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Ultr'Azzurro Febbraio 2010

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Tifosi napoletani

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EDITORIALE

IL MATCH8 PRESENTAZIONE

DI NAPOLI-INTER

5 DI GENNAROMONTUORI

10 NAPOLI-INTERVISTA DAIDOPPI EX

14 INTERVISTA A RICCARDOBIGON

17 LA FOTODEL MESE

18 NAPOLIPALERMO

20 LIVORNONAPOLI

22 NAPOLIGENOA

24 UDINESENAPOLI

26 TUFFO NELPASSATO CONDINO CELENTANO

28 I CENTRAVANTINAPOLETANI

32 INTERVISTA AGIUSEPPE SANTORO

36 SETTORE GIOVANILEVIAREGGIO CUP

40 RESPIRO AZZURROCLUB SANTAMARIA A VICO

36262214

la spedizione in 24/48hlavorative è a cura

del corriere espresso:

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Carissimi amici,solo un arbitro incompetente o in malafedecome Damato poteva interrompere

l’imbattibilità del Napoli di Mazzarri e di De Sanctis. Idue primati, ottenuti dal tecnico e dal portiere,comunque sono già entrati a far parte degli almanacchie delle statistiche. A parte l’amarezza della sconfitta edell’ennesimo torto arbitrale, per quest’ultimo i 6milioni di tifosi sono veramente sconfortati, la cosa chealla fine ci interessa è che il Napoli sia una squadra checontinua a dire la sua in questo campionato. Staseracontro l’Inter sono convinto che avremo una confermain tal senso. Anche in questo numero troverete articolidi due firme importanti come Mimmo Carratelli cheracconta la storia dei centravanti napoletani in forzaalla squadra del cuore; e Salvatore Caiazza, chepresenta la sfida di stasera contro i meneghini. Nonperdete le interviste al ds partenopeo Riccardo Bigon,al Consigliere regionale campano, Giuseppe Sarnataro,tifosissimo del Napoli, e un’esclusiva all’ex dirigentedegli anni d’oro, Dino Celentano. Ampio spazio, come alsolito, alla cronaca delle partite e al settore giovanile: cidispiace per l’eliminazione della Primavera al“Viareggio”, ma sono sicuro che gli azzurrini saprannorifarsi in campionato. Nel salutarvi, vi ricordol’appuntamento con “Tifosi Napoletani”, in onda ilgiovedì (ore 20.50) su Napoli Canale 21. Per interagireda casa e partecipare al quiz è possibile scrivere a:[email protected]. Per tutti gli aggiornamentipotete sfogliare il nostro sito www.tifosinapoletani.it.A tutti gli innamorati auguro uno splendido SanValentino. Buona lettura e dal profondo del cuoreForza Napoli.

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di SALVATORE CAIAZZA

Non c'è due senza tre. L'adagio in questione è quantomai d'obbligo visto che i tifosi azzurri sperano dibattere anche stavolta l'Inter. Sia nel primo che nel

secondo anno di A, infatti, i campioni nerazzurri sono uscitidal San Paolo sempre a capo chino. A griffare entrambi isuccessi quel Zalayeta che oggi è in forza al Bologna.L'uruguagio fece godere i tantissimi tifosi sugli spalti con duecolpi di classe che misero al tappeto il malcapitato Julio Cesar.Mazzarri ha lavorato una settimana intera per prepararequesta sfida tanto attesa dai napoletani. In sessantamila,infatti, riempiranno gli spalti dello stadio di Fuorigrotta. Unnumero enorme che non si vede neanche nelle sfide diChampions League. In quanto a stimoli, ha campato di lusso iltecnico toscano poiché match del genere non hanno bisognodi cariche esterne, per quanto riguarda l'aspetto tecnico èstato molto meticoloso. Sì perché di fronte il Napoli avrà fiorfior di campioni che al minimo errore ne potrannoapprofittare. Ecco, quindi, che nel corso dell'intera settimanaQuagliarella e compagni sono stati impartiti a dovere. Laformazione base dovrebbe essere la stessa di Udine fattaeccezione, naturalmente, dello squalificato Maggio edell'uscente Denis. Sì perché pare che Lavezzi dovrebbe

tornare finalmente a disposizione proprio contro i fenomenidi Mou. Il portoghese lo conosce bene il Pocho poiché sia loscorso torneo che in questo ha sempre segnato a San Siro.L'argentino si schiererà al fianco di Quagliarella con, allespalle, il solito Hamsik. Lo slovacco dovrà cercare di svegliarsiperché a questo Napoli manca proprio il suo apporto. Legiocate di fino vanno anche bene ma sarebbe il caso chediventasse fondamentale come nel girone d'andata. Sullafascia destra ci sarà Zuniga, a sinistra c'è da sciogliere ildubbio: confermare Dossena o riutilizzare il rientranteAronica. Al centro non mancheranno Pazienza e Gargano. Perquanto riguarda la difesa nessuna rivoluzione in vistanonostante le dormite su Di Natale. Mazzarri potrebbepensare di far riposare Grava optando proprio per Aronica alfianco di Cannavaro e Campagnaro. In porta il pararigori DeSanctis che avrà un bel da fare con i puntero avversari. Ilpersonaggio della serata sarà come sempre lo "Special One". Ilvulcanico Mourinho si ritroverà in un ambiente caldo chesicuramente rispetterà. Avrà pure carisma da vendere ma nonsbaglia mai al cospetto di un popolo come quello partenopeo.I campioni d'Italia dovrebbero essere gli stessi che hannobattuto il Cagliari con l'inserimento di Sneijder.

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La sfida tra partenopei e meneghini vista dai doppi ex. RinoMarchesi, Luis Vinicio e Peppe Massa presentano, in esclusiva perTifosi Napoletani, il match di San Valentino che vede opposto il

Napoli all'Inter.Sarà ricordato sempre come il primo allenatore di Diego

Armando Maradona. Ma anche come il tecnico che arrivò ad unpasso dallo scudetto nel 1981. Rino Marchesi è stato un

allenatore serio e professionale nella sua lunga carriera. IlNapoli fu la prima vera squadra che guidò agli inizi degli anni

Ottanta. Dopo aver trascorso due stagioni in riva al Golfo,andò all'Inter per un anno e poi ritornò in azzurro dovetrovò il Pibe de Oro. Ebbe la possibilità di averlo adisposizione solo per un torneo poiché si avvicinò al suopaese, San Giuliano Milanese, per allenare il Como. Nel

suo pedigree c'è anche la Juventus dove ci restò per dueanni. Sicuramente Napoli è stato il massimo per il trainerlombardo. La piazza partenopea gli diede la possibilità didiventare famoso al punto di essere scelto addiritturadall'Inter, come detto. Visto il suo passato da doppio exnon si è potuto esimere da un pronostico per la sfida del

San Paolo. “Se dovessi pensare alla classifica e al momentoattuale dell'Inter - ha affermato - allora dovrei dire 2. Sì

perché oggi i nerazzurri sembrano imbattibili. Ma siccome nelcalcio contano soprattutto gli stimoli, allora dico che questo

match è da tripla e ci può scappare addirittura l'1. Perché?Naturalmente per i sessantamila spettatori presenti sugli spalti.

Saranno loro la forza in più di un gruppo che ha saputo conquistaremeritatamente quindici risultati utili consecutivi. Avevano inanellato

pure il sedicesimo ma a quanto pare a Damato non faceva piacere. Sonocontento che la piazza partenopea possa vivere momenti magici come in

passato. Non posso mai dimenticare la carica che dava il pubblico quando io eroallenatore. Eravamo ad un passo dallo scudetto e ogni domenica era una festa

al San Paolo. Rivedo lo stesso entusiasmo di allora e spero tantissimo che ilNapoli possa conquistare la Champions League”.

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Se un brasiliano che arrivò in Italia nel '55 decise di viveretutta la sua vita a Napoli un motivo ci sarà. Luis Viniciode Menezes, nonostante abbia giocato pure in altre

squadre, è rimasto una icona del tifo partenopeo. Sia dacalciatore che da allenatore è stato veramente bravo eproprio in panchina è arrivato ad un passo dallo scudetto.Nella sua esperienza da bomber ha avuto anche l'opportunitàdi indossare la storica camiseta dell'Internazionale. DalLanerossi Vicenza, infatti, passò sotto la Madunina nelcampionato '66/'67. Lo volle a tutti i costi Helenio Herreraper evitare che 'O Lione potesse andare a rinforzare qualchealtra formazione che lottava per vincere il tricolore. Per ilsudamericano, però, le cose non andarono troppo bene:collezionò solo otto presenze e realizzò una sola rete. ANapoli, invece, griffò la bellezza di 69 reti che feceroimpazzire la torcida partenopea. “Avrò anche giocatonell'Inter - ha ammesso Vinicio - ma il Napoli è tutta un'altracosa. Non potrei mai avere il cuore diviso a metà e lo dimostrail fatto che sono rimasto a vivere in questa splendida città. Misarebbe piaciuto da allenatore di vincere lo scudetto ma nonci riuscimmo per poco. Fu un vero peccato”. 'O Lione hasempre avuto belle parole per la squadra allenata daMazzarri. Da uomo di calcio sa bene che non si conquistanoquindici risultati utili consecutivi per caso. Ma adesso ci vuolela prova del nove contro la squadra più forte del campionato.“Non sarà facile affrontare questa Inter - ha evidenziatoVinicio - ma con sessantamila spettatori sugli spalti tutto èpossibile. Lo dimostra il fatto che nelle ultime due stagioni siè sempre vinto. Mi auguro di cuore che si possano incassare itre punti per dimenticare una sconfitta che proprio non erain programma, soprattutto per ciò che hanno dato gli azzurria Udine. Ma il calcio è anche questo, la cosa importante è nondeprimersi”.

Uno che ha mosso i primi passi calcistici nell'Internapolinon poteva augurarsi di meglio per il suo futuro nelmondo della “pedata”. Peppe Massa è uno dei pochi che si

è tolto lo sfizio di giocare prima nel Napoli e poi nell'Inter. Èstata una carriera importante quella del giocatore partenopeo.Dal '72 al '74 vestì la maglia nerazzurra, dal '74 al '78 quella dellasua squadra del cuore dove in 150 gare segnò la bellezza di 36reti. Pure con i meneghini riuscì a sfruttare il suo istinto dagoleador: dieci realizzazioni tra campionato e Coppa Uefa. Ilmeglio di sé, però, lo diede all'ombra del suo Vesuvio dove vinsela Coppa Italia nel '75/'76 e giunse in semifinale di Coppa delleCoppe la stagione successiva. Inutile dire che nella sfida traNapoli e Inter allo stadio San Paolo, Peppiniello farà il tifo per lasquadra azzurra. Un partenopeo doc, anche se va a giocarealtrove, non può mai tradire la sua terra natìa. “Avrei volutogiocare sempre nel Napoli - ha ammesso Massa - e non avrei maivoluto vestire la maglia della Lazio. Ma allora c'erano certesituazioni alle quali dovevi sottostare. Il ricordo più bello del miopassato azzurro è quando sfiorammo lo scudetto con gentecome Clerici e Juliano”. Il Napoli attuale, al di là della sconfitta diUdine immeritata, ha buone chance per poter dare tantesoddisfazioni ai tifosi. “È vero - ha proseguito l'ex di lusso -poiché fare quindici risultati utili consecutivi non è da tutti.Contro l'Inter sicuramente non sarà una gara facile ma conQuagliarella e l'eventuale rientro di Lavezzi, si può vincerenuovamente così come è capitato nelle ultime due stagioni.Forza Napoli sempre e comunque...”.

SALVATORE CAIAZZA

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Un'intervista a metà tra le confessioni ad un amico e lavoglia di farsi conoscere dai napoletani. Così si raccontaRiccardo Bigon, così mi parla della sua voglia di farsi

conoscere dal pubblico azzurro, della sua voglia di lasciare unsegno negli annali del Napoli, con la sua solita classe, con il suostile che ti lascia un sorriso largo così quando finisce lachiacchierata e ci si stringe la mano per salutarsi.Riccardo, tante volte vieni ancora accostato alla figura di tuopadre.“Si, Gennaro, mi pesa anche un po' questo accostamento. Miopadre per me è un punto di riferimento e lo sarà sempre. Ma, tuttidevono capire che io sono il direttore sportivo di uno dei club piùimportanti d'Europa. Non un novizio che sta entrando in questo

mondo. Quando parla Mourinho in tanti pendono dalle suelabbra, altri lo definiscono una stratega: io non

ho nulla contro José, ovviamente. Vorreisolo che non si pensasse più a Riccardo

Bigon come un ragazzo che sta entrandonel mondo del calcio che conta”.

Anche perché hai progetti ambiziosi...“Certo. Ne parlammo la prima voltache varcai i cancelli diCastelvolturno. Per me il Napoli è latappa fondamentale di una carriera.Vorrei entrare nella storia di questo

club, conseguire dei risultati chenon potranno esser dimenticati”.

Ad Udine il primo traguardostorico è stato cancellato

dall'arbitraggio. Ed ha anchesalvato il record di tuopadre.

di GENNARO MONTUORI

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“Non la prenda male mio padre, ma mi dispiacetantissimo che non siamo riusciti adeguagliare il suo primato. Quel Napoli l'hovissuto da ragazzino, questo me lo sento cucitoaddosso: desideravamo fortemente proseguirein quella striscia di risultati utili. Peccato ancheper la mia espulsione: non mi era mai accadutodi ricevere un rosso. Ed anche con Damatosono stato educato, mi sono rivolto con lasensibilità che tutti mi riconoscono. Forse nonci siamo capiti, avrà percepito come un insultoquando gli ho detto che in certi episodi è stataun po' presuntuosa la sua direzione. Ma voglioribadire che per me gli arbitri non sono néincapaci né in cattiva fede: è solo un periodosfortunato con i direttori di gara, non esistonocomplotti”.Per molti il ko di Udine è stato anche percepitocome la prima dimostrazione che questasquadra aveva bisogno di altri rinforzi.“Gennaro, lo sai bene che abbiamo provato aprendere altri giocatori. Ma, dovevano arrivaregiocatori del calibro di Dossena, ragazzi chepossano darci un contributo importante. Sepotevamo prendere altri giocatori con questecaratteristiche li avremmo presi. Ma non èstato possibile arrivare ad altri calciatori così econtinuiamo con i nostri, con Dossena e con inostri giovani del settore”.A proposito del vivaio, la Primavera ha giàlasciato Viareggio.“Ci vuole tempo per costruire un settore dilivello, ma stiamo procedendo con unprogramma di integrazione. Lorenzo Insigneha già esordito, qualche altro ragazzo lo stiamoportando in panchina. Crediamo tantissimonel vivaio, sono convinto che ci porterà grandirisultati”.

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Ci si attendeva il riscatto dopo la debacle di Torino, ma il Napoli non èriuscito ad andare oltre lo 0-0 contro il Palermo nel posticipo serale dellaprima di ritorno. Di azioni gol vere e proprie gli azzurri non ne hanno mai

create, più pericoloso è stato il Palermo che si è fatto parare da De Sanctis uncalcio di rigore battuto da Miccoli nella prima frazione. Napoli con Quagliarellae Hamsik dietro a Denis. Palermo con Nocerino in regìa tra Migliaccio eBresciano. Sugli spalti grande entusiasmo, in particolare con la coreografia delRespiro Azzurro in Tribuna Posillipo, apprezzata da tutto il San Paolo. Napoliche parte subito bene, schiacciando il Palermo nella propria metà campo. Al 7'Hamsik conclude fuori di un soffio alla destra di Sirigu. Al 14' un errore favorisceCavani, ma il giocatore non ne approfitta e tira fuori. Passano pochi minuti eOrsato vede un fallo di mano in area da parte di Rinaudo, decretando la massimapunizione ai siciliani. Dal dischetto De Sanctis ipnotizza Miccoli. Al 26' Denismette in rete da centro area, l'arbitro annulla perché il traversone rasoterra diHamisk era partito oltre la linea di fondo. Il Palermo guadagna campo, al 31' ciprova Cassani con un tiro che finisce fuori. Al 33' scambio Hamsik-Denis in area,diagonale secco, respinge Sirigu. Al 40' ancora De Sanctis protagonista negandoil gol a Cavani, poi sulla respinta Simplicio spedisce fuori di poco. Il primo tempoè emozionante ma termina sullo 0-0. Napoli grintoso in avvio di ripresa: spuntoin area di Quagliarella, interviene Bovo che devia in corner. Il Palermo rispondecon Miccoli che si libera bene, ma il tiro è impreciso. All'11' bella azione di Hamsiksulla destra, servizio per Quagliarella che viene ribattuto dalla retroguardiarosanero. Al 27' errore difensivo di Rinaudo che consegna la palla direttamenteagli avversari, ma De Sanctis ci mette una pezza. Il forcing finale degli azzurrinon produce effetti positivi. Alla fine è 0-0 con un po' di delusione del pubblicosugli spalti.

di ROSA SAMBUCA

De Sanctis 8Grava 7Cannavaro 6.5Rinaudo 6Maggio 6.5Gargano 6.5Pazienza 739'st Cigarini svAronica 616'st Dossena 6Hamsik 6.5Quagliarella 6.5Denis 6.533'st Hoffer svA disp.: Iezzo, Zuniga,Contini e BogliacinoAll.: Mazzarri 6.5

Orsato di Schio 4

Sirigu 6Cassani 6Goian 6.5Bovo 6.5

Balzaretti 6Bresciano 6

Migliaccio 6.5Nocerino 6

Simplicio 6.5Cavani 6.5

32'st Budan svMiccoli 6

12'st Pastore 6A disp.: Brichetto,

Melinte, BertoloBlasi e Hernandez

All.: Rossi 6

Spettatori 55mila circa. Angoli 3-3. Recupero: pt 1'; st 4.Al 20' De Sanctis para un penalty a Miccoli.

Osservato 1' di silenzio per le vittime del terremoto di Haiti.

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Il Napoli passa a Livorno e conquista il 14esimo risultato utile consecutivo.Un gran gol di Maggio e una magistrale punizione di Cigarinicondannano al ko la squadra amaranto. Ottima la prestazione di De

Sanctis, che oltre a parare il secondo rigore di fila, nel finale salva la sua portacon una magnifica parata su colpo di testa di Perticone. Cosmi manda incampo i nuovi acquisti Esposito e Bellucci, mentre Mazzarri deve fare la contadegli infortunati. Napoli subito pericoloso con Hamsik in due occasioni: al 7'lo slovacco viene ben servito dalla sponda di Denis di testa, ma non èabbastanza lucido, consentendo a De Lucia di respingere. Poi all'11' con untiro da fuori bloccato in due tempi dall'estremo difensore toscano. Il pressingdel Napoli è molto efficace, il Livorno, invece, si affida ai lanci lunghi perLucarelli che, al 29', prova a impensierire, senza successo, la difesa azzurra. IlNapoli trova il vantaggio allo scadere con Maggio, servito da un lancio lungoe preciso di Aronica, dalla sinistra. L'azione ricorda tanto quella che portò aun gol di Gaspare Umile, sempre con la maglia del Napoli, negli anni Settanta.All'8' della ripresa, il Livorno potrebbe pareggiare su rigore, ma De Sanctisrespinge il tiro dagli undici metri di Lucarelli, che sbaglia a porta vuota anchesulla ribattuta del portiere. Il Napoli va in difficoltà e non riesce più a rendersipericoloso. Cosmi inserisce la terza punta, Tavano, mentre Mazzarri faentrare Dossena e Zuniga. Dopo un doppio miracolo di De Sanctis suPerticone e Tavano (42'), Cigarini con un pallonetto tenta di beffare De Luciain uscita, il portiere para fuori area ed è espulso. Il Livorno, ultimati i cambi,mette in porta Marchini. Sulla susseguente punizione Cigarini raddoppia.Nel finale gloria anche per Insigne, al debutto in A. Il Napoli espugna conmerito pure Livorno e si conferma quarta forza del torneo.

De Lucia 5Perticone 5.5Rivas 6Esposito 516' st Tavano 5Raimondi 5Pulzetti 632' st Marchini 4.5Mozart 51' st Filippini 5Moro 5Bergvold 5Bellucci 5Lucarelli 4.5.A disp.: Benussi, Bernardini,Vitale e DanileviciusAll.: Cosmi 5

Mazzoleni di Bergamo 5

De Sanctis 8Campagnaro 7Cannavaro 6.5

Grava 7Maggio 8

Gargano 6.5Cigarini 6.5Pazienza 7Aronica 6

24' st Dossena 6Hamsik 5

36' st ZunigaDenis 6

48' st Insigne svA disp.:Iezzo, Contini,

Rullo e Maiello.All.: Mazzarri 7.5

NOTE: Spettatori 15mila circa. Angoli 5-3. Recupero pt 2'; st 4'.Espulso al 44'st De Lucia (L) per comportamento non regolamentare.

All'8' st De Sanctis pararigore a Lucarelli.

90’

46’ pt

di MARIA BARBARO

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Secondo 0-0 di fila casalingo per il Napoli. Dopo il Palermo,anche contro il Genoa gli azzurri non riescono a vincere. Acondizionare enormemente la gara è stato l'arbitro Morganti

per non aver concesso due rigori netti all'undici di Mazzarri. Il Napoliè stato un po' sprecone, dal canto suo il Genoa non l'ha maiimpensierito seriamente. Padroni di casa con la formazioneannunciata, mentre tra gli ospiti c'è Papastathopoulos al posto diJuric. La gara si mette subito su ritmi alti, con i partenopei subitopericolosi: cross basso di Maggio, Dainelli in scivolata devia sul palo,quasi quasi provocando una clamorosa autorete. Ottima laprestazione di Cannavaro (migliore in campo, ndr) che controlla duevolte Suazo in 10'. La prima vera occasione per il Genoa arriva al 17'su una punizione bomba di Criscito da 30 metri, miracolo di DeSanctis che devia la palla scivolosa. La gara viene combattuta moltoa centrocampo. Il Napoli meriterebbe il vantaggio per quantoprodotto, mentre il Genoa, tutto a protezione dell'area di rigore,chiude ogni spazio cercando il contropiede. Nella ripresa, gli azzurripremono il piede sull'acceleratore, a caccia del gol che mai arriverà: sisegnalano Denis che cerca in due occasioni di superare Amelia eHamsik che spedisce la palla di poco a lato. Al 28' Denis di testamanda la palla fuori. Nel finale, al 42', Campagnaro serveQuagliarella, gran colpo di testa che esce di poco. Il Napoli speraancora di poter agganciare la vittoria nei 4' di recupero concessidall'arbitro, ma la dea bendata volta le spalle a Cannavaro ecompagni: finisce a reti bianche.

De Sanctis 6.5Campagnaro 7Cannavaro 8Grava 715' st Dossena 6.5Maggio 65' st Zuniga 6Gargano 6.5Cigarini 6.5Aronica 6Hamsik 6.5Quagliarella 6.5Denis 5.535' st Bogliacino svA disp.: Iezzo, Rinaudo,Rullo e InsigneAll.: Mazzarri 6.5

Morganti di Ascoli Piceno 4.5

Amelia 6Biava 6

Dainelli 6Moretti 6

Papastathopoulos 6.5M. Rossi 6

Milanetto 6Criscito 6Mesto 6.5

29' st Juric 6Suazo 6

11' st Sculli 6Palacio 6

11' st Acquafresca 6A disp.: Scarpi, Bocchetti,

Zapater e PalladinoAll.: Gasperini 6

NOTE: Spettatori: 47mila circa. Angoli: 6-1. Recupero: 2' pt e 4' st.

di MARIA BARBARO

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Un grande Napoli esce sconfitto dalla trasferta friulana e interrompe lalunghissima serie positiva in campionato. Gara pesantementecondizionata dall'espulsione di Maggio e dagli errori dell'arbitro

Damato. Subito pericoloso il Napoli con una buona percussione di Hamsikche va via sulla destra e prova il tiro, ma Handanovic blocca a terra. Al 6'rigore per l'Udinese per trattenuta di Maggio su Asamoah. Dagli undici metriDi Natale si fa parare la conclusione da De Sanctis, ma sulla respintal'attaccante dell'Udinese è più lesto di tutti a ribattere in rete per il gol delvantaggio. Gli azzurri reagiscono: ci provano, senza fortuna prima Dossena,poi Quagliarella. Al 21' Handanovic para su Denis, ma sulla ribattuta Maggiorealizza l'1-1. L'Udinese risponde con una conclusione improvvisa di Inler cheDe Sanctis devia in angolo. Al 29' Asamoah mette al centro per Floro Floresche prova a girare a rete ma tocca male da distanza ravvicinata, Pepe concludema De Sanctis recupera. Gli azzurri collezionano errori su errori in fasedifensiva, con Pepe e Di Natale che macinano liberamente chilometri sulterreno di gioco. Al 43' cross di Denis, Quagliarella di testa colpisce la traversa.Poi Maggio cade in area: ammonizione per simulazione e conseguenteespulsione per somma di cartellini. Al 12' della ripresa, un sinistro dalladistanza di Quagliarella prova a impensierire Handanovic. L'Udinese attaccae si inserisce bene negli spazi, il Napoli soffre con in uomo in meno, maciononostante va vicinissimo al 2-1 al 43' con un destro dalla distanza diPazienza che colpisce la base del palo. Gol mancato, gol subito. Al 46' Di Natalein mezza girata fa il 2-1, poi al 48' il bomber napoletano -mentre Grava èimpegnato a soccorrere l'infortunato Floro Flores- galoppa verso l'area dirigore trafiggendo De Sanctis per la terza volta. Una sconfitta immeritata peril Napoli, macchiata da evidenti errori arbitrali.

Handanovic 6Isla 6Coda 6Lukovic 6Pasquale 5.5Inler 6D'Agostino 5.520' st Sammarco 6Asamoah 6.537'st Lodi svPepe 630' st Geijo svFloro Flores 6.5Di Natale 7A disp: Belardi, Cuadrado,Siqueira e ZimlingAll.: De Biasi 6

Damato di Barletta 4

De Sanctis 6.5Campagnaro 6

Cannavaro 6Grava 6

Maggio 6.5Gargano 6.5Pazienza 6.5

Dossena 6Hamsik 6.5

36'st Cigarini svDenis 5.5

26'st Bogliacino 6Quagliarella 6A disp.: Iezzo,

Rinaudo, Rullo,Zuniga e Maiello

All.: Mazzarri 6.5

NOTE: Spettatori 15mila circa. Espulso al 43' pt Maggio per doppiaammonizione. Angoli 7-2. Recupero pt 1'; st 5'.

Al 7' pt Di Natale si è fatto parare un rigore da De Sanctis.

di ROSA SAMBUCA

91’7’ 93’

20’

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“Quando ho visto la firma di Maradona su quel contratto,ho pianto: già c'era la consapevolezza di aver scritto lapagina più importante della storia del Napoli”. Sono

passati tanti anni, quasi 26, eppure Dino Celentano, per 14 anniuno dei massimi dirigenti azzurri, ha ancora un po' la voce rottadall'emozione, sfogliando nel cuore e nella mente, il libro deiricordi. Portare Maradona a Napoli sembrava impossibile, tantisoldi, troppi interessi: “Ma volevamo fare grande la maglia azzurra,ecco perché col Presidente Ferlaino, con Juliano e Tagliamonte ciimbarcammo in questa avventura”.Un tuffo indietro nel tempo, in un passato che non ha reso lagiusta gloria a chi ha avuto un ruolo determinante per farsbocciare l'età dell'oro nel calcio a Napoli. “Juliano mi volle a tutticosti con sè in Spagna: lui non era troppo simpatico a nessunodella cordata di soci che stava con Ferlaino, perché fu imposto daBrancaccio nel periodo in cui l'Ingegnere gli affidò la presidenza.Non lo avevamo eletto, ma nonostante questo, lavorammo

assieme in maniera infaticabile.Anzi, quando sia il direttore

che Ferlaino stavano permollare la presa, io dissiloro di crederci, perchéprima che dirigente ero,sono e sarò prima ditutto tifoso: Maradonavoleva andar via daBarcellona, non potevonon fare l'impossibile perportarlo a Napoli”.Iniziano i minuti deiflashback che strappanoun sorriso, quelli che inpochi conoscono, quelli cheti fanno capire che Diegoarrivò a Napoli perché fupreso per il cuore, non per idenari. “Erano mesi che gli

facevamo la corte, lo volevamo a tutti i costi. Così decisi di ospitarenella mia casa di Ischia il suo procuratore, Jorge Cysterszpiller.Iniziammo a girare Napoli ed il golfo, a far vedere l'affetto dellagente, la possibilità per Diego di sentire attorno a sè tutto l'amoredi cui aveva bisogno. Cysterszpiller si convinse e convinse ancheMaradona. Da lì iniziarono i telex, anche perché non c'erano maile telefonini, con la Spagna. Il Barcellona ci chiese di sparare alto enoi lo facemmo: tredici miliardi e mezzo di lire, una cifra enormeper l'epoca. Il Napoli stava per stabilire un nuovo primato, dopoquelli per Savoldi e Jeppson. Le richieste catalane non cifermarono, era tutto pronto, mancavano solo le firme, poi…”. Lavoce di Celentano rallenta, quasi a voler cancellare quello che èstato un momento nero, un colpo che rischiava di mandarti ko.“Arrivammo, come concordato, al Principessa Sophia, l'albergo diGaspart, il vicepresidente catalano. Ci accolse più o meno così:«Siete venuti per portar via Diego da Barcellona? Bene, quella è laporta, siete pregati di accomodarvi fuori: Maradona da qui non simuove». Era cambiato tutto, erano saltati i piani. Ci fu un grandesconforto, Ferlaino ci disse di ritornare a Napoli, ma io vollirestare, io volevo Diego: convinsi Juliano ed il presidente e di lì aqualche ora riuscii a versare lacrime bellissime. Era il 29 giugno del1984, non lo dimenticherò mai”. Ma, Dino Celentano non fu solouno degli artefici di un'epoca: è stato anche uno dei più grandidirigenti del settore giovanile: “Con me hanno lavorato personedel calibro di Mario Corso, Angelo Benedicto Sormani, SandroAbbondanza, Peppe Massa: avevamo un vivaio meraviglioso. Oggi,si sta iniziando a fare un lavoro importante. Gigi Caffarelli èbravissimo e poi c'è Ciro Muro, uno dei miei pupilli. Ciro è statosfortunato, poteva essere un grandissimo calciatore, il destino nonha voluto così. Spero possa dare tanto al settore giovanile azzurro.C'è bisogno di grandi maestri di calcio e di vita in un vivaio: eccoperché penso che Ciro possa fare benissimo anche come allenatoredella Primavera. Spero che presto anche Bruscolotti possa entrarenel settore giovanile, sarebbe anche lui una grande guida perquesti ragazzi”. In conclusione, domenica c'è Napoli-Inter. “Speroche gli azzurri possano riprendere il loro cammino vincente comeai tempi del nostro grande Napoli”.

di MARCO GIORDANO

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Ventidue anni dopo Attila Sallustro spuntò nel Napoli uncentravanti biondo come il “veltro” che è il goleador assoluto dellastoria azzurra (114 centri), cannoniere degli anni Trenta, primoasso del Napoli e napoletano pur essendo nato ad Asuncion, inParaguay, ma di famiglia napoletana (il padre, farmacista, eraemigrato). Il biondino era un ragazzo di Posillipo. A 14 anni,frequentando un collegio di Benevento, aveva scritto al Napoli:voleva giocare in maglia azzurra. Lo accolsero nelle giovaniliLambiase, appassionato talent scout, e De Manes, un maestro peri giovani giocatori.Il Napoli di quei tempi, diciamo il 1959, aveva fior di centravanti,Vinicio, Di Giacomo, Manuel Del Vecchio, ma la squadrafunzionava poco. Veleni di spogliatoio. Un domenica, a Bari, 1maggio 1960, il biondino di Posillipo apparve in prima squadra.Aveva ventidue anni. Il biondino era Guido Postiglione, il primocentravanti napoletano dopo Sallustro. Quel giorno Vinicio nongiocò e a Guido toccò la maglia numero 9 in un attaccocompletato da Di Giacomo, Vitali, Pesaola e Gasparini. In portagiocava Bugatti, il gatto magico, e in squadra c´era un altronapoletano, il vomerese Dolo Mistone che anticipò Facchetti nelruolo di terzino sinistro fluidificante. Fin 1-1, gol di Di Giacomo.La domenica successiva, Guido Postiglione esordì al “San Paolo”inaugurato sei mesi prima. Un altro pareggio, 1-1 con laSampdoria, ancora a segno Di Giacomo. Postiglione giocò tutte lesei ultime partite di quel campionato. Segnò in due partitevittoriose. Contro il Bologna (2-0) siglando il primo gol e aPadova (2-1) segnando ancora per primo, raddoppio di Vinicio.Col brasiliano in squadra, Postiglione gli cedette la maglia numero

9 spostandosi a mezz'ala destra. Quel Napoli si salvò dallaretrocessione per due punti.Partì Vinicio. “Vendetevi l'anima, ma non Vinicio” fu lo striscionedei tifosi al “San Paolo”, ma la “guerra” di Amadei a Luis (e aPesaola) ne provocò la cessione. Guido Postiglione rimase in unasquadra confusa che doveva vincere lo scudetto (con Gratton ePivatelli), ma retrocesse. Guido giocò undici partite segnando ungol a Torino contro la Juventus (2-2). Il Napoli in pieno caos nonpoteva coccolarsi un giovane centravanti di casa, accompagnarnei progressi, farlo maturare e ricavarne l'eccellente attaccante chePostiglione prometteva di essere. Fu ceduto al Verona, giocò nelBari, giocò col Palermo. Nostalgia e rivincita lontano di Napoli.Alla “Favorita” gli azzurri ci lasciarono le penne (0-4) fallendo inserie B la stagione della promozione. A Pontel due gol li segnòPostiglione. Due anni dopo ('65-'66) fece ritorno a Napoli nellasquadra di Altafini e Sivori, il petisso in panchina. Poco spazio, seipartite e nessun gol.Le vicende del calcio vanno così. Il Napoli perse l´occasione dilanciare un campione di casa. Troppo esile, si disse. In ogni modo,Guido Postiglione è stato il primo centravanti napoletano nelNapoli dopo Sallustro. Poteva essere una bella storia. Ma laconfusione societaria di quei tempi non consentiva belle storie.Di classe infinita era Gaetano “Nino” Musella, nato nello stessoanno di Maradona. Abitava al quarto piano di un palazzo difronte al “San Paolo”. In casa, con una palla di carta, dribblavasedie e tavolini. Papà Vitale lo portava a vedere il Napoli di Sivorie Altafini, in curva. Si inventò una squadra, la Real Cumana,regina dei tornei di strada, per esserne il giovanissimo asso a 12

di MIMMO CARRATELLI

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anni. Un compagno lo spinse a fare un provino per il Napoli. Ninodivenne un “pulcino” azzurro, 5mila lire al mese di rimborsospese. In un campionato provinciale fece 28 gol. GiovanniLambiase, dall'intuito infallibile nello scovare e curarecampioncini, lo costrinse a giocare terzino perché non facesse lospavaldo in attacco e imparasse a soffrire marcando l'avversario.Di Marzio, nel 1977, lo fece debuttare in serie A, a 18 anni, unasola partita. Fu mandato a “farsi le ossa” a Padova in serie C.Tornò e giocò quattro campionati con la maglia azzurra (72partite e 8 gol). Aveva un gran talento Nino Musella, ma eratroppo un bel ragazzo per dedicarsi tutto al calcio. Nel 1980-'81,allenatore Marchesi, siglò il suo primo gol in maglia azzurra, surigore contro il Catanzaro. Giocò l'intero torneo e andò altrequattro volte a segno, due volte decisivo. Firmò l'1-0 di Firenzedove il Napoli non vinceva da dieci anni. Ripeté l´impresa sulcampo del Torino (1-0). C'era Krol. Il Napoli vinse a Brescia (2-1).Musella segnò il primo gol, l´olandese il secondo. I giornalidedicarono tutta l'attenzione alla prodezza di Krol. Nino ci rimasemale. Stava giocando proprio bene, ma per i ragazzi di casa nostraera sempre difficile fare breccia. Il cannoniere di quegli anni eraClaudio Pellegrini (33 gol in 117 partite). Partiva sui lanci di Krole andava a segnare in contropiede. Attaccante essenziale. IlNapoli sfiorò lo scudetto.Musella aveva un tecnica ammirevole, ma era un discolo. “Se mifossi sacrificato per il calcio sarei diventato un campione”. Eravero. Giocavano nel Napoli altri ragazzi di casa nostra.Peppeniello Massa era una piccola ala ficcante, soprannominatotric-trac per i suoi scatti. Pasqualino Casale, promettente mezz'aladi talento, esordì in serie A a 17 anni. Antonio Capone era diSalerno, attaccante di temperamento.Nel campionato ´81-´82, Musella fece un fantastico gol all´Inter

sotto le grinfie di Burgnich. Sembrò il momento dellaconsacrazione. Invece, fu ceduto al Catanzaro e la favola diMusella nel Napoli finì, a 22 anni.Centravanti napoletani ebbero vita breve in maglia azzurra.Francesco "Ciccio" Baiano è stato un pupillo di Maradona. Figlio diun barbiere la cui bottega affacciava davanti allo stadio “SanPaolo”, Bianchi lo fece esordire in Coppa Italia a 17 anni e poi incampionato al posto di Caffarelli che si infortunò a Genova(Sampdoria-Napoli 0-2). Quattro partite in campionato a micciaspenta. In prestito all'Empoli, Baiano rientrò nel Napoli campioned´Italia ('87-'88) e visse una notte indimenticabile a Madridcontro il Real in Coppa dei campioni giocando gli ultimi 12minuti al posto di Giordano. Andò a giocare a Parma, Empoli,Avellino ed “esplose” a Foggia (38 gol) nel tridente di Zeman conRambaudi e Signori. Giocò a lungo nella Fiorentina (29 gol)vincendo Coppa Italia e Supercoppa italiana.Nicola Caccia di Castello di Cisterna, gran cannoniere con Anconae Piacenza, approdò al Napoli nel torneo '96-'97, sette gol in 33partite. Ebbe migliore fortuna a Bergamo: 40 gol in 101 partite.Un campione sfuggito al Napoli è stato Antonio Floro Flores.Scoperto da Montefusco nel Posillipo, cresciuto nelle giovaniliazzurre, a 18 anni debuttò in serie A. Chiuso via via da Amoruso,Dionigi, Stellone, trovò finalmente spazio nel campionato 2002-'03 in serie B, ma segnò appena due reti in 32 partite. Il Napoliviveva stagioni convulse. Nessuno seppe aspettare che il ragazzodel Rione Traiano maturasse, una costante nel Napoli con igiovani di casa. L'Udinese ne ha fatto un magnifico attaccante.Ora è la volta di Fabio Quagliarella, il goleador stabiese di forza edi fantasia, cannoniere di stelle filanti, inventore di golimpossibili. Ha offerto il cuore e i gol al Napoli, la squadra che havoluto fortemente perché al cuore non si comanda.

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Nell'ultima puntata di Tifosi Napoletani, andato in ondagiovedì 11 febbraio, abbiamo ospitato il ConsigliereRegionale Giuseppe Sarnataro. Lo abbiamo invitato

come uomo politico che poteva darci qualche informazione equalche risposta sulle problematiche della città nel settoresportivo. Alla fine, abbiamo scoperto che è tifosissimo del Napolie che negli anni d'oro non mancava mai all'appuntamento con lepartite della squadra di Maradona, sia in casa che in trasferta.Per la sua esperienza politica, e per i suoi incarichi precedentianche di Consigliere comunale di Napoli, vogliamo fargli alcunedomande su due questioni che ci stanno molto a cuore.Tanti trofei giacciono in uno scantinato della Provincia. Datifoso, ancora prima che da uomo delle istituzioni, che effetto lefa?Prima di tutto voglio sottolineare che questo problema, nato conil fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli, poteva nonesserci se, per poche migliaia di euro, così come è stato per altriimportanti trofei come gli Scudetti, la Coppa Uefa ed altre coppe,

la nuova società avesse provveduto al loro acquisto. L'effetto chequesta situazione mi provoca è assai simile a quella che miproduce il dover prendere atto che questa città ripeteimperterrita i suoi errori. Sempre gli stessi, sempre uguali. Con lastessa noncuranza con cui non si struttura un museo per igrandi simboli culturali ed artistici, la musica, il teatro, lamaschera, il presepe, la pizza, così anche per il calcio si lascia lacittà senza un luogo di culto dove i tifosi possano ammirare erivivere la storia della squadra, dei suoi campioni, dei suoisuccessi e delle sue sconfitte, per poter rivivere la propria storiaindividuale e collettiva.Quali passi possono fare le istituzioni per riportare alla lucequesti traguardi azzurri?So che l'Amministrazione Provinciale sta pensando di trovareuno spazio espositivo per questo grande tesoro della società edelle centinaia di migliaia di tifosi. Ma questo non basta e forsenon ha neanche molto senso slegato da un contesto logistico esportivo.

Così dovrebbe essere lostadio San Paolo dopola ristrutturazione.

a cura della REDAZIONE

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Respiro Azzurro si propone come associazioneche può ospitare questi trofei. E' possibileconcertare un lavoro comune?Ecco è proprio a questo che penso. Occorre unluogo dove conservare ed esporre le tante coppe,targhe, trofei, e forse la sede sociale o lo stadioforse sono luoghi ideali, ma occorre che questivivano circondati dall'affetto e dall'amore deitifosi, unici garanti della loro integrità e dellaloro “vita”. Respiro Azzurro ha sicuramente lecarte in regola, per attaccamento, passione eserietà, per dare una mano a realizzare unprogetto importante e risolvere questoproblema.Situazione San Paolo: per gli Europei del 2016 c'èbisogno di un restyling importante. Cosa si puòfare per rendere nell'immediato lo stadio amisura di famiglia. E' ipotizzabile anche unintervento di tutte le istituzioni campane?Costruire un nuovo stadio a Napoli è impresadifficile ma non impossibile. Impresa che puòessere anche avviata ma che rischierebbe di nonconcludersi alla data dell'appuntamentoeuropeo. Un rischio che la città non può correre.Sarebbe pazzesco immaginare i campionatigiocati in tutte le città, piccole e medie, e non aNapoli. Riammodernare il San Paolo è diventatauna scelta obbligata anche se forse complicataper la sua realizzazione dovendocontemporaneamente svolgersi l'attivitàagonistica ed i lavori. Su questo serve una taskforce che veda protagonisti le istituzioni locali,Comune, Provincia,Regione, la società sportiva, icittadini ed i tifosi.Di recente, su proposta del Consigliere comunaleEmilio Di Marzio, la civica assise di Napoli havotato all'unanimità una delibera per conferire lacittadinanza onoraria a Bruno Pesaola, mentre èdei gironi scorsi la notizia che a Sivori e Sallustrosaranno presto intitolati due settori del SanPaolo. Cosa ne pensa al riguardo?Fa piacere un riconoscimento del genere per ilmitico Pesaola. E' una cosa molto bella anche perSivori e Sallustro, anche se per quest'ultimo si eraparlato di intitolare addirittura lo stadio (per ilprimo 76 gare e 17 gol in azzurro, per il secondo269 presenze e 107 reti tutte su azione, ndr). Ciaspettiamo che, nel prossimo futuro, anche altricampioni possano beneficiare di siffattiriconoscimenti. Tra questi lo meriterebberoSentimenti ed Egidio Di Costanzo, il più grandeportiere della storia azzurra e il primo campionenapoletano a vestire la maglia della squadratanto amata. Tempo fa proposi di intestare il SanPaolo a Diego Armando Maradona, ma siscatenò una guerra presso la curia di Pozzuoli,visto che il quartiere di Fuorigrotta fa parte delladiocesi flegrea.

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La Coppa Carnevale rimane ancora un sogno per il NapoliPrimavera. L'avventura nella 62esima del Torneo di Viareggio,prestigiosa vetrina per i giovani talenti del calcio mondiale,

termina agli ottavi di finale, dove il Sassuolo elimina gli azzurrini airigori. Un vero peccato per i ragazzi di Faustino che fino all'ultimohanno accarezzato il sogno della qualificazione. Il vero problema èche, nonostante la qualità tecnica, questa Primavera non riesce adecollare. Il rammarico sta nel fatto di aver perso contro unasquadra di serie B, il Sassuolo, contro la quale non ci sarebbe dovutaessere alcuna difficoltà. Ma si cerca di pensare in positivo: averpartecipato ad un torneo così importante, dopo due anni di assenza,è stata una prima grande vittoria per il vivaio, successo che è statoconfermato dal passaggio del turno e dall'approdo agli ottavi. Lesperanze di vincere una competizione così prestigiosa sono sfumatein poche ore, ma è tempo di guardare avanti, con la consapevolezzache l'uscita dal Torneo rappresenta solo l'inizio di un nuovocammino, con la consapevolezza che bisogna fare bilanciimportanti, capire cosa c'è che non va per tornare ad altissimi livelli.

Azzurrini ok all'esordioNapoli 3FC Kallon 2Napoli: Sepe, Diana, Bruno, Simonetti F., Petrarca, Monda,Maiello, Liccardo (33' st Donnarumma), Varriale (9' st Romano),Insigne (44' st Conte), Ciano. All.: FaustinoFC Kallon: Salim, Themu, Gabrilla, Tunde S., Lanzana, Alusine,Tunde I., Lamir (15' st Alimany), Khalifa, Unifa (22' st AbubakkarK.), Momahed B. All.: KallonArbitro: Gosti di PerugiaReti: 10' pt Maiello, 21' pt Lamir, 26' pt (rig.) Insigne, 36' ptAlusine, 42' pt Ciano

Inizia con una vittoria il cammino della Primavera azzurra aViareggio. Conquistare i tre punti con il Kallon non è stato

semplice, ma i babies di Faustino riescono a risolvere la gara neiprimi 45', nonostante le pessime condizioni del terreno di gioco.A sbloccare il risultato ci pensa Maiello che ha il tempo distoppare il pallone di petto e indirizzarlo sul palo più lontano,dopo un lancio illuminante di Insigne. Napoli chiama, Kallonrisponde con Lamir che approfitta di un errore di Monda perfirmare il gol del pari. Agli azzurrini bastano pochi minuti perpassare nuovamente in vantaggio e dimostrare che la classeappartiene solo a pochi eletti: Insigne viene atterrato in pienaarea e mette dentro il rigore del 2-1. Nel finale di tempo, dopo ilpari degli africani firmato da Alusine, è il bomber Ciano(rientrato per l'occasione dal prestito al Lecco) a portare invantaggio gli azzurrini dopo aver superato anche il portiere. Nellaripresa il Napoli si limita a controllare il risultato. Nell'altro matchdel girone il Parma vince 1-0 sul Chivas Guadalajara.

Nel segno di Insigne, un gol e un assist perbattere il ParmaNapoli 2Parma 0Napoli: Sepe, Bruno, Monda, Petrarca, Diana (37' st Conte),Maiello, Liccardi, Simonetti, Insigne, Ciano, Varriale. All.:FaustinoParma: Russo, Palumbo, Vinicius, Gigli, Berselli (1' st Ogliari),Valerio, Uveges (24' st Bernasconi), Galassi, Lapadula, Pasi (8' stFinocchiaro), Amarà. All.: De PatreArbitro: Chiffi di PadovaReti: 31' pt Insigne, 34' st MaielloNote: Ammonito Bruno.

Una delizia per gli occhi, una speranza per il futuro, il torneo diViareggio ai piedi di Lorenzo Insigne: un gol, un assist, tanta

qualità difficilmente riscontrabile in giocatori delle suecaratteristiche. Il Napoli di Faustino batte il quotato Parma 2-0 eipoteca il passaggio al prossimo turno. Partono meglio gliemiliani, al 4' Sepe è costretto agli straordinari su toccoravvicinato di Amarà; il primo squillo di tromba dei partenopei ètargato Insigne, destro al volo catturato da Russo. Garaequilibrata fino al 31', poi sale in cattedra Insigne che sblocca ilrisultato con un'azione personale da applausi, conclusa con undestro tra palo e portiere. Nella ripresa gli azzurrini si difendonobene e non patiscono eccessivamente gli attacchi parmensi.L'unico pericolo giunge a metà tempo sugli sviluppi di un calciopiazzato quando Vinicius, da due passi, trova l'opposizione diSepe, che a mano aperta mette in angolo. Gli azzurrini tengonobotta e in ripartenza affondano il colpo del ko con Maiello che,splendidamente assistito da Insigne, trafigge Russo con unbeffardo diagonale, chiudendo di fatto la partita: Napoli 2, Parma0.

a cura di ROSA SAMBUCA

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Il Napoli vola agli ottaviNapoli 1Chivas 1Napoli: Sepe, Errico, Bruno, Simonetti, Petrarca, Monda, Maiello(25' st Romano), Liccardo, Varriale (10' st Conte), Insigne, Riccio(12'st Comentale). All.: FaustinoChivas: Sanchez, Alvarez, Moran, Ponce, Orozco, Navaro, Moran,Coronado, Sandoval, Davila, Vasquez. All.: MercadoArbitro: Giovanni di GrossetoReti: 44' pt Errico, 20' st DavilaNote: Espulso Sepe al 12' st.

Si vola agli ottavi. Alla Primavera del Napoli basta il pareggio perpassare alla fase successiva del Torneo di Viareggio. Il sorteggio hastabilito che il prossimo avversario sarà il Sassuolo, in una giornatacaratterizzata da un rigore parato da Comentale ed una difesa cheha retto fino al termine gli assalti del Chivas. L'avvio è azzurro, conVarriale che colpisce in pieno la traversa e Maiello che nonconcretizza su un buon lancio di Insegne. Al 44' il Napoli passa invantaggio con un tiro di Errico che spiazza Sanchez. Nella ripresaviene espulso Sepe, al suo posto subentra Comentale che parasubito un tiro dal dischetto a Navaro prima del pareggio di Davila,che non compromette la qualificazione dei ragazzi di Faustino.

Azzurrini eliminati dal Sassuolo ai rigoriNapoli 4Sassuolo 5 (d.c.r.)NAPOLI: Comentale, Diana, Bruno, Simonetti, Petrarca, Liccardo,Varriale (36' st Riccio), Insigne, Romano, Ciano, Pontillo (21' stDonnarumma). All.: FaustinoSASSUOLO: (4-4-2) : Gallinetta, Baldaccinini, Sghedoni, Magro,Albanese, Vaccari, Frell Filoho, Lodovisi, Lippi, Falcinelli, Thiam (25'st Bellani). All.: Mandelli ARBITRO: Mariani di ApriliaRETI: 37' pt Thiam, 40' pt CianoNOTE: Sequenza rigori: Ciano (N) gol, Bellani (S) gol, Diana (N) gol,Falcinelli (S) gol, Riccio (N) parato, Lodovisi (S) gol, Insigne (N) gol,Frell Filoho (S) alto, Liccardo (N) fuori, Ferreira (S) gol.

Finisce qui il cammino della Primavera azzurra al Torneo diViareggio. I ragazzi di Faustino vengono eliminati dal Sassuolo aicalci di rigore, dopo aver disputato una gara equilibrata terminatasull'1-1. Al gol emiliano di Thiam, gli azzurrini rispondono con

Ciano sul finire della prima frazione di gioco. Napoli senza Sepesqualificato, al suo posto Comentale<Nessuno(a)>. Gara moltoequilibrata nella prima frazione di gioco, il possesso di palla èazzurro ma gli emiliani in contropiede sono molto pericolosi.Varriale ed Insigne cercano la giocata illuminante per Ciano, ladifesa neroverde si chiude molto bene. Al 37' il Sassuolo passa invantaggio su un contropiede letale di Thiam che approfitta di unerrore di Pontillo a centrocampo e trafigge l'incolpevole Comentale.Reazione immediata degli azzurrini che rimettono subito le cose aposto: straordinaria giocata di Insigne, che si beve due avversari inslalom, arriva sul fondo e di sinistro pennella un assist perfetto perCiano che, di testa, insacca alle spalle di Gallinetta. In avvio di ripresale due squadre rientrano in campo dimostrando grande agonismo elottando su ogni pallone. Non mancano i sussulti: prima unaprodezza di Comentale che salva in due tempi su Bellani e suFalcinelli, poi Insigne che, a botta sicura, si fa respingere il tiro daGallinetta con la punta delle dita. Ma non basta e si va alla lotteriadei rigori dove risultano decisivi gli errori di Riccio e Liccardo cheregalano al Sassuolo la qualificazione ai quarti.

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Sono fratelli azzurri. Amano la propria terra, adorano Napolied i suoi colori. Lontano da Napoli è come essere lontano dalcuore. I loro ideali sono forti. E' qui che nasce il tifo azzurro è qui che vengono partoriti i valori umani del tifo in periferia.Loro amano Napoli e il Napoli (e non lo dico certamente perfare pubblicità alla loro organizzazione).Il concetto di amare i colori azzurri nasce dalla fede, daisacrifici e dall'orgoglio. Tuttavia, nonostante la miaintroduzione passionale, che potrebbe risultare quasi patetica

agli occhi dei lettori, in questa famiglia azzurra, l'odiocalcistico si combatte con l'amore azzurro, con l'ospitalità.Quando hanno deciso di costruire questo club Napoli a SantaMaria a Vico - quasi sei anni fa, la società azzurra era stataappena rifondata da Aurelio De Laurentiis e si allenava tramille difficoltà in varie strutture della regione - avevano inmente di fare informazione sulla Napoli calcistica esoprattutto diinformare i giovani come si diventa veri tifosi napoletani, dispronarli a sostenere i colori azzurri in questa terra. Lorosono fedeli, sono innamorati dei colori azzurri, perchè lenuove generazioni del tifo locale li seguono con amore.Il Napoli club Santa Maria a Vico, colonna portante delBattito Azzurro, si rispecchia nei valori della neonataassociazione del Respiro Azzurro grazie all'impegno delpresidente Antonio Manna e dei suoi collaboratori cheportano con onore in giro per l'Italia i sentimenti disolidarietà, amicizia e rispetto verso il prossimo.Il direttivo, inoltre, organizza eventi con amore, bontà,ospitalità, gentilezza e allegria, che danno lustro al tifonapoletano. Il gruppo svizzero, così definito dagli amici delnord Italia, per la sua precisione nell'organizzare eventi divaria natura, può vantare con orgoglio l'aver dato vita allapartita del cuore che ha portato tempo fa all'acquisto di unautoambulanza, una serata teatrale lo scorso 5 dicembre conNino D'Angelo. In ultimo non dimentichiamo MassimoManna che è riuscito a duettare con Francesco Merola, figlio

di SALVATORE NICOLO’

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del grande Mario, a Casapesenna.Onore a questo gruppo che non lascia mai la squadra del cuoresenza supporto negli stadi dove si esibiscono gli azzurri.

ORGANIGRAMMA NAPOLI CLUB SANTA MARIA A VICO (CE)PRESIDENTE: ANTONIO MANNAVICE PRESIDENTE: GIUSEPPE AFFINITATESORIERE: ALLESANDRO PISCITELLI

AIUTO TESORIERE: EDUARDO IAFORTEPUBBLICHE RELAZIONI: AVV. FELICE MEDICICONSIGLIERE: MASSIMILIANO MORGILLO

Lello Capuano nella sua Autofficina di

Castelvolturno con Lavezzi, Bogliacino e Denis

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