1. Umanesimo e Rinascimento. Introduzione storico-sociologica.A
cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
1. Le coordinate storiche generali.
3. 2. Il rapporto con il Medioevo. 4. 3. La nuova cultura e la
laicit. 5. 4. Il pubblico della cultura rinascimentale. 6. 5. Le
interpretazioni storiografiche. 7. 6. Le caratteristiche del nuovo
sapere. 8. 7. Rinascimento e modernit. 9. 1. Le coordinate storiche
generali.L'Europa nel 1360 10.
L'Umanesimo e il Rinascimento costituiscono per l'Europa e per
gli stati regionali della penisola italiana un periodo di trapasso
dall'et medievale all'et moderna, riuscito per alcune nazioni della
prima, tentato e quasi abortito per la maggior parte dei secondi.
Questo processo di trasformazione segnato da una serie di eventi
molto importanti: la formazione delle monarchie nazionali
(Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo), la spinta economica
delle borghesie e delle corti nazionali per l'esplorazione di nuove
vie verso i lontani mercati orientali, la diffusione della nuova
cultura ad opera della stampa, l'invenzione di nuovi e micidiali
strumenti per la guerra e l'espansione (derivanti dalla scoperta
della polvere da sparo), le trasformazioni della coscienza europea
sotto la spinta del desiderio di autonomia religiosa da parte della
Riforma protestante, sono tutti segni della incredibile forza di
espansione e di trasformazione in senso autonomo delle borghesie
mercantili e finanziarie in ascesa.
11.
Se il continente europeo vede da un lato il consolidamento
reciproco delle monarchie francesi ed inglesi attraverso la famosa
guerra dei cent'anni (1337 1453 d.C.), il progressivo tentativo di
superamento della frammentazione territoriale dell'Impero da parte
della casata d'Asburgo, deve dall'altro assistere alla caduta
dell'Impero bizantino d'Oriente per mano dei Turchi Ottomani (1453
d.C.) e, all'interno della penisola italica, la formazione di
poteri regionali Milano, Venezia, Firenze, Stato della Chiesa,
Regno di Napoli - in reciproca lotta fra loro, attraverso la
progressiva trasformazione dei Comuni in Signorie e Principati.
Dopo la pace di Lodi (1454 d.C.) il territorio italiano si appresta
a diventare terreno di scontro delle monarchie francesi e spagnole,
senza poter conseguire alcun tipo di unificazione territoriale e
politica autonoma (decadenza successiva alla pace di
Cateau-Cambrsis, 1559 d.C.).
12. L'Europa nel 1492 13. L'Europa nel 1559 14.
La progressiva apertura delle relazioni economiche, con
l'ampliarsi della produzione agricola, l'espandersi dei commerci
Venezia e Genova sono centri commerciali di livello europeo e la
prima costituzione di centri finanziari e bancari Firenze con i
Medici ne un esempio famosissimo pongono la penisola italica
all'avanguardia dei processi trasformativi generali, sino al
periodo della successiva occupazione straniera dei propri territori
(con gli interventi della Francia e della Spagna). Le diverse forze
borghesi e cittadine europee avevano dato luogo nel contempo ad una
sorta di alleanza fra il potere centrale dei monarchi e la sua
estensione burocratica e produttiva, espandendo, radicando e
proiettando la volont di potenza dei singoli stati lungo le nuove
direttrici ed i nuovi luoghi dello sviluppo geopolitico. Queste
nuove direzioni le nuove rotte commerciali atlantiche - e questi
nuovi luoghi le monarchie atlantiche si rafforzeranno a seguito
della chiusura del bacino del Mediterraneo, come conseguenza della
caduta di Costantinopoli.
15. 2. Il rapporto con il Medioevo.
La forza espansiva e propulsiva della materialit economica e
sociale borghese e cittadina, insieme alla sua alleanza con i
fenomeni di concentrazione e burocratizzazione del potere politico
(monarchie o principi), proietter sull'orizzonte immaginario comune
una nuova mentalit ed una nuova immagine razionale, elaborando e
sviluppando una nuova cultura, tesa all'affermazione dell'individuo
e della sua nuova volont di potenza e di riconoscimento collettivo.
Questa nuova immagine razionale si scontra con la tradizionale
struttura eterodeterminativa e mediativa medievale, nel momento in
cui i vecchi poteri universalistici Impero e Papato vengono
progressivamente sostituiti da centri di potere politico ed
economico singolari e determinati. La frattura tardo-medievale fra
orizzonte religioso e determinazione concreta ed individuale del
desiderio e della vita pratica (economica, sociale e politica)
trova un proprio supe-
16.
ramento ed una ricomposizione nella volont di
autodeterminazione delle forze laiche e borghesi della societ, che
pongono in essere una nuova radice creativa ed individuale,
autonoma e singolare nella propria rappresentazione e descrizione
del mondo, umano e naturale (l'uomo artefice di se stesso). Ecco
allora l'amore per le personalit d'eccezione e per i fenomeni della
natura straordinari e stravaganti, per le storie ed i racconti
meravigliosi e fuori dal comune. In questa ricerca del meglio,
sotto ogni latitudine - geografica, emotiva e letteraria, o
culturale - i nuovi intellettuali laici dell'Umanesimo e del
Rinascimento si auto-isoleranno dalla tradizione medievale, per
dare origine ad un nuovo mondo e ad una nuova cultura, che cercher
di trovare nelle opere della classicit greco-latina lehumanae
litterae , distinte da quelledivinae le migliori soluzioni ai nuovi
problemi pratici, che le trasformazioni economico-sociali ed
istituzionali squadernavano loro davanti.
17. 3. La nuova cultura e la laicit.
Il processo di riallocazione dei poteri e delle funzioni
politiche all'interno degli stati alleanza borghesia-poteri
centrali, emarginazione e controllo sui poteri feudali - vide di
riflesso nella vita culturale una perdita progressiva della propria
potenza di controllo e di egemonia da parte della Chiesa e degli
ordini mendicanti (domenicani e francescani) sulle Universit ed un
correlativo aumento di quei poteri culturali relativamente
autonomi, che stavano nascendo nelle Accademie e nelle scuole
private cittadine di arti liberali (spesso sovvenzionate dal
mecenatismo dei diversi prncipi italiani). La Chiesa perde il
secolare predominio nell'organizzazione e nella direzione della
cultura, la quale passa in mano ai laici, ovvero agli esponenti
della mentalit borghese cittadina. Qui devono essere ricordate
alcune accademie letterarie e filosofiche, antenate delle accademie
scientifiche del '600:
18.
l'Accademia filosofica neoplatonica e medicea di Firenze (cfr.
Marsilio Ficino), l'Accademia romana (cfr. Pomponio Leto),
l'Accademia napoletana (cfr. Giovanni Pontano). Le Accademie
diventeranno progressivamente i centri della nuova alta cultura,
scontrandosi con gli orientamenti tradizionali e scolastici delle
universit.
La villa medicea di Careggi,sede dell'Accademia platonica
fiorentina 19. 4. Il pubblico della cultura rinascimentale.
La nuova cultura mantiene vero un certo carattere elitario, a
causa anche del fatto che gli umanisti preferiscono scrivere in
latino, anzich in volgare (come avevano invece fatto nel Duecento e
nel Trecento), ma nello stesso tempo la loro scelta linguistica
deve essere vista come una forma di apertura verso bisogni e
necessit comunicative e persuasive, che si estendono all'intero
panorama dell'intellettualit colta europea. Il latino classico e
non medievale riesumato dai classicisti italiani vuole rispecchiare
un'ideale d'umanit vicino ed affine al prototipo antico dell'et
repubblicana romana, con tutte le sue virt civili e intellettuali.
In questo caso la forma espressiva era anche adeguatezza di
contenuti. Le nuove accademie educavano cos, anche
linguisticamente, le nuove leve del potere borghese, ampliando
comunque l'ambito d'influenza della nuova cultura (anche grazie
all'invenzione della stampa).
20. 5. Le interpretazioni storiografiche.
Umanesimo e Rinascimento sono termini che Jakob Burckhardt
(1818 -1897 d.C.) distinse e mise l'uno di seguito all'altro, per
indicare rispettivamente la fase iniziale di crescita e di sviluppo
letterario ed umanistico e il momento successivo dedicato alla
trasformazione dell'orizzonte razionale generale, con una nuova
visione di Dio, della natura e dell'uomo, da un punto di vista
filosofico e scientifico. Konrad Burdach (1859 -1936 d.C.) prefer
invece riaccorpare i due momenti storici e culturali, preferendo
vedere in essi un momento di continuit, desunto dalla volont di
rivoluzionare ogni aspetto della vita culturale e civile.
Apparentemente pi facile invece il compito della storiografia,
quando questa deve porre in una qualche relazione discontinuit /
continuit il periodo dell'Umanesimo e del Rinascimento con la fase
medievale della civilt occidentale.
21.
Qui l'ipotesi della discontinuit sostenuta sempre da Jacob
Burckhardt ( La cultura del Rinascimento in Italia , 1860)
prevedeva che vi fosse una frattura totale fra il nuovo periodo ed
il Medioevo, seguendo in questo la coscienza di se stessi che gli
stessi umanisti avevano affermato. Ad un Medioevo che era rimasto
fedele ad una visione trascendente della vita e dell'esistenza, gli
umanisti avevano confermato la propria passione per il particolare
concreto e vitale, il proprio amore per la mondanit e la naturalit.
Ad un Medioevo trascendentista, teocentrico e universalista gli
umanisti avevano infatti controbattuto con una concezione
immanentista, antropocentrica ed individualista della vita e
dell'esistenza, contribuendo a dissolvere i feroci dogmatismi,
l'ignoranza spacciata per virt e le illusioni fanatiche di un'et
oscura e violenta.
22.
All'ipotesi della discontinuit e della frattura si oppose
quella del movimento nella continuit e della progressiva
trasformazione, supportata sempre da Konrad Burdach ( Dal Medioevo
alla Riforma , 1912-1913). Secondo quest'ipotesi storiografica i
fermenti di rinnovamento dell'Umanesimo e del Rinascimento
sarebbero gi stati presenti nell'Europa del Duecento, con i
propositi di riforma religiosa degli ordini mendicanti e dello
spiritualismo gioachimita. Altri interpreti come per esempio
Eugenio Garin (1909 2004 d.C.) hanno ricomposto le due tesi,
proponendo una originalit nella continuit fra gli elementi
teo-politici basso-medievali e quelli
umanistico-rinascimentali.
23. 6. Le caratteristiche del nuovo sapere.
L'Umanesimo ed il Rinascimento diedero il via, comunque, ad una
nuova concezione del sapere e delle diverse discipline.
L'universalismo medievale dal punto di vista culturale accentrato
attorno al predominio della teologia mostrava una forte propensione
per una forma di determinazione apparentemente estrinseca e
superiore, astratta e vincolante per tutti i soggetti, fossero essi
umani o semplicemente naturali. La disposizione e l'ordine
provvidenziale divino garantivano una forte unitariet fra tutti gli
enti creati, che apparivano ordinati da uno scopo e da una finalit
divina ineguagliabile, ma nel contempo assolutamente trainante.
Riflesso di questo ordinamento e di questa gerarchizzazione era la
stratificazione enciclopedica dei saperi, giustificata dal
predominio della teologia e dalla sua virt giudicante e
determinante.
24.
L'Umanesimo ed il Rinascimento invece svincolarono la natura e
la ragione umana da questo vincolo assoluto e determinante,
accentuando tutte le caratteristiche di autonomia e di creativit
presenti fra gli esseri esistenti, capaci ora di dimostrare
un'evoluzione storica ed un progresso verso finalit positive e
raggiungibili. Di riflesso l'immagine culturale che
progressivamente venne alla luce e si svilupp fu quella di un
sapere che si divide in molteplici zone d'operazione e d'attivit,
ciascuno dotato dei propri principi e delle proprie finalit. In
questo senso il sapere si laicizz non risultando pi dipendente dal
punto di vista e dai contenuti teologici e si specializz. Molte
discipline conquistarono una propria autonomia ed indipendenza
l'arte, la filosofia, la storia, la politica, il diritto, la
scienza mentre la stessa concezione del divino si fece immanente al
mondo naturale ed umano.
25. 7. Rinascimento e modernit.
Il ritorno all'originariet del principio, alla sua immanenza ed
alla sua creativit dialettica fecero dell'Umanesimo e, soprattutto,
del Rinascimento un momento ed una fase storica appunto di
rinascita e di riacquisizione di tutte quelle virt e perfezioni
razionali e naturali potenze determinanti - che l'et di mezzo
pareva mettere tra parentesi, per innalzare ed edificare la
costruzione di un mondo, che prendesse vita non da se stesso, ma
dal soprannaturale, sia nel suo momento creativo e genetico, che in
quello finale ed escatologico. Era quindi il mondo stesso che si
riappropriava di se stesso, della propria potenza e della propria
volont. Si sbarazzava delle oscurit e delle immagini indeterminate
della vecchia concezione, per entrare in un nuovo mondo, chiaro e
definito. Quello della modernit. Molte saranno le forze che
cercheranno di impedire, inibire o neutralizzare questo passaggio e
questa trasformazione, ottenendo duraturi successi, o subito
abdicando non senza furiosi e feroci combattimenti - alle nuove e
rivoluzionarie aperture.