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Studio sulle qualifiche e la formazione professionale
nel settore della gestione rifiuti in 8 Paesi europei.
RAPPORTO COMPARATIVO
31.08.2013
1
Sommario
1. Sommario ............................................................................................................................................. ........... 2
2. Introduzione: panoramica dei Paesi UE oggetto di studio ................................................................................. 2
3. Introduzione della gerarchia rifiuti nella legislazione nazionale: le nuove norme danno origine a cambiamenti
economici e strutturali o viceversa? ..................................................................................................................... 2
4. Le associazioni di categoria sono il risultato o il motore principale di un risparmio di risorse nel settore della
gestione rifiuti? ................................................................................................................................................... 2
5. Gli attori dell’industria nazionale dei rifiuti: soggetti attivi o passivi? ................................................................ 2
6. Quali sono le qualifiche che contano? .............................................................................................................. 2
7. Mercato del lavoro – esigente o premiante? .................................................................................................... 2
8. Istruzione e formazione – basata sulla richiesta e accessibile? .......................................................................... 2
9. Sintesi e scheda Paese ..................................................................................................................................... 2
10. Allegati ............................................................................................................................................ .............. 2
Struttura
2
Il presente rapporto analizza e confronta le qualifi-
che rilasciate nel settore gestione rifiuti dai sistemi
nazionali d’istruzione e formazione professionale
(sistemi IFP) di otto Paesi europei– Bulgaria, Ger-
mania, Grecia. Ungheria, Italia, Lituania, Polonia e
Regno Unito. Il rapporto tratta principalmente delle
qualifiche per tecnici (=EQF 4) e manager (=EQF
6).
I dati sono stati raccolti principalmente attraverso
otto sondaggi nazionali svolti presso impianti di
smaltimento rifiuti, associazioni ed enti di formazio-
ne, per raccogliere informazioni dirette e aggiorna-
menti sulla situazione attuale delle conoscenze e
competenze professionali, le condizioni di lavoro e
l’offerta di IFP.
Principali risultati
Bulgaria:
Il Paese deve recuperare. Si caratterizza per un
tasso di riciclo dei rifiuti del 3% (2010), grandi quan-
tità di rifiuti pericolosi e assenza di IFP con corsi di
solo una-due giornate per i professionisti del settore.
Questo quadro apre numerose opportunità per colo-
ro che si occupano di formazione specializzata. Bi-
sognerebbe concentrarsi soprattutto sullo sviluppo di
particolari conoscenze di salute e sicurezza e pro-
cessi di gestione ambientale. Le proposte formative
dovrebbero anche includere aspetti legali, tecnici,
socioeconomici ed ambientali. I costi dei percorsi
formativi dovrebbero tener conto dei compensi e
degli stipendi mensili di tecnici (350 €) e manager
(min. 483 €). La concorrenza nell’offerta formativa
(IFP attuale) è poca. La cooperazione con un istituto
universitario sembra imprescindibile per la creazione
di percorsi formativi specializzati rivolti ai manager
degli impianti di smaltimento rifiuti.
Germania:
Il mercato tedesco della formazione nel campo della
gestione rifiuti è abbastanza sviluppato. Esiste un
curriculum formativo specifico per i seguenti profili
occupazionali “tecnico del riciclo e gestione rifiuti” ed
“esperto abilitato nel campo del riciclo, gestione
rifiuti e servizi di igiene pubblica” (livello manageria-
le). L’interesse per la formazione deriva soprattutto
dalla necessità di adempiere ad obblighi legali, ad
esempio nella formazione dei commissari della ge-
stione rifiuti che si occupano di rifiuti pericolosi. Per
questo motivo, si riscontra interesse per il settore
salute e sicurezza e per le procedure di smaltimento.
Ulteriori opportunità provengono dall’aumento della
domanda di formazione nella gestione dei materiali
biodegradabili (dovuta all’obbligatorietà della raccol-
ta dei rifiuti organici entro il 2015), la fermentazione
e gli impianti di compostaggio.
L’offerta formativa in Germania presenta costi ac-
cessibili per i partecipanti e c’è inoltre supporto fi-
nanziario da parte del datore di lavoro e di terzi. Per
quanto riguarda i corsi di formazione per i manager,
un’offerta più concretamente orientata alla pratica
lavorativa e un maggiore utilizzo di online e mobile
learning si prospettano come interessanti punti a
favore per le società pioniere.
Grecia:
In Grecia il tasso di riciclo dei rifiuti è del 15%. La
quantità dei rifiuti solidi conferiti in discarica è supe-
riore all’80%. Le tematiche interessanti per i profes-
sionisti del settore sono le seguenti: principi di orga-
nizzazione del business e gestione aziendale, com-
petenze di comunicazione e negoziazione, gestione
finanziaria e di progetto, gestione della crisi ambien-
tale, legislazione nazionale per le procedure di ge-
stione dei rifiuti, sistemi di gestione ambientale e
manutenzione delle attrezzature. I seguenti argo-
menti sono di ulteriore interesse per la scarsa cono-
scienza riscontrata: quadro legislativo europeo in
tema di rifiuti solidi, monitoraggio dei parametri am-
bientali, requisiti tecnici dei processi e delle tecnolo-
gie di gestione rifiuti, le regole per la gestione e pia-
nificazione in situazioni di emergenza e i requisiti
tecnici per le attrezzature di trattamento rifiuti.
E’ auspicabile una cooperazione con il Ministero
Greco del Lavoro e Affari Sociali, con la EOPEPP e
le Università per fornire corsi di formazione econo-
1. Sommario
3
micamente accessibili e orientati alla pratica lavora-
tiva.
Ungheria:
Di grande interesse le tematiche legali, tecniche,
sociali, economiche ed ambientali. La formazione
deve essere accessibile, in quanto, secondo gli ulti-
mi sondaggi, la maggior parte dei partecipanti la
paga con risorse proprie. Il prezzo dei corsi di for-
mazione può arrivare a 2.000 € per i tecnici e a
4.000 € per i manager. Per la creazione di corsi di
formazione specializzati è necessaria la collabora-
zione con le università. Attualmente sono attivi 17
corsi di laurea nel campo dell’ingegneria e della
gestione ambientale.
Italia:
L’Italia è il terzo paese per tasso di riciclo tra gli stati
UE analizzati con il 21% (2011). Di interesse i corsi
di formazione nel campo della salute, sicurezza,
tecnologie per la minimizzazione dei rifiuti, procedu-
re per la gestione ambientale e dei rifiuti. Di partico-
lare interesse anche i corsi di formazione per mana-
ger visto che un “manager per la gestione rifiuti ur-
bani” può arrivare a guadagnare fino a 24.000 € al
mese. Il prezzo della formazione può essere più
elevato rispetto agli Stati dell’Europa orientale. Ci si
aspetta un ritorno economico in termini salariali dato
che la maggior parte paga direttamente la formazio-
ne (stando ai risultati dei sondaggi). Per la realizza-
zione dei corsi di formazione è necessaria una col-
laborazione con le autorità locali (sono responsabili
della qualità e della certificazione dei corsi). Ci sono
attualmente 4 master attivi nel campo della gestione
rifiuti.
Lituania:
Le dimensioni del paese comportano alcune limita-
zioni. Il numero di persone interessate potrebbe
essere scarso rispetto agli altri Paesi UE oggetto di
studio. Per coloro che partecipano per la prima volta
a corsi di formazione nella gestione rifiuti si consi-
gliano programmi di non meno di 3 giorni (24 ore
accademiche). Un tema di interesse sono le proce-
dure per la gestione dei rifiuti. Sono risultati inoltre
appetibili i seguenti argomenti, attualmente poco
trattati: principi di prevenzione, sostenibilità, gestione
ambientale e ciclo di prodotto. Esiste un solo pro-
gramma di formazione accreditato (Vilnius Gedimi-
nas Technical University). I corsi di formazione on-
line sembrano interessanti ma ancora inesplorati. In
Lituania non sono previsti sussidi per i corsi di for-
mazione nella gestione dei rifiuti. I risultati del son-
daggio hanno dimostrato che, in più del 50% dei
casi, sono i lavoratori a pagare i corsi di formazione.
Polonia:
I temi di interesse per la formazione sono: salute e
sicurezza, tecnologie per la minimizzazione dei rifiu-
ti, procedure per la gestione ambientale dei rifiuti e
attuazione delle Direttiva IPPC. Gli aspetti legali
sembrano avere una buona copertura, secondo il
sondaggio. Il trattamento delle tematiche riguardanti
la gestione rifiuti avviene a partire dall’istruzione
secondaria superiore, nelle università (lauree e ma-
ster in ingegneria e tutela ambientale) e attraverso
brevi percorsi formativi. Per la creazione di offerte
formative mirate all’ambito lavorativo è necessaria la
cooperazione con le università e gli istituti di forma-
zione. I costi dei corsi dovrebbero essere più acces-
sibili dato che i lavoratori pagano raramente i costi
della loro formazione e sussidi aggiuntivi sono di-
sponibili solo attraverso progetti mirati (stando ai
risultati dell’indagine). Il costo della formazione deve
essere calcolato tenendo conto del salario minimo
mensile.
Regno Unito:
Il secondo tasso di riciclo più alto (25%) è quello del
Regno Unito. Di grande interesse sono le compe-
tenze specifiche nel campo della salute, sicurezza,
tecnologie per la minimizzazione dei rifiuti, procedu-
re di gestione ambientale e dei rifiuti e le tecnologie
di valutazione dell’impatto ambientale. Esiste
un’offerta formativa variegata (80 programmi accre-
ditati e 200 qualifiche).
4
Una gestione adeguata dei rifiuti, che rispetti gli
standard dell’Unione Europea, richiederà sforzi no-
tevoli nella maggior parte dei paesi oggetto del rap-
porto. Si richiede una stretta collaborazione tra tutti i
soggetti interessati: autorità locali, governo centrale
e aziende, con le competenze ed il know-how ne-
cessari. Questo cambiamento strutturale offre oppor-
tunità di business in settori come la logistica, il trat-
tamento rifiuti ed il recupero materiali mentre, a livel-
lo pubblico, l’interesse verte soprattutto sulla ridu-
zione dei rifiuti e l’aumento dei tassi di riciclo.
Una gestione dei rifiuti che dia risultati positivi nel
pubblico e nel privato richiede personale aggiornato
e qualificato dal punto di vista tecnico e organizzati-
vo.
Questo documento analizza e confronta le qualifiche
esistenti e i sistemi formativi nazionali (sistemi IFP)
per la gestione industriale dei rifiuti nei seguenti
paesi di interesse: Bulgaria, Germania, Grecia,
Ungheria, Italia, Lituania, Polonia e Regno Unito.
Molte delle informazioni sono state raccolte tramite i
rapporti d’indagine del progetto SWFM a livello na-
zionale. Ogni documento fornisce dati statistici ed
informazioni generali sull’industria della gestione
rifiuti nel paese interessato e ulteriori informazioni
riguardanti l’offerta di IFP a livello nazionale.
2.1 Il sondaggio
In ogni paese è stato svolto un sondaggio tra le
aziende di gestione rifiuti, le associazioni, le autorità
e le organizzazioni che si occupano di formazione
per avere dati reali sulle qualifiche e competenze
richieste nel mondo del lavoro e l’offerta IFP per
tecnici e manager.
Le informazioni e i dati richiesti attraverso i questio-
nari (per aziende, istituti di formazione e associazio-
ni) sono stati raccolti via mail o telefono. Il questio-
nario, sviluppato dal partner lituano del progetto
SWFM-QF, è stato modificato da alcuni Partner per
adattarlo alle esigenze specifiche della nazione. Il
tasso di compilazione del questionario da parte di
tutti i paesi si attesta su un positivo 30%.
Inviati Risposte Percentuale
di ritorno
Bulgaria 200 200 100,00%
Germania 616 68 11,04%
Grecia 800 104 13,00%
Ungheria 200 82 41,00%
Italia 500 85 17,00%
Lituania 200 68 34,00%
Polonia 620 93 15,00%
Regno
Unito
600 50 8,33%
Tavola 1: Panoramica del tasso di ritorno dei questionari.
2.2 Situazione attuale della gestione dei rifiuti a livel-
lo nazionale
La legislazione europea stabilisce degli obblighi per i
propri membri in quanto a percentuali di riduzione e
riciclo dei rifiuti prodotti a livello nazionale.
L’entrata nell’Unione Europea potrebbe avere un
effetto diretto sulla quantità di rifiuti riciclati e sul
decoupling tra la produzione di rifiuti e la crescita del
PIL. Per questo motivo, i paesi di recente annessio-
ne, come la Bulgaria (2007), l’Ungheria (2004), la
Lituania (2004) o la Polonia (2004), dovrebbero ave-
re tassi di riciclo più bassi rispetto a paesi come la
Germania, l’Italia e il Regno Unito.
I cambiamenti legislativi in corso per raggiungere gli
obiettivi dell’Unione causano una graduale trasfor-
mazione nella gestione dei flussi di produzione dei
rifiuti nei vari Paesi, oltre a generare opportunità
d’affari per le aziende multinazionali e coloro che si
occupano di formazione.
2.3 Struttura del rapporto
Il documento si articola in domande chiave, questo
fa sì che sia più semplice la sua consultazione e più
agevole il confronto tra la situazione di ogni paese
analizzato rispetto all’Europa e agli altri paesi focus
in quanto a legislazione, situazione politica, econo-
mica ed educativa. Analizzando i bisogni attuali si
2. Introduzione: panoramica dei Paesi UE oggetto di studio
5
possono prevedere i futuri sviluppi nel campo
dell’IFP e dell’industria della gestione rifiuti.
Si prevede un divario tra le qualifiche attualmente
esistenti e le necessità del settore. L’offerta di IFP
Il quadro legislativo europeo ed il suo inserimento
nelle legislazioni nazionali in campo ambientale
Sia i paesi fondatori dell’Unione che i paesi di nuova
adesione sono soggetti alle politiche sovranazionali
dell’Unione. La politica di coesione assorbe una
parte significativa del bilancio europeo e, attraverso
il supporto finanziario dei fondi strutturali e dei fondi
di coesione, i paesi membri meno sviluppati possono
raggiungere gli stessi livelli degli altri stati.
Uno degli obiettivi più importanti della politiche euro-
pee è l’attuazione dei principi dello sviluppo sosteni-
bile, ma un elemento importante della sua politica
ambientale, presente nei piani d’azione per la salva-
guardia ambientale, è la gestione dei rifiuti. Gli obiet-
tivi operativi sono l’azzeramento della produzione
dei rifiuti alla fonte ed il supporto ad un uso efficien-
te delle risorse naturali, promuovendo il loro riutilizzo
soprattutto attraverso il riciclaggio.
Le questioni di salvaguardia ambientale e gestione
rifiuti sono state trattate a livello europeo nei se-
guenti documenti strategici (Strategia Lisbona 2000,
rinnovata Strategia Europea per lo Sviluppo Soste-
nibile 2006, Orientamenti strategici comunitari 2007-
2013, il Sesto programma d’azione europea per
l’ambiente 2002-2012 e la Strategia Europa 2020).
Gli atti legislativi più importanti a livello europeo per
la gestione dei rifiuti sono: la Direttiva 2008/98/CE
sui rifiuti, la Direttiva 99/31/CE sulle discariche, la
Direttiva 2000/76/CE sull’incenerimento dei rifiuti e la
Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti da imbal
copre parzialmente e non esclusivamente le esigen-
ze di formazione di tecnici e manager delle varie
industrie nazionali.
laggio. Queste Direttive obbligano gli Stati membri
ad integrare i principi contenuti nelle stesse nella
legislazione nazionale sul trattamento rifiuti.
La Direttiva quadro (2008/98/CE) impone i seguenti
limiti a tutti gli Stati membri e quindi a Bulgaria,
Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Polonia
e Regno Unito:
• Entro il 2015 introdurre la raccolta differenziata dei
rifiuti almeno per metalli,carta, plastica e vetro;
• Entro il 2020 tassi di riutilizzo e riciclo dei rifiuti
urbani almeno fino a un minimo del 50% del peso
(soprattutto carta, metalli,plastica e vetro).
• Entro il 2020 attuare il riutilizzo, riciclo e altri mezzi
di impiego dei materiali, incluso l’interramento dei
materiali da costruzione e demolizione non pericolo-
si, per un minimo del 70% del peso.
La Direttiva Discariche (99/31/CE) ha stabilito i
seguenti obiettivi per gli Stati membri: il conferimento
in discarica di un massimo del 35% (del peso) dei
rifiuti biodegradabili (nel 2016).
La Direttiva sull’incenerimento (2000/76/CE) dei
rifiuti introduce criteri rigidi per l’operatività e le
emissioni degli impianti termici di trattamento, per
ridurre, il più possibile, gli effetti negativi delle emis-
sioni. La Direttiva stabilisce inoltre che il calore pro-
dotto durante il processo di incenerimento sia, ove
possibile, riutilizzato.
La Direttiva sugli Imballaggi (Direttiva 94/62/CE)
propone la riduzione del peso e del volume degli
3. Introduzione della gerarchia rifiuti nella legislazione nazionale: le nuove
norme danno origine a cambiamenti economici e strutturali o viceversa?
6
stessi e obbliga gli Stati membri a prevenire la pro-
duzione di rifiuti da imballaggio, introdurre program-
mi per il reso o la raccolta dei materiali provenienti
dall’utenza o dallo smistamento rifiuti, oltre a mettere
in pratica sistemi di recupero o riutilizzo degli imbal-
laggi nel rispetto dei limiti stabiliti dalla Direttiva. Le
norme contenute nelle Direttive sono attuate appie-
no o in parte nelle legislazioni nazionali di:
- Bulgaria (Legge per la gestione dei rifiuti (2012) e
Legge per la Protezione Ambientale)
- Germania (Legge per la Gestione del Riciclo 2013
e altre ordinanze specifiche sui contenuti della stes-
sa come: prevenzione e riciclo dei rifiuti da imballag-
gio, veicoli fuori uso, discariche; Legge sulle attrez-
zature elettriche ed elettroniche e rifiuti organici)
- Grecia (Decisione Ministeriale congiunta
50910/2727/2003 “sulle misure e le modalità di ge-
stione dei rifiuti solidi –gestione nazionale e regiona-
le” e il Piano di Gestione Nazionale per i rifiuti)
- Ungheria [Legge per la Protezione dell’Ambiente
(Legge LIII del 1995), Legge per la Gestione dei
Rifiuti (Legge XLIII del 2000), Programma Nazionale
per l’Ambiente (NKP) e l’associato Piano Nazionale
per la Gestione dei Rifiuti]
- Italia (“Norme in materia ambientale: Decreto
152/061”)
- Lituania (Piano nazionale per la Gestione dei Rifiuti
2007; nuovo piano in discussione)
1 Decreto abrogato 22/97; Decreto 152/06 successivamente modificato
dal Decreto n. 4 del 16 Gennaio 2008.
- Polonia (Legge sui rifiuti e Legge sul Mantenimento
della Pulizia e dell’Ordine nei Comuni)
- Regno Unito (Inghilterra e Galles): Normativa per la
Gestione Rifiuti (Inghilterra e Galles) 2006 SI 937,
Direttiva sullo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elet-
tronici (WEEE) 2012/19, Normativa (emendamento)
sui rifiuti (Inghilterra e Galles) 2012 SI 1889, Scozia:
Normativa sui veicoli fuori uso 2010 SI 1095 (re-
sponsabilità del produttore) (emendamento), Irlanda
del Nord.
La Gerarchia di Gestione dei Rifiuti descrive le
azioni dalla più alla meno preferibile.
1. Prevenzione – è l’azione fatta prima che un de-
terminato materiale, prodotto o sostanza divenga un
rifiuto, per ridurre il volume dei rifiuti o la loro perico-
losità;
2. Riutilizzo – ogni processo grazie al quale sostan-
ze, prodotti o materiali non diventano rifiuti ma sono
riutilizzati per la loro funzione originaria;
3. Riciclo – ogni procedimento di recupero grazie al
quale i rifiuti vengono trasformati in materiali e so-
stanze riutilizzati per il loro scopo originario o per
altri scopi, includendo il riciclo di materiali organici.
Non comprende il recupero dell’energia e la trasfor-
mazione dei rifiuti in combustibile.
4. Altri procedimenti di recupero, compreso il recu-
pero di energia (soprattutto il trattamento termico dei
rifiuti con il recupero di elettricità e calore, oltre alla
trasformazione dei rifiuti in combustibile);
5. Smaltimento ecocompatibile – ogni altro procedi-
mento di gestione rifiuti che non comprende il loro
recupero, in ottemperanza alle leggi sulla protezione
dell’ambiente ( le discariche).
La Direttiva obbliga gli Stati membri a garantire livelli
adeguati di smaltimento ecocompatibile e recupero
rifiuti.
Conseguenze sulla gestione del flusso dei rifiuti
L’attuazione delle Direttive sui flussi di rifiuti ha por-
tato importanti benefici all’industria del riciclo con la
definizione di obiettivi minimi.
7
Le Direttive sui flussi di rifiuti hanno permesso alle
autorità pubbliche di ridurre i costi per la raccolta ed
il trattamento dei flussi di rifiuti interessati.
Di seguito si riporta la produzione di rifiuti nel 2010
(in Milioni di tonnellate, Eurostat) in:
Bulgaria: 164,8
Germania: 327,23
Grecia: 65,24
Ungheria: 12,87
Italia: 126,15
Lituania: 4,32
Polonia: 150,57
Regno Unito: 230,12
La composizione dei flussi principali di rifiuti è rap-
presentata nel grafico 1.
Nella maggior parte dei paesi oggetto di studio i
rifiuti urbani rappresentano un’alta percentuale nel
flusso generale. Fa eccezione la Bulgaria, dove ls
quantità di rifiuti pericolosi è quattro volte maggiore
rispetto ai rifiuti urbani.
I rifiuti da imballaggio occupano il terzo posto per
peso nei flussi di rifiuti.
L’ammontare di veicoli fuori uso, batterie e apparec-
chiature elettriche ed elettroniche non raggiunge in
nessun Paese il 4%.
Per il trattametno dei flussi di rifiuti si richiedono
specifiche infrastruttture. Il Grafico 2 mostra una
panoramica delle infrastrutture per il trattamento e lo
smaltimento.2
L’eterogeneità delle infrastrutture per il trattamento
rifiuti riflette il grado di sviluppo dei singoli Paesi. Il
numero di impianti corrisponde (più o meno ad un
livello basso o alto) alle richieste, a seconda della
nazione.
L’esistenza di un solo impianto di riciclo, per i veicoli
dismessi ad esempio, mostra, specialmente per i
nuovi stati membri, l’impatto delle Direttive europee.
Tra gli 8 Paesi europei, il Regno Unito la Germania e
l’Italia hanno applicato la gerarchia dei rifiuti a tutti i
livelli. Per quanto riguarda il recupero rifiuti, in Gre-
cia ed Ungheria non è stato trovato riferimento alla
generazione di nuovi materiali nè nei documenti
ufficiali nè nelle informazioni riportate all’interno dei
rapporti nazionali, si può quindi supporre che questa
opzione non sia stata implementata.
2 Nota: Regno Unito – dati disponibili solo per il 2012; Ungheria: Nume-
ro incompleto degli impianti; Bulgaria dati non disponibili per gli im-
pianti di compostaggio.
Grafico 1: Principali flussi di rifiuti in tonnellate senza considerare rifiuti di altra natura o di origine minerale (2010, Eurostat)
8
In Polonia, Bulgaria e Lituania si stanno realizzando
azioni di prevenzione, riutilizzo e trattamento rifiuti.
Le opzioni di recupero, come nuovi materiali e gene-
razione di energia, sono probabilmente assenti.
Il numero di discariche confrontato con il numero di
impianti di compostaggio e riciclaggio mostra
l’importanza delle misure di riutilizzo. Nei Paesi in
cui le discariche sono la metodologia di smaltimento
prevalente, come in Bulgaria, Grecia, Lituania e
Italia, è necessario prendere provvedimenti per rag-
giungere i tassi europei di riduzione. Questo genere-
rà ulteriore pressione su aziende, pubbliche ammini-
strazioni e politica, oltre che sugli enti di formazione.
Conseguenze sui tassi di riciclo
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione è
necessario mettere in campo ulteriori misure in quasi
tutti i Paesi considerati.
Analizzando i principali flussi di rifiuti (vedi grafico 1),
quelli urbani occupano il primo posto in ogni Paese.
Alcuni Paesi richiedono un cambiamento radicale
nell’organizzazione e nei metodi di gestione dei rifiu-
ti, in particolare la Bulgaria dove la quantità di rifiuti
urbani riciclati nel 2010 non è stata misurabile.
La Polonia, ad esempio, richiede sforzi nella riduzio-
ne del numero di discariche. Le discariche devono
essere chiuse e bonificate. Per prevenire le discari-
che abusive tutti i cittadini, specialmente nelle zone
rurali, devono essere raggiunti dal servizio di raccol-
ta rifiuti. E’ necessaria la costruzione di moderne
infrastrutture per il trattamento meccanico, biologico
o termico dei rifiuti. Per colmare il divario con la
Germania, ad esempio, è necessaria una maggiore
cooperazione tra enti locali ed aziende, portatrici di
competenze e know-how.
I nuovi stati membri (entrati dopo il 2004) affrontano
problemi analoghi per la riduzione delle discariche e
l’aumento dei tassi di riciclo.
Grafico 3: Tassi percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani (senza compostaggio) nel 2011 (Eurostat)
Grafico 2: Numero di impianti per il trattamento rifiuti nel 2010 (diverse fonti; capacità del singolo impianto non rappresentata)
Grafico 2: Numero di impianti per il trattamento rifiuti nel 2010 (diverse fonti; capacità del singolo impianto non rappresentata)
9
Tra gli stati facenti parte dell’Unione da più tempo, la
Grecia deve ridurre l’alto tasso di discariche per
rifiuti urbani (82% nel 2011) e aumentare le percen-
tuali attuali di compostaggio (3%) e riciclaggio
(15%).
Una tassa sulle discariche sembra adeguata per
contribuire al trasferimento dei rifiuti dalle discariche.
La progettazione e costruzione di nuovi impianti per
il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti porte-
rebbe ad un’ automatica deviazione dei materiali
biodegradabili e ad un aumento del recupero.
L’Italia è sulla buona strada per il raggiungimento dei
tassi di riciclaggio dei rifiuti urbani stabiliti per il
2020. E’ importante aumentare il tasso di riclaggio di
questi rifiuti soprattutto al Sud: in Sicilia la percen-
tuale di discariche è del 93%, contro l’Italia Setten-
trionale, dove, ad esempio, il tasso di riciclo della
Lombardia è del 45%.
Il Regno Unito dovrebbe raggiungere l’obiettivo del
50% di riciclaggio dei rifiuti urbani per il 2020. Nel
2010 la crescita del tasso è diminuita. Si prevedono
futuri rallentamenti a causa delle misure di austerità
che gravano sui bilanci locali dall’inizio della crisi
economica e che potrebbero portare ad una situa-
zione di tempo insufficiente per costruire le necessa-
rie infrastrutture di riciclaggio e recupero dei rifiuti
organici
La Germania ha quasi raggiunto l’obiettivo di riciclo
del 50%. Sembra ambizioso il target del 100% di
recupero dei rifiuti urbani entro il 2020 che portereb-
be ad un aumento ulteriore della percentuale di rici-
claggio. La raccolta obbligatoria di rifiuti or-ganici
entro il 2015 potrebbe portare ad un trasferi-mento
dei materiali biodegradabili dagli impianti per il trat-
tamento meccanico-biologico (MBT) agli im-pianti di
fermentazione e compostaggio per la pro-duzione di
biogas. Nel medio e lungo periodo gli impianti MBT
potrebbero essere chiusi.
Effetti sulle economie nazionali
Uno dei fattori principali per misurare i risultati delle
Direttive UE e l’effetto decoupling tra la produzione
di rifiuti e i tassi di crescita del PIL.
La figura 4 illustra l’impatto sostenibile nella mag-
gior parte dei paesi UE oggetto di questo studio tra
gli anni 2006 e 2010. Il tasso di produzione rifiuti è
cresciuto in un paese in cui si verificava una mode-
sta crescita del PIL (Italia) e in un altro paese dove
si registrava un aumento considerevole del PIL (Bu-
garia).
In Paesi come la Germania, l’Ungheria, la Lituania e
la Polonia il tasso di produzione dei rifiuti è diminui-
to, ciò significa che si producono meno rifiuti mentre
l’economia cresce. Nel Regno Unito il tasso di cre-
scita nella produzione rifiuti è stato più alto di quello
che segnava la discesa del PIL.
Grafico 4: Effetto decoupling (in %): crescita del PIL, riduzione della produzione di rifiuti (fonte EUROSTAT)
10
Le conseguenze economiche, tecniche e politiche
delle Direttive europee sulla gestione dei rifiuti negli
stati oggetto di questo studio sono enormi. E’ evi-
dente che la spinta verso la trasformazione
dell’economia da un modello basato sulla discarica
ad un modello orientato ad un maggiore riciclo è
venuta dalle Direttive europee. In Germania la legi-
slazione in campo ambientale è stata di fatto ancora
più restrittiva in termini di riciclaggio di quanto richie-
sto dalle Direttive europee, un tasso di riciclaggio del
64% dei rifiuti urbani ne è la prova.
La principale filosofia dietro le Direttive europee è
che i rifiuti non sono semplicemente tali ma una
risorsa (riciclabile).
Il continuo rafforzamento della nuova legislazione
ambientale nell’industria della gestione rifiuti dei
singoli stati ha portato ad una costante trasforma-
zione del settore pubblico e privato. Per garantire
una gestione adeguata di sempre maggiori livelli di
riciclo è necessaria la presenza di infrastrutture mo-
derne adeguate.
Inoltre, il rispetto dei requisiti riguardanti la respon-
sabilità del produttore ed altri obblighi legislativi
legati alle Direttive sui flussi dei rifiuti hanno causato
notevoli costi amministrativi per il settore privato,
che sono stati in parte riassorbiti dal prezzo dei pro-
dotti posti sul mercato.
L’effetto decoupling non è visibile in Grecia nel pe-
riodo 2006-2010: la produzione di rifiuti è aumentata
6 volte più velocemente del PIL.
Un risultato importante delle Direttive europee è il
disaccopiamento tra la crescita economica e la pro-
duzione di rifiuti. Un tasso di crescita annuale più
elevato non significa necessariamente una maggiore
quantità di rifiuti (conseguenza di un’aumentata atti-
vità industriale).
Questo nuovo scenario richiede personale aggiorna-
to e qualificato dal punto di vista tecnico e manage-
riale che possa far funzionare gli impianti di tratta-
mento. La concorrenza per l’acquisizione di perso-
nale qualificato e la creazione di nuovi posti di lavoro
sono alcune delle conseguenze di questo fenomeno,
oltre alla necessità di formazione pratica e di compe-
tenze specifiche.
Le dinamiche industriali della gestione dei rifiuti in
ambito legale, economico, politico e tecnico inne-
scano un processo di trasformazione che si autoali-
menta. L’obiettivo è la creazione di una spirale vir-
tuosa che punti al risparmio di risorse e al contem-
poraneo sviluppo dell’economia.
Conclusione: Impatto della legislazione europea
11
Le associazioni di categoria sono il risultato, il moto-
re e, in alcuni casi, un freno al cambiamento, a se-
conda del livello di influenza che possiedono. Il ruolo
principale delle associazioni è fare lobby rappresen-
tando gli interessi degli associati.
Si può presumere che la struttura associativa attuale
delle industrie nazionali per la gestione dei rifiuti sia
alquanto giovane. Per questo, in molti casi, ci tro-
viamo di fronte ad una realtà eterogenea, come, ad
esempio, quella tedesca. Ci sono associazioni che
rappresentano solo aziende pubbliche o solo azien-
de private, associazioni per determinati flussi di rifiuti
e per il prodotto finito. Si attendono i primi tentativi di
creare un’organizzazione ombrello che rappresenti
gli interessi dell’industria tedesca della gestione
rifiuti in Europa.
In ogni Stato membro oggetto del presente studio si
registra almeno un’associazione per l’intera industria
nazionale di gestione rifiuti. Nei Paesi europei più
piccoli ritroviamo un panorama associativo meno
ampio ma eterogeneo al suo interno.
La maggior parte delle associazioni rappresenta un
determinato flusso di rifiuti o il prodotto finito. La
maggioranza di questi organismi, inoltre, rappresen-
ta aziende. Nei paesi in cui esiste una gestione or-
ganizzata del ciclo dei rifiuti portata avanti, parzial-
mente o interamente, da aziende pubbliche ci sono
associazioni per la gestione pubblica dei rifiuti (es.
Germania, Lituania, Regno Unito e Polonia).
La gran parte delle associazioni ha un forte indirizzo
nazionale e fa lobby per difendere gli interessi dei
suoi membri presso il governo e non solo, questo si
deve alla struttura delle PMI, alla limitazione ad un
ambito territoriale specifico nonché alle imprese
pubbliche di gestione rifiuti. La situazione attuale
potrebbe ostacolare le tendenze
all’internazionalizzazione nel medio periodo, spe-
cialmente nei paesi europei più piccoli. Esiste solo
un’associazione che si occupa a livello europeo
anche delle multinazionali (MNC’s).
In futuro si potrebbe venire a creare un panorama di
maggiore eterogeneità della realtà associativa na-
zionale riguardo ai flussi di rifiuti e ai prodotti finiti,
specialmente nei paesi europei di più recente ade-
sione.
Grafico 5: Numeri ed ambito associativo
4. Le associazioni di categoria sono il risultato o il motore principale di un
risparmio di risorse nel settore della gestione rifiuti?
12
Sembra che le associazioni siano anche una conse-
guenza delle Direttive europee. Alcuni paesi con
una struttura associativa più eterogenea agiscono di
più come motori del cambiamento legislativo a livello
europeo, per dare origine a opportunità di business
all’estero e allo stesso tempo raggiungere gli obietti-
vi di sviluppo sostenibile fissati dall’Unione.
Una panoramica della quantità ed obiettivo primario
delle associazioni del settore rifiuti è fornita dal grafi-
co 5. Lo schema mostra la realtà associativa a livello
nazionale ma non ha alcuna pretesa di completezza.
I soggetti attivi a livello locale in ogni Paese sono le
aziende e le autorità locali che si occupano della
gestione rifiuti.
In Bulgaria le aziende pubbliche operanti a livello
statale, regionale e municipale e le aziende private
sono responsabili dello smaltimento rifiuti e delle
discariche. Un ruolo ulteriore è giocato dalle ONG e
dalle associazioni di categoria.
Il grafico 5 fornisce una panoramica del numero di
associazioni coinvolte nel settore della gestione
rifiuti e dell’ambito in cui operano. Il grafico da
un’idea della realtà associativa a livello nazionale
ma non ha alcuna pretesa di completezza3.
In Lituania 10 centri regionali per la gestione dei
rifiuti si occupano della raccolta, smistamento e rici-
claggio tramite aziende specializzate.
Le Agenzie Greche di Gestione Rifiuti svolgono un
ruolo attivo nell’attuazione degli obiettivi stabiliti dai
piani regionali di gestione dei rifiuti solidi.
Una situazione simile si verifica in Lituania, anche se
in Grecia le aziende che si occupano delle dinami-
che di riciclaggio a livello regionale giocano un ruolo
maggiormente attivo rispetto a quest’ultima.
3 In Ungheria esiste, ad esempio, l’Associazione delle
Aziende del Settore Ambiente.
In Italia il settore pubblico svolge un ruolo importante
nella gestione rifiuti con i suoi 4000 piccoli impianti.
In Polonia, Regno Unito e Germania, invece, è il
settore privato a rivestire un ruolo più attivo nella
raccolta e trattamento rifiuti, in quanto svolge man-
sioni che le aziende di proprietà pubblica non sono
in grado di svolgere. In Germania ci sono circa 1600
aziende tra pubbliche e private mentre in Polonia il
numero di aziende supera le 7600 unità.
E’ evidente come il settore pubblico e privato siano
soggetti trainanti ma anche influenzati dagli obiettivi
di riduzione e riciclaggio.
5. Gli attori dell’industria nazionale dei rifiuti: soggetti attivi o passivi?
13
Questo capitolo fornisce una panoramica sulle quali-
fiche, conoscenze, abilità e competenze richieste
attualmente ai professionisti della gestione rifiuti,
siano essi tecnici o manager, in Bulgaria, Germania,
Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Polonia e Regno
Unito.
I dati riportati di seguito su basano sui risultati dei
sondaggi svolti negli stati membri oggetto del pre-
sente rapporto. Per garantire una migliore compa-
rabilità sono stati assegnati dei punteggi (vedi
Allegato 1). Grande importanza equivale a 3, me-
dia importanza equivale a 2 e scarsa importanza
a 1.
I. Importanza delle conoscenze
L’indagine raccoglie informazioni aggiornate sugli
ambiti di competenza richiesti dalle varie aziende
nazionali per il trattamento rifiuti.
L’indagine fornisce dati riguardanti:
1. Aspetti legali: Legislazione nazionale, Legislazio-
ne europea, Poltiche di gestione rifiuti, Requisiti
nazionali da rispettare nelle procedure di smaltimen-
to rifiuti;
2. Aspetti ambientali: Valutazione dell’ impatto am-
bientale, Regole di gestione ambientale e contabilità
ambientale, Direttiva IPPC e regole di prevenzione e
inquinamento da rifiuti.
3. Aspetti tecnici: Principi di classificazione dei rifiuti,
Requisiti tecnici di attrezzature e tecnologie, Tecno-
logie all’avanguardia e Requisiti di monitoraggio.
4. Aspetti sociali: Gestione delle emergenze e piani-
ficazione delle azioni correttive preventive, Salute e
sicurezza;
5. Aspetti economici: Sviluppo sostenibile, Principi
riguardanti il ciclo di vita del prodotto, Responsabilità
sociale delle imprese e principi di organizzazione e
gestione aziendale.
Il Grafico 6 mostra un confronto tra l’importanza data
alla conoscenza dei 5 ambiti sopracitati negli stati
membri oggetto d’analisi. Le cifre fornite sono state
calcolate come media matematica dei singoli pun-
teggi assegnati ad ogni categoria. Una visione più
dettagliata è fornita dall’Allegato II.
Tutti gli aspetti sono di grande importanza in Bulga-
ria, vista la mancanza di IFP o la presenza di corsi di
breve durata di uno, massimo due giorni. Per prose-
guire nel percorso di attuazione degli obiettivi euro-
pei di riduzione e riciclo queste conoscenze risultano
fondamentali. Di importanza abbastanza elevata
sono gli aspetti legali in Grecia e Lituania mentre di
media importanza sono in Germania, Ungheria, Ita-
lia, Polonia e Regno Unito.
Gli aspetti tecnici e sociali sono in tutti gli stati, ec-
cetto in Bulgaria, di media importanza. In Ungheria
c’è una forte disparità tra gli aspetti economici e
ambientali, di bassa importanza, e quelli tecnici e
legali, di media importanza. L’Italia, la Germania, la
Polonia ed il Regno Unito attribuiscono
un’importanza media a tutti gli aspetti. Nel Regno
Unito gli aspetti legali sembrano avere l’importanza
più bassa.
In Grecia gli aspetti economici ed ambientali sono di
scarsa importanza mentre di media importanza sono
gli aspetti tecnici e sociali. Una situazione analoga si
registra in Lituania ma c’è un’alta disparità tra aspetti
economici e legali.
6. Quali sono le qualifiche che contano?
14
In tutti i Paesi membri oggetto di studio gli aspetti di
grande importanza sono:
1. Legislazione nazionale e politiche di gestione
rifiuti (eccetto in Ungheria ed Italia);
2. Salute e sicurezza, requisiti di monitoraggio,
principi di classificazione dei rifiuti, gestione
delle emergenze e pianficazione delle azioni cor-
rettive preventive;
3. Valutazione dell’impatto ambientale.
Di importanza abbastanza scarsa in tutti i Paesi
sono i principi di contabilità ambientale.
II. Copertura delle tematiche
Per raccogliere informazioni a livello nazionale
sull’importanza della conoscenza di queste temati-
che è stata analizzata la copertura effettivamente
fornita alle stesse. Il grafico 7 illustra le differenze tra
i vari Paesi oltre all’importanza e alla copertura dei
singoli aspetti in ogni Paese.
E’ interessante notare come in Bulgaria gli aspetti
legali, tecnici e sociali siano valutati con un punteg-
gio più alto rispetto agli altri paesi. Esiste, però, un
divario tra l’importanza e l’effettiva copertura dei
seguenti aspetti: requisiti tecnici di attrezzature e
tecnologie e ultime tecnologie.
Grafico 6: Panoramica dei livelli di importanza attribuiti alle competenze negli otto stati membri analizzati per quanto riguarda
aspetti legali, tecnici e sociali, economici, ambientali (gli aspetti tecnici e sociali sono stati raggruppati per chiarezza grafica).
15
L’Ungheria ha riportato risultati analoghi per quanto
riguarda gli aspetti tecnici e sociali ma in questo
caso la copertura è più bassa mentre l’importanza
attribuita indica un livello medio per i seguenti temi:
classificazione rifiuti, requisiti tecnici di attrezzature e
tecnologie, ultime tecnologie, gestione delle emer-
genze, requisiti di monitoraggio e salute e sicurezza.
L’aspetto economico riguardante i principi di orga-
nizzazione e gestione aziendale è stato a sua volta
sottostimato secondo la copertura che gli viene attri-
buita.
Negli altri Paesi oggetto d’indagine esiste una corri-
spondenza tra copertura ed importanza attribuita alle
conoscenze. In Italia esiste un divario tra
l’importanza attribuita alle conoscenze in campo
tecnico e sociale (valutata in termini medi) e la co-
pertura di queste tematiche.
Come illustrato nel grafico 8, gli aspetti economici ed
ambientali sono valutati con punteggi sorprenden-
temente bassi in Ungheria e Grecia. Nel Regno Uni-
to esiste un divario abbastanza grande tra
l’importanza e la copertura degli aspetti economici
ed ambientali, questo è dovuto alla disparità dei dati
Grafico 7: Confronto tra l’importanza e la copertura delle tematiche (aspetti legali, tecnici e sociali) [gli aspetti
tecnici e sociali sono stati raggruppati per chiarezza grafica]
16
pervenuti (pochi dati per quanto riguarda la copertu-
ra delle tematiche analizzate).
Non ci sono sostanziali differenze tra la copertura e
l’importanza delle tematiche trattate tra gli altri stati
membri oggetto di studio. E’ interessante notare che
in Grecia e Lituania gli aspetti ambientali sono stati
valutati con un punteggio più alto rispetto agli aspetti
economici. Un paragone tra importanza e copertura
per singole tematiche è fornito nell’Allegato III.
Grafico 8: Confronto tra l’importanza e la copertura delle tematiche (aspetti economici ed ambientali)
17
III. Importanza delle competenze
Una competenza è un’abilità acquisita volta al rag-
giungimento di un determinato risultato. L’indagine
ha analizzato più attentamente le seguenti compe-
tenze specifiche:
1. Procedure di gestione rifiuti
2. Procedure di gestione ambientale
3. Regole per la salute e la sicurezza
4. Tecnologie per la minimizzazione dei rifiuti
5. Metodologie di valutazione del ciclo di vita
6. Metodologie di valutazione dell’impatto ambienta-
le
7. Sviluppo delle applicazioni della normativa IPPC
Il grafico 9 mostra la grande importanza del campo
salute e sicurezza in tutti gli stati analizzati. Di scar-
so o medio interesse sono le competenze sul ciclo di
vita del prodotto, mentre le competenze sulle tecno-
logie di minimizzazione dei rifiuti sono considerate di
media importanza (solo nel Regno unito sono valuta-
te come molto importanti).
Il grafico 10 illustra come le procedure di gestione
rifiuti siano valutate di importanza da media a eleva-
ta. Considerate di media importanza le procedure di
gestione ambientale, le metodologie di valutazione
dell’impatto ambientale e lo sviluppo delle applica-
zioni della Normativa IPPC. In Regno Unito e Bulga-
ria le procedure di gestione rifiuti e gestione ambien-
tale sono considerate molto importanti.
L’Italia presenta un divario importante per quanto
riguarda le regole per la salute e la sicurezza: le
competenze attuali sono valutate di media entità
mentre la loro importanza è valutata come molto
alta. Un quadro simile riguarda il campo della mini-
mizzazione dei rifiuti, le metodologie di valutazione
del ciclo di vita e le procedure di gestione ambienta-
le.
Per raccogliere informazioni circa i bisogni reali di
manager e tecnici biosgna fare un paragone tra le
competenze attuali e l’importanza che queste hanno
nel mondo del lavoro.
Grafico 9: Importanza delle competenze (soprattutto aspetti sociali e tecnici, assenza di dati per Gre-
cia e Ungheria)
18
Il grafico 11 indica che le competenze attuali sono
valutate per la maggior parte con un punteggio più
basso rispetto a quello attribuito alla loro importanza.
Si rilevano bisogni disattesi.
In Bulgaria esiste un divario sottile tra le competen-
ze attuali e la loro importanza per quanto riguarda il
settore delle procedure di gestione rifiuti. In Polonia
ci sono piccole differenze per quanto riguarda tutte
le competenze. Si registra una forte disparità nel
campo della valutazione dell’impatto ambientale
perché le competenze attuali, di bassa entità, sono
invece valutate di media importanza. La Lituania
mostra invece un alto punteggio in termini di compe-
tenze attuali in campo legale ed economico rispetto
all’importanza che viene attribuita alle stesse. Nel
Regno Unito e in Germania non si riscontrano
grandi differenze.
Grafico 10: Importanza delle competenze (soprattutto aspetti economici e legali, assenza di dati
per Grecia e Ungheria)
19
Grafico 11: Confronto tra le competenze attuali e l’importanza a loro attribuita (aspetti tec-
nici e sociali) Grafico 12: Confronto tra le competenze attuali e l’importanza a loro attribuita
(aspetti legali ed economici)
20
Per Ungheria e Grecia non erano disponibili dati
comparativi. Il sondaggio in Grecia ha dimostrato un
livello delle competenze attuali (dei manager) di
media entità in tutti i settori. Ulteriori temi di interes-
se sono stati:
1. Competenze di negoziazione
2. Manutenzione attrezzature
3. Competenze comunicative
L’individuazione di conoscenze e competenze non
ancora sviluppate apre nuove opportunità di forma-
zione. Appare chiaro, inoltre, il grado di sviluppo di
ogni singola realtà nazionale del settore della ge-
stione rifiuti rispetto a quelle degli altri stati oggetto
d’analisi.
In termini di conoscenza sono di grande importanza
gli aspetti legali, la gestione dei rifiuti e il rispetto
delle norme di salute e sicurezza, oltre alle procedu-
re di emergenza e alla valutazione dell’impatto am-
bientale. Le differenze tra Paesi riguardano soprat-
tutto gli aspetti legali e, in alcuni casi, (Ungheria e
Grecia) anche gli aspetti economici e ambientali.
Per quanto riguarda gli aspetti legali, tecnici e sociali
la Bulgaria presenta un divario tra l’importanza attri-
buita alla conoscenza di questi aspetti e la copertura
data alle tematiche. In Ungheria gli aspetti tecnici e
sociali non sono coperti come richiederebbe
l’importanza a loro attribuita. Tra gli Stati UE analiz-
zati c’è una buona corrispondenza per quanto ri-
guarda gli aspetti economici e ambientali. Fa ecce-
zione l’Italia dove esiste un divario maggiore per i
seguenti argomenti: gestione delle emergenze, re-
quisiti di monitoraggio e salute e sicurezza.
4. Compilazione report,
5. Project management,
6. Gestione finanziaria (analisi costi-benefici)
7. Gestione della crisi ambientale
8. Promozione della coscienza ambientale
9. Etichettatura e trasporto rifiuti pericolosi
L’aspetto della formazione nei seguenti campi sem-
bra alquanto interessante in base alle grandi diffe-
renze riscontrate tra l’importanza attribuita alle com-
petenze e il possesso delle stesse:
Bulgaria: procedure di gestione rifiuti.
Italia: salute e sicurezza, minimizzazione dei rifiuti,
metodologie di valutazione del ciclo di vita e proce-
dure di gestione ambientale.
Polonia: valutazione dell’impatto ambientale.
Regno Unito: valutazione del ciclo di vita.
In Germania e Lituania non è stato riscontrato nes-
sun divario significativo. La situazione in Grecia e
Ungheria non è stata valutabile a causa dei pochi
dati a disposizione, anche se la shortlist greca ri-
guardante gli ulteriori argomenti di interesse include,
ad esempio, la gestione finanziaria e di progetto e le
competenze di negoziazione.
Conclusione: Impatto delle qualifiche e delle competenze
21
I. Livelli salariali
Un maggiore tasso di riciclo richiede professionisti
della gestione rifiuti più qualificati, essenziali per
raggiungere gli obiettivi di riduzione prefissati. Un
parametro, forse il più importante, per attrarre per-
sonale qualificato, sono i livelli salariali che sono
versi negli 8 Paesi oggetto d’analisi ed anche tra
tecnici e manager.
Il grafico 13 mostra lo stipendio mensile di manager
e tecnici nel campo della gestione rifiuti. Si riscon-
trano grossissime differenze tra i vari Paesi analiz-
zati. Per la Lituania e la Bulgaria si disponeva solo di
dati riguardanti la media mensile. Il grafico evidenzia
che tecnici e manager di questi Paesi vengono pa-
gati molto meno rispetto alle altre realtà nazionali.
Nel migliore dei casi, secondo i dati raccolti, si tratta
quasi del 50% dello stipendio (Polonia vs. Grecia).
In tutti i Paesi i manager vengono pagati almeno il
50% in più rispetto al salario lordo medio di un tecni-
co. In Italia e Germania si verifica una situazione
analoga di grande disparità tra il salario delle due
figure. In Germania un manager può arrivare a gua-
dagnare mensilmente 5 volte in più rispetto ad un
tecnico e in Italia fino a 19 volte. In Italia il profilo
meglio pagato è il “manager del ciclo urbano dei
rifiuti”, con un salario lordo di 24.000 € al mese, qui,
come per la Germania, il salario del personale quali-
ficato è generalmente più alto della media nazionale,
quindi l’industria della gestione rifiuti può attrarre
personale di alto livello.
.
7. Mercato del lavoro – esigente o premiante?
Grafico 13: Stipendi mensili di tecnici e manager nel campo della gestione rifiuti (in €)
22
II. Concorrenza lavorativa
Alcuni sostengono che la demografia risolve o causa
la maggior parte dei problemi. Nell’industria di ge-
stione dei rifiuti, soprattutto nei paesi europei più
occidentali tra quelli presi in cosnsiderazione, come
Germania e Regno Unito, è in atto una guerra per
attrarre i talenti.
Nel grafico 14 i risultati dei sondaggi mostrano chia-
ramente la tendenza ad una forte concorrenza per
l’occupazione. In Germania più del 50% degli inter-
vistati sostiene che esista una fortissima concorren-
za. La situazione è analoga nel Regno Unito (non
rappresentato nel grafico 14). Non sorprende che
nella media degli altri paesi (Bulgaria, non rappre-
sentata nel grafico 14, Lituania e Polonia) si riporti
un grado di concorrenza medio nell’attrarre tecnici e
manager del settore. In Italia sembra esserci una
situazione diversa. Il 41% degli intervistati rivela che
la concorrenza per l’acquisizione di personale quali-
ficato è bassa, solo il 36% parla di un grado medio di
concorrenza mentre il 24% di un livello alto.
Per Germania e Regno Unito si può parlare di corsa
per l’acquisizione di personale qualificato. Livelli
salariali mensili più alti e molto simili tra loro favori-
scono questa situazione, mentre, in altri stati, la
retribuzione e lo stipendio mensile si avvicinano
almeno alla media nazionale. In Italia i problemi in
questo senso sembrano essere non così rilevanti
come in Germania e nel Regno Unito.
Grafico 14: Concorrenza per l’occupazione (in %) secondo i risultati dei sondaggi (dati non disponibili per Gre-
cia ed Ungheria). La Bulgaria riporta un grado medio di concorrenza mentre il Regno Unito una concorrenza
molto alta.
23
III. Sostituzione forza lavoro
Il grafico 15 mostra i risultati del sondaggio per
quanto riguarda la sostituzione di tecnici e manager
negli impianti di gestione rifiuti. Le risposte riguarda-
no PMI e grandi aziende.
Interessanti i dati della Polonia che ha riportato un
tasso di sostituzione della forza lavoro da 5 a 10
lavoratori e maggiore di 10 lavoratori negli ultimi tre
anni. La modernizzazione dell’industria di gestione
rifiuti, necessaria per raggiungere gli obiettivi delle
Direttive europee, sembra aver giocato un ruolo
importante. L’industria tedesca è stata caratterizzata
da una media di 5-10 sostituzioni nell’ultimo triennio.
Solo l’industria inglese richiede 900 nuovi lavoratori
all’anno per continuare a crescere. Rispetto alla
Bulgaria, dove sono stati sostituiti in media meno di
5 lavoratori, in Italia e Lituania non si registra una
tendenza prevalente tra basso tasso di sostituzione
(< 5), medio (5-10) e alto (>10).
In termini assoluti i più alti tassi di sostituzione della
forza lavoro si registrano in Polonia, seguita da
Germania e Lituania. Il più alto tasso pro-capite di
sostituzione si registra in Lituania (3 Milioni), rispetto
a Polonia (38 Milioni) e Germania (80 Milioni). In
questi tre paesi esiste un rapporto diretto tra la forte
concorrenza in campo lavorativo e i tassi di sostitu-
zione della forza lavoro. La trasformazione
dell’industria nazionale del trattamento rifiuti e i fatto-
ri demografici sono riscontrabili in questi risultati.
Grafico 15: Numero di sostituzioni negli ultimi 3 anni secondo i risultati del sondaggio (dati non disponibili per Grecia,
Ungheria e Regno Unito).
24
IV. Condizioni di lavoro
Le condizioni lavorative sono importanti per attrarre
e mantenere personale qualificato. Ciò significa non
solo rispettare gli standard minimi di salute e sicu-
rezza ma anche curare la compenente salariale e la
cultura aziendale, altri fattori che influenzano i livelli
di attrattività nella scelta del posto di lavoro.
Il grafico 16 mostra le condizioni di lavoro in Germa-
nia, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia e Lituania. In
Germania ed Ungheria, all’interno degli impianti di
gestione rifiuti analizzati, si sono riscontrate buone
condizioni di lavoro. In Polonia prevale il giudizio di
buone o molto buone condizioni di lavoro. Nel Re-
gno Unito (non riportato nel grafico 16) si rilevano-
buone condizioni. Sono solo soddisfacenti in Grecia,
Italia e Lituania.
La percentuale di giudizio riguardante le cattive con-
dizioni di lavoro sembra essere abbastanza bassa
tranne che in Italia, dove più del 20% dei lavoratori
intervistati si è espresso in questo senso. In Bulgaria
(non presente nel grafico 16) si sono riscontrate
cattive condizioni di lavoro solo all’interno delle di-
scariche, condizioni soddisfacenti per quanto riguar-
da la raccolta e lo smistamento rifiuti e buone condi-
zioni negli impianti di riciclaggio.
In media si sono riscontrate da buone a soddisfa-
centi condizioni di lavoro in tutti gli 8 paesi oggetto
d’indagine. Cattive condizioni di lavoro non si tradu-
cono necessariamente in un alto tasso di sostituzio-
ne della forza lavoro (Bulgaria e Lituania). Una mag-
giore quantità di lavoratori scarsamente qualificati
accetta, in questi paesi, cattive condizioni e com-
pensi bassi solo per mantenere il posto.
Grafico 16: Condizioni di lavoro in 6 paesi UE second
%)
25
L’attuazione degli obiettvi europei di riduzione e
riciclo rifiuti in ogni Stato membro analizzato ha con-
seguenze sul mercato del lavoro. Questo stimolo è il
motore del cambiamento e permette di creare un
mercato del lavoro competitivo in tutta Europa anche
se richiede tempo, specialmente negli Stati membri
che sono entrati a fare parte dell’Unione abbastanza
di recente (2004 e 2007).
Il livello salariale è un buon indicatore per stabilire il
grado di attrattività di un comparto. Sono stati regi-
strati buoni stipendi lordi (per i manager) soprattutto
nei Paesi dell’Europa occidentale e meridionale. Per
attrarre personale altamente qualificato sono neces-
sari stipendi alti che contribuiscano al cambiamento.
Soprattutto nei Paesi di recente annessione si rile-
vano retribuzioni e stipendi più bassi, oltre a condi-
zioni di lavoro valutate da cattive a soddisfacenti e
basse percentuali di sostituzione della forza lavoro e
di concorrenza lavorativa. Fa eccezione la Polonia
con retribuzioni e stipendi nella media nazionale (più
bassi che nel resto dell’Europa occidentale), condi-
zioni di lavoro buone ed un alto livello di concorren-
za lavorativa. Buone condizioni, stipendi e retribu-
zioni alte ed una fortissima concorrenza tra tecnici e
manager, si registrano soprattutto in Germania e
Regno Unito.
Ognuno di questi stati deve fare i conti con il cam-
biamento, in alcuni casi più dal punto di vista eco-
nomico, in altri casi da quello demografico, per que-
sto la formazione per lavoratori e manager del setto-
re rifiuti è importante.
Conclusione: Impatto della situazione del mercato del lavoro
26
Questo capitolo fornisce informazioni su quantità,
costi e qualità dell’offerta formativa nel campo
dell’istruzione, formazione professionale ed altri
servizi educativi, con particolare riferimento a tecnici
e manager. Sono stati analizzate le opinioni di sta-
keholder di ogni Stato membro in merito al sistema
di accreditamento, le qualifiche rilasciate e la certifi-
cazione di qualità.
I. Sistemi IFP
Ogni Paese oggetto di questo rapporto è caratteriz-
zato da istituzioni che si occupano della certificazio-
ne delle offerte IFP, del rilascio dei titoli di studio e di
certificare la qualità. Sono stati presi in considera-
zione anche i corsi e le carriere universitarie.
a) Accreditamento
In ogni Paese esistono enti di accreditamento, in
alcuni stati lavorano più a livello nazionale mentre in
altri più a livello locale. Nel Regno Unito esiste un
ente di accreditamento per l’Inghilterra, l’Irlanda del
Nord, la Scozia e il Galles. Una situazione analoga
si verifica in Italia, dove il compito è delle autorità
regionali. In Ungheria esiste un ente di accredita-
mento per la formazione professionale degli adulti
mentre in Polonia non esiste un organismo di questo
tipo per le qualifiche nel campo della gestione rifiuti4.
In Germania gli enti preposti operano più a livello
locale. Il Governo federale tedesco è l’organismo di
accreditamento ufficiale per tutto il paese ma con
centri ed agenzie dislocati a livello regionale. In Gre-
cia solo l’organismo pubblico EOPPEP ha facoltà di
accreditare centri ed istituti pubblici di formazione.5
b) Qualifiche
Il ruolo degli enti che si occupano di formazione
varia tra istituti e autorità che rilasciano il titolo di
studio. Nel Regno Unito il principale ente di forma-
zione deputato al rilascio di qualifiche nel campo
4 Per l’educazione terziaria è responsabile il comitato di accredita-
mento polacco (Polska Komisja Akredytacyjna – PKA). 5 In Bulgaria non c’è un sistema IFP e di conseguenza nessun ente
preposto. Per la Lituania non sono pervenuti dati.
della gestione rifiuti è il Waste Management Industry
Training & Advisory Board (WAMITAB) ed in Scozia
sono la Scottish Qualification Agency (SQA) e la
WAMITAB. Esiste, inoltre, il Joint Council for Qualifi-
cations (JCQ) che rappresenta i sette maggiori enti
che rilasciano titoli di studio nel Regno Unito.
In Germania sono le camere di commercio locali e in
Italia gli stessi istituti di formazione i soggetti autoriz-
zati a rilasciare titoli riconosciuti.
In tutti i Paesi europei analizzati, Università e Colle-
ge rilasciano titoli di studio nel campo della gestione
rifiuti. Nei paesi come Polonia e Ungheria, basati su
una formazione di tipo scolastico, si rilasciano atte-
stati professionali di scuola secondaria.
c) Certificazione di qualità 6
Per garantire un buon livello qualitativo sono neces-
sarie misure di certificazione della qualità. Questo
compito è assegnato ad organismi specializzati.
Nel Regno Unito quattro organizzazioni 7 si occupa-
no della certificazione della qualità - Qfqual per
l’Inghilterra, CCEA per l’Irlanda del Nord, SQA per la
Scozia e DCELLS per il Galles. In Grecia c’è solo
un’organizzazione, l’Organizzazione Nazionale per
la Certificazione delle Qualifiche e la Formazione
(EOPPEP). In Ungheria l’organismo di accredita-
mento per la formazione degli adulti è anche re-
sponsabile per la certificazione di qualità.
In Italia la certificazione di qualità si rilascia a livello
regionale. In Germania esiste un sistema simile con
agenzie locali accreditate (dall’agenzia federale te-
desca per il lavoro) che si occupano di questo.
In Polonia per la formazione iniziale ci sono organiz-
zazioni specializzate operanti a livello statale (ente
per l’istruzione nazionale), a livello regionale [(orga-
nismi regionali rappresentati dal sovrintendente sco-
lastico (kurator)] e a livello provinciale (comitato
provinciale per l’occupazione, autorità provinciali).
6 Dati non disponibili per la Lituania. In Bulgaria non sono previsti
programmi IFP. 7 Ofqual (Office of the Qualifications and Examinations Regulator);
CCEA (Council for Curriculum, Examinations and Assessment); SQA
(Scottish Qualifications Authority); DCELLS (Department for Chil-
dren, Education, Lifelong Learning and Skills).
8. Istruzione e formazione – basata sulla richiesta e accessibile?
27
Gioca un ruolo fondamentale nel campo
dell’educazione superiore il Comitato di Certificazio-
ne Polacco (Polska Komisja Akredytacyjna – PKA)
che valuta la qualità dell’offerta formativa. La certifi-
cazione delle qualifiche nel campo della gestione
rifiuti è svolta da una Commissione (5 esperti) che
garantisce il livello qualitativo desiderato.
II. La qualità dei programmi IFP
Informazioni dirette riguardo al grado di qualità dei
programmi di formazione, espresse dai fruitori e
dagli istituti di formazione interpellati, ci consente di
approfondire l’analisi sulle problematiche che si af-
frontano nell’erogazione del servizio.
Il grafico 17 indica che gli obiettivi e i contenuti dei
programmi IFP sono valutati come buoni nella mag-
gior parte dei casi, tranne in Italia e Bulgaria. Le
informazioni fornite per quest’ultima si riferiscono
alla valutazione di corsi di 1 - 2 giornate.
L’integrazione di formazione teorica e pratica è stata
valutata buona in Germania, Regno Unito, Polonia e
Grecia. Sorprendentemente, in Ungheria ed Italia, il
livello di integrazione è valutato come abbastanza
basso. Un risultato simile è riportato per la Bulgaria.
Negli otto Paesi membri sono stati considerati anche
altri aspetti legati alla qualità. Nel grafico 18 sono
state oggetto di valutazione anche la qualità dei
materiali formativi, le qualifiche dei formatori e la
qualità delle strutture formative.
Si registrano notevoli differenze tra i paesi. Tutti e tre i parametri sopracitati sono stati valutati come buoni in Re-
gno Unito e Grecia. In Polonia e Lituania la qualità delle strutture formative è percepita come relativamente bassa
rispetto all’Italia. Negli stati dell’Europa meridionale la qualità dei materiali didattici e le qualifiche dei formatori
sono valutati come abbastanza bassi. In Ungheria solo la qualifica dei formatori è valutata come buona. Sorpren-
dentemente, in Germania le qualifiche dei formatori e la qualità delle strutture formative sono valutate come relati-
vamente basse, al contrario dei materiali didattici.
Il giudizio della Bulgaria su materiali formativi, qualifiche dei docenti ed istituti di formazione è basso, a causa
dell’assenza di un programma nazionale di formazione nel campo della gestione rifiiuti.
Grafico 17: Punteggio assegnato durante il sondaggio alla qualità dei programmi IFP negli 8 paesi membri (obiettivi/contenuti ed
integrazione della formazione teorica e pratica)
28
III. Costi di partecipazione ai programmi di IFP
L’IFP è importante ma deve essere accessibile, è,
quindi, indispensabile un paragone tra le retribuzioni
mensili di tecnici e manager dell’industria della ge-
stione rifiuti.
Grafico 19: Accessibilità dei programmi IFP per tecnici (confronto tra lo stipendio medio mensile e il costo dei programmi formativi)
Grafico 18: Punteggio dato alla qualità percepita dei programmi IFP negli 8 Paesi membri del sondaggio (qualità dei materiali
formativi e strutture formative, qualifiche dei formatori).
29
Secondo i dati raccolti, i costi della formazione sono
accessibili in tutti i Paesi. Sembra che ci sia un ritor-
no reale: in Germania si pagano 100€ al giorno a
persona e in Bulgaria e Lituania 150 € al giorno a
persona.
Il costo della formazione viene sostenuto principal-
mente dal lavoratore (es. Germania, Italia, Lituania).
Il grafico 19 illustra che i costi dell’IFP variano a
seconda dei Paesi. Sembra che in alcune nazioni
dell’Europa orientale i costi per la formazione dei
tecnici siano ancora più alti di quelli dell’Europa oc-
cidentale.
Un’analisi più approfondita della situazione per i
manager rivela chiaramente che l’investimento in
formazione è redditizio. In Germania un manager
può guadagnare mensilmente tre volte di più del
costo della formazione. In Italia la differenza è di 25
volte maggiore. Ci si aspetta anche negli altri stati un
buon grado di investimento in termini di formazione
per i manager. Per Polonia, Grecia, Lituania e Bul-
garia i dati disponibili riguardavano solo la retribu-
zione media mensile.
IV.Volontà/interesse per partecipazione all’IFP
In tutti i Paesi, è accessibile partecipare a corsi di
IFP per tecnici e manager dell’industria dei rifiuti. Ci
aspetterebbe, quindi, una manifestazione di interes-
se di grado medio o alto.
L’interesse globale tra i Paesi analizzati, eccetto la
Bulgaria (dati non disponibili), è buono. Sorprende-
temente in Germania i dati tra interesse basso, me-
dio e alto sono comparabili.
I risultati espressi nel grafico 21 illustrano chiara-
mente che c’è un certo interesse a frequentare ulte-
riori corsi ecc.
In alcuni Paesi le seguenti problematiche frenano la
partecipazione ai corsi di formazione (dati del son-
daggio):
Grafico 20: Accessibilità dei programmi IFP per manager (confronto tra lo stipendio medio mensile e il costo dei programmi formativi)
30
Germania: diritto penale, diritto fallimentare, respon-
sabilità riguardanti la Legge Tedesca di Gestione
Rifiuti.
Ungheria: risorse finanziarie, informazioni disponibili
(necessità di contenuti più pratici, mancanza di ma-
teriale nuovo e aggiornato), mancanza di tempo.
Italia: problemi culturali, nessun incoraggiamento da
parte dei datori di lavoro.
Lituania: più esempi pratici, scarsa concorrenza a
causa del mercato esiguo.
Polonia: mancanza di tempo, risorse per la forma-
zione, fattibilità dei corsi.
Regno Unito: situazione finanziaria dell’azienda.
V. Offerta IFP
Il grafico 22 fornisce una panoramica del numero di
offerte formative per i manager del settore della ge-
stione rifiuti.
Appare evidente che in alcuni paesi c’è molta offerta
mentre in altri solo alcune proposte. Il numero di
corsi on-line è ancora sorprendentemente basso. La
maggioranza dei corsi sono accreditati.
Grafico 21: Interesse per la partecipazione all’IFP in 7 paesi UE
31
I processi di accreditamento, rilascio titoli di studio e
certificazione di qualità sono istituzionalizzati prati-
camente in tutti i Paesi UE oggetto d’analisi. La qua-
lità dell’IFP varia da scarsa a buona. Tutto questo
apre nuove possibilità di miglioramento. Tecnici e
manager possono affrontare i costi dell’IFP. La vo-
lontà di partecipare ai programmi è media, anche se
le offerte formative e il servizio deve essere migliora-
to (istruzione on-line ).
Grafico 22: Offerte di IFP per manager (inclusa educazione superiore)
Conclusione: Istruzione e formazione
32
Paese Tasso di riciclaggio (%) Impianti per il trammento rifiuti (2010) Importanza delle conoscenze Copertura tematiche Importanza delle competenze Mercato del lavoro Corsi di formazione Costi formazione Interesse
Bulgaria 3 302 discariche Aspetti legali Bassa: aspetti tecnici e sociali Alta: salute e sicurezza, Tecnico: 358€/mensili Niente formazione; solo accessibile per stipendi/ dati non disponibili
1 impianti di incenerimento Aspetti tecnici e sociali (requisiti tecnici di attrezzature procedure di gestione rifiuti Manager: min. 483 €/mensili corsi di 1-2 giorni salari
25 impianti di riciclaggio Aspetti economici e tecnologie e ultime tecnologie) e gestione ambientale
Aspetti ambientali Concorrenza lavorativa: Qualità: bassa
medio livello
Percentuali di sostituzione: 5/ultimi 3 anni Offerta (educazione
superiore):
Condizioni di lavoro: pessime (discariche), alcune lezioni
soddisfacenti (raccolta), buone sulla gestione rifiuti
(riciclaggio)
Germania 45 1180 discariche Media: aspetti legali, tecnici, Bassa: aspetti tecnici e sociali Alta: regole di salute e sicurezza Tecnico: 3200€/mensili Buona qualità; accessibile per stipendi/ tendenza
2029 impianti di compostaggio sociali, economici ed ambientali procedure di gestione rifiuti Manager: 15000€/mensili eccetto qualifiche salari non chiara:
668 impianti di incenerimento formatori e basso-alto
1708 impianti di riciclaggio Concorrenza lavorativa: strutture formative
alto livello
Percentuali di sostituzione:5-10/3 anni Offerta:
Tecnici:12
Condizioni di lavoro: buone Manager: 3
Grecia 15 79 discariche Alta: aspetti legali Media: aspetti legali, tecnici e soprattutto: competenze di negoziazione,Tecnico: 1750€/mensili Buona qualità presunta accessibilità medio
1 impianti di incenerimento Media: aspetti tecnici e sociali sociali gestione finanziaria e di Manager: 2900€/mensili (costi formazione
142 impianti di riciclaggio Bassa: aspetti economici e progetto, gestione crisi ambientale, non disponibili)
5 impianti di compostaggio ambientali coscienza ambientale, Concorrenza lavorativa: Offerta: 1 corso on-line;
etichettatura e trasporto dati non disponibili 1 corso accreditato
materiali pericolosi.
Percentuali di sostituzione:
dati non disponibili
Condizioni di lavoro: soddisfacenti
Ungheria 17 72 discariche Meda: aspetti tecnici Bassa: aspetti tecnici, sociali, dati non disponibili Tecnico: 700€/mensili Buona qualità accessibile per stipendi/ medio
40 Impianti di compostaggio e sociali legali, economici ed ambientali Manager: 800€/mensili eccetto integrazione tra salari
17 impianti di incenerimento formazione teorica e pratica
8 impianti di riciclaggio Concorrenza lavorativa: qualità materiali formativi
dati non disponibili e strutture formative
Percentuali di sostituzione:
dati non disponibili
Condizioni di lavoro: buone Offerta: scolastica
9. Sintesi e scheda Paese
33
Paese Tasso di riciclaggio (%)
Impianti per il trammento rifiuti
(2010) Importanza delle conoscenze Copertura tematiche Importanza delle competenze Mercato del lavoro Corsi di formazione Costi formazione Interesse
Italia 21 190 discariche Media ma con interesse Bassa: aspetti tecnici, sociali Alta: regole salute e sicurezza Tecnico: 1286€/mensili Buona qualità; accessibile per stipendi/ medio-alto
250 impianti di compostaggio maggiore verso aspetti legali economici ed ambientali tecnologie di minimizzazione Manager: up to 24.000€/mensili eccetto integrazione salari
45 impianti di incenerimento tecnici e sociali rispetto agli dei rifiuti, procedure di gestione formazione teorica
3014 impianti di riciclaggio aspetti economici e ambientali rifiuti e gestione ambientale Concorrenza lavorativa: e pratica e qualifiche
Medio-bassa formatori
Percentuali di sostituzione: 5-10/3 anni
Condizioni di lavoro: abbastanza Offerta: 19 accreditati,
soddisfacenti 17 altro, 9 on-line
Lituania 9 11 discariche Alta: aspetti legali e ambientali Bassa: aspetti economici ed Alta: procedure di Tecnico: 650€/mensili Buona qualità; accessibile per stipendi/ medio-alto
17 impianti di compostaggio ambientali gestione rifiuti Manager: 650€/mensili eccetto integrazione salari
3 impianti di incenerimento formazione teorica
40 impianti di riciclaggio Concorrenza lavorativa: e partica e strutture
media formative
Percentuali di sostituzione: 5-10/3 anni
Condizioni di lavoro: abbastanza Offerta: 1 accreditato
soddisfacenti
Polonia 11 666 discariche Alta: aspetti ambientali Bassa: aspetti tecnici, sociali, Alta: salute e sicurezza, Tecnico: 1313€/mensili Buona qualità; accessibile per stipendi/ medio
56 impianti di incenerimento economici ed ambientali tecnologie di minimizzazione Manager: 2321€/mensili eccetto strutture salari
1795 impianti di riciclaggio e rifiuti e procedure di gestione formative
compostaggio ambientale, sviluppo delle applicazionConcorrenza lavorativa:
normativa IPCC media
Percentuali di sostituzione: 5-10 e più
negli ultimi 3 anni
Offerta: 15 accreditati
Condizioni di lavoro: abbastanza 15 altro, 11 on-line
soddisfacenti
Regno Unito 25 725 discariche Alta: aspetti tecnici, sociali Bassa: aspetti legali, economici Alta: salute e sicurezza, Tecnico: 2416€/mensili Buona qualità; accessibile per stipendi/ medio
203 impianti di compostaggio economici ed ambientali e ambientali tecnologie di minimizzazione Manager: 4360€/mensili eccetto strutture salari
101 impianti di incenerimento rifiuti e procedure di gestione formative
2341 impianti di riciclaggio ambientale, tecnologie per la Concorrenza lavorativa:
valutazione dell'impatto Alta
ambientale
Percentuali di sostituzione: 900/anno Offerta: ampia
dati sondaggio non disponibili es. 80 accreditati
Condizioni di lavoro: abbastanza buone
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Allegato I
Il rapporto comparativo illustra centinaia di dati rac-
colti attraverso i rapporti nazionali (qualifiche e re-
port sull’IFP).
Nell stesura di questo documento sono stati applicati
i seguenti criteri:
I. Precedenza alla chiarezza
Per ragioni di chiarezza i valori medi dei dati raccolti
sono presentati per qualifica e Paese. Questo pone
un limite alla rappresentazione dei valori molto alti o
molto bassi anche se le forti disparità tra i valori
medi sono state trattate nel testo.
II. Misurare l’importanza
I numeri presentati sono stati collocati su una scala
di valore secondo la quale bassa importanza = 1;
media importanza= 2; grande importanza= 3.
Per esempio, se 1 su 39 intervistati hanno indicato
un valore di scarsa importanza, 11 media e 27 gran-
de importanza, allora il valore finale è stato calcolato
nel seguente modo: [1+(11*2)+(27*3)]/39 = 1,53.
Se erano disponibili valori distinti per i manager e i
tecnici, allora è stata calcolata la media tra i due
valori (nel caso in cui fosse richiesto il valore finale
per entrambe le qualifiche).
III. Numeri esatti invece di percentuali
(%)
Riteniamo che i valori su scala (1 – basso; 2 – me-
dio; 3 – alto) consentano al lettore di farsi un’idea più
rapida e chiara dei risultati presentati. Per questo
motivo, i valori così espressi mostrano più risultati
interpretati rispetto all’uso delle percentuali.
10. Allegati
35
Importanza delle conoscenze
1. Aspetti legali
ALLEGATO II - Qualifiche
36
Importanza delle conoscenze
2. Aspetti economici
37
Importanza delle conoscenze
3. Aspetti tecnici e sociali
38
Importanza delle conoscenze
4. Aspetti ambientali
39
40
Allegato III
Confronto tra l’importanza delle conoscenze e la loro copertura
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
TITOLO DEL RAPPORTO: Rapporto Finale (Prodotto 4.1)
NOME DEL PROGETTO: Verso una qualifica europea per i manager degli impianti di trattamento rifiuti
solidi (SWFM-QF)
CODICE DEL PROGETTO: 528022-LLP-1-2012-1-GR-LEONARDO-LMP
DATA: 31.08.2013
AUTORI: Mr. Jens Hofmann
Mr. Sigmar Kühl
CONTATTI: Jens Hofmann
j.hofmann@sbgdd.de
+49 (0) 351 4445 768
Copertina:Kilogrammi pro-capite di rifiuti urbani, divisi per percentuale di trattamento (2010)
Descrizione progetto
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione
europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione
(comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità
sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute
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