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Politecnico di MilanoFacoltà del Design
Open lecture Design of the other ThingsAnno accademico 2010-2011
Docente: Stefano MaffeiCultori: Massimo Bianchini | Ursula Borroni | Beatrice Villari
Gruppo WhoooSerena CamereElena CassellaAlessia GasperiEloisa LiberaRiccardo LiporaceGiulia PrettiMarco Redaelli
The Hub: il progetto dedicato a chi vuole cambiare il mondo (con creatività)
Introduzione
Come nasce una nuova idea? E’ un dilemma che attanaglia
scienziati e imprenditori da sempre. Per secoli abbiamo
imparato a scuola che Johann Gutenberg sia l’inventore della
stampa e con essa abbia rivoluzionato la maniera in cui noi
umani trasmettiamo la conoscenza. Quello che però non ci
hanno insegnato è come quest’idea gli sia venuta in mente.
Steven Johnson a questo proposito ha scritto il suo ultimo
libro: Where Good Ideas Come From. L’obiettivo: smascherare
il mito del genio inventore e ridare alle reti e alla collaborazione
il loro giusto posto d’onore nel processo innovativo:
“Quando guardiamo alla storia dell’innovazione, ci si rende
conto in fretta che dietro al momento dell’Eureka! c’è questo
lento e silenzioso processo collaborativo, fatto di individui che
prendono in prestito da altre persone idee, risorse e approcci
ai problemi. L’idea innovativa finale è il risultato di questo
remix di tante componenti diverse. Certamente esistono
ancora persone geniali e persone che hanno un’intuizione
unica al mondo, ma per la maggior parte dei casi si tratta
di un processo molto più lento e collaborativo di quanto si
voglia ammettere”.
The Hub: cosa è?
Realtà giovane e dinamica, The Hub è un progetto che si sta
diffondendo rapidamente in tutto il mondo. The Hub è un
centro per la promozione dell’innovazione sociale che nasce
a Londra nel 2005. La ricetta, all’apparenza molto semplice,
mixa le caratteristiche di diverse esperienze e modelli quali,
ad esempio, gli incubatori o acceleratori di impresa, i think
thank, i centri polifunzionali e i caffè letterari. Il tutto messo
a sistema attraverso la pratica del co-working che si affina
tramite la particolare cura per gli spazi, definiti di ispirazione,
e per le modalità di interazione tra le persone che si
riconducono alle pratiche di facilitazione. Fase indispensabile
e propedeutica è quella del community design nella quale si
crea una comunità di persone che condivide valori, vision e
pratiche. La mission di The Hub è quindi votata alla creazione
di opportunità e soluzioni nell’ambito dell’innovazione sociale:
prodotti e servizi sostenibili, sia sotto il profilo ambientale
che per quelli socioculturali ed economici, che nascono
da bisogni condivisi e tramite processi di collaborazione e
partecipazione.
The Hub: dove è?
In seguito all’apertura del primo spazio ad Islington, alcuni
dei fondatori e primi membri della comunità di pratiche sono
diventati i naturali nodi di una rete che si inizia ad estendere
anche fuori dal Regno Unito: dapprima in Olanda con gli start
up degli Hub di Amsterdam e Rotterdam, in seguito in altre
città europee (Bruxelles, Madrid, ecc.) ed extracontinentali
(Mumbai, San Paolo, ecc.) sino ad arrivare a circa venti Hub
attualmente aperti in tutto il mondo. Lo scorso gennaio apre
ufficialmente i battenti anche il primo Hub italiano a Milano,
frutto di un intenso lavoro durato circa un anno e mezzo.
L’esperienza di The Hub si presenta in modo poliforme sotto
diversi profili. L’espansione del network è stata guidata da
una forte condivisione della mission e dei valori da parte delle
diverse comunità che avviavano il processo di fondazione di
un Hub sul proprio territorio, tuttavia le strategie sono state
declinate a livello locale secondo le specificità del contesto,
dei bisogni e del sentire che lo caratterizzavano. Hub World è
una limited, ovvero una società a responsabilità limitata, che
gestisce gli aspetti di business e di attrazione degli investitori,
legati secondo le logiche dei capitali pazienti (ovvero un ritorno
economico dell’investimento che si ottiene su tempi più
lunghi, in genere superiori ai 5 anni, dunque non speculativi)
e che si affianca a una fondazione indirizzata allo sviluppo
del network e della mission di promozione dell’innovazione
sociale in contesti più complessi che ha portato all’apertura
di Hub a Johannesburg e nello stato di Oaxaca in Messico.
La gestazione dei singoli Hub è stata, dunque, in accordo
alle specificità del contesto, molto diversa. Ci sono state
esperienze nelle quali è stato più forte e importante il ruolo di
soggetti pubblici o parapubblici, che hanno offerto supporto
nell’apertura dello spazio, in altri quello di privati, intervenuti
in qualità di sponsor. Solo per dare un rapido esempio citiamo
gli interventi degli enti locali negli Hub di Rotterdam e Porto,
le partnership con università e con un’importante impresa
strette dall’Hub di Madrid. L’esperienza italiana, fin qui breve,
presenta affinità e differenze sulle quali è opportuno riflettere.
Attualmente, nel nostro paese, oltre all’Hub milanese già a
regime, sono in fase di start up due Hub: uno in trentino, a
Rovereto e l’altro nella capitale
The Hub nel mondo
The Hub: come funziona?
Le sedi The Hub offrono spazi, risorse, connessioni web,
conoscenze, opportunità di mercato e investimenti per
aiutare a incubare progetti imprenditoriali e trasformarli in
realtà. Basta versare una quota mensile (dai 17 ai 325 euro
a seconda del numero di ore “affittate”) e si entra a far parte
di uno spazio che unisce gli elementi di più architetture:
ufficio professionale, acceleratore d’innovazione, incubatore
d’impresa, club privato, cinema indipendente e salotto
di casa. Tutto per creare uno spazio di lavoro e d’incontro
radicalmente nuovo, che possa fornire l’ispirazione
necessaria. Viene fornito tutto il necessario – connessione
wireless, stampante, fotocopiatrice, fax e sale riunioni per
team di lavoro di qualsiasi dimensione – insieme ad aree
comuni dove si possono confrontare idee e competenze
diverse, mentre la sera e nei week end lo spazio viene messo
a disposizione di eventi, workshop, lectures e networking,
sempre in linea con i principi dell’iniziativa. L’idea viene
“buttata” in questo sistema con la consapevolezza che altre
persone la raccoglieranno e proporranno la propria esperienza
e competenza per svilupparla. Questo progetto vuole essere
un esempio di imprenditoria sociale dove l’obiettivo finale
non è il profitto ma l’impatto sulle persone e sul pianeta. Le
entrate sono necessarie per avere una sostenibilità finanziaria,
che permetta di non dipendere dai tradizionali meccanismi di
finanziamento pubblico o altri strumenti che spesso tolgono
quella capacità di rischio che serve per risolvere i problemi
di oggi.
The Hub: cosa si fa?
Chi utilizza The Hub arriva dal mondo privato, pubblico o
dal terzo settore. L’obiettivo deve essere quello di dare vita
a una nuova economia, con particolare attenzione ad alcuni
campi: energie rinnovabili, design sostenibile, bioarchitettura,
educazione, sostenibilità ambientale, mobilità alternativa,
ricerca scientifica, media & comunicazione sociale, diritti
umani, sviluppo internazionale. Le imprese devono agire con
finalità che abbiano una ricaduta sul territorio, ad esempio
(citando alcune idee già partite) sviluppando progetti di
domotica per il controllo dell’energia o di retail sostenibile
per ridurre il packaging, progetti di finanza etica o di piscine
naturali per incoraggiare il risparmio idrico. Qualunque sia il
punto di partenza, gli imprenditori trovano l’ambiente giusto
per crescere e sviluppare le proprie idee, ma anche un
tutoraggio che li indirizza nella corretta direzione. The Hub
rappresenta uno spazio concepito per ospitare momenti atti
ad ispirare, provocare e sconvolgere il concetto tradizionale
di “evento”. Dalle conferenze ai seminari, passando da
workshops ed altre esperienze innovative, l’obiettivo di the
Hub è di mettere insieme “improbabili alleati”, valicando i
tradizionali confini di società ed impresa ed aiutare i nostri
membri a creare e portare avanti iniziative originali indirizzate
a risolvere alcune delle problematiche globali più attuali.
Iniziative
Utban Bike Messenger e The Good Ones sono due delle
realta’ piu’ dinamiche di The Hub. Quando sono entrati
nella “comunità” l’anno scorso erano in pochi, ma poi sono
iniziati a crescere sempre di piu’. The Good Ones sono
specializzati in social media marketing e comunicazione non
convenzionale. Il loro impegno è quello di accompagnare le
aziende ad interagire negli spazi sociali per instaurare relazioni
di qualità e conoscenza reciproca con i propri network, on e
off-line. UBM si rivolge a chi ha la necessità di consegnare
entro la città di Milano, con un servizio affidabile e veloce,
e un bilancio socio-ambientale a chiusura dell’anno. La bici
è il mezzo più rapido ed ecologico per muoversi in mezzo
al traffico nelle ore di punta, soprattutto nelle zone del
centro città, dove l’accesso di furgoni e motorini è sempre
più condizionato da aree pedonali e zone a traffico limitato.
Recentemente è partito il loro primo progetto insieme:
“Sblocca il tuo business” e’ la nuova campagna ideata da
The Good Ones per promuovere i servizi dei pony express
piu’ ecologici della citta’.I social network rappresentano uno
spazio più che considerevole per promuovere i servizi UBM.
Le grandi aziende sono certamente su Linkedin, ma anche
quelle piccole e a carattere prettamente locale, come negozi,
boutique, agenzie, studi, ristoranti, artigiani, palestre, farmacie
ormai affollano le pagine di Facebook. The Good Ones con
UBM hanno approntato così una strategia “social-mobile-
local” utilizzando, in modo nuovo e creativo, gli strumenti del
social networking e della geo-localizzazione di piattaforme
come Foursquare e Facebook Places. L’approccio social-
mobile-local mette in pratica l’integrazione tra comunicazione
digitale e mobilità sul territorio per un passaparola online/
offline senza barriere, e diretto alla promozione dei servizi
UBM. Attraverso l’uso nuovo e creativo degli strumenti del
social networking e della geo-localizzazione di piattaforme
come Foursquare e Facebook Places. Così ad ogni consegna
effettuata, i corrieri UBM faranno “check-in” attraverso le
funzionalità di Facebook Places e Foursquare e le aziende-
clienti compariranno in rete, a tempo reale.Tutti noi sappiamo
che le aziende ‘brave’, ovvero quelle che s’impegnano a
creare un modello sostenibile e a basso impatto ambientale
godono di alcuni vantaggi. Scegliere le consegne di UBM significa fare un scelta di responsabilità sociale, che può
essere inclusa nel cosiddetto ‘bilancio sociale aziendale’.
Esistono agevolazioni fiscali previste, caso per caso, per
le imprese che ogni giorno fanno qualcosa di concreto per
l’ambiente. Ma cos’è un bilancio sociale? Il bilancio sociale
è un documento che l’azienda, associazione o ente redige e
pubblica volontariamente per comunicare il proprio ruolo in
campo sociale e ambientale. Serve a migliorare la reputazione
d’impresa, il legame con il pubblico e gli con interlocutori
sociali, detti stakeholder. È un documento consuntivo, da
compilare periodicamente, di solito, alla fine di ogni esercizio.
Esistono varie tipologie di bilancio sociale, tra queste, il
bilancio ambientale sta prendendo sempre più importanza
per i motivi che noi tutti sappiamo.
Perchè questo caso studio?
Riteniamo che The Hub sia realmente un esempio di social
innovation, le parole cardine dell’offerta di The Hub sono: in-
novazione, collaborazione, socialità, bassa spesa ed ampia
offerta.
Il fattore di maggiore interesse non è dato dal fatto che il
servizio offra open space entro i quali organizzare aree di
lavoro ma dalla reale intenzione di creare conoscenze al fine
di dare vita a collaborazioni tra persone con le più svariate
conoscenze. La forza di questo servizio si basa sulla connes-
sione, sull’offrire un’opportunità che favorisca la nascita di
nuove relazioni lavorative. La convinzione di fondo consiste
nel porre il sistema hardware condiviso come base per la
nascita e la crescita di nuove idee e progetti.
Fonti
-www.the-hub.net
-www.hubmilan.com
-www.tafter.it
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