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La storia del testo di Manilio M.D. Reeve & Flores Manilio, sin dal XV secolo, è oggetto di intense, ma anche contrastanti, cure testuali. Al fine di fare chiarezza riguardo l’argomento di questa tesi è necessario premettere alla trattazione una breve storia del testo di Manilio. Adotteremo in questa sede la divisione dei codici operata da Goold nella sua edizione Teubneriana, pur non condividendo a pieno l’ipotesi dell’esistenza di un archetipo degli Astronomica di Manilio. L’editore inglese delinea con chiarezza due diversi gruppi di codici: i codices primarii e i codice secondarii. I codices primarii, così come sono stati divisi da Goold, consistono in un gruppo di manoscritti databili dall’undicesimo secolo fino alla seconda metà del quindicesimo secolo, dei quali due tramandano soltanto una parziale porzione di testo, uno è perduto, ma venne collazionato da Gronovius. Riportiamo qui l’elenco dei codices primarii, in conformità alla lista dei sigla delle edizioni di Goold e Flores. G Bruxellensis 10012, già Gemblacensis (inizio XI secolo) L Lipsiensis 1465 (XI secolo) M Matritensis 3678, già M 31 (1417) N Londinensis Bibliotheca Britannica Add. 22808, soltanto I 1-‐727 (circa 1450) P Parmensis Palatinus 283, soltanto I 1-‐15 (1452) V Venetus, perduto, ma collazionato da Gronovius (fine XI secolo) Il primo problema in cui ci si imbatte studiando la tradizione di quest’opera è il dibattito che ha impegnato i critici riguardo l’esistenza o l’assenza di un archetipo. Per quanto riguarda questa primaria questione vediamo Flores (ultimo editore di Manilio per la collana della Fondazione Valla) schierarsi in netta contrapposizione con Goold e Reeve in netta difesa dell’inesistenza di un … (questione archetipo O (archetipo di GLM) α (archetipo di GL)).
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