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Manuale ad uso delle classi della Sezione Scientificaa cura del tecnico di laboratorio Vera Versino – (a.s. 2014/2015)
UNITA’ DI MISURA DEL
LABORATORIO DI CHIMICA
1 cm3
= 1 mL
Con il termine generico “vetreria” si indica
un’ampia classe di strumentazione in vetro sia
per il trattamento che per la misurazione
Il vetro è un materiale facilmente lavorabile,
poco costoso, chimicamente inerte. E’
lavabile, e presenta particolari caratteristiche
di resistenza al calore (vetro da fuoco) e alle
sollecitazioni termiche in genere ( es. il vetro
Pirex, o Duran, ecc..).
La sua fragilità meccanica richiede cautela da
parte dell’operatore
Vetreria di laboratorio
Cilindro graduato
Impariamo a riconoscere alcuni strumenti che vediamo
nel laboratorio e ad attribuire loro il nome appropriato
Matraccio tarato Buretta graduata
Pipetta tarata Pipetta graduataPipetta (Pasteur) o contagocce
Pipetta PasteurPropipetta/palla di Peleo/porcellino
Becker/becher Beuta/matraccio conicoBeuta codata/caudata
o matraccio
Pallone Pallone per distillazione Supporto per palloni
Provetta cilindrica/tubo da saggio Pinza in legno per
provette
Porta-provette in
acciaio
Porta-provette in
polipropileneScovolini
Capsule in vetro neutro
e in vetro pirexMortaio con pestello
Capsule in porcellanaCapsula o piastra di
PetriCristallizzatore
Crogiolo con coperchio
Imbuto di Buchner
Imbuti per liquidi Imbuti per polveri
Vetro da orologio
Porta-anse di Kolle
Base con
sostegno
Bacchette agitatrici
Ancorette magnetiche per
agitatore magnetico
Pinza ragno o
pinza per burettaAnello con morsetto
Reticella con disco in porcellana o
materiale refrattarioTreppiede
Triangolo refrattario
Cucchiaio
con manico a spatola
carta da filtro Anello con morsetto
Doppia spatola a
palette diritte
Bisturi
Forbicine
Pinza per crogioli
Pinza per
matracci
Pinza per
crogioli e per
bicchieri
Pinzette a punta
per
microscopia
Pinzette a punta
ricurva per
microscopia
Pinzette di Kuenhe o
pinzette a punte piatte
ricurve per microscopia
Clips per giunti
conici
Pinza di Mohr
Pinza con morsetto
girevole
Ago manicato
a freccia e ago
manicato a punta
a
SpruzzettaBottiglia contagocce
di Ranvier
Bottiglia vetro giallo (ambra)Bottiglia graduata Bottiglia per lavaggio gasBottiglia Mariotte
Bottiglia contagocce di
RanvierBottiglia a spruzzetta
PERIODIC TABLE
Glassware and laboratory instruments
Vetreria per la misurazione di volumi
(glassware for measuring volumes)
TARATA
• è adatta al prelievo e all’erogazione
di un solo specifico volume di liquido.
• è la più precisa e accurata
GRADUATA
• riporta una scala graduata che permette di
prelevare ed erogare volumi di liquidi in un certo
intervallo.
• è meno accurata e precisa della precedente,
ma più versatile
Strumenti di misura (measuring instruments)
Cilindro graduato (graduated cylinder)
I cilindri graduati sono recipienti in vetro o
in plastica, di forma cilindrica con base
esagonale o rotonda, e sono muniti di
beccuccio per facilitare il travaso di liquidi.
Lungo il cilindro troviamo una scala
graduata che ci permette di misurare tutti i
volumi intermedi rispetto alla sua capacità
totale, che varia da 5mL fino a 2000mL.
Con i cilindri si effettuano misure con una
certa approssimazione in quanto il
diametro interno è piuttosto grande
.
Per limitare l’errore scegliere sempre il
cilindro con capacità più vicina possibile al
volume di liquido da misurare.
Strumento di prelievo poco preciso
Matraccio tarato (volumetric flask)
I matracci tarati sono
contenitori di forma sferica
e fondo piano, con collo
lungo e sottile, solitamente
provvisti di tappo
smerigliato.
Sul collo è presente una
tacca ben visibile (tacca di
taratura) che indica in
modo preciso, la capacità
del contenitore che può
variare dai 5 ai 10000 mL.
I matracci tarati vengono
usati per la preparazione di
soluzioni a concentrazione
nota.
Matraccio vetro giallo (ambra)
(amber glass flask)
Se devono contenere soluzioni
fotosensibili sono in vetro ambra
(detto comunemente giallo).
Matraccio tarato
(volumetric flask)
Leggi su:
http://www.chimicare.org
Il significato della pesata ed
i limiti della volumetria
Strumento di prelievo molto preciso
1) Per mezzo di un imbuto e facendo in modo chela parte terminale del suo gambo stia al di sotto dellatacca di taratura, si versa il liquido fino a raggiungerela parte iniziale del collo. Bisogna fare moltaattenzione a questa operazione evitando di crearegocce di liquido al di sopra della tacca di taraturapoichè, in questo caso, si commetterebbe un errorenella quantità di liquido aggiunto (che sarà superiorea quello desiderato), inizialmente con una pipetta ospruzzetta per terminare con un contagocce.
Alternativa: se non si usa l’imbuto, riempiresenza superare la tacca ed attendere qualcheminuto che, per gravità, le gocce scendano lungo lepareti del collo. Terminare con contagocce.
Come si usano i matracci (how do I use flasks)
2) Il liquido aderendo alle pareti del collo di vetro, creauna superficie curva (menisco). Il fenomeno è tantopiù evidente quanto minore è il diametro del collo delmatraccio.
3) La lettura corretta deve essere fattaposizionando gli occhi all'altezza del menisco (ondeevitare di compiere l’errore di parallasse) eaggiungendo liquido in modo tale che la parteinferiore del menisco sia tangente alla tacca ditaratura.
Per l'acqua e le sue soluzioni,
il menisco è concavo.
Nel caso del mercurio, il menisco è invece convesso.
NO
NO
SI
Portare a volume = quando si riempie untubo sottile (collo del matraccio o stelo dellapipetta) , la superficie del liquido assume unaforma incurvata (menisco) e la parte inferioreviene fatta coincidere con la tacca di taratura.
Sequenza di riempimento:
a) Riempi per metà il matraccio con acquadist.
b) Versa il sale pesato, avendo cura dirisciacquare al temine la capsula el’imbuto con la spruzzetta per recuperareeventuali residui
c) Agita per sciogliere il sale senzacapovolgere il matraccio
d) Porta a volume (ma se si sviluppacalore attendi che la soluzione torni atemperatura ambiente prima di portare avolume)
e) Quando hai portato a volume capovolgi ilmatraccio (tenendo il tappo con il dito)per far sì che la soluzione abbia lastessa concentrazione in ogni suo punto.
Parallasse (parallax)
La parallasse è il
fenomeno per cui un
oggetto sembra spostarsi
rispetto allo sfondo se si
cambia il punto di
osservazione. Da un
punto di vista quantitativo,
con il termine parallasse
si indica il valore
dell'angolo di
spostamento.
Errore di parallasse:
errore di lettura di una
scala graduata, che si
verifica quando l'indice
non si proietta
ortogonalmente su di
essa.
Quando osservate qualcosa che sta davanti a voi e poi
vi muovete prima verso destra e poi verso sinistra
noterete che la posizione dell'oggetto sembra cambiare.
Questo fenomeno è chiamato parallasse
Buretta graduata (graduated burette)
• Le burette sono lunghi tubi di vetro cilindrici del volume medio di 50 mL,
graduate in decimi di millimetro, munite nella parte inferiore di un rubinetto in
teflon o in vetro. La numerazione inizia nella parte superiore (zero in alto).
• La scala graduata indica che si può prelevare esattamente 50 mL, anche
goccia a goccia.
• La parte del tubo posta dietro la calibrazione è solitamente provvista di una
striscia longitudinale blu su sfondo bianco chiamata "banda di Schellbach"
(o riga di Schelbach) utile per eseguire correttamente letture del volume del
liquido.
Buretta di Bang
Buretta di Mohr
graduata
zero in alto
Qui si rileva la
lettura esatta. Nel
caso la lettura è di
24 mL
50 mL in basso
Buretta
automatica
Strumento di
prelievo preciso
1.La buretta deve essere
inizialmente fissata, a
circa 2/3 della sua
lunghezza, all'asta
metallica mediante la
pinza a morsetto per
burette (pinza ragno).
Come si usano le burette (how to use burettes)
2.Assicurarsi che il
rubinetto in teflon, posto
nella parte inferiore della
buretta, sia completamente
chiuso (posizione
orizzontale chiuso,
posizione verticale aperto).
Con apertura nelle fasi
intermedie si ottiene
l’uscita delle gocce.
pinze ragno
aperto
3.“Avvinare “la buretta con
la soluzione che si intende
utilizzare. (inserire poca
soluzione all’interno, avvinare
e buttare).
4.Procedere al riempimento
utilizzando un imbuto. Versare
lentamente il liquido all'interno della
buretta sino ad arrivare quasi all'orlo
superiore . Se si formano bollicine,
bisogna picchiettare delicatamente la
buretta tenendola inclinata. Così
facendo le bollicine si staccheranno
dalle pareti, risalendo in superficie.
5.Sistemare un becker sotto la buretta.
Aprire rapidamente e completamente il
rubinetto in modo che la parte della
buretta sottostante il rubinetto si riempia
completamente del liquido. In caso
contrario, ripetere l'operazione, (nella
realtà quest’ultima operazione non è
così necessaria in quanto la bolla d’aria
non influisce sulla lettura della quantità
che si preleva).
chiuso
Se nella buretta è presente la riga di Schellbach (Fig. B), la lettura
deve essere fatta in corrispondenza del punto di incontro delle due
frecce (Fig. C) che si vengono a creare per effetto della rifrazione,
se non è presente la riga (Fig. D), la lettura deve essere effettuata
dove la concavità del menisco è tangente alla tacca della scala
graduata (Fig. E).
Quindi, aprire lentamente il rubinetto ed erogare il liquido fino al
valore desiderato.
0
Fig. DFig. E
riga di
Schelbach
menisco
punto
d’incontro
Come si “azzerano” e come si “leggono” le burette
(how will "cancel" and how they "read" burettes)
punto
tangente
Portare il menisco sullo zero della scala graduata (Fig. A)
spillando o rabboccando il liquido all'interno della buretta.
L'esecuzione della lettura deve essere fatta in
corrispondenza della parte inferiore del menisco. Evitare
errori di parallasse posizionando lo sguardo ad altezza del
menisco.
Fig. A
Fig. B Fig. C
Pipette graduate , pipette tarate e propipetta
(graduated pipettes, calibrated pipettes and filler pipette)
Pipetta graduate e pipette tarate
• Le pipette graduate = sono tubi di vetro conla parte inferiore terminante a punta. Sulvetro è stampata la graduazione: è possibileinfatti notare una serie di tacche che nespecificano il volume. Non sono a volumefisso e permettono quindi il prelievo e lasuccessiva erogazione delle quantità divolume indicate dallla scala.
• Le pipette tarate = sono tubi di vetro con laparte inferiore terminante a punta. Nellaparte centrale presentano una bollacilindrica. Sono a volume fisso e quindipermettono il prelievo e la successivaerogazione solo di una specifica quantità divolume.
Pipette graduate,
pipette tarate
Pipette Pasteur con
tettarelle
Strumento di
prelievo molto
preciso
Strumento di
prelievo molto
preciso
Micropipette
automatichePipetta Pasteur
La pipetta Pasteur è uno speciale tipo di
pipetta ideata da Louis Pasteur, chimico
francese del XIX secolo. È un tubicino sottile
in vetro con la parte superiore più larga della
parte inferiore che è quasi un capillare.
Non può essere utilizzata per misure
precise, ma solo approssimative, non
essendo dotata di scala graduata.
Strumento di
prelievo non
preciso
Pipetta/contagocce
(Pasteur)
Strumento di
prelievo preciso
1. Si inserisce delicatamente la pipetta nella propipetta.
2. Si preme la valvola A, si schiaccia completamente il palloncino
e, continuando a tenere premuto il palloncino, si rilascia la
valvola A. In questo modo si viene a creare una depressione
l'interno della propipetta utile per l'aspirazione del liquido.
3. Si immerge l'estremità inferiore della pipetta nel liquido
e, SOLO ADESSO, si aspira il liquido premendo la valvola S.
4. Si eroga il liquido premendo la valvola E.
5. A svuotamento dello strumento si nota che una goccia
resta nella punta della pipetta,. Questa goccia non
influisce sulla quantità prelevata, perché la pipetta è
tarata considerando questa minuta perdita.
1)
La propipetta o palla di Peleo o porcellino viene utilizzata congiuntamente alla pipetta, per l'aspirazione e la
successiva erogazione di liquidi. E’ costituita da un palloncino di gomma con tre valvole: A – S – E
Bicchiere (becher/becker/beaker)
• I becher sono strumenti in vetro o in plastica, di forma cilindrica, fondo piano e capacità variabile(da 5 mL a 10000 mL). Sono dotati di beccuccio nella parte superiore del contenitore per facilitareil travaso di liquidi. Vengono utilizzati per:
il trasferimento di sostanze
il trattamento di sostanze
contenere sostanze
riscaldare liquidi
Se ne trovano in commercio sia di tarati che di graduati; la taratura però,
se presente, è solo indicativa e quindi poco precisa.
Non sono adatti per misurazioni di volume: ERRORE ELEVATO.
Non possono essere utilizzati per riscaldare sostanze solide.
Strumenti per il trasferimento di sostanze o per il trattamento di sostanze(tools for the transfer of substances or for the treatment of substances)
Non sono strumenti di misurazione perché poco precisi
Matraccio conico di Erlenmayer o beuta
(Erlenmayer conical flask)
Le beute possono essere di vari tipi:
- con collo largo
- con collo stretto
- senza tappo con collo rinforzato
- con tappo smerigliato e collo rinforzato
Matraccio per filtrazione o beute da vuoto
(flask for filtering)
Le beute codate o caudate ( beute da vuoto) sono contenitori in vetro
Borosilicato, a pareti spesse, munite di un tubo laterale saldato
(detto pippio) per filtrazioni sotto vuoto.
Hanno capacità variabili da 100 mL ai 20000 mL.
Le beute sono contenitori in vetro che hanno
forma tronco-conica con fondo piano e collo
cilindrico stretto o largo. Hanno capacità
variabili tra 25 mL e 2000/5000 mL e
vengono utilizzate, a causa della forma del
loro collo, quando si vogliono evitare perdite
di liquido per evaporazione.
Non sono strumenti di prelievo né di misurazione
Supporto per palloni (stand flask)
I supporti sono la base di appoggio dei palloni, di materiale
refrattario, in gomma o in sughero, e devono avere una
buona resistenza termica.
I palloni a fondo sferico hanno collo stretto e orlo
svasato (quest’ultimo per facilitarne l’aggancio con le
pinze Keck o con le Clips per es. ai raccordi del
distillatore); sono in vetro resistente al calore, e quindi
impiegati nei laboratori di chimica per portare
all'ebollizione i liquidi. Hanno capacità variabili, da 50 mL
a 20000 mL.
Pallone in vetro (glass flask)
Palloni per distillazione (distillation flask)
I palloni codati per distillazione o palloni caudati sono in
vetro resistente al calore, a fondo sferico e con tubo di
condensazione saldato sul collo. Sono parte integrante
degli apparecchi per la distillazione.
Non sono strumenti di prelievo
Clips
I tubi da saggio o provette cilindriche per analisi sono tubi di vetro
neutro o pirex, di varia misura e di vario spessore. Possono
terminare con orlo diritto o con orlo svasato, e avere o non avere
scala graduata.
Sono utilizzate come contenitori di piccoli volumi di campione sui
quali effettuare delle analisi. La loro forma facilita l’osservazione di
una reazione con precipitazione, con formazione di gas, con
variazione di colore o temperatura.
Per passarle sulla fiamma è necessario utilizzare l’apposita pinza in
legno (o pinza a molla per tubi da saggio in legno – tongs with spring
for test tube - made of wood)
Provetta cilindrica (cylindrical test tube)
Porta-provette rettangolare o circolare (test tube rack
rectangular or circular shape)
I porta-provette sono utilizzati per fornire una base di
sostegno/appoggio alle provette. Hanno forme diverse.
Come si introduce un liquido in una provetta?
non corretto corretto
Provette – porta-provette – pinza legno(test tube – test tube rack – wood tong)
La punta della pipetta non deve mai toccare il
bordo della provetta
I bagni termostatici
vengono utilizzati al posto
del riscaldamento diretto
su bunsen, quando il
calore della fiamma può
alterare la sostanza o la
soluzione oggetto di
analisi.
Bagno termostatico(thermostatic bath)
Le vasche di contenimento, realizzate in acciaio inox, sono di materiale atermico, antiurto, munite di
rubinetto per lo scarico dell'acqua. Nell’intercapedine tra la struttura esterna e la vasca di contenimento
viene inserita della fibra di vetro ……….
Leggi su : http://www.chimica-online.it/download/bagni_termostatici.htm#
Grande vantaggio di un
bagno termostatico:
• uniformità di temperatura
• rapidità di riscaldamento
Il bagnomaria (water bath)
Tecnica di riscaldamento
bagnomaria: nella locuz. avv.
“cuocere, scaldare, cottura” a
bagnomaria, modo di riscaldare o di
cuocere cibi o altre sostanze che al
calore diretto possono subire
alterazioni, tenendoli in un
recipiente messo dentro un altro
contenitore più grande, nel cui
interno sia stata messa acqua
mantenuta a temperatura
determinata, inferiore di solito a
quella di ebollizione.
CURIOSITA’
Enciclopedia Treccani: bagnomarìa s. m. (o bagno Marìa) [dal
nome della leggendaria alchimista Maria l’ebrea, sorella di Mosè e
d’Aronne].
In chimica: recipiente adatto alla
cottura a bagnomaria. Nella tecnica
di laboratorio, è un recipiente, per lo
più metallico, di forma cilindrica, con
coperchio ad anelli per regolarne a
piacere l’apertura, contenente acqua
in ebollizione, mantenuta a livello
costante da un dispositivo (detto
«troppo pieno») laterale.
Mortaio con pestello - capsule in vetro/porcellana – cristallizzatori(mortar with pestle - glass/porcelain capsule)
Capsule
Mortaio in porcellana con pestello (porcelain mortar with
pestle)
Il mortaio è un recipiente in porcellana/vetro/agata,
impiegato allo scopo di:
- pestare, polverizzare e mescolare sostanze solide.
Le capsule in vetro semplice o
pirex sono solitamente usate per
la pesata di piccole quantità di
sostanze solide . La loro forma
facilita il risciacquo delle pareti
interne mediante spruzzetta, con
recupero totale della sostanza
pesata.
Le capsule di porcellana sono
recipienti di forma cilindrica muniti di
beccuccio per il travaso.
Adatte ad alte temperature, servono
a far bollire, concentrare e/o portare
a secchezza soluzioni.
RICORDA: per polverizzare o triturare, con il pestello,
schiaccia con forza senza battere altrimenti lo rompi!.
spruzzetta
Spatoline a cosa servono?
NO
SIRICORDA: in laboratorio NON SI SPRECA!!!.
Doppia spatola a
palette diritte e a punta
(spatulas what they do?)
Piastre o capsule di Petri - Cristallizzatori
(Petri capsule – crystallizer)
Cristallizzatori
I cristallizzatori sono
recipienti in vetro pirex,
con o senza beccuccio;
servono per la
cristallizzazione.
Capsule Petri
La piastra di Petri o capsula di Petri è un
recipiente piatto di vetro o plastica,
solitamente di forma cilindrica. È un
importante strumento di lavoro in molti campi
della biologia, per la crescita di colture
cellulari.
In chimica la cristallizzazione è un metodo utilizzato per purificare ed
isolare composti chimici. La sostanza impura in oggetto viene portata
in soluzione in poco solvente e viene sottoposta a riscaldamento.
Man mano che la soluzione si concentra, cominciano a formarsi i
primi germi di cristallizzazione, che via via aumenteranno di
dimensione, agglomerando altri ioni.
CuSO4• 5H2O
K[Fe(CN)6] • 3÷4 H2OK2 Cr2 O7
Essiccatore in vetro (dryer glass)
Essiccatore in vetro
borosilicato con coperchio a
pomolo e piastra in porcellana
Recipiente di vetro utilizzato per mantenere asciutte sostanze che assorbono umidità.
A metà altezza del recipiente si trova un piano forato in ceramica sul quale vengono poggiati i contenitori delle
sostanze da essiccare. Al di sotto del piano viene posta una sostanza fortemente igroscopica, ad esempio pentossido
di fosforo (P2O5) o gel di silice. Alla sommità del coperchio spesso è posta una valvola collegabile ad una pompa
meccanica per porre sotto vuoto l'interno e favorire l'evaporazione dell'acqua contenuta nella sostanza da essiccare.
Questa valvola dopo un po' deve essere riaperta per consentire la fuoriuscita di eventuali prodotti gassosi, allorquando
essa provocherebbe, tramite esplosione, danni a persone o cose. il coperchio viene fatto aderire alla base con un filo di
“grasso per alto vuoto” per meglio isolare l’ambiente interno da quello esterno.
Essiccatore in vetro
borosilicato con coperchio e
valvola e piastra in porcellana
Essiccatore in vetro con grani di gel di silice
Gel di Silice(silica gel)
Il gel di silice, polimero del Diossido di Silicio SiO2 è un ottimo
disidratante (fortemente igroscopico) e pertanto viene utilizzato
come essiccante e per il controllo locale dell’umidità (ad
esempio nelle bustine deumidificatrici dei capi di abbigliamento
nuovi, nei farmaci, nei musei e nelle biblioteche, per
deumidificare l’aria nei sistemi ad aria compressa, ecc..).
Nonostante la sua azione si chiami
"essiccante", in realtà il processo chimico-fisico con cui il
vapore acqueo viene sottratto all'aria, consiste in
un'operazione di adsorbimento grazie alla superficie molto
porosa dei grani.
Il gel di silice si presenta in forma di perline semitrasparenti.
Fig. B - Gel di silice per confezioni Fig. A - Perline bianche di gel di silice
Una soluzione di silicato di sodio viene acidificata a
produrre un precipitato gelatinoso che viene lavato,
poi disidratato per produrre gel di silice incolore
(fig. A e B)
.
Come indicatore: quando è richiesta un'indicazione
visibile del contenuto di umidità del gel di silice,
viene aggiunto tetrachlorocobaltate ammonio(II)
(NH4)2CoCl4 o cobalto cloruro CoCl 2.. (Fig. C).
Questo farà sì che il gel sia blu quando asciutto e
rosa quando idratato. Un indicatore alternativo
è violetto di metile , che è di colore arancione
quando asciutto e verde quando idratato.
Gel di silice con indicatore di umidità ammonio
ferro (II) solfato (da arancione a blu e poi a
incolore quando idrato)
Fig. D - Blu disidratato rosa idrato
Fig. C - Gel di silice con CoCl 2
In chimica, il gel di silice viene usato
in cromatografiia come fase stazionaria.
http://testi-italiani.it/silica_gel
Una volta saturato con acqua, il gel può
essere rigenerato riscaldandolo a 120 °C
(250 ° F) per due ore.
Storia
Il gel di silice esisteva già nel 1640 come una
curiosità scientifica. E 'stato utilizzato nella prima
guerra mondiale per l'assorbimento di vapori e gas
nei contenitori delle maschere antigas. Segue…
Parafilm “M” pellicola sigillante (Parafilm "M" sealing film)
La pellicola elastica parafilm è di materiale plastico impermeabile
all'acqua. Semitrasparente, termoplastica e flessibile (ha un
potere di stiramento del 200%).
Si adatta perfettamente a tutte le superfici, cilindri, provette,
bicchieri sigillandoli perfettamente, anche a quelle irregolari.
Il parafilm è una pellicola di cera (esattamente poliolefine e cera
paraffinica), usata nei laboratori di chimica e batteriologia.
Il suo uso è indicato quando si vuole conservare una miscela o
una soluzione ad es. in un becker.
ACCENSIONE BUNSEN:
1.aprire la valvola gialla del gas situata al bancone
2.svitare leggermente la vite nera
3.tenere premuto il pulsante blu della termocoppia
(il gas inizia ad uscire)
4.avvicinare l’accendino per accendere il gas
(tenere l’accendino perpendicolare al
piano del bancone altrimenti ci si brucia il dito)
5. adesso che il gas si è acceso, continuare a
tenere premuto il pulsante blu della
termocoppia per almeno 10s per stabilizzare la
fiamma (se la fiamma è troppo alta, ri-avvitare la
vita nera quel tanto che basta per vedere una
fiamma non svolazzante.)
Il fornellino del nostro laboratorio: la lampada Bunsen o il becco di Bunsen
valvola gialla
termocoppia
pulsante blu
della
termocoppia
vite nera
anello
girevole per
l’accesso
dell’aria
cannello del bruciatore
miscela
gas/aria
Termocoppia= dispositivo di sicurezza. In caso di spegnimento
accindentale della fiamma la valvola della termocoppia, dopo circa 10s
scatta, e blocca l’erogazione del gas.
ugello (piccolo
foro di uscita del gas
situato all’interno)
SPEGNIMENTO BUNSEN:
1. CHIUDERE LA VALVOLA GIALLA,
2. RI-AVVITARE LA VITE NERA.
La fiamma del bunsen in uso deve essere
ossidante, azzurra e alta ca. 5 cm.
Quando il bunsen non si usa,
lasciare la fiamma gialla (riducente), in
modo da poterla vedere
(the burner of our laboratory: the lamp or Bunsen burner)
La fiamma del becco Bunsen(the flame of the Bunsen burner)
Fiamma del bunsen: riducente e ossidante(flame of the Bunsen: reducing and oxidizing)
a ossidanteDa riducente
(fasi intermedie)
(reducing flame)
(oxidizing flame)
(reducing flame)
The Bunsen burner
Vetro da orologio (watch glass)
1. ottima resistenza ai prodotti chimici;
2. resistente sia alle basse che alle alte temperature;
3. superficie particolarmente liscia per impedire le contaminazioni.
Il vetro da orologio è un piccolo contenitore di forma
circolare, leggermente concavo, con i bordi
arrotondati/molati di diametro variabile.
I vetrini da orologio vengono chiamati in questo
modo perché sono molto simili ai vetrini posti a
protezione dei quadranti nei vecchi orologi da
taschino.
I vetrini da orologio vengono impiegati per:
coprire becher durante il processo di
evaporazione o di decomposizione
per pesare e contenere piccole quantità di
sostanze solide e liquide e osservarne
eventualmente le reazioni.Principali caratteristiche del vetro da orologio
Vetrino portaoggetto e vetrino coprioggetto
(microscope glass slide and coverslip) Vetrini porta e coprioggetto
con bordi molati
Il microscopio ottico a luce trasmessa (optical microscope)
Microscopio binoculare
Vite macrometrica e
vite micrometrica
Rotella di accensione
Apparato di illuminazione
Microscopio monoculare
Vite/molla ferma vetrino
Obbiettivi (sono 4)
Traslatore
Condensatore con
diaframma di apertura
Oculari
Tubo porta-
oculari
Braccio dello
stativo
Rotella
accensione
Revolver
quadruplo o porta
obbiettivi
Apparato di
illuminazione
Traslatore
Condensatore
con diaframma
di apertura
Tavolino porta
preparati
Foro della luce
Ferma vetrino
obbiettivi
Base dello
stativo
Fermo per
tavolino
(A luce trasmessa = perché l’illuminazione proviene dal basso e
attraversa il preparato)
4 obbiettivi:
Oculari: 10x1 o 2 oculari:
4x = banda rossa
10x = banda gialla
40x = banda blu
100x = banda bianca
LO STATIVO comprende: base, braccio , tubo porta oculari e tavolino
porta preparati.
L’APPARATO DI ILLUMINAZIONE comprende: lampada,
condensatore e diaframma a iride.
IL SISTEMA OTTICO comprende: obbiettivi e oculari
Come utilizzo e dove sono collocate le viti macrometriche e le viti micrometriche
(how to use and where they are placed screws macrometriche and micrometer screws)
La vite macrometrica
serve per la messa a
fuoco generale . Il suo
movimento solleva o
abbassa il tavolino
porta preparati.
La vite micrometrica
serve per perfezionare
la messa a fuoco
(piccoli aggiustamenti).
Il suo movimento è
poco percettibile
dall’occhio umano
Si può dire che “la vite
micrometrica sporge
dalla macrometrica” o
è posizionata “nella
macrometrica”
Sono collocate in modo
speculare e sui lati del
braccio dello stativo ( a
destra e a sinistra). I
loro movimenti sono:
• per la macro, far
salire o scendere il
tavolino,
• per la micro
movimento ortogonale
del vetrino
MACRO
MICRO
Messa a fuoco
.RICORDA: OGNI QUALVOLTA AUMENTI GLI OBBIETTIVI MUOVI SOLO LA MICRO
ALTRIMENTI RISCHI DI ROMPERE IL VETRINO O DI RIGARE LE LENTI!
Usando la vite macrometrica, solleva il tavolino, fino a quando vedi
nitidamente il preparato. Dopodichè non muovere più la MACRO ma
SOLO più la MICRO con piccoli aggiustamenti (movimenti ortogonali).
Verifica muovendo verso dx o verso sx, che la levetta del condensatore
del diaframma , situata sotto al tavolino, sia posizionata in modo
“adatto al tuo preparato”, (leggi la nota),
(ricorda di fare questa operazione ogni qualvolta cambi obbiettivo).
Partenza: Si parte sempre con l’obbiettivo rosso posizionato sul foro dal quale
proviene la luce (ob. 4x). (Questo ob ha un blocco di sicurezza che
serve a proteggere il vetrino da eventuali urti con l’ob. stesso).
Fase 1,Messa a fuoco
generale:
Fase 2,Aumentare gli
ingrandimenti:
A questo punto, dopo aver osservato il vetrino con il 4x, aumenta l’ingrandimento ruotando la ghiera del
revolver quadruplo e posizionando un altro ob. sul preparato. Cambia gli ob. in ordine crescente e con
questa sequenza:
• il 10x e aggiusta la messa a fuoco con la micro, verificando condensatore e diaframma, e, dopo aver
osservato il vetrino, ruota la ghiera e posiziona sul preparato … (segue al rigo successivo)
• il 40x aggiusta con la micro, …. “ “ “ “ “ “ “ ..……………
•il 100x aggiusta con la micro, … “ “ “ “ “ “ “ …………….
(quest’ultimo obbiettivo serve per le immersioni ad olio (infatti ha la lente rientrante) ma nulla vieta di provare
ad usarlo a meno che il preparato che si sta osservando (es. cristalli) non lo consenta.
NOTA: il condensatore è un sistema ottico costituito da diverse lenti, che permette di focalizzare la luce in un unico punto. Questa
capacità viene regolata tramite un diaframma ad iride e ad un sistema meccanico a cremagliera che permette di regolare la distanza
del condensatore dal preparato: in questo modo è possibile modificare sia la profondità di campo sia il contrasto e perfezionare
l’osservazione dei particolari. http://www.scienzeascuola.it/lezioni/biologia/357-il-microscopio-ottico
Oculari 10x
Quante volte sto ingrandendo il preparato che sto osservando?
Ob. 4x
(banda rossa)
sul foro
10 x 4 = 40 v
“In questo momento il
preparato che sto
osservando è
ingrandito di 40 volte”
Come si prepara un vetrino “a fresco” ed esempi di osservazioni(how to prepare a slide "fresh" and examples of observation)
Durata di conservazione di un vetrino a fresco: non più
di 24 ore!
Fase A: metti
una goccia
d’acqua sul
portaoggetti
Fase B: all’interno della
goccia , distendi bene il
campione dai lati con gli
aghi manicati e coprilo
con il coprioggetti
Fase C: tampona con
carta bibula per far
aderire meglio i due
vetrini e per far uscire
l’eccesso d’acqua e
osserva.
RICORDA: maneggia i vetrini tenendoli sempre dai bordi per non
lasciare sul vetro le impronte delle tue dita!
Come si prepara un vetrino “a fresco” ed esempi di osservazioni(how to prepare a slide "fresh" and examples of observation)
Mattia 4G preleva cellule
della mucosa boccale,
le deposita sul vetrino
portaoggetto
Strumenti base
per microscopia.
mentre Marta e Elena 3G prelevano pellicola
di cipolla,
la colorano e la
depositano sul
vetrino portaoggetti,
tamponano dopo aver
messo il coprioggetto,
le colora,le osserva al microscopio,
la osservano al microscopio
Come vedo una lettera di giornale al microscopio
ottico a luce trasmessa? (how do I see a letter from newspaper optical microscope with transmitted light?)
SE LA METTO DIRITTA, LA VEDO CAPOVOLTA!
(QUANDO SI OSSERVA UNA CELLULA QUESTO NON SI NOTA)
Il microscopio stereoscopico o stereomicroscopio (stereoscopic microscope)(per osservazioni tridimensionali di campioni di minerali e dissezioni di biologia)
zoom (10x)
messa a fuoco di
precisione
Gli altri strumenti di osservazione del nostro laboratorio(the other observation instruments of our laboratory)
La nostra collezione di
minerali, rocce e fossili
Cristalli visti al microscopio
stereoscopico
Nel microscopio stereo
l’illuminazione può provenire sia
dall’alto che da sotto al campione
Come vedo una lettera o una scritta di giornale al microscopio
stereoscopico?(how do I see a letter or a newspaper written in stereoscopic microscope?)
SE LA METTO DIRITTA , LA VEDO DIRITTA!
La doppia lente
aplanare
(double lens aplanare)
per osservare rocce e
minerali nelle uscite
didattiche
Spettri di emissione di alcuni
elementi visti allo spettroscopio
Gli altri strumenti di osservazione del nostro laboratorio(the other observation instruments of our laboratory)
Lo spettroscopio didattico(Spectroscope)
Strumento per evidenziare lo spettro di
radiazione e lo spettro di emissione prodotto
da un elemento chimico sottoposto ad
eccitazione energetica mediante fiamma.
Lente da 10x Lente da 20x
Spettroscopio tascabile
Curiosità: breve carrellata sugli spettroelioscopi
classici e su un spettroelioscopio autocostruito sia
nell'ottica che nell'elettronica
Light from infinity Home page di Fulvio Mete
http://www.lightfrominfinity.org/Funzionamento%20s
pettroscopi/Tipi%20e%20funzionamento%20spettro
scopi.htm
Curiosità: Unione Astrofili Italiani – Spettroscopia
http://spettroscopia.uai.it/index.htm
e
http://www.chimica-online.it (spettri di assorbimento)
Gli altri strumenti di osservazione del nostro laboratorio(the other observation instruments of our laboratory)
Il Solar Scope(strumento per individuare sulla fotosfera la
comparsa e le infrazioni delle macchie solari
durante il periodo di ultraradiazione solare)
Osservazioni fatte nel nostro laboratorio il
18 e 19 novembre 2014 con il nostro Solar Scope
(le foto sono di Mattia Maione classe 4^G)
Le rilevazioni e il commento sotto riportato sono di Marco Tibaldi 5^G, il quale
ha cercato, il 18 e 19 novembre di seguire lo spostamento delle macchie solari
"Le macchie solari sono regioni nelle quali il campo magnetico solare è molto
forte. Nella luce visibile appaiono più scure delle regioni circostanti, perchè
sono di alcune centinaia di gradi più fredde.
Le macchie non appaiono in qualsiasi punto del Sole. Come abbiamo potuto
osservare, si concentrano in due bande di 15-20° di latitudine, che ruotano
attorno al Sole dalle due parti dell'equatore. Osservando in giorni diversi le
stesse macchie, notiamo che la loro latitudine varia durante il ciclo solare.
Man a mano che il ciclo procede, la loro concentrazione si sposta sempre più
vicina all'equatore, fino ad un minimo di 5-10°”
Queste immagini sono state scaricate dal sito:
http://www.attivitasolare.com/aggiornamento-solare-18-novembre/
Sono state scattate con strumenti più sofisticati del nostro, ma come si
può notare dal confronto con le nostre immagini nelle precedenti slide, il
nostro solar scope ci dà immagini di tutto rispetto
Immagine da SDO Magnetogram
Gli altri strumenti di osservazione del nostro laboratorio:
il P.S.T. (Personal Solar Telescope)(the other observation instruments of our laboratory:
the P.S.T. (Personal Solar Telescope)
Il telescopio solare
strumento per evidenziare brillamenti e
protuberanze nella cromosfera solare
“Purtroppo l’immagine scattata all’oculare del P.S.T. sia con una
macchina fotografica normale che con la foto camera di un
telefonino, non ci fa vedere il disco rosso intenso del sole che
vede il nostro occhio all’obbiettivo, ma solo un sole brillante (foto
a sx), forse perché gli strumenti usati per scattare le fotografie
non sono precisi come l’occhio umano, o forse è solo un
problema di riflessi.”
(Commento di Mattia Maione classe 4G, dopo i diversi tentativi di
fotografare il disco rosso del sole al PST)
Immagini di protuberanze solari. Con il PST a volte si riescono a vedere, ma
ovviamente, non sono come le immagini sotto riportate scaricate anche queste da
un sito.
Queste sono le immagini del disco rosso del sole che il nostro
occhio vede al PST (le immagini sono state scaricate da un sito)
pHmetro (pHmeter)
Altri strumenti di laboratorio(other laboratory instruments)
Il piaccametro è uno
strumento utilizzato per
la misura del pH.
Taratura di un piaccametro
Il piaccametro prima di
essere utilizzato deve
essere tarato per mezzo di
due o più soluzioni tamponi
scelte in modo che il pH del
campione incognito rientri
nell'intervallo di pH dei due
tamponi.
elettrodo combinato
La parte dell'elettrodo sensibile al pH è
la sottile membrana di vetro alla base
dell'elettrodo….
Leggi su: http://www.chimica-online.it
(il piaccametro)
Barometro (barometer) Il barometro di Torricelli o tubo di Torricelli
(the barometer Torricelli)
Leggi su: http://it.wikipedia.org/wiki/Barometro http://it.wikipedia.org/wiki/Tubo_di_Torricelli
http://www.chimica-online.it/download/torr.htm
Il barometro è lo strumento di misura della pressione atmosferica.
È usato nell'ambito della meteorologia per rilevare dati utili per le previsioni del tempo.
Piastra riscaldante con agitatore
magnetico(hot plate with magnetic stirrer)
Ancoretta magnetica (magnetic
anchor) con rivestimento in
teflon
L'agitatore magnetico è una apparecchiatura utilizzata nei laboratori di
chimica per mescolare una o più sostanze (di cui almeno una allo stato
liquido).
E' costituito da un piatto metallico dotato di un campo magnetico che
permette la rotazione di una ancoretta magnetica posta sul fondo di un
contenitore al cui interno vengono poste le sostanze da mescolare
Piastra riscaldante con agitatore
magnetico
La piastra riscaldante è un agitatore
magnetico che permette anche il
riscaldamento del miscuglio. Il suo piatto
di supporto è infatti dotato di una
resistenza elettrica. La temperatura del
riscaldamento e la velocità di rotazione
dell'ancoretta sono regolate da due
manopole indipendenti tra loro.
Agitatore magnetico(magnetic stirrer)
Segue su:
http://www.chimica-online.it/download/agitatore-magnetico-piastra-riscaldante.htm#
Densimetro (densimeter or hydrometer) Termometro (thermometer)
Il densimetro è uno strumento utilizzato
per la misura della densità di liquidi ma
talvolta anche di gas e di solidi. Il
densimetro per liquidi è costituito da un
galleggiante zavorrato dotato di scala
graduata e talvolta di termometro.
Immergendo il densimetro nel liquido,
esso galleggia verticalmente. La lettura
della densità viene fatta direttamente
sulla scala graduata presente nella
parte superiore del densimetro nel
punto indicato dal livello del liquido.
Leggi su: http://www.chimica-online.it
Il termometro è lo strumento con cui viene
misurata la temperatura di un corpo.
I termometri più comuni sfruttano il
fenomeno della dilatazione termica, cioè il
fatto che in generale i corpi si dilatano,
cioè aumentano il proprio volume quando
la loro temperatura aumenta e, viceversa,
si contraggono, cioè diminuiscono il
proprio volume quando la loro
temperatura diminuisce.
Leggi su: http://www.chimica-online.it
Bilancia analitica Bilancia tecnica a due piatti (analytical balance) (balance sheet in two dishes)
• Le bilance analitiche sono sensibili al
decimo di milligrammo o decimillesimo
di grammo. Sono dotate di piedini di
livellamento regolabili e hanno due
sportelli laterali scorrevoli che una
volta chiusi consentono di effettuare la
pesata evitando fluttuazioni di peso
dovute allo spostamento dell'aria.
Leggi su:
http://www.chimicare.org
Bilancia tecnica a
due piatti
Il giogo é tenuto da
una colonna di
ottone che si eleva
da una base in legno
con cassettiere.
• Bilance di precisione
monopiatto, scale di
precisione 0,01 g, 0,02 g, 0,05
g).
• bilance tecniche monopiatto
sono sensibili al centesimo di
grammo.
Bilancia tecnica di precisione monopiatto(balance sheet and precision single-pan)
La bilancia è lo strumento che
permette la misura della massa.Leggi su: http://www.chimica-online.it
Portata 2 Kg.
Sensibilità 0,01 gr.
Stufa da laboratorio
(laboratory oven or furnace)– ca.
150 °C
Con la stufa termostatata si
effettuano essicazioni/riscaldamenti opportuni
Strumenti di laboratorio – (laboratory instruments)
Muffola in funzione
Armadio dei reagenti
(closet reagents)
I reagenti vanno conservati in
appositi armadi secondo la normativa
sulla Sicurezza nei LaboratoriMuffola (muffle) – ca. 800 °C
Cappa aspirante
Crogiolo per
muffola
(ad es per fondere metalli)Sotto la cappa aspirante vanno
effettuate tutte quelle
operazioni nelle quali si
utilizzano reagenti tossici (es.
prelievi di sostanze i cui vapori
siano pericolosi, oppure
reazioni particolari, ecc.)
(extractor hood)
Crogiolo(crucible)
I crogioli da calcinazione sono recipienti di forma tronco-
conica, con fondo piano, completamente verniciati, di
diametro variabile da 3 a 5 cm, alti o bassi, muniti di
coperchio. I crogioli resistono molto bene al calore tanto
che possono essere posti direttamente sulla fiamma e
arroventati sino al colore rosso. Servono per la calcinazione
o per fondere sostanze che richiedono temperature elevate.
Sono fatti di materiali refrattari argillosi,
magnesiaci, di porcellana, di grafite, carbone di
storta o carborundum. Ve ne sono anche
metallici: di platino per analisi chimiche, di ghisa
o di ferro per la fusione di metalli facilmente
fusibili, di piombo per scopi particolari, come,
per es., per l’attacco di silicati con acido
fluoridrico.
Crogiolo in porcellana
con coperchio
Crogiolo per
fusione di oro e
argento puro
Colata di
metallo fuso
Crogiolo su bunsen
Calcinazione (calcination)
Segue su:
http://www.chimica-online.it/download/crogiolo.htm
Tecniche di separazione di fase: centrifugazione
(techniques of phase separation: centrifugation)
Centrifuga (centrifuge)
Tubi Eppendorf per
centrifugaProvette per
centrifuga
La centrifugazione consente di separare
i componenti di una miscela eterogenea
per effetto della forza centrifuga….
Segue su: http://www.chimica-online.it
Tecniche di separazione di fase: estrazione con solvente(techniques of phase separation: solvent extraction)
• L' imbuto separatore è un contenitore in vetro di forma conica chiuso in alto tramite un tappo di vetro smerigliato . Nel gambo, costituito da un tubo solitamente lungo e stretto, è presente un rubinetto in teflon. Ne esistono in commercio di varia capacità: dai 100 mLai 2000 mL.
Viene utilizzato, nelle normali attività di laboratorio, per:
• separare liquidi non miscibili (es. acqua e olio
• estrazione con solvente
Leggi su:
http://www.chimica-online.it
e su:
http://dctf.uniroma1.it/galenotech/ripartizione.htm Anello porta-imbuti
Imbuto separatore(separating funnel) Estrazione con solvente
Tecniche di separazione di fase: filtrazione(phase separation techniques: filtration)
Base con
sostegno
Imbuto di
Buchner
pompa a vuoto
Filtrazione sottovuoto o
a pressione ridotta
Filtrazione per gravità o
filtrazione semplice
Surnatante
Filtrazione sotto vuoto: è una tecnica più rapida che utilizza una “beuta
per filtrare” che ha una coda laterale cui si attacca un tubo di
aspirazione di gomma rigida. Sulla sommità della beuta su cui poggia
una guarnizione di gomma ( Neoprene), va posto un imbuto di
Buchner il cui fondo viene coperto con carta da filtro inumidita con il
solvente che utilizzeremo. Azionando la fonte di vuoto (pompa) la
soluzione viene aspirata e separata dal materiale solido. Per eliminare
le impurezze della soluzione si può usare la celite o terra di diatomee;
infatti uno strato di alcuni mm di celite sul filtro non intasa i pori della
carta e trattiene particelle finissime che altrimenti verrebbero filtrate.
La filtrazione è una tecnica
impiegata per due scopi
principali:
1) Eliminare le impurezze
solide da un liquido ad una
soluzione;
2) Separare un prodotto
solido dalla soluzione in cui
è cristallizzato o precipitato.
La filtrazione viene eseguita
prima di effettuare
evaporazioni o distillazioni.
Esistono due tecniche di
filtrazione: per gravità e
sotto vuoto.
Filtrazione per gravità: è la
tecnica più comunemente usata;
consiste nel filtrare una
soluzione facendola passare
attraverso una carta da filtro
posta in un imbuto. Tale
filtrazione può avvenire anche a
caldo, infatti può essere
necessario rimuovere delle
impurezze da un composto
organico poco solubile a
temperatura ambiente.
Occorrerà quindi riscaldare la
beuta di raccolta mediante
bagno di vapore o piastra
riscaldata.
guarnizione
Segue su: http://www.dooyoo.it/corso-di-laurea/corso-di-laurea-in-scienze-ambientali/82606/
Sotto sono riportati alcuni esempi di come si può ottenere un filtro di carta.
Come si può piegare un filtro di carta?(as you can fold a paper filter?)
Filtro a cono: si usa per la raccolta dei solidi.
Filtro a pieghe: si usa per la raccolta dei liquidi poiché le pieghe aumentano la velocità di
filtrazione.
La carta da filtro
Varia a seconda della velocità di filtrazione che è il tempo impiegato da un liquido per passare
attraverso un filtro. I filtri variano quindi per porosità ( misura delle particelle che possono
attraversare la carta) e per ritentività (proprietà opposta alla porosità).
I Filtri
http://www.dooyoo.it/corso-di-laurea/corso-di-laurea-in-scienze-ambientali/82606/
http://www.chimica-online.it/download/filtrazione.htm
Tecniche di separazione di fase: cromatografia(phase separation techniques: chromatography)
La cromatografia è una tecnica di
separazione basata sulla diversa velocità
di migrazione con cui più sostanze
depositate su un supporto adatto (carta
da filtro, gel di silice o di alluminio, ecc.),
vengono trasportate da un fluido detto
eluente e si stratificano in posizioni
differenti sul supporto. La cromatografia
permette quindi la separazione e la
purificazione di miscele anche molto
complesse di sostanze inorganiche ed
organiche.
La cromatografia, nata quindi come
tecnica di separazione e solo
successivamente utilizzata anche
come tecnica analitica, si basa sul
fatto che i diversi componenti di una
miscela tendono ad avere affinità
diverse tra due fasi (la fase fissa è
quella del supporto e la fase mobile è
quella del solvente).
In base al tipo di supporto utilizzato
possiamo avere:
la cromatografia su carta
la cromatografia su colonna
la cromatografia su strato sottile
http://www.chimica-online.it/download/cromatografia.htm
Separazione cromatografica di un inchiostro Separazione dei pigmenti colorati
contenuti nelle foglie dei vegetali
Tecniche di separazione di fase: gascromatografia(phase separation techniques: Gas Chromatography)
La gascromatografia, nota anche come GC, è una tecnica cromatografica impiegata a scopo
analitico. Si tratta di una tecnica di chimica analitica piuttosto diffusa, che si basa sulla
ripartizione dei componenti di una miscela da analizzare tra una fase stazionaria e una fase
mobile gassosa, in funzione della diversa affinità di ogni sostanza della miscela con le fasi.
Gascromatografia
Leggi su: http://it.wikipedia.org/wiki/Gascromatografia
Distillazione semplice(simple distillation)
l’acqua entra
La distillazione semplice, detta anche distillazione a
pressione ordinaria, è una tecnica utilizzata nei
laboratori di chimica per separare il solvente di una
soluzione dai soluti. Per separare liquidi miscibili con
punti di ebollizione che differiscono di almeno 25°C …
Il testo prosegue su:
http://www.chimica-online.it/download/distillazione-
semplice.htm
Distillazione in corrente di vapore
(steam distillation)
La distillazione in corrente di vapore sfrutta il
fenomeno secondo cui la temperatura di ebollizione
di una miscela costituita da due liquidi immiscibili è
più bassa della temperatura di ebollizione del
componente più volatile.
Il testo prosegue su chimica on line:
http://www.chimica-online.it/download/distillazione-in-
corrente-di-vapore.htm
Leggi anche:
http://dctf.uniroma1.it/galenotech/estratti.htm#cv
Tecniche di separazione di fase: distillazione(phase separation techniques: distillation)
Distillazione frazionata in laboratorioDistillazione frazionata per la raffinazione del
petrolio
La distillazione frazionata è utilizzata per separare i
componenti delle soluzioni formate da liquidi miscibili
ottenendo gradi di purezza molto elevati.
L'apparecchiatura utilizzata è la stessa della distillazione
semplice, ……………..
Le colonne di rettifica possono essere di due tipi:
la colonna Vigreux e la colonna a
riempimento……………………..
Il testo prosegue su chimica on line:http://www.chimica-online.it/download/distillazione-frazionata.htm
Colonne distillatrice a piatti
DISTILLAZIONE FRAZIONATA Leggi il
testo su tecnologia farmaceutica: http://dctf.uniroma1.it/galenotech/distillaz5.htm
Tecniche estrattive: l'estrattore Soxhlet
(extraction techniques: soxhlet extractor)
Un dispositivo Soxhlet è
usato per l'estrazione
delle resine, di olii
pesanti e di resinoidi,
nessuno dei quali è
particolarmente volatile
e quindi sono
scarsamente adatti
all'estrazione con
vapore. Queste
sostanze sono estratte
in modo efficiente
impregnandole in un
solvente e utilizzando
appunto un Soxhlet.
Il testo prosegue su:
http://dctf.uniroma1.it
Confronto fra le varie tecniche estrattive
Se hai voglia di approfondire leggi su:
http://dctf.uniroma1.it/galenotech/estratti.htm
Pulizia della vetreria
• Nella pratica del laboratorio chimico occorre osservare un lavaggio accurato della vetreria in particolare, ma non solo, anche di tutto il materiale utilizzato per le esperienze.
• Il lavaggio deve avvenire con detergente specifico e il risciacquo con abbondante acqua. L’ultimo risciacquo deve essere fatto con acqua deionizzata o distillata “avvinamento” dopodiché si lascia asciugare all’aria.
(Questa operazione è facilmente intuibile, poiché è sufficiente una minima traccia di reattivo rimasta sulle pareti di un becker per far sì che le successive soluzioni preparate siano alterate dai residui rimasti nel contenitore).
NON UTILIZZARE NESSUN PANNO O CARTA PER ASCIUGARE ALTRIMENTI RISCHI DI RICONTAMINARE IL RECIPIENTE.
• A volte per il lavaggio si rende necessario utilizzare apposite miscele come ad es. la
MISCELA CROMICA
Dal punto di vista chimico, le peculiarità che rendono utile l'utilizzo
della miscela cromica si ascrivono alla sinergia tra le ottime proprietà
solventi e mineralizzanti dell'acido solforico concentrato e la notevole
capacità ossidativa dell'acido cromico che si forma disciogliendo il
bicromato in ambiente acido. Ciò ne fa un utile detergente nel caso di
residui organici e inorganici di svariato tipo; inoltre può essere
utilizzata anche a caldo, aumentando ulteriormente il suo potere
detergente e scrostante.
La stessa miscela cromica può essere utilizzata più volte, fino a
quando un suo passaggio di colore dal rosso arancio al verde (che
indica la riduzione del cromo a Cr3+) ne indica il definitivo consumo.
La miscela cromica è sempre meno usata per motivi ambientali. Inoltre
la miscela può lasciare tracce di ioni Cr(III) paramagnetici che
interferiscono in alcuni tipi di applicazioni come la spettroscopia RMN.
In particolare i porta-campioni per RMN non vanno lavati con miscela
cromica.
SICUREZZA:
data la presenza di cromo esavalente, la
miscela cromica è molto tossica, cancerogena e
pericolosa per l'ambiente: occorre quindi
utilizzarla indossando indumenti protettivi che
limitino il contatto diretto con questa sostanza ed
evitando di inalarla. Inoltre deve essere smaltita
seguendo le disposizioni che si applicano
alla categoria dei rifiuti speciali.
La miscela cromica è una miscela formata da
bicromato e da acido solforico concentrato. Viene
principalmente utilizzata per la pulizia della vetreria dei
laboratori chimici, oltre che come reattivo in talune
applicazioni.
CAUTION
is
dangerous
È interessante sapere che molti dei tanti strumenti che troviamo in
laboratorio sono fatti di:
vetro
• Parlando di recipienti in vetro, salvo diversa specificazione, intenderemo sempre riferirci ad un tipo particolare divetro, e cioè il cosiddetto “vetro da fuoco”, che, in commercio in vari tipi e marche, presenta particolaricaratteristiche di resistenza al calore e alle sollecitazioni termiche in genere. Ricordiamo, a titolo di esempio, ilvetro di tipo Pyrex, Duran, Simax (particolare vetro in borosilicato composto da: SiO2, -in qtà >-, B2O3;, Al2O3, eda Na2O+K2O), ad esempio il quarzo, ecc…
Il vetro acquista carica positiva come il Perspex.
perspex
• Perspex ossia metacrilato di metile è un termoplastico trasparente usato per vetrate (laddove l’utilizzo del vetrosia sconsigliato). Nome comune Plexiglas. Il perspex acquista carica positiva come il vetro (la bacchetta cheelettrizziamo).
porcellana
• La porcellana trova il suo impiego ottimale nel laboratorio, ogni qualvolta si presenti la necessità di disporre direcipienti che debbano essere sottoposti a sollecitazioni termiche particolarmente intense. La porcellana, adifferenza del vetro, è in grado di sopportare la fiamma diretta, ciò che la rende particolarmente utile nelleoperazioni di fusione, calcinazione, ecc..
PTFE
• Il politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero del tetrafluoroetene appartenente al gruppo delle olefiniche.Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon, incui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilitàapplicative. Le notevoli caratteristiche del PTFE ne hanno fatto uno dei materiali più utilizzati in campo tecnico.Nell'industria chimica è utilizzato per la realizzazione di raccordi, guarnizioni e parti destinate al contatto conagenti corrosivi (ad esempio l'acido solforico concentrato). Un film di teflon viene usato nei laboratori chimici pergarantire la tenuta dei giunti di vetro smerigliato, senza il rischio di incorrere nell'eventuale difficile distacco delleparti, ecc… Altri materiali oltre la plastica, sono: bicchieri in E-CTFE traslucido (etilene-clorotrifluoroetilene);bicchieri in PFA traslucido (fluoropolimero); ecc…
PMP
• PMP (polimetilpentene). Ad esempio alcuni cilindri sono di questo materiale. Hanno eccellente resistenza chimicae sono sterilizzabili in autoclave. (di colore perfettamente trasparente, possono contenere liquidi fino a T di 170°C).
polietilene
• Materiale plastico ottenuto per polimerizzazione dell'etilene, impiegato nella fabbricazione di materiali elettrici, dirivestimenti isolanti, di sacchetti etc... Ad esempio alcuni tappi, gli imbuti ad uso generale (se fatti con questo materiale nonsono autoclavabili)
polipropilene
• Materiale plastico derivato dalla polimerizzazione del propilene. Ad esempiole bacinelle rettangolari , gli imbuti, i becker,cilindri, ecc.. (sono materiali di colore opaco semi-trasparente e sono autoclavabili, , possono contenere liquidi fino a T di120°C );
nylon e fibra di vetro
• Per esempio le spatole rosse del nostro laboratorio sono fatte di nylon miscelato a fibre di vetropolicarbonato
• Materiale plastico ottenuto per polimerizzazione dell'etilene, impiegato nella fabbricazione di materiali elettrici, dirivestimenti isolanti, di sacchetti etc....Per esempio la valvola-rubinetto dell’essicatore. I policarbonati resistono agli acidiminerali, agli idrocarburi alifatici, alla benzina, ai grassi, agli oli, agli alcoli tranne l'alcol metilico e all'acqua sotto i 70 °C. Al disopra di tale temperatura l'acqua attacca il polimero favorendo una graduale decomposizione chimica. La biodegradabilità èscarsa e richiede tempi lunghi.
lexan
• è una particolare resina appartenente alla famiglia dei policarbonati. Il Lexan, grazie alla sua eccezionale resistenza all'urto, èideale per un'ampia gamma di applicazioni nel settore dell'edilizia o come sostitutivo del vetro per motivi di sicurezza.Ad esempio la nostra cappa mobile, visori per caschi sportivi (sci, hockey, ecc.), vetri per aerei, le bacchette della batteria,
ecc….
neoprene
• Neoprene è il nome generico dei polimeri di cloroprene (2-cloro-1, 3-butadiene). Forma un film reticolato a base di petrolioche offre una protezione barriera simile a quella del lattice. Per esempio l’anello forato di tenuta e di ricambiodell’essicatore, alcuni guanti,ecc…
PVC
• Il cloruro di polivinile (policloroetilene), noto anche come polivinilcloruro o con la corrispondente sigla PVC, è il polimero delcloruro di vinile. È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche dimaggior consumo al mondo. pericoloso se bruciato o scaldato ad elevate temperature e in impianti inidonei al suotrattamento per via della presenza di cloro nella molecola, che può liberarsi come acido cloridrio, come diossina, o comecloruro di vinile monomero.Ad esempio alcune bacinella rigide di colore bianco (in fisica) . Il PVC acquista carica negativa come l’Ebanite.
ebanite
• L’ebanite viene ricavata per vulcanizzazione prolungata da una miscela di gomma naturale (polibutadiene), in eccesso di zolfo(25-50%) e con aggiunta di sostanze minerali ed organiche per variarne la consistenza finale (è infatti nota anche con il nomedi hard rubber dall’inglese gomma dura). L’ebanite acquista carica negativa come il PVC.
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