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VOL. CXIII FAse. V 1989
RIVISTA SPERIMENTALEDI
FRENIATRIAE
MEDICINALEGALEDEL~E ALIERAZIONIMERTALI
Direttore: Praf. P. Benessi
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G. IANNUZZO M. R. TELARICO R. A. ZOCCALI
L'igiene mentale come modello e come progettonel pensiero psichiatrico italiano
della seconda metà dell'Ottocento:una nota storica
UNITA SANITARIA LOCALE N.9 - REGGIQ EMIUAServizio Igiene Mentale e Assistenza Psichiatrica
AGiE Grafico-editoriale - Reggio Emilia
Rlv. Spero Freniatr. - VoI. CXIII- 1989 - N. 5 - Pago 1236-1242
G. lANNuzzO (*) M. R. TELARICO(**) R. A. ZOCCALI(***)
L'igiene mentale come modello e come progettonel pensiero psichiatrico italiano
della seconda metà dell'Ottocento:una nota storica
L'Igiene Mentale come disciplina autonoma, con un proprio rtl-?delloteorico e una propria prassi clinica, è abbastanza recente. Eppure, ,il,~oste-nerlo sarebbe contemporaneamente esatto ed errato, poiché l'igiene men-
tale sarebbe così intesa solo come nuova branca delle discipline psichia-triche. In realtà l'igiene mentale è qualcosa d'altro: potremmo ;riferirei
ad essa come una idea di fondo, un "paradigma" per dirla con Kuhn
(1978), un modello teorico. In 'quanto tale essa percorre tutta lastoria della moderna psichiatria - e anche di quella antica, anche se in
questo lavoro non ci occuperemo di questo aspetto storico - e si alterna
con un altro modello, quello psichiatrico coercitivo, fortemente "medicaliz-
Cattedra di Igiene Mentale dell'Università di Messina (Direttore:Pro!. M. VITETTA).
(*) Borsista presso la Cattedra di Igiene Mentale.
(**) Professore a contratto di Psichiatria sociale presso la scuola dispecializzazione di Igiene Mentale.
(***) Professore a contratto di Psicoterapia medica presso la scuola dispecializzazione in Igiene Mentale.
Il lavoro spetta in parti uguali agli Autori: il Direttore.
L'IGIENE MENTALE NELLA SECONDA METÀ DELL'800: NOTA STORICA 1237
zato" e quasi del tutto indifferente alle problematiche sociali ,e ambientali.
In qualche modo, il modello dell'Igiene Mentale e quello psichiatrico
strictiori sensu rappresentano le due facce della stessa medaglia: in sensomitologico, siamo di fronte ai miti di Igea e Asclepio: il primo rappresenta
l'arte medica come tentativo di mantenere l'equilibrio naturale delle cose,
il secondo !'intervento terapeutico mirato. Nel campo della salute e del
disagio psichico, il modello dell'Igiene Mentale ha da sempre travalicato
i limiti dell'intervento terapeutico, della clinica, caratterizzandosi forte-
mente per il suo impegno nel sociale e in tutte quelle dimensioni (pedago-
gica, psicologica, sociologica) in cui esso si diversifica.
L'Igiene Mentale è insomma, qualcosa in più di una specialità medica:
è un approccio, una filosofia e un metodo.
L'esistenza di un approccio igienico mentale ai problemi posti dalla
malattia e dal disagio psichico è rilevabile sin dalla nascita della scienzafreniatrica in Italia.
La Società Freniatrica Italiana fu la prima associazione psichiatrica
professionale nel nostro Paese, fondata nell'ottobre 1873 a Roma, nell'am-
bito dei lavori dell'undicesimocongresso degli scienziati italiani. Essa
nasceva in un periodo particolare sia dal punto di vista storico che sociale.
Anzitutto nasceva in un momento politico difficile, in una nazione che ave-
va ancora da risolvere importanti questioni politiche. Poi iniziava la sua
attività scientifica in piena era positivista. Ideologia di progresso, e pro-
getto di una cultura laica apparivano, allora, momenti fondamentali dellaattività intellettuale degli uomini di scienza, tn i quali gli psichiatri erano
chiamati a dare una risposta a tutta una serie di questioni, ad un temposociali e mediche.
Nel 1883 la Società contava già centonove membri effettivi e 12 mem-
bri onorari stranieri, e il suo impegno in campi che travalicavano ampia-
mente le competenze mediche era indiscutibile: « Ormai - affermava
Andrea Verga nella relazione introduttiva al Quarto Congresso nazionale
della Società £reniatrica - non v'è disciplina sulla quale la psicologianon stenda le sue grandi ali. La nostra scienza si confonde con quelladell'umanità ».
Se già questo calarsi nel sociale, nel filosofico, nel politico anche,
connota intenzioni molto più estese che quelle di pertinenza della psichia-
tria manicomiale, è sul campo specifico della salute mentale e della pre-venzione della malattia che la psichiatria della seconda metà del secolo
scorso impose la sua attenzione, elaborando un progetto igienico mentale
di ampia portata.
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Il freniatra è, cioè, igienista dell.'umanità parte attiva di quel processo
di evoluzione morale e sociale che può assicurare all'umanità il progresso
ad un tempo etico e scientifico, in pieno accordo con le premesse dellafilosofia positivista.
Non a caso, un tema centrale di quegli anni fu la relazione tra la
civiltà e la follia, il tentativo cioè di capire che influenza potesse avere il
progresso sulla salute mentale ,e sull'eventuale aumento dei disturbi psi-
chiatrici, e quindi sulle strategie igieniche e profilattiche che potessero por-
re un argine alla malattia mentale. Si trattava quindi di un tema centrale
dell'igiene mentale, posto in un momento e in contesto che giustificava
le più vive attenzioni del freniatra all'assetto sociale come fattore per
così dire '« di rischio » per il disagio psicologico.
A discuterne esaurientemente, ed in maniera a suo modo esemplare,
fu, sempre al congresso della Società Freniatrica del 1883, RobertoAdriani, direttore del manicomio di Fermo, in un lavoro intitolato: « La
educazione come profilassi della pazzia ».
Adriani accettava l'idea che la nuova complessità sociale si asso-
ciasse naturalmente ad una nuova, maggiore complessità della vita men-tale ed emozionale. Si tratta di una tesi indimostmta allora, e tutto som-
mato indimostrata .anche ora, ma il dato più interessante non è questo,
bensì !'insieme di strategie che Adriani propose a scopo profilattico.
Tra di essi la buona alimentazione, una adeguata cultura fisica e
mentale che evitano la pericolosa predisposizione alla mollezza delle abitu-
dini; una corretta educazione del linguaggio e dei sensi, una corretta istru-
zione scolastica, la separazione ritenuta fondamentale tra educazione etica
ed educazione religiosa. Infine Adriani richiedeva un controllo sperimen-
tale dei metodi pedagogici applicati nelle scuole, e l'utilizzazione del me-dico a livello scolastico. Compito prioritario dello psichiatra è quindi quello
di lavorare molto nel settore dell'educazione, della famiglia, della scuola.
Necessitano indiscutibili collegamenti con la psicopedagogia, con la psico-
logia sperimentale, con l'igiene, con l'insegnamento in genere.
Né Adriani era il solo: lo psichiatra Buonomo, per esempio, era anco-
ra più radicale, .quando sosteneva che « I medici devono avere !'ispezione
nelle scuole; studiare una educazione individuale da applicarsi a ciascuno,
perché ciascuno porta la sua inclinazione, per ereditarietà o altre cause ».Un altro grande, interessato alla psicoigiene, fu in qualche modo Cesare
Lombroso. A dimostrarlo basterebbe il suo grande impegno nel sociale, il
suo valutare quale impatto potesse avere la civiltà nello sviluppo dellafollia (sebbene poi ne concludesse che non esisteva alcun reale influsso,
L'IGIENE MENTALE NELLA SECONDA METÀ DELL'800: NOTA STORICA 1239
ma che anzi, i grandi agglomerati civili impedivano lo sviluppo della
pazzia "da imitazione", secondo lui tanto frequente nel passato). Ma, anche
in una breve nota come la presente, sarebbe manchevole non ricordarecome Lombroso avesse rilevato l'importanza di una corretta "igiene so-
ciale" per la prevenzione della follia. Nella sua opera « La pazzia nei tempi
antichi e moderni », pubblicata nel 1895 quando egli aveva sessant'anni,
non può fare a meno di notare come alcune nuove forme di "pazzia" tipiche
deIPepoca moderna (l'epilessia « psichica », per esempio, le tossicofilie, la
isteria e la nevrastenia) siano talvolta caratterizzate dal 'ritmo imposto dallavita "civile", dall'attività febbrile che impone all'organismo ritmi che
questo non può sostenere.
È in 'questo divario fra natura e cultura, che va indirizzata l'attenzio-
ne dello psichiatra interessato a prevenire oltre che a curare la malattia
mentale. Ne fa ampia testimonianza il suo interesse per l'educazione scola-stica (malata di "archeofilia", secondo lui, e quindi non adeguata ad un
corretto, moderno sviluppo psicologico).
Un parere simile sarebbe stato espresso dal Bianchi:
( II complicato meccanismo della civiltà odierna, i moltiplicati e diversi
rapporti sociali di ciascun individuo nell'ambiente sociale, la somma dilavoro che riprende lenta nel miraggio del godimento, il cresciuto numerodi desideri e delle disillusioni, il valore della vita aumenta-lo e la intensi-
ficazione della lotta per essa, richiedono un potenziale intellettivo di gran
lunga superiore a quello che fosse necessario non più che mezzo secolo eanche trent'anni fa... )).
L'individuo a rischio di malattia mentale è allora quello più debole,
e compito della scienza freniatrica è quello in qualche modo di esercitare
una adeguata azione profilattica.
Un progetto igienico mentale di vasto respiro insomma, che è mirabil-mente riassunto dall'intervento di Tamburini, direttore del manicomio di
Reggio Emilia, al congresso del 1901, tenutosi ad Ancona, della Società
Freniatrica italiana, secondo il quale la psichiatria « ha dimostrato su
quali basi informi ed erronee fossero fondati sin ora i sistemi ed i metodi
della pedagogia )). In realtà si trattava di una affermazione forse troppoottimistica, in pieno spirito positivista.
E, insieme a Tamburini, va anche ricordato il contributo di Morselli
al problema dell'approccio igienico mentale.
Basti pensare a due sue iniziative: la prima fu la creazione nel 1892
di un'Ambulatorio per le malattie mentali presso il policlinico di Genova,
con la funzione dichiarata di offrire consulti gratuiti ai poveri cinque voltealla settimana. Ancora più significativa fu la direzione a lui affidata del
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"Paedagogium italiano", uno stabilimento nel quale si tentava la riabilita-zione dei bambini "tardivi, gracili, afasici, balbuzienti, rachitici e sordo-
muti". M orselli fu un sostenitore - e li applicò, infatti - di metodi di-
dattici individualizzati sia per la rieducazione che per promuovere losviluppo della sensibilità morale, dell'affettività e della volontà, che ritene-
va le tendenze psichiche più importanti. D'altra parte è noto come gli
interessi di M orselli spaziarono in tutti quei campi che egli riteneva
connessi all'igiene sociale: per esempio la sessualità, l'eutanasia, l'eugenica.
Nella psichiatria italiana dei primordi, quindi, esisteva un modello eun progetto igienico mentale, che si calava pienamente nel sociale, e che
idealmente si ricollega all'opera di quei -clinici (Mingazzini, Sergi, Pisani)
che avrebbero poi "inventato" l'igiene mentale come disciplina autonoma.Non è sicuramente peregrino, allora, chiedersi quali siano stati i limiti
effettivi di applicabilità di questo progetto, quanto, cioè, esso sia riuscito
a proiettarsi realmente nella pratica, e quanto invece non sia rimasto "pro-getto", di quanto la repressione abbia sopravanzato la prevenzione, trasfor-
mando il freniatra da "grande Igienista dell'umanità », come suggerisceCorulli (1985), a custode inflessibile della repressione di ogni forma di
devianza, ben più interessato a creare e mantenere quelli che Focaultchiama "eterotipie", ovvero "luoghi anomali ed introflessi che ininterrot-
tamente agiscono sui soggeti custoditi, ma che interrompono la continuitàdei legami Questa seconda scelta era più facile, facilitata da strutture
sociali per le quali era assai più facile e meno oneroso segregare anzichéprevenire.
Solo negli anni '20, con la fondazione della Lega di Igiene e Profilassi
Mentale, si tornò a porre attenzione al problema della prevenzione della
malattia mentale. È presumibile che questa sia la scelta del futuro per lediscipline psichiatriche, ma è forse importante non dimenticare che avreb-
be anche potuto essere la scelta del passato.
A dimostrazione dell'attendibilità di questa tesi, è il caso di riportarequanto affermò B. Sale mi Pace, uno dei pionieri della psichiatria italiana,nella sua prefazione al corso di « Clinica Freniatrica » dell'Università diPalermo all'inizio dell'anno accademico 1878-1879:
« Signori, l'epoca in cui viviamo è precisamente epoca dell'uomo, per come,
con felice espressione, ebbe a dire l'illustre Quatrefages, volendo con ciò
significare che lo sviluppo intellettuale dello stesso trovasi oggi al suoapo-
gèo; e siccome la perfezione della funzione importa correlativa perfezionedell'organo, ne segue un maggiore affinamento e conseguente accresciutavulnerabilità delle sue parti.
L'IGIENE MENTALE NELLA SECONDA METÀ DELL'800: NOTA STORICA 1241
Ed ecco la vera ragione per cui la statistica della pazzia offre dap-
pertutto ed ogni giorno un crescendo assai scon!ortante. L'equilibrio in
grazia al quale le nostre tensioni cerebrali resistono alla tumultosità dei
tempi ,alle loro tendenze ed alle loro passioni ,sembra potentemente minac-
ciato, se la scienza non saprà contrapporre l'igiene mentale. I medici, loscrisse G. P. Frank, ed è una grande verità, furono sempre più felici a
potere prevenire le malattie, anziché a poterle curare. La scienza del pen-
siero adunque, oltre che è destinata alla cura d'una classe d'infermi, i più
sventurati fra i più miseri mortali, mira ancora a diffondere i suoi bene-
fici preventivi ed igienici, facendo penetrare i suoi luminosi raggi in tutte
le scienze sociali, in tutte le istituzioni civili e penali, in tutte le disciplineeducative ove propriamente si preparano esi costruiscono i sostrati dell'av-
venire intellettuale e morale dell'uomo e dei popoli » (Sale mi Pace, 1880).È la mera contingenza storica a far si che modelli validi siano
dimenticati, sino a quando l'esigenza non ci induce .a riscoprirli.
Ma forse, come scrisse Diogene Laerzio, « Vi fu un tempo in cuitutte le cose erano nate insieme )) (*).
RIASSUNTO
Gli Autori esaminano brevemente gli interessi « psicoigienici» dellapsichiatria italiana della seconda metà dell' '800, con particolare riferimentoad alcuni illustri « freniatri» dell'epoca. La tesi di fondo sostenuta nel-l'articolo è che nella psichiatria « positivista» della seconda metà del-l' '800 esisteva un « progetto» igienico mentale, che collegava disagio psi-chico e dimensione sociale, con particolare attenzione alla prevenzione.Tale progetto rimase solo teorico, in gran parte, mentre si affermò un pro-getto di « controllo della devianza», assai meno responsabilizzante e im-pegnativo sul piano sociale.
SUMMARY
Authors briefly examines the interest in mental Hygiene of the italiaQpsychiatry - and particularly of some famous psychiatrists - in thesecond half of nineteen century. Their argued that the « positivistic»psychiatry of the second half of XIX century, was interested in a philoso-phical project which connected mental diseases and social dimension, witha particular attention to prevention.
(*) DIOGENELAERZIO- Vite di filosofi. - Bari, Laterza, 1983.
1242 G. IANNUZZO - M. R. TELARICO - R. A. ZOCCALI
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