
4.4 INDICI DI RENDICONTO
VOCI 2007 2008
valori assoluti % valori assoluti %
Cash flow corrente -6.903,00
474,43%
2.600
75,80%Autofinanziamento -1.455 3.430
Autofinanziamento -1.455
-5,75%
3.430
14,75%Investimenti in attivo fisso 25.289 23.253
Autofinanziamento -1.455
-9,17%
3.430
21,52%Immobilizzazioni tecniche 15.874 15.937
Cash flow corrente -6.903,00
-27,30%
2.600
11,18%Investimenti attivo fisso 25.289 23.253
Aumenti di finanziamenti 3674
23,14%
0
0,00%Immobilizzazioni tecniche 15.874 15.937
Cash flow corrente -6.903,00 -
187,89%
2.600
0,00%Aumenti di finanziamenti 3674 0
Cash flow corrente -6.903,00 -
155,40%
2.600
30,75%Rimborso di finanziamenti 4442 8456
Autofinanziamento -1.455
-3,17%
3.430
2,33%Flusso di ccn 45.861 147.117
78
Cash flow corrente -6.903,00
-58,64%
2.600
53,84%Margine di tesoreria 4.829 6432
Raccordo tra flusso di CCN e Cash flow operativo.
Il calcolo del cash flow operativo viene eseguito normalmente con procedimento indiretto,
depurando l’utile dell’esercizio dalle componenti non monetarie, cioè dall’effetto delle
operazioni che, pur interessando il risultato economico dell’ esercizio, non hanno provocato
movimenti nelle liquidità. Occorrerà depurare il reddito anche dei movimenti avvenuti nelle
rimanenze, nei crediti e debiti a breve, ecc...; in breve, di tutte le variazioni relative alle
partite non liquide dell’ attivo circolante e delle passività a breve.
Considerato che le liquidità sono una componente del CN, il cash flow operativo può essere
più agevolmente calcolato partendo invece che dal risultato economico (metodo indiretto),
dal flusso di CCN connesso alla gestione reddituale, depurandolo dei movimenti reddituali
che hanno avuto un esito finanziario soltanto in termini di CCN ma non di liquidità.
Cash flow complessivo
2007 % 2008 %
Entrate di Liquidità Dismissioni immobilizzazioni finanziarie 176 0,4% 296 2%Dismissioni immobilizzazioni immateriali 0,0% 836 5% Aumento finanziamenti 3674 8,2% 0%Aumento fondo TFR 394 0,9% 0%Aumento Capitale Sociale 8716 19,4% 0%Aumento Riserve sovrapprezzo azioni 15370 34,1% 0%Aumento altri fondi 0,0% 1282 8%Utile d'esercizio 16690 37,1% 13284 85% Totale entrate gestione patrimoniale 45020 100% 15698 100%
Uscite di Liquidità
Acquisto immobilizzazioni materiali 9002 31,7% 7079 22,2%Acquisto immobilizzazioni Immateriali 484 1,7% 0,0% Rimborso finanziamenti 0,0% 3441 10,8%Rimborso altri finanziamenti 4442 15,7% 5015 15,7%Decremento Fondo imposte differite 658 2,3% 828 2,6%
79
Decremento altri fondi 1724 6,1% 0,0%Decremento Fonto TFR 0,0% 868 2,7%Decremento altre riserve 876 3,1% 1374 4,3%Decremento riserva sovrapprezzo azioni 0,0% 11007 34,5%Decremento utili portati a nuovo 11190 39,4% 2279 7,1% Totale uscite di liquidità 28376 100% 31891 100%Cash flow patrimoniale 16644 -16193 Cash flow reddituale -3305 3571 Cash flow complessivo 13339 -12622
Dalla tabella precedente si evidenzia che, per il gruppo Marcolin, il Cash flow reddituale
risulta negativo nell’esercizio 2007 a causa della maggiore variazione negativa delle attività
rispetto alle passività correnti. Nell’esercizio 2008 si è davanti ad una variazione di segno
opposto, che porta ad un Cash Flow reddituale positivo.
Per quanto riguarda il Cash Flow complessivo del 2007, abbiamo un valore positivo
collegato al buon andamento, cioè maggiori entrate di liquidità, della gestione patrimoniale
(acquisto immobilizzazioni, variazioni di capitale, rimborso di finanziamenti, ecc). Nel 2008
il Cash Flow complessivo risulta negativo a causa maggiori uscite di liquidità (dovute
principalmente da maggiori rimborsi di finanziamenti,acquisto di immobilizzazioni tecniche,
dismissioni di immobilizzazioni finanziarie, utilizzi di riserve, ecc.), nonostante il valore
positivo del Cash Flow reddituale.
80
CAPITOLO 5
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il lavoro svolto si è focalizzato sulla ricerca di indicatori utili ad illustrare la situazione
aziendale del Gruppo Marcolin per il quadriennio dal 2005 al 2008.
L’analisi della performance del Gruppo è passata attraverso l’analisi del bilancio, l’analisi
dei dati desunti dalla contabilità, dei rendiconti, della nota integrativa e della relazione sulla
gestione. Tutto ciò è stato effettuato con lo scopo di fornire una visione di sintesi, che
permetta un’immediata valutazione delle situazioni economica e finanziaria dell’impresa.
L’analisi di bilancio si propone infatti come uno degli strumenti che trasformano la massa di
dati, già organizzati all’interno dei procedimenti di rilevazione contabile, in informazioni
che assumono valore e utilità per i livelli decisionali cui sono rivolte prediligendo, al
crescere del livello, gli aspetti di sintesi e di significatività.
Per ricercare gli indicatori utili ad illustrare la situazione aziendale abbiamo:
Riclassificato i dati contabili secondo i differenti fini, allo scopo di definire
significative categorie economiche o finanziarie, non corrispondenti a quelle
immediatamente rivenienti dalle classificazioni imposte dagli IAS/IFRS
Posto delle relazioni in termini di rapporti (ratios), che esprimono condizioni di
proporzionalità od evidenziano relazioni tra valori di flusso e tra valori di stock. In
questo modo abbiamo potuto cogliere l’intrinseca dinamica di alcuni fenomeni, la cui
conoscenza ci ha permesso una significativa valutazione degli aspetti critici attinenti
agli equilibri reddituali e finanziari.
81
A termine di questo percorso possiamo affermare che la situazione del Gruppo Marcolin nel
2005 era abbastanza critica alla luce della perdita della licenza con Dolce&Gabbana, che
assicurava elevati margini di fatturato, ma anche dei risultati negativi della controllata
francese Cèbè e di quella americana Marcolin Usa. Tant’è che in questo esercizio si registra
un Roe fortemente negativo e una consistente perdita di esercizio.
La situazione è andata migliorando dal 2006, infatti bisogna sottolineare la bravura del
Management che ha saputo reagire alle difficoltà cercando nuove strade di crescita, in
particolare con il rinnovo delle licenze più importanti e con il riposizionamento del marchio
su alcuni importanti mercati, come quello statunitense. A questo va aggiunta la decisione di
una immediata cessione della società Cèbè, date le continue e inarrestabili perdite.
Il tutto è avvenuto non senza importanti “sacrifici” come l’innalzamento dei costi, dovuti
alle maggiori royalties corrisposte ai licenzianti, e ai conseguenti effetti negativi derivanti
dalla dismissione delle immobilizzazioni immateriali, già accennate in precedenza (brevetti,
marchi, licenze); nonché al sostenimento di maggiori costi derivanti dalle continue
riorganizzazioni e ristrutturazioni della Cèbè.
Inoltre, la necessità di nuovi investimenti ha imposto alla famiglia Marcolin Coffen
(fondatrice dell’azienda in questione) la decisione di lasciare spazio a nuovi soggetti
nell’azionariato. Ed è così che sono “entrati in scena” importanti imprenditori quali i fratelli
Della Valle, prima, e Luigi Abete, poi.
Questo trend ha permesso una notevole riduzione della perdita di esercizio nel 2007 e una
flessione della redditività negativa, fino a giugnere nel 2008 ad un risultato positivo, dopo
diversi anni di perdite, questo è potuto accadere in quanto è stato definitivamente ceduto il
marchio Cebè, quindi cancellato del tutto dal bilancio, e poi perché ha saputo piazzare più
prodotti nel mercato, incrementando il guadagno del venduto.
In conclusione riteniamo che per il momento la situazione economica e finanziaria del
Gruppo Marcolin è in decisiva ripresa, passando da una fase critica, ad una fase di ripresa;
quindi se il management adotterà delle decisioni tali da consentirgli di proseguire in questa
fase di crescita, negli anni successivi al quadriennio da noi analizzato, il Gruppo potrà
sicuramente ottenere risultati più soddisfacenti, come dimostrato nell’anno appena
conclusosi.
82