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Valutatori (auditor) di Sistemi di Gestione per la Qualità, la Sicurezza e l’Ambiente Docente: Massimo Farina http://www.massimofarina.it [email protected] La responsabilità d’impresa D.lgs. 231/01

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Valutatori (auditor) di Sistemi di Gestione per la Qualità, la Sicurezza e l’Ambiente

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Valutatori (auditor) di Sistemi di Gestione per la Qualità, la Sicurezza e l’Ambiente

Docente: Massimo Farina

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[email protected]

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Page 3: La responsabilità d’impresa D.lgs. 231/01

- I principali soggetti titolari di posizioni di garanzia: obblighi e responsabilità penali- Individuazione, in concreto, del datore di lavoro nell’ambito dell’impresa.- La delega di funzioni: presupposti contenuti e limiti- La responsabilità del dirigente senza delega- La sub-delega- Come redigere deleghe e comunicazione di compiti prevenzionistici- Gli orientamenti giurisprudenziali più recenti- Il modello organizzativo come strumento di controllo

SOMMARIO

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- Il modello organizzativo come strumento di controllo- Profili di applicabilità del sistema- I modelli di organizzazione- L’applicazione del modello organizzativo- La crisi del sistema- Le responsabilità e il trattamento sanzionatorio- Collegamenti con il testo unico per la sicurezza e il D.Lgs. 231/01- Collegamenti con il Codice della Privacy

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DISCIPLINA DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE

Legge Delega 29 Settembre 2000, n.300 –ART. 11

D.Lgs. 8 Giugno 2001 –n.231

FONTI

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DISCIPLINA DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE, DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI ANCHE

PRIVE DI PERSONALITÀ GIURIDICA

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PRIMA del D.Lgs. 231/2001

NON ESISTEVA

un sistema normativo che prevedesse conseguenzesanzionatorie dirette nei confronti di enti per REATIposti in essere a vantaggio di questi ultimi daamministratori, dirigenti o dipendenti

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231/2001MA SOLTANTO

(Ex artt. 196 e 197 c.p.) Obbligo per l’ente di farsi carico del pagamento di multe e ammende:

• inflitte personalmente al rappresentante legale e all’amministratore;

• in caso di insolvenza dei soggetti che hanno compiuto il reato.

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COMPRESI

Enti dotati di personalitàgiuridica, società fornite dipersonalità giuridica eassociazioni anche prive dipersonalità giuridica

ESCLUSI

Stato, Enti pubblici territoriali ed Enti con funzioni di rilievo costituzionale

Ambito di applicazione

RATIO: lo Stato e gli Enti pubblici so-pra indicatiesistono e sono costituiti per dare soddisfazionead interessi pubblici elevati a maggior rango,irrinunciabili ed incomprimibili, che vanno al di làdel-la soddisfazione del singolo ed avranno come"mission" la tutela degli "interessi diffusi" dellacollettività.

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Il D.Lgs. 231/01 istituisce la responsabilità amministrativadell’ente per reati posti in essere da amministratori, dirigenti e/odipendenti nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso.

EFFETTI

collettività.

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� Responsabilità amministrativa

� Responsabilità penale

� Terzo genere di responsabilità che coniuga i tratti essenziali del sistema penale con quelli del sistema amministrativo

NATURA DELLA RESPONSABILITÀ

???

QUALUNQUE SIA LA SOLUZIONE

Si va verso il superamento del principio “societas delinquere non potest” ex art. 27 COSTITUZIONE

La responsabilità amministrativa

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SOLUZIONE potest” ex art. 27 COSTITUZIONELa responsabilità penale è personale.

1) Si introduce la responsabilità in sede penale della società che va ad aggiungersi a quella della persona fisica.

2) La responsabilità suddetta coinvolge il patrimonio dell’ente e, indirettamente, gli interessi economici dei soci.

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…… amministratori, dirigenti e/o dipendenti

ART. 5 LETTERA A

Soggetti che svolgono, anche di fatto, attività e funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa

ART. 5 LETTERA B

Persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera A

…….. nell’interesse o a vantaggio dell’ente

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ART. 5

E’ necessario che il reato sia stato compiuto nell’interesse o a vantaggio dell’ente.

INFATTI: ai sensi dell’art. 5, II comma, è esclusa la responsabilità dell’ente qualora la persona fisica abbia commesso il reato per esclusivo vantaggio proprio o di terzi.

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I reati

reati contro la Pubblica Amministrazione (es. corruzione, con-cussione malversazione a danno delloStato...);

reati contro la fede pubblica (falsità in monete, in carte di pub-blico credito e valori in bollo)difficilmente ipotizzabili nel caso di società fiduciarie;

reati societari (false comunicazio-ni sociali, illecita influenza sull'assemblea, formazione fittizia delca-pitale, illegale ripartizione degli utili e delle riserve... );

delitti contro la personalità dello Stato (associazione con finalità di terrorismo o di eversionedell'ordine democratico);

market abuse (abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato) - introdotti con L. 62/05;

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/05;

reati transnazionali (associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso„ .. introdotti con L.146/06);

reati commessi con violazione delle norme previste a tutela della salute e della sicurezza sullavoro (T.U. 81/08): omicidio colposo — lesioni colpose; reati di riciclaggio, ricettazione e impiego dibeni e/o utilità di provenienza ille-cita ex D.Lgs. 231/07;

delitti di criminalità organizzata;

reati contro l'industria e il com-mercio;

reati commessi con violazione delle norme sul diritto d'autore.

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Previsione di un regime di responsabilità che prevede una

inversione dell’onere della prova

ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE

ART. 6

Se il reato è commesso da soggetti in posizione APICALE (art.5, lettera A)

1. Sono stati comunque adottatimodelli organizzativi, di gestione edi controllo idonei a prevenire reatidella specie poi verificatasi.

2. E’ stato istituito un organismo dicontrollo interno e autonomo,

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Per l’esclusionedella responsabilitàdell’ente ènecessario che

controllo interno e autonomo,dotato di poteri di vigilanza.

3. I vertici hanno commesso il reatoeludendo fraudolentemente iprotocolli preventivi.

4. Non ci sono state omissioni onegligenze nell’operatodell’organismo di controllo.

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ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE

ART. 7

Se il reato è stato commesso da un dipendente

1. la commissione del reato è stataresa possibile dall'inosservanzadegli obblighi di direzione ovigilanza.

2. In ogni caso, è esclusal'inosservanza degli obblighi di

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L'ente è responsabile se

l'inosservanza degli obblighi didirezione o vigilanza se l'ente,prima della commissione del reato,ha adottato ed efficacementeattuato un modello diorganizzazione, gestione e controlloidoneo a prevenire reati dellaspecie di quello verificatosi.

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OMISSIONE DI MISURE NECESSARIE A PREVENIRE LA COMMISSIONE DI REATI DA PARTE DI PROPRI DIRIGENTI E/O COLLABORATORI

INTERESSE DELLA SOCIETA’ (O DEL GRUPPO)

PRESUPPOSTI DELLA RESPONSABILITÀ

RIASSUMENDO

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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INTERESSE DELLA SOCIETA’ (O DEL GRUPPO)

APPLICAZIONE DEI PRINCIPI COMUNI DELLA LEGGE PENALE

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QUATTRO REQUISITI NECESSARI

L’ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ SI HA SELA SOCIETA’ DIMOSTRA DI AVER ADOTTATO EDEFFICACEMENTE ATTUATO UN MODELLOORGANIZZATIVO DI PREVENZIONE

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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INVERSIONE DELL’ONERE DELLA PROVA

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l’ente deve aver adottato ed efficacementeattuato (prima della commissione del fatto)

PRIMO REQUISITO

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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attuato (prima della commissione del fatto)modelli organizzativi e di gestione idonei aprevenire il reato

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la vigilanza sul funzionamento e l’osservanza deimodelli, nonchè la cura del loro aggiornamento,deve essere affidata ad un organismo dotato di

SECONDO REQUISITO

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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deve essere affidata ad un organismo dotato diautonomi poteri di iniziativa e controllo

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fraudolenta elusione dei modelli di organizzazionee gestione da parte delle persone che hannocommesso il reato

TERZO REQUISITO

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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commesso il reato

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l’organismo di vigilanza deve aver svolto il propriocompito senza insufficienze o omissioni

QUARTO REQUISITO

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POTENZA, 5 GIUGNO 2008

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A) Un modello di organizzazione, gestione e controllo caratterizzata da criteri di efficienza, praticabilità e funzionalità ragionevolmente in grado di limitare le probabilità di commissione di reati ricompresi nell’area di rischio legata all’attività di impresa.

È NECESSARIO (MA NON

OBBLIGATORIO)

QUINDI

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all’attività di impresa.

B) Un organismo interno all’ente che abbia compiti di iniziativa e di controllo sulla efficacia del modello e che sia dotato di piena autonomia nell’esercizio della supervisione e del potere disciplinare.

OBBLIGATORIO) ADOTTARE

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SANZIONI (art. 9)

a)a) pecuniariepecuniarie amministrativeamministrative;;b)b) interdittiveinterdittive;;

INOLTRE SI AGGIUNGONO:la confisca del profitto del reato e la pubblicazione

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la confisca del profitto del reato e la pubblicazionedella sentenza di condanna.

Nota sulla sanzione pecuniaria amministrativa: determinata in “numero di quote” applicabili

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ConCon ilil sistemasistema delledelle “quote”“quote” ilil calcolocalcolo delladella sanzionesanzione èè determinatodeterminato dalladallacombinazionecombinazione didi duedue diversidiversi elementielementi (artt(artt..1010 ee 1111))::

11)) importoimporto unitariounitario delladella singolasingola “quota”“quota” ee22)) numeronumero didi “quote”“quote” applicabiliapplicabili..

11)) ImportoImporto:: minimominimo 258258 €€;; massimomassimo 11..549549 €€ (in(in basebase allealle condizionicondizioni economicheeconomiche eepatrimoniali,patrimoniali, aiai finifini dell’efficaciadell’efficacia delladella sanzione)sanzione);;

SANZIONI: le quote (art. 9)

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patrimoniali,patrimoniali, aiai finifini dell’efficaciadell’efficacia delladella sanzione)sanzione);;

22)) numeronumero delledelle quotequote:: minimominimo 100100;; massimomassimo 10001000 (in(in basebase allaalla gravitàgravità deldel fatto,fatto, alalgradogrado didi responsabilitàresponsabilità dell’impresa,dell’impresa, eded all’attivitàall’attività perper eliminareeliminare lele conseguenze)conseguenze)..

� combinazione” dei due elementi della sanzione pecuniaria:minimo 25.800 € ; massimo 1.549.000 €

� è escluso il pagamento in misura ridotta.

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� b) sanzioni interdittive (artt. 9 e 13):

�divieto di pubblicizzare beni e servizi;�esclusione e revoca di finanziamenti;�divieto di contrattare con la p.a.;�sospensione o revoca di autorizzazioni o licenze;

SANZIONI: le quote (art. 9)

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�interdizione dall’esercizio dell’attività.

ALTRE SANZIONI ALTRE SANZIONI (Art.9)

• CONFISCA

• PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA

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SANZIONI PECUNIARIE

• INTRODUZIONE DI UN SISTEMA COMMISURATIVO PER QUOTE

Fase 1

Numero quote in base a indici di gravità dell’illecito

Fase 2

Valore monetario quote in base alle condizioni economiche dell’ente

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•PREVISIONE DI IPOTESI DI RIDUZIONE DELLA SANZIONE (art. 12)

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SANZIONI INTERDITTIVE

CONDIZIONI (Art.13)

a. rilevante profitto per l’ente; se soggetto attivo in posizione subordinata: gravi carenze organizzative;

b. reiterazione degli illeciti.

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PRECLUSIONI (Art.17)

Se l’ente pone in essere almeno una delle seguenti condotte riparatorie:

a. risarcimento del danno ed eliminazione conseguenze dannose del reato;

b. attuazione modelli organizzativi;

c. messa a disposizione del profitto conseguito ai fini della confisca.

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• Resta ferma la responsabilità della società trasformata (già corollario dell’art. 2498, III comma, c.c.)

• La responsabilità si trasferisce in capo alla società risultante dalla fusione (già corollario dell’art. 2504 bis c.c.)

TRASFORMAZIONE

FUSIONE

SCISSIONE

• In caso di scissione parziale, la società scissa rimane responsabile peri reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avutoeffetto

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• tanto in caso di scissione parziale che totale, gli enti sarannoresponsabili in solido nei limiti del patrimonio netto ad essi trasferito.

NOTA: L’ente beneficiario al quale sia stato trasferito il ramo d’azienda nel quale è commesso il reato:

• sarà responsabile oltre i limiti altrimenti previsti;

• sarà responsabile anche per i reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto

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A condizione

• che il debito (la sanzione) risulti dai libri contabili obbligatori;

• che il cessionario, in alternativa, sia comunque a conoscenza degli illeciti commessi antecedentemente.

CESSIONE E CONFERIMENTO D’AZIENDA

SolidarietàSolidarietà del cessionario per il pagamento della sanzione pecuniaria

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commessi antecedentemente.

Salvo

• il beneficio della preventiva escussione del cedente

• nei limiti del valore dell’azienda ceduta

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Art. 34 Nell’accertamento delle responsabilità delle imprese si seguono le regole del processo penale

All’ente si applicano le disposizioni processuali relative all’imputato

Art. 55 Annotazione del P.M. nel registro delle notizie di reato

ASPETTI PROCESSUALI

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Art. 58

• invio di una eventuale informazione di garanzia all’ente;

• l’ente ha il diritto di partecipare al procedimento penale;

• possibilità di applicazione di misure cautelari interdittive.

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Modelli organizzativi e sicurezza sul lavoro

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Art. 300

Principali disposizioni del D.lgs. 81/08 collegate al D.lgs. 231/01

Modelli di organizzazione e di gestione

Modifiche all'articolo 25-septies del decretolegislativo 8 giugno 2001,

Art. 30Art. 16

Delega di funzioni

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gestione legislativo 8 giugno 2001,n. 231: Omicidio colposoo lesioni gravi ogravissime commessecon violazione dellenorme sulla tutela dellasalute e sicurezza sullavoro.

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Art. 300 (25-septies)

Omicidio colposo o lesionigravi o gravissimecommesse con violazionedelle norme sulla tuteladella salute e sicurezzasul lavoro.

Per dolo si intende la consapevolezza e la volontà di commettere un reato. Il dolo è uno degli elementi essenziali al fine di qualificare ciascun reato (è detto, in particolare, elemento soggettivo, perché riguarda uno stato psicologico).L'art. 42 c.p. prevede infatti che nessuno può essere punito per un'azione od omissione preveduta come reato, se non l'ha commessa con coscienza e volontà, ma fa salvi alcuni casi espressamente previsti dalla legge in cui può aversi reato anche in mancanza di dolo (sono i casi dei reati preterintenzionali e dei reati colposi).

Si TRATTA DI DELITTICOLPOSI CHE MAL SICONCILIANO CON I REATIEX 231/01

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(sono i casi dei reati preterintenzionali e dei reati colposi). Si determina uno stato soggettivo di preterintenzione quando si vuole porre in essere unreato, ma le conseguenze della propria azione sono più gravi di quanto previsto (adesempio, si vuole colpire con un pugno per provocare una percossa e invece si determinala morte della persona colpita). Le uniche figure previste nel nostro ordinamento sonol'omicidio preterintenzionale (art. 584 c.p.) e l'aborto preterintenzionale (art. 18, c. 2, L.194/1978).Si ha invece l'elemento soggettivo della colpa quando manca la volontà di determinareun qualsiasi evento costituente reato, ma l'evento si verifica ugualmente per negligenza,imprudenza, imperizia o per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (art.43 c.p.). Anche le ipotesi di reati colposi sono tassativamente previste dalla legge (adesempio: omicidio colposo [art. 589 c.p.] o lesioni colpose [art. 590 c.p.]).

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QUALI SONO I PROBLEMI DI COORDINAMENTO TRA LEFATTISPECIE DCOLPOSE E I REATI CONTENUTI NELD.LGS. 231/01????

Art. 5 D.LGS. 231/01 L'ente è responsabile per i reaticommessi nel suo interesse o a suovantaggio

Questi requisiti sono tipici dei

1. Interpretazione abrogans

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Questi requisiti sono tipici deireati dolosi e non di quellicolposi

abrogans

2. Interpretazione che considera il comportamento che da un punto di vista oggettivo è compiuto nel rispetto delle politiche (cioè interessi) aziendali

NOTA: La seconda interpretazione è confermata anche dall’art. 8secondo cui la responsabilità sussiste anche quando l’autore delreato non sia identificato o identificabile

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RIEPILOGANDO

l'ente risponderà sia nell'ipotesi in cui abbia conseguito un vantaggioquale conseguenza della condotta posta in essere dall'agente nellosvolgimento dell'attività di impresa, sia in quella di una condotta che,pur non avendo prodotto alcun vantaggio, sia connotata da un interessedell'ente sul piano oggettivo, sia, in altri termini, una condotta idonea aprocurare un beneficio all'ente.

Esempio di condotte poste in

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NOTA: Si tratta diun’interpretazione che lasciadubbi sul piano del rispetto delprincipio di legalità, in quantocollega il presupposto punitivodell’interesse al reato e non allacondotta

i soggetti responsabili della sicurezzanon adempiono ai loro doveriistituzionali per risparmiare

Esempio di condotte poste in essere nell’interesse o a

vantaggio dell’ente

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ALTRO PROBLEMA DI COORDINAMENTO TRA LEFATTISPECIE COLPOSE E I REATI CONTENUTI NEL D.LGS.231/01????

Art. 6,CO.1, LETT. C) D.LGS. 231/01

l'ente risponde del reato realizzato dalsoggetto in posizione apicale, se nonprova che costui ha "commesso ilreato eludendo fraudolentemente imodelli di organizzazione egestione"

E' inconciliabile con la non volontàdell'evento (morte o le lesioni a

1. Interpretazione abrogans

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dell'evento (morte o le lesioni acarico dei lavoratori)l'atteggiamento di chi si prodighiper eludere fraudolentemente ilsistema di gestione della sicurezza

2. Interpretazione che considera il comportamento fraudolento limitatamente al mancato rispetto del sistema di gestione della sicurezza senza che tale inosservanza si accompagni alla volontà dell’evento

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Confronto tra i modelli organizzativi previsti dalle due discipline

L’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008, in coordinamento con lo schema di cuial D.Lgs. 231/2001, a cui espressamente fa rinvio, prevede che laddovel’ente abbia adottato ed efficacemente attuato un Modello diorganizzazione e gestione idoneo ad assicurare la conformità ai requisitied obblighi giuridici in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro,possa ottenere l’esclusione della sua responsabilità (c.d. esimente).

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Art. 30

1. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficaciaesimente della responsabilità amministrativa degli enti di cui al decretolegislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacementeattuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gliobblighi giuridici relativi:

QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO????

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la responsabilità dell’ente sorge ed è perseguita in sede penale nelleipotesi di reati di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi ogravissime occorsi sul luogo di lavoro e resi possibili dall’ente a causadella sua inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortunisul lavoro

cioè

QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO????

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cioè

Per avere la responsabilità dell’ente, è necessario non solo che siconfigurino tutti gli elementi di tali reati (l’evento che le norme penalidell’omicidio colposo o delle lesioni gravi o gravissime puniscono), maoccorre la “colpa specifica” (la condotta commissiva o omissiva cui èassociabile un interesse o vantaggio dell’ente) che l’evento si sia verificatoa causa dell’inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sullavoro

Esempi

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Esempi di condotte poste inessere dall’ente, inviolazione della normativaper la prevenzione degliinfortuni sul lavoro, persoddisfare un interesse o

QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO????

•risparmio sulle misure di prevenzione degli infortuni;

•risparmio sui costi di manutenzione;

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soddisfare un interesse oconseguire un vantaggio, inoccasione di un evento cheintegra gli estremi dei reatidi omicidio colposo o lesionigravi o gravissime:

Esempi

manutenzione;

•risparmio sui costi di formazione;

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RIEPILOGANDO

Il Modello di organizzazione e di gestione 231/01 (richiamato dall’art. 30del D.Lgs. 81/2008) costituisce un mezzo attraverso il quale l’ente hal’opportunità di dimostrare la propria diligenza organizzativa (premiatacon l’esimente o la riduzione dell’afflittività delle sanzioni),«…assicurando un sistemaaziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici…» discendenti

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aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici…» discendentidalla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e,conseguentemente e in primo luogo, prevenendo e riducendo gli impattidegli infortuni e delle malattie nei luoghi di lavoro.

IL MODELLO 231 È UN MEZZO PER DIMOSTRARE LA DILIGENZA ORGANIZZATIVA IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO

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INOLTRE

È opportuno evidenziare che l’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008, oltre adelencare in sintesi i requisiti ed obblighi giuridici che attraverso il Modello diorganizzazione e gestione l’ente deve rispettare per dimostrare la propriadiligenza organizzativa, prevede che «in sede di prima applicazione, i modellidi organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL)del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumonoconformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti».

sono uno strumento di aiuto nella definizione di un

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Linee guida UNI-INAIL

sono uno strumento di aiuto nella definizione di unsistema di gestione SSL elaborate dall’INAIL

British Standard OHSAS

18001:2007(Occupational Health

and Safety Assessment Series )

identificano uno standard internazionale per unsistema di gestione della Sicurezza e della Salutedei Lavoratori (emanate dal British StandardsInstitution nel 1999 e aggiornate nel 2007)

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PRINCIPALI ORIENTAMENTI SUL RAPPORTO TRA LE DUE DISCIPLINE

il Modello di organizzazione e gestione 231/01 (richiamato dall’art. 30)coincide con il sistema di gestione della salute e sicurezza nei luoghi dilavoro, impiantati in applicazione dei requisiti discendenti dal D.Lgs. 81/2008e, a loro volta, conformi o meno agli ulteriori requisiti di cui alla norma BSOHSAS 18001:2007 o alle linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestionedella salute e sicurezza sul lavoro (SGSL).

NOTA: l’espressione «si presumono conformi ai requisiti di cui al

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NOTA: l’espressione «si presumono conformi ai requisiti di cui alpresente articolo per le parti corrispondenti», fa intendere, comeminimo, che il Modello ex art. 30 ha un ambito e struttura non deltutto coincidente con tali sistemi di gestione della salute e sicurezzanei luoghi di lavoro.

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PRINCIPALI ORIENTAMENTI SUL RAPPORTO TRA LE DUE DISCIPLINE

il Modello di organizzazione e gestione 231 (richiamato dall’art. 30) coincidecon una Parte Speciale o Modulo del Modello di organizzazione, gestione econtrollo impiantato in conformità ai requisiti di cui al D.Lgs. 231/2001 che,coerentemente alle altre Parti Speciali del Modello, si esauriscetendenzialmente con il dettaglio dei reati presupposto, delle relative modalitàed esempi di realizzazione, l’elenco delle attività c.d. sensibili identificate edei principi comportamentali diretti a scoraggiarne e prevenirne larealizzazione, in talune ipotesi corredati da pratiche di controllo e flussiinformativi previsti in favore dell’Organismo di Vigilanza.

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NOTA: Anche questa interpretazione, come si vedrà meglio nelprosieguo del documento, pecca per difetto, non essendo in grado diricomprendere nel proprio ambito, perlomeno, tutto il sistema diretto adassicurare il rispetto degli adempimenti obbligatori di cui al comma 1dell’articolo 30.

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ORIENTAMENTO DOMINANTE

Il rapporto tra le due discipline va inquadrato come sistema articolato su dueprincipali livelli, ciascuno dei quali focalizzato su obiettivi specifici esostanzialmente distinti, ancorché correlati.

PRIMO LIVELLO(“Come prevenire e

gestire i rischi di infortunio e malattie

sviluppabili nei luoghi di lavoro?”)

Riguarda gli obiettivi di natura operativa,fondamentalmente finalizzati ad assicurare la sicurezza e lasalute sul lavoro.Questo livello trova un puntuale indirizzo e una dettagliatadisciplina nello stesso D.Lgs. 81/2008 (misure minime ecogenti), così come in ulteriori fonti, tra cui quelleindicate nel comma 5 dell’articolo 30 del decreto, quellericavabili da altre disposizioni legislative in materia, dallenorme di buona tecnica, dalle buone prassi e dalle linee guidadisponibili.

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SECONDO LIVELLO(“Come gestire il rischio

di responsabilità penale in capo all’ente per

violazione delle normesulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro?”)

Riguarda gli obiettivi di conformità sostanzialmente finalizzatiad assicurare che l’ente abbia adottato ed efficacementeattuato le attività richieste ai fini dell’adempimento di tutti gliobblighi giuridici discendenti dalla normativa in materia disalute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò al fine di dimostrarela propria diligenza organizzativa ed ottenere il beneficiodell’esclusione della responsabilità dell’ente secondo quantoprevisto nello schema generale di cui al D.Lgs. 231/2001. Intermini tecnici, è un insieme di controlli di secondo livellodiretti ad assicurare l’adeguatezza e l’operatività, rispetto airequisiti normativi di riferimento, dei controlli di primo livello.

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