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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE ___________________________________________________ CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA INDIRIZZO: SCUOLA PRIMARIA Tesina per l’esame di Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento: Tecnologia e dislessia Studentessa Giulia Bellini Matricola 192116 Docente Prof.ssa Vincenza Pellegrino 1

Tecnologia e dislessia

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILAFACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

___________________________________________________CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA

INDIRIZZO: SCUOLA PRIMARIA

Tesina per l’esame di Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento:

Tecnologia e dislessia

StudentessaGiulia BelliniMatricola 192116

DocenteProf.ssa Vincenza Pellegrino

ANNO ACCADEMICO 2010 - 2011

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TECNOLOGIA E DISLESSIA

I computer non sono magici, insegnanti e alunni sì!

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INDICE

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Page 4: Tecnologia e dislessia

INTRODUZIONE p. 4

1. Uso delle tecnologie per la dislessia p. 5

2. I disturbi dell'apprendimento: la dislessia p. 10

3. Mappa concettuale p. 12

4. Le difficoltà dei dislessici p. 14

5. Cooperative Learning, costruttivismo e apprendimento situato p. 17

6. Didattica multisensoriale e tecnologia per la dislessia p. 21

7. Gli strumenti compensativi p. 23

8. Le nuove forme del libro p. 26

9. Sintesi vocale p. 28

10. Supermappe p. 30

11. Superquaderno p. 33

12. Carlo Mobile p. 36

13. Software free p. 38

14. Giochi didattici p. 39

15. Strumenti per la matematica p. 49

CONCLUSIONI P. 50

INTRODUZIONE

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La Tecnologia, nella vita di una persona in situazione di difficoltà (fisica o psichica),

può rappresentare la scoperta più geniale e sensata dell’essere umano. La presente tesina

intende fare luce sugli strumenti impiegati per rendere possibile il percorso didattico di

tutti gli alunni, con gioia e dignità nel sistema formativo, ognuno con le sue migliori

abilità e predisposizioni. Nello specifico affronteremo il tema delle Nuove Tecnologie a

confronto con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.). Negli ultimi anni,

l'attenzione al problema dislessia è cresciuta notevolmente e si sono affermate nuove

metodologie didattiche e nuove forme di collaborazione tra scuola, professionisti e

genitori.

Garantire il successo scolastico a questi bambini rappresenta una sfida alle capacità

professionali di insegnanti e educatori e un traguardo reso ormai possibile dalle

conoscenze e dagli strumenti a nostra disposizione.

In qualità di insegnante (precaria) mi sono chiesta quali siano gli strumenti di cui potrò

avvalermi nella didattica.

Pian piano, da qui, ho cercato di rispondere alle mie domande, cercando di far ruotare le

mie risposte attorno ad unico fulcro: potenziare, attraverso un approccio

multisensoriale, l’immaginazione dei dislessici, dare loro gli strumenti per garantire una

comunicazione visiva senza interferenze, dare loro gli strumenti per sfidare il mondo

con la loro intelligenza senza essere emarginati.

I bambini dislessici sono spesso costretti a sacrificare le proprie potenzialità,

abbandonano le proprie doti, la propria creatività a scapito di un percorso irto di ostacoli

per loro insuperabili, causa, a volte, di abbandono scolastico.

Basta sapere, però, che non solo il nostro passato, ma anche il nostro presente, è

costellato di personalità dislessiche, le cui biografie ci rincuorano e ci permettono di

“abbattere quel muro del dubbio e aprire la porta alla scoperta di se stessi, soprattutto

perché i bambini possano sviluppare appieno le loro capacità confortati dalla loro

creatività”.

Michelangelo Buonarroti, Leonardo Da Vinci, Walt Disney, Vincent Van Gogh, Pablo

Picasso, sono solo alcuni nomi scelti tra una vasta gamma di artisti dislessici.

La lista è ancora molto lunga e possiamo affiancarvi tante categorie includenti altrettanti

nomi di personaggi che hanno fatto la storia o la stanno facendo: Isaac Newton, Albert

Einstein, Napoleone, Guglielmo Marconi, Lewis Carrol, Galileo Galilei, Whoopi

Goldberg, Robbin Williams, Steven Spielberg, John Lennon.

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Page 6: Tecnologia e dislessia

Ad accomunare artisti, scienziati, cantanti, attori, scrittori, musicisti è la loro dislessia, o

meglio la loro caparbietà, la tenacia che ha permesso loro di superare ostacoli, di

affermarsi ed estrinsecare la loro potenzialità.

La prima parte vuole essere una panoramica sulla dislessia; sono stati analizzati i tratti

peculiari della personalità del dislessico, nonché i principali errori di lettura e scrittura

compiuti e mi sono soffermata, quale supporto visivo, sulle mappe concettuali.

In seguito ho analizzato quella che può esser definita una didattica per la dislessia, ossia

ho posto l’attenzione su alcune metodologie, strumenti e attività che possono essere

utilizzati in una classe in cui vi siano bambini con disturbi di apprendimento.

Si tratta essenzialmente di strumenti di natura visiva che si basano sul potenziamento

dei sensi vicarianti, partendo da un approccio multi-sensoriale allo studio, sottolineando,

quindi, le potenzialità dell’informatica quale strumento compensativo per le difficoltà

dei bambini dislessici.

1 Uso delle tecnologie per la dislessia

L’utilizzo delle tecnologie a scuola e soprattutto con i bimbi dislessici, ha dei vantaggi,

riassumibili come di seguito:

1. Il senso visivo viene potenziato, la trasmissione di conoscenze avviene

privilegiando la modalità visiva (schemi, mappe, modelli, simulazioni,

animazioni) rispetto a quella verbale;

2. L'interattività degli ambienti ipermediali consente di modificare il flusso

comunicativo unidirezionale della macchina rompendo il rapporto di passiva

fruizione da parte dell'utente;

3. La navigabilità consente una ricerca logica, a livelli diversi di approfondimento,

attraverso informazioni che portano ad altre informazioni per vie trasversali e

soggettive;

4. La connettività enfatizza, attraverso i collegamenti della rete, l'attitudine alla

cooperazione e al lavoro di gruppo, per decidere conoscere, creare assieme ad

altri.

L’utilizzo delle tecnologie ha sicuramente un ruolo fondamentale nel favorire la

motivazione dell’alunno.

Gran parte degli alunni che lavorano con il computer gode di una forte motivazione,

anche quando si trova nella condizione di adempiere ai doveri scolastici. Il computer in

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Page 7: Tecnologia e dislessia

generale può essere considerato dai bambini come lo strumento di lavoro del papà o

comunque degli adulti, delle persone intelligenti, e suscita in loro la sensazione di

sentirsi più grandi. In questo senso i novelli utenti informatici investono più energie, lo

sforzo attentivo si prolunga nel tempo e i risultati didattici possono migliorare.

L’autostima può trarre dei benefici e, nello stesso tempo, la motivazione a dare il

meglio di sé può crescere e indurre l’alunno ad approfondire autonomamente gli

argomenti trattati a scuola.

Rischi: L’innovazione in questo settore racchiude però anche dei rischi da tenere in

considerazione: da una parte la “perdita di valore umano” nei rapporti interpersonali

sempre più virtuali e meno basati sull’interazione fisica; dall’altra la tendenza ad

affidare al mezzo tecnologico un carattere magico, miracoloso.

Il computer,in questo caso, può rappresentare un mezzo efficace sul piano oggettivo,

inteso come utile elaboratore/calcolatore di dati, ma assume un ruolo cruciale solo in

rapporto alla dimensione soggettiva uomo-macchina. La persona, in questa sede,

assume un ruolo centrale e la tecnologia si adatta e gira di conseguenza intorno alle sue

esigenze, ai suoi bisogni.

Un uso critico, consapevole e creativo della tecnologia apre nuovi ed interessanti

scenari all’apprendimento, alla comunicazione e alla formazione dell’individuo, al

contrario essa può rappresentare il fine e non più il mezzo.

Insegnanti e tecnologie: Affinché le tecnologie possano essere utilizzare per rendere

possibile un apprendimento autentico e significativo, gli insegnanti devono essere in

grado di promuoverla. La sfida è quella di educare i ragazzi a sfruttare le tecnologie,

altrimenti saranno le tecnologie a sfruttarli. Sono gli studenti, a partire dalla scuola

elementare, i protagonisti di un’eventuale innovazione tecnologica sul piano della

didattica, l’insegnante ha il dovere di crearne le condizioni adatte, creando un buon

ambiente di apprendimento.

Resistenze nell’utilizzo del computer in classe: Nonostante il computer sia

raccomandato da più fonti (in ambito normativo, riabilitativo,didattico), come valido

strumento compensativo a favore degli alunni con D.S.A., fatica ancora a trovare una

collocazione stabile nel sistema scolastico, nello specifico in classe. Il computer in

classe, come strumento di lavoro utile e quotidiano (alla pari del tradizionale quaderno),

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trova grosse resistenze. Spesso capita che l’alunno con dislessia rinunci all’aiuto del

computer, perché all’interno del contesto classe è l’unico ad usarlo e quindi può essere

paragonato a una protesi per disabili.

Paradossalmente, fuori dal contesto classe (negli uffici, nelle case) chi non usa il

computer è ormai considerato “a-normale”, mentre chi lo usa in classe rischia di essere

deriso dai compagni. Quale sia la causa esatta di questa dinamica è difficile da stabilire

ma il problema del “giudizio” è sicuramente di natura culturale. Penso che le prime

persone che hanno indossato gli occhiali per compensare la mancanza di vista abbiano

avuto dei problemi simili agli alunni con dislessia. Se così fosse ci vorrà ancora del

tempo prima che il computer sia considerato uno dei tanti strumenti disponibili, ma quel

giorno prima o poi arriverà. Molto dipenderà dal ruolo di mediazione degli insegnanti.

In primo luogo dovremo capire che il computer non è solo un gioco o un“passatempo”

ma un utile, a volte, necessario supporto compensativo per lavorare a scuola.

Proprietà dell’hardware: Per quanto riguarda la presenza in classe del computer in

particolare e delle nuove tecnologie in generale, non è necessario organizzare uno

spazio, un angolo delimitato e sicuro in cui collocare l’apparato tecnologico. Come si

trovano il quaderno, la biblioteca, il libro e l’astuccio, si trovano i computer in (per la)

classe. Si collocano in funzione della loro utilità, che può essere spesa in qualsiasi

momento, in un qualsiasi spazio. Si sconsiglia di utilizzare computer dal monitor

enorme con il case pesante. Il computer in classe, a mio avviso, deve essere un portatile,

leggero, comodo da spostare, con una buona batteria.

Dopo ore di lavoro trascorse davanti al monitor la vista dell’utente si può affaticare. In

questo senso dovremo porre particolare attenzione alla quantità di tempo da dedicare

alle attività con l’uso del computer portatile, proponendo coerentemente all’alunno delle

pause frequenti.

Anche la scelta del mouse ha la sua importanza: in commercio si trovano numerosi

modelli, grandi,medi, piccoli, con filo e wireless, ottici e analogici (con la pallina). La

grandezza del mouse deve adattarsi alla grandezza della mano degli alunni e la sua

forma dovrà garantire il massimo comfort per consentire un’impugnatura rilassata e

distesa, sui tasti e sullo “scroll”.

Inoltre, le specifiche tecniche importanti in questa sede riguardano la presenza delle

porte USB; più ce ne sono (almeno tre) e più possibilità ha l’alunno di utilizzare le

periferiche esterne: chiave USB, registratore Mp3, stampante,macchina fotografica,

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scanner, videocamera. Anche gli ingressi per le cuffie sono importanti ed è bene che si

trovino in una posizione frontale, comoda per inserire il jack all’occorrenza senza dover

girare o alzare il PC.

Per tutta questa serie di ragioni è importante che la scelta dell’hardware non venga

delegata, come spesso accade, al segretario amministrativo della scuola, che nei casi più

fortunati compie una breve ricerca in Internet sulle numerose possibilità di acquisto.

Èl’insegnante esperto nel settore che dovrà preoccuparsi di scegliere con criterio il

materiale hardware da impiegare nella pratica didattica.

Un altro supporto utile è il lettore/registratoreMp3 molto utile per le attività di ripasso e

memorizzazione dei contenuti. Un’altra applicazione interessante del lettore Mp3 è

racchiusa nella possibilità di sostituire il diario che per alcuni rappresenta un problema.

Per alcuni alunni il testo scritto sul diario può risultare difficile da leggere. In questo

caso, l’alunno può registrare vocalmente i compiti per il giorno dopo in modo

inequivocabile.

Software didattici: Per quanto riguarda invece i software didattici (cioè programmi per

il computer che contengono spiegazioni, feedback, correzioni, valutazioni degli errori,

test di verifica, esercitazioni, giochi didattici) di cui si argomenterà nelle pagine

seguenti, ci sono dei parametri per valutare la loro validità:

1. Usabilità pratica;

2. Validità didattica;

3. Motivazione suscitata nell’alunno1.

Rispetto all’usabilità pratica, l’insegnante potrà chiedersi se il software preso in esame:

E’facile da usare e si presta per un uso facile e intuitivo;

I pulsanti presenti sono solo testuali o anche iconografici;

Offre la possibilità di salvare ed esportare i percorsi, i risultati;

I contenuti sono comprensibili;

E’ più bello che utile;

I simboli sono vari e pertinenti;

Presenta istruzioni adeguate.

1 Le indicazioni sono il risultato di un progetto di ricerca condotto dalla Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex-INDIRE), concluso nel 2007.

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Sul piano della validità didattica, l’insegnante potrà chiedersi quanto il software in

questione sia utile:

Si può integrare nei curricoli?

L’utente è autonomo nel suo utilizzo?

E’ possibile personalizzarlo? quanto?

Gli obiettivi didattici sono esplicitati?

Gli obiettivi didattici sono pertinenti?

I contenuti sono adeguati agli obiettivi?

Favorisce l’uso di strategie meta-cognitive?

Gli strumenti di verifica sono adeguati?

Sul piano della motivazione, l’insegnante potrà chiedersi se i bambini/ragazzi usano

volentieri quel determinato di software:

Com’e’ il livello di coinvolgimento?

L’interfaccia grafica è accattivante?

Stimola la creatività?

Gli aspetti ludici sono curati?

Sappiamo che la motivazione ha un ruolo fondamentale nell’apprendimento; in questo

senso altre caratteristiche tipiche dei software didattici assumono una grande

importanza: l’aspetto ludico, le caratteristiche multimediali e interattive, il controllo

attivo dell’apprendimento da parte dell’utente e la possibilità di intervenire a livelli

diversi di difficoltà, la presenza di molti esempi.

2 I disturbi dell’apprendimento: la dislessia

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La dislessia è “un disturbo che ostacola il normale processo di interpretazione dei segni

grafici con cui si rappresentano per iscritto le parole”2 ed è una sindrome che ha la sua

maggiore manifestazione nella difficoltà dei soggetti colpiti a leggere e a scrivere.

Dato che leggere è un complesso processo mentale, questo disturbo ha svariate

espressioni e sembra strettamente legato alla morfologia stessa del cervello.

Le difficoltà del dislessico derivano tipicamente da un deficit nella componente

fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e

alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono

includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che

può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale.

Essa si presenta come “un disturbo strumentale di lettura, accompagnato solitamente da

difficoltà nella scrittura e nei processi di letto-scrittura del numero e del calcolo”3.

Il primo segno riconoscibile della dislessia evolutiva è il lento e faticoso apprendimento

della lettura ad alta voce.

Si caratterizza:

Come una mancata o parziale automatizzazione dell’uso dei codici della lettura.

Come una difficoltà a decodificare i testi scritti, che diventa un’operazione molto

più complessa rispetto ai non dislessici e porta ad una maggior facilità di errore, ad

un maggior affaticamento e ad una maggior lentezza.

Instabilità motoria e/o disturbi dell’attenzione.

Difficoltà di apprendimento delle tabelline e del calcolo mentale.

Difficoltà ortografiche.

Il processo di apprendimento è costituito da tre fasi:

Fase di ingresso: nel momento in cui vediamo e/o ascoltiamo il nostro oggetto di

studio inizia la fase dell’elaborazione.

E’ questa la fase di input in cui si mettono insieme delle informazioni per dar loro

un significato. I bambini dislessici hanno appunto problemi nella fase di ricezione.

In tale fase bisogna privilegiare una modalità cinestetica di apprendimento delle

informazioni, ovvero una modalità che faccia perno sull’esperienza e sull’attività

pratica, oppure una modalità tattile di manipolazione degli oggetti.

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Page 12: Tecnologia e dislessia

Altro canale da privilegiare è il visivo, che consente, applicato con i precedenti, di

“presentare le informazioni con modalità multisensiorale”4 al bambino dislessico.

Fase cognitiva: si comprendono, organizzano e immagazzinano le informazioni,

che vengono collegate a quelle che già abbiamo nella memoria, attraverso una

classificazione e categorizzazione che consente successivamente di recuperarle.

Gli elementi fondamentali in tale fase sono:

Comprensione: è questa la fase in cui il bambino dislessico ha bisogno di fare

affidamento sul contesto, cioè sull’argomento generale e sulle altre informazioni di

sfondo.

Risulta fondamentale che il bambino capisca le parole-chiave per comprendere il

significato di quanto deve apprendere e per farlo si suggerisce “la discussione prima

della lettura”5.

Memorizzazione: i bambini dislessici hanno difficoltà dovute probabilmente ad una

memoria di lavoro inefficiente, che ostacola il normale processo di memorizzazione,

mantenimento e recupero delle informazioni. Altro problema è l’accesso lessicale,

ovvero una difficoltà a ricordare nomi di oggetti e luoghi.

Strategie importanti per consentire e rafforzare il recupero e la memorizzazione

sono:

- Ripetizione

- Mnemotecniche

- Mappe concettuali e mentali:

Organizzazione: il deficit nelle abilità di organizzazione “contraddistingue una

prevalenza dell’emisfero destro e spesso si accompagna alla spontaneità e alla

creatività”.6

Le difficoltà nell’organizzazione creano problemi al bambino dislessico nei compiti

a casa, nei testi scritti, nel memorizzare informazioni e pertanto vanno superate

attraverso il supporto di strumenti e sistemi organizzativi quali:

programmi e orari delle attività;

routine e procedure;4

5

6

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ordine;

supporto dei compagni; a tal proposito una delle tecniche per favorire

l’apprendimento del bambino dislessico, aumentando anche la sua stima è il

cooperative Learning ci cui parleremo in un successivo paragrafo.

aiuto nelle esposizioni.

Fase di Uscita: è la fase di esplicitazione delle proprie conoscenze, a dimostrazione di

quanto è stato appreso. Grande importanza riveste l’uso per i dislessici delle mappe

concettuali.

3 Mappa concettuale

Il termine mappa concettuale è stato coniato da J. Novak e D. Gowinche, a partire dalla

teoria cognitivista dell’apprendimento significativo,descrissero le strategie per

sviluppare e utilizzare anche in ambito didattico questo strumento. I due studiosi

sostennero che la rappresentazione grafica delle conoscenze è un modo per far emergere

i significati insiti nei materiali da apprendere, in quanto costringe gli studenti a riflettere

sulla natura delle conoscenze e sulle relazioni che vi intercorrono.

Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa

concettuale è strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze,

informazioni e dati, visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i

legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento.

Le mappe concettuali dovrebbero servire a mettere in evidenza le connessioni di

significato tra i concetti che formano le proposizioni.

Il termine proposizione sta a indicare un’unità semantica in cui parole fungono da

collegamento tra due o più concetti.

Possiamo, perciò, affermare che una mappa concettuale è “la rappresentazione grafica

di concetti espressi sinteticamente (parole - concetto) all’interno di una forma

geometrica (nodo) e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione

attraverso parole – legamento”.7

La forma più elementare di mappa prevede due concetti legati semplicemente da una

parola che permette di creare una relazione, come per esempio “cielo” e “blu”.

7 Dispense fornite dall’insegnante.

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Page 14: Tecnologia e dislessia

I concetti, racchiusi in ovali o rettangoli, sono collegati con frecce, con parole scritte

sulle linee per indicare la relazione tra i concetti e sono disposti in modo gerarchico.

Quelli più generali e inclusivi vengono riportati in alto nella mappa, mentre quelli

subordinati seguono, in basso e spesso sono ancorati a esempi specifici.

Novak considera le mappe come uno strumento per giungere a negoziare e a contrattare

i significati, il che richiede scambio, ricerca di punti di vista comuni e non mera

trasmissività di nozioni.

Gli studenti, infatti, apportano sempre un qualcosa di nuovo nella discussione e ciò che

hanno appreso funge da combustibile per il successivo apprendimento.

Nel processo di insegnamento/apprendimento, le mappe aiutano lo studente a

organizzare quanto sta studiando ed evidenziano le relazioni tra i concetti: aiutano ad

imparare in modo significativo. Sono utili anche all’insegnante, in quanto aprono una

“finestra” nella mente dello studente e permettono di monitorarne i progressi.

L’apprendimento significativo si verifica quando il soggetto nel processo di

apprendimento collega tra loro vecchie e nuove conoscenze, in modo da formare una

rete. La qualità di questo apprendimento è strettamente dipendente dal materiale che va

appreso.

L’apprendimento viene detto meccanico, invece, quando il discente apprende i nuovi

concetti e le nuove informazioni senza collegarle a quelle possedute o quando il

materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze.

L’apprendimento significativo riguarda da una parte la sfera cognitiva del soggetto, ma

va oltre essa, per coinvolgere le emozioni ed i sentimenti del soggetto (apprendimento

emotivo) e le sue abilità motorie (apprendimento psicomotorio).

4 Le difficoltà dei dislessici

Ciò che caratterizza i dislessici è la presenza di un impaccio considerevole nello

svolgimento di tutte quelle attività che richiedono un’integrazione di più competenze di

base, mettendo a dura prova l’allievo nel suo processo di apprendimento.

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Le difficoltà possono riguardare l’uso di una o più di tali competenze:

o Coordinazione oculo-manuale;

o Integrazione visivo-uditiva;

o Integrazione percettivo-motoria;

o Memorizzazione visivo-uditiva;

o Memorizzazione visivo-sequenziale;

o Competenze fonologiche;

o Simbolizzazione grafica sequenziale

Ronald Davis, scultore e ingegnere dislessico, ha tracciato alcuni tratti di personalità

tipici dei soggetti dislessici.

La dislessia, quindi, si può presentare in modalità molto diverse da soggetto a soggetto;

di seguito le caratteristiche più comuni relative ad alcune aree individuate dallo

studioso.

In senso generale Davis cita un’importante caratteristica del dislessico che credo sia

molto interessante sottolineare nell’ambito di tale tesina, ossia egli dice che egli: “è

abile nell’arte, nel teatro, nella musica”.8

Nella matematica e nel tempo di gestione:

Incontra difficoltà a parlare del tempo, nonché ad organizzarlo, nell’apprendere i

compiti in successione;

Riesce ad imparare in modo più efficace servendosi delle mani, dell’esperienza, degli

ausili visivi, della sperimentazione e delle dimostrazioni.

Nell’udito e nel linguaggio:

I suoni lo distraggono facilmente;

Presenta difficoltà nell’eseguire la traduzione di pensieri in parole.

Nella memoria e nella percezione:

Ha una memoria a lungo termine, relativamente ad esperienze, facce e luoghi molto

sviluppata;

Pensa principalmente con le immagini e con il sentimento, non con suoni o parole.

8

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Page 16: Tecnologia e dislessia

Nel comportamento:

Lo stress emotivo, le pressioni esercitate dall’ambiente sono per lui fonte di maggiori

errori e sintomi.

Nella scrittura e nelle abilità motorie:

La grafia risulta di difficile comprensione;

Manca di coordinazione, mostra goffaggine motoria;

Confonde i rapporti topologici fondamentali.

Nella decodifica della singola parola o del testo scritto.

Queste caratteristiche possono non essere tutte presenti contemporaneamente:

Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:

Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma

diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la

“u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”. Nell’alfabeto italiano sono molte le

coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui

le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e

proprio impedimento alla lettura.

Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:

Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze.

Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la

“t”.

Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi

sonori:

Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con

somiglianze percettivo - uditive.

L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che,

tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva

può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura.

Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:

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Page 17: Tecnologia e dislessia

F V

T D

P B

C G

L R

M N

S Z

Difficoltà di decodifica sequenziale:

Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra e

dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi

iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso

della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.

La difficoltà di seguire l’ordine di successione delle lettere o delle sillabe evidenzia

una deficienza di orientamento spaziale.

Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece, a un vero e proprio

ostacolo nel processo di decodifica sequenziale e per tale motivo si manifestano con

elevata frequenza i seguenti errori:

Omissione di grafemi e di sillabe:

Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di

consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte; oppure “capo”

anziché “campo”) oppure di vocali (può leggere, ad esempio, “fume” anziché

“fiume; “puma” anziché piuma”) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo”

anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”).

Salti di parole e salti da un rigo all’altro:

Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare

a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di

lettura.

Inversioni di sillabe :

Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di

decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”;

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Page 18: Tecnologia e dislessia

“la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”) e della parola (può leggere, ad

esempio, “talovo” al posto di “tavolo”).

Aggiunte e ripetizioni:

La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può dare

origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o

di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”).

Prevalenza della componente intuitiva:

Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso

del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta

rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori.

Il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo

del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando” l’altra parte.

La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di

significato affine o completamente diverso.

5 Cooperative learning, costruttivismo e apprendimento situato

Approccio fondamentale, a mio parere, alla dislessia è quello dell’apprendimento

situato, secondo il quale l’obiettivo dell'apprendimento non è la memorizzazione fine a

se stessa di contenuti, (considerando anche le notevoli difficoltà di memorizzazione dei

dislessici) non è una conoscenza astratta slegata dal contesto ma si basa piuttosto su

processi mentali di livello più elevato che devono garantire l’applicabilità nei contesti

della vita quotidiana. Mettendo in relazione contenuti a situazioni reali il docente, in

dialogo con gli studenti, può negoziare il significato dei contenuti, immettendolo nel

quadro delle richieste e delle difficoltà degli studenti stessi.

L'interazione sociale ha una grande importanza: gli studenti vengono inseriti in una

comunità di pratica che esprime determinate opinioni e comportamenti da agire,

rendendo sempre più attivi i discenti. Secondo tale teoria l'apprendimento è necessario

in ogni attività umana e in ogni momento, nel rintracciare la natura dei problemi che si

incontrano, del modo in cui gli individui applicano la teoria alla pratica e di come

queste valutazioni dipendono dal compito svolto dalla persona stessa.

Per Wenger, una comunità di pratica si definisce lungo tre dimensioni:

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Page 19: Tecnologia e dislessia

Cosa è: una attività congiunta tra membri di una comunità che viene

continuamente definita e negoziata tra i suoi membri.

Come funziona: attraverso un mutuo impegno che lega assieme i membri

all’interno di un’entità sociale.

Quali capacità produce: un repertorio condiviso di risorse comuni (abitudini,

sensibilità, prodotti, vocabolario, stili…) che i membri hanno sviluppato nel

tempo.

Il fatto che queste comunità siano sviluppate attorno ad alcune particolari aree di

conoscenza e attività, dà ai membri un senso di impresa comune e di identità.

Gli educatori devono lavorare affinché le persone possano diventare partecipanti in

comunità di pratica. L’apprendimento sta nella relazione tra persone, non appartiene alla

singola persona, ma alle diverse interazioni di cui la persona è parte.9

Invece di trasferire negli studenti conoscenze preconfezionate si tenta di sviluppare gli

strumenti per riprodurre la problematicità di una circostanza, progetti alternativi, e

spiegazioni sul nostro comportamento.

Ci torna utile a tal proposito la teoria del Costruttivismo Socio-Culturale [Vygotsky;

1978; Wenger, 1998] secondo la quale il soggetto che apprende “costruisce” la propria

competenza migliorandola e ristrutturandola grazie alla conoscenza e ai punti di vista di

altre persone; l’apprendimento del singolo è il risultato di un processo di gruppo e il

sapere diventa relativo, poiché tutto ciò si apprende passa attraverso un processo di

interpretazione che dipende dal contesto, dalla cultura e dalla storia personale di chi

apprende.

Il Cooperative Learning, quindi, fa al nostro caso. Letteralmente significa

apprendimento collaborativo. Quando si parla di Cooperative learning, si fa riferimento

ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe, in base ai quali

gli studenti affrontano l’apprendimento delle discipline curricolari (o altro) lavorando in

piccoli gruppi in modo interattivo, responsabile, collaborativo, solidale e ricevendo

valutazioni sulla base dei risultati ottenuti.

Per Comoglio è «un insieme di principi, di tecniche di classe in cui gli studenti lavorano

in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono una valutazione in base ai

risultati conseguiti». Non significa semplicemente far svolgere in gruppo un’attività, in

quanto ci devono essere cinque caratteristiche:

9 Dispense del corso ‘Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento’, anno accademico 2010/2011.

19

Page 20: Tecnologia e dislessia

1. Interdipendenza positiva (i bimbi si sentono coinvolti nel raggiungimento di un

obiettivo comune);

2. Interazione promozionale faccia a faccia;

3. Valutazione individuale;

4. Uso di abilità interpersonali nell’agire in piccoli gruppi;

5. Controllo e revisione del lavoro di gruppo.10

Si può prevedere una qualche ricompensa (bonus, che vengono alla fine considerati

nella valutazione) ai gruppi che operano con più impegno e che ottengono risultati

migliori. La competizione viene spostata dagli individui ai gruppi, e nel gruppo, gli

studenti sono attivamente impegnati in attività che costruiscono la conoscenza.

E' il docente che fissa i tempi, che fornisce gli spunti ai gruppi che lo richiedono, che

stabilisce chi deve rispondere, e così via. Egli quindi, nell’ottica costruttivista sostiene,

stimola e supporta l’apprendimento, non lo controlla o dirige.

L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando

gli ambienti di apprendimento in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale

positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di problem solving

di gruppo, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di

tutti, senza nessuna esclusione.

Qual è il compito dell’ insegnante nel momento in cui si accinge alla preparazione di

una unità didattica secondo la modalità del Cooperative Learning?

Deve seguire un percorso che passa attraverso alcune tappe fondamentali:

1. Effettuare una buona analisi della situazione;

2. Stabilire obiettivi e compiti;

3. Prendere decisioni organizzative;

4. Definire le modalità del processo di controllo (monitoring) e di revisione

dell’attività svolta in gruppo (processing).

Vi sono molte buone ragioni pedagogiche per promuovere comunità scolastiche nelle

quali utilizzare metodologie di apprendimento cooperativo ; una delle ragioni

fondamentali è che gli insegnanti e gli stessi dirigenti comprendano la necessità di un

contesto di sostegno affinché il cooperative learning sia efficace.

I metodi di cooperative learning sono più efficaci se tutti gli educatori nella scuola li

usano per sviluppo didattico e pro-sociale. La scuola intesa come un insieme unitario,

10

20

Page 21: Tecnologia e dislessia

può quindi sviluppare un concetto unificato della crescita e dello sviluppo individuale,

della capacità di prendersi cura e di sostenersi da parte di ciascuno studente. Anche in

termini di sviluppo professionale, realizzare comunità di apprendimento cooperativo,

significa creare ambienti di lavoro più piacevoli e motivanti sia per i docenti che per gli

studenti, perché gli insegnanti possano aspettarsi sostegno e assistenza dai colleghi nello

sviluppo di nuove strategie didattiche e possono anche collaborare a sviluppare nuovi

metodi e curricoli.

Stando a tali premesse l’affermazione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e

della comunicazione (ICT) consentono alla didattica di proporre nuovi scenari e nuove

opportunità di sviluppo, permettendo di rendere automatici e di simulare o ricreare con

l’aiuto del calcolatore processi base della didattica tradizionale e facendo in modo che

gli individui siano in contatto tra loro con un repertorio pressoché infinito di dati e con

un insieme altrettanto vasto di persone con cui relazionarsi e cooperare.

Le tecnologie, insieme all’adozione di metodologie cooperative di insegnamento si

rivelano uno strumento fondamentale per l’integrazione del dislessico nel contesto

classe, in quanto gli permettono di sentirsi supportato, facilitato nel compito da svolgere

e di essere, allo stesso tempo, una guida per i compagni.

Nell’ambito del cooperative learning, supportato dalle tecnologie, si possono attuare

diverse strategie: reciproca, parallela e sequenziale.

Quest’ultima consiste, nell’intervento successivo dei singoli componenti del gruppo sul

progetto in modo tale che ciascun componente modifichi il lavoro già precedentemente

svolto da un altro.

Per esempio, il bimbo dislessico potrebbe essere coinvolto, alla stregua di tutti gli altri

suoi compagni, in progetto di correzione di testi on-line precedentemente selezionati e

modificati dell’insegnate. Ogni membro del gruppo potrebbe correggere un minimo di 2

errori e un massimo di 5. Una volta corretto, il testo viene spedito per e-mail al membro

successivo, il quale farà la stessa cosa, finché tutti avranno partecipato attivamente e il

testo sarà completamente emendato.

Il bimbo dislessico molto probabilmente incontrerà difficoltà nell’individuare gli errori

e quindi nell’intervenire. E’ per questo che sarà necessario il supporto dell’insegnante o

di qualche compagno (peer tutoring).

6 Didattica multisensiorale e tecnologie per la dislessia

21

Page 22: Tecnologia e dislessia

I dislessici sono pensatori visivi, vale a dire che il loro accesso alla realtà e il

ragionamento non sono di tipo sequenziale o con modalità che vanno dal semplice al

complesso.

Il soggetto con dislessia ha abilità visuo - spaziali che lo portano ad essere identificato

quale “pensatore visivo”.

Secondo il metodo multisensoriale gli alunni imparano ad associare l’atto fisico dello

scrivere al suono e alla forma delle lettere.

Si parte dal presupposto che siano le competenze compensatorie ad aiutare il bambino

con difficoltà di apprendimento a compensare tali difficoltà.

Gli ausili visivi sono rappresentati da ciò che può essere visto e che aiuta ad ampliare il

processo comunicativo basandosi sulla capacità dell’individuo di ricevere e cogliere

informazioni significative attraverso il canale visivo.

Sono elementi che appartengono al processo comunicativo e facilitano l’efficacia della

ricezione, dell’elaborazione, dell’azione e dell’espressione.

Gli ausili visivi si classificano a seconda delle diverse forme che possono assumere e

sono costituiti dal linguaggio del corpo, dai consueti segnali inviati dall’ambiente, da

strumenti visivi tradizionali utili per organizzare la vita e dare l’informazione, infine da

strumenti realizzati per soddisfare bisogni particolari.

Gli ausili visivi, forniscono, quindi, principalmente le informazioni in forma logica,

strutturata e sequenziale e risultano utili per organizzare la vita quotidiana.

Senza dubbio un grande aiuto ci viene offerto dall’informatica che dà l’opportunità di

compensare molte delle difficoltà che creano frustrazione nel dislessico; inoltre

permette all’insegnante di svolgere il suo programma anche con chi fa fatica a leggere .

L’informatica può, per i suoi tratti peculiari, essere utile in vari momenti:

Nella diagnosi e nell’individuazione precoce; una diagnosi di disturbo specifico

di lettura può essere fatta già a partire dalla fine del secondo anno della scuola

primaria, poiché la letto-scrittura dovrebbe essere diventato un processo

automatizzato. Importante, in tal senso, conoscere le difficoltà e le abilità dei

ragazzi per potere avviare un adeguato percorso didattico e abilitativo, sulla base

di un’ipotesi diagnostica

Si rendono necessari, pertanto:

22

Page 23: Tecnologia e dislessia

• strumenti di screening utili per identificare i bambini che presentino difficoltà

nell’apprendimento della letto-scrittura nelle prime fasi di apprendimento;

• percorsi di valutazione diagnostica, sempre più efficaci ed efficienti.

Esistono, infatti, software per eseguire uno specifico screening e sistemi per affrontare

la diagnosi.

Un esempio di software informatico molto utile per facilitare i percorsi diagnostici e

trovare una soluzione alle difficoltà di creazione, gestione e refertazione della cartella

clinica relativa a quadri di eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento, è AD-DA -

Assistente alla Diagnosi dei Disturbi di Apprendimento.

Per potenziare le abilità di letto-scrittura;

Per compensare le difficoltà.

Il secondo e il terzo punto invece sono necessari ai fini del raggiungimento

dell’autonomia: l’abilitazione e la compensazione, processi da concepire in parallelo e

non in serie e non come ultima spiaggia, ma vanno visti come strumenti che permettono

l’accesso e il potenziamento della letto-scrittura.

L’autonomia nei ragazzi dislessici è intesa come indipendenza, libertà di agire e di

pensare, essa è quindi l’opportunità di informarsi, imparare e comunicare in diversi

modi senza che vi debba essere un mediatore.

Il non essere autonomo nell’apprendimento è causa di disistima e inficia il successo

formativo.

Per conseguire un buon grado di autonomia bisogna possedere:

Opportuni strumenti compensativi;

Buona motivazione;

Un ambiente favorevole.

L’informatica ben risponde a quanto sopra elencato. Il computer, è ormai largamente

diffuso nella maggior parte delle realtà produttive e non, negli uffici e nelle case.

Esso ha raggiunto un notevole successo per diverse sue caratteristiche positive:

Velocità

Memoria

Estetica

Riproducibilità

Reperibilità

23

Page 24: Tecnologia e dislessia

E’ molto utile l’utilizzo di e-mail, cioè la posta elettronica, che può spingere i ragazzi

anche con dislessia a scrivere. La parte scritta può essere accompagnata da foto e

immagini.

Tramite le e-mail, inoltre, e’ possibile un costante scambio di mappe mentali create da

ogni bimbo, in modo da stimolare la collaborazione fra compagni di classe.

Un altro mezzo interessante e’ il blog, un diario multimediale su internet, dove possono

essere scritti dei post, dei messaggi con immagini e audio, che possono essere poi

commentati e discussi. I bimbi possono spontaneamente leggere e rispondere ai

messaggi sul blog e in questo modo comunicare con i genitori e gli amici.

Risulta dunque fondamentale conoscere le potenzialità della tecnologia per mettere a

disposizione mezzi accattivanti come un blog, o come le chat, per favorire l’allenamento

della scrittura, in ambienti comunque facilitanti.

7 Gli strumenti compensativi

Le misure compensative sono strumenti che consentono di compensare quella che per il

bambino dislessico è una debolezza funzionale causata dal disturbo.

L’utilizzo di tali misure è fondamentale ai fini della personalizzazione della didattica, al

fine di non ostacolare il successo formativo di chi presenti disturbi specifici di

apprendimento.

Poiché il gruppo classe solitamente presenta molti e diversi problemi di apprendimento,

l’insegnante dovrebbe impostare la sua didattica favorendo al massimo un approccio

individualizzato all’apprendimento, con ritmi, programmi e obiettivi diversificati per

ciascun allievo, così anche il bambino dislessico non dovrebbe avere difficoltà a trovare

il suo ambiente scolastico ideale.

Fondamentale è il servirsi di “facilitazioni” che potrebbero avere la forma di semplici

ausili tecnologici in grado di sostituire o integrare le funzioni deficitarie (leggere,

scrivere e fare i calcoli). Il computer, la calcolatrice ecc. sono per i dislessici ciò che gli

occhiali sono per un miope.

Già oggi la tecnologia informatica mette a disposizione numerosi strumenti più o meno

sofisticati (dalle semplici calcolatrici tascabili, ai correttori ortografici, alle sintesi

vocali, alle enciclopedie multimediali, ecc.) che potrebbero essere dei formidabili ausili

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Page 25: Tecnologia e dislessia

agli apprendimenti scolastici per questi ragazzi e aiutarli in tal modo ad evitare

l’insorgere di una pericolosa demotivazione per la scuola e per lo studio.

Le Nuove Tecnologie sono alleate preziose per la didattica con alunni dislessici. Non

dobbiamo però dimenticare che il computer non è una panacea per tutti i mali: quel che

più occorre a questi bambini è ricevere fiducia, empatia, comprensione e poter

mantenere alta la propria autostima. L’autostima è, per chiunque, legata alla riuscita, ad

una positiva immagine di sé, alla percezione di essere capaci, di poter fare… Va quindi

sostenuta il più possibile, poiché è la parte più vitale, indispensabile a qualsiasi attività

di rinforzo o potenziamento.

Ogni bambino è diverso dall’altro; anche i bimbi che soffrono per uno stesso disturbo

non sono uguali, non hanno gli stessi bisogni. Bisogna conoscerli bene e adottare per

ciascuno gli strumenti e le metodologie più adeguati. Non esistono "ricette" valide

sempre e per tutti.

Per una migliore efficacia delle attività didattiche, anche con l'uso dei programmi

disponibili, è sempre utile consultare il personale sanitario (logopedista,

neuropsichiatra....) che segue il bambino, per conoscere le aree strumentali/cognitive in

cui vi è maggiore necessità di intervento, in modo da stabilire le priorità e, se possibile,

concordare una linea d'azione comune, fermo restando che le potenzialità positive, le

aree di maggior sviluppo, vanno allo stesso modo coltivate e valorizzate: si costruisce

assi meglio e facilmente partendo dalle capacità innate... e di talenti personali i bambini

con DSA ne hanno molti, tanto che spesso ci sorprendono quando meno ce lo

aspettiamo.

I software si differenziano, oltre che per l’abilità interessata e quindi il tipo di compito

richiesto, anche per elementi tecnici, tra cui la presenza del suono in associazione con

elementi scritti, l’associazione tra parola e immagine e la caratteristica di essere un

sistema chiuso o aperto. Quest’ultimo aspetto riguarda la possibilità per l'utente di

modificare, ove necessario, il percorso di apprendimento con aggiunte personali.

Devono inoltre essere in grado di sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo

attraverso cui operano, facendo leva sulla motivazione e l’interesse dell'utente.

In essi troviamo attività che vanno dai prerequisiti logici, alla lettura, scrittura e calcolo

aritmetico. Tali ambienti di apprendimento sono software che possono costituire un

appoggio alla normale attività didattica, come potenziamento delle abilità acquisite.

Tra le diverse misure compensative rientra la video-scrittura, ad esempio, grazie a cui

il bambino che si trova di fronte alla sottolineatura dell’errore da parte del computer, si

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Page 26: Tecnologia e dislessia

sente meno frustrato rispetto alla correzione e sottolineatura dello stesso errore da parte

dell’insegnante.

Figura 1 Esempio di sottolineatura dell'errore

Strumenti compensativi sono considerati anche i seguenti:

Lo scanner, che permette la trasformazione di documenti cartacei (libri,

riviste, ecc.) in un’immagine dentro al computer.

La sintesi vocale, che consente di trasformare il testo digitale in audio, quindi

una buona sintesi vocale può simulare adeguatamente la lettura umana.

l’audiolibro e il libro parlato: sono formati audio di testi. In questo caso un

lettore “presta” la propria voce che viene registrata e distribuita su cd o su

audiocassetta.

il libro digitale: è un’opera letteraria edita in formato digitale utile a chi, per

un disturbo sensoriale o dell’apprendimento (dislessici) trovino difficile e o

impossibile accedere ai comuni libri cartacei

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Page 27: Tecnologia e dislessia

8 Le nuove forme del libro

Figura 2Pagina di un libro digitale di scienze

Quando si legge una pagina di un libro, in qualsiasi forma esso sia, è importante tenere

conto di:

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Page 28: Tecnologia e dislessia

9 Sintesi vocale

La sintesi vocale rappresenta una sorta di “prolungamento di sé”. Laddove non arriva il

bambino, la sintesi vocale rappresenta un ponte tra le sue abilità e le sue performance. È

ormai noto l’esempio per cui, “coloro che presentano delle difficoltà alla vista

compensano tramite il supporto degli occhiali”. Lo stesso esempio trova un’applicazione

valida per il soggetto con dislessia. Laddove la capacità di lettura è compromessa dal

disturbo della dislessia, la sintesi vocale rappresenta il supporto compensativo ideale. Lo

strumento è ideale nel momento in cui rende autonomo il bambino durante il processo di

letto-scrittura, dunque,durante il processo di comprensione di un testo e durante il

processo di comunicazione attraverso la scrittura. Questo non significa trovarsi nelle

condizioni di percepire passivamente la sintesi vocale, essa esige infatti un ascolto attivo

e compartecipe ed è supportata da un software capace di gestirla, in termini di velocità,

di riascolto, di scelta delle voci (maschili o femminili), in termini di pronuncia (inglese,

francese ecc.), in termini di coordinazione “oculo-uditiva”. Tutti questi aspetti

concorrono a determinare la capacità del ragazzo di “leggere con le orecchie”. In questo

processo l’alunno non fruisce semplicemente della funzione di lettura agita da parte

della sintesi, ma si avvale di una struttura tecnologica complessa, per cui ogni parola si

“accende” e viene evidenziata nel momento in cui viene letta. Questa attività cognitiva

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Page 29: Tecnologia e dislessia

sfrutta contemporaneamente i canali sensoriali, uditivo e visivo e, sembra possa

“rinforzare” le capacità funzionali di letto scrittura del bambino.

Le più famose sintesi vocali sono quelle di Loquendo, RealSpeak, Acapela,Cepstral e

VoiceWare. Tra di esse Loquendo e RealSpeak sono voci di ottima qualità,producono

una sintesi vocale chiara e comprensibile ed hanno il vantaggio di poter simulare

“l’espressività della voce umana”. Sono infatti arricchite da un repertorio di“segnali

espressivi”, che rendono i messaggi vocali emozionali.

La possibilità di dotare gli alunni con dislessia di una sintesi vocale chiara è importante

al fine di consentire loro un ascolto pulito e migliore, allo scopo di comprendere.

Pensando che il ragazzo possa trascorrere intere ore a “leggere con le orecchie” è

importante garantirgli un buon livello di qualità della sintesi.

Gli effetti dell’uso della sintesi vocale per gli alunni con dislessia sono:

Tempo di lettura inferiore e notevole miglioramento nella comprensione del testo;

Aumento del vocabolario;

Aumento della concentrazione e dell’attenzione implicate nel processo di lettura;

Il processo di lettura è meno faticoso, meno stressante e di conseguenza più

piacevole;

Effetto positivo sulle variabili psicologiche: autostima, motivazione e senso di auto-

efficacia.

Dagli indici testuali alla costruzione della mappa concettuale

Risulta poi necessario lavorare sugli aspetti della comprensione, poiché questa abilità è

trasversale e necessaria all’apprendimento. Un ottimo esercizio per lavorare sulla

comprensione è abituare i ragazzi a riflettere sul possibile contenuto di un testo sulla

base degli indici testuali Gli indici testuali sono le componenti rilevanti di un testo,

nonché gli indizi e i segni che concorrono a richiamare l’attenzione dell’alunno, come

per esempio:

il titolo del capitolo;

il sottotitolo dei paragrafi;

le parole chiave scritte in neretto;

i box con la spiegazione delle parole difficili;

le didascalie che spiegano le immagini;

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Page 30: Tecnologia e dislessia

le immagini.

A cosa servono gli Indici testuali ?

• Per fare ipotesi sul contenuto del testo;

• Per attivare conoscenze pregresse sull’argomento;

• In supporto al ripasso;

• Per la creazione di mappe concettuali.

Gli indici testuali segnalano, dunque, la presenza di informazioni importanti che

dovranno rientrare all’interno della mappa.

Ora si tratta di evidenziare alcune parti del testo digitale con gli opportuni strumenti di

formattazione e secondo alcuni criteri. Il testo prima viene ascoltato attraverso la sintesi

vocale regolata rispetto alla velocità e, frase dopo frase, le informazioni vengono

evidenziate con dei colori diversi: ad esempio, giallo se si tratta di parole chiave e verde

se si tratta delle “parole connettori” (sulle frecce), ossia i predicati e le congiunzioni che

legano in modo logico i nodi della mappa.

Dopo la formattazione del testo, le parole chiave vengono importate sui nodi della

mappa e le etichette relative ai connettori vengono incollate sulle frecce. Tutte queste

operazioni dispensano il ragazzo dalla lettura e dalla scrittura per avvalersi della sintesi

vocale (lettura con le orecchie) e della funzione di copia-incolla.

La funzione di correzione automatica, sottolineando la parola di rosso, ci segnala la

presenza di un errore ortografico e/o fonologico. Inoltre, la funzione di “predizione

ortografica” ci consente di scegliere l’alternativa corretta.

Ci sono ragazzi in grado di costruire mappe estese e ricche di approfondimenti e

relazioni logiche e altri che prediligono mappe semplici,lineari, con poche informazioni.

L’importante è costruire una mappa in modo consapevole: tutto quello che inserisco

devo comprenderlo e devo essere in grado di ripeterlo oralmente. In caso contrario, la

mappa può essere modificata in base alle capacità dell’alunno.

Supermappe

Molto interessante, a mio parere, è il software Supermappe, che consente la creazione di

mappe in formato multimediale.

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Page 31: Tecnologia e dislessia

Esempio di una mappa concettuale sul clima

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Page 32: Tecnologia e dislessia

Nella creazione di mappe si possono combinare figure e testo, in modo da rappresentare

idee e relazioni. La mappa è personalizzabile: si possono modificare forme e colori sia

dei nodi, sia delle frecce.

E' intuitivo, facile da usare e adatto a tutti. In pochi clic del mouse si possono

rapidamente costruire materiali riutilizzabili, graficamente accattivanti e

immediatamente accessibili attraverso diversi canali: quello visivo (tramite testo, colori,

immagini e video) e quello uditivo (musica, audio registrato e sintesi vocale).

E' utile ai bambini con difficoltà di lettura, ma anche alle persone con Italiano Lingua

seconda (IL2) a tutti gli studenti, anche universitari, per imparare a organizzare i

concetti principali e avere uno strumenti per le strategie di studio.

Può essere utilizzato in classe come strumento per la costruzione cooperativa dei

concetti, specie se utilizzato sulle LIM (Lavagne Interattive Multimediali) rendendo

attivi gli studenti durante le lezioni e favorendo il recupero delle informazioni pregresse

e la motivazione. Può anche essere utilizzato per presentare argomenti, sotto forma di

presentazioni interattive e multimediali.

Permette la personalizzazione sia del percorso di studio, adattandosi agli stili di

apprendimento.

Le mappe favoriscono la cosiddetta didattica breve che consente l’apprendimento di una

grande quantità di informazioni concentrate in modo completo e conciso in uno spazio

ridotto, realizzando una sorta di riduzione del testo a beneficio non solo della

facilitazione del processo di apprendimento, ma anche della riduzione del tempo

necessario per lo studio, rispetto a quello richiesto dai metodi di lettura tradizionali.

Esse consentono inoltre una rapida visione d’insieme dell’argomento trattato in modo

esaustivo senza esclusione dei particolari.

L’impiego di frasi semplici, la mancanza di elementi ridondanti e di proposizioni

sintatticamente complesse facilitano la comprensione del testo.

La memorizzazione è favorita dalla rappresentazione visiva basata su forme e immagini

colorate che possono assumere le caratteristiche preferite dal singolo studente in base al

suo stile cognitivo, al suo senso estetico e alle sue personali associazioni mentali.

L’uso delle mappe migliora, inoltre, molte abilità fondamentali per raggiungere il

successo formativo, in particolare:

Comprensione del testo;

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Page 33: Tecnologia e dislessia

Vocabolario ed esposizione orale;

Produzione del testo;

Capacità di prendere appunti;

Apprendimento e memorizzazione delle informazioni;

Comprensione e la memorizzazione di concetti e termini scientifici;

L’orientamento in un discorso;

La memorizzazione dell’ordine cronologico dei fatti.

Figura 3Mappa concettuale realizzata con Supermappe

Superquaderno

Di grande utilità nelle attività didattiche con i dislessici è il programma Superquaderno,

un editor di testi con oggetti multimediali che facilita l'apprendimento della letto-

scrittura ai bambini. Esso permette di illustrare il testo, anche in modo automatico

durante la scrittura, ricorrendo alle immagini archiviate in un vocabolario inserito nel

programma e contenente un migliaio di vocaboli frequentemente usati nell’età scolare.

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Page 34: Tecnologia e dislessia

L'utilizzo di molteplici canali sensoriali, ossia il canale visivo (le parole illustrate) ed il

canale uditivo (le parole ascoltate tramite la sintesi) avvicina in modo accattivante il

bambino alla scrittura che diventa immediatamente divertente, gratificante e non più

fonte di fatica e di frustrazione.

L'utilizzo della tastiera esclude l'impegno dell'esecuzione grafica in fase di scrittura e

permette al bambino in difficoltà di concentrarsi unicamente sull'analisi fonologica delle

parole.

SuperQuaderno può essere già all'inizio della scuola primaria utilizzato per stimolare le

prime fasi di composizione del testo, poiché il disegno è la prima forma per raccontare

storie, descrivere esperienze, esplorare il conosciuto.

SuperQuaderno può essere potenziato con l'utilizzo opzionale della sintesi vocale

Loquendo, permettendo il riascolto di ciò che viene scritto, favorendo e rinforzando in

tal modo le abilità di lettura, l'elaborazione e la composizione del testo.

La lettura "con le orecchie" resa possibile dalla sintesi vocale, favorisce il

consolidamento della consapevolezza fonologica, della corrispondenza fonema/grafema

con feedback sincroni, contestuali all'atto della scrittura. Questa funzionalità permette

un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione perché la sintesi

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Page 35: Tecnologia e dislessia

vocale fa percepire l'eventuale errore. SuperQuaderno quindi può essere il primo

strumento metacognitivo e strumento compensativo nelle difficoltà di lettura.

L'interfaccia si presenta come ricca di icone e intuitiva, priva di testo. Ciò è

particolarmente adatto ai bambini e a chi si confronta per la prima volta con il computer

e/o con la scrittura.

Il pulsante “magia” permette di associare parole presenti nel testo ad immagini.

Il bambino potrà aggiungere foto dei suoi amici, della sua famiglia. È possibile inoltre

creare un illimitato numero di sinonimi.

La sintesi vocale permette un’immediata individuazione dell’errore, e favorisce, in tal

modo, un costante automonitoraggio e stimola le capacità di autocorrezione.

Possono essere anche previste attività di composizione collettiva, come giornalini

scolastici o libri illustrati, dando grande visibilità positiva anche a chi difficilmente

potrebbe partecipare a tali attività, senza questo strumento. Consente all'utente l'utilizzo

del sistema di simboli in un contesto ludico e di narrazione.

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Page 36: Tecnologia e dislessia

Figura 4Favola riportata in Superquaderno

12 Carlo mobile

Carlo Mobile rappresenta un software dalle molteplici funzioni.

Permette di ascoltare la lettura di qualsiasi testo selezionabile con il mouse all’interno di

qualsiasi programma, dalle e-mail ai siti Internet, dai file PDF ai file di Office,

scegliendo la lingua, la velocità di lettura o la lettura scandita.

E’ necessario che il materiale sia digitale, altrimenti bisogna trasformarlo.

E’ possibile controllare la lettura mediante alcuni pulsanti situati sullo schermo o tramite

combinazioni di tasti a scelta dell’utente.

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Page 37: Tecnologia e dislessia

E’ possibile registrare in formato audio qualsiasi testo, per poi poterlo riascoltare in un

secondo momento oppure per poterlo trasferire su un lettore portatile.

E’ quindi possibile svincolare l’ascolto di un testo dalla presenza del PC, potendo

utilizzare lettori audio di dimensioni minime e con prezzi estremamente abbordabili.

La funzione di ricerca, inserita all’interno del programma, risulta utile per ritrovare

informazioni all’interno dei propri documenti o nei testi letti dal programma.

La calcolatrice rappresenta uno strumento estremamente utile, in quanto consente di

recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. La sintesi vocale, ad essa associata, permette

di ascoltare l’intero numero digitato e non solo le singole cifre che lo compongono,

nonché il segno, il risultato, di vedere la procedura nel suo completo svolgimento.

I calcoli effettuati vengono registrati su di un nastro virtuale. Ciò consente di recuperare

i calcoli precedenti e di copiare l’intera operazione nel testo, in modo da evitare errori di

trascrizione.

La sintesi vocale offre un’opportunità importante:permette di concentrarsi sullo

svolgimento dei problemi, piuttosto che sulla scrittura dei numeri e sull’applicazione

delle procedure dei calcoli.

E’ presente anche una funzione per l’apprendimento delle lingue. L'uso di sintesi vocali

in lingua estera permette di ascoltare i testi nelle principali lingue europee, sia nel

formato originale che tradotti in italiano, in modo automatico grazie al traduttore

automatico del software.

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Page 38: Tecnologia e dislessia

Per la scrittura e la lettura di testi il programma offre alcune funzionalità aggiuntive

come la possibilità di personalizzare il colore dello sfondo, il carattere e la sua

dimensione. Attraverso

la sintesi vocale il computer diventa quindi un lettore in grado di leggere qualsiasi testo,

riducendo così lo sforzo di lettura di un ragazzo dislessico. Il testo può essere ascoltato

completo, parola per parola o nella lettura fonema per fonema (spelling fonetico) utile

per rafforzare la corrispondenza segno-suono

13 Software free

Arrivati a questo punto vale la pena passare in rassegna la serie di software educativi

denominati “free”. “Free” nel senso che non hanno un costo, sono personalizzabili e

sono disponibili in rete per essere scaricati da qualsiasi utente.

Sono in costante crescita gli insegnanti sul territorio nazionale che in questi ultimi dieci

anni hanno sviluppato un software didattico per i propri alunni e che hanno scelto di

metterlo in rete, a disposizione di tutti. Questi insegnanti hanno reso disponibili, a

colleghi e a genitori interessati, una serie di preziose risorse software, il tutto senza fini

di lucro e spesso in uno spirito cooperativo e collaborativo davvero encomiabile. Esiste,

dunque, anche la possibilità di scaricare dalla rete i programmi che si reputano utili

complementi al proprio intervento didattico, senza costi e liberamente, appunto.

Vediamo quali sono.

Non è possibile aprire questa rassegna di siti che offrono software didattico free se non

partendo da quello di Ivana Sacchi (www.ivana.it).

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Page 39: Tecnologia e dislessia

Segnalo la presenza, nel suo sito, di alcuni software rivolti ai bambini della scuola

primaria:

Cloze, Giochi di parole, Esercizi per la dislessia, Parole simili,Anagrammi di

sillabe: programmi rivolti al potenziamento delle abilità fonologiche.

Lettura rapida: un programma rivolto al potenziamento delle capacità di lettura.

Leggitesti e Leggo facile: due programmi rivolti a facilitare le abilità di letto-

scrittura con il supporto della sintesi vocale.

Scrivimmagine: un programma rivolto ad accrescere la motivazione alla

scrittura.

Ricordo ancora i programmi nati dalla collaborazione tra un tecnico informatico e una

logopedista, Franco Fraire e Valeria Allamandri:

Contagiri e Schiaffo: due programmi rivolti a potenziare le abilità di calcolo.

Insegui le parole, Caleidoscopio: un programma rivolto allo sviluppo delle

capacità di lettura.

Ad opera di Antonella Pulvirenti, un’insegnante di scuola primaria della provincia di

Imola, troviamo una preziosa collezione di software didattici rivolti ai bambini con

D.S.A., dal titolo:

Tecnologie e D.S.A.: un Cd-rom contenente numerosi software divisi inbase

all’età anagrafica degli alunni e alle finalità didattiche. Nel sito si trovano inoltre

utili recensioni relative ai software contenuti nella Giochi didattici adatti ai

bimbi dislessici.

Segnalo due siti dove sono raccolti molti giochi e materiali didattici sulla dislessia:

http://www.maurorossi.net http://www.maestrantonella.it

14 Giochi didattici

Ritroviamo anche molti giochi didattici multimediali che ben si prestano nell’aiutare i

bambini dislessici a ridurre la frustrazione di fronte al tradizionale materiale cartaceo.

Essi si distinguono in base alle aree di apprendimento; riporto di seguito alcuni esempi.

Invasori, bachi

Descrizione: con un’interfaccia gradevole e accattivante sono presenti 2 differenti

giochi: invasori e bachi e una modalità priva di grafica per gli utenti adulti o per chi ha

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Page 40: Tecnologia e dislessia

bisogno di un ambiente semplificato. Si presenta come un videogame in cui scendono

lettere, parole o numeri che devono essere lette e ridigitate per ottenere un feedback

(visivo, sonoro).

Obiettivo: favorire i processi di letto scrittura e la familiarità con la tastiera.

Tipi di esercizi:

1. riproduzione di lettere-cifre singole e in sequenza che impegnano a un uso limitato

della tastiera, se si vuole far esercitare l’utente solo su certi tipi di fonemi;

2. riproduzione di lettere, cifre e parole di differente lunghezza;

3. individuazione e scrittura della lettera mancante in parole appartenenti a diverse

categorie semantiche (tipo di gioco “completamento”).

Possibili adattamenti: il programma permette di scegliere di regolare la velocità di

discesa delle stringhe di lettere, le pause che intercorrono tra la comparsa delle stringhe,

quante stringhe far scendere contemporaneamente (una, due o tre), il tipo di carattere

(maiuscolo, minuscolo), il livello di difficoltà, la presenza di suoni e musica. Consente

inoltre la modifica e l’introduzione di nuovi esercizi.

Bachi

Invasori

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Page 41: Tecnologia e dislessia

IMPARO GIOCANDO11 è una raccolta di giochi per l'apprendimento delle discipline.

Le materie sono matematica, italiano, geografia, musica, fisica (di prossima

pubblicazione anche scienze). I giochi sono stati sperimentati nel corso di tre anni da più

di 1000 insegnanti e relativi alunni (sperimentazione monitorata).

Scoiattoli e ghiande

Abilità: Acquisire il concetto di divisione per via formale o attraverso una concreta

ripartizione di oggetti. Comprendere il concetto di resto.

Rosicchiare caduta (tempi presente - passato - futuro):

Abilità: Distinguere le informazioni espresse dalla flessione verbale: coniugazione.

Contenuto: Le tre coniugazioni.

11 http://www.iprase.tn.it/documentazione/giochi2.asp

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Page 42: Tecnologia e dislessia

Castello incantato

Descrizione: Castello Incantato è un software pensato come eserciziario e strumento

riabilitativo per affiancare il bambino nei primi apprendimenti della scrittura e per

potenziarne le abilità. L’ambientazione veramente “incantevole” fa da sfondo ad esercizi

che permettono un approccio ludico con la letto-scrittura. Gli sforzi dell’apprendimento

vengono ricompensati con un sistema di feedback immediati, accumulo di punti e

possibilità di accedere ad ambienti ricreativi come lo shop e giochi, in una prospettiva

premiante, in linea con le più accreditate teorie dell’apprendimento.

Obiettivo: i giochi presentati hanno lo scopo di facilitare l’analisi fonologica delle

parole, il riconoscimento dei grafemi e delle sillabe, di implementare la memoria di

lavoro e le abilità di autodettatura, di migliorare le capacità ortografiche, di favorire il

passaggio dalla sintesi sillabica alla lettura di parole, di avviare alla composizione di

frasi e di piccoli testi.

Il programma è destinato sia all’utilizzo in ambito riabilitativo che scolastico, nelle

prime classi della scuola primaria.

Contenuti: all’interno di un castello incantato, abitato da simpatici fantasmi, il bambino

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Page 43: Tecnologia e dislessia

viene accompagnato alla scoperta di tre diversi ambienti: la sala del Tesoro (o sala delle

Torture), la sala dei giochi e la galleria d’arte in cui potrà cimentarsi nella scrittura di

parole, frasi e brevi testi.

Tipi di esercizi:

Passaggio segreto (completa la parola): il bambino è invitato a inserire la lettera

mancante in una parola, facilitato dall’immagine. Questa proposta mira a favorire il

passaggio dalla lettura di parole piane a parole con ortografia più complessa: queste

spesso rappresentano un ostacolo arduo da superare per i bambini che non distinguono

tutti i suoni della parola;

Passaggio segretissimo (scrivi la parola): il bambino viene invitato a scrivere una parola

guidato dall’immagine corrispondente in autonomia o supportato dall’adulto.

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Page 44: Tecnologia e dislessia

In questo caso le parole potranno essere selezionate in liste predisposte scegliendo il

fonema o la sillaba iniziale o la difficoltà ortografica che si vuole esercitare.

Gioco dell’appeso (indovina la parola): viene richiesto di indovinare una parola

secondo le modalità del classico gioco dell’impiccato con lo scopo di rafforzare

ulteriormente le abilità fonologiche; nella modalità di gioco a due si permette la

reciprocità del gioco invitando il bambino a indovinare o a pensare la parola da far

indovinare all’avversario.

Acchiappa Fantasmi (costruisce le parole): l’attività consiste nel comporre una parola

cercando di “sparare” il fantasma che porta le lettere o sillabe corrette; una voce guida il

bambino nel gioco.

Gioco delle Carte (costruisce le parole): il bambino potrà comporre semplici parole,

facilitato da immagini, scegliendo le lettere opportune tra quelle presentate sulle carte.

Tiro al bersaglio

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Page 45: Tecnologia e dislessia

Descrizione: l’attività consiste nel riconoscere la parola uguale al target proposto in due

varianti: il Tiro al palloncino, dove la parola corretta è ripresentata insieme con altre tre

parole in un’unica schermata e il Tiro al piattello, in cui compaiono in successione

parole simili al target con una rapidità regolabile.

Obiettivo: velocizzare i tempi di lettura, favorendo un’analisi istantanea delle parole,

considerate come unità ortografiche, senza il ricorso alla conversione fonologica o a una

scansione lettera per lettera.

Possibili adattamenti: il programma prevede la possibilità di aumentare la rapidità di

presentazione costringendo ad una lettura più rapida, permette di regolare feedback

sonori e di inserire nuovi testi, rendendo lo strumento adattabile all’esigenza educativa

specifica.

Sorprasso

Descrizione: si presenta come un videogioco di una gara di automobili, quindi

stimolante, in cui ogni volta che avviene un incidente è richiesto di compiere un

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Page 46: Tecnologia e dislessia

esercizio. La gara di macchinine è stata pensata in modo tale che più il bambino è abile

nella guida più il gioco è difficile e complicato evitare gli incidenti, questo rende il

gioco più divertente e stimolante. La soluzione degli esercizi permette di procedere con

la gara e totalizzare punti.

Obiettivo: si cerca di allargare il lessico del bambino e di favorire gli automatismi nella

lettura, aumentandone la velocità.

Livelli di esercizi e difficoltà: il programma prevede differenti tipi di esercizi:

1. trovare e correggere un errore inserito in un contesto semantico significativo per

sviluppare la capacità di analisi visiva delle parole ed evitare errori di tipo fonologico;

2. ricostruire una parola divisa in frammenti richiedendo il mantenimento in memoria

delle parti della parola già esposti fino alla ricomposizione completa;

4. ricostruire parole divise in frammenti;

5. trovare il finale di parole che finiscono allo stesso modo stimolando la riflessione sul

cambiamento del significato nonostante la stessa radice;

6. comporre parole unendo la parte iniziale con diversi finali;

7. separare le parole aggiungendo spazi e accenti stimolando il bambino a ricavare il

significato delle parole e a individuare correttamente le unità costituenti la frase;

8. completare la frase scegliendo le parole esatte;

9. trovare la parola che è stata visualizzata tra tre possibilità, giocando sui tempi di

presentazione e quindi velocizzando la lettura globale.

Giochi vari

Molti dei giochi seguenti sono presi dal sito internet

http://www.maestrantonella.it/home_flash.html.

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Page 47: Tecnologia e dislessia

Metti una pallina per ogni sillaba

Premendo sulle cassa si ascolta la parola corrispondente al disegno. Con il mouse si sposta sulle

lineette tratteggiate un numero di palline pari alle sillabe della parola.

Si clicca su controllare e se la risposta è giusta il sole sorride…

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Page 48: Tecnologia e dislessia

…Se è sbagliata il sole diventa triste.

Scambia le lettere iniziali delle parole e controlla

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Page 49: Tecnologia e dislessia

Premendo qualsiasi tasto della pastiera in basso si può visualizzare la coppia di parola e

quindi continuare a giocare.

Scegli la sillaba giusta

In apertura il bimbo scopre di avere grande libertà, potendo scegliere con quale coppia

di lettere giocare.

Una volta scelta, comincia il gioco vero e proprio.

Scegli la sillaba che corrisponde all’inizio della parola rappresentata

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Page 50: Tecnologia e dislessia

Scegli la giusta grafia della parola pronunciata

15 Strumenti per la matematica

Un altro strumento estremamente utile, ma per la matematica, è la calcolatrice che

permette di recuperare il risultato di qualsiasi calcolo. D’altra parte, le normali

calcolatrici richiedono di digitare i numeri in modo corretto e conoscere i segni delle

operazioni. Il grande limite delle normali calcolatrici è che non permettono di

controllare i dati inseriti per il calcolo. Ci sono infatti ragazzi che presentano le stesse

difficoltà nella scrittura delle lettere anche nei numeri, con frequenti omissioni e

inversioni.

Carlo Mobile e SuperQuaderno sono dotati di una particolare calcolatrice dotata di

sintesi vocale.

Con la calcolatrice parlante si può:

• effettuare operazioni,

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Page 51: Tecnologia e dislessia

• ascoltare i numeri e i segni digitati,

• eventualmente correggerli,

• mantenere in memoria diverse operazioni,

• copiare e incollare le operazioni svolte, evitando inutili errori di trascrizione.

In questo modo i ragazzi si possono esclusivamente concentrare nello svolgimento dei

problemi, piuttosto che nella scrittura dei numeri e nell’applicazione delle procedure dei

calcoli.

Un problema può dunque essere risolto, ad esempio, con le seguenti procedure:

1. viene letto con le orecchie con l’ausilio della sintesi e delle immagini, e quindi

compreso nei dati e nelle operazioni da svolgere;

2. risolto applicando le operazioni con la calcolatrice parlante;

3. si copia l’operazione e il risultato nel quaderno;

CONCLUSIONI

L’adozione delle tecnologie in classe rappresenta una rivoluzione copernicana.

Accettare l’uso del registratore, effettuare le prove di verifica al computer, acconsentire

che un bambino spieghi un testo dopo l’ascolto con le cuffie o che si serva di computer

e stampante e non del vecchio quaderno per svolgere un tema, significa modificare

obbligatoriamente tutte le rappresentazioni che ognuno si era fatto del proprio lavoro.

Sono state dimostrate l’importanza e l’efficacia dell’utilizzo dei “libri parlati” da parte

di ragazzi con diagnosi di dislessia evolutiva. Tutto questo apre nuove ed interessanti

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Page 52: Tecnologia e dislessia

prospettive didattiche. Appare, quindi, auspicabile per il futuro una sempre maggiore

diffusione di tali strumenti, attraverso la sensibilizzazione di scuole e famiglie e

attraverso la collaborazione con le case editrici, in modo tale che l’uso di queste

tecnologie non sia più limitato a casi sporadici e lasciato all’iniziativa dei singoli, ma

possa divenire una pratica consolidata.

Anche i bambini presentano reticenze quando si propone loro l’utilizzo degli strumenti

compensativi; inizialmente vedono il computer come un mezzo per giocare e

considerano l’idea di trasformarlo in uno strumento per studiare spiacevole.

Divertimento e impegno vanno tenuti sempre separati, secondo una prospettiva troppo

tradizionale, che purtroppo passa ai bimbi.

Se il computer viene introdotto dopo diversi tentativi, i bambini posso non accertarne

l’utilizzo, perché sono sempre più demotivati di fronte a sforzi andati a vuoto. E’ meglio

che pian piano i ragazzini imparino a conoscere tali strumenti, utilizzandoli in base alle

proprie potenzialità e ai propri bisogni, senza vederli irrompere nella propria

quotidianità come un qualcosa di forzato.

Tenendo ben presente che ogni percorso ha come punto di partenza la persona, le

caratteristiche individuali e le situazioni ambientali non bisogna dimenticare che gli

strumenti e le strategie vanno adattate alle situazioni particolari, ma possono in linea di

massima fungere da traccia da seguire per il conseguimento dell’autonomia.

L’utilizzo delle tecnologie promuove al massimo l’autonomia e l’indipendenza dello

studente, non soltanto per quanto riguarda l’aspetto più legato all’apprendimento e allo

studio, ma anche per gli aspetti legati alla sfera emotiva, psicologica, di comportamento

e di personalità dell’alunno. Il computer, inoltre, è un segnalatore imparziale e non

giudicante, pertanto meglio tollerato dal soggetto e considerato una risorsa non

frustrante, ma abilitante.

A testimonianza dell’utilità del computer nello studio degli studenti con disturbi

specifici di apprendimento, riporto qui delle testimonianze di alcuni ragazzi che da esso

hanno tratto notevoli vantaggi.

«Usare Microsoft Office é la cosa migliore che mi sia mai successa.  Controllo

ortografico, fogli di calcolo, diagrammi visuali. Sono un ingegnere e gli strumenti di

questo software mi hanno fatto diventare estremamente popolare!» (Jim, Kansas City)

«Solo recentemente ho scoperto di essere severamente dislessico ed il SOLO modo in

cui voglio lavorare é con il computer. E’ un mondo completamente diverso. Penso che i

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dislessici siano più portati per il mondo digitale, quindi digitale a tutto andare!»

(Brendan, Scozia, Regno Unito)

«Quando scrivo un documento, il controllo ortografico è il mio migliore amico. Lo uso

continuamente, anche per scrivere questo intervento. Riscrivo i miei appunti due volte

in modo che possa leggerli.» (Adrienne, Oklahoma, Stati Uniti)

Viviamo nell’epoca della tecnologia, ormai è dentro le nostre tasche, dunque usiamola

per trarre benefici. È ora di trovare un filo conduttore, è ora di riscoprire le potenzialità

di una scuola aperta al confronto, al dialogo tra le discipline, all’innovazione

tecnologica, alla valorizzazione delle diverse abilità dell’uomo. La forza della scuola si

racchiude nella cooperazione, nel confronto tra le figure coinvolte, nella lungimiranza

degli addetti ai lavori e il sistema scolastico in generale avverte questo urgente bisogno.

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