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Padova, trasformazione della città a favore delle utenze deboli Arch. Lorenzo Attolico Professore a contratto di Composizione Architettonica presso l’Università di Padova Facoltà di Agraria

Padova: trasformazione della città a favore delle utenze deboli

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Le slide dell'intervento del Prof. Attolico, Università di Padova, al convegno "Integrazione fra Tecnica, Ecologia e Territorio" del 22 giugno 2010 presso il Politecnico di Bari.

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Padova, trasformazione della cittàa favore delle utenze deboliArch. Lorenzo AttolicoProfessore a contratto di Composizione Architettonica

presso l’Università di Padova Facoltà di Agraria

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Prof. Ing. Enzo SivieroProfessore ordinario di tecnica delle costruzioni presso l’Università IUAV di Venezia - Vice Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN). 

Arch. Lorenzo AttolicoProfessore a contratto di composizione architettonica presso l’Università di Padova Facoltà di Agraria A.D. Progeest Srl

 Ing. Federico Zago

Libero professionista e socio Progeest SRL - PADOVA – (PD) Arch. Nadia Danieli

Progeest SRL - PADOVA – (PD)

Padova, trasformazione della cittàa favore delle utenze “deboli”

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Attraverso la lettura e la conoscenza del territorio e del vorticoso sviluppo urbano della città, sono nati i fondamentali spunti progettuali per l’ideazione di un sistema di architetture in assoluta armonia con il sito e le sue valenze naturali. Le opere così realizzate divengono intimamente legate alla città e questo non può far altro che esaltare e amplificare il rapporto con i fruitori attivi e passivi delle stesse. La nostra esperienza per la progettazione di tre passerelle ciclopedonali per la città di Padova è stata caratterizzata da questo tipo di approccio e ne sono scaturite tre diverse opere d’arte che completano e corredano i percorsi ciclabili, riuscendo ad offrire un valore aggiunto ai luoghi ospitanti.

Ponte ciclo-pedonale sul Fiume Bacchiglione a servizio degli impianti sportivi Rari Nantes e del Parco Isonzo

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Lo sviluppo di Padova, città millenaria circoscritta dalle mura e dalle acque, coincide con la storia, spesso travagliata, dei suoi corsi fluviali la cui conformazione ha portato, nel tempo, ad una significativa tradizione in campo infrastrutturale. Le opere architettoniche e, come nel caso particolare, i ponti rappresentano lo specchio di una società e del suo tempo.

Ripercorrendo la storia delle trasformazioni avvenute e talvolta e subite dalla città durante i secoli, si delineano le ragioni che sostengono l’attuale fase di evoluzione urbanistica di Padova per renderla una città, come spesso si dice, a misura d’uomo (civile). L’obiettivo perseguito dalle ultime Amministrazioni attraverso la previsione di un sistema per la mobilità di tipo prevalentemente ciclo-pedonale assistito dal trasporto pubblico, è in sintonia con quello che sta avvenendo nelle città europee più progredite che pongono le utenze «deboli» (pedoni e ciclisti) al vertice della gerarchia della mobilità e di conseguenza del sistema infrastrutturale.

Numerosi interventi compiuti e in corso di realizzazione consentono oggi alle infrastrutture della città di vivere una nuova giovinezza grazie al progetto di riqualificazione urbana chiamato Padova Ciclabile che prevede come cardine della mobilità un’articolata rete di percorsi ciclopedonali di ultima generazione che dal centro si estende ai comuni limitrofi e ha lo scopo di dare ai padovani, intra moenia e oltre, un ambiente più sano, pulito e sicuro che sappia dissuaderli dall’uso indiscriminato dell’automobile.

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Il ponte presenta una lunghezza pari a circa 76 m e una larghezza dell’impalcato variabile tra 2,5 m e 4 m.La struttura portante è realizzata in acciaio. Lo schema statico è quello di un ponte ad arco bilancino, costituito da un tubo di diametro 914 mm al quale sono incastrati i traversi posti ad interasse di 5 m, sui quali grava il piano di calpestio. L’impalcato è irrigidito e sorretto da un arco inclinato laterale di altezza 7,5 m circa, al quale sono trasferiti i carichi tramite degli elementi a doppio T a sezione variabile che lo collegano al tubo torsionale di diametro 914 mm. Il ponte è disposto con asse pressoché perpendicolare all’asse del fiume con una luce netta di 76.00 m.

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Staticamente il sistema portante è costituito da 5 meccanismi resistenti che si aiutano e stabilizzano vicendevolmente.Il primo meccanismo è caratterizzato da un arco a 2 cerniere costituito da profili tubolari di diametro 914 mm per la catena e 406 mm per l’arco: esso rappresenta la funzione di sostenere verticalmente la passerella.

Il secondo meccanismo resistente è un cassone reticolare spaziale a livello di impalcato con la funzione di bloccare gli spostamenti orizzontali della catena dell’arco e contrastare le rotazioni del sistema in virtù della sua rigidezza torsionale.

Il terzo è costituito da una trave reticolare, avente come correnti l’arco stesso e un profilo di sezione circolare di estremità, di altezza variabile da 0 all’appoggio fino a circa 3 m in chiave dell’arco, atta a contrastare gli spostamenti orizzontali e a stabilizzare l’arco stesso.

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Il quarto serve ad incastrare le mensole che portano l’impalcato alla catena dell’arco. Questo incastro avviene sfruttando in parte la rigidezza torsionale della catena e in parte la rigidezza di un telaio a forma di L, costituito dai pendini dell’arco uniti in modo rigido alle mensole dell’impalcato che contrasta la rotazione delle mensole mediante una coppia costituita da due forze orizzontali che caricano sul proprio piano la reticolare di impalcato e quella sulla superficie dell’arco.

Il quinto meccanismo resistente ha la funzione di ripartire uniformemente eventuali carichi concentrati e quindi di limitare al massimo le deformazioni ed è costituito da una trave reticolare tipo Vierendel che unisce le teste delle mensole sul piano del parapetto esterno.

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Ponte a servizio di via Pelosa sul Canale Brentelle

L’area di intervento rientra in una porzione di territorio sita nella zona occidentale di Padova al confine con il comune di Selvazzano, e si inserisce in un contesto piuttosto ampio poiché interessa sia il canale Brentella che l’incrocio stradale tra via Sette Martiri e via Pelosa. L’analisi del sito è stata effettuata tramite il materiale cartaceo, le fotografie ma, soprattutto, i sopralluoghi che permettono di prendere visione dello stato di fatto della zona, e quindi di venire a contatto con la situazione attuale e con le problematiche che la interessano da vicino, e che coinvolgono gli abitanti della zona.

L’area era priva di un collegamento ciclabile e pedonale che ristabilisse un’unione tra la zona ovest di Padova ed i comuni di Selvazzano Dentro e Rubano in corrispondenza di via Pelosa, antica via che, dal centro di Padova, arriva sino alla provincia di Vicenza attraverso i Comuni di Selvazzano, Rubano, Saccolongo, Mestrino e Veggiano.

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L’obiettivo era quello di ripristinare questo collegamento con l’ausilio di una passerella ciclo-pedonale sul canale Brentella in modo da unire i due tratti di via Pelosa posti immediatamente ad est e ad ovest del canale.

L’intervento diventa anche il pretesto di rivalutazione della zona soddisfacendo la necessità di un miglioramento dei collegamenti viari, garantendo la massima sicurezza e continuità nella percorrenza dalla città alle diverse destinazioni – residenze, impianti sportivi, servizi - rientranti nel quadrante considerato.

Per questo, oltre al progetto della passerella ciclo-pedonale, vengono previsti interventi mirati, come il rialzo degli attraversamenti pedonali e ciclabili rispetto alla carreggiata e la separazione della sede della pista ciclabile e un’area di sosta con finalità ricreative.

La zona in prossimità del canale, ha un vincolo di tipo ambientale ai sensi della ex legge 1497/39 (vincolo ambientale del sito), ribadito ora nel Testo Unico in materia di beni artistici e culturali, D. Lgs. 490/99.

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Questi sono i punti nevralgici che sono stati considerati nella stesura del progetto e che sono diventati gli obiettivi principali da raggiungere, ossia: in primis il progetto della passerella, che ha posto le basi per sviluppare un secondo tema quello di integrare il ponte nel contesto, creando una risalita per permettere agli utenti di raggiungere comodamente l’argine.

Per quanto concerne l’aspetto progettuale relativo a questo tipo di intervento, sono stati presi in considerazione alcuni aspetti di carattere generale:

  -rapporto tra l’intervento ed il sito: riduzione dell’impatto ambientale e visivo;-collegamento delle rampe di accesso agli argini destro e sinistro;-economia della costruzione e facilità di montaggio;

Viste le premesse, l’attenzione si è spostata verso lo studio di una forma originale e una struttura complessivamente leggera, che si possa integrare con il sito senza gravare eccessivamente sui preesistenti equilibri ambientali interessati da questo intervento.

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Dal punto di vista formale, la passerella ha un andamento sinuoso, pensato sia per creare degli inviti facilmente raggiungibili, perché posti nelle immediate vicinanze delle rampe di risalita, ma anche per continuare il disegno evidenziato dalla planimetria che riguarda l’unione di via Pelosa attraverso i passaggi esistenti (uno su via Sette Martiri e l’altro su via Tre Ponti).

Anche il materiale pensato per la realizzazione della passerella, l’acciaio, permette la creazione di una struttura leggera e di impatto visivo moderato rispetto alle sue dimensioni.

La passerella in pianta presenta uno sviluppo a S di 54,40 metri, con le antenne e i sistemi di tirantatura posizionati in modo pressoché simmetrico e speculare.

La passerella si sviluppa in continuità su 3 campate rispettivamente di 8,40 m la campata laterale lato Rubano, di 33,40 m la campata centrale e 12,6 m la campata laterale lato Padova; due pile centrali e le pile – spalle laterali costituiscono gli appoggi dell’impalcato, l’impalcato è inoltre sostenuto da un sistema di tirantatura, i tiranti sono collegati a due antenne che sono la prosecuzione delle due pile centrali.

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La passerella in pianta presenta uno sviluppo a S di 54,40 metri, con le antenne e i sistemi di tirantatura posizionati in modo pressoché simmetrico e speculare. La passerella si sviluppa in continuità su 3 campate rispettivamente di 8,40 m la campata laterale lato Rubano, di 33,40 m la campata centrale e 12,6 m la campata laterale lato Padova; due pile centrali e le pile – spalle laterali costituiscono gli appoggi dell’impalcato, l’impalcato è inoltre sostenuto da un sistema di tirantatura, i tiranti sono collegati a due antenne prosecuzione delle due pile centrali.

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L’opera si sviluppa in continuità su 3 campate; due pile centrali e le spalle laterali costituiscono gli appoggi dell’impalcato, l’impalcato è inoltre sostenuto da un sistema di tirantatura, i tiranti sono collegati a due antenne che sono la prosecuzione delle due pile centrali.In pianta presenta uno sviluppo a S con le antenne e i sistemi di tirantatura posizionati in modo simmetrico e speculare.È costituita da due profili tubolari di diametro pari a 550 mm, collegati tra loro da delle IPE 550 incastrate ai tubi stessi in modo da realizzare un collegamento rigido.

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L’impalcato, che presenta una larghezza massima di 3.5 m, è semplicemente appoggiato alle pile e alle spalle mentre il sistema di tirantatura, posto in modo speculare crea una serie di appoggi alla campata centrale. Nelle zone della campata centrale in cui il tubo non è sorretto dai tiranti viene in parte sostenuto per torsione dal tubo tirantato.Le antenne, a cui sono collegati i tiranti risultano inclinate, rispetto alle verticale, e sono pensate incastrate alla base in cui è stata prevista una fondazione a plinto su pali.In corrispondenza delle spalle gli appoggi sono stati concepiti per consentire scorrimenti in tutte le direzioni orizzontali mentre forniscono un collegamento fisso per le azioni verticali, anche di trazione, che derivano dal sistema di tirantatura.

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Ponte sul canale San Gregorio

La terza passerella che presentiamo è per il momento in fase progettuale, per cui a differenza delle prime due non è ancora stata realizzata. Fin dai primi istanti in cui ci è stata sottoposto questo progetto come di consueto siamo andati ad annusare il luogo, scrutandone le peculiarità più recondite sono emerse le condizioni “limite” oltre le quali la nostra fantasia non poteva e non doveva osare. Le caratteristiche intrinseche del corso d’acqua da sovrastare hanno dettato le regole dei approccio progettuale. Partendo dal rispetto e dalle garanzie idrauliche di questo delicato e sensibile territorio abbiamo pensato ad una geometria ricorrente, il nastro di August Ferdinand Möbius, poteva rappresentare molto arditamente e con alcune moderate variazioni del proprio andamento nello spazio, una sagoma attorno a cui far “muovere” l’intero sistema statico che avrebbe potuto sostenere gli elementi di sostegno secondari, diventando luogo di centralità urbana da cui poter irradiare le funzioni ed i significati di questo luogo oggi piuttosto anonimo.

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Inoltre una geometria molto ardita e dinamica sarebbe divenuta presto nella memoria dei fruitori di questo territorio attivi e passivi un simbolico accesso al limitrofo parco Fenice prima e Roncajette poi. Nell’intorno, a monte e a valle del luogo ove ricade la passerella la presenza di due vigorosi ponti carrabili a via di corsa inferiore determinano un dialogo aperto sulla dicotomia dei significati tra le strutture in acciaio e Calcestruzzo, le prime sicuramente più eteree e dinamiche le seconde molto più possenti.

L’impalcato del ponte sul Canale San Gregorio si innerva al nastro che con un giocoso movimento attraverso lo spazio a sua volta dà la possibilità agli utenti di attraversare le due rive del canale come attori nella scena. L’idea di progetto inoltre ha voluto creare all’interno dell’opera stessa, in corrispondenza dell’ambito centrale un “luogo” di pregevole osservazione verso sud dei colli Euganei, sinuosi e delicati nel disegno delle forme di questa quinta scenica.

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La passerella sfrutta la mutua collaborazione tra due sistemi resistenti: l’arco a spinta eliminata posto su un piano inclinato di 45° sull’orizzontale e il cassone reticolare in profili tubolari di acciaio. Grazie alla notevole rigidezza flessionale e torsionale del cassone reticolare le dimensioni della sezione dell’arco risultano contenute. Per limitare le rotazioni dell’impalcato, che risulta appeso all’arco su uno dei suoi bordi, si è studiato un attacco tra l’impalcato e i pendini che, grazie allo sfalsamento tra il piano dell’arco e quello dei pendini stessi, produce un effetto stabilizzante tale che gli abbassamenti risultano pressoché uniformi lungo le sezioni trasversali del manufatto. La passerella viene posata sulle spalle in c.a. tramite 2 appoggi in PTFE per spalla. Le spalle saranno dotate di fondazioni profonde costituite da micropali.

Abbassamenti dell’impalcato

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Prof. Ing. Enzo SivieroSocio e Direttore Tecnico di PROGEeST S.r.l., laureato in Ingegneria Civile nel 1969 presso l’Università di Padova, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Padova al n. 647 dal 26.06.1969, iscritto all'Albo Regionale dei Collaudatori al n. 419 (anno 1982), il 10 dicembre ’09 è stato insignito della laurea “Honoris Causa” in Architettura dall’Università degli Studi di Bari. Attualmente è professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l'Università IUAV di Venezia e titolare del Corso Teoria e Progetto di Ponti, nonché vice presidente del CUN - Consiglio Universitario Nazionale. Arch. Lorenzo AttolicoSocio e Amministratore Delegato di PROGEeST S.r.l., laureato col massimo dei voti in Architettura, nel 1996 presso il Dipartimento di Costruzione dell'Architettura dell'Università IUAV di Venezia, iscritto all’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova al n. 1541 dal 1998.Professore a contratto di Composizione Architettonica presso l’Università di Padova Facoltà di Agraria. Ing. Federico ZagoLaureato nel 1997 in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di Padova, nel 1999 si iscrive all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Padova specializzandosi nella progettazione strutturale di ponti e viadotti. Libero professionista e socio attivo Progeest SRL - PADOVA – (PD) dall’anno 2009, con cui collabora assiduamente dall’anno 2003. Arch. Nadia DanieliLaureata in Architettura presso il Dipartimento di Costruzione dell'Architettura dell'Università di Venezia con voto 110/110 e lode Relatore Prof. Ing. Enzo Siviero Direttore Dipartimento di Costruzione dell’Architettura. Pubblicazioni Tesi di laurea “Soluzione viaria per Padova nord e progetto del nuovo ponte sul Fiume Brenta tra Limena e Vigodarzere” . Socio attivo della Società Progeest SRL - PADOVA – (PD) dall’anno 2009, con cui collabora stabilmente dall’anno 2000. 

…..grazie