View
45
Download
2
Category
Preview:
Citation preview
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
Prof. Paolo Ricci
Napoli, 20 gennaio 2012
“Si definisce irresponsabile un’impresa che al di là degli elementari obblighi di legge suppone di
non dover rispondere ad alcuna autoritàpubblica e privata, né all’opinione pubblica, in merito alle conseguenze in campo economico,
sociale e ambientale delle sue attività”
(L. Gallino)
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
Prof. Paolo Ricci 2/68
0Introduzione
30 - 40
Sviluppo
I fase
50-60
Maturazione
80 -90
?Grado di diffusione della cultura della RSI
tempo
??
Sviluppo
II fase
70
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
Prof. Paolo Ricci 3/68
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
Bernard
Clark
Kreps
INTRODUZIONE
ANNI 30 - 40
Prime considerazioni attorno alle funzioni dell’imprenditore e dell’impresa
1939 Primo bilancio sociale
Società tedesca AEG
Prof. Paolo Ricci 4/68
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
Howard R. Bowen
SVILUPPO
I FASE
ANNI 50 - 60
Padre della Corporate Social Responsibility
RESPONSABILITÀ DEI BUSINESSMENProf. Paolo Ricci 5/68
1967
PER LA PRIMA VOLTA SI PARLA DI:
L’impresa ha “non solo obbligazioni economiche e legali ma anche certe responsabilità verso la società che si estendono al
di là di queste obbligazioni”
(J. W. Mc Guire)
CSR
(Corporate Social Responsibility)
RSI
(Responsabilità Sociale d’Impresa)
Prof. Paolo Ricci 6/68
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
- Proliferarsi delle definizioni
SVILUPPO
II FASE
ANNI 70
- Ampliamento degli ambiti
1979 Primo bilancio sociale in Italia
Società MERLONIProf. Paolo Ricci 7/68
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
- Intensificarsi delle ricerche
MATURITÀ
ANNI 80 - 90
- Introduzione di modelli applicativi
- Proliferano gli approcci
Dibattito sulla natura dell’impresa
(Klonosky)
Tre prospettive
Amorale Personale Sociale
Prof. Paolo Ricci 8/68
NON TUTTI GLI AUTORI CONDIVIDONO
Secondo Milton Friedman
“esiste una ed una sola responsabilità sociale dell’impresa –usare le sue risorse e impegnarsi nelle attività programmate
per incrementare i suoi profitti rispettando le regole del gioco:
impegnarsi nella libera e aperta competizione, senza inganno o frode”
Prof. Paolo Ricci 9/68
TRADITIONAL STOCKHOLDERS MODEL
Fare profitti Mantenere gli impegni con gli
azionisti
Prof. Paolo Ricci 10/68
PERSONAL VIEW
Moral agencyapproach
Full – fledged moralperson
Impresa capace di agire
Come una persona umana
Prof. Paolo Ricci 11/68
SOCIAL VIEW
Impresa = Istituzione sociale
Ideologicalor historical
approach
Stakeholderapproach
Legal creator approach
Corporate citizenshipapproach
Corporate social responsiveness
approach
Social impact or interpenetration
approach
Utilitarianangle
Virtue - basedapproach
Prof. Paolo Ricci 12/68
L’impresa e la società sono sotto “contratto”
IDEOLOGICAL OR HISTORICAL APPROACH
L’evoluzione della società e delle sue esigenze modificano i valori dell’impresa
Prof. Paolo Ricci 13/68
L’impresa ha precisi doveri verso tutti i soggetti portatori di interessi per la “consistency theory”
STAKEHOLDER APPROACH
Persone Ambiente fisico (natura)
Prof. Paolo Ricci 14/68
L’impresa è una creatura della legge.
Legge e Stato sono creature della società.
L’impresa è una creatura della società e ha delle responsabilità sociali.
LEGAL CREATOR APPROACH
Prof. Paolo Ricci 15/68
L’impresa è un cittadino istituzionale
CORPORATE CITIZENSHIP APPROACH
Prof. Paolo Ricci 16/68
L’impresa deve anticipare gli effetti negativi delle proprie attività
CORPORATE SOCIAL RESPONSIVENESS APPROACH
Prof. Paolo Ricci 17/68
L’impresa esercita potere sociale e amministra risorse sociali
SOCIAL IMPACT OR INTERPENETRATION APPROACH
Prof. Paolo Ricci 18/68
L’impresa migliora la sua profittabilità se èresponsabile socialmente
UTILITARIAN ANGLE
Prof. Paolo Ricci 19/68
L’impresa sviluppa e favorisce a suo vantaggio i comportamenti virtuosi
VIRTUE – BASED APPROACH
Prof. Paolo Ricci 20/68
- Attività filantropiche
- Sviluppo sostenibile
- Codici etici
- Bilancio sociale
- Business ethics
- Cause related marketing
- Cittadinanza d’impresa
LE DIVERSE DIREZIONI DELLA RSI:
QUALE FUTURO PER LA RSI?Prof. Paolo Ricci 21/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
“Deve affermarsi che più volte, e in diversi tempi, ma specialmente nei più recenti, si sono presentate tesi che, a ben vedere, non tanto incidono sulla dichiarazione delle
finalità dell’azienda, quanto sulla finalità dell’attivitàeconomica in genere
Mai forse, come in questi tempi, si è assistito a così vaste confusioni di idee: l’economia ha ricevuto e riceve una serie
di impossibili aggettivi, e nell’azione economica si vuole rinvenire addirittura una prevalente finalità sociale la
quale legittimerebbe perfino limitazioni etiche”D. AMODEO
22/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
“Valgono, a caratterizzare queste tendenze, per tutte le seguenti parole, che ONIDA ebbe a pronunciare e a scrivere:Come istituto sociale l’azienda deve servire ad elevare il
benessere e la personalità dell’uomo e a far meglio realizzare i fini della vita umana associata che sono
essenzialmente di natura etica. La concreta condotta delle aziende deve essere subordinata ai detti fini.
Sembra superfluo dichiarare che l’autore di questo libro respinge decisamente tali punti di vista, che anzi giudica
aberranti”D. AMODEO
23/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
“L’azienda è una unità elementare dell’ordine economico-generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed
esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti per il
conseguimento di un determinato equilibrio economico, a valere nel tempo, suscettibile di offrire una rimunerazione
adeguata ai fattori utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto economico per conto del
quale l’attività si svolge”E. GIANNESSI
24/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
Secondo Shocker e Sethi, ogni istituzione opera nella società attraverso un contratto sociale, implicito o esplicito, la cui crescita e sopravvivenza sono assicurate:
� Dall’effettuazione di azioni attese e richieste dalla società in generale
� Dalla distribuzione di benefici economico, sociali e politici nei confronti di coloro dai quali ogni organizzazione trae il suo potere
25/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
“Il social accounting può essere definito in termini generali come un processo comunicativo sugli effetti
sociali ed ambientali delle azioni economiche di un’organizzazione verso particolari gruppi di interesse
presenti nella società
Il concetto di responsabilità sociale può per tanto riferirsi alla volontaria diffusione di informazioni,
quantitative e qualitative, prodotte da un’organizzazione per informare o influenzare una parte della collettività”
R. GRAY, D. OWEN, C. ADAMS
26/68
Prof. Paolo Ricci
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE
Mathews riconduce il termine social accounting ai seguenti ambiti di attività:
a) Social Responsability Accounting (SRA)
b) Total Impact Accounting (TIA)
c) Social Economic Accounting (SEA)
d) Social Indicators Accounting (SIA)
e) Societal Accounting
27/68
Prof. Paolo Ricci
DALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE ALL’ACCOUNTABILITY
“Accountability is a complex and chameleon – liketerm”
R. MULGAN
“The term public accountability may be applied to anyentities where it is assumed that there is a responsability
to the public”R. W. PERKS
“Accountability is emancipatory concept helping toexpose, enhance and develop social relationship (…)”
R. GRAY
28/68
Prof. Paolo Ricci
“Accountability evidenzia l’esigenza di rendere conto da parte di coloro che hanno ruoli di responsabilità nei
confronti della società o delle parti interessate al loro operato ed alle loro azioni”
F. PEZZANI
“Assumere una condotta accountable vuol dire iniziare le proprie azioni con l’individuazione di chiari
obiettivi, con l’attribuzione di definite responsabilità per poter poi, tramite la gestione, rilevare e spiegare in maniera
trasparente e comprensibile come si è operato e cosa si èrealizzato, in relazione a target, standard o misure delle
performance”
F. FARNETI
ALCUNE DEFINIZIONI DI ACCOUNTABILITY
29/68
Prof. Paolo Ricci
“L’accountability è la capacità di dar conto del proprio operato e di assumere la responsabilità di risultato”
A. BUCCELLATO
“Data l’esistenza di una delega ad amministrare, cui corrisponde, come un Giano bifronte, la coesistenza di
autorità/responsabilità degli organi di governo e degli organi esecutivi sul comportamento aziendale, l’accountability èdeputata a svolgere il ruolo di volano per il mantenimento del consenso della comunità politico-amministrativa, e a
garantire il necessario coordinamento dell’azione pubblica”L. PULEJO
ALCUNE DEFINIZIONI DI ACCOUNTABILITY
30/68
Prof. Paolo Ricci
ALCUNE DEFINIZIONI DI ACCOUNTABILITY
“Esprime il dovere di rendere conto del proprio operato da parte di un soggetto nei confronti di un altro soggetto allo scopo di definire responsabilmente e credibilmente le relazioni esistenti tra programmazione – decisione –
azione – controllo. Il dovere viene adempiuto con riferimento al modo in cui le risorse economiche e finanziarie sono utilizzate, al grado di correttezza con cui hanno agito i
soggetti coinvolti nella gestione, alla adeguatezza e alla rispondenza dei comportamenti assunti rispetto agli obiettivi
stabiliti, e ai risultati effettivamente conseguiti nel tempo osservato”
P. RICCI31/68
Prof. Paolo Ricci
ALCUNE CONSIDERAZIONI SU …LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA PER CHI
DEVE ESSERE ACCOUNTABLE
Nella definizione di un comportamento accountableè necessario inquadrare i cinque aspetti chiave della responsabilità amministrativa:
a) Fissazione degli obiettivi con una adeguata attività di programmazione
b) Individuazione dei soggetti chiamati ad amministrate e ad assumere la responsabilità e l’impegno della rendicontazione
c) La sensibilità informativa per la selezione delle informazioni
d) Diffusione e organizzazione del potere e delle responsabilità
e) Articolazione e importanza della sanzione-ricompensa
32/68
Prof. Paolo Ricci
FATTORI CRITICI PER LA DEFINIZIONE DEL GRADO DIACCOUNTABILITY
�Un articolato e chiaro processo di programmazione
�Una trasparente definizione delle responsabilità interne ed esterne
�Un adeguato sistema di rilevazione contabile
�Un efficace sistema interno di controllo e di valutazione
�Una periodica attività informativa sull’azione svolta
�Una significativa attività di benchmarking
�Un apprezzabile impiego della tecnologia nei processi di comunicazione
33/68
Prof. Paolo Ricci
FATTORI CRITICI PER LA DEFINIZIONE DEL GRADO DIACCOUNTABILITY
La combinazione dei fattori critici con il maggior o minor grado di responsabilità del soggetto chiamato ad amministrare, determina il livello di accountability nel sistema di relazioni considerato
Generica Specifica
RESPONSABILITÀ
Assenti
Presenti
FA
TT
OR
I CR
ITIC
I
Dependability
Accountability
34/68
LA RENDICONTAZIONE SOCIALE: STRUMENTI E PROSPETTIVE
Prof. Paolo Ricci
Prof. Paolo Ricci
L’importanza di un’informazione veritiera e corretta ha richiesto l’elaborazione di principi contabili, nonché di regole capaci di incidere sui modelli organizzativi e sugli impianti digoverno. Sistemi efficaci di accountability si trasformano da strumenti in obiettivi, la rendicontabilità assume un significato diverso:
1) Una performance in termini di contributo al valore aggiunto sociale creato dall’ente
2) Un obbligo sussidiario da assumere nei confronti degli utenti
3) Un servizio ulteriore da rendere alla comunità di riferimento
VERSO NUOVE FORME DI ACCOUNTABILITY
36/68
Prof. Paolo Ricci
È possibile oggi individuare diverse forme di rendicontazione:
a) Codici Etici
b) Carte dei Diritti
c) Bilancio Ambientale
d) Bilancio di Sostenibilità
e) Bilancio Sociale
NUOVE FORME DI RENDICONTAZIONE SOCIALE:
37/68
Prof. Paolo Ricci
La rendicontazione sociale risponde alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori, siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni.
Il bilancio sociale pubblico rappresenta il principale strumento di rendicontazione, in quanto finalizzato a dar conto del complesso delle attività dell’amministrazione e a rappresentare in un quadro unitario il rapporto tra:
VERSO NUOVE FORME DI ACCOUNTABILITY:IL BILANCIO SOCIALE
a) Visione politica
b) Obiettivi
c) Risorse
d)Risultati
38/68
Prof. Paolo Ricci
Gruppo GBS(2005)
Direttiva Baccini(2006)
Linee guida Osservatorio
(2007)
Linee guida Agenzia ONLUS
(2010)
�Identità dell’ente�Riclassificazione dei dati contabili e calcolo del valore aggiunto�Relazione sociale
�Valori di riferimento, visione e programma dell’amministrazione�Politiche e servizi resi�Risorse disponibili e utilizzate
�Presentazione del documento e nota metodologica�Identità dell’ente locale�Servizi erogati� risorse economico-finanziarie�Asseverazione del bilancio sociale
�Introduzione e nota metodologica�Caratteristiche istituzionali ed organizzative�Aree di attività e risultati sociali�Risultati economici ed ambientali�Obiettivi di miglioramento e questionario di valutazione
VERSO NUOVE FORME DI ACCOUNTABILITY: IL BILANCIO SOCIALE
39/68
LO STANDARD DI BASE GBS PER IL BILANCIO SOCIALE
Nell’aprile 2005 l’Associazione nazionale per la ricerca scientifica sul Bilancio sociale (GBS) ha
presentato presso il CNEL lo Standard di base per la rendicontazione sociale nella Pubblica
Amministrazione
Prof. Paolo Ricci 40/68
Secondo lo Standard GBS per la rendicontazione sociale nel settore pubblico il bilancio sociale dovrebbe essere articolato in tre sezioni:
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS – STRUTTURA
Identità aziendale
Riclassificazione dei dati contabili
calcolo del Valore Aggiunto
Relazione sociale
Bilancio Sociale
41/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Prima sezione: L’IDENTITÀ
� Focalizzazione sul contesto di riferimento e sul sistema di governo come assetto istituzionale e organizzativo
� Enunciazione dei principi e valori di fondo che ispirano il perseguimento della mission
� Declinazione delle strategie e delle politiche
42/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Seconda sezione: IL VALORE AGGIUNTO
Nella seconda Sezione con la determinazione del VA si realizza un necessario raccordo tra bilancio sociale e rendiconto economico-finanziario
L’obiettivo è quello di realizzare non solo una rendicontazione di tipo qualitativa ma anche quantitativa evidenziando:
a) L’entità e la provenienza delle risorse finanziarie
b) Il maggior valore creato
c) La redistribuzione del valore tra i vari portatori di interesse
43/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Seconda sezione: IL VALORE AGGIUNTO
“Il valore aggiunto è inteso come quella grandezza generata dallo svolgimento del processo produttivo e
misurata tenuto conto dei mezzi impiegati per realizzare tale processo”
P. RICCI
“Il valore aggiunto, come margine restante per la rimunerazione del lavoro e del capitale, esprime, assai più
del reddito riferito al capitale proprio, la potenza produttiva dell’impresa”
P. ONIDA
44/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Seconda sezione: IL VALORE AGGIUNTO
“Il valore della produzione meno il valore degli acquisti esterni (consumi e ammortamenti) corrisponde al
valore aggiunto netto a livello aziendale”G. ZANETTI
“Per le aziende e le amministrazioni pubbliche il valore aggiunto esprime non solo la ricchezza prodotta ma
anche come questa è stata poi distribuita”
E. CAVALIERI, R. FERRARIS FRANCESCHI
45/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Seconda sezione: IL VALORE AGGIUNTO
“L’azienda pubblica crea un valore perequato o distribuito piuttosto che un valore aggiunto
Il valore aggiunto rappresenta solo il costo della perequazione, e cioè quanto consuma l’ente per
attivare la sua macchina e, di conseguenza, assume un significato inverso rispetto a quello che si ritrova in
una impresa:
quanto più è contenuto tanto più è efficiente l’ente”
G. FARNETI, S. POZZOLI
46/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Seconda sezione: IL VALORE AGGIUNTO
“Alcune perplessità sul significato che il valore aggiunto può esprimere nelle amministrazioni pubbliche sono state avanzate con riferimento a due aspetti:
a) La reperibilità e l’attendibilità delle informazioni contabili necessarie alla determinazione del valore aggiunto
b) La impossibilità concettuale di considerare, in assenza dello scambio di mercato, la somma dei proventi della gestione di un’azienda pubblica locale alla stessa stregua dei ricavi conseguiti dalla vendita dei prodotti”
R. MUSSARI
47/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Terza sezione: RELAZIONE SOCIALE
Deve consentire la valutazione:
a) Dei risultati raggiunti rispetto alla propria mission
b) Degli impatti generati dall’azione pubblica sul benessere del territorio e della collettività di riferimento
c) Dell’affidabilità, rilevanza ed attendibilità del processo di rendicontazione
d) Della partecipazione di soggetti esterni alla valutazione dei risultati medesimi
48/68
Prof. Paolo Ricci
LO STANDARD GBS :Terza sezione: RELAZIONE SOCIALE
Per il perseguimento di tali finalità la relazione sociale deve contenere:
a)Specificazione delle aree di intervento
b)Descrizione delle risorse impiegate e dei risultati raggiunti dall’amministrazione nelle aree di intervento
c)Il giudizio degli stakeholder
49/68
LA DIRETTIVA BACCINI PER LE LINEE GUIDA SUL BILANCIO SOCIALE
Nella seduta del 17 febbraio 2006 il Ministro della Funzione Pubblica ha emesso una Direttiva sulla rendicontazione sociale nelle Amministrazioni pubbliche pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 63 del 16 marzo 2006
Prof. Paolo Ricci 50/68
Prof. Paolo Ricci
DIRETTIVA BACCINI – LINEE GUIDA:FINALITÀ DEL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale serve a rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro di cosa fa l’amministrazione per loro
Rispetto al bilancio tradizionale, che riporta dati economico-finanziari difficilmente comprensibili dal cittadino,
il bilancio sociale deve rendere trasparenti e comprensibili le priorità e gli obiettivi
dell’amministrazione, gli interventi realizzati e programmati, e i risultati raggiunti
51/68
Prof. Paolo Ricci
DIRETTIVA BACCINI – LINEE GUIDA:CARATTERISTICHE DEL BILANCIO SOCIALE
Gli elementi che caratterizzano il bilancio sociale sono:
a) La volontarietà
b) La resa del conto degli impegni, dei risultati e degli effetti sociali prodotti
c) L’individuazione e la costruzione di un dialogo con i portatori d’interesse
52/68
Prof. Paolo Ricci
DIRETTIVA BACCINI – LINEE GUIDA:CONTENUTI DEL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale, dopo una presentazione iniziale del documento ed una nota metodologica sul processo di rendicontazione, contiene informazioni relative ai seguenti ambiti:
1) Valori di riferimento, visione e programma dell’amministrazione
2) Politiche e servizi resi per singole aree di intervento e dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi dichiarati
3) Risorse disponibili e utilizzate, azioni poste in essere e risultati conseguiti a seguito della gestione
53/68
Prof. Paolo Ricci
DIRETTIVA BACCINI – LINEE GUIDA:IL PROCESSO DI RENDICONTAZIONE
Il processo di realizzazione del bilancio sociale presuppone la preventiva definizione degli ambiti oggetto di rendicontazione e si articola in quattro fasi:
1) Definizione del sistema di rendicontazione
2) Rilevazione delle informazioni
3) Redazione e approvazione del documento
4) Comunicazione del bilancio sociale all’interno ed all’esterno dell’amministrazione
54/68
LE LINEE GUIDA DELL’OSSERVATORIO PER IL BILANCIO SOCIALE
Nella seduta del 7 giugno 2007 l’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali del Ministero
dell’Interno ha approvato un documento sulla rendicontazione sociale
Prof. Paolo Ricci 55/68
L'Osservatorio ha il compito di:
a) Promuovere la corretta gestione delle risorse finanziarie, strumentali ed umane,
b) Salvaguardare gli equilibri di bilancio
c) Garantire l’applicazione dei principi contabili
d) Sperimentare nuovi modelli contabili
Prof. Paolo Ricci
L’OSSERVATORIO PER LA FINANZA E LA CONTABILITÀDEGLI ENTI LOCALI (art. 154 Tuel)
56/68
PRINCIPI DELL’OSSERVATORIO PER GLI ENTI LOCALI
Documento 1
Documento 2
Documento 3
Documento 4
Finalità e postulati dei Principi contabili
Principio n. 1: Programmazione e previsione del sistema di bilancio
Principio n. 2: Gestione nel sistema di bilancio
Principio n. 3: Il rendiconto degli enti locali
Documento 5 Principio n. 4: Il Bilancio Consolidato dell’ente locale (non definitivo)
Prof. Paolo Ricci
Linee guida Documento in quattro sezioni per la redazione del Bilancio Sociale
57/68
“Rispondendo ad un crescente e complesso bisogno di informazioni di natura sociale provenienti da una molteplicità di soggetti interessati alla vita degli enti locali, ci si propone di:
a) Aumentare il livello di accountability sociale
b) Rendere omogenei i processi e le modalità di rendicontazione sociale
c) Rispondere alle esigenze conoscitive dei portatori di interesse
d) Promuovere la partecipazione dei portatori di interesse nella definizione dei programmi e nella valutazione dei risultati
e) Supportare il processo di asseverazione dei bilanci sociali”
Prof. Paolo Ricci
LE LINEE GUIDA DELL’OSSERVATORIO:
FINALITÀ DEL DOCUMENTO
58/68
Il documento si articola in quattro parti:
1) Definizione e finalità del bilancio sociale
2) Struttura e contenuto del bilancio sociale
3) Processo di rendicontazione sociale
4) Asseverazione
Prof. Paolo Ricci
LE LINEE GUIDA DELL’OSSERVATORIO:
CONTENUTI DEL DOCUMENTO
59/68
Secondo la definizione proposta dall’Osservatorio il bilancio sociale
è l’esito di un processo con il quale l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e
dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di
conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione
istituzionale e il suo mandato
Prof. Paolo Ricci
CONTENUTI DEL DOCUMENTO1) Definizione e finalità del bilancio sociale
60/68
Restano centrali ed evidenti due principali finalità:
1) Informare in maniera chiara ed intelligibile sull’attività svolta dall’ente locale in termini di coerenza tra gli obiettivi programmati, i risultati raggiunti e gli effetti sociali e ambientali prodotti
2) Sviluppare meccanismi di controllo sociale che favoriscano il processo di programmazione
Prof. Paolo Ricci
CONTENUTI DEL DOCUMENTO1) Definizione e finalità del bilancio sociale
61/68
Il bilancio sociale si articola nelle seguenti Sezioni:
a) Presentazione del documento e nota metodologica
b) Identità dell’ente locale
c) Servizi erogati
d) Risorse economico-finanziarie e dotazione patrimoniale
e) Asseverazione del bilancio sociale
Prof. Paolo Ricci
CONTENUTI DEL DOCUMENTO2) La struttura del bilancio sociale
62/68
LE LINEE GUIDA DELL’AGENZIA PER LE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀSOCIALE
"Agenzia per le ONLUS", è un’agenzia governativa che opera sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei
Ministri ed è stata istituita con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 settembre 2000 con cui si è dato seguito alla delega prevista dall’art. 3
della Legge n. 662 del 23 dicembre 1996Successivamente, con il DPCM n. 329 del 21 marzo 2001, si è
provveduto all’emanazione del regolamento dell’Agenzia per le ONLUS, in base al quale, in data 8 marzo 2002, la
stessa si è regolarmente insediata
Prof. Paolo Ricci 63/68
LE LINEE GUIDA DELL’AGENZIA PER LE ONLUS:
CONTENUTI DEL DOCUMENTO
Il documento illustrativo delle Linee guida deve evidenziare:
1. Finalità e caratteristiche del Bilancio Sociale, in cui sono definiti lo scopo e i principali elementi che caratterizzano il Bilancio Sociale
2. Contenuti del Bilancio Sociale, in cui sono indicati la struttura e le informazioni che il Bilancio Sociale deve contenere
3. Realizzazione del Bilancio Sociale, in cui si definisce la metodologia per la sua realizzazione e la sua implementazione
Prof. Paolo Ricci 64/68
CONTENUTO DEL DOCUMENTO
Gli Allegati costituiscono parte integrante del documento e forniscono un supporto concreto alla stesura del Bilancio Sociale
Gli Allegati 1 e 2 contengono le schede relative alle informazioni (essenziali e volontarie) da raccogliere per la stesura del documento
L’Allegato 3 fornisce una tavola di raccordo tra il Bilancio Sociale della singola Organizzazione e il contenuto delle Linee Guida, che consente la verifica del rispetto del modello proposto dall’Agenzia per le Onlus
Prof. Paolo Ricci 65/68
CONTENUTO DEL DOCUMENTO
Prof. Paolo Ricci
Affinché il Bilancio Sociale sia efficace, devono essere rispettate alcune condizioni essenziali:
1. L’Organizzazione Non Profit deve considerare la pluralitàdei propri stakeholder
2. La redazione del Bilancio Sociale prevede il coinvolgimento degli organi di governo, degli operatori interni all’organizzazione e delle diverse categorie di stakeholder
3. La rilevazione delle informazioni qualitative e quantitative contenute nel Bilancio Sociale deve essere puntuale e continuativo
66/68
� Chiarezza
� Completezza
� Coerenza
� Inclusione
� Rilevanza
� Periodicità
� Trasparenza
� Veridicità
Nella stesura del Bilancio Sociale i redattori devono rispettare i seguenti principi:
IL BILANCIO SOCIALE SECONDO LE LINEE GUIDA DELL’AGENZIA PER LE ONLUS
Prof. Paolo Ricci 67/68
Il Bilancio Sociale deve evidenziare le seguenti parti:
1.Parte 1: Introduzione e nota metodologica
2.Parte 2: Caratteristiche istituzionali ed organizzative
3.Parte 3: Aree di attività e relativi risultati sociali
4.Parte 4: Risultati economici ed ambientali
5.Parte 5: Obiettivi di miglioramento e questionario di
valutazione
IL BILANCIO SOCIALE SECONDO LE LINEE GUIDA DELL’AGENZIA PER LE ONLUS
Prof. Paolo Ricci 68/68
Recommended