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La letteratura - volume 2
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Lo scenorio: storio, societò,culturo, idee
PremeSsal Problemì oi .periodizzd zione t' lel corso del Quartro en o ir lt ' 'ì s
ve':f i .d urd vera e propra svortd oe a crurltd con fonoamentan -nut: l : l l t- : : i l : ""t: : l '
l1 rl€LOCin ltSiè!deliru
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vennca und vcrd c Ptv""' "'""_ **ti r"tt"iade e artistlche' negli studi scientifici: ha ini
JnasvoLta del mondo' nelle espressìordela ovlta 7io un'era nuova' cne nexa trailizionale pelio'lizzazione stodca viene designa-
,".o-" ninordi"* fn que;ta svolta l,Italia è decisamente all'avangualdia e.anticipa srl]
f l rnp" gl i . l t i p""t ' " , roper '
qLèndo l ' pen co r e I a lJtÉ.Jn.femenlare dr espeienTe
nrou", in rr . ' , . i " c"t tanra lnghi l le l r a sj F ar( ord In p eno l \ f èdio l lvo
,,'",";;;ì,i*l';;;;etcasoaiogiig'ana"periodìzzazione'.bisosnap:i::,t-11"-i:t:*'^*"merto rconlini . contrapporre meccanÌcantentà le due età' Medio Evo e Rinascimento come s1e
iiJp"ir,iiit"i"t'" s,i "*ió -"a" ar Tlg'fi:fi i"l.:""tàT"#.,"1tt=,**tt',t*t,*,tria compartlmenti stagni, sezÌonl Ùa
mente coÌlocabili: per cuÌ, come sareuoe ingenuo cercare una data che,3::ilii ::"n"" ""
il;;i;;;;;;;;il"nto, "o"i '"'"uu" "í""tto pretendere di porle in-antitesi le due età
t"a*a"f"."t"" i."" 1contrario dell'altra' come;ealtà radicalmente inconciliabili ciànei
secoli precealenti il Quattrocento era possibile individuare intuizioni' concezronÌ lnnova
zìoni metoilologiche net pe"sreto e "iilistich"
neìla letteratura e nelìe arti' che fa'evano
p."i"n'ìeii""ir'pp''.!11 1:g-1r,i1".::'::::.iiff'1ffi1x':J'i$iTJ,","ffT:É';Dieno Quattlocento o Cinquecento !1
;:;"J;;i;;;";.; chi ricordano.ii Medio Evo E questi elementi eterosen€i sono spes'
so inestricabilmente mescolàLr Ùa or lolo' non solo enBo Ìo stesso-centro culturale' ma al-
i-";";;il ;." "trittore
e artista' o addirittun all'intemo della s:T.1 "l-"1"
*" r;i' "st,r-"
*i" t ""a
perioiìizzazionl sono semplici convenzioni' che si adottano come pun-
e realta stonca tÌ ali rìfenmento per onenursi nelìa mappa dell a stoliè c ul tu rale No n che siano
del tutto arbitrarie, priv" ai ogni t"r"t*i" n"ttuno puo metLere in dubbio-che la 'Ùltula
del
;: ; ; ; ; ; , ; : ; ; ; i ; i" - ' a"" ' '" a"ì '" ir ' a"ì oeriodo medieva'e e che cr'poss"îo ' ldivi
duare e'enFnti d$( nrrrnaru tra or esle Lhiunque pJo vedere che o4oFdoJt"loso ri 'pe(
.ffi;;;;;;i;;;"t" mondo e di conàrmaÀ I'espressione che e ben drverso da quelÌo
à"ii"ìiri"" -t^"ai",
per crri velamente Me'lio Evo e Rinascimento si possono riconoscere
;";;iil;;" ';;;;""entati nelle
'ìue opere; ma non bisocna mai
l]::l:er.e.^dr a''lvare a
alefinizioni assoLute' che sepanno stt'za possibilità di mediazione e contatto i vari termmÌ a
.i"i-"ì" iipt;ì""r." u"i""'" u a"nni'i in ""tratto'|
con Seometica esattezza' i concetti di
"Medio rvo" à "nìnascimento", ma poi sarà impossibiìe ritrovalli allo stato-assoLutamente
p*" *if" .""r,a ."*'eta: gli elem;nd caratten'zanti' per qr.'a"^to.s' pl::Ttll:'" ttt"t"
clominante,sarannosemplemescolabadaitr idldiversanatula'SullabasedlqUestaconsa-i"""_f"""" "i
p""a "l"ta
àoiva'" a.patl"te senza trmon di Medio Evo e Rinascjmento quan
.Io si plospettino fenome m cu] SÌa chiaramente plesente, in úisum maggioritaria, una de-
teminata tendenza, ma senza con questo pretendere di esaurire in una definizlone tutta la
:il;1".";ì;;;il;'" a u''t'opÉi"' ai u" "utore'
ili una conente della stoia c'ìturale'
4 I t. Leta ,-rmanistica
Iii
* La distinzione fra Umanesimo e RinascÍmento. oltre al Srande e dibattuto pro-blema della periodizzazione fra Meilio Evo e Rinascimento, esiste anche un prcblema di
,..,;;; : :
i p'"riodirr"rion" interno al Rinascimento stesso si distinguono sotitamente ìa
' ,irit"il.'""t" iiase d3qga3aqsjAgJhe coincide all'incirca con quatEocento, ed è I'epoca
r una nuova crvità I a"ru ti"ir.i qail in,e.resse-pel l'aqtichità, della rigcoperla dei classici, degli
studio hurnanitatis,ì[e[u,a-el 8i:lorglnclle rgrq" proprio, che occupa,i primi decenllj -delCr.I}q\1gqe4]o=]|anche dui, poi, vi è granale incertezza nel segnarc il confine che sePan il Ri-
"^..-it ""iof"l'"ta """c;ssiva), ed èl'età del consolidamento della nuova civiltà' delrogl'
fgjg! 9-!4!qlc!.s,!'îo e.4ella cgllqal9r-,qdqla, d ellg ple n a mqtu rila esp ressiva nella lettera-
ùIa e nelle arti.ln effetti si Batta di un Penodo unico. con tratti londamentell comunl''.9qr;1-4.to". a"ttl." all'interno. Ma i d;e momenti hanno pur sempre una fisionomia
siecifrià che li individua; e a alistinguerli, a fine Quattrocento plimi del cinquecento' !'r
"itro eu"ntl
"toti.i .lsolutiu: la graide crisi e la pqf4ita dell'indipendenza da parte degli
itati itatiani, le scoperte geograúhe con Ìe loro conseguenze economiche e cÙltulali-Iaf-
fenrr-algidejie armiìa fuoio è ta rivoluzione deìle tecniche militaricon tutti i dflessi che ne
aerivano sutti societa, ta diffusione deììa slampa e la ivoluzione nei mezaidi'c-ornqtica'
zbne cuÌturali,la Riforma protestante. Per questo, pur consaPevoli delle linee di fondo co-
;uni. preferiamo trattare sepantamente i due periodi, proprio pel poter cogliere più da vi-
ù
:ì
;
tiF
t-
laP-
cino i tratti specifici delle lorc fisionomie
"À - ' i t , . : . . ( r ! . r . , r . ' i ' ; i 1L
Lo diffusione delle signoriein Itolio nel primo QuqttrocentoSi è vislo come,.in dalla fine del Duecento. sidelineasse in vane città iLaliane una nuova for-
Lr o",i'i"".liii, i ma di govemo,la signotia lcon-stituzioni comunali | flitti tra le fazioni erano divenu-ti talmente asPri che le istituzioni comunalì neisultavano indebolite, e ciò aveva consenùto aindividui singoli o a famiglie di impon€ il lorodominio personale:jn altri casi propóo ilb'so-gno di pace e stabilità aveva indotto i cittadinia consegnarc il Poterc neÌle mani di un signore'che fungesse da arbitro e mediatorc delle con-tese. Nellona-del.TleEelta e. de-l guaÌtloc:ejto
le_9ig4orie !i CoLsolidano.jÌ potere passa sta_bilmente in mano a un individuo e si tlasmet-te ercditariamente alla sua famiglie Ll pote.redei sig4ori viene poi spesso legittiEtrta da htoli feudali conferiti dall'iqlperatore o !La1 po4-refice e la simoda si lrasforma in Principolo: siavranno cosii "Ducatii di lqiblprd! Felrara'diMantova, di Urbino.
J(qr ' ,<, i r ! r
' { r l . ! i . ( , t i : ; i . r ia2 ' t
i'",*.ii,iàìiii["jd Udeeqeziqrcjo qu€rto-pano'G!q3_q!9!!l!U{qdglilg!!e-che contìnuaancora nei pnmi decenni del Quattrocento areggersi se(ondo gl i orig:nar; ordinameri icomunali; ma 34ch'eqsj l1!l 43fpg$asg!!ela Signoria di Cosrnp de Mgdi-ci apparie-nenle ad una potentissima famiglia di mer-cantr e di banchie . E comunque, già aPq!!i:re dagli ult imi decen-ì i del Trecenlo-. 8l iordinamentÌ comunali in lirenze emno soÌouna facciata, in quanto iì potele effettivo eIadetenuto da un ristretto numero di famigliericche e potentr-DFrtanto.iò che nel Qualtrocenlo caratleriz-za le strutture politrche degli stati ìtaliani è lascompalga dei g9!:eI[-Le!]ùUl:!!!i, fondatisu rnagistGture e consigli elettivi, su una ba-se sociale relativamente ampia, a cui concor-rono diversi ceti. Si afle4!ata.allo-rsJ!9J9-f9l4e. 4! pot€Le altoritaÌi! e-Serarch.izzato,concentrale nelle mani di un singolo e tra-smesse ereditariamente, o ìn istrette olÌgat-chie, anch'esse di fatto perpetuantisi in forme ereditarie.
Le strutture Politiche,economiche
ìdee ) I
I
r"f,"roarro e cinemo
. i#t"i::r}"i:iTiiiL":x""#a:1hil"'l#s[$."-;{;];1T" l;ùi";ri ;i4,';i i' .; ; ;{:l i{j,:*;iiry';i;,rir,"lrir=i
:""" ji"''""r " ";:"î5if "'.1ì':Tii.Ti:::".U;:*:s:l *.li :i*illi:i'""'J""'"lir;
i,'i,:5i*i{{ir*;tri-*l{1.i,,iÈ5p'i[rì"+ú'.'ii. :l ; " .";-.," "Í" " ;-;l:-: -::"",";lJ tt"j"r ** : Ii t ;F; ";*:,"":f",:"""":: " "" ,;, i""" ' '" '"::l$i'{1i;ltt-;-'". ; ' " ";; :,;;
*"."'t :"-t:" '"
2.ù rigr..o del signore e le corti tistica ilel Quattrccento, che sperimenta IÌn
suasei artisdci nÌrovi e rlvoluzlonarl*ip"eiersi A questo splerdore intellettuadella vita civile : le fa dscontro pero uno spe
Rnerb; de la d 'd let t ca pol i t i 'a e del la.v i la
a:r'lle, in colfrorlo a' lervore c\e cdratte"lzTdva l eLa coîuna.e. Non es:ste p:u una contra p
oosizione di rerderze e part ' r i nÀ parleclDa_
zione dei ct t tadlni al la (ondJzlone del porere
l l c i t tad:10 si l rastorma in 9,úld' i0: non e plu
soggetro autonorro di s'eltè e decisio"ll ma s'
unifoma alla volontà dì uno solo-
La scomoarla del la La_l ico spi i lo 'èpubbl icdnonoÀnti" l l ln"t nei pr imi decenni der secolo
sopravvive solo a' : renze dove 8l i inLeuet lJa-
l i aono orqosl ios'del lar4o'pnnnú l iber lds che ar
,oro occhisÀmb , erede d'quel la del le eDub
bliche cli Atene e Roma, e disprezzano le "ti
rannidi" di Stati signo li corne Mllano; ma
con ì'affetmarsi della signoria medicea anche
a Firenze i1 feryore civile repubblicano scom
pare e si impone lo spirito cortÌgano
là noscito degli Stoti regionolr
' !àratteridel poiere II s;gno'e si tlrconda diconsl-rRnorle eli di persone a Ji fedeli è da
lJi scelte, e di funziorar i a Iui devot i ob-
beclienti in tutto e per tutto alla sua volonîà
I l s iF1ote decide la pol i l ica : ' r te ' ra ed estera
." oò iaiau "ao"ot
a" "
que la cLl tutale am-
minisuaziore del la giust iTia Arlomo a l rr i s l
crea una corle, d: cu: fa paÍe îon solo ' per
sonale politico, che attende all'amminÌstrazione dèl lo Stato, ma ancl e una se e ol 'nrellettJali e art sti l sig'1ole ama proegge"e a
cul lura è le art i , per r icavarne presugro prps
so eli aÌtri Stati e l sudditi, ma anche per assÌ
u r".""*orro cr,rarsi il consenso E quesro iì
Ienorreno del /recerútismo (cosi chiarrato da
Mècenate, r ì rr 'n istro di Augusto che proteg-
Reva' letL"rao e dir igeva la pol i r ica cLl tU'ale
ael l r roerol , che e uno d" ferornenl pru hprcl
delta s;cietà e delìa cÌrìtura deÌ Rinascimento'
6raziè ad esso rè siSlor ie divèn801o 5plendl-
dicentr i d;culrura in (ui s i 'o l t rvano la lel le-
'atura, la f i losof ia. le scienze le arr i l s lSnorl
imirat i dal le farr igl ie piu " icche jrveslÒno
somme enormi pe? costruire palazzi e viÌle'
oer orna . . cor ai f 'eschi e starue o pe" far de-
corare cappeltc a loro indtolate nel lè chìè(e
Di qui tra;à[mento Iaprodigiosa fioritura al-
; Un'altra caratteristica saliente
I dell'organizzazione politica diquesta età èla tendenza delle Signorie più po_
Lo scenario: storia. società. culturardee
rCentri di Produzionee di diffusionedello culturo
sDD IO Caitico e sciefÉ E rÚ@É -E
>
mondo, .a .iigniÉ 'E 1@ú 2 fri=:::- -
rlela sua iofla sÈg-' F! ara .'F:--':'
come deoosilz:: *;r-_ EÉ ::- 'jic:F
uomini . ln c:es :@ E;a-: i j _: : r -
ah€ Drece:É-'- { :E .l i--1 ! _'sc val clo
che si r:-..:re -la
;rc; :_ ::-"a solo ar n
veÙ r: - : :tE-! i îr- _:i'ne 'hF Lenta'
mer-= =5:!sì -=: - '*: ) firendo a po'o
a x,:: :E _:ú-:-:":=-: : anisura magglole n
;.;,.=';-. + t-- .rf"riori N'la su periodi
l=,-- :- : :>-: : -
Lo cofte
Nel resto d'ltalia invece' e a Fircnze stessa prr
rardi. con l alfermarsi delra Srgnoria medKea
ii."ntto p"t ".."tt"n,"
di daborazion'" delìa
cultura e ia cof e: qLrel insleme di Senbluorìr-i i , Ji* i ,r. i . ru"t ion, ; j ntel lerl ua i . ar t isr i
..i*ii.ti cn".i ra..o'gono 'nromo al signore l
oìttlioi"*o tp"."o.òlE' o comunque amantr
àe' la ìetreraruro e delle art i e pel questo sl
compiaccionodi( i lcondars; discrit ton prlro'r '
ìr.'ttit"tti .".1.; lrotofi ciò nenrra rn qu" ìa
<àncezione eooni'tica della vira che 5i e dello
Jonrri" in ou"*" ".'. neìla ricerca del'e belle
forme del vivere e de' leleganza dei costumr;
ma ;l mecenatismo pdncipesco ha afthe un
Dreciso obienivo polibco. ilpresEgro della casa
ia e dello StaLo, sia agìi occhi dei suddlE q!'n-
al J"**"r".on.*to sia aglì occhi degli aì
tri sisnori, quindi a fini di potenza
'*,0*io"to lNascenelQuàttrocento'rnave'
.iviha dicone I ra civilta di corte' dalla rsto'ìo-
mia inconfonàibile, fondata sul culto della laf-
iìn"iàtr" tpltit""t" a"l gusro estetico delle
maniere eìàganri, sJ un ideale di armonre e
oecoro esteriore di misura. di sobda eleganTa
e di composla maeslosità che si alimenta an-
lri" à"ii"'.ont"-pot"nea s(oPena del mondo
anrico e del suo classicismo!Sono questi i PnncjPi che sP'
l"ii'iiiiii.,*ti I rano gii intelleftuali: i quali so-
no cololo che, con le Ìolo opele, hanno com-
DiLo di elaborare defirire esprimerc ln.lorma
!o*olui"" p"tf"tr" gtiideali dell eliLe colta che
ìir"i"o"';" t"rr"..n" ll princiPe è lalora di-
retramÀte commiLtenLe di ope'e lettera' re
cne esallino Ia magruficenza del slo cesalo o
le sue imprese drplomaLicne e mil i tan Ma co-
m.rnoue i intelìetruale indorto da una vera e
orooria lePfe di scambio che re8ola I rapporu
lon it porl", "
.otLt"'to a contÌac(€mbiare la
àio,"r'J" "
i' .,n'"nimenrc con l elogro del
!À.i",lr," "rna"to "tte
oPere poetiche deve
cùrsacrarne Ia fama perì'etemrtaI a colte e qujndi un luoSo dove diretlamènle
si ploduce cultÙa' e al tempo stesso,sr con-
Irirr'. i' puUtri.o r.ri to scrirtore si r;volge è
.l.oàt,i topt"t,uno to spesso uni(amenre)
a"i c'ottigi"ni l-".otr" a percro Ln rLroSo chlu
so, cne, froprio in nome degd ioeali di Pslre-
: : l
.ra!
- - : lÉ:E
.e<ir:{r!rn!
{;À'J4i{:d
:'-!6rq
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*:îi
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-tr-Úú!
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IEt9t
roní5
*t:a
Firenze comunore
I;;5::*::i' i::::i: j:8""'d1i "*""1 Í:"]."
.àot"*iuono to"ne dj produziare della
cu'rura'che piòtungano quelle deìl età comJ-
l i dnc€l lena _
lnare l l centro piu importante
derraRepubDlicd ldi lale produzione€ la can'el-
ìeria della Repubblica dove si scnvono le ler
rere ufficiali e si Lengono i rapportr diplomah_
ci. La direzione della canceìlena uene alùoata
"nll ini" ' i"tto"ri piu prestigiosi quelti che
ùnno elaborando la fisionomia della nuova
cullur a umanisl lca celcando manoscrl l l l
deqli autori anlichl c'rrandol edrzione cofiel-
i" ?"i i"tti,..lu"nao oPere in un laLiro clas-
sico che nproduce quello cìceronlano i l pnmo
e Cotuccio Salutati (r 3l r-1406)' che avera an-
coiiJa'tecipato al cenacolo di sludiosr cfe sl
.i-rii"t" "à,f" ""*
ai Bocca(cio: dopo di lLri
assumono la cancelìeria Leonardo Bruu (1?7o
cà-,4+l e ppggio sracciolini {1380- r459),la
cancellerje è un centro. cultura le ancora coLle-
n"iàin nloao ",t",,o "on
la vita civile e gli in-
ielletruaìr cne vi operano senlono fortempnte
i:riti,,,ii" "utnrt"t".orn"
imPegno nella dialeL
ti i i pol i t ica della cit ta: ess; quindr possono
r""ór ti"ntt"t" ""tt"
tategoria dell intellet-
iìaÉ.ittaaino aett era comunaìe ne costjrui
""onà t" p-'ot".u,lon"
" lo suluppo adairato
alle esiqenze della nuova eta
Ueta umanistica
a pÌúlìcea,dellaomi-tisti,ore, irantirto slttori,uellalettobeUeumi;euntse-|t'rn-fr al-
)!ìo
lelÌeiaellzà
ado
+i'LSO-
ofn-onacher di-inebocoGìE
oftieÌadel
ma, aristocratica raffinatezza che lo anirna-no, lende ad isolaIsi dalla realtà circostante, adisprezzare il mondo estemo,le sue attività, irrincìpi che Ìo regolano.
L elébo.azione ideologica deii:EAa id€ale I letterati tende a trasformarla
jn una società ideale, perfette, secondo que!ìa (endenza drl idealizzdzione cl le e propriadel classicismo deÌ tempo, impregnato di filosofìa platonica () IlpÌatonismo a Firenze e I'iso-lamentrr degli intellettuali, p. 25).
- rrÉfienimento Olùe al compito di elaborare ivaÌod costitutivi dell'ambiente e di celeblarnela magnificenza, lo scrìttore e I'altista hannooo' quello deìl intratenimento e della decorazrone. Le opere dei poeti (?oemi cevallereschi,mitologici, pastorali, poesia lirica amorosa)vengono lette pubblicamente, per allietare gliozi del la correi gl i arr ist i decoreno saloni ecappelle con affieschi. iavole. statue. Drogertano palazzi, ville, giadini. Un elemento essen-ziale della vita di corte è la festa, organizzatacon grande appaúto scenografico e minuzlostr i tuah. N,lomento cu minanle della festa èspesso uno spettacolo teatrale, il cui allesti,mento è cura dei lettelati della cofte, che ela-borano i testi e ia messa in scena, e degli arti-sti, che si occu,pano delle scenognfre.
ràforleambtent4 ; Da tutLo ció sì puo capire comeper'ac{hurd lla corle quatÍocentesca (ma ildiscorso !'ale a4che per i pdmi decenni del se,colo successivo, come vedremo) sia un am-biente culturalmente molto vivo e ricco di sti-moli, Lo scrit tore puo rrovarvi condiztoniottimali per la sua attivìtà: la tranquillità eco-nomica, che lo preseFa dalÌ'affanno di procu-rarsi il necessario per vivere; il tempo per dedicarsi aÌlo studio e aÌla scrittuIa (maggiore ominore a seconda delle mansioni) senza essercdistratto da altre incombenze; il prestigio e leconsiderazione sociale, in quanto la sua pre,senza è indispensabile alla vita di corte ed eglivi svolge un ruolo universelúente apprezzato;un ambìente Iaffinato e colto, che offre la pos-sibilità di continui e proficui scambi culturatr efomisce stimoli allacreezione,e un pubblrco inpe{etta sintonia di gusti e di valori. euestecondizioni ideali sono alla base della straordi-naria fioritura letteraria dei secondo euattro-
cento e del Cinquecento, il periodo forse piùsplendido e icco della nostra letteratura.
:[ÍJuil!îji:" * E turravia. nell o,sanizzazioledettaculun corUgrana delra culrLra, sono
impÌiciti notevoli rischi: innanzitutto la separatezze dell intel letruale e i l suo dislacco dal-Ìa realtà, che nascono dall'aristocraticrsxroelitario di quella civiltà, dalla chiusura det or-cuito produzione-fiuizione, perché lo scrittorc si dvolge solo a percone della sua cullura,spesso ad altd letterati come ]ui, ed è escjusodalla circolazione vìtaÌe con la società; in se-condo luogo le funzione subalterna, ìl legamestretto di dipendenza che lo unisce al pnncl-pe, che genem servilismo e adulazione. En-trambi questi fattod, il distacco daÌla realtà ela dipendenza perconale, possono impedtreuna partecipazione vìva ai probìemi. alle aspi-razioni, aÌle passioni deÌ proprio teÍìpo.Ne può scetudre sterilità creativa, dpetiaonestanca di fomuÌe e schemi, puro formalismodecoral ivo; ne puo dedvare cioe una ìertera-tula priva di nutrimenti vitali, aida e \.uora.'I\tti questi pericoli, presenti potenzialmentenella vita cortigiana in quanto tale, diverran-no reali più avanti, in concomitanza con lacdsi politica delle corti italiane nel coÉo delCinquecento.
L'occqdemiq
Un'istituzione nuova, tipica del euattrocenro,e natE in strerle interdipendenza con la cone.
ll draloto cultunre j è I'accademia. È fortissimo tla inuovi intellettuali umanisti, come vedremomeglio piu avanti, i l senso oel caraLtere .dialogico" della cultura, ta consapevolezza cheessa è essenzialmente scambio di idee, con-fronto, discuss.one, È una concezione che sialimenta de.. ammlrazione per scuole fiioso-fiche antiche, specie perI Accademie diplaro-ne, dove ii dialogo era il metodo di ricerca fon-damentale: e proprio dal nome dell ,anticascuola platonica haggono la denominazionele accademìe umanistiche. Esse sono cenacoÌidove dotti tra lorc amici si incontrano per conversare, dìscutere, scambiaBi conoscenze, fa-cendo vita comune. Tla i dotti splcca semprequalche personaLita pit:t eminente per profon-
nteon-rèrte)
re-
Lo scenario: stona, societa, cultura, tdee
dità di pensierc e ampiezza di cultura' a cui gli
a l t r i guardano (on ammrazlone. al cul Inse-pnamento si possono Iofmale ' plu govanl
,iio".,uoso lPero I accademia non e propna-d'incontro I mente una scuola, e soprattutto
è Drofonddmente diversa dalle istiruzioni sco_
la;uche medievali, (ome le universlta: non e
uî coÉo di sfudi rigìdamente legolamentato'ma un luogo d'inconuo ìiberc e paritetico' sen_
za preciseàisonzionidi-o1., t" 666gn1s e di-
\ce;re, e sopratfulro non ha finali(a pratiche
come I u'rivers là, cfe fornisce tiLo i che "wia-îo a professioni. quella del giudice del notaro
deìúedico,ma elabola una cultura totalmente
alisìnteressata, animata solo dal bisogno di n-
cercare Ia verità,Le unioni di qLesti 8r Jppi di dott aweniva'
no nei palazzi o nelle vilÌe dei nobiii mecena-
ti, o adàirìttura presso le corti stesse, sotto ilpalroc nio del s igrore: cosl e del Accaoen' 'a
i,latonica d Ftre'rze, che godeva dellè prote
zione di Lorenzo de' Medici in Persona, e po_
teva fru 'e, come seoe. del,a vi l la medi(ea di
Careggir coslpuÌe e dell Accaoemia Pontariè
na di Napol i . che aveva la proteT'one de' ré
msionrazioni ! Alfonso d AraSona Nel secolocinqu€ffnÈsche isuccessivo. poi. le accademie
mùteGnno prcfondamente fisionomia: non
saranno Diu l,beri ,uogh d in(o1tro e di scarr
bio inte,,et tua,e, ma is l i tuz oni uf f ic ial i ' nF'
demente reqolamentate e voìte ad attività
special izzarÀ (srudi I rguisÙci di elor i (a. di
dlsciDline scientifiche) Laccademia è desti-
nata;omunque ad essere uno dei centd fon_
damentali della cultura in ltalia sino a tutto il
Settecento.
,l'L'universitò$-e le scuole umonistiche
Soprawivono naturalmente in questa età leuniveisità, che continuano a proourre rmembri delle professionì, ma esse sono spes-so in contrasto coni nuovi indirizzi della cul-tura umanistìca, consewando, controil doml-nante platonismo,, ln indir izzo arlstotel ico
La soprawiver.ra lf, tuttavia Jn aristotelismo chedeltaristotelismo I non ha più Épportr con la Sco-
lastica medievale ed è indlrizzato in senso na-
tuÉlistico e razionalistico, a studiare cioè conmetodi razionali i fenomeni della netura' co-me nel caso del ii osofo Pietro PomPonazzi(1462'r525), che insegnò all'Università di Pa-
L" rrìJ" '#i,oti.rtìl
La c"lt'rra ùmanistica ha comefondamento l idea di ura formaziore aIlroni-ca deli'uomo: perciò Ì'insegnamento in que-
st'età assume un ruolo fondamentale, e moltlumanisti sono essenzialmente degli insegnanti. Nascono cosr scuole ispilale ai nuo\'l principi pedagogici, in cui si guarda al discenle noncome "contenitore" di una soúma dÌ nozÌonlencic'opediche dd applendele a memoria (co-
me esrgeva lo scTema educal:vo medievale).ma coie soggetto athvo di un processo dì for-
úazione che deve sviluppare armonicamentetutte le facoltà della percona' non solo qrrelleinlellettrve, ma anche quelle moraÌi, emoíve efi siche, attrdverso processi di socializzaz'onecon i compagni e il maestro, attraverso lo stu-dio delle discipline "umanistiche" ma ancheattraverso i'attività fisica () Un nuoÙo ideale diuomo: le lirhì umdnistiche, P- 22)Sono princrpi cne hanno dvoluzionato l :dearleli'eàucazióne e che restano ancom alla base
vitii'iii" o" rnà l della pedagogia modema. rfa ipiu famosi educatori umar:"tl vi è in pr'moiuoRo Vittorino da FelEe (r?/3 ca- r446) arrivosoD-rattutto presso i Gonzaga di Mantova, dove fondò unà scuola,la ca'zoiosa,in cui gÌà ilnome e jndicaÙvo de8,- idea.i ped"gog( i chenon vedono I is t ruzrore come coslr :z ionerigida e oppressiva. ma come un rapPortol ielo e se eno, in cui anche i l gioco as'urneun ruolo importante Era naturalmente unascuola per pochi Privilegiati' i figli del duca e ai-
cuni qÌovaru nobilì, ma Vittonno vi accoise an-che ;na quaranLna di ràgazzl poven e d'raj
cu noverones€ lOlt e aV;l lorino rna lunz'onedi grande riiievo ebbe Guarino cuerini, detto
Guàrino veronese (r 37o ca'1460), attivo soplattutto a leÍara, dove tenne una celebre scuola-La sua pedaSogia rr irava a fomare un :ntellet_tuale cànsa;evo.e dei suoi doveri soclal cheimpiegasse il propdo sapere per giovare al be'ne;ubblico. Alla scuola dei maestri umanjsh siformarono quasi turú i migl:ori scriltorj quat-
trocenteschi, e spesso gli stessì principi: Leo
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1. Letà umanistica
àzziPa-
tmeoni
lue-ìolti
ncìnontont(co-ie),fornte€ìle
one
Ehehài
dea
Faiimo
doià ircàeone|Itolmeunai el-
tsti.oneeftorat-ola.Ilet-chebeti slnat-
nelÌo d'Este, duca di lenara, mecenatee aman,te delle arti, fu appunto allievo di cuarino.
Le botteghe di qrtistie stqmpqtoriCenÍi di cuÌtuG tipici di questa età sono an-che le b.ott€ghe artistiche, dei pittori e degli
, Èestjgo ; scultori. cli artisti vedono mu-
-$dnstr : rare la loro col locazione socia-le, in un periodo di grande fioritun delle artifigurative: non sono più, come in precedenza,semplici rappresentanti ch'arti meccaniche",lavoratori manuali consideÉti alla sue$Ia degli artigiani, ma godono di grende presrigio econsiderazione e sono taÌora ammessi a corte(si pensi a Botticelli alla corte del Magnifico);sono anche spesso forniti di buona culturaumanistica, esperti di scienze matematiche egeometriche, indispensabili per applicare ieleggi della prospettiva, che trionfa proprio nel-Ìa pittura del Quattrocento (Masaccio, PaoloI r..all^ Diar rall. FÉ^.ó<.'r
Con la diffusione della stampa, alla fine del secoÌo, nasce ancora un altro centrc, la bottega
Le istituzioni culturali del Ouattrocento
dello stampatore, a cui convengono lettemti efilosofi e che diviene luogo di incontro, discus-
Glistampaiori: I sione, scambio culturaÌe. CosÌ ealdo túanuio I a venezia ta bottega del più fa-
moso sîempatore del pedodo. Aldo Menuzio,uomo colto, che fu anche animatore di unavera e propria accademia,l Accademre Aldind.Le sue edizioni, soprattutto di classici, eranopregevoli non soÌo per la splendida veste grafica (caratteri, impaginazione, incisioni), maanche per la cula filologica dei testi. La stam-pa, nata in C,ermania a metà secolo ad operadi Gutenbery, era destinata ben presto a nvo-luzionare la diffusione della cultun e a incidere profondamente nella fisionomia dellacultula stessa. Ma iÌ fenomeno a fine Quattro-cento è appena agÌi inizi,per cui ne rimandia-mo I'esame aÌ secolo successivo () Sez. 2, loscenano, P, r32).
Le bibliotecheTra i centri di cultura comìnciano ad assume-re peso le biblioteche. Esistevano già in prece-denza grandi biblioteche di conventi e vesco
(..-'.
Repubblìca di Fi.en2eSi occupa della stesura di lettere ufficialie dei rapportidiplomatÌci: è ùn centro culturale strettamente collegato con ta vita civite e po iUca
Insieme di intelettuali (anisti, scfittori, musicsti, îilosof), funzionari e dìCnitariche si raccol€oro intorno a un sigrore, dal quale traggono sostentamento e rÌ
l l l | } (e\orc p 'orùro1e lTl lotess; eîpo In uocodrbrodLzoreedr t turoreI c i l tL 'a le, ooc\é i (or l ierdr raooresentano' DLDo.o.L sono desr i r" te lè oóe-culturale, polché icoJtieiaf rappresentano il pu sono destifate le ope-
fe artistiche e letterarie
Cenacolo, spesso iormatosi sotto iltLrali si inconrano lÌberamente per
Le università cortinuano a rvestÌre ur ruoo molto ihDortante oer la formazione culturale e professionate. Accanro ad esse fascono tuttavia scuote ,,uma-
lstituzioniscolastiche lllll> nistiche", ispirate a nuov princìpi pedagogici, che vedoro il discenle comesoggetto att vo ner processo educativo e che miraro ad una iorma2iofe piircompleta e afmon ca dei irdividuo
Le botteghe diaL st iacquis lano un presrgio dicui fon avevano matCoduto i r
+
I , precedenza, grazie alla ma€giore considerazione cultura e riseruara atla torolll? attivLtà. Nell'ambito etteraro,.le.botteghe degll staripatori, che ifcom nciafo
a d ffordersi con l'invefzione della stampa, soro anche ui uogo d ncontro ed scambìo culturale ra inte lettua i
Ricevono un impulso dal invenzone delLastampa;non sono sooluoghidiconservazione ma anche di c l fcolazone iseppur l Ìmitata a pochi dot t ldel tet i
[+
Lo scenario: storia, societa, cultura, idee
vadi, o biblioteche di signod, o di grandi inlel-
lettuaii, come PeÙarca, ma erano rstlluzlonÌ
chiì.rce, inaccessibili aÌ pubblico Petrarca' con
seniale intuizione di precursore' aveva pensa'
io àiaon"t" i" p'op' i" brbl ioteca alìa Repub
blica divenezia e di aprir la al lr consultaTlone
La nasLúadelle I I a s'ra iniziatrva come st e v -í'oi:à"èin" i'it'i"n"i
"1o, non potè rea[zza.si' ma re]
corso del Quatlrocenlo I idea fu npre"a e co
ilniirlono- "
n"t."t" t" bibLjotechepubb'icheche non si limitavano a conservale llbro- ma
lo facevano circolare nelle mani deiletton (s]a
oirìl-in ,n, ."t.tl, ;"ttefta di sluoios:) A F -
i"ìr", et"";" "t -"."narismo
di Lorenzo de
Med;ci, nasce la Biblioteca Laulenaana; a Koma
ii.to lv apre ra siblioteca Vaticana (1484)' ave-
i""rl .oé u rur '.i"n"
sono biblioeche ric'he
ii or"r'otl .oal.l nt"notfii iti' ma il loro ruolo si
io'*nri" .on t'"ff"n't-t"rione deLla slampa' che
inliupl." r" ainution" aei 'ibri qLesreistitL
zionisono vive ancora o88i sÙumento preTloso
per chiunque si dedichi agli studi'
oubblicane: vedremo po: ai prim: deì crn'
;uecento, il caso dr Machiavelli. ; ; ; ; ; ;" va r l t :Po di inrel letruale 'hei lú;;; ;- divren; dominanLe e qqello
cort igrano . loe che ' i iol loca ne" ambiente
della-corte Talora questo trlellèttuale puo pro-
venire da lamigria ari ' to(ral i-ca e 8od?rP ol
renditeìhe di consentono indipenderua eco_
;;ì;". ; ; ;" nel caso di Boiardo conre oi
sca;diano o puo addiritr'Jra essele ll sulìole
à"ir". i i i" , .o." n"rt"to di Lorelzo d€ Medi
à,'." iif".o pii, .o*une è qLrello dell inteìleI
tuaie che e aile diPendenze di un sigloF e.'le
nceve protezione e mantenimento rn cdmDrc
tì" i '" . i l"r* ia"t t 'oi servizi ciò-che dif-iàé1li.r"io.,i'al lqrenzia quesLo trpo dall inrel-intell€ttuale ibttuale,cittadinoèsostanzial'
mente: t) la subor' l inazione al potere e la
oelditd della propna a'rtonomia: la poslz'one
làìto..tno'. a tàg"t" tolalmenle alla vo]orlà
ààr'ti*"i"; A r" pi"f*sionalità della sua atli-
i.", f.\lo-o il .l'jr,uo e uno specialista' 'he si
à"ìil" inr"r"."nt" "ll
attività inrellertuale e
Lrae sostenramento proprjo da queslasua pro
fess:one, che gli galrntisce i favori del srgnore
:o€a
=e!
\ Intellettuole-cittodinoe intellettu0le-cortigi0no
Lo dipendenzo dollo cortee Io cbndizione clencqle
Le rnansioni dell'intellelruale possono esserè
vane, piu o meno presdSlose e di 'onseguer-
za r ì rapporto oi d 'pendenza puo essere prJ o
meno ivetLo vi possoro essere intel lelruan
sLDend:àtl es( lusivamente pel svolSere,La ro-
ro; ldvirà di poeú e di studiosi a 'Lnaculsono
dffidafi incarichi diplomaLici o polrLcr {amoa
sc;atori (orstglieri funTiorar anmlnlstlatl-
vili al.ri con funzioni di segetad e cancelLlen'
a fui e clemanoato il comPito d' redigere l'"1'e-
re uf l ì . ia l ie documenti : al t r i con la hrnTlolp
di bibl iotecari o di pedagog'1i che devono
educare i fìgli der signore {e ad esemplo rl caso
riberta -
ìdi Pol iz iaroj l l maggrore o' ì -
diespÉssione ;not erado di libertà d espres_- de-srone o dì condizionamenlo loeoloEicu
r iva anche dal 'at leggia-nenlo del srgrnre
aà.""0r", . q*t" i ' ìa ' ipr 'n( iPi lendono ad
es"ere liberali, a concedere grande aulono'nra
ai letterati cortigani, senza imporre vÌncol
Dd quanto àbblamo det lo dei (enLn d'-culru'
," ripo..pg-ns-?v9l€-rslaIaEs:Élqt d"Liii;rcnti#iiiilirsis, i"tellettualq in questa
9!f .,r.ui*u-'tÌgg1'-^1:39 j:';r*î:"J,*l
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za: il cirtadlno che noÚlql]-sL9 sostenta--:H--*"..l#;,Hffi iH',#',È:fl [:iiia vìL-a potit ic, aet comune ricoore.farì 'he
Dubbliche e sostanzia ciò (he 'crlve delle sue
íàlrr i '" . iu i rrr l 'ono ; rappresentanti.del
olilLo- U-m3n es:mo tiorentlno l "Umanesrmo
.j i i" 3ppunto .o." ormaì e ablludle^cr'1-
Àar lo. òoluccio SalLtal l Leolarcto ts lJnr '
N;-".oto ^ni..of:. fogg;o Bracciol ir: È ur2 f i
eLrra che non s(omparira del tulro a I renze
ànche in seguito grazie al nlomo d forme re-
Intellettuoli pubblico
ln-
:heùo0te
!dico-rdi
:ici-let-
ùiocif-tel'iaÌ'e la
rntàrtti-rcsiL€, epro_
sere
túÌr otualia lo-sonoDba'E-ati-llieri,bttedone
o mi-Pres-o de-
no ad
incoli
ldeologicr troopo pesanti La situazione cam_
biera nel Cinquecenlo. specie nel la seconda
metà del secolo, in età controriformistÌcaLa condiz.one ; L-u4!qa altel4aliva. che si oJfrec encab i agli intellettuali ebe no4 vq:
gr:ono entrar e alle dipendenze dei principi c la
condlzjone clèr icale cbe ot i re notevol l van
Leeqi mater iah. Essa puo consisrere nel sem-pl ie godimenLo di benef ic: eccle" iasÙ(i (c ioè
àe e Àndi.e derivant i da ur determinato l i to-
ìo. come quello di canonico), e non esige gli or-
ilini saceràotali, ma solo quelliúinon' che Ìm
Dlicano l oobligo del ceùbaro Questa era stataq à la s.eltd di Penarca e dI Boccac(lo. e 'ìra;nche quella di Poliziano (nonostante gÌi suet-
ri legamt con ìa core medicea). Piu orestigjosa
ela la caÍiera ecclesiastica' che poteva Porta-re al titolo ambito di vescovo o di cardinale,
con r icchè rend;re. Al la diEl i ta cardindl iz ia
abpiró Pol iz iano, rè senza mai r iusc re a reg-
qiurgerla; \,'1ceversa un dotto urranrsta come
inea si lv io piccolomini err ivo addir :r tura al
soglio pontificio, col nome di Pio Il. __T a condizione ecclesiasÙca non lmpllcava par-
tìcoÌari obblighi ideologici, data ìa posizione lr-
bera e tollelante della Chiesa in questo peno
do. vescovi e cardinali erano in realtà grandi
signori, non dissimili da quelìi laici, che con
dricevano vita splendida e raffrnata' e' se intel-
lettuali, non eÉno obbÌigati a sostanziare Ìe
lo o operè di pr inclp: s$el lamenle rel igiosi e
devozionaì1, ma potevano scnvere dI temÌ pro-
fani, a volte perfino licenziosi l paPl stes$ eÌa-
no siqno rinascimentali dalla vita fastosa,
soess-o amanti delle lettere e mecenati- La cor-
sa .al enflère relle strutture delld chiese si ac
centuerà nel secolo successivo, in conseguen-
za della eravc crisj poliri(a delle cortì :taliane.
che gererela insicLrezza chjusura F iso a
mento: solo la chiesa infattr in tale panofama
conserverà un ruolo di nlievo politico
Iì ruolo di prestiqioe lo mobi l i iò deÒl i intel let luol i
Le leÍele &odono nel,ouatuo':i 4r3. cento dl grancle conslclerazlo
;e: esse sono il centro de! sistqlqa culturale,la
bised.e[ajormazlole deUa pers94a' tanto che
venSono definite lilÎerae humonúe peì eccellen-
za. Solo chi ha cultuia letteraria si ritiene pos
sieda quello squisito sentire, quell'elevatezza
spiriruale che consente di palecipare a lla viia
socialè neile elites dr corte Si può capire allora
come in questa età il ìetterato abbia un'alta
coscienza di se: e8l, driene di eqsere il deposi-
Lerjo dei valori p.u alú del,a clvil(a e di svolge_
re una funzione centfale, insostituibile' quèlla
di elabolare i princìpi che regolano la vita col-
lettiva e di formare i ceti dirigenti A questa co
scienza di sé corrisponde un grande prestlgro
sociale:i letlerati sono ncercati riverÙ ammi
rat i . C Iorse I ePoca in cui v i è raggio'e inte_
glaz'one degli intellertuaU nel corpo delld so-
cietà e maggior sinlonia Úa la loro visione equella comune,ln altre epoche successive na-
sceranno invece aspn conlllti cl_e:nfluenze_
Ianno il caraflele slesso delìa produzione ler_
teraria, a livello di terni come di forme.
La nobiita detli Un altra caratlerjlr:(a tipic"
^àrriiiiii'""i" dei rerteraL di questo periodo
spazio | è la loro estrema mobilità nello
sDazio. Ultalia, come già nei secor; precedent 'p-oilìiìe
"na gtanae pluralità di centri cultu'
!ali. La penisola è fitta di qittè dallaÙila sto-
ria, sedi di corti signorili, e di conseguenza di
intensa vita intellettuale: Milano' Mantova'
IerraG, Urbino, Firenze, Roúa, Napoli (anche
Venezia, cne resta una repubbl lca ol igarchica'
vede una serie di vere e proprie corti attomo
alle gandi femiSlie pat'i7ie) -ogluno drige-
sd càntri, come vedremo meglio in seguito
$ Ceografa e stoia della letteratura: i cenÚi àe|
I Ul?dnesin"o, p.26) ha una sud fi-sionomia pe-
^c4!ale, ma la circa-l3zloJle-e la-slarqbiq t 4-iver i cenl l i sono mol lo inLensi, p oprio graziè
alla mobiÌità dei Ìetteratì, che si spos-tanocont inuamenie, al la r icerca di s isremazionjpiú .onvenient i . o sempl icèmerLe sot lo la
spinta del la cu osi tà intel letruale Que<to(;ndnuo movimento degl i intel le lrual i è fon
te di una circolazione viva di idee quindi fa-
vorisce una sosranziale omogeneita culturale
ùnd fisronom'a comu Al di Ià delle tèndenze speci-ne t|" | lari ceItn I fiche di ogni centro e dei ruoli
sociali diversi degli intellettuali, si Può indivi
Lo scena o: storia, società. cLlltura ldee
dua re una úslonodà @ =*aG:'
Li sono iicultodd aÈst blG É'cne
il cuito delle lettE! @ faE É :_'! nsie'
de I'essenza € i:f,h'útÉ' :dee lalc:
delladigliÉ deIE -:i !-"xta humanl-
tatis e ld PerirlolE ',1+!É16:1 P' 22)'
)"
arrivare al massiúo qualche opeIa devozro-
nale. oualche almanacco che contiene nottzle
Dràtrcile. Resta nefta la distinztone va questa
iriiulion" popor"t"" "d
j libri preziosi' quali
sono ao esempio Ie edizioni d;Aldo Manuzlo
che vanno nelle mani di squisid tnlendtlon
Ricoslruite le conalizioni mateiali dellariviì-
ta ouatuocentesca. si Puó ola passale ad esa-
mmare le idee e levisioni del monclo cne essa
ha prcdotto
1l mito dello "rinqscito"Tra la fine derÎecenro el inizro del Quattro-
Ànto si aiffonae fra gl uomini di cuìtura.Ja-
liani iImito diuna dnascrta" della (lltlta clas'
.l"".lrell" t"ttet"tuta. nel pensiero nelle artl
le;rati*, n"rl" uit" "iuih;
polLica fidea di
,ria rinascita- presuppone I idea di una -mor_
te . cioe di un Eamonto della ci!îltà clt una ra
.,;;;;; Idicale decadenza Difatti Paral-nasrib dellantico llebmente, siforma rl conce[o
i:5H:X'H'"JJjliff 'f-:;,":*'il"í::flIiiú
" ito."."n," t*uoLgendo limmagine dei
classicre ostacolando I'accesso al ìolo messag-
ài.!; "*",
r" "oti
it Uisogno dt lar rivivere il
ilin-io "t"rti.o
n"tt" tuafiiionomia autentrca
iit ."naoto a t n" t" deformaziom e incrosta-
zioni medievali ll mito della rinasclta ha pol
influenzato tufta la storiografi a successìva' src_
ché è divenuto conente il ermine dr runascl'
mento pel indicar il periodo di 9tona della cr_
Jììl lnli..o n"r qu"tL'tcento e che si estende
al secolo successivo
sead_a1!!i!l
Un pubdico elitono
k cz,-.-:ss--._.€ iel pubblico in questa ela
sor: =.E_.€ j: quelle dell elà comunale Ao
bi;=: i--s:: :he Due eTtecenro sono I secorÌ
.: i:- J-icoso processo di assim[azlone.cul-
--- ,J :n cui cel i emergent; s i applopnano
c€lla culLuI.a che sewe alla loro aiiermazlone
sooale e politica pel cui traduzion€ e ol!îll
lriln" alu"nt.nó u rorma mentale più dif
iusa. La cullura umanislica è invece sfferra
ill-rrt" "tlt"tl".
a .io tontribuisce in rnodo
ileterminante il itorno al latlno the cllvrPne
;;;ì;;;;" la linsua esclusiva dellalta cul-
,ui' u n i",ino' p"t úi piir' estÌem amen le É ffl_
nato. una lingua d arte modellala sù classrcr'una pmduzroîe I Peflanto ia ploduzione umanr'dhurale a cÍcuito ls[ca è a circuito praticamente
'lffuso, nel selso che gli intelietuali scriÌono
àu"ri "t"t"ti*rn"nt"
per altd intellettuali do'
tàd del medesimo livello di cultura La sliua_
zione non cambia di molto quando n€lla se_
concìa metà del secolo, si ritoma alvolSare: sl
tratta infatLi, anche in quesrc caso' dl uîa pro-
Ju"ion" t"rnn"tiatla". volta ad un elite 'oltadai susLi aristoclatici che usa una lngÙa mo-
dellàu sullatino ricca di riferimenti dotE'
u o.orco r" orout I Si c'"" qurndi un distacto net
;o-l;;;:eG;:: I tissimo tra la cultura alta'e la
circolazione della cultura popolare' che si affi-
Ja "nlo."
att ootiu "
testa limitata prevalen-
temente al campo leligioso (pledtche' sa(le
rappresenlazioni). E. come si è vislo' qìlesto
o,iuiti"o t"s.o a rondamentalmente eslra-
neo atle nuove ideaìita umanisliche ll pano-
mma comincia a cambiare con I inEoduzlone
llit" .t"*p", "tt"
t"uonsce maggiole alfabe-
tizzazione; diffusione dellà cultura comun-
oue anche il libro a slampa continua ad esse_
iJo*e"'to p"r ' pott ' i parlando in assoluLo:
rron-bi"om" p"na"t" the ì libn clrcohno am-
piamente-tra le masse A livello popolare puo
3a!: : :p
FD5:iÉo
a4=ód
3i,tu. -ri.-al
I.,.ó
1ú
=4ai
:TL.Éi=J4--*:€=d;ci
tÉaiaiisi r4'
úàs!l ti1IL4
ir" ì" li''" .i',*" q*i -11:îT:d::î,1Ì:t;;;;;",t-' Irealìà? tn primo luogo e cfuato
varoF della civrlta lreahà? In primo luoSo e chraro
lH;"#* " -
I peI noicnà 4Medio [uo non fu
untpoca di.baibarie e di L".'::::'::,?li*
r"ii".. ìiìtigt""r"." altissima civilta' -(hepr"ìít.ì" i"p"ià*ti.t"tterari straordinane
ípi' " " L,ili'", e.*ai "*T-"Td-'-P-"::1":":
Le idee e le visiont'del mondo: l'Umonesimo
lr r 1 1. Letà umanìstica
iiù"aìà-J* "on"r" un" cwirta infedore ma
rie
io.)ri.
:e-nptcerente diversd' ln secondo luogo la
r1;s, rta dell anoco non lu af'atto imProvln
ra e miracolosa:il Medio Evo non ignorò affat-'.o oaLrirîonio oelld classicila anzrÌo conser-
'.ò. sìa pure assimiìandolo aìla propria vÌsione_€ressePer deÌ mondo, un interesse sern_
' ' ' j " rdrFl t tà
pre piu vivo per la lel teldrura i l
, " ; ; iero,I 'ar le classica si può seguire lungo
:ul!o il percorso delì'età comunale' ed accom-
,dgna i lp locesso d: ÚasfonÎazione r i \pet lÒ r l
:nJnOo ter,da,e che si e venuto opelando rel'e
.iltà italiane, con l'ascesa dí nuovi cetl che mo-
dificano 1'organizzazìone sociale ed economrca
e I'elaboraziine di una nuova visione della rc-
.[d. che ìnlorma la ( Lltura e '" vile qÌrodd;na
. o 's"pevoFràd' Tutra! ' t " Iconcel lod -nrrs ' ì
. passagtro epocale ta" conteneva in sè, sla prÌre
nelle sue connóiqz,loni q!!jctìg!u4'qutentica
re i ta: èspr 'meva propno ia presd dl cosclenza
l i una div"rsira ormai imdLCibi lelel presenle
r i ,oei" lo a' la civ i l td del Mèd o tvo. la consape
voiezzà che quel lungo, gaduale processo dl
uasformazio;e che aveva attlavelsato I'età
medievale era giunto finalmente a complmen-_o, che I Medió Lvo "ra finito e 'he
una (iviltd
n-ova e,d na à \ei capiLol i prececleî l l s l e
sDesso insistlto sul fatto che iÌ processo stonco
. l r f lusso conúnuo' senTa 5laccrì i nert i : ma
quando ci si contlappone consapevolmente
Jd un'età precedente, vuol dìre senza possibi-
lità di equivoco che un passaggio epocale è or
îai awenuto, e si è entrati in una tase nuova'
Lo visione qntroPocentnco
-'-è ilrnnovamen i Resta però da spiegare perché
.:,::: i"f iff i l r innova-nento sì presentas-:? al ld coscienTa oi coloro che lo Mvevano'
::me rinascita del mondo antico Che cosa
::Cevano gliuomini di cultula italiani delpri-
Í.o Ouattlocento nei classici? Per comPren-'l.r o. o"corre prima ricosÍu:re nelle inee es-
.=llzLaì Ia nrJova visione clella reaLta
. \ledio lvo aveva una concezione del mondo
1: :]ao t€ocenfico: Dio efa posto al cenLro del-
. :::l. erso come motore di tutta la realtà e au-
:.re ielÌa storia, che ela vista come iI prodotto
di un suo disegno Prowroen
visione antropocentric4, in cui I'uomo pone se
stesso al cenÍo della realtà, come prctago sta
e aúrore de"a propria stor ia che ha propr 'e
leeer immanenú. Cio ha fordamental l nl lessl
sui'nodo di concepire I uo'no Nel ved;o fvo
esso era visro comÀ una creatLra hagile ed ef-
fimera, contamlnata dal peccato originele'
continuamente tormentata dalle misede deÌ
colpo e insidiata dalle tentazioni deÌla came e
oal demon;o; ra sua vi td sul 'a tera era solo un
Earsito lemporaneo Ía parvenze vane e la'si
b"n-. e la sua vera paÚia era l c ielo a cuì dove_
va Rndere pel atdngere alla pace aLla bedÙÎu'
dine e alra pjenezza del l e 'sere LLomo era
hens, cloLato o' libe oaloitrio cioe di Jna libel
tà ali scelta, ma ìa sua scelta era limitata ad una
risida aìternativa, il bene o il male, I'r'lnifor-
'narsi alle leggi del)'ordire divrno oel -nondo e
salvdrsi. o ribèlìarsi ad esse. e perdersl o'a n
vece si afferma una visione ottimistica dell'r ) o-
mo (di .Ji sia nel Decarneron abbiamo poluto
coel ie 'e le -pr imè
consapevol i al f" lmazioni)
eei i appare sicLro e nc'o d: fo '7e (apacè dì
, àttrraita e i, eìoco capric( ioso delra fodura
con,a propria àner gia e la propna ir le l l ig€n7a
d' .ostnrirs; il proP;o destino cor ura uoera
scelta tra unvasLo campo drposslDlllG
Per ouPsto uno dei temi pred;lelo da' a cultu'a
ouaiLroce' l tesca è I 'es" lra7:one del la digni tà
clel l ' iomo. Come egl i domina Ia real la eslema
così può dominare se stesso: non si scorge plu
opposizione tla facolta spirilua" e corpo mc
la possibi .r ta dr un armor;co èquiIbr jo che
es;r-a le facol la del l uomo è perrnet le u la lea-
l izzazione piu compiuta del le potenz'r l t tà in-
site nella sua essenza; il corpo non è pÌu con-
dannalo, rna ceìeb ato nel la sua bel leTza
Queslo equi l io io nasce anche da ura fdcnl ld
rii controilare razionalmente iúpulsi e istlnb'
reaiizzando Ììn'ideale misura di dominio de]
propro componamenlo. di serenr-à intenarc'
ll volore del mondo terrenoe iI roPporto coi clqssici
r tsentrmento iQuestorovesciamentodel larclrgioso i visione ascetrca e questa affer-
mazione ali una concezione laica non imPlica-
no a' fat to i l l i f iuto del senl imenro rel igioso
10
vii-
ssa
tro-
las-artiadinor'I ralraÌ-etto,o clÌrnÎl-edelsag_lfe ilLUca,)star por
ascila ciÉnde
e allatueroonfu]zi tu
nariesrero.
ziale. Ora invece si afferma una
cdsùano, una posizione di ateisrno e di iúve-
rcnza. Anzi, al contrano, è questa un eÎa plo-
fondamente religiosa, che mira al ritorno ad
una purezza oiginana oel messaggio cristia
no. ooiche si riÚene che ù Medio Lvo l ahbia
ir";ùìú;.; ì deforúato e inaridito ll finedella €alt mondana I ultrateÍeno della vrta non I're-
ne petanto negato;sempli(emente sl nr'en_
.li.; il valore autonomo della realtà monclana:
l'uomo si rcalizza anche nell'esistenza terenapdma .he in qJella celeste. neJa v:la so':ale
che eel cosrrúisce collabolando con gli àlt'i
uomiii, tra gìi agr' Le ricchezze e le bellezze
ariistiche che egli clea con la sua jntellrgenza
e la sua operosità e che?ertanto devono es-
sere celebmte, non condannatelilnirro
-- * -N lte scaturisce un atteggiamentoe naturalEno !che sipuo definire edonishco te
so cioè a ricelcare p;acerc (gleco edorìé) senza
sensi di colpa ( Percorso 2 p 58) Lsso w rrnr-
to al natr,raiismo, la endenza a considenre la
natura e a goderla in se stessa, senza dfeimen_
rl al suo sillificato metafisico (come esigeva la
concezione simbolica med;e\'€le) e a non con-
trastarc il libero espandelsi delle forze narurah'
si può ficonoscerc, in questa concezlone'fmtto della civillà aftiva e drnamlca che siera
sviluppata nei secoli precedenti nelle citta ita-
Iiane, che aveva dato un valore nuovo all'indi'
viduo, aìle sue energie e alle sue reahzzazronr'
L" "nrniLlcot
.onoo I tboene gli uomini prodorti da;;;'i. I ouesta civikà sono aflascinati
dal mondo clasiico perché in esso, al di là dei-
le manifesLazioni estreme del Pessimi'moascetico medie\de, ritrovano una visione della
reaìtà affine alla proPria' Anche Ia cùltúa anb-
ca. specialmente quella romana' sllncenÍavasùl valore del mondo terreno, sulla vita attiva
aìf intemo clelle sÍuttùre civiìi preferita aila vi-
ta puramente conLemplativ-a' sulla dignira del-
I uàmo e sulla sua capacita di larsi artefice del
DrcDrio deshno ftomo Jaber suaeJortunae)' sul-
i'eslltazione oelia bellezza delle real\zzazíoni
umane, su un ideale di misura razionale degìi
imDulsi e di armoni( o equilibdo interiore' su
una considerazione aulonoma della nalura
Perquesto g[ uominidel QuatLrocento sr nvol-
son; conentusiasmoal tesh antìchi'per trova
rc uno stuúento mediante cui comprenderc
meglio se stessi. per individuare un modello
rdeàle da cui trane uno somolo e una gu'da "l-cura pet pensare ed oPerale
II princiPio di imitozione
ifi;;;;;;ùi;;- i Si afferma così il p/incipio úhrjchiir tuttì icampi : imitazione, che diviene uno der
cardini fondamentali della visione della nuo-
va civiltà: se gli antichi hanno raggiunto un
culmine insuperabile di Perfezione è necessa-
rio, per ottenerc dsLrltah validi' imilarli ln ognt
ca;po, la leltelarura la filosofia il didtto le
scienze mecliche e naturaU le arti figulaliv€ le
istituzioni sociali e poiitiche, persino la lingua
e il costume. E difatti, Per tutto il Quattrocentoe il Cinquecento, le manifestazioni della !'rta
intellettuale e socìaìe recano i segni inconfon-
dibili di questa imitazionel si npofta in vita ia
nio"ofra platonica, sl scrive come cicerone si
riproducono le forme della lepubblica lomana
oàel principato augusteo. si costruiscono edi
fici che ripiendon; gli stiri antÌchi' si.scolpi
scono sLaiue che s€mbrano uscite dallo scal-
pello di artisti gectihltavia I entuslias mo per la classici ta ch e si af_
ferma nel primo QuatEocenlo, jl momento dÍ
magqior slanclo della nuova civillà lo "stato
n"rilnte ' p", .osi di" non è un vanosogìo di
reslaulazi;ne del passato' concePito dalla no-
sta,gia di letterati avuls: dalla realtà E chrara
infairi la consapevolezza del fatlo che al di la
dioenipossibile affinità.jl Presente e pÙsem-
L '.ruione
creaiua I pre diverso dal passato Perl en-
to l'imitazioúe non può essere passiva' non
puó mifare ad una meccanica nproduzione.delmodell i : deve anzi essere alt iva cl lnamlca
creativa. Gli uomini di cultÙa si lendono conto
che, attnverso il dialogo con colorc che hanno
sapulo cosi perfettamenle realizzare sestessl
biioma sopratnrtto gi'rngere a scoprue la plo-
pria"genuina individuaìilà l classici sono mo
àe iideali a cui tendere ma ciò che conla è co-
struire il prcprio concreto mondo spirituale e
civile, in obbedienza alle esigenze del Presente'rer questo il pincipio di imitazione, nella fa-
se più fertiÌe de['età rinascìmentale, non n-
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1. Leta umanistica
Prellost-
rdrdei
un5A-gni
Pattoita
l la
madi-pial-
rd iet0rdioo-aIai tàm-tn-loN
dei
otolno5Si,f,o-oo-
leelte.fa-rn-
mase rclegato tra i libri, ma incise realmentenella cosrruzione della vi la civi le e oeteminò una circoÌazione viva tra il mondo cultu-Éle e la vita athve, sociale. Di conseguenzalaciviltà che ne scaturì fu una delle Più fecondeed originaÌi della storia italiana. Non man-cheranno invece, pir i avanti, momenti distanchezza e dì involuzione, in cui il rapportocoi classici saràvenmente diimitazione passìva ed accademica, un modo di evadere daun rapporto diretto con la realtà e di chìuder_si in una sfem sepanta ed astlatta,
I limiti dello conoscenzodellq clqssicitò nel Medio Evo
Questo bisogno di riscoprire gli antichi, fonda-to sulla necessità di tGdurre il loro insegna-rnento in creazione origlnale e attiva, rispon-dente alle esigenze deÌ "qui e ol?", genera unrnodo prcfondamente nuovo di concepire il si-
6: l i6cdro e la funzione de la cul tura. ln pr imo
-'iogo il princìpio di imitazione esige che si co-loscano neÌ modo pir) compiuto 8li autori an
-,- : j_e_0q-41 ùchi. c io ha ;nnanz-turto un si-
..;;;,".j.;* gn.ficaro qLanritonuo. Nel Medio:!o si era continuato a Ìeggere i classici e adjj:j-. -.jÈ-. ma non si sentiva il bisogno di spin-
a=. -. sg'.iardo i di Ìà di queì canone di autori
-:-: i :=::zJ:re dele scuoìe aveva fissaro sin
--.: -:*:: ::à :l:€nale (e ciò nasceva daìla
--- .- :=:'=
-.l:a:Ìefùz,a!? quest'ePo
3, à.l. =EÈr- : ,--::s: ac esPlolare il@, ú r, e:ócai 5!:s:-::,. l- c5r.s€_
t(@ Eolr, a.di dàa iryiarsEÀ Dor-renrrano pru ìeto, e r k*o t€sti r€íasa-oo dl-menticati Delle bibliotedìe delle abùazie o deiYescovadi Una parte cospicua della cultura an-jca non era piu conosoute neìle sue fonti ori-gmaie, ma so.o eftr'averso tarde compilezioni,compendi, riassunh dÌ seconda mano,lnoÌge, nelmondo occidentale, venìva a man-care la conoscenza delÌa cultura greca, che co-stituiva una parte essenziaie, assolutamentermprescirdibi le, del la cul tura c lassica. inquanto erano stati i Greci a porre le sue basi,creando i prìnclpali gened letterad, ìl poemaepico, quello didascalico, la lirica, la tragedia,
la commedia, la storiografia, elaborando ìlpensiero f i losofico e fornendo s:slematlca-menle i modell i a cui le letteratura laÙne slera ispirata- ll patrimonio greco eÉ conserva-to in oriente. nell impero bizarÚno, mentre inoccidente Ialingua greca era perlo più iSnota,non faceva parte del bagaglio consueto di co-noscenze dell'intellettuale.
Lo riscoperto dei testi ontichie lo conoscenzqdello culturo greco
La nsc4éna detl, du.. lt par!re da Petrarca e tloc.a._lo latili dimenrcati (io si cominció dd awenire la
curiosità di conoscere anche quegli autori latini di cui si aveva notizia ma non si leggevanopiù i testi, che si ritenevano perduti. Si è vistocome Pefiarca, nei suoì numerosi viaggi in va_de regioni d'Europa, amasse frugare nelle bi-blioteche alla ricerca dei testi dimenticati,compiendo scoperte, come quella deÌle episto_le ciceroniane, che riempivano di entusiasmolui e la cerchia oei dott i suoi corrispondenli.fesempio di Petrarca fu seguito daÌle genera-zioni suc(essive di int€lletLua.i. Cominciò cosiuna ricerca febbrile dei manoscritti antichi chegiacevano ignomti nelle bibÌioteche di tuttaEurcpa. Nell'arco dipochi decenni una serie discoperte aricchì enomemente la conoscenzadella letteEtura latina: basti un titolo solo, ilDe rerum norura di Lucrezio, uno dei piir affascinanti capolavoi dell'antichità, che il MedioEvo aveva igÌìorato per la sua impostazioneepicrrea e matedaÌistrca. Agli occhi dei con-temporaneì il itomo aìla luce di tante gandiopere si awolse in una luce mitica ed epica. Inùna sua letten Poggio Bracciolini, uno dei piùattivi di questi scopitori, descrivendo ìl dtlo-vamento di molti codici tra la muffa e la pol-vere, al fondo di una torIe del rnonastero disan Gailo presso costanza. usa I inensa im-magine di una "liberazione, dei .padrì, dalle
"carced' in cui Ìi avevano tenuti prigionien Ì
"baùari" del Medio Evo. Ed è proprio da que-ste scopefte che uae alimento il mito della "ri-nascita" deÌ mondo classico, da cui abbiamopreso le mosse.
Lo scenario: stoÍia. società. cultura. idee
-.*-- -l ea,le-.a*'= '- atremava iì me maesro di arte Poeg* Ti'9::"t" "*
"i:]frf,:?* | G--,. :rs.e e dir etìa- :i: :T:H':"ril1,ìil"Hffii.i'RTrl"'i::men,e ra 1'->-zÈ-r , -- :.11.fl::":,î9"T: :';'":;iil;,il"nl
-boi" u."n,
si comrrrr-- =É 5i - .: p 'Ì-'y:-;: ;':^ ,."*:l"il*':f' ",:uu:':x.Ì""Ílli-Ìilil ," o*'
:rE*J";;r::lii::lliiilll[*lî,",,J:.'::i"T:11":ìff ;:l[TTTt =-- ;!ijl"".:LT: ::::,T:; iiì'ì'iJ " p."0';" p"I q::'-' : :""ono ir
lr', :'-- ;{:itl"*l.=irrf i.'ffi f,:,l,"rt#iHl':"',**r + ir-:,;" :Í $Illl"".l"l,#;iiiiii## mlrit"l"-"r:ry;':: ff"J:el:i":i: j ) di Lo radicale mJtanenlo dr Inorn-Zre
i:^:'^:5;;;;;,."," ".lass:cita
tmpedenoone
.*tmrxn*ilu.ltt'tl*#i1"ffi 1i,:,#x+Èlìi"'sí;;";"dna, cliscepolo di Boccactt
" 1"::.,:Ìl::"";; rr,* r!.o,,ào toogo t'uo,rìo ah cuitura del Medio
;fi ffi :T"ff ff lì"+"{ù}*}fi:".ff ff:i;1ru*'"';;*n:*::"1',"",:l;il:Ji;#Fiu?*i.lryF{i;lt1.;:""i',l111f-t[*H'.ti.]i,f'fifl::f]::"#J;i:1fi,'i:l[":iii{i'll:i:::l:,.:dJi lt ilk lÌ"A:*,j::;;rru:fl'3"1ìl!ì]}:1,B[::,t::il:L111';:i.:"ii::[T:;; '-'J^e ai uom:ni*'iss. i in un oete/mioaro mo
L??:il s*t:*{,:l;"'*: ;;:';;; }1;;,1ià}i,':"'*î:fu "tii"si'"".':"}f;
Lo coscienzo del distqcco doll'ontico ::.1f,:'ffi":'iliî'T:;::t:ff::il::l!
3':'"iltJff:: "li:';r"J: :i?f:Tiilffì il!:llllxll;iilJli1J.,1'.i'i*:i*:::liil'i""i"ii.ìà a' à.'"""t'l'i:'.9":.'l'.1,o, p,,, ;li:.'l'fiî:::;:* fi:ilà""'T"":i':H?
l#:*Iii:::" ,ii,iili,'"1"jliiì"T",1-i.!';.", à"ì;qui"o."'r*oaatnonsonoperciò.ucto'g"'n*t*l'ruff."',':ffJ;:fi ;J;î:'"r, :*Y:'i""|Lrnii:':"*'.'*:m:ami*f-*ru"'*i.::1,ii,i+i',;ftil**r;"it""*t'-*Tr",;gi".ij"*n:"Jfi1f$::L:i,Îiifilli|* * Dal pnmo Quanrocenro s,-pui*'iaf
'ratare I'ini
:,";;;;;i'"'" "ì"":-lt"nTgXl"f" *^*""t;,::l;:n"':'m:amo iì modemo: e
::J;j':iìÍ: jl::fJ: *'ffi ;lll'*n" ":li's:;*:t;':9"":tl*LT:n:?.":T:'îiLariloroeioum-onistico:î::"""tr*"{5:xìT:i.:'rmî5ffi'l$ lf.itr':"":::::#::x"'i:"n"xÌ:i53'";'""1'i;
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LetaumanÌstlca
'ro per-eppe,,
Quat
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la sualefor-o lvo.che sÌ
Ldente
lredro)ità",
ùa dagnavaùtt'al:ellet-pres-
Presacollo-o che
'gono
ienza
rnica,
rnzetucto-I ideair'rltàmen-
foria.I'ini
' : 1: : ' : L:crramente nè sJo tempo. derer--.-_,::a:. sorgere di un metodo tecnicamente
- : . , r ì osra's i ai c lasstci . nD mo luogo,quelle esigenze impongonoche si conosca la Ìingua latina
::: :rijspensabìle compÌemento di quella
-::: aelsuo preciso uso dntico:le accezioni del
: :r:..e, le strutture sintattiche, i modi idio--- : i n[ar- ]ne J\ ,4eo'otvoi l lad'oerabensl: . : :sua comune del la cul tura, ma era una
-:. a,ia ormai profondamente diveEa da quellad: Cicerone é Vi.gi io pot. pér lèopere dei .rassici, occoÍe asla-
: :: un testo corretto, il più vicino possibile. :iginale, quale era uscito dalla penna del-=i:ore; infatti sui testi, nelÌe varie redazronr
:r , : ìoscntte che erano peryenute daÌ l 'ant i --.::a attraverco il Medio Evo, si erano accu:::rlati errori dei copisti, interpolazioni, lacu,:: Per emendarÌi, e per ristabiÌire la lezioner-etta, occoreva un accurato confrcnto Lra: -. arie copie a disposizione, in base a crited
=:remamente rigorosi di scelta tra levarianti.Infine, per intendere fedelmen-te i opèrd, occorreva conos(ele in
:::fondità i fatti storici, j costrmi,le istituzto- ,oì l t rche, giur 'diche e rel :giose. i dart ar:::ologici e numismatici, mettere cioè insieme:.3 massa imponente di documenti, che con.:r t issero di r icostruire i l contesto di quel
::era, di cogÌiere iferimentì e allusioni alle
te da un'auctontds, ma è qualcosa che bisognacercarc personaÌmente, anche al di là deiconfi-ni segnati dalle attuali conoscenze. in questar icer-" uomo no l tene dr ùolare d \ .er i t rascendenti, non perché li disprezzi, spinto da unorgoglio irriverente e dbelle, ma perché secon-do lui tali divieti non esistono, e ai suoi occhi sjapre un campo liberc e infìnito da esplorare. Sel'UÌisse dantesco, spinto dal suo ardore di "divenir del mondoesperto,, doveva violere le co-lonne d E.cole e sf idare l . ,a_ro marF ape.to,,andando rcon'ro ad Ln inevi tabi le s.onf i r ta,perl'uomo del pdmo Rinascimento le colonned'Ircole nor esistono o u. ' r queslo ar lèggjd-mento sono in embrione lo spirito critico e ilmetodo sperimentale della scienza modema(ed è un'altra confema che dal Quattrocentoitaliano prende Ìe mosse la modemità).
L0 fqlsq "donqzionedi Costontino" e gli studiscientifici di LeonordoDre esempr s ignir icar ivr potro n 1o megltochia re i concetti esposti precedentemente.
lúmzoval ld fuf la 'acvikameoièvaleav.vd
d cosral trro creouto al ta coc.ooetta donazionè d Costanl ino", Jn documenLo in cuiI'imperatore lasciava Roma al papa, e da cui laChiesa traeva ]egittimazione giuddica al suopoterc temporale. Ma il filologo Lorenzo Valìa(r4o5-r45l), invece di accettare l'universaleconvinz.one, basandosi sJ una pre. isa ana istfiloÌogica della Lingua del documento dimostròche esso non poteva essere stato redatto nel lVsecoÌo d.C., e che si trattava di un falso medie,vale. Come si vede, i Ì f i lo logo mette la suacompetenza tecnica e scientifica al sewizio diuna grande audacia intel let tuale e di unagrande indipendenza di pensieto, che osanosfidare la tradizione secolare e l'autodtà dellaChiesa pur di ristabilire una verità.Que.r" .nenral i 'a nuova non e ì i - ì . rÉtd al cdmpo filologico e letterario, ma si estende anchernetodo scienlifico alla natula. Come sappiamo, la
più varie rcaÌtà antiche. Con gli-:;lsti nasce dunque una nuova scienza, la__: :,?ia,la scienza della parola, del testo.. ' , -o ' ì s i r lar la .oìo deì l acqr sto di unè re.r i: : _. :L o d e: unè îe. l tcd presupporè sempre- : FIl.î 'laro modo di vedere. di dpportarsi
agli oggetti. In primo luogo it-
-:: ìr filologico rivela che si rifìuta l'idea dr
-_ .+: . è ddta oal la î radiz ioìe dè èc.èt tare::.:: ::scutere: il principio in esso implicito
' . .1 che oc(o..e semp.e ver i îcare la rer i' - j l la 'o rL-. non acL ètta.e passival l ìèt l 'e
' ' ' (ato p.ecodenre. ma sol toporre, .::lio della critica e non prestare fe
lla di
_: : . . non è confermdro da dat i ceÌLì.
_: .r . . ver i-o -on e ddta unè vol.a per rut.
scienza medievale era basata, lon cLì l osservaz orè dei lenom"n:, na sui l ibli e sulla ttadizione; Leonardo invece (che
ILo scenario: storia. socieU, cuttura, iOee 2 ]
non ha cultula umanistica e filoìogica' ma
p"i , ." . ip" pi"n"m"nt" al la vi : rone del 'uotempo, anzj, ne e uno degli i"ltetpreu plJ acu-
il oi"àrit." tt" "" t" tueionclusroni piu - oal-
Ia sperienzia cne d'a'rm; parold" peKhe "la
semDhc. e mera esPerienzao è -maestrà ve-
ra,. non "l'alturità lautorità] d'alquan$ omÌ
Ut oun a"u"asnza' Comincia così a studiare
dir;ttamente l'anatomia del corpo umano' I
i"rloÀ"tti "atu."ti'
t" leggi fisiche (vuole ad
esempio capile I segleti deì volo osservanoo
eli uccell i) . iercando la spie8dzione di ciò 'he
i"d" non in pin.tpi towannaturali ma 'ìellamatemarica perche per lui "nessuna cerlezza
e dove non si p.rò applicare una delle sctenze
matemaLicbe" Sono prinopì che saranno pol
dpresi da Galileo e dalla scienza moderna'
' l- Gli studic hvmanít7tís .e Io Pedogogio umonrstrccl
La riscopena oell essenza autenuca deì clas_
sici e il pres.rpposro indispensabile pe) poler
meltere a ftLtto il loro insegnamento ll rap_
oorio coi classicl e infarti il fondamento della
Iona"rion" nuou" an" I 'Umanesimo ha della
cuhura e delta sua funtioîe Pel il Medio fvo
la conoscenza ela finalizzata essenzialmente
alla salvezza: si iteneva che conoscere le ve-
dtà delle varie discipline av1,iasse alla suprc_
ma verità di Dio: il sistema dèlla conoscmza
aveva pellarlo i l suo cenÍo îel la dlsclofna
it " "à" "o-"
ogg",,o Dio stesso' la teoloscopo dellà òultura I eia. Nel Quattrocento la conce-
:li.l".::** ìiione della culrura e delle sue
"'i'ìiXni .t rri'.'rt", ..opo delìa cultun div'e-
ne ìa formazione dell'uomoàii:i;itr;,,i"-úl r" ui"ta di questo scopo le di-
sciDline letterarie acquistano la centrauta as_
soluta: percio gl; studi del le'etrere ' lassìcneu".*nà
""",'""ri.oa" trudlo hurnonllafis (srudi
di ,r'man;ra1. quelli che fo'-"no 1us11e neììa
sua interezza nell armoria pertèfta di luÚè le
sue facoltà, che lo arricchìscono di tutte-1e sue
lnu. ct'e fanno di t.,l una crearula pnvilegia ra
ia le akre e lo oistinguono da;b'uti Si (h'a
mano "studi di umanità" perché formano I uo
-o aornpt"to" ta, lu" Leonardo BrLni Dal
t:"satraz';one aett" I irre'ae numanoe e degli
studic humanitahs come la pirì aìta attìvità del_
l uomo, quel la in cui piu compiutament" s l
,Jirr" ,, ,u" "".""t".
questo pnmo periodo
del Rinascimento che corncrde all:ncirca 'oni, ouattfocento ed e contfassegnato daltervore
d"i ' " r i . .oo"n, d" i . t" ts ic i è darlo 'o sl ' rdio f i
loloeico, vi;ne chiamato Umanesimo' e umqnlsh
eii i;rc etLuali che ne sono esponen! .;ob,ema lL;dea chela culrLrla abblacnme
peda$8ico I f ine ia iormazione delL uomo
tiú4
comDleto, la realizzazione della sua essenza
oiu iutenÙca la s, ct'e nella cLltula umanisb
<a abbia un posto centrae il Problema pedago
al-o.ià" rJ"""'." a"gn snumenli con cu' il
ianciullo possa essere condotto ad awlclnarsl
al nuwo ideale di uomo MolE dei piú lmpor-
i"rrti u-""i.ti tutono infatti degli insegnanti'
;e i sià cita li V ttorino da teltfe' GuariÎovè-
ronese]o srcsso Pol iz iano lpnncipt del la pe-
daeogìa umantsDca elano rivoluzion"n nspet-
Lo à Àre idelNaediorvo Porchei l f ine pnmano
a""i"'".uot" "t"
t" tot azione della personali-
ta, io sviluPpo delle facoltà sp:nl'rair nella Loro
lnterezza, non l inclrlcare un sapere enoclope_
alico, io studionon consisteva Piu nell lmparare
i".."ni."*"n,", memoria reSole formule'
Lesti, oeflnizioni ma presupponeva uoa parre-
ciDazione atuva dell inLelligenza del drscenÎe
,, : : : : : ; - I s i pensava cne la let tura dei
lii'ilijiiiiiiii";"" I ctaisici potesse infondere le
virtu e i buoni costumi, aprire ìa mente' rsprra-
re i l senso del Del lo ingendl i re I ar imo e ren
ile lo capace di sentimenb lIiglion' ptu uma
nl aDpunto; per questo le discipline lefterane
I'eloórrenza, la filosofi a. la filologla lasÌona as_
"i.,"ero aecisamente rI primato sosuruendo il
sistema tradiz;onale delTiivio e del Quadn\To
ór"rro io"ntifi,"t" I" tulluÌa coî la culturl et-
ùlarid fu un principio destinato a rurga lnrtu_
na: in ormo pir seco[ I irnpo\lazione degl 'rL_
ài, "d
è "n.àt"
t ttto "ommato
oggi alla base
alell'istrdzioneliceale in ltaÌia'
Un nuovo ideole di uomo:le virtù umonisticheMa pelche iclass:ci ootessèro eselcjlale il lo--roìalore
forma tivo doueuano esserè le lti dirc | '
hmenle nei testi odgrnali, non plu' come nel
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1. Lieta umanistica
'ità del'Lente siperiodo
fervoreùdio fi-únonIstl
a comeI'uomossenzaùan$u-redago-ù cui ilicinarciimpor-gnanti,rinoVedla pe-dspet-timanoEonali-Nla ÌoroicloperPararermule,r Parte-Ecente.lra deidere le, LspÌra-t e ren-t'uma-terarie,mia asPndo ilrdrivio.ura let-r fortu-*li stu-La base
re il lo-d diret-tme nel
vedio Evo, attraverco compendi sunri, ma-nuali e compilazioni varie di seconda mano:solo dal rapporto direÎto Poteva nascere I ar_
,eorcaloíe i ricchimento interiore. AIla lor'ód úrpo I mazione inlellettuale si affran-
ca poi,secondo questa impostazione, quella
-ica,
atùaverco l'esercizio del corpo Alla basevi era quella rivalutazione del corpo che erapropria dirutta quesla elà. in contrappos'z:one alla negazione ascetica medievale (si icor'di I'orore di lacopone per il corPo, ) PercoEor, T2, p. 42), e in armonìa con la concezioneclassica; queila rivelutazione che trovavaespressione nelle contemporanee arti figurah-ve, che esaltavano. anche atúaverco il nudo,lapefetta armonia della fonna umanaNe scaluriva un ideele di uomo armonico intutte le sue componenti, spirituali come fisi_che, senza che alcuna di esse prevadcasse sul-Ie altre, un uomo in cui la belÌezza e la folza delcalaltere si rispecchiassero nella bellezza enel-
rkalotàEatlta geral la forza del colpo. Alla base viera anche qui un ideale classico, quelÌo che icreci chiamavano kalokagothío, per cui la bel_lezza esteriore era considerata specchio dellabellezza interiore. Anche il sistema delle virtù,che si dtene\,? che Ìa lettura degli autori antichiinstilÌasse nell'animo degli scolari era di deri-\,€zione classica, ispirata sopmttutto a8ìi stoicie a Ciceroner il senso deÌla misura e deÌ decorc,la giustizia, la forz a d'animo e la patienti4 0a ca_pacità di sopportare coraggiosarnente awelsitàe privazioni), il dominio razionale degù istinti, ilrisDetto Der sli alúiuominiin quanto essen do_
.rùnsnrras ltah di regione. La grancle Îorru-(ice(xrÉn6 lna di cu Cjcerone gode in que-
sta età denva non solo dal fascino che da luÍemana come modello di stile, ma anche daÌratro che nelle sue opere si può lrovare 8iàun'elabolazione compiuta di quell'ideale di hu-monitas a cui gli umanisti aspirano.Quesle virtu si eserolano soPrattuflo nelìa !'l-ta in comune, nei Épporti con 8li altri fanciul-Ii e col maesúo: la sùuttura di queste scuoleumanistiche è infatti quelia del collegio, in cuìmaestri e allievi vivono insieme {anche questoé un modello destinato a durare a lungo neisecoÌi successivi. e Demane all'intemo delÌ'or-
ganizzazione uliversitaia del mondo anglo-sassone, fondata sui colleges). 5i iratta, come sivede, di un'educazione essenzialmente laica,che ha come fine la fomazione della classediigente (anche se la fomazione morale delfanciullo non esclude affano quella reliSiosa).ed è un'educazione elitana, destinata ai ram-polti delle famiglie più altolocate e più dcche.
Lc fqmiolio. Ie ottivitàeconomíche e lo vito civilenellq concezione umqnisticoNella concezione degli umanísti gli "studi diumanità non Possono solo aver€ il fine di al-r icchire spir i lualmente i l slngoio, I 'animaeletta che si isola sdegnosa dalÌa realtà, orgogliosa del propdo arjs(ocratico sapere, ma de-vono formare il cirtadino, che partecìpa at-tivam€rìte alla vila politlca della sua pairia
ra vrta oute I secondo sii um a nisd I uomo sipuò realizzare pienamerite solo nella vita cNr-le: perciò essi esaltano Ia vita attiva al dì sopladeÌla vita di pura e solitaria contempÌazione econcepiscono la cultuG essenzialmente comecivile conve$azione, dialoSo di uomini con iloro simiÌi, ail'interno delia comunità sociaìe(anche se essa si identifica di fatto con un'éìite;) Io stil€ di ùita dei ceti alti: l'amore per ii lusso e
J lqlgEle eliwio dell'Uman€simo, p. 9).lesarhzione I Poiché il pdmo nucleo della so-de||afamirlia lcietà è la famiglia, gli umanisti
dtengono che I'uomo si rcalizzi veramente solonel matrimonio. Con questo, la scala di valodsu cui si fondava Ìa visione della vita del MedioÉvo ascetrco e cavalleresco viene rovesciataLideale ascetico escludeva infatti Per Ì'ercecrisbano. il santo. il malrimonio e la vita fami-liare; il santo poteva raggiungere la Pelezionesoìo nel celibato, in un rigoroso esercizio dl ca-stità e dnuncia. Ma anche nel campo Prcfanodei valori cavallercschi l'amor cortese esclude-va il matrimonio. Al contra o, 8li umanistiesaltano il matrimonio e ia vita familiare. Scri-ve Leonardo Bruni: ufuomo è animal civile { ];la prima congiunzione, della quale multiplicatanasce la citîà, e marito e moglie, ne cosa puòessere Derfetta dove questa non sia).
lUn rovesciamento ana,ogo sidpta'tueLonomLi I verifica nella concezione àella
vita economica. Lideale cristiano condantravaI'attività bancarìa, il prcstare denaro dcavan-done un ìnteresse, e considerava peccanimosala cupidigia di icchezze, esaltando la povertàevangelica: si pensi alÌ'esempio di san Flance-sco d Assisi che. figlio di un ncco mercante, sispoglia pubblicamente delle sue vesti e condu-ce una vita di totale povetà, mendicando perúovare il proprio sostentamenLo; ma si pensianche a Dante che vede nella.lupa",la cupidi-gia. la fonte di tufti i ma,i d€ll uman a, che siscaglia conùo i (subiti guadagni, e il (maladet-ro fiore" oel fiorino. e che assegna agli usuraipene infamanti. Ma anche gli ideali feudali ecortesi ritenevano spregevoli Ie attività inteseal guadagno e celebravano come suprema ùtt)Ia ]ibemlità, la generosìtà disinteressata- Alcontrario, l'umanista Poggio Brucciolini Ìodal'attività economica, considem il lavoro non co-me una condanna ma come benedizione perÌ'uomo, lo strumento attraverso cui egli co,struisce il suo mondo e impone il suo doúmtosuÌla natura; ritiene che il desideio di denarcsia naturale e legittimo e che la ricchezza sia ilsegno tangibile dell'approvazione di Dio al la-vorc umano, giungendo ad affermare che "alloStaLo il denaroè nerbo necessario,e gliavari nedevono essere consideÉti base e fondamento,.
r, o's"ità deri;;; janchela dimità dell'uomo cne,n€lla$tacv'le lcome si e sótoìineaLo, e il ton-
damento della visione umanistica della realtà,si aff€Im€ so-prattutto come capacità di operare
Gtannozzo rManeîti I alÌ'intemo della vita civile. NeIasua onzione De dignitate et excellentia homrnls{Dignità ed eccellenza dell'uomo, r45r-r452),ciannozzo Manetti (r396-r459) sostiene cheI'uomo è Ia più aita delle creaturc perché saprodurre mirabili opere con la sua intelligenza e la sue operosità: "Nostre infatt i . e c:oèumane perché fatte dagli uomini, sono tuttele cose che sivedono,le case, i villaggì,le città;tutte infine Ie costruzioni della teÍa che sonotante e taÌi, che per la loro gnnde eccellenzadovrebbero a buon didtto essere ritenute ope-rc piuttosto di angeli che di uomini. Sono no,stre Ìe pìttwe. le sculturc. le arti e le scienze
[...]. Nostre sono tutte Ie invenzioni, quasi in6-nite; nosùa opera tutti i generi delle varie lin-gue e delle varie ,ettere, i cui usi necessariquanto più profondamente andiamo ripensando, da tanto maggiore ammiÉzione e stu-n^rè c i rm^ rr .e. iner i . .
L'Umonesimo civileDa queste concezioni emergono con evidenza le radici storìche del movimento umanisti-co. Ad Íntendere appieno questa eseltazionedelia famiglia, della ricchezza, dell'operosità,dell'iniziativa umana, è indispensabiÌe precl-sare che I'Umanesimo di cui qui si è parlato èsolo una fase del movimento, seppure estre-mamente sigri l lcaLve: e :ntdtu i l primo LJmanesimo fiorentino, quello che si sviluppa a Fi,renze nella prima metà del OuattrocenLo.
!d raouorc I I i cantreri co;r so:(catamenteborghese liorent na | 'borghesi" di queile concezronr
si spieSano tenendo presenle che firenze, sindal Duecento, era stata all'avanguardia dellosviluppo mercantile e bancado delle città ita-liane; inoltre I'esaÌtazione della vita attiva edelÌa partecipazione civile è da mettere in re-lazione col fatto che Firenze, ai p mi delsecolo, mantiene ancora Ìa Íedizione rcpub-blicana comunale, sia pure in fome oligarchi-ch€. E gli umanisti che abbiamo prima cita.o,Coluccio Salutati , Poggio Bracciol ini, cian-nozzo Manetti, Leonardo Bruni,sono esponen-ti dell'alta borghesia fiorentina che detiene ilpotere in città, e partecipano alla vita politi-ca ricoprendo importanti cariche pubbliche.
I umdlern; civ e I Periio quesra fase dell umane .simo, che pone al cenúo della sùa visione i le-gami tra Ia cultula e la vita civile, viene comu-nemente desìgnata Umanesimo ciùiìe.
IlUmonesimo cortigionoQuesto Umanesimo deÌla repubblicana Firen-ze si ivela come il punto d'arrìvo dela civiÌtàsviluppatasi neì Comunì, come chiara presa dicoscienza e sistematica definizione della suavisione delle realtà. Ma se l'Umanesimo civileè il frutto della civiltà comunal€, esso giunge amaLurazione proprio quando questa civihà è
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rsi infi'llie lin-cessarinpen-e e stu-
srl punto di esarìlirsi: nel 1435 infatti si in_
s3ura a Firenze la Simoúa di Cosimo de' Me-jjd, che pone fine dì fatto al sistema repubbÌi: ino e mJta profondamente i l quadro in cÙi
:ù!oerpconi loperano gl i intel lel luaìi Tla-:nontata lalorenhna ìibertas, di cui gli umanisti:orentini erano tanto oryogliosi, perché in es-
- oedevano di veder rivivere la romana Ìiber_
ias, come centri dell'Umanesimo restano sol'!nto le con slgnorili, ua cui quella mediced
-a curia Dontificia,la corte del regno di NaPoli,-,a corte ferrarese, quelta di Uùino, quella diMantova. In tali contesti diversa è anche la po-
sizione sociale dell'umanista, che di\,1ene pre'';alentemente Ìrn letteIato di professione alservizio di un signore (secondo la tipoìogia cheabbramodelinedlo, Inrel lertrale*it lodino P in_i€llettuale-cortigiano, P. r4); aÌla pafiecipazioneattiva alÌa vita pubbtica si sostituisce f isolamento nella cerchia esclusiva delle corh e del-' - ,nertineri
- I e accademie Tillto c:ò ha ine-
, s ore della rcalta i vitabili riflessi sulla concezionedella realtà. La Perdita di contatto con la di-mensione civile, la chiusura in aúbienti raffi-natamente intellettuali genera una tendenza.d aneporre al la vi€ atl iva quella conremplativa, a rifuggire dalla realtà troppo ruvida ecorposa e a vaghegglare un mondo ideale dibellezza serena e di amonia, in cui tutti i contrasti si compongano in ùn supeiore equilì'brio; all jnleresse per indagini concreLe e deI:rite nel campo della filologia e deila vita civileiJbentrcno i grandi probÌemi metafisici 'he:bbracciano il significato dell'univelso intero.
Il Dlqtonismo q Firenzee l"isolqmento degli intellettuoli,-'*; ;Un mode ro peIjuestgtollqe-
-::.e della redlla viene trovato ne'la filosofia
- rt. tòG-,.n" p*tu à appunto al di la del:-.'.'ndo redle. inteso come monoo di pure ap-::renze efflrlrgIc,I'esistenza di un monào.::Le, o. Íon!€-pgrfelle ed eclne Il platoni
-: .sercita un fote fascino sugli uomini del
s+...,do Quattrocento e diviele la farrna dj:€:r-.rero dominante neìla civiltà cortigiana. ll::::Ìo del platonismo è propno Ia firenze me
dicea, dove il Iì.osofo Marsilio Ficino pr.o_'"'v,e-de.alla traduzione lahna del corpus delle opere dìPlatorè e dei neopìatonici.e nella sua Theorogiaplatoni.d lenta una (onciliazione tra platoni-smo e cristianesimo, vedendo l'anima dell'uo_mo come legame tra finito e infidto cne puòreaÌizzare il ritomo delle cose create a Dio, dacui si sono staccate per emanazione !l plqtonismo ha sopratrLl lo come cenlro I AccadP-mia Iìorentina. protella da Lorenzo de Mediciinpersona,che prende aPPunto il nome diAc-cademia platonica. Oltre a licino vi converSo_no lntellettuali come Giovanni Pico della Mi_randola, Cdstoforo Landino, rl dotto bizarLinociorgio Gemisto Pìetone. Agli interessi metafisici e rcligiosi si uniscono anche quelli per ledottrine esoteriche e per la magia, che postu-lano un'analogra univenale tla miclQcosmp ernacrocosmo e la possibilità di dominare folzeocculte, signoregglando così ìa naturaCome ha sottolineato un grdnde sfuihoso del-l'Umanesimo, Eugenio carin, anche in questocaso il modo di concepire l'ìromo può esseleassunlo qua'e indice del mutarc cl ima'ntel-
Loehonit( ' Leftuale. Nel l45r, come si è ap-
í$iffit:,"'nfoff lpena visto. Gianrozzo vanettrponeva la oióita oell uomo soprertutto nellaiua capacita o creare grand opere nell ambi-to deÌla società civile; net 1484 Pico della Mi-ranalola, nel Dehominis dignitate (La dignità del-I 'uomo), r ip ende i l grande lema LmanisLco'ma in prospeftiva ben dlversa, del tudo mela_fisica: egli esalta . romo perche e il cenÙo d"lI universo. paneclpe dell èrernirà di Dio attÉ-verco I'anima immortale e della materialitàalegÌi esseri bruh attnverso il corpo, ed è liberod' p'asma e sé e i ' propio desÚro degeneran-alo v" so gli essei inferio' o elevandosi all a -tezza deqli anqeli.
tmutament Jtì .nuLr."nto, oltre che nel
;;i; Éìi;il;; I campo der pensrero sr cognechiaramenre ànche relle colcezioni del'a let-teratura. Poiché il letterato opela nell'ambientechiuso della corte pdncipesca e dell'accademiae non è piL insedto nel tes'uto della vita ciÍa-dina, aÌl'ideale della funzione civile delle letteresi sostituisce un ideale più aristocratico eastratto: all'eloquenza intesa come mezzo di
Lo Scenario: storia societa cultura idee
rviden-renÌsh-azioneùoslta,l preci-ulato è! estIe-o Uma-pa a Fi-1tO,ùúenteceaonÌ!ze, sinLa delloittà ita-Ittiva ee in re-mi delrepub-LSarchrI otato,
POnen-lUene ilr politi-rbliche.,mane)ne i le_
a Firen-r civiltàpresa dietla sualo civìlelunSe aiviltà è
1r
una comunicazione fia gli uomini aìl'interno
alella civitas,la comunità civÌle, si sostituìsce la
€ndenza retorica all'eleganza formale fine a se
stessa,la r iceìca d; una larf lnatezza dl guslo
che alistingua I anima privilegiala dalla rozzez
za del vol io. lnche i l cul lo oei c'assici perde ì l
signi l icaio civi le che possedeva nel primo
Ll;anesimo e lende a divenile puro ideale lar-
terario, imitazione compiaciuta ed estedore di
belle forme, di Ieggiadd miti, di preziose.solu-
zioni stiiistiche ll letterato insomma' Perdendoil contatto con la vÌta pubblica' tende ad isolar'
sì in un mondo ìibresco' rcmoto da ogni inte-
resse concreto; la cultura, da espressione e
stmmento di una classe atúva e operosa grun-
ta alla ricchezza e al potere, diviene elegante
omamento ilella vita di corte, o evasione dalla
rcaltà. si clelineano così, sin dal secondo Quat-ùocento, tratti che camtteizzennno per secoll
la lita culturale italiana' sino al RomantlcÉmo'
Abbiamo r,esto come una caÉtteristÌca tÌpica
dell'intellettuale del Quattrocento fosse la
grande'nobil i tà. lo spostarsi continuamerte
àa ,rn luogo rl l alt lo ciò faceva st (he gl i
scambi cultr-rali fra r vari centn della pe liso-
ia fossero molto intensi, e ne deriveva una
sostanziale oúogeneità culturale fta di esst'
Tirttavia è possibile cogliele caratte stichepeculiari, Àe individuano la fisionomia rlei
vari centri, pur nel comune denomlnatore
della cultu/a umanistìca.
Il Veneto, Milqno e Povio
Dell'ambiente fiorentino si è 81à úolto parlato'
Der cÙ la sua fisloromie dovrebbe ormairisul-
t*à*gto ! tare cluara Nell area settenrrio-veneziano !naie invece Centro umanisticO
fu ilveneto, alove era ancora vÌva I'influenza di
Petarca, vissuto nei suoi ultimi anni tra V€ne-
zia ealAJqua, presso Padova Caleftenstici rìe'_
I'umanesimo veneto furono 8ti inleressi fi'olo-
sici ed antiquari il legame con l oriente bizan--tjno,
che favoriva lo stuòo della lingua geca
I'interesse pedagoglco' segnato dalla.plesenza
rli GuarinoVeronese, che tenne scLrola a Pado_
va e avenezia, Pnma di passare a FerraIa' ed
ebbe come allievo quello che era deshnato a.'iÌ_
venire a sua volta un insigne maestro,Vrttonno
da Felfre, Ltjmanesimo veneziano ave\€ stret-
ti GoDorti (on Lr d(ca fiorirura arjstica de'la
città tÀndlea Mantegna. Giovannì Bellini \'itto-
re Carpaccio), ma si segnalò anche ?er l'atti\'rtà
editonale: a Venezia aveva Ia sìra bottega, aìla
fine det secolo, il più grande staúpatore italia-
no. Aldo Manuzioùii"no
"ii.-tii -l I'ttano tu centro di un umaúe-
simo cortigiano, sotto il patrocinio prima dei
Visconti, pài, dal r+so, degìi Sforza carattensti-
ca de['a;biente milanese fu soprattutto l'esal
tazione della corte in poleÙìica con gli umanish
fiorentini. che celebravano invece ìalorentina li
bertas, aleprecando la "tirannide" viscontea
ffria"itar'p*iiì e f'aitano era strettamente col-
leqata la vicina Università dì Pavia dove rnse
pnìrono Antonio Beccadelli' che poi sarà una
aelle fizure di spicco dell'Umanesimo napo-
letano,-e Lorenzo Valla. che g:a abb'amo co_
nosciuLo per ia sua dimostrazione-delra talsi-
tà della 'donazione di costantrno"riiìério rir"rto - I ettro perconaggio importante
fu Francesco Filelfo (r398-t481ì tiPica Ígura
ali ìntellettuaÌe cortigiano, pronto ad ogm
aalulazione pel ingaz'ersj i l signore' axrore
di un ooema latino di carattere cèlebyaÙvo' la
sforzi;de Sottola signoria di Ludovico il Moro
ooerarono a Milano grandi artrsti come 1 ar-
. ir i ,", ,o B| '" ln"nt" "
Leonaldo da Vinci ' che
nel cenacoio di santa Maria delle clazie di-
pinse ILlLrno ce'rd.ma fu auLole anche diva
rie opere di rngegneria mìlitare (lortrll'azlo-
ni j e civi le (raiai izzazioni per Iagricoltura)
Montovo e Ferroror"iii'ii?i"iéùàÉì | Sempre in area settentrionale'
a Mantova, presso i Gonzaga, operò il più vol'
te ricordato vittorino da Felue' che in una vil-
Ia offertaqli dai sigDori laca zoiosa apri la
.rr" r.rolà. n ll"ntou" toSgiorno Poliziano' in
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Geoqrofio e storiodella letteroturo: idell'Umonesimo
Letaumanistica
l'orazione, il ilialogo, I'epistola, ma praticando
anche Sened Poetici latino che úprende il
Dredominio non e piu owiamente quello me
àievale. che gl i umanisti d:sprezzano come
corrotto e barbaro, ma il latino classico neìla
sua putezzs. Anche in questo comeintanúa'_
m aspetLi, 8': umanisti s; rifanno alla lezione
di Petrarca (anche se ai latino petrarchescoquardano con un certo distacco, percne aI loro
ócchi aDpare non ancora sufficientemente pu-
rc, ancàia inquinato di barbarie medievale)
Modello per ecceìlenza della prosaumamsÈraè ciceroner oìúe a Eovarvi enunclatÌ r pnncrpÌ
dell'hìrmoÌlitas che essi p€rseguono, vl mwÉa-
no un mooello di misura eleganzd arrnonia
che si accorda perfettamente con il ìoro gusto
classicheggianie Nella poesia ad essere tenrÌti
oresenti s-o=no soprattutto i poeti aìrgustei' VìY-
eir:o, ordzio,Îbul,o Ovidio anch essi Iappre_
ientanri ili un gusro classi(o il latino anÚ'o À
iproalotlo con eslrerno scruoolo filologico ma
nàn si tratta solo di un'operazione erudrta'
una ripetrzione meccanica e sterile: la riprodu-
zione è animata da ammirazione, ieworc' en_
tusiasmo Per la classicità; il latino umanìstico
è rna hniua inr 'mamenle r ivlssLta'.quindi.rna lingua viva.<ia pute in Jn ambllo dl 'lrcoÌazione estremamente limitato'
uldtsrt!Éd8a'e i Durante il trionfo delÌ'Umane'ner pinìo auatrocenb i simo latino iì volgare rcsta re-
lepàto soDrat iLt to ad usi p at i ' i :e impiegaLo
ol i re che nel la comunicaTrone quot idiana
nelie cancellene, negli atti pubblici' nei uibu-
nal i . Le op"re let terar ie che si conl iNeno a
scr ive e in volgale sono est 'anee al cfma
umanistico sono Ìegate a radici popolarl e
Dresentano calattel i p iu al(aic; at lard' l i e
provirciali: prediche. ìaude sacre rappresen-
iazioni, v i te oi sant i l ibn di mercentr ' lenere
famiìiari. cantad cavalìereschi È una prodù-
zlone quant irat ivamente cospicua' .e ci da
I idea dt come i l movimento umanlst lco una
tendenza d'avanguardia profondamente Ìn-
novatdce, fosse in rcaltà un fenomeno pro-
Drio di élites dsfiette e chiuse di intellettuali e
sentiluomini di corte e di come il corpo Sene-
iale della societa. cioe i ceti Dopolari fosse ad
esso soslanlialmente esuaneo restanclo en-
tro onzzonti mentali Per nulla diveFi da quel-
li del secolo Precedente
Lo ripreso del volgorenel sècondo QuqttrocentoVerso Ia mela deì sècoro si ha una nuova in_
versione di tendenza ' l vo gare comincia a r i -
orendere piede come lingua di cùlturaLa'trddiz one -
; Une ripresa lettèrana delvolga-
'enerfla del volt/È
I re si hà ln primo,.rogo a f rren''-"l
e non c e oà meranigliarsi' poiché a 'irenzela lettelatura volgale ave\'? una tradizione iìÌu-
srre e presr igio)a che poteva vantare vèf i e
DÌoDri c lassici , come Danle PeÚat(a e Boccac-
cio, ritenuti degni di essere accostati ai classicr
antichi, e poiché l'ammirazione neÌ Loro 'on-
front i . per Iagioni oiorgogl io ci t t€dino e apro-
bRacLoltd l fondamenre |èdlcata Ploprloàrucon"", ì a questa tradizione i poeti della
cerchia mealicea, Lorenzo il Magnifico in testa'
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si rifanno in cerca di modelli Un documento
prezioso o: questa artenzione alld lradizione
voleare o la cosiddètta Rc.col lú ú'a90r4e'e'
un àntologia dei pnmi se(oli della poesia lo-
scara inviata nel 1416 da Lorenzo cle Meolc' n
oono a federico d Aragora La letlera che lur
ee da pretazione e hmata da LorFnzo me è
àuasr sic,rramente d;Pol:z iano ecomunque r i_
flette un consapevole programma lettemno
dell'intero ambiente fiolentlnol rn essa 1'lene
visorosamente affermata la pari dignità del
vo'ísare rispetto al radno OlÙe che a f:renze'
peó, r l uotg:re iacquisla dignita let te 'ar ia a
ierrara con Boiardo, a Napoli con sannazaro
Masuccio Salemitano e i poeti petrarchish La
ripresa alel volgare è accompagnata anche dal
ritorno a qeneli consoìidati, come la llrlca
amorcsa diascendenza petrarchesca, ìa mate_
ria cavalleresca di origine romanza' ia novella
boccacciana.Quesla npresa del volgare non deve Però.far
credere che i l per iodo del tnonlo del ld lrro
umanistico abbia segnato una battuta d'arre-
sto eal una lrattura lel pro(esso di alfermazio-
ne de I vo rgare che era in a tto ' ln d aI Duecer I o'
'nnusrdel ldlno lAnzi, I umanesimo tattno e un
i l i lù:: irnot"nto essenziale di iale
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] 1. Leta umanistica
equel- ;rocesso, una pausa d: r i f les' ione e mdtura-zionè (resa si necessa ria daLa la tendenza de li
cullura italiana al recupero derl eredira classi-ca), da clri Ia lelteratìrm volgarc riparte connuovo slancio e fondamenti più solidi lnfatti
Ìa lettemtura volgarc nel secondo quatEocen-
to assorbe profondamente la lezione delI 'Umanesi;o lat ino. La l ingua usata dagli
scdttori tende a modellarsi sul latrno dei clas
sici: si riprcduce I'ampio periodare úcco di su-
bo'd;nate, si irùoducono lallnismi ne lessicoe nei costrutti (infiniLive ablativi assolutr). s
riprenalono immagini e figure retoriche, si m-
a"na"ono ap"rao u"t" "
proprie citazioni te
stuali da cicerone, viۓlio, olazio' ovidio An-
che queslo model lare i l volgare sul lat 'norisente deila lezione del Petrarca delle Rirne ol-
tre che della Prcsa boccacciana.Il volgare che viene adottato è sostanzialmentequello lolenhno ormai (onsacrato come lin-gua letterada dal Presdgio dei he graîdi scnt-
r,;;; rin;,i'iAl ton dei rlecento Ma non è un
moalello ngldamente codificato e nprodotto da
tuth con scnrpolosa fedeltà: la letteratura vol-gare del Quattrocento è carattedzzata da unaqrande liberta e varietà linguistica, in parallelo
aon 1o sperimentalismo delte forme e dei gene'
d. I linglraggi usati dai !€ri scrittoú consewa-
no caratteristiche locaÌi nella fonetica, nella
mofologia, nella sintassi' anche se dePuÉte
dai tratti dialettali pilì evidenh. Ad esemPio laringua del Boiardo, aîtivo alla corte di Fenara è
fondamentalmente il fiorentino illusÍe, ma \'1
si possono cogliere costantemente delle calat-
teristiche padane Una codificazione rigida si
awà solo nel Cinquecento, quando Pietro Bem-
bo imporrà I'idea di una lingua pura' ideale'
modellata su Petrarca per la poesìa e su Boc-
caccio per la prosa (non su Dante, ritenutotroppo irregolare e poco "classico')
Uno linguo letterorio ' . r
r n"r""nÀ I Nel Quaruocenro si venfica per-di una lin$ra nazlo{ìale ! tanto l'affermazione definitiva
ili una [ngua nazionale, che viene ad identifi-ca$i con il fiorentino Ma bisogna tener benpresente che questa lingua unitaria è soÌo unalineua letteraria, impiegata da una istretta mÌ'noranza colta, e solo per determinatl usi cultu-mli; una lingua d'uso comune, quotidiena, che
sia omogenea in tutti i ceti sooali in tuttr i cen-
tri della penisola non esiste ancom: le imguevenúente parlate sono i dialetli, che costixu-scono un panorama infinitamente vano e Îrammentato.
" rincri p"rut" --lCo-".i è già avuto modo di d-
Ievare, questa situazione linguistrca è la conseguenza deJa frammenraziole poll t ica del-
l ' l tal ia, in cui non si è cleato uno statonazionale, con un centro capace di imporre un
modello unitaio di lingua d'uso comune, co_me ela awenuto in Francia. Si ha perciò una
netta frattura ua una lingua letteraria, estre-mamente raffinata, che è impiegata da pochi
e solo Der usi Darticolari, e la lingua effettiva-mente parìata daìÌa maggiomnza della popo-
lazione. Ciò determina da un lato il carattercestremamente aistocratico della letteGturaitaìiana, che è separata dalla vita delle masse,e ilall'alfto lato I'estraneità totale di questemasse dspetto alla cultura di alto livelo' È unasituazione destinata a duIarc secoli, sino al
I'unificazione poìitica dell'Italia ed olÙe, e che
non è del tutto scomparsa neppure oggl
ova ln-iaan-
lvolga-r firen-FrIenzeneillu- -
,occac-classici
5a prc-Plopriofi dellao testa,úflentoùzionegonese,lsra to-edici inhe fun'
rque n-iteranoa vieneútà delitrenze,ùeria anazafolhrsb. LaEhe daÌa liricaemate-novella
rerò farI latinor d'arre-fmazlo-€aento.noèundi tale
Lo scenario: Storia, società cuìtura, ldee
In qùérd ldstro mdimoFo à roftgumto un uùmo nel tentotjvo di corcmp€re lo úórle per over slva la vilo. Liconograda, osi roF, idenlìli.o nello morte ùno srto didivjnitò do onorcre e plocoe ,Ài 5uoi pièdt vÍ è ù mucdtio di cadoven, che rcppte-sèntdnÒ iùra I Montid: sono hconoscibili uno monocq, un mopemtoE. Pu tretlandosi di un ex volo, nello úlîguúzióné ompolo Ìo mo.te, nor Dio, benché sio il destinotdrro della grotitùdine del commiltente,scqmpoto o un naulrogiÒ: I dmúÒnlmènlo è che il pedcolo non è supemto ùq úto
nesuno può Kmpore quo óoftè. : l
i
;lú
:rnúl
Morte incorcroto e trionfot€, ldÍm ù.mo..o, 1361/ Napoll, M,]m.n son Maftlrc.
La rivalutazione dell'esperienza umananel Quattrocento
- Fra Due e 'llecenlo, nel rinnovato feÌvore della vita dei Comuri, si
Versòir ì tv ia iòtre Id. . .stpaunad", isrrzr i \a lutazionpd, l lpat i \4r , prarr i l - - ,
: : l l l i "T:: '* ' I dol ì imr.gno put ' r , , ' . a l l j r rrcpr ' ncl ' nzr.ommFi al- ,- .pcnsi solo all'imporlalnza che l'nirìdustria, assLmerì\ nel Decameron di Boc-caccio). Con il Quattrocento, nel nuovo cllma crùturule creato dalla civill.àullìa stica, la pcssiÌÌistica concezione dell'uomo viene dccìsamente abban-donata, eÌìche sìlì piano deÌla riilessione leorica, e sì polle l accento su€Iiaspel.ti positivi e operati\,i della natuu LllrÌàna. secondo (rú l' rdividuo (pcr
dl)renderc rma celebre esprcssionc Ìatina) può diventare il "fabbrc". I'artefice della propria loÌLunà laber eg suae quisque.îò11unrc ).
- Non è ùn caso che Giannozzo Manetti e A3, p. 49), per contc
cianr@oìr i ! .1l t i . , l . .ar- tà \" . . tLjr .or . , z jo. ," , . . n lFn{ J !nl . r i . , " t op"ra cUe É supenorc or8nna |,,n 'an; - I l .ur"noDb,u , , ,4alÙ.or[u. dpdnopFrpùnu Tì rr ' . ro-
scimcnto della "dj€nità delÌ'uomo", cÌìe (])iÌrcide con la capàcità di scegLiereresponsabilmentc 1à propúa condotla di \,ita. Ia dell'hdíicLuo Lul essere su-Deriore a tuttc lc altre crcatr[e dell\niversú.
- Non solo ma, pcr MaÌsilio Ficino e A4, p. 52), Ì'uomo, che pos-
Marai loEino: l . t "r , i l oono cl" l l t . "ùré"r7à " puo aspirdr^ dj pjudlr t \ iJ, , fruomopartecipa ì : , .derrd ruad;r1a lspi" luJ i . " par ' . lo ' l ' ì ld "r l i 'à dj Dlo l r quaslo "ènso
può esseF (x)nsideràlo irturh'egÌi uÌÌ crcatore, in grado di dominare e di modjJicare gli eìeÌnenti delìa reallàI. ll discolso ha una gftnde importanza anchcsùl piaro della culluE e delle afii, in cui ll processo creahvo può giungerc,
dal nulla, ai úsultati di unà perfezione quasi diùna. ln queslo senso velTà intesa la st$ordiniria fiolilùa artistica dcll età rinascùnentale. Il ma€giore storico dell'arte del Cinquecento, Giorgio Vasari, nelÌe sue Y/le, vedrà in \lichelall€elo ll culmine di questo processo, parlardo di lui come di un essereinviato da Dio Der Dortare la luce a Firenze e nel mondo.
Con I Umanesimo e il Rinoeimento, ìrft sl lalcia e si dvolge o un nuovo pubbli.o capa_ce di godee dellq belle@ èstètico: la vilo ómincio a e$erc non piiL visto come penitenzo..nìinua ìúpÒda ddl .tlsplea del mondo mo come degnd di èsF visuto e goduto tontopiu pèr.hé obb€lliio dolle opeÈ del ge.io umono, Dovid, che ucide il gigdnte Goliq omoto$lo di uno fiondo e dello fede in Dio, ben úppftsènto l'ideale nnNimentqle delÌ'uoúó ltberc e on!6c del poprjo desuno. Mìchelongelo Hlizzò ù Dovid stnoldinùddmente emico (è conpletanèdte nudo, .Òm€ gli ebi delle stqtue oniche) e gùordlngo, prcnlo a uccide-
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Fri{
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Mi.heldngèlò, Dd!i4 1501 1504, momo, Hpw, Gallerio dell'afudèmlo.
I grùìge
ùe e fa-
L fragilità,
gm sÚofa
rasÍgufa
he iÌ giùdi
- r ' . rn I ìozzo Vatrct t i r C'al De cl igni tate et excel lent ia homnts ' lY
I Lesahazion" d" l totpo, "
dei piaceri '
conlro l 'ascet ismo medlevale
: : ; I ' Ìnìarustn,ueur lbLrdtqr! ' ! iv_*"_*r ; teal laviLapo[t i r ia 'assÌmendoinportant ica' . '_
*, ì.ni Ìcbraico) P"i""*1llt::".Tilii];"';;;";" ".o,,."nte
de ,umancsimo::- --. ìlìe cd esercìtando la fimzione dr aÌnoasc"::' '1":l1l'"',:l:--:;:,-'." ,.u*. i. * io.l ' ' . :- jul l inùaÌújsiSconthcon]ascesàdellaSi$ìorjanìedìceà.edoretteall( larcine:
- - -= '1 'r ' ' R"m '' n
'l n:t"l: lì:^ill"'illl ..'* *n*^. "*.o
dasri inrercssì reri-I . L slrrr t i r i l - ìc i torro b r ìÙp[tc dlrea'
...I..',;ì;;;;;i*':"::tti:.1'.Ì;:T,1'l'":ìl:iT".Tilà:X':"ìiiii'ii1Îi'XiT'i'4 -- n't,rtJ opèrF.so:i 'h":l 's].,,t::],";; i ,*t iui",u*uii"o"".elìerìzadell 'uonìo,l , . , l " r i lL d; ]" tatÒît ' t
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; , - - : " l l - l :z n1'd:o 'o l n ' l . l -Jzr ' ' r ' 'Fsod' ' i l ' ' r ' r l a l"rF dPl l -Lr"r ' Ì ̂ l ' l r
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l" *pos[azioni ascetìche della religiosità medieÌale'
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\ l , . . .d,gr i ' o, . "1 1 ' r " cnz^r 'u 'nfo ' l L ' ìP l "" ' r ' " ' ' ro " ' " ' ] : ' l "
ì, :'li;ìi::lll:;:';i::..:;;i:,,ì, li'T' :"" "*': "'il'!.li tj,ui:;.,i;i,il,::;",:r i:";'lli:: r:'j î::l' "''Ìl
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Èo I îo iLdrr ' q ' - v. ' .
- - '^-- ^"r*il*"n.'i.*1,3*"'-i*llr*:1,*ri*l**tl:l*l;:";:r.:'i,::::.j;:::$"ilîi.l'iiiilii:ì?;ill;;;;;;i ";r'^'"'"""'" " 1'r'c"r:T::'"*::"lm:,1i, j*:;l lm:;:[:;:l; i:l i:1"]:ì::".ì:il,'i,:':Jf"lil"iil;
m1::r1' ::ra rn.ceizo LLL l)ar'
: r -_ : r rnr l ro:sa ldeowLaar-- : . - : : : - : : r r i ln i l rd cu s00c
dmostrardone a taLs'la o nìorìoalezza3 menuione: rcoido (a cu Pres'!:re al
i'iliÌìl;.,.*,'".*,'"', -'.qLra e s c0nfobatte Ùî'aEofrenlazone
Percorso 1 Dal disprezzo del mondo alla "dignita dell'uomo
,.::::i:$.ì:i:1""n'JÌ$""ili:'ì: jÌi,Ì:fi :::::::l"l:Îi"':"'11'J'-'':"î;::ìi-*r,l:::J[irilJ:l:,1.,::ffi::'ii"",H::TXx:il::::.':fi:;'""lxl:Í"lii?Iff:::il:]p af enle conìpersat da ber c l re oi l re a v:a
I
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r."rravia, se non fossimo,1w",r""1'rt l i'il!,"" ;::m:'if.*i:["i1,ilì|"ff":
;#::t fl*nì*::lîj[il:..:*':t i'*i'"úir"."'"''a.r" "r'"*i
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' !'r setc c
n. ,"nr-"-r ' . ' ner " ip 'd. ' l r^ , , r , , , - I - l
["':ì"T$:tr'5 H]iH,:.;"$::i :iÌxli:::]':,*ÎÎii:iliruri;::liir:'p.:i*,; ;:i.::Îl* il:u:n:::*n:Î'.,1i11ilxfi I T;l:#l :Tr':ll::l':ffi,'i Ìi:;:".ì:ì ;'fi.r"1-o r" r",,. a^r r^"g.' crerìa t€rra' e invece i corPi desri ar
*::f ir :i:*n:i*: *::r:, #ll:x.;:;tll i,Ul'"'..'4 !:*î,n^'*r{Hj,l*,}ffi .iì:,lTi*iif }ii,{jiri*r*'"^r*'illi*:tì'
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35
40
Il)
7. t lihn frcc.dend: que che Prccedono 'utmo Lbro Ln.u e c0 bcaio qÙe
s soÌer.ùi: rvraÒbondanrr
10. !r.o, c.i ré11 .ùerrn: . t ! t . iJcÙ.: ter f in 0e
L nRlaÈq o deld f rotd f0 dlrd tnes
è . óno '
p. t ' .n"nto, no 'ne '
oie.ersù qund mriutab eeco$nrq c
12 lirqlìr::r.ù0nì!a 8Enlle aloon
î:'ul,idú* cúe; etefarmenie"sorar
ze .l're lmOe.l scono 0 anfLr ano 'eileto d
rd ci allicrinNor o !ro.!riln' pÉ'-ore
15 coìr'.glì .ostieìt: s r€nsce
seffDr0 al€ argomenlazion d inocenzo
1ó hl'hric{ unù.: i]r0fP0 irnanÚ
iro,i1. Leta Llmanlsuca
1or1
r pù Pìa
,i. clall'au-
rll E ch€
e ie difle
ÌìegraÉÌ €
l€i .:lolori.
Lolli. grari,
llr!,ì, la la-ngni, crbi ,
pr degli al
le l la terre,rpprrire di
li ecl inanimaÎe: e di gran Lunllî eccelle|a anche suj pesci e gli uccelli'.1ai:r d-.a- u '
5tri
brud aninrali, ch€ erano. come Iuono usciti animati dalla t"rra Quefo animale razto-
naìer:, provvjc{o ! e saeacc aveva apPunto un corpo m(ito pir:i n*ll:1",]1".]::' " "
.ui p.'." .".fr*"" .o"uemre N nspet'o alì^ maLerja porché era ben più atro a oPerare x
o0 parra,e e acr in,€nde,e. tuT'.,"] 11,1,ìJ':.ì: il::".;':::,i"':::,"" :i:: iiìl"il;;iJ;uJ n€r ' . J - ' '
i L ' ! r ' : l l - ' l : ' l : l : :^" ." , - ; , ; , , . . ; ; : , , , ' , , , . , ,
v. Lìi sensor . ma ancne ocr pcscr c degLí ucc€lìi che sono aniÌnati ll corpoìn
li. p". "i",'."a"
."-""i l^ '"t"i -"
*ssuÌro di queslÌ €sseri tuuavja pi:r le ra-
gi."i'r."a".i-" 'aa*t"
soPra zì pr'Dosrto clesli ànimali Lerrcstn dslrÌta superÌore e la
65 skÌssa liuperiolità deve ammerlersr 'r;che a ProPosÌto desli xnimitl 9:ltj::Ti: '**"
essenclo staLo 1àrto p€r propnr natura in mo'lo che senza il peccarc' non sarebbe mar p€
ì'i". *,-" '-
..".a. ài aver cretto e crimosuaro Ìn pr€cedenzai cosa cf:l'L": ::l'-:.
"" , n"rr,-,,-, ultro ttt'pn Perciò L'elemcnto tÈrrcsÙe deve essere con sicl€rato
ìdÌ ldnto pÌu
amnirelole e notrile degti aìi,,, dj ,j";;, plr, ess.nclo per natura pru ,gnohrlc e uìe dr
70 essi, v€!ìiamo invece cne neL c"'p' iell Lromo fu su qu'llt suhhm!tnrr eLl esrLuio'
Tla.ì' n .li E' Garin. iù Pfus4njn iad,j d.l Qldltro.dto' Ri(ciàldi, Milano'NaPolì 1952
17 (h.rb arimate r.znìn'lc:r'rono1s. !'rurrido: prcviderrpis rrer sce a acaDac ta l0Éfiente umana d pan lrcare
befamente rlpfooro agfe n rsta 0 uio
sc0po19. conr di.c: 95seE srnrre
nal is i del t esto
Contm l':Lscetisno me.tie\'àìe di IìnoceÌìzo m' Man€tti es'lta l'eccelteMa del coryo deu'uomo
".,n.,"rloAiattiOnfti"sscridclcreato'p€rchéè"attoaop€rare'apaxlarceaint'nder€''i'-ìà;;-;J; .-*" sono privi E quiìdi l'eremento t€Ì''estxei pùr essendo rY r.ìaYà
i;;#;i;;;.;*"omo vie;e "subrinìato èd esanato' Èù rov€sciamento.ndi-car€^der
i:;#;;;*-;, ;"'*"rnazione otiimisti'a rtet virore deuuomo e deì mondo teÌre'''o' '"
cúi si può viveÌ€ "sempre ìieti ed aracn benc oDerando": com€ si vcde' I'es'jliaz ione delÌ'uomo
si insGive n€ìt.esatrzzione ai urar,rta anla eà operosa, nrsu!ìalÌ'ùtemo delle isiituzioni ci
'* ii ***
"" "*-""c 'li gan'li opere politichc' ecnnomichc' aÌ{stiche
'il"". n""* n''*t u-. d€ a \'ita terena si coloca anche h n\àlut'zione dei piacen ser-
sibiti, ch€ non sono più a\\'ertiti come peccarììlìosi nla com€ elemento essenziale di una \4_
ta seÌena e sioiosa. In ManeÎtr sr possono cosÌ cos)ierc i fondamenri teorici di "":tl''11TjT'
L,, "i."it;*'*
**"**^ rtuattroccntesca Anclre ì esaÌtazion€ del coryo è un dato cù
srànte nella cultùra deì Quattroc€nlo, eo c kÌstimoniata in folfne inmciliatamcnte visibili
il;', ;;;: "-;ì; ;,'ura * t r.mp,,' .t cr agl":'Jil:,li,f ;:î : iill;y,. fl ;i;;zioni deìla figÙla unìana' vÈtz come flìlcrccor
.,,"*r irn*i Na* '"j
r'etÙative iì coryo udo è ossenàto e Ìapprcs€ntato *"1iPÌ i:]"'
s€nso di corpa e di peccaro, comc per,eftàment€ i,Ì,,o."y "l l,:T'3.:1-u:Í: t illji"ll:: #,'j,;id;il#;;iilin*" Jùni'"""'"'"'** (sarelberuffúteadi*l r'.l quaÌi go-
i'i."*i r ".'". *,""g' ai h !'rsÌone chia'. €aperta der
:iilTÌr "* ,*. p.".-"" p.s"
Non bisoenà però dtencre che ir quesÎa es:L
il:'d:il,rrrru;;;x*:*:*:ln:txx*':H::'t6{i;1;6;;;*"i;*dlm*r:ilri::ll+!íri.,rx#;:it*::irlx#*;lîfl-"ìl,H\Î:ff Ìi'il'* i.ilTL"i,Xli'". :"sa au,on<':nia e varore
t 51 IPercorso 1 Dal disprezzo delmondo'al la digni ta del luomo
n : ì1 i s; ( i ' . : i ì { r s t { )
I
I
Dopo a! cre -o, ro,iJìèar o |: . *""ii ::Ì sli fl ,T'l:J;lT";:l: i :lT,:T:ì::
s.n ' , , ma.omÈ r j \arè dcrrd narura uen\aorqu' : ' - ' : : l : - - : ' - :^- . ; : , ; "" . r . " . , ,* ,a '
ili ;*x#ii:'il:i*il:L #.::'"ll; ":.;ru:rfi.;r'"13.ù'"ùih:i:+xlu ::x *";*:t"":m;"J:.:1,:ff ::'RTT'T:3.:ii;i:i"[:H: fl"ffiffi :ii*i,x'illx;m: *nl.'.Hj::ììîK :"j:':î:: T:',";:1.,,." *"'' iî :.)fl:'il
".ì-""i" J tt
"."s "con la sua potenza celest€ si innalza al cielo: t" TT* :1"la a mente, che è più che cereste' supen il cielo - Lenrusiasmo che si
"'"1: ' 1Ì:1';J;;;il:;fua a conctudere che
'uomo -e ùì ceúo senso un dio" rr'probr€ma
à"'iilîie"ù-i"rir,";."""r':".,*',":Tt:íit;f#jl"Tl,,l:"S:.:liTl'S:::ll;:senso magico ed esot€rico (come
'ontelmr.on- ladol tnnamagicaediquoi prÙdlsr-r ' -
. - .pfe i \eereu
*#"trJ.***.:;î5'i:::r".ìit":i":":*:L*li::ilfi fliî11"':Til'ò"*,4 lr"'r'*oa"g', è uno stnmento p'r inseúrsi nell'amonia delìa n:ìtula'
ta
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I
I
t
a
Ì utilizzando tutte le informazioni contenute in-queJto Percorso'I
ci si eserciti in un'analisÌ del telo I: l j l l$zzanoo ruue r< I' .r ì |n"a"-rL Oiq*tte propo5te nellè5ame.di stdto, iiffi li:li'n,n*llilÎm:rru:*r1.r.TrÍ:r1"'Í'.11î:i"."1,il1iffi Tii i, ;i:liXlli':"""":lî"* "'ff:5"i'l["i:1il#;:l,i:lj*llinnl;llll"';i,""ìl,Tin"1r[::,,:% i:;;#:il#É1ry{l;*l,li[tlirulii:mr"*l*fi :ilg:Hi;gff ihomins dnnilate lsuttà orqnrla oerruurrror' uPtrqio
L" r i inir i .o à"ffu -Oqn'ta delluomo'. e\alr lbrano seéuenle, l ;ulole l i( lFt le <ullema l lpl(;- nérfpr.ne o deoenerdlrone.! i i l tuno t"ór"n'" , i ;u lole l i l l . t le <ul lema l in i( 'menle umanrrtrru u. 'o u'e""Ù!\ i ie '
I taro por lp iue polen/rdhld " r '1" ' t o ' tot i iuì i i ' àu *ro l l p 'opla perfelone o degenèrdr ione
1. n n,,* , 'ore neiu'ano te ai l te ienTp (he Lrr ino Inorvrduò lr '
l 'uomo € g{ ianimal l
2. Rinfacciare nel bfano le raratlerisliche divine che Frcrno
altribuÌsce all'uomo.
3. Quale valutazione ticino esp me sulle attivilà svìluppale
dall'uomol
4' Riflettere se vi siano delle diflerenze tra lîom0 di À4anet_
t i ( ) 14, P.49) e quel lo dÌHcino
1. Letà umanistica
quelle della
fto e MaÌsinisura. Con
I problemagioso, in ùr
re i segreti
l-a dignità clell uono
cLà Dio, sonmo padr€ ed architetto d€L mondo. ale\'.] cos!ruito, sccondo l€ l€ggi della sua
arcana I sapienza, querounìlerso che noi vedjamo, dimou e tcmpLo della sua dinùù. a!e-
va abbellito con intelligenze angelichc la regLon€r che è al di soPn del cielo, aveva dato anr-
ma erema ai gbbi eter€ij. ave\? popolaro con ogni sp€cie di annuli le partj purescenLi e
fermentarti del mondo lnleriore Ma. compiuLa la sua opera, L'Artefrce senriva il desiderioche cr tusse qualcuno che comprendess. La ugione, amasse la belLeza e anmLrasse la gan
diosilà dì un'opera txnLo nìera\lgLiosa PerciÒ, quando ormai tuilo l universo er3 stato por-
raro a conpimenLo (come testimoniano trlosè e Timeor), pensò dicreare luomo Però negli
archeripirnon cera nulla da pÈndere come nrodello per una nuora rirpe, nei tesoi nulla
da aÍribuire come dole personale al nrrcvo liglio e in nessuna paÍe del mon.lo una sedep.rrîicoLare per quesro conllemplalore delunile$o Ogni spazìo em gràPieno:tulto era gÈ
sraro disiribuio ai !'iìri ordini .lelle crearure. i sommi, i ntdi, gli inlimjri Non saÈbbe stato
degno delLa PotesLar del PadÉr venú menos, al remine deìh creazjone, qùasì per esauri'
llenro, Dé della sua Sapienza esltare rn un? cosa n€cessaria per mancan,a di cousiglioe. né
deì suo benetico Amore che la crearura desdnata a lo.Lare la generosità di\ua losse cosretta a rammrricarcene per quello che ìo nguarda personalmentt'.Stabiù alline I ottinD Anetrce cìre a coLui, aL qurle non si poreva dare nulla di proprioro, fos
se comun€ rurro queìLo che di paúicolarc era siato ,llribuilo all€ altre cr€alure E così accoL
se luomo come opera.Li naìura ron detinilatr, lo pose nel cuore dell'universo e così gli par
lÒ: "O
Adamo, non ti ho dalo né una sede deÌeminùa. na un aspetto tuo parocolarc. né
alcuna prerogativat2a re solo peculiare, perché qùe a sede. quellaspetto, quella pr€rogativa
che tu desidererai, tu t€ le conquisd e le manienga secondo la lua volonta € il tuo giùdizio
La narura degli altn esserL, sLabilia una voLta persempre, è costetta e ro leggi dr me hssie lnprecedeua. Tu ìNece. da nessun angusio lLmlte costrctlo. deleminerîlda le l: tua natura se-
condo la tua libera volontri. nel cui poterc ti ho posto. Ti ho messo al centro del nondo per-
ché di lì pirl agevoiment€ ru possa vedere. guardandoti intomo. tlrtto quello che ùel nondo
esúte. Non ti ho latto né c€lesle né terreno, né nonale né immortale, perché tu, come se di
te stesso lbssi il libero e so\rnno creatùe. h plasmlrrd: re secondo la torma che prcterisci
Tu poÌr.ìi degenerare abbassandoti sino agli essefl Lnlenon che sono ibruLirJ, oppure. $8uen-
do Ijmpulso deL iuo animo, ngeneraíl elevandoti aglispiriti maggrcn che sono divim'
O somnu LiberalLù dr Dio padre, o sonìma e minbile toÍuna dell uomo, al quaLe è conces'
so di a\€É ciò che desidera e di essere ciÒ.he \uole. 1 brutL. non appena nas
dal seno maLerno ciÒ che per sempre avranno. lilj spinÌi sùperionrr o gìà dall'inizio o poco
dopo lurono rluello che sannno per ler€rnirà ln\tce neLl uomo, al momento dell, nascita,
Dio pose i semi di ogni specie e i gemi di o$ìi nla: a seconda di come ciascuno li colrive
rà, questi si svilupperanno e prcdurranno in lui i loro lntti
20
25
30
35
del testo
lo a Solo-ifico, Poli
L,r e lratlono" esal-efazione,
1. rr.aùa:seg,la nifeiús2 la reSionr: fÉnprred, clre, aichene a con.ezone daniesaa de m0n00u fateaenq era puat0de ce,dovqnseme a D.o, rseoelano g ange èd
3. globi drrei: ..frrr .eiesr4 Mosè € Tim€o: craÉ ia 8ibÒrr.pd rtd atoEa dei nrorafa 1rc.a Pratnnes archdi,i: nóC,prrrofl8lnaí ed iderrldelle ..s! .rerte, present ne a mented Do,d cu er€atana€ra sonosoo
cop€ mpenete, sec0n00 a dottna
6. sonmi ... infimi: ]e .€atrre !i!etetale, tuele nedEn aùelre pl! bat
7. Porestà del Ìadrer rbnaipoErz,
3 Yc.tr m6o:4rùr.raE a suo rori
9. .onsiglio: cara.rti di disen# e
10. núlla di prcprio: aarafeíriche
.helús€t. e e ù nessúa atta cîa-
11. di nalftn ùon dchrir!: ucroe$enrio borq puÒ detdere de a propra sor€ ne bene e fe male ncntrc eatre fearure nanno 8a !r c0ff00n3flento deterr naìo da a natL.rra stessa12. pr?rÒgatir!:!rúregro Prm.claie13. ri Plasnd: 4ode11r E feso14 bruli: .rértrre prre dr ragore e
1s Cli spitui rupsiori: gl an8Élr
corso tema2
Liedonismo e f idillicnella culturamanistica
I caratteri dell 'edonismo umanistico
- La rilalulazìone rlcll in.Li\idlto, conlc sue doti spirltuiìlÌ e colpolee'
po.triì al"ttri t"t"." n"Uuloro ìnterezza i beni (leÙ'esìstcnza ll pulÌto dlpal-
i;"ììi.,'"ìi,, ",,"gerament{)
può essere jnrlìviduàto ncl Dàsso in crú lìiaù
nozzo \rlanetti conflLta il lÌ) Ú)nlelLl)tu !ìuttL(Li dt Lotàxio de Scgni ( ) Per-
,;;;í"1 r, ""ì""
i ""t""
t, TTI e'1, pp rg e 19) Se nella vita (lcìì'Lrorno le giore--",,*r*nrnno
n*pinn,"nte i (lobd, è pleÎelibile concenlÌa$i srl di esse cer
;;;,;;;ì; i: "pp"irudt'i
fa'ole\olì f{a bisosna evirare di co roncleÌe
,- .l,t,rt" otì"Sglr."uto con l invito grossolano a(l àppfofittarc rli tuttr I pla
""ìio,".n,ut.It u":t" o'trttosto dì rlna disposizione ùìtellettrule' che Ja par
t" ai , ut" ,,on.,"ri,r t" a"th reàltàsostcnuta da pre(rise basi filosofiche 0l neo
0,"ì""t..,". "r" u-"
" tdealizzarc le slesse co ceziorìi m::Lterìa[stichc come
ouellc ePjdree)I tìooí.n,o, u.sia la cerca
'ìcl piaccre' divcnlia qìrindi' rn senso la-
u";;t*" - ìto. un fenoneno rlùlrÙale, che hà i suoi riilessi sul pìano dcì
cu turaE i costume socìale e mondano, ncgli alnbienti raJfinall dellt cor-
ti: ìl modo tìi concelire l'anlore, ad esenìpio troverà negli Asolo'i di Pjetrc
r -fi,.
''* !
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i@!
nú.ilr&tlrú|l-
rm'6
rd{ll!
{L.uxú
Ìn cuùslo d\rinto d€l pitore lionmmgo
Hie;nynls Bo{h (14s0 rsl6 co) 'n'
ùue D€È.noqq', rituqori 'n
L mo ù !n
;*.hro ,lr i..o n ohbandonoro Ùì
do(n Ll! lamoruedÈlìo mÙi!Ù AÙo'
; iùnno, ' dulLo rolru Lndrrhrenh-Óro
ns{ ióltodonì. Per il Poss$o der ne
uo Lnd.tu, abi húmm nghi simboLo dl
r( .hea mo o.Lhe ' l r lLÙ\ id i t i r e drrP
Ddsioni .he eso sus.ita) Nelìa mÈNo
ìità dr R.sch, on.oio pturondon'nte rc
.úro dl mnnd. merÙ6oL€ dietú n!pro
iere r n*co.aon. t c!.@tueI in-jd'u
del demonio, come indi.ono tr' ngure
siúbnliche lks.re dcmorio'o orNe
livrdoil onqelo chevollelo \guordo o
cristÒ ro le ntrvolc;Ùn uomo emnd
v.io c.nùnlunqobdstonÈ onc Fqu
tu urcqrcLú,rnÙnÙd lu ' uro
ttietuntdus Bo\'h15oo tto2.o otio su rdvott tPatr
det parnello.entral?t uarlrid Mu
I L" {enoL " dd qLord'n" ron on'molr '
ruh tone ronlr d (qu p€re! !ÙP\Lo'
io .iten"to l'"mui"nte iaeotc pe' t onote
Bosch ipbdu.e qui prcprio ùno d qÙer
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!fio ùmd.o ler Rosch quefo glordr
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nil,. è in rcoltù ùn folso porodso ro 'ut
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zie, t5o31to4.a otn su bwtu tPar'del pann uo \enlrcle) Madrid Múr@
3Ó l Leta umanistica
al di là dèì signincdto cómple$ivo, dl ontrcveNo irlery.ètazionÈ, la scenarofigùdto in qu.slo famoso dipinto è o.che lo rcppFsnrdróne simbolìcadi ù idale Dmdiso umonistico, immerc nèlìd ndtm, obitolo do un'umo'nill) etemomente giovone e bella è gdolnolo dall€ leggi dell'omonio ùniverole. AcceÍotd è lq 3ùc.èstónè dèi pemnoggl venerc, oì centó, è l'el.mènto anÒmo o cul ruora tùtto lo comFsizioneì sulìd désta zenrc, venlodelìo pnmovero, otrero 10 ninlo cloril, .hè dillène sua spN on iì nome diFìorc (tera 69uE do désha)j ol cenùo, di lionte o venerc, donanÒ le teGrozte, vebo uno delle quoli Cupido doìt'olio re.d una frec.io intuocoto;o sinis1la iì dio Mero.io tÒ..o le nùvolè con il údu@.
I'idilli
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ecorporee,mto di par-n cui Gianni e Per-mo le gioiei esse, cer-rnJonderetuttì i pia-càe fa par-lrc (il neoiche, come
n senso la-I piano deli delle cor-d di Pietro
sdrdtu aóÍ1..1Ì1, r, pímov€ro, u7a eo, tenpm 3t taeóùt, Î|rcú, cal-
Bembo () Sez. 2, Percorso I, Tl, p. Ì54), agìi jnizi del Cinquecento, tna sorra di codiflcazione lettemria delÌa sensibùtà più aLrisbcratica del tenìpo. Andftrdo oltre la úcerca del pulo godimento maleriale, l'adesio e a.lle gioie della\ita si irÌsedsce quindi in un più ampio prcgetto di costruzione artistico-crilhl-rale. che ha come obiettivo il consegùimento della pura c pefetta bellezza.Questa raggiùìge la sua più alta proiezione nella figura fenmhile. come og-gelto di Ln va€heggiamento insieme sensùale e spirituale. I due temini nonsono contladdittori: la sensualita si dveste di folme selezionate e prcziose,che d viano a sensazioni subLmate e altanìente spirituali; la spfitua]ità, a suavolta, muove dtùa concretezza del corpo, fe ìminile e Ìrìaschile, va€hcggiatonel fascino delle sue attrattlve e nella proporzione delie sue fomìe.
-D qui le proÌonale radici che lo sviluppo ali questo moljvo lettemtìo
eiorulrai*o|liu I presentar da un lalo ù è il riJerimento aì mondo classir!, nellesìre allegode mitologìche ma anche nell'invito oraziana (ca1'pe dicnr. <]i)gl.l'.tt-tùùo) a goderc della fugacità dej piaced che la vita concedei dall'a.Ìtro il moti-vo si incontra con quello cdstiano (e petmrchesco) del trascorere del tempo,rìvissuto però in tÙìa prospettiva che ignora la tnscendenza. Proprio perché jÌ
piàcere è chramalo a darc un scnso supeiore a]l'esistenza, non si può dimcnticaxe che i suoi aftúbuti b".llc?za, giovirLezza, gtuzià, armonll sono sottoposti alÌ'usura inesorabile degli a.nni. Ne deriÌiì la sottjle vena di ÍÉlhconiache percone i frequenti inviti a godere deì piaced della vita, che, pur essendodesthati a finire, mppresentano comrmque jÌ solo v:ìlore raggiurìgibile.
-Ledonismo urniùistico, che nasce sulla base di quesle complesse
prcblematiche, prcsenta così delÌe caratteristiche paticolaÌmente colte, chesi riscontÈno anche qua.ndo, come nel caso di Lorenzo il Msgnifico, I'innoàlla gioia nasce nell'occasione delle feste camevalesche () A1, p. 61 e T1,p. 62); raffiÌatissimo è l'intarsio di reminiscenze lettemxie messo ir opera dalPoliziaro () A2, p. 65 e lm2 3, pp. 67-69), mentre Lm piìì solare vitalismocaratterizza il sonetlo di Boiardo qui proposto ( ) Î 4, p. 77) .
Qùesto immqgile di vècchra è ùn'oìdenle ollegonq dèì PllsE dól temPo € delo suo ozione dj'tEltivo, comè òmostro il motto sul cofriglio "cÒì tèmpo" che I o.zionq figurc tiene dieho ld mdno destro. Leùdene dei segni déì t€mpo 0e rughe, l'esp.e$ionè nesto, ld s.hténa dPo),91i occhisupplichsoìi dellù vèc.lÍo hvolti all'oserotore e lo mano ch€ indi.o se st€$a Fmbmno voler e'muni.die un monito a non dimenticoF .l!è i piacèh dello vilo sno deslinoti o 6nire e dqono dú
ll gruppo delè tr. Clozie è un esempioemblematico deuo purq e pèrlÈùa bel-lez?o, sensudÌe è ol lempo ste$o spjùtudìè, sècondo l'ideole umonisti.o. Lènovenze oggroziore d€llè ftè fanciulle,sospese .el bqlìÒ, lÌsano il tipo di b€l-lezdfenminiledivenutopomdigmdtico del cono.e qùotnrcenìèsco e dnoscimentole. I pepli ìrasparènti mo$idol vento esoltonó tl lgnifcoto spùi-ìùdÌè détle qùalttà .he le tE giovdniroppFsentono Gecordo ol.uni, costltò,voluttà e beìlezd) e che si scambionovicènddólmente, lenenddipermonÒ.
SaidrcAot celli, tapnndvùa, 1473ca, tetvÈd sr taeola, part,, Firere,
què eseE godul finché duúnó.
Ciorgiore, tt aq.hid, ISOA, tdnlca mítta su telo, verula, CaltuL de '^..aàmla.
Percorso 2 Ledonismo e I idillio neìla cultura umanistica
Le radici culturali e sociali dell'edonismo umanisti(o
Filosofla umanistica(neoplatonismo) fi.'"ti"*"irn'____7-
. Allegofismo nitolo€co
atesr0neeizza lo svienro è la deBesaggisticiristorc (so
)ne. presen-
I e reffinata) 67).rte di quelìa
l]a molivi diùra) Ì'idillioi ùìa veta er. neÌll/do-L oltre a ofAnche Tor-rnnia tra i,. p 599), estar fid,a diatii? favolasì]] piaro di'he. dalÌa fiela a1 nomc
.p,- * t"n,
r- tro pcr antonomàsià il \fagnfico, fu signore di Ffcnzc dirll'età di vent'anni:ìlìa nì(n l,e (em na'nel1!1.19emoùnel1!192).SuperataÌàcr is ichcsegùal lacongiuradeiPazzi(1478),doveper- úcongiu'a.- la vita rl fratello Giuliano, svolse Ln ruolo fonda.nentale rel consen'are I'erllrilibrio fra i rùver- d"iPttti
i: slàti ìtaìjani. Con la sua Ìnofte, a deth di Guicciaxdini dn(iùùnxxlissirìa al reslo d'llalia.. srluude un'epoe di relìtiva pàce e si crea qucl \,'uoto dì potere che pennelte l'àwenr.o delle do-
:\irìezioni stralxere nelliì penisolel^^-^"^ n, .Lg opgfg. UcùneJnilo jl llrofiÌo psjcoloflico di Lorenzo, Ma(Ììia\elli ossena: (Si vedeva
LdVl la, f .gud hra\"dFìmoîdo, r ì r r r , . ì . .pohi o.r . l i inor ' lQu rro. ' nro. Lof l nzoj
:n hri essere due perso e diverse {Ilasi rl)n irrìpossibile (oniunzione congiunte". La con[raddir.ììe, reale o àppàreÌrl.e, 1.ra il soliile e s{dtro uorrìo poliij(o e il poeta e cultore d'arte sì rifletter,ellbJ)era lellerarìa di Lorerìzo, cÌìe presenla una sconcerlante \iarìetà di tendenze. di toni e dì.
'lÌrzi{)ni fonnali, líìlvoll.a l.ra loro diÌùeiÌaÌùente opposli. ln primo luogo trovìamo un dUesso1rrclm dell'almosfera ctrllurale domininl|e nella Firerìze deì tempo. Lorenzo era stato discepoloi.l filosofo 'platonico" Marsiljo Ficiìo. animatore dell'Accademia platonica: c àd una ùsione
! latonizzante sono ispfatc appunto le Seloe .l'onol€ (così htitolete per la libem drsolganicitirl?lle costruzione), in cui Lorcnzo cànta I'iìnàlzarÌÌcnto del suo iìmore dalle pessiorú cerÌìr.li iìcl;rÌa contempkìzione pura c dÌsrntcrcssata dclla bcllczza. A questo llone tenìatico sì collega I'in-
'-apsse per Lr llrica im.liana dcl l)uc c Trcccnto, chc esaltavà appunto I'amore corùe elevazione.r,Lritùle. Nascono di qLù le,4ir?2, folte di echi dallo (stil novo, e {la Petra.r(:a. etl )l CarÍlt Lo ul:r, trnì. sond].i. d.\.rì1atai, una r:ìarcolta di urÌil quaxanlina dì sonelli, muÌrìli di urì cofiùnenlo ilr': fDSa che si rifa evidenl enìenl e al nxxlello della flltr rLuara di T)ante.
Pea(orso 2 Leoolrsno e I di l l io nel la (urtu 'a uîa1is( ca 6l
I{a ellc tendenze idcalizzanli dì queste opcre si contmppone ìl (rrposo rcalisnìo di a}trc.
che si lifallno iì\ece allà tmdizione "borÉhese', comica e burlescà. Su qÌreste scclte pesò I'iì
flucnza eser(ilatà dal PÌrì{ri. che miftìl.a proprio a Iarc deìla letieratua burlescà l'cspressiule
pcr cccelìenz.L l:lcll'ambienle nredrceoi c, almeno lino:ìl 1'173'7'1,lo stcsso tr{irgnfico fu propu-
gnatore dì qrÌesta tcndenza. I)i qlx n:ìscono vaú poemctti: la Ca.rid col.illcf)7&', clle dlfae vi-
vaccmenle uru sccna dì rra(1ia popolatà di personàgg] della .oÌ1e; i l]eoti, una gdleda dei l'iirfàmosi be\ìlori dcllà Fìrenze (i(xrtemporancai ril.r.ltti con un grìsto parodjco e grottesco; e so-
pnttutto la,\'.r/rLd d.1 Bor|rfiri). che nprcdùce le lodi cantale dal contadino Vallem àlla pa-
sl,orella dÌ cui è irurìì1Ììorato, con l'ìÌìl,eltlo plìfodico e finementc diverl,ilo di mcttere ìlì (Ìrlicatu
rlì lir aronvcnziorale lìgura dcl pastore ituìiìInoralo, lipi(ra della poesìa p$toralc
È Lm gcnere, lrà l Nltro, in cui sì (titnenlzì Lorcnzo slesso. con il Cr)r?1//ar, un pocnlelio bùco
Ìi{:o di imitazion e \i4i i:nì:ì. che úpÌoduce i lùlÌcnti deì l)astore Connl o Irer jl suo amore ilfeLicc
lnsienÌe con la preserve.li unà campagna stilzzata, secondo le lhcc dell i(Lillio cÌàssico. (!Ìrlpilxc
qui la c(nrcczione edoÌústicà tipicà deììlinanesll|o, che ú1onÌ:ì,ln toni Íìeno ele-gantcmenle pen
sosi, pìù llocosÌ c \itaìi. rrclle Cúr.oni a bQIb, i pilalc alìa litr(ra popolaÌe. e ttel Cantl caùa-
scìal€srjt?. ira cù iànosìssina è Lì 'hl?"3one
di Bícca (.a Triatfo 'lí
rl'r':co e AÍiutt'tti)
Con queste opcre. di cara||ere edoììstico e pàg:ìnc&gìante. fulÙÚ singolare {t)Ììtrasto altrì
componinenti .li caFttere religioso: i Ú'dpilo1i, palàftasi di testì bibìici, lc l,.rùde. che si collega-
no alla tradizioÌìe jniziata sìrì (ìrìl Duecento, c la,5o,. rd ttrppresettlaziùne drt SarLli. GL'rN Trti,
Pdrlo. Queslî estrcrru \?nelà {li gened, modellì lelleùri, toni e slil rendc molto cliflxille ll conr_
pito di iìdi\idrnre Lr,lla llsionorìja uúterìa della persolrrìlitÌL cù Lolenzo {l'è anzi chi l ha defnito tul
<dilettentc,, soslanz lìrentc indiffererfe alle clivcrse naterie \,14 via assrlnte, pago sollillìro .iì
troviìrli occasione l)er ur vltuosismo tecni(r{) e foÌmale, îliiavia Lut interesse fondamentaLe dìe
costj|uisce il ccntro unficatore di così iarìe espelienzc esìsler solo chc non va aerftìto a Ìi\ello dei
conlenutr, bcnsì neìì al{elgiamento delcoìto leiterato, jnnanr)rato dclla poesiài che siconrpia(re (li
sper nentaÌrìc tulle le IoÌrnc. cLi npercorrerne tuttc le tendenze antiche e nuove, c da qÌresLo
esercizio rnsienÌc appassionato e disincantato lrae Lùl sollile piariere in[ellelluale
ld l io
L0renz()clc'Medici r dai Cilr ir ci l ' / la--sc1.l/esc|I
lltTrionlo rli lhr'co (ì ,'\rìatÌna
r rùr ft. amtrilreinÉnt!, fqza sosrà
La .anr!re a ba . mLrs iata i rccor.pa!ra!a "r ì . ar cns ddett t f of f .er f îaschera' c_e_, 'Èf t i l l i la o stessù l Ì4ai l . I c. sf a!a_.!e 'èted Frrnzea.]ranl- ' .arn:raÈ conac.of .pa
!ran e ' r l . i l . r rsf f r ! : .ant ! . f . rc l : Lant carnascaesch ' .ssacaf_eL'a:s.r . ! !e î . r
ta Iar iLrn: ' foa C nq!ecenl . .se ne prepara'rr . . l \ rerse racc. te lest ! f f ra q! f f . l ] t 'a ' r | ) s
. . . raf lente ! , i r n. t . ' .nÌre
sc i .o ur- ,bab ,re-te per . rafneva..e l4!r l
Metro b. dta. .sLtr td.s. ìn:s lanred.t : r far n i . r l i . . l la- .ar f r . ! i r r r rLr t t ' i r : r ! . . r r1r : r r ' r . ; .or .nrrn
:a r . ! . t m l€ dl t ta ' r a, i ' , - a) i ( .èf : . : r l ' i : r ì .u: : .n: ter : r t r r r ref . . l ! r t m i !È!ef :
a rr . / . :a s r r r t . r . dent. 'a" i 7afn. d.dlÉnrar ! . t . r lc rd ' ,Érr i !nra: i
. l )abbt l i p.r .5rd /É { ! ! r pÈr ar ! r .sd
QLL.Ìni. beìla gn)\inez:a,che sì hÌgge tuttaviariChi vuol csscr Lieto, sia:.li cloman noù c è cert€zza , ii8
Oó 1. Letà umanistica
bÌno di altre,úe pesò I'in-I'espressioneico fu propu'che ritme !'rùeria dei piriltesco; e so-rllem alla pa-e in caricatu-
emel[o Duco-more infelice.rico, compaxetemente Pen-ianti cal')u1-tma).Dntrasto a.ltri:he si colÌega'a Gi./oanni eif6cile il com-ha definìto ùn
!o solt€nto dihnentale cheb a livello deid compiace dr: e da questo
:FJrd88 dre accofi paSnano
5 Quesr'è Bacco e Aaannaz.be111, e I'un dell'altrc ardentir:perché 'l tempo fugge e inganna,sempre insìeme stan conlenti.
Queste ninfe ed allre genti+10 sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lÌeto, siaidì doman non c'è cefezza.
Questi lietÌ satirelri5,delle ninfe Ìnnamorati,
f5 per caverne e per boschettihan 1or posto cento agguari;or, da Bacco6 riscaldati,ballon. salton tuttavia.Chi vuol esser lieto, sia:
20 di doman non c'è cerlezza.
Quest€ ninfe anche hanno caroda 1or essere ingannateT:non può fare a Amor riparose non gente rozze e ingratd:
25 o(a, insieme mescolate,suonon. canton tuft a1.ia,Chi lrrol esser lieto, sia:dl doman non c'è certezza.
Quesla somaq, che vien ddeto30 sopra l'asino, è Silenolo:
così vecchio. è ebbro e liero.già di carne e d'annÌ pÌeno:se non può star útto, aLmenoride e gode tuttavìa.
35 Chi vuol esser li€to, sia:di doman non c'è certezza.
Midarr vlen drieto a costoro:cìò che rccca, oro dÌvenla.E che giova a\-er tesoroÌr,
40 s'alln poi non si contentarslChe dolcezza r1loÌ che senlachi ha sele tuttaùa?Chi vr.rol esser lieto, sia:di doman non c'è certezza.
tD ... úerarc soo re penone. ttz g@ia \lntrala) PLtsona
, r_de ,€ente e plura e e con.
7. I oreaettore dr3acc0, e':_€prvod o8n digr ú, gm}
. .ti!Nà: Aranna, f81a d:.6': eacco dopó essere stata
.a leseq clre sveva a fiato a
sser rn t0108 c per meta u0
( r Ìo . . inBarn,re: sonó) *'e lwnnate 0a snn, ea
11.Miila: rnit m re della Fdg a, che ellbe da Bacco prlvilego Nelatos p0 f0.! noso - d tralormare n 0r0 tútto cio che
Percorso Z Ledonismo
r3. s .liri ,., contenta: se ùnó por ,0nr' €me e d'annl d€oo, w
e I idiììio nella cultura umanistica
l
11a 'ipúchisnutia oessuno!!a Pe
I 1s car.lìi:Éda.vensamenol1ó. convi.n si!: brs.gró tne srn
'o!
Ciascun apra ben glj oreccnr'
di doman n€ss!ìn si Pascht'-:
otg sLan sro\r t \et !hr ' .
hct i , 'gnun f tmmrn€ e
.mascnÌ0gni lristo Pensier cascnì 'ì
facciam festa tutta\'la
Chi vuoL esser lieto sia:
dì doman non cè ccrt€zza
Donne e giorinerl amanlr'
liva Bacco e víla Amorel
Ciascun $Loni. balli e carLiL
Arda di dolcezza il corcl
Non faúca, non dolorel
aiÒ . ha a esser. conlien sra"'
Chi luol csser lieto' sLa:
di doman non c è cerrezza
45I 5ll
c-tol
50
55
x,F
nal is i deì testo
,, ( an," e dedjca,o a Bac- 1"" Îi: :"1"fl:,';ff:,ì;:ì:'ì;,i:.l: ::*ii;iil",:l:ualr.enrir mrrologr'a hà radici n'rrx lPrtera'u'z ' l l - l l l i l . . .--."" '" rr *ain,ènro deua ùrasr ri,rova dn.hP in q"èr f'|rone crèua
'|ènorx'!ura,mèdi:Ìil:::::T]i,".t"'il:;:l;::::;-:' ill ::Í.i:.L'l.: fl 1".:l, lri,::ilr*i.llT;:tf;":x;..i:ì:::;:: ií.:;{ru,x;r#l:#'rj#nÉ1ru;il;}i;1"ru:l1;';lÌ:t*k*:*+**1"*$j*i**''il:*rslir.lix.:T1iì:"{ [*$$*$*":qlu*.q,,-"*r"i+: *
1. hdìviduare i temi derivati dalla tuliura classlca
2. f invl to algodimento deibeni lereniè assolulo 0 n'scon
de an(h€ un altro asp€tlo?
3.Individuare I motìvi ' tarnevaleschi" pr€sent i nel le5r0
4. stabilire un conÍronto ua quela cdnrone ed /'m' lrovar0l
PolizÌano ( )12, P. ó7)
AA 1. [età umanistìca
I STORIÉ DIPAROLE
GrovrNEZZA
lessoarsans.r i lo/ tva4'hes'gnir ica giovane toF
re. ecLe' l€nle La giovinezT6 è l è ia comprera l r t'ado,escpnza a ie ia adulra: è una fase di crèscra dl
svr luppo e dr lor îazrone carat ter izu ala da sìancro.nt , i i ismo e pass one e qu'ndi anche sinonimo dl. lescherTa e v ivar iÉ "reai ivd Ad essa n€l testo dl
rÒ,ènzode Medi. i ( \T1 v 1) s iassocia la (ereEra-
zione de. piace.s dè, l is tante secondo i l mol lo del
Doela lar i ro Orazio.a/pe dèm (cogl i I a l t 'mo) 'ne
;el le Odi invi tava a no. p 'eoccuparsid6r ruturo ea v '
' " t " int"nsa."rre i t prop,ro presenle suPe'ando la
b'ecalela del le coss e I in€vi tabr l iÈ dsl dolore
Nel la sLor ia dsl ls l ingua i l tcrm'n€ e s lato progressi '
vamenrè sosriluito dd "g'ovenrir" che ha 9li sLsssr sts
onrf icat i . ra cui i lcompresso del le carat tor ist iche dl
;hi è oiovanee In selso colletlivo -i srovanl il quanrn
cateo;ria socrdle -Giovinez/a è una pa'oladarsaÓo-
'e an-iioudto e ideoros |c o. Pokhéin periodorasc'sÎa un
Inno d, or ig ine gor 'aroica che por lava q!el l r lo lo dr_yenne canto desli Arditi F poi inno uftic'ale del regrme'
La oroúinezza'cosiitJ va un g€ne al€ atloggiarnFnio,ers; ra v i ra (ol .o lato ddl cul lo dclrazione o da un
comportan6nro spregiudicatoi f u una parola crraveur, l i izata ddlras' ismo por i ì legrare l€ masse rrnn a
{tàl vita a una vera e propr,a idpolosia basàta sul mrÎo
del la nazionè Oiovane torsiata nel le asorezre dFrra
éìa"a" q,* 'u"" o i tp*tu;r sacrr l ic o per la palr ia
La Vita Angeto Anurogini (Montepulciano 1454-Fitenze 1494)' detto Poùziano clal suo
Uogoì o.girl", t*iirta. eúe iions PoLit'iamts, può essere considento ilì assoluto una delle
p"ionaite lÙftu.ai piri i.portantì e forse iì rnaggior poeta italiano del Quattrocento'*--Ù"À"Ào
o"àt" otr*oo aveva solo dreci anni, grlmse gìovanissimo a Fir:Y:l d:l" tu
-*".* n"liu c"r"hi" de€li intjmi di Lorerìzo iI Ma€niJico e divenne precettorc del figlio di que-
ÍiPÌerc'Neìl4Tg,venutoinurtoconlamoÉliediLoreMo,cìaliceolsiÌli,passòallacorteman-,^""" à"t C""ruC" Ctu nel 1480 però
' riconciliatosi coi Medici (famosa è la lettem con cui eÉlì
-of"* ii o".a*i ,U
"-"rìzo), ritomò a FÍeize ' 'love
ottenne la cattedÉ di eloquerìza lati nà e
areca oresso lo Studio horentino solo mramente, ila quel momento' si a'Ìlontal:lila lfenze]a^fiJ.r" o*rp-i"n" ai imeglante Con la moite di Lolenzo {:ìe' Medici' neì 1'!92' e la cnsi
. l ."n"s"guì,eoL,l*o.ivolsealìadcercadilulaSistemazionepiùsicum,intmprendendola,r*tìt
"i"i",t""i"" N"Ì 1493 Piero de' Medici lo mccomandò aÌ papa per la nomina a car'Il-
..1", *u n"t t+Se, po"o prima del crcllo 'lel
regime mediceo in conseguelìza della calata Ita-
l l termine der iva dal l agsel t ivo"giovin€", che ha orìgin€ dal la-t ino iuvenis, i l cui et imo è con-
Qual€ chs tosse Io ' ientamenlo pol i t i 'o 6 ideologr of;ouadramenro del,e masse siovani|| è staio uî prn_
blcna p' ior ra lo pe' rut le re lor îe pol i 'he
I n dagl l,ì iz
' J"i l o*c emó s,tt" oase oi nuove londenz€ peda-
aoqiche cne!alor izzavano I eoucaz'o1ee l -or 'entaren-i"àài i "
""""" q"""- ' l . " i in base d varo r lo 'dant i '
In seoui to al la mode'n, tzazionè e al óooh econor i_co chÀ hanno invest ' lo 16 societa dei pr incipalr paFcl
occidental i d parrúe dagl i ann, Cinquanta eÉ sle Úr
vasio d,bal t i ro so. 'o ogrco sLIa cos'ddot la "ctr l Ìura
à' .Jà" i i " ' , "**"
t ' l * i " 'e di valor i norr 'c e s i i ' d
; ,1a deiqrovani , senpre più prolagonis l id€ camn'n_m€nt i radical i in at to
Per reaz,one al la rorte rmpronta t radir ionale e auio.r i td ' ra che carat ter izzava Iedu'3u ionc l rno aglr anr lSettanta 6ie ass,slito a un oo'iodo d i L ont'ocÙItÙ'a e d
tqie imoeqno por'lico caratterizzaio dalla corlesla-zione d€i m;ndo degli adulti . per'epito como jns iusroe immobile. Suc c essrvamelte i è avuto il ' osrddetto z
n, t ià, .*" , . , ' ro- . a " t"nzio
e at tenziore alquoi i -d iano con la fnuncra a srandi proget i : d i t 'asrotmdTro-
$ie posta ' r annrrecent iuna {e 'a e oropna quest:one
aiov;ni le leqara al drsagio ch€ accorpagna r l passag-
; io dl le la adura: asl i occhr di a lcuni osservarorr | " ts:Lemi di va'orrdei o,ovanie i l loro
'apporto con la vrra
aDDaiono l ramrentar ie incoer€nl i :n un quadro domFnaiodal l ince(ezzanèiconrrort i del luturo dalorsrn-.Ànio ne, conl 'ont 'aet t" utop,è e dalnl iuto del lc ideo'
I della vita
rchi nella
]rsi che al
:; ù Carlo \tII, PoÌiziaro molì, appena quaranÎenne
L'attività filologica e la produzione poetica in latino e in greco $-::': ''"*llgl*9ro,ìuzione di poeta Polì-íano atnanca iÌ ìavoro fiìologico' che fa di lui uno dei piiì grandi frlologi
Percorso 2 Leclonismo e I idillio nella cultura umanlstlca 65
umàrlistr. lì frullo de] suo là\'oro si tr ova neirlllsce?/a'ed (l!189) ' ràc(r'ìlta (ll ceÌìto discussìo r dl
ìln* t,*gt,"rr" ittLu.no o quesiiorìi tcslrul e ìntelprel:1tiÍe di palli(]olare inuJortanza' Dgh nìel'
i", t*iin,u "uo "rau.dinarià
conos(renza clel nÌorLdo antìco c delle li[gue c]assiche pel urìo
,u""ìtg"l.,,.""".r" *tentifico, sosl'emrlo da un plotoncLo senso dclh stoda' deitestie (iclpfo
blcmi lingrùstì(]l.Ónìin
"tuaio ̂ t,pn.sìonato aìci (ìocunìenli
'lclla classicilà nascc irnche la l)roduzione poeii
ca u|lgluatc loUr,a e g."cù ln lalino s(rrisse ocLi elcgie cd epigrànnru' (ron tem non dissirrìLì da
queì]i tlella prodùziorLe di àltrl Ìmlalìistiì a quest' liriche laììno aggÌl.nÌtc le prolusiorú in \'c$r al
c'orsiunn ersita da lui tenutì, ràccoìtc sotto il tilolo disl/lrrd lÌrgreco s(rrisse cl_ca uÌìa sessn r_
tÙla dt EI)iaJt'tnúni, clÉclnnoslralÌo urÉ sIràor(lhari:l pa'lroÌxmza di (|rcìla lìngrE Si tratta rlÌ
una p(xLuzione erutllta rrlìe si lisolve spesso ùì prllo esercizio di lìnguà
La pfoduzrone in vOl$Afe' Nelta proauzione n volqare Poìiziarìo descc a londeÌe le
slrggestiorù .leÌlc cultlùa e clelle linglLa classi{re con il l)àtrìInonio clelh poesia loscr ú del Dìre e
iili"ni ,. AÌ*,rt" ro "r"
r,,il,ltà di pocta volqarc pfcn(le le mosse da tln ì tcnento Jilologico: sl r i-
cordì il ruolo de.isilo cla lui slolto lrella {ro!ìfllazione dcÌlà cosiddettà RdctuItQ t-rrullafiese
( 14?6'77), l'ànl ologi.t l:Li l)Lìcsie ios{rarc iIr\'Ìal'L dal \tagnifi@ a FÉrdedco d '{ragona NeSìj stÈ.si
ì""ii] -,i
r+." .".itr." questa raccoìta. PollzìaILo altcn'Le alh slesura dclÌe :;t'1rÈe p'r ltl lJio-
l'troi,tt irlf niti.,t, Gu.rt?1r /ro (1471-'j-?8) si tr-atta (hu poelnctto in ottave' inleso a cclebrare la
viti.ria rh Girìarvr ae,ltcdici, fratcllo (li In)rcnzo. jrÌ uniì gios|ra d'armi, c a {ianlarc l'àmore .1e1
giovàne per una bcllrì .LorÙu genolese, Simorìelta (làtlanco"-" '_fo'uoo.
nu. u*"rÌcio (liì inlelÌti encomìast'ici e des'rlitli\i svolSe ura tralna di iant rsie
Icmotissjmc{laogrealtà{]rona{1ÌSt l( ]aequoÌ idìaM(p0ichél lp()emettoèrìmastoincoÌnlr iu.|{), la Aiostrà c la víttoria non sono feppure tràttale)
,, smvrne c benss n.,u,i: !.ÌT::1 ililIl'l:yii:ff ii:ì:Ì,'i:,:i:lx::""1""*":ÎltÌas(oÌrc lutto il suo t€upo
'lcdrcandosrsprezz.ìn.ìo l anore Pef q!Ì6Ìo
'upido, sdcgnr t^ JL
'LLlc d r pu n rL lo L&t rrJÙgìi r N(slir i una ceF
i che scornprre nel forto iliLrùaseì!a:in suo hrogo LomprLe uru nrnlr btììtsma simonttta per
."t iìr'" 1,-* -t-'"]"u
e n'u'r 'luìce"a 'l'e
n'ttalia !ìetu d'lusa daÌ''ìlLortarnrsr ddla
gi'** tr*"" *r^ *"puscolo luìio assono n€i suoi l]ensti d'amore' toro a casl e cupnìo
."cr "LLa
*,Lre r'"ne'" L" notizia del suo rri'nto iL pLjmÙ ljhLÙ q 'hrudt 'or 'Ì 1ì"''l:l':"' '"
gnn ai r'"n"." "
Clp,u. o. giardino di deliz( rn Lu r r '8nr
tle rni pnru\ crJ ( - Tl È oo) Nelst'
condol ibtu\ :eneredecrd€chelul tonprcndaleanniptraùlore'cgl inandauùsognoperr i+c
;i;" ' ;;' ;"; t""--i Al risveglìo Ìùlio ùloca Parlade la gìorra e lanore perché ro ajÙtìno
; conqurtare l andta Dovela se$Ìirc ìa des'rizione dellà gostra ltnIa d'a luiio in onot di \rmo
neîta. maa questo punto ìl poeùctLo Èsla inlerotlo si' Per la nofe dì Simonella sia p€l lNd-
sione di GnlLlano nella cotlgiura dei Paz:i del ]478, ni prebabilncnte pel |inaidincnlo dd'
ii.|J-", " o""nu r, n"* celebrativa {lel tomeo eu in londo cstrarca alla s€Ùrbililà del poeta
h poeÌnc {r ò hrfto pen'aso dal vàghe*lrnr0'nr! dtslh lFÌlczzr e 'lcrd Aiovrl*i]-lil't"'
reinrrnnrondoideale,f l londeì lospazioedelrcl ì4)o5|úI l ! l 'Ql | tsst. Inol l l [Ue|,elo. . lo] lúîat{)dà]1n serÌso tli plecarietà, perché il bel sogno è insidialo dallo scoÌTere del ternpo' dalìa lbrhìna'
clalla nx)úe. Accanto alla celelrraaone edolùsti(ra delle pienezzeliule giovalìilc vi sono però in-
tenzio aìlegoriche, ispirate allà cuìlura ììeopliìtonica' chc alluclono a LLn percorso di.eler':rzioLte
c riinovanelrto i tcnore deÌl'cÌoe llal purìto di vista lctl emrio c sLilstico siamo di lionte a un
;eúètto esempio di guslo classicheggianle: continui sono i dìnandi ai mìti anli{ihi e ll discorso
I
| ^- tI 0O 1. Letà umanistlca
I
t-\sio dilghmel.pcr LLno
sLrnili da
tràtla clr
lFl Lhe c
i . . :s ir i '
)gj sicssi
lelìrare la
i fanlasiencoùlplll
a. Cupido
- pforetta-
minato da
ro però ]n-
il ihscors(l
. :ro intessuto .li relnilìiscelve e ciiazioni di parole' clausole' inlmagini tratte (lai classici.ìaÎi
,, - gr""i""." a"Ci "norj
ltalja ' il iutto fuso ilunà stmordinada levigatezza e musicalità dcì
-.:,-, Iti si rcatitra cusi pìenamente l'ideale polzian esco della d actd raneLus dellà mescolan
. . . r . ionócLj- lènFr",dl ìnr . 11 for" i ' l i \arsa
Arterlori d f4E0, cioè appefienenti 'a'l
periodo gÌovaniÌc' sono i À?str?tÎi ele Cu n2ortL d
...,rr. irì "ui.
ao^" l,_",ìZo it Magmîco, anche polizlano sì volfie alla poesia popolare, affàscinr
' :ìalla s]la levità aggraziata e lllusicaie. che tuttavià \'ìenc sottopostà a Ù a rajflìadssjma ela-
: :azione lettemxìa_ Vl.inu u ,lu""l l t"^i
" a qucsl e sohzioni stilìstj che è Ià FtLokt d i O rJeo Fúrold ha jl scn-
. del latino iròzla, cioè tcslo tealriìle: si tratta ìnÎatti di un iesto composto per una lestiì nu'
,:ie cclebrata pres"r,la cone alcl Gonzaga a Ma'rtova nel 1480 (ma non si sa sc iil realmcnle
:ìcsso ln s(rena). Limpi:ìnlo delì opera ò lÌatto delle sàcre ràppresenlaziolli che ir'll'epoca erano
r:rroÌa nolto cìiffuse.I'lÀ, con ardita ìnnovazione Polizlano sostillúsce $i àrgonÌenti sa( Ìi colì un
.:,Sr",";r; u."*,, .u"logico, ìa vicenda di Orfeo ed Eundice: la lkl'r'a rìene così a costihìi
,:.ìiorì." "u"
ar^.*"ic.o in litgua iraliara fìi axgonìen[o non religioso. fondendo I elemento
:ilstonìle con qrlello nitologico.'
Arr"h" qu".tn è,tnopem squisjlàmenlc lettcrarià che nasce dal lagheggìaÌnenlo dcì Ìn')
'tlll cta*.rci. i,r primo lur,g; \hgìlio c OricLjoìsi ripfoponc inoltre il raJfin'ìto intàrsio di citazroru
- r'cnúnisrrenze ia poeti prcce(lcn1i, classici e itaìirì che ò costitutivo del gusto classicìstico dl
:"lirl,*o. nito"," o",,n" qÙi il sogno iclìllico di uìa vita p va (li contrasli € di dolrni' 1ìror j tlal
i.,.oì, "
aru" *,rri" "
."rnotà (laila realtà quoti'liarÌa' iìsieme (rol vaghcgliiamento della.bellcz-
-". ct"la gi xt
"rza, ael'anore, e anclÌe qld, nel tr_agico desti ) di Etlrìdi(re pel drre \'olle sol-
:r"tt" ,:f tno." ,ti r-ti"o, si pfoìetta la malilcorúca consape\'olezze della pÌecadetà di {ìuei bcni'
: ìe l loÌ 'oesselcs0ttolnst( |on1muànìel Ì teaìoÌzeost j l 'Nemnenoìatorzadel lapoesià,ar lom.rrata neua tigura ,tcir,,itico cànlorc odeo, che col srÌo canto piega jì \,olere deglì clei iìlèrnall.
dcsce a vmcere la nìorte
AnBrlo I 'o l iz i i r r ìo . dal le Catt tani a bal lo
lB l - i
t ro la i . lànciul le. un bcl malt ino
Dan na n qLresta faf i ' l 'sa ba ata a 'e
ebral nne de a ! t ' r neu ra de a be el la e ie ar l0r€ pr0
ettat s! rno s+ondo d natLrra ! f .na!er e
; . r - . ; ; ; ; ' " "" . ! . o ' l
end' tas ab:scr 'Èm' ' rÈ err ìè aBAtsBX Ér a s l r ' fa * 'e '
a| l fÈca L! I
' ' a Da' . aae c. pon Èni . ( ! anl 'o) "
n""" Lr t m!r ' a r Dnsa
I nli lro\'ai, fanciuLle. un bel mrttìno
di nezzo maggior jn un verde giardino
Eran cl intorno vùletie e gigìi
fra I erba verde, e vaghil lìor' novclìir.
azzum, giallì, candidi e lermigLit:..
ond io porsi la mano a cÒrr dr q]lerLr
per adornar e mie biondi caPellì
e cinger di gnllanda el Yago crino"
^ di mez:o .ì!,31ìrot verso ra rneÉ dr
r no'elli: aprena ,r0..rril: r.rnìi8li: .oror ross. irocc
i rirlter .,. cnno: iraorotare.on ura! t ianda I l?g€iadn.apell lqúe de adan
| .l- t,
Percorso 2 Ledonismo e Iidillio nella cultura umanìstica O / l
:rd""':' î'"t:l:lil,illi!.li10 tioti ú.n1e: Iermar l?fÉf1rone mr
;". ":;;;;111 scoDpiarr dclla bo..ia: era rcrra
13. rordlern.ora ri ,ot rolo
l mi trovaÌ, iànciuìle, un bel matrino
Ma poi chi ebÌri picn dì fiori un lemboi
ridr le rose. e non Pur3 'L\n colorc:
io corsi Àl1or per enÌpier ùlro cl $enÌDo'p€rch'era sì soa\e il loro odore
.h. tut to mi seùtÌ destar 'c l core
dì cìolce voglì3 e .1un Piaccr dì\'ino
I mi trovai, fanciulle un bcl mauino
L' Dosi ment€10: clu€lle rose auora
mar non vÌ potre dir quant eron beÌle:
qurle \(,pfralJ d.llc b:-" " ' i.""'".. , .
LrUal L i ' ,nun Po PJss( ' ' ! Lturt no\err t
Amor ni disse alLor: - \h, cÓ'r+ dr ' luel le
ch€ più !€di liorir€ in sullo spino
l'n-Ìi lrcvai, fanciuile, un bel mattino
Od. n. ' , r ' qr ' ro toq' r ' . ' 'nd
ouando è Diù bella quendo è Prù gradrta'
,ìl.ra t buona I meLterla in gnììande'
prima che sLLa bÈllezza sia lulsrtal
sicche. fanclulle, mentrc è piir liorite
cogli:inr6la beLla ros.ì deì giardrno
t' |1]ì rrovai, larc[rlle un bel lllailino
Lii mezzo maggio in un verLle gLàrd'no
10
15
m
iÈt
25
30
a
nal is i del testo
-
f,
Il [rotivo dcl giarclino t]r sÎondo dclìa poesia è costirùto rla una ytura lTal'cn''nu)rcs€ntala {ion colod vivi, inn'Ììsr' nen'am'nte delinea ("azzlùli' gia]ri' càndidì e
'emÙ'eÍiii;ì;, #;;il;;., al. u.mas.r aar-a.ontura d€r ..mpo orúe ar gusto lie,"ativo' tr-
le s.enarro sr.ouee.r rn, r'e a'r un morrvo nrorro caro alla ' ulnr'? unranbrit Ò-rinasl imenLalt
;*#;, ;";;;; i"oeo di rìcrizìc, ro'ni 4 r'"PÌ?/s A sua rorra iL sari""i l.' :l Tl'mturifestazione paficoldte di una rcmanca più \'a'sta' quelta jdìIjca: essa^consi*:Ttli:
;ì:ilJ;;"'À.,,'* natum rresca' ú.ent€' come inìmasin. di perrena
ia, cho es{ìudc ogni afiaNlo e prcoccupazorre luna r isj' dre ' lella narffa 'tLe
spesso e Legata
il;;;*.ó " -"*'
itlinico è parricolannenLe 'rlo alla LulÎÙÌacotigray 1:l l**
J.,,ì**i ,**r'e i" ** si nanilestano ìe sue fondanìentali aspirazionir ur' id€"t: ol :ll'll"
"".""r. i.**" o*u t* detla t^lta prÙsaica e daj conflittì della stoúa' dedicato al:utjo
i'.ì"'i i",,1, ,*t*"."a 'rèi ria'Pri e d'll amore lì il s'o.i ' di rÙr'"/'k I .:l"c'"* :i:"1'
,"Jb,u," ","ruì"*_
in gla.t,, it gùsrd_re r uno.io.hè i btsllo.. il L.cmpo lihèro per raÌi .
" p"..tJ **
-I**" rdealmente in una sfcm seDaÈta daÌÌa reàlta comlme'
Il poemaepico-cavalleresco
l. I cantari cavallereschi
Un genere destinato a un pubblico popolare
-Se i valori polr|ico-reìigr..,si dell eplca rlelle origjnj, espressi ad ese*n.
":}"^Î.33'-,
F1,"";::sh:l':,n'l,"illi:i':;ìîii:"1':,'.:,:';',';i#li:;"fl ;I re:so gl l xn 'b lPnl ; p"por ' ìn ̂ :n
( \ l l ' a ' l '1\èrsora l ' l razloT' d" i an sn 'a\al ìpr-s fÙ snrìo
;:lir.*ixl*liJul';u:tl""rrul;::til6n:i'ltliilf"i"&! ;i::ì.i":ì; ;;;;"ii *"*r:':"'lilt il'5f liìi:iJlXlJ"Î:1il.;ì,fl :'i,il";:'n.,dèirmarrd 'o ' ldr ' fcr ' lènhr" ' "durrpr 'DÙu' ' ìLIu ' 'uv-: ì : " : ""r , . . ratsu' lnD"rrai ;
" : . ; . , ; ; t : ' l i ru ' r^ras" ln" ' r re ' r i "c lat ldr ' | r r r l rna'èr"rà" 'oLndrar" : ia
r"ala q ' r i r ' l
ou,un*.n**n*.,.:'*'.,.t",lnllii^*9,J;ì."":à:iflil,ilxì:::::ÌilHtixJ]lli:::ne tr..,per"on,*o cr"r.c,"":".:tl{l ll ?:]:.:',ffii",;".iLll*'";,"u,,",,eratÌrarranco vene,
ii"Jl'L:ffi jî, JiIff Îh::T#ìi:;il;; iì i*'';i" "'"*'r "''*o de]ì amore' lEroto
*iilt;{yiiii:l::rffi '.t';m:*:*:lx"'""*"*q{i$:#:1"frfril:irtiít*,l-'ilHrull'::*:ruxìilr'ff '"":T'#"ilTffi':il:::
: Éltùa
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EErcorso 5 genere
_ú_Él
lg
d
úf,
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È
i84 i1, feta umanFÙca
,.Ch,o16onI comùrale,de fortùúÈschi. Sonorofa di ottoingia o bre-ragÌn, e so-rfantastico.gusto per laI ùna fusio-rllza) e I'at-
rcîe, ignotola familiari_
tivi elemen-torplesa, sù
Ìperboli stÈordinarie, intese a sbalordle e meravigliare, specìe negli scontri e nei duellì Anche
ìa metrica e lo stjle sono rozzi e tregolan
Le opere principalie la loro influenza sui poeti successivi
.,- Di questa produzione si possono citaxe lÀ Spoglla in rinn' che comprcnde txtt' ìil
materla inerente Ia spedizione di Carlo Ma€no in Spagra' con la moÌ1e di Odando a Roncisvallel
l?t *.t to ,lu Mortittrn*, dove il farnoso eroe, irìgiÙstamente perseguitato da'l re' e ddotto àl-
nfame,assumeìesembiaÌìzedelladrcnedisÍada;l'OÎÌo??do'chePulciprenderàcomebaseDer i\Morqaùte."]'l"Juiti tn .rtu.ia dei cantai sarà tenuta presente dai successivi poeti colti' Pt ci' Bo-
iardo e Ariosto, che riprendemnno quelle vicende dardo ad esse una veste letten'da ed indiliz-
zandole ad un pubbìico del tutto alive$o, cortigiano e comùnqne di condizion€ elevata .Non
so
fo, ^" "p""""
iai p""ti, oltre a fax prcpli pemona€gi, vicende' epjsodi hted' si compiacciono
*"n" ai .ip.od.m" "".te
movenze nanatjve, iI dialogo con g]r ascoltatod' il rI"."Î:Y." f"llti
fantasiose corne il "libro di Turpino', il gusto dele iperboli nelÌe battaglie e nei duelli Si instau
ra così Ùn gioco di ammicchi tra il poeta e iÌ suo pÙbblico, poiché si diveltono entrambi' ad un li
""flo oiU .Jn.U**,
" forendere tratti tipici rli una narrativa diffusissima e popolaxissima; come
." "é
o*" 0". i"t""aeNi, uno scdttore di alto livello strizzasse l'occhio ai suoi lettori colti ci
tan;personaggi e situazioni dei fumetti awenturosi o dei s€r"i/tls televisivi'
) La degradazione dei modelli:
-' il Morqante di Pulci
- Rispetto alìe opere di Boia.rdo e Àriosto, più vicìno alìo spirito dei cantari è jl Mor- aoco efio
da,?rle di LuiÍi Pulci (, AI) che riprende gJi intenti giocosi e bÙlesclù tipici della tradjzione
:;;*nJ;;;;,'"-asia r'rva an"he all'interno della signoria medrcea (si pensi ai canti
cr*i."iae."i i, ) pe."o$o 2, p. 62) OltÌe a faxe il ve$o alla mateia dei canterini' Pulci si n-
"t i*o utte
""pe.l"nr" aela poesia comico parcdlca,
'la Cecco Argioliei a'l Bulchiello' con il
.uo Eu"to p". to .n".Ufo, per la ateformaione caricatuale e grottesca' peÎ le rcaltà più mate_
"*.eì"t"* fa"*" o.oiivo rtel crbo e deLta ghiottoneria) II racconto delìe awentÙre cav'l
lercsche aliventa così to spazÌo apeno non solo al divefiimento' ma anche all'ìrdverelìza e lìlìa
Jissacrazione, quando it riso si trasfoúu in inisione l contenuti dell epica vengono swotatj dal
l'jntemo, ofùendo l'occasione per tm'awentula della palola - anch'essa eccentrica e coryosa
"h" "on,"rtt" di
"ogti"." le debolezze e i pregudizi
'leìla mentalità dominante
L? Vifa Nato a lirerve nel 1432, Pulci ebbe tm'e'lucazione Ìetterada che comprcndeva
la conoscenza del latino, nuì no ai livelli nlfuìatissimi degli Lunanisti La sua fanigìia era anlica
" ."fif" t* *O*"n", Oertanto Luilir conobbe in gioventu momenti difficjl lntomo al 1461 co
GilPercorso 3 ìl Poema epo***'***"
I
"
1
nìnciò a frequenlaÌe il palazzo deì tr{edi(j e si tegò (li intinìlì ardcizia con LorcnTo de lledici' r1
flLtrro 'sl+ìore" 'Arnalo e *u*o'l u"t iì su' 'i'no":
t'izz'rro e gioL.rso' pFr il sllo gusio della
delbÌmazion€ bulesca inlluerzo 1'tr rrn ' '"rt' p"fLortorl i'ILtu d'lla lrr+rtaÍrc(Lce:ì':nc e n-
dlzioL,r N.n(:|a tllr Baîbnr,ro u"i lingr*u.o, o .ur Pulcr rcllic! corr urtultenore parodja della
lrcr i ' ra let lelàlr l Iapasto'ot""outott ' "u ' t"8"to ' ]L1t)^\) tn\ ' r t ' \ f r \1- |sol l ' î i 7] Ll c l inìa del la cer cnLl
pratonrene rncdicea comrr,.iu n uror"r" p". ilnuìnza tìre assunsero i lilosoli "plalonici rlelì'Acc.ìdemia
(Ficino. Pico dellà NliranOt'f'' r'""'i,r.t'l-" "iit"t"rrò ,xl alteggianeìtolenraso di pÌofondà pìc-
La D.lemica tiì rell€lìosa. fult'i, "r'n
te stte posi'i':'ni estrose e le sue cìlrìosità etelodosse ìn mat'ede religl()sa
con Ficino c filocofi(.:ì. c urlò con questr personaggì edebbe rmiì ciurà polenica c()nI.icjlro strìl'ìlnmo àn
t:r {lell'anjrnàr 'r
consegu"n'o' t'"i" iifrngnjii"" ro hs{iò sempre più aì margini Nel l'17tj sipo
se al serùzìo ':lel càprlàno or I er rurra Roberto Sarìselenno e lasciò Fienze l'lenlle lo acconlpa-
gnava a \icnezia morì di letrln a Pactova' ne1 1+81; e poiché eft accusiìto 'li
rnagia' eÍlpietà cd
eresia, Jìl sepollo in tcna s(ronsà'mtà'
Laeeca LeopereminOri eilMOrldlfé Oltre alla gil i't:arÀt\ra IJe'a da DicoìÌ'of'o cheri
""'il:d*i *'*-'-,"*i-1",1.;lll:;"i1"Jii,:Ìl;,::1":ru;j::';,1,il111i"'llji#'ilT:ì;lilìi"5. lrr . I l r l ' r s ' r iss" lJ r i 'ust l ' l (
Lolenzo n lÌn lorneo
,, t"*r ," ' ""-Or" i" t*mpi lrc i l )ale ' ì iPLCiòj l r l ' fofgo' , teun:ìmpìopoemainottavedialgomento(ralr ì ]elesco'Essot laei ] l i to l0dalnoedc]giganteomonìlno.checonle,suesfta\.aga] l l Ì Ìn lplescÍstuotcva anìpì{r làvol e lÌer purrbùt Prrlci si ploponera i zialnenle di dare ìnú f?)Ima lettere
ria pj,ì ciesna acr rm càn*'" u"uor"'"'"n' t''lrli'", :'*':""u: ll:']:-l,flide dei paladhì dÌ
Carìo l'lagno (qur olrìÈ v""t' uu "
nl""o tllnt'"t'ittito) i suoi unori bìzzàIri c nìute\'o[ oltre a irì
sedre cl)iso{li c pclsonàglr ^"'tì'
tìì" ""Ir"
* t*-orìipiil slraodúur_ie 'ìel
poeÌrÉ conìe il fur-
lànte llalgultc e il diàv)lo sapiente '{s|arollc'llna prìIna re'laziorìe puottì"ninì'nlur'if^""i" t"r l'178' )n-ci,ò penenut'ai rìcl 1'18;l uscr
G|LuLtimicanti LÙìil lll]ol'a c.]','o,'" "n'1,un.",
.h",i..e\,el,tc il ti|.lo (li ùIo7vd,/. /,?aglr)f...Ncgli ultinìi cnlque
canti alfliuntj Pul(i sr co*'"nt'n "ult "pit"Ain
a"Ua rotta di Ìoncisvaìle n della moile dì Orlanclo'
(rer(ando di clale al Ìa(rcott- tnu n'éo'" otg"tìicjlà e soìennilà epico relEiosa ' si dìlebbe per
ur*ruuto,ttà rli garcggiare con il nuovo (rlirìa della FirelÌze plàtonÌca
' Le carattgristlche del poema' l-lopera ma. ma.o .he veriva col.posta' cra rel.o
alla coúe Ìne(ìicea e consen'a rn sil caralteri cli Ltnà poesìa 'lestinàtà
piir àcl essere ascoltaia che
ur na*azone lelta. La na"^"o"" nun 't
u" itiigtloìtgn"i"o "
ututtio' gtl epjsodi scatlÌnscono l'Llno dall'al'
"''j;ìjx13;3 o"",,,.,"*,i','i:T*H'*i;:T:.l;il'i,:'iil:,J.lTiil:iJJ,ìijj',iT:,iiiiil!-I tO a nbalz l \cnzJ lÈg:Lù E\ loe
gioelcr olenze cier caÙ"tt" tU oJ"' "
Otot*'rlrclJ tn'rrènapl"bcJ dl rLobili ascoltatorì con
cliveftih e alnlÌ(calìte (,.,mp,r.it.' l qu"su "rt."€iéil|Lènll
l riiÌÈ LJ f.0 nILicntà (]on cui \'clìgollo
tral.rari i patadùi. che sp"..o i.r,tonu tut,lro "n
r, a,tlqrúta 'i"gr:'Lcn'tosL J lilcìli butfbneschr e
|Ù{anteschì 'eùsi l ico* '* , ."0"". .u 'ug..stol l r i f3Î |PAqidl tsSL-ènts'rca]ìs l ìche.gl i ìnter-vcnl,i algul i della roce natratttc '
t flt"tm 'tnt '
a L tovelle e pro\ crbl t Pr ql lcsl'o aspetto ìl l'1o r
qlltlc sì collega:ìd Llna tradjzrcne schiettanÌente tos(rara c fiorelÌtlna' (li poesia borghesemente
popolare e dia]eltale' ['1a*'" tìf" ot*" ]J In'lPlra cJ\JilÈreslJ rlelÉlulllìIi àldilàdiquesta
rawentuG cìivefiìla li nillar;tl, uitre I f'Jt' lo tprzLo piLt alrcfio lrer ]u slrrlelidr\i d'Ll'ìr ragìnezjone peÌ
*'"Jli;-iti"# ;ì,;;;;;;;ìì;t,ì "'*,i piJr,i,,n ,i l po"n"
'rirerÌta anora Lma mìrtcvore avl'entua di roni
{lire$iora builbneschr e rurttrt""cni' oto s"ri "d
eloj(ri' ora patelici e teneri' ora fiàbesclÙ'
{
I
xn 1. Letà umanistica
e lledici, ilgusto della'arncèin-rodia delÌaella cerdùa
ofon(hpie.ia reL8iosalimÌìorta.Lill?ti si po-
empietà ed
osi c burlerel 1.169 d.r
nlj mpreseîla lcttera-pahdini di
i . o l l realncùme il lur
?l l 1ll3 uscìumi {rinqucdr orl.ìndo.direbbe per
La. era lella;collata che'uro dall'al
e rl Linguàg'
iui fergonoúToneschi e€. gli inler'erlo ll Mor"-
hesementelà di qucsta
Ézione, per
nrre di tonia flabeschi.
- i iira è per lllci "uno zibaldone lraccolta confusa di oggettil mescolàto di doìce e d arnaxo
- ,. rrpo.iu*ii,, it auo poemane rispecchia fecLelmenle I'inÙugjne Occolre però precisale
: . : uesti umori bizzarrj e sbúgliati non sono ìdizio di una nìentc supedicìale: il n so dr Puìci ha
- i:nrlo serio e pensoso. ahe enìerge a l.raltj nel poenìa (ne è un esenìpio l'episodio dcl diavo
.-!erottc, ) T2, p.95).
La lingUa e lO Stil0, Ata legge aera mutevolezza c della vaúeià si adeguano àrÌche ìa
:::jiì e b st]le. una so a dì calderone in cùi dbollono gli ingredienti pjir vari, Ìnescolati con lil
- . . :oulnorerrnprevei l ib i ìeconcuisiarnffanoìet lameàv\en|LLroseelcvarietonaì j tàdeg]r: l ldì ' È cioè rrna lingrra che ùene lorzal e :ì1 di ÌL deì codici consueti del ìin$Ìaggio lettcra ri' l
:rìe si (îlloca (luinaLìaglj artipodj úspetlo al caÌronc cìassicistirxr della rcgoìarità de({rrosa dPl
. uato uúljnguisnÌo. quelc era stato fissato dalla tradizjone pclrarchesca ed era stato preso
r. foliziano. ll fonrìo ò iì iiscano pallato, dialettale, ricco di temiìi saporosi e di nlodì (ti dire
' . l . issìmjej ic is j l i imàsudìessiPu](] i in lestaunalanegalàr icerf ]el ingì l ist ica,chcait , inge. -rnlieri ai gerghi nalamdrini e furbeschi (di cui lo rrrittore compìlò anche un vo(r:ìbolario)' e
:- : -rpera ten-rúÀ lat irú, o le[tcrari, o scientìiiro fl losolicì Su [LLtto domina il gusio dclla defor-
rzione: la parola è assaporata ploprio in qÙànto strana, disusata, abnormc'| I'lolcrtelùente
:lressiva. òuesto gusto (lellà mescolanza linguisli(4, dclìa defornì:ìzione e dellà fbrzai'ura
..lrressiva clelìa paroìa, in conconìilafza colì la riccrca dellcccesso della derisione l)effardî c
:lr{rsiva, alel prolocalorio roresciartento di ciò {rhe ò serio clel'ato e degno' àttraverso Irrìsl
. .nza sudi àspetti piii materi.ìli e plebeì della rerìltà, perdlLrclà nel secolo suc(]essivo ' e trole
::, rrL ltaìii run grandc irtterprete, FoÌeÌrgo, artcfice dcl laliÌìo nìa(cheronico () Sez 2' FcÌcor
.:' l. A4 p. 220), e fuoi d'lta.lja si cspdmerà nello st'raordjÌìario cal)lavoro di Rabelaìs ( l Scz :'
a rrcorso .l, 46, p. 23?), Garllo ntua e Pa11 î a{lru e l
l-qrcìP]\!c} . qa!M.?lg3lteL\)tl!' \12 1 i,1?9-1!2
' ù !u n ùn ctu.icchn' rd un arc.e. : . reggoite è iprepos, ofe murpa'
: : l l fprÉane penutrno verso de
: lrr i\fricchn': dr lrav,.|so _f
lll Lautoritratto di Margutte
! , V. odo oodoo: --"- " - - : -
-d " o l - o
f r l " , "1,
. "oV. o o.
' "" """ . " o " o t '
rà l r l t t !oso d stracrd nar e avientLrre.
112 Giunro MorgaÌlte un dì in su n un crocicchiot,
uscjlo d'una valle in un lllan bosco.r'lde \enir di lungj. per isPlcchÌo'u. ùom che in voìto parea tutio loscoJ
Dètle deì capo del bàttaglio un piccho+
in terra, e disse: {Costu
4 D.rtr dcl crl'o ... pitthio: dredecon I estenfà, la púnla del bataccnn 1el
la crmpana 1con.u (4o€ante ora armatol
Percorso 3 ll poema epico cavalleresco
e posesr a sedere in su n ùn sasso'
G;to che queslo capiròe d Passo "
. . , \ . " r . .113 l \ torgJnrL Èur l r rc !Ù' 1 'Nrr" " i - -
or t i FrLr \ r ' l r r dal cr |o r lLc l r rn l t "
n\e p 'J 'o rrr . ' 'd br ' r l l
'D 'nn' I rL non'(-d 'J \ " rdJnrc '
.J" 'u ' I ' n'ro î ' ìr ' ' \ l"r!ulc"
.d b ' ' \osl- ' jn(o "JI \ r ! 'err 1
n. I n l . ' n ' i . l r ' ' r ' r ' " ' -n ' ' '
g iJr ì ro :
ì,edi chc scLte braccìaro sono applLnLo -
114
5
116
Dìs{ Nlorrrn( - T! ir rL hen \lnuto .
. . .o.n ' . . . , r " t t p. , r" un lD'Lhet lo rLlJro '
che da clue giorni in qr'ra non ho belLrcr
e se con meco salei accompegnaro'"
io d lîrò a camrn queL che è dovLrto -
Dimùi più oltrc: jo non tho domandaro
\€ \e l l r5trJnÙ rr sÉ st sJlJCrno,,
Ò sL rlr , rcdr ln Lr rsr. , ' in .\poLLrno
R,,p. .<-r lo. \ la 'uL're - \d rrel J l '
ro nùn ù(du pLU r l ncro 'b r l ' . j :zuno'
' . - n "
r fP n( u ' ( - \Ù'91' ' o 'o
. . reelo r i . un; ' o lLr rn 'o nt I hu! fLr '
^,1- ' - ; ; , ; , oJJrd , rn . t ' "
'
e nLolLo prLr nell aspro tht il m'rn$rrro '
mJ + Pr: Lurto n ' l huoLr \ rnn ho rrLtL
, . r !ùìr1.he sLà 'Àl \o chi 8Ìr ' r td(
E rrrr l ' r Lr t l la roru r n ' l Rì r t l l t r ' .
ì r rno c h norht c I a l t r L ' ( r l 'uù LLlrLru ' ro i
r -
ú.4r-
5 hnb . Passo: irn'ne 'cslrir
g Lrme
ó súalr: 8!ar0! anenFr enÚ
R Nrr, ; ! rc E îrrno Ídr0ar n
":'i ;:il :;lf l;l .i", "''ffi :
oaSPr e úJipd q rpd<e enlrrr
, , i . . . . . , l ,co, . . , '
:;Jl' :';.:lÎi ::;;ll'Í, l;rdroddd Pide nouÈo rd 'nì !
!l"**" . ,'*. -..' ' '-.,i f . i",lili"i.1[l"d i;]ìli J;1:,iTiÍi::::;:,f ra €/ÚrÚ tr r i r '16i 'nr
17 r [ÀLo, d] td i E 'e d0 rn 0Ù pu
",i: il:'i:;i: ;"1:' ; :::[]i1r".,, . "..",,,""*'.,",.",""''1'"'Tl1fi-1ii ,., ' ,"*,u ,,u, '' '"r r Anol l i ro. iP o Lr odrg de r 'Ú
+r, à ' m. r* urn ore toPo re o"
. : i , .- p,",n-r 'o " ' i f 'g'" l to- '
i possonesscr tre. due ecl un.s"ìo '
. .hr Lr r dr l 1.gar ' ' aìLrun quctto
f p, Í .h r , ' \ orr ' r btr luf ULL Èhr&Lruo!ì
'#s:iJii ll ilix"'J,ìi: Txl - ,2 LrÌP1re duràsue'Èi Í r Ìd
li ì:'':ìill"*, ' ' ". ' .. ':L.d.o da o re 5r on fÈoÈre pu d
1s o uosli; oPP!f-' o se PÉerst
l l ' , i l lî l ' i l od! È Èord,p2l arDn, nrneúro: nofeF tur
fe , ; rÙ\ar 'úF d.r l î f e Lr €rr- '
à'1,:: # 1;f '.Til'; Hfi:::,Ji:
k jjl,'}:"ii;::'r',"r, ;" l:l''ti:, ìii'.:i;i'ìii []illÍ ';,inr-èdre j rudL rJ su ui FnÈ'ro
rFp drat eo$a r ader: stru!È
r, i iaL, - r .
a. 'P 'ec P Pi i r r
iili{iiiiJ;'s;l**::tgr;;"jil#;iììii:;
;::tilÍ ;::,i,"',í
BB 1. Letà umanistica
t17 ecl Apoìlin clebbe essere il larnetico,e Trlvigînte lirrse la rregendaLa lede è latta comc Ia il sollericd"per discreziofr mi credo chc iu ìnlendaOr ù potresti dir chio fussi erctico:.ìcciÒ che i ,?n parola non ci spendars,J drar . \ l " n, "
. . \ rJ l lc .u r r , i l bnoe ch io non son rerren da porvi lignajrr
fia Questa f€d€ è come luom sc ìanccr|Vuoi tu veder che fede sia la nìra?cne naro son ouna monacà grecae d un papasso' in Bursiarr. là ]n TurchieE neL principio sonar la ribecaJJnli dìlertai. p€rch a\,€a faniasia
se Macometto rl mosto vlcu e biasimartcredo che sia il sogno o la fantasimai
cantar di Troia e d Eftore e d Achillei'non una Yolta gi:i, ma Ìnille e miììc.
25 s. vlacomctro... biasima: la r0gone musu fraia orNbsce Lrsode e lreraice a.o . l re e qu nd, oer MarSurte,Maometto non e a tro cl'rc úî s0gn0 0 Lrn'antasma anaoSareileapo no e consdefato Lrn pazo frrneti@,ved 1l7,v1le rivgante rappresenla un c0n!e8n0 0demon (a fetenda, ledr r r 7, ! 2l2ó. on.. . , sol ld ico: i .0èc'èdr 'ha
-' rh n0,lcontin ) Ma sr p!0 anche pensare rhe a lede fa.c€ rde€ come s. eti
2/. discr.:ion: crrÉcit dr crmprerdete,dEcemtnentÒ Ma€ute amm rca aMorganre, come per d rg i {penso che tu,persona 4..0rú e 0s..era, m caprs.a,23. acciò ... spcndai afin.né !r.onstenda nùtilnente detle panle lpet eerca
29 l. bia...Iraligra: l,|,] €zanonceSenef, (Ùrai8Îe ror è meno msrc
30 dr pohi rigna: s! ,u prartare u,,8ra oefalre Doft lrufti de a fede e de ebuoneope€ La me$lora rje avBna ètrarta da \h4geio nú crstoè0ara80nat0a
3r .orù..., l arrc.a, (ongenta'lcont n ), corn€ lrrc /a na€ve € la porta .on sé
32. Pàpasso: sacerdote ofenta e a re
33 Bùrtia: 3russa (n r.o Bu6:), cnÌl
34. rib.ca: ant a0 stlumento a tr-a cofde,
3s d'Ellon è d ^rhillc
proraSon srde llad-o :ì mode o dÈ poern ep c36. r'indrbb.: nor .r1 pi?cqle pii
119 Poi che m'increbb€r" il sonar ìa chrhrra,io cominciar a poriar l'arco e l lurcassor;U. dì ch io Íe neìla moschca poi sciafrai6.e ch'io vrÌcciî rl mro \€cchio pAp,ìssomi posl alìato questa scimìtarae comìncìai p€'l Ìnondo andare a spasso;e per compagni ne menai con mecorutri i peccari o di turco o di gr€coJeì
î20 anzi quanti ne son giir nello jnferno:
io n ho s€ttanta € sette de' mortah+!,che non mi lascian mai la state o ì r'erncr";p€nsa quanti io n'ho poi de'v€nlalilNon credo, se durassi il mondo etternoar,si potessilJ commetter tanti mali<1u ' r . . ho ortn-* r ro .olo
" ia mra r t . , :ed ho per alfabero ogni partrta*t.
121 Non ti dncresca lascoharmi un poco:tu udirai per ordine la tramar'.
39. o di lÙro o di {re.o: ered tal ooèoa padrc e da amadre secondoundtluso 1u080 corunq rurctuefanonot pef a0f0v0enra Grcc ter la 0r0r6ud0en
40. de .$Írli: d/rE..armon l
4r. la srar.... reno: d'esrare odlryerro lc 0e nor i0 rs.ram na,
43 s' pot.ss': .ne sr poÍebbeio44 ho,.. pafnlr conosco ogr pafte(Íraicese paie) da I a a zeta, (cont nil d
4s h hna: feten.O deile rraiefrÍe
Percorso 3 eprco cavallerescoaoUJ
4ó Nlútre .hú qÙando rt47 chidm.: rrì|lJa ltefm ne tecn c0 ,e
or , l ,u, , . 'J . ' , ruo ,o 'nP' ' t " " 'n"4e r' p.l gir: ancte !.r aorljelr
so. Dcl pr ino: . rn-"Pr n.( ' ra úrr
s1 o lilmna spùnlon€: o!€rse
.ombnazor ne Eocooe oaos2 c ra ... $úccia: "e cos va oeriesamo de a stese Í7b lcont n ls3 [ to6e.. lodor: rRdoncanza o
ìeff n seGa o.omuiqle v0enofetue.sc€ss! Foaedìe a lruÍa ldc :iro) a
d sp:erzo ! stc come un úbbeo oadol o
ror s0 fìbns afe tertu6ia e 'onnessosor lefba mente.ci bertal0 nci rcs'o
nc "g!rcireso.oisnon
r' lJrbes.hìr '
5s. di\dezn'n.: "cs.:'n nentc' lage
5ó.. qù.trtc.anc: quartesoio re rr
.rf-. rre foll d un mmalrtro orc c
s7 nùidò: mdrrrd. Frero53 noù li... Pdtola: Itn .mmetierer
5e pìllolro: fe6o ri.onirrieitu 6u ar
ó0. rom iù , brtc.io: cone rnLrofo
r^; lYU 1. Leta lmanistica
Mentre chbl" ho dan3r' sìo sorlo a grtÙco'
rÌspondo com€ amjco a chiunque chiam'ìr i
e siuoco d'oj{ni temPo c Ln ogm Loco'
ranto chc aL irLtt.'t" e l'r roba e la fama
io m'ho giucato. e pcl gi:1r" 'lelìa
brrba:
;rr r ! ' ' Jr . r i r ' l l r rn r i ' r5r
122 Non clonrandaf quel chio so lar d LLn dado'
' 'Joe' lLucrrc lo sountonerr, c va'Per Parcntado'ché t,'rrti siàn dun pelo e cì una buc'ia'2
E Lorse al camuffat nc incaco o lra'1o
o non so lîI h bcrta o La Lrertuccra
o in furba o rn calca o ìn bestri'a mì lodo?;
l ' . .o ' .1 | I ' o ' "n:r ' : f -J
123 La goLa ne vieÌr por dricLo a questa arte'
O,r . 'oc.er ' rv"nl ' r 'z ' r '
saPer lutti i segretr' à cìuanle cArt€r1
J( l l " ; , 'n d. l l ' ' r rna P del ' ì l ' ì
dr rutre le vivande a Pane a Paneclov€ si irlovi norvidori il bocconei
c non ri falLÌrei di ciò Pardarscome lencr si deÌrba unta la gola
124 s'io ú dicessi ù che modo io pillortor"'
o lu vcdessi com'io fo col bra(cioL""
lu mì cliresLi cefio chìo sia ghiotto:
o quant€ pàrle6' arer !uoìc un mrgLlaccro"'
che non l-uole"r esscre arso ma ben cotto
non rnolto r:aLclo e non anco dì ghiacc'o'
ànzi in cìo€l m€zzo, cd unrc ma non gresso
(parri ch'i l sapPi?6ì) e non rropfo alto o basso
r28 I l Or ìasciàn questo e cl udir non iincr€sca
un aLrra lllia virliI cardinaLesca6i
Cicr chio ri dico non !a insino 'ìLIT llebÓ:
l)ensa quand io sarà conclotto al llter'il
Sappi ch io arois, e non dico da bctfeó'
129
., :
ór.prnc:.!r-.ine senso a att04zcn ró2 migliac.io: s:rf&rruadoó3 rtrol.: re sensoo oere64. parri ... ssppii:.redr thÉ r0n ro
ós ri.rù cardinaldca: nza0u Ùiìapalda de c quatt fo!nir caidna l Íud za, 8 !:t z a, lortelra lcmperanzal66 ciò .., all eftd oúerro.riÉ r, drto
nan alra srna arl efe n tt elenca aliebeÌl.d d"!11e rnre qlrrfaó7 sarà . . , f t re: saúSrni . r r ra i rne(rue ,llb4iamie Posú ii londo aLl
' ie
ó3 io anl ne serso dr \annreSg3re'
icoit r ) .oirro natufa secor00 ui3
lo
: .rparnùcci... !ùctle: mrdarne a/
- rtv: anche pù anche pet L.se peq
-2 dorî... coda: se nor va,r !n nodq:-:.J rn rr r/Í0 (e sott nteso un dopp 0
-3 tnÍrùnlo. sla.ciata inpudente.'! gLt rdù: ha nqùatdo pel-s sli rrani | 8, esÍrner-J nhtr ..taúto: nehotrattavantag
-1 .hì: quntin, se qualu.a-3,ttro....e're: qùeuoche tac.1a, a pa
'9 5io... paslúra: ne sene,meúlor-:: d averc úunato de edonne!0 alla rotùa: a crsa.cio.3r di poche ... flllirei: credo.re rnr:)e4tee| d @co net calcala2 r io ,.. mùnister: se rnr tmyo r ,,
i1 rci: $er d re che e rrae tuor da mo:l-or0 tutte senza eccezione| (ageno)
!j grlànrr; grlant, innano€|p;5 non vi... tanter xnons sotraSgono_!rîen0 e fanlesche e le converse,
:.tn), ossa e suore a clre cl're vvono
i7 ìagola-..drdò: dprendedegrarlan.r:3 lna ce ebre espress one d un sonet: ae 'Angi0ler i ( ( I re cose soamente
- è.no nemdq/le qua posso non ben:Èi 0mre,/coeladonna, a taverna e r
:ì a..nì... barlclro: ,ffnché s/ s/ù.ti
col cammello e coll asino e col bueìe miìle capannucci e mille gueff€Ì,'ho meútato già per quesro o pitreir;dove il capo non va, merro la coda;le quel che più mi piace è ch'ognun l'oda.
130 Merrimì in baÌlo, meuimi in conuú,. l ro to , do.er . o prec, < .o l ie m:rr .!J -on ofo\uìtJ^.o. nprorro . "rdi .o
non gxardoz pii:r i parenri che gli srranirr:della 1'ergogna, io Iho pfeso partito'b,e tono. chiiT mi caccia. come ì caniie dico ciò ch'io fo per ognun serrc73,e poi v aggiungo mille novelleue.
131 S ìo ho tenute dell oche in pasruraTq,non domandar ch'ìo non re lo dìreì:s'io ti dicessì mille a1la venturaso.di poche credo chio ti fallireisr;s'io uso a munisreÉ: per isciagura,s'elldr son cinque, io ne rraggo fuor seis+:ch'io le to in modo djventar galamdj. hp nor ' .an pa.e ' ' gral ne t"rrC'
132 Or queste son tre virtìj cardinale,la gola e ' l culo e ìdados?,chiofhoderto;odi la quarta. ch è ìa principale.r . ' ro.he bFn .r , joc. io l i i l hrr l<uo5^non vi bisogna uncin né porle scaìeclove con mano aggiungo3e. ri promettoeo;e mitere da papi ho già portate,col segno in resra, e driero le granateer.
133 E trapani e palettilr e lime sordel,re succhi!'{ d ogni fatta e grimaìdellie scale o \ruoi dl legno o vuoi dì corde.e levanelri e calceui di fehrèllíe6che lanno, quand'ìo vo, chognuno assordeeT,
ben l}!ne i] bztÈÍa, pú vuatarc del tutîÒ tl
3e mn... lggiùngù: /]0, oúúroro ,éunùnt ne scale dave ariva cun la nenoosia rúba tutre te votte che puÒeo 1i prometto: t garrnÍs.ú, le /o ,ss/.
91. mirere ... Sranale: taondannatome$o al a 8o8na av€va n t6ta una .n rÉ 1 effin€rE:copncap @Íir dalpapa eda epùarte Serardr e ecc es a9iclre) e dúe scope€rdnate)incroc are d efo aschena
e3 .of.L: .Jte linana I retatÒ senza la.
94 strc.hi: s!..hiel/i lattorz per Oral
9ó. cil&tri di f.ltrelli: .?2ature drtel
e7 lanno.._ ass.rde; frnrosÌ qrandon únmrn, cne nessuna n] pas senljrclletera nente cne 08n0r0 s,à reso.one
Percorso 3 Il poema epico-cavalleresco
iavoro di ùrìa mîn puìiLi'3 c treih;
€ lioco che pcr sé Lume non rende r".
Ìna con lo sputo e mia poqt lLoo qaccendt '
134 S lu mr \ed€ssì in une chì{:s'ì solo.
io son piir \'àgo di spoglier gli 'ìltaricire I nì€sso .Li conudo del paiLLolorÙrrpoì corro alla casserta de .hnafiii - n l
' r€ se \iè croce o cAlicì, io gli ho cirr,
c' crlrcilìssi scuoPft] tull i qu:Lno,
' I l 'ot"rr a | \ ' / | r " ' l
î35 ! . r ' r 'L | fo l
s ù mive( lcssi stenderctor un bucal t )
.liresîi ch€ non è .lonna o ma(raioril
clì€ labbi così Prcsio rassettrlo:
s io do\essi spiccar, \ lorgrìnte r imaror ' r ' ,
i r ra 'nt1 d ' o . ì t ' r I
cÌì io non istò a guardar PLir tuo ch€ mLo'
terch'ogni cosa aì f,rinciPio è di Dio
136 Nla innanzl chìo rubassi di nascoso.
io fui Prima.ìlLe srracL€ m.ìLanclrinoLù3:
a | .p. e l r i ' ' Jn . , l . .o \ L lJr for '
se sanh son nel ci€Ì, p€r un qualLnno;
ma per ìsraÌmi in Pace e ]n pÌu nposo.
non voìli por fiir esser€ assassiloì
non chc la voglia non vi lussi Prcnrama perchÉ Ìì {urto spesso vi sj sconra"ì')'
137 Le virtiì ieologiche ci restanu
S io so lalsare un tibtu, lddio rel dica:
d'uno iccase farorti un lio L I r , ch a <estr ! l
non sì Iarebbc Piu bello a latic'r;
e traggone ognr cartarr t, e poì con qucsta
, accordo l alfabcro e la rubrica!rr'
e scembiere' t ] r r i , € non vcdresl i comer " ,
i l l r roL, la coverra € ' ì segnoLr 'e Inome
e3 pùlni:lbef rail,iAgenolee tìì{,(.{,... i.ntlt aLudeprobaD fenre ad Jna spec e d antena.eca,tfeno!asaa rapÈlare a ìrce aJr ntendono uluîeclres Bccende sooquand0 Margutte
100 r ria lssti:ani.Praaef-P .1o1 i,r ron .. Daiuùlo: Jrfo Pr! o€!detusa t. C] dtatùate ÈI atúr, die i'Úft.tate È)ùdrzÉtto tii .axtt.ae tryaraic102 lr N ur:iÍc: le staire olrir l,ladonra ( .on p;nfof t r iermento3 annln:3ta a veqne cu vrene ainuicìalo oal'an8e o .he safà madre d cr rolr03 r.oDarol spalzorri. derfedaa0104 slcnd.r.:re senso d nPúre n'4.
10s .r{sgnìr persoia.necura.0i pdr
rco are atenz one ie ìrropr 0 coser0ó (tn.ir nîio:siaaaare f!0aielna.rrsa s€ra Érore ( ma|oeG famosce L0 for to rhe len !a apìres, a mag8ìoaLb pona o a a fnerfa de a donna a.n;
I
107 dorr .. u\rto: rei Doslr.rre fe
1o3 nralaùdriùor Yrgatle10e
'i \i sconrtr: e !a8, a .ór0 !re2z,
110. Le riÌ1tr....i.cih: rrtngoro reftÙ |arlo8 /rllene, speraiza tartal cneMafgufie ora ufra evtu tec o8r111 d und . . . ln, : drrn r l lhro ! , f(coi fio ne Mcd o Er! s ,rd .ava a ettefayl, argutea ude qúa esue 8rcnd a0
112 r Jc{r: .fl ri aoîPass.113 rfJggon. ogni.arrr t!€010a
11a r3.cordo.. rubricd: ri.miro rl,dr.e e I titolr 1r ordfe alrrbericO iperchénan c sl accorgade a rian.anà)I1s. \dnrhirrc ti: frrsrr.herer11ó e non 'Edr.!li
com.: e ron rc n'"
r17 l] ro\.ra t I stAno: k.oPedta
1. Leta umanistica
113.I s.c.nmti f.lsi: 1€ bestemrrier19 li.hi sampier r.rrtor, che rnalu.
121. ar. . chi toa.Ì: Srai a .nr i]ccalLa rafa efa un 8i0c0 d tre dad drfir'so neMedio E!!t s d ce{ra'znc' anche punt€8gio p Li bass ld qu 'esclamaonel122. ho.omnèsso ... s..n.lolo: hosuscnata scanw e dsatTni.r23 nrardto ll b!údolo; ,ness,
124.l€ bigne ,., contarri: rricacclos€Dpre ,e/ grai; espress one pro!€rb a €12s. ignu divado. resslra dferunza126. ir sùl ..Iùd{io: pront p€r be
127. lbrej ,,, gù.na: v èanche quiùna rpresa diun celebfe sonetto d ceccoMBto ei (S'i lasse tuacq afthrc\ 1 nxn-
123. proYànQ: .trcrùir, feslr.do12e. qú€sro -.. la..i.: (cò ( d mostrar v0 @rende quanto precede) è stato scr Iio ieria pr rra pa8ina de bro de a m a v:a, è ma qúallta sn dalla nasclta, (Ageno)130 Tarto ..- Yoglio: é delto ion ca-rcnîq n quafto oev-. cercafe 0 nascon-iere Lv0 t0, pef n0n tarsirc0nosrere131 schiarc.r la: (asse da cuc nal
132. n€ro e mondo: pul,to e pufo
13.. p€.ò cù'io: Per.hé ro.13s iNin kll'$fo: prma rncoru che
,as.ess/ (ò loma pfoverbiare)136. ro ,.. .^pilolo: nu ù ho rctr:ontl.ta Ln lLnqo capnab della nE vita lrc ívo
137. i^ Eatzzabaglio: alla tinlusa133. n6cùglio: meso/arza139. t^cccnda. da larc da raccontarc.
138 I sacramenti talsitrs e gÌi spergiunmi sdrucciolan giù propdo per la bocca.ome,f . rhr .amprel ìo. que ben maru. .o le lasagne, o quaìche cosa scioccaDo,né vo' che ú credessì ch'io mi culicontro a questo o coluÌ: zara a chi toccalr2red ho commesso gìà scompÌglio e scandolorzz,che mai non s'è poi ra\..viato il bandolot'zs.
139 Sempre le bnghe compero a contantjr2+.Bestemmiator, non vi fo ignun divanor:Jdi beslemmiar piir uomini che santj,e tutti appunto gli ho in sul calendanorl6.Delle bugie nessun non se ne vanri,che cro , h ro d,co. t ia .empre i l , onrrrno.Vor€i veder piir fuoco ch'acqua o terra,e I mondo e 'l cielo in peste e 'n fame e 'n guenar']T
î40 E caftà, iimosina o digìuno,orazion non creder chio ne faccia.Per non parcr prcvànor'z8, chieggo a ognuno,e sempre dico cosa che dispiaccia;superbo, inYidioso ed rmportuno:questo si scrisse nella púma faccìat'ze;ché r peccati mortal' meco eran tuuie ol , , l rn \n?r c.PlPrìh P hn,Ì Ì r
141 Tanto è ch'io posso andar per tuuo 'l mondocol capp€llo in su gli occhi. com'io vogliorro;com'una schiancerÌarl son netto e mondoìr:;do!.Lrnque i vo. la-cianr r ì ,egno
'oglrocome fa la lumaca, e no'l nascondo;e muto fede e legge, amici e scogliorrldi telra in terra, com io veggo o truovo.però ch'ìoÌra fu' cattivo insin nell'uovoÌr'
142 lo t'ho lasciato indrieto ùn glan capitoloD6di mille altri peccati in gua.zzabuglior r?;
ché s'i'volessi leggefì ogni titolo.€' ti panebbe troppo gran mescugliorrs;e cominciando a sciòrre ora il gomiÌolo,ci sarebbe faccendarre insino a lu8lio;salvo che quesro ala fine udirail.he rrrdimenro rgnJn'a" non fecr na' -
Percorso 3 ll poema epìco-cavalleresco
nal is i del te sto
lllnfrezione clelìa norma. r'afisÌjl^adr Marsùtte;H"Y:.HL#flHt;il'ff
I :liii:ìì,Ì;:'; Il]#."ii l:TH':'-"il i"im"*':t;x,i:t;'*":ilda.ui puì.i aF in ge ra millT-T^Ì:i:;;[;;;;.". ni,,".; " ".*""i"r: 9,' ^1'Ylasia del popta è nc Épproscnu pe! rr''.i ''
i "
_,n"il.u,i,o, tu ,uu "ondizione
à nìeuil,'" a"r o** " * *oproscnu peilèrtamcnrr:Jjc""-;';, ',
*" "-9o.": f,i:ii*,- j"ip"r-onasoo appena-cumpare,rn^< ' '-.,*ln*"
"'.u'.u" i".eolarP aldr ra dro.." a"ip.,-onueei", ut",li::T::-:,:ìì'JS i*,:J*. "",*o", *"eordle, ar di rà d,
strarla fta luomo e il grganle la prc\err'I' "
i,s-l*-u*ru:'È:lì:ffr{f#Hdi*':ffi ilîffir ÍI,ff {:iiJ#.:l,f:}:"T,flH,.'.J:ff ;*:g:; ::mi ll,l:il:i"";:;.T::iln :.1fi :il:l'l ;" J::d:ii:1ìH,^.H i,f,llil,lll"i','"i-T"1 "'îl
"r:ni;;:1ruffi ffi ,r #ì:rj:#::; lis';*:ì:" i*T:x
H:iliì,:'#il:,::H;:ffi 5J;i;i;;:::,t*".'s,:';::r::l:::.H.I l*flu': :xr,f fi ["[' :T':;:'";;;ffi ; nlru::s* ;-îJi]j:1lmt'"m':'*;:;::il1Ì'J;1.1"''xl'il1::lii:nrunr;1;::l;":
*,';:tU fit ru:,1ill;,,.,"n. . " .'"-'"'"":ll:,i"lllllf,i;l'.'""J.1
#*,ffi *m-*119;9s111;1;;;;{ryitf;, :.ruu:::l:[ ::x; Ì,:ìl;1-i ;:"'.1]:*ili** mru;'J;.'l'#:"'',:iil ::*zu::ru:'"ffi [,i]1.J:l;ìiH;;;;;; ;""he P \pin'uarc8.
Xll.il.TlJi:i$:il;:"'fiil:f :il';:; à' o"-"''a"'-n'e., rarsario sper"fl:::; j:ì ;"Tl:î'J'"iff:,1[-:;::::,";5;:il;:;'J:;^IfiT.''#;ìJ";H#"ì::1il;Î""";lì[ir r:i!*h ;**::r:r":ìT*i::': il";,il:q:l"".,i,ri;l"Tì1x,-'ìll"Jill:.fff ;ff"ì;"iJ'r'""'a"o'a*, r, a rn s r a r.'co ll r::::^::l::3,""'lil'Ljfi :::,:'àn:î: i".lilX'"1"Ì'Tì:n$":i ilf ;ìTiìT#:.i.*':";l :*ii: & ::j:: ."r;T''Ji ;::ltr#:i::r il:ff.lli,)".llLijl;:;il:1ì;:L:":[:i *',mtff.'ru;:fl :]3;i "1"::il lLi i i .,*"*r""e' 'rarùzioneret'eraiz 'heaD:l: l:,",:;;;G".,a,rapoesiabu'
l''xiik-.;fl,ii$$#i-,$i$n:rffiultr#1,qHlHi*t
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U.ú
r4u.-t !-
ae'.
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: l r: l-a:ar: l l:a:a. ;
1 . LeLa umanistica
al di là dì
îo. Sul t€
llutte crerprese poi
spiritua.le,
L 129).
lti i va.Ìori,
frgura'Pa-
úda.re bef-rrlci si può
iino, d€Ia
lallc radici
Wintuareg
a f-prentione del testo
lr:ù: !natÌenta leltura, espore il contenuto informativoj : lnr ottava. (max 3 righe per oqniottava)
Z r.liti del t6to
Ll compildre urì calal0go delle forme dialettali, gergalie
a-€sche ùsate da PulcìLl hdlviduare le formedella parodÌa/ (he sjpresenÎa c0_riemoia e blalema contraffazione diformule liturgichg
:'.!hrere, pre(elti dogmi dellu lede (fi5liana
23(dlòtoqare I lPrmlrr del linqLdqqio mdlendlF (0rp0:::. ooe i úrmini ctre pongono in primo piano ì piàcerifi'' . . e queI i det la qola
'n oarl i roldle, (redndo qud{ I im--{ . ; dr Ln'pdtse di (u(dqna al lerndlrvo' i5petLo è'
: : . :enl l valor i spir i tual i e moral i , che vengono radical_
-€nte rifiutati
giaîri deì lempo. uno \lrumenlo quindr cuLh'rAlmènlc \olEticalo e usato h modu sFri'_
nente consapevol€.ii'.ì^n-.Ài"* aar''-egoladtà e del rovesciamento si manifesta natumlmerrte a rivello
.ìtìJtL., alì.n" o"t "i .oglie il gusto di viotar€ ìa nonna' di forzaÌe in fome vioÌent€mer
," """i"*
Jtt*"*ó cor;nt€ e codificaio' Pulci pota alle estreme consèguenze lo
".Ji""*ro*. r te"ì i r i .o che
'onnou la lcnemrura \olgarè del Quahro'ento è sr 'oF
ià* àell -rip"ai
*p",- al ralÎnaro inBr\io cla5sr'hcggianrè di Poliziano
2.4In parlkolare ddll'analisi delle stanze 111 (w 1,7,8),
118 (v;. 5, s), 119 ricavae Ie taralteristich€ anaqratichedi lvdroul l€.2,5 ' fàrv.dLòre
le cardlrerr5ln ìe roeologirhe d" l per\0
ndgq'o dd' lesamF del ld sud dlchl . ld?ione dl lede p ddl
sUO COmpO am€nto 9oclale2.ó | viz;/vittù di Marqutle a quali €sperienze divila € di
àmbienti socidlì sì rirhiamdno? Quali regole eliche e s0_
ciali vengono lrasgredite?
3. AoDrolondimenti3: i Rrlrel lere \ùi lrdrl , del la produ/rone lertera' id pre(e_;enle (hF hannoInl luFnzdlo Pul( lnelrd I 'eaÀone del(uopelsonaqqro P"n<ère ad e\FÎoD alla rhanson de ge<te
alla ooesió aoliardÌca, alla poesia tomlco reallrlca'3.2 il pprsoÀ.9910 di Mdrqulte puoei'ere dpfin'to Jn erop
della parola r0me llboccztclòno 5er ciappelletl0?
-LglC1 PItllt r du l-!49!sante, xxv' 221-239
Il diavolo Astarotte e lo sPirito rinascimentale
Hiii"Yfl tr5 #:::;1.,X":l: i"Ì::ì:tTTi;ji,x'iJ,l il:5;'::ii:,$ilf [:H *-
227 Passaro iÌ fiume Ba$ade ch'io djco,
presso allo strelto son di Giublkena .d.\" DJs" i .Jo' 5c8,n l Cr"\ t rn ' o
Ablla e Calpd, a dimostrar ch'egli erra(non p€r iscogli o per v€nlo nimico'
ma Derché il slobo cala deua terra)
chi va più oltre. e non rruov'ì poi fondo,
tanto che cad€ giù nel basso mondo''
rúi, na peîhé il g\Òba detk Ieîa e cu.i/atcala,), tanta che nan rcvÚeabe n nn00 e
.adrcbbe rers. rl b;$ú Efano eB€enoe eÈien vam€nte drff!se ne! Merllo Evo
- ;Peîcorso 3 ll poema epi.o .uuurl".""o i 95
I
224
229
2m
Rrnaldo al1or, riconoscrulo il loco'
perché akra volLa l aveva 1eduto"
dicea con Astarotte: - DÌmmr un Pocoa ouel che qLÌesto segno ha proveduto'
Disse AsraroLte: - Un etror lungo e lioco6
per molti secol non ben cognoscrulo'
fa che si dice (d Ercul le colonne'
e che più L:L molti Penti sormeT'
SaPpi che qr-lesta oPPìnione € vana
perché Piiì olrre nalicar si Puore'DerÒ che3lacqua in og partc e pnna'
lenché la terra abbi lorma di ruotee
Era piii grossaro allor la geú€ umana
tal che potrcbbe arrossirnc te gotc
Fr.ùle ancof d arer posti que segm'
perché piir oltre passeranno i legnirr'
E puossi andar !iù nell'altro emrsperÌoL)'
perÒ che aL cenlro ogni cosa rePnme":
sl che la LeÍa Pel dlvln mrsterlo
sospesa sra fra le stelLe sublime'
e lassí,:rr+ son ciità castella e impeno":
-uiol cog"obbo" q""llc gente Pdmeì6:
redi chc lL sol cìi camminar s'allrcLta
dove io lì dico, ché laggiu s asP€rlar?i
a.ahratolra . vcdtrtor Rriadoslelaú nrè.eden7a 6RqrÙnto e coLonie d'Ef'oq e aveva oda1o Ll sse xcne per veder ne
s. { qùtl Pror.dùlo: 1r lr'e a cu
7 fi che ... sonne: /a5i.feqlerlorr0é.s)ùjdn d etaanieÒEî.Ie" è5 tJtte
ihe no|l arae tt PngÈnòÒ tld lòt1
3 Derò ch€: Perafhee aÒrna di or.: rorn' rctorda
rr -ul , leFi rdnlO rhe E 'olÈ
lrot p]]
De aro$ rÉ pPr ; ' ÈrEo6 ]a d a P Po to
qlPr ieSrr pei rrÉ rÈ id1 odiÈrdnio 0Úe
12. disDttio: en6€io13. Drrtcùe . rqrine per'rìe o8'1
oitpnoe , "co tt rent'o a"tla rena ppr ra
D za d] rrat ta 0 rclo .hÈ non r e pÈl
14.l.ggiú: ne abo efiisi€ro
231 €. . ,n c rn.Pen. 'ò -Lf t r o 'n l (un altro cade con mirabiLe arte'
come sj vede qr'ra nellbccr'lente'
però che il ciel giushmenle compa er"
Antipodi appeLlara è queLla g€nt€ì
adora it sole e luPPrlerzd e MaÍe'
e PianLe ed animaL, com" "it T'"''
e p. ' - 'n ' r .m.gr ln l -" "g l re Ldrno -
232 Dr..e Rrn.tdo: Po L h" r ouc ro i iJmo
. ] |n-n, q. t r ro l t . . Jn J l iJ . .5 Jn'or
se questr son della sùpe d Adamol
e. Perché vane cos€zr \'r s'adora
se si Dosson salvar quaL nor possramo
lisse,qstarorLe: Non lentarr2 pìiÌ ora'
1s ifî.ri\t: oganizzaztane Paftt'a1ó nol ... primc gli ,ont rder pass'|o
Et anticni ioî canabbeta queite cose
1S \eq;. . o\reldz0ne ldelrd seSno0erché irs$ come punto dr Ierlîrenìo oa
19. Derò rh€.. @ùlartd d,l'rroner't..ie )l delo n6ta egùalnerE ]e 5ùe castellaza all utu e all'aftra e'n)st'àr.20. IuDnrrer ' none al no d 6r0ve2r ra;;co*: /ar5e d(rnrrà lLLrerbo s'r'var indlca ow amente a sal!€zza e€ rna r22 rúrar: latnt aúanoe
1. Letà uman$uca
73 s.trsrn. ignaante e nz12a Dùùqùe... anorel: drrq0e /rer:-asrr? dsr€/to 1/ f0sÍ0 Redenturc srrebbe::ta paftrEiana e adana sarcbbe stato.t4enna? salÒ d nr cnsttaaL e Ùista sa'..te s?ta ctacitssa sala pet anat v0::r7 hteide d re cheadamo è progento: d tutta quanta lmantà, e.he crsto s: scr icato pef s: va€ tutt I úof'r n , ar:rÈque clrevv0n0aS anlDoor.?s foÉ€ ,,. misericordia: loae ma Òna, dary rn lúnqa erarc, tuttt Ei nnj- adaqanna cancaÍlenente I wtu D|a,, dàs.una taveE tn lutnrsen.aíln \anÍque dre 0É 0 8n0rcn0l2ó Dasra ... ccrta: !€r sa/yrrsr bas ta
23 quel 8laD di: gorno de gudzo2e. . .:|\i ... ..e|raa: I ofAtr della le.l. dt ch)tnaùe tnÈ acceftèta da Da pur:tè lata cÒn .)aE pùta loloúu*a, alc,rsto indca i lsacr ic0 ala dvntà ed è
31 disarne ,., ùmani: it . e o acc€ttai ancl're cu t0 pagano dei Ronran per:rié efa conunque una lorfla d re i8 one,.ne distinqre Eli únini dalE bestie32. alor ,.,.ovinornor li Ronìan ) perxtal.he tenw sr innalzatana ]n Ntenza,ut al cantrcna aùlatana n rcvna33 adorando i pilneti: edlntapaEane sono ntese .ome pe6o0 I Éz on de
34 l. eiùsrizir -.. li€n€: elrche /agiui21a d|Ìna cúcede a] b|úa i] lmD lft.nunèrazlo, forfra lat na), al nalvaaio l,.tnnne: tn Índn ù.e nan deve dÉtÉ?rc. ottenerc niseicúdij chi assetua rctía-4rr-p k sla ,erirore (qú unque essa s a:1.rre oaBana)t a D 0 non frporú qúale regoies se8ua, DUf.hé s s a buon e8úst
perché pjir oltre dichiarar non posso,e par che tu domandi come uom $osscÈr.
233 Dunque sarcbbe partigiano statoin quesla paÌte il vostro Redentore,che Adam per voi quass,:i fussi formaro,e crucifisso Lui per vostro amore?']+'appr Lh ogr u r p.r lJ \ -u. P c )al .rro.forse che il r,'er. dopo pur lungo error.,adorerete tutti di concordia,e troverrete ognun miserìcordìa25.
234 Basta che sol la vostra {ède è cerraz6e la Vir8ine è in Cieì glonficataMa nola che la portazT è sempre apertae insino a queì gran dì23 non fia senara,e chi 1àrà col cor giusia ìofferta,salà quesra olocausla accetiata2q.ché molto piace al Ciel la obbedlenzia,e rimore, osservanzia e reverenzia.
235 Mentrero lor ceremonÌe e devozionrcon limore osservorono i Romani,benché Marte adorassino e lunon€e Giuppiter e gli alln rdoli vani.placeva al CieÌ questa religjone,che discerne le bestie dagh umanirr;tanto che sempre alcun tempo innaÌzomo,e così peì contraúo rolrnomcP'.
236 Dico così che quella gente cr€d€.adorando i pianetirr, adorar benele la giusrizia sai così concedeal buon remunerazro, al tristo p€n€:sì che non debbe disperar merzedechi rettamente la sua legge ti€nera:la menrÉ' è quella che vi salva e danna,se la troppa ignoranzÌa non v'ingann;
2X7 Nota ch'egli è certa ìgnoranzia ottusao crassa o pigra, accidiosa e trìsta,che, la porta al veder tenendo chiusa.ncevette invan I'aninu e la vistar6:
3s. la meùtc fatto dl aver ' n1e Eenza, fútanÒ di caprc qùal è il bene 1è etsad essere !0rì î . de espress ofìe fìetaforca la porb alve3ó. NÒÌi -.. vista: osse^/a che y, soro der tenendo chiusa), hrrno rceftrto i/lnnini dal ignotan2a attusa, pnfanda, pt vana I aniw e I intel8enza Vieta è da nere acctdia-É o nalvaAa, che. paiché siti. ìendercne sene nteliettuael
Percorso 3 ll ooema eoico-cavalleresco
l--.!.
37 o.r' . .cù!n lr-erii'/ n'-41! Ilo il
!r.;a4, 4of r.ù |4ro4t n tre ' ' 'e
I- i r r i !3 a!1ng!Ùr Dene!em Úrr
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in t . ' . . . , . t* . , , , ,n," t ' " ' ' " 'o 'I eabF'- i , lo! I '8 ó1r i rù1
,i rr J / o ós t-rr d-F at' r
. e sr lfr"?r! ill i rfi,(] r latl g Lsr 'r
3i'chtà 3n.Lìe stnza a!ef "f0s'
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ar sto D.lerlro sa rÍs eiÍaio'0 i'al
"0 rr ' l : r ' r - r J i i ' le " r rz l
rra !re.!ó riífì. (roqcet!' 3 pfmo
Padre, tr.l4 j ! r . l ì r . . l . i r t r l i . ru ' ro i . r !L j
0: l
blai.. rr trorú. lalj I r€rla ot' ;ldlle t'
!r :! [.d a'ìdir" ir:tÉiit r i];irl ie 'cjelirTor e lai!-' aa.e b-piie r1e tler'
j i ' ' l i ì"J ii
L, i . b . r ' / d \r Pr. r r l3af .crat a i0r 'e l ' r0 icr
!,i i.,,.* --*..,u''""''','r r ,ór sier. I occaso è iurÌ' cove s!
aÀ i l ! . rnnì . . ì ìùr t Ì t rctoi
rrr.blr .rra d ier !r!i!'fe irs'it ' i
r-'
;.r lirJììrrar,! illlr! -pilrt_i4rLr st rtjse rl
Derò clLl€sla Lr€ì CrÈl non truo\"ì scusd
"N,rluji hrellit.r'irr3" rl saÌmista
. ,,cli.c d Al.lLn. Lanto ignorînle e loLLu,
che, per benc operar ' saPer ' ìoì1\oLrc
238 lanto è. chi scrlerà b€Lì La sua reg4'
potrebhe am:ora arer redefzio'ìe' -
:ome (le Paclri 'leì
Li]1lb'r si krggc "'
. chc nul ì . l non le 's '1n:a cagÌ i )nc- '
qùel prru) Padre ch ogÌrr cos:L fegge:
.r . . Ln . ' .1. ' r f t - t ' . ' t
dolc ru vedÌ ancler laggiu L€ stctLe'
pLaÌreti e segni c LanL€ cose belleri
!39 Non lLr quelÌo erÌisperio talLo a crso'
né il sol tanta frtiliA in'larno dura- 'l ' . r r r ,dr d rrur ' r r ' : l o '
nn L ' Lrr
sc fussi colaligiir \'ò!o rim'ìso+l
f: n.r.ì chc l aÌrgeLic'ì natrtra . ., h" r r
"" nLrLd'r '
J ; qLrel la Part ' io\rnrt nr l t rnrr ' -
. "" ,o, . rn0*r" " ' " "" "" . ,mocioveD " ' : ' *#*. l r .
! - -4! l .nCrr ' r ' ' . .h"Ù Pr: iP
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' " : " : ' : - "^ ' ; ' - '^ : . . - ' " . , " ' 'n.ornarod"varsr,r tet ' l l.1"ìi"J.ni'.:.'*,uu ' :Ì t::13:ì, "Ti:il::, :ìi::Íì;;::l:;l:i'o
da Mdrouo. 8/) qLrdt i dspe i derrd D"". . ,
- " ' " , ; ; ;O," , , . : " . "" , "
. , " , , " " ,
dLd.e? Da qudré o, q i re
) A{aro!e.on'e ar,onra i 9 ' lhT' . ' "er ' :1, ; , i . , . l -e df . rnd in dl . . , rey ao e5\-fa scatu, j re ta l i credenze? Qual è la tesLscr€f
,.,.ì" 'ì^" r^.,,0, p,î,*,îl'-.,l r:::'l'.""":''-'""1lllr#i:l':'ì:;Tl":fi:t."'J';"ÎîI'fi:'î,1 i1;"':"""- tii[iiii1.::'',::*i:n* :l*"ll;u:,;'JlJ:fi J: .*:mondoo^serandoì ro(oo',reoo'.oopo"p^'j.ìí i ì.""""d:ì,,.,""a,,:,î. i ."f:î l i9i;;.,";
li;TilJ ;::i::'Jll?:1'll1iii1,Ìi;ìlilJ':;;;o t -p" "'oor {o'[''vd 24s' v 5 \' '\(onrronto, on t 'epr,ooro d: Ddnre , a{ i ro| le e Rrcdtdo?
)Che.osadìt ip icamentef inascìmentalegpuòcog| ie l .e inqUest iat teggiament id iAsta|ot te' iJ:;":#":,iJ;;;ó";' au
'*t't1;,;;3;";;;ea1ro spirito ditorleranza euaritesisono enun-) ra5p,onod pdrrp de'd-",)"., ' ,o:i i1",, ' ::,:1.":$i;;;;ì;;
-"o;"uu," u opponsono r.nrri
crate riquardo alla f€de e alla lalvezza' A qL
ìa1' . : ' i i , , "" i ' . . "
o- ' " . rnrpao r ' ! 72 nel temoo deqrr dFi 'a l5 i e bLqrd'or-r '
r. ùìtriso di no
,\ fal leo l {ar iao Rcggjo Emi:clpare a qual
li anni succes
l8ro. oove Ilrc-
\a. il TinlDtlP .) Boiardo stcsrr Antonra (la-
l l r ig e i l 1171
c0rrisposto, llìoraìgie. rillr'L("ildli lettera
J];atlrocent!L:io ,1ì intensa'rsal-" di vitàLr: :, dalla rari-.IÌ.r|r "LladaìÌ'
ar:,nÌinciò a la.nru due hbri
t:i\ r sr coglì.]
r i 'n\qrana.. ,dir ( ose ]:ÙlriLr r : t i ì fe l int i
Li.Ir ilegx er1:
ciifallcrescr:
,rftij rso tini:
Írr. ]ibro ll, canto X\4II) il poeta Siustificrì questa scelta, sostenendo di prefedre Ìa corte di re(,r-- -:1e fu gloúosa un tenlpo (per l'arme e per I'amore>, a quclÌa di Carlo Magno, che <temeal !-_ . ,r chiuse le porte / e sol se dette alle battaglie sante'. I suoi idea.li sono infatli amore e for-.!l aiÍiera: queste sono per lui le virtù hsepalabili del peÌfetto cavaliere, poiché solo Amoreîr :.a {urare (onore> e <gentilezza,.
l:i ial modo, nell'austero mondo dell'epica caroli(gia, Boiaxdo scatena ìa forza dell'amorc,
- .t i? la molla di una serie infinita di awenture. Lapparizione di Angelica, la bellissima ùglia del
-- :-l lletaio (là Oina) , duaîle una (cofie bandilù di Carlo Ma€no, scàtcna i desideri di tutti Ì3_ ,.].n. cristiani e pagiìrú, che I'inseguiriùìno per ottenere ll suo amore. Per lei Odando stesso:.i.::.rà la ragione, fino a sfidarc un àltro dci tanti spasimanti, ll paladino Rinaldo. Re Cado li set:: i pronìette la fanciulla a quelb dei due che combatterà più vàlorosamente nella battagìiar-'jrcnte contro i Saraccni. ,q. questo plùrto si irteffonìpe la narrazjone, che verTà poi ripresa
' l l .aadir Vi , t . t - l lO/ ' , , ,1v ld, ,n. ,u
Valori cavallereschi e valori umanistici nell')rlando innanoialo, A,.,,-- :ì,1 poema si colloca.no duìque le almì e gìj amod. A dlferenza del Pulci, che negli stessi Jn
:- iirontàva neÌ Mo,.garlzte un'anìloga fiÌìteria, i valod del mondo cavalleresco sono da Bollxclo:c:: - ndiìrnente sentlti. Il poeta ritiene che quei valori, che nel corso della civillil urbana e mer-r::ìe paxevano tmItlontiìti, rivivano nelliì società cortjgiana, in pa,"ticolate in quella ferrarese,rc !.-isronata di prcdezza, lealtà e cofiesia, avida di anori grlantj. Per lui quindi i valod cava.lÌe-Ìs-- :::,n sono solo sogni da proiettarc rn rxl passato rnìtico, ma sono pmticabili neÌ prcsente.$ú];.tf,: ; : , durque essere definilo "cantore della cavaÌleria": ll suo poenìa vibÈ continuamen-ùr c.
-r i:jr:mo per le azioni Élorose, i gesti ma€nanimi, gÌi amori sublimi. Nfa proprio perché
rrlls' i r-r ag.li irteressi vìvi della società cofijgiarù quattrocentesca, quel mondo cavallercscoÍm . :.i r::ello espresso da.lla civilta medievale, né potrebbe esserlo. Bojardo è h]melso neìÌa:r4rjhr -_--:istjaa alel suo tempo: di conse€uenza peÌ lui, come per la società a cui si rivolge, la'rrr;aF:-,,:::ì,arsnrotatadeglioriginaricontenutireLigiosi,eticiepolilici,esièiempitadiwrm rrr ,r.:-:i quelli rmanistico rirÌascimentali.
:i . :jno luogo la "prodezza" cavalleresca (come ha dimostrato Bigi) non è piÌì solo fon a{[E-r-, :ra è là 'virlù" dell'jndiùduo libero, attivo, energico, che sa superare ogni ostacolo e@u a:-- - . -: ) dominio slrlla lortuna. Dietro le awenlurc cavallercsche compàre così uÌì temit!!r ".. r. :.npo al centro delÌa civiÌtà italiana, a partlre dal Boccaccio. Il motivo della '\iÌ1ù"r@í.i .-_- :inrc Ìa lortluìa è più volte teorizzato neìpoema e prende corpo Lì uìo degli eplso-iinlr i:i:llni, quello iÌr cui Orlando jnsegue e dopo mille ostacoli riesce a EÉgìu[qere lafar, dr.r:.- . t .imbol^gqia la f-onuru voìubila è inatfÈrr,brìc
tì --V-*_ ult! delìr \ita airjvà ed elpr$ra, al livello più alto, si nìanifesta come individualj-úr :.:i.. Jl aliemazione di sé, allà conqùsta della dorìa e della fama. Penanto anche l'ono? lpj_r ; .ri hsioÌÌonl1 feudale e rispecchia l'esigenza tutta umanistica del primeggiare, po-ÍroD J-
-: giusta dcompensa dclla "virtù" e dell'agire energico. A loro volta la lealtàr e la
.ríri--ni r:. :iìì:ìno I aspetto tutto moderno del rispetto pcr la persona.lità a.ltnú, aùche dei ne-mir: . >,:, :':llpfanza verso credenze diverse. Nfa ll rozzo hdividualismo gueniero non bastaÈy Fú:- -: .lutfntìco idcale ùnano: esso deve venjre integmto c mffinato dalle doti iÌìlelÌet-|suri!::!]j -: Ìra È qrlesto l'aspetlo jn cui m eglìo si coglie il nuovo ser$o umiìristico che a ssumnff, r:::.ìiallrrcschineltsolr-rdo.Eloquenieèata.lpropositol'episodiodeÌdLreÌloftaOr-juÍú,, -: :;j .rrts ( . T4, p. 10): il re tartaro rapprcsenta il tipo più arcaìco e superato di eroe
Percorso 3 ll poerna epico-cavalleresco
guerierc. car:ìttcrjzzrto .Lalla brutà fbrza; Odando è jrvece supcúore a Ìui perchó è 1nÌ ca!'alìe_
rc col|o, "lilosoto', che sa cLÌscellare opporLunarneììle suile l)iil alte queslionr eljchc e rrret:ìfisi
rhc. È (ldanclo slesso arl àfielmare (rhe ncl saperc isiedc l'essenzà dellllomo rriò dlc lr) h d'
gno cb questo nonÌe e lo disllìguc daibrlLti ("Fid t\ sùrile à un bove, alnì siìsso, a un legno / rJrr
ììon pcnsa alìo clernc, Creaiore;/ né ben sc può penqar Lenza dr)l'trilla' ììl)ro l, canioXVIll, ot
la\':l !1.1J.CoÍìe lì mo{ivo cLclliì prlrdczzà cavallcresrrl ò spoghaio onrìài di og i illralilà Incdie\'àle'
rosì ncl poerna boiàrdcsco l aÌnorc è knìiero dallc \lsiure coltese di origine icudale fnnx)re
non è (hr Lnì'altra nìarúIestazi{rìe di quel senso gioioso, enelgico e àttÌvo dellà \'ìta rJresiIj\e-
lanellaprodezzà guerrierà. Pcrciò:rîlolc e àÌmi' fornàndo lnfllìscjnlibllc unìtà espnrrxrno Lnra
visioììe llìL nas(rimcnLale d.lla \ìia, in scnso larco, rrrondaro. edolislico La più lcìi(e ìrrcàrna
zione (li qucstiÌ \'isione rlell'àmore è Aruiclca, chc non hapiÌr nulla delle diàfane (rreàture stj no
listi.he, cl dclk) stllizzalo tigudrm delle Laun pctrar(rhesca. Iru ò donnà ìn tull'a la coÌI$lt'ssa
nobililà dcllà stra psìcoìogia, scdu(iente c tenerà. seììsualc e (rapdcciosu. crudele e appassiona
1à. prctesa con lulr,e lc lblze à soddisfarc il $lo aLcsiderio amoroso Per t'roral_e iìrÙccedefli :r
Ìlrn ftura (rosì nl.n)va, si può solo dsaìire à ccrle complesse croiÌìe bocca{r{riilllc
Non nranca ìo sguardo sorridcnte (ron cui ìautore seguc aìcÌnú pclso1riflgl lna qucl]a {1ìe
è sl:ria clefinilia l" ironi:ì" cÌi BoiàÌdo non è {ieno. (r{)mc si è {ireduto, l':ìtteggìàmefto (h uno sprn
to adlùto e rìisincarlato. the $Hr.là con {lisiacco i(ìeàlità deÍìitùvanrentc tranroÌÌtate, poiche nel
poelna la ca!:ùcrìa è veicob (h iclcaì an(rom \'ivi e àttuali ,ql colrt'raúo, il sorriso di llojarlo è
l'effetto di una pane(iipaziore go.luta aìlo slancio \itàle (rhe anina le srle studc l'ìrrlzio deÌla
simpaljiì pcr l esubcranzà gagliar(ìa .lci suoi eroì. e rdla a rendere {|tel mondo piir fuÍÌilare e
siîrpàtirl) an(he a.r lcttori.
La struttura narrativa e 0Stilg lt senso ai esrleralre vitalit 'r (rlìe arina la male-a dell'ltma./|ìot.rta è ,rIrchc ìa legge che plesiede àl fbnrìa|si della sua struttum Ìulralivir'
Latmnìa.Lclpoemasìc{)struisceallra!'cNorxrproliiemreinesàuribiledilatfi,pe$onaggi'sil]lazio. l ,af fol ìarsidia\ . lerì turemeràvi l l l iose.battagl ie,cluel l i .hconlÌ iconnn)stf i ,gìgant i ' îate'i i:1Ìrtcsirú, :ìmori. è mosso dà uno slancio prepotcnte, chc niÌsce dal pi:ì(cre assaporalo dl nar-
rare una .bella ishria, cliÌanzi àd Lù ìdeale uclil.orio, a\irlo di <o(lbcose (lilettose e nove' lltlìri_
re (ìella nallazione senÌbn pol,er contjnìarc alÌ frnikr, senza nLìi ar-rìvale ad un punto iermi
nale, corÌclusivo. In questa slruttuÌà narativa ri{iogljosà [umerosì fi]i. riguaxdanti personaggì
cìiversi, sj iÌrl.recciano IÌ a Ioîo (.ntreLarr\ùcnf) Le ìicende dcll\xlo sono segùite sirÌo acl un ccr
kJ pruìto, poi ìntcùotte pcr segúrc quelle di urì altro, lx)i dprese, mes(rolatc' creancLo lùlprcs
sione di una selva lussuregg,lanleLa Lbcrtà \'itelc deìl'oÌganìslno llallaLivo sinlleltc an(rlìe neÌlo stilc l'a lilulua di lloiar(lo
'l0lltana {làllc rjgi(ie coclilì(].Lzioni c]assicistìclìe che sàl:lllllo prop e, di ìì à po(]lú ànrìi, dcl]a lel,
|eratura cìnquecentesca, (lominata dàll'autorità cLel Bembo È una ìiÌ€ua ibri(la, che sLù lbÌrdo
lettcÈri0ioscaÌ l0jnncs|aeleÌÌent i f0nct jc i . lnorfol{)gic i . lessical i tù] icemenle..padaÌú. ' (senzeescludere latinisnú colti). Leflc[tu è {luello di LLna griidc freschczza e iÌrìrìe{liatczzai chc sr nl
tona pcrfetfamenle conlo sliìlÌcÌo che pen'a(le la nalliìziolÌe.
{
I 02 t. r"u ,,nrni.t,."
un cavaxe-e mel,aisi-ìe h fa de-legrìo, / chi) XVIII, 01-
medievale,e. LanìoreJìe si rive-imono u]ù:e incarnarre stllÌto-complessappassiona-
quella cheuno spm-poiché nelBoiardo èdizio della
'Iniliare e
uì la nultenarrativa.rggi, situa-
Fnti, fate,alo Cll narre' . l l f lu into termi-|ersonaggiad un cer-) Ì'impres-
Boiaxdo è
, della let-sul fondoxi" (senza
che si ir
\ lJtLr ù \,4aria B, ri2.4n . dall Orlando nnamorato,I 1-418-9i11-12i 19-34
1 t adùùlri: /i adrab lnd .a Pulrr co de a corte clre s I ufìrsce pef ascol?re 6ccoîìo de Ie awenìured orlandol2 dilctrose € norc pla.evol e rîa lCrrc prma 1e ragon de a nov ta verranno
4. cte ..- mmve: .he ofrc lú sprrtó, da
5 v€der.ti ,.. snisùrati: feClete ie gefn 8rr alli fraodrn r (s r codi i'aft c0 a0peLLatilo di cafion] dl gesta'1.6.lirncoì nobrle e .ora88r0s0 (ancnequesto term ne r prÈfìce a tem no oga
7.Nor ri... meraYiSlio!Ò: run Y sentti, lgnatu, stana stùpelacente l 6a dsignor puÒ e$-ore nteso iofsevorutamente, come p ura e 0 s n80 are, re qua casopoera s rvoSefelrlre d rettamenle arprn
3 qùalur{úc .n]!roue (ancrre pu0r
e. al rù1ro sùbiuSmo: dei lrtro rogqró
10. naglia: a maBlia d leffode a corau
12 pos.anz^: laEa Patenza13. nwella: ra.crrto, /raetd,14. r{rpino: afa lescolo dL Re rns, v ssuro ne 'vl sero 0 e caduto a Ronc sva eùenuflcato con Iautore d ùna slona dicatia MaEna e dr ananda, de se.ala xl
venne abtraramente conscef a10 come a
15 mn1e: epteto con r quae vefle aD-tua nìerte ndcato 0rando (d snon mo dpa ad no, che derla a sua vorta da "conle
1ó.€ss.r,,, disD.tosc ÉccofroPerscrtto dela 'nove a'avrebbe provocatod spolro, d sp acere a 0r aido
!! Proemio del poema e appadzione di Angelica
Ne pr m. ca:to de Arhrda irnan)arata. da]a l rad z ona e pfren c Bo afdo descf re prepara
t ! per 'e g oslra che re Carlo sta or!an zzardo a Pa' g Ne i lezzo d Lrî sor lJoso Lra'chetto arr, 'a a b: a Ar!É ca che amna a cof a sLra sfo oo'ar ie bE ezza l ' : ' presenl
1 Sìgnorì e cavalLìer che ve adunatiÌp€r odir cose dileitos€ e noler,stari attenri e quieii, €d :lscollatirla bella istoria che 'l mio canlo muovej,e vedereti ì gesli smisurati5,l alra fatica e ìc mirabil prove, t_F fe,. r t t rJ r , . , urt i r d. l r , , jn"orrnel tempo del re CarLo impeútore.
2 Non vi par già, signor, mera\'lgÌìoso7odir cantar de orlando inamoratoChé qualunque3 nel mondo è piùL orgoglioso,è da Amor \rn!o, al tutto sublugatoq;né lort€ braccio, né ar.lire animoso.né scudo o megliaro, né brandolì affiÌato,né alira possanzar: può mar lar difTesa,che aÌ fin non sia da Amor balluta e presa.
3 Questa noveìlaB è nota a poca geme,perché lÌrpinota istesso la nascose,.re. ler d tor .c. , q ' r ì onr, . r \ar , r r .esser le sue scn!!ure disp€tiose16.poi che contra ad Amor purrT fu Perdenr.colui che \inse tulte l'aLlr€ cosc:dico di orlando, il cavalliero adalro13.Non più parole ormài, veniamo al fatlo
4 La vera istona di Turpin ragionar!che regnava in la terra de odente.di là da l'lndia, un gran re di coronadi stato e de rìcchezze sì pot€nte2o
17. pùr: /rvece ll'anttes ndcaiconfarq esser a e per o svog menrc de 'az0
13.id.lro:rEfeÍo( lem ne der va da
20 di corona .,. ri pÒlenle: a.ú rotenE pet 1l ttnlo \@tona),]a la1a pdùcan|l|tarc lsla\o) e ta nc.hezza
Percorso 3 epico cavalleaesco
e sì gaglìardo de la sua Persona'che rurlo il mondo stimava nienLel
ur.rdrrJ nomP d 'J
. l
che ha cor di clrago € membra cli $ganÎe
q. o oO 0' d-
" ; :
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D,no-d. ooaO'oooBdd oP "
22 ! r€lla: a vera surre naú23. h sùa gionr.: r.r 5!, a89únt', c oe
scÉu to deLf fDresa d craoasso2a: Carlo vdno: cairo rvagto (01Íe
'Ììejrú fagrn di rma, amhe oer ev tare ú r
oefzone con s!..essv0 ma$r'8fai0)25. Drurede Passa ri €ssegna26.;úpao c[c Poiché 44úe27 * .tionla: sr Ùesenta
29. Datqua tutarr' PF.tÈao5E30 ;a band ib: Ér, \tara mtlorlia Ld
cone reale eG apein arche a paSafìi e
c ascuno palre. pardo! potela 6sefe sj
cúro lasslguato) pÚrche n0n l0sse un
lnssianÌ costor che a vclla'7: se ne rano'
che senlirete poi ben la sìra giontari;
e rirornamo i; Francía a Carlo Mano'7r'
ch€ e soi magnr baron Prolederr e contaì
imDerÒ cher6 ogni princíPe cristÌano'
ogni duca e signore a lui se alronr'ì:'
Del una qìostrals che aveva ordÌnata
allor di magqro, alìa pasqua rosata)o
Erano in corle tuLti i PaladiniDer onorar queua 1èsta gractia
i da ogni paìte da Lutti i confini
era 1n Parigi una gente ÌnlLmta
Eranvi ancora molLi Saracim,
perché corle r€ale era banditaro.
ed era ciascaduno assÌguralo,
che non sia Lradiiore o rinegato
i . . .1
Pafigi nsuonava de insÙom€ntil'
di trombe, di tambun e d] campane;
vedeansi i gran destríef con perameno'
con foggle disusate altlereì € stran€ì
e dbro e zoieB tanti acLornamenu
ch€ nol potriàn comar le rocr umane;
p€rò che per gradLr 1o imPeratore"
cÌascuno ollra al poler sr lece onore
r-, . -< rpr" ' - - ì \u ' l c ' '1 n ' | !u"ì
si dovea Ìa gran gÌosrra incomrncìare'
quando il re Carlo in abito reare
alla sua mensa lece 'onnure
ciascun signore e baron nàturalero'
che venner la sua testa ad onorare
11
12
3'1. inslroménti: ffrmenlr m'sr'ar
34. ar.dù lo inP€rarore Erirsagra
ú rcntl,'tsi Sradita all tnpenÎate35. se !pr.ss!ra: si awionaya
1. Leta umanlsúca
e fórnor; in quel conlito li assÈLtali13\indduo millia c trtÌnlll ennumerati
lcafoVla! 'odà n z ca banchetto osptand.a asLraiavr.a! l lst fcafa :r c i s i ar. rnenlre saracen staffa sc'a al ( .one mast n )scpra t i lppet sec.nco a ofo rsarz:r . R ia dc. .sservando Sa,acenp.!-0Lrsla -À i tlor e che I p.rterà sLr d ess ment.! rt ga Lriliinle c.l l raiod Car o Magro s f f l r r l rasu a..r"d I ofe d! laf .ara er p.r
f i t ! . oÌrorarE ad!!ualan enlÈ I
)-? ' t r n a
I È"! ! ero l
r7 Inno: iurono 1!a .cn annumerati_-" senso clre r0rono rrcilnr, s ..rúf,
33 li.ssdlati: rrÉrte.roar, 1c0 0r0 ahe
ro ile finissin! riunda: C]r.of..rte
11 cor ioril laróro: ÍnenffÈ ra!ú€x,
,13. bassor, òassa i!.! /crc rreatan amoleE d matufacf ta, tu!ana 3a ! ta de e c0f t r0ntenp0ranee.ne a
44. in ranra lrlc:a: .osr arta4-èft-pn"oGú per apresenad tant nolr per
4s. .ome arcna .,. rsnrl: .!i,,re se ( pa
3ri I lasser d-p gróreii dr s;rbla sole/ala
i7 rbiBorire: per 0 stupore
49. mllùrini srdla: a le a de mattr.eÉ proorafrer€venere ma aope atr. i ar1'lru tc anche a a lerg i0
s1. Galtrina -.. Alda ,., Cla.icè.dErneliù.: Ga€€faera a mog ed Caf0
',rà8no Ne a chrns.r de Foiard a 0a etu 3,sore ad Ll vef,mu0r0qualdocarora!n. eairuf .a à lneci0 'ando,. . !
î9 luenLfe che stànno in taì parlir costoro.
sonarno Li insrrum€ntr d:ì ogni b.ìndare.
€d cr(o pialli i{randissini d oro.copertr dc l in issima vivànda+oicopp€ dr smaìÌo, con sotil lavoro{r.I r rp. - t . . . . , ,n L,-r n n. ' rJ t
Chi de una cosa È chi d altra onorava.Ìnosrrando che .li lor si racordava+:
20 Quiri si slava con molta allegrczzacon parlar basso+i e bei ragronam€nti:re Carlo. che si vidclc in tanta aLtezzaJ+,tanti re, duci e cavallier \'.ìlenti,tutta la gente paganà .lisprezza,.Jnr d rr l . nrr . lc er . ra r .n ' r ,rna novarn cosa chc ebbe ad appanre,te lui con gh alrri insieme sbigorirerT
2î Pefò che in capors della sala bellaqLLatùo giganri grandjssimi e lierint - ro, lor , . ì .n. / . ' ' n" d.n-Fl ld
che era s€guìta da un sol ce\dlieri.Essa sembrava matutina slella+ec giglio d oÍo e rosa de Yerziefijorf somma. a dir di l€ì la veritale,non fir veduLa nìai tanra b€Ltatc
22 Erà .lui nella sala Gal€rana,ecl eravi Alda, La mogli€ de Orlando.Clarice ed ErmeLina'r tanto umana,€d altre assai, che neÌ nio dir non spandoil,bella ciascuna e di virtù fontara5rDico. bclla parea ciascuna, quafdonoll era $lLnlo in sala ancor queì lìorr,chc a l'alLre di behà tolse l'onorcJr
era loanzaE C íce ed Erme fa (tantoumana ossa.onesel s0rcrspenvaÍrente € spose d R na do t d Ll88 ef Darcse
s2. spando: nonltu .m$. fonrana; Lfte esemlro54.l'onor: rrprfraú
3 ll poema epico cavalleresco
s5 cùnqúiso: aonoufaÚ ir4it
57. DcrQoini: ùÉilP!' '
dgtolo ran
!e ; È tdPd an! e raL ddrÚ n
i.on prgrto grnt oauttn oetmon'
do dr d errtÈ r0orr e u o4rdnd 0P ?
Ìera aigc .a pr.veie oalcata '0r
53 il tùò raro giocoùdo: rliuo Elno
l.piiÉ
5e Uberlo dal Leoner l3 so rome ce
Ì.tu s ias.cnde ifaie 0d aîge l]a Af
ó1. ;lrn rasionc se41, nctrÚ risir
ù3 5ùDB srornarc dÉ - rrE
rore r Larr nr un ne r qL' to ao ;
cla Ò perbo ca) Úfre ri Lnar 1 tÙme rus'
ó4.rc8gemo,.re ror: gofemrano rr
ó5. e... aPorlrc. rÙroro PoÈte nt
óó concisroú: cúare8rÚó7 5on ... rirtùr€: srrto d,ll [î pferrr
ó3. una (nronr' a .rd d r05e P È
node vic$reCe a golra ncù rÚ
s irefesse del cara ei .he gaB8li ann s0 o
Def mostrafe or0 !a ofeó9. p.r 8i6lra conttastaR: tornmr
Ogni barone e PrincrPe c sùano
in quella PaÍe ha nvolLalo ÌL vrso
né rimase a giaccre eLcun Prgano: .ma ciascun d essi de stupor conqulso'-'
si f€ce a la donzeìa Prossimano'"iLa quaL, con vista allegra e con uÌr nso
da far inamorare un cor 'tì
sasso'
in ominciò cosÌ, ParLanclo basso:
Magnanimo segnor' le iue vrnure
e le prodezze cle'toi PaLadÌnÌ.che sono ù lerra tanlo cognoscrulequanio distende il are e soÌ connnì'
mi den speranza chc non sian perdure
le $an fatiche de cluo p€regÌrnr'' 'che son i'enut daìla fin del nondo
per onorare jl tuo stalo giocondo)'
Lcl acciÒ cb'io 1i faccrà nranrlesla
con breye ragiomr, quella cagrone
.he !e hr ( t 'ndùÙr f l l r rut r t . r ì Lest ' t
J i i ' , cht eLLre*o r l - rh 'r to dàl Lront '"
di qentìl stjrpe nalo c d'alta gesu" .,,"..lrto d"l .uo t"gt-to oltra ragione'':
Ú. chc con lui insicnlc lul caccuLa'
son sLLa sorelLx, Angelica nomara"'
Sopra alla Tana cìuccenLo giornateÓr'
doveìeggemo Ìl nosrro rentLore"
Lc Lor dr Le le n' 'vr lLe Jport .r teo- . . .e JeLl,r gtosrrJ ! dcl gr;n conÙnor''
di quesle nobil gcnte qui adunate;
e come né ciltà' g€mmc o Lesoro
son premío dc virtutc6r. rra si dona
al!Ìncitor di rosÈ una corona6s
Per lanro he rl mro lratcl deiiberalo'
P€r sua vinute qujvi dimostrar€'
dove il Íior cie barorr è radurÌalo' ...a.l uno ad un per giostra contrastar€""
o rogìia esser pagano o bîttizato -.,
frnr de la rere lo veLrga a trovarc "'
ncÌ verde prarc aLla Fonte deL I'in-o
.love sc dice al PcÙon di N{erlino"
23
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70.oyÒqlia., rrovarer ta ess' paSa
r0 o .rrs|af. ibattlzato nafe2zatdltror drPrírr (tena crtlà)ven8a a r'oi
'jíl'$.-" u, *.'t., . o "", *n'
a 0uae, secordo a eglen0a aftursnaera stato epolto oer nEntes irìo riag'Me no ceaiche nque$'asouna l'rEmnazonq de tutto arbtErra, fa e eg
1. Letà umanstìca
72. fepùgnar€:..flraÍ€feruorarîenE,nprcnderc rlcafibatnnentr ti altJa îÒna
73, pngions P|aotreo74. potes!€... s..varcàfe: rrsaEse a
7ó. rÌteùdia: arlerìdeta,asPeÍa/,7/. per nddÌielia; .one s0 rorse Ùra.ol. meravl8]rosa Nr pfdrSlo73. con vist! cangi.ta:.út asperoiurrlo, a €rato per l'èrnor one profata a
/9. rc!ú1à: Passrore d-ósdeio30 paccio: razo, fole É quero o'nogerme da cú nascerà dÈadeltÙlandÒtÚ
31. a vogliar dal desrdeit dallrstrnú32 re desyir t';/lonirna dalD reda vrain quanio o nducea fallafe a l)ecÚ€
33. airàr€: arutare oon 00ssolar nLr a
35. il rpirro: lo sPtr]to, la ,,',3ó nha.., tftnÒ: r f, gà lmDfrgliaIrr
freno è mom clre e mette n oor.a a
37. saP€r: //srpere 1ancrc ne seiso 0
33 .ù'io ,,, n.ppiglio: per.he v-edo)ò .te è neEla na s.eEa tt parfi peq
Ma fia questo con ul condizione(colui lascolti che si vol provare):ciascun che sia abalturo.le b arcione,non possa ìn altra forma repugnareT':.e senze più conte$ sia PregioneTj:ma chì polesse Ube o scavalcareTJ,colui guadagni La Persona mia:essoTt andarà con suoì gigantr via -
Al fìn delle paroL€ ingenocchtata.lavanti a Cario allendiaT6 risposraOgrìi om per meravìglia77lha Ìnireta.ma sopra tut!i Orlanclo a l€ì s'accostacol cor lremante e con vìsta càngiatais.benché la rolunLà7e tenia nascosta;e úLor gli occhi alla rerra bassava,ché di se siesso assai si vergognava
30 (Ahi paccro3o Orlandol> neÌ suo cor dicia(Come te lasci a vogha3l rrasporlarelNon vedr tu lo error che te desvia3r,e tanto conrra a Dio te là làllareDole mi mena la forluna mia?\kdome preso e non nli Posso aitare3];io, che stimavo tutto rl mondo nulla,
"-ur da rra Ln. u r
31 lo non mi posso dal cor dipartireslla dolce vista del
'iso sereno.
perch'io mi sento s€nza lei moúe.e il spirlo3r a poco a poco venir m€no.clr non mì 1.al la forza, né lo ardirecomra d'Amor, che mha gi:L posto il {reno36lné mj giova sapers7, né allrui consiglio,ch'io ve.1o il meglio ed el peggior m'appigìioe3'.
32 CosÌ tacilamente il baron francosl lamentava del noveìlo amore.Nla il duca Naimose, ch'è canuto e bianconon avea già de lui men Pena aL core.ancieo tremava sbigolito e stenco.a\,'endo perso rn volto ogni colore\ l .J q. l r r f 'L l i r^ l ùg,r \ ' ror '
.1i lei si acc€se, ed anco il re Carlonel
28
2S
Srore È a rpresa rl un leco perar.hesco
lRime, CCLXIV, v l3ó), a Súa VOta rcavatoda 0v d 0,
^let frofiosr, vl, w 2cr2l
39. N.imo: ,flo veccno e saggo ca
e1. cadon€: ca|o MaSro a prescinderedare raSoi de a fma,l'appe atvo non e
Percorso 3 ll poema epico-cavallelesco
33 Siava ciascuno immo[o e sbigoltito.mirando quella con sommo drlettoima Feraguroez, iÌ giovenello ardiro,
sembrava vampa \iva nello asP€tlo,e ben rrc roLte pres€ Per par l r lo
di torlaer a quei giganlr al suo .lispetto.
c lre lolt€ afrenòqr Ltuel maL pensjeiper non far ul vergogra aìlo i|lPerieriqi.
Or su ì 'un piede, or su Iaì t ro se muu!6grauasì I capo e no. rilrîla locoiRainaLdoqT, che ancor Lui l ebbe vcclLtLa,
di\,'€nne in taccia rosso conrc un locoi
c Nlal:ìgiseq3, ch€ ìha cognosciuta.dicea pian piano: <lo ti farÒ trl go().
ibalda incantatri.e. chc gianÌaì.Le esser qul slaÌa non te vantarart
92. r.ra$ro:.À! 3re paBaro93 di lùla: dr lrrijft aa
9s. allo inrpcricri: rrl inperaloí9ó. Or .. sc mtrla: irrleira oft ir !r
e7 Ràin.ldo: Friard., pa ad n.,.ugnt
93. ùralagitcr Mrú8úr, nù!0 r Íaro,ur.0 ar iler rrillfeso cre Aige .a .onun t fùrc , i luo e d,r dere ese[trcr
34
nal is i del testol l proemio, Gradasso e i l bancl-retto di Carìo lvlagno (ottave l-20). I lpu,,blico (<Signori e cavallieD) al qu.ìle Boiaxdo si rivotgc ò coÌnposto dai n(nr di colte e ftrr
se daUo st sso signore, <adùnati> ìnl0mo al poeta yr' ollenere un pia(:ercle svago dal
l'ascolto di <(îs€ dilettose e nove>.Lautore op{ìa poi la ftEione ila ciclo carcLhgio e cicÌo bretone già effettuata ir paÍe dai
cantrùi. mà attúbuendo all amore u 'importanza straordinada, in quanto forza naturale
che imprime movinento a tutte le àzioni- Leroe che dà ll titolo all opera compirà ancou<gestj snlisumti,, <alta fatica" e
"mimbil prove>, nla questi a\ryeranno non per leaìt:i .
vassa.llaggio \€rso il proprio sire e per adesione .rlla fede cristiana, ma pcl amore.
tjna d'uotazione esclusivamenfe epicà è atrribùita rIà figura del "nemi(!" Gmdasso (.,un
grun re di comna I...lhacor di drago e nìenbm di gigànlc,), che decide ìaguclaaconluni
co scopo di conquistaxe la spada di OÌlaÌdo e il cavallo di Rinaldo, mitici cnìblemi della
foza € della destrezza.Dal piano epico il nanatorc pa,qsr poi nel'ambito (li là.ffinat€ consuetudini coÌtesi. A Parigi in
làlti è coN'enuta (na gent{: jÌìlinìla> per la giostr2 che iÌ rc Ca.rlo ave.va oÌdinatà <alÌa Pa-squa
rosata" ed alla quale pssoÌìo pateciparc tut1tr ituclli che non sono tràdibn o úÌnegati
La d€scrizione det barchefo rivela Lùì susto del dccorc fomaÌe che rhìanda al m.ffinato L-
velo di \,ita mggiruìto daÌìa conc €stense di FelTd.la. Alla coÌte di OarÌo (i sorìo oggettr pÈ
zi{rsi cd artisticament€ lavorati, come <piatti gar(lissinú d'oro>, .coppe di smalto)i I'atm..
sfcla generale è di civile ed ekvrìla anÌonia, in (:ù ìi atlegrezza, si ac()nìpagna al parlaft
a bassa voce e aì "beì ràgi( ànì€ntl', ommai nobllitati da una lungu tftìdizione Ìetterùia
Angeììca e le reazioni dei paladini (ottave 2l-34). Nel seguito {lel canto I ele-
mento allloroso si materializza ben presto nella figura d{rlì.r bellissima Angelìca La $Ìa aI}parizione è nol[o t€atmle: la scena è la
"sa.la belb, il coúeo ì] costituito da <qlattro I
ganti erardissimi c lieri" e "da
un sol cùvr.llierì,.
1- Letà umanistrca
Il discorso che Eonuncia è sapientemente organì'zzato: dlàcaptatio be erok'nt7oe' con n
"""-..."rt"""i. aa
"rr"r'e di òarlo e dei paladini' segùe la propria prcsentaTione'
-il dcor'
*' aiiì""., ""t1
., u arsponibilità a esserc schiala del vincitor€ del ftat€llo Anselic4-co
"*ì..J.1.""n" t.q"osto, a u tella aonna
'tìe sa sfiuttar€ la propna bellezza; è calco
*..', "t "
,t *,.". comè ben sa Malagise (vedi ottava 3't' lf 6-8)
;;J;;;;;, ."".ppiato con querro dera seduzione' fa di Angelica un personasgo
lì"r"*"1"","'"""t. "spetto
alla donna angelicata della tradizione precedente ln que-
:"j'ffi;;;;;;; ."i.; nome "Anser;a", assuma tùtta ùna coìomzion€ antift'sti
; ";;::;,),
i" q"""to Anserica è propdo l contano dena donna anseùcata'
I o,"-"n'o 6; aj,g"t,, u nél i amlo d'i 'n\r rani pro!uchem inÎarri ìa defezionè d'r pii' va
ir",*-i ""-n'.^i,ri.-lo \'laÉno al'baglrati dalla \ua ime'isrrbile belìFzzr'
i-"..J"*" À" e.r*a" ha profoncìamente trasformato carlo e i paÌadini' "h'l'r1,"-:l
-ì ì.ì"*J^r ar""*.i il€ìa fede cústjana e poÌtatorl di valon assoluti' ma ùonìmr rn
--. e ossa crre sullscono lino in fondo il fasciro femnìhile
;;; ;;;; ;".fte l suo pubbrico descrir'€ndo I'irrlbarazzo dei cavariei' cristiaÌ'i
:;;;;, ; ; J";*.."o affàscin;ti da Anserica Anche l duca Nano 'ch è canuto e bran-
ì-. rrenÌa d'amorc "sbigottiio e stanco>;nta, quello che è arcor più soryrcnd€nte) <anc
j re Carlone, s'accende Per Angelcà
oi'"..t ".. "r". nto n"ou,'uggi ia'uu, a" p"""nfde come nìodelli di comportàìÌento) lna
. """orl"
..iiirr.,ì, .,ì.aati dlmanitir Alle reazioni di orlando 'ìll'apparizione di AììgeÌica'
ì;;i; ilù;.cgior€ sp^zio ùtlizzando l monotoeo' che eri coo"e ie di vedere dar-
. .";;; i ;;À;;ó pe'=ànaeeio' Iraneggiamento 'reì
paradino da\"anti ad Angerica e
- arriîesi cll quello tipico a"r "u"ur'"'" ""'uesi""o'
dai sesti "smisumti': orihi
:.ll '.ior tx€-
.ii*-.'. "iì"À "aIle'*"' liene sli occhi a tena e "di s€ st€sso àssai sì r'ersosìava"
:iìà.am.:*" i""",''*=rt€ il propio mutanìento: "io'che stimavo il mondo nÙtia' / sen-za
irfne iìnto son rla una fancir la'; comprende di inbapr€n{ìere la stmda sbagtiata' quela
.-* O i*. *à*.*" t oeni farìaci e mondani e lo portirrà a "farlaxe conti i lìoL
si auto
*"fi." "ì*-"-ti- *u"ipardo il giudizio su di sé, sul quale Anosto costiùÌIà il sÌo p:€ma
i"iiì, J""" J.* neuarol un aspetto tipico dena tecnica narraljva diP'l-91ii-Y
'jat "ar,*L ""I'.*.
s ipresente queÌÌo che diventem ù consu€to espedi€nt€ o meccarÈ
..-t^n.tf.,"f,i.,,o'mb?hcement,petopel3ÎeiÌcambianentodellascenaemlrcouÈil;;;;;;;"","naffúivo:"Lssiamc;$or" e útomarno in ftancia a ca o Mano '
J ll rùa-
ùl€nù deiia
oggerrì pÉ
1e .èlo olr arlifìcr retorici utilizzatì da Boiardo'_ r.no ;nalore? À4etalore? tnlambemenls?
ti del narrdlore? qual€ ropo hanno? llnarratore presenta
semD r lefnef le lòt l l e pel(ondgqlo e(pf inP de' romnen_
l i { ;dr etsr?ci 5ono elè'neî l l idDe' 'hi nel la ndrra4one?)
5. hdividuar€ le cafalteristiche dellhmbiente nel quale si
colloca l'aPParizione di Ang€lka
6. DoDo aver ra(olto tutte le espressioni riferile ad Angeli(a'
rjfl;ttere a qu.li canonÌ rlsponde la sua desrizione
: J. to€ma rndividuare il tipo di pubblico a
; -.:rci lo scopo per ilquale e5s0I nunlsce,
ata -;rerlu natiata, il pertonagqìo principèle'
n. lhe venqon0 al tr ibui te da 8oìardo al_€,_4:!e2el)?
il.|la :.:îrca narfaliva ugata da Eoiardo (Ad
EÉ a; etÙela.emenll Ci lono interventìdiet_
Percorso 3llpoema epno *uu""t"*o
ff
\ l . r l Ic( ' Mîr id | ìo i i l rJ ' r r dòl l 'Ortando innamofafo ' I XVl l1 32-55
f t t l duel lo di Orlando e Agricane
:;:::::j,:'iJ:i"jfJ.1;l::;i:;ii::,:5iJiì"ijil!:nilllt:lli:ii:l';ìi:i;;:";";c;;;; i" ;;;'. "' "'.' "'l:"::î"l".'li: :iÍ:.:ì:.i::it,l:i'il,ij,: l']..:&:.cl i . t pai . r a ic i i r i i Ne' i : t n1. . ncr
. Of a: lo s rr . t l? a sLro nsei l ! aìenio
,-
1. dello ar.ion: dall'af.r!î€ drsera
4 poco ... conr.: roi siturnòa ruigoche 8ilnse ar.he aríaínos motlra'i: I ilosraú, semoraró. Dói sotlrù.: pror soprúllare7 inlko... ìrcnsicro: tr seisbatrraio
1 1. fran.o: robrre, .0rà69 oto12. e ì ,crò , ca'+ont: , " ret to 'erÉtrra salverra lscsnpol lafà llia).a,ra(ossia t rsll3rne'ò a rú oer I l|"
'r
Fermosse i!ìAgrican€ d queÌla rom€'
c smLrnlò dello rrcionL per rrPosare'
ma non s€ toLsc lÌrlmo dclla lronte'
né phslr3'zo scudo sc vols€r le\.areì
e poco dimorò che gronse rl conre-'
e iome il vldc alla fonte aspeture
dissegli: - Cavallicr. tu s€i tuggrto
i: sÌ 1ìrrte mostravit e tanto ardrtol
Come tanta vergogna PÓi sofftirer'
a dar le sPaìle ad un sol cavaììiero?
Forse credesti ìa moÍe fuggire:
or ve.li che faìlito hai rl pensietul
chi morir PuÒ onoralo, dÌe3 monre;
ché sDesse vohe anene e de L€giero"
che, ier clurare in cluesra !ùa lristaro'
Ìl,one e tcrgogna ad un Ùelto sac'lursli:r' -
Agdcan Prrrna rimontò ìn îrcjone'
Doì con rLìce suavc risPondu:I lu sei Per ceno il piìi francorr barone
ch iLì l1lai trovàssi nella \'ita llnaì
e però del tuo scamPo fia cagioneD
la rua prodez:a e quetta cottesta
che ogg sì grancie al campo usaro m nar'
quàndLr soccorso a mja gent€ donaÌ'
ferÒrr te loglio la \'r!a Lascrar€,
ma non tornasliÉ piùÌ per darnri inciampol
Quesro Ia fug.ì mi fc'simulare.
né vi ebbr aLrro parritori a darti scampo
Se pllrr6 te Piace nre.o baÎt'ìgliarc'
morto ne rinarfai su queslo rampol
ÌÌa sraÌn! leslimonro il cielo e itsoÌe
che clarri mor€ m€ displace e cluoLe
33
34
hp:rÉDLr drbrd. r r tP a i ìÈ 08! m
hidmu'a. bdrr8 / qúndo i fd
r sef t f r ú D."dci0. 05ra a Ì !
13. Per.i: !er. d pefqÙero
1. Letà umanistica
: r ' ìL A!r
':. r rLr!! r-E
36 ll,conte li dspose motro umanojpercne avea preso gii de lui pieiareri:- Quanto sei, - dìsse - pìù franco e soplano,s,ptu ot re me nncresce in vemarc,cne s€rar molto'.r, e non sei crisdano.et andarai Ù:ì l,anime dannaGima.ser.ói il coDo e l,aninla salu.e,n glrJ bdr ' . . j ro cr" .c c or ' . r ' . nd: I<
-_ d. luì pi€rltc: compósrOre di Lr-r fpr.oiì: súlraio slperuie aar rran
:l piglia bartcsiho, e tasciarorlc:_:: I i 0aÍeslmo e t /rs.er:r Chi....argiareir n r aarrbiercrla
- --i, ld c0mb6ft0re.or lelre/nnero
:: ..r lrresséfo @ d.p/ úrd Jo:2 n'. 5nro ... aYiso: m, rirl dî€ll: - - !i6.0 flcordo) e ri awerì,;3 d. latri de Dei: der rronienldedij: j, qlresùoni retnóse:.'l tùù: la jra tede (sonnteso Dol?. col L'ràndo: .on /a s&C,:ó lranchera: è quero inome de a: : : .3 0 agl .ane, secondc ablLrd re,: :r'a.er poema ep c0 cava reres.o d:-;:ina za,e g stumeft p ù v.n de a'::a
-d0e .oraggo(Dm ncaia,ad esÈm:: e€ a s0a0a 0 orandoli7 tr allnmta: sr.rr.Ae ler óú0rbr,
lJ lrbcra: ir.! fsrArÉ e rlnirojo;rricrè un rrancos sù0 d úsoarcco)
j2 ùrmr... (rrî: aone rr...rE ri r1: _ l.rrrolro 1) 13 È 103, nora 131li lÌaùchiilagiiari annosij .1 .vca.. . nonre; e/r l .amú4t i .
3ó {núÒ tc pÒlcrcmo: ertanbi.i r.
37 Disse Agrican€, e dguardotìo in\'ìso:- Se ru sei crisriano, Orlando sei.Chi me facesse re deì paradiso.con tal ventura non la cangier€ir':ma sino or re ricordo e dòÍi avisozlc|le non rne parli de farri de Dei,r.perché potrcsrl predìcare in vano:dìlfenda il suo,r ciascun col brandor5 in meno.
38 Né più parole: ùasse fuor Tranch€rar,,,e |erso Ortando con ardir se afftonrr,Or se comincia la baftagÌia lìera,s,con aspn colpi di taglio e di ponlar.,l. . , .unoedi r , . d : , , r - t rnp. ,e sternol insieme, come il lìbro coma'.da mezo giomo msino a norÌc scura,sernpre più franchirr ala barlaglia dura.
39 Ma poi che rl soìe avea passaLo il monr6:rr.e comincìosse a lare it cel srcllab,prÌma'verso j l re partava i ì conre:
_r \ . tuFn c . . . , t r r tgn|o, , . , ,o- , , :
Drsse Agri ! inr con frrrr l . pr.nreAmDo se poseremoj6 jn qLresto prar-.j
e oomaùna, come itgi.rrno parerT,irornaremo insien]€ :ì barragliare. _
40 Cosi de acordo il p.ìrtùo se presers/ . ^ . r t dcrtncr . iJ . . ut1 i on i f ,_ .por sopra a l.erba verde se .tistese:come fosse tra loro anrr(a pace,luno a lal t ro vrcino erà € paleseroOrlando presso al fonle isresoro giacc,et Agricane al bosro più v (ino'r . . - . .o, . . . LS-.npi_, .
33. dr acordo... prse dr..nrnÉ rc
3e pal€ss b-en rsrbrle (sotto nea fatú
cne, nerm,s esDon.van. cnfanb a uiata..o irrcd 10r o de awelsarc)
41. stassi olcato: re re sl, .on.ao
Percorso 3 ll poema epjco cavalleresco
.2. cond€cùle:.onfenreoÙ, corÎacdntr
4a l. divina monarchia: Dro nqÚan
46. reppi .-. merlo: ruppr la Dsta ,r mronìasÍrr t.ne ric.npensa (pef meftomerto)de ao rnseSnamert47. mosft asse inleSnasse.43 a gentil€zzar a pe.sona tobrlel ndÉ 8li att but d un nobrle úva ere, econdo I lisuagq 0 cortese (s rc0í11.h€ n'a aùma soceta Ieudae cavaLer ecno per0 pru pr{ d struzonel, ovr'€fo E rorzadél cono e la destrezza, l?nlta49, Dottrina: íenzr, saprerzr
51. tiro ... *gno: s0r0 da.roroo.orîe g)ùtrEa ad ùM netle.iit a can tBlane rseSno nd.a be6a8lo, verco qua€ sanc a tirol a lrc.c a fespre$ one meúfor ca è adaÌa a ndo e de personagg rDs not anche ltcconezza de pa afed otsando che dà rnzia mente racone al avversafo, per po conlularne laíra!ers0
53. $mma úaisure: S0dma naesta(r p€nde a divina nonarchia del'ottava41 v5)54. Egli è ,.. ivatrlafgior è u, atb noir. s.odese lcontraio c 0e a 08n! Îoma 0
Sentlleul /olef cottustare lcombaterel
E ragionando Ìnsieme tutúvìa
di cose degrÌe e con.leccm€'a loro
guardava il conre il celo c poi drcÌa:.
QuesN che or vediamo. è un beL Lavoro
che Íece là divrm nronarchiear:e l.l luna de argento, e sreue dbro,
e 1a luce del giorno, e ìl sol lucente
Dio rutio ha 1à!to pcr Ia umane genle -
Disse Agracane: - lo compr€ndo Per ccn'
che ru \'ói de Ia led€ mgionareiro d€ nulla scìcnzia sono esPe o
né mai, sendoaa fanciul. \.'olsì{i ìmParare
e ropPi iÌ capo al mastro mio Per nrcrtoa6
poi non sr Puolé un aLtro ntrovere
che mì mostrasse+7 libro né scrilllÌra'
únto ciascun avea di me Paura.
43 L cosÌ qresÌ la mía LanciuLezzarn caccie. rn giochi de alTne e rn caÍalcare:
ne mi par che conr"enga a gentiìezza+8
slar iulto il gÌorno ne Libri à pensare:
ma la torza del corpo e la ctestrezza
con\iense al cavalliero esercilare'
Dotùina'e al prele ei al dollor sta bene:
l lJrLú'a\ ' ioÙ\Ldìrom' on\ icne
44 R. iN-e, ' raroo: I ' r ru ei""u"e3co5r '
che l'arme son de l omo il primo onore;
ma non gÌà che il saper faccìa men degno'
ancitl lo adorna come un praLo rl troreì
et è sìmile a LLn bove, a un sasso' a un Legno
chi non Perua aììo eterno Creatore;
né ben se PuÒ Pensar senza dotlrlna
la summa maiesrate5r alta e di\lna -
45 Dr. . ( Agrrcd r ' - t r - l i e sr ' n :or ' '
a !o1€r coniraslar con avantagf+o"
lo !e ho scoperio5t h naLura mÌa,
€ te cognosco che sei dolto e saggro
Se Più Parlassi, io non rlsPon(l€nll;
piac€ndoti cÌol.lnir. dòrmitc ad aggio56
e se meco parlàre haÌ Pur tltietlo,
de armc, o de amore a ragíonar t'aspetto'
41
é2
da úna N*tane d] supúaxta \coî' avan'
ss. r. hd scoperto: i no ÈFo .onoscerc t] ha welata apenan'ànrc
só. pi&€ndoli .., astio: se har lotudt tlotnne, damt pote .an tuo cano.'
1 . Letà umanisbca
I 46 Ora re prego che a quel ch,io drmandoI lspondi iì"ero. a tè d; omo pre$aror7:
e ru sei veramenre quello Ortando
c se mai losri ancoraie inamoralo:perché o8nì cavallier che è senza amore.se in ùsla6o è ùvo, vivo è senza cor€. -
che ùen ranto neì mondo nominalo,e perché qua seì giontoi3, e come, e quandc,
47 Rispose il conte:- Quello Orlando sono. h. o, ( i .e Aìnurre e l .Jo tJ ( foL,r ." lamor mha posro tutto in abandono62.e Íenir lammì in questo loco slreno6r.E perché leco più Ìargo ragiono6a,voglio che sappi che I mio core è ìn nìanode ia figlioìa del re Galatrone65che ad Albraca dimora nel girone.
!... ii ha Ianima, il peuo e il spirlo7r li avampava;e !an!a zelosiaT, gli barre il core,
Or de una cosa te voSlio pregare,che, prima che veniamo a coral piato77,
t!=':' 3na& quella donzella che rl tuo cor disiaTs,tu la abandonl, e lascila per mia7e.
Percorso 3 Iì ooema eDico cavalleresco
| 68 Tu fai col parre guerra e gran l'urore
; per prender suo paese e sua casiella,et io qua son condotto per amor€
I e per placer€ a quella damisella66." volre lìare67 son staro per onoreÌ e per la fede mia sopra .ìlla selìa63;
or soi per acquistar la bella damafaccio battaglia. et alrro non ho brama6e -
-1r.:.-.7)Òdtta ,ts
. Quando Agicane ha nel parlare accollo7o7 t -.-. :.nate che quesro è orlando, er AngeÌìca amàva,
5 fuor di misura se turbò nel \rcho7r.t,Ee= ma per la nofte7r non lo dimostrava;
b.jD::.îap de piangeva sospirando come un stolto,
isE^.seLca 50 Poi disse a Orlando: _ Tu debbi pensareù . r,- rd gEne) che, come iL giorno serà dimostratoT6
debbiamo insieme la bauaglia fare.e I uno o l'altro rimarrà sul prato.
rùz t, - sota, tn 73. il spirto: 1o spirlo, t?niiîo 77 , ^
.oîat pí,to: a quest dueta Íw.r_oi .:j esro 74, zel6ia:8el6,a tab.
7r. doelia: dólore. 7e disia.destdea,ana.7ó. .rin6rrato: appaEo 79.t srita per mi,: ta lascja re
so nÒn PNrnd PariÉ: nor P'tre soP
lli'?i1o. .u*"., , o,''oo,o on'"
11. ,r r.r. . .pi'r'' sar; conrreta
34. rdà si loco: 5ìú 'o9
ffele
is reúàle: sttuaE nanren'É
oa:ierìe\ia a ora ad Aqícàneqr
'rsLa sicu.a: ': aOoretnc
e2 isrnda rtidrrc Broó dr orrP
ed io;\ienti I .on 4e lelr
e5 in \tr Ì arLion rlla e]]a a ara l
96 ar€r i la ! ia: de' 'o iq ' ta4r a
i i ' i ' " "#: : , . ,o.un' a."es.otvo to r !i SrdndF lortrndre rP : rÌor
93 s. .cofgiano: sr L/edevaro
5l lo rJnnur l _D' ' r r 'ò L_"rLlo\ 'o' '
. " : , ' ; ' ' . : . ' ' rdnmJòr
o Iuno o l'aìtro aì iutto serir priro
Jc,rJ. tJna dl
; ' ; , " "
' r lJ ' l ' ' ' r ! 'c ' - o
e qu€sto bosco cbe è qr'rívi. d mtorno'
che lebbì dlfiuuta in cotaL Loco
ern.1 rnr 'e 'n l oLn c ' fou. '
52 Diceva Orlando al rc: - Le m'e promesse
u,,r" t n t"*"'""t. cLuanle mai Ììe lei3hi
ma'efLr ' I l - r ( 'n ' / 'oPrJr ' l ' , ' ( r
- ; -" ; t , ' . ' ' Jno' 'ua rJ
'e ' -
" lorru '1 ' , r 'n ' l : *? '" ' ' ".lelermi di fronle gli occhl mrer'
e \'iver senza sPÌrto e senza cor€
d" \n ' r r - r ' "no: -
53 l l r ' \q 'ar ' l - ' ' rJcra I r r r t ut :
ron nir ' t re ' . r r I PJ5r ' ' ì ' t r ' r r (
hcncht sia al mezo deÌla notÎc scur'ì'
pre 'c B rJr 'o"o r 'u r 'hbp. l n 'o ' l ' rc
I o lÈoÈl ' ' 'o 'o ' \ 'n i ' r ' Jra
r. rJ- lonle ' i lh ' l ' Lrddr ' -
ao""a", - C"*ltíc'' t^ aamn glìglìaer
i-ra, convicnti"' o tar meco baltagÌia
ca LIJ È:J rdlLlun' -J l r lo-
p. Í t hP" o 'n" " no*( r l r i P ' i nr '
iemendo daì Pagano esser rraouo'
-al .o .Pr r , r L l ' ' r ' - 'J l ' r ' rmenr:
unl le rLsno\e Lon lanLmo ardrto
l .^ i_ l ' ' l t ' nùn no 'o r ' r I 'er le
- :F ro n ' rP: ' 'avcrtìla con!ien Per alLra viaq6'
55 SÌ come il mar temPesla a graÌr lo uÌriei'
' .n 'n J ' rJ lu " ' j l o ' d\J l l ' " 1
ùel r€rde Prato' P€r La noÎte brùna'
,.'"."tclrri *"t"o "a"sso
€ buon dÈslrìerÌì
e se scorganous a lufirc delìa l"Lna
dandosi colPi disPietatr e nen .
ch era c!ascun di lor Lone et àr'tÌro
Nla pìù non {:lico: il camo è qui hmlo
". . .0 "o
.^.- "1 "0." "
oorÀ do
E
S9 li,lYllilio*"',",", **.
3',.lllli,ìÌ'ìii.'; Î :i :iiX;,1" Î
:r ill#iiii:rrm,;::::rx
i114'L LeG umanistica
nal is i del testo
l;r itrutlLlra c i coLltentlti clcll episodi() Lepisodio del dueìlo dj orlando ed -Agn-
i.ì. "tì"ì."u"
u- ** cati, la fine del XVII e I'inizio del t'D( Nc abbiamo dportar'o la
pnrra pan€, in .ilri possono esserc indìviduafi due momenÎr:
a) stanze 32llZ: scarnbio di coÌ'tesie cavalleresche trà Orlando e Agúcane;
i,.'l'". "ss;,
,r'.0*-enrrzioné 'lèi
Jue pèNnnassi è dr'rÙllra7ii 'ne d rúrore.p'r Aîgeli' :
;i N;;;;;,;À,. r duc calrrteri rn eìano €ntftìmbi ra roro adesione arrc rcsore del
."" i . . r ' "U"-* . , " r ,è norr rmnrerrc La fus:r r le l 'a\àLPre dÙìndJ'z ia l IFr i 'n lu Ui lb 'or
so di Orla do, dìche se il palailino non s'è presentato, riveÌa ad Agúcanc l a s u à i d € n t i t à i i l
p.g*o -*t..
al .i.ottosc€me i tmtfi caraltcrizzmti ili 'pro'lezza e coiiesia" e eÌi è eÉ1
i.'i ili"," .r:" gll lra .n"fto . caìnpo l)i consegùenza {tìole úcanbiare la coresiiÌ' ra'
!"i*a"$ ro "i
à og.i.uoe amnl€tte il \'alore del 'più ft'nco barone"' ma mello.stesso teÌr
r,. I A"it"t . ".""i"t.
della prcpria superioritì, che procur€rà l:ì nortc alLa!\'ersàrio'
i{a anche Orlando è cero delìa propÍa superiorità e quhdi tìsprim€ il propno rhcrcscj
nìento per la prossinla mofte non cristiana di Ag cane Si otfre albla di battezzarc il.pa
n*.. À. ""É*a
t" n".,slo modo la salvezza spiriluaÌe e fisica' poiché verrà la'sciato libe
ioL prgt i r bart" .urro. , las ' i l r lon' andidè" l
i' ì"'.ji. p'i*" p"". aell'cpisodio è evidentc che il personagsio di orlando mantiene ''
"-.tt".i"ti"L""r."""*'e!aìofàttoillipicoeroedel'omonimatàozso?rrl'?,''sf']:èunva-loroso uomo d'ùme che mmbatte per il suo re e p(:rla tède
il-i.r"rlr ..1"."a. o*,. ,l€ll'episoalio i 'lue
rcntendcnti, dopo aver sr'regsi'rto con tutt' lc
lon'rork,r l l . !rr io, lèl la\,ra'r i ' idunolarr^!ua r 'hF \èmprP in ba* 41.""* ' : : Î ] : t l" l :-
sru. vpma f ie i ' ro-amcnrè r ispenara ' 'om"Îo '+rralo '"dn' i t rpair ' l r rnoarrrrrcq(r-
ó.r."a.. .."rri.',, ".i",iano,
inizia ad eÌogiare Dio chc ha 'reato
il nìondo 9cr I unan-
n".,.'. t"al,if*t-ta. "na
tipica concezione umarisiica che non vede' comc nel Medio
ii.,'"."..,'p0.""r.." ""
Db l'llomo e la natÙa' L'inìmagine clet cosnìo dara da Orlard
U """""t.t'i"O*". "ne
or vediamo, è ùn bcl lavoro / clìc fec€ la dilira monarchia")'
umansticaÌrenie rrna'rzzata alla pr€senza delÌ'uonÌo: 'e la luna de axgentoi e slelle d oro' /
" rri""" àa et"l.Il",
" tl
"ol Ìucenle, / Dio tut&] ha fatto per la umàna gente> Ma l €lemerì-
, . . f r . " ' , " , t , f ,O.."onxaumanisr i 'a ' lè lpèrsnrLaggin ' lè l ' 'gìod' l ld ' t r l lura '_hF uni-
tarnenie al rnlore euclTiero, "adoma fhìomolcome un praio jlfiore lqncane
cn€'Èl1e
solo nella "foúadel coÌpo" e ella"destr€rzza,efLgrrruar'aica al di tuori dr queuo spÌl
ì" .,.,"G,i.ìr}. .r'" .i i""" in\'{jce che neÌÌ uoÌìo i'leaÌe rlebbaio coesistere qualità inleller
tuali e lisich(:.ii"
"rl'""*" *co*r'. però i dÙe cavahcn sjnora antjteiici per sc€lia di campo: l'T norc
ùerhsrét{donnî iè ' l "protr ìoqrr^srar i \e laTi ' rnF'h ' spingè i due a roÍ ìpèn larr 'gua'
: ; ; ; ; ,r; . , : i l , , ' .b"";"nio. +riche,lur o"g'r ica rru no'r F\sc"do I 'rè\"1"' ,1-1111': l 'mor im"nr, ' aX azion" Lo s, onl r ' r l ra i ' lLre e tPf f ib i l . {omc n\ e l r rnch' La s im i rudhc i le l
"ì,r iì *-0"". ^
g.r" foftulu' Il cznto x\Tl infine si (ihiude con urì inten'ento del naÌ-
ratrrre: .lta plf non aico: il canto è qui finito" È ura di qu€lle tÌpichc fonnule consa(imr'
n,' i.n* rt,i*lirl.",, a"i "canL|fi'' dìe la k)lteratùra colta' cli corte' ama riech{rggiarc (lo
fanì poi spesso archc kiosto).
I a dvisitazione um.ìnistica cleglì ideali cavallerescbi Ncl su" conpless-
I episodio €sempÌinca l'idea.lc calz'ìleresco nlassuto dal Boiado c daÌÌa società ans|ocD
,r.í,ì"ìr" iig".i", n*,rlo dclla fbrza e del cùrrssio, non ilssiuxtr d:trla learta € rlalla no-
br l l i dFi J"ni im. ' I i . E lo t l ' r r i ro, hè : rn ima!r lepir '2 dPl le or is i rÙ r 'nn la sur rderr ìzzazrrÈ
"" ,r"i
"rr.ti r.-a"rtl, tl*r"nto però n€l mondo dclìe fl)fti unlanjstiche' in un aÌrbnrnte
, - , : tPercorso 3 ll poema epi.o-.nuutre.".co
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1 1 5
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. ioF.f i r i .an,enleI ' iut or 'a l 'volèe'ulrurJnh nl ' m'ruro sr \ 'dr i l I 'en\rerodrASri 'drP
*:1,.:*:;iÍ'llniÍ**r*:*i::ii':;::;TÍi'ffi::'ì: l*';1r'::i1
dand,' rncontro alla n' '|tel
;iT.";:'fJ*Ì::.ffi""':tì r:::_'r::.tr#ilnìîfitri"X"1,:':ìî:'"Ti:.,-l: *ii;djrc.rorùoIecùaun\esno 'h '
r 'arme son o' . ' : ' - ' : l ' 1 ' - ' , : ; : : ' : , - , ' ì
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iil: ì,l,T'HiiJJÌI',;5i.1',.:i,:t"i'lîifl lth::iiil""".:ì::I':"":t ""T;:ii:essere disgirùìto dalt'educazione afiistica e
".ii".J"in t . *,u,ne der\omo propda d€t Rina'scll'i"llli
r.*oo* u ","t"-" "".'fl Lil,t j:;'#*iitYì;i,Tilx1l,1li.ti::l#hlji::fl l**::xi::::g:
ì:ìî:Î,:,:"#:i:ili,:3:"''1,:f.:'i.í':il:;;;:,;io."-""i" r'--r "o'"u" ''"'" '"'.'r,ili;-ilT' "niinì:".n.'gf; ;13 ;;i3",';xilii"illll 3iiÌl., J'iil:ilt'"Tl :i,'"""'J:l :;:".H:':l'.:"il;:::;":;'li":Hll ;:lli"Ì"xlllll
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1. Rjntra(iafe 9li irtervenli dÎelti del faral0re e rill€ttere 3. lndi ! iduaf€ la lunzione d€11'amoreazioni dei dùe Persona99i
2. Q!ale model lo d?ducazione propone or ldnd0? () lorce-
naia,p.4)
ComPilare la seguente tabel la per visual izzare le caratter ist iche dei poemi di Pulci e B0laJdo'
!
t1d1 . Letà uman6trca
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