10
7/23/2019 Tuttonormel TNE 2015-07 Rivelazione incendi.pdf http://slidepdf.com/reader/full/tuttonormel-tne-2015-07-rivelazione-incendipdf 1/10 IMPORT NTE PER L SICUREZZ 1 L IMPIANTO I RIVELAZIONE INCENDIO Il LCUNI PUNTI CRITICI . -·. D Nolli Punto critico 1 Norme UNI EN 54 Le apparecchiature per l rivelazione automatica d in- cendio devono essere conformi alle norme UNI EN 54. 1 L obbligo della marcatura E è st to introdotto dalla direttiva 89/106/CEE, not come CPD (Construction Pro- ducts Directive), recepita in Italia dal DPR 21 aprile 1993 n. 426. Tale direttiva è st t sostituit nel 2011 dal Regola- mento 315, meglio conosciuto come CPR (Construction Products Regulation) in vigore dal luglio 2013, il quale h introdotto l obbligo per il costruttore di rila- sciare la dichiarazione di prestazione (DoP: Declaration of Performance). 2 Il passaggio dalla direttiva al regolamento h anche com- portato l modifica della marcatura E da apporre sui prodotti: il numero di certificato è st to sostituito dal numero della dichiarazione di prestazione (DoP), fig. 1. La tabella A indica, per alcuni componenti di largo im- piego , la d t di pubblicazione della norma e l termine del periodo transitorio , oltre il quale non è ammesso commercializzare l prodotto senza la regolare certifi- cazione CPR in conformità alla relativa norma EN 54. 3 TUTT  RM L 2 Suddivisione in zone Una zona può comprendere al massimo 10 locali , se di superficie complessiva :5 600 m 2 e se gli accessi danno sul medesimo disimpegno, UNI 9795, par. 5.2.5. Tuttavia, il numero di locali può arrivare fino a 20, se l area complessiva non supera 1000 m 2 e se si utilizza - no ripetitori ottici d allarme fuori porta, UNI 9795 , par. 5.2.5, fig. 2. 4 1 La sequenza dei punti critici di seguito esposti segue gli articoli della norma, a prescindere dalla loro importanza e/o frequenza di accadimento . 2 Una direttiva deve essere recepita da ogni singolo Stato, mentre un regolamento entra automaticamente in vigore in tutti gli Stati membri dell Unione europea. 3 I primi componenti a incorrere nelrobbligo di marcatura E sono stati i rivelatori puntiformi di fumo e calore e le sirene (30 giugno 2005); gli ultimi sono stati i lampeggianti dal 31 dicembre 2013. Altri componenti, ad esempio i cavi termosen sibili e i terminali di ripetizione delle centrali, non hanno ancora una norma di riferimento. 4 L indicatore ottico fuori della porta è richiesto anche se l impianto è indirizzato, poiché facilita l individuazione del locale da dove è partito il segnale di presenza incendio. luglio 2 15

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IMPORT NTE PER

L SICUREZZ

1

L IMPIANTO

I

RIVELAZIONE INCENDIO

Il

LCUNI

PUNTI

CRITICI

.

- · .

D

Nolli

Punto critico

1 Norme

UNI

EN

54

Le

apparecchiature per

l

rivelazione automatica d in-

cendio devono essere conformi alle norme UNI EN 54.

1

L obbligo della marcatura E è

st to

introdotto dalla

direttiva 89/106/CEE, not come CPD (Construction Pro-

ducts Directive), recepita in Italia dal

DPR

21 aprile

1993 n. 426.

Tale direttiva è st t sostituit nel 2011 dal Regola-

mento 315, meglio conosciuto come CPR (Construction

Products Regulation) in vigore dal 1° luglio 2013, il

quale

h introdotto

l obbligo per il costruttore di rila-

sciare la dichiarazione di prestazione (DoP: Declaration

of Performance).

2

Il passaggio dalla direttiva al regolamento

h

anche com-

portato l modifica della marcatura

E

da apporre sui

prodotti: il numero di certificato è st to sostituito dal

numero della dichiarazione di prestazione (DoP), fig. 1.

La tabella A indica, per alcuni componenti di largo im-

piego, la d t di pubblicazione della norma e l termine

del periodo transitorio, oltre il quale

non

è ammesso

commercializzare

l

prodotto

senza la regolare certifi-

cazione CPR in conformità alla relativa norma EN 54.

3

T U T T   RM L

2 Suddivisione in zone

Una zona può comprendere al massimo 10 locali , se di

superficie complessiva :5 600 m

2

e se gli accessi danno

sul medesimo disimpegno, UNI 9795, par. 5.2.5.

Tuttavia, il numero di locali può arrivare fino a 20, se

l area complessiva

non

supera 1000 m

2

e se si utilizza-

no ripetitori ottici d allarme fuori porta,

UNI

9795, par.

5.2.5, fig.

2.

4

1

La sequenza dei punti critici di seguito esposti segue gli articoli

della

norma, a prescindere

dalla

loro importanza e/o frequenza di

accadimento .

2

Una

direttiva deve essere recepita

da

ogni singolo Stato, mentre un

regolamento entra automaticamente in vigore in tutti

gli

Stati membri

dell Unione

europea.

3

I

primi

componenti a incorrere nelrobbligo di marcatura

E

sono stati

i rivelatori puntiformi di fumo e calore e le sirene (30 giugno 2005);

gli

ultimi

sono

stati i lampeggianti dal

31 dicembre

2013.

Altri

componenti,

ad

esempio i cavi termosensibili e i terminali di

ripetizione delle centrali, non hanno ancora una norma di riferimento.

4

L indicatore ottico fuori

della

porta è richiesto anche

se

l impianto è

indirizzato, poiché facilita l individuazione del locale

da

dove

è

partito

il segnale

di

presenza incendio.

luglio 2 15

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Tabella A -

Norme

N 54 relative alla rivelazione incendi.

ata di Tennine periodo

Numero tolo

pubblicazione transitorio

EN

54-2:1997

EN

54-2:1997 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01 01 2008 01 / 08/2009

e A1 :2006

Part 2: Control and indicating equiprnent.

EN

54-2:1997

EN

54-2:1997 AC:1999 - EN 54-2:1997 AC:1999 - Fire detection and fire

01 01 2008 01 01 2008

AC:1999 alarrn systerns - Part

2:

Control a

nd

indicating equiprnent.

EN

54-3:2001

EN

54-3:2001/A1 :2002 - Fire detection and fire alar

rn

systerns.

01 04 2003 30 06 2005

A1:2002

Part 3: Fire alarrn devices - Sounders .

EN

54-3:2001

EN

54-3:2001/A2:2006 - EN 54-3:2001/ A2:2006 Fire detection and fire alarrn

01 03 2007 01 06 2009

A2:2006

systerns - Part

3:

Fire alarrn devices - Sounders.

EN

54-4:1997 EN 54-4:1997 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01

/ 10/2003 01 08 2009

e A1 :2002 Part 4: Power supply equiprnent.

EN 54-4:1997 EN 54-4:1997/ AC:1999 - Fire dete ction and fire alarrn systerns.

01

/

06

/ 2005 01 06 2005

AC:1999 Part 4: Power supply equipryent.

EN

54-4:1997

EN

54-4:1997 A2:2006 - EN 54-4:1997/ A2:2006 Fire detection and fire alarrn

01

  06 2007

01

/ 08/2009

A2:2006 systerns - Part

4:

Power supply equiprnent.

EN

54 5 :2000

EN

54-5:2000/A1:2002 - Fire detecti on and fire alarrn systerns.

01 / 04 2003 30 06 2005

A1:2002 Part

5:

Heat

det

ectors - Point detectors.

EN

54-7:2000

EN

54-7:2000/A1:2002 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01

/ 04 / 2003 30 06 2005

art 7: Srnoke det ectors - Point detectors using scattered light transrnitted

A1:2002

light

or ionizatio n.

EN 54-7:2000

EN 54-7:2000/A2:2006 - EN 54-7:2000/A2 :2006 Fire detection and fire alarrn

01 05 2007

01

/ 08/ 2009

yste rns - Part 7: Srnoke detectors - Point detectors using scattered light

A2:2006

transrnitted

light

or ionization.

EN

54-10: 2002 EN 54-10:2002 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01 09 2006 01 / 09 / 2008

e A1:2005

Part 10: Fla

rn

e detectors - Point detectors.

EN

54-11:2001

EN 54-11:2001 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01

/

09

/ 2006

01

/

09

/ 2008

e A1:2005

Part

11

: Manual call points.

EN

54-12:2002 - Fire detection and fire alarrn systerns - Part 12: Srnoke de-

01

/ 10/ 2003 31 12 2005

N

54-12:2002

tectors - Line detectors - Line detectors using an optical bearn.

EN

54-16:2008 - Fire detection and fire alarrn systerns - Part 16:

Voice

alarrn

01 01 2009 01 / 04/ 2011

N 54

-16:2008

cont rol and indicat ing equiprnent.

EN 54-17:2005 - Fire detec tion and fire alarrn systerns - Part 17: Short-circuit

01 10 2006

01

/

12

/ 2008

N

54-17:2005

isolators.

EN 54-17:2005 EN 54-17:2005/AC:2007 - EN 54-17:2005/AC:2007 - Fire detection and fire

01 01 2009 01 / 01 / 2009

AC:2007

alarrn systerns - Part 17: Short-circuit isolators .

EN

54-18:2005 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01 10 2006

01

/ 12 / 2008

N

54-18:2005

Part 18: Input output devices .

EN

54-18:2005

EN

54-18:2005/AC:2007 -

EN

54-18:2005/AC:2007 - Fire detection and

fi

re

01 01 2008 01 /

01

/ 2008

AC:2007

alarrn systerns - Part 18: Input output devices.

EN

54-20:2006 - Fire detect ion and fire alarrn systerns.

01 04 2007 01 07 2009

N 54-20:2006

Part 20: Aspirating srnoke detectors.

EN 54-20:2006 EN 54-20:2006/AC:2008 - EN 54-20:2006/AC:2008 Fire detection and fire

01 08 2009 01 08 2009

AC:2008

alarrn systerns - Part 20: Aspirating srnoke detectors.

EN 54-21:2006 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01 03 2007 01 06 2009

N

54-21:2006

Part 21: Alarrn transrni ssion and fault warning routing equiprnent.

EN

54-23:2010

EN

54-23:2010 - Fire detection and fire alarrn systerns.

01 12 2010 31 12 2013

Part 23: Fire alarrn devices -

Vi

sual alarrn devices .

EN

54-24:2008

EN

54-24:2008 - Fire detec tion and fire alarrn systerns.

01 01 2009 01 04 2011

Part 24: Cornponents of voice alarrn systerns - Loudspeakers.

EN 54-25:2008

EN

54-25 :2008 - Fire detection a

nd

fire alarrn systerns.

01 01 2009 01 04/ 2011

Part 25: Cornponents using radio links.

EN 54-25:2008 EN 54-25:2008/ AC:2012 - EN 54-25:

2008

AC:2012 Fire detection and fire

01 07 2012

01

/

07

/ 2012

AC:2012 alarrn systerns - Part 25: Cornponents using radio links.

lu lio 2 15

T U T T

  R M L

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In ogni caso, la superficie complessiva a

pavimento di una zona non deve superare

1600 m

2

;

regola spesso disattesa, specie

per i rivelatori lineari di fumo.

Si ricorda che i rivelatori installati

in

am

bienti nascosti, quali pavimenti sopraele

vati e controsoffitti, devono appartenere

a zone distinte ed avere

una

ripetizione

di allarme luminoso visibile,

UNI

9795,

par. 5.2.6.

3 Rivelatori

La scelta del tipo

di

rivelatore, in relazione

alle condizioni ambientali è determinante

per il corretto funzionamento dell impianto.

Spesso si trovano rivelatori puntiformi di

fumo nelle cucine, nei parcheggi e nelle

centrali termiche, come pure

in

ambienti

in cui il fumo si può sviluppare a causa

di processi lavorativi.

Lo

stesso dicasi per i rivelatori ottici di

fumo utilizzati in ambienti con proba-

bile presenza di vapori (aree benessere,

impianti produttivi, ecc.) o di polveri in

sospensione (impianti tessili, stabilimenti

dolciari, ecc.). 5

In questi casi, sono adatti rivelatori di

calore (statici o velocimetrici), tarati in

modo da evitare scatti intempestivi.

6

Molte volte capita di vedere, specie in

camere di albergo o in uffici, i rivelato

ri posti nelle immediate vicinanze delle

mandate d aria dell impianto di ventila-

zione o di condizionamento. Senza una

progettazione integrata,

i l

termotecnica

e l elettrico procedono infatti in modo

indipendente nell installare le bocchette

dell aria e i rivelatori.

In questa posizione, spesso i l rivelatore

non è in grado di segnalare un focolaio

di incendio, perché l aria diluisce il fumo,

inoltre ne ostacola l ingresso all interno

della camera ottica, fig. 3.

Per contro, interventi intempestivi pos

sono essere causati dal pulviscolo emesso

dalla bocchetta quando i filtri non sono

cambiati con la dovuta frequenza.

E:

0051

La Società SpA

Stabilimento di produzione Lombardia

Piazza Duomo

1,

20100 Milano, Italia

13

Certificato

n 0051-CPD-99999

Apparecchiatura di alimentazione per sistemi di

rivelazione e segnalazione d incendio per edifici

Modello FIRE PIPPO

Numero seriale: 11111111

EN 54-4:1997+A1:2002+A2:2006

INFORMAZIONI TECNICHE PREVISTE DALLA

NORMAEN

a

~

~

0051

La Società SpA

Sta

bilimento di produzione

Lombardi

a

PiazzaDuomo 1, 20100 Milano, I

ta

lia

13

oP

n. 0001 -CPR-12345:::::r

Apparecchiatura di alimentazione per sistemi di

rivelazione e segnalazione d   incendio per edifici

Modello FIRE PIPPO

Numero seriale

: 11111111

EN 54-4:1997+A1 2002+A2:2006

INFORMAZIONI TECNICHE PREVISTE D LL

NORMAEN

b

Fig. 1 - Marcatura CE dei componenti di un impianto di rivelazione incendio:

a) secondo la direttiva prodotti da costruzione {CPD) , fino al 30/6/2013;

b) secondo

l

regolamento prodotti da costruzione

{CPR)

dal

1/7 2013.

a

b)

ipetitore

ottico

Una zona: ERRATO

@ @ @

Una zona: CORRETTO

@

Fig. 2 - Numero di locali di una zona:

@

a) una zona non può comprendere più di 10 locali;

@

b) una zona, con ripetitori ottici fuori della porta, può servire fino a 20 locali.

Negli impianti convenzionali (non indirizzati) la norma ri-

chiede che i punti su ciascuna linea siano al massimo 32,

UNI 9795, par. 5.2.7.

5

I vapori e

e

polveri possono provocare L

i

ntervento intempestivo del

rivelatore.

6

IL

rivelatore

di

calore statico interviene quando

la

temperatura supe

ra

una

soglia prefissata, in genere

56 °C.

Nel soffitto

di una

grande

cucina,

la

temperatura può superare 50

°

con interventi intempesti

vi.

Occorre quindi innalzare

la

soglia

di

intervento.

e, però, linea serve più locali

è

opportuno mantenersi

ben al di sotto di

32

punti, per facilitare la localizzazione

del focolaio di incendio.

IL rivelatore velocimetrico è sensibile alla velocità con L quale aumenta

la temperatura,

in

genere

è

tarato a 6 °C/min.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

RM L

luglio 2015

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7/23/2019 Tuttonormel TNE 2015-07 Rivelazione incendi.pdf

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Negli impianti indirizzati (analogico-digitali) con una li

nea ad anello chiuso (loop) si possono superare 32 punti,

perché

la linea

ad anello chiuso

permette

di alimentare

un

rivelatore da

entrambi

i lati,

in

modo che

continui

a funzionare anche

in

caso di interruzione del circuito

in un

punto.

Negli alberghi è consigliabile separare i rivelatori

au

tomatici delle camere da quelli posti nei corridoi e nei

controsoffitti, per facilitare l'individuazione dell'area in

teressata dalla segnalazione d'incendio.

Molti impianti presentan o rivelatori automatici e pulsanti

di segnalazione (rivelatori manuali) collegati sulla stessa

linea anche su centrali di tipo convenzionale (impianto

non indirizzato), in aperto contrasto con la norma

UNI

9795, par. 5.2.8, dove è scritto: "I

punti

di segnalazione

manuale possono essere collegati ai circuiti dei rivelatori

automatici purché i rispettivi segnali siano univocamente

identificabili alla cen trale di controllo .. ", fig. 4.

L'impiego di rivelatori automatici e manuali sulla stessa

linea di rivelazione è ammessa solo negli impianti indi

rizzati, purché i rivelatori manuali siano compresi tra due

isolatori di cortocircuito in modo che un guasto su un

rivelatore manuale non

metta

fuori servizio i rivelatori

automatici e viceversa, fig. 5,

TNE

12/10 pag . 17.

4 Controsoffitti e pavimenti sopraelevati

In molti

impianti

esistenti mancano i rivelatori all'interno

dei controsoffitti.

Come regola generale, i controsoffitti e i pavimenti sopra

elevati devono essere dotati di rivelatori (zona separata

da quella dell'ambiente e ripetitori luminosi di allarme) ,

anche se non contengono alcuna sostanza combustibile.

7

Si può evitare di installare rivelatori in un controsof

fitto, o in

un

pavimento sopraelevato, soltanto se sono

soddisfatte

tutte

le condizioni seguenti:

a) altezza

<

80

cm

;

b) lunghezza s;

25

m;

c)

area s; 100 m

2

;

d) rivestimento completo di materiale incombustibile

Al

o

A FL;

e) assenza di sostanze infiammabili, o combustibili, e di

circuiti di sicurezza (sono ammessi cavi

resistenti

al

fuoco per almeno 30 min) .

I controsoffitti più alti di un metro devono essere con

siderati come urt locale,

UNI

9795 , par. 5.4.2.12.

Nella norma UNI 9795, par. 5.4.3 .17 , si legge:

"I ribassamenti, i canali, le cortine , ecc. esistenti nella

metà superiore di detti spazi devono essere considerati ,

ai fini ,del dimensionamento dell'impianto, come muri

se la loro altezza è maggiore di

metà

di quella dello

spazio stesso".

luglio 2 15

;

m

Fig. 3 - I rivelatori di fumo devono distare almeno

un

metro

dalle bocchette di mandata dell'aria, altrimenti l'aria diluisce il

fumo e ne ostacola l'ingresso nel rivelatore.

ERRATO

CORRETTO

Fig. 4 - Negli impianti non indirizzati i rivelatori manuali di

incendio devono essere collegati ad una linea distinta da quella

dei rivelatori automatici d'incendio.

La fig . 6 illustra la situazione: se il ribassamento, ad

esempio di

una

trave o di

un

canale , supera il 50%

dell'altezza del controsoffitto , occorre considerare due

controsoffitti, con conseguente maggior numero di ri

velatori.

8

7

Una regola molto severa, forse inutilmente severa, poiché se

non

c'è

nulla

di

combu

stibile

non

si

vede motiv

o di velare l'incendio

..

In

questi

ca

si, l'

in

stallazione

dei

rivelat

ori

è

più che

altro preventiva,

nel senso che si ipoti zza una successiva

in

stallazione di materiale

com-

bustibile nel

con

t rosoffitto o nel pavim ento sopraelevato

un

incendio

in uno

spazio

na scos

to è particolarmente insidioso) .

8

Nel valutare la lu

ngh

ezza del controsoffitto fino a 25 m (una delle

cond

i

zioni pe

r e

vi

t

are

di installare rivelato

ri

nel controsoffitto )

non

va

cons i

de

rato l bassa mento

in

oggetto.

T U T T

 

R M L

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7/23/2019 Tuttonormel TNE 2015-07 Rivelazione incendi.pdf

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  Max 32 rivelato ri

I I

Zona 1

I

I I

I

Rivelatore

indirizzato

e

I

Rivelatore indirizzato

con isolatore

[ii]

Pulsante manuale

indirizzato

[ ]

Pulsante manuale

indirizzato con isolatore

di cortocircuito

i cortocircuito

I I

Fig.

5 - Esempio di rivelatori automatici e manuali di allarme collegati sullo stesso

Loop.

Lo

stesso dicasi per un canale dell aria e una passerella pie

na di cavi, se distaccati meno di 15 cm dal soffitto, fig. 7.

Talè aspetto viene

i l

più delle volte disatteso, anche perché

in fase

di

progettazione tali dati non sono neppure cono

sciuti, dimenticando però nell esecuzione dell impianto

di

effettuare i corretti aggiustamenti del numero di rivelatori

per tenere conto degli ostacoli suindicati.

I rivelatori automatici nei soffitti a falde devono essere

installati

in

orizzontale (asse del rivelatore verticale) non

parallelamente alla falda, come spesso avviene per evitare

il montaggio con una staffa, che è più oneroso, fig. 8.

9

La

posizione inclinata, cioè parallela alla falda, ostacola l in

gre

sso

del fumo all interno della camera ottica, sicché il rive-

latore di fumo non svolge correttamente il suo compito.

10

Inoltre, il grado di protezione IP contro la penetrazione

di acqua è riferito al rivelatore installato con l asse ver

ticale sicché nella posizione parallela alla falda i l grado

di protezione

IP

previsto dal costruttore potrebbe non

essere garantito.

11

·

5 Rivelatori lineari di fumo

Secondo lé ; norma UNI 9795, par. 5.4.5.4, nei locali di

altezza fino a

12

m i rivelat ori lineari di fumo devono

essere

in

stallati ad una distanza dal soffitto (piano):

T U T T   R M L

• uguale o minore del

10

dell altezza del locale: solu

zione ottimale, oppure

tr

i l 10 e i l

25

dell altezza del locale: in

t l

caso,

il numero di rivelatori previsto deve essere maggiorato

del

50 .

I rivelatori lineari di fumo devono essere installati all al

tezza suindicata, perché più idonea ai fini di una se

gnalazione efficace e tempestiva, e non nei punti dove

l installazione è più comoda e/ o meno onerosa.

12

L eventuale riflettore dei rivelatori lineari di fumo non

deve essere situato

in

prossimità di superfici vetrate, o

che possono riflettere la luce di

lt

re sorgenti, perché

il rivelatore non distingue la luce che riceve dal pro

prio riflettore da quella proveniente da alt re sorgen

ti

vicine, fig. 9.

9

Purtroppo, questa pr

escriz

ion e

no

n si evince dal testo de

lla norma

UNI

9795 , ma deve essere desunta dall esempio

di

fig. 3 de

lla norma

stessa.

1

Per i rivelatori

di

ca lore

la

desensibilizzazione è

min

ore.

11

Il gra

do di

protezione IPX2

pre

vede una rotazione del

co

mponente di

15

°

ris

petto al piano orizzontale;

lo

stesso

di

ca

si pe

r la

prote

zione co n

t

ro la

pi

og gia

(

IPX3)

:

acqua

inclinata

fino

a 60°

ris

pe

tto a

ll

a verticale.

12

La

colo

nna di fum o sa le verso

l'

alto, ma

si

espande

in

o

ri

zzontale,

e

du nque

interessa u

n'a

mp

ia zona del

rive

lat

or

e lineare, solt

an

to

in

prossimità

de

l so

ffi

tto.

luglio 2015

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H. h

Fig

6 -

Se

l'altezza

di

una trave supera

il

50 dell'altezza del controsoffitto,

bisogna considerare due controsoffitti, ciascuno con i propri rivelatori.

i

- h1

< som

Fig

7 -

Se il

bordo inferiore di un canale dista dal soffitto più della metà dell'al

tezza del controsoffitto (e l bordo superiore del canale meno di 15 cm), bisogna

considerare due controsoffitti, ciascuno con i propri rivelatori.

a)

I

I

I

I

I

I

I

I

È bene ricordare che

i l

principio di fun

zionamento

di

un rivelatore lineare di fu

mo si basa sull'oscuramento della luce da

parte dei fumi prodotti dall'incendio: se

il materiale produce fumo particolarmen

te

scuro, ad es. combustione di carta e

plastica,

i l

rivelatore funziona bene; non

così se il fumo prodotto

è

chiaro.

6 Rivelatori

di

fumo ad aspirazione

I rivelatori di fumo ad aspirazione, TNE

3/10, pag. 8, utilizzano tubazioni di

campionamento sulle quali si praticano

fori di aspirazione, oppure si posizionano

speciali innesti, s'olitamente flessibili, di

diametro minore rispetto alla tubazione

principale e per questo denominati ca

pillari, fig. 10.

13

Un particolare che spesso sfugge è che

ciascun foro di campionamento

ha una

copertura pari a quella dei rivelato

ri puntiformi di fumo, UNI 9795, par.

5.4.10.3.

Ne

consegue che un sistema di aspirazione

deve avere un'area di copertura massima

di 1600 m

2

,

non deve avere più di 32 punti

per macchina e non deve controllare più

di una zona, in modo che

un

guasto ad

uno dei componenti critici dell'apparato ,

quali la pompa o i l

rivelatore laser, non

lasci mai scoperta più di una zona.

13

La tubazione è in genere rossa, anche

se non

esiste

un

colore normalizzato, mentre per e caratte

ristiche di resistenza alla compressione e all'impatto

e per a temperatura d'impiego bisogna

riferirsi

alla

norma N

61386-1, classe min i

ma

1131

.

b

:

I

I

I

I

I

I

Fig 8 - I rivelatori devono essere disposti non paralleli alla falda, a),

ma

in orizzontale (paralleli al pavimento), come indicato in b) .

luglio 5

T U T T  

R M L

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Riflettore

Riflettore

)

O

NO

SI

a)

b}

Fig.

9 - Il riflettore dei rivelatori

Lineari

deve essere posto

Lontano

da vetrate e da superfici riflettenti.

Talvolta, si riscontrano apparati di ali

mentazione non conformi alla

UNI

EN

54-4, oppure si dimentica che l unità di

controllo del sistema ad aspirazione de

ve essere obbligatoriamente interfacciata

con la centrale di controllo e segnalazione

conforme alla

UNI

EN 54-2.

Tubazione di raccolta fum i

I sistemi a campionamento presentano tre

livelli

di

sensibilità.

lasse C

·onei

Controsoffitto

Sistemi a sensibilità normale: sono equi

valen

ti

ai rivelatori puntiformi di fumo,

quindi il sistema ha la capacità di interve

nire quando la densità del fumo aspirato

da ogni foro è analoga a quella riscon

tr t nei fuochi campione per i rivelatori

puntiformi.

Fig. 10 - Esempio di tubi capillari innestati sulla tubazione di raccolta fumi.

lasse B

Sistemi a sensibilità aumentata: sono in grado di rivelare

la presenza di fumo in aria

in

concentrazioni inferiori

a quelle normalmente necessarie a far intervenire un

rivelatore ottico

di

fumo puntiforme.

L impiego di sistemi

in Classe

B

potr

ebbe essere vantag

gioso per esempio dove il fumo viene diluito, ad es. per

la presenza di

fo

rt i corr

enti

di aria, oppure se il

so

ffitto

è particolarmente alto.

lasse

Sistemi

q

alta sensibilità: sono utilizzati per ambien

ti

o applicazioni con forte diluizione dell aria, oppure

ove

è

richiesta una bassa soglia di intervento per la

protezione di attività critiche, o per la protezione ad

oggetto (per esempio macchinari di alto valore, quadri

elettrici, ecc.).

14

Nei centri di calcolo, ove si esige un i

nt

ervento tempe

s

ti

vo al primo sviluppo di fumo per

un

banale surriscal

damento, non sono adatti sistemi di classe C

Pa

rimenti, i sistemi di classe A non sono adatti in am

bie

nti

aperti al pubblico con possibili aree fumatori e

ambienti produttivi con presenza di possibili sorge

nti

di disturbo.

Non si deve considerare soltanto la sensibilità del sistema,

ma anche l effetto di diluizione del fumo all interno della

14

La classe Aè tre vo lte più sensibile de lla classe Be quaranta volte più

sen

sibile de

lla classe C

va

lore

va

lido

per

i fu

ochi

campione TF2 e

TF3).

T U T T

 

R M L

luglio 2 15

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1

)

NO

S

Fig

. 11 -

Non

è ammesso utilizzare la stessa interfaccia di comunicazione via radio per i rivelatori autom atici e i rivelatori manuali.

tubazione con più fori e con rivelazione dell incendio

solo su quello più distante, mentre gli altri fori aspirano

da aree pulite e pertanto la concentrazione del fumo

diminuisce.

Per questo motivo i rivelatori di fumo ad aspirazione

sono

adatti

per ambienti aperti e

non

suddivisi

in

più locali.

Tali sistemi utilizzano spesso rivelatori ad alta sen

sibilità per rispondere alle prestazioni richieste dalla

relativa norma di prodotto UNI EN 54-20 per le classi

di sensibilità A e B, ma non bisogna dimenticare che

tutto

questo può essere raggiunto solo grazie al corret

to dimensionamento dei fori, con l impiego di appositi

strumenti di calcolo.

15

Connessioni

via radio

La

norma

UNI

9795

ha

introdotto dal gennaio 2010 la

possibilità di utilizzare,

in

alternativa ai sistemi tradi

zionali, le connessioni via radio estremamente utili negli

ambienti di elevato pregio artistico.

Si

ricorda che la norma UNI 9795, par. 5.4.11.7, prescri

ve

un

 interfaccia separata per i rivelatori automatici e i

pulsanti di segnalazione, fig. 11.

Ciò ad evitare che il guasto possa mettere completamen

te fuori servizio i rivelatori automatici ed i segnalatori

manuali, condizione non amm issibile per la norma.

16

Un errore frequente

è

la mancata verifica che il segnale

radio arrivi a ciascun dispositivo perife rico; ne consegue

che in fase di consegna dell impianto bisogna aggiungere

ulteriori interfacce di comunicazione, oppure a poche

settimane dalla consegna ci si accorge che le batterie dei

dispositivi presentano un consumo anomalo, per l errato

posizionamento che comporta la con

ti

nua chiamata del

punto nei confro

nti

del traslatore.

luglio 2 15

8

Centrale

La centrale di controllo e segnalazione deve essere ubi

cata in luogo permanentemente e facilmente accessibile,

protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio

diretto e dotato di illuminazione di sicurezza, UNI 9795,

par. 5.5.1.

17

n

corrispondenza della centrale deve essere ubicato un

rivelatore automatico d incendio, anche se l impianto di

rivelazione incendio

è

soltanto manuale.

18

La centrale dovrebbe essere ubicata nelle immediate

vicinanze dell accesso, come richiesto da taluni Decreti

Ministeriali, ad es. il DM 18/9/2002 per le strutture sa

nitarie, al fine di permettere alle squadre di soccorso di

verificare con facilità lo stato dell impianto senza dover

accedere alle parti centrali del fabbricato, con maggiore

rischio per i Vigili del Fuo co.

Vicino alla centrale si devono trovare gli schemi elettri

ci dell impianto, i disegni planimetrici indicanti l esatto

posizionamento delle apparecchiature e il manuale della

centrale stessa.

La

centrale di un impianto di rivelazione incendio deve

essere certifica

ta

conforme alle nor

me

EN

54

-2 ed EN 54-4.

15

Que

sti impianti richiedono competenze

di

fluidod inamica e di elet

tronica, come i sistemi di spegnim ento delnncendio.

16

È ammesso che

un

o stesso traslatore comunic

hi co

n rivelat

ori

automa tici e

man

uali,

in presenza

di

un traslato

re di

riserva mesh

technology).

17

Se L  batterie possono sviluppare gas

pericolo

si, come in gen e

re

accade, occorre

una

adeguata ventilazione,

UNI

979

5,

art. 5.6.4.2 .

18

L rivelatore automatico d incendio è richiesto anche se L centrale è

posta

in un Loc

ale normalmente

pres

idiato.

T U T T

 

R M L

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Non si può utilizzare come centrale di impianto di rive

lazione incendio una centrale certificata per altro tipo di

impianto, ad esempio gli impianti antintrusione.

Una stessa centrale può essere adibita contemporanea

mente a più tipi di impianti se appositamente previsto

nella certificazione.

Se

una

centrale di rivelazione non

è

controllata costante

mente dal personale addetto, la trasmissione dell allarme

e del guasto a centrali di ricezione deve avvenire tramite

i dispositivi conformi alla norma

UNI

EN

54-21.

La

rispondenza a tale norma

è

frequentemente disatte

sa per carenza sul mercato di apparati certificati o per

mancanza di centrali di ricezione utilizzanti lo stesso

protocollo di trasmissione dei dispositivi periferici di tra

smissione, i quali possono effettuare la trasmissione degli

allarmi e dei guasti con collegamenti dedicati o con la

rete telefonica pubblica,

in

accordo ai requisiti richiesti

dalla norma CEI EN 50136-1-1.

Per quanto riguarda gli ampliamenti di un impianto di

rivelazione incendi valgono le seguenti precisazioni.

• Ampliamento costituito da pochi punti:

la nuova parte deve essere realizzata in conformità

alla normativa vigente e deve essere compatibile con

l impianto l esistente.

• Ampliamento consistente:

è consigliabile utilizzare

la

stessa centrale, ma con

posa dei punti su di una nuova linea al fine di evitare

problemi ai punti ed alle linee esistenti.

• Ampliamento maggiore del 50 dell esistente oppure,

nel caso dell edilizia alberghiera, ampliamento di più

del 50 di una soletta:

è d obbligo il rifacimento dell impianto esistente o almeno

l impiego

i

una nuova centrale: in quest ultimo caso i

due impianti potranno coesistere, ma dovrà essere pre

visto lo scambio d informazioni al fine di garantire un

minimo d integrazione all impianto stesso.

9.

Dispositivi

di allarme

ottici

e acustici

Le apparecchiature acustiche devono avere un livello di

pressione sonora tale da fornire

una

percezione acustica,

da parte degli occupanti i locali, superiore a

65

dB

e

comunque maggiore di almeno 5

dB

rispetto al rumore

ambientale, UNI 9795, par. 5.5.3.4: il che spesso non

avviene.

19

Il livello sonoro diminuisce con il quadrato della distanza;

ad esempio un pannello acustico di 88 dB può garantire

una copertura fino a 14 m (in assenza di porte) .

20

Negli alberghi, alla testa del letto è richiesto un minimo

di 75

dB,

sicché spesso occorre un dispositivo di segna

lazione ac.ustica per ciascuna delle camere.

I sistemi di segnalazione d allarme devono evitare rischi

di panico.

T U T T 

RM L

Invece, vengono talvolta impiegate apparecchiature con

livello di pressione così elevato da creare situazioni pe

ricolose.

Importante ricordare che molti tra i principali decreti

ministeriali danno sempre più importanza ai sistemi di

diffusione sonora, come

ben

esplicitato nel DM 27 /7

2010

relativo alle attività commerciali superiori ai 400 m

2

e dal

DM

18/9/2002

relativo alle

strutture

sanitarie, proprio

per fare

in

modo che le segnalazioni siano gestite dal

personale e sia evitato il rischio di panico,

soprattutto

nei centri commerciali.

21

Nelle

strutture

sanitarie le segnalazioni acustiche a li

vello dei pazienti sono poco utili, perché il malato può

evacuare soltanto con l aiuto del personale della struttura

sanitaria.

Nei servizi igienici comuni, ad esempio di locali aperti

al pubblico o di luoghi di lavoro, non

è

richiesto un

rivelatore automatico, ma sarebbe opportuno installare

la segnalazione acustica e ot tica d incendio.

1O

Pulsanti

di segnalazione d incendio

In ciascuna zona devono essere installati almeno due pul

santi (manuali) di segnalazione, uno di riserva all altro.

Ogni pulsante deve essere raggiungibile con un percorso

non

superiore

a:

• 30 m nelle att ivi tà con rischio d incendio basso o

medio;

15

m nelle attività con rischio d incendio alto.

Spesso i pulsanti

non

sono posti

in

corrispondenza delle

principali vie di esodo, come prescrive la norma, bensì al

di sotto delle segnalazioni acustiche o ottico-acustiche,

perché è più comodo per l instal latore.

I pulsanti devono essere posti

in

posizione visibile per

chi percorre le vie di esodo, quindi sul fronte e non

sul retro di una uscita di sicurezza; tanto meno dietro

l anta di una porta.

La

loro altezza deve essere compresa tra 1 m e 1,6 m

e devono essere segnalati da apposito cartello, fig. 12.

19

Un sistema vocale di allarme

EVAC:

Emergency Voice And Commu-

nication) deve avere, invece,

un

livello sonoro maggiore

di

10 dB del

rumore di fondo, perché il segnale vocale deve essere compreso e non

solo

udito

come

l allarme.

Si ricorda , in proposito, che

un

sistema vocale

di

allarme abbinato ad

un

impianto di rivelazione incendio

deve

essere conforme alla norma

UNI

ISO 7240-19 e non

alla

norma

CEI

EN

60849

(CEI 100-55),

TNE

1/ 03,

pag

. 3 e seguenti.

20

Una porta introduce un  attenuazione di -

20

dB; se antincendio

- 30

dB.

21

Il piano

di

emergenza deve prevedere che l attivazione del sistema

di

diffusione sonora ponga in stand-by l allarme acustico

in

quanto

sono incompatibili tra loro nel caso di funzionamento contemporaneo.

luglio 2 15

1

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SI

i

1m 1,6m

Fig. 12 - I pulsanti di segnalazione devono essere posti in posizione visibile,

segnalata con apposito cartello ad un altezza compresa tr 1 m e 1,6

m.

ID

ID

ID ID

ID ID ID

Alla centrale

ID ID

ID

ID ID ID

Fig.

13 - Esempio di derivazione a T senza separazione dei percorsi

di

andata e

ritorno.

11 Cavi

I cavi da impiegare nei sistemi di rive

lazione incendio devono essere conformi

alla norma

CEI

20-105: cavi a bassa emis

sionedi fumo e zero alogeni LSOH), non

propaganti l incendio e resistenti al fuoco

per trent minuti PH30) , sezione minima

di 0,5 mm

2

22

Se

un cavo attraversa un compartimento

senza impianto di rivelazione incendio, il

cavo deve avere in quel

tr tto

una resi

stenza al fuoco pari a quella del compar

timento.

3

La guaina esterna è di colore rosso, le

anime di colore rosso e nero (cavi bipolari)

o di colore rosso, nero, bianco e blu nei

cavi quadripolari.

24

Sulla guaina

è

riportata la scritta U

0

=

400 V e questo permette di posare tali

cavi nello stesso tubo o canale dei cavi

di energia.

25

I cavi di un linea ad anello chiuso devono

avere

un

distanza tr andata e ritorno

di almeno 30 cm.

Non è richiesta la separazione del percorso

di andata e di ritorno in un derivazione

purché riguardi un sola zona, comprenda

non più di

32

punti e rivelatori automatici

dello stesso tipo o soltanto pulsanti ma

nuali (derivazione tipica nelle camere di

un

albergo), fig. 13, TNE 12/10, pag. 18.

Si ricorda, infine, che non è necessario ali

mentare la centralina antincendio con

un

linea derivata a monte dell interruttore

generale dell impianto utilizzatore, come

richiesto per le pompe antincendio; è suf

ficiente che la linea dedicata sia derivata

immediatamente a valle dell interruttore

generale, UNI 9795, par. 5.6.3.

Dario Nolli

ommissione UNI

Protezione

ttiv

contro gli

incendi

22

I cavi per impianti antintrusione non sono adatti,

anche perché hanno spesso una sezione

<

0,5 mm

 

3

Si

può

, ad esempio, aumentare

a

resistenza al

fuoco del cavo per installazione.

24

La

guaina dei cavi per gli impianti

di

diffusione

sonora è di colore viola.

25

La gu aina

ha

caratteristiche dielettriche tali per

cui i l cavo è idoneo per tensione nominale verso

terra di 400 V

luglio 2015

T U T T   R M L