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Economia delle Amministrazioni Pubbliche 1

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La programmazione di bilancio: definizione

La programmazione è quel processo di analisi e valutazione che attraverso una coerente comparazione tra politiche e piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in un orizzonte di

tempo definito, le attività e le risorse necessarie per realizzare i fini sociali e promuovere lo sviluppo economico e civile della comunità di riferimento. Tale processo si conclude con la formalizzazione delle decisioni politiche e gestionali che danno contenuto a programmi e

piani futuri riferibili alle missioni dell’ente.

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I documenti nei quali si formalizza l’attività di programmazione devono consentire ai portatori d’interesse di:

a) conoscere i risultati che l’ente si propone di conseguire (relativamente a missioni e programmi)

b) valutare l’effettivo grado di conseguimento dei risultati al momento della rendicontazione

Tutte le A.P. devono conformare l’impostazione delle previsioni di entrata e di spesa al metodo della programmazione.

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La programmazione di bilancio: contenuti

I contenuti della programmazione devono essere declinati in coerenza con:

il programma di governo, che definisce finalità ed obiettivi di gestione (misurabili e

monitorabili) perseguiti dall’ente anche attraverso il c.d. “gruppo A.P.”

gli indirizzi di finanza pubblica definiti in ambito comunitario e nazionale

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La programmazione di bilancio: criteri qualificanti

Valenza pluriennale del processo (almeno triennale) pero ogni P.A. significa porre attenzione alla

chiarezza degli obiettivi, al corretto ed efficiente utilizzo delle risorse, all’affidabilità delle politiche e

dei programmi

Lettura non solo contabile dei documenti

comprensibilità, competenza finanziaria

Coordinamento e coerenza dei documenti contabili

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Evoluzione della logica di programmazione

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Metodi di programmazione: il PPBS

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Metodo di origine statunitense (’60)

che consente di gestire le risorse pubbliche in modo più efficiente in

quanto supera le carenze e gli inconvenienti del bilancio

tradizionale .

Introdotto nella legislazione italiana

dalla L.468/78, si differenzia dal bilancio tradizionale in quanto: • ha una proiezione pluriennale;

• definisce gli obiettivi da raggiungere, i programmi da seguire e gli

strumenti finanziari da impiegare; • fornisce informazioni sui criteri in

base ai quali sono state effettuate le scelte tra le varie alternative

Concepisce il sistema di bilancio come uno strumento di

pianificazione politica e di programmazione, rimarcando la

necessità di tenere distinte le fasi che sono alla base del processo

decisionale pubblico.

Il sistema si fonda su un processo di collegamento che permette di individuare gli effetti che le varie

decisioni programmatiche possono avere in termini di bilancio.

Si articola in 3 fasi

PPBS

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Le 3 fasi

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PLANNING (pianificazione

strategica) (policy-maker)

• Definizione politica del documento di piano e graduazione “discrezionale” degli obiettivi strategici, mediante l’esame

dell’ambiente in cui l’ente opera e delle risorse a disposizione • Individuazione degli obiettivi strategici di medio-lungo termine.

PROGRAMMING

(programmazione)

(sinergia tra policy-maker e

manager)

• Definizione dei programmi e dei relativi progetti necessari alla pianificazione strategia;

• Dimensionamento finanziario degli obiettivi pianificati e definizione tecnica del programma pluriennale, mediante la individuazione dei bisogni sociali e degli obiettivi tattici di

breve termine, e la scelta, in base a metodi scientificamente validi, dei programmi e dei progetti alternativi necessari per

raggiungere i diversi traguardi prefissati.

BUDGETING

(manager)

• Traduzione, mediante un’azione politico-tecnica congiunta e negoziata, dei programmi e dei progetti precedentemente

individuati in effettive decisioni operative. • Si affidano le risorse necessarie e gli obiettivi a cui saranno

destinate, ai managers, chiamati ad attuare le scelte politiche e valutati sui relativi risultati raggiunti.

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L’effetto annuncio

Programmare richiede la capacità di analizzare la situazione di partenza, interpretare il fabbisogno dei cittadini, stabilire gli

obiettivi e le strategie per raggiungerli.

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Nell’ente pubblico il soggetto che dovrebbe istituzionalmente farsi carico di dar voce alle istanze dei cittadini è il politico. Molto spesso però le scelte sono

dettate da un fine utilitaristico, in modo da raggiungere visibilità e consenso.

La dinamica del consenso appare fortemente influenzata dal cosiddetto “effetto annuncio” che si riferisce alla particolare enfasi data a programmi e progetti, collegata dalle forze politiche al fatto di ottenere il consenso di voto.

Nella percezione dei cittadini, le promesse di obiettivi specifici, vengono considerate come realizzate già dal momento in cui sono formulate. Questo

atteggiamento può aprire la strada a comportamenti di gestione del consenso tramite la formulazione di obiettivi non completamente

raggiungibili, ma che possono essere fortemente remuneratori in termini di voti elettorali.

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Strumenti di pianificazione strategica:

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Il Documento di economia e finanza in ambito regionale è definito “DEFR e in ambito locale “documento unico di programmazione” DUP.

Esso comporta il confronto delle linee programmatiche con le reali possibilità operative dell’ente ed esprime, per la durata del mandato in corso, le linee

dell’azione dell’ente nell’organizzazione e nel funzionamento degli uffici, nei servizi da assicurare, nelle risorse finanziarie correnti acquisibili e negli investimenti e

delle opere pubbliche da realizzare.

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a) le necessità finanziarie e strutturali per l’espletamento dei servizi che non abbisognano di realizzazione di investimento;

b) le possibilità di finanziamento con risorse correnti per l’espletamento dei servizi, oltre le risorse assegnate in precedenza, nei limiti delle possibilità di espansione;

c) il contenuto concreto degli investimenti e delle opere pubbliche che si pensa di realizzare, indicazioni circa il loro costo in termini di spesa di investimento ed i riflessi

per quanto riguarda la spesa corrente per ciascuno degli anni del mandato;

d) le disponibilità di mezzi straordinari;

e) le disponibilità in termini di indebitamento;

f) il costo delle operazioni finanziarie e le possibilità di copertura;

g) la compatibilità con le disposizioni del patto di stabilità interno.

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CONTENUTO

Strumenti di pianificazione strategica:

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Strumenti di programmazione dello Stato: DEF (1)

I documenti di finanza pubblica contengono le politiche economiche e finanziarie decise dal Governo. Nel corso degli ultimi decenni i documenti programmatici hanno assunto sempre di più un ruolo chiave nella definizione ed esposizione delle linee guida di politica economica del Paese. In una economia caratterizzata da continui e rapidi cambiamenti, essi svolgono una delicata e importante funzione informativa a livello nazionale, comunitario e internazionale, in grado di rendere pienamente visibili le scelte di policy. L’elaborazione dei documenti programmatici implica un processo lungo e articolato che vede partecipi tutti i Dipartimenti del MEF.

Il documento di economia e finanza (DEF), previsto dalla Legge 7 aprile 2011 n. 39, viene presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno. E’ il principale strumento della programmazione economico-finanziaria in quanto indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine. Viene proposto dal Governo e approvato dal Parlamento. Si compone di tre sezioni e di alcuni allegati.

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Strumenti di programmazione dello Stato: DEF (2)

i parametri economici essenziali utilizzati e le previsioni tendenziali, per grandi comparti, dei flussi di entrata e di spesa del settore statale e del conto consolidato delle P.A., basate sulla legislazione vigente;

gli obiettivi macroeconomici ed in particolare quelli relativi allo sviluppo del reddito e dell’occupazione;

gli obiettivi, rapportati al PIL, del settore statale e dell’indebitamento netto del conto consolidato delle P.A., sia al lordo che al netto degli interessi, e del debito del settore statale e del conto delle P.A.;

gli obiettivi del fabbisogno complessivo, del disavanzo corrente del settore statale e del conto delle P.A. ed i relativi scostamenti dalle previsioni dei flussi di entrata e di spesa della finanza pubblica;

le regole di variazione delle entrate e delle spese del bilancio di competenza dello Stato e delle aziende autonome e degli enti pubblici inseriti nel conto delle pubbliche amministrazioni;

l’articolazione degli interventi, anche di settore, collegati alla manovra di finanza pubblica, necessari per il conseguimento degli obiettivi di cui sopra, con la valutazione di massima dell’effetto economico – finanziario attribuito a ciascun tipo di intervento, in rapporto all’andamento tendenziale.

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Per il periodo ricompreso nel bilancio pluriennale, esso indica:

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Strumenti di programmazione dello Stato: DEF (3)

Sezioni:

Programma di Stabilità dell’Italia Contiene gli obiettivi da conseguire

per accelerare la riduzione del debito pubblico e, in particolare, gli obiettivi di politica economica per il triennio successivo; l'aggiornamento delle previsioni per l'anno in corso; l'indicazione dell'evoluzione economico-finanziaria internazionale; gli obiettivi programmatici;

Analisi e tendenze della finanza pubblica Contiene l'analisi del conto

economico e del conto di cassa nell'anno precedente, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle modalità di copertura. A questa sezione è allegata una Nota metodologica contenente i criteri di formulazione delle previsioni tendenziali a legislazione vigente per il triennio successivo;

Programma Nazionale di riforma 2015 ed Appendice Contiene

l’indicazione delo stato di avanzamento delle riforme avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare.

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Strumenti di programmazione dello Stato: DEF (4)

Allegati:

Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e

finanza pubblica

Relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate. L. 196/2009, art.

10. D.Lgs 88/2011, art. 7

Programma delle infrastrutture strategiche del Ministro delle

infrastrutture e dei trasporti. L. 443/2001, art. 1, c. 1

Relazione del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del

mare sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle

emissioni di gas ad effetto serra. L. 39/2011, art. 2, c. 9

Le Spese dello Stato nelle Regioni e nelle Province Autonome

Relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della P.A. e sui

risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip. L.

244/2007, art. 2, cc. 569-574

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Strumenti di programmazione dello Stato: la legge finanziaria (o di stabilità) (1)

La legge finanziaria statale assume carattere di legge formale, analogamente alla legge del

bilancio, pertanto non può introdurre nuove o maggiori spese e nuove o maggiori entrate, inoltre non può contenere norme di delega, di carattere ordinamentale oppure organizzatorio, ma solo norme che hanno effetti finanziari a partire dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale.

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Obiettivi:

disporre annualmente, in coerenza con gli obiettivi fissati dal DPEF, il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale;

provvedere alla regolazione annuale delle grandezze previste dalle disposizioni legislative al fine di adeguare gli effetti finanziari agli obiettivi.

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Strumenti di programmazione dello Stato: la legge finanziaria (o di stabilità) (2)

il livello massimo di ricorso al mercato finanziario e del saldo netto da finanziare

relativo a tutto il periodo coperto dal bilancio pluriennale, espresso in termini di

competenza, comprese le regolazioni contabili precedenti;

la misura delle variazioni delle aliquote e

delle detrazioni di imposte, tasse e contributi;

la determinazione delle quote di spese

pluriennali, autorizzate con apposite leggi, destinate a gravare su ciascuno degli anni

considerati;

le quote annuali delle leggi di spesa a

carattere pluriennale, di natura corrente ed in conto capitale;

la determinazione delle riduzioni, relative

a ciascun anno del bilancio pluriennale, di autorizzazioni legislative di spesa;

l’ammontare dei fondi speciali;

l’importo destinato al rinnovo dei

contratti del pubblico impiego;

altre regolazioni meramente quantitative

rinviate, dalle leggi vigenti, alla stessa legge finanziaria;

le norme da cui derivino incrementi di

entrata o riduzioni di spesa, ad eccezione di quelle di natura ordinamentale o

organizzatoria;

le norme da cui derivino incrementi di

spesa o riduzioni di entrata il cui scopo è quello di sostenere e rilasciare l’economia

in modo diretto, ad esclusione di quelle che si riferiscono ad interventi di carattere

locale o microsettoriale.

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INDICA:

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Altri Strumenti di programmazione dello Stato (1)

Aggiornamenti al DEF

La “Nota di aggiornamento” viene presentata alle Camere entro il 20

settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e di

finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e

affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro

macroeconomico.

Il documento contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici,

le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in

relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea

relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di

riforma.

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Altri Strumenti di programmazione dello Stato (2)

Documento Programmatico di Bilancio (DPB)

Il Documento programmatico di bilancio è stato istituito dal

regolamento UE n. 473/2013. Entro il 15 ottobre di ogni anno, gli

Stati membri trasmettono alla Commissione Europea e

all'Eurogruppo un progetto di DPB per l’anno successivo, nel quale

illustrano all’Europa il proprio progetto di bilancio per l’anno

successivo. In particolare, il Documento contiene l'obiettivo di saldo

di bilancio e le proiezioni delle entrate e delle spese.

Al DPB viene allegato, inoltre, un documento contenente la

metodologia, i modelli economici e le ipotesi, e ogni altro parametro

pertinente alla base delle previsioni di bilancio e l'impatto stimato

delle misure aggregate di bilancio sulla crescita economica.

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Strumenti di programmazione regionale: DEFR

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Entro il 30 giugno di ogni anno la Giunta presenta al Consiglio il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) descrive gli scenari economico-

finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, tenendo conto degli obiettivi del PSI ed

espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il conseguimento degli obiettivi, della programmazione unitaria regionale,

esplicitandone gli strumenti attuativi per il periodo di riferimento.

Il DEFR definisce gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, ha carattere generale, contenuto programmatico ed è lo strumento a

supporto del processo di decisione.

Le sue finalità sono:

• decidere i programmi da realizzare ed i relativi contenuti all’interno delle missioni, le relative previsioni di spesa e modalità di finanziamento;

• orientare le successive deliberazioni del Consiglio e della Giunta; • costituire il presupposto dell’attività di controllo strategico.

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Strumenti di programmazione regionale: Legge di stabilità

In connessione con le esigenze derivanti dallo sviluppo della fiscalità regionale, le regioni adottano una Legge di stabilità regionale contenente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio di previsione. Essa

contiene esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio di previsione e trae il riferimento necessario, per la dimostrazione della copertura finanziaria delle autorizzazioni annuali e pluriennali

di spesa da essa disposte, dalle previsioni di bilancio a legislazione vigente.

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Provvede: alle variazioni delle aliquote e di tutte le altre misure che incidono sulla

determinazione del gettito di tributi di competenza regionale; al rifinanziamento delle leggi di spesa regionale (escluse spese obbligatorie e

continuative; alla riduzione di autorizzazioni legislative di spesa; alla rimodulazione delle quote di spese pluriennali disposte dalle leggi regionali; ad eventuali autorizzazioni di spesa per interventi la cui realizzazione si protrae

oltre il periodo di riferimento del bilancio di previsione.

Include: norme che comportano aumenti di entrata o riduzioni di spesa

(escluse quelle a carattere ordinamentale/organizzatorio); norme eventualmente necessarie a garantire l’attuazione del PSI.

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Sistemi di programmazione negli EE.LL.

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PROGRAMMAZIONE

STRATEGICA CONTROLLOVALUTAZIONE

PROGRAMMA

DI MANDATO

Relazione Previsionale

e Programmatica

triennale

BILANCIO ANNUALE

E TRIENNALE

P.E.G./P.D.O,

Piano degli obiettivi

“ misurabili” per

strutture/responsabili

Programmazione economica

per servizio/centro di costo

Stati di attuazione

Annuale delle lnee

prpogrammatiche

Controllo Finanziario

Controllo di Gestione:

•Progetti di PEG

•Obiettivi programmatici

•Contabilità analitica per

Servizi/centri di costo

Valutazione impatto dell’Azione

Amministrativa sui bisogni del

territorio o della collettività/

Reingegnerizzazione dei processi

Carte dei servizi, Customer Safisfaction

Valutazione Prestazione su

Obiettivi:

•Dirigenti

•Posizioni Organazzative

Conto Consuntivo

Bilancio sociale/

Bilancio di mandato

Valutazione Personale

Su Piano Attività

PROGRAMMAZIONE

OPERATIVA

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Strumenti di programmazione degli EE.LL.

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Il Documento Unico di Programmazione (DUP)

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Il DUP è lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa degli EE.LL. e consente di fronteggiare in modo permanente,

sistematico ed unitario le discontinuità ambientali ed organizzative; costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di

programmazione.

Entro il 30 luglio di ogni anno la Giunta presenta al Consiglio il DUP.

Con riferimento al periodo di programmazione decorrente dall’esercizio 2015, gli EE.LL. che non hanno partecipato alla sperimentazione non

sono tenuti a predisporre il DUP.

Esso si compone di 2 sezioni: quella strategica, che ha un orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo e

quella operativa, con un orizzonte temporale pari a quello del bilancio di previsione.

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DUP: Sezione Strategica (SeS)

La SeS individua (in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica):

• le principali scelte che caratterizzano il programma dell'amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo e che possono avere un

impatto di medio e lungo periodo;

• le politiche di mandato che l'ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali e

gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato.

• gli strumenti attraverso i quali l'ente locale intende rendicontare il proprio operato nel corso del mandato in maniera sistematica e trasparente, per

informare i cittadini del livello di realizzazione dei programmi, di raggiungimento degli obiettivi e delle collegate aree di responsabilità

politica o amministrativa.

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Nel primo anno del mandato amministrativo, individuati gli indirizzi strategici, sono definiti, per ogni missione di bilancio, gli obiettivi strategici da

perseguire entro la fine del mandato. L'individuazione degli obiettivi strategici consegue a un processo conoscitivo di analisi strategica delle condizioni

esterne all'ente e di quelle interne, sia in termini attuali che prospettici ed alla definizione di indirizzi generali di natura strategica.

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DUP: Sezione Operativa (SeO)

La SeO contiene la programmazione operativa dell’ente, avendo a riferimento un arco temporale si annuale che pluriennale; ha carattere

generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento a supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati nella SeS. In particolare, per ogni singola missione, sono individuati i programmi che l’ente intende

realizzare per conseguire gli obiettivi strategici. Il suo contenuto costituisce giuda e vincolo ai processi di redazione dei documenti

contabili di previsione dell'ente.

E’ redatta, per il suo contenuto finanziario, per competenza con riferimento all'intero periodo considerato, e per cassa con riferimento al primo esercizio,

si fonda su valutazioni di natura economico-patrimoniale e copre un arco temporale pari a quello del bilancio di previsione.

Gli obiettivi dei programmi devono essere controllati annualmente al fine di verificarne il grado di raggiungimento e, laddove necessario, modificati dandone adeguata

giustificazione per offrire una rappresentazione veritiera e corretta dei futuri andamenti dell’ente e del processo di formulazione dei programmi all’interno delle missioni.

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SeO: obiettivi e struttura

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OBIETTIVI:

definire, con riferimento all’ente e al Gruppo amministrazione pubblica, gli obiettivi dei programmi all’interno delle singole missioni;

orientare e guidare le successive deliberazioni del Consiglio e della Giunta;

costituire il presupposto dell’attività di controllo strategico e dei risultati conseguiti dall’ente, con particolare riferimento allo stato di attuazione dei programmi nell’ambito delle missioni e alla relazione al rendiconto di gestione.

DUE PARTI FONDAMENTALI

Nella Parte 1 sono individuati, per ogni singola missione e coerentemente agli indirizzi strategici contenuti nella SeS, i programmi operativi che l’ente intende

realizzare nell'arco pluriennale di riferimento del DUP e i relativi obiettivi annuali. Per ogni programma devono essere definite le finalità̀ e gli obiettivi annuali e pluriennali che si intendono perseguire, la motivazione delle scelte

effettuate e devono essere individuate le risorse finanziarie, umane e strumentali ad

esso destinate.

La Parte 2 comprende la programmazione in materia di lavori pubblici, personale e

patrimonio.

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SeO : contenuto minimo

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Indicazione degli indirizzi e degli obiettivi degli organismi facenti parte del Gruppo amministrazione pubblica;

Dimostrazione della coerenza delle previsioni di bilancio con gli strumenti urbanistici vigenti;

per la parte entrata, da una valutazione generale sui mezzi finanziari, individuando le fonti di finanziamento ed evidenziando l'andamento storico degli stessi e i relativi vincoli;

Indirizzi in materia di tributi e tariffe dei servizi; Indirizzi sul ricorso all’indebitamento per il finanziamento degli investimenti; per la parte spesa da una redazione per programmi all’interno delle

missioni, con indicazione delle finalità̀ che si intendono conseguire, della motivazione delle scelte di indirizzo effettuate e delle risorse umane e strumentali ad esse destinate;

Analisi e valutazione degli impegni pluriennali di spesa già̀ assunti; Valutazione sulla situazione economico – finanziaria degli organismi

gestionali esterni; Programmazione dei lavori pubblici svolta in conformità̀ ad un programma

triennale e ai suoi aggiornamenti annuali; Programmazione del fabbisogno di personale a livello triennale e annuale; Piano delle alienazioni e valorizzazioni dei beni patrimoniali.

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Budgeting: Il Piano Esecutivo di Gestione (PEG)

Il PEG è lo strumento attraverso cui l’organo esecutivo, negli enti locali, assegna con propria delibera, ai diversi responsabili della

gestione gli obiettivi operativi e le conseguenti risorse necessarie; nonché il documento che permette di declinare in maggior dettaglio la programmazione operativa contenuta nell'apposita Sezione del DUP.

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Rappresenta, quindi, il “budget operativo” che segna il passaggio dalla programmazione (compito dell’organo politico) alla gestione(affidata alla tecnostruttura) e formalizza di conseguenza, la separazione fra indirizzo e

gestione e fra responsabilità politica e responsabilità tecnica.

E’ un utile strumento di controllo, infatti, consente di verificare periodicamente se i risultati raggiunti da ciascun servizio fino a quel momento collimino con gli

obiettivi annuali programmati.

Tale adempimento è obbligatorio solo per gli enti locali con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

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Il piano esecutivo di gestione: e' redatto per competenza e per cassa con riferimento al primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione; e' redatto per competenza con riferimento a tutti gli esercizi considerati nel

bilancio di previsione successivi al primo; ha natura previsionale e finanziaria; ha contenuto programmatico e contabile;

può contenere dati di natura extracontabile;

ha carattere autorizzatorio, poiché definisce le linee guida espresse dagli

amministratori rispetto all'attività di gestione dei responsabili dei servizi e poiché' le previsioni finanziarie in esso contenute costituiscono limite agli impegni di spesa assunti dai responsabili dei servizi; ha un'estensione temporale pari a quella del bilancio di previsione;

ha rilevanza organizzativa, in quanto distingue le responsabilità di indirizzo,

gestione e controllo ad esso connesse.

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Struttura del PEG (1)

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La struttura del PEG deve essere predisposta in modo tale da rappresentare la struttura organizzativa dell'ente per centri di responsabilità, individuando per ogni

obiettivo o insieme di obiettivi appartenenti allo stesso programma, un unico dirigente responsabile.

Il PEG si riferisce ad obiettivi gestionali (attuativi di quelli strategici) che possono essere distinti in:

obiettivi di sviluppo si riferiscono all’introduzione di un nuovo servizio o

comunque di una nuova attività;

obiettivi di miglioramento si riferiscono a servizi già realizzati dall’ente ma

che abbisognano di essere migliorati perché non sono ritenuti soddisfacenti;

obiettivi di mantenimento si riferiscono invece ad attività già svolte dall’ente

e la cui performance, ottenuta negli esercizi precedenti, viene ritenuta soddisfacente e pertanto viene mantenuta nel tempo.

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Struttura del PEG (2)

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Il PEG assicura un collegamento con: la struttura organizzativa dell'ente, tramite l'individuazione dei

responsabili della realizzazione degli obiettivi di gestione;

gli obiettivi di gestione, attraverso la definizione degli stessi e degli indicatori per il monitoraggio del loro raggiungimento;

le entrate e le uscite del bilancio attraverso l'articolazione delle stesse al quarto livello del piano finanziario;

le dotazioni di risorse umane e strumentali, mediante l'assegnazione del personale e delle risorse strumentali.

Il direttore generale ed il segretario comunale, avvalendosi della collaborazione dei dirigenti e dei responsabili dei servizi, propongono

all'organo esecutivo il PEG per la sua definizione ed approvazione.

Il PEG deve essere approvato dalla Giunta contestualmente all'approvazione del bilancio di previsione.

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Le variazioni al PEG

L'organo esecutivo è competente ad adottare le variazioni al piano esecutivo di gestione.

Queste variazioni possono essere adottate entro il 15 dicembre di ciascun anno e cioè successivamente al termine previsto per

le variazioni di competenza dell'organo consiliare. Le variazioni al piano esecutivo di gestione possono anche

riguardare i soli obiettivi senza che si determinino modificazioni di carattere finanziario. Nello stesso modo si potrebbero

verificare variazioni di programmi e di progetti di competenza consiliare.

Si tratta di modificazioni all'impostazione del quadro programmatico che non dovrebbero essere frequenti nel caso della competenza consiliare, mentre per il piano esecutivo di

gestione la definizione degli obiettivi potrebbe richiedere rimodulazioni in corso di esercizio senza comportare variazioni

di carattere finanziario.

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Il bilancio partecipativo

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L’ottica che ne informa la redazione è quella di sollecitare la partecipazione

attiva da parte dei cittadini alla pianificazione e programmazione del

loro ambito circondariale. Non esistono regole normative per la sua redazione, dunque il lavoro deve nascere

partendo dal bisogno del cittadino. La comunità deve poter esprimere le proprie esigenze, così poi da poter influenzarne i

relativi investimenti.

Si esplicita in un processo attraverso cui i cittadini decidono direttamente, tramite questionari, assemblee di quartiere o generali,

le opere e gli investimenti che l’ente locale deve effettuare. Tali priorità, dopo un esame di fattibilità tecnica e finanziaria – anch’esso condotto in maniera partecipata da cittadini, esperti

dell’ente, soggetti sociali ed amministratori – vengono inserite nel bilancio “tradizionale” e approvate con questo dal Consiglio dell’ente.

E’ uno strumento utile per il perseguimento di alcuni obiettivi, ma

facoltativo nessuna norma lo

rende obbligatorio

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Il bilancio partecipativo

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Ha il compito di dare notizia sulle priorità che sono state definite dalla collettività, dell’eventuale mancato perseguimento delle stesse ed anche delle motivazioni che

hanno reso impossibile il soddisfacimento di tali bisogni.

Il dialogo tra cittadinanza ed organi decisionali, tramite le assemblee di quartiere e le assemblee cittadine, deve essere periodico e frequente; anche attraverso opuscoli e lettere recapitate a domicilio, l’ente mette a conoscenza la cittadinanza non solo degli obiettivi che si vogliono perseguire e degli strumenti utilizzati per raggiungere i risultati desiderati ma, soprattutto, si offrono strumenti di monitoraggio. La comunità deve poter

essere messa in grado di valutare in maniera critica il comportamento dei soggetti politici.

Il feed-back informativo deve essere veloce, coinvolgere un numero

elevato di soggetti, eliminare la visione top-down del corso delle informazioni, partire dal basso e costruire un modello a rete in cui tutti i soggetti siano chiamati a criticare o meno l’operato.

Il linguaggio deve essere semplice e non tecnico.

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Il bilancio pluriennale

Il bilancio pluriennale (documento finanziario di previsione a valenza ultrannuale) è un importante strumento di programmazione finanziaria,

grazie al quale gli obiettivi di piano vengono quantificati in termini finanziari; ovvero, è lo strumento principale mediante il quale si compie il

dimensionamento in termini finanziari delle scelte adottate in sede di pianificazione strategica.

Economia delle Amministrazioni Pubbliche 35

E’ formalmente un allegato del bilancio annuale di previsione ma non

lo è logicamente, poiché, nella costruzione dei documenti di previsione bisogna prendere le mosse da quelli a valenza ultrannuale, per poi giungere in modo “quasi automatico” alla definizione dello stralcio

annuale della programmazione.

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Il bilancio pluriennale

è redatto in termini di competenza finanziaria;

Per lo Stato ha una proiezione temporale di 3 anni, per le Regioni e gli enti locali, invece, possiede una durata non inferiore a 3 anni e non superiore a 5 anni;

deve rispettare tutti i principi del bilancio annuale (tranne quello dell’annualità) ed è redatto in relazione alla classificazione del bilancio di previsione;

comprende il quadro dei mezzi finanziari che si prevede di destinare per ciascuno degli anni considerati alla copertura di spese correnti ed al finanziamento delle spese di investimento, con indicazione, per queste ultime, della capacità di ricorso alle fonti di finanziamento;

i valori monetari contenuti nel bilancio pluriennale (e nella RPP) sono espressi con riferimento ai periodi ai quali si riferiscono, tenendo conto del tasso di inflazione programmato (rilevabile dal DPEF dello Stato).

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CARATTERISTICHE:


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