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N ella pallacanestro, come nella vita, non si può fare a meno di un modello di riferimento di cui si deve avere consapevolezza; in caso contrario si evidenziano dei problemi. La consapevolezza del modello di riferimento ne aumenta la forza perché dà la possibilità di capire che il proprio è solo un punto di vista tra i tanti, costringe all’umiltà della verifica di ciò che si affer- ma attraverso la regola della coerenza, apre al dialogo con gli altri che possono condividere o confutare il modello. Il momento della confutazione può rivelarsi portatore di novità che arricchiscono ed il momento della condivisione moltiplica la sensazione di forza e stabilità. I modelli non sono equivalenti: un modello più complesso può descrivere realtà più complesse. Ad esempio, ci sono modelli in cui viene curato ogni compartimen- to come realtà a se stante, senza interazione con realtà pressoché omologhe. Così avviene, ad esempio, nel caso sotto rappresentato: In questo caso ogni componente del movimento cestistico vive autonomamente, senza interazione sostanziale tra le parti. Il modello di riferimento è quello integrato. In esso ogni totalità include quella inferiore ed è contenuta da quella superiore: ad esempio, il Minibasket sarà costituito da ele- menti organizzativi, di contenuti tecnici che non scompariranno nel livello superiore dell’attività giovanile o senior, ma sopravviveranno inquadrati in una formula più evoluta e rispondente alle caratteri- stiche di quella frazione. Il tiro nell’attività giovanile corrisponderà al prendere e lanciare nel Minibasket, arricchito dal movimento tec- nico; nella pallacanestro senior avrà connotazioni di velocità e di lettura dello spazio di più alto livello: 3 IL GIOCO DELLA PALLACANESTRO 1 MODELLO DI PALLACANESTRO INTEGRATO Minibasket Pallacanestro senior Pallacanestro Pallacanestro giovanile

Pagine da insegnare la pallacanestro capobianco

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Prima pagina di ogni capitolo di Insegnare la pallacanestro. Guida didattica per il corso Allievo allenatore

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Page 1: Pagine da insegnare la pallacanestro capobianco

Nella pallacanestro, come nella vita, non si può fare a meno diun modello di riferimento di cui si deve avere consapevolezza;

in caso contrario si evidenziano dei problemi.La consapevolezza del modello di riferimento ne aumenta la forzaperché dà la possibilità di capire che il proprio è solo un punto divista tra i tanti, costringe all’umiltà della verifica di ciò che si affer-ma attraverso la regola della coerenza, apre al dialogo con gli altriche possono condividere o confutare il modello. Il momento dellaconfutazione può rivelarsi portatore di novità che arricchiscono edil momento della condivisione moltiplica la sensazione di forza estabilità.I modelli non sono equivalenti: un modello più complesso puòdescrivere realtà più complesse.Ad esempio, ci sono modelli in cui viene curato ogni compartimen-to come realtà a se stante, senza interazione con realtà pressochéomologhe. Così avviene, ad esempio, nel caso sotto rappresentato:

In questo caso ogni componente del movimento cestistico viveautonomamente, senza interazione sostanziale tra le parti.Il modello di riferimento è quello integrato.In esso ogni totalità include quella inferiore ed è contenuta daquella superiore: ad esempio, il Minibasket sarà costituito da ele-menti organizzativi, di contenuti tecnici che non scompariranno nellivello superiore dell’attività giovanile o senior, ma sopravviverannoinquadrati in una formula più evoluta e rispondente alle caratteri-stiche di quella frazione. Il tiro nell’attività giovanile corrisponderàal prendere e lanciare nel Minibasket, arricchito dal movimento tec-nico; nella pallacanestro senior avrà connotazioni di velocità e dilettura dello spazio di più alto livello:

3IL GIOCO DELLA PALLACANESTRO

1 • MODELLO DI PALLACANESTRO INTEGRATO

MinibasketPallacanestro

senior

Pallacanestro

Pallacanestrogiovanile

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1 • L’IMPORTANZA DELL’ALLENATORE NELLA CRESCITA DEL GIOCATORE E DELLA SQUADRA

Allenatore è il termine con cui si definisce colui che, in sport indivi-duali o di squadra, ha competenze per preparare un atleta o unasquadra al miglior rendimento. Il termine si riconnette etimologica-mente a lena, dare lena, dare forza per superare insufficienze, limi-ti e per esaltare pregi.Il sostantivo coach in inglese significa, letteralmente, carrozza mentreil verbo to coach significa istruire, preparare e, nello sport, allenare; ilcoach-man è il cocchiere, cioè colui che guida la carrozza.

2 • I SAPERI DELL’ALLENATORE

Il sapere

Per allenare, ma in generale per insegnare, bisogna conoscere l’argo-mento; l’allenatore deve conoscere ciò che deve insegnare ai suoi gio-catori. Sapere è conoscenza dei contenuti; premessa indispensabileper poter trasmettere conoscenza è il sicuro possesso dei contenutidella disciplina, la probità intellettuale di riconoscere l’importanzadel dubbio, della discussione e della critica positiva, saper accettarel’evoluzione dei sogni senza preclusioni acritiche.

Saper fare

La progettazione didattica; l’improvvisazione e l’approssimazionerenderebbero il lavoro del coach improduttivo e superficiale. È indi-spensabile, quindi, un’accurata e puntuale progettazione.Nella progettazione didattica va curata con attenzione la progressio-ne didattica (la cura di inserire gli esercizi in maniera logica e forma-tiva per arrivare all’obiettivo previsto: la strada da fare per raggiun-gere un obiettivo). Nella progressione didattica bisogna inserire eser-cizi funzionali per il raggiungimento dell’obiettivo, capire quale eser-cizio inserire prima e quale dopo, integrare i contenuti tecnici, fisici epsicologici e il piano di allenamento deve essere coerente.

19RUOLO DELL’ALLENATORE

“Dietro la crescita di un giocatore, dietro il buon rendimento di una squadra, c’èuna persona, l’allenatore, al quale troppo spesso non viene riconosciuto il lavorosvolto. La conoscenza dei principi (il sapere), la capacità di realizzare e contestua-lizzare le conoscenze (il saper fare), l’insegnare soluzioni adeguate alle situazioni(il saper far fare), l’essere capaci di ascolto partecipativo e comunicazione proficua(il sapersi relazionare) sono requisiti essenziali dell’allenatore.Egli deve conoscere se stesso, imparare a conoscere gli altri ed avere il coraggio diosare, accettandone i rischi.”

Andrea Capobianco in “Diventare coach”, a cura di E. Messina, Sipintegrazioni

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Per poter comunicare in modo efficace e funzionale è necessarioun linguaggio comune che deve essere conosciuto in modo per-

fetto da tutti. Il linguaggio, infatti, è il mezzo che consente all’emit-tente di trasmettere al ricevente un concetto, un’indicazione, unordine, un suggerimento ed al ricevente di rispondere, mettere inpratica, eseguire.Tante volte è sufficiente spiegare con l’aiuto di semplici diagrammiper dare maggiore chiarezza a ciò che si dice o a ciò che si scrive. Altrevolte il codice è più complesso, le situazioni vengono rappresentatecon immagini e si utilizza un linguaggio simbolico più ricco e artico-lato.L’uso della rappresentazione iconico-simbolica presuppone la condi-visione dei simboli utilizzati perché i messaggi passino in modo chia-ro, diretto ed immediato.I simboli che in seguito vengono illustrati devono essere conosciuti inmodo perfetto per non compromettere la comunicazione.È superfluo ricordare che questo linguaggio viene usato anche inmomenti altamente stressanti, come ad esempio negli ultimi minutidi una partita per spiegare un’azione di gioco; quindi una conoscen-za molto buona dà più certezze nella trascrizione sulla lavagna esulla corretta lettura anche in momenti concitati e di stress.

31DISEGNARE IL BASKET

1 Attaccante con palla

Attaccante senza palla1

X1 Difensore

Blocco

Movimento senza palla

Passaggio

Palleggio

Tiro

Arresto

C A Coach-Assistente

Birillo

R Rimbalzo

Passaggio consegnato

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La pallacanestro si è affermata come gioco di squadra nel qualeogni azione difensiva od offensiva vede il coinvolgimento di tutti

i cinque giocatori di ciascuna squadra. Ciò in un contesto in cui unsolo giocatore ha la possibilità di avere il pallone fra le mani, mentretutti gli altri compagni dovranno effettuare movimenti funzionali avantaggio della squadra, pur non essendo in possesso di palla. La squadra che attacca persegue lo scopo di andare al tiro da unaposizione vantaggiosa, con il giocatore “giusto”, per far sì che queltiro sia ad alta possibilità di realizzazione. Il posizionamento e i movi-menti degli attaccanti senza palla, grazie ad un’attenta lettura degliavversari, devono mirare a favorire l’obiettivo indicato.I movimenti senza palla, nel contesto 5vs5, vengono utilizzati per:

• prendere vantaggio;• mantenere vantaggio.

Nello svolgimento di un’azione d’attacco la capacità di posizionarsi emuoversi senza palla spesso rende l’azione efficace o meno. A volte,purtroppo, l’atleta bravo a giocare senza palla non viene “visto” onon viene valorizzato nel modo giusto: sarà compito degli allenatoririnforzare ed esaltare il ragazzo capace di giocare senza possessodella palla in modo funzionale per l’attacco.

39I FONDAMENTALI OFFENSIVI SENZA PALLA

I FONDAMENTALI OFFENSIVI SENZA PALLA Saper giocare senza palla è segno di grande forza caratteriale, di grande tenacia, di notevole spessore umano. Poche volte viene attribuito il giusto merito al giocatorecapace di muoversi senza palla per il bene della squadra, dando al gioco l’armonia necessariain uno sport di squadra come la pallacanestro.

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Page 5: Pagine da insegnare la pallacanestro capobianco

191I FONDAMENTALI DIFENSIVI

1 • CONCETTI DIFENSIVI

X1

Per una buona difesa sono senza dubbio fondamentali: mentalità, capacità fisichee capacità tecniche. Troppe volte si cerca di far passare la difesa esclusivamentecome una questione di mentalità, ma non bisogna invece nascondere l’importanzadei fondamentali (la tecnica e la tattica) difensivi: essi sono in teoria più sempliciperché i giocatori non si muovono con lo strumento palla in mano. Come quelli offensivi, anche questa tipologia di fondamentali va inserita nel gioco:quindi anche per quanto riguarda la difesa, sarà molto importante capire il gioco esaper utilizzare i fondamentali adatti alla situazione.Capire il gioco significa saper declinare i postulati (spazio-tempo ed autonomia-col-laborazione ed equilibrio) nelle varie situazioni che si incontrano.Per poter rendere funzionale la difesa bisogna conoscere le tre linee fondamentaliper il posizionamento:

• linea della palla: è la linea parallela alla linea di fondo che passa attraverso ilpallone;

• linea di penetrazione: è la linea che unisce il giocatore in possesso palla con ilcanestro;

• linea di passaggio: è la linea che unisce il giocatore con pallone con il giocato-re senza palla.

Linea di passaggio

Line

a di

pen

etra

zione

Linea della palla

La difesa è essenziale per un gioco di squadra vincente,anche se meno esaltante di una schiacciata che manda in visibilio il pubblico.Lavorare con lena, con caparbia attenzione senza un riconoscimento immediato è prova di sicurezza personale e di forza di carattere che si traducono in positivi comportamenti quotidiani.

DESCRIZIONE

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Il dibattito se siano più importanti i fondamentali o la conoscenzadel gioco è sempre molto acceso: è meglio insegnare il fondamen-

tale o il gioco? È più efficace insegnare prima i fondamentali e poi ilgioco oppure il contrario? Anche la pallacanestro è troppe volte suc-cube delle “mode”, perciò a queste domande si risponde in base alletendenze del momento. Risulta fondamentale, invece, soffermarsi con attenzione su questoconcetto, ricordando che non si può giocare senza conoscere ilgioco, ma allo stesso tempo non si può giocare senza avere gli stru-menti adatti. Ad esempio, leggendo il posizionamento difensivo eindividuando correttamente lo spazio vantaggioso, bisogna avereanche gli strumenti adatti per attaccare quello spazio nel tempogiusto.

225I FONDAMENTALI NEL GIOCO

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Le considerazioni riferite al Minibasket, nel modello di Pallacanestrointegrata verso la quale si orientano le azioni di formazione ed

aggiornamento dei diversi settori tecnici della Federazione ItalianaPallacanestro, devono confermare tali principi di integrazione e lavolontà di descrivere un percorso formativo unico, graduale e progres-sivo, dai 5 ai 19 anni.L’azione condivisa dei settori tecnici federali – Minibasket e BasketGiovanile – ha trovato forza e sostegno in due diverse fasi applica-tive:

• il modulo “Dal Basket al Minibasket” affidato al CNA nella 2a

annualità del corso Istruttori Nazionali Minibasket;• il modulo “L’incontro tra Minibasket e Basket” a cura del

Minibasket;• nei corsi allievi allenatori provinciali.

Questi interventi, oltre che funzionali allo sviluppo dei programmispecifici in cui vengono inseriti, sono essenziali per accompagnare,sul territorio, un “cambiamento culturale” e per fare in modo chel’azione di integrazione tra i diversi settori tecnici venga testimonia-ta e si realizzi poi soprattutto all’interno delle società sportive.Partire dalla condivisione dei principi di integrazione tra Minibaskete Basket è il principio sul quale si fondano tutte le osservazioni didat-tiche e metodologiche che verranno fatte, descrivendo nella praticacome il Basket giovanile e il Minibasket, che nelle azioni quotidianedelle società sportive e dei centri Minibasket sono troppo spessodistinti e distanti tra loro, possano in realtà coesistere, se riconosco-no di essere parti di una totalità comune.

231MINIBASKET

1 • LO SVILUPPO DEI PRE-REQUISITI IN UN MODELLO INTEGRATO DI PALLACANESTRO

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Lo studio del modello prestativo è il primo passo per andare adefinire quelli che sono i metodi più efficaci di allenamento per

qualsiasi disciplina sportiva. Si cerca di definire quelle che sono leprincipali richieste energetiche, le espressioni muscolari maggior-mente utilizzate e quale tipologia di gestualità tecnica ed atleticaserva per ottenere la massima efficacia.

La pallacanestro può essere definita come uno sport aerobico-anae-robico alternato, che richiede alta intensità con recupero casuale(sprint, salti, accelerazioni, decelerazioni, ecc.), ottima capacità dicontrollo corporeo (cambi di senso, cambi di direzione, blocchi,tagliafuori, ecc.), elevati livelli di forza reattiva ed esplosività musco-lare ed una grande coordinazione specifica, in relazione ai ruoli rico-perti in campo e alle richieste tecnico-tattiche del gioco.

Il sistema anaerobico (cioè che non richiede ossigeno) è predomi-nante, mentre quello aerobico (corsa a bassa velocità, cammino,situazioni di recupero durante le pause di gioco) viene utilizzatocome supporto.

Il giocatore deve avere una buona efficienza cardiovascolare gene-rale, ma capacità come la forza, la stabilizzazione articolare, il riu-scire ad accelerare e decelerare in spazi brevi e con continui cambidi senso e direzione, il mantenere un buon controllo corporeoanche dopo dei contatti, sono le caratteristiche fondamentali delgioco della pallacanestro.

245LA PREPARAZIONE FISICA

1 • CENNI SUL MODELLO PRESTATIVO

% FB FM FA FCmax

Calcio 20-40 20-50 30-40 15-20

Rugby 30-50 30-60 20-30 15-20

Pallacanestro 10-20 30-50 50-60

Pallavolo 10-20 20-30 30-50 20-30

Pallamano 10-20 30-50 50-6

% FREQUENZA CARDIACA

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