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Anno XVIII Luglio 2006Anno XVIII Luglio 2006N.7 N.7

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Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e MemphisSovrano Gran Santuario Sovrano Gran Santuario AdriaticoAdriatico

SOMMARIOSOMMARIO

SULL’ERMETISMO- Il S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

ETICA E MASSONERIA - Bruno - pag. 5

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche ed un pochino esoteriche

PADRE NOSTRO- Renato - pag. 7

GIOVANNI BATTISTA E LA FESTA DEL SOLSTIZIO D’ESTATE-Marisa - pag. 11

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RedazioneDirettore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

IILL RISVEGLIO RISVEGLIO INIZIAINIZIATICOTICO

intuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

ILIL RISVEGLIO INIZIARISVEGLIO INIZIATICO TICO - luglio- luglio

Informazioni e storia sui Riti uniti di Misraïm e Memphis possono essere letti sui siti: www.misraimmemphis.org

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SSull'Ermetismoull'Ermetismo

Il S.Il S. .. .G.G.. .. .H..H. .. .G.G.. .. . .

II n questi ultimi tempi, con l'apparizio-

ne e l'affermazione, in seno alle associa-zioni di natura esoterica e massonica,dei Riti Egiziani, che hanno risvegliatogli echi della tradizione, culturale eteologica, dell'Antico Egitto, è tornatain auge la corrente di pensiero chiamata"ermetismo", nata e diffusa in Egitto enel mondo allora conosciuto, alcuni mil-lenni prima della nostra era.La nascita e la diffusione di tale corren-te è attibuita ad Ermete Trismegisto,nome questo che con molta probabilitànon indicava soltanto una persona ma,forse, più persone rappresentanti unamedesima corrente di pensiero nel suc-cedersi dei tempi.Purtroppo, dal punto di vista documen-tale ci è pervenuto soltanto un docu-mento, detto "la Tavola di smeraldo",che, in ogni caso, rappresenta un sug-gerimento molto importante e preziosoper la ricerca della Verità, che dovràavvenire soltanto ed esclusivamentenella interiorità dell'uomo e per mezzodella concentrazione del suo pensiero,della sua elasticità psichica e delle suafede in Dio. Il concetto principale dell'ermetismo ècostituito dall' Unità del Tutto.La consapevolezza di tale concetto è labase di ogni comprensione dei piùimportanti "perché", che affluiscononella sede dei nostri pensieri ed ai quali,diversamente, non sapremmo cosarispondere.

Tutto è Uno, cioé ogni cosa , nessuna esclusa, èunita a tutte le altre, quindi tutte le cose ubbidisco-no ad una sola legge.Necessita, allora, che ogni essere umano, perrispondere ai propri sforzi conoscitivi, debba cer-care di conoscere, per prima, tale legge in tutte lesue espressioni. Se Tutto è Uno, l'Uomo (intendendo, una volta pertutte, l'uomo maschio e l'uomo femmina) che faparte del Tutto, cerca tale legge dentro di Sé, nellapropria interiorità, nella quale fu rinchiusa, unita-mente alla Conoscenza, nel momento in cui Dio licopri' con le pelli e li spinse sulla terra.

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Hermes Trismegistus - Giovanni di Stefano 1488.




Tutto è uno - Cio' che è in basso è come cio' che è inalto e cio' che è in alto è come cio' che è in basso percompiere i miracoli della Cosa Una.Ogni cosa è collegata con tutte le altre e l'Uomo, riflet-tendo profondamente, si convince che è possibile otte-nere la comprensione del Tutto, imparando ad operarecon l'analogia, che è da considerare una regola impor-tante del pensiero ermetico, e con l'introspezione, chepermette all'Uomo la conoscenza dei propri difetti, vizi,passioni ed il modo di dominarli prima e trasmutarlidopo nelle virtù corrispondenti, avvicinandosi allaconoscenza di se' stesso. Pertanto, l'Uomo deve tentaredi giungere a tale "conoscenza " che è il massimo beneraggiungibile sulla terra .In proposito, "Il Pimandro", antico libro, firmatoErmete Trismegisto e tradotto nel XV secolo daMarsilio Ficino, ci dice "…..colui che conobbe SéStesso giunse al bene perfetto" ( pag. 1 ). Non possia-mo proseguire oltre, se prima non ci soffermiamo ameditare su questo concetto-verità, la cui comprensioneci aprirà la via verso il Grande Mistero che non puo'essere infranto da alcuno perché non vi sono parole pernominarlo e per spiegarlo.

Un tentativo di spiegazione lo troviamo nello stesso"Pimandro"( pag.15), il quale dice che il bene-verità è" cio' che non è turbato, cio' che non ha né colore néforma: l'immutabile, il nudo, il luminoso, cio' che sicomprende da sé, l'inalterabile, il bene, l'incorporeo". E, successivamente, sempre nella pag.15, dopo avercidetto che per comprendere il bene-verità, che equivalealla "nascita in Dio", occorrono le pure PotenzeIntellettuali con le quali l'Uomo, dopo avere, con l"aiutodi DIO , vinto e trasmutato nelle corrispondenti virtù : l'i-gnoranza con la Gnosi - la tristezza con la gioia- l'in-temperanza con la temperanza - la concupiscenza con lacontinenza- l'ingiustizia con la giustizia - l'avarizia conl'aiuto della comunità, invoca la verità ed appena que-sta si presenta : l'errore fugge, l'invidia si allontana danoi, la malizia , la collera ,la temerità e la malvagità ,vinte dall'impeto della verità, si ritiranoL'Uomo, fortificato da Dio puo' dire : " o padre ,io con-templo non con gli occhi, ma con l'energia intellettualedelle potenze. Io sono nel cielo, sulla terra, nell'acqua,nell'aria ; io sono negli animali, nelle piante, nell'ute-ro, dopo l'utero, dovunque" . Se saremo capaci, nelmeditare queste parole, di annullare il nostro corpo fisi-

co, sia pure per un atti-mo, riusciremo a perce-pire l'essenza dellavibrazione che la spiega-zione provoca ed a com-prendere il significatoprofondo della frase dellibro della Genesi quan-do ci dice che " Diocreo' l'uomo a suaimmagine, maschio efemmina li creo'".

Il S.Il S. .. .G.G.. .. .H..H. .. .G.G.. .. . .

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Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Angelo Poliziano e Demetrios Chalkondyles - Domenico Ghirlandaio 1486-1490




EETICATICA

E MASSONERIAE MASSONERIA

Bruno Bruno

LL’’ insoddisfazione dell'uomo nel

mondo attuale non è solo intellettualee spirituale. La scienza con la quale egli confron-ta religioni e morale non spiega i"perché ", classifica solo i " come ",conducendo al sapere e non allaConoscenza, lo getta, come una scin-tilla smarrita, fra un infinitamentegrande a "n" dimensioni ed un intro-vabile materia-energia che svaniscenella discontinuità dell'infinitamentepiccolo. Ignorando il sentimento, la speranzae la fede, essa aggrava la paura del-l'uomo che si sente sospeso fra ilTutto e il Nulla.Molti uomini rinunciano alla ricercadella chiave del mistero e quindi adare un senso alla azione umana. Essifiniscono col cadere nell'esistenziali-smo moderno di Camus, Kirkegar,Sartre, che pone, in qualche modo,l'assurdo come principio, affermandoallo stesso tempo, l'impedimento e lapossibilità di far uscire dal disperantedeterminismo degli stati: del caso.Concezione che isola l'uomo trascu-rando ogni morale e togliendogli ogniresponsabilità.L’indispensabile "Regola di Vita"deve fondarsi sulla certezza metafisi-ca del Principio e dell'Assoluto, cioè

sulla esistenza ontologica. Certezza cui è concessodi accedere grazie alla Tradizione, che è valoreassoluto e inalienabile, come l'iniziazione che laesprime, e quindi fondamento della vera morale.Nella concezione dinamica dell'Universo, il “male”fa ancora parte di un mondo incompiuto, imperfet-to, in marcia verso il suo equilibrio. Superare que-sto male e tendere verso il bene, è agire secondo leleggi della Natura. Per l'uomo ciò implica la presadi coscienza di sé stesso, grazie alla coscienzadelle proprie virtualità ed alla loro realizzazione.La via iniziatica permette di realizzare l'eperienzadella libertà, rivelandogli la sua vera identità esi-stenziale con l'Assoluto, identità grazie alla qualeegli si scopre come soggetto reale e non più comeoggetto.

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Distintione del bene e del male, da Cesare Ripa, iconologia XVII sc.




La regola di Vita, liberamente accettata, divienel'arte di vivere. La libertà, per l'iniziato, è vera-mente il diritto di compiere il suo dovere sempre.Intanto che esistente e soggetto puro, l'iniziatodomina, nell'Assoluto e nel Bene, il mondo con-tingente degli oggetti: l'esistenza diviene l'impe-gno costante nelle leggi dell'Universo.L'uomo che si è posto sulla via di un'etica tra-scendente, conquistata con la ragione e con ilcuore, trova l'equilibrio fra il suo "Io" e il mondoambiente, in seno all'Assoluto, e fugge all'indivi-dualismo e all'egoismo. La presa di coscienza della Verità che è in lui, glipermette di considerare gli altri uomini, non piùcome oggetti ma come soggetti procedenti dallostesso Principio esistenziale, con lui comunicantee in lui vivente: questo è il fondamento della

Fratellanza.L'Amore, integrando l'uomo nell'universo,su tutti i suoi piani, intellettuale, spiritualee sentimentale, gli fa percepire la ragionesufficiente del suo destino. L'accesso allaConoscenza lo libera da tutte le paure cheadombrano la sua vita e che ostacolano lasua felicità.La visione nuova dell'uomo sarà non più disé stesso come centro statico del mondo, macome asse e freccia dell'evoluzione.La Massoneria ha un solo obiettivo: la liber-tà dell'uomo con il rispetto della sua digni-tà, cosa questa che implica l'assenza di ognipressione su di lui. Essa, per suo principio,non può essere in contrasto che con coloroche negano questa libertà di coscienza e dipensiero.Il principio metafisico dell'Unità implica lacomprensione e l'integrazione delle diver-genze e delle opinioni; l'unità infatti deveprovenire dall'equilibrio delle diversità enon dall’ uniformità.Infatti il Nostro Rito, pur escludendo idogmi, tuttavia non entra in lotta con idogmi di questa o di quella religione perchéritiene siano trasposizioni della verità stes-sa. Per i suoi presupposti metafisici essonon incita i suoi adepti ad abbandonare lareligione in cui credono, ma li stimola a fareuna esperienza della loro fede, a vivere idogmi in loro stessi, alla luce della conce-zione che si sono fatti del S:.A:.D:.M:.

Il Nostro Rito insegna all'iniziato a combattere itre nemici intimi che possono ucciderlo: l'ignoran-za, l'ambizione, il fanatismo, nemici mortalidell'Amore. Quell'Amore che è il legame di tuttele verità espresse in tutte le religioni." è certo che lentamente ma perennementel'Umanità realizza i sogni del Saggi" (risposta diPallade Atena alle preghiere )

Bruno Bruno

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L.Thurneysser - Quinta essentia, 1574




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SSaggi,disseraggi,dissertazioni,tazioni,

PPadradre nostre nostro o

RenatoRenato

NN avigando in internet, mi sono imbattuto in

diversi siti che riportavano la preghiera cristana,rivolta a Dio Padre; alcuni la presentavano indiverse lingue, ad esempio in greco, aramaico,ebraico, latino. Nel guardare letraduzioni, più o meno letterali,mi è venuta la curiosità di tenta-re di capire un pochino meglioquel testo.A dire il vero, mi riecheggiavanella mente quanto avevo letto,sia nel Vangelo di Matteo, sia inquello di Luca, riguardo le racco-mandazioni di Gesù ad impararea pregare, ovvero a cercare dicomprendere come non si doves-se continuare pensare a Dio, inmodo ottuso e limitato, ma sidovesse cercare di uscire dalleabitudini mentali umane, daglieccessi delle richieste verbali,sganciate da qualsiasi collega-mento con la propria interiorità(e ciò mi rammenta la nostra pre-disposizione a pensare alladimensione divina come al setto-

re elettrodomestici di un super mercato), come sidovesse cercare, nel segreto della propria interiori-tà, quel contatto che Dio avrebbe ricompensato peril solo fatto di aver compiuto lo sforzo di attuarloconcretamente e sinceramente.Il Concetto di non essere preparati a capire, loavevo trovato ancora in Matteo, quando Gesù spie-ga ai discepoli perchè usa le parabole ad uso di chinon era come loro e per farlo cita la profezia diIsaia ...Sarete tutt’orecchi, ma non comprendere-te, guarderete tutt’occhi ma non discernerete...Così, mi è venuto naturale cercare di procurarmiqualche ritaglio del testo evangelico, in linguaebraica (purtroppo non conosco per nulla quellagreca e quindi non potevo usufruire della traduzio-ne del testo, detta la settanta (LXX), mentre

brbrevi racconti, evi racconti, poesie fantastichepoesie fantastiche

ed anche ed anche un pochino esotericheun pochino esoteriche

Gesù parla ai discepoli ed alla folla- Philippe de Champaigne, 1602-1674.




dell’ebraico ho qualche piccolo rudimento) esono andato anche a “scomodare” qualcuno chefosse abituato a tradurre e a studiare i testi bibli-ci (quindi l’ebraico antico).Si potrebbe obiettare che il tutto poteva rappre-sentare una fatica probabilmente inutile, dalmomento che, dal punto di vista storico/archeo-logico, i testi più antichi sembrerebbero esserstati scritti in greco (circa 60/70 anni dopo lamorte del Cristo) ma sentivo l’esigenza di farloe così mi sono messo al lavoro (poi, ho addirit-tura avuto la piacevole opportunità di riceverefotocopie di un testo di Matteo, in latino ed in

ebraico del 1668).Riporterò di seguito il risultato della mia piccolaricerca, comparando, ogni tanto, il testo di Matteocon quello di Luca.

avìnu (Padre di noi )shebbasshamàim (che nei cieli - traduciamo così se con-sideriamo la shin come abbreviazioni di asher, ma seproviamo ad estrapolarla con un significato di fuoco divi-no, si potrebbe immaginare una traduzione come “fuocodivino nei cieli”)itqaddàsh (egli santifica - tenendo conto della forma rif-lessiva itpael della radice verbale, si potrebbe inter-pretare: “egli si santifica, purifica, consacra” oppure sipotrebbe anche pensare che è lo spirito santo a con-sacrare)shemèka (nome di te)Questa primo stralcio di traduzione, mi ha fatto ipotiz-zare che quando recitavo questa preghiera, forse non lofacevo nel modo giusto, che forse il mio approccioavrebbe dovuto essere più “estatico” nel cercare di con-cepire, dentro di me, la visione di Dio Padre, del Fuocodivino nei cieli, di Dio stesso che si santifica (infatti laSantità dell’essenza di Dio, non penso abbia alcunanecessità di una dichiarazione imperativa, da parte di noiuomini), del Nome di Lui (e qui si apre uno squarcioincredibile su tutto ciò che ci proviene anche dallatradizione qabbalistica, in merito al Nome di Dio).

tavò (viene)malkutèka (regno di te - questa parola ricorda anche ilnome della decima sephirah)ieasèh (è fatta)

retzonkà (volontà di te)

kaashèr (per questo che, oppure così come )basshamàim (nei cieli)gam (anche)baàretz (in terra)

et-lehkèm (cibo)huqqenù (fissato di noi)ten-lanù (tu dai a noi)haiòm (ogni giorno)

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Raffaello Sanzio - Il profeta Isaia 1511-12

Così come ho tradotto, non si ha, anzi non ho trovatoalcun congiuntivo e neanche alcuna esortazione imperati-va, ma semplicemente la continuazione di una “visione”.

umhkal-lànu ( e placante sopra di noi - in Luca trovi-amo invece questo vocabolo umhhkal-nà cheintroduce un concetto esortativo del tipo: e perdona,orsù, ti prego, decisamente diverso da quello di Matteo)al-hkovotènu (sopra debiti di noi - in Luca troviamoinvece questo vocabolo al-hkattotenùche potremmo tradurre come: sopra peccati di noi)kaashèr (per questo che, oppure così come )

mahkalnù (placante di noi, - in Lucaabbiamo la parola perdonati cheovviamente dà una percezione diversa)gam-anàhknu (anche noi)lehkaiavènu (per debito di noi - in Lucatroviamo la parolalekol hahkaiav lanu ovvero verso ognipeccato per noi)

veal - teviènu (e tu non ci conduci)lidè (nelle mani della)nissaòn (tentazione)

ki (perchè) se traduciamo: ki-im (ma)tehkalltzenù (tu liberi noi - in Luca tro-viamo questa parolaim-hattzilenu egli libera noi)min-harà (dal male - qui termina lapreghiera, nel Vangelo di Luca)

ki (perchè)lekà (a te)hammamlakah (la potenza regia -questo vocabolo ci fa ricordare la decimasephirah)vehaghevuràh (e la forza - ci ricorda la

quinta sephirah)

vehattiferèt ( e la bellezza - ci ricorda la sesta sephi-rah)leolmè (per secoli dei)olamìm (secoli)amèn (verità - è interessante notare, in questa parola,che la combinazione delle lettere on suggeriscesignificati come: dove, fin dove, fin quando; oppurenella forma possiamo avere: forza, facoltà ric-chezza. Con vocalizzazione diversa: vanità, men-zogna, malvagità.La combinazione con diverse vocalizzazioni ciporta a: manna, colui che, chi, oppure alla prepo-sizione MIN.




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La combinazione em ci porta a: madre.Tenendo conto di alcune indicazioni simboliche, sipotrebbe osservare che la MEM posta tra ALEF e NUNsuggerisce un elemento di congiunzione, costituito dalle“acque” della mem, tra la “Divinità” rappresentata daalef e le “profondità abissali” della nun.Infine se torniamo al significato di verità, troviamo unuguale traduzione, sostituendo la nun finale con una tau

emet.Se mescoliamo le lettere, possiamo ottenere

meet, punto di partenza .Infine, è curioso notare che con una vocalizzazionediversa, possiamo ricordarci anche il suono del nomedalla dea egizia MAAT, la quale sovraintende allaverità ed alla giustizia). Ho indugiato in questi “giochi” di lettere e di possibilisignificati per avere, nel concetto di “verità”, l’aggan-cio ideale per ritornare al quesito iniziale in cui michiedevo se sapevo pregare.Nella strada iniziatica che tentiamo di percorrere versola “luce”, quindi verso la comprensione e la consapev-olezza della “verità”, ci viene suggerito, continuamente,di cercare nella nostra interiorità qualche cosa di nascos-to che sarà la risposta alla nostra indagine.

L’ipotesi di traduzione della preghiera al Dio Padre, chequi propongo, rappresenta un possibile particolareapproccio nei confronti della dimensione spirituale; sitratta di non chiedere con la mente e con le emozioni chedi solito l’accompagnano, di non ricevere qualche cosafuori da noi (che ci possa risolvere i problemi materiali)ma di cercare di “vedere” con la propria interiorità, conla profonda capacità percettiva del “SE”, la dimensionedivina che è in noi e che noi stessi siamo.Non so se questo possa essere un approccio “giusto” od

al contrario leg-germente “blas-femo” ma mi sem-bra di sentirloabbastanza “in ar-monia” con la miacoscienza. Mi piacerebbe ten-tarlo, anche secredo che non saràaffatto facile met-terlo in pratica;infatti, penso pro-prio che la quotid-ianità, i problemi,le emozioni, miindurranno co-munque, istintiva-mente, a “chiede-re” qualche inter-vento straordina-rio, come di solitofacciamo tutti.Però, chissà, mag-ari ogni tanto,

anche solo per qualche istante, se questo sarà il program-ma divino, forse potrei riuscire a trovare me stesso, lamia coscienza, la mia dimensione spirituale, così anzichèchiedere con la mente, spero di riuscire a percepire la miaessenza ed a modificare, rettificare ciò che “sceglierò”,finalmente secondo “giustizia”; così facendo, forsepotrei, per un brevissimo momento, avere anche l’occa-sione/permesso di contemplare una infinitesima partedella dimesione spirituale, di conoscerla ed in tal modo,contemplandola, di formulare una preghiera.Amen.

RenatoRenato

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Michelangelo, volta della Cappella Sistina: la creazione degli astri




GGiovanni Battista iovanni Battista

e la festa e la festa del Solstizio d'estatedel Solstizio d'estate

MarisaMarisa

II n Massoneria è consuetudine fare l'elogio

di San Giovanni Battista, alla "FestaSostiziale" del 24 Giugno.Ritorna in mente un testo massonico relativoal Battista:"sei Tu di cui celebriamo la memoria Figlio diZacaria, Tu che fosti inviato al Cielo per ren-der testimonianza alla Vera Luce, Tu sei ilcolmo dello Spirito e della Virtu' di Elia, Tusei la voce che grida nel deserto. Tu sei ilProfeta dell'Altissimo e più un profeta.Colui al quale rendesti testimonianza, Eglistesso ti ha reso testimonianza in questi ter-mini: fra i nati da donna non è mai sorto alcu-no più grande".

Dopo un tale giudizio, portato dalla stessaVerità, tutto è stato detto.Ma quale più nobile uso, l'uomo potrebbefare, del pensiero e della parola, se non cer-cando di comprendere e interpretare le eterneVerità che gli sono manifestate dalle TreGrandi Luci dispensate dal Creatore: il Librodel Mondo, che è la Squadra, La Luce interio-re,che è il Compasso ed infine il Libro della SacraLegge!A questo scopo vogliamo trattare della parte di SanGiovanni Battista.Ma, sin dall'inizio, dobbiamo insistere sulla complessi-tà del simbolismo di San Giovanni Battista, indissolu-bilmente legato a quello di Giovanni Evangelista.Avviene dei due San Giovanni, come dei due solstizi,delle due colonne, dei due luminari, della nascita edella morte, del passato e dell'avvenire.I due Giovanni sono dei punti limite.Il Battista chiude l'antica Legge ed annuncia laRivoluzione Cristiana.L'Evangelista chiude il Libro del Mondo conl'Apocalisse ed annuncia il secondo avvento.L'uno e l'altro aprono e nessuno può chiudere.

Già così appare che la loro funzione non è estranea almisterioso "potere delle chiavi", legato all'iniziazione,ai Piccoli Misteri con la chiave d'argento ed ai GrandiMisteri con la chiave d'oro.L'uno e' all'inizio, l'altro alla fine .Non senza ragione il Cristo dice del Battista: "I profetie la Legge hanno profetato sino a Giovanni" edell'Evangelista: "Se io voglio che resti finchè non ritor-ni".Dunque sono due testimoni che confermano la presenzae la permanenza delle realtà spirituali, dei legami tra untempo e l'altro, tra una epoca e l'altra.Hanno preso, nel Cristianesimo, il posto che occupava,nella ripartizione delle feste della Roma Imperiale, ilDio Giano di cui una faccia guardava il passato, l'altral'avvenire, mentre la faccia invisibile contemplava"L'eterno presente".

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S.Giovanni Battista - Leonardo da Vinci, 1513-15




E la posizione dei due Santi alla data dei solstizi,con-ferisce loro una doppia parte, spirituale e cosmologicaad un tempo.Posti in tal modo alle porte sostiziali, essi sono come ipilastri del portico, né nel mondo, né fuori del mondo,né nella Loggia, né fuori della Loggia. Come la nasci-ta e la morte non appartengono in realtà al cicloumano, ma sono degli intermediari, così i dueGiovanni, come i solstizi, inquadrano la manifestazio-ne solare.Sono delle tangenti che delimitano questo Sole.Ai punti di tangenza, essi si confondono con lo stessoSole.E a questo riguardo, si osserverà che la vita delBattista fu come un riflesso di quella di Cristo.Nato sei mesi prima di Lui, fu messo a morte per ordi-ne di Erode Tetrarca, pochissimo tempo prima dellacrocifissione, cioè verosimilmente all'età di trentatréanniIn quanto all'Evangelista, egli appare veramente comeun sostituto del maestro, descritto da Dante, in questitermini:"questo è colui che giacque sopra il petto del nostroPellicano,e questo fue d'in su la croce al grande uffi-cio eletto".

L'uno e l'altro sono dunque in uno stretto rapporto conl'inizio della Iniziazione e con la sua Fine, con la secon-da nascita d'acqua battesimale e con la terza nascita delfuoco.Ma l'uno e l'altro, in un certo modo, s'integrano alla Via,si somigliano e somigliano al Maestro per eccellenza,Dante, rispetto ad essi, il simbolismo delle parallele tan-genti, è come un'applicazione del teorema ben noto:"due linee parallele ad una terza sono parallele traloro".Le linee sono qui la Via, quella di cui parlano l'Anticoed il Nuovo Testamento. La via diritta che Dante abban-dona a metà della sua vita, quando si trova nella forestaoscura e si prepara a discendere all'Inferno.Si osserverà ancora un altro parallelismo fatto di scam-bi reciproci tra i due Giovanni.Il Battista si riferisce alla linea orizzontale ,cioè allalivella. Infatti Isaia profetizzava la missione delBattista: "Si colmi ogni valle, ogni monte o colle siabbassi". E al piano orizzontale si riferisce l'acqua bat-tesimale; aspetto livellato, che corrisponde al passivo,al passato, alla luna, alla conservazione delle cose.E se il passato è morto, in compenso, la luna presiedealle nascite.Inversamente, l'Evangelista si riferisce alla Verticale ed

al filo a Piombo.Egli sta sul Monte dellaTrasfigurazione, sul Monte degli Ulivi,sul Calvario e non percorre il piattodeserto di Giudea.Apostolo della luce e del Fuoco, è sim-boleggiato dall'Aquila.Questo carattere di verticalità e di lucegli dà un aspetto solare che ricordaApollo, Dio del Sole e degli Oracoli,che presiedeva alla vita, all'avvenire.Ma in compenso, il solo avvenire di cuisi è certi è la morte.Al solstizio d'estate, inizia il periododiscendente della luce e il Solstizio d'in-verno segna l'inizio del periodo ascen-dente.Questo complementarismo deicicli ascendente e discendente chiamaun'altra osservazione, in merito al nomedi Giovanni che, in ebraico, sembrebbeavere il doppio significato di Lode o"Grazia" ascendente e di Memoriadiscendente.Cosi' si scopre l'indicazione di una cor-rispondenza armoniosa tra i periodi sol-stiziali, tra il ritmo respiratorio dell'uo-mo fatto di aspirazione e di espirazione

e la pulsazione spirituale, incessante dilode e di misericordia dei, due Giovanni,

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Correggio (Antonio Allegri, detto), Visione di San Giovanni Evangelista a Patmos, Parma, cupola diSan Giovanni Evangelista, 1520-1523, affresco




specie di incantesimo o di modulazione gregoriana chemanifesta la gloria di Dio e colma l'universo.Ci occorreva porre in questa maniera i due Giovanni,l'uno rispetto all'altro, per liberare piu' sicuramente ilineamenti del Battista.Ed ora che dire di quest'uomo selvatico, che digiuna epredica la penitenza? Dobbiamo chiederlo a lui stessocome fecero gli invitati dei Principi dei preti:" che dicidi te stesso?"-"Voce di uno che grida nel deserto:pre-parate la via del Signore".E' forse per questa risposta che il Simbolismo masso-nico attribuisce l'emblema del Gallo al Battista, mentreil Pellicano è attribuito al Cristo e l'Aquilaall'Evangelista? Senza dubbio, poiché il Gallo cantaall'alba, nel deserto della notte, per annunciare lavenuta della Luce, proprio come il Battista gridava neiluoghi deserti per annunciare l'approssimarsi dellavera Luce. Dobbiamo sottolineare anche che il Gallo è l'uccello dimercurio, cioè di Ermete, patrono della Grande Operaermetica.In certi riti, il gallo occupa il posto d'onore nella"camera di riflessione", sotto la forma araldica del"gallo cantante".Ci si ricordera' che la camera di riflessione è assimila-ta all'interno della terra, essa è dunque in relazione conl'idea di discesa agli inferi, di "opera al nero", mortifi-cazione o inizio della Grande Opera ermetica.Esiste negli Edda scandinavi un curioso testo dove sitratta di tre galli: l'uno nel cielo, l'altro sul frassinoYggdrasill ed il terzo “di un nero ferruginoso che can-tava in fondo alla terra, nel Palazzo della Morte". Ilnero fa pensare nuovamente alla mortificazione o peni-tenza propria del Battista. In quanto all'aspetto ferrugi-noso, esso allude alla necessaria spoliazione dei metal-li, simbolizzata dal modo di vestire del Battista "vesti-to di peli di cammello e una cintura intorno al suofianco".Ma il Gallo è pure l'uccello della Vittoria. Plinio gliassegna una certa parte della fondazione del'Impero,presagisce il trionfo alla fine delle prove. Se canta nel-l'ora del rinnegamento di Pietro, canta anche nell'oradella Risurrezione.Se questi commenti, senza dubbio insufficienti, ci con-ducono a prendere coscienza della missione diGiovanni Battista, noi vediamo che la situazione, alSolstizio d'Estate, è in perfetto accordo con la suaparte, e cosi' nella persona del Battista, come del restoquella dell'Evangelista, il ciclo santoriale unisce leprospettive spirituali ai dati peculiari alla CosmologiaSacra.Infatti, nel Solstizio d'Estate, il Sole entra nel segnodel Cancro, domicilio della luna.Nell'antica Cosmologia tradizionale, la luna simboleg-

giava la memoria delle cose passate o perdute, e si dice-va che cio' che è perduto sulla terra si ritrova sulla luna.E' così, per esempio, che nell'Orlando Furioso, l'Ariostonarra la storia del cavaliere che va sulla luna a cercarvila ragione di Orlando, impazzito per amore.Ora questo legame tra la memoria lunare da una parte, ilBattista e la festa dei Massoni dall'altra, deve attirare lanostra attenzione.Non si tratta in Massoneria della ricerca della ParolaPerduta? E non è l'imposizione del nome "Giovanni" alBattista che permise a suo padre Zacaria di ritrovarel'uso della parola?Osserviamo ancora che il Cancro simboleggia il "fondodelle acque", regione strana che san Paolo conobbequando intraprese il viaggio che doveva condurlo aRoma.Il fondo delle acque è rappresentato su una lama deltarocco dove si vede un gambero sul fondo di un fiume,un cane nero ed un cane che abbaia alla luna, dalla qualecade una pioggia di germi. Si è paragonata la pioggia dilacrime dipinta sul quadro della Camera di Riflessionealla pioggia di germi ermetici che assume la stessaforma, ma se le lacrime manifestano esteriormente ildolore, i germi,al contrario, hanno un carattere interiore

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Antico codice dell’Edda di SnorriRitta sul tetto di Valhöll, la capra Heiðrún bruca le fronde dell'albero

(forse il frassino Yggdrasill)




benefico, che San Paolo esprime così:"seminato nellacorruzione, risusciterà nella gloria".Infine il Solstizio d'Estate è la porta zodiacale dell'in-ferno: "Ianua Inferi", proprio come il Solstizio d'inver-no,che apre il segno al Capricorno, è la Porta delCielo" ,"Ianua Coeli".E si citerà Porfirio nell'antro delle Ninfe.Il "Cancro è favorevole alla discesa ed il Capricornoalla salita". Questa sentenza del filosofo neoplatonicofa eco alla parola di Giovanni Battista che diceva diGesu': "egli deve crescere ed io diminuire".Tuttavia, il passaggio attraverso la porta dell'infernonon deve essere preso in senso sfavorevole, dalmomento che si tratta della via iniziatica perseguitaregolarmente e normalmente, al contrario.Occorre a questo riguardo rammentare le due più notediscese all'Inferno della tradizione massonica-cristia-na? Prima quella di Cristo. Si noterà che si tratta di unavvenimento molto misterioso, fra gli arti-coli di fede contenuti nel simbolo degliApostoli, la più antica confessione di fededel Cristianesimo e la sola che sia ricono-sciuta dall'unanimità dalle chieseCristiane.Poi ricorderemo la discesa all'inferno diDante. Nella divina Commedia, essa sipone all'origine dell'immenso viaggio checondurrà il Fiorentino sul monte delleEspiazioni, poi nel Paradiso Terrestre edinfine nel Paradiso Celeste.Dante sfugge a tre pericoli tremendi delladiscesa (la caduta della Palude, il Ritornoa ritroso e la Pietrificazione) grazie all'in-tervento di un "Missus", mai nominato senon sotto il termine vago "un altro o untale". Poi i commentatori hanno individua-to in questo personaggio ora il Cristo, orail Troiano Enea, ora l'Imperatore EnricoVII di Lussemburgo, alcuni per buoneragioni pensano sia il Santo che presiedealla porta Solstiziale della discesa. Delresto ci sono nella Bibbia altri avvenimen-ti che corrispondono alla discesa dell'in-ferno, per esempio la persecuzione degliEbrei, seguita dall'Esodo e dal passaggiodel Mar Rosso.Ricordiamoci pure che l'iniziazione è sem-pre descritta come un viaggio.L'analogia ci conduce a pensare che un talviaggio comporti un rito preliminare didiscesa all'inferno.Infatti nei riti d'iniziazione, in grado d'ap-prendista, questa discesa è rappresentata inun luogo chiamata:camera di Riflessione.

Infatti nella preparazione si bendano gli occhi dell’ini-ziando, immergendolo cosi' nel "nero piu' nero". Lastessa preparazione evoca questa preparazione nell'e-spressione del Battista: "preparate la via del Signore",mentre l'isolamento è la rappresentazione del deserto.Infine,la parola "riflessione" allude alla luce riflessadella meditazione ed alla luce riflessa della luna.Dunque vediamo che il simbolismo solstiziale puo' esse-re ricco e, quale luce, porta il Testimone qualificato"Luce ardente e brillante", guida ispirata da Elia cherisuscita il Figlio della vedova, precursore della "luceIntellettuale Piena d'Amore" di Dante.

MarisaMarisa

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Elia Risuscita il figlio della vedova - incisioni di Gustave Doré , 1874

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IILL RISVEGLIO RISVEGLIO INIZIAINIZIATICOTICO

intuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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