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RITORNIAMO AL MANN Carmine Salvati e Giuseppe Iorio I G a.s. 2009-2010 sms Merliano Tansillo Nola (NA) Educ iamoci Progetto

Ritorniamo al MANN di Carmine e Giuseppe

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RITORNIAMO AL MANNCarmine Salvati e Giuseppe Iorio

I G

a.s. 2009-2010 sms Merliano – Tansillo Nola (NA)

Educ iamociProgetto

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INDICE DEGLI ARGOMENTI

Raccontiamo la visita al museo

La storia del museo

Le collezioni

Letture - opere

CONCLUSIONI PERSONALI

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RACCONTO LA MIA VISITA AL MUSEO

Mercoledì 10 febbraio 2010 noi e i nostri compagni della I G siamo andati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli per osservare, conoscere e studiare le opere che lì sono esposte. Una volta entrati ci hanno fatto depositare gli zaini in un gran cassetto per la sicurezza e accompagnati da una guida abbiamo cominciato la visita. C’ erano moltissime statue fatte di bronzo e marmo. Abbiamo visto quasi tutte le sale tranne le sale dei mosaici e della sezione egizia che erano momentaneamente chiuse l’una per restauro l’altra per ristrutturazione. Quasi tutti avevamo portato le macchine fotografiche ma non sempre ci davano il permesso di usarle. Infatti nella sala delle pitture era vietato, neanche senza flash per questioni di salvaguardia delle opere e privacy. Abbiamo visto la statua di Ercole, del Toro Farnese, l’Atlante, la collezione Farnese e molte altre. Questa gita a noi ragazzi ci è piaciuta molto perché abbiamo scoperto da vicino il mondo dell’arte antica che ci appartiene.

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LA STORIA DEL MUSEO

Il palazzo che ospita l’attuale Museo fu iniziato nel 1586 su commissione di Don Pedro Giron,duca di Ossuna e viceré di Napoli dal 1582 al 1586. Inizialmente ospitava le collezioni archeologiche provenienti da Ercolano,Pompei e Stabbia. In seguito accolse la collezione di Stefano Borgia di Velletri comprendenti numerose sculture Greco-Romane cui si aggiunsero quelle Egizie. Fu intitolato Museo Nazionale da Garibaldi dopo la dominazione Borbonica quando furano aggiunte collezione artistiche di re Carlo III, Ferdinando IV,Francesco I e Ferdinando II di Borbone. L’archeologo Paolo Orsi propose la disposizione delle opere in 10 sezioni. Poi tutto fu modificato da Ettore Pais che sistemò le opere nei diversi piani mentre si deve all’archeologo Amedeo Maiuri ed a Vittorio Spinazzola l’attuale sistemazione delle collezioni. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) oggi è ritenuto uno dei più importanti al mondo e le sue collezioni sono distinte in alcuni nuclei principali.

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LE COLLEZIONI

COLLEZIONE FARNESE

COLLEZIONE POMPEIANA : GLI AFFRESCHI

AVORI-OSSI-TERRACOTTE INVETRIATE

Queste sono le collezioni che abbiamo visto

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COLLEZIONE FARNESE

Questa importante collezione di antichità, iniziata da Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, si formò nel XVI secolo grazie all'acquisto ed alla confisca di collezioni nobiliari, a donazioni e soprattutto ai rinvenimenti dagli scavi promossi dalla famiglia a Roma.

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Nella sezione è esposto parte del colossale apparato decorativo scultoreo appartenente alle Terme di Caracalla, edificate a Roma dall'imperatore Caracalla e dai suoi successori nel III sec. d.C. Le opere più celebri sono il Toro, forse la più grande scultura giuntaci dall'antichità, e l'Ercole dello scultore ateniese Glykon.

COLLEZIONE FARNESE

Sculture e Terme di Caracalla

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COLLEZIONE FARNESE

Sculture e Ritratti romani

Tra i pezzi di maggiore interesse, esposti in questa sezione, sono il ritratto colossale di Giulio Cesare di età traianea, la cosiddetta Agrippina, un busto colossale di Vespasiano, un busto di Adriano con corazza, un ritratto di Caracalla, la statua colossale di Alessandro Severo

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COLLEZIONE POMPEIANA: GLI AFFRESCHI

La collezione, una delle più celebri del Museo napoletano per la ricchezza delle testimonianze, comprende parte delle pitture staccate dalle case di Pompei e dall'agro circostante tra la metà del XVIII e gli inizi del XX secolo, e rappresenta un eccezionale documento dell'evoluzione della pittura romana dalla tarda repubblica all'Impero.

Le opere murali pompeiane venivano eseguite a fresco, a tempera e ad encausto.La pittura a fresco veniva eseguita su intonaco di calce fresca con colori macinati e diluiti in acqua.La pittura a tempera veniva eseguita diluendo i colori in solventi collosi e gommosi, con il rosso d'uovo e la cera.La pittura ad encausto, invece, la si otteneva con colori miscelati con la cera.

I stile

II stileIII stile

I V stile

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LETTURE DI ALCUNE OPERE

ERCOLE FARNESE

ATLANTE FARNESE

TORO FARNESE

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ERCOLE FARNESE

L’ Ercole Farnese è una copia dell’originale bronzeo creato da LISIPPO. Questa statua rappresenta l’eroe stanco al termine delle fatiche che si riposa appoggiandosi alla clava,tenendo con la mano destra,dietro la schiena,i pomi d’oro rubati alle ESPERIDI.

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ATLANTE FARNESE

Il globo sostenuto dal notissimo ATLANTE FARNESE, è rappresentato con le costellazioni, invece che con i continenti. La statua farnesiana ci fornisce una delle rappresentazioni dello zodiaco più complete e antiche che ci siano pervenute dal mondo greco arcaico. Risale al II secolo d. C. ma si suppone che questo sia una copia di un originale greco del III secolo a. C.

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TORO FARNESE

Il TORO FARNESE è un gruppo scultoreo ellenistico in marmo attribuito all'artista Apollonio di Rodi e a suo fratello Apollonio di Tralle È la più grande scultura dell'antichità mai ritrovata. Rappresenta la punizione di DIRCE.

Dirce è una figura della mitologia greca, moglie di Lico.Un giorno lui accolse la sua nipote Antiope, cacciata dal fratello Nitteo.Dirce trattò Antiope come una prigioniera. Qui Antiope diede alla luce due gemelli, Anfione e Zeto, ma quando Lico ne venne a conoscenza, ordinò che questi venissero abbandonati sul monte Citerone. Un pastore trovò i gemelli, e li allevò.Divenuti adulti, i figli decisero di vendicare la madre e uccisero Lico e Dirce attaccandola ad un toro, che la trascinò via uccidendola.Dioniso ebbe pietà di lei e la trasformò in una fonte presso Tebe, in altre versioni, venne gettata in una fonte, che assunse il suo nome.

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Doriforo (portatore di lancia), è una scultura di Policleto, realizzata tra il 450 ed il 445 a.C., molto probabilmente l’ideale rappresentazione del mitico eroe Achille.Il Doriforo rappresenta l’ideale classicistico di bellezza e perfezione. Policleto, infatti, con quest'opera fissa un canone di proporzione su cui si basa la rappresentazione del corpo umano.

DORIFORO

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Avori, ossi, terracotte, invetriate

La collezione degli oggetti in avorio ed osso comprende circa tremila esemplari, quasi esclusivamente di provenienza vesuviana, datati tra la tarda età ellenistica ed il 79 d.C. Nella stessa sala sono esposti anche alcuni reperti in terracotta invetriata, tecnica di origine egizia, molto diffusa in età ellenistica e poi romana.

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CONCLUSIONI PERSONALI

Questo lavoro ci è piaciuto tanto perché ci ha fatto ripercorrere la visita al Museo Archeologico di Napoli, imparando ad utilizzare Power Point, a navigare in Internet per fare le ricerche dei testi e delle immagini. Speriamo che in seguito faremo altre esperienze simili

armine iuseppe