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PROVINCIA DI BIELLA REGIONE PIEMONTE CENTRALINA IDROELETTRICA IN VALSESSERA, SUL TORRENTE DOLCA, NUOVA CONCESSIONE DI DERIVAZIONE Proponente: “Lanificio Ermenegildo Zegna & Figli S.p.a.” Via Roma n.99/100, 13835 Trivero (Biella). VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (L.R. n. 40/98, Art. 12 ) RELAZIONE IDROLOGICA OTTOBRE 2012 Agg. MAGGIO 2015

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (L.R. n. 40/98, Art. … centrale idroelettrica... · 1.1 curve segnalatrici di probabilitÀ pluviometrica 6 ... 7 curve segnalatrici di probabilita

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PROVINCIA DI BIELLA REGIONE PIEMONTE

CENTRALINA IDROELETTRICA IN VALSESSERA, SUL TORRENTE DOLCA,

NUOVA CONCESSIONE DI DERIVAZIONE

Proponente:

“Lanificio Ermenegildo Zegna & Figli S.p.a.”

Via Roma n.99/100, 13835 Trivero (Biella).

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (L.R. n. 40/98, Art. 12 )

RELAZIONE IDROLOGICA

OTTOBRE 2012 Agg. MAGGIO 2015

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SOMMARIO

1 PLUVIOMETRIA E TERMOMETRIA 3

1.1 CURVE SEGNALATRICI DI PROBABILITÀ PLUVIOMETRICA 6

2 ACQUE SUPERFICIALI 8

2.1 CARATTERISTICHE DEL BACINO IDROGRAFICO 8 2.2 CALCOLO DEI DEFLUSSI MEDI MENSILI E ANNUALI 9 2.3 CURVA DI DURATA DELLE PORTATE 11 2.4 CALCOLO DELLE PORTATE MEDIE CON LA CURVA DI DURATA DELLE PORTATE 13 2.5 CALCOLO DELLE PORTATE DI MASSIMA PIENA 15 2.6 VALUTAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI 21 2.6.1 DEFLUSSO MINIMO VITALE (DEFINIZIONI) 22 2.6.2 CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE 24 2.6.3 MODULAZIONE DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE 25 2.6.4 PORTATE DERIVABILI E PORTATE DERIVATE 26

3 MODALITA’ DI DEFLUSSO DI PIENA 36

3.1 INTRODUZIONE AL MODELLO DI CALCOLO 36 3.2 DATI GEOMETRICI E PARAMETRI IDRAULICI 37 3.3 RISULTATI ELABORAZIONI HEC-RAS 39 3.4 ANALISI DEI RISULTATI 67

4 STRATEGIE DI MITIGAZIONE 68

4.1 ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI 69

5 ACQUE SOTTERRANEE 72

5.1 ANALISI GEOIDROLOGICA 72 5.2 ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI 73

6 MATRICI RIASSUNTIVE DEGLI IMPATTI 76

3

1 PLUVIOMETRIA E TERMOMETRIA Nella zona di interesse sono presenti alcune stazioni pluviometriche per le quali la Banca Dati Meteorologica di ARPA Piemonte mette a disposizioni una serie di dati in alcuni casi piuttosto estesa. All’interno del bacino del torrente Dolca in particolare si trova la stazione termopluviometrica dell’Alpe Camparient, situata a quota 1515 m s.l.m., nel territorio comunale di Trivero (BI). La stazione non si colloca esattamente all’interno del bacino sotteso all’opera di prevista derivazione, ma viene considerata del tutto rappresentativa del regiime pluviometrico locale, anche in ragione della quota confrontabile con quella media del bacino di interesse. Nell’estratto CTR che segue è rappresentato il dettaglio dell’ubicazione della stazione, mentre nella pagine successiva a minor scala se ne può apprezzare la posizione rispetto al bacino di interesse.

Ubicazione stazione pluviometrica dell’Alpe Camparient

4

5

La serie di misure disponibili copre il periodo compreso tra l’ottobre 1999 e il 2014, il valore medio di precipitazione annua è stato calcolato come media dei valori medi mensili in modo tale da utilizzare al massimo le misurazioni esistenti, tenendo conto anche delle misure mensili negli anni in cui le lacune non consentono di derivare il valore medio annuo (1999, 2000, 2002).

GenGenGenGen FebFebFebFeb MarMarMarMar AprAprAprApr MagMagMagMag GiuGiuGiuGiu LugLugLugLug AgoAgoAgoAgo SetSetSetSet OttOttOttOtt NovNovNovNov DicDicDicDic totaletotaletotaletotale AnnoAnnoAnnoAnno

219.6 173.8 12.8 1999

12.6 4.4 66.6 535.4 197.6 145.4 256 992.6 303.2 48.8 2000

49 55.8 141.6 33.4 307 203.8 191.8 104.2 83.6 97 35 1.6 1303.8 2001

88.2 775.8 471.4 168.2 308 121.4 155.6 691.2 2002

10.8 7.2 4.6 86.2 110.2 55 128.6 73.4 159.8 75.8 209.8 140.2 1061.6 2003

44.4 37 35.2 230.8 307 7.4 92 194.8 22 304.6 229.2 42.2 1546.6 2004

0.2 4.8 78.2 203.8 126.6 163.2 69.6 174 318 177.2 7.8 9 1332.4 2005

33.2 50.2 37.2 87.8 166.6 20.2 111.2 142.4 571.6 97.8 46.4 121.6 1486.2 2006

41.6 7.2 83.8 56.8 454 300.4 39.8 327.6 108.4 65 111.6 8.2 1604.4 2007

52.8 14.6 51.6 218 364 168.4 172.6 77.2 247.4 72.6 442.6 79.6 1961.4 2008

31.4 60.6 101.2 777.4 72.4 215.2 150.8 91.2 286.4 83.6 42 101.8 2014 2009

27 53.8 185.2 110.8 527 271.8 97.6 215.8 74.6 423 294.2 134.6 2415.4 2010

14.8 39.4 223.2 53.4 56.2 354.4 257.2 24.4 92.4 60.2 653.8 2.4 1831.8 2011

4.4 20.4 92.6 293 303.2 100.2 152.8 182.4 152.8 86 270.8 42.8 1701.4 2012

3.4 25 79.4 488 136 133.4 64.6 198 145.6 144.8 55.2 2013

75.8 123.6 113.8 184 143.4 130.2 267 131 105.6 132.8 993.4 95 2495.6 2014

28.728.728.728.7 36.036.036.036.0 92.492.492.492.4 229.8229.8229.8229.8 279.4279.4279.4279.4 182.9182.9182.9182.9 152.6152.6152.6152.6 150.8150.8150.8150.8 181.6181.6181.6181.6 199.3199.3199.3199.3 290.6290.6290.6290.6 59.759.759.759.7 1883.71883.71883.71883.7 MEDIAMEDIAMEDIAMEDIA

0.0

50.0

100.0

150.0

200.0

250.0

300.0

mm

PRECIPITAZIONI MEDIE MENSILIStazione Alpe Camparient (1998-2014)

Serie1 28.7 36.0 92.4 229.8 279.4 182.9 152.6 150.8 181.6 199.3 290.6 59.7

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Come si evince dall’analisi dei dati, i valori medi mensili e annuali risultano coerenti con i regimi tipici della zona che presentano andamento bimodale con massimi in primavera e autunno circa equivalenti, concentrati nei mesi di maggio e novembre.

6

1.1 Curve segnalatrici di probabilità pluviometrica Le curve segnalatrici di probabilità pluviometrica sono rappresentate dalla seguente equazione:

h = a * t n

dove “h” rappresenta l’altezza di precipitazione in mm, “t” è la sua durata e “a” e “n” sono parametri il cui valore dipende dalle caratteristiche pluviometriche dell’area in esame. In assenza di dati pluviometrici dettagliati e continui nell’area di indagine è stato fatto riferimento all’Allegato 3 del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) – “Distribuzione spaziale delle precipitazioni intense” all’interno del quale sono contenuti i parametri delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica per tempi di ritorno di 20, 100, 200 e 500 anni. Tale documento riporta i valori dei parametri “a” e “n” delle linee segnalatrici derivati dall’interpolazione spaziale dei dati esistenti con il metodo di Kriging, discretizzate in base ad un reticolo di 2 km di lato. Nella tabella seguente vengono riportati i dati relativi alla cella (BK69) che rappresenta il punto di interpolazione più prossimo all’area di indagine, riferita alla quota media del bacino idrografico sotteso alla sezione di presa:

Tr = 20 anni Tr = 100 anni Tr = 200 anni

a n a n a n mm mm mm

50.69 0.512 64.27 0.510 70.12 0.509

L’elaborazione di questi dati ha consentito di calcolare i valori delle precipitazioni intense probabili di durata pari a 1 ora, 3 ore, 6 ore, 12 ore e 24 ore (Ptr) relative ai diversi tempi di ritorno considerati e, quindi di costruire le relative curve segnalatrici di probabilità pluviometrica.

Durata della Precipitazione 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore

Tempo di ritorno

mm mm mm mm mm

20 anni 50.69 88.96 126.86 180.91 257.98

100 anni 64.27 112.55 160.27 228.24 325.02

200 anni 70.12 122.66 174.55 248.40 353.48

7

CURVE SEGNALATRICI DI PROBABILITA' PLUVIOMETRICABacino torrente Dolca

10.0030.0050.0070.0090.00

110.00130.00150.00170.00190.00210.00230.00250.00270.00290.00310.00330.00350.00370.00390.00

0 3 6 9 12 15 18 21 24

T (ore)

Pre

cipi

tazi

one

(mm

)

20 anni 100 anni 200 anni

8

2 ACQUE SUPERFICIALI

2.1 Caratteristiche del bacino idrografico Il bacino del torrente Dolca presenta una forma circa trapezoidale allungata in direzione W-E lungo il cui lato occidentale si collocano le vette più elevate che ne definiscono lo spartiacque: Punta del Mauro (2506 m s.l.m.) Cima di Bo (2556 m s.l.m.) Punta del Talamone (2494 m s.l.m.) Punta Raja delle Marmotte (2221 m s.l.m.) Punta Corteis (2243 m s.l.m.) Il pattern idrografico presenta una geometria piuttosto regolare definita da due allineamenti principali che individuano evidentemente lo stretto controllo strutturale esercitato dagli assetti geologici e tettonici dell’area. In particolare, in questo settore, il tracciato del Dolca si sviluppa inizialmente in direzione SW-NE fino a circa 1500 m s.l.m., a valle della località Alpe Camera per poi piegare bruscamente in direzione SW-NE fino alla zona della Alpe Valle di Lavaggi, a valle della quale la direzione cambia nuovamente sull’allineamento NW-SE. La testata della valle del Dolca, in particolare nel settore compreso tra l’allineamento Punta del Mauro-Punta Raja delle Marmotte, è caratterizzato dalla presenza, al piede delle pareti rocciose che definiscono la cresta da estese superfici coperte da falde di detrito, frequenti sono anche gli affioramenti rocciosi. Alle quote inferiori invece le coperture quaternarie, rappresentate da terreni di origine glaciale spesso rimaneggiati ad opera della gravità e degli agenti climatici, sono invece molto diffuse e tendono ad obliterare il substrato roccioso sottostante che affiora con continuità solo in corrispondenza delle principali incisioni. Anche l’alveo del Dolca si sviluppa spesso su materiali di origine torrentizia costituiti da ghiaie, ciottoli e blocchi con sabbie, soprattutto nei frequenti tratti in cui la pendenza si addolcisce. Il progetto prevede la realizzazione di un’opera di derivazione lungo l’alveo del torrente Dolca a valle del ponte della strada forestale, in prossimità dell’Alpe Piana di Lavaggi, ad una quota di circa 1097 m s.l.m. I parametri morfometrici principali del bacino alla sezione di chiusura corrispondente con quella di derivazione sono i seguenti:

S L Qmax Qs Qm km2 km m s.l.m. m s.l.m. m s.l.m.

12.29 4.36 2556 1097 1702

dove: S = Superficie del bacino

9

L= Lunghezza dell’asta principale incanalata Qmax = Quota massima del bacino Qs = Quota della sezione di chiusura Qm = Quota media del bacino

Estratto CTR con dettaglio punto di chiusura del bacino idrografico.

2.2 Calcolo dei deflussi medi mensili e annuali Sulla base dei dati pluviometrici sopra riassunti e delle caratteristiche morfometriche principali dei diversi bacini oggetto di analisi sono stati calcolati i valori dei deflussi medi mensili prevedibili. In assenza di dati idrometrici si è proceduto mediante metodi di misura di tipo indiretto volti a ricostruire le serie idrologiche facendo riferimento agli afflussi meteorici. Seguendo anche le indicazioni contenute nel Piano di Tutela delle Acque (PTA) la ricostruzione delle serie idrologiche medie mensili è stata eseguita utilizzando le formule di regionalizzazione (formule SIMPO) sviluppate da H.C. Hydrodataconsult (1980-81) per l’intero bacino del Po e riferite alla “Zona A” o zona alpina. Le formule, ottenute mediante modelli statistici a regressione multipla per ricercare le leggi di dipendenza delle portate da fattori fisico-climatici, calibrate sulla base dei risultati dell’analisi sui dati storico-statistici, consentono di determinare i valori caratteristici per qualsiasi sezione del reticolo idrografico del bacino padano, noti i dati fisico-climatici di base. Tale procedura fornisce le espressioni per il calcolo dei contributi specifici di portata riferiti ai valori caratteristici del deflusso (portata media annua, portate medie mensili e valori della scala di durata delle portate), collegando tali valori di portata alle principali grandezze del bacino idrografico (superficie, altitudine media e afflusso medio annuo.

10

Nella tabella seguente si riportano gli algoritmi proposti per il calcolo delle portate specifiche medie mensili:

dove: Hm = altitudine media del bacino idrografico Qmeda = portata media specifica (l/s*km2) calcolata con il metodo suggerito dallo standard SIMPO Qmeda = 0.0086 * Hm + 0.03416 * A – 24.5694 con : A = precipitazione media annua I risultati ottenuti per il bacino di interesse sono riassunti nella seguente tabella:

Qs Qmedia Mese l/s*km2 l/s

Gennaio 22.63 278.08 Febbraio 22.86 280.97 Marzo 29.36 360.82 Aprile 58.05 713.47 Maggio 92.58 1137.83 Giugno 101.43 1246.59 Luglio 67.50 829.62 Agosto 52.36 643.49

Settembre 56.92 699.56 Ottobre 60.10 738.60

Novembre 57.68 708.94 Dicembre 31.02 381.28

ANNO 54.38 668.27

Qs = Portata media specifica Qmedia = Portata media mensile

11

Portate medie mensili

0.00

20.00

40.00

60.00

80.00

100.00

120.00

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

0.00

200.00

400.00

600.00

800.00

1000.00

1200.00

1400.00

Portata media (l/s) Portata specifica (l/s*kmq)

2.3 Curva di durata delle portate La valutazione dei deflussi medi mensili, per la sua natura di media statistica, non può tenere conto delle distribuzioni giornaliere delle precipitazioni e delle portate di torrenti che presentano regimi molto influenzati da quelli delle precipitazioni e, quindi, molto sensibili ai periodi di scarsi afflussi meteorici e alle piogge brevi e intense. Un utile strumento di verifica può essere costituito dall’elaborazione delle curve di durata delle portate che, in assenza di dati idrometrici giornalieri, possono essere elaborate con l’ausilio di procedure di regionalizzazione definite dallo standard SIMPO, basate sugli afflussi medi annui dell’areale di riferimento. Le curve di durata forniscono il numero medio di giorni all’anno in cui una certa portata può essere superata e possono essere interpretate come una distribuzione di probabilità. Gli algoritmi proposti dallo standard SIMPO sono i seguenti:

Le curve sono elaborate sulla base del calcolo delle portate riferite a 10, 91, 182, 274 e 355 giorni, corrispondenti rispettivamente al 3%, 25%, 50% , 75%, 97 % dell’anno e definiscono la probabilità statistica di superamento delle portate.

12

Nella tabella seguente si riportano i dati di calcolo che hanno portato alla costruzione della curva di durata:

Portata specifica

Portata

l/s*kmq l/s

q10 207.38 2549

q91 65.95 811

q182 30.94 380

q274 18.65 229

q355 12.47 153

Curva di durata delle portate del torrente DolcaSezione Opera di Presa

380229 153

811

2549

0100200300400500600700800900

1000110012001300140015001600170018001900200021002200230024002500260027002800

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210 225 240 255 270 285 300 315 330 345 360

giorni

porta

ta (l

/s)

13

2.4 Calcolo delle portate medie con la curva di dur ata delle portate Considerati gli scopi per i quali viene eseguito il presente studio si è ritenuto opportuno affinare la procedura di calcolo delle portate medie dei corsi d’acqua oggetto di prelievo, utilizzando i dati ricavabili dall’elaborazione delle curve di durata delle portate. In questo modo risulta possibile verificare l’effettiva distribuzione dei deflussi idrici nel corso del periodo 365 giorni (anno solare). Le curve di durata vengono costruite utilizzando le formule SIMPO che consentono di determinare la posizione di cinque punti sul grafico (q10, q91, q182, q274, q355). Al fine di ottenere una serie di dati significativi relativi a periodi di breve durata sono state calcolate le equazioni delle quattro rette che definiscono la curva e quindi elaborati i valori relativi a durate medie di circa 10 giorni (q10, q20, q30 etc.). Il dato puramente teorico relativo alla q0, utile per il calcolo dei valori di portata media tra q0 e q10, deriva dall’estrapolazione del primo tratto di curva (q10-q91), mentre il dato relativo alla q365 deriva dall’estrapolazione della curva q274-q355. Nella tabella che segue si riportano per brevità i dati relativi alle decadi, per il calcolo dei regimi di prelievo e di rilascio l’interpolazione è stata eseguita su scansioni temporali giornaliere al fine di fornire il maggior numero di dati puntuali possibili ai progettisti delle opere di rilascio e del passagio dei pesci (PdP) per la costruzione del modello idraulico più accurato possibile. Nella tabella seguente si riportano i risultati dell’elaborazione:

14

durata qistantanea

gg l/s 0 2763 10 2549 20 2334 30 2120 40 1905 50 1690 60 1476 70 1261 80 1047 91 811 100 768 110 721 120 673 130 626 140 579 150 532 160 484 170 437 182 380 190 367 200 351 210 334 220 318 230 302 240 285 250 269 260 252 274 229 280 224 290 214 300 205 310 196 320 186 330 177 340 167 350 158 355 153 365 144

Portata media : 713 l/s *

*) il calcolo della portata media attraverso l’interpolazione delle curve di durata porta a valori di portata media annua leggermente superiori rispetto a quelli calcolati sulla base delle medie mensili (circa 6%).

15

2.5 Calcolo delle portate di massima piena Al fine di definire le portate di piena di un corso d’acqua è necessario eseguire un’analisi dettagliata degli afflussi meteorici caratteristici per l’area interessata e, quindi, di procedere all’analisi statistica degli stessi allo scopo di determinare le curve di probabilità delle massime precipitazioni per vari tempi di ritorno. Le curve di probabilità pluviometrica sono rappresentate dalla seguente equazione:

h = a * t n

dove “h” rappresenta l’altezza di precipitazione in mm, “t” è la sua durata e “a” e “n” sono parametri il cui valore dipende dalle caratteristiche pluviometriche dell’area in esame. Elaborando i dati delle massime precipitazioni relativi ad un periodo di osservazione sufficientemente rappresentativo (almeno 20-30 anni) è possibile definire la frequenza probabile da attribuire a ciascun evento e, inoltre, estendere il periodo di analisi anche al di là di quello di effettiva osservazione, permettendo così di calcolare eventi con probabilità (tempo di ritorno) anche pluricentenaria. I dati relativi ai parametri “a” e “n” riferiti all’areale in esame sono stati desunti dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) e, in particolare, dalla Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compatibilità idraulica, allegato 3 “Distribuzione spaziale delle precipitazioni intense” (cfr. Cap. A2.2.4)

Estratto cartografia cella di riferimento

Allegato 3 - Distribuzione spaziale delle precipitazioni intense -

La Cella PAI utilizzata per i calcoli (BK69) è stata individuata in quanto rappresentativa dell’areale e cautelativa rispetto a quelle adiacenti.

16

Precipitazioni critiche La precipitazione che si definisce “critica” è quella che produce la massima portata del corso d’acqua e corrisponde al tempo di corrivazione caratteristico del bacino in esame. Si intende per tempo di corrivazione (tc), rispetto alla sezione di riferimento di un corso d’acqua, “il tempo necessario perché una particella possa giungere dai punti più lontani del bacino fino alla sezione stessa” (BENINI, 1985). Esistono formulazioni di diversi autori per il calcolo di tale parametro, verrà qui utilizzata la relazione proposta da Giandotti che, per bacini montani, risulta essere la più attendibile:

Qm

LStc

*8.0

*5.1*4 +=

dove “L” è la lunghezza dell’asta principale e “Qm” è la quota media del bacino rispetto alla sezione di riferimento. Il calcolo della precipitazione critica “Pcr” rispetto ai diversi tempi di ritorno viene eseguito utilizzando l’equazione della curva di possibilità pluviometrica funzione di “a”, “n” e del tempo di corrivazione (t):

Pcr = a*tcn

Valutazione dei deflussi di massima piena La valutazione delle portate di piena rappresenta il criterio fondamentale per la programmazione degli interventi di sistemazione e di regimazione idraulica dei corsi d’acqua. Le piene di un corso d’acqua possono originarsi per cause complesse molto variabili, la presente analisi considererà quelle piene che risultano diretta conseguenza di precipitazioni meteoriche intense a monte della sezione di riferimento. Va comunque ricordato che, soprattutto nei corsi d’acqua a carattere torrentizio, spesso le ondate di piena sono provocate da cedimenti di sbarramenti temporanei presenti in alveo, dovuti a frane o ad accumulo di piante in corrispondenza di strozzature etc., la determinazione di questi fattori “accidentali” è molto difficoltosa e prescinde, comunque, dallo scopo di questo lavoro. Per il calcolo si è scelto di utilizzare il metodo elaborato da Giandotti per cui la portata al colmo è data dalla seguente relazione:

tc

PcrrcSQ

****278.0max=

dove: Qmax = portata di massima piena (m3/s) S: superficie del bacino sotteso alla sezione di riferimento (km2) c: coefficiente di deflusso (max=1) r: coefficiente di ragguaglio (max=1) tc: tempo di corrivazione (ore) Pcr: precipitazione massima di durata pari al tempo di corrivazione (mm)

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Il coefficiente di deflusso tiene conto della quantità di acqua meteorica che viene trattenuta all’interno del bacino e restituita al corso d’acqua solo in tempi successivi. Tale fattore di correzione è pertanto funzione dalla copertura vegetale, della permeabilità e della pendenza del bacino e viene assunto in via cautelativa pari a 0.8. Il coefficiente di ragguaglio tiene conto della disomogeneità nella distribuzione delle precipitazioni nell’ambito dell’area del bacino e viene assunto pari a 1.

18

SEZIONE OPERA DI PRESA

S 12.28 [Km2] Superficie Bacino Tempo di Corrivazione

L 4.36 [Km] Lunghezza asta principale [ore]

Hm 1698 [m] Altezza media del Bacino s.l.m.m. 1.05

Ho 1097 [m] Quota della sez. di chiusura s.l.m.m.

h(t) = massima precipitazione in mm al tempo t

t = tempo di progetto (ore) = tempo di corrivazioneCurva di probabilità pluviometrica a = fattore della curva relativo ad un determitato Tr

n = esponente della curva relativo ad un determinato Tr Tr = tempo di ritorno (20-100-200 anni)

Cella Coord. Est UTM Coord. Nord UTM a Tr 20 n Tr 20 a Tr 100 n Tr 100 a Tr 200 n Tr 200

BK69 425000 5063000 50.69 0.512 64.27 0.51 70.12 0.509

Tr h(t) h(t) = massima precipitazione in mm al tempo t

20 51.93 t = tempo di progetto (ore) = tempo di corrivazione [ore] 1.05

100 65.83 Tr = tempo di ritorno

200 71.82

Q c portata al colmo

dove c 0.8 coefficiente di deflusso

h (t) massima precipitazione in mm al tempo t (vedi punto prec.)

S 12.28 [Km2] Superficie Bacino

T c 1.05 [ore] Tempo di corrivazione

Tr Q c [mc/sec] Tr = tempo di ritorno [anni]

20 135.295

100 171.525

200 187.129

DATI MORFOMETRICI BACINO IDROGRAFICO DATI RISULTANTI

TEMPO DI CORRIVAZIONE (Giandotti)

PREVISIONE QUANTITATIVA DELLE PIOGGE INTENSE

FORMULA

)(8,0

5,14

HoHm

LSTc

−+=

DATI CELLA DELLA GRIGLIA DI DISCRETIZZAZIONE DELLE PIOGGE INTENSE(Cfr. Allegato n.3 della Direttiva n.2 PAI dell'Autorità di Bacino del Fiume PO)

nt ath =)(

MASSIMA PRECIPITAZIONE PROBABILE

PORTATE DI MASSIMA PIENA

FORMULA del METODO RAZIONALE

RISULTATI

c

tc T

SchQ )(278.0=

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SEZIONE EDIFICIO CENTRALE-RILASCIO

S 21.44 [Km2] Superficie Bacino Tempo di Corrivazione

L 6.732 [Km] Lunghezza asta principale [ore]

Hm 1617.8 [m] Altezza media del Bacino s.l.m.m. 1.39

Ho 955 [m] Quota della sez. di chiusura s.l.m.m.

h(t) = massima precipitazione in mm al tempo t

t = tempo di progetto (ore) = tempo di corrivazioneCurva di probabilità pluviometrica a = fattore della curva relativo ad un determitato Tr

n = esponente della curva relativo ad un determinato Tr Tr = tempo di ritorno (20-100-200 anni)

Cella Coord. Est UTM Coord. Nord UTM a Tr 20 n Tr 20 a Tr 100 n Tr 100 a Tr 200 n Tr 200

BK69 425000 5063000 50.69 0.512 64.27 0.51 70.12 0.509

Tr h(t) h(t) = massima precipitazione in mm al tempo t

20 59.99 t = tempo di progetto (ore) = tempo di corrivazione [ore] 1.39

100 76.01 Tr = tempo di ritorno

200 82.90

Q c portata al colmo

dove c 0.8 coefficiente di deflusso

h (t) massima precipitazione in mm al tempo t (vedi punto prec.)

S 21.44 [Km2] Superficie Bacino

T c 1.39 [ore] Tempo di corrivazione

Tr Q c [mc/sec] Tr = tempo di ritorno [anni]

20 205.853

100 260.830

200 284.478

DATI MORFOMETRICI BACINO IDROGRAFICO DATI RISULTANTI

TEMPO DI CORRIVAZIONE (Giandotti)

PREVISIONE QUANTITATIVA DELLE PIOGGE INTENSE

FORMULA

)(8,0

5,14

HoHm

LSTc

−+=

DATI CELLA DELLA GRIGLIA DI DISCRETIZZAZIONE DELLE PIOGGE INTENSE(Cfr. Allegato n.3 della Direttiva n.2 PAI dell'Autorità di Bacino del Fiume PO)

nt ath =)(

MASSIMA PRECIPITAZIONE PROBABILE

PORTATE DI MASSIMA PIENA

FORMULA del METODO RAZIONALE

RISULTATI

c

tc T

SchQ )(278.0=

Software Freeware distribuito da geologi.it

Nel caso di torrenti montani o rii collocati in zone pedemontane risulta particolarmente importante il contributo del trasporto solido rispetto alla portata liquida. L’approccio scientifico a tale fenomeno risulta difficilmente applicabile nel caso di torrenti montani nei quali i regimi idrologici sono molto discontinui, caratterizzati da eventi di piena brevi ed intensi intervallati a periodi di siccità anche estrema.

20

Risulta quindi estremamente problematica la valutazione del volume medio annuo di materiale trasportato da un corso d’acqua, in quanto la gran parte del materiale presente nelle zone di accumulo (lanche, cambi di pendenza, conoide) deriva da eventi di piena puntuali ed estremi, durante i quali buona parte dei depositi presenti in alveo viene mobilizzata. Nel caso in esame si è deciso di adottare un valore più che cautelativo e cioè pari al 20% del trasporto liquido, così come sintetizzato nella tabella seguente: SEZIONE OPERA DI PRESA

Portata di massima piena + trasporto solido (20%) Tempo di ritorno

20 anni 100 anni 200 anni 162.35 m3/s 205.83 m3/s 224.55 m3/s

SEZIONE EDIFICIO CENTRALE-RILASCIO

Portata di massima piena + trasporto solido (20%) Tempo di ritorno

20 anni 100 anni 200 anni 247.02 m3/s 312.99 m3/s 341.37 m3/s

21

2.6 Valutazione dei possibili impatti L'impatto ambientale degli impianti è legato alla trasformazione del territorio e alla derivazione o captazione di risorse idriche da corpi idrici superficiali. Il deflusso minimo vitale costituisce un elemento di valutazione notevole per la stima della effettiva incidenza che hanno le derivazioni sui corpi idrici assoggettati. L'impatto ambientale degli impianti idraulici è ben diverso e varia in misura notevole a seconda che si tratti di impianti a bacino o meno. Fermo restando la presenza di notevoli opere di captazione e contenimento, e l'eventuale esistenza del bacino, che mutano il paesaggio e la fruibilità del territorio, esistono due aspetti che sono strettamente collegati con il prelievo di acque superficiali e che possono generare impatti notevoli di due diversi ordini: • impatto relativo alla variazione (diminuzione) della quantità dell'acqua, con possibili

conseguenze conflittuali per gli utilizzatori; • impatto relativo alla variazione di qualità dell'acqua in conseguenza di variazioni di quantità ed

anche in conseguenza di modificazioni della vegetazione ripuaria. La limitazione dell'entità e della rilevanza di queste due voci può esser conseguita sfruttando il concetto di deflusso minimo vitale (DMV) negli alvei sottesi. In genere, gli impianti mini-hydro presentano un impatto più contenuto di quelli di dimensioni maggiori. La loro presenza sul territorio può contribuire alla regolazione e regimazione delle piene sui corpi idrici a regime torrentizio, specie in aree montane ove esista degrado e dissesto del suolo e, quindi, possono contribuire efficacemente alla difesa e salvaguardia del territorio L’introduzione della tecnologia idroelettrica in un territorio, se pur in possesso di una consolidata esperienza, necessita di azioni preparatorie che devono prendere l’avvio da un’integrazione tra informazioni ingegneristiche delle opere, dalla loro opportunità economica, dalla capacità di un sistema ecologico di incorporare l’inevitabile disturbo, da una condivisione delle decisioni, da un accurato allestimento delle procedure di valutazione e di realizzazione delle opere. In particolare, quando si va ad operare su sistemi ambientali risulta una necessità irrinunciabile quella di avviare procedure preparatorie comprendenti sia il comparto produttivo sia quello socio-culturale e decisionale. Un elemento di ulteriore considerazione che deve spingere alla cautela nei processi decisionali deriva dal valore ambientale che in varia misura ogni territorio possiede. In particolare la presenza di sistemi ambientali unici e che conservano una eredità ambientale e culturale non dispersa dalle più recenti modificazioni dell’era industriale e post-industriale, devono essere analizzati e gestititi con una attenzione particolare.

22

2.6.1 Deflusso Minimo Vitale (Definizioni)

All’art.2 del Regolamento 8/R si trovano le seguenti definizioni di interesse: a) DMV: la portata minima istantanea che deve essere presente in alveo immediatamente a valle dei prelievi, al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati; b) DMV idrologico: la frazione della portata naturale media annua del corpo idrico in una data sezione, calcolata sulla base delle caratteristiche idrologiche peculiari delle diverse aree idrografiche; c) DMV di base: il valore di DMV idrologico corretto in funzione della morfologia dell’alveo (M) e dei fenomeni di scambio idrico dei corsi d’acqua con la falda (A); d) DMV ambientale: il valore di DMV di base comprensivo degli eventuali fattori correttivi riguardanti la naturalità (N), la qualità dell’acqua (Q), la fruizione (F) e le esigenze di modulazione della portata residua a valle dei prelievi (T); Il DMV di base si applica a tutti i prelievi d’acqua da sorgenti e da corsi d’acqua naturali, ivi compresi quelli che originano un invaso (art. 3). Il calcolo del DMV avviene sulla base di quanto indicato nell’allegato A; in particolare Il DMV di base in una determinata sezione del corpo idrico viene calcolato con la seguente formula: DMV base = k*qmeda*S*M*A dove:

k = frazione della portata media annua (determinato per singole aree omogenee) qmeda = portata specifica media annua naturale per unità di superficie del bacino sotteso

(l/s*km2) S = superficie del bacino sottesa alla sezione del corpo idrico (km2)

M = parametro morfologico A = parametro funzione dell’interazione tra acque superficiali e acque sotterranee

Nel calcolo del DMV idrologico non si tiene conto dei fattori correttivi M e A. Il parametro k esprime la frazione percentuale della portata media annua che deve essere considerata nel calcolo della componente idrologica del DMV e viene definito per aree idrografiche omogenee riassunte nella seguente tabella:

23

La portata specifica media annua (qmeda) viene calcolata utilizzando il metodo di regionalizzazione delle portate, in funzione della precipitazione media annua (A) e dell’altitudine media del bacino idrografico (H), calcolata con metodo ipsografico: qmeda = 0.086 * H + 0.03416 * A – 24.5694 Il fattore morfologico M dipende dalla classe morfologica del territorio in cui ricade la sezione di presa, identificabile nella cartografia del PTA (Tavola A 2.12) che di seguito si riporta:

24

Per quanto riguarda il parametro A, che è funzione dei rapporti di interscambio tra acque superficiali e sotterranee, si applica il valore 1 per tutti i corsi d’acqua non compresi nella tabella di cui all’allegato A. Per tenere conto delle caratteristiche ambientali dell’area oggetto di intervento e introdurre un ulteriore effetto di mitigazione degli impatti è stato calcolato il DMV applicando un coefficiente di naturalità (N) pari a 1.4, a definire il DMV ambientale che sarà considerato come base per il calcolo di quello modulato.

2.6.2 CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE

Nella tabella seguente si riportano i dati idrologici e climatologici principali assunti come riferimento:

S A H km2 mm m s.l.m.

12.28 1883.7 1702 dove:

S = superficie del bacino sottesa alla sezione del corpo idrico A = afflusso meteorico medio annuo H = quota media del bacino riferita alla sezione di chiusura

Per il valore di A è stato utilizzato quello riferito all’analisi pluviometrica di cui al relativo capitolo. I valori degli altri parametri di calcolo riferiti al bacino del torrente Dolca e alla sezione di presa oggetto del presente lavoro si riportano nella seguente tabella:

k qmeda l/s*km2 M A N

0.13 54.41 1.10 1.00 1.3

I valori di DMV che ne derivano sono i seguenti:

DMV base 95.63

DMV idrologico 86.94 DMV ambientale 133.89

25

2.6.3 MODULAZIONE DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE

Per i bacini inferiori a 50 kmq, l’art. 10, comma 3del Decreto della Presidente della Giunta Regionale 17 luglio 2007, n. 8/R Regolamento regionale recante: “Disposizioni per la prima attuazione delle norme in materia di deflusso minimo vitale (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61).”, prevede che: “Nelle more della definizione delle misure di area di cui all’articolo 5, sono soggetti alla modulazione dei rilasci, in modo da conservare, seppur attenuata, la naturale variabilità del regime dei deflussi, i nuovi prelievi di portata massima istantanea uguale o maggiore alla portata di durata di 120 giorni del corpo idrico alimentatore valutata in corrispondenza della sezione di prelievo e comunque superiori a 500 litri al secondo.” Poiché nell’ambito del presente progetto la portata massima richiesta risulta superiore al valore limite di 500 l/s, nonché alla q120 (673 l/s) e, in dettaglio, pari a: qmax = 990 l/s risulta necessario prevedere la modulazione temporale dei rilasci, adeguando la portata di rilascio del DMV a valle della traversa di derivazione alla portata istantanea in arrivo alla medesima (Modulazione di tipo A). La portata da rilasciare nel corpo idrico a valle della presa viene calcolata secondo il seguente schema (ex Allegato C, D.P.G.R. 8/R/2007):

Sempre nell’ottica della mitigazione degli impatti e dell’attenzione al contesto ambientale, il calcolo è stato eseguito considerando come valore di base quello del DMV ambientale che vale circa il 40% in più rispetto al DMV base richiesto ed è stato applicato un valore di X (percentuale di modulazione) pari al 18%. I parametri in oggetto sono stati incrementati nelle diverse fasi di progettazione sino ai valori attuali che si ritiene rappresentino una soluzione assolutamente premiante dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente idrico del prelievo, con particolare riferimento alle componenti biologiche. Il calcolo della portata di rilascio modulata è stato quindi eseguito applicando la seguente formula: Qr = DMV ambientale + 18% (Qt – DMV ambientale)

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2.6.4 PORTATE DERIVABILI E PORTATE DERIVATE Nella prima fase di Verifica il progetto presentato prevedeva la portata massima di 1500l/s.

La successiva fase di VIA ha portato il Progettista ed il Proponente a riconsiderare tale quantità, soprattutto alla luce delle problematiche emerse ed evidenziate dai vari enti.

In particolare veniva evidenziata la necessità, presupposto anche di legge per portate superiori ai mille litri, di un monitoraggio delle portate effettive dell’asta in corrispondenza della presa in progetto per poter effettuare la valutazione delle ripercussioni in ambito naturale del progetto, come previsto dall’ Allegato A del D.P.G.R. 10R/2003 (Contenuti e modalità di presentazione della domanda di concessione, licenza, variante e rinnovo e allegati tecnici art. 8) che specifica che ove il prelievo massimo istantaneo richiesto superi la portata media annua del corso d'acqua e sia comunque superiore a 1.000 litri/secondo, la caratterizzazione del regime idrologico nella sezione di presa deve essere sempre basata su misure dirette di portata. Nel caso di corsi d'acqua sprovvisti di stazioni fisse di monitoraggio il proponente dovrà validare la ricostruzione del regime di portate effettuata con i classici metodi dell'idrologia (ad esempio utilizzando criteri di similitudine idrologica con riferimento a bacini analoghi, strumentati) con i dati di portata misurati in continuo nella sezione di presa per un periodo non inferiore ad un anno idrologico.

Allo scopo è stato commissionato alla società Envicons srl uno studio di dettaglio, i cui assunti teorici e pratici vengono descritti accuratamente nell’allegato alle relazioni dello Studio Territorium, denominato “Elaborazione di un modello idraulico finlaizzato alla stima delle portate idriche del corso d’acqua denominato Torrente Dolca – Biella” , a firma dell’Ing. Andrea Scotti.

Il monitoraggio delle portate è iniziato nel mese di novembre 2013 ed è tutt’ora in corso.

Come si evince dagli esiti della campagna di monitoraggio, per cui si rimanda al suddetto elaborato, i valori di portata naturale effettivamente misurati risultano mediamente superiori a quelli stimati con il modello idrologico teorico utilizzato nel progetto (standard SIMPO), tuttavia il periodo di misura, pur rappresentando un utile termine di raffronto, risulta al momento troppo contenuto per poter costituire uno strumento statistico attendibile.

In ogni caso, pur avendo provveduto ad eseguire il monitoraggio delle portate, si è ritenuto di modificare il progetto, limitando la portata e verificandone la convenienza economica.

Quindi, in fase di progettazione per la scelta della portata massima di derivazione dell’impianto, partendo dai dati idrologici disponibili, si sono individuate varie alternative realizzabili per le quali è stato condotto uno studio di tipo economico. In particolare si è valutata per ognuna delle soluzioni la redditività economica, che tiene conto dei costi di realizzazione e mantenimento dell’impianto e delle entrate previste dalla vendita dell’energia prodotta e certificati verdi.

L’analisi del progetto che ha fatto seguito agli esiti delle diverse Conferenze dei Servizi tenutesi presso la sede della Provincia di Biella, ha fatto emergere tra le altre cose, la necessità di riformulare il criterio di calcolo del Deflusso Minimo Vitale utilizzando il fattore morfologico (M) pari a 1.1 in luogo del valore pari a 0.9 sin qui utilizzato, con conseguente modifica dei regimi di prelievo e di rilascio.

In relazione inoltre alle valutazioni dei diversi enti e alle criticità di carattere ambientale emerse connesse ai regimi di prelievo si è inoltre ritenuto di formulare una diversa proposta che tenesse conto del fatto che l’ipotesi di progetto, che pur adottando con criterio conservativo nei confronti degli equilibri ambientali, un fattore di naturalità (N) nel calcolo del DMV pari a 1.3 e una modulazione del rilascio con coefficiente pari al 15%, presenta elementi di criticità nei confronti dei seguenti aspetti principali:

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• Prolungamento di condizioni critiche peggiori di quelle descritte per la Q355 per più di 150 gg

• Eccessiva riduzione di portata in alveo nel periodo riproduttivo delle specie ittiche presenti, con particolare riferimento al mese di dicembre

Per questi motivi si è deciso di proporre un’interruzione stagionale del prelievo nei periodi caratterizzati statisticamente da portate più scarse e, in particolare nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, nei quali gli effetti della derivazione risultano più rilevanti e solo in parte vengono mitigati dal rilascio del DMV.

Il definitivo processo di elaborazione del progetto nonché di confronto con i diversi enti deputati alla valutazione della proposta ha portato all’attuale configurazione del sistema prelievi/rilasci, sensibilmente più conservativa nei confronti degli equilibri ambientali che prevede, in estrema sintesi:

Fattore di naturalità = 1.4 Modulazione del rilascio (DMV) con fattore X = 18%

Interruzione del prelievo per una durata di 100 giorni/anno Portata massima derivata = 990 l/s

Sulla base di quanto emerso dall’analisi dei deflussi medi e definiti i criteri per il calcolo del Deflusso Minimo Vitale è quindi possibile definire i volumi d’acqua derivabili dalle opere di derivazione sulla base della curva di durata delle portate utilizzando una scansione temporale giornaliera.

L’interruzione stagionale del prelievo, sulla curva di durata delle portate, che non definisce gli andamenti stagionali, viene ipotizzata nel periodo compreso tra la Q265 e la Q365, cioé fatta coincidere con il periodo di magra del torrente, con buona probabilità coincidente con il periodo dicembre/febbraio in cui si prevede di sospendere la derivazione.

Come dettagliato nella Relazione Tecnica e nella Relazione specialistica di progettazione di un passaggio per pesci a bacini successivi sul T. Dolca, i manufatti per la modulazione del rilascio e per l’alimentazione del passaggio per i pesci, sono stati progettati in modo tale da rispettare l’andamento della curva teorica del DMV.

Nella tabella che segue si riassumono i dati giornalieri relativi a:

• Portata naturale

• DMV modulato

• Portata derivabile

• Portata derivata

• Portata rilasciata

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durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 0 2763 607 2156 990 1773 1 2742 603 2139 990 1752 2 2720 599 2121 990 1730 3 2699 596 2103 990 1709 4 2677 592 2086 990 1687 5 2656 588 2068 990 1666 6 2635 584 2051 990 1645 7 2613 580 2033 990 1623 8 2592 576 2015 990 1602 9 2570 572 1998 990 1580 10 2549 569 1980 990 1559 11 2527 565 1963 990 1537 12 2506 561 1945 990 1516 13 2484 557 1927 990 1494 14 2463 553 1910 990 1473 15 2441 549 1892 990 1451 16 2420 545 1875 990 1430 17 2398 542 1857 990 1408 18 2377 538 1839 990 1387 19 2356 534 1822 990 1366 20 2334 530 1804 990 1344 21 2313 526 1787 990 1323 22 2291 522 1769 990 1301 23 2270 518 1751 990 1280 24 2248 514 1734 990 1258 25 2227 511 1716 990 1237 26 2205 507 1699 990 1215 27 2184 503 1681 990 1194 28 2162 499 1663 990 1172 29 2141 495 1646 990 1151 30 2120 491 1628 990 1130 31 2098 487 1611 990 1108 32 2077 484 1593 990 1087 33 2055 480 1575 990 1065 34 2034 476 1558 990 1044 35 2012 472 1540 990 1022 36 1991 468 1523 990 1001 37 1969 464 1505 990 979 38 1948 460 1487 990 958 39 1926 457 1470 990 936 40 1905 453 1452 990 915 41 1883 449 1435 990 893 42 1862 445 1417 990 872 43 1841 441 1399 990 851 44 1819 437 1382 990 829 45 1798 433 1364 990 808 46 1776 429 1347 990 786 47 1755 426 1329 990 765 48 1733 422 1311 990 743 49 1712 418 1294 990 722 50 1690 414 1276 990 700 51 1669 410 1259 990 679 52 1647 406 1241 990 657 53 1626 402 1224 990 636 54 1605 399 1206 990 615 55 1583 395 1188 990 593 56 1562 391 1171 990 572 57 1540 387 1153 990 550 58 1519 383 1136 990 529 59 1497 379 1118 990 507 60 1476 375 1100 990 486

29

durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 61 1454 372 1083 990 464 62 1433 368 1065 990 443 63 1411 364 1048 990 421 64 1390 360 1030 990 400 65 1368 356 1012 990 378 66 1347 352 995 990 357 67 1326 348 977 977 348 68 1304 345 960 960 345 69 1283 341 942 942 341 70 1261 337 924 924 337 71 1240 333 907 907 333 72 1218 329 889 889 329 73 1197 325 872 872 325 74 1175 321 854 854 321 75 1154 317 836 836 317 76 1132 314 819 819 314 77 1111 310 801 801 310 78 1089 306 784 784 306 79 1068 302 766 766 302 80 1047 298 748 748 298 81 1025 294 731 731 294 82 1004 290 713 713 290 83 982 287 696 696 287 84 961 283 678 678 283 85 939 279 660 660 279 86 918 275 643 643 275 87 896 271 625 625 271 88 875 267 608 608 267 89 853 263 590 590 263 90 832 260 572 572 260 91 811 256 555 555 256 92 806 255 551 551 255 93 801 254 547 547 254 94 796 253 543 543 253 95 792 252 539 539 252 96 787 251 536 536 251 97 782 251 532 532 251 98 778 250 528 528 250 99 773 249 524 524 249 100 768 248 520 520 248 101 763 247 516 516 247 102 759 246 512 512 246 103 754 245 508 508 245 104 749 245 505 505 245 105 744 244 501 501 244 106 740 243 497 497 243 107 735 242 493 493 242 108 730 241 489 489 241 109 726 240 485 485 240 110 721 240 481 481 240 111 716 239 477 477 239 112 711 238 473 473 238 113 707 237 470 470 237 114 702 236 466 466 236 115 697 235 462 462 235 116 692 234 458 458 234 117 688 234 454 454 234 118 683 233 450 450 233 119 678 232 446 446 232 120 673 231 442 442 231 121 669 230 439 439 230 122 664 229 435 435 229

30

durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 123 659 228 431 431 228 124 655 228 427 427 228 125 650 227 423 423 227 126 645 226 419 419 226 127 640 225 415 415 225 128 636 224 411 411 224 129 631 223 408 408 223 130 626 223 404 404 223 131 621 222 400 400 222 132 617 221 396 396 221 133 612 220 392 392 220 134 607 219 388 388 219 135 603 218 384 384 218 136 598 217 380 380 217 137 593 217 377 377 217 138 588 216 373 373 216 139 584 215 369 369 215 140 579 214 365 365 214 141 574 213 361 361 213 142 569 212 357 357 212 143 565 211 353 353 211 144 560 211 349 349 211 145 555 210 346 346 210 146 551 209 342 342 209 147 546 208 338 338 208 148 541 207 334 334 207 149 536 206 330 330 206 150 532 205 326 326 205 151 527 205 322 322 205 152 522 204 318 318 204 153 517 203 315 315 203 154 513 202 311 311 202 155 508 201 307 307 201 156 503 200 303 303 200 157 499 200 299 299 200 158 494 199 295 295 199 159 489 198 291 291 198 160 484 197 287 287 197 161 480 196 284 284 196 162 475 195 280 280 195 163 470 194 276 276 194 164 465 194 272 272 194 165 461 193 268 268 193 166 456 192 264 264 192 167 451 191 260 260 191 168 447 190 256 256 190 169 442 189 252 252 189 170 437 188 249 249 188 171 432 188 245 245 188 172 428 187 241 241 187 173 423 186 237 237 186 174 418 185 233 233 185 175 413 184 229 229 184 176 409 183 225 225 183 177 404 183 221 221 183 178 399 182 218 218 182 179 395 181 214 214 181 180 390 180 210 210 180 181 385 179 206 206 179 182 380 178 202 202 178 183 379 178 201 201 178 184 377 178 199 199 178

31

durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 185 375 177 198 198 177 186 374 177 197 197 177 187 372 177 195 195 177 188 370 176 194 194 176 189 369 176 193 193 176 190 367 176 191 191 176 191 366 176 190 190 176 192 364 175 189 189 175 193 362 175 187 187 175 194 361 175 186 186 175 195 359 174 185 185 174 196 357 174 183 183 174 197 356 174 182 182 174 198 354 174 181 181 174 199 352 173 179 179 173 200 351 173 178 178 173 201 349 173 176 176 173 202 347 172 175 175 172 203 346 172 174 174 172 204 344 172 172 172 172 205 343 171 171 171 171 206 341 171 170 170 171 207 339 171 168 168 171 208 338 171 167 167 171 209 336 170 166 166 170 210 334 170 164 164 170 211 333 170 163 163 170 212 331 169 162 162 169 213 329 169 160 160 169 214 328 169 159 159 169 215 326 168 158 158 168 216 324 168 156 156 168 217 323 168 155 155 168 218 321 168 154 154 168 219 320 167 152 152 167 220 318 167 151 151 167 221 316 167 150 150 167 222 315 166 148 148 166 223 313 166 147 147 166 224 311 166 146 146 166 225 310 166 144 144 166 226 308 165 143 143 165 227 306 165 141 141 165 228 305 165 140 140 165 229 303 164 139 139 164 230 302 164 137 137 164 231 300 164 136 136 164 232 298 163 135 135 163 233 297 163 133 133 163 234 295 163 132 132 163 235 293 163 131 131 163 236 292 162 129 129 162 237 290 162 128 128 162 238 288 162 127 127 162 239 287 161 125 125 161 240 285 161 124 124 161 241 283 161 123 123 161 242 282 161 121 121 161 243 280 160 120 120 160 244 279 160 119 119 160 245 277 160 117 117 160 246 275 159 116 116 159

32

durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 247 274 159 115 115 159 248 272 159 113 113 159 249 270 158 112 112 158 250 269 158 111 111 158 251 267 158 109 109 158 252 265 158 108 108 158 253 264 157 106 106 157 254 262 157 105 105 157 255 260 157 104 104 157 256 259 156 102 102 156 257 257 156 101 101 156 258 256 156 100 100 156 259 254 155 98 98 155 260 252 155 97 97 155 261 251 155 96 96 155 262 249 155 94 94 155 263 247 154 93 93 154 264 246 154 92 92 154 265 244 154 90 90 154 266 242 153 89 0 242 267 241 153 88 0 241 268 239 153 86 0 239 269 237 153 85 0 237 270 236 152 84 0 236 271 234 152 82 0 234 272 233 152 81 0 233 273 231 151 80 0 231 274 229 151 78 0 229 275 228 151 77 0 228 276 227 151 77 0 227 277 226 151 76 0 226 278 226 150 75 0 226 279 225 150 74 0 225 280 224 150 74 0 224 281 223 150 73 0 223 282 222 150 72 0 222 283 221 150 71 0 221 284 220 149 71 0 220 285 219 149 70 0 219 286 218 149 69 0 218 287 217 149 68 0 217 288 216 149 67 0 216 289 215 149 67 0 215 290 214 148 66 0 214 291 213 148 65 0 213 292 212 148 64 0 212 293 211 148 64 0 211 294 211 148 63 0 211 295 210 148 62 0 210 296 209 147 61 0 209 297 208 147 61 0 208 298 207 147 60 0 207 299 206 147 59 0 206 300 205 147 58 0 205 301 204 146 57 0 204 302 203 146 57 0 203 303 202 146 56 0 202 304 201 146 55 0 201 305 200 146 54 0 200 306 199 146 54 0 199 307 198 145 53 0 198 308 197 145 52 0 197

33

durata Portata naturale

DMV Modulato

Portata derivabile

Portata derivata

Portata rilasciata

gg l/s l/s l/s l/s l/s 309 196 145 51 0 196 310 196 145 51 0 196 311 195 145 50 0 195 312 194 145 49 0 194 313 193 144 48 0 193 314 192 144 47 0 192 315 191 144 47 0 191 316 190 144 46 0 190 317 189 144 45 0 189 318 188 144 44 0 188 319 187 143 44 0 187 320 186 143 43 0 186 321 185 143 42 0 185 322 184 143 41 0 184 323 183 143 41 0 183 324 182 143 40 0 182 325 181 142 39 0 181 326 181 142 38 0 181 327 180 142 37 0 180 328 179 142 37 0 179 329 178 142 36 0 178 330 177 142 35 0 177 331 176 141 34 0 176 332 175 141 34 0 175 333 174 141 33 0 174 334 173 141 32 0 173 335 172 141 31 0 172 336 171 141 31 0 171 337 170 140 30 0 170 338 169 140 29 0 169 339 168 140 28 0 168 340 167 140 27 0 167 341 166 140 27 0 166 342 166 140 26 0 166 343 165 139 25 0 165 344 164 139 24 0 164 345 163 139 24 0 163 346 162 139 23 0 162 347 161 139 22 0 161 348 160 139 21 0 160 349 159 138 21 0 159 350 158 138 20 0 158 351 157 138 19 0 157 352 156 138 18 0 156 353 155 138 17 0 155 354 154 138 17 0 154 355 153 137 16 0 153 356 152 137 15 0 152 357 151 137 14 0 151 358 151 137 14 0 151 359 150 137 13 0 150 360 149 137 12 0 149 361 148 136 11 0 148 362 147 136 11 0 147 363 146 136 10 0 146 364 145 136 9 0 145 365 144 136 8 0 144

MEDIA MEDIA MEDIA MEDIA 713 238 358 355

34

Portata media derivata Portata massima derivata Rilascio effettivo medio l/s l/s l/s

358 990 355

Torrente DolcaSintesi Idrologica

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

0 50 100 150 200 250 300 350 400

Portata naturale DMV teorico Portata Derivata Portata Rilasciata

Come si evince dall’analisi delle curve e della tabella, il fermo dell’impianto per un periodo di circa 100 giorni consente di garantire il deflusso delle portate naturali in alveo nel periodo di massima criticità e azzera il periodo in cui le portate rilasciate risultano inferiori alla Q355 (153 l/s), in quanto il fermo dell’impianto agisce, almeno teoricamente, in modo da garantire sempre una portata in alveo > Q355. Tutte le modifiche introdotte, per quanto attiene ai regimi di prelievo vanno nella direzione di privilegiare gli aspetti ambientali, con particolare riferimento ai volumi rilasciati e alla loro modulazione temporale. In particolare nella prima proposta progettuale che era stata avanzata in Fase di Verifica ai sensi della L.R. 40/98, il rapporto tra portate derivate e rilasci definiva un rapporto di circa 2/3 (derivate) a 1/3 (rilasciate), nell’ambito della proposta del 2012 inserita nel progetto sottoposto a fase di VIA la portata rilasciata era pari a circa il 44% di quella prelevata, con un rilascio medio di circa 306 l/s; l’attuale soluzione, che come detto, prevede un incremento del DMV e del regime di modulazione oltre ad un’interruzione del prelievo, porta sostanzialmente in parità il rapporto tra rilasci e prelievi con un incremento netto della portata media di prelievo pari a circa il 16% rispetto alla precedente ipotesi.

35

Va inoltre rilevato che il periodo di interruzione del prelievo sarà riferito alla stagione invernale che individua tipicamente la fase di magra del corso d’acqua, che si può quindi identificare con le portate inferiori alla Q265 nella curva di durata delle portate. A titolo di confronto è stata anche eseguita una verifica sulla base delle portate medie mensili, ipotizzando lo stesso criterio di calcolo del DMV modulato, al fine di verificare l’impatto “medio” nei mesi in cui si prevede il fermo dell’impianto. Si tratta di valutazioni che devono essere considerate del tutto indicative rispetto al regime effettivo dei prelievi e delle portate naturali, in quanto si riferiscono a valori mediati su base mensile per i quali non è possibile tracciare una curva di durata attendibile.

Portata DMV modulato Portata derivata Rilascio l/s l/s l/s l/s

Gennaio 278.08 162.72 0.00 278.08 Febbraio 280.97 163.30 0.00 280.97 Marzo 360.82 179.27 181.55 179.27 Aprile 713.47 249.80 463.66 249.80 Maggio 1137.83 334.67 803.15 334.67 Giugno 1246.59 356.43 890.16 356.43 Luglio 829.62 273.03 556.58 273.03 Agosto 643.49 235.81 407.69 235.81

Settembre 699.56 247.02 452.54 247.02 Ottobre 738.60 254.83 483.77 254.83

Novembre 708.94 248.90 460.05 248.90 Dicembre 381.28 183.36 0.00 381.28

3 MODALITA’ DI DEFLUSSO DI PIENA

3.1 INTRODUZIONE AL MODELLO DI CALCOLO Il software di calcolo utilizzato, denominato HEC-RAS, simula un modello idraulico in moto permanente ed è stato sviluppato dall’Hydrologic Engeneering Center dell’U.S. Army Corps of Engineers (California). Lo studio idraulico dell’andamento delle portate nel torrente indagato tramite il modello numerico è impostato in modo da perseguire i seguenti obiettivi: • definire ed evidenziare le eventuali aree soggette a esondazione precisando l'ampiezza della via di piena • definire le quote raggiunte dal pelo libero nonché (ove possibile) gli eventuali rigurgiti causati dai manufatti in alveo; Il modello calcola i profili di superficie libera in moto permanente gradualmente variato (in senso spaziale e non temporale) in alvei prismatici e non prismatici. Entrambi i tipi di corrente, lenta e veloce, possono essere calcolati così come le conseguenze di diverse tipologie di accidentalità e strutture di cui si conosca la relazione fra carico e portata defluente. Il modello è comunque vincolato nel suo utilizzo da tre condizioni: • il moto deve essere permanente poiché le equazioni non contengono termini dipendenti dal tempo; • il moto deve essere gradualmente variato in senso spaziale poiché le equazioni ipotizzano la distribuzione idrostatica delle pressioni in seno alla corrente; • il moto è monodimensionale. È rilevante ed importante evidenziare la capacità del modello di dare attendibili risultati nella gestione delle aree inondabili circostanti gli alvei naturali. In questo senso è quindi possibile: • determinare le aree inondabili da parte di portate diverse allo scopo di predisporre l'opportuna protezione; • studiare le conseguenze d'uso delle aree golenali e il loro danneggiamento; • definire i miglioramenti dell’alveo atti a ridurre le conseguenze delle inondazioni. • Valutare l’idoneità di sezioni di deflusso. Proprio nell'ottica di queste problematiche l'utilizzo del modello numerico in questione risulta essere estremamente efficace. La possibilità di determinare il comportamento del profilo del corso d'acqua tenendo conto anche dell'influenza esercitata dai manufatti e/o dalla diversa presenza vegetativa in alveo consente di tracciare con buona precisione la via di piena e le sue caratteristiche. Il modello di calcolo effettua simulazioni di moto permanente, situazione di calcolo che in realtà non si presenta in quanto è noto dalla teoria che la portata massima in ogni sezione si presenta

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per un tempo limitato, presentando la curva (tempo, portata) una forma a campana ed essendo presenti nel fenomeno delle piene vari fenomeni tra i quali i più noti sono l’effetto di laminazione del corso d’acqua, l’invaso e la corrivazione. Nonostante tutto, la simulazione assume rilevanza fondamentale perché, per i motivi sopra descritti, rappresenta una verifica in termini più gravosi del corso d’acqua (si presenta una portata elevata per tempi più lunghi di quelli che si hanno in realtà), permettendo quindi di fare raggiungere elevati gradi di sicurezza ai tratti di corso d’acqua simulati. Il software implementato consente di determinare con precisione l'effetto di rigurgito dovuto alla presenza di tratti d’alveo fortemente ristretti ovvero di ponti (limitanti, come noto, la sezione bagnata di passaggio con le spalle, le pile interne o addirittura con l’impalcato). Particolare importanza riveste la possibilità di parametrizzare il coefficiente di scabrezza per alveo e golene. Inoltre, è possibile creare all'interno di ciascuna sezione trasversale del corso d'acqua più zone a scabrezza omogenea in modo da approssimare con precisione notevole il valore del suddetto parametro, troppo spesso legato all'imprecisione del coefficiente di scabrezza equivalente. L’insieme dei dati di output è strutturato in modo da fornire la conoscenza globale dei fenomeni che interessano l’intera area occupata dalla portata di piena. Essi risultano quindi suddivisi in dati relativi alle aree golenali e al canale principale di deflusso. Le informazioni fornite riguardano diversi parametri fisici e di simulazioni quali, per esempio: • quota del pelo libero; • quota del gradiente energetico; • velocità e portata, relativa a golene e canale principale; • larghezza del pelo libero e area bagnata; • principali parametri geometrici e sezioni trasversali; • sezioni trasversali con tirante idrico; • profilo di moto permanente.

3.2 DATI GEOMETRICI E PARAMETRI IDRAULICI In generale, uno studio idraulico finalizzato all’individuazione delle aree esondabili contigue ad un alveo fluviale, in occasione di piene eccezionali, fonda buona parte della propria attendibilità sulla validità (e quindi sul grado di dettaglio) dei dati geometrici e dei parametri (ad es., la scabrezza) inseriti nel modello matematico di simulazione. Nel caso specifico dello studio condotto, manca ovunque la possibilità di calibrare i parametri idraulici, quale il coefficiente di scabrezza (che definisce la resistenza al moto offerta dal perimetro della sezione bagnata), non essendo installate lungo l’intero corso del torrente stazioni di tele-misura delle grandezze idrauliche – livello idrico, portata e mancando di conseguenza serie storiche di dati, registrati cioè in modo continuativo, alle quali riferirsi; ciò impedisce di ricostruire eventi di piena passati (seguendo il metodo di ottenere, variando opportunamente il coefficiente di scabrezza, un andamento dei livelli simulati il più aderente possibile a quello delle quote idrometriche effettive in corrispondenza delle “stazioni di misura”) e di ricavare pertanto i valori delle scabrezze contestuali.

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Questi ultimi rappresenterebbero un valido punto di partenza per la stima dei valori della scabrezza di progetto, da adottare cioè per le simulazioni delle sollecitazioni idrologiche prescelte anche nell’eventualità di condizioni di alveo adeguatamente mantenuto mediante interventi programmati di risagomatura e/o sfalcio della vegetazione. I valori del coefficiente di scabrezza dell’alveo sono stati pertanto determinati, in maniera senz’altro meno rigorosa, assemblando le informazioni dedotte dalle seguenti attività conoscitive: • Sopralluoghi sul campo per accertare lo stato di manutenzione dell’alveo, con particolare

attenzione alla vegetazione infestante (densità, tipologia, età, sviluppo della chioma, posizione all’interno del corso d’acqua, …) ed al materiale di fondo alveo;

• Consultazione della bibliografia italiana ed estera, prodotta negli ultimi decenni nel campo dell’ingegneria fluviale ed ambientale;

• Comparazione della situazione riscontrata sulle aste esaminate con quella già studiata ed interpretata per numerosi altri fiumi e torrenti facenti parte di bacini idrografici limitrofi, utilizzando in maniera semplificata il banale ma efficace “principio della massima verosimiglianza” (si veda il metodo dell’U.S. Geological Survey basato sulla similitudine degli alvei).

Una valutazione di massima dei valori di scabrezza è stata inoltre eseguita seguendo la metodologia utilizzata dall’ “U.S. Soil Conservation Service”: in pratica, si parametrizzano le caratteristiche principali della resistenza idraulica offerta dall’alveo tramite la seguente tabella.

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Ad ogni codice viene associato un contributo di scabrezza, e la scabrezza complessiva viene calcolata mediante la seguente formula empirica: n = (n1 + n2 + n3 + n4 +n5 ) * n6 dove n è il coefficiente di scabrezza secondo Manning ed i parametri n1 ÷ n6 rappresentano i contributi che corrispondono alle caratteristiche di scabrezza sopra definite. Per quanto riguardo il Torrente Dolca, l’alveo in esame è a fondo naturale in ghiaia grossolana ad irregolarità minore, variazione della sezione graduale, mantenendo condizioni uniformi, ed un effetto relativo alle ostruzioni apprezzabile. La quantità di vegetazione è bassa mentre la tortuosità è minore. n = (0,028 + 0,005 + 0,00 + 0,020 + 0,005) * 1 Da ciò risulta un valore di n pari a 0,058

3.3 RISULTATI ELABORAZIONI HEC-RAS Le verifiche sono state condotte considerando portate con tempi di ritorno pari a 200 anni, tenendo conto anche degli apporti dovuti al trasporto solido quantificate cautelativamente in circa il 20% di quelli liquido. Le elaborazioni sono state effettuate sia nella zona di presa, che nella zona di prevista realizzazione della centrale. I calcoli sono stati effettuati sia sullo stato attuale che sulla configurazione di progetto in modo da poter evidenziare le differenze che si andranno a creare ad interventi completati. Al fine di favorire un regolare deflusso delle acque, la porzione di fondo alveo della zona di attraversamento del ponte sarà regolarizzata asportando i detriti e massi che maggiormente ostruiscono il passaggio e attraverso la ricostruzione di una platea in cls e pietrame che sarà resa solidale con il manufatto di derivazione. Nel calcolo idraulico in configurazione di progetto non si è tenuto cautelativamente conto del miglioramento delle condizioni di scabrezza del fondo alveo indotto dalla sua pavimentazione. Negli estratti planimetrici che seguono si riportano le tracce delle sezioni di calcolo, che si ricorda nella simulazione HEC - RAS sono sempre rappresentate con la sorgente alle spalle.

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Planimetria Generale con traccia delle sezioni di calcolo – Zona presa

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Planimetria Generale con traccia delle sezioni di calcolo – Zona edificio centrale

Di seguito vengono presentati i risultati ottenuti sia in versione grafica (rappresentando le sezioni di deflusso analizzate, con vista spalle alla sorgente) sia tramite una tabella riassuntiva dei principali parametri entranti in gioco nel processo di calcolo della simulazione.

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TORRENTE DOLCA – ZONA DI PRESA – STATO ATTUALE

Sezione di deflusso 1 (D-D tavole progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 2 (zona prevista posa opera di presa) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 3, libera immediatamente a valle del ponte - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

45

Sezione di deflusso 4 (Sezione ponte downstream) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 4, (sezione ponte upstream) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 5, libera immediatamente a monte del ponte - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 6 (C-C tavole di progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 7, vecchia zona opera di presa - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Profilo dell’ondata di piena - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Tabella riassuntiva dei principali parametri calcolati nell’elaborazione HEC RAS Portata di massima piena con Tr = 200 anni (solido + liquido)

Reach River Sta Profile Q Total Min Ch El

W.S. Elev

Crit W.S.

E.G. Elev

E.G. Slope

Vel Chnl

Flow Area

Top Width

Froude # Chl

(m3/s) (m) (m) (m) (m) (m/m) (m/s) (m2) (m) Dolca 7 PF 1 224.00 1104.61 1107.22 1107.73 1109.03 0.070048 6.11 40.14 27.12 1.54 Dolca 6 PF 1 224.00 1097.75 1102.59 1101.02 1102.98 0.004644 2.80 87.88 27.30 0.45 Dolca 5 PF 1 224.00 1097.16 1101.64 1100.97 1102.79 0.012172 4.91 55.20 15.42 0.76 Dolca 4 Bridge Dolca 3 PF 1 224.00 1097.16 1100.97 1100.97 1102.64 0.022009 5.89 44.96 15.02 0.99 Dolca 2 PF 1 224.00 1097.37 1100.36 1100.87 1102.53 0.042247 6.60 36.79 15.67 1.30 Dolca 1 PF 1 224.00 1093.26 1096.40 1097.38 1099.00 0.072915 7.14 31.36 14.45 1.55

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TORRENTE DOLCA - ZONA DI PRESA – STATO DI PROGETTO

Sezione di deflusso 1 (D-D tavole progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 2 (opera di presa) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 3, libera immediatamente a valle del ponte - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

55

Sezione di deflusso 4 (Sezione ponte downstream) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 4 (Sezione ponte upstream) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 5, libera immediatamente a monte del ponte - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 6 (C-C tavole di progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

59

Sezione di deflusso 7, vecchia zona opera di presa - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Profilo dell’ondata di piena - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Tabella riassuntiva dei principali parametri calcolati nell’elaborazione HEC RAS

Portata di massima piena con Tr = 200 anni (solido + liquido)

Reach River Sta Profile Q Total Min Ch El

W.S. Elev

Crit W.S.

E.G. Elev

E.G. Slope Vel Chnl

Flow Area

Top Width

Froude # Chl

(m3/s) (m) (m) (m) (m) (m/m) (m/s) (m2) (m) Dolca 7 PF 1 224.00 1104.61 1107.22 1107.73 1109.03 0.070048 6.11 40.14 27.12 1.54 Dolca 6 PF 1 224.00 1097.75 1102.94 1101.02 1103.26 0.003439 2.55 97.52 27.62 0.39 Dolca 5 PF 1 224.00 1097.46 1102.07 1101.20 1103.10 0.010405 4.69 58.93 15.42 0.71 Dolca 4 Bridge Dolca 3 PF 1 224.00 1097.46 1101.88 1103.02 0.012051 4.90 56.08 15.42 0.76 Dolca 2 PF 1 224.00 1097.69 1101.43 1101.43 1102.94 0.036565 5.64 45.32 16.03 1.03 Dolca 1 PF 1 224.00 1093.26 1096.23 1097.35 1099.28 0.091323 7.73 28.97 14.12 1.72

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TORRENTE DOLCA – ZONA EDIFICIO CENTRALE – STATO AT TUALE E DI PROGETTO

Sezione di deflusso 1 (D-D tavole progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 2 (B-B tavole progetto, edificio centrale) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Sezione di deflusso 3 (C-C tavole progetto) - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Profilo dell’ondata di piena - T.r. di 200 anni (solido + liquido)

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Tabella riassuntiva dei principali parametri calcolati nell’elaborazione HEC RAS Portata di massima piena con Tr = 200 anni (solido + liquido)

Reach River Sta Profile Q Total Min Ch El

W.S. Elev

Crit W.S.

E.G. Elev

E.G. Slope Vel Chnl

Flow Area

Top Width

Froude # Chl

(m3/s) (m) (m) (m) (m) (m/m) (m/s) (m2) (m)

Dolca 3 PF 1 341.00 955.23 959.48 958.99 960.09 0.014825 3.53 102.28 47.34 0.75

Dolca 2 PF 1 341.00 953.63 957.84 957.84 958.88 0.026833 4.55 77.63 38.24 0.99

Dolca 1 PF 1 341.00 951.52 954.81 955.19 956.73 0.032298 6.44 63.82 26.65 1.18

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3.4 ANALISI DEI RISULTATI I risultati delle elaborazioni dei modelli idraulici considerati hanno premesso di verificare che l’intervento di progetto, non comporta sensibili variazioni delle altezze delle portate di piena ad esclusione della zona di prevista realizzazione dell’opera di presa. Sezione H. Q200 configurazione Attuale H. Q200 configurazione Progetto (m) (m)

7 1107.22 = 1107.22

6 1102.59 < 1102.94

5 1101.64 < 1102.07

4 ponte

3 1100.97 < 1101.88

2 presa 1100.36 < 1101.43

1 1096.40 > 1096.23

Quote del profilo di piena delle portate Q200 (solide + liquide) nelle condizioni attuali e di progetto relativamente alla zona di prevista realizzazione dell’opera di presa

Il modesto effetto di rigurgito indotto dalla formazione dell’opera di derivazione, che presenta risalto ridottissimo rispetto al fondo alveo naturale, risulta in ogni caso pienamente compatibile con l’equilibrio idraulico del corso d’acqua e con le sezioni di deflusso individuate dall’attraversamento stradale. Va inoltre tenuto anche conto che nella verifica, cautelativamente, non si è tenuto conto del miglioramento della scabrezza del fodno alveo nel tratto compreso tra l’imbocco del ponte e l’opera di derivazione indotto dagli interventi di manutenzione e dalla formazione della platea in cls e pietrame che consentirà di ripristinare i settori sottoescavati della spalla destra del ponte. L’innalzamento di quota dell’acqua al di sotto dell’impalcato del ponte è infatti dovuta anche all’esecuzione dell’intervento di sottomurazione e consolidamento che ripristinerà la quota di fondo alveo di progetto dell’opera di attraversamento. Per quanto riguarda la zona di prevista realizzazione dell’edificio centrale è stata verificata la sola configurazione di progetto, in quanto l’intervento non andrà a modificare l’assetto delle sponde, se non in corripondenza del punto di rilascio dove tuttavia si prevede di ricostituire il profilo originale della sponda. Le verifiche hanno permesso di verificare che il manufatto risulta situato in una posizione tale da non interferire in alcun modo con le quote dell’onda di piena, e quindi in condizioni di sicurezza anche in occasione di piene di carattere eccezionale. Il ramo di destra del torrente Dolca nel quale avviene lo scarico delle acque turbinate presenta una quota di fondo alveo superiore a quella del ramo principale di sinistra e viene attivato solo in occasione di portate idriche elevate, in ogni caso qualora il livello delle acque di piena impedisca il rilascio delle acque turbinate l’impianto automaticamente si arresta e il prelievo si interrompe.

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4 STRATEGIE DI MITIGAZIONE

Nei confronti dell’utilizzo della risorsa idrica superficiale il principale criterio di mitigazione degli impatti deriva sostanzialmente dall’applicazione della normativa relativa al rilascio del Deflusso Minimo Vitale. Le procedure di calcolo sono state condotte utilizzando criteri estremamente conservativi, in particolare è stato utilizzato un coefficiente di naturalità pari a 1.4 a definire un DMV di tipo ambientale che determina in sostanza un incremento del 40% della portata da rilasciare rispetto al valore calcolato per il DMV di base. Il valore del DMV ambientale ottenuto è stato utilizzato come base anche per la definizione del DMV modulato per il quale è stata considerata un’aliquota moltiplicativa per il delta tra portata naturale e DMV pari al 18%, in modo tale da incrementare ulteriormente il volume rilasciato rispetto ai minimi previsti dalla norma (10%). La modulazione del rilascio rappresenta un ulteriore fattore di tutela nei confronti degli equilibri idrobiologici del corso d’acqua in quanto consente di evitare appiattimenti delle portate poco compatibili con i naturali regimi del corso d’acqua. L’evoluzione del progetto, derivante anche dall’interazione con gli enti che hanno valutato la documentazione presentata prima durante la fase di verifica, poi durane la fase di VIA ha portato ad una serie di scelte progettuali sempre dirette verso la riduzione degli impatti sul territorio e, nel caso specifico, della componente idrica in modo particolare. Nei diversi step progettuali sono state progressivamente ridotte le portate massime di derivazione di un’entità prossima al 35% (da 1500 l/s a 990 l/s), sono stati incrementati i valori del fattore di naturalità ai fini del calcolo del DMV ambientale fino all’attuale 1.4, è stata incrementata la frazione di calcolo del DMV modulato fino all’attuale 18% ed è stato introdotto un periodo di interruzione del prelievo di 100 giorni coincidenti con il periodo di magra invernale, quindi con le condizioni di stress idrico più critiche per il torrente e con le fasi riproduttive di specie ittiche da salvaguardare. Il fermo dell’impianto per un periodo di circa 100 giorni consente di garantire il deflusso delle portate naturali in alveo nel periodo di massima criticità e azzera il periodo in cui le portate rilasciate risultano inferiori alla Q355 (153 l/s), in quanto il fermo dell’impianto agisce, in modo da garantire sempre una portata in alveo > Q355. Tutte le modifiche introdotte, per quanto attiene ai regimi di prelievo vanno quindi nella direzione di privilegiare gli aspetti ambientali, con particolare riferimento ai volumi rilasciati e alla loro modulazione temporale. In particolare nella prima proposta progettuale che era stata avanzata in Fase di Verifica ai sensi della L.R. 40/98, il rapporto tra portate derivate e rilasci definiva un rapporto di circa 2/3 (derivate) a 1/3 (rilasciate), nell’ambito della proposta del 2012 inserita nel progetto sottoposto a fase di VIA la portata rilasciata era pari a circa il 44% di quella prelevata, con un rilascio medio di circa 306 l/s; l’attuale soluzione, che come detto, prevede un incremento del DMV e del regime di modulazione oltre ad un’interruzione del prelievo, porta sostanzialmente in parità il rapporto tra rilasci e prelievi con un incremento netto della portata media di prelievo pari a circa il 16% rispetto alla precedente ipotesi.

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Poiché nell’ottica della valutazione del rapporto costi/benefici dell’operazione devono essere ovviamente computati anche i costi relativi agli impatti sull’ambiente, si ritiene che la proposta progettuale presenti comunque un saldo positivo, riducendo in modo evidente gli impatti sull’ambiente con particolare riferimento agli equilibri idroambientali del corso d’acqua che sarà oggetto di intervento. Nel capitolo relativo alle portate derivabili e derivate (cap. 2.6.4.) sono descritte in modo più dettagliato le diverse fasi che hanno portato all’attuale configurazione di progetto, mentre si rimanda alla Relazione Tecnica e alla Relazione specialistica di progettazione di un passaggio per pesci a bacini successivi sul T. Dolca, per l’analisi di dettaglio delle strategie adottate per garantire il rispetto degli equilibri idrobiologici e faunistici. Per quanto attiene alle interferenze con i deflussi delle linee d’acqua interferite dal tracciato della condotta si prevede, nella fase di realizzazione, di procedere alla verifica puntuale delle diverse situazioni riscontrate ed alla realizzazione degli interventi necessari affinché non sussistano interferenze negative con i deflussi superficiali. Per quanto riguarda le parti di tracciato fuori strada, gli interventi in progetto prevedono il completo ripristino delle caratteristiche delle superfici originali: non si determina quindi alcuna perturbazione nel regime idraulico dell’area e tutte le acque superficiali mantengono le loro linee di deflusso naturali. L’insieme degli interventi in progetto inoltre non comporterà impermeabilizzazioni del suolo e/o accelerazione dei deflussi, pertanto non determinerà alterazioni sostanziali degli attuali regimi idrologici e idrogeologici della zona. Per quanto attiene alla zona di rilascio, sono state adottate tutte le precauzioni affinché non sussistano interferenze tra la restituzione delle acque turbinate e i deflussi del torrente Dolca, in primo luogo per evitare interruzioni del ciclo produttivo proprio in concomitanza con i periodi di elevate portate. La posizione dell’edificio centrale e la quota delle opere di rilascio è stata quindi individuata sulla base della definizione dei livelli di massima piena del torrente, tenendo anche conto delle ipotesi di innalzamento dello sbarramento della Diga delle Mischie alla confluenza tra Dolca e Sessera.

4.1 Analisi e valutazione degli impatti attesi Per quanto riguarda gli effetti sulla componente biologica, con particolare riferimento alla fauna ittica e acquatica in genere, si rimanda ai contenuti delle relazioni specialistiche allegate, per quanto invece attiene agli aspetti connessi all’assetto idraulico in senso lato e, in particolare, alla modifica degli assetti idrogeologici locali, durante la fase di screening sono stati individuati i seguenti fattori di pressione:

Potenziali effetti negativi � Incremento di rischi idrogeologici conseguenti all’alterazione (diretta o indiretta) dell’assetto

idraulico di corsi d’acqua e/o di aree di pertinenza fluviale. Potenziali effetti positivi � Riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico esistenti attraverso azioni collegate al progetto

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Le azioni elementari che possono contribuire a determinare gli impatti di cui sopra sono le seguenti: Fase di Cantiere � Esecuzione di scavi in alveo � Stoccaggio di materiali di scavo � Deviazione temporanea dei deflussi � Ripristino e manutenzione opere di regimazione esistenti Fase di Esercizio � Presenza opere in alveo (Opere di presa) � Manutenzione ordinaria e straordinaria opere di presa e infrastrutture collegate Le valutazioni relative alle condizioni di pericolosità geomorfologica e del conseguente rischio ambientale indotto dall’attuazione del progetto sono di fatto state analizzate all’interno della Relazione Geologica allegata alla presente istanza nonché negli Studi di Compatibilità con i Dissesti. Di seguito si propongono alcune valutazioni di carattere specifico relative all’assetto idrologico e idraulico. Incremento di rischi idrogeologici conseguenti all’alterazione (diretta o indiretta) dell’assetto idraulico di corsi d’acqua e/o di aree di pertinenza fluviale. La realizzazione delle opere interferisce in modo diretto e sostanziale con gli equilibri idrologici e idraulici locali soltanto in corrispondenza dell’opera di derivazione, che si inserisce in un contesto idrologico piuttosto dinamico, a valle della confluenza tra il rio Casogna e il torrente Dolca.

Come evidenziato all’interno della Relazione Geologica il settore di intervento è caratterizzato dalla presenza di materiale detritico in alveo legato sia al trasporto solido dell’affluente di destra del Dolca sia del torrente principale stesso.

Gli accumuli detritici sono frutto non tanto di apporti costanti nel tempo quanto dell’effetto di eventi eccezionali quali l’alluvione del 2002 durante la quale è stato rimobilizzato parte del materiale presente negli alvei principali, determinando la formazione delle forme di accumulo di cui oggi si percepisce l’aspetto (barre longitudinali a monte dell’attraversamento della pista forestale).

Lo sviluppo delle fasi progettuali ha portato allo spostamento dell’opera di derivazione, rispetto alle fasi iniziali, a valle del ponte della strada forestale in un settore in cui la dinamica del corso d’acqua è sicuramente molto meno incisiva rispetto a quella del settore di confluenza con il Casogna, l’alveo presenta larghezza modesta e risulta impostato direttamente sul substrato roccioso.

La posizione dell’opera immediatamente a valle del ponte consente di ottenere un risalto molto contenuto rispetto al fondo alveo naturale, minimizzando gli effetti di rigurgito delle portate di piena (cfr. verifiche idrauliche), e permettendo di intervenire con il consolidamento delle spalle del ponte, in particolare della spalla destra, attualmente sottoescavate e minacciate di instabilità.

L’esecuzione di interventi di sottomurazione con la realizzazione di una pavimentazione in cls e pietrame resa solidale con l’opera di derivazione permetterà di migliorare le condizioni generali di stabilità dell’area, di favorire il deflusso delle acque e di limitare l’impatto sugli equilibri idraulici dell’opera di derivazione.

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L’inserimento del manufatto modulatore/dissabbiatore in sponda destra avverrà a tergo del ciglio della sponda attiva del torrente e consentirà di realizzare un’opera di difesa spondale in un tratto soggetto ad erosione laterale e a progressivi fenomeni di scalzamento del piede della sponda.

Le verifiche idrauliche eseguite hanno permesso di accertare le condizioni di deflusso ad opera inserita in condizioni di massima piena, tenendo conto anche di un’aliquota consistente di trasporto solido, e di valutare positivamente la compatibilità dell’intervento in condizioni idrauliche critiche, escludendo effetti negativi rispetto alle aree circostanti e all’attraversamento stradale in particlare..

Si ritiene pertanto che le opere debbano essere considerate migliorative rispetto agli assetti idraulici locali e che la loro esecuzione rappresenti un’utile occasione per la realizzazione di interventi di riassetto idraulico dei tratti interferiti difficilmente ipotizzabili a seguito di iniziative di carattere pubblico, stante la marginalità territoriale dell’area.

Tutti gli interventi minori previsti in corrispondenza degli attraversamenti dei corsi d’acqua secondari interferiti dal passaggio della condotta forzata non potranno che avere effetti positivi sul loro assetto idraulico, soprattutto nei confronti del controllo della capacità erosiva e di trasporto, sia per il previsto riassetto dei tratti direttamente interessati, sia per gli interventi di pulizia e manutenzione dei settori limitrofi che si prevede di attuare per la messa in sicurezza delle aree di progetto.

Valutati i risultati delle analisi eseguite e tenuto conto del fatto che le opere saranno realizzate in aree caratterizzate da scarsa o nulla urbanizzazione e che quindi il grado di vulnerabilità del territorio risulta minimo, si può affermare che gli impatti relativi alle condizioni di rischio idrogeologico della zona risultano mediamente trascurabili, localmente significativi (zona opera di derivazione), ma comunque reversibili a breve termine per quanto riguarda la fase di cantiere e nulli in fase di esercizio delle opere.

Riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico esistenti attraverso azioni collegate al progetto

Le considerazioni di cui al punto precedente si traducono nella positiva valutazione degli effetti indotti dall’intervento rispetto agli equilibri idraulici ed idrologici locali e, di conseguenza, sulle condizioni di dissesto idrogeologico l.s. delle aree interessate dalla realizzazione delle opere che interessano il reticolo idrografico.

La presenza di nuove infrastrutture e di personale addetto alla loro gestione avrà inoltre come effetto indiretto la garanzia di costanti e periodici interventi di manutenzione e controllo sugli alvei interessati dalle infrastrutture stesse, pertanto tale impatto indiretto si può tradurre in un effetto positivo significativo la cui durata nel tempo corrisponderà a quella di esercizio dell’impianto, quindi, al più reversibile a lungo termine, che si svilupperà prevalentemente nella fase di esercizio.

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5 ACQUE SOTTERRANEE

5.1 Analisi geoidrologica Il bacino del torrente Dolca, anche nella sua porzione montana è caratterizzato dalla presenza diffusa di coperture di natura glaciale e detritica che sono in grado di favorire l’infiltrazione delle acque meteoriche e di quelle di fusione delle masse nivali che interessano copiosamente la zona nel periodo invernale/primaverile. Lo spessore delle coltri non è mai molto elevato, esse non costituiscono quindi serbatoi di grande rilevanza, tuttavia nelle zone di contatto tra substrato e coltre superficiale e tra coltri detritiche molti permeabili e depositi glaciali è frequente la presenza di scaturigini idriche diffuse o concentrate che rappresentano spesso l’origine dei colatori minori che affluiscono al torrente Dolca sia in sponda destra sia sinistra. La prima alimentazione dei corsi d’acqua deriva quindi prevalentemente da manifestazioni sorgentizie di contatto e, in minor misura, dalla circolazione che avviene all’interno delle fratture del substrato roccioso. In generale la circolazione idrica sotterranea avviene in misura strettamente dipendente dalla permeabilità dei terreni. Da questo punto di vista il territorio in esame può essere suddiviso in: Zone a flusso nullo Porzioni di territorio in cui affiora il substrato roccioso impermeabile che permette alle acque uno scorrimento esclusivamente superficiale. Zone a flusso per fratturazione Caratterizzate dalla presenza di rocce fratturate o dislocate in modo da permettere una circolazione sotterranea al loro interno. L’alimentazione di tale circolazione avviene per cessione d’acqua dalle coperture permeabili sovrastanti, per infiltrazione lungo gli alvei dei corsi d’acqua o, più limitatamente, per infiltrazione superficiale diretta. L’emersione delle acque avviene mediante sorgenti di frattura; la lunghezza dei percorsi sotterranei influisce in modo rilevante sul regime di tali sorgenti. Zone a flusso per porosità Corrispondono a tutte le aree coperte da depositi di versante, morenici o alluvionali nei quali avviene una circolazione di acque sotterranee provenienti in larga misura dall’infiltrazione superficiale, dalle perdite di subalveo dei corsi d’acqua e, in misura minore, da fratture del substrato, cioè sorgenti di frattura nascoste dal deposito superficiale. L’emersione delle acque avviene prevalentemente mediante sorgenti per soglia di permeabilità definita che può essere costituita dal substrato roccioso nei punti in cui questo interseca la superficie topografica oppure da orizzonti a minore permeabilità intercalati nei depositi superficiali. Come anticipato, nella porzione di territorio indagata si può assumere che gran parte dei deflussi sotterranei avvengano al contatto tra le coperture e il substrato roccioso impermeabile e che le emergenze idriche principali si presentino sotto forma di venute diffuse in corrispondenza delle intersezioni tra substrato e topografia.

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Tali fenomeni si osservano con una certa continuità lungo la pista che conduce all’opera di presa (Alpe Valle di Lavaggi) dove, a monte del tracciato, sono state realizzate una serie di caditoie per la regimazione delle acque drenate dal versante al piede delle opere di consolidamento esistenti (terre rinforzate). Diffuse manifestazioni sorgentizie si riscontrano lungo il versante di raccordo tra la pista che conduce al Ponte dei Lavaggi e l’alveo del torrente Dolca, anche in questo caso si presume che la superficie di drenaggio sia riconducibile al contatto tra coperture detritiche e coperture glaciali, meno permeabili, in quanto non si riscontra la presenza di affioramenti rocciosi se non in corrispondenza dell’alveo del corso d’acqua principale. L’alveo del Dolca si sviluppa per lunghi tratti sulle coperture alluvionali da esso stesso deposte, tuttavia il substrato affiora con una certa frequenza soprattutto in sponda sinistra, a testimoniare che la potenza del materasso alluvionale è comunque sempre modesta, si può quindi ritenere che l’alimentazione delle sorgenti e dei deflussi sotterranei in genere non possa essere messa in diretta relazione con i deflussi superficiali del torrente. Le linee di deflusso superficiali quindi drenano le acque di circolazione sotterranea e da esse vengono in parte alimentate, mentre si può escludere che in questa porzione del bacino avvenga il processo inverso.

5.2 Analisi e valutazione degli impatti attesi La realizzazione di opere e cantieri che agiscono in modo profondo sul sottosuolo, prevalentemente con scavi che interferiscono con le falde superficiali, possono determinare una serie di impatti sulla componente acque sotterranee.

Nel caso del progetto in esame la componente acque sotterranee risulta interferita in modo molto marginale dal progetto, in quanto non sono previsti scavi di rilievo in senso verticale e l’area non risulta caratterizzata da falde idriche di carattere permanente, in quanto gli spessori delle coperture sono sempre molto ridotti e il substrato roccioso affiorante o subaffiorante.

Di seguito in ogni caso vengono analizzate le principali linee di impatto potenziale che la realizzazione del progetto potrebbe indurre in modo diretto e/o indiretto sulla componente specifica:

Potenziali effetti negativi � Interferenze negative i deflussi sotterranei durante le fasi di cantiere e di esercizio � Riduzione della disponibilità di risorse idriche sotterranee

Le azioni elementari che possono contribuire a determinare gli impatti di cui sopra sono le seguenti: Fase di Cantiere � Esecuzione di scavi

Fase di Esercizio � Presenza delle condotte � Derivazione acque superficiali

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Ai punti seguenti si riportano le conclusioni relative alla valutazione degli impatti attesi:

Interferenze negative con i deflussi sotterranei durante le fasi di cantiere e di esercizio Generalmente si tratta di effetti che si esplicano con attività che richiedano la realizzazione di opere in sotterraneo in grado di interferire con lo scorrimento delle prime falde acquifere. Gli unici moduli in cui si articola l’impianto in progetto che prevedono scavi di un certo rilievo sono costituiti dalla condotta forzata. Nella zona di intervento è stata riscontrata la presenza di venute d’acqua di tipo sorgivo soltanto in un settore prossimo alla zona dell’edificio centrale; i depositi glaciali che sono presenti sostanzialmente in tutta l’area di intervento presentano permeabilità sovente scarsa in quanto caratterizzati da un elevato grado di addensamento e dalla presenza in superficie (profilo di alterazione) di matrice fine limo-argillosa. Si tratta quindi di materiali all’interno dei quali il drenaggio delle acque non risulta particolarmente efficace, con condizioni idrogeologiche poco favorevoli allo lo sviluppo di falde acquifere permanenti. I deflussi sotterranei sono per lo più limitati a quelli occasionali legati all’infiltrazione delle acque meteoriche, si manifestano come flussi pellicolari al contatto tra coperture e substrato impermeabile e sono soggetti a rapido esaurimento dopo gli eventi meteorici che li inducono. Frequentemente queste manifestazioni si possono verificare lungo gli intagli stradali dove la topografia interseca il contatto tra copertura e substrato. Durante le fasi di scavo è tuttavia possibile che le trincee siano interessate da afflussi di acque drenate dal fronte di scavo di monte, tuttavia si presume che le potenziali venute d’acqua siano di entità molto modesta e di rapido esaurimento. Poiché le dimensioni delle condotte sono contenute e le trincee saranno colmate con gli stessi materiali provenienti dagli scavi, quindi con le medesime caratteristiche idrogeologiche, si ritiene altresì che la presenza delle condotte in esercizio non rappresenterà una barriera per il regolare deflusso delle acque sotterranee eventualmente drenate lungo i versanti in oggetto. Alla luce del quadro idrogeologico generale dell’area si può quindi presumere che gli impatti delle opere sulla circolazione delle acque sotterranee debbano essere considerati trascurabili e reversibili a breve termine in fase di cantiere e pressoché nulli in fase di esercizio.

Riduzione della disponibilità di risorse idriche sotterranee Un progetto potrà comportare consumi sensibili di risorse idriche sotterranee, riducendo le disponibilita’ per altri usi attuali o potenziali. Ad esempio la messa a coltura di nuove aree con irrigazione da pozzi, o la realizzazione di aree industriali con produzioni idroesigenti. Azioni di questo tipo, oltre ad un abbassamento dei livelli di falda che potranno indurre futuri problemi di sostenibilita’, possono anche in determinate circostanze essere la causa di processi di subsidenza. Nel caso in esame, stante l’assenza di lavorazioni e di impianti idroesigenti per quanto attiene direttamente alle acque sotterranee si può assumere che non sussistano impatti diretti che possano influire sulle potenzialità idriche sotterranee.

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Il prelievo di acqua dai corsi d’acqua da parte dell’impianto idroelettrico potrebbe invece determinare una riduzione della disponibilità idrica sotterranea nel caso in cui i tratti di torrente in cui la presenza dell’impianto comporterà una riduzione significativa delle portate idriche superficiali si configurassero come zone di alimentazione di falde idriche sotterranee e/o di sorgenti. Come già rilevato nel quadro relativo allo stato di fatto e nell’analisi geologica nel territorio oggetto di intervento la potenza delle coperture superficiali, potenziali acquiferi, è ovunque molto ridotta e l’alveo del torrente interessato dal prelievo si sviluppano per la quasi totalità direttamente sul substrato roccioso, oppure su coltri alluvionali di ridotto spessore. Questo assetto geologico e stratigrafico impedisce di fatto la creazione di importanti serbatoi idrici ipogei e lo sviluppo di falde idriche a carattere permanente di una certa rilevanza. La falde idriche sospese e temporanee di versante in ogni caso alimentano i deflussi superficiali, mentre non avviene il contrario, in quanto le coperture alluvionali presentano spessori modesti e il substrato roccioso affiora in modo piuttosto continuo in corrispondenza dell’alveo del Dolca. Dal punto di vista idrogeologico le aree di affioramento del substrato roccioso si configurano generalmente come zone a flusso nullo o, nel caso di presenza di sistemi di fratturazione aperti e continui, zone a flusso per fessurazione, la permeabilità del substrato roccioso di tipo secondario è comunque in genere molto bassa e appare quindi altamente improbabile che l’impoverimento delle portate idriche superficiali nei tratti sottesi all’impianto possa in qualche modo avere riflessi sulle disponibilità idriche sotterranee a valle delle opere. Nella zona di interesse non sono inoltre presenti captazioni ad uso potabile di sorgenti o di acque superficiali destinate all’uso umano e immesse in reti pubbliche di acquedotto, pertanto non sono neppure presenti porzioni di territorio delimitate da aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano così come definite all’art. 94 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – “Norme in materia ambientale”.

Non sussistendo nel tratto sotteso alla derivazione le condizioni per l’alimentazione delle falde idriche sotterranee si può quindi desumere che la riduzione dei deflussi in alveo non avrà effetti sulla disponibilità di risorse idriche sotterranee.

Gli impatti relativi al possibile depauperamento delle risorse idriche sotterranee devono essere di conseguenza considerati nulli in fase di cantiere, quando non si prevedono prelievi in alveo, e trascurabili e reversibili a lungo termine (decommissioning) per quanto riguarda la fase di esercizio.

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6 MATRICI RIASSUNTIVE DEGLI IMPATTI Al termine della fase di valutazione si riportano le matrici complessive che sintetizzano tutti gli impatti sulle componenti ambientali analizzate nel presente studio valutati sia nella fase di cantiere sia nella fase di esercizio.

Per stimare l’importanza della variazione prodotta dal progetto sui diversi indicatori si è fatto uso di scale di stime degli impatti, al fine di poter misurare tutti gli impatti in base ad una scala omogenea.

Nel presente studio si è scelto di impiegare una scala qualitativa-simbolica i cui livelli di significatività e relativi simboli sono riportati nella tabella che segue.

Livelli di significatività e relative scale (qualitative e cromatiche)

* * * * * *** ** ** ** ** ***** *** *** *** *** ***

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SIGNIFICATIVI SIGNIFICATIVI

RILEVANTI RILEVANTI

IMPATTI NEGATIVI IMPATTI POSITIVI

La valutazione è stata condotta assumendo il principio di precauzione, per il quale se non si può escludere che vi siano effetti negativi si presume che vi possano essere, pertanto nell’assegnazione dei livelli di significatività degli impatti si sono adottati livelli di scala più elevati.

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AMBIENTE IDRICO FASE DI CANTIERE

ACQUE SUPERFICIALI

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI

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Incremento di rischi idrogeologici conseguenti all’alterazione (diretta o indiretta) dell’assetto idraulico di corsi d’acqua e/o di

aree di pertinenza fluviale. ** ** ** - ACQUE

SUPERFICIALI Riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico esistenti

attraverso azioni collegate al progetto - - - **

AMBIENTE IDRICO FASE DI ESERCIZIO

ACQUE SUPERFICIALI

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI

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Incremento di rischi idrogeologici conseguenti all’alterazione (diretta o indiretta) dell’assetto idraulico di corsi d’acqua e/o di aree di

pertinenza fluviale. - - ACQUE

SUPERFICIALI Riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico esistenti attraverso

azioni collegate al progetto ** **

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AMBIENTE IDRICO FASE DI CANTIERE

ACQUE SOTTERRANEE

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI

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Interferenze negative con i deflussi sotterranei * ACQUE SOTTERRANEE

Riduzione della disponibilità di risorse idriche sotterranee -

AMBIENTE IDRICO FASE DI ESERCIZIO

ACQUE SOTTERRANEE

VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI ATTESI

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Interferenze negative con i deflussi sotterranei - - ACQUE SOTTERRANEE

Riduzione della disponibilità di risorse idriche sotterranee - *