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ProgettiFrontiere Esperienze

10 Il Sole 24 Ore Nòva24 n. 575 5 febbraio 2017

Arctic Frontiers Territori inesplorati Riscaldamento climatico

Il tesoro Articoche tuttirivendicanoIl Polo Nord è gravementemalato. Ma anzichè prestaresoccorso, gli Stati guardanoalle sue preziose risorse ea come accaparrarsele

di Alessandra Viola

a Sono passati settant’anni da quandol’italiano Umberto Nobile e il norvegeseRoald Amundsen avvistarono per la primavolta ufficialmente il Polo nord a bordo deldirigibile Norge. Era il 1926 e il ghiaccio ar-tico allora aveva un’estensione del 40%maggiore rispetto a oggi. Si sarebbe forsedovuto dire a quei tempi, invece è solonell'ultimo anno che l'Artico è diventatoufficialmente “uncharted territory”, terri-torio inesplorato.

Su questo punto, gli oltre cento ricerca-tori e politici giunti da ogni dove a Tromsø,in Norvegia, per partecipare all’eventoscientifico Arctic Frontiers, sono tutti d’ac-cordo. «Dalle condizioni dell'Artico dipen-de il clima mondiale: dalla Florida al Medi-terraneo, il riscaldamento dell'emisferosettentrionale del pianeta è dovuto alla ri-duzione del ghiaccio artico - spiega PaulWassmann, docente di Biologia ambienta-le presso l'Institute of Arctic and MarineBiology dell’università di Tromsø - Per lascienza è importante distinguere le causedagli effetti, il centro dalla periferia. Siamoabituati a pensare che Roma, Parigi o NewYork siano il centro del mondo. Ma per ilpianeta il centro sta ai poli. E lì sta cambian-do tutto: il Jet Stream, la corrente a gettopolare, non è più regolare e la sua variabili-tà porta instabilità climatica in tutto l'emi-sfero settentrionale. Anche la corrente delGolfo sta modificando il suo percorso, al-lungandosi verso la Siberia e sgelando ilpermafrost, che a sua volta rilascia gas ser-ra amplificando i cambiamenti climatici.Cambiano le correnti, diminuisce l'albedo,grandi masse di acqua dolce si versano inmare: gli effetti sono imprevedibili».

Nel nord del pianeta i cambiamentistanno avvenendo circa due volte e mezzapiù rapidamente che in qualsiasi altro luo-go (dati Nooa e World meteo organiza-tion), il volume del ghiaccio continua a di-minuire (meno 70% negli ultimi trent'an-ni), la temperatura dell'aria continua adaumentare e l'acqua oltre a riscaldarsi (inalcune regioni è salita anche di 5 gradi ri-spetto alla media 1982-2010), si sta acidifi-cando. Per studiare e correlare tra loro fat-tori così complessi, la scienza punta sullacooperazione internazionale, ma la Guer-ra fredda l'ha già interrotta una volta e oggirischiano di fare altrettanto le brame deglistati del Nord che si contendono il Polo ge-ografico e - soprattutto - le immense ric-chezze che nasconde.

All'interno del Circolo polare vive solo lo

0,05% della popolazione mondiale, ma so-pra il sessantaseiesimo parallelo (che nesegna il confine meridionale) si nascondecirca il 13% dei giacimenti di gas e petrolioancora da sfruttare, e poi oro, argento, fer-ro, uranio, diamanti. Secondo la Conven-zione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), ogni paese può formulareuna rivendicazione sull'Artico e tentare diestendere la propria sovranità fino a tuttala piattaforma continentale a cui lo statoappartiene, estendendo così i propri sullerisorse presenti sul fondale e nel sottosuo-lo dell'area riconosciuta.

Norvegia, Russia, Canada e Danimarcahanno già finanziato progetti per la raccol-ta di dati in grado di sostenere le loro riven-dicazioni e la Commissione ha già rigettatouna volta la richiesta russa chiedendo unapprofondimento dei dati. Nel frattempoperò l'occupazione dell'artico è già partita,anzi sarebbe più giusto dire che da oltrecinquant'anni non si è mai fermata. Il Con-siglio artico, in cui siedono gli otto stati i cuiterritori ricadono nel circolo polare, cercada vent'anni di mediare tra gli interessi deisuoi membri, ma la recente virata america-na (l'America presiede il Consiglio fino allafine del 2017) sul tema dei cambiamenti cli-matici rischia di segnare una brusca svoltaanche in questi orientamenti. DonaldTrump, ribadendo nei fatti le posizioni ne-gazioniste già varie volte espresse, ha giàdato un chiarissimo segnale delle sue in-tenzioni nominando segretario di Stato ilnumero uno della compagnia petroliferaExxon Mobil, una delle “sette sorelle” delpetrolio. L'oceano artico infatti non è soloacqua, ma un gigantesco giacimento. Ingrado però di portarci alla catastrofe cli-matica. «Abbiamo raccolto dati dai tropicial Polo, sotto e sopra le acque: ci sono cam-biamenti ovunque e in particolare nell'oce-ano artico - dice Carl Gustaf Lundin, diret-tore del Global Marine and Polar Program-me dell'Iucn, l'Unione internazionale perla conservazione della natura - Quando sipensa alla necessità di limitare l'effettoserra, si pensa in genere alla deforestazio-ne, che riduce l'assorbimento dell’anidridecarbonica. Senza considerare che la quotadi gran lunga maggiore di questo gas, circal'83%, è stata finora assorbita dagli oceani,in particolare da quelli freddi e con pH piùelevato. Se non fosse per la fondamentalefunzione che svolgono, si calcola che latemperatura mondiale sarebbe 36 gradipiù elevata: il pianeta sarebbe inabitabilein vastissime regioni. Il pH dell'oceano ar-tico però sta scendendo anno dopo anno, econ esso la sua capacità di assorbire CO2.Siamo abituati a pensare a processi lineari,in cui un valore scende o sale sempre un po'di più. Il problema è che il riscaldamentoglobale non funziona così. Ci sarà un puntooltre il quale le cose saranno drasticamen-te diverse da come sono oggi: è un'avven-tura dagli esiti incerti e pericolosi».

Ma forse, come diceva il grande esplora-tore Amudsen, “l'avventura non esiste, èsolo cattiva organizzazione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: dati dell’ “Arctic Report card” 2016 della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration Usa) - (GISS-NASA, 2017) - NOAA - ESA _ PROGETTO POLARIS

polo nordin bilicoL’oceano meno conosciuto e studiatoal mondo è oggi il fulcro di questioniclimatiche, energetiche, commercialie politiche che mettono a rischiol’intero pianeta

L’ARTICO SI SCALDA 2 VOLTEPIÙ VELOCEMENTE RISPETTOALL’INTERO GLOBOLe temperature annuali a partiredal 1900 per l’Artico e il pianeta,rispetto alla media 1981-2010.In gradi centigradi

Artico Globale

A nord del circolopolare articosono presenti:

LA SUARICCHEZZA

L’ETÀ DEL GHIACCIOMARINOIl ghiaccio marinopluriennale (ghiacciocon età maggioredi 4 anni) è passatoa un’estensione dicirca 2 milioni di km2

nel 1984 a circa0,2 milioni di km2

nel settembre del 2016

In milioni di km2

In milioni di km2

0

0,5

1,5

2,5

2

1

0

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1,5

2,5

2

1

1-2 2-3 3-4 4+

2016200019801960194019201900

1-2

Anni

Anni 2-3 3-4 4+

0 1 2 3 4+Anni

LA GEOPOLITICA DELL’ARTICO

km

Shangai

Rotterdam

Oceano Indiano

OceanoPacifico

Asia

Africa

NordAmerica

OceanoAtlantico

I giorni di navigazionerisparmiati passandodal Polo Nord, per andareda Rotterdam a Shangai

10

78%Il ghiacciocon menodi un anno

55%Il ghiacciocon menodi un anno

LA SCORCIATOIA POLARE

1984

2016

Media 1981-20100

2

1

-2

-2,5

-1,5

-1

-0,5

0,5

1,5

A partire dal 1990,l'aumento della temperatura

nell'artico è aumentata2,5 volte più rapidamente

della media

Osservatori permanentiITALIA (dal 2013)

Cina

Giappone

Coreadel Sud

Singapore

India

Partecipanti permanentiIn aggiunta ai paesi che fanno partedel Consiglio artico ci sono 6 Partecipantipermanenti: sei organizzazioni cherappresentano altrettanti popoli indigenidella regione artica:

AleutAthabaskanGwich’in Inuit

SamiPopolazionidella Russiadel nord (riunite)

Consiglio articol'Artic Council (o Consiglio Artico) è statoistituito nel 1996 con la Dichiarazionedi Ottawa. Il suo scopo è garantire allaregione artica uno sviluppo sostenibiledal punto di vista ambientale, sociale,economico.

Ne fanno parte i paesi che hanno una partedel loro territorio che ricade nel Circolopolare artico, cioè:

RussiaNorvegiaSveziaFinlandia

DanimarcaCanadaStati UnitiIslanda

22%Il ghiaccio

più vecchiodi un anno

45%Il ghiaccio

più vecchiodi un anno

+3,5°L'aumento della temperatura dall'iniziodel 20° secolo, nell'Artico

La diminuzionedell’estensionedel ghiaccio marinoin Artide misurataa settembre(minima estensione)rispetto agli inizidel 20° secolo

-40%

Rotta classica

11.300~Miglia nautiche

Rotta artica

Groenlandia(DANIMARCA)

CANADA

Alaska(STATI UNITI)

CircoloPolareArtico

RUSSIA

Isole dellaNuova Siberia

Strettodi Bering

Mardi Bering

SVEZIA

ISLANDA

IsoleFaroe

NORVEGIA

FINLANDIA

La superficiedell'Artico

la cui “proprietà”rimane ancora

da decidere

mlndi km2

POLONORD

1

Superficiericoperta

dai ghiaccinel 1984

Superficiericoperta

dai ghiaccinel 2016

Confininazionalioffshore

Potenzialigiacimentidi petrolioe gas

Mardi Barents

Novaja Zemlja(Russia)

Groenlandia

Canada

Russia

Groenlandia

Canada

Russia

93%

Quota del riscaldamentoprodotto dall'uomoe dall'effetto serra,

assorbito dagli oceani,a partire dagli anni ‘70

7.700~Miglia nautiche

Il ghiaccio che ricoprela Groenlandia contieneabbastanza acquada alzare il livello globaledelle acque di 7 metri

30 - 40L’aumento, in giorni, della durata dellastagione dello scioglimento dei ghiaccinella zona del nord-est dell’Artico

2,5Le gigatonnellate di idrati di metanoche sono conservati nel mare a profonditàcomprese tra 200 e 2.000 metrie che potrebbero essere rilasciate

1.330 - 1.580I miliardi di tonnellate di anidride carbonica(circa il doppio di quella attualmentecontenuta nell'atmosfera) che rischianodi essere rilasciate

-7%L’estensione del ghiaccio artico nel 2016, rispetto

alla media 1981-2010

+5°Aumento della temperatura

media della superficiedell'acqua in alcune regionidell'oceano artico, rispetto

alla media 1982-2010

il 22%delle risorsepetroliferemondiali

il 15%della produzione

mondialedi petrolio

e gas

il 20%dei metalli

il 30%dei giacimentimondiali di gas

ancorada scoprire

il 13%dei giacimenti

mondiali dipetrolio ancora

da scoprire

COSA COMPORTA LO SCIOGLIMENTO DEL PERMAFROST

Isole Svalbard(Norvegia)

Sfruttamento Trattati Negoziati

a Gli abitanti del mare sono in movimen-to. Gli sgombri, dal nord della Francia, han-no nuotato per centinaia di chilometri sta-bilendosi lungo le coste meridionali della Norvegia. Le aringhe hanno modificato laloro rotta tra l'Islanda e la Norvegia spin-gendosi verso il mare di Barents. E anche ilplancton, le meduse, le tartarughe e vari al-tri animali marini stanno migrando, conconseguenze che non siamo in grado diprevedere. «L'aumento della temperaturadell'acqua degli oceani e la diminuzione delpH marino sta spingendo i pesci a “borea-lizzarsi”, cioè a spostarsi più a nord per ri-trovare le condizioni di vita a cui sono abi-tuati - spiega Mario Acquarone, ricercatoredell'università di Tromsø, in Norvegia -Anche i merluzzi si stanno spostando, per-ché le specie che arrivano da sud invadonogli areali di quelle endemiche che devonospostarsi a loro volta. In mare però, anchese non sembra, ci sono delle barriere bioge-ografiche, rappresentate per esempio dalla

profondità dei fondali o dall'insolazione,che a nord è limitata ma che con lo sciogli-mento del ghiaccio sta aumentando: i pescinon possono spostarsi a loro piacimento».

In ballo, oltre agli equilibri della biodi-versità marina, c'è la fiorentissima indu-stria della pesca nei mari del nord (la Nor-vegia pesca da sola quanto la metà dei pa-esi Ue). «A causa dei cambiamenti clima-tici è necessario ridistribuire le quote,capire cosa pescare, in che misura e come- continua Acquarone che è coinvolto nelprogetto europeo ClimeFish sulla pescasostenibile in relazione ai cambiamenticlimatici -. Negli ultimi decenni nell'Arti-co la pesca è stata gestita in maniera otti-male e anche gli stock ittici maggiormen-te sfruttati, come i merluzzi, dopo averetoccato i minimi storici negli anni Settan-ta sono risaliti e oggi si trovano a livelli ot-timali. Ma che succederà quando i pesca-tori caleranno le reti e invece dei merluzzitroveranno gli sgombri?». Sottotraccia èintanto partita la corsa ai pescosissimimari artici, dove oggi la pesca commer-ciale è impossibile a causa dei ghiacci mache entro pochi decenni saranno sgelati eaccessibili. I mari più settentrionali nonsono tutelati da alcun trattato che ne re-goli lo sfruttamento e la tutela: i negoziatiinternazionali sono già partiti. (ale. v.)

Un mare senza tutele

Oggi la pesca commercialenell’Artico è impossibile pervia dei ghiacci. Ma domani?

Inquinamento marino Catena alimentare Salute

a Se pensando all'Artico vi vengono inmente sconfinate distese di ghiaccio in-contaminato, è ora di aggiornare l'imma-ginario. «Nell'Artico si registra un'altapresenza di inquinanti: dal Ddt al Dde, daipoliclorobifenili alla plastica - dice GeirWing Gabrielsen, ricercatore del Norwe-gian Polar Institute -. Gli inquinanti arri-vano trasportati da correnti marine e at-mosferiche, poi entrano rapidamente nel-la catena alimentare legandosi al planctono venendo ingeriti direttamente. Gli ani-mali che vivono a queste latitudini hannobuone scorte di grasso, e i contaminanti visi depositano accumulandosi anche perlungo tempo, sulle prime senza causareproblemi di salute. Quando però l'animaleper qualsiasi motivo inizia ad avere fame equindi a bruciare le sue riserve di grasso,gli inquinanti entrano in circolazione e inbreve attaccano gli organi interni. Così, senoi mangiamo gli animali che hanno so-stenuto una simile dieta, ci ritroviamo nel

piatto anche gli inquinanti che conteneva-no». Sulla carta il vietatissimo Ddt (il cui utilizzo è ancora consentito in alcune na-zioni africane per lottare contro la mala-ria) o i policlorobifenili sono di gran lungai composti più tossici, eppure il pericolomaggiore per il delicatissimo ecosistemaartico è rappresentato da qualcosa di (ap-parentemente) più innocuo: la plastica,sotto forma di micro e nanoplastica. Se-condo il report “Marine litter” pubblicatodall'United nations environment pro-gramme (Unep), il 61% delle balene, il 59%degli albatros, il 61% delle otarie e il 100%delle tartarughe ingoiano plastica. Comemai? «Alcuni additivi della plastica, come ildimetil solfuro, una sostanza prodotta an-che dal plancton, confondono gli animali,che annusandoli la scambiano per cibo e laingoiano. Quando però la presenza di pla-stica nel loro stomaco supera un certo li-vello, non riescono più ad assimilare il cibovero, e muoiono di fame. Secondo un re-port del World economic forum, nel 2050in acqua ci sarà più plastica che pesce, e tradieci anni nell'artico potrebbe formarsiun'isola di rifiuti del tipo di quelle già esi-stenti nel Pacifico, nell'Atlantico e nel Me-diterraneo: per un mare così pescoso, dacui dipende l'economia di intere nazioni,sarà un disastro». (ale.v.)

Più plastica che pesce

È questa la previsione al2050 di un report del Worldeconomic forum

Fincantieri Kronprins Haakon 175 milioni di euro

a Avanzerà al ritmo di 8 chilometri l’ora, fa-cendosi strada tra ghiacci spessi fino a un me-tro e scivolando sul mare artico senza quasi emettere rumore, in modo da non disturbaregli esperimenti scientifici che i ricercatoricondurranno in mare e a terra. La KronprinsHaakon, laboratorio galleggiante da 175 mi-lioni di euro lungo cento metri e largo ventu-no, è attualmente in costruzione nel cantiereFincantieri di Muggiano (La Spezia) e navi-gherà nell'Artico a partire dal 2018. La sua ca-ratteristica principale, oltre alla silenziosità, sono due grandi aperture sul fondo della chi-glia. «Il buco principale, proprio al centro del-la nave, è una delle principali innovazioni - spiega Fabio Moronzetti, responsabile tecni-co del programma - si chiama Moon Pool ed èin sostanza un pozzo che si trova all'interno di un grosso hangar, da cui grazie a gru e ver-ricelli è possibile calare in mare la strumenta-zione scientifica e in particolare i Rov o remo-ted operated vehicoles, piccoli sommergibilifiloguidati che dovranno raccogliere dati. C'è

poi anche un secondo buco, dal quale verran-no calate in acqua le derive sensibili, dette “Drop keels”, pinne verticali all'estremità delle quali sono posizionati dei sensori, checosì verranno allontanati il più possibile dallanave per effettuare le loro misure senza esse-re influenzati dalla sua presenza».

La rompighiacci ospiterà fino a 40 ricer-catori alla volta, provenienti da tre centri diricerca norvegesi: il Polar Institute diTromsø (interessato alla ricerca sul ghiaccioe le acque marine), l'università di Tromsø(che studierà i fondali) e l'Institute of marineresearch di Bergen (che studierà l'ecosiste-ma marino).«È attrezzata per prelevarecampioni, raccogliere dati ed effettuareanalisi a bordo e a seconda della missionepotrà essere riconfigurata, sostituendo in-teri laboratori o attrezzature - spiega PaoloBelga Project Manager della direzione navimilitari di Fincantieri - per l'attività di bottom mapping e la costruzione di cartenautiche in 3D si utilizzeranno i sonar di bordo o quelli di veicoli al traino a bassa pro-fondità. Per lo studio di animali marini la na-ve è attrezzata con microfoni subacquei, re-ti, verricelli e laboratori per lo studio del pe-scato. Per studiare i ghiacci invece ci sono la-boratori attrezzati per mantenere lapurezza dei campioni prelevati, refrigerarliadeguatamente e analizzarli». (ale.v.)

Rompighiaccio lab

In costruzione a La Spezia,navigherà nel 2018ospitando fino a 40 ricercatori

5 febbraio 2017 Nòva24 n. 575 Il Sole 24 Ore 11

nòva aj

Arctic Frontiers Territori inesplorati Riscaldamento climatico

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new york Chelsea Manning ha ricevuto clemenza da Barack Obama. Uno degli ultimi atti del presidente è stato quello di ridurre la pena della “gola profonda” di Wikileaks. Sarà liberato a maggio. Trump potrebbe non avere la possibilità di revocare l’atto. Ma ci sono tanti ma... L’esercito americano non sembra disposto a dimenticare. Per di più ha cambiato sesso

roma Una tastiera in grado di autoalimentare un pc utilizzando l’energia generata dalla pressione dei tasti attraverso trasduttori piezoelettrici sotto i tasti ed elettrodi innovativi che permettono di aumentare, in teoria fino a dieci volte, la durata delle batterie di tablet e cellulari. Sono due delle idee più interessanti presentate da dottorandi al “Concorso Innovazione” di Leonardo, aperto anche all’università

Da Goldman Sachs a Pfizer, da Procter & Gamble a Kraft e a Elizabeth Arden: non è solo l’hi­tech americano a dover ringraziare giovani imprenditori di origine straniere. Il bando imposto da Donald Trump all’immigrazione da sette Paesi ha scatenato proteste in tutta America. Ora c’è un sito che celebra questi migranti. Ma, guardando bene, la scienza rimane dominata da ricercatori maschi e bianchi...

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Social web

Il lato nascostodella condivisione

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Il senso del riscaldamento sui datiStatistiche Modelli Marcia per la scienza

di Pierangelo Soldavini

a Se riusciremo a salvare anni di dati che te-stimoniano il riscaldamento globale potrebbeessere merito di ventuno ragazzi americani, età compresa tra 9 e 20 anni. Sotto il coordina-mento degli ambientalisti di Our Children’sTrust, i giovani hanno avviato un procedimen-to in cui accusano il Governo federale e i colossipetroliferi di aver mantenuto in piedi per de-cenni un sistema energetico basato su combu-stibili fossili, nella piena consapevolezza delleconseguenze. Il procedimento, avviato due anni fa contro una serie di istituzioni e personefisiche, tra cui anche Barack Obama, dovrebbearrivare in aula quest’anno. Ma intanto impe-disce la cancellazione di qualsiasi tipo di prova,a partire dai registri di oltre un secolo di tem-perature e dati di ogni genere che provano il cambiamento climatico in atto. E le responsa-bilità del genere umano.

L’amministrazione Trump avrebbe quindi

le mani legate, anche se il neopresidente ha da-to prova, fin dai primi giorni alla Casa Bianca, disufficiente spregidicatezza. In campo scienti-fico la sua battaglia contro il climate change è stata chiara da subito e si è concretizzata nella scelta di una schiera di “negazionisti” nella suasquadra di governo. Così fin dai primi giorni si sono rincorse voci insistenti sulla sparizionedella sezione del sito dell’Epa, l’agenzia federa-le per la protezione dell’ambiente, dedicata ai dati sul cambiamento climatico. Negli ultimi mesi i ricercatori delle principali agenzie fede-rali che studiano il fenomeno, tra cui Nasa (spa-zio) e Noaa (oceani), si sono dedicati al salva-taggio di milioni di data set e di materiali di stu-dio, tanto che perfino Wikileaks si è fatta avantirecentemente per offrire di ospitare file nell’or-dine dei petabyte sui propri server. Finora le minacce non si sono concretizzate. Ma intantol’amministraziona marca stretto l’Epa obbli-gando i ricercatori a sottoporre dati e ricerche al via libera politico: «Qualsiasi materiale è sot-toposto ad approvazione», ha spiegato il re-sponsabile della transizione, Doug Ericksen.

Il provvedimento ha provocato una levatadi scudi dell’intero mondo scientifico ameri-cano, che, forte di oltre 1,3 milioni di simpatiz-zanti online, si sta mobilitando per organizza-re una “marcia per la scienza” - probabilmenteil 22 aprile, giorno della Terra - sul modello di quella delle donne: il manifesto (marchfor­

science.com) si appella a «una scienza che per-segue il bene comune» e ai politici perché per-seguano «politiche evidence­based nell’inte-resse pubblico. Ci sono cose che accettiamocome fatti... La Terra si sta riscaldando a causadell’azione umana».

È lo stesso presupposoto da cui parte il re-port dell’Agenzia ambientale europea (Eea).In Europa, come nel resto del mondo, il clima-te change continua a dispiegare i suoi effetti: nel decennio al 2015 le temperature terrestrisono state superiori di 1,5 gradi rispetto a quel-le pre-rivoluzione industriale e anche quelle dei mari sono risalite, le precipitazioni si sonomodificate, rendendo più frequenti gli eventi meteorologici estremi, i ghiacci si sciolgono a ritmi accelerati con un conseguente innalza-mento dei mari. Fenomeni che ormai non so-no più messi in discussione dalla comunitàscientifica, ma che hanno effetti dirompentisull’ecosistema europeo (e della Terra intera).Gli unici benefici sono la riduzione della bol-letta energetica e il miglioramento delle con-dizioni per l’agricoltura in alcune aree dell’Eu-ropa centro-settentrionale.

La difficoltà sta nel valutare le conseguenzee decidere quindi un piano d’azione. Solo valu-tando gli eventi estremi provocati dal climate change - esclusi terremoti ed eruzioni vulcani-che - l’Eea ipotizza un conto da quasi 400 mi-liardi di euro tra il 1980 e il 2013. Ma il conteggio

è approssimativo e le stime sulle conseguenzefuture sono assolutamente incerte a causa di «informazioni parziali o imperfette». L’incer-tezza, sottolinea l’agenzia, deriva da errori di misurazione e di aggregazione, dalla naturale variabilità dei fenomeni, dall’evoluzione futu-ra delle emissioni, delle politiche di adatta-mento e dei fattori non climatici (per esempio,gli effetti delle migrazioni). Ma a mancare sonosoprattutto modelli di previsione e di impatto del clima che tengano adeguatamente contodelle interazioni dei vari fattori in un sistema complesso e strettamente interconnesso. I da-ti sul passato diventano quindi fondamentali per mettere a punto modelli interpretativi e previsionali che tengano conto di tutte le va-riabili. E che permettano di delineare linee ef-ficaci di contenimento.

Ecco perché i negazionisti vogliono far spa-rire il patrimonio di dati raccolti: puntano a smentire l’esistenza del fenomeno, ma allo stesso tempo minano la possibilità di interven-to, anche sulla base degli impegni già presi. Ne-gli stessi giorni in cui veniva rilasciato il report Eea, in America è stato cancellato, senza spie-gazioni, l’annuale Climate and health summit sulle conseguenze del climate change sulla sa-lute umana. Ma il summit si svolgerà lo stesso, il16 febbraio ad Atlanta, grazie in primo luogo al-l’intervento dell’ex vicepresidente Al Gore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prosegue il braccio di ferrodi Trump: qual è il valorereale di anni di rilevazioni?

Fonte: dati dell’ “Arctic Report card” 2016 della Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration Usa) - (GISS-NASA, 2017) - NOAA - ESA _ PROGETTO POLARIS

polo nordin bilicoL’oceano meno conosciuto e studiatoal mondo è oggi il fulcro di questioniclimatiche, energetiche, commercialie politiche che mettono a rischiol’intero pianeta

L’ARTICO SI SCALDA 2 VOLTEPIÙ VELOCEMENTE RISPETTOALL’INTERO GLOBOLe temperature annuali a partiredal 1900 per l’Artico e il pianeta,rispetto alla media 1981-2010.In gradi centigradi

Artico Globale

A nord del circolopolare articosono presenti:

LA SUARICCHEZZA

L’ETÀ DEL GHIACCIOMARINOIl ghiaccio marinopluriennale (ghiacciocon età maggioredi 4 anni) è passatoa un’estensione dicirca 2 milioni di km2

nel 1984 a circa0,2 milioni di km2

nel settembre del 2016

In milioni di km2

In milioni di km2

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Anni 2-3 3-4 4+

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LA GEOPOLITICA DELL’ARTICO

km

Shangai

Rotterdam

Oceano Indiano

OceanoPacifico

Asia

Africa

NordAmerica

OceanoAtlantico

I giorni di navigazionerisparmiati passandodal Polo Nord, per andareda Rotterdam a Shangai

10

78%Il ghiacciocon menodi un anno

55%Il ghiacciocon menodi un anno

LA SCORCIATOIA POLARE

1984

2016

Media 1981-20100

2

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-2,5

-1,5

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-0,5

0,5

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A partire dal 1990,l'aumento della temperatura

nell'artico è aumentata2,5 volte più rapidamente

della media

Osservatori permanentiITALIA (dal 2013)

Cina

Giappone

Coreadel Sud

Singapore

India

Partecipanti permanentiIn aggiunta ai paesi che fanno partedel Consiglio artico ci sono 6 Partecipantipermanenti: sei organizzazioni cherappresentano altrettanti popoli indigenidella regione artica:

AleutAthabaskanGwich’in Inuit

SamiPopolazionidella Russiadel nord (riunite)

Consiglio articol'Artic Council (o Consiglio Artico) è statoistituito nel 1996 con la Dichiarazionedi Ottawa. Il suo scopo è garantire allaregione artica uno sviluppo sostenibiledal punto di vista ambientale, sociale,economico.

Ne fanno parte i paesi che hanno una partedel loro territorio che ricade nel Circolopolare artico, cioè:

RussiaNorvegiaSveziaFinlandia

DanimarcaCanadaStati UnitiIslanda

22%Il ghiaccio

più vecchiodi un anno

45%Il ghiaccio

più vecchiodi un anno

+3,5°L'aumento della temperatura dall'iniziodel 20° secolo, nell'Artico

La diminuzionedell’estensionedel ghiaccio marinoin Artide misurataa settembre(minima estensione)rispetto agli inizidel 20° secolo

-40%

Rotta classica

11.300~Miglia nautiche

Rotta artica

Groenlandia(DANIMARCA)

CANADA

Alaska(STATI UNITI)

CircoloPolareArtico

RUSSIA

Isole dellaNuova Siberia

Strettodi Bering

Mardi Bering

SVEZIA

ISLANDA

IsoleFaroe

NORVEGIA

FINLANDIA

La superficiedell'Artico

la cui “proprietà”rimane ancora

da decidere

mlndi km2

POLONORD

1

Superficiericoperta

dai ghiaccinel 1984

Superficiericoperta

dai ghiaccinel 2016

Confininazionalioffshore

Potenzialigiacimentidi petrolioe gas

Mardi Barents

Novaja Zemlja(Russia)

Groenlandia

Canada

Russia

Groenlandia

Canada

Russia

93%

Quota del riscaldamentoprodotto dall'uomoe dall'effetto serra,

assorbito dagli oceani,a partire dagli anni ‘70

7.700~Miglia nautiche

Il ghiaccio che ricoprela Groenlandia contieneabbastanza acquada alzare il livello globaledelle acque di 7 metri

30 - 40L’aumento, in giorni, della durata dellastagione dello scioglimento dei ghiaccinella zona del nord-est dell’Artico

2,5Le gigatonnellate di idrati di metanoche sono conservati nel mare a profonditàcomprese tra 200 e 2.000 metrie che potrebbero essere rilasciate

1.330 - 1.580I miliardi di tonnellate di anidride carbonica(circa il doppio di quella attualmentecontenuta nell'atmosfera) che rischianodi essere rilasciate

-7%L’estensione del ghiaccio artico nel 2016, rispetto

alla media 1981-2010

+5°Aumento della temperatura

media della superficiedell'acqua in alcune regionidell'oceano artico, rispetto

alla media 1982-2010

il 22%delle risorsepetroliferemondiali

il 15%della produzione

mondialedi petrolio

e gas

il 20%dei metalli

il 30%dei giacimentimondiali di gas

ancorada scoprire

il 13%dei giacimenti

mondiali dipetrolio ancora

da scoprire

COSA COMPORTA LO SCIOGLIMENTO DEL PERMAFROST

Isole Svalbard(Norvegia)

Il risvegliodi patogeniibernati

Permafrost

a Arrivano dal passato, scongelandosi in-sieme al permafrost che li aveva intrappolatiper centinaia di anni, forse per migliaia. Vi-rus, batteri, ceppi di malattie ormai scom-parse: tra i microrganismi in grado di “riatti-varsi” una volta scongelati, riprendendo avivere come se niente fosse anche dopo se-coli di ibernazione, potrebbe esserci persinola peste. Nello scongelamento dei suoli arti-ci, un tempo perennemente ghiacciati e oggisempre più morbidi, non c’è solo la minacciadi un imprevedibile effetto acceleratore suicambiamenti climatici. C’è il rischio, concre-to, di miliardi di danni alle infrastrutture, dinuovi profughi ambientali e improvviseemergenze sanitarie. Sembra un racconto difantascienza, invece è già successo. E po-trebbe capitare di nuovo. «Nell'agosto 2016,in Siberia, a causa dello scioglimento delpermafrost dovuto al manifestarsi di tempe-rature molto sopra la media, è tornata alla lu-ce la carcassa di una renna morta ottant’annifa a seguito di contaminazione da antrace -ricorda Carlo Barbante, direttore dell'Istitu-to per la dinamica dei processi ambientalidel Cnr - Quando la renna si è scongelata, ilbatterio di antrace si è riattivato e probabil-mente le sue spore sono state trasportate dalvento nei pascoli vicini. Altre renne, ciban-dosi dell’erba contaminata, si sono ammala-te e sono morte e prima che l’epidemia po-tesse essere contenuta è morto anche unbambino di dodici anni. A oggi non c'è nes-sun allarmismo, ma sono già stati scopertialcuni batteri di cui non conoscevamo l'esi-stenza». L’ultima epidemia siberiana legataall'antrace (o carbonchio), era stata registra-ta nel 1941, anno in cui migliaia di renne era-no morte dopo essere state contaminate.Poi, più nulla. Fino allo scorso agosto. «Unevento eccezionale, ma che potrebbe ripe-tersi», commenta Barbante. Il permafrost,uno strato di suolo che il ghiaccio ha immo-bilizzato a seconda dei luoghi per decenni,per secoli, in alcuni casi anche per decine dimigliaia di anni, oggi è diventato insidioso.Se in superficie è sempre stato soggetto a lie-vi disgelamenti stagionali, in profondità ri-sultava talmente solido da essere utilizzatocome fondamenta per l'edilizia e per la rea-lizzazione di infrastrutture di qualsiasi tipo.Fino a un decennio fa. «Nella zona siberianae nell’artico canadese il permafrost da alcunianni ha iniziato a scongelarsi e tra non moltole popolazioni che vivono in quei luoghi po-trebbero essere costrette a spostarsi. È un grosso problema, ma non l’unico: sotto il permafrost, che in alcuni punti è ancora con-gelato dall’ultima era glaciale, sono conser-vate enormi quantità di idrati di metano (se-condo l'Iucn, nel mare a profondità compre-se tra 200 e 2.000 metri ce ne sarebbero 2,5Gigatonnellate, ndr). Un aumento di tempe-ratura potrebbe liberarne enormi quantità, ein parte lo sta già facendo, con effetti impre-vedibili sul clima. Malgrado i modelli di cuidisponiamo siano molto accurati, nelle no-stre previsioni permangono infatti varimargini di incertezza. Per esempio l’attualeritmo di scioglimento della calotta Groen-landese, che sta avvenendo molto più velo-cemente di quanto avessimo creduto, nonera stato previsto». Secondo la statunitenseNational oceanic and athmospheric admi-nistration, il permafrost contiene tra 1.330 e1.580 miliardi di tonnellate di CO2 (circa ildoppio di quella attualmente contenutanell'atmosfera), che rischiano di essere rila-sciate nei prossimi 20-30 anni.(ale.v.)