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Page 1: Greenpeace vs Enel, la mappa dei 10 conflitti legali

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La centrale Federico II di Cerano (Brindisi), pro-prietà di ENEL è se-

condo l’Agenzia Europea per l’Ambiente l’impianto industriale più inquinante d’Italia per emissioni atmosferiche 1.

Porto Tolle Centrale ENEL

Attivisti di Greenpeace rinviati a giudizio per reati di interruzione di servizio pubblico essenziale (di una centrale in quel momento non operativa e non in grado di produrre rispettando la normativa), danneggiamento e imbrattamento. I fatti risalgono al 2006. ENEL si è costituita parte civile contro Greenpeace.

Greenpeace, assieme ad altre associazioni, si è costituita parte civile nel processo contro dirigenti ENEL per l’impatto sanitario della centrale che non ha mai applicato le norme antinquinamento.

Vado Ligure Centrale Tirreno Power

Greenpeace si è costituita parte civile, insieme ad altre associazioni, nel ricorso al TAR contro l’approvazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale

che autorizza l’ampliamento dell’impianto.

Civitavecchia Centrale ENEL

Alcuni attivisti di Greenpeace sono rinviati a giudizio per reati di arbitraria invasione di terreno industriale, danneggiamento e imbrattamento per

un’azione di protesta pacifica e non violenta, realizzata nel 2009 in concomitanza con il G8 tenutosi all’Aquila. Abbiamo notizia che

ENEL all’udienza del 21 giugno prossimo si costituirà parte civile.

Cerano (Brindisi) Centrale ENEL Federico II

Greenpeace si è costituita parte civile, in un processo attualmente in corso, contro i dirigenti della centrale ENEL di Cerano, indagati tra l’altro per gettito pericoloso di cose e danneggiamento alle colture.

Alcuni attivisti di Greenpeace sono imputati, in un processo che inizierà alla fine del maggio 2013, per reati di interruzione di pubblico servizio, danneggiamento e imbrattamento, commessi secondo l’accusa durante una dimostrazione pacifica e non violenta nel 2009, in concomitanza con il G8 tenutosi all’Aquila. ENEL reclama un danno pari a 1,2 milioni di euro per quella protesta.

Saline Joniche Centrale Repower

Greenpeace assieme ad altre associazioni si è costituita parte civile nel ricorso contro la VIA.

Milano

Reclamo dell’ENEL per uso illegittimo del logo dell’azienda fatto da Greenpeace su materiale cartaceo informativo. Le accuse: raccogliere fondi a scapito del marchio ENEL e voler favorire la società cooperativa tedesca Greenpeace Energy.

Roma

Reclamo d’urgenza di ENEL contro la campagna di Greenpeace “Facciamo luce su ENEL” nella quale si accusa l’azienda di provocare, in Italia, un morto al giorno con le emissioni delle sue centrali a carbone. Il Tribunale Civile di Roma ha rigettato il ricorso, condannando ENEL al pagamento delle spese processuali e affermando che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è conforme a verità”.

Roma

Sono attualmente in corso due indagini penali contro “ignoti” per il cortometraggio prodotto da Greenpeace “Uno al giorno”, regia di Mimmo Calopresti. Vi si denunciano gli impatti sanitari della produzione termoelettrica col carbone di ENEL.

I cambiamenti climatici causano disastri, alluvioni, siccità, danni economici e morti. Greenpeace si batte per rivoluzionare il modo di produrre e consumare energia: passare dalle fonti fossili alle energie rinnovabili. È questa la strada più efficace per proteggere il clima.

La fonte energetica più distruttiva per il clima e nociva per la salute umana è il carbone. A livello globale il carbone è responsabile di oltre il 40% delle emissioni di gas serra. Dalla sua combustione vengono emesse sessanta differenti sostanze inquinanti, tra cui ossidi di zolfo, ossidi di azoto, metalli pesanti e isotopi radioattivi.

La campagna di Greenpeace contro il carbone e contro ENEL, che ne è il maggiore utilizzatore in Italia e tra i maggiori in Europa, è diventata una vicenda giudiziaria complessa. Difendere il clima e la salute è un’attività che conduce frequentemente nelle aule di tribunale.

La centrale ENEL di Porto Tolle è un vecchio impianto a olio combustibile nel Parco regionale del Delta del Po, un luogo di grande valore ambientale a livello internazionale, che l’azienda vorrebbe convertire a carbone. I vertici di ENEL, in relazione al funzionamento di quella centrale, sono già stati condannati per “emissioni moleste, danneggiamento all’ambiente, al patrimonio pubblico e privato e violazione della normativa in materia di inquinamento atmosferico”; per quella stessa centrale tutto il management risulta oggi rinviato a giudizio per “omissione dolosa di cautele contro disastri”.

La centrale di Vado Ligure è un impianto della Tirreno Power. Operante attualmente con due gruppi da 330 MW, verrà ampliata con la realizzazione di un terzo gruppo da 460 MW6.

La centrale ENEL di Civitavecchia è il più moderno ed efficiente tra gli impianti a carbone dell’ENEL in Italia. Nel 2012 la centrale di Civitavecchia è stata tra i 20 maggiori impianti industriali in Europa per emissioni di CO23.

SEI S.p.A., società affiliata di Repower, sta progettando la realizzazione di una centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria), in un’area industriale dismessa. Sarebbe costituita da due gruppi di 660 MW di potenza ciascuno.

Greenpeace ha avviato nel 2012 una campagna contro ENEL per spingere l’azienda a ridurre, fino ad azzerare, l’uso del carbone. L’associazione ambientalista ha deciso di rivolgersi alla multinazionale italiana perchè realizza in Italia i tre quarti della produzione elettrica con il carbone. ENEL, a livello europeo, è il terzo emettitore assoluto di CO2: le emissioni delle sue centrali a carbone causano, in Italia, una morte prematura al giorno e danni stimabili in circa 2 miliardi di euro l’anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l’anno e danni per 4,3 miliardi di euro.

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= 50 milioni di euro di danni economici

= 10 casi di mortalità prematura l’anno

= 1 milione di tonnellate di CO2 l’anno

1. Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe2. Più delle città di Roma, Milano e Torino messe insieme. Rapporto “Cittalia 2010 - cittadini sostenibili”, ANCI3. http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/Enel-Il-carbone-costa-un-morto-al-giorno.pdf4. http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Porto-Tolle-analisi-comparativa-dellimpatto-sanitario5. http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/Enel-Il-carbone-costa-un-morto-al-giorno.pdf6. http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/Enel-Il-carbone-costa-un-morto-al-giorno.pdf7. http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/file/2012/clima/Nota%20Saline%20Joniche%20ottobre%202012.pdfNO

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IN EUROPA

IN ITALIA

1093 MORTI L’ANNO4,3 MILIARDI DI EURO DI DANNI5

366 MORTI L’ANNO1,8 MILIARDI DI EURO DI DANNI

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Dati 2009. La centrale è stata in funzione circa tre mesi. Le emissioni, i danni economici e gli impatti sa-nitari, a pieno regime, sono quindi ben più ingenti.

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