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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI
CORSO DI LAUREA IN LINGUE E CULTURE DELL’ASIA E DELL’AFRICA
Tesi di laurea
LA NUOVA VIA DELLA SETA E LE GRANDI INFRASTRUTTURE
Relatore: Laureando:Prof.ssa Stefania Stafutti Francesco Murgo
anno accademico 2018-2019
Indice
Introduzione……………………………………………………………………………...III
1. Nuova Via della Seta: tra Hard Power e Soft Power……………………………... 1
1.1 Origini e caratteristiche della Nuova Via della Seta...........................................1
1.2 Il Soft Power nella Nuova Via della Seta…………………………………………..3
1.3 Hard Power: investimenti infrastrutturali…………………………………………...4
2. Corridoio Economico Cina-Pakistan………………………………………………....8
2.1 Da Kashgar a Gwadar……………………………………………………................8
2.2 I vantaggi del CPEC………………………………………………………………….9
2.3 Implicazioni politiche e sociali………………....…………………………………..11
3. Le relazioni tra la Cina e i Paesi dell’Europa centrale e orientale......................14
3.1 Il Porto del Pireo e il gruppo COSCO...............................................................14
3.2 Implicazioni geopolitiche..................................................................................16
3.3 17+1: cooperazione tra Cina e CEEC..............................................................18
Conclusione...........................................................................................................22
Bibliografia.............................................................................................................23
Appendice............................................................................................................. 29
Introduzione
Nel 2013, in Kazakistan, l’attuale presidente della Repubblica Popolare Cinese
Xi Jinping ha dato il via ad un’iniziativa che sta cambiando la visione globale sulla
Cina: la Nuova Via della Seta, nota in inglese come Belt and Road Initiative. Il suo
scopo è quello di creare una rete di connessioni economiche, commerciali e
politiche tra i Paesi che partecipano al progetto.
Questa dissertazione vuole dare una panoramica generale sul modus operandi
dei Paesi, dei governi e delle istituzioni che partecipano alla Nuova Via della Seta,
approfondendo le motivazioni di tale iniziativa e ciò che l’ha resa possibile. Il
lavoro si focalizza sul mondo delle relazioni tra la Cina e i Paesi coinvolti,
concentrandosi in particolar modo sugli accordi col Pakistan per la creazione del
Corridoio Economico Cina-Pakistan e su quelli con i Paesi dell’Europa centrale e
orientale per la creazione di una piattaforma di cooperazione “16+1”, divenuta
recentemente “17+1” in seguito all’ingresso della Grecia.
Questa iniziativa ha suscitato molto interesse ma ha anche destato non pochi
sospetti. Un progetto politico-economico di tale portata non può essere esente da
problematicità: l’instabilità politica e le difficoltà economiche di alcuni Paesi
interessati alla Belt and Road Initiative giocano un ruolo fondamentale, così come
la percezione dei vantaggi connessi all’adesione all’iniziativa stessa: il livello di
cooperazione dei partecipanti tenderebbe a scendere se il beneficio percepito
fosse solo a vantaggio di Pechino. Altro elemento di problematicità potrebbe
essere rappresentato dall’invasività del progetto. Per questo motivo, il presente
lavoro tratterà anche delle reazioni internazionali all’ambiziosa iniziativa cinese.
III
Capitolo primo
Nuova Via della Seta: tra Hard Power e Soft Power
1.1 Origini e caratteristiche della Nuova Via della Seta
L’iniziativa One Belt One Road (Yi dai yi lu,一带一路), è un progetto promosso
nel 2013 dall’attuale Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping (习近平), quando questi, trovandosi in Kazakistan per una visita di Stato, lo lanciò sotto
il nome di Belt and Road Initiative (da ora in poi abbreviata in BRI).1 Tale iniziativa
è suddivisa in due distinte vie: la Silk Road Economic Belt (sichou zhi lu jingji dai,
丝绸之路经济带 ) e la Maritime Silk Road Initiative of the 21st Century (21 shiji
haishang sichou zi lu, 21 世 纪 海 上 丝 绸 之 路 ), rese in italiano come “rotta
economica della via della seta” e “via della seta marittima del XXI secolo”.
Il nome dell’intero progetto è stato tradotto in Italia come “Nuova Via della
Seta”; proprio dalla traduzione si può notare l’esplicito e volontario riferimento a
quell’antica via, anch’essa chiamata “della seta”, che collegava la città di
Chang’an (l’attuale Xi’an, 西 安 ) a Istanbul, passando per il deserto del
Taklamakan fino alla regione centroasiatica di Samarcanda.2 A tal proposito, nel
2017 il presidente Xi Jinping ha dichiarato:Oltre 2000 anni fa i nostri antenati percorsero vaste steppe e deserti aprendo il passaggio
transcontinentale che collega Asia, Europa ed Africa, conosciuto oggi come la via della Seta. I
nostri antenati, navigando in acque difficili, crearono rotte marittime per collegare l’Oriente con
l’Occidente, la Via della seta marittima. Queste antiche rotte della seta aprirono rapporti amichevoli
tra le nazioni, aggiungendo un capitolo splendido alla storia del progresso umano.3
Prima di trattare le motivazioni di questo progetto, bisogna comprendere che la
Cina sta caricando sulle proprie spalle una responsabilità che, senza esagerare,
potremmo definire “globale” in quanto l’iniziativa BRI coinvolge più di sessanta
1 La Belt and Road Initiative: prospettive storiche e geopolitiche, 22-10-2018 in https://www.china-files.com/la-belt-and-road-initiative-prospettive-storiche-e-geopolitiche/ (data ultima consultazione: 26-03-2019).2 Poomintr SOOKSRIPAISARNKIT; Sai Ramani GARIMELLA, China’s One Belt One Road initiative and private international Law, New York, Routledge, 2018, p. 2.3 Discorso tenuto in occasione della cerimonia di apertura per la cooperazione internazionale della Belt and Road nella sua versione italiana tradotta da Marco Pondrelli in https://www.lab-lps.org/post/?p=1609 (data ultima consultazione: 26-03-2019).
1
Paesi distribuiti in Asia, Medio Oriente, Africa ed Europa; dunque cosa ha spinto il
governo cinese a pianificare la BRI? La risposta va ricercata nel passato, infatti
così come l’antica via della seta collegava le aree sopracitate per motivazioni
principalmente commerciali, la proposta odierna è quella di costruire una serie di
collegamenti infrastrutturali al fine di favorire degli scambi import-export tra la Cina
e i Paesi coinvolti, attuando così una politica “win-win” , in cui tutti i partecipanti
guadagneranno qualcosa.
È ovvio che, per intraprendere un’iniziativa di tale portata, è necessario
stanziare un capitale talmente vasto da far sbigottire gran parte della popolazione
mondiale; quindi, dove vengono trovate le finanze per far sì che la pianificazione di
questo progetto abbia successo? Sono stati creati diversi fondi affinché la
costruzione di infrastrutture nella BRI venga messa in atto e, qui di seguito,
saranno elencati i due principali.
Da una parte abbiamo la Asian Infrastructure Investment Bank (Yazhou jichu
sheshi touzi yinhang, 亚洲基础设施投资银行 ) da ora in poi abbreviata in AIIB,
operativa dal 16 gennaio 2016.4 La AIIB è composta da 56 Paesi membri, divisi in
37 membri regionali (tra cui Cina, India e Singapore) e 19 membri non regionali
(tra cui Francia, Germania e Regno Unito), i quali hanno depositato al suo interno
una cifra vicino ai 100 miliardi di dollari americani.5 Nella figura 1 possiamo
osservare l’ammontare di capitale versato nel fondo dai vari Paesi partecipanti.
4Poomintr SOOKSRIPAISARNKIT; Sai Ramani GARIMELLA, op. cit., p. 6.5Ibidem.
2
Figura 1-Condivisione di capitale dei Paesi partecipanti6
D’altra parte abbiamo il Silk Road Fund (Silu jijin 丝 路 基 金 ), detenuto dal
governo cinese, che ha stanziato per questo fondo una cifra di 40 miliardi di dollari
americani e, così come per la AIIB, la sua funzione principale è quella di
assicurare la costruzione di infrastrutture che collegheranno i Paesi lungo la
Nuova Via della Seta, garantendo inoltre uno sviluppo di risorse e una
cooperazione finanziaria.7
1.2 Il Soft Power nella Nuova Via della SetaGli accordi politici ed economici della Nuova Via della Seta sono fondamentali,
tuttavia, per la sua riuscita, è necessario che i vari Paesi a essa collegata abbiano
un rapporto di fiducia e di conoscenza reciproca, altrimenti il processo materiale
(con cui si intende la vera e propria costruzione infrastrutturale) fallirà
miseramente. Possiamo quindi affermare che questo processo materiale deve
essere necessariamente a stretto contatto con un processo che, a questo punto,
potremmo definire “spirituale”: l’uno non può fare a meno dell’altro.8
A tal proposito la BRI implica delle azioni di soft power, termine coniato dal
politologo Joseph S. Nye, il quale asserisce:6 Jeffrey D. WILSON, What does China want from the Asian Infrastructure Investment Bank?, Indo-Pacific Insight Series, Vol. 5, 2017, p. 4.
7 Saleh SHARIAR, et al, Institutions of the ‘Belt & Road’ Initiative: A Systematic Literature Review, Journal of Law, Policy and Globalization, Vol. 77, 2018, p. 5.8 Zhiguo ZHANG 张治国, “一带一路”建设中的语言问题” (Il problema linguistico che la via della seta ha costruito in Cina), 上海海事大学, 上海, 2016. Il testo parla dell’importanza della lingua come azione di soft power.
3
Il soft power è l’abilità di ottenere ciò che si vuole attraverso la persuasione e non la
coercizione. Esso deriva dall’attrazione della cultura di un paese, dai suoi ideali politici e dalle sue
regole.9
Collegando la definizione sopracitata all’iniziativa BRI, si vuol far capire che uno
degli obbiettivi principali della Cina, è quello di promuovere la cultura e l’immagine
cinese attraverso la lingua, le conferenze o altri eventi culturali; usare questi
strumenti sarà il modo più efficace per avvicinare i Paesi, con la speranza che le
loro popolazioni possano stringere sinceri legami d’amicizia, aumentando gli
scambi interculturali e soprattutto lo scambio di idee al fine di migliorare o, per
meglio dire, creare una stabilità mondiale che possa durare nel lungo termine.10
1.3 Hard Power: investimenti infrastrutturaliEraclito sosteneva che il mondo si basava sull’interdipendenza di due concetti
opposti: amore e odio, bianco e nero e via dicendo… seguendo la sua linea di
pensiero, si comprenderà facilmente che, se esistono degli elementi di soft power,
allora ne troveremo anche di hard power11.
Nel paragrafo precedente, si è voluto sottolineare l’aspetto più “spirituale” e più
astratto della BRI; queste righe invece, saranno dedicate all’aspetto più materiale
dell’iniziativa. Bisogna dire infatti, che gli elementi di hard power si concentrano
sulla costruzione e sulla difesa delle infrastrutture transnazionali, sullo sviluppo e
sulla cooperazione nel commercio.12
Come già anticipato all’inizio del capitolo, il progetto BRI è stato suddiviso in
due diverse vie: la Silk Road Economic Belt e la Maritime Silk Road Initiative of the
21st Century. La prima riguarda la costruzione di infrastrutture via terra. A tal
proposito, come si può osservare nella figura 2, sono stati creati una serie di
“corridoi economici” terrestri che permettono la cooperazione economica tra la
Cina e gli altri Paesi partecipanti. Uno dei più importanti è il China-Pakistan
9 Joseph S. NYE, Soft Power: The Means to Success in World Politics, New York, Public Affairs, 2004, prefazione. 10 Audrey DUGUÉ-NEVERS, “China and Soft Power: Building Relations and Cooperation”, An International Journal, Vol. 3, No 1, 2017, p. 88.11 Termine coniato da Joseph S. Nye per indicare l'utilizzo di mezzi militari ed economici da parte di un soggetto statuale per influenzare o determinare, con atteggiamenti aggressivi, il comportamento di altri organismi statuali o politici. In http://www.treccani.it/enciclopedia/hard-power_(Lessico-del-XXI-Secolo)/ (data ultima consultazione: 28-03-2019).12 Zhiguo ZHANG 张治国, “一带一路”建设中的语言问题” (Il problema linguistico che la via della seta ha costruito in Cina), 上海海事大学, 上海, 2016.
4
Economic Corridor, che verrà approfondito più specificatamente nel capitolo
successivo. Altri esempi invece sono il China-Mongolia-Russia Economic Corridor,
il China-Central Asia-West Asia Economic Corridor, il China-Indochina Peninsula
Economic Corridor, il Bangladesh-China-India-Myanmar Economic Corridor e
infine il The New Eurasia Land Bridge Economic Corridor. Quest’ultimo è una
ferrovia che parte da Lianyungang ( 连 云 港 ), nel Jiangsu ( 江 苏 ), e dopo aver
attraversato Kazakistan, Russia, Polonia e Germania, si ferma a Rotterdam, in
Olanda.13
Figura 2-Corridoi Economici della Nuova Via della Seta14
La via della seta marittima del XXI secolo, come si può intuire dal nome,
riguarda la costruzione di infrastrutture via mare. Il suo obbiettivo principale è
quello di raggiungere il mar Mediterraneo passando dall’Asia sudorientale e
dall’Oceano Indiano. La Cina è infatti responsabile del 10% del commercio di beni
in tutto il mondo e la maggior parte di queste merci viene trasportata per via
navale.
Oltretutto, la Cina è il primo Paese al mondo per costruzione di navi, inutile dire
quindi, che la creazione di rotte marittime sia alquanto fondamentale per lo
sviluppo della Nuova Via della Seta.15 Ma non ci si è voluti fermare alla singola
progettazione di nuovi itinerari, per questo motivo tra maggio 2015 e giugno 2017,
13 Saleh SHARIAR et al, cit,. pp. 7-8.14 Il grafico può essere consultato in https://geograficamente.wordpress.com/2017/05/24/la-cina-e-la-nuova-via-della-seta-belt-and-road-initiative-liniziativa-di-una-cintura-una-strada-la-proposta-di-un-ponte-tra-asia-ed-europa-cina-paese-emerg/ (data ultimo consultazione: 28-03-2019).15 Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, China, Europe and the Maritime Silk Road, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2015, p. 7.
5
la China Ocean Shipping Company, una compagnia statale cinese, ha investito
oltre 3 miliardi di dollari americani per avere dei punti di attracco in diversi porti, tra
cui quello di Valencia, Bilbao, Rotterdam e soprattutto quello di Atene, che sarà
oggetto di discussione del terzo capitolo.16
Anche il nostro Paese sarà coinvolto nell’iniziativa, infatti il 23 marzo 2019 è
stato firmato un memorandum d’intesa tra il Governo italiano e quello cinese. Nel
comma 2 del secondo paragrafo si può leggere che:Le Parti esprimono il loro interesse a sviluppare sinergie tra l’iniziativa “Belt and Road”, il
sistema italiano di trasporti ed infrastrutture -quali, ad esempio, strade, ferrovie, ponti, aviazione
civile e porti- e le Reti di Trasporto Trans-europee (TEN-T). […] Le Parti collaboreranno al fine di
facilitare lo sdoganamento delle merci, rafforzando la cooperazione per trovare soluzioni di
trasporto sostenibile, sicuro e digitale, nonché nei relativi piani di investimento e finanziamento.17
È importante ricordare che, comunque sia, un memorandum d’intesa è
solamente un documento che non rappresenta un accordo internazionale e che,
per la sua genericità e per la sua natura, non ha effetto vincolante tra le parti (nel
testo si dice infatti che “nessuna delle disposizioni del presente memorandum
deve essere interpretato ed applicato come un obbligo giuridico o finanziario o
impegno per le Parti”).18
Per quanto la BRI abbia riscosso molto successo sia in Cina che nei vari Paesi
coinvolti, sembra che alcuni capi di Stato, come il Primo Ministro Malese Mahathir
Mohamad, non siano del tutto favorevoli a tale iniziativa, arrivando ad accusare il
presidente Xi Jinping e il suo governo di una nuova forma di colonialismo,
soprattutto nel continente africano per il quale il presidente della RPC ha voluto
stanziare una cifra di 60 miliardi di dollari da distribuire nei prossimi tre anni.
16La Cina alla conquista dei porti d’Europa, in https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-07-25/la-cina-conquista-porti-d-europa-194947.shtml?uuid=AEZVDF3B (data ultima consultazione 29-03-2019).17Il testo del memorandum è stato messo a disposizione dal sito de Il Sole 24 ore in https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=12&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwispdaswqfhAhXF1qQKHeKEAxYQFjALegQIBRAC&url=https%3A%2F%2Fwww.ilsole24ore.com%2Fpdf2010%2FEditrice%2FILSOLE24ORE%2FILSOLE24ORE%2FOnline%2F_Oggetti_Embedded%2FDocumenti%2F2019%2F03%2F24%2FIl%2520testo%2520del%2520Memorandum%2520tra%2520Italia%2520e%2520Cina.pdf&usg=AOvVaw0H9BSVFb4Wi3T2uQ6e48rn (data ultima consultazione 29-03-2019).18Che cosa dice veramente il memorandum Italia-Cina, in https://www.agi.it/blog-italia/agi-china/memorandum_italia_cina-5199831/post/2019-03-24/ (data ultima consultazione 05-04-2019).
6
Anche il Governo Trump ha esposto le sue preoccupazioni a riguardo, vedendo
minacciato il suo primato mondiale sul commercio poiché gran parte dei Paesi
dell’Unione Europea sono coinvolti nel progetto.
Proprio per questo motivo, gli U.S.A hanno minacciato gli Stati europei che, nel
caso in cui prendano parte all’iniziativa, i servizi segreti americani non
condivideranno più le attività di intelligence che, senza alcun dubbio, risultano
fondamentali per la sicurezza nazionale di ogni Paese.
Ad ogni modo, Xi Jinping ha voluto ribadire che la BRI si baserà pienamente su
un’ampia consultazione e su benefici congiunti, tornando così a quell’idea politica
“win-win” illustrata all’inizio del capitolo, nella speranza che le sue parole non
siano mera retorica.19
19 Mahathir, China and neo-colonialism, in https://asia.nikkei.com/Opinion/Mahathir-China-and-neo-colonialism (data ultima consultazione 29-03-2019).
7
Capitolo secondo
Corridoio Economico Cina-Pakistan
2.1 Da Kashgar a GwadarIl Corridoio Economico Cina-Pakistan (in inglese China-Pakistan Economic
Corridor), da ora in poi abbreviato in CPEC, è uno dei progetti principali della
Nuova Via della Seta che, appunto, vede la cooperazione tra Cina e Pakistan. Per
la sua realizzazione, nel 2015 la Cina ha investito un capitale di 46 miliardi di
dollari americani, divenuti poi 62 miliardi nel 2017.20 Grazie al collegamento tra
questi due Stati, verranno costruite e rinnovate diverse strade e ferrovie che
aumenteranno l’afflusso di persone provenienti da tutto il mondo: ciò comporterà a
sua volta un aumento di scambi interculturali ma soprattutto commerciali.
Il CPEC ha inizio a Kashgar (Kashi, 喀 什 ), una città della Regione autonoma
uigura dello Xinjiang (新疆) nella Cina nordoccidentale. Proprio in questa regione
si sono verificati, negli ultimi anni, degli attacchi terroristici da parte di alcuni
separatisti uiguri, una minoranza musulmana cinese che vive prevalentemente in
quest’area. Successivamente si lascia la Cina e si arriva in Pakistan dove si
attraversa il Kashmir, regione tutt’oggi contesa tra India e Pakistan. Poi si
attraversano la capitale pakistana Islamabad e la città di Karachi (la più popolosa
del Pakistan), giungendo infine al porto di Gwadar, nella provincia del Belucistan;
viene così coperta una distanza di circa 3200 chilometri.21
20Saleh SHARIAR et al, cit., p. 8.21 China’s super link to Gwadar Port in https://multimedia.scmp.com/news/china/article/One-Belt-One-Road/pakistan.html (data ultima consultazione 24-04-2019).
8
Si può notare come il CPEC attraversi delle zone potenzialmente pericolose e
quindi fare un investimento di tale portata è piuttosto rischioso; dunque per quale
motivo il governo cinese ha deciso di impiegare denaro nella costruzione di questo
Corridoio? La risposta è semplice: la Cina ha bisogno di uno sbocco sul Mar
Arabico per affacciarsi sul Medio Oriente e sul Nord Africa, da cui deriva il 44%
delle importazioni di petrolio grezzo di Pechino e di conseguenza il porto di
Gwadar rappresenta una scorciatoia che evita di circumnavigare la penisola
Indiana e di attraversare lo stretto di Malacca, spesso vittima di attacchi di
pirateria, facendo così guadagnare allo Stato cinese tempo e denaro.22
2.2 I vantaggi del CPECSecondo le dichiarazioni dei leader cinesi, entrambi le parti coinvolte potrebbero
ottenere vantaggi reciproci dal CPEC.
Infatti, la sua realizzazione potrebbe portare grandi investimenti da capitali
stranieri che permetterebbero all’economia del Pakistan di espandersi
velocemente, soprattutto grazie allo sviluppo di infrastrutture, come la
ricostruzione della Strada del Karakorum, un’autostrada lunga 1300 chilometri con
carreggiata di due corsie a doppio senso di marcia che unisce la provincia
pakistana del Punjab con lo Xinjiang occidentale; essa sarà fondamentale per il
successo economico del CPEC, anche perché rappresenta l’unico collegamento
via terra tra Cina e Pakistan.23 Oltretutto, la realizzazione del Corridoio
raggiungerà le regioni più rurali del Pakistan, arricchendole e risolvendo il
problema dell’insufficienza di energia elettrica, della disoccupazione, della
mancanza di investimenti stranieri e dell’inadeguatezza delle infrastrutture. Per
questo motivo il CPEC prevede la costruzione di 29 parchi industriali che avranno
un ruolo importante negli scambi commerciali. Secondo alcune stime, grazie ai
vari investimenti dovuti al Corridoio, nel 2017 il Prodotto Interno Lordo del
Pakistan è aumentato del 5% e sono stati creati 700 mila posti di lavoro. Inoltre,
22Cina-Pakistan: l’alleanza che potrebbe cambiare il mondo, in https://www.aboutenergy.com/it_IT/mondo-oil/topic/cina-pakistan-alleanza-cambia-mondo.shtml (data ultima consultazione 24-04-2019).23Karakoram Highway, in https://www.beltroad-initiative.com/karakoram-highway/ (data ultima consultazione 25-04-2019).
9
nell’area di Gwadar sono state realizzate delle Zone Economiche Speciali24 che
saranno vitali per l’agricoltura e per l’industria mineraria.25
La Cina, trarrebbe vantaggio dallo snodo logistico rappresentato dal porto di
Gwadar, poiché ha necessariamente bisogno di uno sbocco sul Mar Arabico, ma
analizziamo meglio la situazione. Il commercio via mare è essenziale per
l’economia di Pechino, di fatto molte navi cinesi transitano continuamente nello
Stretto di Malacca (figura 3), nel Mar Cinese Meridionale. Esso rappresenta un
passaggio strategico fondamentale, sia perché ricco di risorse come petrolio e gas
naturale, sia perché costituisce la via marittima più breve che mette in contatto la
Cina con i Paesi dell’anello del Pacifico. Tuttavia lo Stretto di Malacca è un’area
piuttosto vulnerabile a causa degli attacchi di pirateria che le navi merci sono
costrette a subire continuamente.26 Invece, attraverso la realizzazione del CPEC,
molti container viaggeranno via terra per poi essere imbarcati sulle navi del porto
di Gwadar che, essendo situato nella foce del Golfo Persico, risulta fondamentale
per il carico del petrolio e per la riduzione dei tempi di trasporto, infatti partendo
dal porto Pakistano, per raggiungere il Medio Oriente una nave impiega 10 giorni,
nulla rispetto ai 45 giorni che una nave impiegherebbe attraversando lo Stretto di
Malacca.27
24 Regioni geografiche nelle quali, per attrarre investimenti stranieri con incentivi doganali e fiscali e con finanziamenti alle attività, vige una legislazione economica differente da quella della nazione alla quale appartengono. In http://www.treccani.it/enciclopedia/zes_%28Dizionario-di-Storia%29/ (data ultima consultazione 25-04-2019).25 Hanif Ullah KHAN, China Pakistan Economic Corridor (CPEC): benefits for Pakistan and comparison with Suez and Panama Canals, Monterey, Naval Postgraduate School, 2017, pp. 31-35. 26Passaggi marittimi strategici: lo stretto di Malacca, in https://www.ilcaffegeopolitico.org/19245/passaggi-marittimi-strategici-lo-stretto-di-malacca (data ultima consultazione 25-04-2019).27Cina-Pakistan: l’alleanza che potrebbe cambiare il mondo, in https://www.aboutenergy.com/it_IT/mondo-oil/topic/cina-pakistan-alleanza-cambia-mondo.shtml (data ultima consultazione 25-04-2019).
10
Figura 3- Stretto di Malacca28
Al di là del fattore economico, grazie al CPEC, la Cina vedrà un forte sviluppo
nella sua area occidentale, che è meno sviluppata rispetto a quella orientale, infatti
qui troviamo grandi metropoli che attirano capitali e turisti da tutto il mondo, a
partire da Shanghai, ma anche altre città come Hangzhou e Suzhou. Dando
importanza alla regione dello Xinjiang, si potranno combattere le tendenze
separatiste e terroristiche di quella minoranza estremista islamica che abita la
regione, tanto è vero che Pechino ha attuato una dura campagna antiterroristica
per impedire l’ingresso di jihadisti da Pakistan e Afghanistan, tutelando lo sviluppo
dei progetti della BRI e garantendo in questo modo sia un’espansione
commerciale, ma anche un progresso sociale e culturale.29
2.3 Implicazioni politiche e socialiIl CPEC è un progetto dalle grandi aspirazioni che potrebbe aiutare
economicamente e politicamente le aree più critiche della Cina e del Pakistan, ma
c’è chi non è del tutto d’accordo con la sua attuazione, in quanto essa potrebbe
rappresentare una diminuzione della sovranità territoriale degli altri Stati.
Esempio pratico riguarda l’India che, reclamando tutt’oggi la regione pakistana
del Kashmir, giudica la realizzazione del CPEC come una vera e propria 28 https://www.ilcaffegeopolitico.org/19245/passaggi-marittimi-strategici-lo-stretto-di-malacca (data ultima consultazione 08-05-2019).29In Afghanistan la Cina protegge Xinjiang e nuove vie della seta, in http://www.limesonline.com/rubrica/in-afghanistan-la-cina-protegge-xinjiang-e-nuove-vie-della-seta (data ultima consultazione 08-05-2019).
11
donazione “ufficiale” della regione di confine al Pakistan.30 Altra preoccupazione
riguarda il continuo espandersi della Cina sull’oceano Indiano, che potrebbe
causare una diminuzione degli scambi commerciali della Repubblica dell’India. Per
farla breve, la presenza cinese sul mar Arabico potrebbe essere un problema
fastidioso per Nuova Delhi.31
In risposta all’asse Cina-Pakistan, l’India ha stretto delle relazioni politiche con
gli Stati Uniti d’America, per vedere salvaguardato il suo dominio regionale in
modo da non perdere, almeno non del tutto, il controllo sull’oceano Indiano.32
A tal proposito, gli U.S.A hanno anche siglato un accordo militare con l’India in
chiave “anti-cinese” in modo da rafforzare la difesa e i legami economici tra i due
Paesi.33
In passato Stati Uniti e Pakistan sono sempre stati stretti alleati, in particolare,
secondo il Center for Global Development, Washington ha donato 67 miliardi di
dollari americani tra il 1951 e il 2011 per aiuti economici e militari. Tuttavia, a
causa di questa nuova alleanza sino-pakistana, gli U.S.A hanno deciso di
cambiare politica: per questo motivo, il 2 Gennaio del 2018, il presidente Trump ha
deciso di tagliare gli aiuti militari a Islamabad per un totale di 255 milioni di dollari
americani, segno che, evidentemente, qualcosa sta cambiando nelle strategie
geopolitiche del pianeta.34
Oltre alle critiche in ambito politico, c’è una questione “sociale” che ha infastidito
e non poco l’opinione pubblica: essendo la BRI un’iniziativa cinese, ed essendo i
lavoratori cinesi più specializzati rispetto a quelli Pakistani, la maggior parte dei
progetti della Nuova Via della Seta avrà manodopera cinese e quindi i lavoratori di
nazionalità pakistana avranno dei lavori di minor importanza, col risultato di un
minore guadagno. In tal modo, gli unici ad arricchirsi sarebbero i grandi proprietari
terrieri che affittando i loro possedimenti alle società cinesi, acquisirebbero un
enorme profitto.
Si può affermare dunque che il rapporto datore cinese-lavoratore pakistano
rappresenti un effetto collaterale di natura sociale. Ciò porterebbe ad una frattura 30 Saleh SHARIAR et al, cit,. p. 8.31 Hanif Ullah KHAN, op. cit., pp. 10-11.32 Zahid HUSSAIN, The China-Pakistan Economic and the New Regional Geopolitics, Parigi, IFRI, 2017, p. 13. 33L’asse Delhi-Washington, in http://www.limesonline.com/india-usa-contro-la-cina-major-defence-partner-notizie-mondo-oggi-19-ottobre/102416 (data ultima consultazione 27-04-2019).34Trump, Pakistan and Kashmir, in https://thediplomat.com/2018/02/trump-pakistan-and-kashmir/ (data ultima consultazione 27-04-2019).
12
tra le classi sociali all’interno del Paese, anche se questa, sarebbe attenuabile
attraverso una giusta partizione delle tasse e un giusto programma di spesa
pubblica, ma ciò, almeno al giorno d’oggi, è utopia.35
Nonostante le critiche, il CPEC potrebbe portare dei benefici ad entrambi i
Paesi, in particolare al Pakistan, in quanto risolvendo le varie problematiche
sopracitate come carenza di energia e insufficienze infrastrutturali, si arriverebbe
ad una crescita socio-economica, primo vero obbiettivo di questa iniziativa. Infatti,
come si può vedere da uno studio del Programma delle Nazioni Unite per lo
sviluppo, l’Indice di Sviluppo Umano36 del Pakistan nel 2017 è arrivato a 0,562,
con un aumento del 39% rispetto al 1990.37
Oltretutto, la realizzazione di questo progetto risulterebbe in un aumento del
settore turistico pakistano, in quanto molti siti turistici si trovano lungo la via del
Corridoio; basti pensare che nella regione del Gilgit-Baltistan, anch’essa
attraversata dal CPEC, si trova il K2 (la seconda montagna più alta del mondo
dopo l’Everest), che inevitabilmente, attrarrebbe gli appassionati delle altezze
estreme col risultato di una grande ascesa del turismo montano.
35 Il Pakistan e l’OBOR: i rischi per la sicurezza, in https://lospiegone.com/2017/11/20/il-pakistan-e-obor-rischi-per-la-sicurezza/ (data ultima consultazione 27-04-2019).36Indicatore di sviluppo macroeconomico (reso anche con la sigla ISU) elaborato nel 1990 dall’economista pakistano Mahbub ul Haq, recepito dall’ONU come misuratore della qualità della vita dei paesi. In http://www.treccani.it/enciclopedia/indice-di-sviluppo-umano_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/ (data ultima consultazione 27-04-2019). 37 Human Development Indices and Indicators: 2018 Statistical Update, in http://hdr.undp.org/sites/all/themes/hdr_theme/country-notes/PAK.pdf (data ultima consultazione 27-04-2019).
13
Capitolo Terzo
Le relazioni tra la Cina e i Paesi dell’Europa Centrale e
Orientale
3.1 Il porto del Pireo e il gruppo COSCOLa China Ocean Shipping Company, nota con l’acronimo COSCO, è una
compagnia di Stato cinese che si occupa del trasporto di container per via
marittima con sede a Shanghai. Essa possiede un capitale registrato di 15.96
miliardi di yuan (l’equivalente di circa 2.07 miliardi di euro)38 ed è la quinta
compagnia più grande del mondo come terminal operator39 di container, tant’è che
fino a novembre del 2017, contava 291 imprese distribuite tra la Cina e il resto del
mondo.40
38 Dati ricavati dal sito ufficiale della compagnia COSCO, nella sezione “Company Profile”, http://lines.coscoshipping.com/home/About/about/Profile (data ultima consultazione 14-05-2019).39Compagnia che gestisce delle stazioni in cui petrolio o prodotti petrolchimici vengono immagazzinati. https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/terminal-operator (data ultima consultazione 30-06-2019).40 Frans-Paul VAN DER PUTTEN, Chinese Investment in the port of Piraeus, Greece: The Relevance for the EU and the Netherlands, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International
14
Nel 2009, il gruppo COSCO ottenne una concessione dal governo greco per
operare sul molo II e sul molo III del porto del Pireo per un periodo di 35 anni,
mentre il molo I doveva rimanere ancora sotto il controllo dell’Autorità Portuale del
Pireo. Questa concessione è costata alla compagnia cinese “solamente” 50 milioni
di euro, più una percentuale sui ricavi annuali che, secondo alcune stime, durante
i 35 anni di concessione dovrebbe raggiungere i 4.3 miliardi di euro.41
La gestione COSCO ha prodotto un aumento del volume dei container trattati, il
quale è salito vertiginosamente da 0.7 milioni TEU42 del 2009, a 3.6 milioni TEU
del 2014. In più, a settembre del 2013, la compagnia ha fatto un ulteriore
investimento di 230 milioni di euro per espandere il molo III e di conseguenza
portare il volume di produzione a 6.2 milioni TEU l’anno.43
L’acquisizione della quota di maggioranza del porto del Pireo da parte della
compagnia cinese è stata completata il 10 agosto del 2016, quando COSCO ha
acquistato dall’Autorità Portuale del Pireo il 51% del porto per 280.5 milioni di
euro, con un ulteriore 16% che si aggiungerà nei prossimi anni con un
investimento di altri 88 milioni di euro. In questo modo, oltre all’acquisizione di tutti
e tre i moli del Pireo, la compagnia cinese ha acquisito anche il porto per i
traghetti, il porto per le navi da crociera, il terminal automobilistico, gli impianti per
le riparazioni delle navi e tutti i beni immobili adiacenti al porto.44
Nonostante la quota maggioritaria del Pireo sia stata acquisita nel 2016 e quindi
il porto sia diventato formalmente di proprietà cinese, la Grecia ha aderito alla BRI
solamente il 27 Agosto del 2018, quando il ministro degli affari esteri greco, Nikos
Kotzias, e la sua controparte cinese, Wang Yi ( 王 毅 ), hanno firmato un
memorandum d’intesa per stringere dei legami ancora più forti tra le due nazioni,
facendo sì che Atene possa diventare un centro economico di grande rilevanza e
che soprattutto possa rappresentare la “porta d’ingresso” della Nuova Via della
Seta in Europa.45
Relations, 2014, p. 9.41Ibidem.42TEU: sigla di twenty (feet) equivalent unit, che nei trasporti navali indica il container da 20×12×8 piedi e, anche, la capacità di trasporto di una nave portacontainer. http://www.treccani.it/enciclopedia/teu/ (data ultima consultazione 14-05-2019).43 Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, op. cit., pp. 10-11.44 Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), The Geopolitical Relevance of Piraeus and China’s New Silk Road for Southeast Europe and Turkey, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2016, p. 12.45 Greece officially joins the BRI, 04-09-2018 in https://www.oboreurope.com/en/greece-bri/ (data ultima consultazione 15-05-2019).
15
Per questo motivo, il primo ministro greco Alexīs Tsipras ha dichiarato che “la
Grecia è la prima tappa del viaggio della Cina verso l’Europa e può diventare un
ponte tra l’Asia e l’Europa.”46
In questo modo, egli ha voluto evidenziare la posizione strategica del Pireo e la
sua importanza per la via della seta marittima del XXI secolo, dato che questa
iniziativa aprirà nuove prospettive nelle relazioni sino-greche.47
D’altra parte, il governo cinese ha dichiarato che l’acquisizione del porto greco
da parte del gruppo COSCO riassume perfettamente quelli che sono i cinque
pilastri della BRI: il coordinamento politico, la connessione tra le strutture, il
commercio senza ostacoli, l’integrazione finanziaria e i legami tra le varie
popolazioni.48
3.2 Implicazioni GeopolitichePerché la Cina ha bisogno del porto del Pireo? Così come per il porto di
Gwadar citato nel capitolo precedente, Pechino ha bisogno di uno sbocco sul Mar
Mediterraneo che gli possa permettere un accesso diretto ai mercati europei.
Poiché la Grecia è situata nella penisola balcanica e quindi nella parte orientale
dell’Europa, essa rappresenta l’ingresso della BRI verso il vecchio continente.49
Partendo dal porto greco, si possono aprire nuove rotte commerciali, non solo
verso il continente europeo, ma anche verso il continente africano, dove il governo
cinese sta attuando da parecchi decenni investimenti significativi per la
costruzione di nuove infrastrutture e per collegare i vari porti tra loro. Come si può
notare dalla figura 4, il porto del Pireo non è l’unico progetto infrastrutturale
“europeo” o “africano” iniziato dalla Cina, e COSCO non è nemmeno l’unica
compagnia di stato cinese ad avere effettuato degli investimenti nel settore
marittimo.
46 Il debutto cinese di Tsipras, in https://www.china-files.com/il-debutto-cinese-di-tsipras/ (data ultima consultazione 15-05-2019).47 Ibidem.48How a Greek port became a Chinese “Dragon Head”, in https://thediplomat.com/2016/04/how-a-greek-port-became-a-chinese-dragon-head/ (data ultima consultazione 15-05-2019).49 Frans-Paul VAN DER PUTTEN, op. cit, p. 19.
16
Figura 4- Progetti infrastrutturali delle compagnie di Stato cinesi in Africa ed Europa50
Comunque sia, l’acquisizione dello scalo greco porterà la Cina ad avere un
ruolo rilevante nei commerci in Europa, rafforzando inoltre il suo ruolo di partner
commerciale con gli altri Paesi e la sua influenza negli affari internazionali.
Per quel che riguarda la Grecia, schiacciata da una pesante crisi economica
iniziata nel 2009, l’acquisizione da parte del gruppo COSCO potrebbe essere una
rampa di lancio capace di far uscire Atene da questo incubo.51 Infatti, la
compagnia di Shanghai potrebbe aiutare, in parte, a stabilizzare l’economia greca:
sulla base di alcuni studi, il PIL potrebbe alzarsi dello 0.8 % e inoltre, potrebbero
essere creati più di 30 mila posti di lavoro entro il 2025.52 L’intera vicenda
riguardante l’acquisizione del porto ha dimostrato che, nonostante l’instabilità
economica, la Grecia è ancora in grado di attrarre capitali stranieri per investimenti
a lungo termine.
50 L’immagine è consultabile da Frans-Paul VAN DER PUTTEN; Minke MEIJNDERS, China, Europe and the Maritime Silk Road, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2015, p. 35.51Frans-Paul VAN DER PUTTEN, op. cit., pp. 27-28.52Cosco completes Piraeus port takeover, in http://www.ekathimerini.com/211165/article/ekathimerini/business/cosco-completes-piraeus-port-takeover (data ultima consultazione 16-05-2019).
17
Oltretutto, l’avvento della compagnia cinese potrebbe segnare uno spostamento
degli scambi commerciali dal nordovest dell’Europa, al centro e al sudest,
favorendo in questo modo gli Stati della penisola balcanica, l’Italia e anche il nord
Africa. È chiaro che il porto del Pireo non abbia ancora la stessa capacità di carico
di porti come quello di Rotterdam o Anversa, poiché quest’ultimi hanno alle spalle
un sistema di infrastrutture che facilitano il trasporto delle merci, tuttavia, come già
evidenziato, il controllo del porto da parte del gruppo COSCO, ha segnato un
aumento della produttività.
Al di là della prospettiva commerciale, i vantaggi potrebbero vedersi anche dal
punto di vista del settore turistico, infatti l’acquisizione cinese potrebbe
determinare un aumento dei turisti a causa dell’ampliamento del porto delle navi
da crociera, implicando uno sviluppo del settore terziario. Proprio per questo
motivo, lo scorso anno, AirChina ha proposto la creazione di nuove rotte dirette da
Pechino ad Atene per portare 3 milioni di turisti l’anno nella penisola ellenica. 53
Ciò, indubbiamente, procurerebbe ulteriori entrate alle casse dello Stato greco,
tuttavia, condurre milioni di visitatori in così poco tempo nelle terre dell’antica
Grecia potrebbe risultare in un turismo tutt’altro che sostenibile, causando danni
ad opere ed edifici di inestimabile valore.
3.3 17+1: cooperazione tra Cina e CEECAffinché l’iniziativa BRI abbia successo nell’Europa centrale e orientale, è
necessario che tutti i Paesi di questa regione abbiano la volontà di cooperare con
il Dragone. Per questo motivo, nel 2012, la Cina ha deciso di creare il “16+1” un
modello di cooperazione economica con i Paesi del blocco CEEC (Central and
Eastern European Countries, Paesi dell’Europa Centrale e Orientale). Nel gruppo
dei 16 Paesi troviamo l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Bulgaria, la Croazia, la
Repubblica Ceca, l’Estonia, l’Ungheria, la Lettonia, la Lituania, la Macedonia, il
Montenegro, la Polonia, la Romania, la Serbia, la Slovacchia e la Slovenia (figura
5). Mentre quel numero “1” rappresenta proprio la Cina.54
53Chinese Piraeus Operator Cosco Brokering Athens-Beijing Direct Flight Link, in http://www.thenationalherald.com/142282/chinese-piraeus-operator-cosco-brokering-athens-beijing-direct-flight-link/ (data ultima consultazione 16-05-2019).54 Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), op. cit., p. 21.
18
Figura 5- Membri del 16+1 prima dell’ingresso della Grecia
Nel mese di Aprile del 2019, si è tenuto un incontro a Dubrovnik, in Croazia,
durante il quale si è decretato l’ingresso della Grecia nel “16+1”, trasformando così
questo gruppo nel nuovo “17+1”. In questo modo i rapporti tra Pechino e Atene si
sono consolidati ulteriormente.
I Paesi aderenti all’iniziativa si incontrano annualmente, discutendo
principalmente sul commercio e sulle iniziative relative ai progetti infrastrutturali.
Già nel 2014, durante un incontro a Belgrado, il primo ministro cinese Li Keqiang
(李克强) dichiarava:
Europe, home to the largest number of developed countries, has a major role to play in the
global political and economic architecture. China and the EU are now working to build a partnership
of peace, growth, reform and civilization. We are natural partners for cooperation as we have no
conflict of fundamental interests. [… 16+1] cooperation will play an importance role in facilitating
balanced growth within Europe.55
In particolar modo, i progetti di cooperazione si concentrano sulle infrastrutture
lungo la penisola balcanica, creando delle vie di comunicazione che partono dalla
Grecia e dopo aver attraversato Macedonia del Nord e Serbia, raggiungono
l’Ungheria56e finanziando la costruzione di un’autostrada in Montenegro,
55Francesco Saverio MONTESANO et al; Frans-Paul VAN DER PUTTEN (a cura di), The Geopolitical Relevance of Piraeus and China’s New Silk Road for Southeast Europe and Turkey, L’Aia, Clingendael Netherlands Institute of International Relations, 2016, p. 27.56 Ivi, p. 23.
19
modernizzando nel contempo la linea ferroviaria che unisce Belgrado e
Budapest.57 Proprio riguardo quest’ultimo progetto, è stato messo a disposizione
un finanziamento di 1 miliardo e mezzo di euro al fine di ampliare la linea
ferroviaria lunga attualmente 160 chilometri. Inoltre, attraverso questo
investimento, la ferrovia sarà utilizzabile sia per il trasporto merci che per il
trasporto di passeggeri, in quanto la struttura ferroviaria verrà trasformata in una
linea a doppio binario ad alta velocità.58
La Cina è passata dall’investire nei Paesi del CEEC 400 milioni di dollari
americani nel 2009, a 1.7 miliardi di dollari nel 2014, anche se il 95% di questi
investimenti sono stai concentrati solo in alcuni dei Paesi del modello “16+1” come
la Repubblica Ceca e la Polonia. Di fatto, la tendenza cinese è quella di investire
di preferenza in Paesi economici forti e politicamente stabili.59
Le critiche al modello “16+1”/“17+1” non si sono fatte aspettare.
L’Europarlamento ha affermato che la formazione di questo modello di
cooperazione sia un tentativo da parte della Cina di spaccare l’Europa per
indebolirla. La principale preoccupazione riguarda l’utilizzo aggressivo di strumenti
di hard power da parte della Cina per influenzare politicamente ed
economicamente i Paesi dell’Europa centrale e orientale. D’altronde, da quando i
Paesi di questa regione sono stati colpiti dalla crisi del 2009, sembra che l’UE li
abbia allontanati progressivamente dalle sue iniziative di politica unitaria,
spianando in questo modo la strada alla Cina e alla sua BRI, e consentendo ai
Paesi considerati di minor importanza di godere di nuovi capitali e di nuove
opportunità di sviluppo.60
Va notato che la maggior parte dei Paesi del “17+1” fa parte dell’Unione
Europea e gli accordi siglati con la Cina dovrebbero essere conformi alla linee
guida e alla politica UE; ciò potrebbe rallentare, se non annullare completamente,
57 Nuove vie della seta: tra UE e Cina scontro o integrazione?, in https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/nuove-vie-della-seta-tra-ue-e-cina-scontro-o-integrazione-21667 (17-05-2019).58 BUSDRAGHI, Anna, La Nuova Via Della Seta Marittima Quale futuro per la portualità mediterranea?, Università Ca’Foscari, Venezia, 2016.59China’s investment in influence: the future of 16+1 cooperation, in https://www.ecfr.eu/publications/summary/chinas_investment_in_influence_the_future_of_161_cooperation7204 (data ultima consultazione 17-05-2019).60 Relazioni Cina-Balcani: quale spazio per l’Unione Europea?, in https://www.twai.it/articles/relazioni-cina-balcani-quale-spazio-per-lunione-europea/ (data ultima consultazione 18-05-2019).
20
l’inizio di alcuni progetti. Ecco perché i Paesi non membri dell’UE, come la Serbia,
hanno una maggiore possibilità di collaborare con il partner cinese.61
Secondo la Commissione per il Commercio Internazionale dell’Unione Europea,
le relazioni commerciali con la Repubblica Popolare Cinese sono in costante
aumento, ma con una bilancia sempre sfavorevole all’UE. Gli investimenti cinesi in
territorio europeo sono aumentati vertiginosamente, al contrario, gli investimenti
europei sul suolo cinese hanno visto un calo progressivo a partire dal 2012, anche
a causa di una normativa sfavorevole.62
Anche alcuni Paesi del gruppo 17+1, come la Romania, hanno criticato
l’efficacia dell’iniziativa, giudicata pressoché inesistente: “troppi progetti annunciati
e mai davvero partiti”.63
Comunque sia, al 21° vertice UE-Cina, tenutosi il 9 Aprile del 2019, il
Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha dichiarato:I negoziati sono stati difficili ma, in definitiva, proficui. Siamo riusciti a concordare una
dichiarazione congiunta che stabilisce la direzione del nostro partenariato fondato sulla reciprocità.
Questo è stato il nostro sforzo comune e rappresenta il nostro successo comune.64
Viene sostenuta, nonostante tutto, l’idea di una politica “win-win” e viene
ribadita l’importanza di una complessiva reciprocità, con la speranza che questa
possa migliorare le condizioni economiche, politiche e sociali di tutti gli attori
coinvolti.
61 Dividing without antagonising: China’s 16+1 image problem, in https://www.ecfr.eu/publications/summary/chinas_investment_in_influence_the_future_of_161_cooperation7204 (data ultima consultazione 17-05-2019).62 Relazione sullo stato delle relazioni UE-Cina, in http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-8-2018-0252_IT.html#title2 (data ultima consultazione 18-05-2019).63 Anche la Grecia entra nell’iniziativa 16+1 con la Cina, in https://ilmanifesto.it/anche-la-grecia-entra-nelliniziativa-161-con-la-cina/ (data ultima consultazione 17-05-2019).64 Osservazione del Presidente Donald Tusk dopo il 21° vertice UE-Cina, in https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/international-summit/2019/04/09/ (data ultima consultazione 18-05-2019).
21
Conclusione
La Nuova Via della Seta sta spingendo la Cina verso un percorso ben delineato
che ha come obiettivo ultimo il rilancio dell’economia e della politica del Paese.
Ormai risulta evidente che le aspirazioni del Dragone tendano ad una posizione di
massimo rilievo nel quadro dell’economia e della finanza mondiale che mai prima
d’ora gli era appartenuta. Sicuramente i modi di “penetrazione” dentro gli altri
Paesi possono destare preoccupazioni, tant’è che qualcuno li giudica come una
forma di larvato colonialismo.
Tuttavia, è innegabile che la Cina stia unendo un gran numero di Paesi
portandoli a siglare degli accordi che nel giro di pochi decenni potrebbero
cambiare la visione geopolitica del mondo.
L’uso di strumenti di soft power potrebbe aiutare a creare un legame culturale e
sociale, che unisca le popolazioni da una prospettiva “empatica” ed elimini le
barriere socio-culturali che affliggono il nostro mondo.
22
Non sappiamo se la Nuova Via della Seta aiuterà il nostro pianeta, però, ciò che
è davvero importante ricordare è che dietro questa iniziativa, così come in tante
altre, ci sono gli uomini, e gli uomini sono gli unici esseri senzienti sulla Terra, gli
unici che possano rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore, vivibile per le
generazioni future e ricco di speranza e di stimoli per le generazioni attuali.
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Appendice
“一带一路”建设中的语言问题 - 张治国一引言“一带一路”是“丝绸之路经济带”和“21 世纪海上丝绸之路”的简称,是习近平主席于 2013 年秋提出的跨国经济合作概念。毋庸置疑,国内大部分人对“一带一路”的背景及意义都或多或少地有所了解。那么,我国在“一带一路”建设中是否充分注意到其中的语言问题呢? 在语言实践方面,“一带一路”的建设者们将遇到越来越多语言方面的挑战。据媒体报道,2015 年 5 月 14 日印度总理莫迪在西安大兴善寺留言,可是当地乃至更大范围内都无人能看懂。莫迪是用他家乡的古吉拉特语( Gujarati,印度宪法规定的官方语言之一) 书写的。后经一位印度留华学生托人把该留言译成印地语,然后把印地语译成英语,最后由英语译为汉语。印度是我国南亚地区的重要邻邦,也是我国与周边国家发展互联互通建设以及“一带一路”建设的重要国家,可是,我国对印度语言的研究和教育都非常有限,懂得印度本地强
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势语言( 英语和印地语除外) 的外语人才也非常罕见。语言是心灵沟通的桥梁,语言不通会在一定程度上阻碍心灵的沟通。当印度政府对中国的“一带一路”建设耿耿于怀,并提出与之抗衡的“季节计划”时,我们也不要感到大惊小怪,相反,我们应该多反思自己: 我们在外语教育以及用外语进行的国际交流和国际宣传方面是否有值得改进和提高的地方? 在学术研究方面,国内学界是否关注到“一带一路”建设中的语言问题? 我们姑且以国内学术期刊电子数据库为例: 在“主题”栏中输入“一带一路”,搜索结果有多达 9656 篇( 截至 2016 年 4 月 20 日) 该方面的学术文章,其中绝大部分是 2015 年至 2016 年发表的,由此可见国内学人的学术研究速度之快及数量之多。这 9000 多篇文章大致可分为两类: 一类是从工、商、林等视角研究“一带一路”所带来的机遇与挑战;另一类是从区域发展的角度研究“一带一路” 所带来的发展商机与应对策略。但从文化、思想、哲学、制度、法律等社会人文角度对“一带一路”的学术研究很少,而从语言的角度探究“一带一路”的文章则更少。由此可见,我国在“一带一路”建设中存在语言问题;我国学界对“一带一路”建设中的语言问题关注不够、研究不多。二 “ 一带一路 ” 建设与语言的关系 我们在“一带一路”建设中对语言问题要有所考量,首先就得厘 li清以下几个概念之间的互动关系: “一带一路”、软件建设、语言、语言政策及规划、经济社会发展。( 一) “一带一路”与软件建设的关系“一带一路”建设是国家战略,是一个“宏大经济愿景”,但其建设内容不只是“设施联通” “贸易畅通”和“资金融通”,还有“政策沟通”和“民心相通”( 国家发展改革委等,2015) ,以便让“一带一路”沿线的“不同文明互鉴共荣,各国人民相知相交、和平友好”。也就是说,“经济联系”要“更加紧密”,还要靠“政治互信更加深入,人文交流更加广泛深入”( 国家发展改革委等,2015) 。因此,“一带一路”的建设内容可以归结为硬件和软件两部分。硬件建设是指跨国间基础设施的建设与维护、经济贸易的合作与发展,软件建设是指对跨国间语言、文化、宗教、教育、制度、法律等的相互了解、理解、遵守与应用。硬件发展是物质建设,软件发展属精神建设。在建设初期,物质建设往往重于精神建设,但到建设后期,
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如果没有足够的精神建设跟进,物质建设的进度会变缓,质量会下降。总之,硬件是外在的,是“形”; 软件是内在的,是“影”。无“形”之“影”的合作难以深度发展,无“影”之“形”的合作难以长久发展。“一带一路”建设要做实、做好、做久,就要让其硬件和软件两者“形”“影”不离。例如,中国与周边国家互联互通的研究与建设在硬件方面投入大、发展快( 如与东盟的泛亚铁路、与上合组织成员国的油气管、与朝韩的陆路和水路) ,但也面临挑战,暴露出“联而不通,通而不畅”等问题,其主要原因之一是“心难通”( 马孆,2011;李晨阳,2012) 。国之交在于民相亲,民相亲在于心相通,“一带一路”的软件建设就是要使中国人民与“一带一路”沿线国家的人民“心相通”。为什么有不少人或企业明知软件建设也很重要却仍然重硬件轻软件呢? 因为硬件的发展看得见、摸得着,建设周期有限,见效较快,而软件的建设正好相反,它看不见、摸不着,建设面广体大,建设周期漫长,见效缓慢。因此,软件建设不能像硬件建设那样来进行,我们要明白软件内容自身独有的生存特点,并尊重其自身的发展规律。此外,国家需要责成有关部门并敦促相关企业在重视硬件建设的同时,不能忽视软件的建设。( 二 ) 软件建设与语言的关系
软件建设的内容很多很广,它包括语言文化、政治体制、思想意识、法律法规和教育实践等,而语言是“一带一路”软件建设的一个切入点和关键点。我们可从以下三个方面来说明: 第一,语言是人类思想的“具象”和存在的“家园”,是打开文明和文化的“钥匙”,是软件建设内容的主要载体,绝大部分软件建设的内容都需要通过语言来表达、传递和传承。如果我们想了解“一带一路”沿线国家的文化习俗、思想意识、管理体制等软件内容,使用当地语言是最直接、最接地气的方法。假如我们要借用翻译的方法来了解这些软件内容,也需要培养懂得当地语言的各种人才。由此可见,语言在软件建设中具有提纲挈领和穿针引线的作用。第二,语言本身是文化内容的一部分,也是软件建设内容的一部分。语言本身所蕴含的科学以及语言背后所反映的文化内容都博大精深,是人类重要的社会资源。所以,语言的学习过程就是文化或软件建设内容的了解和习得过程。随着人类社会的发展与进步,人们对语言的基本属性及社会功能有了越来越深刻的认识和应用。在全球化时代,
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人们逐渐认识到语言不但是“软实力”( Nye,2006) ,而且还是“资源”和“问题”( Ruiz,1984) 。第三,语言是发展“一带一路”民心相通的重要工具。习近平主席给“2016‘一带一路’媒体合作论坛”的贺信中指出: “一带一路”的建设要“以共商、共建、共享为原则”。单打独斗不是“一带一路”所要的,共建共赢才是“一带一路”的宗旨。但共建共赢的社会基础是相互信任,而“一带一路”的软件建设则可促进各国间的民心相通。为此,“一带一路”的《推动共建丝绸之路经济带和 21 世纪上海丝调之路的愿景与行动》( 以下简称《愿景与行动》) ( 国家发展改革委等,2015) 强调中国要同相关国家的人们“开展多层次、多渠道沟通磋商”,“让各国人民相逢相知、互信互敬”,“携手推动更大范围、更高水平、更深层次的大开放、大交流、大融合”。也就是说,随着“一带一路”建设的开展,今后会有许多国人( 尤其是技术专业人员、广大的一线建设者、学生和旅游者等) 走出国门,来到“一带一路”沿线国家工作、学习或旅游。他们与当地人的接触是民心相通建设的一部分,他们的行为在一定程度上反映或代表了中国的形象,但他们的外语能力影响着他们的行为,进而影响着民心相通的发展。尽管语言通不等于心相通,但语言不通会在很大程度上影响或阻碍心相通。可见,任何软件内容的建设要是脱离了语言都是难以想象的,语言问题的解决可为软件建设中其他内容的发展奠定很好的信息交流基础。语言可以为“一带一路”软件建设“铺路”“搭桥”,同时,语言本身也是“一带一路”软件建设的重要内容之一。( 三 ) 语言与语言政策及规划的关系
通常,一个国家的社会语言库中的语言可分为强势语言( 即国语或官方语言) 、少数民族语言和外语三类。语言政策就是对社会语言库中的语言做出各种选择( 如语种的选择、语言变体的选择、语言书写体系的选择等) ,这些选择可以由个人、群体或机构来做出,选择的结果可能体现在个人或群体的语言行为( 即语言实践) 、语言意识形态( 即语言信仰) 或语言管理 ( 即语言规划) 上( 斯波斯基,2011) 。随着我国“一带一路”建设的推进,我国社会语言库中的内容会变得更多更复杂。“一带一路”沿线国家涉及的强势语言就有几十种,少数民族语言则有两千余种,这么多语言,教师不可能全教,学生不可能全学,参与“一带一路”建设的工作人员也不
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可能全用。因此,相关的研究机构要提前做好调研,提供研究数据,写出规划草案;
国家相关部门则要做出选择,制定语言政策及规划。此外,“一带一路”建设点的语言教育、语言应用、语言服务、语言接触、语言冲突和语言管理等语言现象将日益增多,这些语言现象的出现与处理归根结底都和语言政策及规划有关。因为语言的选择、发展、教育与应用等都需要语言政策的顶层设计和宏观指导,都需要从国家战略的高度来统筹,这样才能保证语言互联互通建设的综合性、前瞻性、有效性和长远性。为此,国家的相关部门应该组织人员研究、制定或规划有关“一带一路”建设中的语言战略目标或发展蓝图。
Il problema linguistico dell’iniziativa della nuova via
della seta
Introduzione
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La Nuova Via della Seta è la forma abbreviata di “rotta economica della via
della seta” e “via della seta marittima del XXI secolo”, è un progetto cooperativo
economico transnazionale che è stato promosso nell’autunno del 2013 dal
presidente Xi Jinping. Indubbiamente, la maggior parte dei cinesi ha una
comprensione maggiore o minore del significato e del background della Nuova Via
della Seta. Ciò detto, nella sua realizzazione, la Cina ha prestato o no attenzione
in modo adeguato alla questione linguistica all’interno di essa?
Nella pratica linguistica, coloro che costruiscono la Nuova Via della Seta
andranno incontro a sfide maggiori. Secondo quanto riportato dai mass media, il
14 maggio del 2015 il primo ministro indiano Modi nel tempio Da Xing Shan di
Xi’an ha lasciato un messaggio, tuttavia nessuno è riuscito a capirlo né tra i locali
né tra quelli dell’area circostante. Modi utilizza la lingua parlata e scritta del
Gujarati, suo paese natio, (Il Gujarati è una delle lingue ufficiali riconosciuta dalla
costituzione indiana). In seguito, uno studente indiano che stava in Cina si è fatto
aiutare a tradurre il messaggio in Indi, poi ha tradotto l’Indi in Inglese e infine
dall’inglese al cinese.
L’India è un importante vicino della Cina nell’area sud asiatica, ed è un paese
importante per la costruzione della Nuova Via della Seta e per la costruzione di
reti e di scambi reciproci di sviluppo tra la Cina e i paesi confinanti, tuttavia la
formazione e la ricerca nei confronti delle lingue dell’India sono molto limitate, ed
estremamente rare sono anche le competenze linguistiche per comprendere
l’importanza delle lingue in India (a parte l’Inglese e l’Indi). La lingua è il canale di
comunicazione della mente. Se non c’è comprensione linguistica, questa può
certamente impedire la comunicazione tra le persone. Dal momento che il governo
indiano non vede di buon occhio la Nuova Via della Seta e anzi lancia
contemporaneamente un suo piano pluriennale proprio in competizione con la
Nuova Via della Seta, non dobbiamo farci cogliere di sorpresa, al contrario,
dovremmo fare noi stessi una riflessione: nella formazione in lingua straniera e
negli scambi internazionali che vengono portati avanti utilizzando le lingue
straniere oppure nella comunicazione internazionale ci sono aspetti che valga la
pena di cambiare e migliorare nell’educazione della lingua straniera?
Nella ricerca accademica, i circoli accademici all’interno del Paese fanno
attenzione ai problemi della lingua nella iniziativa della Nuova Via della Seta?
Prendiamo in considerazione il database elettronico di periodici accademici cinesi,
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per esempio se digitiamo nella barra di ricerca “ nuova via della seta”, appariranno
più di 9656 articoli (in data 20 aprile 2016), tra questi la maggior parte è stato
pubblicato tra il 2015 e il 2016, da ciò è possibile notare che la velocità della
ricerca accademica degli studiosi cinesi è la quantità.
È possibile suddividere questi 9000 saggi in due categorie: una prima categoria
ricerca, dal punto di vista dell’industria, del commercio e dell’ambiente le sfide e
l’opportunità che la nuova via della seta porta; l’altra categoria, da un punto di
vista dello sviluppo regionale, ricerca le strategie e le opportunità commerciali che
la Nuova Via della Seta porta. Tuttavia, nel campo delle scienze umane come
cultura, pensiero politico, filosofia, istituzioni e sistema giuridico, le ricerche
accademiche sulla Nuova Via della Seta sono minime, e nel campo linguistico i
saggi sono ancor di meno.
Ciò dimostra che ci sono problemi linguistici nell’iniziativa della Nuova Via della
Seta in Cina. I circoli educativi cinesi non fanno molta ricerca e non prestano
abbastanza attenzione ai problemi linguistici presenti nell’iniziativa.
Relazioni fra la lingua e l’iniziativa della nuova via della setaNoi dobbiamo considerare tutti i problemi linguistici all’interno dell’iniziativa della
Nuova Via della Seta: prima di tutto dobbiamo chiarire le interazioni tra i seguenti
concetti: “la nuova via della seta”, la programmazione dei software, la lingua,
linguaggio politico così come pianificazione e sviluppo socio-economico.
La realizzazione di software e la nuova via della setaL’iniziativa della Nuova Via della Seta è una strategia nazionale, è una grande
visione economica, tuttavia il contenuto dell’iniziativa non è solo un mezzo di
interconnessione, “liberalizzazione del commercio” e “integrazione finanziaria”, ma
anche “comunicazione politica” e “aspirazioni comuni” (Commissione Nazionale
dello Sviluppo per le Riforme, 2015) per far sì che le diverse culture lungo la Via
abbiano stima reciproca e che le persone di ogni paese entrino in contatto in pace
e in amicizia.
In altre parole, le “relazioni economiche” devono essere ancora più strette,
devono anche basarsi su una fiducia politica ancora più profonda, su uno scambio
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culturale sempre maggiore e profondo (Commissione Nazionale dello Sviluppo e
le Riforme, 2015). Di conseguenza, i contenuti dell’iniziativa della Nuova Via della
Seta hanno due aspetti: hardware e software.
La costruzione dell’hardware mira alla costruzione e alla difesa delle
infrastrutture transnazionali, allo sviluppo e alla cooperazione nel commercio e
nell’economia, mentre i software indicano l’utilizzo della comprensione, la presa
d’atto e l’applicazione reciproca a tutti i livelli in campo linguistico, culturale,
religioso, dell’istruzione e della formazione, dei sistemi delle istituzioni e della
legge. Lo sviluppo dell’hardware attiene agli aspetti materiali, quello del software
attiene agli aspetti spirituali. Nel processo iniziale di costruzione, l’aspetto
materiale spesso ha maggior importanza di quello spirituale, ma nella fase
successiva se non c’è un sufficiente contenuto spirituale, anche il progresso
materiale può rallentare e può perdere in qualità. In breve, l’hardware è esterno, è
la “forma”; il software è all’interno ed è il contenuto. Una collaborazione che abbia
contenuto ma non abbia forma difficilmente si sviluppa in profondità, la
collaborazione che abbia una forma ma che non abbia un contenuto è difficile che
si sviluppi a lungo termine. Se l’iniziativa della Nuova Via della Seta vuole essere
efficace, completa e duratura, non deve separare la forma/hardware dal
contenuto/software. Per esempio, per quanto attiene alla realizzazione e alla
ricerca in comune tra la Cina e i paesi limitrofi, nell’ambito dell’Hardware gli
investimenti sono stati significativi e lo sviluppo è stato rapido (per esempio le
linee ferroviarie dell’aria asiatica dell’ASEAN, i gasdotti tra i paesi membri della
succitata organizzazione oppure le comunicazioni continentali e marittime tra le
due Coree), tuttavia si sono dovute affrontare alcune sfide e sono esplosi problemi
quali il fatto che due luoghi siano collegati ma i collegamenti non sono percorribili
oppure che i collegamenti siano percorribili ma non facili, uno delle principali
ragioni alla base di questi problemi è che le culture e i popoli non comunicano.
I rapporti tra i vari Paesi dipendono dalla la conoscenza reciproca tra i popoli ed
essa dipende da un’onesta comunicazione, la creazione del software della nuova
via della seta è finalizzata alla mutua comunicazione onesta tra il popolo cinese e i
paesi lungo la nuova via della seta. Perché molte persone o molte aziende, pur
essendo ben consapevoli che l’importanza della costruzione dei software è
estremamente importante, comunque attribuiscono importanza tanto al software
quanto all’hardware? Perché lo sviluppo dell’hardware lo si può vedere e toccare
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con mano, il processo di costruzione è breve e prende forma abbastanza
velocemente, mentre la creazione dei software è l’opposto, non si può vedere, non
è tangibile, la gamma di produzione è grande, i processi di costruzione sono lenti
e lunghi e prende forma lentamente. Perciò, la costruzione del software non può
procedere come quella dell’hardware, noi dobbiamo capire le peculiarità esistenti
all’interno dei contenuti specifici dei software e dobbiamo nel contempo rispettare
le proprie regole di sviluppo. Inoltre il Paese deve dare la responsabilità alle
strutture incaricate e devono fare pressione sulle aziende del settore perché ,
mentre si concentrano sulla costruzione dell’ hardware, non devono trascurare la
costruzione del software.
La relazione tra la realizzazione di un software e la linguaIl contenuto della costruzione di un software è molto esteso, esso include
cultura linguistica, istituzioni politiche, conoscenze ideologiche, leggi, regolamenti
e pratiche educative, inoltre la lingua è un punto chiave della costruzione del
software della Nuova Via della Seta. Possiamo illustrare i tre seguenti aspetti: per
primo, la lingua è la rappresentazione del pensiero umano e la culla dell’esistenza,
è la chiave che apre la civiltà e la cultura, è il mezzo principale all’interno della
creazione del software, la maggior parte di essi hanno bisogno di essere espressi,
trasmessi e tramandati attraverso la lingua. Se noi vogliamo comprendere i
contenuti software come i costumi culturali, l’ideologia, le istituzioni governative dei
Paesi lungo la Nuova Via della Seta, l’utilizzo della lingua locale è il sistema più
diretto e umile. Se vogliamo comprendere i contenuti software è necessario anche
educare nel metodo di traduzione ogni persona talentuosa che conosca la lingua
locale. Si può notare che la lingua, nella costruzione di un software svolge un
ruolo centrale e agisce da intermediaria. Punto due, la lingua stessa è una parte
del contenuto culturale, ed è anche una parte del contenuto della costruzione del
software. I contenuti culturali che si riflettono sullo sfondo di una lingua sono
entrambi vasti e variegati e sono un’importante risorsa all’interno della società.
Perciò, il processo di studio di una lingua corrisponde a un processo di
acquisizione e di comprensione dei contenuti di un software o di una cultura.
Grazie allo sviluppo e al progresso dell’umanità, si hanno, nei confronti delle
caratteristiche proprie delle lingue e della loro funzione sociale, una conoscenza e
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una capacità di applicazione sempre più efficaci. Nell’era della globalizzazione, si
è gradualmente compreso che la lingua non è soltanto una forza di “soft power”
ma è, nel contempo, tanto una risorsa che un problema. Punto tre, la lingua è un
importante strumento di interconnessione tra i popoli per lo sviluppo della Nuova
Via della Seta. Il presidente Xi Jinping, in una lettera di congratulazioni verso il
forum di cooperazioni dei mass media della Nuova Via della Seta del 2016 ha
evidenziato che: “L’iniziativa della Nuova Via della Seta deve considerare come
principi base il dialogo, la cooperazione, e la condivisione”.
Condurre una battaglia solo a proprio vantaggio non è ciò che la nuova via della
seta vuole, bensì lo scopo è una strategia win-win. Ma se la base sociali del
mutuo vantaggio è la fiducia reciproca, allora la costruzione del software della
Nuova Via della Seta promuove davvero l’interconnessione popolare tra i diversi
Paesi. Per questa ragione, il testo promulgato dalla Commissione Nazionale per
l’Apertura delle Riforme è intitolato “ promuovere un’azione e uno scenario per la
costruzione di una rotta economica della Via della Seta condivisa insieme alla Via
della Seta marittima del 21° secolo, (da ora in avanti abbreviata come visione e
azione), sottolinea che la Cina deve sviluppare multi livelli e multi canali di
comunicazione e consultazione tra le persone dei paesi connessi, deve far sì che i
popoli di ogni Paese si incontrino e si conoscano a vicenda, si fidino e si rispettino
reciprocamente, operino in concerto, promuovendo scambi di ampio livello e
grande integrazione, ancora di più su larga scala, a livelli ancor più alti, e in
maggiore profondità. In altre parole, seguendo lo sviluppo dell’iniziativa della
nuova via della seta, d’ora in poi ci saranno molti cinesi (specialmente esperti
tecnici, un vasto numero di professionisti di primo ordine, studenti e turisti ecc.)
che andranno all’estero, arrivando nei Paesi lungo la Nuova Via della Seta per
lavorare, studiare o viaggiare. Il loro contatto con le persone locali è una parte
della costruzione dell’interconnessione tra i popoli, la loro condotta riflette o
rappresenta, a un livello specifico, l’immagine della Cina, tuttavia la loro
conoscenza delle lingue straniere si ripercuote a sua volta sulle loro azioni, e
influenza di conseguenza lo sviluppo dell’interconnessione tra i popoli. Nonostante
la comunicazione linguistica non significa comunicazione nel suo complesso,
comunque la sua mancanza può costituire un ostacolo i misura significativa alla
comprensione globale. È evidente che sia difficile immaginare che la costruzione
di un qualunque software sia separato dalle lingue, per lo sviluppo di ulteriori
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contenuti nella costruzione del software, la soluzione del problema della lingua,
costituisce in effetti, la base utile allo scambio delle informazioni. La lingua può
aprire la strada per la costruzione del software della nuova via della seta, ed è
essa stessa nel contempo, parte essenziale di questo software.
Relazione tra la lingua, i programmi e le strategie
linguistiche Generalmente, le lingue all’interno del patrimonio linguistico della società di un
Paese si dividono in 3 categorie: lingua dominante (ovvero la lingua nazionale o la
lingua ufficiale), lingua delle minoranze e lingua straniera. La politiche linguistiche
non sono altro che i diversi tipi di scelta fatte nell’ambito del patrimonio linguistico
di una società (per esempio le classificazioni delle lingue, la scelta di varianti
linguistiche, le scelte relative alle varianti grafiche), queste scelte possono essere
fatte da un individuo, gruppo o istituzione, il risultato delle scelte può riflettersi sulle
azioni linguistiche dell’individuo o del gruppo (vale a dire “una pratica linguistica”),
le forme della consapevolezza linguistica (vale a dire un “credo linguistico”),
oppure sulla pianificazione linguistica (vale a dire una programmazione linguistica)
(Sposky 2011).
Seguendo l’andamento dell’iniziativa Nuova Via della Seta cinese, il contenuto
all’interno del database linguistico della società cinese diventerà sempre più vasto
e complicato. Ci sono decine di lingue dominanti che toccano le nazioni lungo il
percorso della Nuova Via della Seta, ci sono circa 2000 minoranze linguistiche,
così tante lingue che non possono tutte essere né insegnate dai docenti né
imparate dagli studenti, nemmeno i dipendenti partecipanti all’iniziativa della
nuova via della seta possono utilizzarle pienamente. Di conseguenza, l’istituto di
ricerca di mutua relazione anticiperà la fine della ricerca, fornirà i dati della ricerca,
sottoscriverà un disegno di legge; i dipartimenti di cooperazione nazionale faranno
scelte, formulando un programma politico-linguistico. Inoltre, fenomeni linguistici
della Nuova Via della Seta come educazione linguistica, utilizzo della lingua,
fruizione della lingua, contatto linguistico, conflitto linguistico e supervisione
linguistica, aumenteranno giorno dopo giorno, il trattamento e l’apparizione di
questi fenomeni linguistici sono rilevanti nell’analisi finale così come nel
programma politico linguistico. Poiché, scelta, sviluppo, educazione e fruizione
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della lingua hanno bisogno tutte di un alto livello di pianificazione e di una macro
guida sulla politica linguistica, necessitano di essere coordinate dall’alto di una
strategia nazionale, potendo garantire così integrazione, perspicacia, validità e
permanenza alla costruzione di un linguaggio interconnesso. Per questa ragione, i
dipartimenti cooperativi del Paese dovrebbero organizzare una squadra per
ricercare, formulare o pianificare obbiettivi strategici o progetti di sviluppo
linguistici all’interno dell’iniziativa della Nuova Via della Seta.
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