1. La nuova concezione rinascimentale dell'uomo A cura di
Stefano Ulliana
2. Panoramica
1. La nuova concezione rinascimentale dell'uomo.
3. 2. Umanesimo e Rinascimento in Europa.Pico della Mirandola 4.
1. La nuova concezione rinascimentale dell'uomo
Il nuovo orizzonte speculativo e pratico aperto dal
Rinascimento riattiva quella visione del principio originario,
creativo e dialettico, che produce sia una nuova attenzione al
problema umano, sia la considerazione con occhi nuovi della natura.
Mondo, natura ed uomo vengono coinvolti in una prospettiva di
evoluzione storica, progressiva e positiva, che risulta
determinante per indicare uno sviluppo autonomo delle potenze
reali, che vengono a loro volta descritte secondo un criterio
razionale completamente autonomo e indipendente da qualsiasi
progetto ed azione etero-determinativi. In questo contesto assume
importanza decisiva l'attenzione per il problema soggettivo: l'uomo
viene accostato al principio originario, per mostrarne le medesime
capacit e potenze creative, espressive e dialettiche.
5.
Da strumento della Provvidenza divina, l'uomo diventafaber
ipsius fortunae , artefice del proprio destino. Pico della
Mirandola lo ribadisce nella suaOratio de hominis dignitate , dove
viene sottolineata la libera potenza dell'uomo a farsi immagine di
s secondo la mutabilit dei propri desideri . Scardinata
l'integrazione astratta anche se molto concretamente determinata,
per effetto dei poteri universali della Chiesa e dell'Impero -
all'ordine predeterminato della divina grazia e provvidenza,
l'essere umano ridiventa soggetto libero e potente, ad immagine
della potenza e della libert del Soggetto divino. In questo modo
l'azione creatrice di Dio trova nell'azione creativa dell'uomo una
propria immagine per diretta ed immediata somiglianza.
6.
quindi la stessa concezione di Dio ad essere modificata, quando
non rivoluzionata: scacciato dall'esilio della separazione
astratta, funzionale all'esercizio dei poteri terreni universali,
egli diviene soggetto garante di un potere vicino, ancora assoluto
(Signore della Terra), ma con una determinazione ed una
caratterizzazione quasi pi umana e pi terrena, con emozioni e
passioni simili a quelle umane. In questo processo di
antropomorfizzazione del divino o, che lo stesso, di divinizzazione
dell'umano il nuovo atteggiamento rinascimentale fa s che la
potenza immaginata per l'artefice divino si traduca, si trasferisca
e si moduli nelle mille forme dell'agire umano, in modo tale da
fare dell'uomo stesso un faro di dignit e di preminenza
assoluta.
7.
Assorbito nella natura attiva dell'uomo, Dio rimane quale
pilastro e criterio per la determinazione, sia conoscitiva che
pratica. La sua grazia e la sua provvidenza non si perdono:
semplicemente si avvicinano all'umano, nel sentimento della
grandezza del cosmo, della sua bellezza e della sua meravigliosa
organizzazione. Soprattutto si integrano in quella potenza virtuosa
della perfezione, che suscita, muove e fa concrescere come finalit
assoluta tutte le azioni dell'uomo, teso alla costruzione ed
edificazione di se stesso. Ma alla libert dell'uomo si deve
affiancare la libert sia della natura e delle sue forze, sia la
libert del divino e del proprio reggimento universale, che non
viene annullato nella nuova concezione rinascimentale dell'ordine.
Semplicemente in quest'ordine viene ad aumentare - e di molto - il
grado di variabilit / volubilit delle forze agenti, con il
risultato che l'uomo spesso si considera in balia della fortuna,
del caso o del destino.
8.
il mondo intero, infatti, che viene rimesso in movimento, sotto
la figura di una Trinit quasi laicizzata: la fortuna, che vuole
liberamente e quasi con indifferenza nei confronti dei propri esiti
fra i mortali, il caso che muove e il destino che realizza, sono i
termini all'interno dei quali la potenza libera del mondo riesprime
se stessa, oggetto di una imperscrutabile volonted intelligenza.
Tutto sembra essere preso dentro questa gigantesca ruota: il pegno
del movimento generalizzato infatti l'imperscrutabilit totale.
Privi delle certezze offerte dalla stabilit universale medievale e
non ancora confortati dalle ricerche e dalle scoperte della nuova
scienza moderna, i rinascimentali oscillano fra il polo
dell'ottimismo pi radicale ed il pessimismo pi totale, presi fra il
vortice suscitato dalle nuove forze economiche la fortuna del
profitto, cos come dell'insuccesso dai condizionamenti delle
relazioni sociali e dalla volubilit dei propri stessi
desideri.
9.
Microcosmo, copula dell'universo, nodo della creazione, anello
di congiunzione dell'essere, l'uomo riassume e concentra in se
stesso tutta la potenza creativa assegnata al divino, per
riesprimerla fabrilmente ed in modo egemonico in uno spazio che
oramai ruotava attorno al condizionamento principale della nuova
ricchezza materiale, ottenuta grazie alla nuova legge del profitto
economico, venendo per occupato ancora dai rapporti e dalle
relazioni sociali del mondo feudale tradizionale, con una reazione
individuale di larghissima volubilit e variabilit, alla spasmodica
ricerca di soddisfazioni che lo garantissero dal punto di vista
economico (con la ricchezza), oppure lo riempissero di s nel
riconoscimento sociale, oppure ancora lo facessero sentire perfetto
nel raggiungimento dei propri pi alti desideri. Riempito il mondo
con la propria azione ed il proprio impegno, l'uomo aspetta di
esserne ripagato, con felice merito.
10. 2. Umanesimo e Rinascimento in Europa.
Il riferimento umanistico e rinascimentale alla libera potenza
dei soggetti reali ed individuali non poteva non contagiare - come
nuovo orizzonte ideologico della borghesia in ascesa - ed
espandersi nelle regioni pi ricche e progredite dell'Europa
centro-settentrionale: la Francia, i Paesi Bassi, in alcune zone
della Germania, in Inghilterra. Qui i temi agitati dagli umanisti
italiani trovano piena corrispondenza, potendo poi permanere pi a
lungo nel progetto di civilizzazione occidentale sino al '700
illuminista - grazie a fattori aggiuntivi, scatenati da quei primi
fermenti (Riforma protestante, nascita e progresso della nuova
scienza moderna). Se le condizioni economiche e sociali delle
regioni italiane erano all'inizio maggiormente progredite, rispetto
a quelle europee appena citate, lungo il cammino della
trasformazione in senso proto-capitalistico dell'orizzonte
esistenziale, la rapida caduta dell'autonomia politica della
peniso-
11.
la italiana fece immediatamente ripiegare la riflessione
rinascimentale italiana verso tematiche di pura erudizione e
grammaticismo astratto, o verso un puro e semplice servilismo
cortigiano. Partite in ritardo, le forze economiche e sociali degli
altri paesi europei citati non trovano impedimenti simili a quelli
italici: al contrario, con lo sviluppo ulteriore della borghesia,
con il prorompere grazie alla Riforma protestante del principio
della libert di coscienza religiosa, con gli effetti di liberazione
sulle ricerche di tipo naturale e scientifico, i paesi europei
citati prolungarono, estesero ed intensificarono, moltiplicandoli,
i germi vivi e vitali delle riflessioni ed argomentazioni
rinascimentali, procedendo lungo una medesima e continua fase di
sviluppo e di crescita (materiale, civile e culturale), che li
condusse sino alle porte della Rivoluzione industriale e politica
(con tutti i conflitti interni e reciproci caratteristici della
fase moderna dello sviluppo inter-capitalistico).
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Le regioni della penisola italiana, al contrario, mancando di
unit politica, furono rapidamente e lungamente sottomesse alle mire
espansionistiche delle nuove potenze continentali (prima Francia e
Spagna, poi l'asburgica Austria), incontrando nel contempo una
fortissima limitazione ideologica proveniente dalla Controriforma
cattolica, che recise (Giordano Bruno) o inib (Galileo Galilei)
ogni forma (rivoluzionaria o moderata) di trasformazione ideale. In
questo contesto arte, letteratura, filosofia, scienza, politica
diventarono forme di condizionamento moderato o di sviamento
ascetico e formalistico, che inibirono il possibile sviluppo di
potenze e virt reali corrispondenti a quelle dei paesi pi
sviluppati d'Europa. Un processo di negazione che si rovesci tutto
intero sulla stessa formazione della civilt e mentalit italiche
moderne e contemporanee.
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Alla serie dei pi famosi artisti rinascimentali italiani Leon
Battista Alberti, Donatello, Masaccio, Sandro Botticelli, Leonardo
da Vinci, Filippo Brunelleschi, Michelangelo Buonarroti, Piero
della Francesca, Tiziano, Raffaello Sanzio dei suoi letterati e
storici Lorenzo Valla, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Baldassarre
Castiglione, Niccol Machiavelli, Francesco Guicciardini dei suoi
filosofi Giovanni Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Bernardino
Telesio, Giordano Bruno, Tommaso Campanella gli ambienti
rinascimentali europei poterono affiancare figure come quelle di
Hieronymus Bosch, Albrecht D rer, Nicola Cusano, Erasmo da
Rotterdam, Thomas More, William Shakespeare, Montaigne. Tutta la
parte pi progredita ed evoluta d'Europa prese spunto dai
suggerimenti, dalle riflessioni e dalle opere del movimento
rinascimentale italiano (dislocato nelle sue diverse sedi di
Firenze, Napoli, Milano, Ferrara, Mantova, Padova, Venezia, Roma,
Urbino).
14. L'autunno del Medioevo Tra Umanesimo e Rinascimento 15. Il
perfetto cortigiano Politici, storici e narratori