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Cra Vestenanova / Processo di valutazione dell’adeguatezza
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INDICE
1. PREMESSA ...............................................................................................................................................3
2. PROCESSO DI VALUTAZIONE DELL’ADEGUATEZZA PER IL SERVIZIO DI CONSULENZA IN
MATERIA DI INVESTIMENTI ....................................................................................................................3
2.1. CONSULENZA DI BASE ...........................................................................................................................4
2.2. CONSULENZA AVANZATA .................................................................................................................... 17
Cra Vestenanova / Processo di valutazione dell’adeguatezza
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1. PREMESSA
La Banca, ai fini della valutazione di adeguatezza, adottata un approccio di tipo multivariato differenziato sulla base
della tipologia di servizio prestato e basato su un confronto di più variabili riferite, da un lato, alle caratteristiche del
cliente, acquisite attraverso il questionario di profilatura e, dall’altro, a quelle del prodotto finanziario oggetto
dell’operazione.
Le logiche di individuazione del grado di complessità e dei rischi caratterizzanti le varie tipologie di prodotti
finanziari sono riportate nella Policy per la definizione della complessità e dei fattori di rischio dei prodotti finanziari
adottata dalla Banca.
2. PROCESSO DI VALUTAZIONE DELL’ADEGUATEZZA PER IL SERVIZIO DI CONSULENZA IN MATERIA DI
INVESTIMENTI
Il processo di valutazione dell’adeguatezza di un’operazione considera e raffronta separatamente i seguenti
parametri che concorrono a determinare il profilo del cliente con le caratteristiche e il grado di rischiosità dei prodotti
finanziari:
- parametri impiegati ai fini della profilatura della clientela, raccolti attraverso il questionario Mifid:
• conoscenza della tipologia dello strumento finanziario e del servizio di investimento;
• esperienza in materia di servizi di investimento;
• situazione finanziaria;
• capacità a sostenere le perdite;
• obiettivi di investimento, compresa la tolleranza al rischio.
- parametri impiegati per definire le caratteristiche e il grado di rischiosità/complessità dei prodotti finanziari come
definiti nella Policy per la definizione della complessità e dei fattori di rischio dei prodotti finanziari:
• complessità dello strumento finanziario;
• rischio emittente /controparte;
• rischio di mercato;
• rischio di liquidità;
• rischio di concentrazione.
Nel processo di assegnazione dei differenti indicatori di rischiosità a ciascun prodotto finanziario viene compiuta
una valutazione nel continuo, separata e autonoma, delle tipologie di rischio più significative (multi variabilità)
senza mitigare o mediare gli elementi di maggior e minor rischio.
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2.1. Consulenza di base
La valutazione di adeguatezza nell’ambito del servizio di consulenza di base viene effettuata in una logica di tipo
‘multivariata’ con riferimento al singolo prodotto finanziario, sulla base del processo di comparazione dei vari
indicatori, riferiti al cliente e al prodotto finanziario, riportato nello schema sottostante (Figura 1):
Orizzonte temporale di di
investimento del
cliente
� < mesi
� Fino a 3 anni
� Fino a 5 anni
� Fino a 10 anni
� Oltre 10 anni
Durata anagrafica del
prodotto finanziario
Prodotti finanziari
illiquidi
Holding period Rischio Liquidità
Capacità a sostenere
le perdite:
� Bassa
� Media
� Alta 4 Classi di volatilità
� Bassa
� Medio/Bassa
� Medio/Alta
� Alta
Volatilità
del prodotto
finanziario
Capacità di sostenere le perdite
Rischio di mercato
Profilo di rischio
cliente
� Basso
� Medio/Basso
� Medio/Alto
� Alto
Sezioni C+D
� Reddito
� Patrimonio
� Capacità di risparmio
� Debiti M/L termine
� Obiettivi investim.
� Prop. al rischio
� Holding period
Profilo di rischio del cliente
� Reddito
� Patrimonio
� Capacità risparmio
� Investimento medio
� Obiettivi investim.
� Holding period
Conoscenza ed
esperienza Cliente
� Bassa
� Medio/Bassa
� Medio/Alta
� Alta
Sezioni A+B
� Età
� Professione
� Livello di istruzione
� Conoscenze
� Esperienze
� Servizi e prodotti
finanziari conosciuti
Livello di complessità
prodotto finanziario
� Bassa
� Medio/Bassa
� Medio/Alta
� Alta
� Molto Alta
Valutazione della
comprensibilità delle
caratteristiche, della
natura e dei rischi insiti
nei prodotti finanziari
Conoscenze/Esperienze Complessità
Profilo di rischio
cliente
� Basso
� Medio/Basso
� Medio/Alto
� Alto
Sezioni C+D
� Reddito
� Patrimonio
� Capacità di risparmio
� Debiti M/L termine
� Obiettivi investim.
� Prop. al rischio
� Holding period
4 Classi di rating
� Basso
� Medio/Basso
� Medio/Alto
� Alto
Livello di rating
Emittenti/controparti
/strumenti finanziari
Agenzia Moody’s
Profilo di rischio del cliente
Rischio Emittente/CTP
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2.1.1. Adeguatezza della conoscenze ed esperienza finanziaria del cliente in relazione alla complessità dei
prodotti finanziari
Le conoscenze ed esperienze del cliente sono valutate al fine di verificare la capacità dello stesso di comprendere
la natura, le caratteristiche e i rischi connessi all’operazione sulla base della complessità del prodotto finanziario
raccomandato.
L’adeguatezza di un prodotto finanziario rispetto alle conoscenze possedute dal cliente e alla sua esperienza
finanziaria (Sezione A – Dati anagrafici e B - Esperienza Finanziaria e Conoscenze Possedute del questionario) è
valutata sulla base dei diversi livelli di complessità, secondo la Tabella 1.
Punteggio questionario Sezione A e B Conoscenza/esperienza cliente Complessità prodotto
≤ 11 1 - Bassa 1 - Bassa
12 – 22 2 - Medio/Bassa 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa
23 – 33 3 - Medio/Alta 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa;
3 - Medio/Alta
> 33 4 - Alta 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa;
3 - Medio/Alta. 4 - Alta
- Non adeguati a clientela retail 5 - Molto Alta
Tabella 1: Valutazione di adeguatezza della complessità del prodotto rispetto alla conoscenza/esperienza del cliente
2.1.2. Adeguatezza del profilo di rischio del cliente (situazione finanziaria e obiettivi di investimento) in
relazione al Rischio di Mercato, Rischio Emittente/controparte e Rischio Liquidità
Il profilo di rischio del cliente, ottenuto dalla combinazione delle sezioni ‘C – Situazione Finanziaria’ e ‘D – Obiettivi
di investimento’ del questionario, viene associato, ove pertinente, con l’indicatore capacità di sostenere le perdite e,
in funzione delle caratteristiche del prodotto finanziario oggetto della valutazione, con le seguenti tipologie di rischio:
- Rischio di mercato: rischio riferito alle variazioni di valore di un prodotto finanziario connesso a
cambiamenti delle condizioni di mercato;
- Rischio emittente/controparte: rischio legato a variazioni del merito creditizio dell’emittente o del prodotto
finanziario;
- Rischio di liquidità: rischio relativo all’impossibilità di poter liquidare prontamente l’investimento senza una
penalizzazione del valore del capitale investito.
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Rischio di Mercato
La logica utilizzata per determinare l’adeguatezza del prodotto in funzione del Rischio di Mercato viene definita in
funzione dei due seguenti indicatori:
- Profilo di rischio del cliente
Il profilo di rischio del cliente viene determinato dalla somma dei punteggi delle sezioni C – Situazione
finanziaria e D – Obiettivi di investimento del questionario sulla base della seguente tabella:
Punteggio questionario Sezione C e D Profilo di rischio
≤14 1 – Basso
15 – 22 2 – Medio/Basso
23 – 30 3 – Medio/Alto
> 30 4 – Alto
Tabella 2: Profilo di rischio della persona fisica
- Capacità a sostenere le perdite
L’indicatore ‘Capacità a sostenere le perdite’ viene definito tramite la combinazione di specifiche domande
delle sezioni C e D del questionario, con le seguenti modalità:
Dove si definiscono:
L’algoritmo di calcolo concorre a definire l’indicatore riferito alla capacità del cliente di sostenere le eventuali
perdite su tre livelli:
Percentuale Capacità a sostenere le perdite
≤10% 1 – Bassa
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10% - 100% 2 – Media
> 100% 3 – Alta
Tabella 3: Capacità di sostenere le perdite della persona fisica
Il profilo di rischio del cliente e la capacità di sostenere le perdite sono associati, mediante la matrice di raccordo
sotto riportata, ai prodotti finanziari considerati adeguati in funzione del relativo livello di Rischio di mercato:
Tabella 4: Matrice di raccordo tra il profilo di rischio e la capacità a sostenere le perdite.
Con riferimento ai covered warrant e ai certificates a copertura dei finanziamenti, in considerazione della
particolare finalità di tali strumenti, il Rischio mercato non viene valutato, tenuto conto che l’eventuale variazione di
valore del derivato è compensata dalla variazione collegata allo strumento coperto.
Nel caso di piani di accumulo e operazioni di switch programmato in fondi comuni1, tenuto conto della
particolare modalità di investimento e della diversificazione del rischio di tale tipologia di prodotti la classe di Rischio
mercato come definita nella Policy per la definizione della complessità e dei fattori di rischio dei prodotti finanziari
adottata dalla Banca è diminuita di due livelli. A titolo esemplificativo, se dall’applicazione dei range di volatilità
ovvero delle corrispondenti classi di rischio KIID/KID è calcolata la classe di rischio “4 - Alto”, verrà attribuita la
classe di rischio “2 – Medio/Basso” del prodotto oggetto di PAC ovvero del prodotto target dello switch
programmato.
Rischio emittente/controparte
L’adeguatezza di un prodotto finanziario in funzione del Rischio emittente/controparte viene valutata in relazione al
profilo di rischio del cliente, ottenuto dalla combinazione delle sezioni C e D del questionario, sulla base della
Tabella 5: 1 Nelle operazioni di switch programmato l’investitore associa il rimborso di un comparto e il contestuale reimpiego in un nuovo comparto tramite un piano a rate costanti
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Punteggio questionario Sezione C e D Profilo di rischio del cliente Rischio emittente/controparte
≤14 1 - Basso 1 - Basso (Investiment Grade “superiore”)
15 – 22 2 - Medio/Basso 2 - Medio/Basso ((Investiment Grade “inferiore”);
1 - Basso ((Investiment Grade “superiore”)
23 – 30 3 - Medio/Alto
3 - Medio/Alto (Non (Investiment Grade “superiore”);
2 - Medio/Basso ((Investiment Grade “inferiore”);
1 - Basso ((Investiment t Grade “superiore”)
> 30 4 - Alto
4 – Alto (Non i(Investiment Grade “inferiore”);
3 - Medio/Alto (Non (Investiment Grade “superiore”);
2 - Medio/Basso ((Investiment Grade “inferiore”);
1 - Basso ((Investiment Grade “superiore”)
Tabella 5: Valutazione di adeguatezza del Rischio emittente/controparte
Con riferimento ai prestiti obbligazionari plain vanilla non strutturati o strutturati non complessi emessi dalla Cassa
Rurale e da banche non quotate, sprovvisti di rating e non garantiti dal Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti, per
l’individuazione del livello di rischio dello strumento finanziario, il Consiglio di Amministrazione farà riferimento ai
seguenti criteri.
Viene utilizzato un Indice Sintetico di Rischio costruito sulla base di cinque diversi indicatori atti ad identificare il
profilo di rischiosità, solvibilità, liquidità, redditività ed efficienza della Banca.
Gli indicatori di seguito elencati faranno riferimento ai dati dell’ultimo bilancio disponibile semestrale o annuale:
A1 = Sofferenze nette
Fondi Propri
P = Fondi Propri
Attività di Rischio ponderate
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L =
Crediti verso Clientela
Debiti verso Clientela + titoli in circolazione + debiti verso clientela e titoli del portafoglio valutati al fair value
D1 = Costi di Struttura
Margine di Intermediazione
D2 = Rettifiche di valore a Conto Economico
Risultato Lordo di Gestione
Ogni indicatore esprime un coefficiente la cui somma può variare fra 0 e 24 determinando l’Indice Sintetico di
Rischio (ISR) della situazione complessiva della Banca. La seguente tabella indica i 5 intervalli entro cui tale indice
può muoversi. Ogni intervallo configura un determinato grado di rischiosità della Banca.
(Nota: gli estremi superiori sono inclusi nelle classi)
Per il dettaglio sulle modalità di calcolo dell’Indice Sintetico si rimanda al documento “Indice Sintetico di Rischio”,
approvato dal Cda in data 05/12/2013 e Allegato al regolamento Finanza.
Rischio di liquidità
Punteggio
Totale Grado di rischiosità
0 - 3,5 Rischio Basso
3,5 - 6,5 Rischio Medio-Basso
6,5 – 8 Rischio Medio
8 – 10,5 Rischio Medio-Alto
10,5 – 14,5 Rischio Alto
> 14,5 Rischio Molto Alto
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Il Rischio di liquidità viene valutato unicamente con riferimento ai prodotti finanziari definiti come ‘illiquidi’ sulla base
delle logiche individuate nella Policy per la definizione della complessità e dei fattori di rischio dei prodotti finanziari
adottata dalla Banca.
L’adeguatezza di tali prodotti finanziari è verificata con riferimento all’orizzonte temporale del cliente (holding
period), tramite una valutazione autonoma della risposta alla domanda D.2 “Qual è il periodo di tempo per il quale
desidera conservare i suoi investimenti?” rispetto alla durata anagrafica del prodotto secondo le logiche riportate
nella Tabella 6:
Profilo di rischio del cliente Durata anagrafica del prodotto
Meno di 18 mesi Fino a 18 mesi
Fino a tre anni Fino a tre anni
Fino a cinque anni Fino a cinque anni
Fino a dieci anni Fino a dieci anni
Più di 10 anni Qualsiasi
Tabella 6: Valutazione di adeguatezza dell’holding period del cliente rispetto alla durata anagrafica del prodotto.
Nel caso di OICR/ETF/Unit linked con sottostante OICR, non esistendo una scadenza anagrafica, la valutazione è
effettuata sulla base di un confronto tra l’holding period del cliente e il primo intervallo temporale a cui tali prodotti
possono essere disinvestiti. L’holding period del cliente pertanto deve essere pari almeno al citato intervallo
temporale.
Per la particolare natura dei certificati di deposito, la Banca, in considerazione delle clausole di estinzione
anticipata, configura tale strumento come prodotto finanziario “illiquido”.
2.1.3. Adeguatezza dell’operazione in relazione al Rischio di Concentrazione
Al fine di valutare la corretta diversificazione degli investimenti, viene verificata la concentrazione «prospettica»
sulla “posizione complessiva” del cliente presso la Banca, che può essere identificata in uno o più dossier, laddove
riconducibile al medesimo profilo di rischio.
La posizione complessiva del cliente, pertanto, è riferita unicamente ai dossier legati a un determinato
questionario/codice di anagrafe generale (monointestato o cointestato), non considerando, pro-quota, la parte
riferibile all’eventuale dossier cointestato.
A titolo esemplificativo, si ipotizza un cliente (“soggetto A”) con due dossier monointestati e due dossier cointestati,
uno a firme congiunte e uno a firme disgiunte, con altri clienti (“soggetti B e C”).
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Al fine di individuare la “posizione complessiva” del “soggetto A” si fa riferimento unicamente ai due dossier
monointestati, non considerando invece la “quota parte” dei dossier cointestati a firme disgiunte e/o congiunte.
Esempio:
Dossier Posizione complessiva del soggetto A
1 Monointestato soggetto A
2 Monointestato soggetto A
3 Cointestato a firme disgiunte soggetto A e B x
4 Cointestato a firme congiunte soggetto A e C x
La valutazione del rischio di concentrazione si applica alla prima operazione utile che verrà disposta dalla clientela
a valere su nuove posizioni o posizioni già in essere.
Nella “posizione complessiva” si fa riferimento esclusivamente ai prodotti finanziari sottoposti alla disciplina MiFID e,
in tale ambito, si deve tener conto anche dei prodotti per i quali, in considerazione della loro natura, è prevista una
percentuale massima raccomandabile del 100%, nonché delle posizioni della clientela in gestioni di portafogli
(prestate ovvero distribuite dalla Banca) .
Data della valutazione
Al fine di valutare l’effettiva posizione del cliente, è necessario considerare come data di riferimento la data valuta,
come indicato nel seguente esempio.
Effettuando la valutazione del rischio di concentrazione al 14/01/2015 (data di acquisto delle azioni Fiat Chrysler
Automobiles), considerando la data valuta (e quindi la vendita effettuata il 13/01/2015 (80.000 €), l’operazione
risulta inadeguata 10.000 / (20.000 + 10.000) = 33%.
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Inoltre, si deve tener conto che la valutazione è effettuata ex-ante sulla disposizione del cliente ipotizzando che
tutte le operazioni vengano effettivamente eseguite post consulenza.
Pertanto, nella posizione complessiva si includono tutte le operazioni eseguite con data valuta certa. Le
sottoscrizioni di quote di fondi comuni di investimento, rientreranno nella posizione complessiva al momento
dell’attribuzione del controvalore delle quote stesse.
I rimborsi dei prodotti finanziari saranno considerati, ai fini dell’individuazione della posizione complessiva,
esclusivamente nel momento della loro efficacia.
2.1.3.1. Modalità di calcolo dell’importo da diversificare – prodotti finanziari diversi dalle “obbligazioni
emesse da banche italiane in Euro” a complessità Bassa e Medio/Bassa
Per i prodotti finanziari diversi dalle “obbligazioni emesse da Banche italiane in Euro” a complessità Bassa e
Media/Bassa, il rischio di concentrazione viene valutato sull'esposizione del cliente in ciascuna delle tipologie di
prodotto individuate nella seguente Tabella:
Tipologia di prodotto
Massima % del Dossier
Amministrato su paese
(a)
Massima % del Dossier
Amministrato su valuta
(b)
Massima % del Dossier
Amministrato su emittente
(c)
Massima % del Dossier Amministrato su singolo
strumento (ISIN) (c)
Classe complessità %
Obbligazioni (d) 15% 15% 20% 1-2 20%
3-4 10%
Azioni 15% 15% 20% 2 15%
3 10%
OICR non UCITS 10% 10% N/A 4 5%
Prodotti finanziari assicurativi (e)
15% 15% 20% 1-2 20%
3-4 10%
Altri prodotti (es. ETC, ETN, Certificate, CW)
15% 15% 20% 3-4 10%
Derivati
Per i derivati di copertura si fa riferimento alla
% della tipologia di sottostante
Per i derivati di copertura si fa riferimento alla
% della tipologia di sottostante
Per i derivati di copertura si fa
riferimento alla % della tipologia di
sottostante
Per i derivati di copertura si fa riferimento alla % della tipologia di
sottostante
(a) Escluse esposizioni verso Paesi: Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Canada, Giappone, Regno Unito, Svizzera. In alternativa, il rischio paese può essere
associato ai paesi emergenti così come definiti all’interno di due indici di riferimento JPMorgan obbligazionari paesi emergenti e MSCI Emerging Market.
(b) Il Rischio valuta può essere diversamente apprezzato a seconda della divisa di riferimento (Ad esempio Dollaro 70%, Sterlina 30%, Yen 30%).
(c) Esclusi emittenti governativi: Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Canada, Giappone, Regno Unito, Svizzera nonché BEI, BERS e BIRS.
(d) Ai fini della verifica del Rischio di concentrazione rientrano in tale categoria le obbligazioni diverse da quelle rientranti nella Tabella 20.
(e) Ai fini della verifica del Rischio di concentrazione, le polizze Unit linked non sono ricomprese. Sarà cura della Banca individuare eventuali percentuali diverse
tra Polizze Index linked e Polizze di Capitalizzazione.
Tabella 7: Valutazione del Rischio di concentrazione per i prodotti diversi dalle obbligazioni bancarie italiane in EUR a complessità Bassa e
Medio/Bassa.
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In particolare, la Tabella 7 distingue le % di concentrazione massime in funzione della tipologia di prodotto, del “tipo
di rischio” (paese, valuta, emittente, singolo prodotto) e, con riferimento al singolo prodotto, della classe di
complessità di quest’ultimo.
Con riferimento ai valori di concentrazione riportati nella citata tabella, viene confermato quanto deliberato in
materia dal Cda in data 28/07/2016.
La concentrazione è calcolata misurando vincoli percentuali e condizioni stabiliti nella Tabella 7. Se la % di
concentrazione è superiore alla % di concentrazione raccomandabile definita dalla Banca, quest’ultima è tenuta a
raccomandare una diversificazione degli investimenti.
In considerazione della loro natura, i certificati di deposito e i Pronti contro Termine, non rientrano in nessuna delle
tipologie di prodotto rilevanti ai fini della valutazione del Rischio di concentrazione.
Valutazione della concentrazione su posizione complessiva pari a zero e individuazione di un “valore
minimo”
Con riferimento ai prodotti finanziari di cui alla Tabella 7, in applicazione della valutazione del Rischio di
concentrazione, qualsiasi operazione, in presenza di una posizione complessiva valorizzata a “zero”, disposta su
uno degli strumenti soggetti a controllo risulta per definizione non adeguata.
Pertanto si identifica un “valore minimo” in Euro che rende sostenibile la valutazione della diversificazione. Ad
esempio, un importo complessivo di 10.000 Euro (che può essere rappresentato da uno o più investimenti) si ritiene
ragionevolmente sostenibile da qualsiasi investitore. Con particolare riferimento a una posizione complessiva pari a
zero, a fronte di un investimento di 11.000 Euro si applicheranno sull’intero importo le percentuali di diversificazione
previste dalla Tabella 7. Invece, un investimento di importo fino a 10.000 Euro sarà ritenuto sempre adeguato ai fini
della valutazione della concentrazione su una posizione complessiva pari a zero.
2.1.3.2. Modalità di calcolo dell’importo da diversificare – “obbligazioni emesse da banche italiane in Euro”
a complessità Bassa e Medio/Bassa
Per le obbligazioni bancarie italiane in Euro rientranti nella classe di complessità Bassa e Media/Bassa, la Banca,
sulla base dello schema rappresentato nella Tabella 8, definisce delle soglie percentuali massime raccomandabili
crescenti in relazione al profilo di rischio assegnato al cliente, riveniente dal questionario per la raccolta delle
informazioni ai fini MiFID. A tal fine, si può fare riferimento, in particolare, alle informazioni raccolte sulla situazione
finanziaria e sugli obiettivi di investimento e propensione al rischio del cliente di cui alle sezioni C e D del
questionario. Ciò in quanto, un profilo di rischio maggiore è ritenuto coerente con la maggiore rischiosità del
portafoglio derivante dalla rilevante presenza di prodotti finanziari della specie.
Pertanto, sono previste soglie di inadeguatezza, in termini di concentrazione, tanto maggiori quanto più basso è il
profilo di rischio del cliente.
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Tabella 8: Valutazione del Rischio di concentrazione per le obbligazioni bancarie italiane in EUR a complessità Bassa e Medio/Bassa.
Essendo tali prodotti caratterizzati da un basso grado di complessità e generalmente di rischiosità, in relazione alla
specifica tipologia di strumento (emesso da Banche italiane in Euro) è effettuata una valutazione ad hoc del rischio
di concentrazione che prevede, ad esempio, delle fasce di investimento e pertanto si posizionano in un “alveo”
compreso tra i prodotti di cui alla Tabella 7 e i prodotti esenti dalla valutazione del rischio di concentrazione
(esempio i titoli di Stato italiano).
La concentrazione è calcolata misurando il rapporto tra il saldo riferito alla singola categoria di prodotto (al netto
della fascia di investimento fissata) e la “posizione complessiva” (o totale netto).
Si definiscono quindi:
� fascia di investimento = fascia di investimento in Euro all’interno della quale si ritengono adeguate
esposizioni pari al 100% nei confronti di una stessa categoria di emissioni;
� saldo netto = saldo in Euro categoria di prodotto – limite superiore in Euro della fascia di investimento
individuata;
� totale netto = somma saldi netti;
� valore minimo = valore che rende significativa la raccomandazione.
Al fine di individuare l’importo da diversificare, si devono verificare contemporaneamente le seguenti condizioni:
A. la % di concentrazione è superiore alla % di concentrazione raccomandabile definita dalla Banca in
funzione del profilo di rischio del cliente;
B. il saldo della categoria di emissione è superiore al limite superiore della fascia di investimento.
Se sono soddisfatte entrambe le condizioni, la Banca è tenuta a raccomandare una diversificazione degli
investimenti sulla base dei criteri sopra individuati.
Livello di concentrazione
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La concentrazione è calcolata facendo il rapporto tra il “saldo netto” della singola sottocategoria (“PO BCC garantiti
FGO”, “PO BCC non garantiti”, “PO di altre banche”) ed il totale netto.
Esempio:
L’impostazione di calcolare la concentrazione a livello di sottocategoria (e non di emittente), implica che – ad
esempio in caso di una % massima raccomandabile pari al 50% – un portafoglio equamente ripartito tra BCC
garantite FGO e BCC non garantite FGO risulta adeguato.
L’impostazione di calcolare la concentrazione a livello di sottocategoria (e non di emittente), implica che – ad
esempio in caso di una % massima raccomandabile pari al 50% – un portafoglio equamente ripartito tra BCC
garantite FGO e BCC non garantite FGO risulta adeguato.
PO garantiti FGO
La garanzia del FGO è per obbligazionista e per emittente. Ad esempio, lo stesso soggetto (obbligazionista) con
due PO di due BCC diverse è garantito fino a 206.582,76 Euro. Allo stesso modo, due soggetti cointestatari del
dossier dove è depositato il PO di una BCC sono garantiti fino a 206.582,76 Euro.
Pertanto, è necessario assicurare che la garanzia FGO si applichi nel rispetto del suddetto principio, distinguendo le
emissioni di BCC diverse. In altri termini, bisogna evitare di estendere “impropriamente” la garanzia su titoli che
hanno già “esaurito” il massimo garantibile di 103.291,38 Euro.
A tale riguardo, una volta determinato il saldo netto, la percentuale di concentrazione deve essere calcolata
rapportando la sommatoria di tutti i saldi netti dei PO dei vari emittenti al totale netto del cliente.
Esempio:
saldofascia di
investimento%
raccomandabilesaldo netto concentrazione
a b c d = MAX(a-b;0) e = (d/"totale d")BCC garantite FGO 300.000,00 103.291,38 60% 196.708,62 74%BCC non garantite 100.000,00 30.000,00 60% 70.000,00 26%Altre Banche 10.000,00 30.000,00 60% - 0%totale 410.000,00 266.708,62
Sottocategorie
Cra Vestenanova / Processo di valutazione dell’adeguatezza
16
Pertanto nell’esempio fornito, la % concentrazione è data dal rapporto tra il “Totale BCC garantite FGO”
(193.417,24) e il totale netto (213.417,24).
Tale soluzione considera come un “unicum” le emissioni di una medesima categoria di emittenti (i.e. BCC-CR),
coerentemente con l’impostazione di valutazione del rischio di concentrazione effettuata su sottocategoria di
prodotto.
Formula per calcolo dell’importo da diversificare
Una volta identificato, come sopra, il valore della concentrazione e verificato che il saldo della categoria di
emissione è superiore alla fascia di investimento, si procede al calcolo dell’importo da diversificare solo qualora sia
soddisfatta la seguente condizione (da valutare per ogni singola “tipologia” distintamente): % di concentrazione > %
massima raccomandabile.
Se è soddisfatta tale condizione, l'importo da diversificare è calcolato come:
(% di concentrazione - % raccomandabile) x totale netto
Esempio:
Si ipotizza un’operazione di 400.000 euro in Emissioni BCC garantite FGO.
Ipotizzando, nell’esempio, una riallocazione di tutto l’importo da diversificare (43.683,45 €) sulla sottocategoria “Altri
titoli” (non soggetta ad alcun limite di concentrazione), la situazione post-consulenza risulterebbe la seguente:
Valore minimo da diversificare
saldo fascia di investimento
% raccomandabile
saldo netto concentrazione
a b c d = MAX(a-b;0) e = (d/"totale d")BCC X garantite FGO 200.000,00 103.291,38 X% 96.708,62 BCC Y garantite FGO 200.000,00 103.291,38 X% 96.708,62 Totale BCC garantite FGO 193.417,24 91%BCC non garantite 50.000,00 30.000,00 X% 20.000,00 9%Altre Banche - 30.000,00 X% - 0%totale 450.000,00 213.417,24
Sottocategorie
saldofascia di
investimento%
raccomandabilesaldo netto concentrazione da diversificare
a b c d = MAX(a-b;0) e = (d/"totale d") f = (e-c)*totale dBCC garantite FGO 400.000,00 103.291,38 60% 296.708,62 70% 43.683,45 BCC non garantite - 30.000,00 60% - 0% - Altre Banche - 30.000,00 60% - 0% - Altri titoli 125.000,00 100% 125.000,00 30% - totale 525.000,00 421.708,62 100% 43.683,45
Sottocategorie
saldofascia di
investimento%
raccomandabilesaldo netto concentrazione da diversificare
a b c d = MAX(a-b;0) e = (d/"totale d") f = (e-c)*totale dBCC garantite FGO 356.316,55 103.291,38 60% 253.025,17 60% - BCC non garantite - 30.000,00 60% - 0% - Altre Banche - 30.000,00 60% - 0% - Altri titoli 168.683,45 100% 168.683,45 40% - totale 525.000,00 421.708,62 100% -
Sottocategorie
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La diversificazione deve rappresentare un valore che rende significativa la raccomandazione. Ad esempio, in casi
estremi, il risultato della formula potrebbe condurre a raccomandare di diversificare un valore molto contenuto
anche in presenza di un “patrimonio” molto consistente.
Pertanto si identifica un “valore minimo” in presenza del quale dare corso alla raccomandazione di diversificazione.
Tale valore, può essere identificato come un importo fisso in Euro identico per tutte le categorie. La Banca
determina il “valore minimo”, tenendo conto della possibilità “tecnica” di investimento (ad esempio taglio minimo dei
titoli) e/o della ragionevolezza in termini di costi dello stesso. A tale riguardo si ritiene ragionevole un valore minimo
corrispondente a un importo fisso pari a 10.000 Euro.
2.2. Consulenza avanzata
Il modello di consulenza avanzata prevede una valutazione di adeguatezza che si orienta verso una logica di
portafoglio relativamente alla valutazione del rischio di mercato e una gestione tramite l’individuazione di asset
predefiniti per quanto attiene alla valutazione del rischio di concentrazione.
In particolare, il rischio mercato, a livello di portafoglio, viene raffrontato con il profilo di rischio complessivo del
cliente e la sua capacità di sostenere le perdite utilizzando le medesime logiche adottate nel caso della consulenza
di base.
Il valore della “capacità a sostenere le perdite” in combinazione con il Profilo di rischio del cliente sono associati,
mediante la matrice sotto riportata, alle asset allocation e ai relativi portafogli modello adeguati in funzione del
relativo rischio di mercato.
Tabella 9: Matrice di raccordo tra il profilo di rischio e la capacità a sostenere le perdite.
Gli altri parametri presi in considerazione ai fini della valutazione di adeguatezza vengono invece considerati
singolarmente e pertanto, le conoscenze ed esperienze, la situazione finanziaria e gli obiettivi di investimento del
cliente sono valutati in relazione al livello di complessità e rischiosità (ad esclusione del rischio di mercato che viene
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invece calcolato sull’intero portafoglio) dei singoli prodotti finanziari impiegabili nella prestazione del servizio,
adottando le regole previste nell’ambito della consulenza di base.
L’inesperienza del cliente è mitigata dall’apporto consulenziale fornito che, connotandosi come un servizio di
durata, garantisce un’attività di monitoraggio, reporting e un’informativa finanziaria nel continuo. In tale ottica, la
valutazione di un prodotto finanziario rispetto alla conoscenza ed esperienza è valutata come segue:
Punteggio questionario – Sezione A e B Conoscenza/esperienza cliente Complessità prodotto
≤ 11 1 - Bassa 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa
12 – 22 2 - Medio/Bassa 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa; 3 -
Medio/Alta
23 – 33 3 - Medio/Alta 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa; 3 -
Medio/Alta. 4 - Alta
> 33 4 - Alta 1 - Bassa; 2 - Medio/Bassa; 3 -
Medio/Alta. 4 - Alta
Tabella 10: Raccordo conoscenza / esperienza con complessità del prodotto in caso di consulenza avanzata
2.2.3. Valutazione di adeguatezza
L’eventuale gap di esperienza del cliente rispetto all’operazione che il Personale autorizzato si presta a consigliare
può essere colmato dall’impegno da parte della Banca ad effettuare un costante monitoraggio nel tempo del
portafoglio dell’investitore, così da poterne verificare la costante adeguatezza rispetto alla situazione finanziaria,
alla capacità a sostenere le perdite e agli obiettivi di investimento dell’investitore.
Al fine di rilasciare raccomandazioni personalizzate ed elaborare il portafoglio ideale per l’investitore, la Banca
valuta le conoscenze ed esperienze in materia di investimenti, la situazione finanziaria e gli obiettivi di investimento,
che il cliente ha comunicato tramite il questionario MiFID, in relazione al livello di complessità e rischiosità dei
singoli prodotti finanziari impiegabili nella prestazione del servizio, adottando le regole previste nell’ambito della
consulenza base opportunamente adattate in ottica di ottimizzazione di portafoglio.
L’inesperienza del cliente può essere mitigata grazie all’apporto consulenziale prestato nell’ambito di un servizio di
durata, che fornisce al cliente un’attività di monitoraggio, reporting e un’informativa finanziaria nel continuo. In tale
ottica, per un cliente con profilo di conoscenza ed esperienza “bassa”, in virtù dell’elevato valore aggiunto del
servizio, potranno essere ritenuti adeguati prodotti finanziari di “bassa” e “media/bassa” complessità, mentre per il
cliente con profilo di conoscenza ed esperienza “media-bassa” potranno essere ritenuti adeguati prodotti di “bassa”,
“media/bassa” e “media/alta” complessità. Per i profili di conoscenza ed esperienza “media/alta” ed “alta” potranno
essere ritenuti adeguati tutti i prodotti rientrati nelle prime quattro classi di complessità.
A seconda della tipologia di rischio considerata, la Banca procede ad una valutazione di adeguatezza del
portafoglio complessivo ovvero sul singolo prodotto finanziario. In particolare, il rischio di mercato, che rappresenta
la perdita (o il guadagno) di valore di un investimento, in un determinato orizzonte temporale, a causa delle
variazioni delle condizioni di mercato (prezzi, tassi, cambi, ecc.), deve essere valutato con riferimento alla volatilità
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dell’intero portafoglio del cliente nonché alla sua capacità a sostenere le perdite come soprarichiamato dalla matrice
di raccordo. Di contro, il rischio emittente/controparte e il rischio di liquidità, non essendo misurabili rispetto ad un
complesso di prodotti finanziari, sono valutati in relazione al singolo prodotto finanziario. Conseguentemente, la
valutazione del rischio di concentrazione sarà di fatto realizzata nell’ambito dell’attività di ottimizzazione e
diversificazione di portafoglio insita nella prestazione della consulenza avanzata.
In coerenza con le caratteristiche proprie del servizio di consulenza, caratterizzato dal mantenimento di
un’autonomia decisionale e da un conseguente ruolo attivo dell’investitore, interessato ad avere un supporto
informativo e un’assistenza costante della Banca nelle proprie scelte, ma non anche a delegare l’atto finale della
scelta, da parte della Banca, vi è l’assunzione della responsabilità in merito alle soluzioni – di investimento o
disinvestimento – indicate, con i conseguenti risvolti in chiave di rischio operativo e reputazionale, ma non in merito
alle decisioni che assume in autonomia l’investitore e che possono anche discostarsi dalle indicazioni fornite dalla
Banca.
Tuttavia, la Banca che decide di prestare la consulenza avanzata - servizio a più alto valore aggiunto nei termini
precedentemente descritti - dovrà gestire, attraverso una costante valutazione del portafoglio del cliente, i rischi
derivanti da scelte di investimento poste in essere autonomamente dall’investitore, che possano discostarsi dal
“portafoglio di riferimento proposto”.
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