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“Il crepuscolo e' la fenditura tra i mondi” disse Don Juan “È la porta dell’ignoto.” [ L’ISOLA DEL TONAL - C. Castaneda] Un Nagual, secondo la mitologia azteca, era uno spirito totemico; ogni dio ed ogni essere umano aveva un Nagual, come Huitzilopochtli/colibrì e Quetzalcoatl/serpente piumato. Nagual è anche un termine usato nei libri di Carlos Castaneda, per descrivere una persona che è capace di guidare gli altri verso nuove aree della percezione. Il Nagual è il benefattore degli apprendisti, una sorta di guida verso la libertà totale. Il Nagual (secondo Castaneda) è in contrapposizione al Tonal, inteso come tutto ciò che può essere esplicato e compreso dalla ragione, il Nagual è una realtà che trascende la comprensione puramente intellettuale e di cui si può solo essere testimoni, è tutto ciò che si trova al di fuori del dominio della parola, del concetto, è lo Spirito inesplicabile di cui si può solo fare esperienza diretta. Da Il dono dell'Aquila di Carlos Castaneda : "Gli esseri umani hanno due lati. Il lato destro (Tonal) abbraccia tutto ciò che l'intelletto è in grado di concepire. Il sinistro (Nagual) è il dominio dell'indescrivibile, un dominio impossibile da rendere a parole. Il lato sinistro è forse compreso, se è comprensione ciò che si verifica, con la totalità del corpo; da ciò deriva la sua resistenza alle concettualizzazioni". Chi ha letto qualche libro di C. Castaneda, sa che tonal e nagual sono due termini fondamentali nell'insegnamento di Don Juan al suo riluttante discepolo Carlos. Cosa si intenda con tonal e nagual è molto difficile da spiegare a parole tanto che a Castaneda occorrono molti libri e un duro apprendistato (che poi sia finzione o realtà, poco importa). E' quindi di nuovo sorprendente che questi due concetti, che si vuole appartenenti alla tradizione degli stregoni amerindi, abbiano una quasi esatta controparte nella fisica attuale e quindi in questo contesto siano comprensibili (e utilizzabili/utilizzati, pur restando decisamente controintuitivi). Mi accingo quindi all'improbo compito di spiegare dapprima cosa sono tonal e nagual e quindi quale analogo hanno nella meccanica quantistica. Cos'è il tonal ? Il tonal è tutto, cioè tutto ciò che vediamo, tocchiamo, sentiamo, percepiamo, pensiamo, immaginiamo. In altre parole il tonal è il mondo, la realtà come comunemente ci appare. Esistono due tipi di tonal, l'individuale e il collettivo; il primo appartiene al singolo, il secondo alla società nel suo complesso, alla cultura in cui il singolo è inserito. Usando la terminologia introdotta da E. Harrison (anche lui fisico!) nel suo interessante libro "Le maschere dell'Universo", potremmo dire che il primo tonal, l'individuale, e' la visione del mondo personale che è simile, ma non identica, a quella degli altri nostri contemporanei e conterranei; tutte queste separate, simili, visioni del mondo hanno una intersezione, più o meno grande, con la visione del mondo dominante in un certo periodo, in una certa cultura, cioè il tonal collettivo, il tonal del tempo secondo Don Juan o, secondo

Tonal Nagual

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“Il crepuscolo e' la fenditura tra i mondi” disse Don Juan “È la porta dell’ignoto.” [ L’ISOLA DEL TONAL - C. Castaneda]

Un Nagual, secondo la mitologia azteca, era uno spirito totemico; ogni dio ed ogni essere umano aveva un Nagual, come Huitzilopochtli/colibrì e Quetzalcoatl/serpente piumato. Nagual è anche un termine usato nei libri di Carlos Castaneda, per descrivere una persona che è capace di guidare gli altri verso nuove aree della percezione. Il Nagual è il benefattore degli apprendisti, una sorta di guida verso la libertà totale. Il Nagual (secondo Castaneda) è in contrapposizione al Tonal, inteso come tutto ciò che può essere esplicato e compreso dalla ragione, il Nagual è una realtà che trascende la comprensione puramente intellettuale e di cui si può solo essere testimoni, è tutto ciò che si trova al di fuori del dominio della parola, del concetto, è lo Spirito inesplicabile di cui si può solo fare esperienza diretta. Da Il dono dell'Aquila di Carlos Castaneda : "Gli esseri umani hanno due lati. Il lato destro (Tonal) abbraccia tutto ciò che l'intelletto è in grado di concepire. Il sinistro (Nagual) è il dominio dell'indescrivibile, un dominio impossibile da rendere a parole. Il lato sinistro è forse compreso, se è comprensione ciò che si verifica, con la totalità del corpo; da ciò deriva la sua resistenza alle concettualizzazioni". Chi ha letto qualche libro di C. Castaneda, sa che tonal e nagual sono due termini fondamentali nell'insegnamento di Don Juan al suo riluttante discepolo Carlos. Cosa si intenda con tonal e nagual è molto difficile da spiegare a parole tanto che a Castaneda occorrono molti libri e un duro apprendistato (che poi sia finzione o realtà, poco importa). E' quindi di nuovo sorprendente che questi due concetti, che si vuole appartenenti alla tradizione degli stregoni amerindi, abbiano una quasi esatta controparte nella fisica attuale e quindi in questo contesto siano comprensibili (e utilizzabili/utilizzati, pur restando decisamente controintuitivi). Mi accingo quindi all'improbo compito di spiegare dapprima cosa sono tonal e nagual e quindi quale analogo hanno nella meccanica quantistica. Cos'è il tonal ? Il tonal è tutto, cioè tutto ciò che vediamo, tocchiamo, sentiamo, percepiamo, pensiamo, immaginiamo. In altre parole il tonal è il mondo, la realtà come comunemente ci appare. Esistono due tipi di tonal, l'individuale e il collettivo; il primo appartiene al singolo, il secondo alla società nel suo complesso, alla cultura in cui il singolo è inserito. Usando la terminologia introdotta da E. Harrison (anche lui fisico!) nel suo interessante libro "Le maschere dell'Universo", potremmo dire che il primo tonal, l'individuale, e' la visione del mondo personale che è simile, ma non identica, a quella degli altri nostri contemporanei e conterranei; tutte queste separate, simili, visioni del mondo hanno una intersezione, più o meno grande, con la visione del mondo dominante in un certo periodo, in una certa cultura, cioè il tonal collettivo, il tonal del tempo secondo Don Juan o, secondo

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Harrison, l'universo (con la u minuscola, vedi dopo). Se dunque il tonal è tutto, cosa altro rimane? cosa è mai il nagual? Se avete pensato a qualcosa di immateriale, spirituale, dio, siete fuori strada: infatti anche tutto ciò fa parte del tonal-universo. Quando Don Juan spiega a Carlos per la prima volta, i due sono seduti ad un tavolo del ristorante; questo suggerisce a Don Juan una bizzarra analogia: “Il tonal è un'isola- dice Don Juan - Possiamo dire che il tonal è come il piano di questo tavolo. Un'isola. E su quest'isola abbiamo tutto. Quest'isola è infatti il mondo”. “Ecco: gli uomini? sono gli stecchini; le case? sono i piatti; il mare? è l'acqua nella caraffa” e così via. Chiaramente a questo punto anche Carlos parte alla caccia di questo elusivo nagual ma per ogni cosa che nomina, Don Juan trova una controparte sul tavolo: l'anima? è il portacenere; uno stato interiore, uno stato di grazia? è il tovagliolo; l'essere supremo, dio? “No - risponde Don Juan - anche dio è sulla tavola. Diciamo che dio è la tovaglia!”. Cos'è dunque il nagual o almeno dove si trova? Don Juan indica lo spazio tutto intorno al tavolo: “il nagual è là - dice - tutt'intorno all'isola, là dove il potere si libra”. Notate che, immersi nel nagual, ci sono altri tavoli, altre isole , altri tonal personali, altre visioni del mondo. Su ognuno di questi abbiamo di nuovo, ad esempio, le case (i piatti), l'anima (il portacenere), dio (la tovaglia). Dei dettagli possono differire (ad esempio il cibo nei piatti) ma sostanzialmente i tavoli sono simili: questo è frutto del tonal del tempo, secondo Don Juan, o se vogliamo, secondo E. Harrison i vari individui con le loro visioni del mondo (i tavoli) condividono lo stesso universo, cioè sono pur sempre nello stesso ristorante di un determinato paese e di un determinato periodo (se fossero ad esempio in un ristorante cinese, magari di un secolo fà, il loro aspetto sarebbe ben diverso: mancherebbero le posate, potrebbe mancare addirittura la tovaglia (dio!)...). Che cosa possiamo dire del nagual? “Per il nagual non c'è descrizione, - dice Don Juan - non parole, non nomi, non sensazioni, non sapere”. Nei termini di E. Harrison, oltre l'universo, storicamente e spazialmente determinato e in realtà dagli uomini creato, c'è pur sempre un irriducibile, inesprimibile, inconcepibile, inconoscibile, tremendo Universo (con la U maiuscola!). Spero che ora avrete almeno una idea di cosa siano tonal e nagual: del resto concezioni simili si trovano in molte filosofie e tradizioni (pensate per esempio all'analogia tra i tonal - tavoli - isole e le Monadi di Leibniz o tra il brahama e il Brahama , con la B maiuscola!, nella tradizione indù). Ma nella concezione di Don Juan c'è un altro punto, fondamentale, difficile da afferrare: il tonal (cioè il mondo, l'universo) è una creazione dell'uomo, è il prodotto del 'primo anello del potere'. In effetti è anche una difesa necessaria per l'uomo: esso fa si che la Realta', tremenda, inconcepibile, caotica acquisti ordine, intellegibilità. E' lo specchio-scudo attraverso cui possiamo guardare in volto Medusa. Quindi la realtà, la nostra ordinaria, spesso banale realtà, è così come ci appare perchè il nostro potere-tonal la costruisce così; è un frutto magico: in verità noi facciamo il mondo, incessantemente, continuamente noi creiamo l'universo! Voglio sottolinearlo: noi creiamo la realtà, letteralmente; non sto parlando di percezione alterata o di allucinazioni o similia. Conseguenza logica: non è affatto necessario che il mondo sia così come è. Potremmo usare diversamente il nostro ‘primo anello del potere’ per costruire un mondo diverso. Tutto il duro noviziato di Carlos ha lo scopo di portarlo, dapprima sporadicamente e con ausili straordinari (droghe), poi sempre più a comando, a costruire un mondo diverso ( nella fattispecie il mondo degli stregoni). E imparando ad usare volontariamente il primo, può indirettamente anche conoscere ed in una certa misura usare anche il ‘secondo anello del potere’: nello "spazio" tra due mondi-tonal distinti ci si trova faccia a faccia con la Realtà-nagual. Come tutto ciò sorprendentemente si ritrovi nella "oggettiva", fredda Fisica moderna, lo vedremo in un prossimo articolo... Tonal, Nagual e vita quotidiana Il mondo del lavoro e degli affari nella prospettiva degli insegnamenti di Carlos Castaneda. Un invito a conciliare sapientemente le due polarità dell'esistenza: anelito spirituale e realizzazione materiale.

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Vi ricordate quando Carlos Castaneda racconta nei suoi libri degli incontri con Don Juan in Città del Messico, e con sorpresa lo trovava vestito in perfetto completo gessato e sosteneva che era in città per affari? Chi ha iniziato o sta intraprende un cammino spirituale, di qualunque genere, ad un certo punto si trova in difficoltà nell'affrontare la vita quotidiana, il mondo del lavoro e degli affari. Pensa che le due cose non possano andare insieme, che il mondo spirituale sia in antagonismo con il mondo materiale che deve affrontare nella vita terrena... e possono cominciare periodi di crisi. Ma come affrontava Don Juan il mondo degli affari? Carlos Castaneda, attraverso gli insegnamenti del suo maestro, ha trasmesso al suo lignaggio interessanti spunti a tale riguardo.Per Carlos Castaneda l'uomo che è nel cammino spirituale deve essere in grado di bilanciare in maniera perfetta i due aspetti dell'uomo che la tradizione Tolteca considera: il lato destro quello della razionalità, legato alle cose pratiche e terrene (tonal) ed il lato sinistro, quello misterioso e magico, molto più vasto, che esiste al di fuori del mondo ordinario in cui viviamo (nagual). L'integrazione del lato destro e del lato sinistro richiede un certo addestramento e una certa pratica, ed è uno dei compiti più importanti che l'uomo moderno deve saper svolgere. Per affrontare un determinato problema o progetto il lato destro del corpo richiede di coprire tutti gli aspetti pratici dell'argomento, entrare nei dettagli ed affrontare con precisione tutte le questioni. Da questo punto di vista è richiesto il mantenimento della professionalità nell'affrontare il lavoro che viene svolto. Don Juan affermava che la realtà è il nostro sogno da svegli, e per prima cosa dobbiamo essere consapevoli che stiamo sognando e perciò è necessario affrontare con precisione e massima attenzione le cose che ci circondano. Per questo dobbiamo svolgere in modo impeccabile, con precisione ed abilità ogni questione pratica. Le azioni devono essere sempre precedute dalle analisi preliminari, dalla fase progettuale e dai dettagli economici ed organizzativi, proprio come le migliori tradizioni di business e management raccomandano. Questa però è solo una parte del compito. Il lato sinistro, quello magico e misterioso, quello dell'intuito e del sentimento deve essere preso in considerazione. Le decisioni importanti vengono prese con il cuore, attivando i centri magici che ci sono nel nostro corpo. Don Juan insegnò a Carlos Castaneda dei passi magici che praticavano i Toltechi, veggenti dell'antico Messico, per attivare particolari centri energetici che sono situati nel nostro corpo. Sono particolari movimenti che attivano aree specifiche del corpo energetico, e forniscono il sostegno per prendere le decisioni e per agire con forza e con rettitudine una volta che queste sono state prese. Il lato sinistro richiede di saper convivere con le forze misteriose che ci sono nell'universo, perciò cerca sempre la sintonia, e di essere in armonia con il flusso della vita. Una volta prese le decisioni, le azioni si fanno con precisione ma in maniera distaccata, senza l'attaccamento che tutto debba andare secondo i programmi, piuttosto con l'attenzione di inseguire quelli che sono i movimenti energetici, invisibili che si manifestano. Si scrutano attentamente tutti i segnali, le sincronicità e le coincidenze che avvengono, si osserva con

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impeccabilità ciò che sta funzionando e ciò che invece non funziona, e questi vengono considerati manifestazioni dell'universo, e si accettano con fluidità, rispetto e serenità. La fluidità appartiene al lato sinistro del nostro corpo, perché utilizza l'intuito come principale motore d'azione, percepisce i segnali sottili o invisibili che il lato destro, razionale, tende ad escludere dalla propria vista. Nei momenti di crisi con il lavoro, o quando si vogliono intraprendere nuove attività nel campo degli affari, possono risultare molto utili questi semplici insegnamenti. Ci forniscono una duplice prospettiva delle nostre azioni, coprendo i bisogni che ha il nostro spirito ma anche fornendo il giusto sostegno alle necessità materiali e quotidiane che non possiamo fare a meno di considerare. Nello Ceccon ACAM Associazione Culturale Archeologia e Misteri ~ MITI E LEGGENDE " I PERSONAGGI DEL MISTERO" CARLOS CASTANEDA E LO SCIAMANESIMOdi Leonella Cardarelli Carlos Castaneda è stato uno dei maggiori esponenti della letteratura sciamanica nonostante i suoi scritti siano stati tacciati di scarsa attendibilità. Su tale questione è bene fare un po’ di chiarezza: ciò che è stato messo in dubbio (ad esempio da De Mille e da Weston Le Barre) è il fatto che lui abbia davvero vissuto le situazioni da lui descritte ma anche se ciò non fosse vero, il contenuto informativo dei suoi testi (ad esempio le tecniche sciamaniche) è comunque esatto e sempre attuale. Vi sono studiosi ed esperti di sciamanesimo (come Michael Harner) che considerano attendibilissimi gli scritti di Castaneda. Castaneda è un uomo avvolto dal mistero. Per quello che si sa è nato il 25 dicembre, probabilmente tra il 1923 e il 1935 ed è morto di cancro il 27 aprile 1998. Castaneda si dichiarava nato in Brasile ma gli sono state attribuite origini peruviane. Ebbe un’infanzia molto difficile e studiò negli USA dove conobbe l’amico Bill, il quale gli diede modo di conoscere posteriormente don Juan Matus, colui che diventò il suo maestro di sciamanesimo. Carlos Castaneda coltivava appassionatamente i suoi interessi antropologici ed ottenne il master in antropologia con una tesi dal titolo Gli insegnamenti di don Juan (tradotto in italiano anche con il titolo A scuola dallo stregone). Nei suoi studi si soffermava precipuamente sugli aspetti emotivi, psicologici e magici, come gli stati alterati di coscienza e per questo motivo fu denominato antropologo-psicologo. Castaneda, grazie al rapporto con lo stregone sciamano don Juan Matus, ebbe modo di

Gli uomini sono esseri luminosi, bolle di luce, dice don Juan. Per concludere questo saggio riportiamo quanto scrive Carlos alla fine de L'isola del Tonal (pag. 373), a parlare è sempre don Juan: "Questo è il paradosso degli esseri luminosi. Il Tonal di ciascuno di noi è soltanto un riflesso di quell'indescrivibile ignoto che è pieno di ordine; il Nagual di ciascuno di noi è soltanto il riflesso di quell'indescrivibile vuoto che contiene ogni cosa" . Il Nagual da latriplice » 28/03/2010, 21:33 Nel capitolo 5, versetto 18 della Bhagavad-gita si legge: "l'umile saggio, illuminato dalla vera conoscenza, vede con occhio equanime il brahmana nobile ed erudito, la mucca, l'elefante, il cane e il mangiatore di cani." Qual'è mi domando, questa vera conoscenza che permette la visione pura non alterata da distinzione di nome e forma? Non credo che si tratti di una conoscenza acquisita, piuttosto di uno stato coscienziale innato nel quale ciascuno di noi può dimorare, se soltanto smettesse di immaginarsi le cose.La verità, o quel "Fuoco filosofico che ci avviluppa" come indicavano gli alchimisti, oltre a costituire la nosta essenza, è lì davanti a noi da sempre, non ci ha mai abbandonato. E' rimasta occultata, è vero, dal potere proiettivo della mente che si è sovrapposta, velandola. Non esistono 2 realtà contrapposte come il Nagual e il Tonal. Esiste soltanto il Nagual. Il Tonal è soltanto una personale sovrapposizione immaginativa, quindi illusoria, pari al numero degli enti coscienziali per rappresentarsi il Nagual, come allo stesso modo la sephira Kether dell' Albero Sephirotico non è nient'altro che una rappresentazione dell'Ain Soph Aur, l'Assoluto. In termini vedantici, il serpente che vediamo sovrapposto alla corda, è la corda stessa. In sostanza, colui che è ottenebrato dal proprio Tonal vede un'albero, una nuvola o un suo simile, al posto di vedere se stesso in ogni sua emanazione. Come giustamente citava Anassagora, "Le apparenze sono un modo di vedere l'invisibile".latriplice Messaggi: 6Iscritto il: 21/02/2010, 22:32TopRe: Il Nagual da Sandro » 30/03/2010, 17:06 La triplice, a questo proposito penso che apprezzeresti molto vivere l'esperienza "TNT", che è molto in sintonia col tuo post e in cui sperimenti energeticamente gli stati di cui parli.Mi pare che TNT sia fissato per novembre. Controlla nella cartella Eventi.

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senza macchia, chi conosce il suo doppio, chi conosce l'arte del sognare, chi sa vedere, chi conosce la vera essenza dell'uomo: l'uovo di luce che lo avvolge, chi conosce la sua parte destra e la sua parte sinistra: il Tonal e il Nagual, chi riesce a trasformare la consapevolezza in fuoco dal profondo, chi conosce le emanazioni dell' aquila, ecc. A volte, per il suo pittoresco vocabolario don Juan ci ricorda Paracelso, il medico alchimista che si prendeva gioco dei dotti ignoranti medici del suo tempo, riuscendo a guarire grazie ad una saggezza profonda e strana. Quello stesso Paracelso a cui Carl Gustav Jung ha dedicato alcuni saggi nella sua opera. Don Juan sembra possedere davvero la saggezza di cui parla, e secondo noi ha regalato a Carlos Castaneda alcune perle di essa. Un mondo fatto di campi di energia anziché di oggetti, ci stuzzica…Questo breve saggio non consente certo di fare uno studio approfondito di tutto quanto ha detto don Juan, pertanto rimandiamo l'interessato alle opere di Castaneda se volesse saperne di più.Qui ci limitiamo all'essenziale. Un'altra delle cose essenziali è per esempio l'interruzione della storia personale. Don Juan insiste tanto su questo punto. Bisogna diventare imprevedibili e non una cosa scontata, perché le persone, coi loro pensieri, creano legami con chi è scontato. Per tradurlo in termini psicanalitici, esse proiettano le loro aspettative sulla persona di cui conoscono le reazioni e i pensieri, e così facendo rafforzano i comportamenti dell' altro. Questo va a braccetto con l'invito a non creare abitudini (in questo caso è la stessa persona che rafforza i suoi comportamenti automatici) e quello a diventare inaccessibili (nel qual caso il guerriero-cacciatore deve sfiorare il mondo, lievemente, lasciando appena un segno). La consapevolezza, su cui don Juan si sofferma spesso non va esercitata solo nello stato di veglia, ma anche in quello di sonno: occorre diventare consapevoli di star sognando. "Una volta che ha imparato a sognare il doppio, l'io arriva al suo bivio fatale, e viene il momento in cui ci si rende con to che è il doppio che sogna l'io" (L'isola del Tonal - Bur - pag. 124). Noi siamo solo un sogno sognato dal nostro doppio. Una simile teoria (esposta da don Juan con la sicurezza tipica di chi sa quel che dice) ci potrebbe far capire perché mai negli onirodrammi (rappresentazioni "teatrali" di sogni) avviene che gli "attori - provocatori" riescano a toccare corde note solo al sognatore: la rappresentazione diventa "sogno reale" perché guidata dal doppio di tutti i partecipanti. E' ovvio che la parte di "attori-provocatori" spetta solo a persone di estrema sensibilità che hanno lavorato su se stesse, che hanno da tempo smascherato il proprio ego e che intuiscono di essere non solo corpo-mente. Ma il pensiero di don Juan va oltre i confini della "stregoneria", dello sciamanismo, della "magia". Esso diventa anche filosofico. Ciò accade quando il maestro di Carlos parla di Tonal e Nagual. Il Tonal, per sommi capi, è tutto il conosciuto, ed il Nagual tutto ciò di cui non possiamo dir nulla. Il primo è come un'isola, come una tavola apparecchiata con tutte le cose dentro, è il mondo. Il secondo è tutto ciò che sta intorno all'isola, alla tavola apparecchiata. "Ma allora il Nagual è l'Essere Supremo, Dio?" chiede Carlos. "No. Anche Dio sta sulla tavola. Diciamo che Dio è la tovaglia" risponde don Juan, per il quale Dio è ogni cosa di cui si può pensare. L'uomo alla nascita è totalmente Nagual, poi per vivere in questo mondo sviluppa una parte Tonal che col passare del tempo diviene il padrone, ed ogni qualvolta il Nagual si affaccia, il Tonal con astuzia rappresenta le due parti con due elementi del Tonal: corpo e anima. Riportiamo solamente questa concezione, senza approfondirla, perché i limiti di questo breve saggio non ce lo consentono. Certo è un concetto stimolante, che il lettore può ampliare per proprio conto.

conoscere lo sciamanesimo yaqui. Gli yaqui sono un popolo messicano e secondo l’antropologo sono i discendenti dei Toltechi, un impero messicano di cui si sostiene che siano stati i discendenti di Atlantide. I Toltechi conoscevano la matematica e possedevano altresì numerose tecniche artigianali. Alcuni storici sostengono che il loro impero fu distrutto da popolazioni barbare provenienti dal nord. Castaneda aveva avanzato l’ipotesi che gli yaqui fossero i discendenti dei Toltechi in quanto entrambi i popoli possiedono due concetti molto importanti: - tonal, termine con cui sui definisce la realtà ordinaria, cioè quella in cui viviamo tutti i giorni - nagual, termine con cui si definisce la realtà non ordinaria, la consapevolezza che normalmente non ci è accessibile ma alla quale si può accedere tramite precise tecniche. Secondo la tradizione tolteca, tonal e nagual rappresentano la dualità che è presente in ciascuno di noi. Castaneda poteva apparire, agli occhi degli altri, una persona un po’ particolare. Ad esempio era difficile avvicinarlo e non voleva farsi fotografare. Su questi suoi atteggiamenti sono state avanzate diverse ipotesi, ad esempio il fatto che lui avesse qualcosa da nascondere ma egli affermava che era restio alle foto in quanto le foto intrappolano il nostro ego, un ego che lo sciamano combatte e che impiega molto tempo a cancellare. Per questa lotta contro l’ego nasce il concetto di sciamano-guerriero o guerriero-viaggiatore: guerriero perché lotta contro l’ego e contro le forze negative che ostacolano la sua elevazione spirituale; viaggiatore in quanto viaggia tra vari stati di coscienza. Don Juan e Castaneda erano dei guerrieri-viaggiatori ma molto probabilmente Castaneda non si considerò mai un vero sciamano, alla pari di don Juan. In Messico sono presenti molteplici forme di sciamanesimo, tuttavia per la larga quantità di piante allucinogene è molto diffuso lo sciamanesimo “psichedelico”. Gli yaqui del Messico settentrionale, ad esempio, fumano i fiori gialli della Genista canariensis. Castaneda sosteneva che gli yaqui si servivano altresì di sostanze allucinogene come il peyote (detto anche mescalito), che è un cactus allucinogeno; la datura inoxia (detta anche yerba del diablo) e un certo tipo di fungo appartenente alla famiglia psilocybe mexicana (detto anche humito). La psilocybe mexicana, se ingerita, cagiona un forte stato di ebbrezza con visioni di ogni genere e strani effetti uditivi. I Mazatechi chiamavano questo fungo “il fungo parlante” e lo usavano al fine di diagnosticare malattie e stabilire contatti con gli spiriti. A questo punto ci possiamo chiedere: chi sono gli sciamani? E cosa fanno? Nevill Drury, noto studioso di sciamanesimo, afferma che “lo sciamanesimo è una tradizione visionaria, un’antica pratica che consente di usare gli stati alterati di coscienza per mettersi in contatto con le divinità e con gli spiriti della natura.” La parola sciamano deriva dall’inglese shaman, adattamento del termine saman (o samen) che presso il popolo dei tungusi siberiani designa gli operatori medici che agiscono in stato di trance. Altre fonti sostengono invece che il termine sciamano provenga dal sanscrito sramana o dal pali samana e significhi uomo ispirato dagli spiriti, portatore di energia, uomo saggio, colui che vede nell'oscurità. La trance può essere leggera o profonda e si raggiunge con l’ausilio di strumenti quali i sonagli e il

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tamburo, precisamente tramite la scansione ossessiva mediante percussione. Con tale scansione il soggetto entra in trance, vale a dire che la sua anima si stacca dal corpo e viaggia in altre dimensioni ove può incontrare divinità che gli rivelano soluzioni o motivi concernenti una crisi o una malattia. Solitamente lo sciamano gode di una relazione privilegiata con una o più entità divine che lo ispirano e lo proteggono. Sarebbero proprio queste entità a scegliere il soggetto, vale a dire a fargli venire la vocazione di farlo diventare sciamano. Questa vocazione si manifesta attraverso una crisi (iniziazione) che provoca estraniazione, isolamento, apatia ecc. L’iniziazione prepara il neo-sciamano ad avere contatti col mondo “altro”. Mircea Eliade sostiene che si può diventare sciamani non solo per vocazione ma anche per trasmissione ereditaria o per volontà del clan di appartenenza. L’apprendista sciamano riceverà, ai fini della sua formazione, una duplice preparazione: di carattere estatico, concernente trance, visioni e sogni; di carattere tradizionale, concernente il linguaggio segreto e i nomi e le caratteristiche degli spiriti. Lo sciamano è in grado di gestire il proprio flusso energetico e lo utilizza per entrare in altri stati di coscienza, in altre realtà, per aiutare gli altri e stabilire un contatto con le divinità. Ognuno di noi, al di là del corpo fisico, è formato da energia, un’energia particolare: quella dell’universo. Quest’energia è ciò che viene chiamato Dio nella nostra religione o Grande Spirito presso i nativi americani. Noi possediamo la medesima energia dell’universo ed è in questo senso che veniamo definiti figli di Dio. Noi non siamo separati da Dio ma siamo uniti a Lui, siamo una parte di Lui. Il problema è che non lo sappiamo, o meglio…non lo ricordiamo perché siamo condizionati dal nostro ego, dalla nostra mente. Servendosi di specifiche tecniche (fisiche e respiratorie) l’uomo-sciamano si “risveglia”. Lo sciamano è un uomo risvegliato. L’antropologo australiano Elkin sostiene infatti che lo sciamano è un uomo di grande sapere che è riuscito a raggiungere un certo livello di consapevolezza. Nella visione sciamanica di don Juan il mondo è formato da campi energetici in cui lo sciamano sa muoversi benissimo. Il potere degli sciamani consiste nella capacità di accumulare energia e a tal fine essi praticavano sovente l’astinenza sessuale. Un concetto molto interessante trattato da Castaneda riguarda il sogno: il sogno non va inteso come lo intendiamo noi ma come un luogo senza tempo in cui vi è il nagual. Il sogno sciamanico è un sogno lucido, in cui si è consapevoli di stare sognando. Per raggiungere questo stato di lucidità bisogna guardarsi le mani e quando l’uomo sogna di guardarsi le mani obbedisce ad ordini provenienti dal mondo superiore. Quest’arte di sognare rappresenta l’integrazione tra tonal e nagual. Un altro concetto altrettanto interessante è quello di morte, che gli sciamani considerano come un semplice passaggio. Conoscendo la morte nello stato di trance gli sciamani imparano a considerarla come un evento normale. Degni di nota sono anche la ricapitolazione e la tensegrità. Per ricapitolazione si intende una tecnica respiratoria con la quale si rievocano tutti gli eventi della nostra vita (comprese le persone incontrate, tutte le persone, anche quelle con cui abbiamo solo parlato). Con questa tecnica ci purifichiamo di tutte le energie negative che questi eventi ed incontri ci hanno trasmesso. Castaneda ha dichiarato che la ricapitolazione è la cosa più importante; per farla ci vuole moltissimo tempo, perché essa deve essere completa. Bisogna ricapitolare proprio tutto, a cominciare dagli incontri sessuali. La tensegrità è l’eredità dei cosiddetti passi magici, che gli antichi stregoni ci hanno lasciato. Attraverso queste tecniche possiamo metterci in contatto con le forze dell’universo, recuperando energia, salute e determinazione. Le tecniche spirituali e corporee utilizzate dagli sciamani sono descritte negli ultimi testi di Castaneda (tra cui cito Il potere del silenzio, Tensegrità, L’arte di sognare e Il lato attivo

Piano piano ci stiamo avvicinando al nucleo della conoscenza di don Juan: l'uomo non si riduce ad un ego inconsistente, né al solo corpo-mente, esso in essenza è qualcos'altro. L'importanza che diamo alle cose e a noi stessi deriva dal fatto - secondo don Juan - che guardiamo le cose nel modo in cui le pensiamo. Ma nel momento in cui riusciamo a vedere, le cose cambiano: non è più possibile pensare le cose che guardiamo. Allora tutto diventa senza importanza e si rimane solo in compagnia della propria follia. Quindi la scoperta della propria follia è una sorta di conseguimento, dopo avere imparato a vedere. In sostanza, don Juan non solo rifiuta di essere etichettato come nichilista da Carlos, ma afferma pure che l'uomo che vede sceglie la parte da recitare solo dopo avere appurato che quella parte (quella via) ha un cuore. Quindi la recita nel migliore dei modi dirigendo la sua attenzione su le cose buone. Un uomo di conoscenza, semplicemente sa che nessuna cosa ha più importanza dell'altra, che tutti gli uomini non vanno da nessuna parte. E' il suo vedere che gli fa capire tutto questo, quindi sceglie un atto da compiere ed agisce come se quell'atto contasse qualcosa, cioè con quella controllata follia che è molto simile al vedere. Insomma, un uomo di conoscenza non pensa, vive agendo. Quello del vedere è un punto su cui don Juan insiste parecchio. Il mondo come lo si vede comunemente non è come il mondo visto da un uomo di conoscenza. Questo è "un mondo fugace che si muove e cambia". La fisica moderna ha molto studiato le particelle elementari ed ha confermato la dinamicità del mondo, delle cose e dell'uomo. A questo proposito, rileggere le antologie divulgative di F. Capra non farebbe male. Ma torniamo al discorso. In un mondo simile la volontà acquista un'importanza capitale. Ma la volontà dello stregone è "una forza che viene dall'interno e che si attacca al mondo esterno" (Id. pag. 130). Quanto al vedere, esso permette di vivere in un mondo sempre fresco, nuovo, incredibile ed impensabile perché mai accaduto prima. Un'altra cosa importante su cui don Juan si sofferma è la sospensione del discorso interiore. Parlando a noi stessi non facciamo altro che mantenere il mondo così come lo abbiamo pensato. Smettendo di parlare a noi stessi invece, noi riaccendiamo il mondo, gli ridiamo vita. Per il guerriero di don Juan le battaglie sono tante, anzi, non finiscono mai. Una di queste è la "riduzione dei desideri": "E' il volere che ci rende infelici. Eppure, se imparassimo a ridurre a nulla i nostri desideri, la più piccola cosa che otterremmo sarebbe un vero regalo" (Id. pag. 125). Ancora una volta si combatte contro l'ego, perché solo la persona, la maschera è convinta di avere continuità nel tempo. L'apparato egoico crea traiettorie temporali inesistenti: al fine di alimentare l'illusione della propria esistenza e continuità, ecco quindi che con l'immaginazione crea un futuro che lo vede protagonista e cerca in tutti i modi di realizzarlo. E siccome l'immaginazione così usata è una serva fedele di Maya, riesce a creare l'illusione, la magia: un futuro pensato diventa un futuro incarnato in un falso presente. Sì, falso, perché quello vero, spontaneo, fresco, libero da zavorre, da possesso, da maschere, viene perso irrimediabilmente. Il desiderio crea una fuga in avanti che da un lato ingrassa il personaggio e dall'altro mortifica l'attore. E' il personaggio che desidera, non l'attore, che rimane sempre ben consapevole delle sue illimitate possibilità di calarsi in tutti i personaggi immaginabili. Ma a questo punto sorge spontanea la domanda: chi è l'attore? Esso è l'uomo totale, l'uomo di conoscenza, il tolteco, come lo chiama don Juan. Tolteco è chi è impeccabile e

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che la lucidità non è la meta, l'avrà vinta. A questo punto il suo desiderio sarà la regola, ed il terzo nemico gli si presenta davanti: il potere. Diventa padrone, crudele e capriccioso: non è più in grado di controllarsi. Se capirà questo avrà vinto il potere, che sarà tenuto sotto controllo. Ecco però che arriva l'ultimo dei nemici: la vecchiaia. Nasce un irresistibile desideerio di riposare. Se si adagia nella stanchezza avrà perso la battaglia. Quindi bisogna affrontare il proprio destino e non fermarsi mai. Ma il cammino è fatto sia di andare che di strade, e "una strada è solo una strada" dice don Juan a Carlos, ma prima di imboccarne una, aggiunge, bisogna porsi una domanda fondamentale: "questa strada ha un cuore?" (Id. pag. 87). Bisogna guardare la strada attentamente, metterla alla prova tutte le volte che si vuole. Se la strada ha un cuore, essa è buona, se non ce l'ha, non serve a niente. La strada che ha un cuore procura un viaggio lieto, l'altra "ti farà maledire la tua vita". Inoltre un sentiero che ha un cuore è facile e "amarlo non ti costa fatica" (id. pag. 131). Nel secondo libro di Carlos, Una realtà separata, don Juan ci informa che "ogni uomo è in contatto con tutte le altre cose… attraverso un fascio di lunghe fibre che spuntano dal centro dell'addome". Quest' affermazione apparentemente stramba, costituisce un attacco mortale all'ego ed un implicito invito al rispetto di tutte le cose. L'ego, la più grande bestemmia verso il noi, si illude di essere staccato da ogni altra cosa, e secondo la strategia dell' avere, del possedere, cerca di ingrassarsi fino alla com-prensione di tutte le cose. Ma come ogni palloncino, quando si esagera con la gonfiatura, prima o dopo esplode. L'altro importante aspetto è che, se la teoria di don Juan è vera, anche quando l'ignoranza (intesa come mancanza della vera conoscenza) di una persona fa trascurare l'aspetto illusorio dell'ego, invita comunque al rispetto di ogni cosa ed alla pacificazione col resto del mondo. Se un uomo comprende di essere solo un semplice atomo di un corpo infinito o quanto meno grandissimo, comincerà sicuramente ad avere, prima maggiore considerazione per tutto il suo prossimo, poi per tutto il remoto, ed infine minore considerazione di sé, un ridimensionamento automatico del proprio ego, e tutto anche in assenza di ricerca. Il mondo diventa un enorme teatro dove ci si può divertire, a condizione che si comprenda che tutto ciò che vi accade è follia. Sapendo di essere folli, si può condurre un'esistenza di follia controllata. Insomma, si diventa consapevoli del proprio vero stato di folli. In Una realtà separata (ed. Astrolabio) Carlos fa dire al suo istruttore: "Dobbiamo sapere da prima che i nostri atti sono inutili e tuttavia dobbiamo procedere come se non lo sapessimo. Questa è la follia controllata di uno stregone" (opera appena citata pag. 68). Ma l'immancabile obiezione di Castaneda scatta puntuale: se si agisce sempre con follia controllata, ogni singolo nostro atto diventa falso, insincero. La risposta di don Juan arriva subitanea: "I miei atti sono sinceri, ma sono solo gli atti di un attore". Ma se per voi non conta più nulla, come potete continuare a vivere? Gli chiede Carlos. "Continuo a vivere perché ho la mia volontà. Ho temprato la mia volontà durante tutta la vita fino a farla diventare pulita e integra, e ora non mi importa che nulla importi. La mia volontà controlla la follia della mia vita". Quello di attore è un concetto molto importante se accoppiato a quello di volontà. In sostanza don Juan ha un centro, un nucleo "perfetto" attorno a cui regola tutta la rappresentazione della sua vita. Agire da attore vuol dire recitare di volta in volta, e nel modo migliore possibile, la parte che la vita richiede di rappresentare. Stiamo lavorando sempre su quell'effimero centro di gravità che vorrebbe essere l'ego: spostando l'attenzione sulla volontà la recita annulla ogni gratificazione dell'ego, riducendo questi ad un personaggio inconsistente, ad un fantoccio, ad un bluff.

dell’infinito). Tra i più noti viaggiatori che hanno contribuito alla conoscenza dello sciamanesimo abbiamo Marco Polo che ne Il Milione descrive una seduta sciamanica a cui lui stesso ha assistito. La seduta avvenne ad est dell’attuale Birmania alla fine del ‘200. Marco Polo descrive la trance sciamanica e nonostante il suo legame alla religione di appartenenza non giudicò negativamente lo sciamanesimo, anzi affermò che con quel rituale il malato guarì veramente. Questo atteggiamento critico ed attento di Marco Polo è molto importante, soprattutto se consideriamo che la scena da lui descritta è ambientata alla fine del XIII secolo e se consideriamo altresì che l’Occidente è stato sempre un po’ scettico a questo genere di pratiche. Basti pensare che tutte le pratiche rituali che andavano contro la religione e la scienza venivano bandite, censurate, considerate superstiziose o demoniache. Oggi l’approccio occidentale è più aperto ma nonostante la libertà di comunicazione non è complesso notare sovente una sorta di pregiudizio. In realtà ognuno di noi è uno sciamano, sarà per questo che nonostante tutte le polemiche si parla ancora tanto di Carlos Castaneda. CARLOS CASTANEDA Dire addioChiudere con una situazione, dire Addio è uno dei problemi energetici più comune che le persone registrano nel loro essere luminoso, perché si collega a un sentimento di rifiuto, al non accettare di aver perso qualcosa che era per noi molto importante Chi si trova in questa situazione vive in uno stato di rabbia e di dolore costanti, perché non ha mai accettato la realtà che si è trovato ad affrontareRabbia e dolore sono inesprimibili Bisogna essere capaci di dire Addio al momento giustoPer guarire bisogna accettare la situazione e ad un certo punto dire addio; soltanto allora la guarigione può avere inizio La ricapitolazione offre un’ottima occasione di tornare a quel momento, a quella persona, a quel rifiuto, a quel dolore, per accettarli e finalmente dire addio. Soltanto un “nuovo comando energetico” può cancellare il comando preesistente. Con la ricapitolazione si producono nuovi comandi energetici, consapevolmente e deliberatamente. ________________________________________________________________

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Fare – Non Fare · Fare: percezione del mondo nel modo in cui siamo soliti fare, le cose che ognuno di noi racconta a sé stesso; il dialogo interno è la conversazione mentale che sosteniamo con noi stessi ogni giorno, la descrizione assimilata da ciascuno di noi. · Proteggiamo la nostra descrizione, l’0alimentiamo coni nostri pensieri e generiamo inoltre il “fare” che la rinforza· Questo tende a confermare il contenuto del dialogo interno della descrizione stessa· L’estremo è sostituire la realtà esterna a noi con i nostri pensieri· Solo fermando questo dialogo interno si trova la chiave per accedere al mondo degli stregoni.· Il primo anello del potere, è il risultato della percezione ordinaria: il secondo anello del potere è la percezione di un altro mondo, quello degli stregoni · Non-fare: qualsiasi tipo di azione che non sia coerente con la nostra descrizione del mondo o di noi stessi. · Il non-fare interrompe il flusso della descrizione e sospende il fare del mondo conosciuto· Il non-fare è il mezzo che apre il cammino verso io lato ignoto della realtà, è la porta di accesso del nagual (la realtà separata, la consapevolezza dell’altro io)· Il non-fare praticato nella consapevolezza del lato destro, possiede la facoltà di portarci verso il lato sinistro; praticarlo in modo costante porta all’integrazione delle due forme di consapevolezza, portandoci alla “totalità di sé stessi”. · Il non-fare dell’io personale interrompe il flusso della descrizione della nostra persona, ci liberiamo dall’incantesimo dell’ego, che continua a farci credere di essere lui a costruire la nostra unica realtà· Interrompere il flusso della descrizione è una porta verso la libertà ed i cambiamento:possiamo reinventare noi stessi!· Ogni automatismo è per gli stregoni un fare; il non-fare significa invece evitare consapevolmente tutti gli automatismi, interrompendo queste sequenze e permettendo a sé stessi di fare nuove esperienze e riacquistare vera spontaneità.· Evitiamo fin dal mattino di cadere nella catena di automatismi e nella trance della quotidianità: ci si deve affidare soprattutto ala nostra fantasia· Il non-fare ci dà sempre forza perché allenta la fissazione del punto di assemblaggio ed attiva nuovi campi energetici· Il non-fare distoglie la nostra percezione dallo specchio dell’autocontemplazione per rivolgerla di nuovo verso il mondo· Nel non-fare dobbiamo semplicemente comprendere al di là dell’intelletto razionale, che le nostre sensazioni si basano su convenzioni arbitrarie, che possono benissimo essere sostituite · I non-fare dell’Io personale: strategia dello stregone per entrare nella realtà separata

A scuola dallo stregone - una via yaqui alla conoscenza (ed. Astrolabio) è il primo libro di Carlos Castaneda. L'autore, narra di come nell'estate del 1960, quando ancora era studente di Antropologia, si imbatte in don Juan ed inizia con lui un lungo apprendistato. Fin dalle prime battute ci troviamo di fronte ad un uomo estremamente pratico: allorché Carlos gli manifesta il desiderio di voler imparare tutto quello che può, il "vecchio indiano dai capelli bianchi" (è così che lo qualifica per la prima volta) gli fa subito notare che, sì, "la conoscenza è potere" ma che "il potere si basa sul tipo di conoscenza che si ha" aggiungendo: "che senso c'è nel sapere cose inutili?"(pag. 18 op. cit.). Queste parole, apparentemente banali, contengono già il senso, la direzione, la traiettoria degli insegnamente di don Juan: la via della conoscenza comporta la direzione della volontà verso un unico punto, e pertanto tutte le energie devono essere impiegate per la vera conoscenza. Conoscere non è sapere quanto più cose si può, ma sperimentare le cose essenziali della via della conoscenza e la conoscenza stessa. In Deuteronomio VI, 5 è detto: "Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze", e questo è un principio generale della ricerca: chi si lascia distrarre dalle sirene, perde la sua battaglia. Non per nulla don Juan dice a Castaneda che "un uomo va alla conoscenza come va alla guerra, vigile, con timore, con rispetto, e con assoluta sicurezza. Andare alla conoscenza o andare alla guerra in qualsiasi altro modo è un errore, e chiunque lo fa vivrà per rimpiangere i suoi passi" (Op. cit. pag. 42). Da queste ultime parole possiamo capire come don Juan, ad una via mistica, preferisca una via attiva, eroica: la via del guerriero. Ma come vedremo, tale via non è certo molto diversa dalla più sicura e lenta via mistica, perché vincere se stessi, combattere i propri vizi, sconfiggere il proprio ego è punto di partenza di entrambe le vie. Ed in fin dei conti chiunque vinca se stesso è un eroe, a prescindere dalla via impiegata. Né possiamo pensare che don Juan seguisse la via direttissima, quella che comporta l'uso di sostanze corrosive (droghe, sesso ecc.). Perché, come afferma lo stesso Carlos, la vita di gruppo che conducono i discepoli di don Juan (i toltechi) è molto casta e mira alla completa disintegrazione dell'ego, puntando alla vera essenza dell'uomo. Ed anche perché lo stesso don Juan afferma che l'uso di piante allucinogene non è necessario per acquisire potere e conoscenza, e che a Carlos le ha fatte provare per via della sua cocciutaggine. Né possiamo imputare agli scritti di Castaneda la marea di drogati che li hanno fraintesi: non hanno saputo cogliere il nocciolo degli insegnamenti toltechi. Come sappiamo tutti, la collera è uno dei problemi di più difficile gestione dell'uomo. Andiamo su di giri per un nonnulla. A questo proposito don Juan afferma che "si va in collera con le persone quando si pensa che i loro atti siano importanti" (pag. 59 op. cit.). Il tutto è ovviamente legato alla stima che ognuno ha di sé, ovvero alla stima di ciò che crede sia la sua vera natura: la maschera! A questo proposito, Carlos Castaneda, nel libricino Interviste a Carlos Castaneda - ed. Eretica-stampa alternativa, ci spiega come lui ed un'altra discepola di don Juan andassero in giro per la nazione a lavorare in incognito come persone di fatica presso locali pubblici notoriamente gestiti da cosiddetti piccoli tiranni, cioè gente estramamente prepotente, offensiva, arrogante, grazie ai quali è possibile sbriciolare il proprio ego. Se non è ascetismo questo! Ma torniamo alla conoscenza. Perché diventi di conoscenza un uomo deve "sfidare e sconfiggere" i suoi quattro nemici naturali: Paura, lucidità, potere e vecchiaia. Quando un uomo si mette sulla via della conoscenza scoprirà che presto i suoi pensieri entreranno in conflitto: quello che impara non corrisponde a quello che immaginava dovesse imparare, ed ecco che nasce la paura e con essa la fuga dai problemi. Per vincere la paura deve sfidarla senza fuggire. Ecco, però, che nel momento in cui vince la paura, compare il secondo nemico: la lucidità. Egli comincia a sentirsi sicuro di sé, sceglie cosa desiderare e come soddisfare tali desideri. Si sente una specie di superman e non dubita più di se stesso. Ciò lo porta ad agire sconsideratamente, e gli dà la convinzione di essere arrivato. Solo nel momento in cui capirà

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Nel suo ormai classico libro Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi (ed. Mediterranee), Mircea Eliade, nell'introduzione, dopo avere sottolineato come per uno psicologo o uno psichiatra uno sciamano presenti caratteristiche tipiche di psicopatologie a carattere isterico o epilettico, dice chiaro e tondo che "l'assimilazione dello sciamanismo ad una qualsiasi malattia mentale… sembra inaccettabile" (pag. 8 op. cit.). Nel capitolo Sciamanismo e psicopatologia, dopo avere riportato il parere di alcuni studiosi che credono esserci forti legami fra malattie mentali e sciamanismo, ribadisce quanto detto nell'introduzione dicendoci che "gli sciamani in apparenza tanto simili agli epilettici e agli isterici danno prova di una costituzione nervosa più che normale: essi riescono a concentrarsi con una intensità sconosciuta ai profani; resistono ai massimi sforzi; controllano i loro movimenti estatici, e così via" (Id. pag. 48). D'altro lato, in Psicopatologia generale di Karl Jaspers, numerose testimonianze di schizofrenici invitano a non escludere la possibilità che molti pseudo guru e pseudo mistici possano essere malati mentali. Per smascherarli basta un poco di buon senso ed una acuta osservazione del loro comportamento. Non basta leggerne gli scritti: il contatto personale è fondamentale. Tuttavia, quando da alcuni scritti straripa buon senso e moderazione, possiamo star certi di trovarci davanti a persone cosiddette "normali". Ci rendiamo anche conto che la normalità e la patologia a volte sono divise da una parete sottilissima, tuttavia, non avendo ancora conosciuto la mente umana al cento per cento, essendo tanti i misteri che circondano l'uomo e la sua vera essenza, è meglio essere cauti, e quando si scrive la parola "anormale" o "malato" è consigliabile concedere il beneficio del dubbio. Abbiamo iniziato con le suddette citazioni per una ragione semplicissima: il Don Juan di Castaneda, dal nostro punto di vista, è sia uno sciamano, cioè un uomo di potere, sia un maestro di spiritualità in senso lato. Egli è un uomo di profonda conoscenza, e per tutto quello che dice e fa, possiamo porlo nella categoria degli anti-psichiatri: mentre tutti gli studiosi della psiche cercano con ogni mezzo di preservare la maschera egoica di ogni loro paziente, Don Juan cerca con ogni mezzo di frantumare tale maschera, per condurre i suoi discepoli alla conoscenza della loro vera identità. Inquadrare don Juan nelle categorie della Etnologia, non è facile. Furio Jesi, nella sua introduzione a L'Isola del tonal di Castaneda, tenta di farlo, ma pur scomodando grandi pernsatori ("Ci si trova di fronte a uno stregone indio che parla come un discepolo di Heidegger… o come un imitatore di Kierkegaard … come un seguace di Dilthey…") non ci riesce. Né, a nostro parere, riesce ad inquadrare il lungo apprendistato di Carlos Castaneda ("Viene spontaneo pensare che Castaneda sia andato in cerca soltanto di quello che aveva già trovato… la propria asocialità tendenziale, il proprio tendenziale gusto del potere personale "). Non si possono liquidare i libri di Castaneda riducendo don Juan ad un briccone bugiardo e Carlos ad un assetato di potere personale. Al di là del fatto letterario non indifferente, al di là del folklore e del romanzo, c'è ben altro. Noi, attraverso una attenta lettura dei testi di don Carlos, tenteremo di conoscere don Juan, cercando di andare oltre la bricconeria e l'eventuale bugia. Cercheremo di capire se fra le pagine di Castaneda sono state nascoste perle di saggezza.

· Mira alla destrutturazione dell’ego individuale del guerriero ed alla sua visione ordinaria del mondo· Tre forme principali:usare la morte come consigliera(la morte non è la negazione della vita, ma la negazione dell’ego. La vita invece si sostiene con la morte) perdere l’importanza(destrutturate il proprio ego, smontarlo e fargli perdere la sua continuità)cancellare la storia personale(cancellare le azioni passate e le relazioni che abbiamo avuto con esse)· L’ego è solo una descrizione. Nient’altro. Parole, solo parole. Non ha una realtà specifica, la cui quasi-realtà deriva dalla nostra insistenza a comportarci come se fosse tale· Esistono una quantità enorme di azioni considerate impossibili in quanto non incluse nella descrizione. Il non-fare ci permette di scoprirle.Smettiamo di resistere al cambiamento· Dobbiamo cancellarci fino a diventare sconosciuti anche per noi stessi (don Juan). E’ il campo delle libertà !· I non-fare personalizzati: Tecniche fra le più potenti.(devastanti per l’ego personale) · Travestimenti ; cambiare facciata.Una grande forza di cambiare l’illusione, tale da sostituire completamente la realtà ordinaria· Solo quando l’ego si ferma prendiamo coscienza della nostra vera natura: siamo esseri luminosi, la cui energia può creare qualsiasi effetto e la realtà dell’ego è un’illusione· Questo tipo di non-fare deve essere completamente diverso da ciò che l’individuo conosce (mandare un manager famoso e chiedere l’elemosina, ecc).· Caratterizzarsi fino all’ultimo dettaglio sull’attività scelta (abiti, modo di parlare, ecc). praticare almeno 4 ore al giorno. Produrre un livello efficiente, interazione con il mondo quotidiano, non evitare persone conosciute, ecc……….Non informare amici e conoscenti di quello che stimo facendo. ________________________________________________________________ Importanza PersonaleUtilizziamo gran parte della nostra energia in attività relative all’importanza personale (molto di + della nostra vanità)L’importanza personale è la forma particolare in cui il nostro ego sistema e manipola la realtà, per autoaffermarsi e convincersi di essere taleE’ la difesa dell’ego Quanta energia consumiamo a difenderci, a curare la nostra immagine, per tentare di influire sull’opinione che gli altri hanno di noi? Per dimostrare che siamo + belli, + bravi, eccQuanta importanza ci diamo?E’ proprio i questo che rimaniamo incatenati, e dove perdiamo la maggior parte della nostra

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energia. Castaneda lo chiama “il riflesso di noi stessi”: l’immagine di noi stessi che cerchiamo di proiettare verso gli altriEstirpare o diminuire l’importanza personale, diventa uno degli obiettivi fondamentali del guerriero (in particolare del guerriero che pratica l’agguato)Risparmio di energia : il primo dei non-fare dell’io personale. Eliminare l’importanza personale è il compito principale del guerriero, perché in essa consuma la maggior parte della sua energia. A causa della nostra importanza personale impariamo a percepire il mondo in modo tale da sentire continuamente la necessità di difendere la nostra personaA causa della nostra importanza personale ci manteniamo incatenati al riflesso di no stessi e siamo costretti a cercare la conferma di questo riflesso negli altri E’ a causa dell’importanza personale che ci concentriamo ossessivamente sulle richieste dell’ego.E’ a causa dell’importanza personale se viviamo sempre esauriti, perché è da lì che sfugge la nostra energiaL’importanza personale è il trono e lo scettro del dittatore di ognuno di noi: l’ego ________________________________________________________________ La memoria del corpoIl non-fare della memoria : far ricordare il corpo attraverso le emozioni.La ricapitolazione è il non-fare della memoria Mentre la memoria ordinaria ha a che fare solo con i pensieri, la ricapitolazione è una memoria sensibile che ha a che fare con i sentimenti (è il corpo che ricorda e lo fa liberando i sentimenti che ha immagazzinato) Trascorriamo una gran parte del nostro tempo ricordando il passato: la maggior parte della gente è molto attaccata ala proprio passato Non ricordiamo fatti, ma interpretazioni: ci raccontiamo la storia mitica che l’ego ha sviluppato per giustificare sé stesso, nel suo tentativo di sviluppare sostanza.La ricapitolazione si occupa di un passato che continua a vivere dentro di noi, come un processo registrato dalla nostra persona presente, e che determina tutto quello che facciamo Ognuno di noi è legato ad altre persone, luoghi, oggetti, ecc. Tutti questi legami sono in realtà filamenti della nostra luminosità, che restano agganciati durante tutta la nostra vita

gente. Ma c’è un’alternativa. Noi non siamo solo i nostri ricordi, ognuno di noi, per il solo fatto di essere vivo, ha ancora in sé una parte dell’energia creatrice non ancora convertita in «cibo per l’aquila». Una delle tecniche descritte da Castaneda è la «ricapitolazione». In parole povere, si tratta di ripercorrere con la mente tutti gli attimi della propria vita, ricordandoli nei minimi dettagli. Ci vogliono anni per ricapitolare tutta la propria esistenza. Si comincia col fare un elenco di tutte le persone conosciute durante la vita, e poi una ad una le si passa in rassegna, cercando di ricordare col maggior dettaglio possibile tutti gli eventi vissuti. Questa tecnica veniva eseguita con una particolare forma di respirazione, che non sto qui a descrivere. Il punto è un altro. Il riesame di tutta la propria vita ha lo scopo di farci capire quale sia la nostra sintassi comportamentale, e soprattutto di farci accorgere di cosa ci sia dietro: il nostro ego, la nostra «forma umana». L’eliminazione dell’ego non blocca il processo di fabbricazione dei ricordi, ma qualcosa cambia. Non viene più utilizzata la stessa quantità di energia. I ricordi ci sono ugualmente, ma non più i «miei» ricordi, perché non c’è più un «io, me, mi». Sono dei ricordi e basta, e se fossero i ricordi di qualcun’altro non farebbe alcuna differenza. In questo modo, l’essere si spersonalizza. Non muore, o almeno vive molto più a lungo, ma non è più come prima. Vi è mai capitato di fare dei sogni lunghissimi per poi accorgervi di aver dormito solo pochi minuti? Esistono posizioni del punto di unione in cui il tempo scorre in modo differente rispetto al mondo «ordinario». Avendo padronanza dello spostamento del punto di unione («arte di sognare») e del suo mantenimento in una determinata posizione («arte dell’agguato»), si può allineare un nuovo mondo, ed esserci dentro in «carne ed ossa». Così facendo si potrebbe allungare la propria vita in modo indefinito. In molti libri di Castaneda si fa menzione di uno sciamano particolarmente abile in quest’arte, chiamato «lo sfidante della morte», il quale era riuscito a trasformare il suo essere in modo tale da essere in giro da centinaia (se non migliaia) di anni. Un’altra cosa emerge da questa visione della vita. Se dopo la morte non c’è niente, ogni istante della nostra vita, ogni nostra azione, anche la più stupida e frivola, assume una grande importanza. E questo si ricollega con gli insegnamenti di Gurdjieff, sulla necessità di essere «svegli» e presenti in ogni nostro gesto. In questa breve esposizione ho cercato di delineare per sommi capi molti concetti assai complessi, e devo dire che temo di dare una visione distorta di qualcosa di molto reale e importante. Nella mia vita ho cercato di procedere sulle orme di Castaneda, e ho fatto mie molte sue esperienze. Le esperienze nei sogni, con gli esseri inorganici (ne parlerò in un altro articolo), con la percezione, le ho avute personalmente. Non ho acquisito la facoltà di percepire direttamente l’energia così come fluisce nell’universo, ma questo non significa che non sia possibile. Per tutti coloro che volessero approfondire l’argomento, invito a leggere tutti i libri di Castaneda partendo dal primo. Castaneda ha impiegato una vita a ricordare tutti gli insegnamenti appresi da Don Juan, proprio perché venivano impartiti mentre il suo punto di unione era spostato su posizioni inconsuete (leggendo tutti i libri e tentando di costruire una sequenza cronologica degli avvenimenti, è evidente che non potevano essere stati vissuti in quell’arco di tempo). Leggendo i suoi ultimi libri (ad esempio Il lato attivo dell’infinito) ci si trova davanti ad un Castaneda molto più consapevole e maturo che non nei primi libri (ad esempio A scuola dallo stregone). Il rischio è di trovarsi ad affrontare un discorso già molto complesso. Il Don Juan di Castaneda

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Come avviene la percezione? Dalla fonte non emanano solo le uova luminose, ma anche delle grosse fasce di energia. Dei flussi di energia che si estendono ovunque, in ogni direzione. All’interno delle uova luminose c’è un punto che risplende maggiormente, e si trova più o meno nella stessa posizione in tutti gli esseri umani, una trentina di centimetri alle spalle della scapola destra, circa quindici gradi più in alto. In quel punto si «assembla» la percezione del mondo. Per questo veniva chiamato «punto di unione» o «punto di assemblaggio». La percezione si ha quando il punto di unione allinea le fibre luminose delle grandi fasce di emanazione dell’Aquila. In quel punto particolare, l’energia si traduce in fibre luminose, facendo sì che nascano i ricordi di un essere umano. Il punto di unione è solitamente reso fisso dalla consuetudine, perché nessuno ci ha mai insegnato a spostarlo. E nessuno ci ha mai insegnato perché spostarlo. Un movimento del punto di unione «allinea» nuove fibre di energia, e si percepiscono cose differenti. Di solito eventi traumatici sbalzano il punto di unione in una nuova posizione, per qualche tempo. In questo modo i nuovi ricordi appena creati vengono «immagazzinati» in una posizione non consueta, per cui quando il punto di unione ritorna al posto originale, dimentichiamo quanto accaduto. È questo il motivo per cui tendiamo a non ricordare gli eventi tragici e improvvisi. Le donne lo sperimentano all’atto del parto. Durante il parto, il punto di unione viene spostato inconsciamente a causa del dolore e della tensione. Sono momenti molto «forti», ma dopo qualche giorno la madre tende a dimenticare quanto ha vissuto, per poi ricordarsene al parto successivo. Questo è anche il motivo per cui nessuno di noi ricorda la maggior parte dei sogni avuti durante la notte. Durante i sogni il punto di unione si sposta, creando percezioni e ricordi in posizioni inconsuete, troppo lontane dalla nostra soglia di coscienza durante la veglia. Uno spostamento laterale e profondo del punto di unione porterà all’allineamento di mondi differenti, ma pur sempre umani (è quanto accade durante la maggior parte dei sogni comuni). Uno spostamento del punto di unione verso il basso, all’interno dell’uovo luminoso, può allineare modi di percepire non umani. Gli sciamani in grado di operare consapevolmente questo tipo di spostamento venivano chiamati «diableros». È proprio questo uno dei punti fondamentali. Tutto ciò che percepiamo è in qualche modo reale, ma al contempo non è la realtà. La realtà (in qualche modo è emersa in Matrix, anche se in forma distorta) è che tutti noi siamo delle bolle luminose «agganciate» a delle fasce di emanazione. Tutti gli esseri quindi (a parte la differenziazione tra organici e inorganici, che vedremo dopo) si differenziano non tanto per la dimensione dell’uovo luminoso, ma per la posizione del loro punto di unione. È questo il principio utilizzato da quegli sciamani in grado di assumere la forma di corvo, puma, orso. I diableros. Quando qualcuno di noi ha ricordi di altre vite, sta semplicemente allineando il suo punto di unione con parte di quelle fibre luminose che hanno composto il suo «bozzolo» all’atto della nascita. Gli sciamani distinguevano inoltre tra nagual e tonal. Il tonal rappresenta tutto ciò che costituisce il mondo ordinario degli uomini, e comprende le posizioni del punto di unione in cui si è ancora umani. Il nagual comprende tutto ciò che va al di là della dimensione umana della percezione. Una parte della percezione del nagual è raggiungibile attraverso una dura disciplina di controllo interiore ed eliminazione della mente egoica (considerata dagli sciamani una sorta di installazione estranea). La maggior parte del nagual non può essere conosciuta, né tantomeno intuita, essendo preclusa agli esseri umani. La visione di Castaneda è dunque assolutamente pessimistica? Messa in questo modo sembra non esserci scampo, si nasce, si vive, si muore, ed è finito tutto... In effetti è proprio così per la stragrande maggioranza della

Tutti questi filamenti rappresentano un peso enorme, che ci mantiene fissi nelle nostre vecchie abitudini e nel nostro vecchio modo di vivere ________________________________________________________________ L’Agguato L’agguato è il controllo strategico della propria condotta; il praticante l’utilizza per temprare il suo spirito, aumentare la propria energia e spingersi oltre i limiti della sua storia personale.Il termine agguato ci porta naturalmente nell’ambito della caccia: solo un guerriero può praticarlo in tutti gli aspetti della sua vita, trasformando ogni cosa in una preda, persino le sue debolezzeNell’osservazione del cacciatore non c’è spazio per il dialogo interno: si tratta di un puro e semplice osservareIl praticante dell’agguato agisce a partire da ciò che osserva e non da ciò che pensa, poiché i suoi atti sono motivati dalla strategia e non dai capricci dell’ego.L’agguato è osservazione, è il controllo strategico della propria condotta, è l’arte di fare di sé stessi la propria preda, è il modo più efficace per affrontare i problemi quotidiani e per ottenere uno spostamento del punto di unione, mantenendo sobrietà ed equilibrioPrecetti dell’Agguato: - Tutto quello che ci circonda + è un mistero imperscrutabile- Noi dobbiamo cercare di svelare i misteri, ma senza sperare di riuscirci mai- Un guerriero prende posto tra gli altri misteri e si considera uno di loro Principi dell’Agguato:Sta al guerriero scegliere il proprio campo di scontro - Abbandonare tutto quello che non è necessario- Pronto a battersi fino in fondo, in ogni momento- Rilassarsi, non avere paura di nulla. Solo così le potenze che ci guidano ci apriranno il cammino e ci aiuteranno- Quando sono di fronte a situazioni che non sanno controllare, i guerrieri si ritirano un attimo- I guerrieri comprimono il tempo. Anche un istante ha lasua importanza- Un cacciatore non si spinge mai in prima filaI quattro modi dell’Agguato - Essere spietato (non avere compassione di sé stessi, ne di tutto il resto) - Essere astuto (Sagacità più vicina all’intuizione che all’intelligenza)- Essere paziente (ogni cosa al tempo giusto ; pazienza ma attivi)

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- Essere gentile (non si prende troppo sul serio e sa ridere di sé stesso) (Il guerriero riesce sempre ad essere gentile ed affascinante) ________________________________________________________________ Le Emanazioni dell’Aquila: un universo di campi d’energiaCultura tolteca, precolombiana, maya Anche nello Yoga, Induismo o correnti orientali, la realtà è concepita come campi di energiaIl mondo non è fatto di oggetti così come lo vediamo, ma è fatto di campi di energia chiamate le ” emanazioni dell’Aquila”, che costituiscono l’unica realtà trascendentale Tali emanazioni sono raggruppate in grappoli o “fasce” che formano mondi indipendenti tra loro Don Juan parla di 48 bande di emanazioni, due solo delle quali sono percepibili dall’uomo nella realtà ordinaria (tonal); le altre sono percepibili solo dal lato del mistero (nagual) e si trovano al di là della banda dell’umanità Il Punto d’Unione, è quali emanazioni la nostra percezione seleziona “allineate”in quel momentoLa Posizione del Punto d’Unione è la posizione di alcune emanazioni specifiche all’interno della banda Un piccolo movimento del punto di unione, produrrà l’allineamento di emanazioni della banda dell’uomo che normalmente sono scartate.Castaneda vuole muovere deliberatamente il punto di unione per far uscire l’uomo dagli angusti limiti della percezione ordinaria _____________________________________________________________

Il Principe TirannoUna delle più raffinate tecniche dell’Agguato

non sia solamente il cieco, senza senso processo naturale descritto da Darwin, ma qualcos’altro di più mirato e intelligente che abbiamo appena iniziato a comprendere? Le ultime ricerche volte a scoprire la natura delle particelle elementari costituenti la materia hanno appurato che i più piccoli componenti sinora percepiti sono dei «quanti» vibrazionali. Piccole «vibrazioni» di energia. L’intuizione di Einstein, ossia che la materia è in realtà una manifestazione di energia, è pienamente dimostrata. Tutto ciò è però ormai risaputo, quello che molti non conoscono, tuttavia, è che qualcuno affermava la stessa cosa già molti anni fa, forse addirittura millenni... Non è facile riunire a riassumere in poche righe la visione dell’universo degli sciamani dell’antico Messico, rivelata al mondo dall’incredibile opera di Carlos Castaneda. Mi rendo conto che il tutto potrà apparire eccessivamente «alieno» rispetto a qualsivoglia visione dell’universo. Per questo motivo comprendo perché Carlos Castaneda, nel discorso introduttivo ad una conferenza, esortò il pubblico a sospendere per un attimo il giudizio, e a provare anche solo con la fantasia, a pensare a cosa sarebbe cambiato in ciascuno di loro se quanto detto fosse stato vero. Nei primi anni ‘60, il giovane studente di antropologia si recò in Messico per effettuare una ricerca universitaria sull’uso di piante allucinogene nelle pratiche rituali sciamaniche. Erano gli anni di Timothy Leary, il «profeta» dell’acido lisergico. Il «caso» volle che il giovane Castaneda si imbattesse proprio in uno dei depositari di una tradizione antichissima, tramandata da secoli. Lo sciamano, che assunse il nome di Juan Matus, utilizzando una facoltà extrasensoriale sviluppata durante tutta la sua vita, «vide» in Castaneda un essere dalla configurazione energetica tale da poter diventare il depositario della tradizione. E da quel famoso incontro in una stazione degli autobus in Messico ebbe inizio l’esperienza castanediana. La visione del mondo da parte degli sciamani del retaggio di Don Juan Matus era fondata non su presupposti ideologici di qualche tipo, ma sulla percezione e sperimentazione diretta di quanto descritto. L’universo è energia, un flusso ininterrotto di energia. Non ha mai avuto inizio, ma è passato, sta passando adesso, e passerà. La teoria secondo la quale l’universo ha avuto inizio, si espande per poi contrarsi nuovamente, ubbidisce alla sintassi umana comune, per cui un uomo nasce, vive per poi invecchiare e morire. Ma non è l’unica sintassi possibile. La fonte da cui tutto emana è un essere, ma per quanto infinito ed incommensurabile, non è pienamente autocosciente di sé, si evolve. Gli esseri viventi evolvono la loro coscienza ed esperienza vivendo e accumulando ricordi. La fonte si evolve assimilando in sé i ricordi e le esperienze di ogni essere vivente, all’atto della morte. La fonte viene percepita come un mare di fibre luminose ed energia, ed è infinita in ogni direzione (chiamato «oscuro mare della consapevolezza»). Ogni fibra luminosa è un ricordo, un attimo, una piccola percezione. Dalla fonte emanano continuamente delle piccole bolle, contenenti al loro interno una porzione di fibre luminose e di energia. Un nuovo essere è nato. Vivendo, ogni essere converte la parte di energia in fibre luminose, costruendo così nuovi ricordi. Quando un essere muore, la bolla si rompe, e le fibre luminose del suo essere ritornano alla fonte, disperdendosi come una goccia d’acqua nel mare. In questo modo la fonte si evolve, raggiungendo livelli di consapevolezza praticamente divini, ma in continuo divenire. La fonte veniva chiamata anche Aquila, dagli sciamani, perché a volte veniva percepita come un’entità titanica, con un punto molto più luminoso, in cui veniva «consumata» la coscienza di un essere vivente durante la morte. A loro ricordava il becco dell’aquila.

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In breve, la teoria di Strassman spiega le similitudini nelle “allucinazioni” dei volontari provenienti da tutto il mondo non con la visione semplicistica caldeggiata da Lewis-Williams (cioè che vediamo tutti le stesse cose perché abbiamo tutti la stessa neurologia) ma con il fatto che quando siamo in stati alterati di coscienza le nostre capacità neurologiche ci permettono di esplorare lo stesso universo parallelo – o universi – e incontrarne alcuni abitanti. Nello specifico, secondo la teoria è questo il motivo per cui incontri con teriantropi e con piccoli umanoidi grigi dagli enormi occhi neri sono molto frequenti tra i volontari – non perché il nostro cervello mette insieme in qualche modo identiche fantasie altamente immaginifiche, ma perché esistono veramente esseri che ci appaiono in queste strane e particolari forme negli universi paralleli che possiamo visitare in stati alterati. Una prova importante che documento approfonditamente in Supernatural attesta che i teriantropi e gli intelligenti e spesso malevoli esseri grigi che oggi chiamiamo “alieni”, non sono in realtà niente di nuovo – come conferma la loro presenza nell’arte rupestre. Da tempi immemorabili questi esseri vengono incontrati dagli sciamani di tutto il mondo nelle loro trance allucinatorie e anche da persone comuni – che non sono sciamani praticanti – in grado di entrare spontaneamente in stati alterati di coscienza, o attraverso la fame, o attraverso la deprivazione sensoriale, o attraverso l’assunzione di allucinogeni, o con uno degli altri mezzi a disposizione. Una volta raggiunti questi stati vedono gli stessi esseri viventi riportati dall’Università del New Mexico, ma interpretati in modo naturale secondo le preoccupazioni e l’immaginario prevalenti nel loro tempo e cultura. Noi li chiamiamo “alieni” e pensiamo ai “dischi volanti” non perché abbiamo le prove inconfutabili che siano davvero extraterrestri, ma perché nel nostro tempo l’umanità ha iniziato a esplorare lo spazio intergalattico. Nell’europa preindustriale erano conosciuti come “fate”, “elfi” e “gnomi” e nelle culture tradizionali che sopravvivono ancora oggi in alcune remote parti del mondo sono chiamati “spiriti animali”, gli “esseri di luce” e i malevoli demoni che gli sciamani incontrano quando entrano in trance e viaggiano fuori del corpo in reami paralleli. Nonostante le diverse etichette affibbiategli in diversi tempi e luoghi, ciò che cerco di dimostrare in Supernatural è che si tratta dello stesso fenomeno che si ripete da millenni e che la chiave per comprenderlo adeguatamente è nell’esplorazione razionale e pianificata degli stati alterati di coscienza attraverso i mezzi che ci ha fornito la natura e di cui gli sciamani fanno uso, per il bene dell’umanità da decine di migliaia di anni. In particolare, poiché sono stato scosso nel profondo dalle mie esperienze con l’ayahuasca e altri allucinogeni sciamanici, il libro esplora le straordinarie possibilità che riguardano l’origine della specie umana sollevate dal lavoro di Rick Strassman ma che molti scienziati non vogliono neanche prendere in considerazione e che lo stesso David Lewis-Williams scarta senza troppi scrupoli. Non potrebbe essere che il mondo spirituale e i suoi abitanti esistano davvero, che ci siano cose come i poteri soprannaturali e gli esseri non materiali e che la mente umana, in certe circostanze, possa essere liberata dal corpo e messa in grado di interagire e forse persino imparare da questi “spiriti”? Programma Umanità I nostri antenati potrebbero aver effettuato il loro gigantesco passo in avanti evoluzionistico degli ultimi 40.000 anni non solo a causa dei benefici effetti sociali e organizzativi dello sciamanesimo, o a causa dei poteri di espansione della mente delle droghe psicoattive, ma anche perché sono stati letteralmente aiutati e ispirati da agenti soprannaturali? I “soprannaturali” dipinti nelle grotte – e ancora accessibili oggi attraverso stati alterati di coscienza – potrebbero essere gli antichi maestri dell’umanità? Potrebbero essere stati loro a traghettarci nella nostra piena umanità? E potrebbe essere che la nostra evoluzione umana

Il principe tiranno è un “torturatore”, qualcosa che gli rende la vita impossibileE’ applicabile a qualunque situazione in cui la persona si trovi a dover sottostare a circostanze contrarie alla sua volontà, specialmente quelle in cui l’ego si sente colpito (situazioni di offesa, umiliazione, maltrattamenti, ecc) Tre tipi classificati generalmente:- Tiranni meschini (tolgono la vita alle loro vittime secondo il loro potere)- Piccoli tiranni meschini (tormentano e infliggono danni) - Insignificanti tiranni meschini(producono fastidi ed esasperazioni senza fine)Gli insignificanti tiranni meschini si dividono in 4 categorie: - Quelli che tormentano con brutalità e violenza- Quelli che tormentano creando insopportabile apprensione- Quelli che tormentano generando tristezza- Quelli che tormentano facendo infuriareTrasformare il rapporto con i Tiranni strategicamente: estremamente efficace a sradicare la nostra importanza personale Sono comunque persone in posizione di Potere, che fungono da prova per l’impeccabilità del guerriero. Sopportarli ci permette di smuovere il Punto d’Unione. Nei loro confronti occorre il Controllo, ossia affinamento dello Spirito ________________________________________________________________ Ritratto verbale: Utile per la preparazione ai diversi “non fare” dell’io personale.Ritratto scritto, il più fedele, onesto possibile, di noi stessi e del nostro modo di vivere, ma fatto in terza persona (come se si parlasse di un’altra qualcun altro)Nome, etàTratti fisiciModo di vestireModo di essere

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Stato di saluteLuoghi che frequenta, luoghi che evitaTipo di gente che frequenta, tipo di gente che evitaStati d’animo più comuniTipi di lavoro ed il lavoro che svolge attualmenteCaratteristiche della vita emotivaImmagine che proietta verso gli altriRoutines quotidianeRoutines interne e ripetizioni cicliche di esseModo di parlare e temi di conversazione preferitiLuoghi e modi in cui passa il tempo liberoModo in cui vive la sessualitàSituazione economicaMaggiori virtù, maggiori difettiLa migliori cose che ha fatto, le peggiori cose che ha fattoIl meglio che gli è capitato, il peggio che gli è capitato ________________________________________________________________ Le emanazioni dell’Aquila Tonal e NagualDa”L’Isola del Tonal” CastanedaIL TONAL ed il NAGUAL, sono l’unica vera dualità che sta alla base di tuttoTONAL: spazio in cui l’uomo si muove, include tutto quello che pensa e che fa. Tutto ciò di cui può pensare e parlare.Comprende tutta la gamma del conosciuto. Inizia con la nascita e termina con la morteNAGUAL: è tutto ciò che resta fuori dal Tonal ; è tutto lo spazio di mistero insondabile che circonda l’isola; non può essere compreso e verbalizzato, dato che la comprensione e la parola corrispondono al tonal Tutto accade nel Nagual, anche se noi percepiamo solo il TonalTonal e Nagual non sono solo aspetti del mondo esterno,ma si esprimono anche all’interno di ogni essere umanoConsapevolezza del lato destro (Tonal), consapevolezza del lato sinistro (Nagual), sognatore(tonal) e sognato (nagual)L’intera opera di Castaneda tende a risvegliare il lato sinistro dell’essere umano (consapevolezza dell’altro IO, o consapevolezza del alto sinistro)

giaguaro (o leone, o tigre, o leopardo). Il secondo importante punto in comune tra l’arte rupestre e i racconti dei volontari di questi esperimenti è l’incontro con piccoli umanoidi intelligenti e dalla pelle grigia con teste a forma di goccia ed enormi occhi scuri – il “classico” stereotipo alieno insomma – che li sottoponevano a strani esperimenti e che a volte secondo i volontari impiantavano loro oggetti di metallo o di cristallo nei loro corpi. In effetti, talmente tanti dei volontari utilizzati nello studio dell’Università del New Mexico hanno raccontato di esperienze con i “grigi” da spingere Rick Strassman a proporre una spiegazione radicalmente nuova del fenomeno “rapimenti alieni” che ricevette molta attenzione alla fine del secolo scorso. Oltre ad essere estraibile da un gran numero di piante che crescono in tutto il mondo, pochissime persone sanno che il DMT viene prodotto naturalmente in minuscole quantità dalla ghiandola pineale, nel cervello umano. La semplice ma trascinante spiegazione di Strassman è che le persone che credono di essere state addotte dagli alieni in realtà sono affetti da una sovrapproduzione di DMT nei loro cervelli che a volte raggiunge livelli allucinatori. E’ importante sottolineare, comunque, che considerando le cosiddette esperienze di rapimenti alieni come essenzialmente di origine allucinatoria, Strassman non sostiene in realtà che l’esperienza in sé stessa sia necessariamente “irreale”. Al contrario, le prove schiaccianti che emergono dal suo studio finanziato dal governo federale lo hanno condotto a riconsiderare la sua visione della realtà e a esplorare la possibilità che gli allucinogeni non interferiscono con il cervello creando false percezioni, come molti scienziati invece sostengono. Piuttosto, egli suggerisce che possano modificare le lunghezze d’onda di ricezione del cervello, permettendo di effettuare un contatto con “mondi invisibili e i loro residenti”, non raggiungibili nel normale stato di coscienza ma non di meno assolutamente reali. Tracciando un’analogia tra il cervello e un televisore, egli osserva che ciò che il DMT sembra fare non è semplicemente regolare la luminosità, il contrasto e il colore (cosa che si potrebbe dire dell’alcohol e di altre droghe non allucinogeniche), ma piuttosto rivolgere la nostra attenzione a un canale completamente nuovo: «Il programma che guardiamo non è più la realtà di ogni giorno, su Canale Normale. Il DMT permette regolarmente di accedere ad “altri” canali. Gli altri piani di esistenza sono sempre lì. In effetti, sono proprio lì, e trasmettono tutto il tempo! Ma noi non possiamo percepirli, perché il nostro cervello non è configurato per questo; il nostro hardware ci mantiene sintonizzati su Canale Normale. Ma ci vogliono solamente un secondo o due – i pochi battiti di cuore che ci vogliono per trasportare la “molecola spirito” (il DMT) sino al cervello e cambiare canale, e aprire la nostra mente a questi altri piani di esistenza. Come può accadere? Purtroppo sono in possesso di scarse conoscenze della fisica sottostante alle teorie degli universi paralleli e della materia oscura. Quello che so, tuttavia, mi fa pensare ad essi come possibili luoghi dove il DMT potrebbe portarci…». gli esseri osservati nelle visioni ayahuaschere sono molto simili ai cd.Alieni Grigi, e agli esseri dei graffiti rupestri degli sciamani australiani Wondjina Da sempre con noi

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possibilità che entità intelligenti immateriali possano esistere. Mi accorsi che questa spiegazione non mi bastava, con l’ispirazione dell’arte rupestre e la nascita delle religioni elegantemente spiegate attraverso la chimica, con le prime introspezioni spirituali dell’umanità ridotte a mere fenomenologie di processi biologici, con il sublime in questo modo messo efficientemente in ridicolo. Aver stabilito il ruolo delle allucinazioni nell’ispirazione dell’arte rupestre è una cosa – e David Lewis-Williams, secondo me, vi è riuscito perfettamente. Ma comprendere cosa sono realmente le allucinazioni e quale ruolo hanno nell’intero spettro dell’esperienza e del comportamento umano è completamente un’altra cosa. Le draconiane leggi antidroga introdotte negli Stati Uniti 40 anni fa e in seguito imitate dalla maggioranza degli altri Paesi hanno reso quasi impossibile agli scienziati di condurre una ricerca obiettiva con volontari umani sugli allucinogeni. Solamente due studi importanti sono stati permessi dagli anni ’60. Il primo di questi è lo sperimentale lavoro di laboratorio condotto negli anni ’90 dal dottor Rick Strassmann presso l’Università del New Mexico con il DMT (dimetiltriptamina) somministrato a volontati umani e pubblicato nel 2001. Il secondo è l’immensa ricerca fenomenologia sulle esperienze allucinatorie indotte dalla droga visionaria amazzonica ayahuasca pubblicato nel 2002 dal dottor Benny Shannon, professore di psicologia presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Le teorie scientifiche prevalenti, alle quali si allinea David Lewis-Williams, continuano a insegnarci che ciò che ci viene dato dalle allucinazioni non è altro che un miscuglio visionario creato dal nostro “cervello drogato” di eventi precedentemente soppressi dei nostri ricordi, esperienze di vita e retroterra culturali. Ma ciò che gli studi di Strassman e Shannon provano al di là di ogni ragionevole dubbio è che queste teorie non possono essere vere. Perché, mentre 10 persone diverse che assistono allo stesso evento nel “reale” mondo materiale di ogni giorno ne daranno 10 versioni dello stesso fatto, 10 persone differenti cui viene somministrata l’ayahuasca o il DMT tendono a descrivere strane visioni, suoni o esperienze molto simili tra loro e, cosa che ci dà ancor di più da pensare, parlano tutti di incontri con creature ultramondane molto simili tra loro che comunicano praticamente le stesse informazioni. E le scoperte di Strassman e Shannon non sono affatto un incidente isolato, almeno lo sono solamente per un periodo di tempo relativamente recente. Piuttosto, le stupefacenti coincidenze da loro rilevate servono solamente a rafforzare e confermare scoperte da lungo tempo ripudiate, operate da scienziati che hanno somministrato allucinogeni come il DMT, l’LSD, la mescalina e la psilocibina a volontari umani tra gli anni ’50 e i ’60. Anche queste prime ricerche, prontamente messe a tacere, ponevano una certa enfasi su sorprendenti e inspiegabili similitudini nelle esperienze raccontate dai volontari provenienti da paesi diversi e con retroterra culturali diversi. Rick Strassman Un televisore cerebrale Due di questi punti in comune colpiscono particolarmente perché identici a caratteristiche della tradizione dell’arte rupestre di tutto il mondo. In primo luogo, quasi tutti i volontari sia degli esperimenti più recenti che di quelli più datati hanno raccontato di aver incontrato esseri in parte animali e in parte umani – in altre parole teriantropi. Come nelle antiche pitture, ibridi rettili-umani erano particolarmente comuni, ma molto frequenti erano anche altri esseri composti come uomini con la testa di insetti o creature in parte umane in parte

Corpo energetico o Doppio (l’altro sé, l’altro): ogni individuo possiede un “gemello” energetico, che è l’esatto conglomerato di energia che conosciamo come il nostro corpo. Un legame eterico collega per tutta la vita il nostro sé e l’altro come un cordone ombelicale. Il corpo energetico ed il corpo fisico sono inseparabilmente uniti fino al momento della nascita. Il corpo energetico si sviluppa nel corso del tempo esattamente come la sua controparte fisica.Secondo Castaneda è possibile attirare a noi il nostro corpo energetico e mutarlo nel vero e proprio doppio, cioè la copia perfetta del nostro sé, tridimensionale e solida come il nostro corpo fisico, e che può prenderne il posto nella realtà quotidiana ed agirvi in vece sua. Per il raggiungimento della libertà totale ed il mantenimento della nostra consapevolezza oltre il limite della nostra esistenza fisica, ci serve l’aiuto del nostro doppio, che in effetti è parte integrante del nostro sé. per introdurre l'argomento vorrei citare le parole di un Nagual odierno originario della citta di teotihuacan Don miguel ruiz, nel suo libro i 4 accordi introduce molto bene e con parole molto semplici la saggezza tolteca a grandi linee, ne consiglio la lettura come primo approccio a questa antica saggezza, successivamente attraverso le opere di castaneda protremo avere un ulteriore approfondimento tratto da: Don Miguel Ruiz I QUATTRO ACCORDI Guida pratica alla libertà personale UN LIBRO DI SAGGEZZA TOLTECA EDIZIONI IL PUNTO D'INCONTRO I ToltechiMigliaia di anni fa, i Toltechi erano noti nel Messico meridionale come "uomini e donne di conoscenza". Gli antropologi li descrivono come una nazione o una razza, ma i Toltechi in realtà erano scienziati e artisti, che crearono una società volta a esplorare e conservare le conoscenze spirituali degli antichi. Maestri (nagual) e studenti toltechi si incontravano a Teotihuacàn, il sito di piramidi appena fuori da Città del Messico, il cui nome significa: "Luogo dove l'uomo diventa Dio". Nel corso dei secoli i nagual furono costretti a nascondere la sapienza ancestrale. La conquista europea, soprattutto, insieme ad un uso sbagliato del potere da parte di alcuni apprendisti, rese necessario difendere quella conoscenza da coloro che non erano preparati a usarla saggiamente o che avrebbero potuto servirsene per scopi personali. Fortunatamente, la conoscenza esoterica tolteca fu incarnata e trasmessa di generazione in generazione da vari lignaggi di nagual. Restò velata per centinaia di anni, ma esistevano antiche profezie che parlavano di un'epoca in cui sarebbe stato necessario restituire la conoscenza alla gente. Ora, don Miguel Ruiz, un nagual del lignaggio dei Cavalieri dell'Aquila, è stato guidato a condividere con noi i potenti insegnamenti toltechi. La conoscenza tolteca sorge dalla stessa verità unitaria che troviamo nelle tradizioni esoteriche di tutto il mondo. Non è una religione, ma onora tutti i maestri spirituali che hanno insegnato sul nostro pianeta. Tocca lo spirito, ma è più corretto definirla una via di vita, che si distingue per la rapida accessibilità alla felicità e all'amore. Introduzione Lo specchio affumicatoTremila anni fa, c'era un essere umano come voi e me che viveva vicino a una città circondata

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di montagne. Studiava per diventare un uomo della medicina. Voleva imparare la conoscenza dei suoi antenati, ma non era totalmente d'accordo con le cose che studiava. Sentiva nel cuore che doveva esserci qualcosa di più. Un giorno, mentre dormiva in una grotta, sognò di vedere il proprio corpo addormentato. Uscì dalla grotta in una notte di luna nuova. Il cielo era sereno e c'erano milioni di stelle. Poi gli accadde qualcosa che trasformò la sua vita per sempre. Si guardò le mani, sentì il proprio corpo e udì la propria voce dire: "Sono fatto di luce. Sono fatto di stelle". Guardò di nuovo le stelle e si rese conto che non sono le stelle a creare la luce, bensì è la luce che crea le stelle. "Tutto è fatto di luce", disse, "e lo spazio tra le cose non è vuoto". Seppe che tutto ciò che esiste è un unico essere vivente e che la luce è la messaggera della vita, perché è viva e contiene ogni informazione. Quindi si rese conto che, benché fosse fatto di stelle, lui non era le stelle. "Io sono ciò che è tra le stelle", pensò. Allora chiamò le stelle tonal e la luce tra le stelle nagual; seppe che ciò che crea l'armonia e lo spazio tra loro è la Vita, o Intento. Senza vita, il tonal e il nagual non potrebbero esistere. La vita è la forza dell'assoluto, è il supremo, il Creatore che crea ogni cosa. Ecco ciò che scoprì quell'uomo: tutto ciò che esiste è una manifestazione dell'essere vivente unico che chiamiamo Dio. Inoltre, arrivò alla conclusione che la percezione umana è luce che percepisce altra luce. Vide che la materia è uno specchio (ogni cosa è uno specchio, che riflette la luce e crea immagini di quella luce) e il mondo dell'illusione, il Sogno, è come fumo che non ci permette di vedere ciò che siamo veramente. "Il nostro vero sé è puro amore, pura luce", disse. Questa scoperta cambiò la sua vita. Ora sapeva chi era veramente e, guardando gli altri uomini e la natura restò stupito di vedere se stesso in ogni essere umano, in ogni animale, in ogni albero, nell'acqua, nella pioggia, nelle nuvole e nella terra. Vide che la Vita mescolava il tonal e il nagual in modi diversi, creando miliari di manifestazioni viventi. In quei pochi momenti comprese tutto. Era molto eccitato, ma il suo cuore era pieno di pace. Non vedeva l'ora di comunicare al suo popolo ciò che aveva scoperto. Ma non c'erano parole con cui potesse spiegarlo. Ci provò, ma gli altri non lo capirono. Potevano vedere che qualcosa in lui era cambiato, che i suoi occhi e la sua voce irradiavano bellezza. Notarono che non giudicava più nulla e nessuno e che era diverso. Quell'uomo capiva tutti, ma nessuno capiva lui. Credettero che fosse un'incarnazione di Dio. Lui sorrise e disse "E' vero, io sono Dio. Ma anche voi lo siete. Noi siamo la stessa cosa. Siamo immagini di luce. Siamo Dio". La gente però continuava a non capire. Aveva scoperto di essere uno specchio per gli altri, uno specchio in cui poteva vedere se stesso. "Tutti siamo specchi", disse. Vedeva se stesso in tutti, ma nessun altro vedeva se stesso in lui. Allora si rese conto che tutti erano immersi in un sogno, ma senza consapevolezza, senza sapere ciò che erano veramente. Non potevano vedersi in lui, perché tra gli specchi esisteva un muro di nebbia, composto dalle interpretazioni delle immagini di luce che costituivano il Sogno degli esseri umani. Allora seppe che presto avrebbe dimenticato ciò che aveva imparato. Tuttavia voleva ricordare le visioni che aveva avuto e si diede il nome di Specchio Affumicato, in modo da sapere sempre che la materia è uno specchio e il fumo che separa gli oggetti è ciò che ci impedisce di sapere chi siamo. Disse: "Io sono lo Specchio Affumicato, perché vedo me stesso in tutti voi, ma non possiamo riconoscerci a causa del fumo che ci separa. Questo fumo è il Sogno e lo specchio siete voi: i sognatori". E' facile vivere con gli occhi chiusi Senza capire nulla di ciò che vedi… John Lennon 1 ______________________________________ L'addomesticamento e il Sogno del PianetaCiò che state vedendo e udendo in questo momento non è altro che un sogno. In questo preciso momento state sognando, con il cervello in stato di veglia. Sognare è la principale funzione della mente: essa sogna ventiquattr'ore al giorno, sia quando il cervello è sveglio sia quando

Il mistero è nel fatto che il loro comportamento continuò a rimanere indietro rispetto al loro aspetto e alla loro neurologia moderna. Non mostravano segno di possedere una cultura, o credenze soprannaturali, o coscienza di sé, o alcun interesse nei simboli. In effetti, non vi era niente che li riguardasse che possiamo immediatamente identificare con “noi”. Ma, poco dopo i 40.000 anni fa, fu come se si fosse accesa una luce in una stanza buia e i reperti archeologici iniziano a mostrare opere d’arte bellissime e tecnicamente perfette dipinte sulle pareti delle caverne. Sorprendentemente, tutte queste diverse tradizioni artistiche, siano esse opera dei boscimani preistorici del Sudafrica di 10.000 anni fa, o i cacciatori-raccoglitori francesi di 32.000 anni fa, o gli aborigeni australiani di 20.000 anni fa, hanno molte caratteristiche in comune. Tra di esse ci sono curiosi disegni geometrici, sequenze di tratti e punti, linee ondulate e a zigzag e così via, disegnati praticamente nello stesso identico modo da cultura a cultura. Un altro notevole aspetto in comune è che tutte queste espressioni artistiche contengono rappresentazioni molto simili di esseri ovviamente “soprannaturali” il cui aspetto è una combinazione di caratteristiche umane e animali – come l’uomo dalla testa di coccodrillo della mia visione con l’ayahuasca in Perù – ad esempio rettili-umanoidi, esseri con il corpo umano e la testa di insetto, ed esseri che sono metà umani e metà felini. Tali ibridi, ampiamente rappresentati nell’arte antica non solo dell’Età della Pietra, ma anche in periodi molto più recenti, vengono chiamati tecnicamente teriantropi (dal greco therion, “animale”, e anthropos, “Uomo”). Un’altra categoria di esseri soprannaturali presenti in tutte le antiche espressioni di arte rupestre rappresentano piccoli umanoidi con gli arti corti, la testa a forma di goccia e gli occhi enormi e neri. Il professor David Lewis-Williams del Rock Art Research Institute della Witwatersrand University sudafricana, è il motore primo dietro una notevole teoria che cerca di spiegare queste somiglianze. Per farla breve, egli propone che gli artisti ampiamente separati sia nel tempo che nello spazio quali i cacciatori-raccoglitori dell’Europa di 35.000 anni fa e i boscimani preistorici del Sudafrica – ma anche artisti che ancora operano in seno alle culture sciamaniche sopravvissute sino a oggi in regioni remote come l’Amazzonia – hanno preso ispirazione per dipingere dallo stato di trance in cui erano entrati e dalle visioni che avevano avuto. Nonostante le molte differenze che ci si aspetterebbe, la loro arte ha così tanti elementi in comune perché tenterebbe di riprodurre il regno delle visioni e i suoi abitanti. Poiché condividiamo la stessa neurologia, Lewis-Williams sostiene che gli Uomini appartenenti a qualsiasi cultura vedono le stesse cose nei loro stati alterati di coscienza. Esperienze reali? Avendo messo alla prova profondamente la sua teoria nel mio libro Supernatural mi sono convinto che il professore sudafricano ha ampiamente ragione riguardo agli stati visionari, forse al principio indotti dall’ingestione fortuita di piante allucinogene, che avrebbero ispirato l’antica arte rupestre in tutto il mondo. E ha ragione anche nel sostenere che esaminando appropriatamente questi stati alterati di coscienza potremmo scoprire la sorgente delle prime idee religiose mai concepite dai nostri antenati. E’ esattamente a questo punto, tuttavia, che le mie idee divergono da quelle di David Lewis-Williams. Qualsiasi cosa abbiano visto gli artisti rupestri nelle loro trance, e non importa quanto devotamente abbiano creduto che ciò che avevano visto fosse vero, egli è fermo nella convinzione che l’intera ispirazione di 25.000 anni di dipinti rupestri dell’Alto Paleolitico consiste in niente più delle illusioni febbricitanti di una chimica del cervello disturbata – ossia, in allucinazioni. Nel suo Universo semplicemente non c’è posto, o bisogno, del soprannaturale, nessuno spazio per nessun tipo di Aldilà, e nessuna

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ponderato, un po’ sornione ma tuttavia non minaccioso. Che cos’era quella statua vivente, quell’essere di giada? La visione scomparve… Supernatural Supponiamo ci sia un portale segreto in ognuna delle nostre menti i quali, se riusciamo a trovarli, possono offrirci l’accesso a livelli di realtà non fisici paralleli, abitati da esseri “soprannaturali” intelligenti, pronti a insegnarci una conoscenza vitale per la nostra specie. E supponiamo che non sia un caso che l’evoluzione ci abbia fornito una varietà di tecniche per “trovare il portale segreto” per accedere alle straordinarie informazioni e agli strani incontri che si trovano appena dall’altra parte. Scoperte e usate da migliaia di anni dagli sciamani tribali per entrare in quelli che gli psicologi moderni chiamano “stati alterati di coscienza”, queste antiche tecniche comprendono la danza e le percussioni ritmiche, la privazione del cibo e altre privazioni fisiche, la tortura autoinflitta (come nel caso della Danza del Sole degli indiani del Nordamerica, ad esempio), e – di gran lunga la più comune ed efficace – l’uso di potenti piante allucinogene come la pozione dell’ayahuasca che io ho assunto per ben 11 volte in Amazzonia come parte della ricerca per il mio nuovo libro, Supernatural (in uscita in Italia per Corbaccio il 2 novembre). Un grande mistero avvolge la prima apparizione, tra i 40.000 e i 30.000 anni fa, di un comportamento umano riconoscibilmente “moderno”. E’ in quel periodo che i reperti archeologici iniziano a testimoniare il nostro improvviso e inspiegabile sviluppo – unica tra tutte le specie animali – della cultura e della religione, delle credenze nella vita dopo la morte, delle credenze in esseri non materiali come spiriti, demoni e angeli, delle mitologie elaborate, della coscienza di noi stessi e del nostro posto nello schema delle cose. Prima di questo, tornando indietro fino all’ultimo antenato in comune con lo scimpanzè, ci sono 7 milioni di anni di noia, con l’apparizione di creature – gli antropologi li chiamano ominidi – che ci assomigliano di volta in volta di più ma che non si comportano in modi che noi riconosciamo come caratteristici dell’Uomo. Tutti i reperti che testimoniano questo periodo ci danno essenzialmente l’immagine di un noioso e quasi ridicolo copia e ricopia degli stessi modelli di comportamento e degli stessi utensili rudimentali di pietra, senza cambiamenti o innovazioni, per periodi lunghi centinaia di migliaia o persino milioni di anni. Quando si verifica un cambiamento (nella forma di un utensile, ad esempio), esso costituisce un nuovo standard da copiare e ricopiare senza innovazioni per un ulteriore infinità di tempo, sino a quando avviene un altro piccolo cambiamento. Nel corso di questo processo, interminabilmente lento, vediamo contemporaneamenteil graduale sviluppo dell’anatomia umana in direzione della nostra forma attuale: la scatola cranica si allarga, le arcate sopraccigliari si riducono, la struttura ossea diventa più gracile – e così via. Circa 196.000 anni fa, e per alcuni anche molto prima, i nostri antenati avevano raggiunto la “piena modernità anatomica”. Ciò significa che erano in ogni modo fisicamente indistinguibili dagli Uomini moderni e, fatto cruciale, che possedevano lo stesso nostro grande cervello complesso. David Lewis Williams Un’evoluzione improvvisa e inspiegabile

dorme. La differenza è che durante la veglia esiste una struttura materiale che ci fa percepire le cose in modo lineare. Quando ci addormentiamo quella struttura scompare e il sogno ha la tendenza a cambiare continuamente. Gli esseri umani sognano tutto il tempo. Molto tempo fa, crearono un grande sogno esteriore, il sogno della società, o "sogno del pianeta". Si tratta del sogno collettivo costituito dall'unione di miliardi di sogni personali, che creano il sogno di una famiglia, di una comunità, di una città, di una nazione e infine quello di tutta l'umanità. Il sogno del pianeta comprende le regole della società, le sue credenze, leggi, religioni, le diverse culture e modi di essere, i governi, le scuole, gli eventi sociali e le vacanze. Nasciamo con la capacità di imparare a sognare e gli adulti ci insegnano a sognare nel modo in cui sogna la società. Il sogno esteriore ha una quantità di regole, perciò quando nasce un bambino agganciamo la sua attenzione e introduciamo poco alla volta queste regole nella sua mente. Il sogno esterno usa Mamma e Papà, la scuola e la religione, per insegnarci come dobbiamo sognare. L'Attenzione è la capacità di discriminare e di concentrarci soltanto su ciò che vogliamo percepire. Possiamo essere consapevoli di milioni di cose contemporaneamente, ma usando l'attenzione abbiamo la possibilità di mantenere in primo piano nella mente ciò che desideriamo percepire. Gli adulti, in passato, hanno agganciato la nostra attenzione, inserendo nella nostra mente le loro informazioni attraverso la ripetizione. Questo è il modo in cui abbiamo imparato tutto ciò che sappiamo. Usando l'attenzione, abbiamo appreso un'intera realtà, un intero sogno. Abbiamo imparato come comportarci nella società, in cosa credere e in cosa non credere, cosa è accettabile e cosa non lo è, ciò che è bene e ciò che è male, bello e brutto, giusto e sbagliato. Tutte queste conoscenze e concetti su come comportarci nel mondo erano già presenti quando siamo nati. A scuola, seduti al vostro banco, concentravate la vostra attenzione su ciò che diceva l'insegnante. In chiesa, l'attenzione era concentrata sulle parole del prete. Lo stesso accadeva con mamma e papà, o con fratelli e sorelle: tutti cercavano di agganciare la vostra attenzione. Tutti noi impariamo ad agganciare l'attenzione degli altri, sviluppando poi un bisogno che può diventare competitivo. I bambini competono per l'attenzione dei genitori, dei maestri, degli amici. "Guardami! Guarda cosa faccio! Ehi, sono qui!" Il bisogno di attenzione diventa molto forte e ci accompagna nell'età adulta. Il sogno esteriore ci insegna in cosa dobbiamo credere, a cominciare dalla lingua che parliamo. Il linguaggio è il codice che permette la comprensione e la comunicazione tra gli esseri umani. Ogni lettera, ogni parola di ciascun idioma rappresenta un accordo. Definiamo questa che state leggendo una pagina di un libro. La parola "pagina" è un accordo che comprendiamo. Una volta compreso il codice, la nostra attenzione è agganciata e l'energia si trasferisce da una persona all'altra. Quella di parlare la lingua del nostro Paese non è stata una scelta. Non abbiamo scelto neanche la nostra religione o i valori morali in cui crediamo: era tutto già lì prima della nostra nascita. Non abbiamo mai avuto la possibilità di scegliere neppure il più piccolo di questi accordi. Non abbiamo scelto neppure il nostro nome. Da bambini, non abbiamo avuto la possibilità di scegliere in cosa credere: ci siamo limitati a essere "d'accordo" con le informazioni ricevute dal sogno del pianeta attraverso altri esseri umani. L'unico modo di immagazzinare informazioni è per mezzo di un accordo. Il sogno esteriore può agganciare la nostra attenzione, ma se non siamo d'accordo non immagazziniamo le informazioni. Quando crediamo a ciò che ci viene detto si dice che abbiamo "fede". Avere fede significa credere in modo incondizionato. Questo è il modo in cui impariamo, da bambini. I bambini credono a tutto ciò che dicono gli adulti e la loro fede è così forte che il sistema di credenze controlla tutto il sogno della loro vita. Non abbiamo scelto quelle credenze, forse ci siamo addirittura ribellati a esse, ma non siamo abbastanza forti per poter avere successo nella nostra ribellione. Il risultato è la resa, che manifestiamo proclamandoci "d'accordo". Io definisco questo processo l'"addomesticamento" degli esseri umani. Attraverso di esso impariamo a vivere e a sognare. Durante il processo di addomesticamento, le informazioni passano dal sogno esterno a quello interno, creando il

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nostro sistema di credenze. Prima di tutto, al bambino vengono insegnati i nomi delle cose: mamma, papà, latte, bottiglia. Giorno dopo giorno, a casa, a scuola, in chiesa, alla televisione, ci dicono come vivere, quali comportamenti sono considerati accettabili. Il sogno esterno ci insegna in che modo dobbiamo essere umani. Per esempio ci formiamo una serie di concetti su ciò che significa "donna", o "uomo". Inoltre, impariamo a giudicare noi stessi e gli altri. I bambini vengono addomesticati nello stesso modo in cui addomestichiamo un cane o un gatto. Per insegnare a un cane a fare ciò che vogliamo, lo puniamo o gli diamo ricompense. Addestriamo nello stesso modo i figli che amiamo tanto: quando fanno ciò che mamma e papà dicono loro di fare, ricevono complimenti; in caso contrario, sono "cattivi". Ogni volta che andavamo contro le regole, da piccoli, venivamo puniti. Quando obbedivamo, ricevevamo una ricompensa. Tutto questo accadeva molte volte al giorno. Presto cominciammo a temere le punizioni e poi a temere anche di non ricevere la ricompensa. Per ricompensa intendo l'attenzione che ricevevamo dai nostri genitori, o da fratelli, insegnanti e amici. Così abbiamo imparato presto ad agganciare l'attenzione degli altri per procurarci la ricompensa. Essere ricompensati ci fa sentire bene e continuiamo a fare ciò che gli altri vogliono che facciamo. Tra la paura di essere puniti e quella di non ricevere la ricompensa, cominciamo a fingere di essere ciò che non siamo, soltanto per accontentare gli altri, per essere "bravi" secondo i loro standard. Cerchiamo di compiacere mamma e papà, gli insegnanti, i sacerdoti e così cominciamo a recitare. Fingiamo di essere ciò che non siamo per paura di essere rifiutati. Questa paura si trasforma nella paura di non essere abbastanza bravi e alla fine diventiamo ciò che non siamo. Diventiamo una copia delle credenze di nostra madre, di nostro padre, della società, della religione. Tutte le nostre tendenze normali vanno perdute nel processo di addomesticamento. Quando siamo abbastanza grandi per capire, impariamo a dire di no. Gli adulti dicono: "Non fare questo, non fare quello" e noi rispondiamo: "No!". Ci ribelliamo per difendere la nostra libertà. Vogliamo essere noi stessi, ma siamo piccoli e gli adulti sono grandi e forti. Dopo un po' di tempo cominciamo ad avere paura, perché sappiamo che ogni volta che faremo una cosa sbagliata saremo puniti. L'addomesticamento è così forte che a un certo punto della vita non abbiamo più bisogno di istruttori. Non c'è più bisogno che mamma, papà, la scuola o la chiesa ci dicano cosa fare. Siamo così ben addestrati che diventiamo noi stessi il nostro istruttore. Siamo diventati animali domestici e possiamo continuare da soli il processo, seguendo il sistema di credenze che ci è stato trasmesso e usando ancora il castigo e la ricompensa. Quando non seguiamo le regole imposteci dal nostro sistema di credenze, ci puniamo. Quando invece ci comportiamo da "bravi ragazzi", ci concediamo una ricompensa. Il sistema di credenze è come un Libro della Legge che governa la nostra mente. Qualunque cosa dica il Libro, quella è la nostra verità. L'accettiamo incondizionatamente, basando tutti i nostri giudizi sul Libro, anche quando si tratta di giudizi che vanno contro la nostra natura. Tutte le leggi morali, a partire dai dieci comandamenti, vengono programmate nella nostra mente durante il processo di addomesticamento. Uno alla volta, tali accordi entrano nel Libro della Legge e governano il nostro sogno. C'è qualcosa, nella nostra mente, che giudica tutto e tutti, persino il clima, il cane e il gatto. Il Giudice interiore usa il Libro della Legge per giudicare qualunque cosa facciamo o non facciamo, pensiamo o non pensiamo, qualunque emozione proviamo o non proviamo. Tutto vive sotto la tirannia di questo Giudice. Ogni volta che facciamo qualcosa che va contro il Libro della Legge. Il Giudice sentenzia che siamo colpevoli, che dobbiamo essere puniti e che comunque dovremmo vergognarci. Ciò accade molte volte al giorno, per tutti i giorni della nostra vita. Esiste un'altra parte di noi che riceve i giudizi e questa parte è la "Vittima". La Vittima si prende il biasimo, la colpa e la vergogna. E' la parte di noi che dice: "Povero me, non sono abbastanza bravo, non sono abbastanza intelligente o attraente. Non merito di essere amato.

Trackback (0) | Segnala | OKNOtizie | Facebook 29/01/2010LO SCIAMANESIMO E GLI ANTICHI MAESTRI DELL'UMANITA' di Graham Hancock L’utilizzo delle piante sacre avrebbe dato impulso alla nascita della coscienza nell’uomo che, grazie alle visioni da esse indotte, avrebbe guadagnato un’inesauribile fonte di ispirazione e conoscenza, veicolata dal contatto, che queste consentono, con entità spirituali. Graham Hancock, nel suo libro "SCIAMANI" ci offre il risultato delle sue ricerche. preparazione dell'ayahuasca,bevanda sacra peruviana La mia ultima sessione con l’ayahuasca in Perù è avvenuta con uno sciamano degli indiani Shipibo di nome Don Leonceo nel suo tambo nella giungla al di là di Iquitos. Oltre ai soliti ingredienti allucinogeni come le foglie di Psycotria viridis e le vinacce di Banisteropsis caapi, la sua ayahuasca contiene anche la datura, un’altra famosa pianta visionaria, e ha un sapore indicibilmente orrendo. Ho avuto una serie di piccole visioni, di sicuro non terrificanti. C’erano dei serpenti. Ho visto diverse volte una serie di file di piramidi verdi disposte in lunghe file rastremate. Mi sembrava di volare sopra queste strisce. Vedevo anche una sfera, un cubo e un triangolo e file di bocche di serpenti e alligatori piene di denti. Ma l’aspetto maggiormente memorabile delle mie visioni di quella notte si è sviluppato in quelli che mi sono sembrati appena alcuni secondi. Mi sembrava di essere in una stanza oscura con una porta aperta su un lato. La luce penetrava dalla porta e attraverso di essa potevo vedere un grande balcone, molto bello, che dava su quello che forse era un fiume molto ampio o un lago o persino il mare. Alla sinistra del balcone, proprio appena oltre la porta attraverso la quale stavo guardando, mi sono reso conto della presenza di una figura. Era una statua imponente, alta almeno 1,80 m e apparentemente scolpita da un unico pezzo di una pietra verde – forse giada. Lo scultore aveva riprodotto eccellentemente i dettagli delle vesti, della cintura e di qualcosa – forse una spada? – appesa ad essa. All’inizio la sorprendente scultura sembrava solo quello – un’innocua statua inanimata. Curioso di vedere di più, ho avvicinato il mio punto di vista per osservare il suo volto. Per mia somma sorpresa, la statua era per metà animale e per metà umana. Aveva il corpo di un uomo vigoroso e muscoloso ma la testa di coccodrillo, come Sobek, l’antico dio-coccodrillo egizio. E improvvisamente mi sono reso conto che era vivo – un essere vivente, un guardiano soprannaturale. A quel punto il suo sguardo girò verso di me per guardarmi, accorgendosi di me. Il suo sguardo era intelligente,

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nostra visione di esso, che è possibile sviluppare e trasformare in ispirante vivacità, oppure stagnare e atrofizzarsi nel pozzo nero del cinismo. I mezzi di informazione e altri strumenti di cultura sponsorizzati dalle aziende hanno un programma che inconsciamente perpetriamo quando ci adeguiamo alla loro visione del mondo. Le grasse menzogne che mandano avanti la pubblicità aziendale, come “la felicità e la soddisfazione nella vita dipendono dai prodotti che consumiamo”, ci legano a una visione del mondo basata sulla paura, materialista e centrata sull’avidità. I mezzi di comunicazione aziendale che consumiamo ogni giorno non ci offrono nessuna vera liberazione spirituale. Non c’è da stupirsi che gli antidepressivi siano la droga più comune nella nostra cultura. Dove possiamo rivolgerci per visioni di libertà e riflessi delle nostre più alte possibilità come specie? Non certo alla CNN. Io credo che oggi l’arte visionaria può offrire la “voce seppur flebile” della coscienza, che può aiutare la gente a svegliarsi dalla trance indotta dai mass media. Ci vuole un individuo impegnato, che vuole pensare per sé stesso e desidera allargare la propria visione del mondo, passando il tempo a contemplare l’arte visionaria e ad abbracciare l’immaginazione divina in essa riflessa, fonte di soluzioni creative per i nostri attuali e crescenti problemi. L’arte visionaria può essere uno specchio sacro che ci introduce al nostro potenziale non ancora sfruttato e in questo modo può catalizzare e convalidare il percorso della gente verso un futuro sostenibile e sano». The Chapel of Sacred Mirrors The Chapel of Sacred Mirrors è nata da una visione condivisa e simultanea che Alex e Allyson Grey hanno avuto durante la loro prima esperienza con l’MDMA. Al momento ospitata “temporaneamente” (per un certo numero di anni) a New York, l’attuale incarnazione della CoSM è intesa come una “brochure vivente” per l’eventuale struttura permanente della Cappella – che Alex vede come una struttura spiraloide o piramidale ritorta. E’ la sede di molti dei pezzi più artistici di Alex Grey, compresi i Sacred Mirrors, una serie di 21 immagini incorniciate, che consistono in 19 dipinti e due specchi incisi, che presentano un’immagine speculare a grandezza naturale di fronte agli spettatori, permettendo loro di identificarsi con l’arte e integrare la sua energia in loro stessi. L’anatomia di ogni immagine è ritratta con precisione, mentre gli elementi visionari permettono allo spettatore di vedere sé stesso come riflesso del divino; Gli Specchi Sacri sottolineano l’unità dell’esperienza umana al di là di tutte le divisioni raziali, di classi e di genere sessuale. Ecco come Alex Grey descrive la Chapel: «The Chapel of Sacred Mirrors (CoSM) è stata creata per fornire uno spazio al rinnovamento spirituale attraverso la contemplazione dell’arte trasformativa. Ci sono ritratti devozionali del viaggio umano dalla nascita alla morte, con l’amore e il rapporto, la creatività, l’illuminazione e l’attivismo sociale come paradigmi dello sviluppo della narrativa iconica. La Chapel toglie via i nostri strati accumulati di separazione, mostrando che siamo tutti fatti dello stesso sangue, interiora e polvere cosmica. Per le persone ricettive, l’arte mistica può aiutarli a catalizzare il loro cammino creativo e spirituale. La CoSM ha già iniziato ad essere un centro culturale e spirituale. La nostra comunità in evoluzione usa lo spazio per eventi come workshop sull’arte visionaria, una statua alla geometria sacra della Chapel of Sacred Mirrors e architettura sacra, riunioni mensili con la luna piena e film, musica e serate di poesia – tutto inteso all’ispirazione. Siamo molto eccitati per l’apertura e per ricevere visitatori». La Chapel of Sacred Mirrors è il grande sogno di Alex Grey, ed è supportata unicamente da donazioni caritatevoli della comunità. Si può sostenere il suo sforzo facendo una donazione alla CoSM, o effettuando acquisti dal sito di e-commerce della CoSM (www.cosm.org). 10:55 Scritto da : mikeplato in Tradizione sciamanica | Link permanente | Commenti (0) |

Povero me". Il grande Giudice è d'accordo e dice: "Sì, non sei abbastanza bravo". Tutto questo è basato su un sistema di credenze che non abbiamo mai scelto. Si tratta di convinzioni così forti che anche da adulti, quando incontriamo nuovi concetti e cerchiamo di decidere da soli, scopriamo che il sistema di credenze controlla ancora la nostra vita. Qualunque cosa vada contro il Libro della Legge, ci fa provare una strana sensazione a livello del plesso solare: la paura. Infrangere le regole apre le ferite emotive e per reazione creiamo un veleno emozionale. Poiché tutto ciò che dice il Libro deve essere vero, ogni cosa che sfida ciò in cui crediamo ci rende insicuri. Anche se il Libro della Legge sbaglia, ci fa comunque sentire "sicuri" Per questo c'è bisogno di grande coraggio per sfidare le nostre convinzioni. Anche se sappiamo di non averle scelte, le abbiamo accettate per molto tempo. L'accordo è così forte che nonostante ne comprendiamo la falsità, proviamo vergogna e senso di colpa ogni volta che agiamo contro le regole. Proprio come il governo ha un codice di leggi che governa il sogno della società, il nostro sistema di credenze è il Libro della Legge che governa i nostri sogni personali. Tutte queste leggi esistono nella nostra mente, crediamo in esse e il Giudice interiore basa tutto su tali regole. Il Giudice condanna e la Vittima si prende la colpa e il castigo. Ma chi dice che c'è giustizia nel sogno? La vera giustizia è pagare solo una volta per ogni errore. L'ingiustizia invece è pagare più di una volta per ciascuno sbaglio. Quante volte paghiamo per un errore? La risposta è: migliaia di volte. L'uomo è l'unico animale che paga mille volte per lo stesso errore. Noi abbiamo molta memoria. Commettiamo un errore, ci giudichiamo, ci troviamo colpevoli e ci puniamo. Se esistesse la giustizia, questo sarebbe abbastanza. Ma ogni volta che ricordiamo quell'errore, ci giudichiamo e ci puniamo di nuovo. Se abbiamo una moglie, o un marito, lui o lei ci ricorda il nostro errore e così possiamo tornare a giudicarci e trovarci di nuovo colpevoli. E' giusto questo? Quante volte facciamo pagare lo stesso sbaglio al nostro coniuge, ai nostri figli o ai nostri genitori? Ogni volta che ricordiamo quell'errore, li incolpiamo di nuovo, inviando loro tutto il veleno emotivo che produciamo pensando a quell'ingiustizia. Dopodiché li facciamo pagare di nuovo per lo stesso errore. Questa è giustizia? Il Giudice interiore sbaglia, perché il sistema di credenze, cioè il Libro della Legge, è tutto sbagliato. L'intero sogno è basato su leggi false. Il novantacinque per cento delle convinzioni immagazzinate nella nostra mente sono menzogne e noi soffriamo perché le crediamo vere. Nel sogno del pianeta è normale per gli uomini soffrire, vivere nella paura e creare drammi emozionali. Il sogno esterno non è piacevole. E' un sogno di violenza, di paura, di guerra e di ingiustizia. I sogni personali variano, ma a livello globale si tratta più che altro di un incubo. Se guardiamo la società umana, vediamo un luogo in cui è molto difficile vivere, perché è governato dalla paura. In tutto il mondo vediamo sofferenza, rabbia, vendetta, dipendenza, violenza nelle strade e tremende ingiustizie. La paura forse esiste a livelli diversi in paesi diversi, ma globalmente controlla il sogno esteriore. Se paragoniamo il sogno della società umana con la descrizione dell'inferno propagandata da tante religioni, scopriamo che si somigliano moltissimo. Le religioni dicono che l'inferno è un luogo di castigo, di paura, dolore e sofferenza, un luogo in cui siamo consumati dal fuoco. E che è generato dalle emozioni basate sulla paura. Ogni volta che proviamo rabbia, gelosia, odio o invidia, sentiamo un fuoco bruciarci dentro. Viviamo in un sogno infernale. L'inferno è intorno a noi. Ci raccontano che se non ci comportiamo come dovremmo andremo all'inferno. Che novità! Ci siamo già, all'inferno, noi e le persone che ci dicono queste cose. Certo, gli altri possono gettarci in un inferno più grande, ma solo se permettiamo loro di farlo. Ogni essere umano ha il proprio sogno personale, spesso governato dalla paura così come il sogno della società. Impariamo a sognare l'inferno durante la vita. Le stesse paure si manifestano in modi diversi per ogni persona, ovviamente, ma tutti sperimentiamo rabbia, gelosia, odio e invidia. Il nostro sogno

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personale può anche diventare un incubo senza fine, fatto di paura e sofferenza. Ma non è necessario vivere in un incubo. Possiamo anche fare un sogno piacevole. Tutta l'umanità è alla ricerca di verità, giustizia e bellezza. Cerchiamo eternamente la verità perché crediamo soltanto nelle menzogne che abbiamo immagazzinato nella nostra mente. Cerchiamo la giustizia perché nel nostro sistema di credenze non c'è giustizia. Cerchiamo la bellezza perché per quanto bella possa essere una persona, non crediamo che lo sia. Continuiamo a cercare e a cercare, quando tutto è già dentro di noi. Dovunque guardiamo, c'è solo verità, ma non possiamo vederla a causa degli accordi e delle credenze immagazzinate nella nostra mente. Non vediamo la verità perché siamo ciechi. Ciò che ci rende ciechi sono le false credenze. Abbiamo bisogno di avere ragione e di dimostrare che gli altri si sbagliano. Ci fidiamo di ciò in cui crediamo e ciò in cui crediamo è la causa delle nostre sofferenze. E' come vivere in una nebbia che non ci lascia vedere oltre il nostro naso. E non si tratta neppure di una nebbia reale. La nebbia è un sogno, il nostro sogno personale della vita, ciò che crediamo, i nostri concetti, tutti gli accordi che abbiamo preso con altre persone, con noi stessi e anche con Dio. Tutta la nostra mente è una nebbia che i Toltechi chiamano mitote. La mente è un sogno in cui migliaia di persone parlano allo stesso tempo e nessuno capisce ciò che dicono gli altri. Questa è la condizione della mente umana: un grande mitote, nel quale è impossibile vedere chi siamo veramente. Non riusciamo a vedere che non siamo liberi. Questo è il motivo per cui gli esseri umani resistono alla vita. La più grande paura umana non è morire, ma essere vivi. La nostra più grande paura è correre il rischio di vivere e di esprimere ciò che siamo realmente. Abbiamo imparato a vivere secondo il punto di vista di altre persone, per timore di non essere accettati e di non essere abbastanza bravi secondo gli standard di qualcun altro. Durante il processo di addomesticamento, ci facciamo un'idea di cos'è la perfezione, per poi cercare così di essere "bravi". Creiamo un'immagine di come dovremmo essere per farci accettare da tutti. Cerchiamo soprattutto di compiacere coloro che ci amano: mamma e papà, fratelli e sorelle maggiori, preti e insegnanti. Cercando di essere all'altezza delle loro aspettative, creiamo un'immagine di perfezione, ma non si tratta di un'immagine reale. Non saremo mai perfetti, in questo modo. Mai! Non potendo essere perfetti, rifiutiamo di accettarci. Il livello di rifiuto di sé dipende, per ciascuno di noi, da quanto successo hanno avuto gli adulti nello spezzare la nostra integrità. Dopo essere stati addomesticati, non si tratta più di essere abbastanza bravi per qualcun altro. Non siamo mai abbastanza bravi per noi stessi, perché non siamo all'altezza dell'immagine perfetta che abbiamo creato. Non possiamo perdonarci di non essere ciò che vorremmo essere, o meglio ciò che crediamo di dover essere. Non possiamo perdonarci di non essere perfetti. Non siamo la persona che secondo noi dovremmo essere e allora ci sentiamo falsi, frustrati e disonesti. Cerchiamo di nasconderci, fingendo di essere ciò che non siamo. Il risultato è una mancanza di autenticità, che ci spinge a indossare maschere sociali per evitare che la nostra falsità venga a galla. Ci terrorizza l'idea che qualcuno noti che non siamo ciò che fingiamo di essere. Giudichiamo anche gli altri secondo la nostra immagine di perfezione e naturalmente nessuno è mai all'altezza delle nostre aspettative. Ci disonoriamo per compiacere altre persone. Danneggiamo persino il nostro corpo fisico, per essere accettati dagli altri. Molti adolescenti si drogano soltanto per non essere rifiutati da altri adolescenti. Non si rendono conto che il problema sta nel fatto che non accettano se stessi e non si accettano perché non sono ciò che fingono di essere. Vorrebbero essere in un determinato modo, ma non lo sono e per questo provano vergogna e sensi di colpa. Gli esseri umani si puniscono continuamente per tale motivo. Si fanno del male e si lasciano fare del male dagli altri. Ma nessuno, in nessun caso ci fa più male di quanto ce ne facciamo da soli. Sono il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze che ci spingono a comportarci così. Certo, troviamo persone che sostengono di aver subito violenze dal padre, dalla madre, dal marito o dalla moglie, ma sappiamo bene che noi ci facciamo più male di quanto ne abbiamo ricevuto

sottostante all’esperienza psichedelica?«Naturalmente. Io sono un mistico psico-chimico che vede un’unità sottostante nel senza tempo oggi condiviso e alla base di tutte le religioni e i fenomeni visionari del mondo. Possiamo prendere ad esempio il viaggio di Maometto nel Settimo Cielo. Quella era un’esperienza visionaria. Oppure possiamo prendere ad esempio l’Annunciazione o la Trasfigurazione, e forse persino la Resurrezione. C’è anche il pantheon tibetano dei Buddha del Mondo più Alto. La Torah è piena di mistici ebraici come Ezechiele che vedeva ruote di fuoco o Mosè che aveva contemplato il cespuglio che brucia. Ti viene in mente una religione che non sia visionaria? Tutte le religioni a cui riesco a pensare provengono dall’esperienza mistica, il contatto diretto con il divino di qualche leader carismatico. Credo davvero che alcune persone siano più inclini alle esperienze visionarie di altre. E’ nostra intenzione, condivisa da molti, rivisitare l’esperienza religiosa primaria e “l’aldilà dentro di noi”. Lo stato visionario è sicuramente alla base della Chapel of the Sacred Mirrors, a prescindere da come questo stato venga raggiunto». Hai avuto quest’esperienza che ti ha cambiato la vita facendo uso di LSD, che è certamente un allucinogeno che si presta in senso temporale alla contemplazione e all’integrazione dell’esperienza. Vedi un valore simile nell’esperienza del DMT fumato, o è meglio assumerlo attraverso il viaggio sciamanico dell’ayahuasca?«Tutte e tre le esperienze sono valide. Il DMT fumato è una sorta di bungee jumping psichico. Rimbalzi in un’altra dimensione, a volte andando molto a fondo molto velocemente. Tuttavia, una prolungata immersione nell’influenza del DMT attraverso l’ayahuasca può catalizzare alcune delle più intensamente belle esperienze visionarie, e ha metà della durata di una tipica esperienza sotto acido. L’acido è meraviglioso perché è facilissimo da consumare e perché Allyson lo adora e con l’LSD abbiamo avuto alcuni dei più profondi soggiorni sacramentali della nostra vita. Detto questo, l’integrazione dell’esperienza è divenuta una delle sfide fisse nella mia arte – trovare diversi metodi per evocare la radiosità dei reami visionari attraverso la pittura, un mezzo con una grande storia nella cultura umana. Da circa 18.000-40.000 anni gli umani dipingono immagini. E’ una delle caratteristiche che differenziano gli esseri umani dagli altri animali. L’integrazione dell’esperienza enteogenica, secondo quanto ho provato io stesso, avviene dopo che l’effetto della droga è svanito e il lavoro va a manifestare nuove intuizioni nella propria vita creativa». Ho sentito di diversi paragoni tra il viaggio del DMT e il lavoro di un altro artista visionario, M.C. Escher – dalle “figure impossibili”, per le quali è famoso, ai suoi motivi a tasselli e persino immagini di “elfi”. Rick Strassman nel suo libro parla di produzione endogena di DMT – potrebbe parlarsi di flash da DMT endogeno nel caso di Escher?«Escher non ha mai detto di essere un mistico, ma ha sicuramente parlato di alcune strane e misteriose visioni che ha avuto, com’è evidente dalla sua arte. Credo che sia possibile che Escher avesse flash da DMT endogeno, perché c’è sempre una componente psicochimica a ogni esperienza mentale, è così che funziona il cervello. Il DMT è sempre presente nel nostro cervello, come sappiamo tutti. Le sostanze neurochimiche formano un mosaico con le nostre onde cerebrali nell’esperienza mistica e danzano all’incomprensibile coscienza che dà energia all’Universo». Tu sostieni che l’arte abbia il potenziale di cambiare l’umanità e il nostro futuro. In che modo credi che l’arte visionaria sia in grado di realizzare ciò?«Noi spesso dimentichiamo che ciò che conosciamo del mondo dipende interamente dalla

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torto o a ragione – in qualche modo come l’alfiere dell’uso degli allucinogeni. Tu hai anche una relazione familiare molto forte con tua moglie Allyson e tua figlia Zena. Come riesci a integrare l’uso di allucinogeni con l’educazione di una figlia e il mantenimento di un rapporto sano con la famiglia, considerando in primo luogo che stai conducendo uno stile di vita “da apostata” rispetto alla norma sociale e poi il tuo personale senso di responsabilità in qualità di marito e padre?«Ho avuto la mia prima esperienza con l’LSD a casa di Allyson. Era la nostra prima sera insieme. Allyson era già un’esperta consumata. Credo che tu intenda per “apostata” che potrei aver rinunciato all’approccio convenzionale con i valori familiari, ma alcuni hanno descritto la mia opera come una specie di Norman Rockwell sotto acido. Il mio immaginario ritrae madre e figlio mentre si nutrono, si baciano, pregano, copulano – attività basilari per tutti gli esseri umani e per molti animali. La mia arte è convenzionale nel fatto che celebra cose semplici come l’amore e tenta di descrivere le dimensioni della compassione e dell’infinita coscienza emersa dal flusso evoluzionistico. Quindi ci sono elementi convenzionali e post-convenzionali nella mia pittura. Io e Allyson abbiamo sempre detto a Zena la verità come noi la vediamo. Non abbiamo mai avuto segreti riguardo all’uso di sostanze, ma abbiamo sempre solamente risposto alle domande che ci poneva, senza dirle di più di quello di cui aveva bisogno o che voleva sapere. Inoltre abbiamo sempre cercato di evitare di usare sostanze davanti a lei, perché non vogliamo mettere a rischio la sua sicurezza o metterla in imbarazzo con eventuali comportamenti inusuali. Inoltre, quando Allyson e io desideriamo condividere il sacramento abbiamo sempre preferito essere liberi dal maggior numero di responsabilità possibili, quindi in quel momento affidiamo Zena alle cure di altre persone. Zena adesso ha 17 anni e lascio che il suo giudizio parli per lei». Con la nuova generazione di artisti – come Luke Brown – sta iniziando a emergere l’influenza della tua arte e delle tue idee, anche grazie a Internet che sta mostrando la grande quantità di talento che c’è là fuori. Quali consigli daresti ai giovani artisti in termini di bilanciare lo sforzo artistico e il bisogno di sopravvivere nel mondo (ossia pagare le bollette), quando l’arte raramente paga, a meno che non si voglia perseguirla all’interno di una logica aziendale (ad esempio, con la grafica pubblicitaria)?«Sicuramente consiglierei ai giovani artisti di mettere la loro arte al primo posto. Mentre cercate un modo per pagare le bollette, rimanete il più vicino possibile alla vostra passione. Io mi sono dedicato all’illustrazione medica per 12 anni, e anche se odiavo farlo, mi è servito e ho imparato molte cose. In precedenza avevo dipinto case stregate nei luna park e cartelloni pubblicitari, e ho anche lavorato in una biblioteca dove passavo molto tempo a leggere libri sugli stati alterati e il paranormale. Ho lavorato con un team di ricerca che studiava gli effetti dei guaritori sui semi di mais e sulla planaria. Ho sempre passato molto tempo a dipingere le mie cose e in quel periodo dipingevo abbastanza. Allora non mi cercava nessuno per intervistarmi (scherzo). Non mi sento in grado di dire a nessuno come fare i soldi. Sicuramente non ho mai fatto nessuna delle cose che la gente mi ha detto per fare soldi con la mia arte. Quando frequentavo la scuola d’arte, un professore mi ha detto: “Alex, continua a fare quello che stai facendo, ragazzo mio, e un giorno dipingerai le copertine della Guida TV”. E’ allora che ho iniziato seriamente a pensare di lasciare la scuola d’arte, perché quello non era ciò che volevo diventare. Il proprietario di una galleria una volta mi ha detto di seguire la corrente piuttosto che dipingere come stavo dipingendo. Me lo ha detto con tutte le buone intenzioni». Una svolta nella tua vita è avvenuta quando tu e tua moglie Allyson avete avuto un’esperienza transpersonale sotto l’influenza dell’LSD, in cui entrambi avete visto il “lattice mentale” che connette tutte le persone. Questa esperienza ti ha convinto che ci fosse una realtà ontologica

da loro. Il metro con cui ci giudichiamo è il più rigido che esista. Se facciamo un errore davanti a dei testimoni, cerchiamo di nasconderlo. Ma non appena siamo soli, il Giudice ci fa sentire colpevoli, stupidi, indegni. In tutta la vita, nessuno ci fa più male di quanto ce ne facciamo da soli. Il limite di ciò che siamo disposti a sopportare è esattamente uguale a quello che tolleriamo dagli altri. Se qualcuno ci maltratta più di quanto noi ci maltrattiamo, in genere lo abbandoniamo. Se invece le violenze sono appena un po' al di sotto di tale limite, probabilmente continueremo a tollerarle all'infinito. Una persona che si stima davvero poco, può anche tollerare di essere picchiata, umiliata e trattata come spazzatura. Perché? Perché il suo sistema di credenze dice: "Me lo merito. Questa persona mi sta facendo un favore, restando con me. Non sono degno di amore e rispetto, non sono abbastanza bravo". Abbiamo bisogno di essere accettati e amati dagli altri, ma non possiamo amare e accettare noi stessi. Più ci amiamo, meno abbiamo bisogno di farci violenza. Le violenze che ci infliggiamo vengono dal fatto che rifiutiamo noi stessi e il rifiuto viene dal fatto di avere un'immagine di perfezione a cui non riusciamo mai ad avvicinarci. La ragione del nostro odio per noi stessi è la nostra immagine di perfezione, che è anche il motivo per cui non riusciamo ad accettare noi e gli altri per ciò che siamo e sono. Preludio a un nuovo sogno Avete stipulato migliaia di accordi con voi stessi, con gli altri, con il vostro sogno di vita, con Dio, con la società, con genitori, figli, coniugi. Ma gli accordi più importanti sono quelli presi con voi stessi, quelli in cui vi dite chi siete, quali emozioni provate, in cosa credete e come dovete comportarvi. Il risultato è ciò che definite la vostra personalità. In tali accordi dite: "Io sono così, credo nelle tali cose, posso fare questo ma non posso fare quest'altro. Questo è reale, quello è fantasia. Questo è possibile, quello è impossibile". Un solo accordo non è un grande problema, ma noi ne abbiamo moltissimi, che ci fanno soffrire e causano il nostro fallimento nella vita. Se volete una vita di gioia e realizzazione, dovete trovare il coraggio di rompere tali accordi basati sulla paura e reclamare il vostro potere personale. Gli accordi che provengono dal timore ci portano a disperdere una grande quantità di energia, mentre quelli basati sull'amore ci aiutano non solo a conservare l'energia, ma addirittura a incrementarla. Ciascuno di noi è nato con una certa quantità di potere personale, che ricostruiamo ogni giorno dopo aver dormito. Sfortunatamente, esauriamo tutto il nostro potere personale prima per creare tutti i nostri accordi e poi per mantenerli. Il risultato è che ci sentiamo impotenti. Ci resta appena potere sufficiente per sopravvivere di giorno in giorno, perché ne usiamo la maggior parte per mantenere gli accordi che ci tengono intrappolati nel sogno del pianeta. Come possiamo cambiare il sogno della nostra vita, se non abbiamo neppure abbastanza potere da cambiare gli accordi più insignificanti? Se il sogno della vostra vita non vi piace e se riuscite a vedere che sono gli accordi a governarvi, capirete che è necessario cambiarli. Quando vi sentirete finalmente pronti a farlo, dovete sapere che esistono quattro accordi potenti, che possono aiutarvi a rompere quelli basati sulla paura e a restaurare la vostra energia. Ogni volta che rompete un accordo, vi riappropriate di tutto il potere che avevate usato per crearlo. Adottando i Quattro Accordi, avrete abbastanza potere personale da cambiare l'intero sistema dei vostri vecchi accordi. Per adottare i Quattro Accordi c'è bisogno di una forte volontà, ma se riuscite a vivere secondo i loro precetti la trasformazione della vostra vita sarà impressionante. Vedrete svanire il dramma davanti ai vostri occhi. Invece di vivere in un sogno infernale, comincerete a creare il vostro sogno personale di paradiso. 2 ______________________________________ Il primo accordo Sii impeccabile con la parolaIl primo accordo è il più importante e anche il più difficile da mantenere. E' così potente che

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anche solo con la sua energia potrete raggiungere il livello di esistenza che io chiamo "il paradiso in terra". Il primo accordo dice: "Sii impeccabile con la parola". Sembra semplice, ma è estremamente potente. Perché le parole? La parola è il potere con cui create, è il dono che viene direttamente da Dio. Il vangelo secondo Giovanni, nella bibbia, parlando della creazione dell'universo dice: "In principio era il verbo e il verbo era con Dio e il verbo era Dio". Attraverso la parola si esprime il potere creativo. Attraverso di essa manifestiamo ogni cosa. Indipendentemente dal linguaggio che parliamo, il nostro intento si manifesta attraverso la parola. Ciò che sogniamo, ciò che proviamo e ciò che siamo realmente si manifesta attraverso la parola. La parola non è soltanto un suono o un simbolo scritto. E' una forza, è il potere di esprimere e comunicare, di pensare e quindi di creare gli eventi della nostra vita. Quale altro animale sulla terra può parlare? La parola è il più potente strumento a disposizione degli esseri umani. E' lo strumento della magia. Ma come una spada a doppio taglio, può creare un sogno magnifico, oppure distruggere tutto. Un filo della lama è la parola usata male, che crea l'inferno sulla terra. L'altro filo è la parola impeccabile, che crea bellezza, amore e il paradiso in terra. A seconda di come la usate, la parola vi renderà liberi o schiavi. Tutta la magia che possedete è basata su di essa. Ben usata, la parola è magia. Usata, male, è magia nera. Il suo potere è così forte che un asola parola può cambiare un avita, o distruggere quella di milioni di persone. Anni fa, in Germania, un solo uomo per mezzo delle sue parole manipolò un'intera nazione, trascinandola in una guerra mondiale. Convinse altri a commettere atroci violenze soltanto con il potere della parola. Attivò le paure della gente e a un tratto ci furono morte e guerra in tutto il mondo. Gli esseri umani si distruggevano a vicenda perché avevano paura gli uni degli altri. La parola di Hitler, basata su credenze e accordi generati dalla paura, sarà ricordata per secoli. La mente umana è come un terreno fertile in cui sono piantati continuamente dei semi, sotto forma di opinioni, idee e concetti. Piantate un seme, un pensiero e lo vedrete crescere. La parola è un seme e la mente è così fertile! L'unico problema è che è ricettiva soprattutto verso i semi della paura. La mente di ogni essere umano è fertile, ma soltanto per i semi che è preparata a ricevere. E' importante comprendere verso quali semi siamo ricettivi e preparare la nostra mente ad accogliere i semi dell'amore. Ricordiamo Hitler, che seminò la paura e la fece crescere grande e forte, ottenendo distruzioni incredibili. Poiché il potere della parole è enorme, dobbiamo stare attenti a ciò che lasciamo uscire dalla nostra bocca. Un timore o un dubbio piantato nella nostra mente possono creare un'infinita catena di eventi negativi. Le parole sono come incantesimi e gli esseri umani le usano per scopi di magia nera, gettandosi addosso a vicenda i loro sortilegi. Ognuno di noi è un mago, capace di imprigionare gli altri con i suoi incantesimi o di liberarli. Attraverso le nostre opinioni, lanciamo continuamente sortilegi. Un esempio: vedo un amico e gli comunico un'opinione che mi è appena passata per la mente: "Hmm… Hai un colorito che ho visto spesso in persone che poi si sono ammalate di cancro". Se lui ascolta le mie parole, ed è d'accordo con me, gli verrà un cancro in meno di un anno. Ecco il potere della parola. Durante il nostro addomesticamento, i genitori e i familiari ci sommergevano di opinioni senza neppure pensarci. Noi credevano alle loro parole e vivevamo temendo la loro opinione sul modo in cui nuotavamo, sulle nostre capacità sportive o scolastiche. Qualcuno dice: "Guarda quella ragazza, è proprio brutta!" La ragazza ascolta, crede a quell'opinione e cresce con l'idea di essere brutta. Non importa che sia bellissima. Finché crede in quell'accordo, crederà di essere brutta. Si trova sotto un incantesimo. Agganciando la nostra attenzione, la parola può entrare nella mente e cambiare le nostre credenze in meglio o in peggio. Un altro esempio: forse credete di essere stupidi e ne siete convinti da molto tempo. Si tratta di un accordo subdolo, che vi porta a fare una quantità di cose soltanto per confermarvi nell'idea che siete davvero stupidi. Agite in un certo modo, dopodiché pensate: "Devo proprio essere stupido, altrimenti non avrei agito così". La mente viaggia in centinaia di direzioni diverse e possiamo passare giorni interi ancorati soltanto alla convinzione della nostra

e ne pubblico l'intervista. Alex Grey Grazie per aver trovato il tempo per una veloce chiacchierata con noi, Alex. Molti hanno scoperto i tuoi lavori tramite le immagini apparse sulla copertina del disco dei Tool, Lateralus, e la grafica della copertina del libro di Rick Strassman, DMT: The Spirit Molecule, ma potrebbero non conoscere molto altro di te. Potresti darci una breve panoramica sul tuo interesse per l’arte, le tue influenze, i tuoi artisti preferiti e i tuoi progetti in corso?«Sono un artista mistico, ossia, ho sperimentato delle esperienze mistiche che hanno ispirato la mia arte a riflettere questa dimensione sacra. Sono molto influenzato da Michelangelo, William Blake e Ken Wilber. Ho studiato buddhismo per molti anni oltre al substrato mistico del pantheon della saggezza umana e divina. Non ho mai terminato gli studi di scuola d’arte e non ho alcun titolo di studio, anche se ho insegnato in alcune delle migliori scuole d’arte, il che mi dà un piacere perverso. Tengo dei workshop visionari con mia moglie, nonché compagna da 30 anni, Allyson (www.allysongrey.com), che è anche la madre della nostra unica figlia, Zena, che fa l’attrice (www.zenagrey.com). Abbiamo appena celebrato il primo anniversario della Chapel of Sacred Mirrors. La Chapel è un’installazione d’arte sperimentale che Allyson ed io e molti altri artisti abbiamo creato per ospitare l’arte e lo spirito degli Specchi Sacri. In questo momento sto lavorando a un ritratto del dottor Albert Hoffman, lo scopritore dell’LSD, per commemorarne il centenario della nascita. Egli è ancora vivo e sta bene e il suo compleanno verrà celebrato a Basilea con una conferenza sullo studio dell’LSD. Io e mia moglie saremo lì a gennaio». A proposito di allucinogeni, alla Mind States Conference di quest’anno hai tenuto un discorso sulla droga e l’arte, in cui hai parlato dei differenti temi ed emozioni espressi da vari artisti e la loro relazione con le droghe che usavano (compreso il caffè, l’alcohol, le anfetamine e gli allucinogeni). Se dovessi giudicare il tuo lavoro dall’esterno in questo contesto, cosa pensi che vedresti – sia in termini di droghe usate e di emozioni che emergono nella tua arte?«La mia impressione sarebbe: “Questo artista tramite gli acidi assunti ha penetrato il velo dell’illusione del mondo materiale ed ha trovato una sorta di oro spirituale”». Quando hai parlato dell’alcohol alla Mind States Conference, hai detto che ha l’effetto di “allentare” i freni inibitori dell’artista. Credi che questo “allentamento” – non solo attraverso l’alcohol, ma anche con altre sostanze – stia diventando sempre più frequente come reazione alla società moderna, dove il razionalismo e la logica sono le caratteristiche “premiate”, mentre la creatività e la libertà mentale non lo sono?«Credo tu ti stia riferendo alla reazione alle pressioni della vita moderna e l’uso di sostanze per sfuggire a queste pressioni. L’alcolismo esiste da quando esiste l’alcohol, che dissolve i confini, ma deprime la coscienza e uccide le cellule cerebrali. Le società, dalle culture indigene ai cittadini urbani postmoderni, hanno sempre cercato di raggiungere stati alterati di coscienza con mezzi come la meditazione, il girare su sé stessi, la danza estatica e ogni sorta di deprivazione, di cibo, di sonno, l’isolamento…». Parlando dei diversi modi di raggiungere uno stato alterato di coscienza, tu sei considerato – a

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L’ultima sfida Alla fine della vita di ogni essere umano l’Aquila reclama la consapevolezza che è stata elargita al momento della nascita. Quando muoiono, infatti, gli esseri umani entrano nell’Ignoto come consapevolezza incorporea che giunta dinanzi al “becco” dell’Aquila viene dissolta e divorata. Gli stregoni, che hanno esplorato l’Ignoto nel corso della loro vita, sviluppando al massimo grado la loro consapevolezza, hanno un’estrema possibilità: presentare all’Aquila il frutto della loro ricapitolazione, una sorta di duplicato della loro consapevolezza. Se questo pedaggio viene pagato l’Aquila permette loro di scivolare oltre e di continuare, senza perdere consapevolezza, il lungo viaggio nell’Infinito. Così, secondo il racconto di Castaneda, lasciarono il mondo don Juan e i guerrieri del suo seguito, permettendo a tutte le emanazioni dei loro bozzoli di allinearsi con le emanazioni esterne e di risplendere all’unisono nello splendore della consapevolezza. E’ il fuoco dal profondo, l’ultimo consapevole atto della vita di uno sciamano, l’epilogo vittorioso di tutte le sue battaglie. La battaglia per gli stregoni però non termina mai. Essi continuano la lotta per la consapevolezza in altri livelli di realtà, dove si può vivere e morire. Gli sciamani viaggiano nell’Infinito e questa terra non è altro che una tappa di questo viaggio. E’ l’universo stesso che consente allo stregone di trasformarsi in pura coscienza: il suo corpo diventa pura energia e, nella nuova forma, lo attendono nuove sfide. 19:54 Scritto da : mikeplato in Tradizione sciamanica | Link permanente | Commenti (2) | Trackback (0) | Segnala | OKNOtizie | Facebook 10/02/2010SPECCHI SACRI: L'ARTE VISIONARIA DI ALEX GREY Alex Grey è uno dei più conosciuti artisti visionari del mondo. A metà degli anni Settanta ha avuto una serie di esperienze mistiche enteogenicamente indotte che hanno profondamente trasformato la sua visione del mondo da un’esistenzialismo agnostico a un trascendentalismo radicale. Da allora ha dipinto alcuni esempi di arte sacra tra i più particolari e ispirati degli ultimi decenni. La sua arte ha impreziosito la copertina di Lateralus, disco della rock band alternativa Tool, e del libro di Rick Strassman, DMT: The Spirit Molecule. Il libro d’arte di grande formato di Grey, Sacred Mirrors: The Visionary Art of Alex Grey, ha venduto più di 100.000 copie, un numero sbaorditivo per un libro d’arte. Negli ultimi anni si è concentrato sulla creazione della Chapel of Sacred Mirrors (“Cappella degli Specchi Sacri”), una mostra a lungo termine di 50 dei suoi lavori di arte trasformativa che è stata inaugurata a New York nel 2004, città dove Alex vive con la moglie, la pittrice Allyson Grey, e la loro figlia, l’attrice Zena Grey. Non sono personalmente d'accordo sull'uso delle cd. "acque forti", ossia di sostanze che alterano il nostro usuale stato di coscienza. Credo che noi abbiamo i poteri e i talenti per ottenere queste visioni, evitando di fare il passo più lungo della gamba. Ho conosciuto alcune persone che hanno fatto multiple esperienze di "ayauaska", ma la loro consapevolezza e la loro evoluzione spirituale non è cresciuta che di un grammo. Dico sempre che se siamo pronti, se il nosto corpo astrale è pronto, il nostro Spirito ci concede esperienze significative, come è accaduto a me,suo indegnissimo servo, cui ha concesso di vedere cose che nemmeno gli ayauaskeri possono vedere. Il principio chiave è la pazienza, OGNI COSA A SUO TEMPO (libro di Qoelet). GRAAL=GRADAL=GRADUALE. Tuttavia non giudico Grey

stupidità. Poi un bel giorno qualcuno attira la vostra attenzione e attraverso la parola vi fa sapere che non siete affatto stupidi. Voi gli credete e stipulate un nuovo accordo. Come risultato, non vi sentirete più stupidi e non agirete come tali. Il potere della parola ha rotto l'incantesimo. Viceversa, se credete di essere stupidi e qualcuno colpisce la vostra attenzione e dice: "Sì, sei proprio la persona più stupida che abbia mai incontrato", l'accordo diventa ancora più forte. Adesso vediamo il significato del termine "impeccabilità". Impeccabile viene dal latino peccatus e il prefisso im significa senza. Impeccabile, quindi, significa "senza peccato". Le religioni parlano di peccati e peccatori, ma è importante capire cosa vuol dire in realtà peccare. Un peccato è qualunque cosa facciate contro di voi. Ogni cosa che credete o dite contro voi stessi è un peccato. Agite contro di voi quando vi giudicate o vi incolpate di qualcosa. Essere senza peccato è l'esatto opposto, significa non andare contro se stessi. Quando siete impeccabili, vi prendete la responsabilità delle vostre azioni, ma senza biasimarvi o giudicarvi. Da questo punto di vista, il concetto stesso di peccato esce dal campo morale o religioso e diventa semplice buonsenso. Il primo peccato e il peggiore, è quello di rifiutarvi. In termini religiosi, il rifiuto di sé è un peccato mortale, cioè un peccato che porta alla morte. L'impeccabilità, d'altra parte, porta alla vita. Essere impeccabile con la parola significa non parlare contro voi stessi. Se io vedo qualcuno per strada e lo chiamo stupido, sembra che stia usando la parola contro di lui, ma in realtà la sto usando contro di me: quella persona mi odierà per ciò che ho detto e il suo odio non mi farà certo del bene. Quindi, se mi abbandono all'ira e con le mie parole invio veleno emozionale verso altre persone, sto usando la mia parola contro di me. Se invece mi amo, esprimerò tale amore nelle mie interazioni con gli altri, il che vuol dire essere impeccabile con la parola, perché la mia azione produrrà una reazione dello stesso tipo. Se io vi amo, voi amerete me. Se vi insulto, mi insulterete. Se vi sono grato, anche voi proverete gratitudine per me. Se sono egoista con voi, sarete egoisti verso di me. Se uso la parola per gettare un incantesimo su di voi, riceverò un incantesimo da parte vostra. Essere impeccabili con la parola indica l'uso corretto dell'energia. Significa usare l'energia nella direzione della verità e dell'amore di sé. Se prendete con voi stessi l'accordo di essere impeccabili con la parola, quell'intenzione farà sì che la verità si manifesti attraverso di voi, purificando tutti i veleni emozionali che avete dentro. Ma prendere tale accordo è difficile, perché abbiamo imparato a fare esattamente il contrario. Abbiamo imparato a mentire per abitudine, nella comunicazione con gli altri e con noi stessi. Non siamo impeccabili con la parola. Il potere della parola è usato in modo completamente sbagliato, qui all'inferno. Lo usiamo per maledire, biasimare, incolpare, distruggere. Naturalmente lo usiamo anche nel modo giusto, a volte, ma non molto spesso. Principalmente ci serviamo della parola per diffondere i nostri veleni personali: ira, gelosia, invidia e odio. La parola è magia pura, è il dono più potente che abbiamo a disposizione come esseri umani e la usiamo contro di noi. Progettiamo vendette, creiamo caos. Usiamo la parola per creare odio tra le razze, le persone, le famiglie e le nazioni e questo uso sbagliato crea e perpetua il sogno infernale. Usando male la parola ci denigriamo l'un l'altro, mantenendoci a vicenda in uno stato di timore e dubbio. Poiché la parola è la magia che gli esseri umani possiedono e il suo uso errato è magia nera, usiamo la magia nera continuamente, senza esserne coscienti. Per esempio, c'era una donna intelligente e di buon cuore, che amava tanto la sua unica figlia. Una sera tornò a casa dopo una giornata di lavoro particolarmente difficile, con un gran mal di testa. Voleva pace e quiete, ma la bambina cantava e saltava, inconsapevole di come si sentiva sua madre. Lei era nel suo mondo, nel suo sogno e si sentiva così bene da aver voglia di saltare e cantare a squarciagola, per esprimere la propria gioia e il proprio amore. Ma il suo canto fece peggiorare il mal di testa della madre, la quale a un tratto perse il controllo. Guardò la bambina con rabbia e le disse: "Sta' zitta! Hai una voce orribile. Smetti di fare chiasso! La verità era che la madre in quel momento non tollerava nessun tipo di rumore e non che la

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figlia avesse una brutta voce. Ma la bimba credette a quelle parole e prese un accordo con se stessa. Non cantò mai più, convinta di avere una brutta voce che avrebbe disturbato chiunque l'avesse udita. Divenne timida a scuola e se qualcuno le chiedeva di cantare, rifiutava. Anche parlare con gli altri cominciò a sembrarle difficile. Tutta la sua vita cambiò a causa del nuovo accordo che aveva preso con se stessa: quello di reprimere le proprie emozioni per poter essere accettata e amata. Ogni volta che udiamo un'opinione e la crediamo vera, la rendiamo parte del nostro sistema di credenze. Quella bambina divenne adulta e benché avesse una bella voce evitò sempre di cantare, sviluppando un complesso a partire dall'incantesimo gettatole addosso dalla persona che l'amava di più: sua madre. La madre non si rese neppure conto di ciò che aveva fatto con le sue parole. Non capì di aver usato la magia nera per lanciare un incantesimo sulla figlia. Non conosceva il potere delle parole e quindi non aveva colpa. Fece ciò che sua madre, suo padre e tanti altri avevano fatto a lei fin da piccola. Usò la parola nel modo sbagliato. Quante volte lo facciamo anche noi, con i nostri bambini? Trasmettiamo loro opinioni di questo tipo e loro se ne portano dietro gli effetti per anni e anni. Coloro che più ci amano ci sottopongono alla magia nera, ma non sanno ciò che fanno. Per questo dobbiamo perdonarli. Un altro esempio una donna si sveglia un mattino, sentendosi felice. Si sente così bene che resta due ore davanti allo specchio, facendosi bella. Poi una delle sue migliori amiche le dice: "Ma che cosa ti è successo? Hai un aspetto orribile. E quel vestito che ti sei messa! E' ridicolo". Basta questo per precipitare la donna di nuovo all'inferno. Forse la sua amica ha parlato solo per farle del male e gliene ha fatto. Le ha dato un'opinione sostenuta da tutto il potere della sua parola. Se la donna l'accetta, diventa un accordo e il suo potere finisce in quell'opinione. Ecco la magia nera. Gli incantesimi di questo tipo sono difficili da rompere. Potete riuscirsi soltanto prendendo un nuovo accordo, basato sulla verità. La verità è la parte più importante dell'impeccabilità con la parola. Da un lato della spada ci sono le menzogne che creano la magia nera, mentre dall'altro lato c'è la verità, che ha il potere di rompere gli incantesimi. Solo la verità vi renderà liberi. Osservando le interazioni quotidiane tra gli esseri umani, immaginate quante volte ci gettiamo addosso l'un l'altro degli incantesimi con la parola. Con il passare del tempo, questa è diventata la forma peggiore di magia nera, chiamata pettegolezzo. Si tratta di una magia potentissima, perché è composta di puro veleno. Abbiamo imparato a spettegolare attraverso un accordo. Da bambini, abbiamo udito gli adulti spettegolare tutto il tempo, esprimendo opinioni su altre persone che a volte neppure conoscevano. Il veleno emozionale viaggiava attraverso tali opinioni e così abbiamo imparato che quello è il modo normale di comunicare. Il pettegolezzo è diventato la forma principale di comunicazione nella nostra società. E' diventato il modo che usiamo per sentirci vicini, perché vedere qualcuno che sta male come stiamo male noi ci fa sentire meglio. Un vecchio detto dice: "mal comune mezzo gaudio" e le persone che soffrono all'inferno non vogliono stare da sole. La paura e la sofferenza sono una parte importante del sogno del pianeta. Sono il modo in cui il sogno del pianeta ci tiene schiavi. Se paragoniamo la mente umana a un computer, il pettegolezzo è come un virus informatico, cioè un'informazione scritta con lo stesso linguaggio di tutti gli altri codici del computer, ma con un'intenzione malvagia. Quel codice si inserisce nei programmi del vostro computer quando meno ve lo aspettate e quasi sempre senza che lo sappiate. Dopodiché il computer non funziona più bene, o smette di funzionare del tutto, perché il codice penetra talmente in profondità, interagendo con tanti messaggi conflittuali, che diventa impossibile ottenere dei risultati corretti. Il pettegolezzo funziona esattamente nello stesso modo. Per esempio, state iniziando un corso con un nuovo insegnante, che aspettavate da tempo. Il primo giorno di scuola, incontrate una persona che ha frequentato quel corso l'anno precedente e vi dice: "Quell'istruttore è un idiota pomposo. Non sapeva neppure di cosa parlava e inoltre è un pervertito, sta' attenta".

Al fine di vincere questo nemico il guerriero deve “cancellare la storia personale”, cioè scoprire e disattivare le proprie ossessioni e limitare l’incidenza delle abitudini: riacquisterà così la naturale fluidità, creandosi attorno una nebbia che rende impossibile agli altri, ed in primo luogo alla sua mente stessa, di inchiodarlo ad una visione univoca e statica di sé, fatta di punti di vista ed opinioni definitive e limitanti. Come la cancellazione dell’importanza personale libera il guerriero dall’invadenza del proprio io, così un’altra tecnica straordinaria, il “non fare”, gli permette di sgominare un secondo temibile nemico: l’illusione dell’irreversibile saldezza della realtà. Il mondo ordinario è sostenuto dal “fare”, cioè da una visione coerente della realtà, prodotta dall’ancoraggio del punto d’unione di tutti gli uomini nella medesima posizione; la pratica del “non fare” è incentrata su una multiforme serie di esercizi, tutti tesi a incrinare la nostra assoluta credenza nell’effettiva realtà della visione del mondo costruita dai nostri sensi. Ma la pratica più importante di tutte è la ricerca sistematica del silenzio interiore. L’interruzione del dialogo interiore, cioè del flusso di pensieri che noi incessantemente rivolgiamo a noi stessi, è una tecnica base in molte discipline spirituali, per esempio in alcuni sistemi di meditazione yogica. Se eliminiamo l’interferenza del dialogo interno, che ci impone di non cercare nulla oltre i limiti delle sue categorie, la nostra ragione è costretta a farsi da parte ed allora molte meraviglie diventano possibili: una cosa semplice come “guardare” può trasformarsi nell’atto magico di “vedere”, cioè nella percezione diretta dell’energia così come fluisce nell’universo. Portare a compimento quest’impresa significa fermare il mondo, cioè interrompere per sempre la coesione e la coerenza della nostra percezione. Per raggiungere il pieno controllo di qualunque spostamento del punto d’unione sono indispensabili al guerriero altre due pratiche: l’agguato e il sognare. L’agguato sviluppa la capacità del guerriero di mettere sotto osservazione i propri comportamenti e quelli degli altri, in modo da poter gestire se stesso al meglio in ogni situazione; coloro che sono particolarmente portati per questa pratica sono detti cacciatori. Sognatori sono invece chiamati coloro che eccellono nell’arte di sognare (descritta nell’omonimo libro). Questa tecnica si fonda sulla possibilità che i sogni comuni, prodotti dal naturale spostamento del punto d’unione durante il sonno, possano tramutarsi in vere e proprieporte verso altri mondi. Imparare a controllare sistematicamente questi spostamenti mediante particolari tecniche (celebre quella di impartirsi l’ordine di trovare e poi contemplare le proprie mani in sogno) consente di mettere a fuoco l’attenzione ed accrescere la consapevolezza all’interno del sogno stesso, sviluppando altresì il corpo di sogno, una sorta di doppio eterico dell’io stesso, non meno reale e consistente di questo.Il sognare descritto da Castaneda è analogo al sogno lucido studiato dall’odierna parapsicologia e le tecniche proposte presentano notevoli analogie con lo “Yoga del sogno” esposto dal maestro tibetano Namkhai Norbu. Pietra angolare dell’insegnamento tolteco è infine la tecnica della ricapitolazione, descritta per la prima volta ne Il dono dell’Aquila e portata poi in primo piano nelle opere successive. Ricordando sistematicamente gli eventi, le emozioni, le interazioni e persino le idee e le fantasticherie che costituiscono la trama della vita di ognuno di noi è possibile recuperare l’energia che vi abbiamo profuso e che vi giace intrappolata. Ricapitolare per intero tutta la propria storia personale è molto di più che un semplice esercizio, è una pratica che gli antiche sciamani toltechi vedevano connessa con l’unica possibilità concessa all’uomo (per l’appunto il dono dell’Aquila) di sfuggire ad una morte altrimenti inevitabile ed affacciarsi sul palcoscenico della Libertà Totale.

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Ma come si diventa sciamani? Cosa ha permesso a Castaneda di diventare l’apprendista dello stregone yaqui Juan Matus? Nessuna qualità, né acquisita, né innata. E’ stato l’Intento, la forza indescrivibile ed ineffabile che pervade tutto, a fare la sua scelta e tanto per il giovane antropologo, quanto per il vecchio Nagual è stato impossibile sottrarsi al “segno” inviato dallo Spirito. Da allora in poi gli insegnamenti si sono svolti su un duplice livello: nella consueta posizione del punto d’unione, la prima attenzione, chiamato anche lato destro, dove lo sciamano deve convincere il suo apprendista che l’apparente concretezza del mondo è un’illusione, ed in una posizione leggermente sfalsata dello stesso punto d’unione, quella della seconda attenzione, olato sinistro (perché alla visione del veggente il punto d’unione è collocato a destra, oppure a sinistra del centro dell’uovo luminoso). Questa seconda posizione, raggiunta dall’apprendista in virtù dell’intervento ( il “tocco”) del Nagual, può essere sostenuta solo per periodi di breve durata, poi la forza dell’allineamento consueto prevale e tutto torna come prima. Le istruzioni per il “lato sinistro”, la posizione anomala del punto d’unione, si svolgeranno parallelamente alle altre, ma rimarranno inaccessibili alla memoria di Carlos Castaneda, finchè lui stesso non sarà in grado di spostare il punto d’unione da solo, senza l’intervento di don Juan. Compito dello sciamano è quindi quello di mettere il proprio apprendista in grado di provocare da solo quello spostamento, in modo da poter attingere al patrimonio di esperienze ed informazioni che sono state depositate in lui in uno stato di coscienza alterata. La lunga serie di esperienze e di pratiche, rivolte a modificare in tutto e per tutto la vita dell’apprendista, dovranno culminare drammaticamente nell’atto di saltare consapevolmente da un abisso: solo un volontario spostamento del punto d’unione consente allora all’apprendista di sfuggire alla morte. Da quel momento in poi la sua vita sarà dedicata a riassemblare la totalità degli insegnamenti ricevuti, in un processo di scoperte e rivelazioni clamorose. Carlos Castaneda scoprirà, per esempio, di aver interagito per anni con persone del seguito di don Juan e di averne perso completamente memoria; si renderà dolorosamente conto di aver addirittura dimenticato la propria controparte energetica, la donna Nagual, Carol Tiggs. Come giocando con una matrioshka, scoprirà di avere un gruppo di apprendisti, essendo a sua volta un Nagual, e poi un altro gruppo ancora, entrambi con la propria indipendente striscia di ricordi. Le tecniche Per seguire il sentiero degli stregoni e realizzare la rivoluzione interiore che lo trasformerà in uno sciamano Castaneda deve sconfiggere, come un vero e proprio guerriero una serie di nemici. In primo luogo la propria “importanza personale”, quella totale identificazione con se stesso che dà ad ogni uomo la convinzione di essere speciale e il diritto di sentirci sempre offeso da qualcuno o da qualcosa, nonché l’illusione di essere immortale.

Quelle parole e il codice emozionale della persona che le ha pronunciate si imprimono immediatamente nella vostra mente, ma voi non avete idea del motivo per cui le abbia dette. Forse era irritata per non aver passato l'esame con quell'insegnante, oppure faceva semplici supposizioni, basate su paure e pregiudizi. Ma poiché voi avete imparato a digerire informazioni da bambini, una parte di voi crede al pettegolezzo. In classe, mentre l'insegnante parla sentite il veleno salire dentro di voi e non vi rendete conto che state vedendo il professore attraverso gli occhi della persona che vi ha trasmesso il pettegolezzo. Allora lo comunicate ai vostri compagni di classe e anche loro iniziano a vedere quell'insegnante come un idiota e un pervertito. Alla fine odiato quel corso e lo abbandonate. Ne date la colpa al professore, invece è colpa del pettegolezzo. Tutta questa confusione può essere causata da "un piccolo virus nel computer". Una piccola informazione sbagliata può interrompere la comunicazione tra le persone, contagiando chiunque vi entri in contatto. Ogni volta che qualcuno vi racconta un pettegolezzo, inserisce un virus informatico nella vostra mente, facendo in modo che non riusciate a pensare con chiarezza. Quindi, nello sforzo di liberarvi dalla confusione e salvarvi dal veleno, voi spettegolate a vostra volta, contagiando altre persone. Immaginate ora che questa struttura comunicativa si ripeta milioni di volte, in una catena infinita tra tutti gli esseri umani del pianeta. Il risultato è un mondo in cui le persone possono interpretare le informazioni soltanto tramite circuiti intasati da un virus velenoso. Tale virus è ciò che i Toltechi chiamano mitote, il caos di migliaia di voci che cercano di parlare tutte insieme nella nostra mente. I maghi neri, o hacker (per continuare con l'analogia del computer) che diffondono il virus intenzionalmente, possono fare un danno enorme. Ricordatevi di un momento in cui eravate arrabbiati con qualcuno. Per vendicarvi avete detto qualcosa a quella persona (o a proposito di quella persona) con l'intenzione di farle del male. Da bambini lo facciamo quasi senza pensarci, ma da adulti i nostri sforzi per far star male gli altri diventano molto più calcolati. Dopodiché mentiamo a noi stessi, dicendo che quella persona ha ricevuto la giusta punizione per ciò che aveva fatto. Guardando il mondo con la percezione modificata da un virus informatico, è facile giustificare anche i comportamenti più crudeli. Ciò che non vediamo è il fatto che più usiamo male la parola, più sprofondiamo nell'inferno. Per anni abbiamo assorbito pettegolezzi e incantesimi attraverso le parole degli altri, ma anche attraverso il modo in cui usiamo la parola contro di noi. Parliamo costantemente con noi stessi e la maggior parte delle volte ci diciamo cose di questo tipo: "Sono grasso, sono brutto. Sto invecchiando, perdo i capelli. Sono stupido, non capisco mai nulla, non sarò mai abbastanza bravo, non sarò mai perfetto". Dobbiamo cominciare a capire cos'è la parola e cosa fa. Se comprendete il primo accordo, sii impeccabile con la parola, comincerete a vedere dei cambiamenti nella vostra vita. Innanzitutto nel modo in cui vi comportate verso voi stessi e in seguito nel modo di relazionarvi con gli altri, soprattutto con le persone che amate di più. Pensate a quante volte avete spettegolato contro una persona cara, per cercare il sostegno di qualcun altro rispetto al vostro punto di vista. Quante volte avete agganciato l'attenzione degli altri, sputando veleno sulla persona che amate, per far accettare la vostra opinione? La vostra opinione è soltanto un punto di vista. Non è necessariamente vera. Proviene dalle vostre convinzioni, dall'ego e dal vostro sogno personale. Noi creiamo veleno e lo diffondiamo in giro solo per poterci convincere che il nostro punto di vista è giusto. Se adottate il primo accordo, diventando impeccabili con la parola, tutto il veleno emozionale prima o poi sparirà dalla vostra mente e dalle vostre relazioni con gli altri esseri, compresi il cane o il gatto di casa. L'impeccabilità con la parola vi renderà anche immuni agli incantesimi che gli altri getteranno su di voi. E' possibile ricevere e adottare un'idea negativa soltanto se la nostra mente è un terreno fertile per la negatività. Diventando impeccabili con la parola, la mente non è più ricettiva alla magia nera. Diventa invece fertile per le parole provenienti dall'amore. Potete scoprire quanto siete impeccabili con la parola da quanto amate voi stessi. Ciò che provate per voi stessi è direttamente

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proporzionale alla qualità e all'integrità delle vostre parole. Se siete impeccabili in questo senso, vi sentirete bene, contenti e in pace. Per trascendere il sogno infernale basta soltanto prendere l'impegno di essere impeccabili con la parola. Adesso io sto piantando questo seme nella vostra mente. Se crescerà o no dipende da quanto è fertile il terreno. Sta a voi prendere questo impegno con voi stessi: "Sono impeccabile con le mie parole". Nutrite il seme e questo crescendo produrrà altri semi d'amore, che sostituiranno quelli della paura. Il primo accordo cambierà il tipo di semi verso cui la vostra mente è ricettiva. Sii impeccabile con la parola. Questo è il primo accordo da prendere, se volete essere liberi e felici, se volete trascendere il livello infernale dell'esistenza. La parola è potente. Usatela nel modo giusto, usatela per condividere l'amore. Usate la magia bianca con tutti, cominciando da voi stessi. Ditevi quanto siete meravigliosi, quanto siete grandi. Ditevi quanto vi amate. Usate la parola per rompere tutti i piccoli accordi che vi fanno soffrire. E' possibile, perché io ci sono riuscito e non sono migliore di voi. Siamo esattamente uguali, abbiamo lo stesso tipo di cervello, lo stesso tipo di corpo. Siamo umani. Se io sono riuscito a rompere gli accordi sbagliati e a crearne di nuovi, potete farlo anche voi. Se io posso essere impeccabile con le mie parole, perché voi no? Questo accordo da solo può cambiare la vostra vita. L'impeccabilità della parola può guidarvi verso la libertà personale, verso il successo e l'abbondanza. Può togliervi la paura e trasformarla in gioia e amore. Immaginate soltanto ciò che è possibile creare con una parola impeccabile. E' possibile trascendere il sogno della paura e vivere in modo diverso. Potete vivere in paradiso in mezzo a migliaia di persone che sono all'inferno, perché siete diventati immuni all'inferno. Potete ottenere il regno dei cieli con questo semplice accordo: sii impeccabile con la parola. 3 ______________________________________ Il secondo accordo Non prendere nulla In modo personaleI tre accordi seguenti derivano dal primo. Il secondo è: non prendere nulla in modo personale. Qualunque cosa accada intorno a voi, non prendetela personalmente. Per usare un esempio che ho già fatto prima, se ti vedo per strada e dico: "Sei proprio uno stupido", senza neppure conoscerti, è evidente che non sto parlando di te, ma di me. Se prendete le mie parole in modo personale, forse crederete di essere stupidi. Forse penserete: "Ma come fa a saperlo? E' chiaroveggente, oppure il fatto che sono stupido balza agli occhi di tutti?" Prendete la mia frase in modo personale perché siete d'accordo con ciò che ho detto. Appena l'accettate, il veleno passa dentro di voi, intrappolandovi nel sogno infernale. Ciò che vi intrappola si chiama importanza personale: la tendenza a prendere tutto personalmente. Questa è la più grande espressione di egoismo, perché ci spinge a credere che tutto sia riferito a noi. Durante il periodo del nostro addomesticamento, impariamo a prendere tutto in modo personale. Pensiamo di essere responsabili per ogni cosa. Io, io, io, sempre io! Nulla di ciò che fanno gli altri è a causa nostra. Ognuno vive nel proprio sogno, nella propria mente, in un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Quando prendiamo qualcosa in modo personale, crediamo che gli altri sappiano cosa c'è nel nostro mondo e cerchiamo di imporre il nostro punto di vista sul loro. Anche quando una situazione sembra estremamente personale, anche quando gli altri vi insultano direttamente, ciò non ha nulla a che fare con voi. Quello che dicono e fanno, le opinioni che manifestano, tutto segue gli accordi che hanno preso con se stessi. Il loro punto di vista deriva dalla programmazione che hanno ricevuto durante l'addomesticamento. Se qualcuno vi dice: "Sei troppo grasso" non prendete personalmente la sua opinione. La verità è che quella persona sta affrontando le proprie emozioni, opinioni e convinzioni. Cerca

la sua voce è solo un sussurro terribile e spaventoso. Gli sciamani possono percepire l’energia così come fluisce nell’universo, in un’esperienza cognitiva da cui la mente ed il linguaggio sono esclusi (laconoscenza silenziosa). Alcuni di loro possono mettere i loro apprendisti direttamente in contatto con questa forza senza limiti e vengono chiamati Nagual essi stessi. E’ l’appellativo che spetta di diritto a Juan Matus e a Carlos Castaneda. Percepire l’energia Gli sciamani sono “stregoni” non nel senso che usano poteri sovrannaturali o evocano spiriti per mezzo di rituali o incantesimi, bensì in quanto sono percettori dell’Infinito ed hanno superato i limiti del mondo quotidiano, il tonal. Alla percezione degli sciamani l’universo appare formato da innumerevoli campi di energia che hanno la forma di filamenti luminosi. Sembrano irradiare tutti da una fonte primaria che alla loro visione appare un’Aquila. Questi filamenti, le emanazioni dell’Aquila, possono raccogliersi in grandi fasce, intrecciate fra di loro in tutte le relazioni possibili, o essere racchiusi in una sorta di involucro, di “bozzolo” luminosi, dalle forme più svariate. Ad ognuna di esse corrisponde una delle miriadi di specie che popolano l’universo. Anche gli esseri umani sono composti da innumerevoli campi di energia filiformi, che formano un agglomerato simile ad un “uovo” luminoso. Una piccola parte delle emanazioni dell’Aquila racchiuse in questo bozzolo risulta più intensamente illuminata alla contemplazione dei veggenti: è il “punto d’unione” (o punto di assemblaggio). I campi di energia situati intorno al punto d’unione si allineano ai campi energetici delle grandi fasce di emanazioni circostanti, generando un bagliore più intenso: lo splendore della consapevolezza, cioè il miracolo della percezione. Ma solo una piccola parte delle emanazioni contenute nel bozzolo è impegnata nel processo della percezione, il resto è esclusa dal bagliore del punto d’unione. Tutte le tecniche insegnate da don Juan a Castaneda avevano lo scopo di “spostare” il suo punto d’unione dalla posizione abituale, vincendone la resistenza naturale e imperativa in tutti gli uomini, impegnati strenuamente a proteggere la “realtà” e la concretezza del mondo. Ma diventare sciamani significa proprio questo: liberare il punto d’unione dalla sua posizione abituale, permettendogli di allineare altri fasci di emanazioni e di aprire così nuovi ambiti di percezione. E’ il secondo anello del potere, a disposizione di tutti gli uomini, ma accessibile ai soli sciamani. Piccoli spostamenti del punto d’unione avvengono naturalmente nel corso del sonno: nei brevi istanti in cui la percezione si fissa su una posizione inusuale l’uomo sogna. Uno spostamento dello stesso genere permette ad uno stregone di fissare il punto d’unione del suo apprendista in una posizione particolare, chiamata seconda attenzione, contrapposta alla prima, quella della vita di tutti i giorni. In quella posizione si svolgerà una seconda, essenziale, fase dell’insegnamento, che l’apprendista potrà scoprire solo quando sarà in grado di liberare da solo il punto d’unione dalla fissità della posizione abituale. Il cammino dell’apprendista

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Carol Tiggs, la donna-nagual, Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar due giovani apprendiste che accompagneranno l’ultima fase della vita di Castaneda. Saranno autrici a loro volta di testi fondamentali per la comprensione e la definizione dell’universo degli sciamani toltechi, nonché attrici in prima persona di quell’imprevista evoluzione degli insegnamenti castanediani proposta nella penultima fatica dello scrittore peruviano: Tensegrità, un tentativo di mettere le pratiche degli antichi sciamani toltechi a disposizione di tutti. Il testamento spirituale di Castaneda è affidato a Il lato attivo dell’Infinito, scritto pochi mesi prima della morte. E’ un’opera anomala e struggente, che ripercorre le prime fasi della sua relazione con don Juan, per concludersi simbolicamente nel momento in cui, miracolosamente sopravvissuto al “salto nell’abisso”, Castaneda era rientrato nel mondo della vita di tutti i giorni, non più semplicemente uomo, ma sciamano.

Tonal e Nagual Tutte le conoscenze trasmesse da Don Juan a Carlos Castaneda appartengono ad un’antichissima tradizione, sviluppata da uomini che vissero secoli prima della colonizzazione spagnola, i Toltechi, i cui sciamani erano depositari di segreti e misteri che li rendevano molto diversi dagli uomini comuni. Si tratta di una tradizione millenaria che ha avuto un’evoluzione travagliata, non priva di momenti di profondissima crisi. L’arrivo dei Conquistadores ne rappresenta l’esempio più eclatante. Gli stregoni toltechi, messi di fronte ad un evento epocale, che aveva quasi spazzato via l’intera civiltà sudamericana, dovettero affrontare un’alternativa senza vie di scampo: adeguarsi o sparire. Una nuova generazione di veggenti (chiamati per l’appunto da don Juan i “nuovi veggenti”) mise in atto allora un profondo rinnovamento, separandoli per sempre dai modi e dalle pratiche dei veggenti delle generazioni precedenti: li tramutò in “esploratori dell’Infinito”, capaci di accrescere fino ai limiti estremi i confini della percezione ed incuranti di esercitare il proprio potere sul resto della razza umana. Don Juan sosteneva di essere l’ultimoNagual di questo nuovo lignaggio. La prima parte dell’apprendistato di Castaneda culmina nella definizione di questi concetti. Don Juan si serve del tavolino di un ristorante per rendere accessibile al suo allievo laspiegazione degli stregoni, cioè l’essenza del tonal e del nagual. Tutti gli oggetti che stanno sul tavolo, la tovaglia, le posate, i bicchieri, la saliera ecc., rappresentano le cose del mondo così come si presentano alla percezione di un qualunque essere umano. Tutto quello che può essere percepito, pensato o immaginato, dalla più infima particella subatomica, alla totalità delle galassie stesse, trova posto sul tavolino di don Juan, di fronte all’allibito sguardo di Castaneda: è il Tonal, l’effetto finale di una forza smisurata che costringe il mondo ad essere così com’è e come ci appare. Tutto quello che non può essere pensato dalla nostra mente, e che pur esiste liberamente al di fuori del suo raggio d’azione è il Nagual, un’immensità in parte semplicemente ignota, in parte del tutto irraggiungibile per l’uomo. Qualunque briciola di essa venga afferrata dalla nostra mente si trasforma in uno dei tanti oggetti sopra il tavolo di don Juan, nell’ennesimo elemento che costituisce l’isola del Tonal. Tutto intorno ad essa il Nagual è come un mare senza fine e gli sciamani ne sono i temerari esploratori. L’uomo comune è condannato a vivere una condizione in cui tonal e nagual restano perpetuamente divisi: la nascita ci scaraventa nel mondo del tonal e la morte ce ne separa. Il nagual resta sempre sullo sfondo: se talora udiamo

di inviarvi del veleno e, se prendete in modo personale ciò che dice, il veleno passa dentro di voi. Prendere le cose in questo modo vi rende facili prede dei maghi neri. Possono agganciarvi con una semplice opinione e farvi inghiottire il loro veleno senza sforzo, perché prendendo tutto in modo personale, aprite loro la porta. Mangiate tutta la loro spazzatura emotiva, che quindi diventa la vostra spazzatura. Ma basta non prendere nulla in modo personale per essere immuni al veleno. L'immunità al veleno nel bel mezzo dell'inferno è il dono di questo accordo. Quando prendete le cose personalmente vi sentite offesi e la reazione è quella di difendere le vostre convinzioni, creando conflitti. Rendete grande qualcosa che di per sè è piccolo, perché avete bisogno di avere ragione e di dimostrare che gli altri si sbagliano. Anche voi trasmettete le vostre opinioni e anche per voi vale il fatto che qualunque cosa facciate, qualunque emozione proviate, si tratta di una proiezione del vostro sogno personale, di un riflesso dei vostri accordi. Quello che dite e quello che fate, le opinioni che avete, tutto segue gli accordi che avete preso con voi stessi, perciò non ha nulla a che vedere con me. Non mi importa cosa pensate di me, perché non prendo in modo personale le vostre opinioni. Quando la gente dice: "Miguel, sei il migliore", non sta parlando di me. Lo stesso vale quando mi dicono: "Sei il peggiore". So che quando siete contenti mi direte che sono un angelo, ma se siete irritati direte: "Miguel, sei un essere disgustoso. Come puoi dire cose del genere?" In entrambi i casi, la vostra opinione non mi tocca, perché io so ciò che sono e non ho la necessità di essere accettato. Non ho bisogno che qualcuno mi dica: "Miguel, stai facendo un ottimo lavoro", oppure: "Come hai potuto fare una cosa simile!". No, non prendo nulla in modo personale. Qualunque cosa pensiate o diciate, so che è un problema vostro, non mio. E' il modo in cui vedete il mondo e state parlando a voi stessi, non a me. Le opinioni di ciascuno derivano dal suo sistema di credenze, quindi nulla di ciò che un altro pensa di me mi riguarda davvero: riguarda lui, o lei. Potete anche dirmi: "Miguel, ciò che hai detto mi fa male". Ma non è ciò che ho detto io che vi fa soffrire, è il fatto che avete delle ferite e le mie parole le hanno toccate. Siete voi che vi fate del male. E' impossibile per me prenderla personalmente, non perché non vi creda, ma perché so che vedete il mondo attraverso occhi diversi: i vostri occhi. Create un intero film nella vostra mente, un film di cui siete registi, produttori e protagonisti. Tutti gli altri sono personaggi secondari, perché si tratta del vostro film. Il modo in cui lo guardate dipende dagli accordi che avete preso con la vita. Il vostro punto di vista è personale. E' la vostra verità. Quindi, se vi arrabbiate con me, so che state affrontando voi stessi. Vi arrabbiate perché avete paura e io sono soltanto un pretesto. Se non avete paura, è impossibile che vi arrabbiate con me, o che mi odiate. Senza la aura è impossibile essere gelosi o tristi. Se vivete senza paura, se amate, non c'è posto per quel tipo di emozioni. Se non provate emozioni negative, è logico che vi sentiate bene e quando state bene, tutto intorno a voi è buono e vi fa sentire felici. Amate tutto ciò che vi circonda, perché amate voi stessi e vi piace il vostro modo di essere. Siete felici del film che state producendo e dei vostri accodi con la vita. Vi sentite contenti e in pace. Vivete in uno stato di beatitudine dove ogni cosa è meravigliosa. In questa beatitudine, fate l'amore tutto il tempo con tutto ciò che percepite. Qualunque cosa le persone facciano, pensino o dicano, non prendetela personalmente. Se vi dicono che siete meravigliosi, non lo stanno dicendo a causa vostra. Sapete già di essere meravigliosi e non è necessario credere a chi ve lo dice. Non prendete mai nulla in modo personale. Se qualcuno prende una pistola e vi spara alla testa, persino una cosa tanto estrema non è nulla di personale. Anche le opinioni che avete su di voi non sono necessariamente vere, perciò non dovreste prendere personalmente neppure ciò che vi dice la vostra mente. La mente ha la capacità di parlare con se stessa, ma anche quella di captare informazioni provenienti da altri regni. A volte vi può succedere di udire una voce nella mente e di chiedervi da dove è venuta. Può essere una voce proveniente da un'altra realtà, dove ci sono esseri la cui mente è molto simile alla nostra. I Toltechi chiamano tali esseri Alleati. In Europa, in Africa e

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in India invece li chiamano Dei. La nostra mente esiste anche al livello degli dei e può percepire la loro realtà. Attraverso gli occhi, la mente percepisce la nostra realtà fisica. Ma è capace di vedere anche senza gli occhi, benché la ragion spesso non sia consapevole di tale percezione. La mente vive in più di una dimensione. A volte può capitarvi di avere idee che non sono originate dalla mente, ma percepite da essa. Avete il diritto di credere o non credere a tali voci, nonché il diritto di non prendere in modo personale ciò che dicono. Possiamo sempre scegliere se credere o no alle voci che udiamo nella nostra mente, proprio come posiamo scegliere le nostre credenze all'interno del sogno del pianeta. La mente può anche parlare con se stessa e ascoltarsi. E' divisa, proprio come è diviso il corpo. Proprio come potete usare una mano per stringervi l'altra, la mente può parlare con se stessa. Una parte parla e l'altra ascolta. Quando poi mille parti parlano allo stesso tempo, è un bel problema. E' quello che chiamiamo mitote, ricordate? Il mitote può essere paragonato a un immenso mercato dove migliaia di persone parlano allo stesso tempo. Ciascuna di loro ha pensieri, sentimenti e punti di vista diversi. I programmi inseriti nella mente, tutti gli accordi che abbiamo accettato, non sono necessariamente compatibili gli uni con gli altri. Ogni accordo è come un essere vivente a parte. Ha la propria personalità e la propria voce. Alcuni accordi sono in conflitto con altri e il conflitto continua finche nella mente si scatena una guerra. I mitote rappresenta il motivo per cui gli uomini non sanno mai ciò che vogliono, come lo vogliono o quando. Non sono d'accordo con se stessi perché una parte della mente vuole una cosa e un'altra arte vuole esattamente l'opposto. Una parte della mente obietta a determinati pensieri o azioni, mentre un'altra parte sostiene proprio quei pensieri e quelle azioni. Tutti questi piccoli esseri creano un conflitto interiore, perché sono vivi e possiedono ciascuno la propria voce. Solo facendo un inventario dei nostri accordi possiamo scoprire tutti i conflitti presenti nella mente e cominciare a mettere ordine nel caos del mitote. Non prendere nulla in modo personale, perché facendolo si soffre gratuitamente. Siamo dipendenti dalla sofferenza, a vari livelli e ci aiutiamo l'un l'altro a mantenere tale dipendenza. Abbiamo l'accordo di aiutarci a soffrire. Se avete bisogno di essere insultati, vi sarà facile trovare qualcuno che vi insulti. Se invece incontrate persone che vogliono soffrire, qualcosa dentro di voi vi spingerà a maltrattarle. E' come se avessero sulla schiena un cartello con la scritta: "Per favore, prendetemi a calci". Hanno bisogno di una giustificazione per la loro sofferenza e la loro dipendenza dal dolore non è altro che un accordo riconfermato ogni giorno. Dovunque andiate troverete persone che vi mentono e a mano a mano che la vostra consapevolezza aumenta, noterete che anche voi vi mentite. Nn aspettatevi mai che la gente dica la verità, perché tutti mentono anche a se stessi. Dovete fidarvi di voi e scegliere se credere oppure no a ciò che vi viene detto. Quando vediamo gli altri così come sono realmente, senza prendere nulla in modo personale, non possiamo più soffrire per ciò che dicono o fanno. Anche se mentono, va bene lo tesso. Mentono perché hanno paura. Temono che possiate scoprire che non sono perfetti. E' doloroso togliersi la maschera sociale. Ascoltare le parole di qualcuno che dice una cosa e ne fa un'altra, equivale a mentire a voi stessi. Essendo sinceri con voi stessi, vi risparmierete una quantità di dolore emotivo. Dire la verità può fare male, ma non c'è bisogno di attaccarsi alla sofferenza. La guarigione è iniziata, ed è solo questione di tempo prima che la situazione cominci a migliorare. Se una persona che vi tratta senza amore e rispetto vi lascia, consideratelo un regalo. Se non se ne andasse, vi toccherebbe sopportare anni e anni di sofferenza in sua compagnia. Essere abbandonati può far male per un po', ma il cuore prima o poi guarisce. Allora potrete scegliere ciò che volete davvero. Scoprirete che non avete bisogno di fidarvi degli altri, ma solo di voi stessi, per fare le scelte giuste. Quando il fatto di non prendere nulla personalmente diventa un'abitudine radicata, si evitano molti dispiaceri. Rabbia, invidia e gelosia scompaiono, come pure la tristezza. Se riuscite a rendere un'abitudine il secondo

implacabile tra la sua razionalità di uomo occidentale e la percezione del mondo degli stregoni. Nel 1971 Castaneda pubblicò “Una realtà separata”, continuando la trascrizione degli insegnamenti di Don Juan. Anche qui l’uso rituale delle piante allucinogene assume un ruolo fondamentale, ma è la figura di don Juan a campeggiare; la “via con un cuore” che egli prospetta ad un sempre più incredulo Castaneda, risplende del rigore e della limpidezza morale, della straordinaria intensità delle sue azioni. E’ nel terzo libro, Viaggio ad Ixtlan, che vengono precisati e sviluppati alcuni dei concetti chiave della tradizione tolteca. Il racconto delle esperienze sostenute con le piante psicotrope resta di fatto sullo sfondo, e alla cronaca si sovrappone l’analisi delle strutture concettuali del mondo di don Juan. Don Juan stesso confiderà in seguito a Castaneda che l’uso delle piante allucinogene non ha un valore assoluto nel sistema sciamanico; si rende necessario nel caso in cui le strutture razionali dell’apprendista non possono cedere senza ricevere un duro scossone. E’ per altro innegabile che il successo dei primi tre libri di Castaneda, pubblicati agli inizi degli anni Settanta, nel pieno fiorire della cultura psichedelica, fu dovuto in buona parte ai resoconti dei “viaggi” seguiti dall’ingestione di piante magiche e si trattò, senza dubbio, di una coincidenza fortunata. Dopo la pubblicazione di Viaggio ad Ixtlan Castaneda interruppe per un lungo periodo i suoi rapporti con Don Juan. Quando li riprese venne catapultato in una nuova fase della sua esperienza iniziatica, in cui gli insegnamenti di don Juan acquistano uno spessore ed una portata del tutto imprevedibili. L’universo degli sciamani toltechi si rivela finalmente in tutta la sua coerenza e nella sua complessità; don Juan lo trasmette al suo apprendista per mezzo della spiegazione degli stregoni, di cui tonal e nagual sono i concetti cardine. L’isola del tonal è per l’appunto il titolo di questo quarto libro. Al termine dell’opera, al momento della definitiva scomparsa di don Juan, l’accettazione del sistema sciamanico tolteco da parte di Castaneda sarà assoluta e senza incertezze, al punto che l’antropologo accetterà di gettarsi in piena consapevolezza da un abisso, sfidando e vincendo una morte altrimenti inevitabile. Dopo questo “salto nell’abisso”, l’apprendistato di Castaneda continua fra compagni diversi: quattro donne e quattro uomini che avevano condiviso con lui una parte degli insegnamenti di don Juan. Il secondo anello del potere e la prima metà de Il dono dell’Aquila, i due successivi lavori dello scrittore sudamericano, sono dedicati al resoconto della sua incapacità di assumere il ruolo di leader di questo gruppo. Ma sarà proprio l’interazione con una delle donne-guerriere, la Gorda, a suscitare in lui l’emergere di un imponente flusso di ricordi, che gli sveleranno un’ulteriore, incredibile serie di istruzioni ricevute da don Juan in un particolare stato di consapevolezza, la “seconda attenzione”. Da quel momento in poi, a partire dalla seconda metà de Il dono dell’Aquila, tutte le opere di Castaneda sono dedicate all’assemblaggio di quelle perdute esperienze ed alla ricostruzione del sistema cognitivo degli antichi sciamani toltechi (è questo il caso de Il fuoco dal prodondo e de Il potere del silenzio, rispettivamente settimo ed ottavo libro dell’autore). Con l’Arte di sognare, posteriore di qualche anno, entrano in scena tre nuovi personaggi:

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compiutamente ciò che ricordo di quella seduta. I miei ricordi dei particolari di questa esperienza non sono legati a parole, a discorsi o a fatti consueti facilmente descrivibili con i normali mezzi comunicativi. Essi, al contrario, sono fatti di pensieri che non si possono pensare, di immagini chiare ma fugaci, di sentimenti e di intuizioni mai provati prima. Bisognerebbe inventare un linguaggio nuovo per riferire in modo soddisfacente i contenuti delle esperienze di questo genere. Anche se mi è difficile comunicarlo, ora so, o credo di sapere, come l'ayahuasca opera e come può dispensarci i suoi insegnamenti. Anche se a volte mi viene da pensare di avere vissuto un fantastico sogno che con il tempo lentamente si scolora, un mio intimo sentimento mi suggerisce che, con quell' esperienza, mi è stata indicata una strada e che dipende solo da me se seguirla o meno. 2- La dieta è un tipo di regime alimentare e di comportamento richiesto a chi si accinge a fare sedute con l'ayahuasca. In particolare essa è richiesta agli aspiranti sciamani per i quali può durare da alcuni mesi ad un anno o più. Noi stessi dovevamo conformarci ad un regime alimentare piuttosto stretto evitando di mangiare e di bere una ampia varietà di cose. In particolare, il giorno in cui dovevamo bere l'ayahuasca, dovevamo digiunare. 21:20 Scritto da : mikeplato in Tradizione sciamanica | Link permanente | Commenti (4) | Trackback (0) | Segnala | OKNOtizie | Facebook 10/03/2010IL MESSAGGERO DELL'AQUILA.CARLOS CASTANEDA

Breve biografia di Carlos Castaneda. Gli undici volumi della sua opera narrano del suo apprendistato durato tredici anni, con lo sciamano don Juan Matus, messicano di etnia yaqui. I suoi lavori subito criticati dall’ambiente antropologico, perché ritenuti non consoni agli standards accademici, riscossero un’eccezionale accoglienza dal pubblico che così venne a contatto per la prima volta con i principi più profondi dello sciamanesimo tolteco.La biografia di Castaneda attualmente disponibile non può avvalersi di dati certi e precisi, perché buona parte della sua vita fu avvolta dal mistero; rare sono state, almeno in un primo momento, le interviste e le foto, e del tutto sporadiche le apparizioni in pubblico. Carlos Arana Castaneda nacque nel 1925 a Cajamarca, in Perù e nel 1951 emigrò a Los Angeles. Si laureò in antropologia alla celebre Università della California di Los Angeles. Nel 1960, mentre era impegnato in una ricerca sul campo intorno alle proprietà di alcune piante psicotrope, conobbe Don Juan. Questo incontro gli avrebbe cambiato la vita. L’iniziale approccio antropologico si trasformò in una vera e propria iniziazione allo sciamanesimo, le cui tappe sono descritte dettagliatamente nel suo primo libro “A scuola dallo stregone-Gli insegnamenti di Don Juan”, che fu accettato dall’Università della California come tesi di laurea e pubblicato nel 1968. L’apprendistato con Don Juan Durante i primi cinque anni dell’apprendistato, lo sciamano somministrò a Castaneda diverse piante allucinogene (la Lophophora Williamsii, la Datura inoxia e la Psilocybe mexicana), piante sacre sotto il cui influsso un terribile segreto gli fu rivelato: il mondo, così come lo vediamo, è solo il risultato di ciò che ci hanno insegnato a vedere. E’la prima delle molte sfide in cui Castaneda vedrà messe in gioco le strutture della sua mente, nel conflitto

accordo, scoprirete che nulla può rigettarvi all'inferno. Smettendo di prendere le cose in modo personale ricevete un'enorme quantità di libertà. Diventate immuni ai maghi neri e nessun incantesimo per forte che sia, potrà più influenzarvi. Il mondo intero può spettegolare su di voi, ma se non lo prendete in modo personale siete immuni. Se qualcuno i manda il suo veleno emozionale, voi non lo inghiottite. Il veleno peggiora la situazione di chi l'ha inviato, ma non la vostra. Vedete ora quanto è importante questo accordo. Non prendere nulla a livello personale vi aiuta a interrompere molte abitudini che vi mantengono intrappolati nel sogno infernale, causandovi sofferenze inutili. Praticando il secondo accordo rompete una quantità di minuscoli accordi che vi fanno soffrire. Se praticate i primi due accordi insieme, spezzerete il settantacinque per cento di quei piccoli accordi che vi imprigionano dentro l'inferno. Scrivete questo accordo su un pezzo di carta e attaccatelo sul frigorifero per ricordarvene sempre: Non prendere nulla in modo personale. Quando il secondo accordo diventerà un'abitudine, non avrete più bisogno di riporre la vostra fiducia in ciò che fanno o dicono gli altri. Vi fiderete soltanto di voi per fare scelte responsabili. Non siete mai responsabili delle azioni degli altri, ma soltanto delle vostre. Se lo comprendete veramente, rifiutando di prendere le cose personalmente, i commenti o le azioni di altre persone non potranno nulla contro di voi. Se mantenete l'accordo, potete percorrere il mondo con il cuore aperto e nessuno potrà farvi del male. Potrete dire: "Ti amo", senza timore di essere rifiutati o ridicolizzati. Potrete chiedere ciò di cui avete bisogno, potrete dire sì o no senza colpevolizzarvi o giudicarvi. Potrete sempre scegliere di seguire il cuore. Anche al centro dell'inferno, sperimenterete pace interiore e felicità. Starete nella vostra beatitudine e l'inferno non potrà toccarvi. 4 Il terzo accordo Non supporre nullaIl terzo accordo è: non supporre nulla. Abbiamo la tendenza fare supposizioni su tutto. Il problema è che poi le prendiamo per vere. Potremmo giurare sulla loro verità. Supponiamo ciò che gli altri fanno o pensano, lo prendiamo personalmente, quindi li incolpiamo e reagiamo inviando loro veleni emozionali tramite le parole. Per questo, ogni volta che supponiamo qualcosa, stiamo cercando guai. Facciamo una supposizione, capiamo male, prendiamo la cosa in modo personale e finiamo per creare un dramma completamente inutile. Tutta la tristezza, tutti i drammi della vostra vita, sono fondati sulle supposizioni e sull'abitudine di prendere le cose in modo personale. Fermatevi un momento a considerare la verità di quest'affermazione. Tutto il meccanismo del controllo tra gli esseri umani è basato su questi due punti: fare supposizioni e prendere le cose personalmente. Sono le fondamenta del sogno infernale. In questo modo creiamo una quantità di veleno emotivo, perché di solito cominciamo a spettegolare sulla base delle nostre supposizioni. Ricordate: il pettegolezzo è il modo in cui comunichiamo nel sogno infernale, inviandoci veleno a vicenda. poiché abbiamo paura di chiedere chiarimenti, facciamo supposizioni e crediamo di avere ragione. Perciò difendiamo ciò che abbiamo supposto, cercando di dimostrare che qualcun altro si sbaglia. E' sempre meglio chiedere, piuttosto che supporre. Le supposizioni causano sofferenza. Il grande mitote nella mente umana crea un caos che ci porta a interpretare male ogni cosa. Vediamo solo ciò che vogliamo vedere e udiamo solo ciò che vogliamo udire. Non percepiamo le cose così come sono. Siamo abituati a sognare, non a vedere la realtà. Letteralmente, creiamo le cose nella nostra immaginazione. poiché non comprendiamo una determinata cosa, supponiamo quale potrebbe essere il suo significato e quando in seguito si evidenzia la verità, la bolla del sogno scoppia e scopriamo di esserci sbagliati completamente. Un esempio: state camminando in un centro commerciale e vedete una persona che vi piace. Quella persona si volta verso di voi, sorride e si allontana. Da questa singola esperienza potete creare un mondo di supposizioni. Desiderate credere alle vostre fantasie, perciò create tutto

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un sogno basato sulla vostra supposizione e pensate: "Allora piaccio a quella persona". Nella vostra fantasia create una relazione, forse persino un matrimonio ma tutto si trova nella vostra mente, nel vostro sogno personale. Fare supposizioni nei rapporti vuol dire andare in cerca di problemi. Spesso supponiamo che il nostro partner sappia cosa pensiamo e che perciò non sia necessario dire ciò che vogliamo. Supponiamo che farà ciò che desideriamo, perché ci conosce bene. Se poi non lo fa, ci sentiamo feriti e diciamo: "Avresti dovuto saperlo". Un altro esempio: decidete di sposarvi e supponete che il vostro partner abbia del matrimonio la vostra stessa idea. Quindi andate a vivere insieme e scoprite che non è così. Ciò crea una quantità di conflitti, ma ancora non cercate di chiarire le vostre idee sul matrimonio. Il marito torna a casa dal lavoro, la moglie ce l'ha con lui e il marito non sa perché. Forse la moglie ha fatto una supposizione e senza dirgli nulla suppone che lui, visto che la conosce così bene, sappia ciò che lei vuole, come se potesse leggerle nel pensiero. Quando poi il marito delude le sue aspettative, la moglie si sente ferita. Fare supposizioni nei rapporti di coppia causa liti, difficoltà e malintesi senza fine proprio con la persona che in teoria amiamo tanto. Supporre che gli altri sappiano ciò che pensiamo e che perciò non sia necessario dirlo, è un errore che accade in ogni tipo di rapporto interpersonale. Gli altri faranno ciò che desideriamo, pensiamo, perché ci conoscono così bene. Se poi non lo fanno, ci sentiamo feriti e diciamo: "Come ha potuto farmi questo? Avrebbe dovuto saperlo". Di nuovo, immaginiamo che l'altro sappia ciò che vogliamo. Su questa supposizione ne accumuliamo altre, fino a creare un intero dramma. E' molto interessante vedere come funziona la mente umana. Abbiamo il bisogno di giustificare, spiegare e capire ogni cosa, per poterci sentire al sicuro. Abbiamo milioni di domande che hanno bisogno di una risposta, perché esistono moltissime cose che la mente umana non riesce a spiegare. Non è importante che la risposta sia giusta. Basta che sia una risposta e ci sentiamo tranquilli. Per questo facciamo tante supposizioni. Se gli altri ci dicono qualcosa, facciamo delle supposizioni. Se non ci dicono nulla, facciamo altre supposizioni per appagare il nostro bisogno di sapere e per sostituire la mancanza di comunicazione. Anche se udiamo qualcosa che non comprendiamo, facciamo delle supposizioni sul suo significato e dopo le crediamo vere. Supponiamo ogni sorta di cose, perché non abbiamo il coraggio di fare domande. Le nostre supposizioni sono rapide e inconsce, perché abbiamo preso l'accordo di comunicare in questo modo. Ci siamo detti che non è sicuro fare domande e che se qualcuno ci conosce, deve sapere automaticamente ciò che desideriamo, o le emozioni che proviamo. Crediamo alle nostre supposizioni fino al punto di distruggere una relazione pur di difendere il nostro punto di vista. Supponiamo che tutti vedano le cose nel nostro stesso modo. Immaginiamo che gli altri sentano ciò che sentiamo noi, giudichino con il nostro stesso metro e maltrattino le persone come facciamo noi. Questa è la più grande supposizione degli esseri umani, ed è il motivo per cui abbiamo paura di essere noi stessi in presenza di altre persone. Crediamo che tutti ci giudicheranno come facciamo noi. Perciò, ancora prima che qualcuno abbia la possibilità di rifiutarci, ci siamo già rifiutati da soli. Così funziona la mente umana. Facciamo supposizioni anche su di noi e ciò crea una quantità di conflitti interiori. Per esempio, supponiamo di essere capaci di fare una certa cosa e poi scopriamo che non ci riusciamo. Ci sopravvalutiamo o ci sottovalutiamo, perché non ci fermiamo mai a porci delle domande e a darci delle risposte. Forse, rispetto a quella particolare situazione, cera bisogno di raccogliere maggiori informazioni. Oppure è necessario smettere di mentirci rispetto a ciò che vogliamo veramente. Spesso, iniziando una relazione, sentite il bisogno di giustificare il fatto che il vostro partner vi piace. Perciò vedete solo ciò che volete vedere e negate la presenza di qualunque tratto negativo. Mentite a voi stessi soltanto per avere ragione. Poi cominciano le supposizioni, una delle quali è: "Il mio amore cambierà questa persona". Ma questo non è vero. Il vostro amore non cambierà nessuno. Se gli altri cambiano, è perché lo vogliono, non perché voi li fate cambiare. A u certo punto tra voi due accade qualcosa e vi sentite feriti. Improvvisamente notate tutto ciò che prima avevate negato e lo vedete in una prospettiva

da una grossolana valutazione, credo di ricordare solo per il 20-30 per cento. Vorrei puntualizzare che l'intero processo si può compendiare in alcune significative fasi, di cui le principali sono: quella delle visioni; quella della solitudine; quella della paura che si tramuta in terrore panico; quella dell'incontro con la morte; e quella degli insegnamenti. Nel complesso, l' intero processo sembra corrispondere molto da vicino, se non coincidere, con un vero e completo processo di iniziazione. I significati ed i messaggi contenuti in queste varie fasi sono stati recepiti da me per intuizione (non saprei trovare un termine più adeguato), anche se spesso essi erano accompagnati o completati da una componente visiva molto intensa e vivace. Ho anche intuito, verso il termine della seduta, che tutto quanto era successo era stato voluto e condizionato dallo sciamano che aveva scelto il tempo ed i modi più opportuni per condurmi sino a quel punto, per poi istruirmi secondo un preciso programma. E tutto questo trovò una piena realizzazione proprio quando avevo deciso di abbandonare ogni cosa e tornarmene a casa. Questa esperienza, sia per i contenuti che per le modalità con cui si è svolta, è stata veramente impressionante e complessa e, a mio parere, ben al di là delle mie capacità creative ed immaginative. Non ho mai assunto prima di allora droghe di alcun genere e ritengo di avere sempre dimostrato una condotta sufficientemente critica e razionale. Ora mi accorgo di avere un atteggiamento ambivalente verso il significato di questa mia esperienza. Da una parte sento ancora molto forte il convincimento che don Pedro sia stato la causa ed il regista di tutto. In altre parole, egli avrebbe agito su di me per via forse paranormale sottoponendomi a numerose e difficili prove preliminari prima di permettermi di affrontare la prova finale, quella dell'iniziazione. Infatti, una mia impressione raggiunta durante le fasi finali di quella seduta è stata che queste prove coincidessero con le numerose traversie e delusioni che hanno costantemente caratterizzato la mia permanenza in Perù sino a quel momento oltre, naturalmente, alle difficilissime situazioni che ho dovuto superare durante quell'ultima seduta. Si tratta di un' interpretazione coincidente con la visione sciamanica delle popolazioni amazzoniche e che fa risalire ogni trasformazione interiore a forze e ad entità esterne all'individuo che le vive. Naturalmente, all'interpretazione strettamente sciamanico-iniziatica che si può attribuire a questa mia esperienza, se ne può contrapporre un'altra molto più razionale. Ovvero, che io abbia soggettivamente raggiunto un livello molto profondo e nascosto della mia psiche. Infatti, è opinione largamente diffusa ed accettata che, entro le inesplorate profondità del subconscio, esista un' area di consapevolezza superiore che solo molto di rado raggiunge il livello conscio. Grazie all'effetto dell'ayahuasca ed al particolare contesto rituale in cui mi trovavo, mi è stato possibile rimuovere gli ostacoli tra me e questa misteriosa dimensione e raggiungerne in modo molto selettivo e chiaro i contenuti. In questo caso don Pedro, da vero psicoterapeuta, con un opportuno rituale e tecniche appropriate, avrebbe favorito la mia discesa entro quella inesplorata realtà, senza essere però lui a determinarla concretamente. Solo da quella realtà interiore, e non da don Pedro o dallo spirito dell' ayahuasca, avrei ricevuto gli insegnamenti di cui ho riferito. Infine, ci può essere un'altra logica spiegazione dei fatti: che l' intero processo iniziatico sia derivato interamente da processi legati alla mia mente ed alla mia immaginazione. Una sorta di sogno allucinatorio con caratteri psicotici. La mia immaginazione, per un complesso processo inconscio favorito dalla droga, avrebbe prodotto allucinatoriamente questa iniziazione facendomela apparire come reale. Tutto questo in risposta a mie personali e molto particolari istanze ed aspettative più o meno consapevoli. Quest'ultima interpretazione è quella che sento a me più lontana, in quanto i sentimenti provati durante la seduta mi sembrano completamente estranei ad essa. . Ma forse, come mi hanno consigliato alcuni amici, è del tutto inutile volere trovare un'interpretazione ad ogni costo. L'importante, secondo loro, è avere vissuto di persona questa esperienza che è unica e probabilmente fondamentale per quel processo di recupero delle proprie potenzialità che il più delle volte è impossibile realizzare con le nostre sole forze Ora, dopo diversi mesi da allora, sento di essere sempre lo stesso di prima e che nulla è cambiato in me in maniera evidente. O forse credo che sia così. Mi dispiace che le parole, che così faticosamente riesco a raccogliere per comporre questo racconto, non possano esprimere

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una mano lievemente appoggiata sul collo, all'improvviso ne sentivo forte la pesantezza e quasi si sembrava di soffocare; se invece la mano era appoggiata sul petto, la percepivo pesantissima al punto di provare dolore e di non riuscire a respirare. In altri momenti, se avevo necessità di grattarmi, lo dovevo fare con grande forza, altrimenti non sentivo il contatto e la pressione delle dita. Anche la coperta che mi serviva a proteggermi dai momenti di freddo, talvolta la sentivo pesantissima sul mio corpo ed ero costretto a liberarmene. Mi sono reso conto che, come regola, non dovevo avere nulla che appoggiasse sulla parte del mio corpo al di sopra della cintola. Nella medesima occasione la mia attività mentale ha incontrato un grosso ed inaspettato ostacolo. Nel formulare un pensiero qualsiasi notavo un sensibile ritardo tra la decisione di pensare a qualche cosa e vedere quel qualche cosa che si concretizzava in pensiero. Normalmente i due processi sono pressoché contemporanei, ma in quell'occasione, tra il decidere di pensare a qualche cosa e pensarlo effettivamente, il tempo intercorrente si dilatava in modo innaturale. Questo inconsueto sfasamento mi disorientava e non mi permetteva di dar forma a pensieri anche non particolarmente complessi. Il mio atteggiamento mentale ed emotivo nei confronti delle visioni è stato duplice, probabilmente perché rifletteva la minore o maggiore intensità dell' azione dell'ayahuasca. Spesso mi sentivo come un semplice spettatore che osservava, sempre ad occhi chiusi, le diverse visioni che si succedevano davanti allo schermo della sua mente. Erano percepite, pertanto, come qualcosa prodotto da qualche agente esterno e che non mi riguardavano direttamente. Il mio coinvolgimento emotivo era scarso o nullo, spesso perfino pieno di delusione e di noia per il fatto che non vi riconoscevo alcun significato ed importanza. Non ero quasi mai soddisfatto da questo tipo di visione. In altre circostanze, più rare, le cose erano completamente diverse. Ero come rapito, immerso o trascinato dalle visioni. La mia coscienza spesso veniva quasi annullata, mi sentivo un tutt'uno con le visioni, non più uno spettatore inerte ed indifferente. Non esisteva più nulla al di fuori del connubio fatto da me e dalle visioni, mentre il mondo esterno non esisteva più. La mia coscienza, o quel poco che rimaneva, era leggera e trasparente, impalpabile, a volte inconsistente e seguiva, adeguandosi perfettamente, l'andare e venire ciclico delle visioni. Talvolta, per intuizione (non trovo altra definizione migliore) capisco che le visioni sono in qualche modo l'espressione visiva di un lavoro minuzioso di forgiatura (più volte mi si presenta alla mente questo termine quando cerco di decifrare il senso delle visioni). Forgiatura di qualcosa di interno (l'io?), come se avvenisse dentro di me un modellamento ed una correzione di una struttura che deve essere modificata o ricostruita secondo nuove regole. A volte le visioni quasi si fermano ed entrano in uno stato di intensa e finissima vibrazione accompagnate da una specie di sibilo molto acuto, leggero e penetrante. Capisco che in quei momenti la forgiatura diventa cesello. Sono momenti che percepisco essere molto importanti per la trasformazione profonda e sottile del mio io o di qualcosa di correlabile ad esso. Ogni volta ho percepito questi attimi come quelli rappresentativi della fase più profonda e pregnante dell' esperienza. Spesso, in questi momenti, la rete che costantemente fa da sfondo alle visioni, entra anch'essa in vibrazione, per poi avvicinarsi lentamente a me sino ad avvolgermi. Fabio mi ha detto che anche lui ha vissuto questa situazione ed ha aggiunto che se si riesce a saltare al di là della rete, si entra in un altro livello esperienziale molto più pregnante e ricco di contenuti. Del mio "rapporto" con don Pedro ho già trattato. Alcune volte ho intuito che nelle visioni, o nascosto dietro ad esse, ci fosse qualcosa di vivo ed intelligente, anche se indefinito, con una propria consistenza fisica, che era lì perché aveva un compito da svolgere che forse mi riguardava. CONCLUSIONI Questa è solo una breve relazione di un'esperienza assai complessa durata diverse ore e che,

amplificata dal veleno emozionale. Adesso dovete giustificare il vostro dolore, gettando sull'altro la colpa delle vostre scelte. Non c'è bisogno di giustificare l'amore. E' qualcosa che c'è o non c'è. Il vero amore è accettare gli altri così come sono, senza volerli cambiare. Se cerchiamo di cambiarli, significa che in realtà non ci piacciono. Naturalmente, se prendete la decisione di vivere con qualcuno, è molto meglio trovare una persona che sia proprio come volete voi. E' molto più facile vivere con chi è già come lo desiderate, senza bisogno di cambiare nulla. e glia altri vogliono spingervi a cambiare, significa che non vi amano così come siete. Perché allora state con qualcuno se non siete esattamente come il vostro partner vi vuole? Dobbiamo essere ciò che siamo, senza presentare un'immagine falsa. Se mi ami così come sono, va bene, prendimi. Se non mi ami così come sono, va bene lo stesso: trovati qualcun altro. Può sembrare rude, ma questo tipo di comunicazione significa che gli accordi che prendiamo con gli altri sono chiari e impeccabili. Immaginate il giorno in cui riuscirete a smettere di fare supposizioni riguardo al vostro partner e poi riguardo a tutti gli altri. Il vostro modo di comunicare cambierà completamente e i vostri rapporti non soffriranno più a causa dei conflitti creati dalle supposizioni errate. Il modo per evitare di fare supposizioni è quello di fare domande. Assicuratevi che la comunicazione sia chiara. Se non capite, chiedete. Abbiate il coraggio di chiedere finché la situazione non vi sembrerà chiara e anche allora evitate di pensare che sapete tutto ciò che c'è da sapere su quel determinato argomento. Una volta udita la risposta, non c'è bisogno di supporre nulla, perché conoscete la verità. Trovate il coraggio anche per chiedere ciò che desiderate. Gli altri hanno il diritto di rispondere sì o no, ma voi avete sempre il diritto di chiedere. Allo stesso modo, quando gli altri vi chiedono qualcosa, è vostro diritto concedergliela oppure no. Se non capite una cosa, è meglio chiedere e avere chiarezza, invece di fare supposizioni. Il giorno in cui smetterete di supporre comunicherete in modo chiaro e pulito, senza veleni emozionali. Se non supponete nulla, la vostra parola diventa impeccabile. Con una comunicazione chiara, tutte le vostre relazioni cambieranno, non solo quella con il vostro partner. Non avrete bisogno di supporre nulla, perché tutto sarà chiaro. Questo è ciò che voglio io, quello è ciò che vuoi tu. Se comunichiamo in questo modo, la nostra parola diventa impeccabile. Se tutti gli esseri umani comunicassero così, tramite l'impeccabilità della parola, non ci sarebbero guerre, violenze o malintesi. Tutti i problemi sarebbero risolti, se solo riuscissimo a comunicare in modo chiaro. Questo, quindi, è il terzo accordo: non supporre nulla. Dirlo sembra facile, ma capisco che sia difficile da mettere in pratica. E' difficile perché solitamente facciamo proprio il contrario. Abbiamo una quantità di abitudini di cui non siamo neppure coscienti. Diventarne consapevoli e comprendere l'importanza di questo accordo è il primo passo. Ma comprendere non è abbastanza. Un'idea, o un'informazione, è soltanto un seme nella mente. Ciò che fa davvero la differenza è l'azione. Agire nel modo che avete scelto, nutre il seme e stabilisce solide fondamenta per la nuova abitudine che volete coltivare. Dopo molte ripetizioni questi accordi diventeranno una seconda natura e vedrete come la magia della vostra parola vi trasformerà da mago nero in mago bianco. Un mago bianco usa la parola per creare, dare, condividere e amare. Rendendo questo nuovo accordo un'abitudine, la vostra vita sarà completamente trasformata. Cambiando il vostro sogno personale, la magia comincerà a manifestarsi nella vita quotidiana. Ciò di cui avete bisogno vi arriverà senza sforzo, perché lo spirito si muove liberamente attraverso di voi. Questa è la padronanza dell'intento, la padronanza dello spirito, la padronanza dell'amore, della gratitudine e della vita. Questa è la meta dei Toltechi. Questa è la via verso la libertà personale. 5 Il quarto accordo Fai sempre del tuo meglio

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Esiste soltanto un altro accordo, ma è quello che permette agli altri tre di diventare delle abitudini radicate. Il quarto accordo riguarda la messa in atto dei primi tre: fai sempre del tuo meglio. In qualunque circostanza, fate sempre del vostro meglio, né di più, né di meno. Ma ricordate che il vostro meglio non è mi lo stesso, può cambiare da u momento all'altro. Tutto è vivo e cambia continuamente, così a volte il vostro meglio sarà di alta qualità e altre volte no. Quando vi svegliate freschi e riposati al mattino, il vostro meglio sarà diverso da quando siete stanchi e assonnati. Quando siete in buona salute anziché malati, o sobri anziché ubriachi, il vostro meglio avrà gradi diversi. Lo stesso vale se vi sentite felici, sconvolti, irritati o gelosi. Nella vita quotidiana, il vostro meglio può cambiare da un momento all'altro, da un'ora all'altra, da un giorno all'altro. Cambierà anche nel corso del tempo. Man mano che costruite l'abitudine dei quattro nuovi accordi, il vostro meglio diventerà migliore di ciò che era in passato. Senza preoccuparvi della qualità, continuate a fare sempre del vostro meglio, né più né meno. Se cercate di fare di più, impiegherete più energia del necessario e alla fine il vostro meglio non sarà comunque abbastanza. Cercando di strafare, svuotate il corpo di energia, andate contro la vostra natura e ci metterete più tempo per raggiungere la meta. Ma se fate meno di quanto potreste, vi sentirete frustrati, vi giudicherete e aprirete la porta al senso di colpa e ai rimpianti. Fate soltanto del vostro meglio, in ogni circostanza, Non importa se siete stanchi o malati, se fate davvero del vostro meglio vi sarà impossibile giudicarvi. Se non vi giudicate, non potrete soffrire sensi di colpa e non vi punirete. Facendo del vostro meglio romperete un grande incantesimo che vi tiene prigionieri. C'era una volta un uomo che voleva trascendere la sofferenza, così andò in un tempio buddista per cercare un maestro che lo aiutasse. Appena lo trovò gli chiese: "Maestro, se medito quattro ore al giorno, quanto tempo impiegherò a trascendere le mie sofferenze?" Il maestro lo guardò e disse: "Se mediti quattro ore al giorno, forse ci metterai dieci anni". Pensando che poteva fare di meglio, l'uomo allora disse: "Maestro e se medito otto ore al giorno, quanto tempo impiegherò a trascendere?" Il maestro lo guardò e disse: "Se mediti otto ore al giorno, forse ti ci vorranno vent'anni". "Ma come mai, se medito di più ci metterò più tempo?" chiese l'uomo. Il maestro rispose: "Non sei qui per sacrificare la tua gioia o la tua vita. Sei qui per vivere, per essere felice e amare. Se il meglio che puoi fare sono due ore di meditazione e invece ti sforzi di meditare otto ore, ti stancherai, non capirai il senso di ciò che stai facendo, non ti godrai la vita. Fai del tuo meglio e forse scoprirai che indipendentemente da quanto mediti, puoi vivere, amare ed essere felice". Facendo del vostro meglio, vivrete intensamente. Sarete produttivi e buoni con voi stessi, perché vi donerete ala famiglia, alla vostra comunità, a tutto. Ma è l'azione che vi farà sentire intensamente felici. Se fate sempre del vostro meglio, vuol dire che agite. Fare del proprio meglio vuol dire agire perché amate farlo, non perché vi spettate una ricompensa. La maggior parte delle persone fanno esattamente l'opposto: agiscono solo quando pensano di poter ricevere una ricompensa e non si divertono. Per questo no fanno del loro meglio. Per esempio, molte persone vanno al lavoro ogni giorno pensando soltanto allo stipendio, ai soldi che prenderanno in cambio di ciò che fanno. Non vedono l'ora che sia sabato, per prendere la paga e andare a divertirsi. Lavorano per la ricompensa e il risultato è che resistono al lavoro. Cercano di evitare l'azione, quindi agire diventa più difficile e non fanno del loro meglio. Lavorano duro tutta la settimana, sopportando attività che non amano, ma che sentono di dover fare: devono pur pagare l'affitto e mantenere la famiglia. Sono pieni di frustrazioni e anche quando ricevono i soldi non sono contenti. Hanno due giorni per riposarsi, per fare ciò che preferiscono e cosa fanno? Cercano di fuggire. Si ubriacano, perché non amano se stessi, non amano la vita che fanno. Esistono molti modi per farsi del male, quando non ci piace il nostro modo di essere. D'altra parte, se agite per il piacere di farlo, senza aspettarvi nulla, scoprirete di amare tutto ciò che fate. La ricompensa arriverà, ma voi non l'aspettate con attaccamento. A volte riceverete persino di più di quanto vi aspettavate. Se vi piace quello che fate e fate sempre del vostro

TIPOLOGIA DELLE VISIONI Le visioni che ho avuto hanno sempre evidenziato la presenza di alcune costanti. Non ho notato sostanziali differenze qualitative delle visioni tra uno sciamano e l' altro ed anche il loro contenuto, pur essendo variato all'interno di una stessa seduta, tendeva a ripetere certi temi e schemi fissi. L'andamento più tipico è così articolato: dopo 20-30 minuti dall' assunzione dell'ayahuasca, periodo durante il quale mi metto in uno stato rilassato e di attesa con gli occhi chiusi, le visioni sono costantemente precedute da alcuni segnali che anticipano di poco il loro arrivo. In particolare avverto una sensazione di freddo che mi parte dai piedi e si diffonde a tutto il corpo. All'improvviso il freddo sparisce per tornare di nuovo nel giro di pochi minuti. Questa sensazione è accompagnata da un senso di pressione alla tempia destra, come se qualcuno vi premesse sopra con un dito. Entrambe le sensazioni inizialmente vanno e vengono e, ad ogni loro ritorno, appaiono più intense delle volte precedenti. La pressione alla tempia può, in alcuni casi, estendersi a più ampie aree della testa. E' nel corso di questa fase che le visioni arrivano, in modo impetuoso ed improvviso. All'inizio si presentano ad ondate, rimangono un po' per poi sparire. Nei casi in cui l'effetto dell'ayahuasca è particolarmente intenso, esse possono durare a lungo, anche alcune ore ed hanno come sfondo una rete a maglie piuttosto fini. La loro forza d'impatto e la loro intensità sembrano aumentate notevolmente dagli icari degli sciamani, come se questi fossero in grado di canalizzarle e focalizzarle all'interno della mente dei partecipanti. Di solito sono costituite da immagini geometriche dai mille colori che si trasformano in altre immagini simili ad una velocità vertiginosa. Non sono mai ferme ed è difficile descriverle adeguatamente perché di solito non hanno alcun riscontro con alcunché di reale e di definito (immagini caleidoscopiche). A volte si presentano come una miriade di luci colorate che si accendono e si spengono cambiando di colore. In questo caso mi ricordano quelle di un Luna Park, anzi mi sembra proprio di essere in un Luna Park. Altre volte sembrano animaletti o pupazzi tratti dai cartoni animati per i più piccini. Più spesso mi ricordano motivi decorativi geometrici degli Indiani del Nord e del Sud America, sempre senza una forma ed un significato precisi. Più raramente, insieme ad esse, ho la sensazione di immergermi nella giungla, sommerso dalla sua esuberante vegetazione. In almeno un paio di esperienze ho notato particolari enormemente ingranditi di oggetti comuni (una spalliera di una sedia, una penna biro, parti del corpo di insetti, etc.). In questa nuova prospettiva mi sembrava di entrare in un mondo nuovo, ancora inesplorato, in cui i più minuti particolari si animavano ed acquisivano una ricchezza straordinaria di forme e di colori. Era come se mi fossi trasformato in un microbo così da poter vedere con nuovi occhi una realtà che a noi, esseri macroscopici, è preclusa. Era, in definitiva, come entrare in una nuova dimensione esistenziale. Talvolta i colori apparivano così evidenti da sembrare di possedere una consistenza solida. Ma queste descrizioni colgono solo parzialmente il modo di percepire le visioni. Il vedere era fuso al pensare anzi, ad un modo nuovo di pensare e di vivere le cose che mi comparivano d'innanzi. In definitiva, non erano solo immagini, ma molto di più. In una occasione in particolare (una delle prime volte con don Pedro ma, in misura molto minore, è successo anche con un altro sciamano), le visioni hanno lasciato il posto, o si sono accompagnate, a modificazioni della mia percezione sensoriale. C'è è stato un momento in cui ho sentito una parte di me sollevata di alcuni centimetri dal corpo. Mi sembrava che questa parte corrispondesse alla mia mente, almeno a quella che in qualche misura ragionava e percepiva queste sensazioni. Anche l'intensità delle mie percezioni tattili e dolorifiche oscillavano vistosamente. A tratti mi sentivo leggero o come adagiato su di un comodo materassino che non mi faceva sentire eccessivamente le asperità del terreno su cui ero disteso. Altre volte il mio contatto con il terreno era doloroso, molto più del normale. Sentivo il mio corpo pesantissimo che si schiacciava, sotto il proprio peso, contro il suolo. Se poi tenevo

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seguono insegnamenti su argomenti non legati a nessuna mia domanda precedente, ma che sono stati scelti direttamente dalla fonte che me li invia. Anche in questo caso mi rendo conto del loro elevato valore ma, dopo un attimo, spariscono anch'essi nello stesso modo di prima. L'unico insegnamento che mi ricordo è che l'ayahuasca serve anche per ridurre la distanza tra la nostra cultura occidentale e quella indigena al fine che anche noi possiamo cogliere appieno i frutti che gli sciamani ci possono dispensare. Forse serve anche agli stessi Shipibo che si sono allontanati dalle loro tradizioni. Ma probabilmente non si limita solo a questo. Intuisco che gli insegnamenti non sono perduti, ma sono entrati in qualche angolo della mia mente e mi guideranno nei momenti opportuni. Intuisco che in futuro non avrò, ai miei occhi e a quelli degli altri, più potere, sapienza ed altre capacità positive, ma che anche dopo questa esperienza sarò, tutto sommato, quello di prima, ma con un piccolo tesoro nascosto da qualche parte. Esso mi potrà essere utile o mi guiderà senza che io od altri se ne accorga. La cosa mi verrà confermata da Sonia una volta alla fine della seduta. Il mio stato è tale che mi accorgo di non percepire quasi per niente il mio corpo. Mi chiedo più volte se per caso mi sono vomitato addosso o se quello che mi sembra di sentire al tatto sulla mia camicia non sia invece fango. Sarebbe imbarazzante una situazione del genere davanti a tanta gente, ma subito dopo mi viene da pensare e da dire che non me ne frega un ...... e ci rido sopra. La stessa cosa si ripete con il sospetto di essermela fatta addosso. Dapprima grande imbarazzo ma poi, all' improvviso, qualcosa scatta in me e mi viene da pensare - forse lo dico anche - che non me ne frega assolutamente niente, la cosa mi fa ridere (anzi, rido di gusto) e mi lascia del tutto indifferente, se non soddisfatto. Tanto -penso- sono tra amici (tutti quelli presenti alla seduta, anche quelli che non conosco) che mi capiscono e comprendono il mio difficile momento. Alla fine della seduta tutte queste mie preoccupazioni, apparentemente così banali ed anche un pò buffe, si sono rivelate infondate. Nulla del genere mi era successo. Tuttavia, ho intuito che anche questo ulteriore piccolo dramma personale faceva parte degli insegnamenti e del programma di ricostruzione del mio io sopra descritti. Durante questa fase finale delle mie allucinazioni, intuisco che tutto quanto è successo in questa mia vacanza così ricca di imprevisti, fatiche e delusioni, comprese la mia sfiducia e la mia irritazione per don Pedro arrivate quel giorno stesso al loro apice, facevano parte di un programma. In altre parole, sono stato ripetutamente messo alla prova prima di essere sottoposto al rito finale di questo che in quel momento ho capito essere un vero e proprio processo di "INIZIAZIONE". Inoltre, mi sono reso conto che don Pedro ha voluto darmi una dimostrazione del fatto che lui non era da meno di don Laurencio (lo sciamano con cui volevo fare l'ultima seduta con l'ayahuasca) e che le stesse cose che si attribuiscono a quest'ultimo, lui le poteva fare anche con maggior forza ed in modo più drammatico, come per volermi punire per la mia mancanza di fiducia. Quando credo di essermi ristabilito a sufficienza, accendo una sigaretta, esco dalla capanna, mi siedo accanto a Sonia che mi rivolge delle domande e mi confida, ma lo sapevo già dal giorno precedente, che era un'apprendista sciamana. Mi spiega anche che il fiore secco e profumato che mi aveva precedentemente dato era un fiore "sagrado" (sacro) avuto in dono da suo marito, sciamano anche lui. Vengo poi chiamato da don Pedro che mi canta un icaro e mi soffia per la seconda volta l'Agua Florida sul capo e sulle mani e mi dice che ora sono forte e posso uscire dalla dieta (Nota 2). Dice anche che ora ho un arcana (una specie di scudo protettivo) contro i pericoli ed i mali del mondo e che posso andare tranquillo.Parlando con i miei amici ed alcuni altri fra i presenti, mi rendo conto che quella sera la seduta è stata molto forte per tutti coloro che hanno bevuto l'ayahuasca, sia in positivo che, ancor più, in negativo (in diversi hanno vomitato o hanno avuto violenti attacchi di diarrea o, ancora, hanno avuto visioni terrificanti). Nessuno, però, tra quelli che si sono dichiarati più soddisfatti della loro personale esperienza, ha riferito d'avere avuto alcunché di simile a quello che ho sperimentato io. Alle cinque del mattino faccio ritorno al mio albergo in discrete condizioni di lucidità mentale e di forze.

meglio, potete davvero godervi la vita. Vi divertite non vi annoiate e non vi sentite frustrati. Facendo del vostro meglio, non date al Giudice l'opportunità di trovarvi colpevoli o di biasimarvi. Se avete fatto del vostro meglio e il Giudice tenta di condannarvi secondo il Libro della Legge, potete rispondere, senza rimpianti: "Ho fatto del mio meglio". Non è un accordo facile da mantenere, ma può davvero rendervi liberi. Facendo del vostro meglio, imparate ad accettarvi. Ma dovete essere consapevoli e imparare dagli errori. Ciò significa praticare, osservare onestamente i risultati e continuare a praticare. E' un sistema che aumenta la consapevolezza. Facendo del vostro meglio, non vi sembrerà di lavorare, perché qualunque cosa facciate, vi divertirete. Se vi piace ciò che fate, o se agite in un modo che non avrà ripercussioni negative su di voi significa che state facendo del vostro meglio. Lo fate perché volete, non perché dovete, o perché desiderate compiacere il Giudice o altre persone. Se agite perché dovete farlo, non riuscirete mai a fare del vostro meglio. A quel punto vi conviene non agire affatto. Se fate del vostro meglio tutto il tempo, è solo perché ciò vi rende felici. Questo significa agire per il piacere di agire. Agire vi porta a vivere in modo pieno, come quando, per esempio, restate tutto il giorno seduti davanti al televisore, perché avete paura di vivere e di correre il rischio di essere ciò che siete. Esprimere il vostro essere vuol dire agire. Potete avere grandi idee in testa, ma ciò che fa la differenza è l'azione, senza la quale non ci saranno risultati né ricompense. Un buon esempio è la storia di Forrest Gump. Non aveva grandi idee, ma agiva. Era contento, perché faceva sempre del proprio meglio in qualunque situazione e fu riccamente ricompensato perché non si aspettava nessuna ricompensa. Agire vuol dire essere vivi e correre il rischio di uscire nel mondo a esprimere il nostro sogno. E' molto diverso dal cercare di imporre il proprio sogno su qualcun altro, perché ciascuno ha il diritto di esprimere se stesso. Fare del proprio meglio è un'ottima abitudine. Io faccio del mio meglio in qualunque occasione. Farlo è diventato un rito, per e, perché ho scelto di renderlo tale. E' una credenza, come tutte le altre che ho scelto. Rendo ogni cosa un rituale e faccio sempre del mio meglio. Fare una doccia, per esempio, per me è un rituale, attraverso il quale dico al mio corpo quanto lo amo. Sento il piacere dell'acqua che i scorre addosso. Faccio del mio meglio per soddisfare i bisogni del mio corpo e per ricevere ciò che ha da darmi. In India esiste un rituale chiamato puja, in cui i celebranti prendono degli idoli che rappresentano Dio in molte forme e li lavano, li nutrono e danno loro amore. Cantano loro dei mantra, ma l'idolo in se stesso non è importante. Ciò che importa è il modo in cui il rituale viene eseguito, il modo in cui i partecipanti dicono: "Ti amo, Dio". Dio è vita. E' vita in azione. Il modo migliore di dire: "Dio, ti amo", è vivere facendo del proprio meglio. Il miglior modo di dire "Grazie, Dio", è lasciar andare il passato e vivere il presente, qui e ora. Qualunque cosa la vita vi tolga. lasciatela andare. Abbandonatevi, senza attaccamenti al passato, vi permettete di essere pienamente vivi nel momento presente. Lasciar andare il passato vi dà la possibilità di godere il sogno che sta accadendo ora. Se vivete in un sogno del passato, non può piacervi ciò che accade ora, perché vorreste sempre che fosse diverso da com'è. Non c'è tempo per rimpiangere nulla e nessuno, perché siete vivi. Non godere ciò che accade in questo momento, vuol dire vivere nel passato, cioè essere vivi solo a metà. Questo porta a compatirsi e a soffrire. Siete nati con il diritto di essere felici, con il diritto di amare, di godere e di condividere il vostro amore. Siete vivi, perciò prendete la vita e godetevela. Lasciatela passare attraverso di voi senza resistere, perché è Dio che sta passando dentro di voi. La vostra esistenza è la migliore prova dell'esistenza di Dio. E' la prova che esistono la vita e l'energia. Non c'è bisogno comunque di sapere o di provare nulla. Basta semplicemente correre il rischio e godersi la vita. Solo questo importa. Dite no quando volete dire no e sì quando volete dire sì. Avete il diritto di essere voi stessi e potete esserlo soltanto se fate del vostro meglio. Quando non lo fate, vi negate il diritto di essere voi stessi. Questo è un seme che

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dovreste coltivare nella mente. Non sono necessarie conoscenze o grandi concetti filosofici, né essere accettati dagli altri. Esprimete la vostra divinità essendo vivi e amando voi stessi e gli altri. E' un'espressione divina dire: "Ti voglio bene". I primi tre accordi funzioneranno soltanto se farete del vostro meglio. Non aspettatevi di essere sempre impeccabili con la parola. Le vecchie abitudini sono forti radicate nella mente. Ma potete fare del vostro meglio. Non aspettatevi di non prendere mai più nulla in modo personale. Fate soltanto del vostro meglio. Non pensate che non farete più supposizioni, ma certamente potete fare del vostro meglio per evitarlo. In questo modo, le abitudini errate si indeboliranno nel corso del tempo. Non dovete giudicarvi, sentirvi in colpa o punirvi se non riuscite a mantenere questi accordi. Se fate del vostro meglio, vi sentirete bene anche se non sarete sempre impeccabili con le parole, se prenderete qualcosa in modo personale o se farete supposizioni. Facendo sempre del vostro meglio, diventerete maestri della trasformazione. E' la pratica che fa il maestro. Fare del vostro meglio vi renderà dei maestri. Ogni cosa che avete imparato, l'avete imparata attraverso la ripetizione. Scrivere, guidare, camminare... Solo con la ripetizione continua siete riusciti a dominare queste attività. Siete dei maestri nel parlare la vostra lingua, perché l'avete praticata. L'azione è ciò che fa la differenza. Se fate del vostro meglio nella ricerca della libertà personale e dell'amore per sè stessi, scoprirete che è solo questione di tempo, prima che troviate ciò che state cercando. Non si tratta di sognare a occhi aperti o di restare seduti per ore in meditazione. Dovete alzarvi in piedi ed essere vivi. Dovete onorare l'uomo e la donna che siete. Rispettate il vostro corpo, godetelo, amatelo, nutritelo, pulitelo e guaritelo. Fate ginnastica, fate ciò che fa sentire bene il vostro corpo. Questa è una puja del corpo, è una comunione tra voi e Dio. Non c'è bisogno di adorare idoli della Vergine Maria, di Cristo o del Buddha. Se volete, tuttavia, se vi fa sentire bene, fatelo pure. Il vostro corpo è una manifestazione di Dio e se lo onorate tutto cambierà. Amando ogni parte del vostro corpo, piantate semi d'amore nella mente e quando cresceranno amerete e rispetterete il vostro corpo immensamente. Ogni azione diventa un rituale in cui onorate Dio. Il passo successivo è onorare Dio con ogni pensiero, ogni emozione, ogni convinzione, anche con ciò che è "giusto" o "sbagliato". Ogni pensiero diventa una comunione con Dio e vivete un sogno privo di giudizi e vittimismo, senza più bisogno di spettegolare e di trattarvi male. Se onorate questi Quattro Accordi tutti insieme, non c'è modo. Se siete impeccabili con la parola, se non prendete le cose a livello personale, se non supponete nulla e fate sempre del vostro meglio, avrete una bella vita. Sarete in grado di controllare la vostra vita al cento per cento. I Quattro Accordi sono l'essenza della padronanza della trasformazione, una delle arti dei Toltechi. Si tratta di trasformare l'inferno in paradiso, di trasformare il sogno del pianeta nel vostro sogno personale del paradiso. La conoscenza necessaria è qui, aspetta solo di essere usata. I Quattro Accordi sono qui: vi basta soltanto di adottarli e rispettarne il significato e il potere. Fate del vostro meglio per onorarli. Potete prendere oggi stesso questo impegno con voi stesi: "Scelgo di onorare i Quattro Accordi". Sono così logici e semplici che può comprenderli anche un bambino. Ma per poterli mantenere dovrete avere una volontà molto forte. Perchè? Perchè dovunque andiate, il vostro cammino sarà pieno di ostacoli. Tutti cercheranno di sabotare il vostro impegno verso gli accordi e tutto ciò che vi circonda può essere un pretesto per romperli. Il problema è che tutti gli accordi fanno parte del sogno del pianeta. Sono vivi e sono molto forti. Per questo dovete essere grandi cacciatori, grandi guerrieri, capaci di difendere i Quattro Accordi a costo della vita. La vostra libertà, la vostra felicità, il vostro intero modo di essere, dipendono da questo. La meta del guerriero è quella di trascendere questo mondo, di fuggire da questo inferno e non tornarci più. Come insegnano i Toltechi, la ricompensa è quella di trascendere l'esperienza umana della sofferenza, diventando un'incarnazione di Dio. Questa è la ricompensa. E'

indifferenza di ghiaccio mostra di avere un suo fascino ed una sua logica in rapporto a quel mio momento particolare. Non oppongo resistenza, sono pronto a seguirla. Traggo un insperato sollievo quando Sonia, la nuora di don Pedro ed ella stessa apprendista sciamana, inviata da don Pedro giunge in mio soccorso, mi parla e mi chiede come sto. Rimane in ginocchio accanto a me per non so quanto tempo. Le visioni ed il mio smarrimento a tratti sembrano toccare il limite massimo ma, aprendo gli occhi e vedendo ancora Sonia, mi rincuoro. Per un paio di volte la vedo trasfigurarsi contro lo sfondo scuro della notte in un vecchio sciamano vestito di pelli. Ha il viso incartapecorito e coperto di fango o di cenere ed i capelli sono lunghi ed arruffati. Forse guarda nella mia direzione, ma con distacco e indifferenza. Sembra in meditazione. Arriva anche don Pedro che mi soffia l'Agua Florida (un profumo rituale) sul capo e sulle mani giunte. Sonia mi porge un fiore secco invitandomi ad odorarlo. Ha un profumo molto intenso che mi dà energia. Con il fiore in mano e con l'aiuto di Sonia, barcollando ed inciampando più volte, raggiungo il mio posto nella capanna. Guardo verso don Pedro e vedo tanti don Pedro quante sono le persone presenti alla seduta. In seguito le riconosco una ad una e sento che sono presenze amiche e che anche nel loro silenzio ed immobilità emanano solidarietà per la mia difficile situazione. In questi momenti in particolare sento che l'icaro che sto ascoltando è quanto di più appropriato ci sia a sostenere ed a sviluppare la trasformazione che sento avvenire dentro di me. Mi sembra anche che dietro a tutta questa mia esperienza ci sia sempre don Pedro. La mia coscienza appare ancora abbastanza vigile, anche se talvolta la sento come sospesa a mezz'aria. Ho una gran sete. C'è è una borraccia con dell'acqua sul tavolo accanto a me, quasi a portata di mano. Capisco che non riuscirei a prenderla e lascio perdere. Sento che negli icari, tra loro sovrapposti e indirizzati ai pazienti, c'è è una componente rivolta a me. Essa mi sembra ricca di insegnamenti e comprendo che mi proviene in un qualche modo da don Pedro. Le visioni sono più controllate, mi sento leggermente meglio, sono più tranquillo e mi abbandono con crescente fiducia alla guida interiore che identifico con quasi assoluta certezza con don Pedro. Le visioni e gli icari mi stanno ora insegnando qualcosa, in modo chiaro, tranquillo. E lo fanno in modo ripetuto, tornando come ad ondate a ripropormi gli stessi tipi di insegnamento. Per prima cosa mi viene insegnato (non chiedetemi come - comunque intuisco, capisco, talvolta mi sembra di vedere) ad eliminare ogni desiderio e volizione. Ogni volta che esprimo un desiderio o l'intenzione di fare o pensare a qualcosa, intuitivamente mi viene fatto notare che il pensiero appena formulato contiene il verbo volere o un altro verbo similare ed io subito cerco di cancellarlo. Mi riesce abbastanza bene, probabilmente perché sono aiutato. Poi mi viene insegnato a concentrarmi e a pormi in una condizione di meditazione. Ma qui i miei ricordi sono vaghi. Segue un'altra fase in cui si cerca di farmi cancellare il senso dell'io. Anche in questo caso, quando formulo dei pensieri personalizzati, vale a dire dei pensieri il cui soggetto sono io o è in qualche misura legato a me, mi viene fatta notare la cosa ed io cerco di rimediare o eliminando l'intero pensiero, o modificando quella parte di esso dove compare la mia presenza. Ad un certo punto capisco, o intuisco, che occorrerebbe far sparire ogni verbo dal linguaggio della mente per raggiungere uno stato di perfetta assenza dell'io che, a tratti, mi sembra di realizzare. Questi processi sono ripetuti più volte ed ogni volta provo meno sforzo e difficoltà ad apprendere quanto mi viene insegnato. Sono processi che sperimento visivamicarente sotto forma di cerchi concentrici che si fanno sempre più piccoli sino a ridursi ad un punto. Quando ho realizzato la cancellazione del mio io, mi sono visto, o ho visto qualche parte di me, non so bene, affondare e sparire in uno stagno di melma scura. C'era anche un caimano che, con la testa che emergeva dalla melma, assisteva indifferente alla scena. Gli icari e le visioni intanto cominciano a veicolare insegnamenti di tipo concettuale. Certe domande che nella giornata o nei giorni precedenti mi ero posto trovano, per intuizione interna, una risposta che si incastra esattamente con la rispettiva domanda. Percepisco per un attimo la risposta, oserei dire che la vedo, e la riconosco come corretta e logica. Subito dopo essa entra in un piccolo scrigno (tipo cofanetto per anelli) incastonato su una parete verticale. Lo scrigno all' improvviso si chiude e io non vedo e non ricordo più il suo contenuto. A questo

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illuminanti, o si pone in semplice attesa che qualcosa di indefinito succeda. Dopo 20-30 minuti, mentre sono sdraiato per terra e con gli occhi chiusi, sento una pressione alla tempia destra oltre ad un senso di freddo che mi sale dai piedi. Queste sensazioni, che anche nelle precedenti sedute hanno preceduto il comparire degli effetti dell'ayahuasca, sono di lì a poco seguite da numerose visioni geometriche, vorticose, intense, sotto forma di onde di tantissimi colori che si sovrappongono o si succedono l'una all'altra come in un caleidoscopio. Mi accorgo che l'intensità delle visioni è accresciuta dagli icari che gli sciamani cantano contemporaneamente e ciascuno per proprio conto. In questa fase questi canti servono a far favorire la discesa dello spirito della pianta sul paziente che ciascun sciamano ha fatto sedere davanti a sé. Le visioni arrivano ad ondate e nei momenti di maggiore intensità mi trascinano in uno stato di semincoscienza. Di lì a poco perdo quasi ogni contatto con la realtà circostante e con la cognizione del tempo. Mi sembra di essere al centro di un vortice di onde e di colori che mi trascina vertiginosamente in mille direzioni. Cerco di controllare un fastidioso stimolo a vomitare. Mi si alternano, facendomi soffrire molto, un senso di grande calore e un senso di freddo intenso, per cui mi scopro e mi ricopro in continuazione con il sacco a pelo su cui sono sdraiato. Percepisco dapprima vagamente, in seguito con maggiore e crescente intensità (o intuisco), la presenza di una guida che identifico con, o intuisco essere, don Pedro. Se esprimo un desiderio o un' intenzione, essi falliscono quasi subito. Infatti mi accorgo di essere sempre più, man mano che il tempo passa, in balia della guida che fa di me quello che vuole e mi trascina lentamente da qualche parte o verso qualche esperienza sconosciuta infischiandosene dei miei desideri e timori. Ho paura e cerco di oppormi a farmi trascinare chissà dove, non sono sicuro che finirò bene. Il mio smarrimento e la mia paura ad un certo punto si trasformano in panico vero e proprio, specialmente quando mi sento solo. Infatti, le persone accanto a me sembrano statue morte, incapaci di portarmi aiuto. La percezione della presenza della guida è sempre e solo una impressione, a volte vaga e che talora perdo quando cerco di non abbandonarmi completamente per timore che dietro ad essa non ci sia veramente don Pedro, ma qualche cos'altro che vuole la mia rovina. Se apro gli occhi per prendere maggiore contatto con la realtà normale, vedo solo forme indefinite e scure sovrastate dalle solite visioni colorate in veloce movimento. Il mio senso di solitudine e di paura aumenta in modo vertiginoso e per un po' mi dà sollievo trovare e stringere una funicella del mio zaino che era nei pressi, a portata di mano. E' l'ultimo punto di contatto con la realtà normale. Ma subito dopo vengo trascinato via e mi perdo di nuovo. Ho momenti di maggiore lucidità alternati a momenti di quasi o totale perdita della normale coscienza. Nei momenti lucidi intuisco che gli icari servono a dirigere la forza della pianta, o quella dello sciamano, dentro di me. La potenziano anche. Ad un punto indefinito di questa situazione intuisco che presto vomiterò. Perciò mi alzo e, barcollando, esco dalla capanna; finisco anche con il piede nudo in un piccolo fosso melmoso. Sento una forza che mi dirige (o trascina) in certe direzioni ed io mi lascio guidare. Non vedo distintamente le cose che mi circondano, però mi sembra di intravedere un albero e intuisco che è proprio lì che debbo vomitare. Mi avvicino e cerco di toccarlo non sicuro che ci sia realmente. Lo sento, mi appoggio con una mano e vomito. Finito questo, mi guardo attorno e sento gli i icari provenire da una direzione abbastanza definita. Ma non vedo la capanna. Mi giro verso tutte le direzioni e vedo sempre lo stesso quadro indistinto e scuro. Rimango appoggiato per un po' all'albero (non so quanto). Le visioni mi tornano, ho paura, non so dove andare e se sono in grado di muovermi, vorrei aiuto, non so che fare. Sento qualcosa che mi spinge a sedermi per terra. Dopo non so quanto tempo mi sdraio completamente. Ho una paura tremenda di non potere più uscire da quella condizione, di perdermi e di non potere prendere l'aereo per tornare in Italia. Arrivo al punto in cui credo di stare per morire. Infatti le mie forze sono allo stremo e si rivelano impotenti a fronteggiare una situazione così devastante e tragica. La morte, ad un certo punto e all'improvviso, non mi fa più paura, mi sembra una cosa del tutto normale e accetto tranquillamente l'eventualità di morire in quello stesso momento. La vedo accanto a me, posso quasi toccarla tanto la percepisco reale. E non mi sembra così brutta, anzi, nella sua

necessario usare ogni scintilla del nostro potere, per riuscire a mantenere gli accordi. All'inizio, non credevi di farcela. Sono caduto molte volte, ma mi sono rialzato e sono andato avanti. Non mi sentivo male e non mi compativo. Dicevo: "Anche se sono caduto, sono abbastanza forte e intelligente per farcela!" Mi rialzavo e andavo avanti. Cadevo e mi rialzavo e ogni volta diventava più facile. Ma l'inizio è stato tremendamente difficile. Quindi, se cadete, non giudicate. Non date al vostro Giudice la soddisfazione di trasformarvi in una vittima. Siate duri con voi stessi. Alzatevi e prendete l'accordo di nuovo. "Bene, ho rotto l'accordo di essere impeccabile con la parola. Ricomincerò da capo e almeno per oggi manterrò tutti e quattro gli accordi. Oggi sarò impeccabile con la parola, non prenderò nulla in modo personale, non supporrò nulla e farò del mio meglio. Se rompete un accordo, ricominciate da capo il giorno successivo e quello dopo ancora. All'inizio sarà difficile, ma diventerà sempre più facile, finché un giorno scoprirete che state governando la vostra vita per mezzo dei Quattro Accordi. Sarete sorpresi della trasformazione avvenuta in voi. Non c'è bisogno di essere religiosi, o di andare in chiesa ogni giorno. L'amore e il rispetto per voi stessi crescono continuamente. Potete farcela. Se io ce l'ho fatta, potete farcela anche voi. Non preoccupatevi del futuro. Mantenete l'attenzione sull'oggi e restate nel momento presente. Vivete giorno per giorno, fate sempre del vostro meglio per mantenere gli accordi e presto diventerà più facile. Oggi è l'inizio di un nuovo sogno. 6 La via tolteca verso la libertà Rompere i vecchi accordiTutti parlano di libertà. In tutto il mondo, persone diverse, di razze e paesi diversi, lottano per la libertà. Ma che cos'è la libertà? In America, diciamo di vivere in un paese libero. Ma siamo davvero liberi? Siamo liberi di essere ciò che siamo realmente? La risposta è no. La vera libertà è quella dello spirito umano, la libertà di essere ciò che siamo veramente. Cosa ci impedisce di essere liberi? Diamo la colpa al governo, al clima, ai genitori alla religione, a Dio. Ma siamo soltanto noi stessi a impedisci di essere liberi. A volte ci sposiamo e diciamo di aver perso la nostra libertà. Poi divorziamo e non siamo liberi neppure allora. Cosa ci blocca? Perchè non possiamo essere noi stessi? Abbiamo ricordi di un passato lontano, in cui eravamo liberi, ma abbiamo dimenticato il significato della libertà. Se guardiamo un bambino di due o tre anni, ci troviamo davanti a un essere umano libero. Perchè è libero? Perchè fa tutto quello che vuole. E' senza regole, selvaggio, come un fiore, un albero o un animale non addomesticato. Se guardiamo bene i bambini piccoli, scopriamo che quasi sempre sorridono e si divertono. Esplorano il mondo, non temono di giocare. Hanno paura se si fanno male, se hanno fame, se alcuni dei loro bisogni non vengono soddisfatti, ma non si preoccupano del passato né del futuro e vivono solo nel momento presente. I bambini piccoli non temono di esprimere ciò che sentono. Se percepiscono amore, si sciolgono in quell'amore. Non hanno paura di amare. Questa è la descrizione di un essere umano normale. Da bambini non abbiamo paura del futuro e non ci vergogniamo del passato. La nostra tendenza naturale è quella di goderci la vita, giocare, esplorare, essere felici e amare. Ma cosa accade con l'adulto? Perchè siamo così diversi? Perchè non siamo più selvaggi? Dal punto di vista della Vittima, possiamo dire che ci è accaduto qualcosa di spiacevole e dal punto di vista del guerriero possiamo dire che quello che ci è accaduto è normale. E' successo che il Libro della Legge, il Giudice e la Vittima governano la nostra vita. Non siamo più liberi, perché il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze non ci permettono di essere ciò che siamo realmente. Una volta che la nostra mente è stata programmata con tutta quella spazzatura, non siamo più felici. Questa catena di addestramento, da persona a persona, da una generazione all'altra, è perfettamente normale nella nostra società. Non dovete incolpare i vostri genitori per avervi insegnato a essere come loro. Cosa potevano insegnarvi, se non ciò che sapevano? Hanno fatto del loro meglio e se vi

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hanno maltrattato è stato a causa del loro addomesticamento, delle loro paure, delle loro credenze. Non avevano nessun controllo sulla programmazione che avevano ricevuto, quindi non potevano comportarsi in modo diverso. Non biasimate i genitori, né chiunque altro vi abbia trattato male, compresi voi stesi. Ma è tempo di mettere fine ai maltrattamenti. E' tempo di liberarvi dalla tirannia del giudice, cambiando le basi dei vostri accordi. E' tempo di liberarvi dal ruolo i Vittima. Il vostro vero essere è ancora un bambino che non è mai cresciuto. A volte viene fuori quando vi divertite, quando giocate, dipingete o scrivete poesie, suonate il piano o vi esprimete in qualunque altro modo. Quelli sono i momenti più belli della vita, quando il vostro vero essere esce allo scoperto e siete come bambini a cui non importa del passato e del futuro. Ma c'è qualcosa che cambia tutto: le responsabilità. Il Giudice dice: "Aspetta un attimo, tu sei responsabile, hai delle cose da fare, devi lavorare, devi andare a scuola, devi guadagnarti da vivere". Ci vengono in mente tutte le nostre responsabilità, il nostro volto cambia e diventiamo di nuovo seri. Se osservate i bambini quando giocano a fare gli adulti, vedrete cambiare il loro viso. "Giochiamo all'avvocato e al cliente", dicono e improvvisamente la loro espressione si fa molto seria. Se andiamo in tribunale, quelle sono le facce che vediamo. Quello è ciò che siamo. Siamo ancora bambini, ma abbiamo perso la libertà. La libertà che cerchiamo è quella di essere noi stessi, di poterci esprimere. Ma se diamo un'occhiata alla nostra vita, vedremo che la maggior parte delle volte agiamo per compiacere gli altri, per essere accettati da loro, anziché vivere per compiacere noi stessi. Questa è la fine che ha fatto la nostra libertà. Nella nostra società e in tutte le società del mondo, novecentonovantanove persone su mille sono completamente addomesticate. La cosa peggiore è che molti di noi non si rendono neppure conto di non essere liberi. Qualcosa in un angolo della mente sussurra che non siamo liberi, ma non capiamo di cosa si tratti. Il problema è che quasi tutti vivono senza scoprire mai che la loro mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e quindi non hanno la possibilità di liberarsi. Il primo passo verso la libertà è la consapevolezza. Dobbiamo conoscere il problema, per poterlo risolvere. La consapevolezza è sempre il primo passo, perché senza di essa non si può cambiare nulla. Se non siete consapevoli che la vostra mente è piena di ferite e di veleni emozionali, non potete iniziare a curarla e continuerete a soffrire. Non c'è ragione di soffrire. La consapevolezza può spingervi a ribellarvi, a dire: "Basta!" Potete cercare un modo di guarire e trasformare il vostro sogno personale. Il sogno del pianeta è solo un sogno non è reale. Se cominciate a sfidare le vostre credenze, scoprirete che la maggior parte di esse, quelle che vi hanno portato a vivere nella mente ferita, non sono neppure vere. Scoprirete che avete sofferto tanti anni per niente. Perchè? Perchè il sistema di credenze che vi è stato instillato nella mente è basato sulla menzogna. Per questo è importante controllare il vostro sogno. Per questo i Toltechi sono diventati maestri del sogno. La vita di ciascuno è la manifestazione del proprio sogno. E' un'arte. Potete cambiare vita in qualunque momento, se il sogno non vi piace. I maestri del sogno creano vite che sono dei capolavori. Controllano il sogno facendo delle scelte. Ogni cosa ha delle conseguenze e un maestro del sogno è consapevole delle conseguenze. Essere un tolteco è un modo di vivere in cui non ci sono capi né seguaci, in cui una persona ha la sua verità e la vive. Un tolteci diventa saggio, selvaggio e di nuovo libero. Ci sono tre arti che possono guidarvi a diventare Toltechi. La prima è la Padronanza della Consapevolezza, che significa essere consapevoli di chi siamo veramente, con tutte le possibilità che questo comporta. La seconda è la Padronanza della Trasformazione: come cambiare, come liberarci dall'addomesticamento. La terza è la Padronanza dell'Intento. Dal punto di vista tolteco, l'intento è quella parte della vita che rende possibile la trasformazione dell'energia. E' l'essere vivente che racchiude tutta l'energia, senza interruzione, è ciò che chiamiamo "Dio". L'intento è la vita stessa, è amore incondizionato. La padronanza dell'Intento, quindi è la Padronanza dell'Amore. Nella via tolteca verso la libertà, esiste una mappa per rompere le catene dell'addomesticamento. I

abbiamo bevuto l'ayahuasca, non ero per niente soddisfatto. L'effetto dell'ayahuasca su di me era sempre stato al di sotto delle aspettative e, comunque, decisamente inferiore a quello ottenuto dai miei tre amici. Ci sono state sedute interamente negative, accanto ad altre caratterizzate dalla presenza di visioni più o meno sempre uguali e prive, apparentemente, di qualsiasi significato. Avevo provato già con cinque sciamani diversi senza notare alcuna differenza sostanziale, tranne che in una sola e limitata occasione. Don Pedro (il nome è stato cambiato), lo sciamano Shipibo di Pucallpa col quale avevo avuto precedentemente cinque sedute e che sembrava essersi preso maggiormente a cuore le nostre istanze, si era dimostrato incapace a togliermi quel blocco che lui sosteneva di avere individuato in me (mi ha parlato di un soffio, di una corrente d'aria nel mio corpo, o di uno spirito che impediva alle visioni di raggiungere la testa). Anche il suo comportamento si era fatto estremamente antipatico e deludente. Alla iniziale cortesia e disponibilità, si era sostituito un atteggiamento che non riuscivo ad accettare. Aveva cominciato a chiedere, senza alcuna giustificazione, soldi ed altri regali con una faccia tosta che non ci saremmo aspettati da lui. Per queste ragioni, oltre che per lo sconforto che già avevo, associate al fatto che la nostra permanenza in Perù stava esaurendosi, avevo deciso di troncare definitivamente con lui. Volevo provare, come ultima volta, con un altro sciamano, don Laurencio, che godeva fama di provocare esperienze con l'ayahuasca molto più profonde e decise (forse anche troppo, da quello che ho sentito in giro). "O la va, o la spacca!", come si dice quando si è decisi a tutto. I miei amici mi hanno a fatica persuaso a fare un ultimo tentativo con don Pedro. Ho accettato con tantissime riserve e senza alcun interesse. Quella che segue è la relazione di questa seduta che ho scritto al mio risveglio il mattino seguente. RESOCONTO Pucallpa, 25 ottobre 1994. Alle ore 20,30, Antonio, Fabio ed io abbiamo raggiunto l'abitazione di don Pedro alla estrema periferia di Yarinacocha, villaggio distante pochi chilometri da Pucallpa. Ci sono, nella veste di curanderos, anche don Emanuel, sciamano probabilmente Muraya (il massimo grado della gerarchia sciamanica), un altro sciamano parente di don Pedro, più un apprendista sciamano. C'è anche una nutrita schiera di pazienti (dalle 20 alle 30 persone) tra indigeni e meticci venuti a farsi diagnosticare i propri malanni e sfortune e a farsi prescrivere la relativa terapia: il tutto viene comunicato agli sciamani dagli spiriti che si rivelano attraverso l'ingestione dell'ayahuasca. Sono infine presenti alcuni bambini ammalati, in genere molto piccoli e per lo più dormienti tra le braccia dei genitori. Don Pedro è già seduto al suo solito posto al centro di uno dei lati maggiori della capanna ed ha accanto a sé gli altri sciamani. Tutti gli altri sono stipati nel rimanente spazio sotto la capanna, ed anche fuori. Questa ha forma rettangolare, di circa 8 metri per 4, ed è formata da un tetto di foglie di palma sostenuto da pali di legno. Non ci sono pareti laterali. E' posta accanto alla abitazione di don Pedro, in uno spiazzo circondato da orti. La gente sta sdraiata o seduta per terra, gomito a gomito. Pian piano i convenuti abbassano il tono della voce e le varie conversazioni si attenuano. Sono circa le ore 21 quando don Pedro inizia il canto (icaro) che serve a richiamare lo spirito della "pianta-madre" dell'ayahuasca. Ad un certo punto mi chiama e mi ordina di soffiare alcune volte all' interno di un bicchiere pieno a metà di ayahuasca e di bere un sorso ma, se volevo, aggiunge, potevo berne di più. Procedura insolita, riservata solo a me ed a Fabio. Bevo a fatica l'intero contenuto dal sapore orrendo ed amarissimo. Dopo di me chiama a bere, uno alla volta, Fabio, Antonio, gli altri sciamani e due o tre pazienti accompagnando la mescita con icari identici. Per ultimo beve lui stesso. La luce viene poi spenta e ciascuno raccoglie in un silenzio interiore i propri pensieri e le proprie speranze: di guarire, di risolvere i più svariati problemi esistenziali, di avere visioni

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DESIDERARE DI AVERE CIO' CHE NON MERITI O ANCORA NON MERITI. E' COME ENTRARE NEL REGNO SENZA ESSERE INVITATI. HO CONOSCIUTO ALCUNE PERSONE CHE HANNO FATTO L'ESPERIENZA MOLTEPLICI VOLTE, MA NON SONO CAMPIONI INIZIATICI, TUTT'ALTRO. CIO' CHE ERANO PRIMA DELL'ESPERIENZA, CON VIZI E DEBOLEZZE, TALI RESTANO DOPO. NONOSTANTE TUTTO, RISPETTO CHI DECIDE DI SPERIMENTARE ALMENO UNA VOLTA. QUI DI SEGUITO, LA TESTIMONIANZA DI UNA PERSONA CHE HA BEVUTO E HA GODUTO DI UN'ALTERAZIONE DELLA COSCIENZA INTRODUZIONE Questo articolo vorrebbe rappresentare la continuazione ideale del pregevole lavoro del Dr. Antonio Bianchi comparso sul secondo volume del 1994 dei Quaderni di Parapsicologia. Per tale ragione non mi soffermo su quegli argomenti che sono già stati trattati dal Dr. Bianchi, alla cui opera rimando il lettore che volesse saperne di più (Nota 1). Bastino queste poche informazioni preliminari. In quell'articolo il Dr. Bianchi illustrava le singolari proprietà di una droga allucinogena, l'ayahuasca, derivata da una liana diffusa in tutta la foresta amazzonica. Leggendo l'articolo, l'aspetto che mi era parso più rilevante è che l'ayahuasca viene estratta da una pianta considerata una "pianta-maestro". Dietro questa definizione si cela la supposta capacità dello spirito della pianta di dare agli sciamani della foresta insegnamenti di vario genere, da quelli di ordine pratico (come guarire le persone ammalate, come ritrovare oggetti smarriti o rubati, come fare una buona caccia, ecc.), a quelli che permettono allo sciamano ed ai suoi discepoli di ottenere una emancipazione spirituale. Il mio interesse si è subito focalizzato principalmente su due punti: 1) verificare se veramente dietro alla pianta dell' ayahuasca si cela un "maestro", o alcunché di equivalente, e 2) di capire, in caso affermativo del punto precedente, in che modo possano mai gli insegnamenti essere trasmessi ai discepoli. Non restava altro che fare le valige, partire per la foresta amazzonica e bere l'ayahuasca. E così feci. Ho trascorso l'intero mese di ottobre del 1994 a Pucallpa, cittadina nel cuore della foresta amazzonica peruviana, in compagnia del sopracitato Dr. Antonio Bianchi e di altri due amici ugualmente interessati a queste cose: Luigi Vernacchia e Fabio Ravanello. Ci siamo spostati anche lungo il fiume Ucayali sino alla cittadina di Atalaya, visitando diversi villaggi e, quando presenti, contattando gli sciamani e bevendo con essi l'ayahuasca. La conoscenza che il Dr. Bianchi aveva sia della ambiente amazzonico, che di alcuni sciamani che utilizzano l'ayahuasca, ha reso notevolmente più facile affrontare questa difficile esperienza. Esperienza che, tuttavia, non è stata per niente immune da pericoli, fatiche e delusioni di vario genere e sui quali non desidero soffermarmi. I PRELIMINARI Dopo quasi un mese di permanenza in Perù e dopo almeno 9-10 sedute nel corso delle quali

Toltechi paragonano il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze a un parassita che invade la mente umana. Dal loro punto di vista, gli esseri umani addomesticati sono malati, perché c'è un parassita che controlla la loro mente, cibandosi delle emozioni negative nate dalla paura. Un parassita è un essere vivente che vive a spese di altri esseri viventi, succhiando la loro energia senza offrire nulla in cambio e danneggiando a poco a poco l'ospite. Il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze si adattano molto bene a tale descrizione. Insieme, formano un essere costituito di energia psichica, o emozionale e si tratta di un essere vivo. Ovviamente non sto parlando di energia materiale, ma neppure le emozioni o i sogni sono composti di energia materiale, eppure sappiamo che esistono. Una unzione del cervello è quella di trasformare l'energia materiale in energia emozionale. Il cervello è la fabbrica delle emozioni. Abbiamo detto che la funzione principale della mente è quella di sognare. I Toltechi credono che il parassita (il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze) abbia il controllo della mente e quindi del sogno personale. Il parassita sogna attraverso la vostra mente e vive attraverso il vostro corpo. Sopravvive alle emozioni negative e si nutre di sofferenza. La libertà che cerchiamo è quella di usare la mente e il corpo, di vivere la nostra vita, anziché quella impostaci dal sistema di credenze. Quando scopriamo che la mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e che il nostro vero sè è alle corde, abbiamo soltanto due scelte: quella di continuare così, arrendendoci al Giudice e alla Vittima e vivendo nel sogno del pianeta, oppure fare come fanno i bambini quando i genitori cercano di addomesticarli. Possiamo ribellarci e dire: "No!" dichiarando guerra al parassita, una guerra d'indipendenza, una guerra per il diritto di usare la nostra mente e il nostro cervello. Per questo in tutte le tradizioni sciamaniche americane, dal Canada all'Argentina, gli adepti si definiscono "guerrieri": sono in guerra contro il parassita annidato nella mente. Questo è il vero significato dell'essere un guerriero. Guerriero è chi si ribella contro l'invasione del parassita. Ma ciò non significa avere la certezza di vincere. Possiamo vincere o perdere, ma facciamo sempre del nostro meglio e almeno abbiamo una possibilità di essere di nuovo liberi. Scegliere questa via ci dà, se non altro, la dignità della ribellione e ci permette di non essere vittime delle nostre emozioni capricciose o dei veleni emozionali degli altri. Anche se soccombiamo al nemico, al parassita, almeno non avremo ceduto senza combattere. Essere un guerriero ci dà l'opportunità di trascendere il sogno del pianeta e di trasformare il nostro sogno personale in un paradiso. Proprio come l'inferno, il paradiso è un luogo che esiste nella mente. E' un luogo di gioia, dove siamo felici, liberi di amare e di essere ciò che siamo realmente. Possiamo andare in paradiso da vivi, senza bisogno di aspettare fino alla morte. Dio è sempre presente e il suo regno è dovunque, ma prima dobbiamo avere occhi e orecchie per vedere e ascoltare la verità. Dobbiamo liberarci del parassita. Il parassita può essere paragonato a un mostro con mille teste. Ogni testa è una paura che abbiamo. Se vogliamo essere liberi, dobbiamo distruggere il parassita. Un modo è quello di attaccare una testa dopo l'altra, affrontando le nostre paure una alla volta. E' un processo lento, ma funziona. Ogni volta che vinciamo una paura, siamo un po' più liberi. Un secondo sistema è quello di smettere di nutrire il parassita. Se non gli diamo cibo, morirà di fame. Per poterlo fare, dobbiamo avere il controllo delle emozioni, ed evitare di alimentare quelle che derivano dalla paura. E' facile da dire, ma difficile da mettere in pratica, perché il Giudice e la Vittima controllano la nostra mente. Una terza soluzione è l'iniziazione del morto. Si tratta di un sistema usato da molte tradizioni e scuole esoteriche in tutto il mondo. Lo troviamo in Egitto, in India, in Grecia, in America. Si tratta di una morte simbolica che uccide il parassita senza danneggiare il corpo fisico. Quando moriamo simbolicamente, il parassita muore con noi. E' la soluzione più rapida, ma anche la più difficile da mettere in pratica. C'è bisogno di

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un grande coraggio per affrontare l'angelo della morte. Bisogna essere molto forti. Esaminiamo ciascuna di queste tre soluzioni. L'arte della trasformazione: Il sogno della seconda attenzione Abbiamo detto che il sogno in cui vivete ora è il risultato del sogno esterno che ha agganciato la vostra attenzione, inculcandovi le proprie credenze. Il processo di addomesticamento può essere chiamato il sogno della prima attenzione, perché è il modo in cui la vostra attenzione è stata usata la prima volta per creare il primo sogno della vostra vita. Un modo per cambiare le vostre credenze è quello di concentrare l'attenzione su tutte le convinzioni che avete, per cambiarle. Così facendo, usate l'attenzione una seconda volta e create quindi il sogno della seconda attenzione, un sogno nuovo. La differenza è che non siete più innocenti. Quando eravate bambini, non avevate scelta. Ma ora non siete più dei bambini. Ora sta a voi scegliere in cosa credere. Potete scegliere di credere in ciò che preferite, anche in voi stessi. Il primo passo è diventare consapevoli della nebbia dentro la mente. Dovete comprendere che sognate tutto il tempo. Solo con la consapevolezza potete trasformare il sogno. Sapete che il dramma della vostra vita è il risultato di ciò che credete e ciò che credete non è reale, perciò potete cominciare a cambiarlo. Tuttavia, per cambiare le vostre credenze, dovete focalizzare l'attenzione su ciò che volete cambiare. Dovete sapere quali accordi non vi vanno più bene, prima di poterli trasformare. Il passo successivo, quindi, consiste nel diventare consapevoli di tutte le credenze limitanti e basate sulla paura che vi rendono infelice. Fate un inventario di tutto ciò in cui credete, di tutti i vostri accordi e attraverso questo processo date inizio al cambiamento. I Toltechi la chiamano Arte della Trasformazione, ed è davvero un'arte. Si coltiva cambiando gli accordi basati sulla paura che vi fanno soffrire e riprogrammando la mente a modo vostro. Uno dei modi per riuscirci è quello di esplorare e adottare credenze alternative, come per esempio i Quattro Accordi. La decisione di adottare i Quattro Accordi è una dichiarazione di guerra contro il parassita. Gli Accordi offrono la possibilità di porre fine al dolore emozionale, aprendo la strada a una vita felice, a un nuovo sogno. Sta a voi esplorare le possibilità del vostro sogno, se vi interessa. I Quattro Accordi sono stati creati per aiutarvi nell'Arte della Trasformazione, per rompere gli accordi limitanti, per farvi acquisire un maggiore potere personale e per rendervi più forti. Più diventate forti, più accordi riuscirete a rompere, fino al momento in cui arriverete al nocciolo di tutti gli accordi. Arrivare al nocciolo è ciò che io chiamo andare nel deserto. Quando andate ne deserto, incontrate le vostre emozioni faccia a faccia. Quando tornate, tutti i demoni si trasformano in angeli. Praticare i Quattro Accordi è un atto di potere. Rompere gli incantesimo di magia nera che imprigionano la vostra mente richiede un grande potere personale. Ogni volta che ne rompete uno, acquisite potere. Cominciate da quelli più piccoli, poi a mano a mano che il vostro potere personale aumenta, potrete avvicinarvi al punto in cui affronterete i grandi demoni della vostra mente. Per esempio, quella bambina a cui fu detto di non cantare, ora ha vent'anni e ancora non canta. Un modo per superare la convinzione di avere una brutta voce, è quello di dire: "Va bene, proverò a cantare, anche se sono stonata". Quindi può fingere che ci sia qualcuno che applaude, dicendo: "Canti benissimo". E' un progresso, ma l'accordo è sempre lì. Tuttavia, la ragazza ora un po' di potere in più e continuando a provare un giorno riuscirà a rompere l'accordo. Questo è un modo di uscire dal sogno infernale. Ma è necessario sostituire ogni accordo rotto con uno nuovo che vi renda felici. Se occupate lo spazio mentale di un vecchio accordo con uno nuovo, il vecchio non potrà più tornare. Nella mente ci sono molte forti convinzioni che possono far sembrare impossibile questo processo. Per questo è necessario fare un passo alla volta, ed essere pazienti. Si tratta di un processo lento. Il modo in cui vivete ora è il risultato i molti anni di addomesticamento. Non potete aspettarvi i cambiare tutto in un giorno. Rompere gli accordi è molto difficile perché abbiamo messo in ognuno di essi il potere della nostra parola (che è il potere della

Quando siamo nel dominio del Tonal non c'è spazio per l'irrazionalità mentre nel Nagual non c'è spazio per la razionalità. Per un guerriero, l'Intento è il portale in mezzo ai due domini. Il Tonal di ognuno di noi non è altro che un riflesso dell'indescrivibile sconosciuto riempito di ordine; il Nagual di ogniuno di noi non è altro che un riflesso di quell'indescrivibile vuoto che contiene tutto. DA ALCUNI ANNI, ALCUNI SCIAMANI PERUVIANI ARRIVANO IN ITALIA, FANNO TAPPA IN ALCUNE CITTA' CHIAVE, OVE ESSI HANNO GRUPPI DI FEDELI, E CON UNA CIFRA CHE SI AGGIRA TRA LE 150 e 200 EURO, CONSENTONO DI EFFETTUARE ESPERIENZE AYAHUASCHERE. MI SPIEGO MEGLIO. GLI ADEPTI DELLO SCIAMANO SI INCONTRANO VERSO LE 8.00 DI SERA IN VILLE ISOLATE, IN MODO CHE GLI ASTANTI POSSANO GODERE DI UN'ESPERIENZA ESTATICO-SCIAMANICA GRAZIE AD UN'ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA USUALE, BEVENDO UN BICCHIERE DI AYAHUASCA, OSSIA UNA BIBITA AMARA OTTENUTA DA UNA PIANTA POTENTEMENTE PSICOTROPA. GLI SCIAMANI AFFERMANO CHE QUESTA PIANTA, CONSIDERATA SACRA, ABBIA UNO SPIRITO, E QUESTO SPIRITO PUO' DECIDERE DI NON OFFRIRE ALCUN'ALTERAZIONE DELLA COSCIENZA A CHI NON E' PRONTO. NEL GRUPPO VI SONO PESONE ALLA PRIMA ESPERIENZA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PERSONE CHE HANNO FATTO L'ESPERIENZA ANCHE DUE O TRE VOLTE. L'INDIVIDUO BEVE L'AYAHUASCA E O LA VOMITA POCO DOPO (SE LA RIGETTA), O NON BENEFICIA DI ALCUNA VISIONE, OPPURE OTTIENE LA VISIONE. IN PRIMO LUOGO OCCORRE DIRE CHE L'AYAHUASCA NON E' UNA DROGA, ERGO NON CREA DISASTRI CEREBRALI COME LE DROGHE. E' ASSOLUTAMENTE INNOCUA DA QUESTO PUNTO DI VISTA. IN SECONDO LUOGO, L'AYAHUASCHERO NON PERDE COSCIENZA O CADE IN SONNO, MA E' PERFETTAMENTE COSCIENTE. DICIAMO CHE LA BANDA VIBRAZIONALE CHE PUO' ESSERE PERCEPITA SI ESPANDE, E L'AYAHUASCHERO INIZIA A VEDERE LE ENERGIE, PUR VEDENDO ANCHE LA REALTA' MATERIALE. PUO' ACCADERE DI VEDERE IL PROPRIO SPIRITO, IL PROPRIO MAESTRO INTERIORE. SPESSO LE ENERGIE SI MOSTRANO CON ARCHETIPI ANIMALI, IL CHE SPINGE SUBITO A PENSARE CHE LA TRADIZIONE EGIZIA ABBIA INCONFUTABILI CONNESSIONI SCIAMANICHE. SI PUO' VEDERE DI TUTTO, E CIO' CHE E' POSSIBILE VEDERE DIPENDE COMUNQUE DAL PROPRIO STATO DI EVOLUZIONE SPIRITUALE E DAL PROPRIO DESTINO MISTICO. NON HO MAI VOLUTO FARE QUESTA ESPERIENZA E NON CERTO PER TIMORE. NON INTENDO FARLA, PUR RISPETTANDOLA, PERCHE' LA RITENGO UN'ESPERIENZA CHE NON FA AVANZARE DI UN PASSO SUL PIANO DELL'EVOLUZIONE E DELLA TRASMUTAZIONE. LA RITENGO UN OSSERVAZIONE INDEBITA NEI MONDI ASTRALE E SPIRITUALE. RITENGO CHE SE CE LO MERITIAMO, POTREMMO AVERE ESPERIENZE ANCOR PIU' POTENTI SENZA IL BISOGNO DI BERE L'AYAHUASCA. SE AVANZIAMO DAVVERO SULLA VIA DELLO SPIRITO, LO STESSO SPIRITO PUO' MOSTRARCI COSE STRABILIANTI. IO HO GODUTO DI ESPERIENZE MISTICHE POTENTI IN ASSENZA DI SOSTANZE PSICOTROPE. LA LEGGE DIVINA IMPONE CHE OGNI AZIONE SPIRITUALE PORTA SEMPRE I SUOI FRUTTI, PER CUI VEDO LA RITUALITA' AYAHUASCHERA COME IL DESIDERIO DI GODERE DI UN FRUTTO SENZA MERITARLO. QUESTA SENSAZIONE E' MOLTO FORTE IN ME, E MI HA IMPEDITO DI PARTECIPARE A CERIMONIE SCIAMANICHE PUR AVENDONE LA PIENA POSSIBILITA'. DIREI ADDIRITTURA CHE ALLA LUNGA QUESTE SOSTANZE POTREBBERO PERSINO BLOCCARE LA CRESCITA SPIRITUALE, ANCHE PERCHE' LO SPIRITO INTERIORE, SU CERTE COSE, E' INFLESSIBILE E INESORABILE: NON

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Quell'isola è fatta dalle nostre percezioni che sono state allenate a focalizzarsi verso certi elementi; ogniuno di questi elementi e tutti loro insieme formano la nostra visione del mondo. Quindi qualunque cosa sappiamo di noi stessi e del mondo è il Tonal. Il Tonal inizia con la nascita e finisce con la morte; è ciò che "crea" il mondo nel senso che lo valuta e lo giudica in accordo alle regole del Tonal: crea le regole con il quale comprende il mondo. Se il Tonal è paragonata a un'isola, il Nagual è tutto il resto ciò che la circonda. Il Nagual è la parte di noi che non ha descrizione (niente parole, nomi, sensazioni, conoscenza, anima, mente o i pensieri). Il Nagual è consapevole di tutto, è la sola parte di noi in grado di creare ed è capace di compiere incredibili imprese. Inizialmente l'uomo è Nagual, poi per necessità genera il Tonal che tuttavia sopraffà il Nagual rendendo opaco il suo splendore. Nel momento in cui diventiamo Tonal non facciamo nient'altro che incrementare quella vecchia sensazione di incompletezza che ci accompagna dal momento della nascita e che ci dice costantemente che c'è un'altra parte che ci da completezza. Tuttavia possiamo far diventare il Nagual una parte del Tonal diventando consapevole del Nagual. La più grande arte del Tonal è quella di sopprimere qualsiasi manifestazione del Nagual in maniera tale che nemmeno se la sua presenza dovrebbe essere la più ovvia cosa nel mondo, essa è impercettibile. In alcuni momenti, il Tonal è consapevole che c'è dell'altro in noi. Questi sono i momenti in cui il Nagual emerge. Ogni Tonal ha due lati: quello esterno che è la parte delle azioni e quello interno (più delicato e complesso) della decisione e del giudizio. Il Tonal ideale ha questi due livelli in armonia e equilibrio. Un'arte del guerriero è quella di far emergere il Nagual per sostenere il Tonal. Solo elevando il Tonal, il Nagual può emergere. Questa elevazione è chiamato potere personale. Il Nagual è quindi sotto il controllo del guerriero. Uno stregone ha bisogno di un forte e libero Tonal e affinche si raggiunga questo scopo, la persona deve essere consapevole di tutto ciò che avviene nell'isola/dominio del Tonal (chiarificazione personale: quindi si deve analizzare la propria persona, le proprie credenze, programmi mentali, ecc..).

volontà). Per cambiare l'accordo, abbiamo bisogno della stessa quantità di potere. Non possiamo usarne una quantità minore di quella che è stata necessaria per stabilirlo. Il problema è che quasi tutto il nostro potere è investito nel mantenimento degli accordi presi con noi stessi. Per questo tali accordi sono come una droga che crea dipendenza. Siamo dipendenti dall'ira, dalla gelosia e dall'autocompatimento. Siamo dipendenti dalle convinzioni che ci fanno dire: "Non sono abbastanza bravo, non sono abbastanza intelligente. Perchè provarci, allora? Se gli altri possono farcela, è perché sono migliori di me". Tutti questi vecchi accordi che governano il sogno della nostra vita sono il risultato di infinite ripetizioni. Perciò per adottare i Quattro Accordi, dovete mettere in azione la ripetizione. Praticare i Quattro Accordi nella vita quotidiana è il modo in cui il vostro meglio diventa ancora migliore. La ripetizione crea il maestro. La disciplina del guerriero: controllare il proprio comportamento Immaginate di svegliarvi una mattina, pieni di entusiasmo. Vi sentite bene, felici e con tanta energia per affrontare la giornata. Poi, a colazione, litigate con vostra moglie o vostro marito e lasciate uscire un flusso di emozioni. Vi arrabbiate e nella rabbia mettete tutto il vostro potere personale. Dopo la lite vi sentite esausti, vorreste soltanto piangere. Siete così stanchi che tornate in camera vostra, vi gettate sul letto e cercate di rimettervi in sesto. Trascorrete la giornata avvolti nelle vostre emozioni, non avete energia e desiderate soltanto stare lontani da tutto. Ogni mattina ci svegliamo con una certa quantità di energia mentale, emozionale e fisica, che spendiamo durante il giorno. Se permettiamo alle emozioni di privarcene, non avremo energia da dedicare al cambiamento o ai rapporti con glia altri. Il modo in cui vedete il mondo dipende dalle emozioni che provate. Quando siete irritati, intorno a voi nulla va per il verso giusto. Che piova o ci sia il sole, vi sembra comunque sbagliato. Quando siete tristi, tutto ciò che vi circonda è triste e vi fa venire voglia di piangere. Vedete gli alberi e vi intristite, vedete la pioggia e tutto appare brutto. Forse vi sentite vulnerabili e desiderate proteggervi perché non sapete in quale momento sarete attaccati. Non vi fidate di nulla e di nessuno intorno a voi: vedete il mondo con gli occhi della paura. Immaginate che la mente umana sia come la vostra pelle. Se la pelle è sana, toccarla è piacevole. Ora immaginate i avere una ferita che vi procura un'infezione. Se toccate la pelle nel punto infetto sentite dolore e cercate quindi di coprire e proteggere quel punto. Essere toccati non vi fa piacere, perché vi causa dolore. Immaginate ora che tutti gli esseri umani abbiano la pelle malata. Nessuno può toccare gli altri, perché toccarsi fa male. Tutti hanno la stessa infezione, quindi quello stato della pelle viene considerato normale. Crediamo di essere così per natura. Riuscite a immaginare come ci comporteremmo gli uni con gli altri, se tutti avessimo una malattia della pelle? Non ci abbracceremmo mai e per evitare il dolore tenderemmo a creare una distanza tra noi. La mente umana si adatta esattamente a questa descrizione. Ciascun essere umano ha un corpo emozionale pieno di ferite infette. Ogni ferita è piena di veleno emotivo, il veleno di tutte le emozioni che ci fanno soffrire, come l'odio, l'ira, l'invidia, la tristezza. Un'ingiustizia subita apre una ferita nella mente e reagiamo con il veleno emotivo a causa dei concetti e delle convenzioni che nutriamo rispetto a cosa è giusto e a cosa non lo è. La mente, a causa del processo di addomesticamento, è talmente piena di ferite e di veleno, che tutti ne descrivono la condizione come normale. Ma io vi dico che non è affatto normale. Abbiamo un sogno del pianeta che non funziona e gli esseri umani soffrono di una malattia mentale chiamata paura. I sintomi sono tutte le emozioni che ci fanno soffrire: rabbia, odio, tristezza, invidia e senso di tradimento. Quando la paura è troppo grande, la mente razionale comincia a funzionare male e noi definiamo tale condizione come malattia mentale. Il comportamento psicotico si verifica quando la mente è così spaventata e le ferite sono così profonde, che sembra che la cosa migliore sia quella di interrompere i contatti con il mondo esterno. Se riusciamo a vedere lo stato della mente come una malattia, possiamo anche scoprire che c'è una cura. Non dobbiamo più soffrire. Prima però abbiamo bisogno della verità per aprire le ferite emotive, far uscire il veleno e lasciarle guarire completamente. Come

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si fa? Dobbiamo perdonare coloro che ci hanno offeso, non perché meritino il perdono, ma perché amiamo noi stessi e non vogliamo continuare a pagare per l'ingiustizia subita. Il perdono è l'unico modo per guarire. Possiamo scegliere di perdonare perché proviamo compassione per noi stessi. Possiamo lasciar andare il risentimento e dichiarare: "Adesso basta! Non sarò il grande Giuda, non andrò più contro me stesso. Non mi flagellerò più e non mi maltratterò. Non sarò più la Vittima". Prima di tutto, bisogna perdonare i genitori, i fratelli, le sorelle, gli amici e Dio. Una volta perdonato Dio, potete finalmente perdonare voi stessi. Perdonando voi stessi, il rifiuto è finito e inizia l'accettazione di sè. L'amore di sè. L'amore verso voi stessi diventerà così forte, che alla fine vi accetterete così come siete. Questo è l'inizio della libertà. Il perdono è la chiave. Saprete che avete perdonato qualcuno quando lo vedete, o udite il suo nome e non avete più una reazione emotiva. Quando qualcuno toccherà il punto dove c'era una ferita e non sentirete dolore, saprete di avere perdonato davvero. La verità è come un bisturi. Fa male perché apre le ferite coperte dalle menzogne, ma permette di guarire. Le menzogne sono ciò che è noto come sistema della negazione. E' bene avere un sistema di negazione, perché ci permette di coprire le ferite e di andare avanti. Ma quando non abbiamo più ferite, non è più necessario mentire e non abbiamo più bisogno di negare nulla, perché una mente sana, proprio come una pelle sana, può essere toccata senza dolore. Quando la mente è pulita, ama essere toccata. Il problema è che la maggior parte delle persone perdono il controllo delle proprie emozioni. Sono le emozioni che controllano il comportamento e non viceversa. Quando perdiamo il controllo, diciamo parole che non vorremmo dire e facciamo cose che non vorremmo fare. Per questo è così importante essere impeccabili con la parola e diventare guerrieri spirituali. Dobbiamo imparare a controllare le emozioni, in modo da avere abbastanza potere personale per cambiare gli accordi basati sulla paura fuggire dall'inferno e creare il nostro paradiso personale. Come si fa a diventare guerrieri? Esistono alcune caratteristiche fondamentali, simili in tutte le tradizioni del mondo. Il guerriero ha consapevolezza, questo è molto importante. Siamo coscienti di essere i guerra e la guerra in atto nella nostra mente richiede disciplina. Non la disciplina del soldato, ma quella del guerriero. Non quella che ci dice dall'esterno cosa fare e cosa non fare, ma la disciplina di essere noi stessi, indipendentemente da tutto. Il guerriero ha controllo. Non su altri esseri umani, ma sulle proprie emozioni, su se stesso. Quando perdiamo il controllo reprimiamo le emozioni, ciò non accade quando ci controlliamo. La grande differenza tra una Vittima e un guerriero, è che la prima si reprime, il secondo si trattiene. Le Vittime reprimono le emozioni perché hanno paura di mostrarle, paura d dire ciò che vorrebbero dire. Trattenersi non è affatto la stessa cosa. Significa mantenere le emozioni ed esprimerle al momento giusto, né prima né dopo. Per questo i guerrieri sono impeccabili. Hanno un completo controllo sulle emozioni e quindi sul comportamento. L'iniziazione del morto: abbracciare l'angelo della morte L'ultimo modo per raggiungere la libertà personale è quello di prepararci all'iniziazione del morto, ossia prendere la morte stessa come maestra. L'angelo della morte può insegnarci a vivere con pienezza. Diventiamo consapevoli del fatto che possiamo morire in qualunque momento e di avere a disposizione soltanto il presente. La verità è che potremmo morire anche domani. Chi può saperlo? Siamo convinti di avere ancora molti anni davanti a noi, ma li abbiamo davvero? Se un dottore ci dicesse che abbiamo soltanto una settimana di vita, cosa faremmo? Come ho detto prima, abbiamo due scelte. Una è quella di soffrire perché ci tocca morire e creare un enorme dramma, dicendo a tutti: "Povero me, morirò tra pochi giorni". L'altra è usare ogni momento per essere felici e fare ciò che davvero ci piace di più. Poiché abbiamo soltanto una

La natura della realtà Siamo consapevolezza e non oggetti, non abbiamo solidità, siamo senza limiti.Il mondo di oggetti e solidità è un modo per rendere il nostro passaggio sulla terra più conveniente. E' solo una descrizione che è stata creata per aiutarci. Noi, o meglio la nostra ragione, dimentica che la descrizione è solo una descrizione e così noi intrappoliamo la totalità di noi stessi in un ciclo vizioso dal quale raramente emergiamo dalla vita di tutti i giorni. Noi abbiamo delle percezioni, tuttavia il mondo che percepiamo è un'illusione creata da una descrizione che ci è stata data nel momento in cui siamo nati.Noi esseri luminosi siamo nati con due anelli del potere ma ne usiamo solo uno per creare il mondo. Questo anello che si aggancia quando nasciamo è la ragione e il suo compagno è il parlare. Entrambi (ragione e parlare) architettano e mantengono il mondo.Così, in essenza, il mondo che la ragione vuole sostenere è il mondo creato da una descrizione e le dogmatiche e inviolabili regole (relative alla descrizione) che la ragione impara ad accettare e difendere.La volontà rappresenta il secondo anello del potere: questo è il segreto degli esseri luminosi (che tuttavia spesso non ne fanno uso). L'inganno che "subisce" lo stregone è lo stesso inganno dell'uomo medio. Entrambi hanno una descrizione: mentre l'uomo medio la sostiene con la ragione, lo stregone la sostiene con la volontà. Entrambi le descrizioni hanno le loro regole e le regole sono percepibili, ma il vantaggio dello stregone è che la volontà è più travolgente della ragione. Tonal e Nagual Ogni essere umano ha due lati, due entità, due controparti che diventano operative al momento della nascita; uno è detto Tonal e l'altro Nagual.Il Tonal è la persona sociale. E' l'organizzatore del mondo e il suo compito è quello di regolare il caos del mondo in ordine. E' un guardiano che protegge il nostro vero essere. E' cauto e geloso riguardo al suo fare. E finche il suo fare è la parte più importante della nostra vita non ci deve meravigliare se da guardiano diventa guardia. Un guardiano è di larghe vedute e comprensivo. Una guardia è un vigilante dalle idee ristrette e la maggior parte delle volte dispotico.Il Tonal è qualunque cosa noi siamo. Qualunque cosa che ha una parola è il Tonal e finchè il Tonal è il nostro essere, qualunque cosa, ovviamente cade nel suo dominio. Il Tonal (e il mondo intorno a noi) è il prodotto di un processo di socializzazione, è qualunque cosa conosciamo (compreso questo pensiero), è qualunque cosa incontriamo con gli occhi. La visione del mondo è l'isola del Tonal. Qualunque cosa che noi siamo è in quell'isola.

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risponde che molti, moltissimi anni fa, fece la stessa domanda al suo maestro. Così comincia a raccontarvi la sua storia: "Il mio maestro si aprì il petto, tirò fuori il cuore e ne fece emanare una fiamma. Poi aprì il mio petto, prese il mio cuore e vi mise dentro quella fiamma. Quindi me lo restituì e non appena fu di nuovo nel mio petto, sentii un amore intenso, perché la fiamma che il maestro mi aveva messo nel cuore era il suo amore. Quella fiamma crebbe fino a diventare un grande fuoco, un fuoco che non brucia, ma purifica tutto ciò che tocca. Toccò tutte le cellule del mio corpo e queste ricambiarono il mio amore. Diventai una cosa sola con il corpo e l'amore crebbe ancora di più. Quel fuoco toccò tutte le emozioni della mia mente, trasformandole in un amore intenso. Così amai me stesso, completamente, incondizionatamente. Il fuoco continuava a bruciare e sentii il bisogno di condividere quell'amore. Decisi di metterne un pezzetto in ogni albero e gli alberi ricambiarono il mio amore e diventai una cosa sola con loro, ma l'amore non si fermò, anzi crebbe ancora di più. Ne misi un pezzetto in ogni fiore, nell'erba, nella terra, ricevetti in cambio il loro amore e diventammo una cosa sola. Il mio amore crebbe ancora di più fino a estendersi a tutti gli animali del mondo che risposero ricambiando il mio amore e diventammo una cosa sola. Ma il mio amore continuò a crescere sempre di più. Ne misi un pezzetto in ogni cristallo, in ogni sasso, nella polvere, nei metalli e tutto mi amò e diventai una cosa sola con la Terra. Quindi decisi di mettere il mio amore nell'acqua, negli oceani, nei fiumi, nella pioggia, nella neve. L'acqua mi ricambiò e diventammo una cosa sola. Ma il mio amore cresceva ancora. Decisi di darlo all'aria, al vento. Sentivo una forte comunione con la terra, con il vento, gli oceani, la natura e il mio amore cresceva sempre più. Guardai il cielo, il Sole e le stelle e misi un pezzetto d'amore in ciascuna stella, nella Luna e nel Sole e il mio amore continuò a crescere. Ne misi un pezzetto in ogni essere umano e diventai una cosa sola con tutta l'umanità. Dovunque vada, chiunque incontri, mi vedo riflesso nei loro occhi, perché sono parte di ogni cosa, perché amo. In quel momento il vecchio si apre il petto, tira fuori il cuore che contiene una bellissima fiamma e mette quella fiamma nel vostro petto. Ora il suo amore cresce dentro di voi. Ora siete una cosa sola con il vento, l'acqua e le stelle, con la natura, con gli animali e con tutti gli esseri umani. Sentite il calore e la luce che emanano dalla fiamma che avete nel cuore. Dalla vostra testa irradia una luce di vari colori. Splendenti d'amore, pregate: "Grazie, Creatore dell'Universo, per la vita che mi hai donato. Grazie per avermi dato tutto ciò di cui avevo davvero bisogno. Grazie per l'opportunità di sperimentare questo bellissimo corpo e questa mente meravigliosa. Grazie per vivere dentro di me con tutto il tuo amore, con tutto il tuo spirito puro e illimitato, con la tua luce calda e radiosa. Grazie per usare le mie parole, i miei occhi e il mio cuore per portare il tuo amore dovunque io vada. Ti amo così come sei e poiché sono una tua creatura, amo anche me stesso così come sono. Aiutami a mantenere nel cuore l'amore e la pace e a rendere l'amore un nuovo modo di vivere. Che io possa amare per il resto della mia vita. Amen. L'uomo ha spesso tre pessime abitudini quando si trova di fronte a fatti inusuali:1 – è indifferente, come se non è accaduto nulla [bigotto];2 – accetta qualsiasi cosa e il suo aspetto apparente e si sente come se sapesse ciò che sta accadendo [devoto/fedele];3 – è ossessionato dall'evento perchè non può ignorarlo ne accettarlo [sciocco/folle]. Il guerriero invece si comporta come se non fosse accaduto nulla perchè non crede in niente e accetta qualsiasi cosa e il suo valore apparente. Accetta senza accettare e disprezza senza disprezzare. Non si sente mai come se lui sapesse ne si sente come se non fosse accaduto nulla.

settimana a disposizione, godiamocela. Viviamo. Diciamo: "Adesso sarò me stesso e non vivrò più per compiacere gli altri. Non avrò più paura di cosa pensano di me. Cosa m'importa di ciò che pensano gli altri, se tra una settimana sarò morto? Sarò soltanto me stesso". L'angelo della morte può insegnarci a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita, come se non ci fosse un domani. Possiamo iniziare ogni giorno dicendo: "Sono sveglio, vedo il Sole. Sono grato al Sole, a tutte le cose e a tutti gli esseri perché sono ancora vivo. Ho davanti un altro giorno in cui essere me stesso". Questo è il modo in cui considero la vita, il modo che mi ha insegnato l'angelo della morte: essere totalmente aperto, sapendo che non c'è nulla da temere. E ovviamente tratto con amore le persone che amo, perché questo può essere l'ultimo giorno in cui avrò l'opportunità di mostrare loro il mio amore. Non so se potrò rivederle, perciò non litigherò con loro. Che succede se ho un diverbio con qualcuno, lasciando uscire una quantità di veleno emotivo e domani quella persona muore? Oops! Oh mio Dio, il Giudice mi distruggerà, mi sentirò tremendamente in colpa per le mie parole dure e per non aver detto a quella persona quanto le volevo bene. L'amore che mi rende felice è quello che posso condividere. Perché ho bisogno di negare che ti amo? Non è importante se anche tu mi ami. Tu o io possiamo morire domani. Ciò che mi rende felice, adesso, è farti sapere quanto ti voglio bene. Potete vivere in questo modo e così facendo vi preparate per l'iniziazione della morte. Durante tale iniziazione, il vecchio sogno che avete nella mente morirà definitivamente. Certo, resterà il ricordo del parassita, ma il Giudice e la Vittima saranno morti. Ciò che perisce nell'iniziazione della morte è il parassita. Non è facile prepararsi a questa iniziazione, perché il Giudice e la Vittima la ostacoleranno con tutti i mezzi. Non vogliono morire e cercheranno di spaventarci, facendoci credere che la loro morte sarà la nostra. Se viviamo nel sogno del pianeta, è come se fossimo già morti. Chi sopravvive all'iniziazione della morte riceve il regalo più bello: la resurrezione. Risorgere vuol dire sollevarsi dalla morte, essere vivi, essere di nuovo sè stessi. Vuol dire essere come bambini, liberi e selvaggi, ma con una differenza: siamo liberi con saggezza, anziché con innocenza. Rompiamo la gabbia dell'addomesticamento e cominciamo a guarire la nostra mente. Ci arrendiamo all'angelo della morte, sapendo che il parassita morirà e saremo ancora vivi, con una mente sana e una ragione perfetta. Allora saremo liberi di usare la mente e di governare la nostra vita. Questo è ciò che ci insegna l'angelo della morte, nella via tolteca. L'angelo viene a noi e dice: "Tutto ciò che esiste è mio, non tuo. La tua casa, tua moglie, tuo marito, i tuoi figli, la tua macchina, la tua carriera, il tuo denaro: tutto è mio e posso portartelo via quando voglio, ma per il momento tienilo pure". Se ci arrendiamo all'angelo della morte, saremo felici per sempre. Come mai? Perchè l'angelo porta via il passato, permettendo così alla vita di continuare. Ogni momento che passa, l'angelo elimina la parte morta e noi continuiamo a vivere nel presente. Il parassita vuole che portiamo sempre con noi il passato e ciò rende molto pesante la vita. Se cerchiamo di vivere nel passato, come possiamo godere il presente? Se sogniamo il futuro, perché dobbiamo portarci dietro il fardello del passato? Quando vivremo nel presente? Questo è ciò che l'angelo della morte ci insegna a fare. 7 Il nuovo sogno Il paradiso in terraVoglio che dimentichiate tutto ciò che avete imparato nella vostra vita. Questo è l'inizio di una nuova comprensione, di un nuovo sogno. Il sogno in cui vivete è una vostra creazione E' la vostra percezione della realtà e potete cambiarla in qualunque momento. Avete il potere di creare l'inferno o il paradiso. Perchè quindi non creare un sogno diverso? Perchè non usare la mente, l'immaginazione e le emozioni per sognare il paradiso? Usate l'immaginazione e accadranno cose incredibili. Immaginate di avere la capacità di vedere il mondo con occhi diversi ogni volta che volete. Ogni volta che aprite gli occhi, il mondo intorno a voi è diverso.

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Ora chiudete gli occhi, poi tornate ad aprirli e guardate fuori. Vedrete l'amore che emana dagli alberi, dal cielo, dalla luce. Percepirete un flusso d'amore da tutto ciò che vi circonda, compresi voi stessi e gli altri esseri umani. Anche quando gli altri sono tristi o pieni di rabbia, riuscirete a vedere che da dietro quelle emozioni irradiano amore. Usate l'immaginazione e la vostra nuova percezione, visualizzatevi mentre vivete una nuova vita, un nuovo sogno in cui non avete bisogno di giustificare la vostra esistenza e siete liberi di essere ciò che siete realmente. Immaginate di avere il permesso di essere felici e di godervi pienamente la vita, liberi dai conflitti con voi stessi e con gli altri. Immaginate di vivere senza la paura di esprimere i vostri sogni. Sapete ciò che non volete, ciò che volete e quando lo volete. Siete liberi di trasformare la vostra vita nel modo che più vi piace. Non temete di chiedere ciò di cui avete bisogno, o di dire sì o no agli altri. Immaginate di vivere senza il timore di essere giudicati dagli altri. Non regolate più il vostro comportamento in base a ciò che altre persone possono pensare di voi. Non siete più responsabili delle opinioni di nessuno. Non avete bisogno di controllare nessuno e nessuno può controllare voi. Immaginate di vivere con la capacità di perdonare facilmente e di abbandonare ogni giudizio. Non provate più il bisogno di avere ragione, né quello di dimostrare che qualcun altro si sbaglia. Rispettate voi stessi e gli altri ed essi vi rispetteranno a loro volta. Immaginate di vivere senza la paura di amare e di non essere amati. Non temete più di essere rifiutati e non avete più bisogno di essere accettati. Potete dire: "Ti amo" senza vergogna o giustificazioni. Potete percorrere il mondo con il cuore aperto, senza paura di essere attaccati. Immaginate di vivere senza temere di correre rischi e di esplorare la vita. Non avete paura di perdere nulla, non avete paura di essere vivi nel mondo e non temete di morire. Immaginate di amarvi proprio così come siete. Amate il vostro corpo così com'è e amate le vostre emozioni così come sono. Sapete di essere perfetti così. Il motivo per cui vi chiedo di immaginare tutte queste cose, è che sono perfettamente possibili! Potete vivere in uni stato di grazia, di beatitudine, nel sogno del paradiso. Ma per poter sperimentare questo sogno, dovete prima comprendere di cosa si tratta. Solo l'amore ha la capacità di farvi entrare nella beatitudine. Amare vuol dire essere beati, galleggiare sulle nuvole, percependo amore dovunque andate. E' perfettamente possibile vivere in questo modo tutto il tempo, perché altri l'hanno già fatto e non si tratta di persone diverse da voi: vivono nella beatitudine perché hanno cambiato i loro accordi e ora hanno un sogno diverso. Sapendo cosa significa vivere in uno stato di grazia, non vorrete vivere in nessun altro modo. Ora sapete che il paradiso in terra è una verità e tutto ciò che vi resta da fare è scegliere di restarci. Duemila anni fa, Gesù ci parlò del regno dei cieli, del regno dell'amore, ma pochi erano preparati a comprenderlo. Dicevano: "Cosa stai dicendo? Il mio cuore è vuoto, non sento l'amore di cui parli, non sento la pace che hai tu". Non dovete fare così. Immaginate semplicemente che il messaggio d'amore di Gesù sia possibile e sarà vostro. Il mondo è bello e meraviglioso. La vita può essere molto facile se vivete secondo la legge dell'amore. Potete amare tutto il tempo: è una questione di scelta. Magari non avete un motivo per amare, ma lo fate perché vi fa sentire felici. L'amore in azione produce soltanto felicità e vi darà la pace interiore. Cambierà la vostra percezione di ogni cosa. Potete vedere tutto con gli occhi dell'amore, comprendendo che l'amore è tutto intorno a voi. Quando vivete in questo modo, non c'è più nebbia nella mente. Il mitote è andato in pensione. Questo è ciò che gli esseri umani hanno cercato per migliaia di anni: la felicità. La felicità è il paradiso perduto. Gli esseri umani hanno lavorato duro per arrivare a questo livello di evoluzione mentale. Questo è il futuro dell'umanità. Questo modo di vivere è possibile e si trova nelle vostre mani. Mosè lo chiamata Terra Promessa, Buddha lo chiamava Nirvana,

Gesù lo chiamava Paradiso e i Toltechi lo chiamano Nuovo Sogno. Sfortunatamente, la vostra identità è mescolata con il sogno del pianeta. Tutte le vostre credenze e i vostri accordi sono lì, nella nebbia. Sentite la presenza del parassita e credete di essere il parassita. Ciò rende difficile abbandonarsi, lasciar andare il parassita e creare lo spazio per sperimentare l'amore. Siete attaccati al Giudice, siete attaccati alla Vittima. La sofferenza vi fa sentire sicuri, perché è qualcosa che conoscete bene. In realtà non c'è nessuna ragione per soffrire. L'unico motivo per cui soffrite è che avete scelto di farlo. Se considerate la vostra vita, troverete molte scuse per la sofferenza, ma non un buon motivo. Lo stesso vale per la felicità. L'unica ragione per cui siete felici è perché avete scelto di esserlo. La felicità è una scelta e così anche la sofferenza. Forse non possiamo sfuggire al destino umano, ma abbiamo una scelta: subire il nostro destino oppure viverlo con gusto. Soffrire, o amare ed essere felici. Vivere all'inferno o in paradiso. La mia scelta è quella di vivere in paradiso. E la vostra? PreghierePer favore, adesso prendetevi un momento di pausa, chiudete gli occhi e sentite tutto l'amore che irradia dal cuore. Voglio che vi uniate tenendo le mie parole nella mente e nel cuore, per sentire una forte connessione d'amore. Diremo insieme una preghiera speciale, per sperimentare la comunione con il Creatore. Concentrate l'attenzione sui polmoni, come se solo essi esistessero. Sentite il piacere di espanderli per esaudire il più rande bisogno del corpo umano: respirare. Fate un respiro profondo e sentite l'aria che vi riempie il petto. Sentite che l'aria è amore, soltanto amore. Notate la connessione tra l'aria e i polmoni, una connessione d'amore. Riempite i polmoni finché il corpo avrà la necessità di espellere l'aria. Quindi espirate e sentite di nuovo il piacere. Ogni volta che soddisfiamo un bisogno del corpo, proviamo piacere. Respirare è molto piacevole. Solo respirare è già sufficiente per essere felici, per godersi la vita. Essere vivi è già abbastanza. Sentite il piacere di essere vivi, il piacere di sentire l'amore. Preghiera per la libertà Oggi, Creatore dell'Universo, ti chiediamo di venire a noi, per condividere con noi una grande comunione d'amore. Sappiano che il tuo vero nome è Amore, che essere in comunione con te significa condividere la stessa vibrazione, la stessa frequenza che tu sei, perché tu sei l'unica cosa che esiste nell'universo. Oggi aiutaci a essere come sei tu, ad amare la vita, a essere vita e amore. Aiutaci ad amare come tu ami, senza condizioni né aspettative, senza obblighi e senza giudizi. Aiutaci ad amare e ad accettare noi stessi senza giudicarci, perché ogni volta che ci giudichiamo ci troviamo colpevoli e proviamo il bisogno di essere puniti. Aiutaci ad amare in modo incondizionato tutto ciò che hai creato, specialmente gli altri essere umani e soprattutto quelli che vivono accanto a noi, tutti i nostri parenti e le persone che cerchiamo di amare. Perché se rifiutiamo loro rifiutiamo noi stessi e rifiutando noi stessi rifiutiamo Te. Aiutaci ad amare gli altri così come sono, senza condizioni. Aiutaci ad accettarli senza giudicarli, perché se li giudichiamo li troveremo colpevoli e vorremo punirli. Oggi, purifica i nostri cuori da tutti i veleni emotivi, libera la nostra mente da ogni giudizio, così che possiamo vivere in pace e amore. Oggi è un giorno speciale. Oggi apriamo di nuovo i nostri cuori all'amore, così da poterci dire l'un l'altro: "Ti amo", senza nessun timore, ed essere convinti delle nostre parole. Oggi ci offriamo a te. Vieni a noi, usa la nostra voce, i nostri occhi, le nostre mani e i nostri cuori per infonderci una comunione d'amore con tutti. Oggi, Creatore, aiutaci a essere come te. Grazie per ogni cosa che riceveremo in questo giorno e soprattutto per la libertà di essere ciò che realmente siamo. Amen. Preghiera per l'amore Adesso condivideremo un bellissimo sogno, che vorrete sognare tutto il tempo. In questo sogno, vi trovate in un giorno caldo e assolato. Ascoltate gli uccelli, il vento e il rumore di un fiume. Camminate verso il fiume e sulla riva vedete un vecchio seduto in meditazione. Dalla sua testa emana una luce di vari colori. Cercate di non disturbarlo, ma lui si accorge della vostra presenza e apre gli occhi. Sono pieni d'amore e vi rivolge un grande sorriso. Gli chiedete come fa a irradiare quella bellissima luce e se può insegnarvi a farlo. Lui