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Mensile degli studenti di Siena; sull'Università, dipartimenti, vita studentesca, satira, mondo e molto altro ancora..! offerto grazie al contributo del DSU Toscana
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Novembre 2012 fuoricorso 1
2 fuoricorso Novembre 2012
..Non solo perché
questa stessa
Amministrazione ha
ritenuto di voler
seguire una strada di bassi costi con pochi seggi,
costringendo numerosi studenti a fare file
interminabili e di ore, imponendoci una
inaccettabile scelta tra la possibilità di andare a
votare e quella di seguire le lezioni.
Ma se questi due giorni (22 e 23 ottobre) sono da
dimenticare, lo si deve maggiormente allo status di
violenza messo in campo da alcuni candidati
(specialmente ad Economia) che hanno reso alcune
facoltà veri e propri luoghi di battaglia, dove si
sono alternati situazioni di inaccettabile pressione e
di vergognoso squadrismo che potremmo oggi
definire, con la coscienza del passato che ci è cara,
di tipo fascista.
Metodi violenti e di tipo mafioso, come mettersi in
fila pur avendo già votato, facendo passare i propri
votanti avanti ad altri e senza alcun rispetto per
quelle persone che erano in fila da ore.
Niente di tutto questo è giustificabile, niente di
tutto ciò è comprensibile ed accettabile, doversi
confrontare con un voto che nelle sue condizioni è
apparso molto più simile a quello che potremmo
vedere nei paesi in via di sviluppo o con forte
limitazione democratica, piuttosto che in paesi e in
luoghi come l'Università che riteniamo debbano
invece alimentare valori fortemente democratici e
altamente plurali.
Il voto del 22 e 23 ottobre, che doveva servire a
spazzare via il marciume di questi anni, ha creato
ancora più malessere e maggiore malumore.
Si sperava in un confronto sereno, animato da
dibattiti e programmi, con forti scambi di idee tra i
candidati e possibili votanti, si è risolto in una
rumorosa rissa, dove l'ignobile uso della forza ha
messo a tacere le ragioni delle singole liste.
Parafrasando un sempre attuale Tacito, "hanno
prodotto rumore e violenza, con falso nome l'hanno
chiamata politica e competizione, e laddove hanno
fatto il deserto dei valori democratici oggi la
chiamano vittoria".
Certamente la violenza di questi due giorni di fine
ottobre, peseranno come un macigno nei prossimi
due anni e sicuramente hanno minato e mineranno
ulteriormente la fiducia nel valore della
rappresentanza.
Proprio alle studentesse e agli studenti vogliamo
oggi rivolgerci, perché non permettano mai più che
possano anche solo competere personaggi come
quelli che hanno reso la facoltà di Economia un
deserto di partecipazione, proprio alle studentesse e
agli studenti della
"Richard Goodwin"
facciamo pervenire il
nostro messaggio di
vicinanza, perché anche noi abbiamo assistito a
quell'ignobile spettacolo, quando il 22 e 23 ottobre
quei luoghi della nostra quotidianità, quei nostri
luoghi di cultura, sono stati violati da personaggi
poco raccomandabili, disposti in modo fascista,
con l'obiettivo di occupare quel meraviglioso
chiostro del nostro Ateneo.
Non abbiamo alcun motivo per abbassare lo
sguardo o volgerlo da un'altra parte, abbiamo avuto
la forza ed il coraggio di volgerlo dritto negli occhi
di chi certamente non era iscritto all'Università di
Siena e che, con motivazioni ancora poco chiare,
ha occupato i nostri luoghi di studio, quei luoghi
che abbiamo il dovere oggi di tornare a liberare dal
ricatto e dalla violenza.
A voi strappiamo questa promessa, sarà con il
nostro lavoro che durerà certamente altri due anni e
con il vostro sostegno che non è mai venuto meno
e mai credeteci sarà reso vano, anzi ora più di ieri
riteniamo sarà maggiormente fondamentale, che
potremo dare una lezione morale a chi ha tradito la
fiducia di tutte le studentesse e di tutti gli studenti e
ha ridotto a ciarpame senza pudore il valore della
rappresentanza.
Nasce "FuoriCorso" che per un giornale universitario
potrebbe non essere proprio di buon auspicio!
Ed è proprio in questo momento storico in cui essere
fuori corso e fuori tempo, caratteristica diffusa tra
moltissimi giovani, fa di noi una generazione dentro le
cose, dentro le notizie, dentro le sensazioni che ci
accomunano e in qualche modo ci appartengono.
FuoriCorso è una sfida generazionale, che pone al
centro del dibattito il grande tema della conoscenza e
dei saperi, con la consapevolezza che la vera anomalia
culturale di questo paese non è l'essere "FuoriCorso",
quanto piuttosto il non dare alcun peso e alcun valore
alle idee e alla cultura.
Dopo la felicissima esperienza di "In Piena Facoltà"
eccoci tornati con ancora più coraggio, pertanto
abbiamo deciso di ampliare i nostri temi di discussione,
cercando di mettere in campo un'informazione che sia
libera, di facile lettura e soprattutto gratuita.
Novembre 2012 fuoricorso 3
“La prima esi-
genza di chi ar-
riva a Siena per
studiare, è trova-
re una soluzione
abitativa”, così il
nostro sito d’ateneo introduce la pagina riguardante
i servizi alloggio offerti.
Ma com’è davvero la qualità di questa offerta?
È sufficiente a coprire la sempre maggiore doman-
da di un diritto così basilare richiesto dagli studen-
ti?
A scrivere sono due studenti che risiedono presso
la residenza Mattioli. Due studenti che quotidia-
namente hanno a che fare con i servizi offerti e che
si ritrovano a vivere spesso in situazioni al limite
del tollerabile. Senza avanzare pretese o paragoni
con altri atenei italiani vorremmo porre alla vostra
attenzione alcuni problemi da noi riscontrati. Tra-
lasciando l’ormai vecchio ritornello della mancan-
za di un campus universitario nella nostra indebita-
ta “città universitaria”,proviamo a farvi entrare nel
mondo di uno studente assegnatario.
Il diritto che viene riconosciuto allo studente non è
quello di una casa ma di un materasso vecchio e
sporco dove dormire, in strutture vecchie e
decadenti, con impianti idraulici fatiscenti e pieni
di infiltrazioni di tufo che, talvolta, portano ad
avere reazioni cutanee molto fastidiose, servizi
igienici “medievali” a cui manca bidet e piatto
doccia e a cui si intasano spesso le tubature. Queste
necessitano di riparazioni a cadenza settimanale
che sono svolte senza preavviso alcuno (alla faccia
del rispetto della privacy e degli oggetti personali
che, in quelle occasioni, vengono ammucchiati in
corridoio in bella vista dei passanti).
Le camere, spesso singole adibite a doppie, conta-
no 20 metri quadrati che, considerando due
letti, due scrivanie, due comodini e un arma-
dio, lasciano poco spazio alle attività private
dello studente e al suo stesso respiro. Capita,
se lo studente sentisse la necessità di farsi
qualche ora di studio, che possa recarsi nella
sala studio (ove esistente). L'accogliente luogo
sovra citato è anche conosciuto come “stanzo-
ne, preso puntualmente di mira da studenti e-
sterni vittime della carenza di spazi dove stu-
diare, in cui è più rara la presenza di una
lampada al tavolo che la possibilità di trovare
un posto durante le sessioni d'esame”.
Superando a stento i numerosi secchi posti a
raccolta delle perdite d'acqua lungo i corridoi
umidi si arriva alle cucine: stanzini scuri e impre-
gnati, distributori di germi. All'interno:un fornetto
elettrico in stile
“Happy Days”,
un piano cottura
delle dimensioni
di una pentola
munito di un pa-
io di piastre(con tempi di cottura biblici), frigoriferi
maleodoranti e rumorosi. Tutto ciò da condividere
con altre 80 persone, spesso, negli stessi orari.
Ciò che invece era stato sbandierato come grande
privilegio è il servizio internet gratuito. La rete
presenta,però, le stesse problematiche delle tubatu-
re dei servizi igienici. Per intenderci: se una farfal-
la batte le ali in Cina, le residenze di Siena non
hanno internet per 5/6 giorni fino alla riparazione.
In più è presente un blocco che consente di aprire
solo determinati siti presentando agli studenti casi
emblematici sulla libera navigazione in siti web
come “hotmail” per la presenza della radice “hot”.
Ciò che assimila più di tutto la residenza a un car-
cere è la presenza dei tornelli o della portineria. Il
regolamento,nel paragrafo “visitatori esterni” art.2,
recita: ”Gli assegnatari possono ricevere nelle loro
camere, nella fascia oraria su indicata e previo con-
senso dell’altro assegnatario, non più di due ospiti
per un massimo di due ore”.
Ciò che poteva risultare benefico da questo servi-
zio ( un maggiore controllo per una maggiore sicu-
rezza personale) cade, pesantemente, sulle nostre
teste facendoci sentire ancor meno padroni delle
mura in cui viviamo. Le lamentele dei numerosi
studenti borsisti non sono capricci ma richieste di
maggiori diritti che in altre regioni l'ARDSU prov-
vede a conferire. La situazione attuale fa sembrare
all'occhio comune la posizione del borsista come di
soggetto passivo in quanto “favoreggiato” dallo
Stato, ma non è così.
A fronte di tutto questo ci chiediamo: cosa di tutto
ciò vi fa pensare alla parola “Casa”?
4 fuoricorso Novembre 2012
In questi tempi di
crisi si vedono
sempre nuvole scu-
re all'orizzonte. Il
12 Ottobre quegli
stessi nuvoloni
hanno portato la
pioggia su mezza
Italia. Stavolta in-
sieme ai tuoni tem-
poraleschi si odono
i cori e i canti degli studenti nelle strade. Il cattivo
tempo non ha intimorito le migliaia di ragazze e
ragazzi che, anche se sotto la pioggia, hanno invaso
le piazze di 90 città italiane. L'Unione Degli Stu-
denti porta la mobilitazione su obiettivi chiari: im-
pedire l'approvazione del ddl Aprea, salvando le
scuole dalle mani dei privati che, grazie a questa
legge, entrerebbero nei consigli di istituto e ostaco-
lare a tutti i costi un governo che dimostra di voler
assestare il colpo di grazia ad un'Istruzione pubbli-
ca già morente: sembrano, infatti, confermate le
voci di nuovi tagli all'istruzione pubblica.
Anche a Siena ha piovuto e anche Siena ha avuto la
sua manifestazione. L'UDS chiama a raccolta stu-
dentesse e studenti di tutte le scuole senesi, con la
partecipazione degli universitari di LINK.
Centinaia di giovani per le strade senesi (questo è
stato il primo risultato) che alle 9,00 si sono ritro-
vati in Piazza Matteotti per poi scendere in Via del-
la Sapienza fino a Piazza Indipendenza, per giun-
gere, infine, a Piazza Salimbeni dove ad attenderli
c’era la consueta assemblea di chiusura.
Un'assemblea partecipata, in cui i temi trattati sono
stati: la Proposta di Legge Aprea, i numerosi pro-
blemi degli edifici scolastici fatiscenti ormai a pez-
zi, aule con troppi studenti e troppo pochi docenti
ad insegnare, strutture scolastiche deficitarie, men-
tre, clamorosamente viene proposto l’acquisto di I-
Pad (a spese degli studenti?) per seguire le lezioni.
Mentre si parla di una scuola che non appassiona
ma degrada lo studente, intervengono anche gli u-
niversitari dell’associazione LINK, il sindacato
universitario, che
hanno posto
l’accento sul tema
dell’austerity, del
mondo del lavoro e
che hanno espresso
la propria solidarie-
tà agli studenti in
lotta in tutta Italia.
Questa giornata di
mobilitazioni e di
lotta si è dimostrata un'opportunità per il movimen-
to studentesco per misurarsi e capire in che dire-
zione spingersi, alla vigilia di un autunno comples-
so dove il tema della crisi resta ancora centrale.
Dalla Campania, inoltre, vengono lanciate la tre
giorni per la liberazione dei saperi (24-25-26 Otto-
bre) che vedranno gli studenti di tutto il nostro pae-
se impegnati a promuovere il valore della cultura,
per mezzo di assemblee in piazza e autogestioni
nelle scuole.
Se gli studenti dimostreranno in queste giornate,
come nelle successive manifestazioni, lo stesso spi-
rito tenuto in piazza il 12 Ottobre, ci sarà da aspet-
tarsi un autunno davvero caldo!
Il precedente
5 Ottobre, Roma: la situazione degenera in
zona Porta Portese tra cariche delle forze
dell'ordine e feriti tra i manifestanti. Dopo
la protesta davanti al MIUR e gli scontri il
corteo è ripreso; il bilancio approssimativo è
un minorenne strattonato e uno con il lab-
bro rotto, un'altra ragazza ha poi riferito di
aver ricevuto una manganellata su un gi-
nocchio, altri hanno denunciato di essere
stati presi a calci. Coinvolto persino un pas-
sante colpito ad un sopracciglio. Tra le forze
dell'ordine cinque agenti contusi.
Novembre 2012 fuoricorso 5
In periodo di campagne (e
tribune) elettorali, le ar-
gomentazioni già solita-
mente declassate sui quoti-
diani a trafiletto come sot-
sottili apostrofi tra uno slip
Intimissimi e un Alfa Ro-
meo, si riducono, ancor
più, a cenere.
Un caso su un milione :
A Giarre, un piccolo paese della Sicilia Orientale,
ci sono 25 opere pubbliche incomplete (una per
ogni mille abitanti) simbolo di un'amministrazione
politica incapace di gestire le proprie risorse.
Un "dato di fatto":
Nel 2011 il governo regionale della Sicilia aveva
un deficit di 5,3 miliardi di euro su un bilancio di
27 mld.
"C'è la crisi!"
Peccato che il debito siciliano sia un fedele
compagno dei cittadini dalla metà dell'ultimo
secolo. Perchè?
Nel 1946, mentre i servizi segreti Americani,
succubi della "minaccia sovietica", impiantavano
senza disturbo capi mafia promossi a sindaci su
tutto il territorio, la Sicilia diventava Regione
Autonoma con un Parlamento e leggi proprie. In
questo modo, i cittadini pagano le tasse al Governo
Centrale di Roma che, a sua volta, riversa il 100%
dei valori acquisiti nelle casse della Regione.
Per intenderci: le Province Autonome di Bolzano e
Trento e la Regione Autonoma Val d'Aosta versano
tra il 10 e il 30% delle tasse dei propri cittadini allo
Stato Italiano mentre la Sicilia trattiene tutto.
Negli anni '80 la malavita vive lucrando sui grandi
e piccoli appalti con l'appoggio di una gran parte
degli organi al governo. E' il periodo della
"costruzione a intermittenze" della Salerno-Reggio
Calabria mai finita, pare, per mancanza di fondi.
Pare, altrettanto, che tra il 2000 e il 2011 l'Italia
abbia beneficiato di ben
46 miliardi di euro di
finanziamenti elargiti
dall'Unione Europea per
vari settori (compresi
l'agricoltura e le
infrastrutture) ma a cosa
siano serviti non è ben
chiaro. Certo è che, da
quando sono iniziati i lavori di costruzione negli
anni sessanta, sulla A3 ci hanno lucrato tre
generazioni di appaltatori scelti da tre generazioni
di politici, pur se caduti ormai, insieme a tanti altri,
nella morsa della legge nelle inchieste formate dal
2000 ad oggi.
Negli anni '90 i politici siciliani diventano
dispensatori di benefici. Incentivano la pratica per
cui in cambio di voti promettono posti di lavoro
creati dal nulla e la costruzione di strutture per la
comunità. Così il governo regionale impiega
direttamente 18mila persone, cinque volte più della
Regione Lombardia che ha il doppio degli abitanti
dell'isola ; impiega 25mila lavoratori stagionali,
con il compito di ripulire i 340mila ettari di boschi,
3 volte e mezzo in più della Regione Sardegna che
ha, però, 1 milione e 200mila ettari di foreste ;
riduce nel 1996 il numero degli impiegati forestali
ma aumenta nel corso di pochi anni il numero dei
giorni lavorativi, da 51 a 151.
Ad oggi la Sicilia rischia di diventare la "Grecia
d'Italia" con un deficit di bilancio che potrebbe
trascinare il resto del paese nel fallimento.
L'unica soluzione che si para davanti è il
licenziamento di migliaia di persone per
sovraccarico di personale. Se però, si impegnassero
le risorse nella costruzione di piccole infrastrutture
mirate (basti pensare che i grandi capoluoghi di
provincia non sono tutti collegati da linee
ferroviarie o che la città di Matera non possiede
una stazione) tralasciando la politica troppo diffusa
della "grande opera" e dell' "alta velocità" si
riuscirebbe con la dovuta facilità a guadagnare
posti di lavoro riducendo i debiti.
Per ora il paese che ha permesso per anni
l'intreccio tra corruzione e clientelismo politico
resta a guardare i suoi scheletri in cemento, muta,
così come il Governo Monti ha lasciato a
stagionare la proposta di legge anticorruzione in
Parlamento, dimenticando che non trattandosi nè di
formaggio nè di vino per qualcuno avrà comunque
un gusto amaro, indipendentemente dal tempo che
passa.
Elezioni Regionali
La Sicilia è andata alle urne il 28 ottobre. Crocetta (candi-
dato della super coalizione Pd-Udc) è il nuovo Presidente
della Regione con il 30,5% delle preferenze. Il Movimento
5 Stelle risulta la prima lista con il 18%, mentre il Pdl af-
fonda al 12% nostalgica del trionfo delle consultazioni re-
gionali precedenti dove era a quota 33% . Grande prota-
gonista è stato l'astensionismo: l'affluenza è stata solo del
47,5% a differenza del 66% del 2008.
6 fuoricorso Novembre 2012
Ogni articolo sul
MUOS inizia
esplicitando il
significato di questo
cacofonico
acronimo, provocando al lettore una sensazione di
noia mista a nausea che, momentaneamente, vorrei
evitarvi. Comincerò dunque raccontandovi di un
ridente paesello siciliano, tutto sole, carciofi,
cannoli e “Bedda matri”: Niscemi che – lo
precisiamo per dare un aiuto a chi non ha un buon
rapporto con la geografia - sorge su una collinetta
orientale dell'isola, da cui potreste ammirare il mar
Mediterraneo senza neanche sporgervi troppo.
Un bel giorno del lontano 1943, tra venditori
ambulanti sgolati e scagnozzi armati di lupara,
giunse qui una comitiva di fusti alti, biondi, rasati e
con qualcosa in bocca che a mio nonno apparve
come estremamente fastidioso. Era il chewingum.
E loro erano soldati della flotta statunitense che dal
giorno dello sbarco in Sicilia continuarono a
passeggiare in zona. Ma perché? Per godere del
paesaggio che si apre dal belvedere del paese? Per
gustare l'ottima parmigiana che le mogli dei
massari gli offrivano, forse? Non lo sapevamo
(ancora). Fatto sta che a Niscemi i soldati
statunitensi ci sono rimasti.
Nel frattempo l'uomo metteva piede sulla Luna,
Mary Quant inventava la mini-gonna, Berlusconi
trovava sotto l'albero il suo primo blocchetto di
fatture e, all'insaputa dei più, lo stato italiano
acquisiva degli appezzamenti di terra situati nel
territorio che sarebbero stati dopo poco ceduti agli
Stati Uniti per farne un'inquietante e antiestetica
base militare. Oggi l'area, che si trova in prossimità
del centro abitato e nelle vicinanze di una
splendida riserva naturale popolata da specie
uniche di piante e
animali, è una delle
più importanti
centrali di
telecomunicazione
della marina militare USA, comprendente 41
antenne, delle quali la più alta raggiunge i 160
metri circa; adesso potrei dilungarmi dicendovi che
le antenne operano nella banda High Frequency,
HF (frequenza 3-30 MHz, lunghezza d’onda 10-
100 mt), per le comunicazione di superficie, ma mi
tratterrò per fare in modo che arriviate alla fine
dell'articolo senza accusare mal di testa e spasmi.
Vi basterà sapere che tutto questo comporta la
presenza di un campo elettromagnetico intenso e
costante il cui raggio d'azione danneggia uomini,
animali, pomodori e cannoli. Sì, perché è proprio a
colpi di radiazioni che gli USA vogliono salvarci
dal terrorismo!
Nel corso degli anni, infatti, non contenti
dell'operato di queste antenne, che si presentano
alla vista come degli abnormi scheletri di insetti
preistorici, gli ingegneri dell'esercito in stile Elvis
Presley, con annessa brillantina ai capelli, hanno
creato il suddetto MUOS. L'acronimo sta per
“Mobile User Objective System” ovvero, senza
spingerci troppo nella traduzione letterale,
un'accozzaglia di pali, parabole e pannelli di ferro
giganteschi e MUOStruosi.
Pensate che la costruzione prevede la
cementificazione di 2059 mq dell'area,che
dovrebbero dar vita ad un nuovo e più sofisticato
sistema di comunicazione della marina USA, in
grado di connettere tutti i propri mezzi - dalle navi
agli aerei senza pilota - con centri di intelligence di
qualsiasi parte del mondo.
Novembre 2012 fuoricorso 7
Il progetto è partito nel 2001 a seguito di un
accordo bilaterale sancito dagli USA e dallo Stato
italiano, ma solo nel 2008 la notizia diviene di
dominio pubblico.
Ad oggi esistono solo tre installazioni MUOS
operanti nel pianeta, collocati in Virginia, nelle
Hawaii e in Australia; tutti luoghi parzialmente
desertici.
Ma al peggio non c'è mai fine. E' inaccettabile,
infatti, come grazie ad alcuni semplici giochetti
burocratici, la regione e il governo nazionale, a cui
sono state inviate negli anni decine di
interrogazioni parlamentari senza ricevere mai
risposta, siano riusciti a concedere il lasciapassare
agli Stati Uniti per la costruzione di un eco-mostro
-come l'ha definito il giornalista Antonio Mazzeo-
che incrementa la massiccia presenza di venti di
guerra in tutto il Mediterraneo.
A questo punto alcuni cittadini, arrabbiati e
amareggiati, consci del mancato appoggio da parte
dell'amministrazione nazionale, regionale e locale,
decidono di riunirsi e aggregarsi: nasce così il
Comitato NO MUOS che dopo anni di battaglie,
indagini, manifestazioni e sigarette consumate
nevroticamente davanti a infinite pile di scartoffie,
è riuscito finalmente a farsi sentire, arrivando fino
a Montecitorio, anche grazie all'appoggio di altri
comitati che nel frattempo sono nati in tutta l'isola.
Il 6 Ottobre di quest'anno è stata inaugurata la
prima manifestazione nazionale firmata NO
MUOS, che ha visto la partecipazione di più di
duemila persone accorse a Niscemi per appoggiare
la causa. Proprio alla vigilia della manifestazione è
giunta la notizia del sequestro dell'area nella quale
continuavano incessanti i lavori.
Questo non deve essere un motivo per abbassare la
guardia. L'obiettivo dei comitati, infatti, è quello di
sensibilizzare l'intera nazione e diffondere la
notizia che per troppo tempo è stata prigioniera
della dimensione locale. Rendiamoci conto
dell'importanza della smilitarizzazione e della
pericolosità della presenza imponente in Italia degli
USA, ovvero di uno stato che fonda il cosiddetto
“sogno americano” sulla morte. Sì. Quella degli
altri però.
La Sughereta di Niscemi,riserva naturale in cui sorge il Muos
In evidenza
Esistono solo altri 3 siti MUOS al mondo:
A Wahiawa nelle Hawaii;
A Norfolk in Virginia(USA);
A Kojarena in Australia.
8 fuoricorso Novembre 2012
In memoria di Eric Hob-
sbawm
Chi dice che lo storico
contemporaneo debba
essere oggettivo? Si può
veramente esserlo men-
tre il mondo intorno a te sta mutando velocemente
com’è mutato nel ‘900?
La pretesa di oggettività a tutti i costi per il con-
temporaneista, oltre che illusoria, è anche erronea.
Lo storico contemporaneo deve essere critico e un
approccio critico presuppone un certo grado di
immedesimazione; la vita stessa di Eric J. Hob-
sbawm è stata il suo
oggetto di studio, ave-
va vissuto molti degli
avvenimenti che
commentava e studia-
va, riuscendo ad ap-
procciarsi criticamente
ad ognuno di essi. Co-
sì il grande storico
marxista riesce a scri-
vere del “Secolo Bre-
ve” che va dal 1914 al
1991, analizzando la
storia come chi riesce a osservarla da dentro,
commentando i fatti al di sopra di ogni buonismo e
ogni revisionismo giustificazionista, dando giudizi
netti e anche in controtendenza su personaggi come
il sopravvalutato Kennedy, il coraggioso Chruščёv
o l’arrogante Nixon.
È venuto a mancare il primo di ottobre uno dei più
grandi storici del novecento, con il privilegio e la
sfortuna di vivere in “Anni Interessanti”, come tito-
la la sua autobiografia. Hobsbawm non ha mai ri-
nunciato all’approccio storiografico marxista, pre-
ferendo il dato sociale ed economico, ma sempre
con uno spirito critico fortissimo e presente. Critica
che non risparmia alle socialdemocrazie e in parti-
colare al partito labourista inglese, arrivando a ri-
scoprire l’importanza della dottrina marxista in
“Come cambiare il mondo” del 2011.
Eric Hobsbawm è stato tacciato di acriticità verso
Stalin e i Gulag: i numerosi commenti sul web se-
guiti alla sua morte cadono facilmente in banalità
sconcertanti, a riguardo. Non era certo un comuni-
sta ortodosso tant’è che i suoi volumi non furono
mai tradotti nell’URSS e, ironia della sorte, i suoi
testi ebbero ben più fortuna negli Usa che nel vec-
chio continente (come quelli di molti “leftist” eu-
ropei). Il conoscere la sua opera deve far capire
come lo storico non possa essere “romantico”, tan-
to meno se marxista: il contemporaneista deve es-
sere realista. Hobsbawm
di sicuro rabbrividiva ai
morti nei gulag ma il suo
lavoro è di capire la ne-
cessità della storia e di
riportare eventi, com-
mentandoli in modo critico anche se questo può
sembrare freddo e distaccato. Non è mia intenzione
addentrarmi oltre in discorsi metodologici che non
mi competono , il mio intento è ricordare l’esempio
di un uomo che è riuscito a essere storico del e nel
periodo forse più ricco di eventi.
Il grande monito di Hobsbawm è contenuto in una
frase estrapolata da
un’intervista rilasciata
ad Alain Elkann per
“La Stampa”: -Io sono
marxista perché penso
che non ci sarà stabili-
tà finché il capitali-
smo non si trasforme-
rà in qualcosa di
irriconoscibile dal ca-
pitalismo che cono-
sciamo oggi.
IN RILEVANZA: Tra le opere: Le rivoluzioni borghesi. 1789-1848, Milano, Il Saggiatore, 1963. I ribelli. Forme primitive di rivolta sociale, Torino, Einaudi, 1965. Studi di storia del movimento operaio, Torino, Einaudi, 1971. Il trionfo della borghesia. 1848-1875, Roma-Bari, Laterza, 1976. Storia sociale del jazz, Roma, Editori Riuniti, 1982. L'Età degli imperi. 1875-1914, Roma-Bari, Laterza, 1987. Il secolo breve, Milano, Rizzoli, 1995. Anni interessanti. Autobiografia di uno storico, Milano, Rizzoli, 2002. Come cambiare il mondo. Perché riscoprire l'eredità del marxismo., Milano, Rizzoli, 2011.
Novembre 2012 fuoricorso 9
Le scene di abbordaggio
di navi sono piuttosto
famose, rese celebri dai
film su pirati e corsari
che navigavano tra XVII
e XIX secolo. Oggi al
massimo pensiamo ai
pirati contemporanei che attaccano i mercantili a
largo delle coste somale, e in generale, associamo
questa pratica a dei “fuorilegge”, vecchi o moderni
che siano. Ma c’è un’eccezione. Oggi esiste uno
Stato che adopera e giustifica tale pratica: Israele.
La sua marina militare è ormai solita abbordare o
danneggiare pescherecci palestinesi e navi
umanitarie. Nel maggio 2010 la nave Mavi
Marmara, una delle 6 della cosiddetta Freedom
Flottilla I che trasportava aiuti umanitari e attivisti
filo-palestinesi verso la Striscia di Gaza, venne
abbordata con attacco congiunto di forze aeree e
navali. Lo scontro portò alla morte di 9 attivisti e a
decine di feriti. L’attacco, svoltosi addirittura in
acque internazionali, portò la commissione
d’indagine dell’Onu a definire l’aggressione come
violatrice dei diritti umani e della IV Convenzione
di Ginevra.
La Freedom Flottilla si riorganizzò, compiendo un
secondo tentativo per forzare il blocco di Gaza, ma
questa volta intervennero sabotaggi preventivi e
cavilli burocratici a impedire l’operazione. Era il
giugno 2011.
Oggi Gaza continua ad essere assediata. Non entra
o esce nulla senza l’assenso di Tel Aviv.
L’operazione militare Piombo Fuso e le successive
incursioni hanno danneggiato migliaia tra case,
scuole e ospedali, oltre alla rete elettrica. il blocco
impedisce l’adeguato rifornimento di materiale
edilizio, di supporti sanitari e di farmaci: la Striscia
recentemente ha attraversato una terribile crisi
sanitaria, risolta in parte con gli aiuti dell’UNWRA
(l’agenzia dell’Onu da cui dipende l’80% degli 1,5
milioni di gaziani).
È in questo contesto, e
contro questa situazione
che nasce il progetto
della Freedom Flottilla,
che accomuna attivisti,
intellettuali e politici di
tutto il mondo. Ed è
proprio perché il contesto è sempre lo stesso, e due
tentativi sono già falliti, che il 6 ottobre 2012
Napoli ha visto salpare la Estelle, nave svedese che
batte bandiera finlandese con a bordo una ventina
di attivisti tra cui l’italiano, ed ebreo, Marco
Ramazzotti Stockel. La Estelle trasportava
cemento, sedie a rotelle,
materiale sanitario, libri,
giocattoli, palloni da calcio, ed
è stata assaltata sabato 20
ottobre da uno stormo di
motoscafi e da quattro navi da
guerra israeliane. Il materiale
trasportato è stato sequestrato,
la nave deviata verso il porto di
Ashdod, gli attivisti arrestati
con l’accusa di ingresso
illegale in Israele , nonostante
l’attacco in acque
internazionali e nonostante Gaza sia territorio
palestinese, non israeliano. Alcuni di loro sono
stati picchiati e maltrattati con l’uso di pistole
elettriche, a detta dell’attivista italiano che il giorno
dopo è stato rimpatriato. Gli altri, al 21 ottobre,
sono attualmente detenuti dalle autorità della “più
grande democrazia del Medioriente”. In attesa di
aggiornamenti positivi sugli attivisti, non si può
che sperare che le motivazioni all’origine del
progetto umanitario vengano meno: accadrà solo
quando i palestinesi otterranno dignità, libertà e
autodeterminazione.
A proposito di...
Il 23 ottobre l'emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al
Thani ha visitato la Striscia di Gaza. È stato il primo
a farlo dal 2007, anno in cui Hamas ne ha assunto il
controllo. L'emiro ha annunciato che destinerà 400
milioni di dollari per i progetti locali di ricostruzione.
Nel frattempo il 22 e il 23 ottobre sette palestinesi
sono morti nei raid israeliani nel Nord della Striscia.
10 fuoricorso Novembre 2012
Venezuela. Il 7 ottobre
2012 doveva essere il
giorno della disfatta di
Hugo Chavez.
Salutato da mezza
stampa estera, anche di sinistra (per lo più main-
stream) da Repubblica fino a El Paìs, il vecchio e
malato leader bolivariano sembrava essere
finalmente arrivato al capolinea. Tutti sicuri che il
suo sfidante alla fine, seppur di poco, l’avrebbe
spuntata.
Non è solo una questione di simpatia, quella per il
giovanotto dal bell’aspetto dell’opposizione,
Henrique Capriles: una sua vittoria avrebbe
costituito di fatto una frattura all’interno dei
cosiddetti paesi non allineati, di cui il Venezuela
con la sua politica anti-americana e filo
sudamericana ne è il principale testimonial.
Pensare che tutta la stampa estera aveva associato
il volto di Capriles ad un raccapricciante modello
social democratico che lo avrebbe dovuto in
qualche modo avvicinare all’ormai ex Presidente
brasiliano, Lula.
Nella contro-informazione internazionale, a poco è
servito il messaggio di affetto che lo stesso collega
brasiliano ha poi rivolto all’amico di lunga data
Chavez, giusto per allontanare possibili dubbi sulla
stima di cui nutre il “Comandante” in tutto il Sud
America, così come a niente è servito sottolineare
l’estrema vicinanza del leader dell’opposizione alle
maggiori industrie straniere per lo più americane;
Chavez era il nemico da battere e se per
raggiungere questo obiettivo serviva rendere più
presentabile l’oppositore poco importa, andava
fatto.
Nella propaganda anti-chavista era necessario
rimettere mano anche a quell’immaginario che da
tempo ruota intorno al comandante-presidente,
serviva scardinare il suo consenso nelle fasce più
deboli e povere del Paese.
Nonostante ciò, il 7 ottobre, davanti ad una
commissione centrale quasi commossa nel leggere
i dati dell’affluenza, l’81% dei venezuelani era
andata a votare (8 persone su 10). Di questi il
54,5% lo aveva fatto per Hugo Chavez.
Chi è Chavez? A questa domanda, spesso
impregnata di demagogia, soprattutto in certa
sinistra italiana occupata in un restyling di tipo
culturale al proprio interno (tanto che un liberista
come Capriles sembra essere molto meglio di un
socialista come Chavez), si può rispondere solo se
si risponde alla domanda: Cos’era il Venezuela
prima di Chavez?
Non bisogna andare molto lontano, come negli
anni cinquanta quando il
Venezuela era sostenuto
da una vera dittatura,
l’attenzione si può
benissimo spostare alla
fine degli anni settanta, quando sotto la presidenza
di Campìns si ebbe il crollo delle esportazioni del
greggio e l’economia venezuelana sprofondò nel
baratro della povertà. Nel 1989 salì al potere Pérez,
che impose attraverso accordi con gli istituti
economici internazionali, politiche di austerità (non
vi ricorda nulla amici della sinistra, vero?), si avviò
così un processo di violente liberalizzazioni
dell’economia che destarono forte malcontento nel
paese, con enormi mobilitazioni popolari represse
dalla polizia e dall’esercito.
In quegli inizi anni novanta, il Venezuela dovette
subire la sospensione dei diritti costituzionali, il
suo Presidente (Pérez) fu arrestato per corruzione,
la crisi economica peggiorò in modo progressivo.
A leggerla così, sembra la storia dell’Europa degli
ultimi mesi. Con l’arrivo di Chavez (il dittatore
cattivo) oggi possiamo dare qualche dato:
Con Chavez la popolazione è aumentata di circa 6
milioni, la speranza di vita è passata da 70 anni a
72 anni, il piano abitativo ha permesso un aumento
delle abitazioni (due milioni circa) mentre quelle
esistenti sono state messe in sicurezza almeno in
parte.
Nel '98 i poveri erano il 50,4% mentre i
poverissimi il 20,3. Nel 2011 le cifre sono scese
rispettivamente al 31,6% e al 8,5%.
L’alfabetizzazione è passata dal 90,9% del '98 al
93,7% del 2010. La scolarizzazione alle medie nel
1998 era del 53,6% fino ad arrivare al 73,3% nel
2010. Dai 900 mila universitari del 2000, oggi se
ne contano 2 milioni e mezzo.
La disoccupazione nel 1998 era del 16,6% ed è
scesa al 7,9% nel 2011.
In mezzo a questi dati si ricavano anche politiche
sociali come: l’aumento delle ferie, l’aumento del
salario minimo e l’aumento delle pensioni.
Le politiche di Hugo Chavez si sono dunque
dimostrate vincenti, nonostante la cecità che ha
colpito in modo imbarazzante tutta la stampa
internazionale. Per questo motivo, per il ricordo
che ancora portano milioni di venezuelani di quegli
anni devastanti del secolo scorso, non possiamo
che ritrovare in quelle fasce deboli il risultato di
una vittoria ancora una volta così schiacciante.
Novembre 2012 fuoricorso 11
fuori dal Mondo
Uruguay
El Pais scrive che il 22 ottobre il presidente Josè Mujica ha promulgato una legge che legalizza
l'aborto. Sentenza di rilevante interesse e progresso che permette alla donna di interrompere la
gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione. Una legge così avanzata sulla questione
esiste solo a Cuba, in Guyana, a Portorico e nel Distretto Federale del Messico.
Mujica annuncia, inoltre, di voler legalizzare a breve il consumo e l'utilizzo di marijuana.
Guinea-Bissau
Il governo sostiene di aver sventato un colpo di Stato il 21 ottobre, il secondo in pochi mesi. Un
gruppo armato ha attaccato una caserma vicino alla capitale causando sette morti. Le autorità
locali, secondo cui l'attacco è stato appoggiato dal Portogallo, hanno arrestato numerose persone,
molte delle quali legate al precedente governo che era stato rovesciato con un golpe in aprile.
Islanda
Il 20 ottobre il 66,9 per cento della popolazione ha votato sì al referendum non vincolante sulla
bozza della nuova costituzione. Il documento è stato elaborato da un consiglio costituzionale di 25
comuni cittadini che hanno tenuto in considerazione anche le proposte arrivate via web, in una
sorta di esperimento di democrazia virtuale. Un comitato di giuristi dovrà ora esprimere il suo
parere sulla nuova costituzione nonostante sarà il Parlamento ad avere l'ultima parola.
Russia 27 Ottobre, il ministero degli interni russo comunica tramite il suo ufficio stampa gli arresti del
blogger Alexei Nalvany, del leader radicale del Fronte di sinistra Serghei Udaltosv e dell'attivista
Ilya Yashin per "disturbo dell'ordine pubblico". Ufficialmente gli arresti sono sette, apparente-
mente senza aver commesso nessuna violazione: l’azione che ne ha causato il fermo consisteva in
una serie di picchetti che si estendeva dalla sede dei servizi segreti fino alla sede del Comitato in-
vestigativo russo che negli ultimi tempi ha aperto inchieste sugli oppositori anti-Putin. I tre attivi-
sti sono solo gli ultimi di una lunga lista.
Firenze 10+10 8-11 novembre alla Fortezza da Basso.
Dopo dieci anni dal primo Social Forum Europeo, svoltosi proprio a Firenze nel 2002, oltre tremi-
la partecipanti si incontreranno nel capoluogo Toscano, alla Fortezza da Basso, per quattro giorni
di discussione e di analisi.
Quando, nel 2002, i movimenti e le reti europee si diedero appuntamento a Firenze per dar vita al
primo Forum sociale europeo, la crisi era solo una conseguenza annunciata delle analisi dei mo-
vimenti sull’impatto prossimo della globalizzazione economico-finanziaria. Oggi, invece, è una
realtà nella quale siamo tutti immersi.
E’ per questo che l’incontro europeo “Firenze 10+10/Unire le forze per un’altra Europa” è un ap-
puntamento che ha due obiettivi: rispondere con un fronte comune di forze sociali a livello euro-
peo alla crisi e alle politiche imposte dalle istituzioni dell'Ue e della Bce; creare alleanze per una
strategia a lungo termine capace di costruire un'Europa sociale e dei cittadini. La presenza di tante
realtà quali reti, movimenti, sindacati, associazioni, ONG, di varia provenienza e composizione va
intesa come una ricerca di convergenze e di lavoro comune verso una forte e diffusa mobilitazione
per costruire una Europa che guardi prima di tutto ai cittadini.
12 fuoricorso Novembre 2012
Attenzione:
contiene elevate dosi di senso critico.
Candidato repubblicano al Sena-to Usa: "la gravidanza dopo lo stupro e' un dono di Dio". O il suo post-it.
Sicilia, scarsa affluenza alle urne. I cittadini: "io nenti sacciu!".
Bocciato il decreto per far paga-re l'IMU alla Chiesa. Monti: "E' un peccato!"
Per convincere il Parlamento ad approvare una legge anticorru-zione sono state raccolte 150000 firme. Avete provato a metterle sugli assegni?
Romney è miliardario. Promette milioni di posti di lavoro ed è in-dagato per reati fiscali. Presto avrà a che fare con la nipote di Ahmadinejad. http://twitter.com/VivalaSATIRA
Cercavi una Casa, ti hanno dato una Capanna?
Parte la campagna sul diritto all'abitare di Link Siena,
in collaborazione con il Sunia, per la legalità dei contratti di locazione,
contro il caro- affitti, prestissimo nelle vostre facoltà.
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