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A CURA DI

DOMENICO MONTALTO

EZIO NIMIS

© COPYRIGHT 2011

ARTISSE SRL

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ITALPHOTO DI SIMONE LAURA & CO.

GRAFICA E STAMPA

ARTI GRAFICHE DELLA TORRE

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leonardo

CHIONNA_

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Leonardo Chionna ama il segno tridimensionale. Le sue sono scultureche richiamano la grande arte primigenia, quando essere significa-va chiamare in causa il senso profondo dell’abitare la terra. Chionnaconiuga tempi diversi della storia dell’uomo e le multiformi radici della suapoetica trovano ispirazione in situazioni culturali in apparenza distanti,tuttavia legate da un denominatore comune, la riflessione sull’uomo e lesue aspirazioni. Il caso che ci troviamo ad analizzare è però anomalo.Chionna, posto di fronte alla coppia di cavalli disegnati da Musardo, dascultore diventa pittore e sceglie una cifra stilistica che mutua dall’

il vigore del gesto e dall’abitudine a manipolare la materia la forzaespressiva. Quasi riscoprendo antiche forme di linguaggio cui si rifece delresto Jackson Pollock, la materia cromatica dell’intervento sulla sagomadei due destrieri è quasi incandescente. Il primitivismo irrazionale allabase dell’espressionismo americano rivive qui con tutta la sua energia.Proprio nella parte propulsiva del corpo del cavallo Chionna inseriscedelle sciabolate di giallo che fluttuano nel magma più scuro dei viola, delblu e del nero. Tutta la magica simbologia dell'animale sacro ad Apollorivive in forma sontuosa. Il rito del dipingere restituisce ai puledri focosi laloro immensa vitalità. Le sgocciolature di colore s’intersecano scrivendouna trama di tendini e nervi infocati che ben rappresentano il senso dellacorsa sfrenata. Anche Chionna dà una definizione precisa del cavallo chedescrive come tra il terreno e il celeste, sospeso com’è tra loscalpitare degli zoccoli che raspano cercando la presa sul terreno e latensione del collo che freme in direzione dell’orizzonte. Una corsa senzafine oltre la dimensione del possibile.

artifex

action

painting

essere

anna caterina bellati

paolo levi

indaginisulquartomillennio_

Leonardo Chionna è autore di segni tridimensionali, di sculture dal saporearcaico, di sogni appena trattenuti, di profezie fatte di pura materia. Ci tro-viamo di fronte a un artista che annuncia un quarto millennio prossimo ven-turo, mostrandone i reperti archeologici e le degradazioni che, da quelfuturo, risalgono al nostro presente. Si avverte nella sua ricerca la necessi-tà di immergersi nel mistero del tempo in chiave plastica, svelandolo a sestesso e a noi, ribaltando un’intuizione profetica in una sorta di scavo allaricerca dei detriti e dei messaggi che lasceremo ai posteri. Contemplaquindi l’oggetto della sua ricerca col distacco dello scienziato, misurandol'inevitabile mutevolezza della materia lungo il tempo della storia, rinno-vando l’antico assioma filosofico per cui nulla si crea, nulla si distrugge, etutto invece si trasforma. Difficile rispondere al quesito se LeonardoChionna sia artista astratto o figurativo, e sarebbe comunque troppo sbri-gativo confinarlo in uno qualunque dei due termini che, soprattutto in que-sto caso, sono del tutto generici. Dunque bene che il nostro scultore restiin parte inafferrabile. In verità le sue radici sono molteplici, la prima dellequali è una sorta di figurazione lasciata in sospeso – le tracce fossili del bat-tistrada di un pneumatico sono la ricostruzione possibile di un evento ipo-tetico. Su questo dato si sovrappone il ritmo atonale del colore, e la straor-dinaria qualità della superficie calda della materia bronzea, che ben lonta-na da qualunque tentazione di decorativismo, enuncia un messaggio este-tico di nettezza, precisione ed equilibrio formale. Criptico e inquieto, que-sto artista propone all'osservatore la vitalità creativa di un archetipo, quellodi Atlantide, dove l'utopia di un’età aurea si intreccia indissolubilmente

temporale, dove passato e futuro interferiscono nelle cer-tezze del nostro presente. Autore di forme astrattamentesimboliche e, nello stesso tempo, esplicite nella loroapparenza di reperti databili e classificabili, questo arti-sta costruisce la sue colte utopie in base a una verità sog-gettiva, che l’osservatore riceve attraverso l’integrità stili-stica e concettuale della forma, stabilendo un rapporto dicondivisione dei presupposti teorici che la animano.

all’idea di una rovina senza scampo, e senza illusioni sul-le sorti progressive dell’umanità. Chionna appartiene didiritto alla scuola italiana del secondo Novecento, aven-do optato per l’esattezza di un dettato formale di ascen-denza classica, dove appaiono combinate con rigore for-me diverse, in parte astratte e in parte allusivamente figu-rali, e reinventando una sorta di metafisica dell’assenza.Ci si trova qui di fronte al lavoro di un manipolatore dellamateria, a un creatore di duplici momenti asimmetrici esimmetrici, di ritmi complessi, di motivi solenni che ten-dono al verticale, in una equilibrata logica formale. Inognuna di queste ricerche, la memoria archeologicasupera il momento naturale o antropologico, per appro-dare al lido ambiguo di un altrove culturalmente vicino alnostro presente, del quale, per altro, elude i richiami facilialla cronaca o all’ideologia dell’impegno; anzi, è qui evi-dente la volontà dell’artista di non tradire la poetica chelo ispira, e che continua a celebrare in ogni sua nuovaelaborazione. Ogni opera si apre quindi a una decodifi-cazione immediata, in quanto rappresenta concreta-mente l’espressione di un dialogo interiore o di unadomanda. La libertà del modellato non si riferisce in nes-sun caso alla natura, ma piuttosto alla visualizzazione diun universo mentale o di un paradosso spazio-

raffaella zavatta

futuriarchetipidi unpresenteche è giàpassato_

Promuovere l’arte, in senso reale e soprattutto onesto, non è cosa dapoco. Comporta infatti impegno, sacrificio, tempo e cospicui investi-menti, sostenuti da una forte passione. Quella stessa passione che, conl’emotività che le è propria, porta a fare scelte determinate. Il tempo, comevalore cronologico assoluto, è protagonista di una delle scelte condotteda Artisse, Società Italiana d’Arte Contemporanea. Un’Azienda dellaquale abbiamo già avuto modo di leggere spesso e che si è imposta, inquesti ultimi anni, come un punto di riferimento serio ed autorevole per ipiù attenti grazie alla oculatezza ed alla qualità delle sue scelte, oltre cheal grande impegno profuso nel sostenerle e divulgarle. Artisse vanta, tra ipropri Maestri, Vincenzo Musardo, il caposcuola del nuovo “Figurati-vismo Concettuale”, che eleva il Tempo a quarta dimensione della forma.Questa dimensione è vissuta e “raccontata” con sentimento, l’artistapiega la materia alla propria espressività e con le sue opere suscita fortiemozioni. Artisse ha teso la mano ad altri maestri di grande talento chehanno vissuto il tempo, nel loro percorso artistico, come denominatorecomune essenziale della loro ispirazione. Nelle opere di LeonardoChionna, però, lo spettatore, l’osservatore non è ancora nato: le suesculture sono i reperti del IV Millennio. Conviene fare un passo indietro:con un po’ d’immaginazione e, oggi, con molti documentari storico-scientifici, ognuno di noi ha cercato di “vivere” l’emozione degli archeo-logi del XIX secolo quando s’imbattevano, avventurandosi in paesaggiapparentemente desolati, in un frammento di colonna, in un fregio ditempio, nella sommità di un palazzo sepolto da secoli, o da millenni, di

scorrere della materia. Lavoro di fino, scavi, spolverodelicato per rimuovere terra o sabbia accumulata, edecco comparire le tracce di un’antica, e talvolta dimenti-cata, civiltà. Quindi ricerca di segni che indichino il livellodi evoluzione raggiunto, linguaggio, immagini equalsiasi altra testimonianza. E ora, con una fantasticamacchina del tempo, facciamo un balzo in avanti: siamonel IV Millennio, camminiamo alla ricerca di segni dellaciviltà dell’anno Duemila, qualcosa emerge qua e là,sono reperti di forme differenti, erosi dal tempo, cheportano tracce, vere e proprie tracce del passaggiodell’uomo moderno sulla terra. Paradossalmente non èl’orma del piede umano che può datare la nostra epocama l’impronta di uno pneumatico. Impronta che se da unlato rivela il progresso raggiunto dall’uomo e la suaevoluzione, dall’altro, annuncia la causa stessa della suarovina. Quella traccia di pneumatico, fusa nel bronzo,che riappare grazie al degradare della materia circo-stante, come fossile di antiche forme di vita estinta, costi-tuisce lo scheletro portante della struttura, un monitoall’uomo moderno e al tempo stesso un messaggio disperanza per le generazioni future. Leonardo Chionna èla nostra macchina del tempo e con i suoi , cherientrano nel suo progetto più “sentito” e da lui stesso

Archetipi

denominato “Nuova Atlantide”, ci racconta cosavedranno, attraverso questi reperti, gli archeologi delfuturo. Tutto il resto sarà storia…

IL CUORE DELLA MATERIA_

ANTICHITÀ_

GRANDEZZA DEL VERTICE_

La sfera, forma perfetta, inizio e fine del tempo, che in essa trascorre ericorre. Sfera di materia distinta, che poggia, avvolta a metà, nella storiasu cui si costruiscono i reperti e le tracce di un passato che è il nostro pre-sente.Come il nocciolo, la vera sostanza che può essere intesa solo dopo chesono state eliminate tutte le sovrastrutture del tempo. Metafora, forse,della sapienza antica, del vero essere umano vicino alla perfezione di unCreatore di cui si è persa la memoria per i sedimenti che il tempo e ilsuccedersi delle Ere hanno lasciato sulla superficie, la cui essenza non èstata però per nulla intaccata.

L’obelisco si innalza a memoria futura della grandiosità di una civiltà.Chionna crede nel valore positivo del progresso di questo millennio e laforma di questa scultura ne è testimone. Ma le lacerazioni e i frequenticontrosensi di questa nostra epoca emergono e minano alla base questaantica forma, testimone di trionfi, corrompendola quasi a farla collassaresu se stessa, quasi denunciando l’incapacità dell’uomo a imparare dallastoria. La nuova storia nasce sui sedimenti, sulle tracce della vecchia. Lanuova storia può ricoprire e far dimenticare le radici del tempo ma da que-ste trae linfa e, quando sembra ormai persa nella memoria essa, prepo-tentemente, richiama l’attenzione di cui è degna con squarci che si apro-no nel presente a monito e insegnamento che tutto è passeggero e desti-nato a corrompersi.

Segno del vertice della civiltà dei grattacieli: questo Archetipo di unamoderna Atlantide, simile alle nostre metropoli, in cui i progetti di genialiarchitetti si fanno realtà per sfiorare quei cieli di azzurra densità. Punto piùelevato tra la terra e lo spazio, che trafigge l’aria, nella gara continua trachi arriverà più in alto. Ma nel lontano domani, questo frammento di vettacostruita dall’uomo, porterà con sé, e svelerà, la propria debolezza, inquel frammentarsi della materia, che si inchina suo malgrado al passaredel tempo.

STELE_

PASSATO E FUTURO_

Emozionati dalla scoperta di impronte dei primi passi dell’uomo antichedi migliaia di anni, ci lasciamo trasportare da fantasie che narrano dicorse, cacce, danze: tutto ci sembra così affascinante nella sua primitivi-tà. E quando si vedono fabbriche abbandonate, lasciate andare in rovina,ci assale un senso di angoscia, di tempo che passa e cancella. Chionnaci fa riflettere, invece, sul valore della traccia che non è solo impronta dipiede umano, ma corsa di ruota, di pneumatico, corsa di qualcosa chel’uomo ha saputo studiare, progettare, costruire, segno di progresso.Anche la materia futura, perfetta nella sua continuità, apparentementeinattaccabile dalle screpolature che il tempo porta con sé, è in realtà unsottile strato che cela la vera materia segnata dal passaggio dell’uomo.O forse il segno lasciato dal nostro frenetico passaggio non cela solo ilnostro potere tecnologico, forse indicherà all’archeologo del futuro unpassato di sole macchine un passato in cui l’uomo non è mai esistito,soppiantato per sua stessa volontà da una tecnologia che non portaalcun segno del suo creatore. Rifiuto della civiltà del movimento della futu-ristica e marinettiana apoteosi dell’azione e della macchina, vendetta deltempo che punirà l’uomo per la sua ubris, lasciando solo segni pallididella nostra apparente grandezza.

Un ripensamento, forse, si cela in questa particolare opera di Chionnache nasconde, all’interno di un triangolo, simbolo di perfezione, che si stadisgregando, un’altra perfetta e incorrotta figura che svetta di un intrin-seco dinamismo. Un legame collega il passato e il futuro, la nostra non èstata che un’epoca di passaggio della quale abbiamo lasciato segniinconsistenti. Il futuro archeologo scrosterà i sedimenti del nostro tempocome segni senza alcun valore, alla ricerca di ciò che è l’origine, cheinaspettatamente rivela la vera forma del divenire del tempo. La storia èciclica e autoreferenziante. D’altra parte gli antichi lo sapevano bene: lastoria è maestra di vita proprio perché, a dispetto dell’apparenza, èsempre uguale a se stessa e si ripete per tendere a un fine sconosciuto anoi e ai nostri posteri.

ARCHETIPO “NEXT” PIRAMIDE - FUSIONE IN BRONZO CM 185 X 150

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XVI OBELISCO FUSIONE IN BRONZO CM 56,5 X 7,7 X 8,7

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXXI SPADA

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XII

FUSIONE IN BRONZO A CERA PERSA CM 58 X 21

FUSIONE IN BRONZO A CERA PERSA CM 51,5 X 10,5 X 5,5

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXI FUSIONE IN BRONZO CM 48 X 10 X 5,5

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXVI FUSIONE IN BRONZO CM 40 X 21 X 18

NUOVA ATLANTIDE - ARCHETIPO XXIII FUSIONE IN BRONZO CM 43 X 22 X 5

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXVII FUSIONE IN BRONZO A CERA PERSA CM 31 X 20 X 20

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO SFERA FUSIONE IN BRONZO A CERA PERSA CM 23 X 6

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO VIII TECNICA MISTA SU TELA CM 80 X 80

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LVIII TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LV TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO LI

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO XL

TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXVI TECNICA MISTA SU TELA CM 100 X 100

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLVIII TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLIX TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXXVII

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLII

TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO III TECNICA MISTA SU TELA CM 80 X 80

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLIII TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLVII TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO LIX TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO L TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LVI TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LII TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LVII TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO LIII TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLV TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLVI TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXXV TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO XXXIX TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XIV TECNICA MISTA SU TELA CM 120 X 120

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXVIII TECNICA MISTA SU TELA CM 100 X 100

NUOVA ATLANTIDE ARCHETIPO XI - tecnica mista su tela cm 80x80

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO X TECNICA MISTA SU TELA CM 80 X 80

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLI - TECNICA MISTA SU TELA CM 60X60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXXVIII TECNICA MISTA SU TELA CM 60X60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XLIV TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXXVI TECNICA MISTA SU TELA CM 60 X 60

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XIII TECNICA MISTA SU TELA CM 80 X 80

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XV TECNICA MISTA SU TELA CM 120 X 120

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XX TECNICA MISTA SU TELA CM 70 X 70

NUOVA ATLANTIDE / ARCHETIPO XXX TECNICA MISTA SU TELA CM 100 X 100

leonardo

CHIONNA_

nota critico_biografica

so così denominato, frutto della sua continua tensionead un linguaggio dell’arte sempre più oggettivo edessenziale nei significati e nei rimandi e che trova com-pimento in una serie di terrecotte e bronzi che paionovenire da un futuro lontano pur recando impresse trac-ce di un passato assai remoto, ma assai familiare ainostri contemporanei. Egli materializza la propria Uto-pia: un possibile nuovo orizzonte di un presente cheall’artista pare ormai giunto all’apice di un crepuscolo.

L’arte di Chionna è stata spesso definita dal-la critica “arte di coraggio”, ma i suoi lavori guardano aldivenire, narrandolo, in forme plastiche. Le sue operesono testimonianza di una ricerca che si proietta fuoridal suo tempo e che da questo guarda alla nostra storia,tracce di civiltà antiche e moderne, vecchie e nuove uto-pie in forme ed elementi che vengono da lontano viag-giando nel tempo e che consentono all’osservatore diindagare, oltre l’involucro geometrico stesso, l’internodella materia. Archetipi di un lontano futuro che lascia-no intravedere un passato “fossilizzato” nella materiache il tempo porta alla luce, divorandone l’involucroesterno.

Scultura-pittura tecnica mista

Expo Arte Bari; Apantè Naxos; Artefiera Cata-nia; Vitarte Viterbo; Arte Fiera Genova; Arte Fiera Firen-ze; Fortezza Da Basso Firenze; Arte Fiera Parma; ArteFiera Padova; Garda Golf Desenzano sul Garda; CastelGandolfo Roma; Golf Club Ugolino Firenze; Assisi Endu-rance Life Style Assisi.

SOGGETTI

TECNICHE

MOSTRE

Leonardo Chionna nasce a Latiano (Br) il 3 Agosto 1957

Scultore e pittore contemporaneo, par-tecipa da tempo alla vita artistica nazionale. Gli inizi delsuo percorso risalgono alla sua prima giovinezza. Hatenuto numerose mostre ed ha preso parte a diversemanifestazioni artistiche, riscuotendo consensi e premi.Negli anni 80 ha frequentato i poeti del “laboratorio dipoesia” dell’Università di Lecce, tra cui Salvatore Calio-lo, fondatore della rivista “L’Incantiere”. Contestualmen-te si arricchiva dell’amicizia con uno dei maggiori filosofidei nostri tempi, Arrigo Colombo affiancandolo nel movi-mento “Utopia” dallo stesso fondato. Influenze culturaliqueste che hanno caratterizzato e formato la sua arte. Isuoi primi lavori risalgono agli anni 70, tematiche ricchedi originali suggestioni che hanno fatto di Chionna uno“Sciamano” dell’arte contemporanea.Dell’artista si sono interessati critici e storici dell’arte:Gino Spinelli de’ Santelena, G. Rubino, R. Rizzi e VittorioSgarbi.Di lui hanno scritto: la Gazzetta del Mezzogiorno, il Cor-riere del Giorno, Roma, Il Quotidiano di Puglia, Arte, Dise-gno e Pittura.

Negli anni 70, rifuggendo qualsiasi intentocommerciale, l’artista esponeva le sue opere in luoghidove esse potessero essere contemplate immersi nellaspiritualità del silenzio: chiese, castelli, boschi e spiaggeisolate. È dell’agosto del 1973 una sua mostra presenta-ta su zattere galleggianti che trasportavano sculture inmare aperto trascinate dalla corrente come barche sen-za vela, abbandonate, come il desiderio, alla massimalibertà, al loro destino di inabissarsi e custodire il segretodella creatività, in eterno, fino al giorno in cui potrannoessere recuperate. Negli ultimi anni la sua ricerca è tuttaprotesa verso “La Nuova Atlantide”; progetto da lui stes-

FORMAZIONE

PERIODI