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SEGUIAMO L’ESEMPIO DEGLI ALTRI PAESI EUROPEI VOGLIA DI CAMBIARE Salvatore Giannella VOGLIA DI CAMBIARE Salvatore Giannella CON UNA TESTIMONIANZA DI Enzo Biagi

Voglia di cambiare

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Voglia di cambiare di Salvatore Giannella Con una testimonianza di Enzo Biagi In Appendice l’intervista a Franco Bassanini Chiarelettere Editore Principio Attivo, pp. 240, euro 13,40

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Salvatore Giannella da oltre trent’anni è alla scoperta distorie e personaggi “luminosi”, carichi di realtà e di favola.Lo ha fatto come cronista e inviato dell’Europeo e comedirettore di Genius e di Airone, uno dei maggiori successieditoriali del dopoguerra. Attualmente cura le pagine dicultura e scienze del settimanale Oggi, per il quale ha pub-blicato la recente inchiesta sulla “meglio” Europa, da cui traespunto questo libro.

Con, in APPENDICE, una sintesi del RAPPORTO ATTALI per laliberazione della crescita francese.

I S B N 978-88-6190-038-7

9 7 8 8 8 6 1 9 0 0 3 8 7

www.chiarelettere.it

SEGUIAMO L’ESEMPIO DEGLIALTRI PAESI EUROPEI

VOGLIA DICAMBIARE

“DOBBIAMO ELIMINARE GLI ENTI INUTILI, DOBBI-AMO CACCIARE DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONEI FANNULLONI E GLI INCAPACI E RIMPIAZZARLI CONGIOVANI INTELLIGENTI E INNOVATORI, DOBBIAMOCONDURRE UNA LOTTA SENZA TREGUA ALL’EVASIONE

FISCALE FACENDONE RICADERE GLI EFFETTIPOSITIVI SU CHI LE TASSE LE PAGA

FINO ALL’ULTIMO EURO.”

Dall’intervista a Franco Bassanini, ex ministro, trai 43 saggi che hanno partecipato alla stesura

del Rapporto Attali per la liberazionedella crescita francese, di cui in

Appendice è riportatauna sintesi.

Salvatore

Gian

nella

VOGLIADICAMBIARE13,60

Progetto grafico: David Pearsonwww.davidpearsondesign.com

Le morti sul lavoro, il precariato, le case sempre più costose,i trasporti che non funzionano, l’energia, la sicurezza stradale,lo smaltimento dei rifiuti, la parità tra i sessi: in Italiasembrano problemi insormontabili. Non abbiamo più fiducianel futuro, e siamo i MENO FELICI in Europa. Cosa ci succede?Questo libro è per noi che fatichiamo a pensare positivo:dimostra che i problemi, anche quelli grandi, si possonoaffrontare e superare, basta guardare ai modelli di eccellenzadei nostri cugini europei e vedere come hanno fatto.La SVEZIA ha quasi azzerato le morti bianche, conquistandoil primato mondiale della sicurezza sul lavoro grazieall’ombudsman dei lavoratori, ovvero il delegato per la salutee la sicurezza. E guai a fare i furbi (due ministri sono staticostretti alle dimissioni per aver retribuito in nero la babysitter e non aver pagato il canone tv).Con l’invenzione della corsia dinamica, in SPAGNA non sivedono più ingorghi in entrata e in uscita dall’autostrada,mentre i treni corrono superveloci.A Friburgo, in GERMANIA, i cittadini hanno detto no al nucle-are, ma contemporaneamente hanno detto sì alle energie«dolci» e trasformato l’energia solare in un formidabilebusiness.L’INGHILTERRA ha scelto i migliori architetti per progettarecase popolari di pregio e quartieri a misura d’uomo, e concontrolli severi ha dimezzato le stragi sulle strade.I DANESI non hanno più l’incubo della precarietà grazie alle“flessicurezza”, mentre a Copenhagen i rifiuti vengonobruciati nel cuore della città, in regola con le leggi (e contecnologia made in Italy). Risolvere i problemi si può. La buona politica è alla nostraportata. Parola di Franco Bassanini, uno dei “saggi”, chiamatoa riformare la Francia, qui intervistato. Proviamo a recuperarecoraggio, onestà e fiducia.

Salvatore GiannellaCON UNA TESTIMONIANZA DIEnzo Biagi

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pl 

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Inchieste e reportagePRINCIPIOATTIVO

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Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Gianni Barbacetto,

Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi,

David Bidussa, Paolo Biondani, Caterina Bonvicini,

Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Olindo Canali,

Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Carla Castellacci, Massimo Cirri,

Fernando Coratelli, Pino Corrias, Gabriele D’Autilia, Andrea Di Caro,

Giovanni Fasanella, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André,

Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito,

Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella,

Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi,

Peter Gomez, Beppe Grillo, Ferdinando Imposimato, Karenfilm,

Giorgio Lauro, Marco Lillo, Felice Lima, Giuseppe Lo Bianco,

Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto,

Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Alberto Nerazzini,

Sandro Orlando, Pietro Palladino, David Pearson (graphic design),

Maria Perosino, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello

(web editor), Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera,

Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Gianluigi Ricuperati,

Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno,

Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano,

Matteo Scanni, Filippo Solibello, Bruno Tinti, Marco Travaglio,

Carlo Zanda.

chiarelettereAutori e amici di

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PRETESTO1fpagina 3

“Io mi auguro che l’Italia possafinalmente diventareun paese normale...Con un giornalismoche torni aconsumare la suoladelle scarpe.”Dalla testimonianza di Enzo Biagi.

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PRETESTO2fpagine 172, 164

“Non intendo abbandonarela politica, voglio tornare a farla per dire ciò chepenso.”Dalla lettera di dimissioni al Senato di Franca Rame.

“Caro Sindaco, è ora che tucominci ad ascoltare le voci che sembrano inutili.”Dai sette messaggi di Tonino Guerra al sindaco del suo paese.

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PRETESTO3fpagine 137-38, 188

“Che c’entra la ‘meglio Europa’ con la tangenziale nord di Torino? C’entra… Due uscite (Venaria e corso Regina),due Italie, due modi di fare le cose,farle bene e farle male.”Dal restauro della reggia alla tragedia della ThyssenKrupp.

“È sbagliato dire che le donne non vogliono fare figli. La verità è che non possono.”Dall’intervista a Franco Bassanini.

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“I treni Ave sono talmente puntuali che leferrovie spagnole, prime al mondo, assicurano il rimborso del 100 per cento del prezzo del biglietto per ritardi superiori ai cinque minuti.”

“In Svezia, un’operaia ha bloccato la produzione nella sua fabbrica perché ha segnalato delle mancanze nel sistema di sicurezza… l’ispettore le ha dato ragione e la produzione è ripresa solo dopo aversistemato la falla…Un operaio del bergamasco che ha segnalato condizioni rischiose per i lavoratori è stato accusato di mobbinge sospeso tre giorni dal lavoro, senza stipendio.”

PRETESTO4fpagine 83, 14

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PRETESTO5fpagine 29-30

“Immaginate di poter esserelicenziati con un preavviso di soli cinque giorni… da subitoriceverete un’indennità di disoccupazione dell’80 per cento… E poi, entro tre mesi, l’Ufficiopubblico del lavoro preparerà un job plan su misura per voi, che vi potrà trovare non solo un nuovo lavoro, ma un buon lavoro.”La "flessicurezza" in Danimarca.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol SpaLorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare Spa)Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano

ISBN 978-88-6190-038-7

Prima edizione: aprile 2008

www.chiarelettere.itBLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA

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chiarelettere

Salvatore Giannella

Voglia di cambiare

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Salvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vivee lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha duefigli. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipatoa Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamatoall’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo.Nel 1986 viene chiamato da Giorgio Mondadori a dirigere «Airone», il primo e piùdiffuso mensile di natura e civiltà.Lascia «Airone» nel 1994 e crea Editoriale Delfi, struttura specializzata in progetti edeventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999scrive il libro L’Arca dell’Arte, in collaborazione con lo storico pesarese Pier DamianoMandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso dellaseconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opered’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film documentario per RaiEducational La lista di Pasquale Rotondi che vince il premio della Presidenza dellaRepubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato al-l’arte italiana».Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) peri temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, ilpremio dei Club Unesco.Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazio-nale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentatola mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavandonella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola».Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal qualeha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a darloro forza».

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Il mondo normale che vi auguro di Enzo Biagi 3

Prologo 5

Di lavoro in Italia si muore. In Svezia no 11Sicurezza sul lavoro e parità tra i sessiPer saperne di più 22

La «flessicurezza» della Danimarca 25Il lavoro non è più un problemaPer saperne di più 34

Le dolci energie della Germania 39Dire no al nucleare e guadagnare con l’energia solarePer saperne di più 54

La «mia» casa nel Regno Unito 59BedZed, un esempio di architettura sostenibile e a misura d’uomoPer saperne di più 74

I trasporti record della Spagna 79Strategie vincenti per migliorare la qualità della vitaPer saperne di più 95

Gran turismo alla francese 99Perché la Francia ci ha stravintiPer saperne di più 106

Sommario

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La fortuna dei bambini in Finlandia 111I figli come capitale sociale da tutelarePer saperne di più 120

Altri consigli utili dall’Europa 125Le eccellenze da emulare

Torino, Italie 137Venaria Reale e ThyssenKrupp: due storie opposte

I fogli sospesi.Parole di ieri per riflettere oggi sulla buona politica 149Testi di Pericle, Michael Ende, Rita Levi-Montalcini, Cornelius Castoriadis, Tonino Guerra, Mario Pirani, Franca Rame, Giorgio Nebbia

Consigli 177Gli indirizzi per partire, studiare e lavorare in Europa

APPENDICE

Intervista a Franco Bassanini 181

Il Rapporto Attali 205

Ringraziamenti 223

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voglia di cambiare

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A Giacomo e Giuliana, Valentina e Max, e a tutti i giovani

che cercano in Europa la loro nuova

cittadinanza attiva

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Grazie, Enzo.Un ricordo, un pensiero riconoscente

a Enzo Biagi, che mi indicò la strada dell’Europa e il suo sogno

di un’Italia normale. E che già ci manca tanto

Un giorno Enzo Biagi, zittito dalla Rai, prima di tornare per semprenella sua Pianaccio, mi consegnò durante uno degli incontri setti-manali per la sua rubrica, amatissima dai lettori di «Oggi», una dire-zione e un sogno.

La prima: «Vai in Europa, racconta che cosa è oggi questa nostracasa comune. Se avessi trent’anni in meno, ripartirei subito per ag-giornare la geografia e l’identità del vecchio continente dove abita lasperanza comune dei giovani.

«In una stagione in cui la politica sta declinando, i giornalisti han-no un dovere in più verso il paese e verso i lettori: quello di assu-mersi il peso di indicare una strada per uscire da questo pantano erilanciare la democrazia».

Per il sogno, cedo a lui la parola.

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Il mondo normale che vi augurodi Enzo Biagi

Io mi auguro che l’Italia possa finalmente diventare un paese nor-male, un paese in cui sia abolita la doppiezza. Io sono dalla parte diZavattini che diceva: «Con buongiorno intendo buongiorno e ba-sta». E, aggiungo io, liberale vuol dire veramente liberale e basta.

Un paese dove funzionino scuole e ospedali: entrare in corsia evedere che c’è la scritta «SOLVENTI», cioè quelli che pagano, e quelliche non pagano, mi pare poco bello.

Un paese dove treni e aerei arrivino in orario, perché la puntualitànon è mica una prerogativa fascista. Con una politica normale, che(oltre a non ammettere l’intolleranza e la paura per l’altro) non con-templi il trasformismo: vedere della gente che non cambia neanchegabbana perché ha già un corredino dove ci sono tutte le giaccheche vanno di moda in quel momento è uno spettacolo da cancella-re. Con un giornalismo che torni a consumare la suola delle scarpe,guidato da quel sentimento potente che è la curiosità, e dalle chiaretendenze ma sempre dalla buona fede e attento al lato umano.

Un paese normale dove non si interpellino i divi della televisioneper conoscere il loro parere su qualsiasi argomento, dalla solitudinedell’uomo all’allevamento dei canarini. È normale un paese dovenon ci sia l’emergenza come a Napoli o in Sicilia, dove la paura«marca» persino le arterie (come mi hanno detto una volta i mediciche effettuano le autopsie).

Un paese normale è un paese in cui l’unico punto di riferimentonon è la geografia con i suoi confini, ma la legge uguale per tutti. «Larovina dell’Impero romano – scrisse inutilmente Ranuccio BianchiBandinelli – fu facilitata dal clientelismo amministrativo e dal caosdelle leggi e non dalle orge del Satyricon.» Ma chi studia la storia?

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È normale il paese che aiuta quelli ai quali la natura e la politicahanno dato di meno. Un paese normale è quello in cui gli aiuti nonsi danno per beneficenza, grazie alle collette per soccorrere chi è col-pito dalle sciagure, ma si prevedono con il bilancio dello Stato, convoci apposite.

Un paese normale è quello dal quale non emigrano più i giovanimigliori perché non trovano un lavoro retribuito dignitosamente. Èquello in cui non c’è spazio per il grande tormento di oggi, che èl’apparire. Un’ossessione: chi non entra nello spettacolo ha la sensa-zione di essere escluso dalla vita.

Un paese normale è quello in cui per stare a galla, per affermarsi,non bisogna più far parte del gruppo, avere il sostegno della corpo-razione.

Un paese normale è quello in cui nessun bambino sia privo di ci-bo e cure. Ho incontrato in Romania i piccoli che vivono nelle fo-gnature, come i topi, per sfruttare i tubi di riscaldamento.

Un paese normale, un’Europa normale, un mondo normale, èquello in cui i bambini finiscono le loro giornate in un lettino, conle lenzuola che profumano di pulito.

Capodanno 2005

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Prologo

Viaggio nella «meglio Europa»

Ho visto un paese che ha quasi azzerato le morti bianche, conqui-stando il primato mondiale della sicurezza sul lavoro in fabbriche ecantieri.

Ho visto costruire, in un altro paese, case e quartieri popolari dipregio.

Ho visto come, con quattro semplici mosse, hanno dimezzato indieci anni le stragi sulle strade.

Ho visto affiancare alla mobilità sul lavoro una straordinaria sicu-rezza sociale.

Ho visto politici tornare a scuola, sui banchi dell’università, peraggiornarsi sulla materia a loro delegata.

Ho visto bruciare i rifiuti, in regola con le leggi, nel cuore di unacapitale.

Ho visto al lavoro la macchina dell’industria turistica che, condolce efficacia, ha stracciato tutti gli altri concorrenti.

Ho visto un Parlamento ricco di donne alla pari di uomini. Ho visto senza ingorghi l’autostrada in entrata e in uscita da una

capitale, grazie alla trovata di una corsia dinamica. Ho visto alberghi completamente free oil, funzionanti senza una

goccia di petrolio, e case e fabbriche alimentate a energia solare e conaltre fonti «dolci».

Ho visto i cittadini dire no a una fonte di energia pericolosa perl’attuale e le nuove generazioni ma contemporaneamente dire sì adaltre fonti e partire senza indugi per le nuove frontiere.

Ho visto grandi fiumi risanati e tornati a essere sede ambita di pe-sci pregiati.

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Ho visto l’equivalente di una Cassa per il Mezzogiorno creare ilmiracolo della rinascita di una nazione.

Ho visto madri e neonati allontanati dalla depressione e dallamorte.

Ho visto amministratori pubblici pagati quanto normali dirigentie non di più.

Ho visto politici che parlano chiaro, senza parole «notabili per lamancanza di contenuti» (linguaggio deprecato già da uno dei padridella nostra Repubblica, Luigi Einaudi) né messaggi in codice desti-nati a collegare politico a politico passando sulla testa dei cittadini.

Ho visto applicare senza proteste il divieto di usare in pubblicitàil corpo delle donne come oggetto per vendere qualsiasi cosa.

Ho visto cittadini contenti di pagare le tasse perché ripagati a lo-ro volta da servizi efficienti.

Ho visto funzionare i controlli dell’apparato statale sui doveri deicittadini e i cittadini mobilitarsi per chiedere l’applicazione puntua-le dei propri diritti.

Ho visto ministri dimettersi per non aver pagato il canone dellatelevisione pubblica oppure per non aver versato i contributi per lacolf.

Ho visto ministri e amministratori pubblici comportarsi con mo-ralità, e non solo parlare in Tv di moralità.

Ho visto la Tv sottratta al potere delle segreterie dei partiti. E co-me un premier ha chiesto a un comitato di saggi di riformare la ra-diotelevisione pubblica in modo che torni a essere prima di tutto unmeraviglioso mezzo di conoscenza e non solo un ricettacolo di busi-ness e vanità.

Ho visto capi di governo stringere la mano alle autorità dellaChiesa e poi, con rigoroso rispetto, invocare la laicità dello Stato.

Ho visto paesi che hanno speso per ammodernarsi, al cui confron-to il nostro paese sfigura con il suo generale ritardo del rinnovamen-to nelle sue strutture portanti, a causa di una lunga e colpevole im-previdenza: se almeno una parte dell’enorme debito pubblico fosseservita non a tappare i buchi nel bilancio della spesa corrente, ma amigliorare servizi e infrastrutture, non ci troveremmo oggi in questadifficile situazione.

Insomma, ho visto che cosa può fare la buona politica unita allacultura e all’istruzione quando, come accade da noi, non diventa,

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per dirla con il titolo del bestseller del 2007, La Casta (Sergio Rizzoe Gian Antonio Stella, Rizzoli, Milano 2007).

Ho visto cose che gli italiani amerebbero vedere concretizzate nel-le proprie città, nel proprio paese. Amerebbero vedere realizzate dachi li governa, a ogni livello istituzionale, memori di quelle quattroparole con cui Alcide De Gasperi, altro padre della nostra Repubbli-ca da riscoprire per la sua attualità, sintetizzava il suo pensiero sullapolitica: «Politica vuol dire realizzare».

Ho visto soluzioni semplici e spesso poco costose ai problemi checi assillano ogni giorno da tanti anni, così tanti da sembrare impos-sibile da noi trovare soluzioni. Così tanti da suscitare palliativi e rin-vii, materie in cui siamo maestri in Europa. Così tanti da far cresce-re antipolitica e lamenti. Da far temere una deriva qualunquista; o,per dirla con un ossimoro, la «rassegnazione speranzosa» (speranzo-sa perché siamo caduti così in basso che ora possiamo soltanto risa-lire, no?).

Ogni giorno aumentano gli italiani che si lamentano. Mentre al-trove ai lamenti hanno sostituito i progetti ad ampio respiro, la de-mocrazia che decide e il controllo sui comportamenti dei politici(ha suscitato scalpore l’invocazione del presidente francese NicolasSarkozy a una pagella sull’operato dei ministri del governo) e il con-seguente premio o rimprovero con il voto: come a scuola. Oppure ilrinnovo della fiducia o la sfiducia, come in azienda ai co.co.co, per-ché i politici sono, o dovrebbero essere, come i co.co.co, al lavoroper un progetto: se lo realizzano, meritano la riconferma; altrimenti,a casa.

Come scrive Eugenio Scalfari su «la Repubblica», in un editorialescritto nel cuore dell’emergenza rifiuti a Napoli e in Campania, nel-l’inverno durissimo del governo Prodi: «Chi ha commesso questomacroscopico errore sui rifiuti? I responsabili principali sono il go-vernatore Bassolino e il sindaco di Napoli, Russo Iervolino. Ho avu-to in passato simpatia e stima per entrambi, ma adesso sia la stimache la simpatia si sono molto attenuate. Penso che dovrebbero an-darsene. Scusarsi e andarsene. Mi auguro che il presidente del Con-siglio glielo chieda. La loro uscita di scena non è certo la bacchettamagica per far sparire la montagna di rifiuti che ammorba la città e ipaesi del circondario, ma rappresenta comunque la doverosa puni-zione dell’errore strategico compiuto e nel quale per anni hanno

Prologo 7

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perseverato. La disistima della gente per la politica si deve principal-mente a un sistema perdonatorio che premia l’insipienza e le clien-tele. Il contrario di una democrazia efficiente e trasparente».

La classifica dei paesi più felici

Il volto della buona politica (degli altri) mi si è presentato a sorpre-sa, dopo un supplementare viaggio in treno attraverso la verde cam-pagna inglese, in uno stanzino piccolo piccolo, un metro per tre, alsecondo piano della facoltà di Economia dove le targhette evocanonomi laureati con il Premio Nobel, in quell’università di Cambridgeche dal 1284 contende a Oxford la palma di miglior ateneo inglese.

Qui un computer mi ha disegnato, tessera dopo tessera, il mosai-co delle virtù del vecchio continente. Qui incontro per prima coleiche ha passato molte ore delle sue giornate lavorative a cercare di in-dividuare la «meglio Europa»: la giovane ricercatrice italiana, LuisaCorrado, docente all’università romana di Tor Vergata.

Monitorando per due anni eccellenze e soddisfazioni in centot-tanta aree di quindici paesi europei, Luisa e i suoi collaboratori diCambridge hanno potuto identificare i modelli virtuosi dell’Euro-pa, quelli che vedono i cittadini più soddisfatti nei vari segmentidella società, per concludere che una forte componente del benesse-re della popolazione è la fiducia e l’identificazione che la gente hanella politica e nelle istituzioni. Ha potuto illuminare le buone pra-tiche degli altri che noi potremmo utilizzare in Italia. Copiandoli,importandoli, adattandoli: perché quel che c’è di buono in Europapuò aiutare a indicare strade per un’Italia più efficiente, più fiducio-sa nella politica e nelle istituzioni, meno pessimista e disincantata.

In base a questa ricerca risulta che gli italiani sono all’ultimo po-sto per quanto riguarda fiducia nel futuro e felicità. Sotto i miei oc-chi sono sfilati tabelle e grafici elaborati a partire dai dati della Euro-pean Social Survey che, ribaltando i luoghi comuni dell’antropolo-gia climatica e del Belpaese, portano in vetta alla fiducia e alla feli-cità i danesi, seguiti dai finlandesi, irlandesi, svedesi e olandesi.

In coda alla classifica? Proprio noi italiani. Se qualcuno aveva del-le illusioni, adesso deve ricredersi. Lo stereotipo dell’Italia paesespensierato e della dolce vita è ormai ufficialmente da cancellare: il

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sole, il mare e la buona cucina non bastano più a essere felici. Anchese su una scala da zero a dieci riportiamo in media un livello di feli-cità e di soddisfazione oltre la sufficienza, risultiamo tra i popolimeno felici e soddisfatti in Europa, e anche i più sfiduciati verso laclasse politica. Mentre i cittadini dei paesi del Nord Europa, Dani-marca in testa, infischiandosene del clima rigido, dei cieli semprenuvolosi e della cucina grassa e monotona, risultano i vincitori asso-luti del campionato europeo della politica: un’altra indagine mette idanesi addirittura in testa alla graduatoria mondiale.

Questo libro nasce con l’ambizione di aiutare a individuare unorizzonte possibile per uscire dalla crisi di molti italiani. Vuole forni-re una dose di ossigeno a chi respira sfiducia a pieni polmoni. Permolti, Beppe Grillo in testa, gli italiani sono stufi della politica. Sba-gliato. Gli italiani sono stufi di «questa» politica: della politica chenon decide e che non risolve i problemi (tranne poche e perciò piùlodevoli eccezioni, anche perché non hanno voce tra la logorrea e lefrequenti urla esagitate dei salotti televisivi); della politica che ha fat-to crescere il distacco tra istituzioni e cittadini e, in questi ultimi, lavoglia di allontanamento dalla cosa pubblica. Vorrebbero «riaffezio-narsi alla politica», come ci invita a fare il presidente Napolitano. Ene vorrebbero una diversa, più giusta, più moderna, più efficace, piùeuropea, che realizzi di più e meglio. Una politica meno autoreferen-ziale, meno bulimica (a partire dal 2008 il finanziamento pubblicodei partiti salirà dagli attuali duecento milioni a duecentocinquantamilioni di euro l’anno, una cifra pari al doppio del tetto massimoprevisto per i contributi pubblici alla politica in Germania: paese cheha ottantadue milioni di abitanti, contro i circa sessanta milioni del-l’Italia). Una politica meno egoista, più attenta al bene comune. Unapolitica che se dice no ad alcune soluzioni, deve avere contempora-neamente il coraggio di dire sì ad altre e affrontare strade alternative.Una politica come la vedono fare in molte parti d’Europa; come lavedrebbero volentieri presa a esempio.

In queste pagine incontrerete scelte, comportamenti virtuosi e sto-rie vere narrate qualche volta con l’aiuto di diapositive immaginarie.Ed è con una serie di diapositive immaginarie che mi piace intro-durvi a questo lungo viaggio in Europa alla scoperta della buonapolitica, per soddisfare la voglia di cambiare e combattere la man-canza di fiducia nel futuro di molti giovani.

Prologo 9

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Vediamo cosa hanno fatto i nostri cugini europei. Vediamo co-me funzionano questi modelli di eccellenza. Importiamo quei me-todi, adattandoli alle nostre necessità. E, a proposito di spiriti ani-mali, teniamo presente una lezione che ci viene da uno dei più im-portanti etologi italiani. Può esserci utile.

Elogio della buona emulazione

Danilo Mainardi, docente alla Ca’ Foscari di Venezia e autore di te-sti fondamentali di divulgazione scientifica, ci fa capire quanto puòessere importante lo spirito di emulazione negli animali, in parti-colare tra i topi: «Nel mio vecchissimo laboratorio dell’istituto diZoologia dell’università di Parma avevo tanti topolini che sapevanorisolvere complicati problemi. Li chiamavamo topi maestri. Poi c’e-rano i topolini osservatori. Questi guardavano risolvere il problemae, come per incanto, anche loro imparavano. Fantastico. Da osser-vatori si trasformavano in maestri e, quando l’esperimento avveni-va coinvolgendo una popolazione, noi potevamo assistere al pro-gressivo, rapido, dicevamo epidemico, espandersi della conoscenza.Non occorreva che ogni topo ripartisse da zero con la noiosa, lungatrafila dei tentativi e degli errori: c’era l’apprendimento sociale. Ilsapere del singolo si espandeva, a macchia d’olio, nel gruppo. Lapopolazione, in breve, non era più quella di prima. Assistevamo,nella vecchia soffitta di quel glorioso palazzo, a uno degli esempipiù primitivi di evoluzione culturale. Così, e per questo, i topi han-no conquistato il mondo. Sapendo trasmettere il sapere delle solu-zioni. Uno scopre la nuova soluzione, gli altri lo copiano. Così van-no le cose nel mondo degli animali culturali».

Trasmettere il sapere delle soluzioni: ecco il messaggio che arrivada quei sapienti spiriti animali.

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Salvatore Giannella da oltre trent’anni è alla scoperta distorie e personaggi “luminosi”, carichi di realtà e di favola.Lo ha fatto come cronista e inviato dell’Europeo e comedirettore di Genius e di Airone, uno dei maggiori successieditoriali del dopoguerra. Attualmente cura le pagine dicultura e scienze del settimanale Oggi, per il quale ha pub-blicato la recente inchiesta sulla “meglio” Europa, da cui traespunto questo libro.

Con, in APPENDICE, una sintesi del RAPPORTO ATTALI per laliberazione della crescita francese.

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9 7 8 8 8 6 1 9 0 0 3 8 7

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SEGUIAMO L’ESEMPIO DEGLIALTRI PAESI EUROPEI

VOGLIA DICAMBIARE

“DOBBIAMO ELIMINARE GLI ENTI INUTILI, DOBBI-AMO CACCIARE DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONEI FANNULLONI E GLI INCAPACI E RIMPIAZZARLI CONGIOVANI INTELLIGENTI E INNOVATORI, DOBBIAMOCONDURRE UNA LOTTA SENZA TREGUA ALL’EVASIONE

FISCALE FACENDONE RICADERE GLI EFFETTIPOSITIVI SU CHI LE TASSE LE PAGA

FINO ALL’ULTIMO EURO.”

Dall’intervista a Franco Bassanini, ex ministro, trai 43 saggi che hanno partecipato alla stesura

del Rapporto Attali per la liberazionedella crescita francese, di cui in

Appendice è riportatauna sintesi.

Salvatore

Gian

nella

VOGLIADICAMBIARE

13,60Progetto grafico: David Pearsonwww.davidpearsondesign.com

Le morti sul lavoro, il precariato, le case sempre più costose,i trasporti che non funzionano, l’energia, la sicurezza stradale,lo smaltimento dei rifiuti, la parità tra i sessi: in Italiasembrano problemi insormontabili. Non abbiamo più fiducianel futuro, e siamo i MENO FELICI in Europa. Cosa ci succede?Questo libro è per noi che fatichiamo a pensare positivo:dimostra che i problemi, anche quelli grandi, si possonoaffrontare e superare, basta guardare ai modelli di eccellenzadei nostri cugini europei e vedere come hanno fatto.La SVEZIA ha quasi azzerato le morti bianche, conquistandoil primato mondiale della sicurezza sul lavoro grazieall’ombudsman dei lavoratori, ovvero il delegato per la salutee la sicurezza. E guai a fare i furbi (due ministri sono staticostretti alle dimissioni per aver retribuito in nero la babysitter e non aver pagato il canone tv).Con l’invenzione della corsia dinamica, in SPAGNA non sivedono più ingorghi in entrata e in uscita dall’autostrada,mentre i treni corrono superveloci.A Friburgo, in GERMANIA, i cittadini hanno detto no al nucle-are, ma contemporaneamente hanno detto sì alle energie«dolci» e trasformato l’energia solare in un formidabilebusiness.L’INGHILTERRA ha scelto i migliori architetti per progettarecase popolari di pregio e quartieri a misura d’uomo, e concontrolli severi ha dimezzato le stragi sulle strade.I DANESI non hanno più l’incubo della precarietà grazie alle“flessicurezza”, mentre a Copenhagen i rifiuti vengonobruciati nel cuore della città, in regola con le leggi (e contecnologia made in Italy). Risolvere i problemi si può. La buona politica è alla nostraportata. Parola di Franco Bassanini, uno dei “saggi”, chiamatoa riformare la Francia, qui intervistato. Proviamo a recuperarecoraggio, onestà e fiducia.

Salvatore GiannellaCON UNA TESTIMONIANZA DIEnzo Biagi