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FONDAZIONE PER LA RICERCA L’INNOVAZIONE
E LO SVILUPPO TECNOLOGICO DELL’AGRICOLTURA PIEMONTESE
IL NOCCIOLO IN PIEMONTELINEE TECNICHE 2016
Finito di stampare nel mese di aprile 2016 presso la TIPOLITOEUROPA, Cuneo
Via degli Artigiani, 17 - 12100 Cuneo - www.tipolitoeuropa.com
Foto di copertina: Mauro Forneris e Claudio Sonnati
IL NOCCIOLO IN PIEMONTE
LINEE TECNICHE 2016
FONDAZIONE PER LA RICERCAL’INNOVAZIONE E LO SVILUPPO TECNOLOGICO
DELL’AGRICOLTURA PIEMONTESE
Via Falicetto, 24 - 12030 Manta (CN)
Centro Sperimentale per la Corilicoltura Strada Provinciale, 31/2 - 12050 Cravanzana (CN)
Recapito: Unione Montana Alta Langa, Via Oberto, 112060 Bossolasco (CN) - Telefono: 0173 799000
www.agrion.it
PRESENTAZIONE
Un manuale operativo che si basa sull’importante lavoro che Agrion – Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura Piemontese ha sviluppato in questo primo anno di attività nel tentativo di perfezionare un percorso di ricerca appli-cata con l’obiettivo di affiancare coloro che praticano la corilicoltura da generazioni, così come le numerose realtà agricole che si stanno affacciando alla coltivazione del nocciolo in Piemonte.Un importante lavoro di gruppo, che potenzieremo ulteriormente nel corso dei prossimi anni e che coinvolge, a fianco dei nostri ricercatori, i tecnici di campo delle organizza-zioni di prodotto e delle organizzazioni di categoria, oltre ad altri enti di ricerca che si occupano di corilicoltura. In un momento di forte espansione del settore corilicolo in Piemonte, sono fiero di poter dire che la partecipazione e collaborazione in costante crescita, fanno di questa Fonda-zione, voluta con forza da Regione Piemonte e UnionCamere, una comunità di azione e riflessione, di apprendimento e di pratiche, un luogo in cui gli agricoltori e le loro imprese possono trovare un riferimento che li sostenga in quell’originale cammino di crescita e sviluppo che è proprio di ogni esperienza imprenditoriale. Invito tutti ad accostarsi a questa guida con interesse in quanto sono convinto che ognu-no vi possa trovare spunti ed informazioni oltre che indicazioni utili, per giocare al meglio la sfida avvincente di sviluppo della corilicoltura in Piemonte.Una sfida che non si esaurisce con la messa a dimora delle piante, ma che può essere vinta solo attraverso lo sviluppo di tecniche colturali innovative e strategie di difesa al contempo efficaci e rispettose dell’ambiente, capaci di garantire competitività alla filiera. Il futuro che si profila all’orizzonte parla sempre più di un’espansione della coltivazione del nocciolo in Piemonte. Per questo motivo Agrion intende assumere il ruolo di guida in tale percorso di crescita, attraverso gli strumenti della ricerca applicata e del trasferi-mento tecnologico alla filiera, con l’obiettivo di porre al centro il tema sempre più attuale della sostenibilità ambientale.Sono convinto che la proficua collaborazione tra ricercatori, tecnici di campo e operatori della filiera diverrà la chiave per soddisfare al meglio le attese dei consumatori e delle industrie di trasformazione, che guardano con attenzione, fiducia ed interesse alla noc-ciola made in Piemonte.
Giacomo Ballari, Presidente
RINGRAZIAMENTI
La pubblicazione è stata realizzata da:
Mauro Forneris e Claudio Sonnati (Agrion)
Si ringraziano:
Alba Cotroneo (Settore Fitosanitario della Regione Piemonte)
“Malattie e fisiopatie del nocciolo in Piemonte”
Chiara Morone (Settore Fitosanitario Regione Piemonte)
“Malattie e fisiopatie del nocciolo in Piemonte”
Giovanni Bosio (Settore Fitosanitario della Regione Piemonte)
“Difesa fitosanitaria nocciolo”
Viola Massobrio (Settore Fitosanitario della Regione Piemonte)
“Diserbo del noccioleto”
Luciana Tavella, Marco Pansa (DISAFA - ULS Entomologia Generale ed Applicata,
Università di Torino)
“Cimice asiatica”
Gianni Comba (Istituto Nord Ovest Qualità – I.N.O.Q.)
“Informazioni sull’I.G.P. Nocciola Piemonte”
I tecnici del coordinamento corilicolo
Scelta degli argomenti, delle indicazioni e suggerimenti per la realizzazione della Guida 2016
I nominativi dei Colleghi sono riportati al fondo della Guida
La società sponsor che ha contribuito a sostenere i costi della pubblicazione
Fenogramma nocciolo ........................................................................................ pag. 7
Difesa fitosanitaria nocciolo ............................................................................. pag. 8
Diserbo del noccioleto........................................................................................pag. 11
Impianto del noccioleto ..................................................................................... pag. 13
Forme di allevamento ...................................................................................... pag. 15
Gestione del suolo ........................................................................................... pag. 16
In breve per l’impianto del nocciolo .................................................................. pag. 18
Malattie e fisiopatie del noccioleto in piemonte .............................................. pag. 19
1) Marciumi radicali ......................................................................................... pag. 19
2) Mal dello Stacco .......................................................................................... pag. 19
3) Cancri rameali .............................................................................................. pag. 20
4) Gleosporiosi ................................................................................................. pag. 21
5) Cancro batterico del nocciolo ....................................................................... pag. 21
6) Necrosi batterica del nocciolo ...................................................................... pag. 22
7) Nematodi ..................................................................................................... pag. 23
8) Filloptosi anticipata delle foglie .................................................................... pag. 24
Cimice asiatica ................................................................................................... pag. 25
Informazioni sull’I.G.P. Nocciola Piemonte ...................................................... pag. 26
Elenco tecnici coordinamento corilicolo ......................................................... pag. 28
INDICE
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
7
A Gemme d’inverno
C1 Prima-seconda foglia
B Fioritura maschile e femminile C Rottura gemme
D Germogliamento terza foglia
D1 Quarta - quinta foglia E Differenziazione nocciola
F Ovario fecondato visibile G Accrescimentomandorla (fase 1)
H Accrescimentomandorla (fase 2)
I Definizione mandorla
L Post raccolta M1 Metà caduta foglieM Inizio caduta foglie N Completa caduta foglie
DISCIPLINARE DI DIFESA DEL NOCCIOLO
Fenogramma nocciolo
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IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
Prima dell’impianto effettuare un’analisi completa del terreno (granulometria; carat-teristiche chimico – fisiche) per conoscere l’adattabilità della coltura all’ambiente di coltivazione. Prelevare quindi in più punti dell’appezzamento fette o carote (a seconda dello strumento utilizzato per il prelievo) verticali dei primi 50 cm di suolo. Da tutto il materiale così raccolto si estragga un campione di 1 chilogrammo, avendo cura di eliminare i residui erbacei e le pietre, da portare in laboratorio.
I terreni migliori per l’impianto, sono normalmente quelli che presentano le seguenti caratteristiche:1. tendenzialmente sciolti, permeabili;2. pH ottimale tra 5,5 e 7,5;3. % di calcare attivo inferiore all’8% per evitare fenomeni di clorosi.
Il nocciolo si adatta anche a terreni mediamente argillosi, ma poiché è specie sensibile all’asfissia radicale, all’atto dell’impianto occorre prevedere drenaggi per lo scolo delle acque in eccesso oppure eseguire la baulatura delle file. SCONSIGLIAMO COMUN-QUE L’IMPIANTO in terreni asfittici, argillosi ed eccessivamente acidi.La preparazione del terreno deve essere eseguita in piena estate (agosto - settem-bre). Dopo aver eseguito la concimazione di fondo, se possibile con letame maturo, si procede allo scasso profondo, esteso a tutta la superficie, in modo che si raggiunga una profondità di 80/90 cm. Lo scasso consentirà al terreno di favorire l’assorbimento delle acque piovane, facendo percolare in profondità l’eventuale eccesso e trattenen-do l’umidità necessaria all’apparato radicale delle piante in allevamento.
Dove la pendenza sconsigli lo scasso profondo, eseguire quello a buche adottando le seguenti precauzioni:A. la buca dovrà avere una profondità e una larghezza di almeno 50 cm;
Impianto a bucheAratura profonda
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
14
B. sul fondo della buca mettere una decina di chilogrammi di letame maturo o com-post ed aliquote di perfosfato minerale solfato potassico proporzionali a quanto determinato tramite l’analisi del terreno;
C. i fertilizzanti vanno coperti con terra smossa in modo da impedire il contatto diretto delle radici delle barbatelle ai concimi.
Alle lavorazioni segue la sistemazione dei drenaggi, il livellamento e l’affinamento del terreno.L’acquisto di barbatelle dovrà essere effettuato sempre presso vivai controllati dal Ser-vizio Fitosanitario Regionale. All’atto dell’acquisto chiedere al rivenditore e verificare che le barbatelle:• siano accompagnate dal documento fiscale (fattura o scontrino fiscale) e dalla certifi-
cazione sanitaria (C.A.C.);• presentino partite con una vigoria omogenea;• dispongano di un’abbondante massa radicale che non deve presentare “galle” o
altri difetti visibili (radici rotte);• abbiano un diametro al colletto non inferiore a 10 mm;• non presentino tagli longitudinali al colletto (divisioni).Il tracciamento dovrà essere studiato ed adattato alla tipologia di terreno su cui si ese-gue l’impianto. Mentre in pianura la sistemazione è più semplice, in collina di norma per tracciare i filari si preferisce la sistemazione secondo le curve di livello e l’orienta-mento nord-sud in modo da garantire, nei sesti irregolari, massima illuminazione. La determinazione dei sesti di impianto dovrà considerare: la fertilità del suolo e la disponibilità di acqua per l’irrigazione; giacitura ed altitudine. Di norma infatti l’accoppiata “pendio in alta collina” è sino-
nimo di “ridotta vigoria”; la necessità di meccanizzare buona parte delle pratiche colturali (potatura, lavora-
zioni, raccolta) e di mantenere ben illuminate le chiome.
I sesti maggiormente adottati sono i seguenti.a. 5x4 m (500 piante/ettaro);b. 5x5 m (400 piante/ettaro);c. 6x5 m (333 piante/ettaro).Il sesto di impianto 6x6 m (278 piante/ettaro), spesso consigliato, è adottato con mag-gior frequenza solo in collina, sulle forme di allevamento a cespuglio o vaso cespu-gliato. In pianura, in particolare per le forma di allevamento ad alberello e vaso ce-spugliato, le piante messe a dimora per ettaro variano dalle 400 alle 333. L’impianto autunnale è da preferire rispetto a quello primaverile. La barbatella, nel solco o nella buca di impianto, va sistemata ed assestata avendo cura di mantenere il colletto a livello del terreno. Una accurata bagnatura favorirà l’adesione del terreno alle radici. Nei noccioleti in prossimità di boschi o incolti non vi è consuetudine di progettare gli impianti prevedendo la presenza di impollinatori perché tale ruolo è svolto, di norma sulla T.G.T., da piante di nocciolo spontanee (selvatiche). Ove non sussista questa
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
15
opportunità è necessario prevedere la messa a dimora di un 10% di impollinatori delle varietà Tonda Gentile romana, San Giovanni, Pauetet, Daria, Camponica oppure Ne-gret che per compatibilità genetica, contemporaneità dei periodi di fioritura, abbondan-za e costanza di emissione di polline negli anni e qualità delle nocciole raccolte, sod-disfano l’operatività. L’unica avvertenza è quella di raggruppare gli impollinatori sulla prima fila oppure in un blocco in prossimità del lato sopravvento dell’appezzamento. Infatti le nocciole che verranno raccolte da queste piante dovranno essere separate dalla produzione per le diverse caratteristiche commerciali e quindi consegnate sepa-ratamente dalla TGT.
FORME DI ALLEVAMENTOIl cespuglio è una forma di allevamento policaule molto diffusa che rispecchia il natu-rale portamento della pianta. Si ottiene mettendo a dimora, preferibilmente in autunno, una barbatella che a fine inverno si capitozzerà pressoché a terra, costringendo la pianta ad emettere polloni dalla base del fusto. Nella primavera dell’anno successivo si sceglieranno i 4-6 polloni opportunamente distanziati tra loro e si toglieranno tutti gli altri. Negli anni seguenti ci si limiterà ad eliminare i soli polloni basali ed i succhioni che infoltissero eccessivamente la chioma.La forma ad alberello si sta diffondendo in pianura ed è molto presente nell’astigiano e alessandrino dove le operazioni colturali (controllo delle infestanti sulla fila, potatura, andanatura pre-raccolta, gestione dei polloni) sono eseguite, prevalentemente, con mezzi meccanici. All’impianto autunnale della barbatella, ed al taglio alla ripresa ve-getativa a terra dell’astone, segue nell’estate del secondo anno la scelta della branca più vigorosa da allevare e capitozzare a 80-90 cm dal suolo all’inizio del terzo anno. Negli anni successivi, la soppressione delle branche in sovrappiù, e l’allevamento di quelle sviluppatesi a seguito della capitozzatura ed il raccorciamento di quelle che sono più lontane dal terreno completeranno lo sviluppo della chioma. Una forma in-termedia fra le due precedenti è il vaso cespugliato, che si ottiene accorciando, nella
Cespuglio Alberello Vaso cespugliato
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
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primavera successiva all’impianto, a 50-60 cm da terra l’astone centrale. Nel secondo anno si alleveranno le 4-5 branche disposte regolarmente rispetto all’asse centrale e si provvederà ad accorciare nuovamente astone centrale se troppo vigoroso rispetto alle pertiche costituenti la chioma. Negli anni successivi si provvederà a diradare le sotto branche in sovrannumero e quelle che tendessero ad infittire troppo l’interno della chioma. Questa forma di allevamento ha il vantaggio di agevolare in parte le lavorazioni intorno al tronco.
GESTIONE DEL SUOLONella tabella che segue si riassumono le principali operazioni colturali da eseguire nel noccioleto dall’impianto, alla fase di piena produzione.
Anno dall’impianto Operazioni da eseguire
1° anno impianto
Capitozzatura barbatelle per impostare la forma di allevamento
1-2 sarchiatura/e localizzata/e intorno all’astone ed eventuale fresatura interceppo sulle file
1-3 trinciatura/e per la gestione delle malerbe sull’interfila o semina di piante da sovescio o inerbimento controllato
2° anno impianto
Fertilizzazione localizzata primaverile
1-2 sarchiatura/e localizzata/e intorno all’astone ed eventuale fresatura interceppo sulle file
1-3 Trinciatura/e per la gestione delle malerbe sull’interfila o semina di piante da sovescio o inerbimento controllato
Spollonatura manuale o chimica
dal 3° al 7°anno
Potatura di allevamento
Fertilizzazione localizzata primaverile
1-3 sarchiatura/e localizzante intorno alla pianta e/o diserbo localizzato con campana
1-3 sarchiatura/e o trinciatura/e per il controllo delle malerbe nell’interfila
Spollonatura manuale o chimica
dall’ 8° anno in poi
Potatura di produzione
Fertilizzazione autunnale e primaverile
Trinciatura interfila per gestione malerbe
Rippatura interfila post raccolta per rompere la crosta di lavorazione
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
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Per sopperire, nei primi anni di impianto, alla mancanza di sostanza organica utilizzata nella concimazione di fondo e per mantenere inerbito il suolo del corileto, si consiglia la semina del sovescio. Il sovescio è la semina di una coltura erbacea con essenze in purezza o consociate, destinata ad essere totalmente interrata per migliorare il suolo del noccioleto. I vantaggi di questa pratica agronomica sono molteplici e possono sintetizzarsi con l’apporto di una considerevole quantità di sostanza organica e, con alcune essenze foraggere, l’attivazione di azioni nematocide e/o biofumiganti. L’inte-resse per questa pratica non è limitato alla funzione fertilizzante, certamente la più importante, ma si estende ai molteplici effetti che la copertura del suolo con la relativa scelta delle diverse essenze, hanno sulla protezione del suolo e della falda, sulla sta-bilità della struttura, sul controllo delle infestanti e di alcuni parassiti. La consulenza del tecnico di riferimento è indispensabile per la scelta più adeguata dell’essenza da utilizzare in base alle caratteristiche pedo-climatiche, alla sua metodologia di gestione ed alle sue proprietà.
Indicazione fertilizzante in kg/ha di nutrimenti contenuti nei tessuti delle foraggere
Essenza foraggera in purezza
N (Azoto)P
2O
5 (anidride
fosforica)K
2O (ossido di potassio)
Tipologia di gestione
Proprietà biocide
Trifoglio incarnato 40 - 80 10 - 20 40 - 60 sovescio --
Trifoglio ladino 40 - 60 10 - 20 40 - 60 inerbimento --
Trifoglio sotterraneo 40 - 60 10 - 20 40 - 60 inerbimento --
Veccia 50 - 180 10 - 25 50 - 90 sovescio --
Favino 50 - 150 10 - 35 30 - 120 sovescio --
Pisello proteico 30 - 100 10 - 35 30 - 100 sovescio --
Rafano 50 - 80 25 - 30 80 - 110 sovescio nematocida
Senape bianca 50 - 80 25 - 30 80 - 110 sovescio nematocida
Senape bruna 90-100 25 - 30 80 - 110 sovescio biofumigante
Dal settimo – ottavo anno dall’impianto in poi, con la progressiva entrata in produzione, al sovescio si preferisce l’inerbimento spontaneo e temporaneo, pratica agronomica che agendo contemporaneamente sugli aspetti fisici, chimici e biologici del noccioleto, consente la raccolta a terra del prodotto. L’inerbimento temporaneo è da preferire al diserbo integrale del corileto in quanto riduce le lavorazioni meccaniche del suolo e quindi contiene la perdita della sostanza organica, limita l’erosione superficiale delle acque piovane ed i ristagni superficiali, contiene il compattamento del terreno dovuto alle macchine agricole, favorisce la distribuzione degli elementi fertilizzanti poco mo-bili in profondità rendendoli utilizzabili, previa mineralizzazione, da parte delle radici delle piante di nocciolo.
IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
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IN BREVE PER L’IMPIANTO DEL NOCCIOLETO
NON PIANTARE le barbatelle di nocciolo subito dopo aver estirpato un vigneto, un frutteto, un bosco o un incolto.
EVITARE L’IMPIANTO in terreni molto compatti, asfittici o con acidità elevata (≤ 5). La notevole acidità del terreno causa un forte squilibrio metabolico nell’albero che stenta a crescere ed è maggiormente predisposto a subire l’attacco di funghi, batteri e nematodi.
NON METTERE concimi organici a diretto contatto delle radici delle barbatelle.
ESEGUIRE un’analisi del terreno pre-impianto.
ACQUISTARE le piante da vivaisti accreditati.
CHIEDERE il documento di commercializzazione e il C.A.C.
GARANTIRE un 10% di piante impollinatrici in assenza di noccioli selvatici.
SEMINARE un cereale o una coltura intercalare o da sovescio dopo un espianto.
FARE la concimazione organica pre-impianto.
EFFETTUARE sovesci nei primi anni di allevamento in assenza di concimazione organica all’impianto.
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
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MALATTIE E FISIOPATIE DEL NOCCIOLO IN PIEMONTEPresentiamo di seguito le principali avversità causate da funghi, batteri e nematodi (avversità biotiche) e quelle provocate da fattori ambientali (avversità abiotiche o fisio-patie) che interessano attualmente i noccioleti piemontesi.
1) Marciumi radicali (Armillaria mellea, Rosellinia necatrix): Tipici funghi che segna-lano la “debolezza” di una pianta, si manifestano con il deperimento evidente della chioma solo dopo aver invaso completamente le radici. Per verificarne la presenza è necessario scalzare la terra alla base della pianta ed esaminare il colletto. L’evi-denza di tessuti imbruniti, spugnosi, più o meno decomposti, invasi da un tessuto filamentoso e fibroso di colore bianco oppure vere e proprie lamelle o ventagli biancastri sui tessuti delle radici ed il caratteristico profumo di “fungo fresco” ne segnalano la presenza. La chioma delle piante colpite evidenzia una vegetazio-ne stentata, in ritardo nella ripresa vegetativa, foglie di dimensioni più contenute, ingiallimenti diffusi e rami dell’anno pressoché assenti. In autunni particolarmente piovosi, si notano alla base delle piante colpite, corpi fruttiferi del fungo, i ‘chiodini’, l’unica parte “buona”, perché “mangiabile”, pur essendo una micidiale avversità.Rimedi: Limitare l’uso della concimazione azotata e organica. Estirpare e bruciare le piante infette eliminando bene tutti i residui delle radici. Spargere nella buca un paio di chilogrammi di calciocianammide e “muovere” il terreno. Ripetere la disinfezione della buca dopo 2 mesi.
2) Mal dello stacco (Cytospora corilicola): questo fungo si trova frequentemente in noccioleti fitti ed in “crisi” (debilitati), spes-so a causa di tecniche agronomiche non corrette oppure per prolungati stress idrici. In primavera la Cytospora, con l’aumento delle temperature e dell’umidità, si sposta sulla superficie del legno malato e si rende visibile sotto forma di “grumi
Armillaria presente sulla radice, al di sotto della cortecciaSezione di radice attaccata da Armillaria
MALATTIE E FISIOPATIE
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in catenella” di colore rosso-arancione vivo che sono gli organi di propagazione di questo fungo. La diffusione su nuove piante avviene tramite qualunque tipo di ferita; quando il fungo si sviluppa su tutta la circonferenza della pianta, la porzione di tronco che si trova al di sopra dell’attacco secca completamente.Rimedi: Vedi indicazioni sul Disciplinare di difesa del nocciolo.
3) Cancri rameali (Sphaeropsis sp. e Phomopsis sp.): Gli attacchi di questo fungo interessano prevalentemente il tronco su cui evidenziano zone irregolarmente de-presse, brune, che progressivamente si allargano, si fessurano fino a mettere allo scoperto il legno sottostante. La porzione di tronco lesionata varia a seconda della virulenza dell’attacco, ma anche in base all’età del ramo colpito e dalla rapidità con cui il legno, crescendo, tenta di cicatrizzare i bordi della depressione per cercare di arrestare la malattia.Rimedi: Vedi indicazioni sul Disciplinare di difesa del nocciolo.
Disseccamento determinato dalla Cytospora
Pertica disseccata dai cancri rameali
Cirri (catenelle gommose) di Cytospora
Vaso cespugliato attaccato dai cancri rameali
MALATTIE E FISIOPATIE
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4) Gleosporiosi (Piggotia coryli): È un fungo particolarmente pericoloso in annate piovose, più incisivo nelle zone di fondovalle e pianura. L’infezione si manifesta all’inizio della ripresa vegetativa con l’imbrunimento precoce delle gemme, che non germogliano e cadono a terra. I rami dell’anno attaccati risultano molto indeboliti o addirittura secchi. Nel corso della stagione il fungo si sviluppa sulla vegetazione e con l’inizio dell’estate, sulle foglie colpite si osservano disseccamenti «a goccia» (la «punta» della goccia si trova in prossimità della nervatura centrale, mentre il dis-seccamento della foglia tende ad allargarsi verso l’esterno della stessa). Le foglie colpite cadono prima delle altre (filloptosi) perpetuando la malattia.Rimedi: Vedi indicazioni sul Disciplinare di difesa del nocciolo.
5) Cancro batterico del nocciolo (Pseudomonas avellanae): Avversità identificata dal S.F.R. Piemonte nel 1997; in seguito ad approfondite indagini biomolecolari il batterio venne ricondotto alla meno preoccupante specie P. syringae pv. Coryli. Sulla base di riscontri eseguiti dai tecnici della Coldiretti di Cuneo in zone di pia-nura, nel 2015, sono stati trovati 2 casi che potrebbero essere riconducibili alla menzionata avversità, ma occorreranno approfondimenti perché le piante da cui si è ottenuto il riscontro analitico non presentavano la sindrome tipica di P. avellanae. L’attacco del cancro batterico del nocciolo si osserva già sui fiori maschili che in in-verno, invece di fiorire, imbruniscono e seccano. Parte delle gemme attaccate non germogliano e le foglie che riescono a svilupparsi sono più piccole ed hanno una colorazione verde pallida. In stagione i germogli progressivamente avvizziscono e le foglie che seccano rimangono saldamente attaccate al ramo anche dopo la natu-rale caduta della vegetazione delle piante sane. L’attacco del cancro avanza nella pianta dalla chioma al tronco e sulla corteccia si trovano aree allungate umide, depresse, di colore bruno-nerastre che finiscono per rompersi e diventare cancri. Dopo 2-3 anni buona parte delle piante colpite da P. avellanae seccano. Il batterio per colonizzare nuove piante, in autunno ed inverno, sfrutta tutte le ferite presenti sul legno incluse le cicatrici di caduta delle foglie.Rimedi: Nei casi sospetti, in attesa di approfondimenti, e più in generale nelle
Filloptosi anticipata causata dalla GleosporiosiCaratteristico disseccamento a “goccia” causato dalla Gleosporiosi
MALATTIE E FISIOPATIE
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realtà produttive di fondovalle e pianura, si consiglia di applicare i consigli di difesa indicati sul Disciplinare di difesa del nocciolo nell’avversità BATTERIOSI.
6) Necrosi batterica del nocciolo (Xanthomonas campestris pv. corylina): batteriosi individuata nel 2013, isolata nel 2014 dal lavoro congiunto dei tecnici del coordi-namento corilicolo e di quelli del Settore Fitosanitario Regionale. Il periodo in cui i danni alla vegetazione sono più visibili è quello che va da accrescimento dei ger-mogli (germoglio tenero, erbaceo) ad inizio ingrossamento dei frutti (inizio giugno). Sul germoglio colpito e sulle foglie si vedono macchie bruno-rossastre ellittiche, lunghe 2-3 mm. L’apice e le prime foglie del germoglio si incurvano, si accartoc-ciano e nella maggioranza dei casi seccano. Sulle bratee che rivestono le nocciole in crescita si vedono macchie rosse isolate e depresse. La presenza di sintomi sui rami e sulle branche è invece più difficile da osservare, specialmente su TGT. In bibliografia però, su altre varietà di nocciole, è segnalata la possibilità che sulla corteccia si rintraccino cancri di colore bruno rossastro. Rimedi: Le indicazioni contenute nel Disciplinare di difesa (vedi: BATTERIOSI – Li-mitazioni d’uso e consigli applicativi) contengono i risultati ottenuti dai tecnici dell’A-grion nel primo anno della sperimentazione biennale realizzata per contrastare la necrosi batterica.
Infruttescenza attaccata da necrosi batterica (SFR Piemonte)
Germoglio colpito da Necrosi batterica
P. syringae pv. coryli (Chiara Morone SFR Piemonte)P. avellanae (Marco Scortichini - SITO: Atlas of Plant Pathogenic Bacteria)
MALATTIE E FISIOPATIE
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7) Nematodi: chiamati anche “anguillule”, per la loro forma e per il loro movimento, sono animali invisibili ad occhio nudo (da 0,2 a 3 mm) dannosi alle piante. In tutti i terreni sono naturalmente presenti vari generi di nematodi. Irrigazioni, lavorazioni, animali e uomo contribuiscono alla loro diffusione e quando una popolazione di nematodi fitoparassiti aumenta troppo di numero, può provocare gravi danni alle piante di cui si nutre. I nematodi associati al nocciolo vivono a spese delle radici; la pianta, indebolita da un loro attacco reagisce emettendo foglie più piccole, con colore diverso dal normale, che cadono anticipatamente. Il nocciolo viene spesso aggredito da funghi ed insetti che, prendendo il sopravvento, “confondono i tecnici” su chi ha, in realtà, provocato seccumi e moria della pianta. In Piemonte, a fine anni ‘70, in seguito a riscontri di seccumi di piante in Alta Langa, vennero rinvenute popolazioni massicce di nematodi fitoparassiti appartenenti alla specie Gracilacus audriellus. Nel 2015, da parte dei tecnici del coordinamento corilicolo, sono state segnalate delle morie di piante che, in 1 caso, sono state associate alla presenza di elevate popolazioni di nematodi appartenenti ai generi Xiphinema spp e Helicoty-lenchus spp. Rimedi: come primo intervento è stato consigliato l’uso di concime organico ben ma-turo per favorire lo sviluppo vegetativo delle piante, introdurre “nemici naturali” delle anguillule e stimolare l’accumulo di anidride carbonica che inibisce l’attività biologica dei nematodi. Si sta valutando la realizzazione di una prova di sovescio per il control-lo di nematodi e funghi patogeni.
Pianta debilitata da Nematodi Gracilacus audriellus
MALATTIE E FISIOPATIE
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Foglie cadute a terra ad inizio estate 2013
Colorazione delle foglie prima della Filloptos Foglie cadute anticipatamente (sinistra) rispetto a foglie sane (destra)
8) Filloptosi anticipata delle foglie: Nel mese di giugno del 2013, in tutte le zone corilicole piemontesi, si era verificato un preoccupante fenomeno di caduta antici-pata delle foglie (filloptosi). Nelle aree più colpite ci si trovava di fronte ad un vero e proprio tappeto di foglie alla base delle piante. Campioni di vegetazione (foglie e rami) di tutte le aree produttive, raccolti puntualmente dai tecnici del coordinamen-to corilicolo, sono stati analizzati dal Settore Fitosanitario della Regione Piemonte (crittogame e virus) e dal CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria - di Roma (batteri). Dalle analisi di laboratorio non erano emerse patologie fungine, dovute a virus oppure a batteri. La causa della caduta anticipata delle foglie (filloptosi) non era dovuta a funghi, batteri o insetti, bensì si è trattato di una risposta fisiopatologica della pianta alle anomale condizioni (tempe-ratura, piogge, umidità atmosferica e del terreno) di quella primavera / inizio-estate.Rimedi: a condizioni climatiche avverse non ci sono rimedi. Il consiglio dato di NON TRATTARE si è, anche a posteriori, rilevato il più corretto.
MALATTIE E FISIOPATIE
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
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Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese
Riconoscimento CIMICE ASIATICA
SPINA ADDOMINALE ASSENTE
12-17 mm
2-3 mm
12 mm
∅ 1 mm
Foto: DISAFA Torino
MACCHIE COLOR AVORIO
ALI VENATE
PUNTA
TESTA RETTANGOLARE
CIMICE ASIATICA (Halyomorpha halys)E’ una nuova cimice, originaria dell’Asia, potenzialmente pericolosa che punge e suc-chia 300 tipi di piante diverse, fra cui il nocciolo, che non ha nemici naturali locali che la contengano. Ha una lunghezza di 1-1,5 cm. La parte superiore dello “scudo” della cimice ha un colore di fondo grigio, con macchie rosso-marrone-nero-blu, variabili con l’età dell’insetto e la stagione. La parte inferiore è invece grigia chiara. Altre caratte-ristiche sono indicate sulle foto. In autunno gli adulti si concentrano in posti asciutti e riparati (volentieri in case e capannoni) per trascorrere l’inverno. In primavera si spostano sulle piante per mangiare e riprodursi. Nei nostri ambienti fa 2 generazioni all’anno. I giovani hanno ai lati del capo, che è rettangolare, “punte” che si vedono con una lente di ingrandimento, che li distinguono da tutte le altre cimici “nostrane”.
Abbiamo bisogno della Vostra collaborazione:quando vedete questo tipo di cimici avvisate il tecnico di zona.
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FOCUS SULLA DIFESA
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
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INFORMAZIONI SULL’I.G.P. NOCCIOLA PIEMONTE
Il Regolamento (UE) 1151/12 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari richiede che i prodotti agroalimentari che beneficiano della DOP o della IGP siano ottenuti in conformità al relativo Disciplinare e che la verifica del rispetto dei requisiti disciplinati sia effettuata da autorità competenti e/o da organismi di controllo autorizza-ti dagli stati membri. La Nocciola Piemonte I.G.P. rientra tra i prodotti registrati e INOQ Soc. Coop è l’Organismo di Controllo che si occupa della certificazione del prodotto, presso le organizzazioni che intendono utilizzare tale denominazione per tutte le tipo-logie previste dal disciplinare di produzione (in guscio, sgusciata, tostata, in granella, in pasta). Il documento guida per lo svolgimento delle attività di controllo di conformità sui requisiti di prodotto e di processo della denominazione Nocciola Piemonte, è co-stituito dal Piano dei Controlli, dove sono stabilite le regole da osservare e documenti da produrre.
Piano di Controllo (con i relativi allegati), tariffario e disciplinare di produzione, sono li-beramente scaricabili dal sito www.inoq.it nella sezione DOP e IGP / Nocciola oppure possono essere richiesti direttamente a: segreteria@inoq.it (Telefono: 0172 911323).
Di seguito riportiamo sinteticamente scadenze ed adempimenti richiesti dall’attuale Piano dei Controlli della Nocciola Piemonte IGP per le Aziende Agricole, ai fini della produzione di nocciole in guscio:
1. NUOVE ISCRIZIONI AL SISTEMA DI CONTROLLO
Le aziende che non sono mai state iscritte all’albo noccioleti, devono inviare ad INOQ entro il 31 maggio 2016, l’ALL.1 – “Richiesta di iscrizione delle aziende agricole al sistema di controllo e certificazione” allegando l’elenco degli appezzamenti da iscrivere (riportando per ciascuno, dati catastali, comune di appartenenza, superficie utilizzata, numero piante e data di impianto, come da fascicolo aziendale) e copia della visura camerale aggiornata.
2. RICHIESTA DI INTEGRAZIONE APPEZZAMENTI NELL’ALBO DELLA NOCCIOLA PIEMONTE IGP
Le aziende agricole già inserite nel sistema di controllo della Nocciola Piemonte IGP che intendono aggiungere nuovi appezzamenti all’elenco, devono inviare ad INOQ, sempre entro il 31 maggio 2016, l’ALL.1 – “Richiesta di iscrizione delle aziende agricole al sistema di controllo e certificazione”, barrando la casella “integrazione dell’elenco noccioleti” ed allegando l’elenco dei nuovi appezzamenti da iscrivere (con le stesse indicazioni di cui sopra).
NOTA BENE: Nei casi precedenti, 1 e 2, l’iscrizione può riguardare particelle con qualsiasi anno di impianto purché almeno una di queste abbia superato il sesto anno di impianto (2010 o precedenti); questo al fine di accordare l’iscrizione ad almeno un appezzamento che entra in produzione l’anno della richiesta.
I.G.P. NOCCIOLA PIEMONTE
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3. PER TUTTE LE AZIENDE ISCRITTE PER IL RACCOLTO 2015:
- TRASMISSIONE DATI PRODUTTIVI: Tutte le aziende già iscritte nel 2015, devono trasmettere ad INOQ entro il 30 giugno 2016, l’ALL.4 riportando le quantità di Nocciola Piemonte IGP raccolta (controllata e ritenuta idonea) e venduta (certificata);
- CONFERMA ISCRIZIONE PER IL 2016 (MANTENIMENTO NEL SISTEMA DI CONTROLLO) Attraverso lo stesso allegato (ALL.4) e sempre entro il 30 giugno 2016, dovranno esprimere la propria intenzione, in merito all’utilizzo della denominazione per la campagna entrante. Coloro che intendono utilizzare la denominazione anche per il 2016 compileranno il campo “CHIEDE PER L’ANNO 2016 il mantenimento nel sistema di controllo…” riportato sulla prima pagina dello stesso allegato 4;
- RINUNCIA ALLA PRODUZIONE DI NOCCIOLA PIEMONTE IGP PER IL 2016 Chi invece non intende avvalersi della denominazione per il 2016, daterà e firmerà il campo: “Nel caso l’azienda preveda di non utilizzare l’IGP per l’anno in corso” ri-portato sul retro dell’ALL.4. Può trattarsi di rinuncia temporanea, per uno o più anni; il registro noccioleti viene mantenuto, ma non è possibile vendere il prodotto come Nocciola Piemonte IGP per il periodo di rinuncia).
I.G.P. NOCCIOLA PIEMONTE
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AGRION
CORTE Maria 335 8143030 maria.corte@agrion.it
FORNERIS Mauro 335 215309 mauro.forneris@agrion.it
SONNATI Claudio 334 6986914 claudio.sonnati@agrion.it
COLDIRETTI CUNEO
PIO Roberto 0173 292750 roberto.pio@coldiretti.it
BALDOVINO Zelda Luigia 331 6872310 zeldaluigia.baldovino@coldiretti.it
BENOTTO Mario 335 5652031 mario.benotto@coldiretti.it
CALORIO Lorenzo 338 6893969 lorenzo.calorio@coldiretti.it
CHIARLE Ornella 335 1713742 ornella.chiarle@coldiretti.it
GONELLA Giancarlo 348 3188887 giancarlo.gonella@coldiretti.it
MARCHISIO Christian 331 6171273 christian.marchisio@coldiretti.it
STECCA Vittorio 335 6084153 vittorio.stecca@coldiretti.it
OBERTO Elisa 335 1493131 elisa.oberto@coldiretti.it
CAPRARO Samuele 339 7919770 samuele.capraro@coldiretti.it
MARASSO Maurizio 366 6971613 maurizio.marasso@coldiretti.it
TESTA Massimo 324 5537256 massimo.testa@coldiretti.it
GARELLI Andrea 338 4947698 andrea.garelli@coldiretti.it
GABUTTO Alessandro 338 6534471 alessandro.gabutto@coldiretti.it
COLDIRETTI ASTI
BAGNULO Antonio 335 7502061 antonio.bagnulo@coldiretti.it
GUCCIARDO Maurizio 338 3083096 bernardomaurizio.gucciardo@coldiretti.it
DI MATTEO Daniele 335 7502081 daniele.dimatteo@coldiretti.it
LEARDI Alberto 335 7502084 alberto.leardi@coldiretti.it
COLDIRETTI ALESSANDRIA
PANSECCHI Alberto 335 7535837 alberto.pansecchi@coldiretti.it
CONFAGRICOLTURA CUNEO
MARINO Antonio 345 2296270 marino@confagricuneo.it
MAGGIOROTTO Luca 345 2296269 maggiorotto@confagricuneo.it
GALLIO Cristiano 366 5612317 gallio@confagricuneo.it
CONFAGRICOLTURA ASTI
MASENGA Enrico 335 7821249 masenga.enrico@confagriasti.com
CONFAGRICOLTURA ALESSANDRIA
VISCA Marco 335 5934045 m.visca@confagricolturalessandria.it
COORDINAMENTO TECNICO CORILICOLO
COORDINAMENTO TECNICO CORILICOLO
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CIA CUNEO
CHIONETTI Silvio 338 8789166 s.chionetti@cia.it
ROGATI Ivan 348 7301721 i.rogati@ciacuneo.org
MASSOLINO Diego 333 2770222 d.massolino@ciacuneo.org
CIA ASTI
PIPPIONE Marco 348 5131074 m.pippione@cia.it
GUERCIO Anna 348 0314343 a.guercio@cia.it
SEMINARA Salvatore 348 5131073 s.seminara@cia.it
MUSSIO Silvio 348 5131084 mussio.cia@libero.it
CIA ALESSANDRIA
BULLANO Fabrizio 345 4529475 f.bullano@cia.it
CAPRA Eugenio 340 3050200 e.capra@cia.it
CADIR LAB
DEL COLLE Vanessa 0131 219696 delcolle@cadirlab.it
O.P. ASCOPIEMONTE
GRISERI Gianluca 349 2226026 serviziotecnico@ascopiemonte.it
O.P. ASPROCOR
TRAVERSA Giulio 335 8166759 traversa@asprocor.it
COORDINAMENTO TECNICO CORILICOLO
AgrionFondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese
Via Falicetto, 24 - 12030 Manta (CN)
Centro Sperimentale per la Corilicoltura
Strada Provinciale, 31/2 - 12050 Cravanzana (CN)
Recapito: Unione Montana Alta Langa, Via Oberto, 1
12060 Bossolasco (CN) - Telefono: 0173 799000
www.agrion.it
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