2
UN AFFRESCO SENESE A TREVISO C ON QUES TO titolo è stato pubblicato, nell'ultimo numero de L'Arte, l'Adorazione dei Magi della chiesa trevigiana di S. Nicolò e vi si cita una mia opinione di qualche anno fa, sulla origine ti forse" romagnola di quell'affresco. Certo, diverso dalle pitture locali o, in genere, venete, di quel tempo; ti forse" dicevo, roma- gnolo: nel che era già implicita una parentela senese. E, comunque, in Romagna, ritorna anche la signora Tolnay, quando attribuisce a un Rimi- nese la Santa Margherita, ch'è strettamente le- gata all' Adorazione, e della stessa mano ... senese. Ma di quell'affresco, sul quale intanto ero, giunto da tempo, a conclusioni assai simili a quelle della signora Tolnay, io sempre diffi- davo; per una appariscente freschezza, in ta- lune parti, da farmi sospettare un rifacimento radicale. Tanto più mi pareva doverosa la cau- tela, quanto più importanti erano le conse- guenze del ritrovamento di questo raro fiore senese in terra veneta; il primo e il solo vera- mente significativo, accanto ai pochi frammenti, petali strappati e gualciti, ancora conservati nell'altra chiesa trevigiana di S. Francesco, rilevati dal Salmi e da me. Nella preparazione del Catalogo degli oggetti d'arte e d'antichità di Treviso mi risolsi ad esami- nare a fondo le condizioni di quell'affresco e potei convincermi ch' esso meritava maggior fiducia. Antecipo pertanto, dal detto Catalogo, da tempo inviato alla Direzione delle Belle Arti ed ora in composizione presso il Poligrafico dello Stato, quanto riguarda l'affresco in pa- rola, perchè è bene che sieno più largamente conosciuti i suoi particolari ed anche le precise condizioni di conservazione, non esattissima- mente valutate dalla signora Tolnay. Avverto poi come, rilevate le affinità con Bartolo di Fredi, convenga restar molto dubbiosi circa un' attribuzione al maestro stesso. Di pittori senesi .nel Veneto non abbiamo che la incerta notizia sur un soggiorno padovano di T addeo di Bartolo; ma chissà che altri monumenti o nuovi documenti possano recar luce in questo interessante capitolo dell' espansione toscana. 19 Ecco la descrizione dell'affresco: L'ADORAZIONE DEI MAGI. - La Madonna è seduta sotto un' edicoletta ad arco scemo, sur un trono con dossale ornato di stoffa a disegni geometrici. Ha manto nero foderato di rosso granata, scendente dal capo ed affib- biato al petto, veste bianco verdognola con modica scollatura. Il Bambino è nudo, mezzo avvolto in un drappo granata cangiante in gialloverde: un Re con barbone grigio e lunga chioma a serpentelli, in ampio manto viola cangiante in giallo foderato di bianco, mantel- letta di vaio e collare verde cangiante in giallo, inginocchiato, Gli bacia il piedino, giungendo le mani sotto la cascata delle abbondanti pie- ghe. Il secondo, ritto di fronte, chioma e barba nere, con leggera corona in capo, in ampio manto affibbiato e rigirato sulla spalla, verde foderato di vajo, e veste verde, alza la destra ad indicare la stella. Il terzo, giovane sbarbato con accurata zazzera fermata da un cordon- cino, in sopravveste tal are a cappuccio con maniche aperte pendenti fin quasi a terra, di stoffa gialla con righe trasversali brune, guar- nizione di pelliccia, catene intorno alla cintura e intorno alle spalle, le maniche della veste strette al gomito, si appoggia al braccio del secondo. Ad una finestra della edicola si affaccia S. Giu- seppe, in lunga chioma e barba bianche, con manto verde e veste viola. Dietro, paesaggio di rupi a fasci tagliati in ripiani, con fendi- ture, e sopravi lo stabulo dei due animali. Da un vallone fra due rupi sbocca il corteggio dei Re Magi: servi dai volti e dai costumi che si sforzano di rappresentare tipi esotici, facce larghe, nasi rincagnati, occhi mongolici, cappello a pan di zucchero; un cammelliere moro trascina e sferza con triplice staffile nodato un cam- mello, fra gli altri, restio, recante sulle gobbe una cassa ferrata e sopravi un cagnolino. A sini- stra, presenti alla scena ma appartati, in riga di fronte, S. Giovanni Battista con la barba e la chioma lunga a cornetti, in manto viola bruno affibbiato, sulla veste pellicea legata da una cintura, col rotolo, e indicante la scena; 145 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

UN AFFRESCO SENESE A TREVISO C · 2015. 7. 28. · UN AFFRESCO SENESE A TREVISO CON QUES TO titolo è stato pubblicato, nell'ultimo numero de L'Arte, l'Adorazione dei Magi della chiesa

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: UN AFFRESCO SENESE A TREVISO C · 2015. 7. 28. · UN AFFRESCO SENESE A TREVISO CON QUES TO titolo è stato pubblicato, nell'ultimo numero de L'Arte, l'Adorazione dei Magi della chiesa

UN AFFRESCO SENESE A TREVISO

C ON QUES TO titolo è stato pubblicato, nell'ultimo numero de L'Arte, l'Adorazione

dei Magi della chiesa trevigiana di S. Nicolò e vi si cita una mia opinione di qualche anno fa, sulla origine ti forse" romagnola di quell'affresco.

Certo, diverso dalle pitture locali o, in genere, venete, di quel tempo; ti forse" dicevo, roma­gnolo: nel che era già implicita una parentela senese. E, comunque, in Romagna, ritorna anche la signora Tolnay, quando attribuisce a un Rimi­nese la Santa Margherita, ch'è strettamente le­gata all' Adorazione, e della stessa mano ... senese.

Ma di quell'affresco, sul quale intanto ero, giunto da tempo, a conclusioni assai simili a quelle della signora Tolnay, io sempre diffi­davo; per una appariscente freschezza, in ta­lune parti, da farmi sospettare un rifacimento radicale. Tanto più mi pareva doverosa la cau­tela, quanto più importanti erano le conse­guenze del ritrovamento di questo raro fiore senese in terra veneta; il primo e il solo vera­mente significativo, accanto ai pochi frammenti, petali strappati e gualciti, ancora conservati nell'altra chiesa trevigiana di S. Francesco, rilevati dal Salmi e da me.

Nella preparazione del Catalogo degli oggetti d'arte e d'antichità di Treviso mi risolsi ad esami­nare a fondo le condizioni di quell'affresco e potei convincermi ch' esso meritava maggior fiducia.

Antecipo pertanto, dal detto Catalogo, da tempo inviato alla Direzione delle Belle Arti ed ora in composizione presso il Poligrafico dello Stato, quanto riguarda l'affresco in pa­rola, perchè è bene che sieno più largamente conosciuti i suoi particolari ed anche le precise condizioni di conservazione, non esattissima­mente valutate dalla signora Tolnay.

Avverto poi come, rilevate le affinità con Bartolo di Fredi, convenga restar molto dubbiosi circa un' attribuzione al maestro stesso. Di pittori senesi . nel Veneto non abbiamo che la incerta notizia sur un soggiorno padovano di T addeo di Bartolo; ma chissà che altri monumenti o nuovi documenti possano recar luce in questo interessante capitolo dell' espansione toscana.

19

Ecco la descrizione dell'affresco: l° L'ADORAZIONE DEI MAGI. - La Madonna

è seduta sotto un' edicoletta ad arco scemo, sur un trono con dossale ornato di stoffa a disegni geometrici. Ha manto nero foderato di rosso granata, scendente dal capo ed affib­biato al petto, veste bianco verdognola con modica scollatura. Il Bambino è nudo, mezzo avvolto in un drappo granata cangiante in gialloverde: un Re con barbone grigio e lunga chioma a serpentelli, in ampio manto viola cangiante in giallo foderato di bianco, mantel­letta di vaio e collare verde cangiante in giallo, inginocchiato, Gli bacia il piedino, giungendo le mani sotto la cascata delle abbondanti pie­ghe. Il secondo, ritto di fronte, chioma e barba nere, con leggera corona in capo, in ampio manto affibbiato e rigirato sulla spalla, verde foderato di vajo, e veste verde, alza la destra ad indicare la stella. Il terzo, giovane sbarbato con accurata zazzera fermata da un cordon­cino, in sopravveste tal are a cappuccio con maniche aperte pendenti fin quasi a terra, di stoffa gialla con righe trasversali brune, guar­nizione di pelliccia, catene intorno alla cintura e intorno alle spalle, le maniche della veste strette al gomito, si appoggia al braccio del secondo. Ad una finestra della edicola si affaccia S. Giu­seppe, in lunga chioma e barba bianche, con manto verde e veste viola. Dietro, paesaggio di rupi a fasci tagliati in ripiani, con fendi­ture, e sopravi lo stabulo dei due animali. Da un vallone fra due rupi sbocca il corteggio dei Re Magi: servi dai volti e dai costumi che si sforzano di rappresentare tipi esotici, facce larghe, nasi rincagnati, occhi mongolici, cappello a pan di zucchero; un cammelliere moro trascina e sferza con triplice staffile nodato un cam­mello, fra gli altri, restio, recante sulle gobbe una cassa ferrata e sopravi un cagnolino. A sini­stra, presenti alla scena ma appartati, in riga di fronte, S. Giovanni Battista con la barba e la chioma lunga a cornetti, in manto viola bruno affibbiato, sulla veste pellicea legata da una cintura, col rotolo, e indicante la scena;

145

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Page 2: UN AFFRESCO SENESE A TREVISO C · 2015. 7. 28. · UN AFFRESCO SENESE A TREVISO CON QUES TO titolo è stato pubblicato, nell'ultimo numero de L'Arte, l'Adorazione dei Magi della chiesa

S. Nicolò in barba bianca, mitra corta, pasto­rale, colobio verde cangiante in giallo foderato di viola bruno e camice bianco giallognolo ; e Santa Caterina con la palma del martirio, in manto verde cangiante in rosa, foderato di vajo; ai piedi gli scheggioni della ruota. Nimbi, anche attorno ai Magi, non rilevati, a raggi . . ImpreSSI.

2° S. MARGHERITA n'UNGHERIA. - Di contro un ricco tappeto appeso rosso mattone a fiorel­lini bianchi e grigi, con bordo superiore a frangia. La Santa, in veste di domenicana con cappa nera sulla tonaca bianca, cadente in lunghe pieghe lanceolate, soggolo e ~endado nera~~urro a frangia bianca; ritta di fronte, tiene una crocetta e un rotolo con scritta inde­cifrabile; due angioletti volano e le tengono una corona sopra il capo; ai piedi un piccolo devoto con mani giunte veste tal are lunga, berretto e cappellina di lino; ai lati della Santa la scritta in lettere gotiche: BEATA MARGARETA REGIINA UNGARIE ORDINIS I FRATRUM PREDICATO­RUM. Sotto il devoto: FRATER MARINUS.

I due scomparti sono inquadrati e divisi da una cornice collo stesso motivo a fiori (sem­brano dature) entro listelli cosmateschi, con medaglioni a teste grottesche.

La conserva~ione è discreta. Il colore distende sopra 1'intonaco una superficie insolitamente

ruvida, sotto la quale, in qualche punto, si scorge l'intonaco liscio: sembrerebbe quindi che l'affresco sia stato ridipinto al tempo del restauro generale della chiesa (metà del se­colo XIX) ; ma il disegno e il colorito ripro­ducono éon tanta fedeltà il fare della seconda metà del Trecento, da doversi ritenere che il ripristino, se v'è stato, ha rispettato l'originale, sovrapponendo, con cura scrupolosa di esat­te~~a, linea a linea, e colore a colore.

L 'opera fu attribuita dal Federici, come le prospicienti Madonne votive ad un ignoto, ma diverso maestro, intorno al 1370.

li Sono evidentissimi, sebbene fino ad ora non rilevati", scrivevo in quel Catalogo -ed ora son lieto di trovarmi d'accordo colla signora T olnay - I l i caratteri senesi di que­sta pittura: composi~ione (confrontare le figure della Madonna, del Bambino e del primo Re nella Adorazione dei Magi di Bartolo di Fredi alla Galleria di Siena); tipo del S. Giovanni Battista e dei Re; esuberan~a gotica del pan­neggio nel primo Re; vivace realismo nei paggi e nei cammellieri (confrontare il pic­colo mongolo del Martirio dei Francescani di Ambrogio Loren~etti, a S. Francesco di Siena). È anche da confrontarsi questa pittura col S. Francesco e il frammento d'Incoronazione, a S. Francesco di Treviso. LUIGI COL ETTI

DEL GIORGIONISMO NELLA SCULTURA VENEZIANA ALL' INIZIO DEL, CINQUECENTO

C ONSERVA la colle~ione Donà dalle Rose a V ene~ia un bassorilievo marmo reo di sog­

getto mitologico, che ha forma e dimensioni direi quasi di predella, sen~a che sappiamo a quale scopo esso abbia servito I) (fig. I). Vi è rappre­sentato il dramma di Argo, custode d'Io trasmu­tata in giumenta. La terra di Micene, arida e montuosa, fa da sfondo alla scena. In lontanan~a siede un pastore con il suo gregge, ignaro della tragedia che sta per svolgersi. Mercurio in veste di pastore, ha abbandonato il caduceo per la

siringa, che suona a gonfie gote seduto a sinistra sopra un rial~o del terreno. Egli ha nascosto un coltello, ma lo tiene a portata di mano e mentre suona mira con sguardo bieco il pastore Argo, che siede a destra, appoggiato a lungo basfone e stanco sta per chinare il capo, cullato, vinto dalle note della siringa. Fra i due attori, la giumenta pascola tranquilla. Ma in pochi istanti la scena cambierà aspetto. Calma e quiete spariranno, ra­pido Mercurio compirà 1'incarico di Giove: 1'arma è pronta, la testa di Argo ru~~olerà nel sangue.

©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte