Sharing economy

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  • 1. SHARINGECONOMY

2. ECONOMIA DELLACONDIVISIONESi chiama sharing economy e si propone nuovo modelloeconomico, capace di rispondere alle sfide della crisi e dipromuovere forme di consumo pi consapevoli basate sul riusoinvece che sullacquisto e sullaccesso piuttosto che sulla propriet.Si traduce con economia della condivisione, unespressione cherichiama esperienze di lunga tradizione, soprattutto in Italia, dalmutualismo alle cooperative fino alle imprese sociali.L' economia della condivisione unsistema economico costruito intornoalla condivisione delle attivit umanee fisiche. Esso include la creazionecondivisa, la produzione, ladistribuzione, il commercio e ilconsumo di beni e servizi da parte dipersone e organizzazioni diverse. 3. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZELoggetto della condivisione: beni fisici (mezzi di trasporto, dalla biciclettaalla macchina, fino alle barche e i tir ma anche vestiti, accessori, telefoniecc.) o prodotti digitali (libri, film, canzoni, spettacoli), spazi (case e luoghidi lavoro/coworking), tempo/competenze, idee e denaro.Il tempo della condivisione: Lutilizzo condiviso pu essere sincrono (es.divido la mia casa con unaltra persona) o differito (lascio la mia casatemporaneamente a unaltra persona).La propriet il criterio pi controverso: il bene oggetto di condivisionepu restare al proprietario (es. offro ospitalit a uno sconosciuto),cambiare propriet (baratto la mia borsa con un paio di orecchini) oessere di propriet di una parte terza rispetto alla rete tra pari (es. caseautomobilistiche e amministrazioni pubbliche che offrono servizi di carsharing). 4. IL VALORE Il valore dei beni e servizi condivisi pu essere determinato in denarooppure attraverso crediti/monete complementari o, ancora, rientrarenellambito di una relazione di dono (come nel couchsurfing). Il prezzopu tenere in considerazione elementi spesso esclusi dalle logiche discambio, come limpatto inquinante di un oggetto non utilizzato. 5. ECONOMIA DELLACONDIVISIONE 6. ECONOMIA COLLABORATIVAUn'economia che viene costruita su reti distribuite di individui connessi ecomunit invece che su istituzioni centralizzate, trasforma il modo concui noi possiamo produrre, consumare, occuparci di finanza, eimparare. Sono quattro le componenti chiave: 7. ECONOMIA COLLABORATIVA1) Produzione: progettazione, produzione e distribuzione diprodotti attraverso reti di collaborazione.Ad esempio, Quirky una comunit online di inventori cheprogetta idee di prodotto e le condivide.Cittadini/investitori/aziende individuano le migliori ideeper portare al mercato attraverso azioni imprenditoriali,coprendo i costi di produzione e distribuzione dei prodottifiniti, rendendo cos l'innovazione accessibile e utile a tutti.2) Consumo: massimo utilizzo delle attivit attraverso modelliefficienti di redistribuzione e di accesso condiviso.Ad esempio, Airbnb abbina le persone che dispongono diun luogo o uno spazio da affittare con persone in cerca diun posto dove stare. 8. ECONOMIA COLLABORATIVA3) Finanza: Person-to-person bancarie e modelli diinvestimento di massa guidati che decentrano la finanza.Es. Zopa sta governando una piattaforma di prestito peer-to-peer che funziona collegando singoli risparmiatori edebitori, senza coinvolgere grandi banche.4) Educazione: Educazione aperta e modelli diapprendimento person-to-person rendono pi democraticalistruzione.Es. Con Coursera milioni di persone stanno prendendolezioni tenute da docenti delle migliori universit di tutto ilmondo, creando cos un punto daccesso libero e apertoalla formazione solitamente accessibile a pochi. 9. CONSUMO COLLABORATIVOUn modello economico basato sulla condivisione, lo scambio, il commercio oil noleggio di prodotti e servizi, consentendo l'accesso sulla propriet. Non sitratta solo di ridare vita a ci che consumiamo, ma di modificare il modo incui consumiamo. Sono tre sistemi distinti: 10. CONSUMO COLLABORATIVO1) Mercati di ridistribuzione: beni non acquistati osottoutilizzati vengono ridistribuitiEs. La societ ThredUp acquista vestiti per donne ebambini invenduti e poi li rivende online, pagando alfornitore il 40% del valore di rivendita.2) Stili di vita collaborativi: attivit, non prodotti, come lospazio, le competenze e il denaro sono scambiati ecommercializzati in modo nuovoEs. TaskRabbit come "eBay ma non si acquistanoprodotti, bens collaboratori per le proprie commissioni.Questi "corridori ottengono un guadagno aiutandoindividui e imprese che hanno bisogno di completare efinalizzare le loro to-do list. 11. CONSUMO COLLABORATIVO3) Servizi/Sistemi di prodotto: Pagare per accedere/goderedi un prodotto senza per forza doverlo possedere a titolodefinitivo.Es. BMW di "Drive Now" un servizio di car sharing cheoffre una valida alternativa a possedere una macchina. Imembri possono utilizzare la loro patente di guida (conincorporato chip elettronico) per accedere a unamacchina quando e dove ne hanno bisogno e pagare peril loro utilizzo di minuto in minuto. 12. CONSUMO COLLABORATIVO 13. ECONOMIA DELLA CONDIVISIONEUn modello economico basato sullacondivisione di risorse sottoutilizzate,dagli spazi alle competenze, per ottenerebenefici monetari e non monetari.Ad esempio, Lyft una piattaforma "on-demand"ridesharing che soddisfa leesigenze di autisti ordinari, comestudenti, pensionati, genitori, chepossono guadagnare denaro extra dandopassaggi alle persone che ne hannobisogno. 14. PEER - ECONOMIAMercati da persona a persona chefacilitano la condivisione e ilcommercio diretto di attivit basatesulla fiducia tra pari. la fetta P2P puro dell'economiacondivisione, ma comprendeanche i mercati artigianalicome Etsy che collega i produttoridi merci direttamente con gliacquirenti. 15. CHE COSAHANNO INCOMUNEQUESTE IDEE? 16. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZEIl primo la condivisione, lutilizzo comune di una risorsa,intesa come profilo distinto dalle forme tradizionali direciprocit, redistribuzione e scambio.Il secondo la relazione peer-to-peer: la condivisione avvienetra persone (o organizzazioni), a livello orizzontale e al di fuoridi logiche professionali, con una caduta dei confini trafinanziatore, produttore e consumatore.Il terzo la presenza di una piattaforma tecnologica, chesupporta relazioni digitali, dove la distanza sociale pirilevante di quella geografica e la fiducia veicolata attraversoforme di reputazione digitale. 17. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZE 18. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZE 19. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZE 20. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZETutte queste idee condividono gli stessi principali quattro asset:1. Innovazione tecnologica: i social network, i sistemi di pagamento e diidentit on-line e, naturalmente, i dispositivi mobili creano condizionidi maggior efficienza e fiducia favorendo il lavoro in scala.2. Condivisione di valore: Una societ sempre pi collegata che siripensa, rivedendo il concetto di propriet e di condivisione.3. I sistemi economici: cresce la consapevolezza che abbiamo bisognodi pensare alla ricchezza e ai beni attraverso una lente nuova, emisurare la 'crescita' in modo pi coscienzioso.4. Pressioni ambientali: sempre pi necessario fare un uso miglioredelle risorse ambientali, ormai limitate. 21. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZE 22. TRATTI DISTINTIVI E COMUNANZE 23. ALTRE FORME DI CONDIVISIONEOltre allo sharing in senso stretto, si possono ricondurre a questo modelloanche:1. il bartering, inteso come baratto tra privati (swapping) o tra aziende,in unottica di reciprocit diretta o indiretta2. il crowding, quando pi persone contribuiscono alla creazione di unbene o un servizio, attraverso risorse creative (crowdsourcing) ofinanziarie (crowdfunding). 24. PERCHE PROPRIO ORA?Innanzitutto, ci si pu chiedere quanto questo modello sia legato allacrisi oppure risponda a un ripensamento pi strutturale dei rapportitra economia e societ risparmiare un dictat imposto dalla crisi economica trovare soluzioni smart (riciclare, per esempio) socialmente positivo condividere socialmente positivo sempre di pi cerchiamo e costruiamo esperienze ricche di senso,piuttosto che consumare, semplicemente abbiamo il mobile e i social network che amplificano la rete di persone e imomenti con cui siamo connessi e possiamo fare sharing andiamo concentrandoci in zone urbane e questo aumenta la probabilitche a poca distanza ci sia qualcuno con cui scambiare un oggetto,condividere un viaggio in macchina, scambiare qualche ora di lavoro perla manutenzione del giardino per una ricompensa economica 25. QUESTIONE RIVOLUZIONARIAUno dei dibattiti piaccesi riguarda ilrapporto tra distruzionedi valore nei settoritradizionali e creazionedi nuovo valore.Distruzione divalore neisettoritradizionaliCreazione dinuovo valoreex.: lambito in cui questa ambivalenza si sta ponendo in forma pievidente quello dei servizi di ospitalit (come Airbnb), che stannomettendo in difficolt il comparto alberghiero, mentre incidonopositivamente sui consumi culturali e la ristorazione. 26. QUESTIONE RIVOLUZIONARIAUna possibile via duscitapotrebbero essere forme dipartenariato tra aziendetradizionali e piattaformecollaborative.ex.: in Italia stiamoassistendo alle primesperimentazioni conBarilla-Gnammo e Adidas-Fubles.PiattaformecollaborativeAziende 2Aziende 1 27. WORK IN PROGRESSLe nuove tecnologie ci permettono di sbloccare la "capacit latentigenerando un plus di valore sociale, economico e ambientale da risorsenon sfruttate o da beni sottoutilizzati. Questa capacit/disponibilitlatente o inespressa ovunque, anche se non sempre facile davedere e riconoscere: posti vuoti in auto; case per vacanze osemplicemente camere da letto non utilizzate; Wi-Fi sottoutilizzata; spaziper uffici non occupati; abilit latenti e dei capitali non investiti; enaturalmente beni di consumo sottoutilizzati .Le tecnologie social, mobili e location-based ci permettono di collegare inmodo efficiente e sempre pi sicuro le persone che hanno questecapacit o disponibilit (beni, servizi o abilit) con coloro che ne hannobisogno. E 'un enorme "ricchezza non sfruttata ed i benefici sonoenormi: diminuzione degli sprechi, riduzione dei costi, il valore dellerelazioni umane, l'imprenditorialit e il profitto finanziario. E s, questa una grande opportunit commerciale. Cerchiamo di non fingere ilcontrario. 28. WORK IN PROGRESSLa sharing economy sta ponendo sfide inedite al sistema regolativo. Levecchie regole spesso non si applicano alle nuove dinamiche sociali edeconomiche e rischiano di soffocare le innovazioni sociali e di mercato.Sono ormai numerose le iniziative prese a livello locale per risolvere lequestioni sollevate dalleconomia della condivisione nei singolicomparti, mentre inizia a farsi sentire la richiesta di interventi di piampio respiro. E su questo terreno che si misurer la forza di quelloche si auto-definisce movimento della sharing economy. Se improbabile che la sharing economy sostituisca i modelli tradizionali,come auspicato da alcuni suoi sostenitori, ci si pu aspettare che neitempi - le piattaforme di condivisione delle risorse possano risponderea bisogni e desideri finora latenti e, aspetto forse pi interessante,favorire linnovazione dei modelli esistenti, sia profit che non profit. Edunque importante aprire tavoli di confronto, che coinvolgano anche lapubblica amministrazione, per valorizzare le opportunit offerte daquesta prospettiva. 29. fine