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RASSEGNA STAMPA

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TEMPO LIBERO TEMPO LIBERO

CamuzzagoL’arpa di Zitellonel borgo medievale■ L’arpa celtica di Vincenzo Zitello, accompa-gnato al pianoforte da Raffaele Rinciari, nel-la chiesetta di Santa Maria Maddalena, a Ca-muzzago, il borgo medievale tra Bellusco e Or-nago. L’appuntamento è per questa sera, alle20.45. Il concerto è una delle date della ras-segna «MusicArte», organizzata dal comune.

BelluscoNel DecameroneO nel Rinascimento■ Musica a Camuzzago, poesia al Castello. Gio-vedì 10, nella Sala della Fama, alle 21 il gruppoAbaco presenta «Decamerone: l’amore ai tem-pi di Boccaccio». Venerdì 11 maggio, nella chie-sa di Santa Maria Maddalena, serata a tema ri-nascimentale: «Dalla crisi alla rinascita, Tra’400 e ’500», con la corale di Santa Giustina.

VimercateCarcere e lavoroSe ne parla al Banfi■ L’arci Antonio Banfi presenta due appun-tamenti su carcere e lavoro. Lunedì 7 mag-gio, alle 21 in piazza Marconi 7 a Vimercate,proiezione di “Tutta colpa di Giuda” di Davi-de Ferrario. Segue dibattito con Massimo Fer-rari. Nuovo appuntamento lunedì 14 mag-gio, con la tavola rotonda in biblioteca civica.

VimercateLe donne di Benniall’arci Acropolis■ “Donne d’Italia? Donne di Benni”. È il sur-real-comico-spettacolo messo in scena do-menica 6 maggio all’Arci Acropolis di Vimer-cate. Tre donne diverse, tutte create dalloscrittore Stefano Benni per rappresentare trecategorie di donne italiane. Con Serena Mar-rone, che ne cura anche la regia. Alle 22.

OrenoVia alle visite guidatenel Vicus Mercati■ Al via “Alla scoperta di Vicus Mercati”, le vi-site guidate proposte dal Must. Domani, do-menica 6, tocca al borgo di Oreno con il Ca-sino di Caccia Borromeo e il convento di SanFrancesco. Partenza ore 15.15 da via Piave 12,la visita dura un’ora e mezza circa. Il costoè di 7 euro a persona.

Auguri Bloom, altri cento di questi giorniConto alla rovescia per gli eventi clou della festa di compleanno: «Rock secret party» il 10 maggio«Il futuro? Crescere, perché rimanere uguali significa annoiarsi». Parola del presidente Aldo Castelli

■ Film Blu, Film Bianco, Film Rosso. Krzysz-tof Kieslowski li aveva presi dalla bandiera del-la République française e li aveva declinati co-sì, nell’interpretazione della trilogia dell’iden-tità transalpina dalla rivoluzione in poi: libertà,uguaglianza, fratellanza. Perché i colori, dice-va qualcun altro, hanno un’anima che va rac-contata. Ma hanno quel tanto di ineffabile cheè poi più facile da descrivere diversamente checon le parole. E allora l’arte, che è traccia e fe-nomeno dei colori. Lo fa una supercollettivadislocata in sei sedi differenti che apre i bat-tenti oggi, a Vimercate, con lo spazio vivo diHeart, l’associazione che tra le proprie muraha adottato il bianco come epistagma di tuttolo spettro cromatico.Sarà l’associazione di Vimercate a fare da apri-porte per il largo progetto artistico curato daSimona Bartolena capace di convogliare attor-no al tema dei colori ottanta artisti storiciz-zati, contemporanei e giovanissimi.Con un filo da seguire che è piùalibi per catalogare: le olim-piadi, perché oltre al biancosono i colori dei cinque cerchiolimpici - in attesa dell’edizio-ne londinese che sarà inaugu-rata alla fine di luglio - a tesse-re la trama delle sei mostre che siapriranno da oggi e per tutta la prossimasettimana in altrettanti spazi.«Ogni mostra è caratterizzata dall’evidente pre-valenza di un colore e dalle possibili variabili»attraverso scultura, pittura, installazioni, foto-grafia, video, scrive la presentazione. «A mu-tare è anche l’atmosfera delle esposizioni, checostituiranno al contempo una serie di espe-rienze autonome e un percorso organico. Gliartisti sono stati selezionati in virtù di una pro-pensione per quel colore nella loro ricerca o in

una serie di opere». Ma appunto, capitolo uno,il bianco. A Vimercate, da oggi, chez Heart. ConCastellani e Bonalumi, per esempio, poi Fet-tolini e Simeti, Colombo, Dadamaino e anco-ra Calzolari e Bulli, Galbiati e Biffi, Lucci e Ca-

sati e molti altri. Poi sarà la volta del nero e delgiallo, rispettivamente a Burago e Mezzago,dove saranno presenti gli autori Brambilla, Laz-zini, Oberti, Maggioni, Bonuomo, Benatti, Pa-vasini, Biffi e Tomasi (nella prima sede) e Fra-

quelli, Scaccabarozzi, Veronesi, Marianello,Vermi, Pardi, Casiraghy, Vergani, Cerri e Ca-scella (nella seconda).Una pausa il lunedì per riprendere l’8 mag-gio con Osnago, dove saranno raccolti i rossidi Spadari e Marrocco, Freddi e Casati, Mar-candalli, Bollani, Falco, Mottolese e Magrin,Toselli, Novello e Torresin. Il verde di Pader-no d’Adda sarà di Cereda, Comi e Padretti e diCrisanti mentre il definitivo blu di Brivio avràPersi, Savelli, Orazio e Napoli, Tornquist e Do-zio, Palmero e Quirico.Sei mostre, sei sedi, ottanta artisti, un libro, ven-ti conferenze e una mostra di fotografia iti-nerante, dove «la questione del colore è, tut-to sommato, un fatto recente e dà ancora og-gi adito a notevoli dibattiti, la ricerca sulle sin-gole cromie offre spunti ancora differenti, poi-ché diversi sono le esigenze compositive e gli

sviluppi percettivi e, soprattutto, il rap-porto con la luce e con la forma e

la relazione con la realtà e ilsoggetto». I lavori sono quel-li di Marco Bottani, SilvioGamberoni, Rudy Fenaro-li, Cristiano Lissoni, ClaudioMarino, Enrico Mascheroni,

Max Spinolo, Elio Villa, LuigiVimercati e dello Studio Giudi-

cianni&Biffi. Un solo tono e sei coloriper dare casa «a un’indagine sulla percezio-ne che ciascuno ha dello spettro cromatico esulla storia e i motivi dell’utilizzo dei pigmen-ti, ma anche un inno alla pacifica conviven-za tra le diverse sfumature del nostro mondo».

Massimiliano Rossin

Il calendario completo del progettoe degli appuntamenti di “Colori” suwww.ilcittadinomb.it

Brivio12 -27 maggioSala comunaleApertura il 12maggio alle 17

Mezzago6-27 maggioBiblioteca comunaleApertura il 6 maggioalle 16

Burago6-20 maggioSala civicaApertura il 6 maggioalle 11

Paderno d’Adda11-27 maggioCascina MariaInaugurazione l’11maggio alle 21

Osnago8-20 maggioCentro civicoInaugurazione l’8maggio alle 21

MEZZAGO «Il futuro? L’idea è dicrescere, mantenendo le dimen-sioni umane che ci hanno carat-terizzato finora. E poi di differen-ziare l’attività e sviluppare colla-borazioni: rimanere uguali vuoldire annoiarsi». È Aldo Castelli,presidente della cooperativa so-ciale Il Visconte di Mezzago, chedà una definizione a quegli “svi-luppi incontrollati” che da venti-cinque anni fanno da sottotitoloal Bloom: «Non l’abbiamo conia-to a caso, c’è sempre bisogno dirinnovarsi e fare cose non previ-ste».Intanto il Bloom è pronto per fe-steggiarsi. Il conto alla rovescia perla grande serata con concerto asorpresa terminerà giovedì 10maggio alle 22, con lo Special rockparty riservato ai cinquecento chesaranno riusciti a prendere un bi-glietto (in via veloce di esaurimen-to). Ma per tutto il mese sono inprogramma iniziative importan-ti, in un calendario che già da gen-naio sta regalando le sue chicche.Poi, domenica 13 maggio alle 18,la presentazione di “Sviluppi in-controllati - Bloom crocevia delrock”, il libro curato dallo stessoCastelli e dal giornalista MassimoPirotta, entrambi tra i fondatoridel locale nel 1987, il 16 maggio.«Per questo compleanno abbia-mo richiamato band che hannofatto la nostra storia in vent’annicome Motorpsycho, Meat Pup-pets, Mudhoney», continua Ca-stelli. Perché il Bloom quando ènato era tante cose e anche oggi loè, ma il lato musicale è diventatopredominante.«È complicato. Quando abbiamocominciato, nemmeno noi sape-vamo bene cosa avremmo volutofare. Volevamo movimentare il pa-

dotti del commercio equo e del-le cooperative. Senza dimentica-re i corsi e gli incontri di caratte-re sociale e politico.Il Bloom conta su ottanta soci, dicui una decina dipendenti. Altrisono volontari che partecipano alconsiglio d’amministrazione e al-

l’organizzazione quasi quotidia-na dell’attività. Altri ancora sonovolontari e basta. Il locale assorbequalcosa di tutte le persone che cilavorano e quindi è naturale chesia in movimento». Cos’è cambia-to rispetto agli inizi? «La crisi si fasentire, è pesante. All’inizio tutti

noi avevamo un lavoro retribuito,oggi i ragazzi vedono nel Bloomanche una prospettiva di impie-go. Resiste anche il coinvolgimen-to emotivo, che all’inizio era mol-to forte. Anche per questo riper-correre i venticinque anni per lalavorazione del libro è stata unafatica che ha risvegliato ricordi im-portanti». Ma è viva anche la ne-cessità di aprirsi al territorio, diuscire da via Curiel 39.Per questo rimangono importan-ti le collaborazioni con festival elocali per la direzione artistica el’organizzazione di eventi. «Abbia-mo cominciato vent’anni fa conFest’Adda e oggi lavoriamo conrealtà come il Carroponte di SestoSan Giovanni, il circolo Magnolia,la Shining production o i ragazzidi Neverland, con cui si è organiz-zato per il terzo anno il Primomaggio festival». Per altri venticin-que anni di “sviluppi incontrollati”.

Chiara Pederzoli

ArcorePunk di beneficenzaFestival al Blob■ Serata di autofinanziamento per le attivitàdi volontariato promosse dall’associazioneLaFabbrica per persone diversamente abi-li. È in programma l’11 maggio all’arci Blobdi Arcore (via Casati 31) e si farà con un festi-val punk-rock. In scena Fiele, Krisp, Pointbreak e School shooters.

VimercateFilarmomica liveDirige Battistoni■ Lunedì 7 maggio, al cinema The Space diVimercate, Concerto filarmonica numero 4in diretta dal Teatro alla Scala di Milano. Alladirezione dell’orchestra debutto del giovanis-simo Andrea Battistoni, classe ’87 e rivelazio-ne del panorama internazionale. AlexanderRomanovsky al pianoforte. Alle 19.45, 16 euro.INTERNI Il casino di caccia orenese

Andrea BattistoniDirettore d’orchestra

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sceltiper voi

Usmate «L’arte è libertà»Nuova mostra del Ga99USMATE VELATE (l. ros.) La libertàdell’arte è il tema della nuova mo-stra del sodalizio usmatese delGa99, che sarà inaugurata questopomeriggio alle 16 nelle sale di Vil-la Scaccabarozzi, dove resteràaperta alle visite fino al prossimofine settimana.«L’arte è libertà» comprende in-terpretazioni espressive del Grup-po artistico 99, che con linguaggie modi diversi e originali cerca diindagare l’atto creativo, nelle suepiù varie manifestazioni. «L’arte èuna cosa di cui molti parlano manessuno sa individuare e determi-nare i confini del suo territorio -spiega Gino Casiraghi, presiden-te del Ga99, presentando l’espo-sizione - è impossibile dare unadefinizione perentoria e definiti-va della sua natura. Al massimo sipuò dire che è un insieme di siste-

mi linguistici aperti a tutte le espe-rienze, a tutti gli itinerari della sen-sibilità, a tutte le avventure dellamente, a tutti gli esercizi della ma-nualità. Pertanto, non avendo ilcorpo dell’arte un contorno de-finito ma dei margini imprecisa-bili, spesso bisogna districarsi co-me in una realtà sfuggente, ambi-gua, che ci procura sorprese e in-certezze. È questa sorta di babele,di incantevole (o per i più detesta-bile?) esoterismo che fa dell’arteuna manifestazione che si può di-re eccelsa, anche se per alcuni puòsembrare (specialmente l’arte mo-derna e contemporanea) illogica,o addirittura disgustosa». La mo-stra, patrocinata dal comune, èaperta il sabato e la domenica dal-le 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.Per informazioni www.ga-99.comoppure 039/67.17.34.

La Spleen Orchestra vuol stupire la sagraAtmosfere noir alla Tim Burton a Palazzo Archinti per il concerto della band

MEZZAGO «Ecco qualcosa che vistupirà», cantano i personaggisbocciati dalla fantasia di TimBurton nell’ouverture di una del-le sue più celebri pellicole. E men-tre prende forma l’immaginariodel regista ad accompagnarlo cisono le musiche di Danny Elf-man, che ha firmato le colonnesonore di gran parte dei suoi suc-cessi cinematografici. Tutto que-sto mondo, di colori e linee biz-zarre, come un barocco, per l’ec-cesso, ma contemporaneo efreak, si trasferisce su un palco-scenico grazie a un gruppo che sichiama Spleen Orchestra. Que-sta sera, suonerà a Palazzo Ar-chinti, a Mezzago.Un circo delle stranezze e dellafantasia, che combina il genio vi-sivo di Tim Burton con quellomusicale di Danny Elfman: la

Spleen Orchestra incarna i perso-naggi (Jack Skeletron, Emily, laSposa cadavere, Willy Wonka) edesegue dal vivo alcune pagine del-le celebri soundtrack. Lo spetta-colo, a Mezzago, comincia alle 21(ingresso libero).Il live della Spleen Orchestra è alcentro di un altro weekend di ap-puntamenti della sagra del «Mag-gio mezzaghese»: domani alle 18alla Caam di via Vite Lunga «Ar-tusi. L’arte di mangiare bene», let-ture e cucina dal vivo dedicate alre della festa, l’asparago rosa diMezzago.Lunedì sera, a Palazzo Archinti,torna la «Musica in accademia»,con un concerto di musiche diJohannes Brahms. E venerdì se-ra, alle 21, la rassegna «Suonarevenerdì» (una delle novità dell’e-dizione 2012 del Maggio) fa tap-

pa in via Unione: al bar Katia il li-ve della Ona man band di DiegoPotron, con il suo repertorio dispiritual e canti afroamericani.Sempre la sera di venerdì, alle 21,nel salone dell’oratorio è invecein programma l’incontro testimo-nianza sulla scuola di Jaoundé,dedicata a Leonora Brambilla.E oltre alla musica e alla solida-rietà, tra i pilastri del «Maggiomezzaghese» c’è anche lo sport:sui campi del paese si disputa-no tornei di calcio, basket, boccee altre discipline. Mercoledì po-meriggio, alle 17, partirà invecedall’oratorio San Luigi la terzaCrono mountain bike sui sentie-ri del Parco del Rio Vallone. Que-st’anno alla manifestazione saràanche abbinato un concorso fo-tografico.

Letizia Rossi

LocandinaI rimandi noir della SpleenOrchestra

IL PROGRAMMA

Grande bandper la festaMa non è tutto

■ Il Rock party a sopresa ègiovedì 10 maggio.Il nomedel gruppo ospite resta unsegreto,ma il Bloom ha vo-luto lanciare un messag-gio:«Se vi siete fidati di noiin questi anni,fidatevi an-cora e prenotatevi». Ed èvero. L’unico indizio con-cesso è che sul palco ci sarà«una grande band» (italia-na) molto,molto (ma tan-to) vicina al locale.L’ingres-so è limitato a 500 posti ei biglietti (da 15 euro) sonoin libreria o suwww.happyticket.it.Ma lafesta poi continua.Venerdì11,“God save the Bloom”èuno dei più grandi festivalpunk italiani.«Chiami gliamici per una festa e...» di-cono gli organizzatori: cisaranno Punkreas, Dero-zer,Vallanzaska,De Crew,Gerson,Water Tower,Hateseconds più uno specialguest.Tutto gratuito dalle22. Sabato 12, “Happybirthday to me”party conDemons at play (Dedo eRoberta Sammarelli deiVerdena),Ganja cookies edj set del dottor DavideFacchini e Macksim (alle22).Il 18 maggio unica da-ta italiana dei Lemonhead.

APPUNTAMENTI

La presentazione del libro e i Wild oscar■ Il “Crocevia rock”è già nelle librerie.Ma domenica 13 maggio,a Mezzago,ci sarà l’occasione di sentirsi raccontare le oltre quat-trocento pagine edite da Vololibero direttamente dagli autori.Lapresentazione del libro è alle 18 e, oltre a Massimo Pirotta e Al-do Castelli,sono attesi anche diversi protagonisti che hanno con-tribuito con i loro scritti a comporre la biografia del locale.Non èl’unica iniziativa extramusicale per il compleanno: il 17 maggiosi assegneranno i “Wild oscar”con la premiazione delle scene piùmemorabili di 25 anni di Bloom,dalle 22 sulle poltroncine rosse.“Che Bloom mi fulmini” infine è il claim stampato sulle borsedi tela realizzate dalla Retrobottega di Oggiono.Sono in libreria.

norama culturale della Brianza eavevamo una proposta di inizia-tive molto varia. Oggi il Bloom èconosciuto per i suoi concerti, epoi per il cinema. E anche per lalibreria in cui però si trovano an-che pro-

«Crocevia rock»La copertina del libro sul Bloomcon Henry Rollins e HayseedDixie nella foto di Eugenio Crippa

Cinque cerchi e sei coloriL’arte con l’alibi olimpicoSei sedi, ottanta artisti, venti conferenze e i laboratoriEcco la supercollettiva di primavera. A partire da Heart

VimercateSpazio HeartVia Trezzo(angolo via Manin)Dal 5 maggio alle 18

17Sabato 5 maggio 2012

16Sabato 5 maggio 2012

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http://www.audiocoop.it/news/?id_news=30030

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BLOG DI ANTONIO (TONY FACE) BACCIOCCHI

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http://www.monzatoday.it/eventi/cultura/eventi-25-anni-bloom-aprile-2012.html

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http://www.musiczoom.it/?p=6897

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http://www.donatozoppo.blogspot.it/

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http://www.vorrei.org/comunicati-stampa/5425-sviluppi-incontrollati-al-bloom-di-mezzago.html

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 TUTTOMILANO-­  LA  REPUBBLICA  10  maggio  2012  

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http://www.audiocoop.it/news/?id_news=30728

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Cultura e spettacoli

di ELEONORA BAGAROTTI

a quasi un secolo, i can-tautori americani can-tano lo struggimento

per una frontiera sempre piùlontana, tra conflitti e disillu-sioni, sulla via del Grande So-gno. Compito della musicanon è solo narrare ma rinfoco-lare passioni, talora offrire unaspalla su cui piangere. La can-zone d’autore continua ad es-sere testimone diretta dellacrisi mondiale, di una tempe-sta economica giunta comeun violento uragano, che hatrascinato con sé i desideri la-sciando resti di macerie.

“I ain’t got no home, I’m ju-st a-roamin’ ‘round, /Just awandrin’ worker, I go fromtown to town. /And the policemake it hard wherever I maygo /And I ain’t got no home inthis world anymore”. (Non hocasa, me ne vado semplice-mente vagabondando /sonosolo un lavoratore errabondo,vago di città in città. /E la po-lizia mi rende la vita dura o-vunque io vada e non ho casain questo mondo). Le strofecantate da Woody Guthrie nel1940 in I Ain’t Got No Home(da Dust Bowl Ballads, il suodisco più rappresentativo) so-no drammaticamente attuali.Il padre della canzone d’auto-re americana, che avrebbe in-fluenzato Dylan, Springsteene tanti altri, così descrive lacondizione migrante di mi-gliaia di persone, costrette adabbandonare l’Oklahoma acausa della grande crisi eco-nomica che colpì l’intero con-tinente, la stessa che il con-temporaneo John Steinbecknarra nel romanzo Furore, ilcui protagonista ha un nomefamiliare: Tom Joad.

I paesaggi emergono sulletele di Kane, Pippin e Lawren-ce, pittori che dipingono lemigrazioni di massa e i primiscorci urbani mentre il con-temporaneo Hopper ritrae de-solanti solitudini americane.In questo periodo fiorisce l’e-popea del jazz ma le originimusicali di Guthrie provengo-no dal country e sfociano inun sound chitarristico origi-nale, che si accompagna al-l’armonica a bocca e talvoltacede spazio al mandolino. Ilsuo maggior talento è peròquello di scrivere canzoni at-tingendo alla musica popola-re, facendosi portavoce delfolk al fianco di musicisti co-me Pete Seeger, attivista poli-tico perseguitato dal maccar-tismo.

Il primo erede naturale,vent’anni dopo, si chiama BobDylan: è destinato a una lun-ghissima carriera, durante laquale frequenterà più generi.Con lui, lo spessore lirico del-le canzoni si irrobustisce e icontenuti esprimono le ideedei movimenti di protesta. Dy-lan torna a cantare la tragediae intuisce che “i tempi stannoper cambiare”, divenendo pro-fetico quando nel 1962, unmese prima della scopertadella presenza di missili sovie-tici in un’isola di Cuba, com-pone A Hard Rain’s A-GonnaFall (da The Freewheelin’ BobDylan, 1963, il suo secondo al-bum). Il menestrello di Duluthcattura in poche strofe l’ango-scia di un conflitto drammati-co come quello in Vietnam.“…I’ll walk to the depths ofthe deepest black forest /Whe-re the people are many andtheir hands are all empty/Where the pellets of poisonare flooding their waters/Where the home in the valleymeets the damp dirty pri-son…” (Camminerò fin nelfondo della più fonda buia fo-resta /dove la gente è tanta eha le mani tutte vuote /dove lecartucce di veleno alluviona-

D

no le loro acque /dove la casadolce casa incontra l’umidasporca prigione…)

Otto anni prima dell’uscitadel disco, a San Francisco ilpoeta Allen Ginsberg leggevaper la prima volta Howl(L’urlo), che si apriva su “lementi migliori di una genera-zione distrutte dalla pazzia,affamate nude isteriche”. Ilpoema fu considerato oscenoe finì per essere processato l’e-ditore della City Lights Books,Lawrence Ferlinghetti, ma ilfenomeno della Beat Genera-tion aveva ormai contagiato imusicisti, da un confine all’al-tro, affascinati dal romanzoautobiografico On The Road diJack Kerouac (1951). Si allungasempre più la lista dei “dissi-denti letterari” che si affianca-no alla Beat Generation e nondisdegnano frequentazioni colmondo musicale - jazz e bluesinclusi - da Burroughs aBukowski fino al poeta di colo-re LeRoi Jones. Letteratura, ar-

te e musica flirtano creandoun linguaggio trasversale. Nona caso a New York, in contem-poranea con l’ascesa di Dylan,arriva sulla scena un artistadella comunicazione, foto-grafo, sceneggiatore regista epittore d’avanguardia, consi-derato il padre della Pop Art:Andy Warhol. La sua Factorycresce e ospita un numeroconsiderevole di artisti, tra cuii Velvet Underground.

La tre giorni di pace, amoree musica del Festival di Wood-stock segna la fine degli anniSessanta, straordinario decen-nio di battaglie per i diritti ci-vili e morti violente. Nel nuovodecennio arriva un nuovo ere-de della tradizione cantauto-rale americana. Si chiamaBruce Springsteen. Il ragazzo“born in the Usa”, nelle cui ve-ne scorre un mix di sangue o-landese, irlandese e italiano,tuttora imbattibile dal vivo (inconcerto oggi al San Siro diMilano, il 10 a Firenze e l’11 a

Trieste), vira al rock ma nondisdegna opere folk e in futu-ro ridesterà il fantasma di TomJoad, omaggerà Seeger e di-chiarerà il suo amore perJohnny Cash. Quest’ultimo,che nel 1969 duettò con Dylannello splendido Nashville Sky-line, fu il primo cantautore adaffrontare apertamente il te-ma della condizione umanadel detenuto (nel 1968 registròil live At Folsom Prison in uncarcere californiano di massi-ma sicurezza) e il problemadei veterani di guerra dimenti-cati dalle istituzioni.

Il Boss esordisce nel 1973(Greetings from Asbury Park)dando voce a un’America po-vera e operaia con una ribel-lione giovanile che esplode a-mara e impetuosa. Bruce pe-netra il cuore di chi lo ascoltacon una potenza sino a quelmomento sconosciuta quan-do sforna i primi capolavori: è“nato per correre” attraversouna “terra promessa”, in cam-

mino verso il Sogno infranto.In Darkness On The Edge ofTown (l’omonimo album è del1978) incarna un uomo dispe-rato che ha smesso di lottare:“Some folks are born into agood life, /Other folks get itanyway anyhow. /I lost mymoney and I lost my wife,/Them things don’t seem tomatter much to me now”. (C’èchi nasce sotto una buonastella /e chi invece se ne pro-cura una in qualche modo. /Ioho perso i miei soldi e ho per-so mia moglie /ma ora questecose non mi sembrano più im-portanti”.

A fare da contraltare a Bruceci sono altri personaggi (undoveroso accenno al canade-se Neil Young). In Usa si leva lavoce roca di un altro poetachiamato Tom Waits, che at-traverso un originalissimococktail sonoro di ballate rock,jazz e cabaret brechtiano rac-conta le esistenze degli emar-ginati ai margini della società.

Rain Dogs, che dà il titolo alsuo album del 1985, recita:“Inside a broken clock /Spla-shing the wine /With all theRain Dogs. /Taxi we’d ratherwalk /Huddle a doorway withthe Rain ¿Dogs /For I am aRain Dog, too”. (Dentro a unorologio rotto /spruzzando ilvino /con tutti i Cani Randagi./Taxi, sarebbe meglio cammi-nare /ammucchiandosi da-vanti a una porta coi CaniRandagi /perché anch’io sonoun Cane Randagio).

L’America è la patria deigrandi songwriter ma la ribel-lione esploderà anche in altriambiti - dal punk all’alternati-ve rock. La sua lunga storiatorna più volte tra le rime diSpringsteen. Gli anni Ottantaregistrano una caduta di tono:sono gli anni dell’edonismo,in cui la forbice tra ricchezza epovertà aumenta ancora. Bru-ce continua, e lo farà per tuttigli anni a venire, a cantare l’A-merica. Tornerà a farlo dopol’11/9 in The Rising, diverràpatriottico (e secondo alcuniretorico) in Working On ADream, colonna sonora dell’a-scesa di Barack Obama allapresidenza degli Stati Uniti. Eora, con Wrecking Ball, dividela critica: l’album è in effettisfarzosamente prodotto, conpunte di diamante che attin-gono più al folk o le belle ve-nature blues di This Depres-sion: “I haven’t always beenstrong /But I’ve never felt soweak /All of my prayers, gonefor nothing /I’ve been withoutlove /But never forsaken /Nowthe morning sun /The mor-ning sun is breaking”. (Nonsono sempre stato forte /manon mi sono mai sentito cosìdebole /Tutte le mie preghieresono servite a nulla /sono sta-to senza amore /ma mai ab-bandonato /Ora il sole delmattino /Il sole del mattinosta sorgendo).

È l’alba ma nell’album delBoss non si trovano risposte. Ilfantasma di Tom Joad conti-nua a vagare senza pace.

Qui a sinistra Bruce Springsteen durante il primo concertodel tour europeo e, sopra, Woody Guthrie

Da Woody a Bruce, la crisi nelle canzoniAspettando il tour “Wrecking ball” di Springsteen (oggi a San Siro a Milano)

Quando al Bloom suonarono Nirvana e AfterhoursNel volume “Sviluppi incontrollati” curato da Pirotta e Castelli i contributi di tantissimi artisti

and musicali da tutto ilmondo, festival, presenta-zioni di libri, incontri con

gli autori, rassegne teatrali e ci-nematografiche. Il Bloom diMezzago è un luogo dall’animarock e uno dei locali più vivacid’Europa. Il volume Sviluppi in-controllati, con la prefazione diManuel Agnelli degli Afterhourse gli interventi di tantissimi arti-sti, musicisti e protagonisti dellascena musicale mondiale, af-fronta l’oceano degli immagina-ri che il Bloom ha saputo rappre-sentare negli ultimi 25 anni.

Del libro (VoloLibero edizioni,432 pp, 25 euro) parliamo conMassimo Pirotta, curatore insie-me ad Aldo Castelli nonché “pa-dre” del mitico locale.

Come è nata l’idea di un volu-me che raccogliesse la storia delBloom?

«In modo casuale. O forse no.Ho sempre pensato che insegui-re il calendario alla lettera puòessere una fregatura. Ma ci sonodate, che ti segnano la vita, ticambiano l’esistenza e alle qua-li è difficile sottrarsi. L’idea nac-que l’estate scorsa, all’improvvi-so. Eravamo in macchina, in unbreve tragitto, io e Manuel A-gnelli e ad un certo punto mi èvenuto in mente che il Bloom nel2012 avrebbe compiuto 25 annidi attività. Quasi, quasi, se mi gi-ra, scrivo un libro. E tu, Manuelme la scriveresti la prefazione?Certo che sì. Poi, preso da altrecose, accantonai l’idea per qual-

B

che settimana. Poi tornai all’at-tacco. Ne parlai con Aldo Castel-li, socio fondatore del rock-clube da sempre coordinatore del-l’intera programmazione artisti-ca del locale (musica, cinema,teatro) … Facciamolo! Né un ro-manzo né un saggio ma un mo-saico. Di emozioni, che possonoessere come un amore. Breve odi lunga durata, comunque chevalga la pena ricordare. Dare vo-ce a chi ha fatto e sta facendo ilBloom. Artisti che qui hanno fat-to tappa, soci della cooperativa,baristi, giornalisti, volontari. Co-sa infilarci dentro? La cronolo-gia, innanzitutto. Un bel casino,perché l’archivio del Bloom so-no alcuni scatoloni di cartone

con il materiale buttato alla rin-fusa. Quindi aneddoti, ironie,momenti euforici e decisamenteno, serate sold-out e flop clamo-rosi, il viavai incessante di gente.Cose dal backstage e per l’occa-sione “vestite a nuovo”. Abbiamoriempito 432 pagine, raccolto 90testimonianze e tante microsto-rie. Necessarie per spiegare unluogo con molteplici linguaggi».

Quali sono stati per te i mo-menti più importanti di questi25 anni?

«Ho in testa tanti flash: Fer-nanda Pivano che mi chiede co-me ricordo una locandina, Gui-do Chiesa che entra nel localecon le pellicole sottobraccio,Andy White che a cena mi parla

dei Beatles, una partita a calcio-balilla con i Soul Coughing, la pi-gnoleria dei Clock DVA, la classedi Ugo Gregoretti, la timidezzalatente di Kurt Cobain, la simpa-tia di Frank Lisciandro (il foto-grafo ufficiale dei Doors), BillyBragg e le sue visioni gramscia-ne, i Green Day che giocano a fri-sbee nel parcheggio, Jeffrey LeePierce che pareva un cowboyd’altri tempi, l’emozione di direa Paul Simonon dei Clash che ègiunta l’ora di iniziare, la cordia-lità di Steve Wynn. E poi: Af-terhours, La Crus, Cristina Donà,Tony Face, Lilith, Luca Gemma,Pacifico, Mercanti di Liquore ealtri ancora che non mi hannomai detto no quando ho avuto

bisogno. Concerti? In 25 anni, u-na media di 3 alla settimana, faiun po’ il conto…».

Il Bloom ha testimoniato i va-ri mutamenti del mondo dellamusica dal vivo (e non solo) conle tante difficoltà. Cosa è cam-biato, oggi?

«Tutto e niente. La buona mu-sica devi continuare ad andare acercarla. Ancora oggi, dalla mag-gioranza degli italiani, chi fa ilmusicista è considerato uno chefa un “non-lavoro”, ma si diverte.Da qui una serie di disguidi. Legiovani leve? Con più possibilitàma con una scena meno com-patta. Chi vuole diventare famo-so e da subito e chi è perfetta-mente conscio che fare il musici-sta in Italia è una strada tutta insalita. Ma ce la si può fare».

Tu sei anche un apprezzatoscrittore e giornalista, ora tioccupi di una nuova casa edi-trice...

«Scrittore? No troppo, magari.Preferisco definirmi un agit-pop.La VoloLibero? L’ennesima sfida,dove dare la possibilità di espri-mersi a tutti quelle realtà sullanostra lunghezza d’onda e che innoi possono trovare dei partnercon cui condividere percorsi e i-dee. Darsi da fare per memoriz-zare contesti sociali ed artisticidi ieri, captare quelli di oggi e fa-re da apripista a quelli di doma-ni. Insomma, curiosità continua.Altrimenti corri il rischio di an-noiare e di annoiarti».

Bag

Sopra,da sinistra Sharon Jones e Manuel Agnelli con i suoi Afterhours al Bloom per festeggiare i 25 anni del locale di Mezzago

LIBERTÀGiovedì 7 giugno 201242

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http://www.radiogold.it/tempo-

libero/notizie/libri/2012/06/10/sviluppi-

incontrollati-bloom-mezzago-crocevia-del-

rock-audio-42809.html

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http://www.rootshighway.it/bookshighway/books.htm

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claudio
Font monospazio
Emergency - Rivista
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FILM  TV    AGOSTO  2012  

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25 anni di concerti. La storia del Bloom in unlibroPubblicato il 7 settembre 2012 in www.toscanamusiche.it

Giovedì 20 settembre (ore 18) alla Libreria Ibs, Firenze.Presentazione di “Sviluppi incontrollati”: aneddoti, testimonianze e immagini di uno spazio cardinedelle nuove culture. In collaborazione con Toscana Musiche.

Di qui sono passati i Nirvana e Sharon Jones, Steve Wynn e i Primus, Paul Simonon e i Green Day…Musica, certo, ma anche presentazioni, incontri letterari, rassegne teatrali e cinematografiche. Tuttoquesto è il Bloom, un locale dal sapore europeo lo scorso maggio ha festeggiato il primo quarto disecolo di attività. Traguardo non da poco, in un Paese come l’Italia.

A cura di Aldo Castelli e Massimo Pirotta – co-fondatori del Bloom – “Sviluppi Incontrollati”riunisce 90 testimonianze di musicisti, artisti, giornalisti e personaggi diversi che, a vario titolo, sonoentrati in contatto con il locale. E che di quel luogo hanno colto la magia e la forza. Ricordi,sensazioni ed emozioni, per un libro ricco anche di illustrazioni, foto e memorabilia.

La prefazione è a firma di Manuel Agnelli. Tra le oltre 400 pagine interventi, tra gli altri, di PierpaoloCapovilla, Marco Denti, Cristina Donà, Mauro Ermanno Giovanardi, Matteo Guarnaccia,Motorpsycho, Roberta Sammarelli, Davide Sapienza e Steve Wynn. I curatori e gli autori hannolavorato gratuitamente e assieme alla casa editrice Vololibero hanno deciso di devolvere le royaltiesdel libro ad Emergency.

Aldo Castelli è stato tra gli iniziatori di Radio Montevecchia. Ha lavorato in teatro con Teatro Piazza,La Condizione Mentale, La Ribalta. Tra i fondatori del Bloom, è attualmente il presidente dellaCooperativa Sociale che gestisce le attività del rock-club.

Massimo Pirotta tra i primissimi collaboratori del Bloom Ha organizzato rassegne ed incontri conmusicisti, scrittori e registi. Ha scritto su diverse testate giornalistiche (“Fire”, “Buscadero”,“Feedback”, “Duel”, “Tutto Musica”, “Series”). Attualmente collabora con “Il Mucchio Selvaggio”.Ha fatto parte di numerose giurie di festival e rassegne musicali.

Alla presentazione del libro saranno presenti il curatore Massimo Pirotta, il press-agent e scrittoreBruno Casini ed Enrico Romero, direttore artistico dell’Auditorium Flog, critico musicale econduttore radiofonico. In collaborazione con Toscana Musiche. Ingresso libero.

SVILUPPI INCONTROLLATI – Bloom Mezzago Crocevia Rock – p. 432 – 25 euro – uscita maggio2012 – Vololibero Edizioni

-”Molto culturale, un ambiente adatto a fan di Virginia Woolf” (Gerry. Miracle Workers)-”Bloom è il migliore rock club di Mezzago” (Grant Hart, Hüsker Dü)– “lo credo che il club sia grande, sono contento che il concerto vi sia piaciuto. Sul palco, però, facaldo, molto caldo” (Paul Simonon, Clash)-”L’ultima volta che sono stato qui mi sono divertito, c’era molta atmosfera, e l’amplificazione erabuona. Strano perche’ di solito in Italia gli impianti di amplificazione sono senza speranza”(Ray,Hard-Ons)– Arrivati al Bloom, a Mezzago. Eravamo stanchi, infreddoliti. Dovevamo suonare in questa speciedi garage, saliamo sul palco e pum, incredibile. L’entusiasmo della gente era alle stelle, un delirio,tutti che saltano. Quello e’ stato uno dei miei show migliori di sempre” (Mark Lanegan)– “Ma io ho già suonato qui? Se c’è qualcuno con più di quarant’anni me lo può dire?” (SteveAlbini)

Giovedì 20 settembre – ore 18Libreria Ibs – via de’ Cerretani 16/r- FirenzeInfo tel. 055287339 – www.ibs.it/libreria/firenze/fi.htmlwww.vololiberoedizioni.itIngresso libero

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