43
I PROFILI DEI DIECI GRANDI ECONOMISTI ADAM SMITH NACQUE A KIRLADY(SCOZIA) NEL 1723-morì ad Edimburgo (SCOZIA) nel 1970. Professore di logica e filosofia morale, commissario alle dogane. Le sue opere principali sono: Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, 1776; Teoria dei sentimenti morali, 1759.

I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Le scuole di pensiero liberale e neoclassiche fino ai premi Nobel dell'economia

Citation preview

Page 1: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

I PROFILI DEI DIECI GRANDI ECONOMISTI

ADAM SMITH

NACQUE A KIRLADY(SCOZIA) NEL 1723-morì ad Edimburgo (SCOZIA) nel 1970.

Professore di logica e filosofia morale, commissario alle dogane.

Le sue opere principali sono:

Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, 1776;

Teoria dei sentimenti morali, 1759.

Page 2: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

I PROFILI DEI DIECI GRANDI ECONOMISTI

• SMITH sostiene che la ricchezza di un paese non è costituita solo dalla sua produzione agricola, né tantomeno dalla sua disponibilità di oro e argento, ma dalla somma del lavoro ( nel senso più ampio del termine) dei suoi abitanti. Il mezzo migliore per aumentare la produttività degli dei singoli, e con essa la produttività generale, è la divisione del lavoro, che , per essere attuata in modo efficace, esige un mercato di concorrenza e la libertà di iniziativa economica e di produzione.

• La richiesta di un qualsiasi bene stimola il prezzo e, quindi, il profitto del produttore inducendolo a produrre di più. L’ aumento della disponibilità provoca la riduzione della domanda e quindi del prezzo.

• Di qui l’invocazione della libertà di scambio e dell’abolizione di ogni vincolo all’iniziativa privata secondo la famosa teoria, descritta da SMITH, della mano invisibile:quando ciascun operatore persegue il proprio tornaconto, il meccanismo di mercato funziona a vantaggio di tutti, come se l’intero processo economico fosse diretto da una mano invisibile provvidenziale.

Page 3: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• La ricchezza delle nazioni è un trattato enorme, disordinato, ricco di cose divertenti e scritto in una prosa ammirevole. Con la Bibbia e Il Capitale di Marx, è uno dei tre libri che le cosiddette persone colte si sentono autorizzate a citare senza averli letti. Specilamente nel caso di Smith, chi non lo legge perde molto (Galbraith, Storia dell’ economia, Rizzoli, Milano 1988, pag 75).

• Il grande progresso che il pensiero economico deve a SMITH consiste nella sua emancipazione dai limiti del mercantilismo e della fisiocrazia.

• Da duecento anni gli economisti stavano ricercando la fonte ultima della ricchezza. Con lui il lavoro, in quanto tale, diventa la sorgente di quel fondo di beni da cui ogni nazione trae in origine tutte le cose necessarie e comode della vita, che annualmente essa consuma .(Roll, Storia del pensiero economico, Universale Scientifica Boringhieri , Torino 1967, pag 149).

Page 4: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• La Ricchezza delle nazioni ci appare come uno sforzo poderoso di dare • una prima sistemazione teorica ai problemi di un mondo- quello della • Rivoluzione Industriale – in cui già si manifesta un profondo travaglio • economico e sociale(Barucci, Adam Smith e La nascita della scienza • economica, Sansoni, Firenze 1973, pag 13).

Page 5: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PROFILIDI DIECI GRANDI ECONOMISTI

• THOMAS ROBERT MALTHUS nacque a Rookery (Surrey, Gran Bretagna) nel 1766-morì a Bath(Gran Bretagna) nel 1834.

• Pastore anglicano, professore, uomo politico- Opere: Saggio sul principio della popolazione, 1798, che è il suo libro più importante; Principi di economia politica , 1820.

• Malthus teorizzò che esiste un forte squilibrio tra l’aumento della popolazione e quello delle risorse alimentari.

• La prima, in assenza di guerre, carestie, epidemie, cresce con progressione geometrica ( 1,2,3,4,8,16……..) mentre i prodotti della terra aumentano secondo una progressione aritmetica (1,2,3,4,5…….).

• E’ inevitabile perciò che l’incremento demografico sia vincolato ai mezzi di sussistenza, e nessun intervento politico o sociale può far mutare questo stato di cose.

Page 6: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

THOMAS ROBERT MALTHUS

• Un rialzo dei salari non farebbe aumentare la quantità dei generi • alimentari necessari, ma solo il loro prezzo; oppure farebbe crescere la • popolazione nei limiti consentiti dall’incremento naturale della • produzione agricola.

• Tuttavia la somma di capitali disponibili per l’espansione dell’economia, nel caso in cui si procedesse a un aumento dei salari, si ridurrebbe a mano a mano che la popolazione cresce, e a lungo andare si impoverirebbe tutta la comunità.

Page 7: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• MALTHUS sottolinea che la ricchezza può aumentare, senza che per questo migliori la situazione di ogni singolo individuo.

• Anzi, un miglioramento siffatto non può assolutamente verificarsi, se il numero dei membri della società cresce altrettanto e più rapidamente della quantità di beni disponibili. ( Denis, Storia del pensiero economico, Mondadori, Milano 1973, vol. I, pag.357).

• A differenza dell’ amico Ricardo, Malthus non credeva dunque nella legge di Say, secondo la quale gli sbocchi sarebbero sempre assicurati, e non si verificherebbero mai eccessi di offerta complessiva o difetti di domanda complessiva. Per questo nel nostro secolo John Maynard Keynes,un altro grande avversario della legge di Say, avrebbe lodato Malthus( Ricossa Cento trame di classici dell’economia, Rizzoli, Milano 1991 pag. 63).

Page 8: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

THOMAS ROBERT MALTHUS

• Esiste infine un ultimo lascito(anche se non intenzionale ) che risale a Malthus quanto a Ricardo.

• Dopo di loro l’economia sarebbe stata associata a una fosca atmosfera di compatto pessimismo e gli economisti si sarebbero visti assegnare( per il tramite di Carlyle) il nome e la fama, che tuttora sopravvivono, di rispettabili professori della scienza deprimente ( Dismal Science).

• ( Gabraith, Storia dell’economia, cit., pag. 95).

Page 9: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PROFILI DI DIECI GRANDI ECONOMISTI

• DAVID RICARDO nacque a Londra nel 1772-morì a Gatcomb Park ( Gran Bretagna) nel 1823.

• Agente di cambio nella Borsa di Londra, accumulò una ingente fortuna che gli permise di dedicarsi agli studi e all’attività parlamentare- Opera principale:Principi dell’economia politica e della tassazione, 1817.

• Ricardo è noto soprattutto per la sua Teoria della rendita fondiaria.• Con l’aumento della popolazione crescono i prezzi dei prodotti agricoli,

la coltura è estesa a terre di qualità inferiore o è sempre più intensificata per cui la rendita dei proprietari( che non dipende per niente dal lavoro) aumenta di continuo.

• Al tempo stesso l’aumentato prezzo dei prodotti alimentari costringe gli industriali a pagare salari più alti, per dare agli operai il minimo necessario mantenersi.

Page 10: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

DAVID RICARDO

• Ciò provoca l’aumento dei costi dei prodotti manifatturieri che si traduce in minori profitti e di conseguenza in minori investimenti.

• Di qui la necessità che i governi favoriscano l’importanza dei cereali e, più in generale, il commercio estero.

• L’assunto- d’impronta smithiana-è che ogni Paese debba dedicarsi alla produzione di quei beni per i quali ha vantaggi comparati maggiori rispetti ad altri Paesi e procurarsi con lo scambio quelli che non ha convenienza a produrre (Teoria dei costi comparati).

Page 11: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Con Ricardo l’economia politica raggiunge per la prima volta un sufficiente grado di sistematicità e completezza, anche se molte delle soluzioni proposte dall’economista inglese risultano condizionate da ipotesi abbastanza restrittive (Crivellini- Pettenati, L ’Economia politica in una prospettiva storica, il Mulino, Bologna 1980, pag.80).

• Ricardo era essenzialmente un pensatore concreto, nel senso che la sua speculazione verteva sempre sul mondo che gli era contemporaneo e che egli conosceva alla perfezione.

• Il risultato maggiore conseguito da Ricardo si deve cercare nella teoria del valore e della distribuzione. Ricardo si rivolse ai problemi che Smith aveva sollevato e non era riuscito a chiarire.

• Egli voleva scoprire i rapporti fra le diverse classi sociali e la dinamica del sistema economico(Roll, Storia del pensiero economico, cit., pag.171).

Page 12: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

I PROFILI DI DIECI GRANDI ECONOMISTI

• KARL MARX nacque a Treviri (Germania ) nel 1818-morì a Londra (Gran Bretagna) nel 1883.

• Si occupò di filosofia, economia, e fu un rivoluzionario. Opere principali: Manifesto del partito comunista, 1848; Il Capitale, vol. 1, 1867; Capitale vol.2 e 3( a cura di Engel, 1885,1894).

• La dottrina marxista rappresenta in un certo senso uno sviluppo ma soprattutto una critica dell’economia classica di Smith e Ricardo.

Secondo Marx ciò che distingue il capitalismo dai precedenti modi di produzione storicamente determinati è che nell’economia capitalistica la forza lavoro è una merce venduta dal lavoratore al capitalista in cambio del salario.

Page 13: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

KARL MARX

• MARX, pur partendo dal principio che il valore di una merce è dato dal lavoro in esso incorporato e necessario per produrla, elabora la sua teoria del plusvalore.

• Questo è determinato dal fatto che nella giornata lavorativa il lavoratore crea non solo il valore della sua forza lavoro che viene pagato con il salario ma crea anche un ammontare di plusvalore ( che, in altre parole, è lavoro non retribuito) di cui si appropria il capitalista in quanto proprietario dei mezzi di produzione.

Page 14: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

KARL MARX

• Il capitale è perciò visto non solo come denaro e mezzo di produzione ma anche come insieme di rapporti sociali che divide la società in classi e garantisce la subordinazione dei lavoratori ai capitalisti(Swezzy).

• Per il capitalista la massima è Accumulare,accumulare ! secondo le parole dello stesso MARX. L’Accumulazione di capitale tende a crescere fino a concentrare la ricchezza nelle mani di un numero sempre minore di persone. In questa fase il capitalismo entra in crisi per le sue contraddizioni e per i conflitti sociali che genera (l’unione dei lavoratori e la lotta di classe).

Page 15: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

KARL MARX

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Su MARX economista e studioso, Joseph Schumpeter, scrisse che egli fu • prima di tutto un uomo do profonda cultura, aggiungendo che il metallo • freddo della teoria economica è,nelle pagine di Marx ,immerso in un tale • profluvio di frasi roventi da raggiungere una temperatura che non gli è • naturale.(Galbraith, Storia della Economia, cit., pag 150).

Page 16: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

LEON WALRAS

• Nacque a Evreux (Francia) nel 1834- morì a Clarens( Svizzera) nel 1910.

• Professore all’Università di Losanna- Opere: Elementi di economia politica pura, 1874; Studi di economia sociale, 1896; Studi di economia politica applicata, 1898.

• La teoria dei “classici” sul valore-lavoro, esigeva un ripensamento.

• La soluzione fu trovata da Walras (e da latri studiosi) con il principio della “utilità marginale”: il valore di un prodotto o di un servizio è dovuto non al lavoro in esso incorporato, ma all’ utilità che procura l’ultima sua unità disponibile.

Page 17: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

LEON WALRAS

• Questo principio è alla base della teoria dell’equilibrio economico generale secondo la quale tutte le quantità economiche – i prezzi delle merci, l’insieme dei beni prodotti, i salari, il saggio d’interesse- non sono arbitrari, ma, in un mercato di concorrenza perfetta, tendono ad assumere quei valori compatibili con la situazione del mercato stesso.

• L’ Economia è in sostanza una rete fittissima di rapporti tra i prezzi dei beni e le quantità domandate e offerte dei beni stessi, per cui ogni cambiamento nella domanda e/o nell’offerta si ripercuote sull’intero sistema provocando aggiustamenti di produzioni e di prezzi.

Page 18: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

LEON WALRAS

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• La posizione predominante della teoria walrasiana dell’equilibrio economico generale , assunta all’inizio del secolo, va ricondotta alla sua pretesa di costruire l’unica teoria scientifica dei fatti economici, dove “scientifica” ha un significato del tutto preciso: è scientifica una spiegazione che, impiegandone il metodo e il linguaggio, acquisisce il rigore della matematica e della fisica scienze “esatte”per definizione.

• (Napoleoni-Ranchetti, il pensiero economico del Novecento, Einaudi,Torino 1990, prefazione, pag.XI).

Page 19: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

VILFREDO PARETO

• Nacque a Parigi (Francia) nel 1848- morì a Céligny(Svizzera) nel 1923.• Ingegnere, professore all’Università di Losanna (successore di Walras).• Opere: Corso di economia politica,1986;I sistemi socialisti,1902;• Manuale di economia politica,1906; Trattato di sociologia generale,1916.

• Alla teoria generale dell’equilibrio economico formulata da Walras, Pareto ha apportato importanti sviluppi e sostanziali perfezionamenti.

• Nel suo Corso ha tra l’altro dimostrato che nella produzione dei beni ci sono alcuni fenomeni fondamentali e alcune “leggi” generali la cui validità non è subordinata a una determinata struttura economica-sociale.

Page 20: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

VILFREDO PARETO

• Secondo Pareto la produzione può raggiungere il massimo possibile• (dati alcuni presupposti come le risorse disponibili, lo stato della tecnica,

la capacità dei lavoratori ecc.) è necessario che siano soddisfatte alcune condizioni elementari, che sono le stesse in una società capitalistica come in una società socilista.

• Una produzione pianificata se vuole essere organizzata razionalmente –cioè con i minimi costi possibili- si ritroverebbe lo stesso sistema di equazioni valido per una produzione diretta da imprenditori privati( il problema è stato poi approfondito da Mises e Hayek).

Page 21: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

VILFREDO PARETO

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Pareto è il maggiore continuatore di Walras sul terreno della teoria dell’equilibrio economico generale.

• Il più importante dei suoi contributi al riguardo si riferisce a una questione che Walras aveva già affrontato senza però riuscire adarne una soluzione soddisfacente.

• La questione è quella del giudizio da darsi sulla concorrenza, considerata da Walras come la migliore tra tutte le possibili forme di mercato (Napoleoni-Ranchetti, il pensiero economico del Novecento,c it,pag32).

• I molteplici interessi di Pareto comprendevano l’economia, la sociologia e la politica; prendendo in esame dati statistici elementari arrivò a concludere che in tutti i paesi e in tutti i tempi il reddito era stato distribuito pressappoco allo stesso modo . Questa distribuzione rispecchiava la distribuzione della capacità e del talento nell’ordine sociale(Galbraith.Storia della economia, cit. pag.141)

Page 22: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

ALFRED MARSHALL

• Nacque a Clapham (vicino a Londra)nel 1842- morì a Cambridge nel 1924. Si laureò in matematica e viaggiò negli Stati Uniti per poi dedicarsi all’insegnamento dell’economia politica a Cambridge, dove nel 1903 fu creato un corso di laurea specifico in economia. Attorno a Marshall si formò un gruppo di famosi economisti della “scuola economica di Cambridge”(Pigou, Keynes,Robertson e altri).

• Opere:L’economia dell’industria ,1879; Principi di economia, 1890, che è l’opera più importante e che divenne il testo fondamentale per lo studio dell’economia nei Paesi di lingua inglese con le sue edizioni(l’ultima 1920); Industria e commercio,1919; la raccolta di scritti Moneta,credito e commercio,1923.

Page 23: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

ALFRED MARSHALL

• L’ “Economia politica” o “Economia” è, per Marshall, uno studio del genere umano negli affari ordinari della vita;essa esamina quella parte dell’azione individuale e sociale che è più strettamente connessa con il conseguimento e l’uso dei requisiti materiali del benessere.

• Meglio di altre materie, l’economia può servire a risolvere i gravi problemi della società come la miseria, il bisogno, la disoccupazione.

• Per Marshall, più che le teorie astratte, contano le indagini concrete, la conoscenza diretta dei fatti del lavoro,della produzione e del commercio.

Page 24: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

ALFRED MARSHALL

• Nel tentativo di dare una soluzione economicamente e socialmente accettabile di questi problemi, Marshall da un lato trasformò la teoria classica e dall’altro, non confluì con i marginalisti nello schema dell’equilibrio economico generale(per cui viene annoverato fra i neoclassici “della seconda generazione”).

• I suoi apporti maggiori allo sviluppo del pensiero economico riguardano l’analisi di breve e lungo periodo; gli equilibri parziali della singola impresa o di una industria; l’elasticità della domanda e dell’offerta; il concetto di economie esterne all’impresa poi sviluppata da Pigou e al quale si ispirano le indagini recenti sull’economia dell’ambiente e dello sviluppo.

Page 25: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

ALFRED MARSHALL

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Un buon economista deve essere un matematico, uno storico, uno statista, un filosofo. Deve comprendere i simboli ed esprimersi con le parole. Marshall possedeva quasi completamente questa ideale natura multiforme(Keynes, in The Economic Journal,1924).

• A differenza di Jevons, che aveva dato precipitosamente alle stampe il proprio libro sostenendo di avere distrutto la teoria classica del valore e di avere rivoluzionato l’intera teoria economica, Marshall espose e discusse le proprie idee con studenti e colleghi per più di vent’anni prima di presentarle cautamente , nel 1890, nei suoi Principi di economia.

• Come disse opportunamente Keynes, “Jevons ha visto bollire la pentola e ha lanciato le grida di gioia del fanciullo;anche Marschall l’ha vista bollire , ma si è messo in silenzio a costruire un motore”.

Page 26: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

ALFRED MARSHALL

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Il modello fondamentale della teoria microeconomica contemporanea basata sul metodo dell’equilibrio parziale deriva dai Principi di Economia

di Marshall.

• Nonostante i molti ed importanti contributi che sono stati portati alla teoria microeconomica da allora, la maggior parte di essi può essere considerata come un affinamento della tecnica analitica.(Landreth-Colander,Storia del pensiero economico,il Mulino,1996 pagg.482 e 537).

Page 27: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

IRVING FISHER

• Nacque a Saugerties (USA)nel 1867-morì a New York(USA)nel 1947.• Professore di economia nell’ Università di Yale.• Opere: Indagini matematiche sulla teoria del valore e dei prezzi,1892;• Natura del capitale e del reddito,1906; Il potere d’acquisto della

moneta,1911; La teoria dell’interesse,1930 che viene considerata la sua opera più importante.

• Il merito principale che di solito si attribuisce a Fisher è quello sin dal 1892 una specifica versione in ingegnosi modelli matematici della teoria walrasiana del valore e del prezzo.

• Il suo contributo più rilevante consiste nella teoria del processo capitalistico basata sull’analisi dell’interesse e del reddito, con tutte le interdipendenze che esistono tra il saggio d’interesse del capitale e gli altri elementi del sistema economico.

Page 28: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

IRVING FISHER

• Nel campo della teoria monetaria Fisher è noto per aver formulato la teoria quantitativa della moneta mediante la famosa “equazione degli scambi”.

• Egli dimostra con un’analisi magistrale un fatto dimostrato anche dall’esperienza, e cioè che un aumento della quantità di moneta in circolazione si traduce in un aumento proporzionale del livello generale dei prezzi.

Page 29: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

IRVING FISHER

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• IL suo interesse particolare era nella distinzione fra reddito come flusso di beni e di servizi nel tempo e capitale come stock di beni in un dato momento, entrambi costituiti dalle stesse cose concrete.

• La teoria dell’interesse di Fisher considera l’interesse come il risultato di una preferenza temporale, una preferenza per un reddito psichico presente(soddisfazione)rispetto ad un reddito futuro(Roll, Storia del pensiero economico, cit. pagg. 442-443).

Page 30: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

JOHN MAYNARD KEYNES

• Nacque a Cambridge nel 1883-morì a Tilton (Sussex Gran Bretagna) nel 1946.

• Professore all’università di Cambridge, uomo d’affari, consulente del governo britannico

• Opere: Trattato sulla moneta, 1930; Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta,1936.

• Secondo la teoria economica tradizionale, il sistema economico capitalistico - basato sulle forze di mercato e sul laissez-faire - tende automaticamente all’equilibrio e al pieno impiego delle risorse disponibili.

• Questa visione ottimistica affonda le radici nella teoria della “mano invisibile” di Adam Smith. Ma in seguito alla grande crisi economica degli anni trenta, la fiducia nel laissez-faire cominciò a vacillare.

Page 31: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

JOHN MAYNARD KEYNES

• In tale contesto della storia delle idee economiche si colloca la “rivoluzione keynesiana”.

• Il suo maggior merito sta nell’aver dimostrato che il sistema economico può raggiungere una posizione di equilibrio, ma può trattarsi di un equilibrio di sottoccupazione.

• Keynes considera come problema centrale la determinazione del livello del reddito nazionale e di quello dell’occupazione, introducendo nell’analisi economica nuovi elementi : la propensione al consumo, l’efficienza marginale del capitale , il moltiplicatore, la preferenza per la liquidità.

Page 32: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

JOHN MAYANARD KEYNES

• Se i consumi e gli investimenti non sono sufficienti a determinare un certo livello di reddito e dell’occupazione, compete allo Stato intervenire con la politica della spesa pubblica manovrando la finanza pubblica in modo funzionale.

• Di qui la notevole influenza esercitata dalla teoria keynesiana nella politica economica dei sistemi di economia mista.

Page 33: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

JOHN MAYNARD KEYNES

GIUDISTI STORIOGRAFICI

• Si deve arrivare a Keynes per trovare, sul problema dell’occupazione, una critica alla teoria dell’equilibrio che sia elaborata in termini teoricamente adeguati.(Napoleoni-Ranchetti, il pensiero economico del Novecento, cit. pag. 71).

• Molti tra i più feroci critici si sono impegnati a smontare il modello di Keynes. Molti dei suoi seguaci a legittimarlo,riconducendolo,attraverso eleganti formulazioni matematiche,entro l’alveo della tradizione.

• Ma l’essenza della rivoluzione keynesiana non sta nel modello, sta nella visione:quella che concepisce l’economia non come un meccanismo autoregolatore o deterministico, ma come una serie di relazioni probabilistiche largamente influenzate da fattori psicologici e dalla presenza della moneta.

• Mentre la visione neoclassica rifiuta ogni intervento”esterno” come perturbatore, quella keynesiana lo esige come regolatore.

Page 34: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

JOHN MAYNARD KEYNES

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Come Alain Peacock ha osservato, Keynes ha ritrasformato l’economia politica in politica economica(Ruffolo,Cuori e Denari,cit. pag.320).

• La politica keynesiana, dopo essere stata indicata come la causa del successo economico, fu incolpata per il successivo fallimento.

• Entrambi gli atteggiamenti non sono giustificati. Le teorie economiche, keynesiane o meno, hanno avuto realmente una tale influenza sulle azioni dei governi? E le politiche statali potevano apportare differenze significative agli avvenimenti? La risposta e entrambi i quesiti è quasi certamente affermativa.

• Possiamo perlomeno tentare di distinguere tra gli usi retorici e quelli tecnici delle idee economiche, evitando di definire keynesiane la generale espansione delle attività statali dopo la guerra e di attribuire alla politica keynesiana tutte le conseguenze, buone e cattive, che derivano da tale espansione.

Page 35: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

• Nacque a Torino nel 1898-morì a Cambridge nel 1983. Laureato in giurisprudenza con L. Einaudi; Professore di Economia a Cambridge dal 1927,dopo aver rifiutato la cattedra all’Università di Cagliari sotto il regime fascista. Amico di Keynes.

• Opere: un articolo su richiesta di Keynes e pubblicato nel 1926 nell’ Economic Journal: Le leggi della produttività in regime di concorrenza; ha curato la monumentale edizione critica in dieci volumi dell’Opera omnia di Ricardo(1951-1955); Produzione di merci a mezzo di merci(1960), che ha aperto un vasto dibattito fra gli studiosi.

Page 36: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

• La fama di Sraffa si basa su poche ma geniali pubblicazioni che hanno fatto discutere gli economisti e aperto nuovi orizzonti nella teoria economica.

• I suoi contributi fondamentali alla scienza economica sono i seguenti. In primo luogo Sraffa contribuì a rivedere criticamente il modello teorico della concorrenza perfetta aprendo la strada allo studio della concorrenza monopolistica ad opera di Joan Robinson ed Edward Chamberlin e degli altri scrittori degli anni trenta.

• In secondo luogo, Sraffa fu l’ottimo curatore delle opere complete e delle lettere di Ricardo e per questo suo lavoro, durato molti anni avrebbe potuto ricevere il premio Nobel. Meritò infatti la medaglia d’oro dell’Accademia Reale delle Scienze svedese, un riconoscimento, che anticipò l’istituzione del premio Nobel per l’economia.

Page 37: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

• IL terzo contributo di Sraffa alla teoria economica è il saggio pubblicato nel 1960, intitolato Produzione di merci a mezzo di merci, un libro che l’autore aveva iniziato verso la fine degli anni venti.

• In sintesi, la tesi sraffiana è che i prezzi nell’economia moderna, dominata dai sindacati e dagli oligopoli industriali, vengono determinati, più che dalla libera concorrenza, dal conflitto riguardante la distribuzione del reddito.

• Se il conflitto si risolve a favore dei lavoratori, il prezzo del lavoro(salario) aumenta e aumentano anche i prezzi.

Page 38: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• Mentre nella concorrenza perfetta esiste un unico prezzo per le merci prodotte da una miriade di aziende, nella concorrenza prospettata da Sraffa ogni azienda può vendere al suo proprio prezzo, anche se naturalmente(e in ciò sta la differenza dal monopolio) tali prezzi non sono indipendenti uno dall’altro(Napoleoni-Ranchetti, il pensiero economico del Novecento cit. pag. 56).

• Nel 1926 fu la volta di Piero Sraffa a mettere a dura prova Marshall, quando rilevò nell’impostazione di questo autore un’incoerenza interna all’analisi economica delle situazioni caratterizzate da costi decrescenti: in quel caso infatti i costi decrescenti”sono evidentemente incompatibili con le condizioni dell’equilibrio particolare di una merce”(Landreth-Colander,storia del pensiero economico, cit. pag. 736).

Page 39: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• L’impostazione di Sraffa piacque molto ai giovani economisti europei, a quelli italiani in particolare; in America fece meno presa.

• Ma col passare degli anni, a mano a mano che si chiarivano i passaggi più oscuri di produzione di merci a mezzo di merci, gli economisti neoclassici organizzarono una controffensiva.

• Il modello sraffiano, dunque, si distingue sia da quello “neoclassico” sia da quello “classico”.

• La scienza economica non è riconducibile a una pura analisi matematica della realtà.

Page 40: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

PIERO SRAFFA

GIUDIZI STORIOGRAFICI

• IL metodo sraffiano si sottrae sia al determinismo matematico neoclassico, sia al determinismo storico marxista.

• Esso matematizza quelle parti della realtà economica che si prestano ad essere formalizzate nelle loro reciproche relazioni di interdipendenza( la produzione di merci a mezzo di merci , appunto) ma le immerge in un contesto sociale concreto: nel fiume della storia.

Page 41: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

FRANCO MODIGLIANI

PREMIO NOBEL 1985

• Modigliani, nato nel 1918 a Roma dove si laureò in giurisprudenza ,dal 1940 si è trasferito negli Stati Uniti.

• Professore di Economia ,dal 1960 ha insegnato al prestigioso MIT(Massachusetts Institute of Technology).

• È il primo premio nobel per l’economia di origine italiana. Grazie ai suoi studi sul risparmio e i mercati finanziari.

• Modigliani può essere considerato, con Samuelson e Tobin(entrambi premi Nobel), come uno degli esponenti più autorevoli della macroeconomia monetaria di origine keynesiana.

Page 42: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

FRANCO MODIGLIANI

PREMIO NOBEL 1985

• In primo luogo Modigliani ha contribuito alla formalizzazione e alla chiarificazione della teoria economica keynesiana, prima con il suo articolo inglese (Econometrica,del 1944) e poi con un altro saggio, quasi venti anni dopo, dedicato a precisare i meccanismi della teoria monetaria e della macroeconomia.

• Il secondo contributo riguarda la teoria del risparmio familiare, per la quale Modigliani formulò all’inizio degli anni Cinquanta l’ipotesi nota come teoria del ciclo vitale, che consente di spiegare molti fenomeni relativi all’andamento delle quote del risparmio rispetto al reddito nazionale.

Page 43: I Profili Dei Dieci Grandi Economisti

FRANCO MODIGLIANI

PREMIO NOBEL 1985

• Il terzo contributo riguarda l’esame delle determinanti del valore di borsa delle imprese e l’influenza che su tale valutazione hanno i rapporti fra mezzi propri e indebitamento, nonché le politiche dei dividendi.

• Maestro di numerosi giovani studiosi americani, ma anche italiani, Modigliani ha mantenuto legami con l’Italia e soprattutto con l’ufficio studi della Banca d’Italia.