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Ente di previdenza periti industriali e periti industriali laureati CNPI Consiglio Nazionale dei periti industriali e periti industriali laureati TRE STRADE PER CAMBIARE. La professione e il welfare 26 SETTEMBRE > TORINO 03 OTTOBRE > VENEZIA-MESTRE 04 OTTOBRE > AREZZO 09 OTTOBRE > RAGUSA 15 OTTOBRE > NUORO 24 OTTOBRE > LAMEZIA TERME 2014

TRE STRADE PER CAMBIARE. La professione e il welfare · la riforma Gelmini) 2. la legittimazione attraverso la riforma universitaria della figura accademica di primo livello nel settore

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Ente di previdenza periti industriali e periti industriali laureati

CNPI Consiglio Nazionale dei periti industriali e periti industriali laureati

TRE STRADE PER CAMBIARE. La professione e il welfare

26 SETTEMBRE > TORINO 03 OTTOBRE > VENEZIA-MESTRE 04 OTTOBRE > AREZZO 09 OTTOBRE > RAGUSA 15 OTTOBRE > NUORO 24 OTTOBRE > LAMEZIA TERME

2014

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

TRE STRADE PER CAMBIARE.

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO

1 2 3

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ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

LE RAGIONI.

1. il superamento del titolo di perito industriale (secondo la riforma Gelmini)

2. la legittimazione attraverso la riforma universitaria della figura accademica di primo livello nel settore tecnico

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

LE RAGIONI.

3. la necessità di restare a pieno titolo nel settore delle “professioni intellettuali regolamentate” per essere competitivi nel mercato del lavoro

4. il ruolo che hanno i nostri omologhi in Europa

5. inquadramento al livello di qualifica “d” della direttiva europea 36/2005 e sue modifiche e integrazioni

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

IL PERCORSO TECNICO.

A. Fissare quale requisito minimo per l’accesso all’esame di Stato e poi al nuovo albo, la laurea nel settore tecnico ingegneristico;

B. Consentire, con norma transitoria da approvare, ancora l’accesso all’esame di Stato (con l’attuale ordinamento) ai possessori del titolo scolastico di perito industriale (cosiddetto vecchio ordinamento) fino al 2018;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

IL PERCORSO TECNICO.

D. Equiparare la norma che prevede gli esami di Stato per i laureati a quella in vigore per l’accesso all’albo degli ingegneri (esami presso le università suddivisi nelle tre aree di specializzazione: civile ed ambientale, industriale e dell’informazione);

E. Suddividere il nuovo albo in tre aree di specializzazione: civile ed ambientale, industriale e dell’informazione;

C. Eliminare la norma che prevede (DPR 328/2001) che i laureati che scelgono di iscriversi al nostro albo debbano possedere un tirocinio (fatto anche durante il percorso di studi) di almeno 6 mesi (perché contrario ai principi di eguaglianza dal momento che in altri albi non è richiesto);

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

IL PERCORSO TECNICO.

G. I laureati che si iscriveranno e gli attuali “periti industriali laureati” già iscritti saranno inquadrati nelle tre aree di specializzazione dette sopra ed assumeranno il titolo professionale di: tecnico per l’ingegneria (industrial engineer) ovvero ingegnere tecnico (considerato meno adatto per la traduzione in inglese);

F. Gli attuali iscritti, se non vorranno ottenere la laurea (magari beneficiando di corsi di alta formazione che potranno essere organizzati anche per favorire la valorizzazione dell’esperienza professionale maturata) manterranno il titolo professionale di “perito industriale”, ma saranno inquadrati nelle tre aree di specializzazione che qualificano il nuovo albo;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

IL PERCORSO TECNICO.

I. Grande attenzione dovrà essere rivolta anche ad eventuali iniziative di riforma dell’istruzione tecnica superiore che molte delusioni ha portato alle nostre migliori aspettative.

H. Qualora nel nostro Paese possa trovare accoglimento la proposta di una riforma, che preveda l’introduzione di una formazione tecnica non universitaria, giuridicamente riconosciuta equivalente a tutti gli effetti alla laurea, il nuovo titolo che verrà rilasciato sarà riconosciuto idoneo per l’accesso agli esami di Stato e poi al nostro nuovo albo. (sottotesi 1.1)

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

IL PERCORSO TECNICO.

L’attuazione dei principi che costituiscono questa strada deve avvenire attraverso una

norma legislativa propria, ovvero attraverso modifiche alla legislazione vigente (legge 17/90) o attraverso altri

particolari percorsi. Ciò che invece diventa automatico, in relazione al blocco del

flusso di ulteriori iscritti con formazione del solo “secondario”, è il riconoscimento al livello superiore (art. 12 della direttiva

qualifiche, introdotto nel nostro ordinamento grazie al D.Lgs. 206/2007).

Va detto che queste modifiche legislative non sono semplici da ottenere.

CONSIDERAZIONI

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

I VANTAGGI.

A. Con l’entrata in vigore di una norma di questo tipo non sussisterebbero dubbi sulla permanenza al livello di qualifica d) della direttiva: i periti industriali rimangono professione intellettuale;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

I VANTAGGI.

C. La garanzia per i giovani che potranno trovare una casa dove esplicare al meglio le loro qualità intuitive e creative, senza il costante assillo sulla legittimità dei propri atti;

B. La certezza di collocare la nostra professione in un circuito virtuoso, riconosciuto in tutti i paesi industrializzati;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

I VANTAGGI.

E. Agli iscritti che invece manterranno il titolo di perito industriale, la possibilità di superare la frammentazione delle tante specializzazioni andando a colmare situazioni esistenti di cui si finge di non conoscere l’esistenza.

D. A tutti gli attuali iscritti la possibilità di elevare il proprio livello di qualifica beneficiando di una norma transitoria, sempre prevista dalla stessa direttiva;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

GLI SVANTAGGI.

I. Un calo di iscritti, non nell’immediato, ma successivamente, che potrebbe aggiungersi a quello fisiologico a causa dei tanti adempimenti introdotti dalla recente riforma delle professioni (formazione continua, obbligo assicurativo, nuovi principi disciplinari);

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

GLI SVANTAGGI.

III. Qualche reazione contraria potrà arrivare dal mondo dell’istruzione tecnica, che potrebbe interpretare questa scelta come un declassamento del titolo di maturità.

II. Una possibile diffidenza da parte dei laureati a scegliere il nostro nuovo albo, non riuscendo a identificarlo come il loro futuro dove possano ottenere un forte identità e sufficienti competenze per il lavoro;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

ACCESSO ALL’ALBO RISERVATO AI SOLI LAUREATI O CON FORMAZIONE EQUIVALENTE.

LE CONSEGUENZE PREVIDENZIALI.

In caso di eventuale contrazione del numero di iscritti, va considerato che il limite fisiologico perché l’ente di previdenza abbia ragion d’essere è di 4.000 aderenti. Questo limite, immaginando d’ora in avanti nessuna nuova iscrizione all’Eppi, verrà raggiunto nel 2060.

NESSUNA, IN QUANTO IL SISTEMA EPPI È “CONTRIBUTIVO” (OTTIENI QUANTO VERSI).

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NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

LE RAGIONI.

1. Il cambiamento fondamentale c’è già stato: il titolo di “perito industriale” è stato superato e sostituito da quello di diplomato da istruzione tecnica (riforma Gelmini);

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

LE RAGIONI.

2. La formazione universitaria e quella tecnica superiore non collimano con gli ambiti territoriali e le aree di specializzazione della formazione scolastica;

inoltre, ogni territorio privilegia le professionalità più caratteristiche dal punto di vista produttivo della zona;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

LE RAGIONI.

3. Le nove aree il cui è suddiviso il settore tecnologico hanno a che vedere con argomenti che sono già propri di specializzazioni a noi prossime (escluso l’area agraria, agroalimentare e agroindustria);

4. Il ministero dell’Istruzione non si è pronunciato sull’argomento: non ha escluso che i diplomati si possano continuare ad iscrivere all’albo dei periti industriali, pur dopo la riforma Gelmini.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

PERCORSO TECNICO.

A. riconoscere l’equipollenza del titolo di “diplomato da istruzione tecnica” delle otto aree del settore tecnologico a quello di perito industriale (del vecchio ordinamento in decadenza) anche ai fini dell’accesso al tirocinio, all’esame di Stato e quindi all’albo professionale, per il periodo transitorio fino all’approvazione di una riforma che preveda l’introduzione di una formazione tecnica non universitaria, di durata triennale oltre il diploma di maturità, giuridicamente riconosciuta equivalente a tutti gli effetti alla laurea;

La seconda strada non richiede nessuna modifica normativa ad eccezione di:

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

PERCORSO TECNICO.

B. definire le affinità ai fini dell’accorpamento delle specializzazioni, altrimenti bisognerebbe farsi riconoscere – con provvedimento legislativo – le competenze professionali di queste nuove e/o diverse specializzazioni.

L’attuazione dei principi che

costituiscono la seconda strada può avvenire attraverso

una norma legislativa propria, oppure

attraverso modifiche alla legislazione

vigente (legge 17/90) o attraverso altri

particolari percorsi.

CONSIDERAZIONI

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

A. nessun calo degli iscritti, salvo quanto potrà incidere la recente riforma delle professioni in relazione agli obblighi introdotti: formazione permanente obbligatoria, assicurazione obbligatoria, nuovo codice deontologico, ecc.

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

I VANTAGGI.

B. sicura sostenibilità e mantenimento delle attuali strutture di autogoverno territoriali, cioè i Collegi provinciali;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

GLI SVANTAGGI.

I. nessuna possibilità di perseguire eventuali accorpamenti con altre professioni;

II. nessuna possibilità di beneficiare della “norma transitoria” che eleva del livello di qualifica secondo la normativa europea (ai sensi dell’articolo 12 della direttiva qualifiche (36/2005) e decreto legislativo di recepimento (206/2007);

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

GLI SVANTAGGI.

IV. nessuna possibilità di avere laureati di nuova formazione e quasi certa l’uscita dei periti industriali laureati già iscritti verso altri albi;

III. nessuna possibilità di restare inquadrati al livello d) delle qualifiche professionali e dunque scivolamento ad un terzo livello di competenze professionali, essendoci già nel mercato i laureati magistrali ed i laureati;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

GLI SVANTAGGI.

V. nessuna possibilità di partecipare ai bandi pubblici per servizi professionali, peraltro già fortemente indebolita attualmente;

VI. serie difficoltà a partecipare a “società multidisciplinari”.

IV. ad una professione non “rinnovata” non potranno venire riservate eventuali nuove attività e potranno essere notevolmente ridimensionate quelle esistenti;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

NESSUNA RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE.

CONSEGUENZE PREVIDENZIALI.

In una eventuale contrazione del numero di iscritti, il limite fisiologico perché l’ente di previdenza abbia ragion d’essere resta di 4.000 aderenti. Questo limite, immaginando d’ora in avanti nessuna nuova iscrizione all’Eppi, verrà raggiunto sempre nel 2060.

NESSUNA, COME NEL CASO PRECEDENTE.

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IPOTESI DI ACCORPAMENTO

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

1. Esiste già un principio di “riduzione e accorpamento” che recita: “(…) fermo restando l’esame di Stato di cui all’articolo 33, comma 5, della Costituzione per l’accesso alle professioni regolamentate, secondo i principi della riduzione e dell’accorpamento – su base volontaria - fra professioni che svolgono attività similari gli ordinamenti professionali devono garantire (…)” ;

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

LE RAGIONI.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

3. Può essere considerata un’ipotesi di accorpamento “verticale” (cioè tra professioni di livello diverso) con l’ordine degli ingegneri, vale a dire una professione che, sia pur a livelli differenziati, ha molte similitudini con la nostra.

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

LE RAGIONI.

2. L’accorpamento è da perseguire in quanto è superata l’ipotesi di un accorpamento “orizzontale” (cioè sullo stesso livello) con geometri e periti agrari;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

PERCORSO TECNICO.

A. Il nuovo albo andrebbe confermato nelle sue due attuali distinte sezioni dell’albo degli ingegneri: sezione A ex ingegneri e futuri laureati magistrali; sezione B ex periti industriali e periti industriali laureati iscritti all’albo e laureati triennali di area tecnica.

B. La sezione A sarà confermata suddivisa in tre aree: civile ed ambientale, industriale e dell’informazione; il titolo degli iscritti sarà: ingegnere.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

PERCORSO TECNICO.

E. Tutti gli iscritti all’albo dei periti industriali (in virtù della norma transitoria di cui alla direttiva qualifiche esistente) sarebbero iscritti nella sezione B e inquadrati nelle tre aree di competenze sopra citate; mantenendo il proprio titolo professionale di: perito industriale.

C. La sezione B sarà pure divisa in tre distinte aree: civile ed ambientale, industriale e dell’informazione.

D. Il titolo professionale degli iscritti alla sezione B in possesso della laurea triennale tecnica (di nuova iscrizione o di passaggio dall’albo dei periti dove godevano del titolo di periti industriali laureati) sarà: tecnico per l’ingegneria (da preferire) o ingegnere tecnico.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

PERCORSO TECNICO.

H. L’unificazione delle due professioni deve prevedere la rivisitazione delle competenze professionali, a partire da quelle più complesse da affidare a gruppi interdisciplinari.

F. Soltanto agli iscritti nell’albo dei periti industriali – alla data dell’eventuale accordo - sarà consentito l’accesso alla sezione B (albo ingegneri) con formazione “non universitaria”.

G. Agli iscritti già presenti nella sezione B (albo ingegneri) potrà essere consentito un percorso formativo agevolato per il passaggio alla sezione A.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

PERCORSO TECNICO.

L. Per favorire le operazioni di accorpamento, così come fatto nella circostanza dell’accorpamento fra ragionieri e dottori commercialisti, va costituita una Commissione ministeriale di supporto.

I. Per un periodo transitorio di otto anni la maggioranza di autogoverno e la presidenza della nuova categoria va riservata alla sezione A, successivamente secondo le regole democratiche

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

PERCORSO TECNICO.

Qualora la nostra categoria sceglierà questa strada, le trattative per la

definizione di tutti i dettagli sottesi ai principi di cui sopra saranno affidati al

Consiglio nazionale. Va considerato anche che l’eventuale

nostra preferenza deve trovare riscontro in analoga preferenza da parte del corpo professionale degli ingegneri.

Pur essendo un discorso a parte, la soluzione moderna della gestione della previdenza della nuova categoria ha la

sua rilevante importanza.

CONSIDERAZIONI

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

I VANTAGGI.

A. L’appartenenza ad una categoria di “ingegneri” può creare un maggior appeal rispetto all’opinione pubblica;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

I VANTAGGI.

C. Porta anche una più chiara collocazione delle nostre specializzazioni superando il concetto di “affinità”.

B. Sicuramente porta una maggior riconoscibilità a livello internazionale dove il titolo di perito industriale è sconosciuto;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

GLI SVANTAGGI.

I. L’accorpamento comporta la perdita totale della nostra identità alla quale molti dei periti industriali tengono;

II. Comporta la perdita totale dell’autonomia di autogoverno, sempreché nelle trattative dell’accorpamento non si riesca a trovare il giusto spazio di indipendenza;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

GLI SVANTAGGI.

III. Con la perdita dell’autonomia, salvo la conservazione per un determinato periodo transitorio, l‘accorpamento comporta la chiusura delle nostre strutture sia a livello centrale che territoriale (i Collegi provinciali) con le eventuali conseguenze;

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

GLI SVANTAGGI.

IV. Pur potendo contare su una norma transitoria che apre alle regole democratiche (dopo otto anni), la differenza numerica a favore degli iscritti alla sezione A potrà impedire, per diversi anni, ai “nuovi” periti industriali di avere un ruolo decisivo nelle azioni di autogoverno.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE LA PROFESSIONE

IPOTESI DI ACCORPAMENTO.

CONSEGUENZE PREVIDENZIALI.

Possibilità di confluire in un Ente di previdenza unico con gestioni separate (qualcosa di simile avviene nell’Inps) oppure le Casse restano autonome (come avviene per i Dottori contabili, che hanno conservato la Cassa Ragionieri e la Cassa Dottori commercialisti).

NESSUNA, CON DUE POSSIBILI SCENARI.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

UN SISTEMA DI TASSAZIONE PIÙ EQUO PER "LIBERARE LE RISORSE”

PIÙ VALORE AI CONTRIBUTI

IMMAGINIAMO UNA PENSIONEDI BASE

1 2 3

TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE.

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UN SISTEMA DI TASSAZIONE PIÙ EQUO PER "LIBERARE LE RISORSE”

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

PRIMA PROPOSTA: TASSAZIONE PIÙ EQUA.

L'Ente di previdenza periti industriali, d’intesa con tutte le Casse, chiede una modifica della Legge di Stabilità. Oggi le rendite dell’Eppi sono tassate al 26%, con credito d’imposta del 6%. Quindi, alla fine del circuito, la tassazione complessiva si attesterà al 20% per il 2014.

Le rendite della previdenza complementare, invece, sono tassate all’11.50%. Se la tassazione sulle rendite per il settore della previdenza professionale fosse diminuita, si libererebbero risorse importanti.

video

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

L’APERTURA DEL MINISTRO.

Il ministro Poletti si è

dichiarato disponibile

all’idea di «armonizzare»

la tassazione sulla

previdenza privata e su

quella complementare,

portando entrambe al 13%.

In questo modo,

le entrate dello Stato

non diminuirebbero,

ma verrebbero

semplicemente

redistribuite in modo

più equo.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

Il risparmio fiscale

(dal 20% all’13% di

tassazione) è pari a

circa 58 milioni di euro,

relativo a tutto il sistema

previdenziale privato.

QUANTE RISORSE SI LIBEREREBBERO?

I 58 milioni di euro

possono attivare

investimenti nell’economia

reale per complessivi

196 mln di euro*.

* I risultati della ricerca ANCE ISTAT

evidenziano come per ogni milione investito si

genera una ricaduta complessiva nel sistema economico di 3,374 milioni di euro.

58 Mln

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PIÙ VALORE AI CONTRIBUTI

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SECONDA PROPOSTA: PIÙ VALORE AI CONTRIBUTI.

L’Eppi lavorerà per consentire di rivalutare i contributi «in misura maggiore» alla percentuale stabilita per legge.

In questo modo, se ci saranno più risorse, l’Ente ne potrà distribuire una parte nei montanti previdenziali per aumentare le future pensioni.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

RIVALUTIAMO I CONTRIBUTI QUANTO POSSIBILE.

La Riforma Dini impone di rivalutare i montanti degli iscritti ad una percentuale fissa. I ministeri hanno interpretato la riforma come un modo per non redistribuire le rendite maggiori che la Cassa ottiene.

Questo genera un corto circuito:

rivalutazione imposta per legge nel 2013:

0,16% rendite medie che l’ente ha ottenuto:

circa il 3,5%

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Nei periodi in cui il Prodotto interno lordo nominale si attestasse su valori molto bassi o addirittura negativi, l’Eppi potrebbe applicare un tasso di rivalutazione dei montanti in linea con le rendite finanziarie:

SE L’EPPI POTESSE RIVALUTARE I MONTANTI A TASSI DIVERSI.

in questo modo si limiterebbe l’effetto negativo e gli iscritti beneficerebbero nel medio/lungo periodo di un aumento del montante sul quale sarà calcolata la pensione.

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L’Ente sta valutando quale sia il tasso di equilibrio applicabile che contemperi le esigenze degli iscritti ma, allo stesso tempo, garantisca la sostenibilità dei bilanci sul medio e lungo periodo.

COSA INTENDE FARE L’EPPI?

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IMMAGINIAMO UNAPENSIONE DI BASE

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

LA TERZA PROPOSTA: UNA PENSIONE DI BASE.

In alcuni paesi la pensione si costruisce come un panino, aggiungendo uno strato sopra l'altro. In che senso?

Esiste uno strato di base, uguale per tutti. Il secondo strato è quello garantito dall'ente di previdenza obbligatorio. E poi c'è un terzo strato: la previdenza integrativa.

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PERCHÈ UNO STRATO DI BASE?

Una pensione di base costituirebbe invece un piedistallo in grado di garantire un minimo previdenziale e di aumentare l’adeguatezza della pensione.

Chi lo finanzierebbe, però?

Le stime pensionistiche sono certamente migliorate, ma si calcola che la pensione sarà equivalente a circa metà dell’ultimo reddito, nei casi di una carriera professionale continua.

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MENO TASSE E PIÙ PENSIONE.

In questo modo, anche i liberi professionisti potrebbero finanziarsi una pensione di base.

COME POTREBBE FUNZIONARE?

Lo Stato: e in quale modo? Se i contributi che versiamo per la nostra pensione, da deducibili diventassero detraibili, si libererebbero così delle risorse, che, invece di andare alla fiscalità generale, andrebbero alla previdenza di categoria.

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LE TRE STRADE PER CAMBIARE IL WELFARE

COME POTREBBE FUNZIONARE.

Il reddito netto

e gli oneri previdenziali sono riferiti

ai dati medi reali della popolazione iscritta all’Eppi.

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Gli iscritti all’EPPI beneficerebbero sulla loro pensione di un aumento fino a +27%.

QUALI CONSEGUENZE?

QUOTA DEL VANTAGGIO FISCALE DA

ACCREDITARE SUI MONTANTI

AUMENTO DELLA PENSIONE (TASSO DI

SOSTITUZIONE*)

50% +14%

80% +22%

100% +27%

* Rapporto tra pensione/ultimo reddito per chi andrà in pensione a 65 anni nel 2023.

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13-15 novembre Roma, Marriott Hotel

Ente di previdenza periti industriali e periti industriali laureati

CNPI Consiglio Nazionale dei periti industriali e periti industriali laureati