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Qundicinale di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella II Edizione n: 3 Gen. 2015
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’
una seconda edizione limitata a 200 copie cartacee a colori & bianci e nero di circa 8/24 pagine, con un formato Pdf telematico,
spedito ad una vastissima mail list.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Siamo operatori [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo
imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“
Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore
E-mail : lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori:
DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia
DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) e alla distribuzione e diffusione
Ilario Mario Ponzi. Il primo periodic cartaceo pellegrino , preghiamo cortesemente i lettori di
inoltrarlo a patenti e amici dopo averlo letto.
La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni volontarie: Via posta, pagabili a
La Voce Alternativa, 32 Fletchers Close, Bromley BR2 9JD Kent
Oppure sul conto corrente N: 69959393 sorte code 09-01-28 Grazie .
FREE FREE
ADDIO AL PRESIDENTE
RIFORMISTA
PAGINA 8 [ n.e.]
PREMIATI
Nino Bellinvia
L’ ANNO CHEVERRA’ Giorgio Brignola pagina 4
CIAO PINO PAGINA 7
AUGURIAMO A TUTTI BUON INIZIO 2015 (...e ai politici italiani una fine “dignitosa”... )
3
IL RATTO DEL NAZARENO, salvate il soldato Silvio: “Basta con i decreti e deleghe fai da te”
Il Parlamento italiano primo organo sovrano di garanzie democratiche ne prenda atto e in future
sappia distinguere tra l’ urgenza la necessita’ e la determinazione di principi e criteri direttivi,
dai decreti e deleghe ingannevili ! Segue a pagina 2
NOTE
EDITORIALI A pagina 10
IO PENSO DI ESSERE CHARLIE Effetti collaterali del terzo millennio?
IL TERRORISMO E IL RAZZISMO IN UNA DEMOCRAZIA RAPPESENTA SEMPRE IL FALLIMENTO DA PARTE DELLA
POLITICA DI CARPIRE I SEGNALI NEGATIVI VUIOI SOCIALI, VUOI CULTURALI DEL PROPRIO PAESE, SPESSO SI
CONFONDE LA LIBERTA’ DI LIBERO PENSIERO[ CON QUELLA DI DEMONIZZARE QUELLO ALTRUI, SOPRATTUTTO IN
POLITICA E RELIGIONE [ cg ]
LETTERA
AL
DIRETTORE
Dall’ Italia
Arnaldo De Porti
A pagina 8
CULTURA
Il miracolo del 25
dicembre 1914
Pagina 14
Bersani suona la carica
Pagina 12 DALLA GRECIA
Alexis Tsipras
Pagina 13
CAPODANNO GRAMSCIANO
Pagina 11
Parlamento
Europeo Pagina 6
Malaffare
Malapolitica
Pagina 5
Lu Chiazzaiuolu Localnews Valselesiane
Francia, doppio blitz delle teste di cuoio:
uccisi i terroristi. Morti 4 ostaggi
Ad Ahmed, morto per la Francia Segue a pagina 3
VAURO BIANI
APICELLA
15 2 LOCALNEWS VALSELESIANE (Calabritto e dintorni ) A cura di Alfonso Del Guercio
Pino Daniele:
furto nella villa in
Maremma
Ignoti sono riusciti ad entrare dalla porta d'ingresso. Rubate due chitarre
Furto nella villa in Maremma di Pino
Daniele, dove l'artista domenica ha accu-
sato il malore in seguito al quale è poi
deceduto, che si trova in campagna nel
comune di Orbetello, vicino al paese di
Magliano.
La casa dell'artista è in una zona isolata.
Si tratta di un ex podere poi trasformato
in villa, circondato da un giardino e
'nascosto' da una fila di cipressi sui quat-
tro lati.
Dai primi accertamenti, mancherebbero
due chitarre dell'artista. Dalla villa
sarebbero stati portati via anche soldi.
La casa è dotata di un sistema d'allarme
che però sarebbe stato divelto dai ladri,
entrati nella proprietà dopo aver scaval-
cato la recinzione e quindi nella villa da
una porta finestra sul retro (non da
quella d'ingresso come emerso inizial-
mente). Non è chiaro al momento
quando è avvenuto il furto, se oggi o nei
giorni precedenti: la casa non è dotata di
un sistema di video sorveglianza e dopo
il malore accusato da Pino Daniele, da
quanto appreso, nella casa non era rien-
trato nessuno tra familiari e persone
vicine all'artista. Il furto è stato poi
scoperto nel tardo pomeriggio di oggi,
quando è tornata alla villa Amanda
Bonini, compagna dell'artista, che era
insieme ai suoi due figli.
Gdf scopre 50 milioni
di euro falsi in stampa,
5 arresti in Campani
Una stamperia di banconote false, con
oltre un milione di "pezzi" da 50 euro in
corso di ultimazione (per un valore teorico
di più di 50 milioni di euro) è stata
scoperta dalla Guardia di Finanza di
Salerno in un manufatto creato tra due
capannoni industriali in un'area fra Cas-
tellammare di Stabia e Torre Annunziata
(Napoli). Cinque persone coinvolte nell'at-
tività di produzione delle banconote sono
state arrestate. La stamperia è stata
scoperta e posta sotto equestro dalle
Fiamme Gialle della Compagnia di Scafati
(Salerno) al termine di un'indagine coordi-
nata dalla Procura della Repubblica di
Nocera Inferiore. Le banconote in lavora-
zione (tutte da 50 euro) avevano già le
immagini della filigrana; una parte era
nascosta dietro un finto mobile di legno e
in un vano creato nel pavimento, apribile
con un telecomando. Durante le attività
investigative è emerso che all'interno di
una ditta specializzata in scarichi ambien-
tali, vi era l'area adibita e attrezzata per la
stampa delle banconote contraffatte. Tre
degli arrestati - secondo la ricostruzione
degli investigatori - avevano il compito di
manovrare le macchine industriali utiliz-
zate per la produzione delle banconote; gli
altri due, che sono fratelli, erano i gestori
di fatto della società di scarichi ambientali
ma reali organizzatori dell'attività illecita.
Nel corso dell'operazione condotta dai
finanzieri del Comando Provinciale
Salerno, in collaborazione con quelli del
Comando Provinciale di Napoli, sono state
sequestrate anche cinque macchine indus-
triali da stampa e numerosi cliché e pelli-
cole trasparenti utilizzate per l'illecita pro-
duzione
Nuovo assessore (Sel)
Per De Magistris
Ciro Borriello subentra a
Monia Aliberti
Ciro Borriello (Sel)
è il nuovo assessore
della Giunta
comunale di Napoli,
guidata da Luigi de
Magistris, con dele-
ghe agli impianti sportivi, al decoro, alla
qualità della vita, alla toponomastica e
all'agricoltura urbana.
Il nuovo assessorato si chiama
"assessorato allo Sport e al decoro ur-
bano". Esce dalla Giunta, Monia Aliberti
le cui deleghe all'immagine e alla comuni-
cazione vanno al sindaco de Magistris.
Aliberti - come riferito dal sindaco -
continuerà a collaborare con l'amministra-
zione.
Avellino acquista Trotta dal Fulham
E' cresciuto nel Na-
poli ed è nel giro
della Nazionale
Under 21
L'attaccante Marcello Trotta, 22 anni, nato a
Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è il primo
colpo dell'Avellino (Serie B) nella finestra
2015 del mercato.
Il calciatore è stato acquistato a titolo definitivo
dal Fulham (II Divisione inglese), e già nella
giornata di domani sarà a disposizione della
squadra irpina. Nel 2008, Trotta venne ac-
quistato dal Manchester City per un milione dal
Napoli, dove si era messo in luce nelle giova-
nili del club partenopeo, e poi ceduto al Ful-
ham.
FONTE: Ansa Campania
l governo stoppa le polemiche. Il presidente del Con-
siglio Matteo Renzi blocca la riforma del fisco: il testo
torna in Cdm. Salta dunque la norma spuntata nel con-
dono fiscale che prevedeva la non punibilità
quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è
superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato e che,
secondo alcune interpretazioni,avrebbe consentito a
Silvio Berlusconi di ricandidarsi.
''Non c'è nessuna norma ad personam o contra per-
sonam. E non c'è nessun inciucio strano di cui temere'',
ha assicurato il premier al Tg5. "Tutte le volte che si
parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti
processi a Berlusconi - aggiunge - Noi non facciamo
norme né ad né contra personam. Se si pensa che poi ci
sia chissà quale scambio, non c'è prob-
lema: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quiri-
nale e la fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano
Boscone. I professionisti del retropensiero avranno
modo di ricredersi".
Renzi, spiegano fonti di palazzo Chigi, ''ha chiesto
questa mattina agli uffici di non procedere - per il
momento - alla formale trasmissione alla Camera del
testo approvato in Consiglio dei ministri''. La proposta
del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, ''tornerà
prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni,
quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione defini-
tiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro
marzo 2015''.
''Di tutto abbiamo bisogno - sottolineano le stesse fonti
- tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un
cittadino, specie in un momento come questo dove
qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici
-giudiziari, anche alla luce del delicato momento isti-
tuzionale che il Paese si appresta a vivere'''.
"Il nostro governo - precisano fonti di palazzo Chigi -
non fa norme ad personam, non fa norme contra per-
sonam. Fa norme che rispondono all'interesse dei citta-
dini. Di tutti i cittadini. Queste norme consentiranno
di non avere interpretazioni discrezionali tra commis-
sione tributaria e commissione tributaria, ma final-
mente darà lo stesso tipo di pena da Milano a Pal-
ermo".
La norma al centro delle polemiche, secondo alcune
interpretazioni, avrebbe consentito a Berlusconi di
chiedere la revoca della condanna per frode fiscale
nel processo Mediaset ed essere quindi libero di
candidarsi alle prossime elezioni. L'articolo, il 19bis,
contenuto nel decreto legislativo sui rapporti tra fisco
e contribuente approvato lo scorso 24 dicembre dal
Consiglio dei ministri, prevedeva infatti che "la
punibilità è comunque esclusa quandol'importo delle
imposte sui redditi evase non è superiore al tre per
cento del reddito imponibile dichiarato o l’importo
dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superi-
ore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto
dichiarata".
E' possibile che tutte le volte che c'è un provvedi-
mento importante sul fisco, che riguarda milioni di
italiani, qualcuno si senta obbligato a mettere in
mezzo me? Ogni pretesto è buono per chiamarmi in
causa... Silvio Berlusconi, raccontano fonti azzurre,
avrebbe appreso solo dai giornali di una norma a suo
favore nella riforma del fisco messa a punto dal gov-
erno Renzi. Sentirsi chiamato in causa per un con-
dono fiscale non fa piacere. Anche perché si tratta di
un codicillo che desta tante perplessità, dal punto di
vista tecnico-giuridico, soprattutto nello staff legale
dell'ex premier.
Franco Coppi e Niccolò Ghedini, infatti, non sono
affatto convinti dell'applicabilità di questa disposizi-
one al caso del Cav. Anzi, ad Arcore, si chiedono cui
prodest tutto ciò, visto che la norma salva-Berlusconi
inciderebbe sugli effetti della sentenza di condanna
Mediaset, vale a dire sulle pene accessorie, ma non
certamente sulla candidabilità o meno del leader
forzista, l'aspetto che più sta a cuore agli azzurri.
Molti fedelissimi berlusconiani scommettono che sia
stata una mossa per mettere in crisi il patto del Naza-
reno.
Berlusconi, assicurano, è convinto che presto recu-
pererà la piena agibilità politica e confida nella Corte
dei diritti europei dell'uomo. Lo stato maggiore
forzista attende da Strasburgo il segnale che consen-
tirà al suo leader, una volta terminati i servizi sociali
a Cesano Boscone, di tornare in campo senza limiti di
sorta. L'unico vero obiettivo, dunque, resta quello
della completa riabilitazione tramite giudizio della
Corte europea. In ambienti azzurri fanno notare
anche un altro aspetto non di poco conto: ci fosse
per caso una 'manina' per colpire il patto del Naza-
reno in una fase politica così delicata in vista
dell'elezione del capo dello Stato? ''Non abbiamo
chiesto nessuna norma ad personam a Renzi, noi
abbiamo letto di questo codicillo sui giornali'', as-
sicura un big azzurro, di casa a palazzo Grazioli.
Appena scoppiata la bufera sulla presunta norma-
salva Berlusconi nei decreti delegati, Renzi ha fatto
sapere in via ufficiosa che una sentenza passata in
giudicato non può essere svuotata da una norma
successiva e che, in ogni caso, sarebbe stato pronto a
bloccare una norma del genere. Dopo qualche ora è
arrivata una nota ufficiosa di Palazzo Chigi, che
annunciava il dietrofront.
Fonti di palazzo Chigi prima, avevano però difeso la
natura e l'intendimento della riforma: ''I decreti
delegati sul fisco segnano una rivoluzione nel rap-
porto tra fisco e cittadini, tra fisco e aziende. La
logica che il Parlamento ha affidato al governo è
molto chiara: recuperare più soldi dall'evasione,
depenalizzando laddove possibile e contestualmente
aumentando sanzioni e pene per i reati che riman-
gono tali''.
"Oggi in Italia - precisano fonti governative - meno
di cento persone su sessanta milioni scontano pene
per reati tributari. Il che è assurdo, se pensiamo alle
stime, incredibili, dell'evasione nel nostro Paese. Si
tratta dunque di cambiare in modo radicale. Questo è
l'obiettivo del governo".
''Disciplinare in modo puntuale l'abuso di diritto,
dare certezze a investitori e cittadini, stangare con
più severità i veri colpevoli e smettere di ingolfare i
tribunali penali per questioni formali è un grande
obiettivo di civiltà giuridica''. ''Con questo spirito il
governo ha votato nell'ultima seduta del Consiglio
dei ministri la prima lettura del decreto delegato che
va in questa direzione", proseguono le fonti di pa-
lazzo Chigi. ''Lo ha fatto discutendo articolo per
articolo, su tutti i punti in discussione, riducendo le
pene rispetto alle proposte del presidente del Consig-
lio dei ministri per un comprensibile problema
di equilibrio del sistema sanzionatorio e aprendosi a
una discussione vera, non formale, collegiale, durata
più di un'ora".
Da: adnkronos.com/
SALVATE IL SOLDATO SILVIO
BASTA CON I DECRETI FAI DA TE E DELEGHE INGANNEVOLE
Il Parlamento italiano primo organo sovrano di garanzie democratiche ne prenda atto e in futuro sappia distinguere tra l’ urgenza la
necessita’ e la determinazione di principi e criteri direttivi, dai decreti e deleghe ingannevili !
Facciamo presente al Parlamento repubblicano italiano non piu’ sovrano che:
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria... e l’ esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al
Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi ... e soltanto per tempo
limitato e per oggetti definite, spetta al Parlamento sovrano eletto a suffragio universal
e diretto, verificarne la straordinarieta, urgenza e enecessita’ e sulle leggi deleghe i
principi e criteri direttivi. Adesso il decreto incriminato legislativo inserito nella ri-
forma del fisco a cosa era diretto se non a salvare il soldato Silvio ? [cg]
3 14 CULTURA Miracolo del 25 dicembre di Paolo Rastelli HEBDO CHARLIE .................. Io penso di essere Charlie
Il video è bello e ben girato. Due gruppi di
giovani uomini vestiti con uniformi diverse, in
un campo innevato devastato dalla battaglia,
che si scambiano fotografie, liquori, cioccolata
in un’atmosfera di pace e fratellanza resa con
colori tenui. Ma lo spot di Sainsbury è stato
vissuto come un oltraggio da almeno una parte
del pubblico britannico: la catena di supermer-
cati ha deciso di sfruttare a fini commerciali
(appena mascherati dal sostegno dato alla
Royal British Legion, l’equivalente della nostra
Associazione Combattenti e Reduci) una delle
memorie più sacre della Prima Guerra
Mondiale, la cosiddetta «tregua di Natale» del
1914 tra tedeschi e inglesi.
http://video.corriere.it/per-natale-anche-guerra-
si-ferma-spot-che-commuove-web/ed93a4da-
6c2a-11e4-ab58-281778515f3d
Fu un’iniziativa presa dal basso, dai soldati
in trincea, che il 25 dicembre di cento anni fa
uscirono spontaneamente allo scoperto in al-
cune zone del fronte occidentale per andare a
salutare e a fare gli auguri ai «nemici» senza
che ci fosse, da parte dei comandi, alcun via
libera. Anzi, proprio il contrario. Quando la
notizia si diffuse grazie alle lettere dei soldati
alle famiglie, i vertici militari di entrambi i
contendenti si affrettarono a proibire altre
iniziative simili: il generale Horace Smith Dor-
rien, comandante del secondo corpo d’armata
della Bef, la forza di spedizione britannica in
Francia, arrivò a minacciare la corte marziale
per chi si fosse reso colpevole di fraternizzazi-
one.
Un’illustrazione che ricorda la tregua: incontro
di auguri nella terra di nessuno
Il «miracolo» del Natale 1914, di due avver-
sari che dimenticano l’odio per unirsi in un
abbraccio fraterno, rimase un fatto quasi isolato
(ci sono poi stati altri episodi di «vivi e lascia
vivere» ma mai più così eclatanti) e ben presto
trascolorò nel mito, tanto più quando il senti-
mento popolare degli europei nei confronti
della Grande Guerra cambiò di segno: non più
glorioso fatto d’arme ma massacro insensato,
che aveva spazzato via una generazione. La
tregua di Natale venne quindi vista come la
dimostrazione che gli
uomini sono fondamen-
talmente buoni e che
erano stati spinti alla
guerra da governi stupidi
e irresponsabili, tanto
che appena liberi di farlo
avevano scelto la pace e
la fratellanza.
Ma come andarono
r e a l m e n t e l e
cose? Facciamolo rac-
contare a chi ne fu testi-
mone diretto, il caporale
Leon Harris del 13esimo
battaglione del London
Regiment in una lettera
scritta ai genitori che
stavano a Exeter (riprodotta sul ...
sito www.christmastruce.co.uk interamente
dedicato a quanto successe cento anni fa): «È
stato il Natale più meraviglioso che io abbia
mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di
Natale e verso le otto e mezzo di sera il fuoco
era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno comin-
ciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a
mettere sui parapetti delle trincee un sacco di
alberi di Natale con centinaia di candele. Al-
cuni dei nostri si sono incontrati con loro a
metà strada e gli ufficiali hanno concordato una
tregua fino alla mezzanotte di Natale. Invece
poi la tregua è andata avanti fino alla mez-
zanotte del 26, siamo tutti usciti dai ricoveri, ci
siamo incontrati con i tedeschi nella terra di
nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni,
tabacco e sigarette. Parecchi di loro parlavano
inglese. Grandi falò sono rimasti accesi tutta la
notte e abbiamo cantato le carole. È stato un
momento meraviglioso e il tempo era splen-
dido, sia la vigilia che il giorno di Natale,
freddo e con le notti brillanti per la luna e le
stelle». Il riferimento al tempo non è di poco
conto: «La vigilia — scrive Alan Cleaver nella
prefazione al libro La tregua di Natale (Lindau
edizioni) che raccoglie molte lettere dei soldati
dell’epoca — segnò la fine di settimane di
pioggia battente, e una gelata rigida e tagliente
avvolse il paesaggio. Gli uomini al loro risve-
glio si trovarono immersi in un Bianco Natale».
Non si sa dove fosse schierata l’unità del
caporale Harris ma gli eventi da lui descritti
con tanta vivacità si ripeterono più o meno
identici in molti punti del fronte. In una lettera
alla famiglia del 28 dicembre, il bavarese Josef
Wenzl racconta di essere rimasto incredulo
quando uno dei soldati cui la sua unità stava
dando il cambio gli disse di aver passato il
giorno di Natale scambiando souvenir con gli
inglesi. Ma quando spuntò l’alba del 26 dicem-
bre vide con i suoi occhi i soldati britannici
uscire dalle trincee e cominciare a parlare e
scambiarsi oggetti ricordo con lui e con i suoi
compagni. Poi ci furono canti, balli e bevute.
«Era commovente — si legge nella lettera —
tra le trincee uomini fino a quel momento ne-
mici feroci stavano insieme intorno a un albero
in fiamme a cantare le canzoni di Natale. Non
dimenticherò mai questa scena. Si vede che i
sentimenti umani sopravvivono persino in
questi tempi di uccisioni e morte».
Scene simili si verificarono anche tra tedeschi e
francesi e tra tedeschi e belgi, pur se in misura
molto minore: dopo cinque mesi di guerra san-
guinosissima (era iniziata il primo agosto)con
circa un milione di vittime, con molte zone del
Belgio e della Francia orientale occupate e dopo i
massacri di civili compiuti dai soldati tedeschi, i
sentimenti di fraternità erano parecchio meno
diffusi. E comunque anche nelle zone inglesi ci
furono morti e feriti per il fuoco nemico perfino
nel giorno di Natale: alcuni soldati che avevano
cercato di prendere contatto con il nemico
sporgendosi dai parapetti delle trincee furono
fulminati dai cecchini avversari. «A Natale —
racconta lo storico Max Hastings in Catastrofe
1914 (Neri Pozza) — il Secondo granatieri in-
glese ebbe tre uomini uccisi, due dispersi e 19
feriti; un altro soldato fu ricoverato in ospedale
con sintomi di congelamento, come altri 22 la
mattina dopo».
Ovviamente queste storie finirono rapida-
mente sui giornali dell’epoca, con titoli abbas-
tanza sensazionali. Il Manchester Guardian del
31 dicembre 1914 titolava: «Tregua di Natale al
fronte — I nemici giocano a calcio — I tedeschi
ricevono un amichevole taglio di capelli». E il 6
gennaio lo stesso quotidiano strillava: «Nuove
notizie sullo straordinario armistizio ufficioso —
I Cheshires (un’unità inglese, ndr) can-
tano Tipperary a un pubblico di tedeschi». Fu sui
quotidiani britannici che fu raccontata la vicenda
della partita di calcio giocata nella terra di nes-
suno da inglesi e tedeschi in una zona impreci-
sata del fronte, che sarebbe finita 3-2 per i
tedeschi. Per molto tempo fu una storia consider-
ata non sufficientemente provata dagli storici
(tutte le fonti erano indirette, qualcuno che rac-
contava che qualcun altro gli aveva detto che
c’era stata una partita…), ma che entrò prepo-
tentemente nel mito: la si ritrova nello spot della
Sainsbury, nel film ferocemente antimili-
taristaOh che bella guerradi Richard Attenbor-
ough (1969) e anchenel videoclip di Pipes of
Peace di Paul Mc Cartney del 1983. E pochi
giorni fa, l’11 dicembre, nella cittadina belga di
Ploegsteert, il presidente dell’Uefa Michel Platini
ha inaugurato un monumento a ricordo del
giorno in cui il calciò unì i giovani di due nazioni
nemiche.
Alla fin fine, comunque, pare che il
mito avesse ragione e gli storici scettici torto: è
stata scoperta una lettera del generale Walter
Congreve (decorato con la Victoria cross, la più
alta decorazione britannica al valor militare) che
racconta alla moglie della tregua e della partita di
calcio anche se ammette di non averla vista con i
propri occhi ma di averlo saputo da testimoni
oculari. Ma poiché era un generale, non si faceva
illusioni e sapeva i bei momenti sarebbero finiti.
Ne dà conto, con una battuta piuttosto macabra,
nella stessa lettera: «Uno dei miei ha fumato un
sigaro con il miglior cecchino dell’esercito
tedesco, non più che diciottenne. Dicono che ha
ucciso più uomini di tutti ma ora sappiamo da
dove spara e spero di abbatterlo domani». Sì, la
guerra sarebbe continuata.
FONTE: CCorriere della Sera
Il miracolo del 25 dicembre 1914 Cento anni fa la tregua di Natale Tedeschi e inglesi non più nemici per una notte e un giorno
Ad Ahmed, morto per la Francia
Charlie Hebdo: da Parigi a Kobane alle nostre periferie si combatte «la terza guerra mondiale a pezzetti»
Di Gennaro Carotenuto
La dinamica con la quale è stato condotto
l’assalto al settimanale satirico francese
Charlie Hebdo, che ha causato 12 morti a
Parigi, dimostra che è evidentemente op-
era di forze speciali, perfettamente equi-
paggiate, addestrate, esperte e veterane,
probabilmente provenienti da scenari di
guerra dell’Iraq o della Siria, ben lontane
da quelle armate di presunti straccioni
fanatici che ci piace rappresentare sotto le
bandiere nere. Lontano da ogni complotti-
smo, ciò dimostra due cose: la prima è che,
se pure i bersagli possibili sono molti,
Charlie Hebdo era tra i più sensibili, testi-
moniando il fallimento totale della
sicurezza francese e il fatto che l’Europa
intera sia sotto attacco, tanto militarmente
come nei suoi valori fondativi (sia pur
spesso negletti), a partire dalla libertà
d’espressione. La seconda è che cade a
pezzi uno degli argomenti più volgari ed
elettoralistici della destra islamofoba, per
la quale milioni di cittadini di religione
musulmana sarebbero pronti a trasfor-
marsi in “terroristi fai da te”. Se pure ciò
è possibile in linea teorica, quando viene
deciso di «colpire il cuore dello Stato» non
servono fanatici, ma mani esperte e menti
raffinatissime.
Il commando che ha agito nell’XI arron-
dissement di Parigi, riuscendo a dileguarsi
indisturbato, dimostra una volta di più che
i musulmani europei, già cittadini o di
fresca immigrazione, sono le prime vittime
di un fronte di guerra che da Kobane a
Parigi li vede aggrediti dal terrorismo
stesso, da stati liberticidi come l’IS o delle
campagne d’odio lanciate dalle nostre
destre. È quello stesso terrorismo, che
esiste, rappresentato dal fascismo islamico
che lasciamo combattere praticamente
sole e disarmate alle partigiane kurde e a
pochi altri. Anche Charb, il direttore di
Charlie Hebdo, caduto oggi sotto i colpi
dei terroristi, lo aveva scritto di recente: «i
kurdi difendono tutti noi». Non basta più.
È su quei fronti che si difende Parigi come
Roma, Londra come Berlino o Madrid,
non per il petrolio o gli interessi delle mul-
tinazionali, ma per gli stessi motivi per i
quali era giusto
difendere la Spagna
repubblicana dal fas-
cismo del secolo scorso.
Anche allora gli inter-
essi, le doppiezze e le
ignavie delle classi
dirigenti europee eb-
bero un ruolo decisivo
nell’abbandonare a se
stessa la II Repubblica
e spianare il cammino
alla seconda guerra
mondiale. Allora come
oggi, con cinismo
spietato, si lascia che il nemico, il fascismo
islamico come qualunque altro fanatismo
religioso è il nemico, possa essere usato
come spauracchio, e utilità elettorale, mas-
sacrando indisturbato i vignettisti di Char-
lie Hebdo come i cristiani d’Iraq. Sono re-
sponsabilità così gravi, quelle delle classi
dirigenti occidentali, che pure dragano
centinaia di miliardi per il complesso mili-
tare industriale, e che corrispondono, anche
oggi a Parigi, al contribuire allo scivolare in
quella terza guerra mondiale a pezzetti evo-
cata da Jorge Bergoglio.
Non sfugga a nessuno che è il sistema de-
mocratico a essere sotto attacco in Europa,
stretto in una morsa della quale i terroristi
di presunta matrice islamista che hanno
agito a Parigi sono solo la faccia più visibile
e odiosa della tenaglia. Non sfugga a nes-
suno la piena funzionalità del nemico
islamico a un disegno autoritario che, di
fronte all’insostenibilità del modello
economico neoliberale – la crisi del quale
dalle periferie del mondo è giunta dal 2008
in avanti nei paesi centrali – pretende di
tagliare libertà e diritti sulla base di un’e-
mergenzialità e di un’islamofobia che ab-
biamo già conosciuto dall’11 settembre 2001
in avanti. Il terrorismo, come il disagio cau-
sato nelle periferie urbane dalla sommato-
ria tra crisi e frizione tra nuovi e vecchi
proletariati e immigrazione, sono la foglia
di fico che le classi dirigenti usano per svi-
are l’interesse dal sistematico taglio di
diritti e di servizi sociali indispensabili per
una piena integrazione e per il progresso dei
migranti. Ai diritti e all’integrazione non
c’è alternativa, come non c’è cedimento
possibile all’odio xenofobo che si alza in
queste ore. Se l’integrazione costa ma è
indispensabile, non c’è alternativa a farla
pagare a chi può: a quelle classi dirigenti
che quella crisi hanno creato, che quei
diritti vogliono smantellare e soffiano sul
fuoco del nemico esterno per sviare l’obiet-
tivo dalle loro responsabilità. Sostengono
invece che non ci sia alternativa a ridurre o
negare sanità, educazione, redditi di cittadi-
nanza, costati quasi due secoli di lotte al
movimento operaio e che stanno evapo-
rando in pochi anni, e inducono col mar-
tellamento dei media che controllano a de-
monizzare gli immigrati, in particolare quelli
musulmani, additandoli come un nemico
esterno.
Ma l’Europa, intesa come civiltà e non come
entità economica, ha senso solo fino a quando
sarà in grado di garantire libertà e diritti a tutti
quelli che l’hanno scelta come casa, di qualun-
que religione essi siano. La Francia in partico-
lare, che quest’anno celebra i 110 anni della
propria laicità, non può permettersi retroces-
sioni in merito. Per i democratici, che siano
governati dall’imbelle Hollande o dall’ambiguo
Renzi, lo scelta è solo apparentemente tra
l’emiro Al Baghdadi e Marine Le Pen o Matteo
Salvini come facce di uno stesso estremismo che
induca a continuare a sopportare l’esistente.
L’unica vera scelta possibile è quella tra il ri-
lancio di integrazione e diritti per tutte e tutti,
nel rispetto, nella laicità e nel progresso e la
conservazione di un modello economico, quello
neoliberale, che quei diritti conculca, con-
tribuendo a creare mostri.
La Francia reagisce: le teste di cuoio hanno
effettuato un doppio blitz contro i terroristi
asserragliati a Dammartin, i fratelli Kouachi,
autori del massacro a Charlie Hebdo, e contro
i due sequestratori barricati con cinque
ostaggi nel negozio kosher a Parigi.
Nei due blitz della polizia a Parigi e Dammartin
sono rimasti uccisi i tre terroristi: i due fratelli
Kouachi e Amedy Coulibaly. Lo riferisce il
sito di Le Monde. E' giallo invece sulla sorte
della 26enne Hayat Boumeddiene, complice di
Coulibaly e ricercata per la sparatoria di Mon-
trouge, che sarebbe riuscita a sfuggire alle forze
dell'ordine confondendosi tra gli ostaggi del
negozio ebraico.
Il terrorista Coulibaly ha contattato alle 15 di
oggi l'emittente BFMTV dichiarando di appart-
enere all'Is. Lo riferisce il sito dell'emittente.
Coulibaly ha poi confermato di essere stato in
contatto con i fratelli Kouachi. "Abbiamo sin-
cronizzato le nostre operazioni", ha di-
chiarato. Sempre secondo quanto riferito da
BFMTV Cherif Kouachi, contattato dall'emit-
tente, ha dichiarato di essere in missione per 'Al
Qaeda nello Yemen".Secondo quanto riferisce 'I
-télé', la tv all news di Canal Plus, i servizi
segreti algeriniavrebbero allertato la Francia il
6 gennaio in merito ad un imminente attacco
terroristico
Fonte: adnkronos.com
13 4 DALLA GRECIA L’ ANNO CHE VERRA’ .... di Giorgio Brignola
.
a sei anni di sacrifici. Chiede ai greci di
votare per lui per proseguire su questa
strada. Nasconde però il fatto che la Grecia
si è impegnata a raggiungere questi obiet-
tivi, non a farlo seguendo una precisa linea
politica. Syriza si impegna ad applicare sin
dai primi giorni del mandato il Programma
di Tessalonica, economicamente vantag-
gioso e fiscalmente equilibrato, a prescin-
dere dai negoziati con i nostri creditori. Il
programma prevede azioni per porre fine
alla crisi umanitaria; misure di equità fis-
cale, affinché l’oligarchia finanziaria, che
non è stata sfiorata dalla crisi, sia final-
mente costretta a pagare; un piano di rilan-
cio dell’economia per contrastare gli altis-
simi livelli di disoccupazione e tornare a
crescere. Sono previste riforme radicali
nella gestione dello Stato e della pubblica
amministrazione, perché non vogliamo
tornare al 2009, ma cambiare ciò che ha
portato il Paese sull’orlo della bancarotta
non solo economica, ma anche morale.
Clientelismo (di uno Stato ostile ai suoi
cittadini), evasione ed elusione, operazioni
in nero, contrabbando sono solo alcuni
aspetti di un sistema di potere che ha gov-
ernato il Paese per troppi anni, portandolo
alla disperazione, e che continua a gover-
nare nel nome dell’emergenza e per timore
della crisi.
In realtà non si tratta di timore della crisi,
bensì di timore del cambiamento. È questa
paura, aggravata dall’incapacità di un sis-
tema di governo, ad aver portato il popolo
greco a una tragedia senza precedenti. E i
responsabili di tutto questo, se conoscono
l’antica tragedia greca, hanno buoni motivi
per spaventarsi, perché l’ hybris è seguita
dalla nemesi e dalla catarsi!
Il popolo greco e l’Europa non hanno nulla
da temere: Syriza non vuole il crollo, ma
la salvezza dell’euro. È impossibile salvare
l’euro quando il debito pubblico è fuori
controllo. Ma il debito è un problema eu-
ropeo, non solo greco: e l’Europa deve
accollarsi il compito di cercare una soluzi-
one sostenibile. Syriza e la sinistra europea
sostengono che occorre cancellare la
maggior parte del valore nominale del
debito pubblico, per poi introdurre una
moratoria sul piano di rientro e una clau-
sola di crescita per ripianare il debito re-
stante, in modo da utilizzare le rimanenti
risorse per stimolare la ripresa. Esigiamo
condizioni che non sprofondino il Paese
nella recessione e non spingano il popolo
alla miseria e alla disperazione.
Samaras danneggia la Grecia, se si ostina
ad affermare che il debito greco è sos-
tenibile. [...]
Ci sono due posizioni diametral-
mente opposte per il futuro dell’Europa.
Da una parte, la prospettiva delineata dal
ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang
Schäuble: occorre rispettare gli impegni
presi e proseguire su quella strada, a pre-
scindere dai risultati ottenuti. Dall’altra, la
volontà di «fare tutto il possibile» - sug-
gerita dal presidente della Banca centrale
europea - per salvare l’euro. Le elezioni
greche saranno il campo sul quale si sfid-
eranno queste due strategie. Sono convinto
che quest’ultima prevarrà per un’altra
ragione ancora: perché la Grecia è la patria
di Sofocle, il quale ci ha insegnato, con
Antigone, che talvolta la suprema legge è
la giustizia.
( Traduzione di Rita Baldassarre)
STRATEGIE PER UN ANNO
Il clima d’apprensione
che ci ha accompagnato
per il 2014, ci consente,
ora, d’assumere una più
concreta coscienza per
questo nuovo anno.
Quello che si evidenzia
in Italia è lo scarso
concetto di
“responsabilità”; non
solo politica. Il 2015
non sarà un anno facile
ma, almeno, potrebbe
essere quello della presa
d’atto di un tracollo su
fronte degli accordi di
programma per i quali
ha fatto chiaro cenno anche il nostro Capo dello Stato.
Sono passati circa sessantanove anni dalla proclamazione della Repub-
blica (Referendum Istituzionale del giugno 1946). Eppure, il Paese non ha
ancora trovato quell’equilibrio comportamentale indispensabile per non
sprofondare ulteriormente nel mare delle avventure sbagliate, delle ri-
forme mai attuate, dei complici silenzi. Ci manca, tutto considerato, una
classe politica capace di meritare attendibilità ed abbiamo una situazione
economica tra le meno “equilibrate” dell’UE. Cosa ci riserverà, di conse-
guenza, il nuovo anno? Con quasi nove milioni di disoccupati, a vario
titolo, c’è poco da sperare.
Del resto, è già stato annuncio che il PIL nazionale raggiungerà il +1%
non prima del 2016. In altri termini, i dodici mesi che si succederanno
potrebbero servire solo per cambiare “registro” e “cobelligeranze”. L’e-
conomia, a largo respiro, degli anni’90 è tramontata definitivamente
all’alba del nuovo Millennio. Ora, cosa ci aspetta? E’, questo un interro-
gativo che, in definitiva, ha bisogno di un’analisi di quanto non si è fatto
e sarebbe stato opportuno fare. La struttura dello Stato costa sempre
troppo e offre assai meno che per il passato.
Attingere dalle solite fonti sarebbe drammatico. I “pozzi” si sono
prosciugati e la realtà della Grecia è sempre più vicina. Questa Legisla-
tura, nata anomala, ha da assumersi delle responsabilità a livello verticis-
tico; senza intaccare le magre risorse della base. Un tempo, un simile
intento, in realtà mai raggiunto, si chiamava “comunismo”. Ora come si
potrebbe chiamare?
In Parlamento è il “multicolore” a scompigliare chi dovrebbe decidere.
Non neghiamo, e come lo potremmo, che non sarà sufficiente ricono-
scere, ovviamente in ritardo, i peggiori mali di casa nostra per essere
guariti. Almeno, però, auspichiamo che le posizioni politiche per l’anno
da poco iniziato superino la fase di “transizione”.
Quando la politica è solo fine a se stessa, torna, con forza, il detto che
avevamo adottato negli anni “scuri” del secolo scorso: “Oggi è quel do-
mani di cui ieri avevi tanto timore”. A ben riflettere, tale apprezzamento
si adatta perfettamente ai tempi che ci aspettano
IL FONDO
Dato che gli effetti dei nuovi provvedimenti
economici del Governo si potranno apprezzare
solo alla fine del prossimo anno, non ci resta
che la possibilità di prendere in esame questo
2015 da poco iniziato. Il primo trimestre di
quest’anno evidenzierà ancora il fenomeno
della deflazione. Cioè del calo forzoso dei
prezzi al consumo. Se l’inflazione è, da qualche
tempo rientrata, ora la deflazione inizia a pre-
occuparci. L’Italia arretra economicamente e
non si vedono vie d’uscita concrete. Il calo dei
prezzi, dei generi più gettonati, si avvia al -
0,8% rispetto allo stesso periodo dell’inizio
dello scorso anno. Può sembrare poco, ma non
lo è. Anche perché le famiglie possono contare
su un risparmio che consente d’iniziare l’anno
con qualche Euro in più a disposizione. Anche
se, in concreto, non ci sarà nulla da accanton-
are. Intanto, le spese “inderogabili” (imposte e
tasse) non hanno risentito della deflazione.
Insomma, il fisco non perde nulla. Con una
disoccupazione superiore al 20%, c’è da con-
siderare anche la fitta schiera di chi ha perso il
lavoro. Del resto, l’economia familiare resta
sempre in prima linea. Per tirare avanti, si
spende di meno e i consumi sono cambiati; più
per necessità, che per convinzione. Si compra in
misura inferiore (-7% rispetto al 2013) e con
molta più attenzione. Lo conferma anche il segno
ancora negativo del PIL (Prodotto Interno
Lordo). Pure se la vita costa meno, i problemi di
fondo restano immutati. Sperare in un 2015 mig-
liore è impossibile. Nonostante la manovra
dell’Esecutivo Renzi, l’economia del Paese
resterà in fibrillazione. Per i giovani, le speranze
per un futuro migliore si sono ridotte. “Tira” solo
l’informatica ed i telefonini ad alta tecnologia.
Tra i Paesi UE, siamo quello che dedica maggior
tempo a Internet. Per la telefonia mobile la crisi
non si sente. Sono le famiglie a supportarne la
spesa a vantaggio dei figli senza lavoro incapaci,
però, di rinunciare a un “messaggino” (SMS).
Pur senza voler fare i conti in tasca a nessuno,
nel 2015, la spesa per generi alimentari calerà del
3% rispetto all’anno precedente e del 20% ris-
petto all’ultimo anno della Lira (2001). Saranno
le famiglie “giovani”, in ogni caso, le più colpite.
Sotto i 40 anni, la crisi obbliga a un “aiutino” da
parte dei nonni che hanno la fortuna d’aver
maturato una pensione. finanche se modesta.
Fermo, appunto, il concetto che il poco si conta.
Di fatto, però, il 70% degli italiani dichiara
d’aver ridotto le spese non ritenute indispensa-
bili. Di male in peggio. La spesa sanitaria è scesa
ai livelli del 2007. Con una riduzione, stimato su
base annua, mai inferiore a Euro 50 l’anno. Con
questi valori, è improbabile che quest’anno, pur
con la manovra Renzi, possa essere il primo dei
cinque che dovrebbero farci rivedere la “luce”. A
noi non resta che continuare a monitorare, senza
illusioni, il fronte economico nazionale col de-
siderio d’intravedere effettivi segnali in contro-
tendenza.
La Grecia è davanti a una svolta storica.
Syriza non è più una semplice speranza
per il popolo greco: incarna l’aspettativa di
un mutamento di rotta per l’intera Europa,
che non uscirà dalla crisi senza una pro-
fonda revisione delle sue scelte politiche.
La vittoria di Syriza darà slancio alle forze
che spingono per il cambiamento. Perché
se la Grecia è finita in una strada senza
uscita, l’Europa di oggi è destinata a fare
la stessa fine.
Il 25 gennaio, i greci sono chiamati a
scrivere la storia con il voto, a tracciare un
cammino di rinnovamento e di speranza
per tutti gli europei, condannando le poli-
tiche fallimentari di austerità e di-
mostrando che quando il popolo lo vuole,
ha il coraggio di osare e sa superare ango-
sce e timori, la situazione può cambiare.
Syriza non è un orco né una minaccia: è
solo la voce della ragione, e saprà suonare
la sveglia all’Europa, per riscuoterla da
torpore e passività. Per questo Syriza non è
più considerata un pericolo come nel 2012,
ma come una sfida per il cambiamento.
Ma una piccola minoranza dei Paesi mem-
bri, stretta attorno alla leadership conser-
vatrice del governo tedesco e di una parte
della stampa populista, continua a far cir-
colare vecchie dicerie a proposito di una
GrExit (l’uscita della Grecia dalla zona
euro). Proprio come Antonis Samaras in
Grecia, tali voci non convincono più nes-
suno. Dopo aver sperimentato il suo gov-
erno, il popolo greco sa distinguere le
menzogne dalla verità.
Samaras non ha niente da offrire, tranne la
sottomissione ai precetti di un’austerità
dannosa e fallimentare, che hanno imposto
alla Grecia nuovi aumenti fiscali e tagli a
stipendi e pensioni, che vanno a sommarsi
Tsipras: «La mia Grecia non danneggerà l’Europa» da il corriere della sera
( Il leader di Syriza assicura che Atene rispetterà gli impegni con l’Europa, ma puntando sulla crescita e sulla
cancellazione della maggior parte del debito pubblico)
di Alexis Tsipras
5 12 POLITICA Sfida ai renziani da parte di Bersani MALAFFRARE & MALAPOLITICA
l governo contro i vigili malati in blocco a Roma.
Renzi: "Cambiare le regole". Madia: azioni
disciplinari
ROMA - per la notte di Capodanno, l'83,5 per cento
dei vigili che dovevano lavorare era assente per
malattia, donazione sangue, disabilità. A renderlo
noto è il Campidoglio. "La serata e la nottata si sono
svolte senza intoppi per la mobilità e la sicurezza
delle 600 mila personeche hanno festeggiato l'arrivo
del 2015 nelle strade della Capitale, a via dei Fori
Imperiali e al Circo Massimo. Il servizio degli agenti
della Polizia locale di Roma Capitale è stato garantito
grazie al previdente ricorso all'istituto della pronta
reperibilità, affinché si potesse disporre di un numero
sufficiente di personale da impiegare nei servizi di
viabilità finalizzati alla sicurezza stradale. Sono state
impiegate circa 470 unità, 240 dalle ore 18.00/19.00
(75 di reperibilità) e circa 230 dalle ore 24.00 (45 di
reperibilità). Inizialmente, i servizi di Capodanno
prevedevano di impiegare circa 700 unità, come nei
precedenti anni, in turno straordinario. Ma la mancata
adesione allo straordinario aveva indotto il comando
del corpo a disporre una ridistribuzione di tutto il
personale".l comunicato del Campidoglio fa riferi-
mento alla dura battaglia dei giorni scorsi, con i vigili
che avevano deciso di riunirsi in assemblea e il Pre-
fetto che li aveva richiamati perchè lavorassero.
"Dopo il differimento dell'assemblea sindacale dei
giorni scorsi, prevista proprio per il 31 dicembre a
ridosso della mezzanotte, già ieri pomeriggio era
apparso chiaro che, a fronte della iniziale dispon-
ibilità di 1000 agenti (in servizio ordinario per il
turno di seminotte) si sarebbe giunti progres-
sivamente a 165 unità, per un totale di 835 assenze
dell'ultima ora (-83,5%), motivate da malattia, dona-
zione sangue, legge 104, legge 53 art. 19 ecc.. Inoltre,
per il turno di notte dal numero iniziale di 300 unità
previste si sarebbe arrivati a 185 unità, con 115 as-
senze riconducibili alle medesime motivazioni
(percentuale di assenza del 38%).
Da Roma.Repubblica.it
M5S attacca Renzi, volo di Stato per le vacanze:
"dimissioni". La replica "per motivi di sicurezza"
l M5S attacca a muso duro il premier Matteo Renzi, accusandolo di aver usato un volo di Stato per andare
in vacanza a Courmayeur con la famiglia nei giorni a
cavallo di San Silvestro. Immediata la risposta via Twitter. "Gli spostamenti aerei, dormire in caserma,
avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole".
Qualcuno si spinge a chiedere le dimissioni del presi-
dente del Consiglio, mentre la notizia rimbalza sui
social network. Carlo Sibilia, membro del direttorio 5S, su Facebook cita e linka il post sul blog del col-
lega Paolo Romano, che correda le accuse con tutta la
documentazione del caso, compresa una schermata
radar della sera del 30 dicembre che proverebbe
come il premier fosse a bordo del volo di Stato.
"Martedì 30 dicembre - si legge sul blog di Romano, ormai virale sulle bacheche dei colleghi 5 Stelle
nonché di Beppe Grillo - un Falcon 900 della flotta di
Stato solca i cieli del Mediterraneo. Riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier. Secondo i piani di
volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma ma il pre-
mier ha fretta. Deve andare in vacanza. Quindi il Falcon si deve adeguare. Dirottato su Firenze, im-
barca moglie e figli del premier e riparte alla volta
di Aosta. Arriva l'ordine e la struttura si adegua tra paglia di roccia imballata, cartongesso in disfaci-
mento. E il Falcon con Renzi e famiglia atterra alle
21,25 sempre di martedì. Vacanze a Courmayeur.
All'insegna del risparmio ovviamente. Di chi? Di
Renzi e famiglia che alloggia nella caserma degli
Alpini a spese della comunità (noi)". "Qualche considerazione: Un Falcon quando si
muove, ha un costo notevole (euro 9000
all'ora). Tale aereo è sì atterrato sulla pista del quasi aeroporto di Aosta, ma non ha potuto sostarvi che il
tempo necessario per sbarcare la famigliuola in va-canza. Dopo ha ripreso subito il volo per tornare a
Roma. Domanda (lecita): quanto è costato questo
volo di stato in missione-vacanza? A mio avviso c'è qualcosa di spudorato", sottolinea. "Abbiamo una
situazione difficilissima. Da mesi e mesi si chiede
dall'alto agli Italiani di fare sacrifici? E gli Italiani son costretti a fare sacrifici senza che glielo si ricordi.
Poi si assiste ad uno scialo di mezzi pubblici del
genere. Ma vi ricordate il presidente Pertini? Vi potreste anche solo immaginare Pertini che usa un
volo di Stato, un aereo di lusso, per portare la moglie
a sciare? Ovviamente e sfortunatamente per noi, tutti i dati sono stati accertati. Vediamo se qualche Tg
riporta la notizia".
Sul suo blog, Romano aggiunge: "Ovviamente prima di scrivere mi sono accertato di tutti questi sposta-
menti, oltre alla seguente schermata del radar, che
mostra l’aereo presidenziale che, dopo aver caricato la famiglia a Firenze fa rotta verso Aosta, qui potete
consultare tutti i piani di volo". Il giovane deputato
M5S riporta infatti 7 file con i piani di voto che inter-esserebbero il premier. Angelo Tofalo, 5 Stelle
membro del Copasir va giù duro: "Ecco le prove
inconfutabili dello schifo che fa Matteo Renzi! In qualunque altro paese il premier darebbe le dimis-
sioni immediate! Fate girare il più possibile!".
Da. adnkronos.com
Pier Luigi Bersani ha scelto il giorno
successivo alla riunione del gruppo
del Pd, e soprattutto ha puntato su un
nome ad effetto sui democratici, per
battere un colpo deciso sulla partita
del Quirinale. L'ex segretario ha get-
tato Romano Prodi nella mischia del
post Napolitano, come avevano già
fatto Pippo Civati e Sel: "Non voglio
fare nomi ma io sono quello lì. E' im-
maginabile ripartire da dove ci si è
fermati. Non ho bisogno di dire niente
altrimenti poi Prodi si arrabbia...", ha
spiegato.
Il tutto, nel giorno dell'avvio delle
votazioni alla Camera sulle riforme,
con il Senato impegnato sulla legge
elettorale e nel bel mezzo delle po-
lemiche sulla delega fiscale e la
'manina' di Renzi sulla norma 'salva
Berlusconi' che mettono nel mirino il
patto del Nazareno. Lo stesso Bersani
ha invocato chiarezza dal premier:
"Mi piace la franchezza di Renzi ma
non riesco a fargli i complimenti. Non
guasterebbe se spiegasse in Parla-
mento".
L'intervento dell'ex segretario ha fatto
storcere il naso ai renziani che subito
sottolineano come appena ieri il segre-
tario del Pd avesse lanciato un appello
al gruppo della Camera per "impostare
un metodo di elezione del presidente
della Repubblica" senza fare "un dibat-
tito sul nome, ma sulla funzione
dell'istituzione". Ma le parole di Ber-
sani hanno avuto un effetto immediato
sulla minoranza Pd. Rosy Bindi si è
sintonizzata sulla stessa linea: "Non
faccio nomi e cognomi ma bisogna
ripartire da lì, dalla vicenda dei 101, da
quella ferita che sanguina ancora".
E' stato allora Matteo Orfini a interve-
nire con una sorta di richiamo
all'ordine: "Sarebbe opportuno evitare
un tritacarne mediatico che danneggia
il nome che si fa. Per rispetto di Na-
politano e di tutte quelle personalità
che possono essere prese in considera-
zione, sarebbe meglio evitare di tirarli
in ballo". Ma il rimpallo tra i diversi
tavoli della complessa partita che ar-
riva fino al Colle intanto era partito.
Mentre Bersani interveniva, al Senato
Massimo Mucchetti chiedeva a Renzi
di spiegare in aula "per filo e per segno
come sono andate le cose" sul decreto
fiscale. Lo stesso faceva alla Camera
Pippo Civati.
La replica del governo non si è fatta
attendere, affidata al ministro delle
Riforme Maria Elena Boschi: "Gli atti
del Consiglio dei ministri non sono
oggetto di informativa". L'altra partita,
quelle delle riforme, non è stata certo
più soft. In una riunione intorno all'ora
di pranzo, la minoranza Pd ha deciso
di non indietreggiare: "Le proposte
emendative restano, serve una riunione
con un confronto nel merito", ha spie-
gato la Bindi allargando la questione:
"L'elezione del presidente della Re-
pubblica, la riforma costituzionale e la
legge elettorale esigono un chiari-
mento sulla delega fiscale prima di
iniziare a votare le questioni impor-
tanti alla Camera".
Il timore è quello che dalla prossima
settimana, quando probabilmente Na-
politano formalizzerà le dimissioni, in
un Parlamento ancora più 'animato' il
cammino delle riforme e dell'Italicum
diventi davvero complicato. Alla Cam-
era a garantire il Ddl Boschi sarà il
contingentamento dei tempi: 80 ore di
discussione e poi stop. Per il governo,
è il sottosegretario Ivan Scalfarotto a
fornire certezze: "Napolitano ha am-
piamente 'endorsato' le riforme. Un
Parlamento che le vota, anche se il
capo dello Stato si sarà dimesso, non
farebbe certo uno sgarbo istituzionale.
Anzi. Sono certo che sarà così".
FONTE adnkronos.com
SE L' ITALIA NON CAMBIA DAL BASSO COLORO
CHE STANNO IN ALTO CONTINUERANNO IN-
CONTROLLATI CON IL
MALAFFARE E LA MALA POLITICA
L' unica soluzione per risanare la pubblica amministrazione italiana e' quello di equipararla a quella
privata.
Non sono io a dirlo ma tre articoli della Costituzione repubblicana :
" Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge...[art. Cost 3]...I funzionari e
i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative...[art. Cost.
28]....ADESSO VIENE IL BELLO ... I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Ergo ..tuttti i lavoratori sone eguali senza nessuna linea di demarcazione tra il privato e il pubblico . BNLVA
Dal Quirinale al fisco,
Bersani suona la carica e
lancia la sfida ai renziani
11 6 CAPODANNO GRAMSCIANO
Martin Schulz
on the terrorist
attack on Charlie
Hebdo offices
On behalf of the European Parlia-
ment, I would like to express my
sincere condolences to the families
and friends of the victims of today's
terrorist attack in Paris at the offices
of the weekly newspaper Charlie
Hebdo.
We are profoundly shocked by this
heinous crime which is an affront to
civilised society and we unreserv-
edly condemn such violence.
As Europeans we must never sur-
render the values which are so close
to our hearts and which this act has
sought to undermine: the freedom
of the press and of expression, tol-
erance, and mutual respect.
This is a moment of profound sad-
ness which requires a dignified and
clear response. Whatever our opin-
ions or religious beliefs we must
stand strong and united against such
violent acts. I call on all citizens to
defend together the values we cher-
ish.
I also wish a prompt recovery to
those injured
PARLAMENTO EUROPEO
Milestone:
Parlamentarium
welcomes one
millionth visitor
Marco Alberti simply wanted his children to learn more about Europe, but when he took them to Parlamentarium - the EP's visitors centre - he hadn't counted on being wel-comed as the one millionth visitor. A de-lighted Alberti said: "We are trying to ex-plain to our children what Europe is and thought this would be a good opportunity." The centre, hailed by Tripadvisor as one of the top things to do in Brussels, reached the landmark after having been open for just over three years. Alberti and his family were welcomed by EP vice-president Mairead McGuinness as soon as they entered the centre on Wednesday 7 Janu-ary, after which they were offered a tour of the Parlamentarium. Afterwards Alberti, from Italy, said: "I like that there is also information spe-cially made for children and for me personally the most interesting part was the room where you can see how the plenary looks like with all the 751 MEPs." Opening in October 2011, The Parlamentarium offers visitors from all over the world an insight into how the Parliament and the European Union function. EP vice-president McGuinness praised the visitors centre, which operates in all of the EU's official 24 languages, for opening up the Parliament to the public: "We have a very open European Parliament, but it´s not possible to bring everyone in to the Parliament and in my view the Parlamentarium gives an even better experience because you can learn more and see how the Parliament works in a way which is very interactive." The visitors centre is open to the public seven days a week, free of charge and with no need for an entry pass. It works in 24 languages, can provide sign language in four (English, French, Dutch and German) and is fully accessible to visitors with special needs. With its state-of-the art multimedia tools, it is one of the most vis-ited tourist attractions in Brussels and the big-gest parliamentary visitors centre in Europe.
mia vita vorrei fosse nuova, pur riallac-ciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca. Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immon-dezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dob-biamo accettare senza beneficio d’inven-tario dai nostri sciocchissimi antenati. Antonio Gramsci, 1 gennaio 1916, Avanti!, edizione torinese, rubrica Sotto la Mole.
European Year for
Development: main
events coming up
The EU has dedicated 2015 to development
cooperation and aid to highlight the importance
of international development and the key role
played by the EU and its member states. The
Parliament will be closely involved with the
events that will include the European Develop-
ment Days, thematic hearings organised by the
EP's development committee and the World
EXPO in Milan.
"The European Year for Development is an important chance to engage citizens in the work of the EU institutions in development policy," said development committee chair Linda McAvan, a UK member of the S&D group, in an interview published on the EP's web site in December 2014.
Events and activities Official opening event in Riga, Latvia, on 9 Janu-
ary.
The whole year is divided into thematic months. It
starts in January with "Europe in the World" and
concludes in December with "Human Rights".
The EP's development committee will organise
hearings on subjects such as "the future of devel-
opment finance" on 23 February and its members
will also participate in events in the member states
and outside the EU.
World EXPO 2015 "Feeding the planet - energy
for life" starts in Milan at the beginning of May.
The EP will be present.
European Development Days, a high-level forum
on development and international cooperation, will
take place in Brussels on 3-4 June. It is considered
to be one of the most important events of the Euro-
pean Year for Development, focusing on how
member states and people can help to eradicate
poverty and defend human rights worldwide.
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il pre-ventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella is-toria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date. Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cin-que date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o
dell’età moderna. E sono diventati così invadenti e così fos-silizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia in-cominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha vali-cato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante. Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno pre-ventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita in-tensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della
Questa lunga riflessione di Antonio Gramsci è molto più che un pensiero intorno al Capodanno.
È un inno alla ricchezza della vita, alla sua poliedricità, all'importanza fondamentale che ogni
giorno rappresenti nella via di un uomo una deadline con cui confrontarsi: perché ognuno di noi
renda conto a se stesso in ogni attimo e non solo nei buoni propositi di fine e inizio anno.
Vi proponiamo il testo integralmente: Redazione, L'Huffington Post
Odio il capodanno di Antonio
Gramsci: una riflessione intorno
alla fine dell'anno
7 10 NOTE EDITORIALE CI HA LASCIATO ....
Fiorella su facebook
leggo tanti commenti, alcuni belli, al-cuni assurdi. Ho letto che la musica di Pino non aveva niente in comune con la melodia napoletana, e questo è stato
il più ridicolo. Pino era intriso di melodie partenopee, Pino era l'es-senza di Napoli, città che amava e
odiava in un conflitto amoroso eterno ( ne' con te, ne' senza di te) ma che
negli ultimi anni aveva trovato pace. La sua forza è stata quella di mis-chiare la tradizione antica che gli
scorreva nelle vene, con l'altra sua grande passione: il blues ( e poi il jazz) Nessuno come lui ha saputo
coniugare le due anime. Sempre at-tento alla musica di altre culture, sem-pre rivolto verso Sud. Pino ha vissuto per la musica, l'ha amata, l'ha rispet-tata, l'ha coccolata come si fa con una
cosa preziosa. Era burbero, ( e aso-ciale, come amava definirsi) è vero, ma lo era con chi percepiva non ris-
pettasse la sacralità della sua arte ado-rata: la musica e la sua autentica pas-sione, con chi anteponeva gli interessi, di qualsiasi tipo, al suo amore per la
musica, e con chi percepiva non prendesse sul serio quella che era e è sempre stata la ragione della sua vita.
Era un musicista vero, puro. La chi-tarra era la sua appendice, dalla quale non si staccava mai, ha dedicato tutta
la sua vita a quello strumento, che pensava non saper mai suonare
abbastanza bene, che lo faceva sof-frire e gioire, croce e delizia delle sue giornate, pretendeva da se stesso sem-pre di più . Pino Daniele ha segnato
un prima e un dopo come tutti i grandi, ha lasciato un segno indelebile
in tutti quelli che fanno il nostro meraviglioso mestiere e non solo, e
pensare di non sentire più la sua voce mi sembra impossibile. Personalmente
voglio ricordare le grandi risate che accompagnavano i nostri incontri. Gli ho voluto bene, un bene sincero e lo
ringrazio per tutta la musica che ci ha lasciato, per tutti i ricordi legati alle sue canzoni ascoltate e riascoltate centinaia di volte. Che la musica ti
accompagni amico mio, perchè senza so che non puoi stare, ovunque tu sia.
IL PARLAMENTO REPUBBLICANO ITALIANO E' ELETTO A
SUFFRAGIO UNIVERSALE E DIRETTO
Queto e' un principio fondamentale di tutte le democrazie moderne e avan-zate, che va dal sistema uninomimale collegiale al collegiale con preferenze, tutti gli altri sono sistemi usati dalle "cosidette " dittature a sovranita' limi-tata, tra queste anche quella italiana
APPELLO AL PARLAMENTO SOVRANO
Fermate Renzi e Berlusconi di cam-biare di una sola virgola la Costituzi-one, perche' il primo non e' stato eletto a suffragio universale e diretto, il secondo e' un pregiudica
LESA SOVRANITA'
introduciamo la responsabilita' e l' etica in politica estendendo la
mozione di sfiducia a tutti i parlamentari...
NON CONFONDIAMO LE RI-FORME REPUBBLICANE CON LA NORMALE AMMINISTRAZIONE
GOVERNATIVA "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge, Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in art icoli .” Il Costituente nel ribadire che: " Il Presi-dente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è re-sponsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei ministri.", in-tendeva PRINCIPALMENTE un potere esecutivo propositivo ed un parlamento
legislativo rappresentativo; a differenza dei sistemi autoritari. Nel corso dei decenni questo equilibro e' venuto meno, proprio perche' il legislatore ha confuso le riforme repubblicane con la normale amministrazione governativa. Badate bene che a parte i decreti leggi previsti dalla Costituzione e' solo nei casi di straordinarieta' emergenza e necessita', tutte le proposte legislative di iniziative dei governi dopo l’ autorizzazione del Capo dello Stato seguono (o dovrebbero seguire) il normale iter parlamentare come qualsiasi altra proposta, ivi incluso quelle di iniziative popolari. Ribadiamo ancora una volta che se i governanti ris-pettano il libero mandato, senza imporre questioni di fiducia, ci saranno si meno leggi ma piu’ eque. Va detto ancvhe che (e bisogna ricordarlo sino alla nausea) :” La questione di fidu-cia non pfrevista dalla Costituzione ital-iana, viola due principi fondamentali in una democrazia avanzata, il libero man-dato e la rappresentativita’ , perche’ po-nendo la fiducia, tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata presentata, un vero e proprio mandato imperiale ! Ovviamente ai nuovi legislatori non e’ bastato abusare dei decreti leggi, volevano anche un ulte-riore veto sul potere legislativo rappresen-tativo . E la chiamano ancora repubblica democratica!!!
LA FORMA
REPUBBLICANA SI
CAMBIANO CON LA
DIALETTICA E
NON CON I RICATTI Facciamo presente che anche il porcellum nacque da un ricatto di Berlusconi minac-ciando una crisi di governo. Oggi si sta facendo lo stesso con la legge elettorale e la riforma del bicameralismo e il Parlamento ne prenda atto e scelga in piena autonomia:” La funzione legislativa è esercitata colletti-vamente dalle due Camere e i membri non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
SE L' ITALIA NON
CAMBIA DAL BASSO COLORO CHE
STANNO IN ALTO
CONTINUERANNO
INCONTROLLATI CON IL
MALAFFARE E
LA MALA POLITICA
Tutti i cittadini hanno diritto
di associarsi liberamente in
partiti per concorrere con
metodo democratico a
determinare la
politica nazionale.
(nessuno si senta escluso)
articolo49
articolo primo rivisitato"
L' ITALIA E' UNA
DITTATURA MODERNA
FONDATA SULLA
PARTITOCRAZIA. LA
SOVRANITA'
APPARTIENE AL
POPULISTA DI TURNO CHE LA
ESERCITA CON
DECRETI,
MAX-EMENTAMENTI E LEGGI
DELEGA, CON LA
CONSAPEVOLE
COMPLICITA' DEL
PARLAMENTO.
Il Presidente del Consiglio dei ministri
dirige la politica generale del Governo e
ne è responsabile. Mantiene l’unità di
indirizzo politico ed amministrativo, pro-
movendo e coordinando l'attività dei
ministri. (resaponsabile di che cosa ? )
articolo95
CIAO PINO... Che la musica ti accompagni amico mio, perchè senza so che non puoi stare, ovunque tu sia.
(Vogliamo ricordarlo con le parole di Fiorella Mannoia.) GRAZIE PINO !
MAPOLE’ ERA ED E’.... Napule è mille culure
Napule è mille paure Napule
è a voce de' criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.
Napule è nu sole amaro
Napule è addore 'e mare
Napule è 'na carta sporca
e nisciuno se ne importa e
ognuno aspetta a' ciorta.
Napule è 'na cammenata
inte viche miezo all'ato
Napule è tutto 'nu suonno
e 'a sape tutti o' munno ma
nun sanno a verità.
Napule è mille culure
(Napule è mille paure)
Napule è 'nu sole amaro
(Napule è addore e' mare)
Napule è 'na carta sporca
(e nisciuno se ne importa)
Napule è 'na camminata
(inte viche miezo all'ato)
Napule è tutto nu suonno
(e a' sape tutti o' munno)
STO LASCIANDOVI ...
No ad un altro Presidente della Repubblica riformista come il politico professionista
Giorgio Napolitano, che ha visto nel bicameralismo equilibrato repubblicano, un male assoluto, nell' incapacita' da parte della
politica di gestire una democrazia rappresentativa.
" Un Capo dello Stato super partes non puo'
essere politico" POLITICO O CIVILE ? A questa domanda facciamo rispondere la Cos-tituzione... Il Presidente della Repubblica e' il Capo dello Stato (di tutti i cittadini) , rappresenta l' Unita' Nazionale, autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo e prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione, anche se poi la deci-sione finale spetta sempre al Parlamento.
Indirizza il Parlamento inviando messaggi. E' vero che il Capo dello Stato non ha poteri esecutivi e legislativi ma ha il compito primario di supervisore sull' Unita' Nazionale e socio/politica della Paese. Nel corso dei decenni con le scelte prevalente di un Presidente, politico, il suo ruolo e’ stato male interpretato dal legisla-tore ridiminsionandone i suoi poteri, instaurando conflitti istituzionali tra i potere esecutivo e quello legislativo. Proprio perche’ il ruolo pri-mario del Capo dello Stato e’ quello di impar-zialita’ politica, il prossimo Capo dello Stato ( e sarebbe la prima volta) non dovrebbe avere in tasca nessuna tessera di partito. Il fatto che il Capo dello Stato deve essere per forza maggiore un politico e’ solo una leggenda metropolitana. Il Capo dello Stato prima di autorizzare e in-dirizzare puo’ e deve avvalersi della consulenza egli organi di garanzie istituzionali e costituzi-onali (come Corte dei Conti e Consulta) Faccio un esempio banalissimo, se l’ attuale Presidente della Repubblica riguardo ai vari Lodi schifani e alfani prima di firmarli avesse prima consultato la Corte Costituzionale, non li avrebbe autoriz-zati o minbino avrebbe chiesto una nuova delib-era, motivandone appunto dubbi di incostituzi-onalita’. Altro esempio, sui decreti leggi o dele-ghe economici, chi o che cosa proibisce al Capo dello Stato di consultare la Corte dei Conti, per eventuale coperture o non ? NON CONFONDIAMO LE RIFORME
REPUBBLICANE CON LA NORMALE AMMINISTRAZIONE
GOVERNATIVA "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge, Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la pro-posta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.” Il Costituente nel ribadire che: " Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica gen-erale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei minis-tri.", intendeva PRINCIPALMENTE un potere esecutivo propositivo ed un parlamento legisla-
tivo rappresentativo; a differenza dei sistemi autoritari. Nel corso dei decenni questo equilibro e' venuto meno, proprio perche' il legislatore ha confuso le riforme repubblicane con la normale amministrazione governativa. Badate bene che a parte i decreti leggi previsti dalla Costituzione e' solo nei casi di straordinarieta' emergenza e necessita', tutte le proposte legislative di inizia-tive dei governi dopo l’ autorizzazione del Capo dello Stato seguono (o dovrebbero se-guire) il normale iter parlamentare come qualsi-asi altra proposta, ivi incluso quelle di inizia-tive popolari. Ribadiamo ancora una volta che se i governanti rispettano il libero mandato, senza imporre questioni di fiducia, ci saranno si meno leggi ma piu’ eque. Va detto ancvhe che (e bisogna ricordarlo sino alla nausea) :” La questione di fiducia non pfrevista dalla Costi-tuzione italiana, viola due principi fondamen-tali in una democrazia avanzata, il libero man-dato e la rappresentativita’ , perche’ ponendo la fiducia, tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata pre-sentata, un vero e proprio mandato imperiale ! Ovviamente ai nuovi legislatori non e’ bastato abusare dei decreti leggi, volevano anche un ulteriore veto sul potere legislativo rappresenta-tivo . E la chiamano ancora repubblica democ-ratica!!! IL GOVERNO RENZI NON E' POLITICO MA
ISTITUZIONALE, VOLUTO DAL RIFORM-
ISTA GIORGIO NAPOLITANO
"La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale"
E' antidemocratico da parte di un Capo dello Stato sostenere che il bicameralismo paritario repubblicano, che nel primo ventennio repub-blicano ci ha portati al boom econoomico, e' il male assoluto dell' attuale crisi istituzionale e legislativa e andrebbe riformato. Un Presidente della Repubblica dovrebbe limitarsi ad essere garante e supervisore e non cercare di “dirige” la politica generale, interferendo con l' organo legislativo sovrano [Nore editoriale ]
Premiati studenti, poeti, scrittori e vari artisti
alla “Settimana della Solidarietà, della
Cultura, dell’Arte e del Turismo” di
Messina
Di Nino Bellinvia
“Settimana della Solidarietà, della Cultura,
dell’Arte e del Turismo”. Apertasi l’11
dicembre al “Salone delle Bandiere dell’Un-
ione Europea” nel Palazzo Municipale, si
èconclusa lo scorso 19 dicembre nella “Aula
Magna” dell’Università degli Studi con l’as-
segnazione dei premi, così come avviene da
diversi anni a questa parte. Ad organizzarla è
stata l’Accademia Internazionale “Amici
della Sapienza”, presieduta dalla prof. Teresa
Rizzo.
La manifestazione si era aperta con la qualifi-
cata e qualificante mostra di pittura e scultura
(L’Io nell’Arte) alla presenza, in qualità di
madrina, di Maria Ventura, Presidente Re-
gionale dell’ “Accademia di Roma” ed era
proseguito con gli interventi della prof.ssa
Paola Radici, docente all’Università di
Messina; della dott.ssa Rosamaria Petrelli,
presidente A. I. Donne Medico; della prof.ssa
Santina Schepis, presidente Unesco – Me.
Nell’occasione si è svolto un concerto le
“Gemelle Palazzolo” (arpiste) e la prof.ssa
Maria Letizia Pallone (soprano) ed un recital
con 10 poeti messinesi sul tema
“Classicheggiando il Natale”.
Il17 dicembre, a conclusione della mostra
d’arte, sono stati consegnati attestati ai ar-
tisti partecipanti e si sono tenute
anche varie esibizioni musicali
(protagonisti gli studenti dell’I. I. S. An-
tonello) con la coreografia dei quattro ele-
menti (Acqua, Aria, Terra, e Fuoco) e con le
danzatrici della “Accademia dello Spetta-
colo” della coreografa Elisabetta Isaja.
La serata conclusiva ha avuto luogo
nell’Aula Magna dell’Università con l’as-
segnazione di premi per la poesia agli stu-
denti di diverse scuole della Provincia, non-
ché a scrittori e musicisti affermati
provenienti da diverse città italiane, tra cui
ai poeti Cristina Lania, Anna Manna, Anna
Cardona, Rosina Andreacchi, Angelo
Salvatore Daddelli e Giusi Baglieri. Per la
narrativa sono stati attribuiti premi a:
Giuseppe Barcellona, Nadia Betti, Anna
Manna, Linda Liotta e Castrenza Pizzolato.
A seguire sono stati conferiti riconoscimenti
ai benemeriti dell’Arte, delle Scienze della
Cultura e della Solidarietà: Il Duo Paganini
Giuseppe Fabio Lisanti (violinista) e Ales-
sandro Monteleone (chitarrista), Domenico
Ciancio San Filippo (Direttore editoriale de
“La Sicilia”), Giacomo Romano Davare
(autore-regista-attore), Cosetta Gigli
(soprano), Giuseppe Melindò (magistrato),
Rev. Padre Salvatore Miracola (storico
dell’arte), il Duo Palazzolo Simona e Sa-
brina (arpiste), Nunzio Sarpietro
(magistrato), Diego Lana (discografico-
musicista), Istituto Alberghiero “Karol
Wojtyla” di Catania.
I pittori partecipanti alla mostra sono
stati: Amalia Alia, Angela Alibrandi,
Giovanni Amico, Cinzia Assennato,
Riccardo Battigelli, Daniela Cannia,
Rosanna Criscione, Antonina Donato,
Lidia Faraone, Margherita Forzano,
Paolo Giacobbe, Giusi Grasso, Linda
Iapichino, Santa Ingegneri Orsini, Na-
talia Lisitano, Leandro Lo Mastro, Anna
Manna, Teresa Mazzurco, Iole Notarste-
fano, Giuseppina Onorato, Donatella
Saladino, Maria Angela Sarchiello, Car-
melo Vella, Maria Ventura e la Presi-
dente dell’Accademia “Amici della Sa-
pienza” Teresa Rizzo. Hanno esposto
loro opere gli scultori Vittorio Basile,
Pietro Bitto, Marco Carellario, Giuseppe
Lo Mastro e Giuseppe Messina.
Quest’ultimo nella serata del 19 dicem-
bre, insieme al preside ha premiato i
maestri Giuseppe Fabio Lisanti e Ales-
sandro Monteleone.
Nella foto (da sx) il preside Claudio
Tassoni, i maestri Fabio Lisanti e Ales-
sandro Monteleone, lo scultore Giuseppe
Messina, la giornalista Lella Battiato e la
prof. Teresa Rizzo, presidente dell’Ac-
cademia Internazionale “Amici della
Sapienza”.
Premiati studenti, poeti, scrittori e vari artisti alla
“Settimana della Solidarietà, della Cultura, dell’Arte
e del Turismo” di Messina
ANNO NUOVO CAPO DI STATO NUOVO ?
ADDIO AL CAPO DELLO STATO RIFORMISTA 8 CULTURA di Nino Bellinvia 9
Da un po’ di tempo
provo nausea verso la
politica italiana. Ne è
prova che mi sono tirato
in disparte demandando
a l …P ad r e t e rn o l a
soluzione dei problemi,
conscio che ormai non
c’è più nulla da fare di
buono in questo paese
che mi ha visto nascere,
lavorare ed osservare
scrupolosamente una condotta civile, nel rispetto sociale ed istituzion-
ale.
In questi ultimi 3-4 giorni però ho avuto un sussulto da rovesciarmi dalla
sedia quando ho sentito queste due notizie: la probabile riabilitazione
politica di Berlusconi conseguente all’art. 19 bis di un DL. che
eviterebbe la condanna a chi evade il fisco in percentuale inferiore ris-
petto al 3% del suo imponibile e il ritorno di Pierferdinando Casini come
papabile alla Presidenza della Repubblica.
Penso di avere titolo per dire che, a questo punto, l’Italia è un paese che
non merita più nulla, se non il mio disprezzo, stante la profonda
amarezza che mi sta determinando.
Purtroppo, gli Italiani sono impotenti rispetto a questa situazione e questa
impotenza finirà per farci sprofondare ancor di più.
Povero Paese, da me tanto amato !!!
LETTERA AL “DIRETTORE “ Arnaldo De Porti
POVERA ITALIA….RISPUNTA CASINI. ADDIRITTURA PER IL COLLE
E GLI ITALIANI ONESTI E SERI…VILIPESI E SCARNATI
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