Valigette aritmetiche in prima e seconda elementare e non ... · oggetti matematici. Il...

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“Valigette aritmetiche”:

artefatti come strumenti per

costruire significati matematici

Rita Canalini

ottobre/novembre 2011

LABORATORIO DI MATEMATICA

Laboratorio di Matematica (dal Curricolo

Matematica 2003 – dell’UMI-CIIM)

Il laboratorio di matematica […] si presenta

come una serie di indicazioni metodologiche

trasversali, basate certamente sull’uso di

strumenti, tecnologici e non, ma

principalmente finalizzate alla costruzione di

significati matematici.

Il laboratorio di matematica non è (necessariamente) un luogo fisico diverso dalla classe, è piuttosto un insieme strutturato di attività volte alla costruzione di significati degli oggetti matematici. Il laboratorio, quindi, coinvolge persone (studenti e insegnanti), strutture (aule, strumenti, organizzazione degli spazi e dei tempi), idee (progetti, piani di attività didattiche, sperimentazioni).

È necessario ricordare che uno strumento è sempre il risultato di un'evoluzione culturale, che è prodotto per scopi specifici e che, conseguentemente, incorpora idee.

Sul piano didattico ciò ha alcune implicazioni importanti: innanzitutto il significato non può risiedere unicamente nello strumento né può emergere dalla sola interazione tra studente e strumento.

In sintesi:

1. Si entra in laboratorio per capire, o meglio motivati a capire

2. Il lavoro non è mai individuale

3. Si parte dal problema, non dalla sua soluzione

4. Tutto ciò che viene prodotto ha un senso, compreso l’errore

5. Non c’è una demarcazione netta tra teoria e prassi e vanno mobilitate tutte le conoscenze pregresse

6. Grande attenzione viene dedicata ai processi

7. Quanto prodotto è sempre oggetto di confronto collettivo, la discussione è fondamentale per rendere patrimonio comune della classe quanto compreso e i problemi rimasti aperti

L’ambiente del laboratorio di matematica è in

qualche modo assimilabile a quello della bottega

rinascimentale, nella quale gli apprendisti

imparavano facendo e vedendo fare, comunicando

fra loro e con gli esperti

Strumenti

come sussidi

Finalità del quadro teorico:

Sviluppare e valorizzare (per capire per

programmare attività didattiche) il complesso

sistema di relazioni semiotiche tra:

• un artefatto (o un insieme di artefatti)

• un compito (o un insieme di compiti)

• un elemento (o una parte) del sapere

matematico

• i processi di insegnamento apprendimento

in classe

Bartolini (2007)

LE MANI

(Luca Pacioli, Venezia 1494)

L’età nelle mani in Occidente

e in Africa

A ottobre in prima: disegna le tue mani

mentre contano

LA RAPPRESENTAZIONE DI SCHEMI D’USO

DITA,

FILASTROCCA NUMERICA

E SCRITTURA DEL NUMERO

MANI, SENSO CARDINALE DEL NUMERO

LIMITI E POTENZIALITA’ DELLO STRUMENTO

MANI E DITA STILIZZATE (“TACCHE”)

SIMMETRIA DELLE MANI ED ESPLORAZIONE DI REGOLARITA’ NUMERICHE

Nuovi Programmi della scuola primaria

(1985):

“il concetto di numero …richiede un

approccio che si avvale di diversi punti di

vista…la sua acquisizione avviene a livelli

sempre più elevati di interiorizzazione e di

astrazione durante l’intero corso della scuola

elementare ed oltre”

ALESSIO (5 anni): 7,6,5,4,3,2,1

MADRE: Cosa stai facendo?

ALESSIO: Sto contando fino a 7

MADRE: Ma non si conta così, si conta 1,2,3,4,5,6,7

ALESSIO: Non sempre

Qualche tempo dopo, in ascensore

ALESSIO (osservando il quadrante dei comandi mentre

scende dal settimo piano): Vedi mamma che si conta

anche 7,6,5,4,3,2,1!

Il “senso” del numero

I cinque principi di Gelman e Gallistel

• principio di iniettività: stabilire una corrispondenza

biunivoca tra oggetti e segni distinti (etichettamento)

tenendo conto degli oggetti già contati (ripartizione)

• principio dell’ordine stabile: utilizzare una

sequenza ordinata, dunque ripetibile di etichette

• principio di cardinalità: assegnare all’ultima

etichetta un significato “speciale”

• principio di astrazione: applicare i precedenti

principi a qualsiasi collezione di oggetti

• principio di irrilevanza dell’ordine: comprendere

che l’ordine seguito non incide sull’esito del conteggio

IL DUBBIO DI MARIANNA E CRISTIANO (classe III, 2 dicembre) Marianna e Cristiano hanno inventato questi problemi “contrari”.

1) Gabriele ha comprato 50 petardi, ma l’ultimo dell’anno ne ha scoppiati 32. Quanti petardi non ha scoppiato?

2) 2) Gabriele ha ora 18 petardi, 32 li ha scoppiati l’ultimo dell’anno. Quanti petardi aveva prima di quella sera?

Marianna e Cristiano hanno espresso questo dubbio:

“Ha senso il testo del secondo problema? Come possiamo aggiungere petardi che sono scoppiati e che dunque non ci sono più?”

- COSA NE PENSATE?

- UN MATEMATICO COSA POTREBBE DIRCI IN PROPOSITO?

-32

+3

2

50 18

L’attività

• è stata proposta il 2 dicembre, in una classe

terza di livello medio,

• 21 allievi presenti sono stati suddivisi in 7 gruppi

eterogenei da 3

• ciascun bambino, nel corso dell’attività, ha

scritto sul quaderno le riflessioni del gruppo

• l’insegnante, se chiamata in causa, si limita a

rileggere la consegna e quanto gli allievi hanno

scritto fino a quel momento

Le potenzialità della matematica (Marianna, Cristiano e Miriam)

Abbiamo capito che Gabriele ha comprato 50 petardi ma per

l’ultimo dell’anno ne ha scoppiati 32. A Gabriele gli sono rimasti

18 petardi. I matematici con la fantasia vanno indietro nel tempo

e così si ritorna al numero iniziale che è 50.

Nella realtà tutti gli uomini se vogliono scoprire il numero iniziale

devono fare una addizione. Per questo problema bisogna eseguire

questa addizione:

18 +32 = 50

Un matematico direbbe che si può contare anche quello che non

si vede. I numeri stanno nella mente. Dato che sono nella mente

sono infiniti e possono contare le cose inesistenti.

Esempio

Le muffe e i batteri che non si vedono

I matematici con la fantasia vanno

indietro nel tempo e così si ritorna al

numero iniziale che è 50.

Nella realtà tutti gli uomini se

vogliono scoprire il numero iniziale

devono fare una addizione. Per

questo problema bisogna eseguire

questa addizione:

18 +32 = 50

Un matematico direbbe che si può

contare anche quello che non si vede.

I numeri stanno nella mente. Dato

che sono nella mente sono infiniti e

possono contare le cose inesistenti.

Esempio

Le muffe e i batteri che non si vedono

-“andare indietro nel

tempo”: metafora che

appartiene alla cultura della

classe

- dall’enunciato generale

(senza ricorso a forma

impersonale) al caso

specifico

- la “voce” del matematico:

il numero come oggetto

mentale e l’idea di infinito

- il senso comune riemerge:

ciò che non si vede non

esiste

Secondo Giulia,

8 anni autrice

del disegno, la

matematica

utilizza un

linguaggio

specifico e

richiede

strumenti che

appartengono al

“pensiero

alfabetizzato” e

tempo per

riflettere.

Le mani e il principio di astrazione?

Un apparente paradosso…

Brian Butterworth (1999), Intelligenza matematica,

Milano: Rizzoli.

Capitolo 5 Mani, spazio e cervello.

Le Dita, per disposizione della natura

e per l’irrevocabile decisione del grande Aritmetico,

sono state incaricate di servire al conteggio,

alla stregua di rapide e naturali cifre,

sempre pronte e sotto Mano

ad assisterci nei nostri calcoli.

(J. Buwler, Chirologia, 1644)

B. Butterworth:

La rete corticale

attivata quando si

stanno elaborando

numeri è

parzialmente

sovrapposta con

quella utilizzata per il

movimento delle mani

e delle dita.

Il “contamani-accarezzatore”

Il “contamani” e il numero 8

• Il calcolo di addizioni e sottrazioni richiede schemi d’uso più complessi rispetto al conteggio. Per esemplificare, l’esecuzione della seguente addizione: 3+4=, implica:

• un azzeramento dello strumento

• il sollevamento di 3 dita contando da 1 a 3

• il sollevamento di 4 dita contando da 1 a 4

• il conteggio di tutte le dita precedentemente sollevate

Nel caso della sottrazione, ad esempio 10-4=:

• un azzeramento dello strumento

• il sollevamento di 10 dita contando da 1 a 10

• l’abbassamento di 4 dita contando da 1 a 4

• il conteggio delle 6 dita rimaste sollevate.

RAGGRUPPAMENTO IN

BASE DIECI,

VALORE POSIZIONALE

DELLE CIFRE E

PAROLA NUMERO

Classe seconda:

Le mani e la

“stanghetta

decina”: ogni dito

rappresenta dieci.

Lo strumento

acquista nuove

funzioni che

integrano le

precedenti

La parola ai bambini

Rifletti sugli strumenti della

valigetta, soprattutto su quelli ti

hanno aiutato di più a

comprendere il mondo dei numeri

e le sue regole.

Immagina di regalare uno dei nostri

“strani” oggetti ad un bambino di

prima, cosa gli diresti?

IL “CONTADECINE” Marianna rappresenta graficamente un possibile uso dello

strumento

In classe quarta (attività a coppie e a gruppi di 3, maggio 2011)

In prima e in seconda abbiamo utilizzato

alcuni strumenti che ci hanno aiutato nella

comprensione del nostro sistema di scrittura

dei numeri e delle operazioni aritmetiche.

Ora siamo in quarta, scrivete una relazione

che spieghi quali significati matematici è

possibile “scoprire” considerando ciascuno

degli strumenti che la valigetta contiene

Manuele e Filippo

Il contamani ti aiuta a capire la decina e le

singole unità e tutte le dita abbassate

contano 0. Il contamani ci ha aiutato con

l’addizione e la sottrazione. Il contadecine

in un dito conta 10 unità. In tutto sono 100

unità, in seconda noi non sapevamo bene

la moltiplicazione ma senza accorgercene

abbiamo fatto una moltiplicazione

10x10=100

Basma Alyssa e Alessia N.

Osservazioni sul contamani

Il contamani rappresenta inizialmente con un dito una

unità poi si è sviluppato e con un dito rappresenta una

decina, oggi potremmo immaginare di fare

raggruppamenti per 3,6,5…

Un dito potrebbe contare delle decine di decimi e

potremmo fare i calcoli con la virgola più velocemente, ad

esempio 2,4+ 2,6 = 5 copri due dita e 4 decimi, poi

vedi molto velocemente quanto manca

Oltre i numeri naturali con il contamani possiamo usare

altre forme di scrittura, in questo caso quella decimale

funziona perché anche nella scrittura dei numeri con la

virgola si raggruppa per 10

La linea dei numeri

La linea dei numeri è un

artefatto di natura

simbolica:

la linea dei numeri naturali

è una semiretta orientata

con origine 0 che

rappresenta in modo

analogico la successione

dei numeri naturali: ogni

spazio tra una tacca e

l’altra rappresenta una

unità (sulla linea dei

numeri si contano i

“passi”)

Potenzialità semiotiche:

- approccio ordinale- ricorsivo al

numero

- intuizione della possibile

continua iterazione

dell’operatore +1

- significato di operazione come

operatore: nell’addizione

l’addendo successivo modifica il

precedente iterando l’operatore

+1 tante volte quante ne indica il

numero da addizionare

(viceversa nella sottrazione

viene iterato l’operatore -1 tante

volte quante ne indica il

sottraendo)

La linea

dei

numeri: le

ipotesi dei

bambini

DISCUSSIONE MATEMATICA ≠ CONVERSAZIONE

La “discussione matematica” è un costrutto teorico che definisce peculiari modalità di interazione sociale all’interno della classe

(o più in generale, di due o più persone, non necessariamente

compresenti, coinvolte in attività di insegnamento-apprendimento).

Si tratta di modalità finalizzate alla progressiva appropriazione di

significati matematici da parte degli allievi.

aspetti epistemologici

aspetti cognitivi

aspetti pedagogico-didattici

DISCUSSIONE

MATEMATICA

LA DISCUSSIONE MATEMATICA

Dal punto di vista

epistemologico

considera:

•il sapere

matematico

•la storia della

matematica (grande

attenzione per gli

ostacoli di carattere

epistemologico)

Dal punto di vista

cognitivo dà grande

rilevanza al contributo

di Vygotskij:

•legge genetica

generale dello

sviluppo

(interiorizzazione)

•zona di sviluppo

prossimale

Dal punto di vista

didattico investe

sulla co-costruzione

sociale delle

conoscenze:

•problem solving

•domande aperte

•rispecchiamento

•parafrasi

“Discussione matematica”: uno stralcio 76. Basma: Uffa ha sbagliato…c’è cinque cinque

e poi uno non va lì

77. Alessia V.: Forse Uffa non lo sa perché è un cane.

78.INS: Cosa non sa Uffa?

78. Marco M: Uffa non sa che i numeri ci sono solo una volta e poi non vanno così

79. Soufian: I numeri sono 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 e tanti altri

80. Ergi: No c’è anche zero, bisogna mettere prima 0

81. Giulia M.: Sì bisogna cominciare con 0 e poi mettere 1,2,3,4,5, 6 …come nella riga in alto

82. INS: Se ho capito bene state dicendo che i numeri sulla linea devono seguire un ordine e in questo ordine uno stesso numero non si ripete mai. Avete anche detto che il primo numero che leggiamo sulla linea è 0 seguito da tanti altri numeri. Omar ha scritto la parola “continuano” perchè?

Istituzionalizzazione: stesura di un testo

collettivo che formalizza quanto compreso attraverso

la discussione. Il testo è coerente con il sapere adulto

Abbiamo capito che sulla linea dei numeri i

numeri sono in fila.

I numeri sono ordinati, si inizia da 0 e si va

avanti sempre di 1.

La linea dei numeri è infinita.

Sulla linea dei numeri uno stesso numero

non si ripete mai.

La linea dei numeri

L’ITERAZIONE

DELL’OPERATORE +1

METAFORE LEGATE AL CORPO

E AL GESTO

SIMBOLI E TERMINI MATEMATICI

LA LINEA DEI NUMERI E IL SIGNIFICATO

DELLE SCRITTURE MATEMATICHE

Ragionando in discussione sul

“caso” 12= 7+….

Manuele:12 non deve stare lì deve stare

dopo

INS: No, non ci sono errori in questa

scrittura, però bisogna capire bene cosa

vuol dire il segno è uguale a

Samantha: Io mi ricordo che sì… il

trenino dell’8 c’era il numero 8 e poi

uguale e poi tutti vagoncini che davano

quel numero lì 8

Soufian: E’ vero bisognava che faceva

sempre 8 per mettere uguale tra i

vagoncini

Basma: tu leggi 8 e dall’altra parte non

vedi 8 ma 4+4 che fa 8

Ergi anche nel gioco coi dadi il bambino

diceva i punti e dopo che erano uguali si

cioè ai punti di 3 dadi che mettevano tutto

insieme

INS: La linea dei numeri come ci può aiutare a scoprire il numero che manca

in 12= 7+…

Alessia V: parti da 12 e poi vai avanti 7

( i bambini eseguono e inseriamo 19)

INS: Sara leggi cosa abbiamo scritto

Sara: 12 uguale 7 più 19

PAUSA

Soufian: Mi sembra troppo ce ne abbiamo messi di più… forse dovevamo

partire da 7 e arrivare a 12, dobbiamo fare i passi da 7 a 12…(Soufian mostra

ai compagni la sua strategia, ma non conta i passi da 7 a 12)

Giulia R:Eh sì ma mica lo sai quanti passi hai fatto…forse li dobbiamo contare

sì mentre facciamo i passi li contiamo

INS: Vieni Giulia fai vedere come faresti tu

(Giulia “parte” da 7 va avanti contando 5 passi fino a 12)

Giulia R: Vedi ci dobbiamo mettere 5 7+5 fa 12

INS: 12 è uguale alla somma di 7 e 5, alla quantità che si trova unendo 7

e 5

La linea dei numeri in seconda

La linea dei numeri in terza

e in quarta commentando gli strumenti della valigetta

….oggi sappiamo che ad esempio potremmo dividere

da 0 a 1 per trovare i decimali, potremmo allungare la

linea a sinistra e trovare i negativi…

La parola ai bambini

Rifletti sugli strumenti della

valigetta, soprattutto su quelli ti

hanno aiutato di più a

comprendere il mondo dei numeri

e le sue regole.

Immagina di regalare uno dei nostri

“strani” oggetti ad un bambino di

prima, cosa gli diresti?

LA LINEA DEI NUMERI Alessia e i numeri naturali, insieme totalmente ordinato

Martina e la memorizzazione della sequenza numerica

Ergi spiega come eseguire addizioni con la linea dei numeri

RIFLESSIONI IN QUARTA

Linee dei numeri?

L’abaco

Il pallottoliere per: - consolidare capacità di conteggio con

riferimento ai principi individuati da Gelmann

e Gallistel

- sollecitare processi di subitizing

- promuovere la conquista di strategie di

calcolo

- far emergere la nozione di raggruppamento in

base dieci

Il

pallottoliere

utilizzato in

prima

1) l’artefatto-strumento acquista un

peculiare valore affettivo

2) una dotazione individuale di strumenti

permette di ricorrervi frequentemente

consentendo l’ iterazione di gesti e

schemi d’uso chiamati, progressiva-

mente,con tempi distesi e grazie

all’interazione sociale, ad essere

interiorizzati

3) l’assemblaggio-realizzazione dell’artefatto viene

proposta dall’insegnante secondo modalità che tendo-

no a far emergere, almeno in parte, il sapere incorpo-

rato nello strumento e/o a far ipotizzare schemi d’uso

Perché a ciascuno un “personale”

artefatto/strumento?

Un esempio, l’assemblaggio del

pallottoliere: • Per ogni bambino si preparano dei sacchetti contenenti

due stanghette in legno, due rettangoli in legno o cartone, ciascuno con 2 fori e 20 perline (pasta forata)

• L’insegnante mostra il contenuto di uno dei sacchetti, le palline vengono contate, e dichiara che sono i pezzi necessari per costruire uno strumento che si chiama pallottolliere e che serve per contare e calcolare. Dichiara di aver perso le istruzioni di montaggio quindi occorre ipotizzare come lo strumento debba essere montato

• Ad ogni allievo viene consegnato il materiale e ciascuno lo esplora provando a realizzare il pallottoliere

• Dopo qualche tempo, si discute sulle varie realizzazioni proposte

Dalla discussione emerge che

• in ogni stanghetta vanno infilate 10 palline tante quante sono le dita delle nostre mani (riferimento all’idea di raggruppamento)

• i rettangoli di legno servono per infilare le due stanghette, dunque non far uscire le palline (ogni strumento è anche il prodotto di soluzioni tecnologiche e come tale ha potenzialità e vincoli)

• la lunghezze delle stanghette è solo in parte occupata dalle palline così, mentre si conta, si possono separare quelle contate da quelle che si devono ancora contare (riferimento al processo di ripartizione , cfr. Gelmann e Gallistel)

Il pallottoliele e la “fila decina”

La cifra 1 che sta a sinistra conta la

fila-decina che abbiamo circondato con

una linea chiusa. La cifra 4 che sta a

destra conta le unità.

Vedo due file-decina sul pallottoliere Sposto una fila-decina Sposto 7 palline senza contarle perché ne lascio 3 a sinistra (subitizing)

Vedo due file-decina sul pallottoliere Sposto una fila-decina Sposto 7 palline senza contarle perché ne lascio 3 a sinistra (subitizing)

20 = 10 + 10 20 – 10 = 10 10 – 7 = 3 20 – 17 = 20 – 10 – 7 = 3

COMPITO

AZIONI sull’ARTEFATTO

SCHEMI D’USO

SIGNIFICATI MATEMATICI

20 = 10 + 10 20 – 10 = 10 10 – 7 = 3 20 – 17 = 20 – 10 – 7 = 3

Il pallottoliere e la “stanghetta decina”

La “stanghetta decina”

e la scrittura del

numero

La “stanghetta-

decina” ed esercizi

di calcolo

La strategia di Ergi per

trovare il numero

“misterioso”

20 - … = 12

La parola ai bambini, fine seconda

Scrive Miriam:

Aggiunge Manuele

Le riflessioni quarta

Mediazione semiotica:

SAPERE MATEMATICO (notazione posizionale)

COMPITI

TESTI SITUATI

(“palline infilate su una stanghetta”)

TRASFORMAZIONE DI SEGNI/TRASFORMAZIO-NE DI SIGNIFICATI

(la discussione introduce: termini ibridi come“fila decina”- e negozia rappresentazioni grafico-simboliche)

TESTI MATEMATICO (decina)

Le cannucce In altre culture: le bacchette di calcolo in

Cina (prima elementare, primo semestre)

Ma anche nella “nostra” didattica non è una

proposta nuova

Da un testo del 1929, biblioteca INDIRE

Le sperimentazioni condotte portano

a ritenere che non c’è una sequenza preordinata

“ottimale”. La scelta va operata tenendo conto del

potenziale semiotico di ogni artefatto/strumento

correlato ai motivi e agli obiettivi che l’insegnante

intende perseguire in una data fase del processo di

insegnamento-apprendimento

Le cannucce solo in prima?

Più in generale, quando introdurre un

artefatto/strumento?

Un esempio, le cannucce in terza

elementare per:

. ampliare il campo numerico “recuperando”

rispetto all’abaco la cardinalità

. “scoprire” regole di calcolo

. riflettere sul significato di addizione e

sottrazione come operazioni inverse

L’introduzione di un nuovo artefatto,

attività individuale

Andrea il “senso comune” e il

sapere matematico

Un caso più difficile proposto a gruppi di 3…

Una nuova consegna e la soluzione di

Samantha

Ricostruzione di un

abaco romano

Fu probabilmente l'abaco a suggerire agli indiani (forse nel VI sec.d.C.) il sistema posizionale. Per indicare le righe prive di sassolini, gli indiani pensarono di usare un puntino, così come noi oggi usiamo lo zero.

L’ABACO

VERTICALE

Codex Vigilanus: viene considerato il

più antico testo europeo contenente le nostre cifre decimali (risale al 976 d.C.).

Si nota che ancora non compare un simbolo per rappresentare lo zero.

Leonardo Pisano (1170-

1250) detto Fibonacci

Margarita Philosophica, Gregor Reisch (1503)

L’abaco verticale

Discutendo durante l’assemblaggio 42.Basma: secondo me manca il pezzetto di legno per infilare i

legnetti, ci devono essere due legnetti

43.INS: No ho controllato i pezzi vanno bene, questo è uno strumento diverso dal pallottoliere

44.Giulia M.: secondo me le astine devono stare dritte perché così ci puoi infilare la pasta, se no cade

45.Manuele: sì ci puoi mettere la pasta su due stanghette e poi vedere quante sono tutte …tutte quante.

46.INS: Non ho capito bene ci puoi far vedere un esempio..

47.Manuele (che ha inserito sulla base le due aste) : Tu metti 1,2,3 palline qui (infila contandole tre palline sull’asta a sinistra) poi ne mette 1,2,3,4 qui poi conti 1,2,3,4,5,6,7.

48.Ins: cosa ha voluto farci vedere Manuele?

49.Andrea: e che tu fai 3 poi ci metti 4 e poi poi conti tutto

50. Ins: sì ci vuol far vedere come si esegue una addizione

50.Ergi: ha fatto 4 + 3 che fa sette

51.Ins: se ho capito bene, voi dite che ha infilato tre palline sull’asta a sinistra e tre palline sull’asta a destra per sommare 3 e 5 per calcolare l’addizione 3+5. E’ un’idea. Ma noi possiamo fare questo calcolo anche con il pallottoliere, con il contamani, con la linea dei numeri. Forse questo strumento ci vuole proprio far vedere che c’è un’asta a sinistra e una a destra.

52. PAUSA

53. Sara: Per me ci dobbiamo mettere un altro legnetto

54. Samantha: No forse e che tu metti uno qui (infilando un gettoni a sinistra) e 3 qui poi dici che è 13.

55: Andrea: ma li ci hai messo 4 palline mica 13

56: Giulia M.: si ma …. forse si … è come le monete quella lì, la moneta dove c’è scritto dieci

57. INS.: Giulia e Samantha pensano che se metto un gettone a sinistra è una decina, quel gettone nella stanghetta sinistra vale dieci. Io ne vedo uno solo ma vale dieci come quando vediamo la moneta da 10 centesimi, è una sola ma vale come dieci monetine da un centesimo.

L’abaco verticale e il valore posizionale

Un conflitto che richiede tempi lunghi

L’abaco e composizioni

L’abaco e il calcolo in colonna

L’abaco suggerisce l’incolonnamento

La parola ai bambini

Rifletti sugli strumenti della

valigetta, soprattutto su quelli ti

hanno aiutato di più a

comprendere il mondo dei numeri

e le sue regole.

Immagina di regalare uno dei nostri

“strani” oggetti ad un bambino di

prima, cosa gli diresti?

Soufien e l’abaco

L’abaco grafico

nel corso degli

anni

Discussione e

redazione di un testo

collettivo

Classe

quarta

riflettendo

sugli

strumenti

della

valigetta

Abbiamo considerato l’abaco che ha delle stanghette

in verticale. E’ un ottimo strumento di calcolo. E’

diverso dalla linea dei numeri e dal pallottoliere

perché rappresenta i cambi, rappresenta il valore

posizionale. Gli errori che l’abaco ti aiuta ad evitare

sono quelli che si fanno quando ci sono i cambi

L’abaco e i decimali, un possibile

percorso in terza

• produzione di ipotesi individuale: com’è l’abaco del denaro?

• discussione per mettere a confronto le soluzioni proposte

• Istituzionalizzazione di quanto compreso

• Esercizi legati alla compravendita che ricorrono all’abaco grafico (incolonnamento dei decimali) e alla linea dei numeri.

CONSEGNA

Disegna come

immagini l’abaco del

denaro e scrivi le tue

riflessioni

ALCUNE SOLUZIONI

La discussione, l’apertura 1.Ins: Bene avete osservato la scheda? Ci sono tutte

soluzioni diverse c’è un problema che dobbiamo risolvere o potrebbero andare bene anche tante soluzioni diverse?

2.Stefano: Sì per me vanno bene tante diverse perché tipo quella di Gabriele è diversa da quella di tutti perché d sta proprio per denaro

3.Manuele: Io sono d’accordo con Stefano perché tutti i matematici potrebbero avere un loro abaco del denaro per sapere come fanno loro

4.Ergi Per me ognuno ha immaginato come fosse l’abaco del denaro come se lo immaginano loro, ma in verità secondo me ce ne è uno solo … perché tutti dicono che è così invece sono molto diversi l’uno dall’altro invece ce ne è uno solo come l’abaco che abbiamo nella scatola degli strumenti c’è solo quell’abaco.

14.Gabriele: Per me vanno bene

gli abaci con la virgola perché

dividono gli euro dai centesimi

perché ti fanno capire meglio che

nel denaro ci sono gli euro e i

centesimi

20.Marianna: Secondo me quello

che rappresenta meglio le cose è

quello della Giulia R. perché lo

divide tra euro e centesimi poi

dalle centinaia alle unità ha

messo il simbolo dell’euro e poi

anche dopo ha messo decine di

centesimi e unità di centesimi

In seguito i bambini notano che gli abaci della scheda hanno

un diverso numero di stanghette tuttavia non si tratta di una

differenza significativa poiché il numero delle stanghette

dipende dal numero che si intende considerare e non dalle

“regole” che dobbiamo rispettare per costruire questo abaco

Solo un bambino utilizza

il termine decimi e

posiziona questa marca

a destra delle unità di

euro.

78 Donato: non ho capito Manuele perché ha messo la d su

una stanghetta.

79 Manuele: quel simbolo d vuol dire decimi

….

82 Giulia R.: Io pensavo che in quello di Manuele quella d

fosse decine, io non ho capito la differenza tra decimi e

decine

83 INS: Giulia sta dicendo che non ha capito la differenza tra

decine e decimi e forse non ha capito nemmeno la differenza

tra centinaia e centesimi. Che differenza c’è tra decine e

decimi e tra centinaia e centesimi.

101Ins: Come è secondo voi la linea degli euro?

100Manuele: la linea degli euro sarebbe anche lunga perché per me i centesimi vanno messi in mezzo agli euro

101 PAUSA

102 Giulia R. Praticamente vuole dire che un euro non lo dobbiamo vedere sempre come uno, noi lo abbiamo sempre immaginato come uno e basta invece era 100 e perché è come 100 centesimi, tra lo 0 e l’uno ci sono dei centesimi, ce ne sono 100

103 INS: E se uno lo dividiamo in dieci parti cosa troviamo?

104 Giulia R.: I decimi?

105 INS: EUREKA, si è accesa la lampadina, spieghiamo bene questo ragionamento. La linea dei numeri ci aiuta (LA DISEGNA ALLA LAVAGNA). Questa è una linea dei numeri che arriva a due euro, dobbiamo mettere i centesimi su questa linea.

106 Ergi: Secondo me dobbiamo mettere come ha fatto Manuele, dobbiamo mettere dieci perché lui ha immaginato che ci sono i centesimi e dieci centesimi

107 Giulia R.: dieci centesimi sono i decimi

108 INS: E i decimi quanto valgono rispetto all’euro?

109 Manuele: dieci volte di meno

L’insegnante chiama in causa la linea dei numeri

Una rete di artefatti/strumenti

Una rete di artefatti, funzioni ipotizzate:

• Promuove un distacco dagli strumenti concreti,

orienta la riflessione sui saperi matematici

• Rende più ricca e articolata l’attività di carattere

semiotico relativa all’interazione con gli artefatti

fisici, alla rappresentazione di tale attività e alla

progressiva evoluzione di significati matematici.

• Il dialogo fra strumenti può generare conflitti

cognitivi produttivi rispetto alla costruzione di

significati matematici

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