71
1

Battaglia di Monterotondo disegni e testi

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

1

Page 2: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Battaglia di Monterotondo:L’INCONTRO CON I TESTIMONI E L’USCITA NEL TERRITORIO

Il 10 Marzo 2014, abbiamo avuto un incontro particolare. Insieme alla nostra classe e alla 3D, siamo andati nel teatrodella scuola per farci raccontare e avere più informazioni sulla battaglia di Monterotondo. L'incontro è durato dalle11:00 alle 13:00 ed è stato molto interessante. L’obbiettivo è stato quello di approfondire l'argomento della secondaguerra mondiale ma soprattutto di venire a conoscenza degli eventi storici accaduti nei luoghi che vediamoquotidianamente, che conosciamo o in cui addirittura viviamo.Dunque, l'incontro è avvenuto per tappe. Erano presenti la responsabile del progetto, tre testimoni oculari e ilproduttore di un filmato (che poi ci hanno mostrato).Inizialmente la signora responsabile ci ha parlato del progetto, spiegandoci che cos'era e qual era lo scopo:tramandare quello che è un patrimonio storico di Monterotondo e far conoscere alla gente la storia delle mura in cuivivono. Ci ha anche presentato i tre signori che hanno vissuto la battaglia di Monterotondo e il regista della pellicola.Dopodiché ha cominciato a parlare uno dei signori "reduci" che ci ha informato a grandi linee di ciò che era accadutodurante quel conflitto. Era l'8 settembre 1943 e a Monterotondo era arrivato l'avviso dell'armistizio tra Italia e alleati.

Così tutti erano in piazza a festeggiare ma, il mattinoseguente, verso le 8:30, il cielo si era improvvisamente oscurato e arenderlo tale erano stati i paracadutisti e gli aerei tedeschi chesparavano in volo o mentre scendevano e che, una volta aterra, continuavano a massacrare la popolazione di Monterotondo.A questo punto è intervenuto il produttore del filmato, il quale ciha spiegato che il video l'aveva realizzato lui raccogliendo eregistrando delle testimonianze di persone anziane su quantoaccaduto durante la battaglia e su come si sentivano. Il film iniziavacon un breve discorso del sindaco Mauro Alessandri cheraccontava di questo conflitto e di come fosse stato cruento. Leparti più belle erano, però, i racconti degli anziani. Addirittura erapresente una signora che aveva oltre novant'anni (durante labattaglia ne aveva 23).

2

Page 3: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Egli a quel tempo aveva tredici anni e lavorava in una bottega presente ancora oggi vicino alla Piazza dei Leoni. Il padre,durante i preparativi per la festa organizzata in onore dell'armistizio, non era sicuro che fosse veramente arrivata lapace perché i tedeschi non se ne erano ancora andati. E aveva ragione. Infatti la mattina seguente, al velarsi del cielo,chiamò tutti quelli che poteva e si rifugiarono in una buca scavata appositamente per quelle occasioni sotto la lorocantina (dove aveva anche posto dei viveri). Durante il racconto tutti abbiamo notato che il signore si stavacommovendo, tanta era l'emozione che riusciva a trasmetterci solo al ricordo di quelle vicende.Infine è arrivato il momento dell'ultimo testimone, che all'epoca della guerra aveva solo sei anni. Ci ha raccontato chein realtà lui viveva a Roma, ma dato che la città era diventata pericolosa per l'evolversi della guerra, suo padre avevapensato bene di portarlo in un luogo più sicuro e ritenne giusto affidarlo all'altra sua figlia che viveva a Monterotondo.Purtroppo, però, la guerra arrivò anche qui e nuovamente suo padre decise di portarlo via. Tornò a Monterotondo edopo numerosi fatti perigliosi lo rivide.Sulla strada del ritorno i due incontrarono più di un impedimento. Innanzitutto i fili elettrici del tram erano rotti e,penzolando, costituivano un pericolo anche per la bicicletta del padre che vi si poteva impigliare. "Ovviamente", haaffermato il signore, "non conducevano corrente altrimenti non sarei qui". Il secondo grande ostacolo che dovetteroaffrontare fu il fatto che per entrare a Roma un militare tedesco controllò il padre per evitare che introducessemunizioni nella città. Peccato solo che il bimbo aveva riempito una scatola di biscotti con dei proiettili trovati per terra,pensando di giocarci. Fortunatamente, però, il tedesco non pensò di controllare la scatola e i due poterono passare.Certo, quando arrivarono a casa e il padre aprì la scatola, fu tale lo spavento che rimase paralizzato pensando a cosasarebbe potuto succedere se il tedesco li avesse scoperti.

Questi testimoni ci hanno fatto capire ancora meglio come siastata violenta ma anche inaspettata quella battaglia, ancheperché nessuno poteva prevederla, dato l'annunciodell'armistizio. Raccontavano che una volta che erano potutiuscire dalle case, per le strade avevano trovato niente di piùche cadaveri, sia italiani che tedeschi, ma l'aspetto più feroce èstato il fatto che i cadaveri non erano tutti interi, infatti sitrovavano pezzi di braccia o di gambe distanziate dal corpo. Ilvideo è durato all'incirca quaranta minuti. Comunqueall'interno appariva anche uno degli uomini che era lì sedutocon noi, il quale dopo ci ha raccontato di come erano stati perlui quei giorni.

3

Page 4: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

4

Page 5: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

L'11 Marzo 2014, siamo andati a fare una gita per Monterotondo,accompagnati dalla professoressa Paltrinieri. Siamo stati abbinatialla 3A , che era guidata dalla professoressa Ugolini. Siamoovviamente andati a piedi e la gita è durata circa 2 ore.L'appuntamento era davanti al Duomo con uno dei testimoni allabattaglia, il signor Angelani. Ci ha subito raccontato la storia delmuro a fianco alla chiesa che è il più antico reperto del paese. IlDuomo era il punto centrale a quell'epoca, da lì le personepartivano con gli autobus per spostarsi. Poi ci ha illustrato laPiazza Pelosi. Ci ha raccontato che Attilio Pelosi era il vice podestàdurante la battaglia.

Dopodiché ci ha parlato di alcuni piloti, come Fausto Cecconi (alquale a Monterotondo è stato dedicato lo stadio, una via e l'arco)e Edmondo Riva, un partigiano trucidato nel '44 dai militaritedeschi. E poi ancora ci ha raccontato di quella che ora è lacaserma dei carabinieri, di fronte al Duomo, all'epoca costituitada un solo piano. Prima era invece la sede della casa del fascio elì si teneva l'adunata del sabato fascista dove i bambinivenivano vestiti da soldato e si esercitavano simulandooperazioni militari. Dopo la guerra, l'edificio divenne la casa delpopolo per vent'anni e quindi la caserma che è oggi.Infine ci ha fatto osservare che l'archetto sul duomo era ilpassaggio per i nobili per andare dal palazzo Orsini alla chiesa. Diseguito ci siamo recati al Parco del Cigno, davanti al comune,dove ci ha illustrato il significato dei vari monumenti. L'episodioche ci ha colpiti particolarmente è stato che Mussolini perorganizzare la marcia su Roma aveva concentrato un'adunataanche a Monterotondo. 5

Page 6: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Infine ci siamo incamminati nel parco davanti alla nostrascuola, dove ci ha anche illustrato i monumenti. Lì, inoltre, ci hamostrato una maschera antigas e una pistola che aveva trovato luiquando era piccolo, tra le macerie.Usciti dal giardino, abbiamo osservato i fori sulla parete della casaprospiciente la farmacia, provocati dai proiettili durante la II Guerramondiale. Infine siamo stati ospitati nel giardinetto della suaabitazione, un villino liberty in via Mazzini, la cui cantinasotterranea, durante i bombardamenti aerei, serviva da rifugio siaalla sua famiglia che ai vicini.Siamo, poi, tornati a scuola.Insomma, sia l'incontro del 10 che l'uscita dell'11, sono state delleesperienze molto interessanti, anche perché narrate daiprotagonisti. Pensiamo che sia proprio questo il vantaggio distudiare la storia abbastanza recente: ossia l'avere a disposizionedei testimoni. Comunque riteniamo che anche il progetto cuistiamo partecipando sia molto efficace perché è importante farconoscere ai ragazzi la storia del luogo in cui si vive. Infatti stiamoraccogliendo altre testimonianze e reperti di quel periodo storicoper capire a fondo la storia e il ruolo di Monterotondo durante laSeconda Guerra Mondiale. Tuttavia abbiamo esteso la nostraraccolta di testimonianze anche ad altri paesi e stati, poichè inclasse sono presenti alunni provenienti da tutto il mondo, i qualirappresentano una ricchezza sociale e culturale per il nostro paese.Ci riteniamo fortunati per aver partecipato a questa esperienzacosì significativa perchè crediamo che tutto ciò debba diventareuna memoria per tutti noi e per le generazioni future. Nondobbiamo e non possiamo dimenticare.È bene, inoltre, conoscere le atrocità del passato per fare in modoche in futuro non accadano più.

La classe III E

Questo monumento è un sacrario situato nel parco del

Cigno, in memoria dei civili caduti in guerra. Tra gli altri sono

riportati i nomi dei due

Bambini, i fratelli Filzi, morti durante il bombardamento.

6

Page 7: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

7

Page 8: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

RICORDI DI GUERRA: I RIFUGIL’altro giorno ho ricavato delle ottime informazioni sulla IIguerra mondiale dalla mia nonna materna Lucia. Lei, che altempo della guerra aveva circa dieci anni, ricorda bene queimomenti indimenticabili di terrore e angoscia. Così, comespesso le piace fare, mi ha raccontato degli episodi passati, edio sono rimasta ad ascoltarla con molta passione. È inutile direche lei per me è una fonte di immaginazione e di ispirazione elo strumento che mi fornisce informazioni autentiche, sulpassato, e davvero uniche. Penso che ogni persona che havissuto una parte della sua vita in guerra abbia una storiaunica e personale che può raccontare. L’altra sera ha deciso didescrivermi cosa succedeva a Mestre, vicino Venezia, dove inquel periodo abitava, durante un bombardamento. Mi hadetto che per capire se in quel momento gli aerei lasciavanocadere delle bombe si usava il suono di una sirena cheproveniva da degli altoparlanti sparsi in tutta la città. Ognivolta che questa suonava bisognava scappare e rifugiarsi perevitare di essere colpiti da qualche bomba. Vicino casa, per lestrade, non c’erano rifugi comuni che potevano ospitarechiunque. Quelli si trovavano soltanto nelle vie principali dellacittà, quindi ognuno se lo doveva costruire da solo con ciò chesi trovava.Il padre di mia nonna, il mio bisnonno, aveva costruito unrifugio fatto di terra ricoperto da travi e tavole di legno.Soltanto ora, mi racconta, sa che il rifugio non era un postosicuro e che se una bomba cadeva sopra la loro casa “cilasciavano la pelle”… ma spesso la voglia di vivere ti porta adagire in modo sbagliato e del tutto inconsapevole di ciò chestai rischiando… 8

Page 9: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Ogni componente della famiglia aveva la tessera annonaria.Una tessera con cui venivano dati degli alimentifondamentali, spesso erano la farina di polenta, lo zucchero, illatte, i fagioli e alcune volte la pasta. La famiglia della nonnaera, in un certo senso, privilegiata perché avendo in casa unbambino molto piccolo (il suo fratello minore) avevano unarazione in più di questi alimenti. Ovviamente il cibo chemancava si andava a comprare al mercato nero. Inoltre il papàdi mia nonna coltivava un piccolo orto che rendeva, nei primianni di guerra, della verdura e della frutta. Nel 1944, però, lasituazione in città si aggravò e la famiglia decise di sfollare incampagna. Per puro caso trovarono un tipico casolare dicampagna in un paese di nome Gardigiano vicino Mogliano, apochi chilometri da Mestre. I proprietari di questo casolareerano una coppia di anziani contadini che gli offrirono unposto per dormire e un pasto la mattina in cambio di aiuti daparte di mia nonna e della bisnonna nei lavori in campagna.La mia nonna per esempio aiutava il signore a mungere levacche o alcune volte andava nell’orto e raccoglieva qualcheverdura. Un episodio che si ricorda molto bene è quando ognitanto la signora faceva la pasta in casa e quando la prendevaper cuocerla ne dava un pochino alla sua mamma. In famigliaquel giorno era festa per tutti! Mia nonna ricorda anche moltobene di quando si mangiava la polenta e, poiché non bastavaper tutti, sua madre mangiava in lacrime le poche crosteavanzate intorno alla pentola. Mia nonna, inoltre, dice sempredi odiare i fuochi d’artificio perché assomigliano troppo aisuoni e alle luci dei bombardamenti.

Alice

9

Page 10: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

10

Page 11: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Testimonianza di mio nonno

Mio nonno ha vissuto da bambino le tragiche condizioni della seconda guerra mondiale. Lui viveva ad Acerno, unpiccolo paesino in provincia di Salerno e a quei tempi aveva quattro anni.Essendo tanto piccolo non si ricordava benissimo cos'era accaduto, quindi mi ha raccontato a grandi linee ciò chesuccedeva e come viveva a quel tempo.Innanzitutto parliamo di dove vivevano. Insieme alla sua famiglia, compresi i vari nonni, zii e cugini, si erano trasferiti inuna grotta (che io ho anche visto) che coprivano con una tenda. Lì trascorrevano le giornate: mangiavano, dormivano ei bambini giocavano. Il cibo se lo producevano da soli, coltivando un piccolo orticello lì davanti alla grotta. Non erafacile ma loro riuscivano a vivere di soli ortaggi e, a volte, frutta. Le verdure coltivate erano insalata, pomodori, piselli,spinaci e cipolle. Ovviamente, quando si riusciva, potevano mangiarsi della carne ma accadeva molto di rado.La cosa che più mi ha colpito mentre mio nonno raccontava, era il fatto che, durante i bombardamenti o gli attacchi, sivedevano i soldati uccisi che da sopra la grotta cadevano "a fiumi" vicino a mio nonno e ai suoi familiari, i quali,spaventati, non potevano fare altro che rimanere, tanti quanti ne erano, sotto il tendone nella grotta nascosti,sperando che nessuno li scoprisse. Era molto spaventoso, ma soprattutto scandaloso per un bambino di quattro annivedere una tale carneficina.Per quanto riguarda la scuola, non ci andò per quel periodo che, fortunatamente, non fu tanto lungo (circa qualchemese). Mi ha raccontato, però, che la scuola era molto più dura rispetto ad oggi. Innanzitutto studiavano molto piùvelocemente e già dalla prima elementare cominciavano ad imparare le tabelline, tant'è che a fine anno le sapevanotutte alla perfezione mentre al giorno d'oggi lo stesso argomento si studia verso la terza elementare. Inoltre, non solobisognava impararle così precocemente, ma si doveva anche studiare bene perchè se il maestro (ce ne era uno solo) titrovava impreparato, ti metteva in punizione. Le punizioni consistevano per lo più nelle bacchettate sulle mani, chetuttavia erano quelle meno pesanti. Venivano, infatti, utilizzate altre punizioni per gli atti più gravi, tra queste, adesempio, mettersi in ginocchio sui ceci o sui sassi dietro la lavagna o rimanere in piedi in un angolo per tutta la lezionese non per tutta la giornata.Riguardo ai giochi, invece, non si compravano, anzi, nel paesino non esistevano nemmeno i negozi in cui comprarli.Perciò si rimediava con l'immaginazione. Si costruivano modellini di aerei o giocavano a campana.

Rossella

11

Page 12: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

12

Page 13: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

… In SiciliaDurante la Seconda Guerra mondiale, i mio bisnonno ha vissuto dei momenti drammatici e di paura in Sicilia. A queltempo egli aveva circa tredici anni e viveva in una città di nome Vittoria; era uno studente che non eccelleva ma checonseguiva la sufficienza, tuttavia non completò la scuola a causa della guerra.I momenti più terrificanti furono i bombardamenti preannunciati da un allarme; per proteggersi, lui con la sua famigliasi rincantucciava nella parte più sicura della casa, ossia lungo le mura portanti e sotto le architravi. Ormai non era piùsicuro restare in città, quindi, con i suoi genitori, si trasferì in campagna.Già a tredici anni, essendo cosciente di ciò che accadeva, capì che per aiutare la propria famiglia a sopravvivere eranecessario alzarsi presto la mattina e aiutare suo padre nel lavoro, perciò andava spesso a zappare e a svolgere altrilavori agricoli.Uno dei tanti problemi della guerra era la mancanza di cibo, infatti si pativa la fame e a volte addirittura si digiunava; disolito la madre preparava il pranzo o la cena con pochi alimenti recuperati.Il mio bisnonno, essendo biondo con gli occhi azzurri, fu scambiato per un tedesco dagli Americani: fu un momentocruciale, infatti se non fosse stato per suo padre che in qualche modo fece capire che era suo figlio, forse sarebbe statofucilato come tutti gli altri soldati che il mio bisnonno vide morire e a volte uccidersi in lotte corpo a corpo.Uno dei pochi episodi positivi della guerra fu lo sbarco degli Alleati, cioè degli Americani; durante la liberazione dei vari

paesi e delle città, gli Alleatilanciavano dai carri armaticaramelle e gomme da masticare,che all’epoca vennero conosciutecome “gomme americane”; tutti ibambini e le loro famiglie eranofelici e acclamavano gli Alleati peraverli liberati.Furono anni terribili in cui migliaiadi vite venivano soppresse e usatecome oggetti, ma si spera chetutto ciò non accada più.

Giovanni

13

Page 14: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

14

Page 15: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

… In RomaniaHo raccolto testimonianze indirette da mio padre, il quale aveva attentamente ascoltato i racconti della mia bisnonnache ormai non c’è più.Innanzitutto mi ha descritto come si svolgeva la vita dei ragazzi durante la guerra. Nel 1943, in Romania, le aule eranopiccole e le classi erano solitamente divise tra maschi e femmine. Non esistevano i quaderni, ma si scriveva con il gessosu una lavagnetta portatile, mentre i libri che servivano erano finanziati dallo stato. Per punire gli alunni si davanobacchettate sulle mani e li si costringeva a restare in ginocchio con le mani in alto, in un angolo dell’aula.Per riscaldarsi, si usava una stufa in mattoni, alimentata da ciocchi di legno, ma la si accendeva solo se veramentenecessario. Si andava a scuola solamente per quattro o cinque ore al giorno e si tornava a casa per badare ai fratellinipiù piccoli. I bambini che hanno vissuto la guerra sono cresciuti e maturati più in fretta. Con la guerra, inoltre, moltiragazzi dovevano lavorare perché le famiglie erano numerose e già i ragazzi di tredici o quattordici anni andavano allavoro per guadagnare dei soldi e permettere ai fratelli più piccoli di frequentare la scuola.Una volta tornati i loro genitori dal lavoro (soprattutto le madri, perché i padri erano a combattere), si liberavano i figlidagli incarichi loro affidati ed essi andavano a giocare con i bambini del vicinato. Nessuno aveva giocattoli, come invecepossediamo noi oggi. Si giocava a campana, si tirava con l’arco e le frecce, solitamente costruiti a mano, si realizzavauna palla di stoffa riempita di sale, oppure si creava un palloncino con la vescica del maiale da usare come palla e, per ipiù piccoli, lo si riempiva di chicchi di granturco per farlo suonare come un sonaglino.Durante la guerra il cibo era scarso e chi allevava bestiame o coltivava la terra era molto fortunato.La mia bisnonna è riuscita a sopravvivere perché all’avvento della guerra possedeva una mucca e quindi disponeva dellatte, inoltre coltivava patate e le bolliva insieme per mangiare almeno una volta al giorno. Se l’è cavata fino all’arrivodei Russi, che si sono impossessati degli animali. Lei dopo è sopravvissuta grazie a patate lesse, polenta e fagioli chesolitamente metteva da parte per l’inverno.Per sconfiggere il nemico, durante la guerra, si usava avvelenare l’acqua, ed è per questo che i civili per evitare ibombardamenti si rifugiavano nei boschi, dove anche scavavano la terra per trovare l’acqua e dissetarsi. I soldati eranoincaricati di avvisare la popolazione dell’arrivo dei nemici accendendo fuochi in alta montagna e suonando le campane.Le case, allora, erano fabbricate usando il legno e un materiale chiamato lut, costituito da paglia e argilla, per riempirele fessure tra le travi.

15

Page 16: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Durante la guerra, nel luogo in cui adesso è costruita la casa di mia nonna, c’erano solo campi abbandonati e lei vivevain un’abitazione un po’ più distante, vicino al nostro fiume, il Bistrita, che scorreva in un letto più ampio di quello delTevere. In quel periodo, però, entrò in piena, per questo sommerse tutte le poche case che erano state costruite. Adessoemergono solamente i tetti, sui quali ci si siede per pescare. In seguito allo straripamento del fiume, mia nonna ha avutoin concessione della terra dove attualmente vive e dove si era costruita la casa in cui abita ancora oggi.Durante la Seconda Guerra mondiale regnava il re Mihai e la Romania, a quanto ricorda il mio papà, fu invasa dallaGermania e fu costretta a combattere contro la Russia che si impossessò della Moldavia.La vera crisi si conobbe nel 1947, perché tutti i campi furono bruciati e non c’era più bestiame, quindi la popolazioneiniziò a morire di fame.

Antonia

In breve…•Il re Mihai, o Michele, salì al trono nell’agosto del 1944, rovesciando la dittatura di Antonescu che nel 1940 aveva aderito alla guerra, inparte costretto, a fianco della Germania. Il nuovo re Mihai, invece, portò la Romania accanto agli Alleati, tuttavia i Russi conservaronouna certa diffidenza nei confronti del paese, in quanto gli era stato nemico nei primi anni della guerra.•Mentre il conflitto volgeva al termine, le potenze vincitrici si incontrarono nel settembre del 1945 a Jalta, in Crimea; durante laconferenza che qui si tenne, esse decisero di spartire il mondo in sfere di influenza americana o sovietica; in Europa, gli stati occidentaliricaddero sotto il controllo dell’America, mentre quelli orientali, tra cui la Romania, sotto il controllo dell’URSS.•Nel Febbraio del 1947 si iniziarono a stipulare i Trattati di pace di Parigi: la Romania non venne riconosciuta come un paese che, dal1944, aveva sostenuto gli Alleati, perciò il re continuò ad essere affiancato da un governo d’ispirazione comunista che ne limitavafortemente i poteri e che rifiutò gli aiuti americani previsti, dalla metà dello stesso anno, con il piano Marshall.Contemporaneamente, il Partito Nazionale dei Contadini fu accusato di aver stipulato accordi segreti con gli Americani, ragion per cuivenne sciolto, mentre altri partiti furono costretti a confluire nel partito Comunista.•Nel biennio compreso tra il 1946 e il 1947 vennero giudicati e condannati i militari e i civili accusati di crimini di guerra o di aversostenuto la dittatura sia rumena che tedesca; tra questi, venne condannato a morte anche Antonescu.Infine nel Dicembre del 1947 il re Mihai fu costretto ad abdicare, mentre il governo comunista proclamò la Repubblica popolare epromulgò, nell’aprile del 1948, la Costituzione.

16

Page 17: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

17

Page 18: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

CIBO, SCUOLA, GIOCHIDurante la guerra in Romania si viveva con poco o niente, infatti l’unico cibo reperibile, per le persone povere, era panesecco.L’acqua veniva avvelenata da nazisti, quindi la gente era costretta a bere l’acqua piovana delle pozzanghere.Nelle scuole invece dei libri ogni alunno aveva per sé una lavagnetta, grande più o meno come un tablet moderno, sucui scriveva ciò che dettava la maestra in classe.Le bambine giocavano con delle bambole costruite da loro stesse con semplici stracci, cuciti tra loro, che facevano dacorpo e la barba della pannocchia, quando non è ancora matura, utilizzata per i capelli.I ragazzi, invece, usavano un cerchione della bici, privato dei raggi, che spingevano con un semplice fil di ferroarrotondato con cui organizzavano delle gare di distanza.

Robert

Testimonianze sulla II Guerra MondialeL’altro giorno sono andata a trovare mia nonna per sapere qualcosa di più sulla Seconda Guerra Mondiale. Quando

iniziò lei aveva 12-13 anni e non abitava a Monterotondo, ma a Gallo ( un piccolo paesino dell’Abruzzo). Lì si mangiavano soprattutto prodotti fatti in casa e i bambini fin da piccoli dovevano dare una mano alle loro famiglie. I giocattoli non si conoscevano per niente tutt’al più, quando si aveva un po’ di tempo libero, si giocava all’aperto, in genere nel cortile; il gioco tipico era nascondino. Nonna mi ha raccontato che più o meno dopo il 1943 i Tedeschi e gli Slovacchi occuparono Gallo. Mi ha detto chequando arrivarono, loro erano freddi e duri; per questo motivo il prete del paese di nonna (che era moltofurbo), durante la festività di Pasqua, invece di far ospitare agli abitanti la gente che veniva da fuori perfesteggiare, fece loro ospitare i nazisti, in modo tale che quest’ultimi si addolcissero e in effetti è stato così, infatti, nonavendo risentito più di tanto della mancanza dei familiari, non ebbero nessun motivo per essere scontrosi.Alla famiglia di nonna capitò sia uno slovacco che un tedesco (Antonio e Francesco) i quali diventarono talmente unitiai i miei parenti, che un giorno, con il rischio di essere decapitati, avvisarono nonna e gli altri che la sera sarebberovenuti i loro colleghi Tedeschi e avrebbero preso il bestiame. Il mio bisnonno così riuscì a salvare la vacca.Non tutti i nazisti ,però, si ammorbidirono, infatti una volta un tedesco puntò la pistola alla testa di nonna perchévoleva il latte e lei, non capendo la lingua, non seppe soddisfare la sua richiesta. Poi tutto fortunatamente si risolsequando intervennero i miei bisnonni e diedero al tedesco ciò che voleva.Anche dopo il fatto accaduto in precedenza, però, nonna rimase sempre dell’idea che i tedeschi erano degli uominiuguali a noi, costretti a comportarsi in quella maniera.

Alessia

18

Page 19: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

19

Page 20: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

… Monterotondo

Il giorno 25/03 ho avuto occasione di intervistare mio nonno riguardo a come era la vita durante la seconda guerra. Gliho posto domande sulla sua casa, su com’era la scuola, su come si nutriva e beveva, come giocava e soprattutto comevedeva lui la guerra.Mio nonno riguardo la scuola mi ha raccontato che la classi, oltre ad essere divise in 1°-2°-3°-4°-5°, venivanofrequentate in diverse parti della giornata perciò le prime tre classi venivano frequentate la mattina e le ultime trevenivano frequentate la sera ( serali). Inoltre mi ha anche raccontato che la sua maestra era severissima come anchetutte le altre maestre di quei tempi; lei esercitava contro gli alunni punizioni corporali come ad esempio bacchettaresulle mani l’alunno o costringerli a mettersi in ginocchio sopra o ceci o sassolini. Le punizione venivano inflitte per varimotivi, come ad esempio non salutare con il saluto fascista la maestra appena entrati a scuola. Mi ha raccontato inoltreche un suo compagno di classe, per dimenticanza o perché la trovava una cosa ingiusta, un giorno non fece il salutofascista e la maestra lo costrinse a mettersi inginocchiato sopra i ceci dietro la lavagna. La maestra era unica edinsegnava tutte le materie che erano uguali alle nostre, eccetto la materia “calligrafia” che serviva a scrivere meglio.I libri di testo venivano dati gratis agli alunni come anche la penna, il calamaio, il quaderno; sono rimasto sconcertatoquando mi ha raccontato che era distribuita anche la marmellata che veniva spalmata su del pane portato da casa.L’orario scolastico era uguale al nostro, cioè di sei ore. Il tipo di voti era scritto in lettere (… otto nove dieci …) cioè nonera espresso in numeri (…5, 6, 7, 8…).

(Marcocontinua…)

20

Page 21: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Mio nonno giocava con oggetti fatti in casa come ad esempio una palla di pezza o giocava con un bastoncino e una ruota colpendola con il bastoncino per farla rotolare. Mi ha anche raccontato che giochi di gruppo faceva, come Sardina (o "Nascondino al contrario"), così chiamato perché al termine del turno i giocatori si trovavano tutti nascosti in un unico luogo, stretti appunto come sardine. In questo gioco tutti i giocatori contano, al di fuori di chi deve nascondersi. Terminata la conta ogni giocatore inizia la ricerca del giocatore nascosto. Una volta individuato, il giocatore deve nascondersi insieme a questo senza farsi scoprire dal resto del gruppo. L'ultimo che avrà trovato il nascondiglio perde il turno e dovrà nascondersi al turno successivo.Giocava anche a rimpiattino che sarebbe il moderno nascondino dove il giocatore che deve contare deve toccare gli avversari per catturarli, anziché solamente individuarli. Giocava anche a “papanice”, detto anche "Gioco delle Sette Pietruzze". In questo caso, il giocatore che conta deve toccare gli avversari con la palla. Il gioco inizia mettendo una sull´altra sette pietre piatte, un ragazzo si mette a gambe aperte sopra alle sette pietre mentre un altro con il pallone deve cercare di farle cadere. Se le pietre cadono il ragazzo che sta a gambe divaricate deve colpire tutti gli altri con la palla. Nello stesso tempo se uno dei fuggitivi riesce a rimettere una sull´altra le sette pietre, senza farsi colpire dalla palla, vincono i fuggitivi. Questi giochi per me sono più belli di quelli che facciamo noi ora perché prima si aveva più fantasia .La casa della famiglia di mio nonno era quella più grande di tutto il paese anche se era un po’ malandata; mi ha raccontato che come ogni anno il paese si riuniva in casa di mio nonno per festeggiare una ricorrenza popolare e dato che il “DJ” era ubriaco iniziò ad andare in escandescenza e dovettero fermarlo per tranquillizzarlo.

Marco

21

Page 22: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

22

Page 23: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Intervista a mia nonna sulla II Guerra mondiale a MonterotondoMia nonna mi racconta spesso delle sue esperienze vissute durante la II Guerra mondiale, qui a Monterotondo.Mi racconta che la scuola era molto diversa da com’è ora, poiché gli insegnanti usavano metodi di insegnamento moltoviolenti, come la tipica bacchettata sulle mani.Anche i sistemi di riscaldamento erano differenti, infatti, dice mia nonna, bisognava portare un ciocco di legno a scuola ognigiorno e consegnarlo ai bidelli che li bruciavano per portare la legna ardente in classe.In mensa si mangiava poco e oltretutto le pietanze erano disgustose, ma per sfamarsi bisognava consumare per forza queicibi.Mia nonna era piena di giochi e amici con cui giocare, adorava divertirsi e i giochi che aveva erano sempre costruiti da lei,possedeva moltissime bambole di pezza che amava costruire poiché a ciascuna poteva dare una forma diversa.Anche se mia nonna per vari aspetti ha avuto un’infanzia tranquilla e serena, rischiò varie volte di morire. Mi raccontasempre che i Tedeschi furono in varie occasioni tremendi con lei. Lei era diventata come una ragazza partigiana, poiché tuttii partigiani di Monterotondo si riunivano a Piazza dei Leoni dove abitava lei, allora decisero di dare a mia nonna il compitodi avvertirli quando i Tedeschi arrivavano. Una di queste volte un Tedesco la vide e l’afferrò; con molta freddezza me lo hadescritto: era molto alto, biondo, aveva due occhi che sembravano quelli di un demone e con tutta la faccia contratta ledisse: “Io Kaput a ti”, ossia “Io ti ammazzo” e le puntò la pistola al capo. Mentre stava per premere il grilletto la miabisnonna urlò e il Tedesco non la colpì.I Tedeschi si paracadutarono su Monterotondo per conquistarla e quel giorno mia nonna era con un suo amico; mentre iparacadutisti scendevano, sparavano a tutto andare. Uno di questi colpì proprio l’amico di nonna sul collo, uccidendoloall’istante. Mia nonna era proprio accanto a lui e fu solo la prontezza della mia bisnonna a salvarla e ad evitarle un proiettilesul petto, gettandola a terra.Qui a Monterotondo, mi dice nonna, c’erano molti partigiani, veramente coraggiosi. Si ricorda quando uno di loro in predaalla rabbia iniziò a sparare ad un aereo tedesco con un solo fucile di breve gittata. L’aereo non accusò neanche un colpo, mail pilota sentì il rumore e iniziò a mitragliare sulla folla in fila per prendere del pane. Si ricorda, inoltre, quando un partigianovicino all’arco di San Rocco uccise un nazista ma si dimenticò di disarmarlo. All’epoca le bombe a mano dei nazisti venivanoattivate tirando un filo legato a un braccialetto; un ragazzo, vedendo questa bomba vicino al cadavere, la prese per avere ilbraccialetto, però questa gli esplose in mano davanti a tutti. Mia nonna ricorda che questo ragazzo venne sbrandellato inuna ventina di pezzi e uno di essi andò a finire sull’arco di San Rocco.Mia nonna afferma che la guerra è una futile strage di persone innocenti e che alla fine non c’è un vincitore, sono tutti deivinti. La guerra, in realtà, è la dimostrazione di quanto può essere crudele e ingiusto l’uomo.Non dobbiamo dimenticare tutto ciò, bisogna invece conoscere i fatti accaduti per fare in modo che non si ripetano più.

Giulio

Page 24: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

24

Page 25: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

RACCONTI: IN SRY LANKA

Si trattava degli anni ‘40, quando in Europa si stava affrontando la Seconda Guerra Mondiale.Durante la Seconda guerra mondiale lo Sri Lanka fu la base delle operazioni britanniche contro i Giapponesi.

Nel 1942 la Marina Giapponese bombardò Colombo con circa 200 aerei. I miei genitori mi hanno raccontato che quando mia nonna si svegliava la mattina era intimorita dalle bombe, che in quel periodo devastavano lo Sri Lanka.In Sri Lanka la vita era molto diversa rispetto ai tempi d’oggi, perché all’epoca, mi disse mamma, il cibo scarseggiava e per comperare un pezzo di pane bisognava stare in fila ore ed ore davanti a un BakeryHouse. Mia nonna era già adulta, e inoltre aveva già dei figli. Questi ultimi erano bambini, e non capivano quale era la situazione.

Infatti, mi riferì mamma, i suoi fratelli chiedevano a nonna e a nonno molti giocattoli; fortunatamente mio nonno lavorava in una fabbrica di tè insieme agli inglesi dove svolgeva il mestiere di testatore di tè, e quindi aveva la possibilità di soddisfare i loro bisogni. I loro vicini, però, soffrivano la fame vera e propria, per cui mia nonna gli offriva del cibo. Ma quando i bombardamenti si facevano sentire, mia nonna e i suoi figli si nascondevano nelle trincee. A scuola le punizioni più usate erano le bacchettate sulle mani: mi ha raccontato mia zia che lei una volta se ne prese tante solamente perché la mattina, prima di andare a scuola, non era andata in chiesa.La vita in Sri Lanka, fino all’indipendenza del 1948, era così.

Flavia

Page 26: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

26

Page 27: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

RICORDI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE …. Roma

Sicuramente i tempi della seconda guerra mondiale non sono stati tra i migliori da quando l’uomo è comparso sullaterra, ed è proprio per questo che è fondamentale non scordarseli e non lasciare il mondo nell’ignoranza più totale.Pur non disponendo di testimonianze dirette, sono riuscito a trarre dai miei nonni e da mio padre poche ma sempreimportanti informazioni sul periodo fascista.Mio nonno paterno nacque nel lontano 1925 a Testaccio, una zona situata a Roma centro/sud e proveniva da unafamiglia povera. Quando la II guerra mondiale scoppiò, egli aveva solo 14 anni, ma riuscì a capire la gravità dellasituazione pochi anni dopo, quando il governo fascista obbligò ogni singolo cittadino ad arruolarsi nell’ esercitoitaliano. Purtroppo mio nonno morì nel 2007, e non fu un uomo a cui piaceva parlare tanto di quella tragedia, quindiquel che si sa è poco. Egli si ricordò che non poteva parlare con più di una persona in un luogo pubblico poiché lo statolo vietava pensando che stessero complottando qualcosa contro di esso e soprattutto che la fame si soffrivanotevolmente in quelle fredde e rigide giornate d’inverno, tanto da dover mangiare cani o gatti pur di restare in vita esperare che tutto quel malessere potesse terminare. In lui era vivo anche il ricordo dei cartelli appesi nei negozi chevietavano l’ingresso agli ebrei o agli omosessuali. Mia nonna paterna, invece, ricorda solo che tutto quel che possedevaera costruito da lei, scarpe, vestiti come maglioni, camicie, pantaloni.Ora ci spostiamo ad Ercolano, vicino Napoli, dove nacquero mia nonna e mio nonno materni. Quest’ ultimo, nato nel1929, aveva solo 11 anni agli inizi della seconda guerra mondiale, della quale ricorda svariate vicende; principalmente ibombardamenti che venivano segnalati tramite il suono di una sirena con il quale si avvertiva di rifugiarsi nelle cantineper non esser colpiti dalle bombe, che si potevano ben individuare nell’ infinità del cielo apparendo come piccolipacchi, che per quanto piccoli avrebbero causato un grave danno. Infatti a confermarmi ciò è stato proprio mio nonnoche si creò quest’immagine sin da quand’ era piccino, senza mai più dimenticarsela Avendo pochi anni, mio nonno nonaveva delle idee chiare nella sua testa, ma non si cancellerà mai il ricordo della tessera annonaria, un piccolo pezzo dicarta che veniva affidato a tutte le famiglie per nutrirle.Mia nonna, oltre che esser stata una bambina di due anni, non ha mai vissuto le violenza della guerra in quanto daErcolano è stata trasferita ad Avellino dai nonni per non rischiare la vita.

Francesco

27

Page 28: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

28

Page 29: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

… In CalabriaLa Seconda Guerra mondiale ha toccato sia economicamente che socialmente tutto il globo, in quanto causa didistruzione e morte. Per sapere cosa accadde, però, non serve solo studiare, ma è utile anche parlarne con parenti eamici. anziani, dato che il conflitto si è svolto circa settant’anni fa.Io mi sono fatta raccontare tutto ciò da mia nonna, che nel ’43 aveva 13 anni.Viveva in Calabria, a Catanzaro. La madre si occupava della casa e dei figli, mentre il padre era proprietario di un’industriboschiva.Di solito la sua giornata si svolgeva così: facevano colazione tutti insieme, lei e i suoi fratelli maggiori, solitamente conpane, miele e latte, poi si recava a scuola a piedi e molto spesso accadeva che un gruppo di squadroni fascisti sparasse aqualcuno davanti a lei durante il tragitto. I genitori, dopo la seconda Media, la obbligarono a trasferirsi in una scuola disuore, dove le insegnarono materie quali “ricamo, canto e bella scrittura” Dopo il primo quadrimestre, però, lei siribellò, dato che desiderava studiare le materie della normale scuola italiana, per cui vi tornò l’anno successivo. Dopo lascuola molte volte non pranzava, dato che i Tedeschi spesso le rubavano con tanta prepotenza l’ormai scarno panino difarina bianca con olio e formaggio. Nel pomeriggio svolgeva i compiti, ma molto velocemente perché lei e la madreandavano nei quartieri poveri a donare i vestiti degli anni passati e provavano ad aiutare in qualche modo tutti. Infinecenavano con ciò che riportava il padre dal panificio. La notte avveniva il peggio, vi erano tantissimibombardamenti, tanto che per quattro mesi si dovettero trasferire a Serra Stretta, un paesino isolato sulle montagne. Ibombardamenti avvenivano soprattutto in quella zona perché vi transitava il treno, quindi gli Alleati immaginavano chelì passassero i Tedeschi. Ma anche per facilitare i collegamenti mare terra, venne molto utilizzata questa ferrovia, datoche prima di giungere lì, gli Alleati erano sbarcati in Sicilia. La campagna ebbe inizio con lo sbarco delle forze alleate aLicata, tra Gela e Scoglitti e tra Pachino e Siracusa, tra il 9 e il 10 luglio 1943; dopo una breve resistenza, gran parte delleunità militari italiane si disgregarono ed entro il 17 agosto l'isola venne interamente occupata, nonostante l'efficacedifesa organizzata dalle formazioni tedesche trasferite in Sicilia al comando del generale Hans-Valentin Hube, cheperaltro riuscirono ad effettuare con successo una ritirata strategica sul continente.I fratelli di mia nonna non ebbero una vita facile; uno, Umberto, era comunista e i Tedeschi lo ricercavano cosìaccanitamente che setacciarono tutte le case per poterlo trovare e uccidere, ma in quel periodo si era nascosto a SerraStretta.L’altro fratello, Gianni, era stato impiegato dagli Americani in una stazione per distribuire cibo alla gente.L’ultimo, Fabrizio, era arruolato in marina e si trovava come vedetta nell’isola di Pantelleria. Per quanto era preoccupataper loro, mia nonna allestì in casa un altarino dove pregava ogni sera prima di andare a letto.

Chiara

Page 30: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

30

Page 31: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

31

Page 32: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

…MONTEROTONDO…

Nel 1943 ci fu la battaglia di Monterotondo. Mia nonna mi ha saputo riferire delle testimonianze di questo periodo inAbruzzo, precisamente di un paesino chiamato Faleria, mentre una sua amica mi ha potuto informare sulla situazioneche si era creata a Monterotondo e dintorni. All’arrivo dei paracadutisti alcuni anziani credevano che fossero angeli einiziarono a pregare, mentre il comando militare che si era stanziato lì era fuggito. Intorno a V.le F. Cecconi i Tedeschibombardarono molto perché c’era un’officina che riparava i carri armati rotti che provenivano da M. Cassino in mododa non farli aggiustare. Inoltre i partigiani erano perseguitati e uno di loro, Edmondo Riva, fu scoperto, rapito etorturato fino alla morte nel 1944. A Monterotondo scalo i bombardamenti erano effettuati tutti i giorni tanto che icittadini chiamavano i bombardieri i 12 apostoli, perché passavano sempre 12 aerei a bombardare. Infine si dice chesul portone della chiesa dei Cappuccini ci sia ancora il segno di una cannonata.

Arianna

32

Page 33: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

… FALERIA

Parlando di Faleria, mia nonna mi ha raccontato che i Tedeschi erano andati a vivere in casa sua per un periodo e chenon volevano rimanere soli in casa per paura degli attentati, con lei erano molto gentili e, siccome a quei tempi nonc’erano molti dolci, i soldati le davano del pane con la marmellata. La mia bisnonna, con l’arrivo dei tedeschi nascosetutti i mobili e gli oggetti che aveva in casa, in soffitta e nello scantinato per paura che glieli sottraessero.Un uomo a Faleria uccise un germanico, così in cambio i tedeschi decisero di uccidere 10 capifamiglia, ossia i padri, mafortunatamente furono risparmiati grazie al sacrificio di un papà.

I giochi che mia nonna faceva a quell'epoca erano molto semplici, come: batti muro ( che consisteva nel lanciare deibottoni di una certa forma in un certo modo e vinceva chi li faceva arrivare più lontano), il salto con la corda,nascondino, campana, oppure giocava con delle piccole palline che dovevano essere lanciate contro il muro e ripresesenza lasciarle cadere.

Mia nonna ha frequentato la scuola fino alla 5^ elementare e già a quell’età i bambini che non si comportavano beneerano puniti con delle bacchettate sulle mani o mettendoli dietro la cattedra in ginocchio.

I principali cibi che si mangiavano erano: salsicce, pane e olio, pomodoro, marmellata, affettati e minestra.Se stavi male e durante la domenica si mangiava della carne rossa per avere più energie.I dolci si mangiavano solamente durante le feste ( Pasqua, San Giuliano, Ferragosto, Natale, la Befana).

I fascisti chiedevano ai cittadini tutto l’oro che avevano e la mia bisnonna diede loro tutto, ma non gli permise diprendere la su fede.

Arianna

33

Page 34: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

34

Page 35: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Battaglia di Roma

Mio nonno, quando è accaduta la battaglia di Roma, aveva solo due anni. Viveva, con i fratelli e i nonni, pressol’aeroporto di Centocelle, una zona soggetta a parecchi bombardamenti.I tedeschi quando bombardavano avevano come obiettivo l’aeroporto di Centocelle perché c’erano gli aerei militari. Ilpeggior bombardamento è stato quello della zona di San Lorenzo perché c’era la ferrovia. I tedeschi mettevano pauraanche se ce l’avevano con gli ebrei.I giochi non c’erano a quei tempi, nè li costruivano e nè li inventavano al momento a causa della guerra. Quandoaveva quattro anni, si spostò da Centocelle a Piazza Vescovio. Lì con i suoi amici andava a smontare i proiettili evendeva la polvere da sparo come ferro vecchio. Una di queste volte, accadde un incidente: mio nonno fu trafitto da13 schegge e ora ne ha ancora due, una nel cranio e una nella schiena.Il cibo non era come quello di ora; prima si mangiava di rado la carne e di solito si mangiava mortadella, la pasta, ilpane, alcune volte anche la polenta, pane e olio e di rado il dolce, quando lo preparavano le mamme. Non c’era ilbenessere che c’è oggi, i genitori lavoravano tutto il giorno e tornavano la sera tardi ed erano stanchi.Mio nonno, dopo la guerra, andò a scuola al semiconvitto a Orvieto, dove i primi anni si studiava italiano ematematica e dovevano imparare a scrivere bene con il pennino. La storia e la geografia si studiavano dopo, in terzao quarta.Le punizioni a scuola erano diverse, le maestre ti dicevano di metterti dietro la lavagna o in ginocchio sui ceci o isassolini e gli alunni dovevano stare zitti e non lo potevano dire a casa perché i genitori davano ragione alle maestre,non come ora. I bambini venivano trattati sempre bene. Non c’erano le televisioni in casa e i bambini andavano instrada a giocare con gli altri amici perché non c’erano le macchine.Alla fine delle scuole elementari si faceva l’esame e dopo c’erano le scuole medie o le scuole commerciali.

Nicolò

35

Page 36: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

36

Page 37: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

TESTIMONIANIANZE DI MIA NONNA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Mia nonna è nata a Roma il 18 settembre del 1940. Benché nel corso della seconda guerra mondiale lei fosse moltopiccola, i tragici momenti vissuti ancora riaffiorano nella sua mente. Mi ha raccontato che lei era abbastanzabenestante per quell’epoca, poiché il padre lavorava all’ufficio del comune.Nel 1943, quando aveva tre anni, era già molto sveglia e capiva la gravità dei fatti che accadevano; infatti quandosuonava la sirena d’allarme per i bombardamenti, lei, assieme a sua sorella e ai suoi genitori, si rifugiava nel ricoverosotto casa sua per evitare di morire a causa delle bombe nemiche. Una fredda mattina d’inverno, il suono dellasirena allarmò tutti in quella casa. Tutta la famiglia, tranne il padre che era a lavoro, si affrettò ad andare nel rifugiosottostante alla casa, dimenticando però i cappotti; poiché faceva molto freddo, la madre tornò indietro perprendere i cappotti, ma proprio mentre lei stava riscendendo la rampa di scale collegata al rifugio, i tedeschisganciarono le bombe non molto lontano dalla casa. Si era alzato un grandissimo polverone e mia nonna e sua sorellanon trovavano più la loro madre che stava urlando disperata nel tentativo di ritrovarle. Fortunatamente siricongiunsero.Intanto, anche il comune era stato fatto evacuare; infatti il padre di mia nonna, corse disperato nel tentativo diraggiungere casa e rivedere la sua famiglia. Fu così.Questa è sicuramente l’esperienza più rischiosa alla quale si è esposta mia nonna, a tal punto che ancora oggi se laricorda.Ascoltare questo fatto mi ha davvero impressionato, non avevo mai parlato di fatti così con mia nonna; ho ampliato imiei rapporti con lei, poiché adesso un pezzo della sua storia appartiene a me e anche a voi.

Jacopo

37

Page 38: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

38

Page 39: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Testimonianza di Mara Bellucci

Quando è scoppiata la II guerra mondiale avevo quattro anni. Io e mio fratello, che all’epoca aveva sette anni, capimmosubito che stava accadendo qualcosa di grave. Infatti, da quando avevo due anni mio padre prendeva in affitto la casadi un pescatore a Fiumicino per trascorrere l’estate. Con noi veniva anche mia nonna, che era rimasta vedova. Conl’inizio del conflitto, purtroppo, mio padre non ci ha più portato al mare.Davanti alla nostra casa a Roma, esattamente a Ponte Milvio, avevamo la caserma Mussolini e vedevamo semprepassare i camion con i soldati tedeschi che perlustravano la zona. La caserma era una costruzione molto granderivestita di lastre di marmo di Carrara. Io ero terrorizzata dalla sirena dell’allarme aereo: cominciavo a tremare e miamamma mi prendeva in braccio per tranquillizzarmi e mi metteva l’ovatta nelle orecchie per non farmi sentire ilrumore. Quando c’era tempo ci rifugiavamo nei sotterranei della parrocchia Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, oppureci nascondevamo negli scantinati della nostra palazzina. A volte con noi c’erano anche altre famiglie molto numeroseed era difficile convivere tutti insieme.Io a sei anni facevo parte della Gioventù del Littorio, come si evince della mia pagella di ammissione alla secondaelementare. Mio papà lavorava all’ATAC e controllava gli autobus che partivano da Piazzale Flaminio. Aveva partecipatoalla Grande Guerra, ritornando a casa solo nel 1919. Infatti i miei nonni lo avevano dato per morto. Era un reduce diguerra e per questo motivo aveva avuto il posto all’ATAC. Essendo un uomo molto attivo, mio padre faceva anche unsecondo lavoro: in un’officina costruiva dei prototipi di missili alti un metro. I tedeschi, pensando che i prototipi fosserotelecomandati, sequestrarono tutto e tutti. Così mamma vide papà tornare a casa accompagnato da un tedesco perprendere dei vestiti. Lo avrebbero portato in Valchiavenna. Lui voleva fuggire dal tetto, ma mamma non era d’accordoperché se lui fosse scappato noi non avremmo fatto una bella fine. Per lunghi mesi non sapemmo nulla di mio padre.Mamma nel frattempo stava sveglia anche di notte per confezionare vestiti mentre di giorno lavorava in alcuni negozi.Eravamo abbastanza fortunati perché non ci mancava il cibo: potevamo mangiare panini all’olio cotti sulla stufa dighisa. Mamma aiutava le altre famiglie. Ad esempio, allattava il figlio di una signora che per la paura era rimasta senzalatte. Finalmente mio padre tornò perché era stato aiutato da un tedesco di buon cuore e a Roma arrivarono gliamericani. I tedeschi erano in ritirata e uccidevano senza pietà. Per fortuna gli alleati erano buoni e ci portavano delcibo. A mio fratello diedero della cioccolata e del latte condensato. Questa è la mia storia, mia e della mia famiglia.

(Claudia) Mara Muzzi vedova Bellucci, nata a Roma il 06/08/1935.

39

Page 40: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

40

Page 41: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

LA SECONDA GUERRA MONDIALE E IL FASCISMO

Durante la seconda guerra mondiale i miei nonni materni e paterni avevano circa 17 anni e vivevanorispettivamente nelle Marche e a Roma.Mia nonna mi ha raccontato che a volte i tedeschi a Roma e non solo, sparavano alle galline o allemucche senza farsi tanti scrupoli e se le mangiavano.In quegli anni andare a scuola non era facile, infatti la mia nonna paterna frequentò solo le scuoleelementari ma poi ha dovuto lasciare tutto per pensare a suo fratello più piccolo. Però chi potevapermetterselo mandava la propria figlia o figlio in collegio, come i miei bisnonni materni fecero conmia nonna. Nelle Marche, nei paesini come quello in cui abitava mio nonno, si era una piccolacomunità e ci si poteva aiutare a vicenda, infatti la fame non era sentiva come nelle città. TraMacerata e Camerino c’era un gruppo di partigiani in cui ha combattuto mio zio, fratello del miononno materno.La guerra segnò molte vite e si portò via quella di un mio zio che non ho mai potuto conoscere,fratello della mia nonna materna, morto sul fronte greco albanese. Un altro mio zio, Balilla Morlupo,ha combattuto insieme a suo fratello con i partigiani lungo il confine tra Umbria e Marche. Nel ‘44 itedeschi catturarono suo fratello e lo fucilarono, mentre zio in quell’anno si ritirò dal gruppo deipartigiani… E portandosi negli anni questo peso, la primavera del ‘94 a fine aprile si suicidò.

(Leonardo

continua…)

41

Page 42: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Dai i miei nonni ho raccolto anche delle informazioni su come si svolgeva la vita loro e dei coetanei quando eranoragazzi.Oggi il divertirsi, la scuola e gli hobby sono completamente cambiati rispetto a sessant’anni fa.Adesso la scuola è più divertente: esistono le attività extra scolastiche ma soprattutto la scuola è diventata realmente“obbligatoria”. Per prima cosa una volta continuava a studiare, dopo le elementari, chi era benestante e chi potevapermetterselo. Inoltre, la scuola era un privilegio per pochi, in quanto generalmente da ragazzi si pensava subito alavorare. Così fece, infatti, mio nonno che a sedici anni si arruolò in polizia e rischiò la vita il 10 settembre 1943 allabattaglia di Porta San Paolo.All’epoca se non si era ordinati e non si aveva una bella scrittura ti potevano dare le bacchettate sulle mani con unapiccola bacchetta di legno, ma una delle punizioni più dolorose era inginocchiarsi sui ceci.A quei tempi non esistevano i videogame o roba simile, si aveva solo un grande giocattolo, “la fantasia” e con lafantasia nacquero giochi che esistono ancora oggi come: nascondino, campana, acchiapparella e altri ancora.

Leonardo

La battaglia di Porta San Paolo

Il 10 settembre1943, la zona sud di Roma è teatro di uno degli episodi più drammatici ed eroici della Resistenza:la battaglia di Porta San Paolo: fu l'estremo, disperato tentativo da parte dei militari e dei civili italiani di opporsiall'occupazione tedesca della capitale, avviata subito dopo l'annuncio dell'armistizio.Nel primo pomeriggio la resistenza è travolta dai mezzi corazzati tedeschi e il capo di stato maggiore dellaDivisione «Centauro», Leandro Giaccone, firma la resa a Frascati, presso il Quartier generale tedesco.La battaglia di Porta San Paolo è considerata il vero e proprio esordio della Resistenza italiana.

Leonardo

42

Page 43: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

43

Page 44: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

44

La guerraIntervista a nonna Giovanna

Durante la seconda guerra mondiale mia nonna paterna aveva otto anni. Nonostante la sua giovane età, ben ricorda quel bruttissimo periodo.La sua infanzia, mi racconta la nonna, è stata segnata dalla fame e dalla carestia. Infatti secondo il suo dire, durante la seconda guerra mondiale, il cibo le mancava e quindi cresceva piccola e magra.Durante la guerra il cibo veniva razionato alle famiglie e distribuito solo in una certa quantità e qualità. La nonna ricorda bene le lunghe file che faceva con sua madre con una tessera “annonaria” per ritirare un po’ di farina. Mio nonno era, invece, uno dei pochi fortunati: aveva un orto e viveva in una fattoria.Monterotondo, secondo il racconto di mia nonna, non ha subito bombardamenti, o meglio dice mia nonna l’unico bombardamento più vicino è stato a Grotta Marozza, quando il generale Badoglio con l’intero comando dello stato maggiore italiano fuggì nella notte dell’Otto settembre 1943.Nonna Giovanna, inoltre, ben ricorda quando in due diverse occasioni si paracadutarono su Monterotondo i soldati tedeschi.Nel primo suo ricordo, ancora vivo nella sua mente, vide ucciso a pochi passi da lei un ragazzo giovanissimo che si trovava in fila con lei, per ricevere un po’ di pane e farina. Dice mia nonna che solo la freddezza e la prontezza della mia bisnonna le salvò la vita, infatti, mentre scendevano dall’alto i Tedeschi che sparavano all’impazzata, lei era rimasta immobile a guardare, ma veniva la mia bisnonna l’afferrò e la portò via prima che venisse colpita. Un’altra volta, invece, ricorda quando un fornaio, oggi dice coraggioso, decise di far rifugiare nel suo locale il comandante dei partigiani, il quale nonostante non volesse accettare, perchè voleva decidere solo lui senza discutere, si cambiò, insieme ai suoi giovanissimi compagni, indossando abiti da lavoro sporchi di farina, per ingannare i tedeschi, che nel frattempo erano arrivati. In quell’occasione mia nonna e sua madre furono rinchiuse in una cantina e liberate a notte fonda.La nonna conclude il suo racconto quasi commossa ed io sono contento di essere suo nipote e poter raccontare a sua volta la sua storia di vita.La guerra è una cosa orrenda, conclude mia nonna, e noi giovani dobbiamo ritenerci veramente fortunati.Mai più guerre, dice mia nonna, solo pace.

Giulio

Page 45: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

45

Page 46: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

REPERTI DI GUERRA

46

Page 47: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

PUGNALE DEL

FASCIO

Si tratta di un pugnale da

"combattimento" della milizia fascista

(M.V.S.N.), Milizia Volontaria per la

Sicurezza Nazionale. Spesso veniva

dato in dotazione ai battaglioni delle

CC.NN. (camicie nere) impiegate in

Africa Orientale e, più in generale, durante il secondo conflitto mondiale.

47

Page 48: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Il pugnale è del modello

chiamato "Marcia '35";

l’impugnatura è in legno e

finemente decorata con intarsi

in rilievo. Il fodero e' il classico

modello riportante la scritta

"MVSN" ed il fascio littorio in

rilievo, ed è del tipo con

passante fisso.

E’ stato prelevato in

Sicilia, durante la “consegna

delle armi”, cioè l’obbligo di

restituire ogni tipo di arma alla fine della guerra.

48

Page 49: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

49

Page 50: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

MEDAGLIA A CROCE GRANDE

Si tratta di una Croce di Cavaliere OMRI di vecchio tipo, per insignire all’“Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. L’insegna era costituita da una croce piana in smalto bianco, pomellata alle estremità, inscritta in un quadrato costituito da quattro aquile imperiali ad ali spiegate e caricata al centro da una stella a cinque punte in rilievo, il tutto sospeso ad una corona con torri; nella parte terminale ci sono 3 minuscole pietre: una verde, una bianca e una rossa come il tricolore.

50

Page 51: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Entrambi i lati della decorazione sono identici. Quella dorata veniva riservata agli ufficiali. La medaglia apparteneva al mio bisnonno Scalabrin Mario, ufficiale di cavalleria.

51

Page 52: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

La Croce di Guerra al Merito venne istituita dal re Vittorio Emanuele III il 19 gennaio 1918.Questo tipo di croci furono assegnate agli appartenenti delle forze armate che avessero maturato almeno un anno di servizio in trincea o sul fronte nemico e vennero riconosciute anche ai feriti in azione o che, per meriti di guerra, avessero ricevuto una promozione.

CROCE DI GUERRA AL MERITO

52

Page 53: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Le croci concesse nel periodo del Regno d’Italia recavano il monogramma del re Vittorio Emanuele III (VEIII), mentre quelle del periodo repubblicano si contraddistinguevano per il monogramma RI, “Repubblica Italiana”. Queste croci, quindi, risalgono al periodo della Repubblica e costituiscono un riconoscimento per la partecipazione alla II Guerra mondiale.Il nastrino è a bande bianche e azzurre sia nel periodo monarchico che in quello repubblicano.

53

Page 54: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

54

Page 55: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

CROCE SU NASTRINO

Croce commemorativa del Gruppo Armate Ovest.È un nastrino con 19 barre verticali di colore verde e rosso e le 2 stellette d’argento sono relative agli anni di guerra.

55

Page 56: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

PAGELLA FASCISTA

Si tratta di una pagella di V elementare, per l’esattezza chiamata “scuola del lavoro”, frequentata da mia nonna Cavestro Lucia, che viveva a Mestre, Venezia, durante la guerra.

56

Page 57: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Da notare la copertina, con i colori della bandiera italiana, il fascio e la scritta “Opera Balilla”, istituzione creata appositamente dal regime fascista per l’educazione e l’indottrinamento dell’infanzia e della gioventù. Si distingue chiaramente la scritta a. XXII che si riferisce al ventiduesimo anno della dittatura.

57

Page 58: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Da notare le materie che venivano insegnate all’epoca e la valutazione, espressa con un giudizio

58

Page 59: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Dopo la scuola elementare, gli alunni venivano indirizzati alla “scuola per l’avviamento professionale”, che introduceva rapidamente al mondo del lavoro, oppure al ginnasio, per poi proseguire gli studi liceali ed, eventualmente, universitari.

59

Page 60: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

REPERTI DEL CAMPO DI

INTERNAMENTODI KONIGSBERG

60

Page 61: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

E’ un utensile del campo di lavoro in dotazione ai prigionieri e si tratta di un coltello e forchetta che si incastrano perfettamente tra loro formando, una volta chiusi, una specie di bastoncino di legno. Era dato ad ogni prigioniero all’arrivo nel campo e apparteneva anche questo al mio bisnonno, ScalabrinMario.

UTENSILE

61

Page 62: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

TESSERA DI RICONOSCIMENTO DEL CAMPO DI LAVORO

Questo oggetto è una tessera di riconoscimento appartenuta al mio bisnonno, Scalabrin Mario, ufficiale di cavalleria. Fu imprigionato subito dopo la firma dell’Armistizio l’8 settembre 1943 e portato in un campo di lavoro a Konigsbergnell’attuale Kaliningrad in Russia. Sul davanti si riconosce il numero di appartenenza al campo, l’indirizzo di questo, la data di nascita e la firma della persona. Inoltre c’è la foto in primo piano. Il tutto montato su una placca di metallo.

62

Page 63: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Sul retro varie indicazioni: prima di tutto la specifica di “Militare Italiano Internato” impiegato in un campo che costruiva i camion militare per il trasporto truppe di tipo “Bussing NAG” con la mansione di “aiuto fabbro”. La data di rilascio è chiaramente visibile e risale al 24/04/44. Seguono una serie di indicazioni sul documento:1.La consegna del documento a persone non autorizzate sarà perseguita.2. La perdita dovrà essere denunciata subito alla Direzione o all’Ufficio del personale.3.Il documento deve essere sempre portato con sé.4.Autorizza ad accedere alle aree di lavoro solo nell’orario di servizio.5.Il documento è sotto la responsabilità del lavoratore. La mancata restituzione sarà punita.Si distingue chiaramente anche il timbro della fabbrica“Bussing NAG”.

63

Page 64: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

LAVORO SVOLTO DA:

Alice

La fotografia rappresenta i camion che venivano costruiti nel campo.

64

Page 65: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Claudia 65

Page 66: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Claudia 66

Page 67: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Claudia 67

Page 68: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Utilizzo e fabbisogno

68

Page 69: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

La seconda

guerra

mondiale

influì su

tutti gli

aspetti

della vita ci

vile.

L'entrata in

guerra

dell'Italia

aumentò la

crisi economica, che si manifestò anche nella scarsità di generi

alimentari e nell'aumento dei prezzi. Venne distribuita ad ogni

persona la "carta annonaria", con cui si razionavano i generi di

prima necessità: pane, farina, olio e sale venivano tesserati, cioè

distribuiti consegnando al negoziante un talloncino di una

tessera assegnata ad ogni famiglia dagli uffici annonari dei

comuni.

Page 70: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Grazie alla tessera annonaria le

persone non pativano la fame. Questa tessera permetteva in

date prestabilite di recarsi da un fornitore abituale per la

prenotazione dapprima solo di generi alimentari, ma poi si

diffuse, ad esempio, anche per il vestiario.

Il negoziante staccava la cedola di prenotazione apponendo la

propria firma si poteva prelevare la merce prenotata. Visto

che i prezzi variavano di mese in mese era uso comune

prelevare tutto quanto fosse possibile in un'unica soluzione. Le

date di prenotazione e ritiro dei generi alimentari venivano

annunciate tramite manifesti e trafiletti sui giornali che si

susseguivano a ritmi paradossali.

A gennaio si razionò lo zucchero, a maggio caffè e sapone; nei

mesi successivi i produttori e commercianti furono obbligati a

dichiarare la quantità prodotta di lardo, olio di oliva e

formaggi grana.

Page 71: Battaglia di Monterotondo   disegni e testi

Ci furono restrizioni sull'olio e sul burro. Anche il latte fu presto sottoposto a

restrizione, tranne che per bambini e ammalati, tanto che fu fatto divieto di acquistare o

vendere nel territorio astigiano latte non proveniente dalla centrale.

I detentori di suini dovettero dichiarare il numero di animali in loro possesso, esclusi

due per il fabbisogno familiare ed entro la fine dell'anno, i contadini furono costretti a

consegnare quasi tutti i prodotti all'ammasso.

Gli allevatori di bovini dovettero portare all'ammasso il 30% di ciò che eccedeva i 180

kg a capo per destinarlo alle forze armate e alla popolazione civile.

Dall'8 luglio gli ospedali poterono solo più trovare giornalmente la carne per la metà dei

degenti.

Il 27 marzo 1941 fu fatto divieto di vendere gli avanzi di panettoni ai privati e destinarli

solo a forze armate e ospedali.

Dal 17 maggio i panettieri poterono produrre pane utilizzando l'aggiunta del 20% di

patate, ma il primo ottobre un'ordinanza lo razionò di più.

Il 24 maggio 1942 fu fatto divieto di vendere il pane raffermo extra-tessera, ma doveva

essere ripartito tra la clientela che regolarmente esibiva la carta annonaria.

Il 20 novembre 1943 anche il sale fu razionato.

Il 20 febbraio 1945 truppe partigiane requisirono sulla Asti-Alessandria un camion

carico di sale che venne distribuito tra la popolazione.Andrea S., Arianna, Nicolò