Teoria e Tecniche Della Comunicazione Pubblica

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TEORIA E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA Di Stefano Rolando Introduzione Evoluzione storica Il recente sviluppo della comunicazione pubblica ha beneficiato di assetti operativi derivati dallesperienza di tutto in Novecento nella comunicazione pubblica. Unesperienza che viene da lontano La comunicazione pubblica era affidata ai simboli e allarte. Quella che vediamo noi sintetizzata in una homepage, rappresenta la comunicazione attraverso il net, utilizzata da Comuni, Regioni, Ministeri,.. Esiste da migliaia di anni: Adattata a culture di paesi e popoli diversi. Con un certo conflitto tra potere politico e alte funzioni istituzionali e di servizio allo stato. Scoperta del branding Uso della pubblicit Strategie di immagine e reputazione Patto di ascolto e di relazione tra potere e societ Senza internet (adattate ai tempi di globalizzazione) La storia della comunicazione del potere ci restituisce unet contemporanea sostanzialmente priva di invenzioni, pur alimentata da mille innovazioni. Prendiamo come riferimento la chiesa Cattolica, che uno dei maggiori e pi duraturi poteri nellet antica e moderna; il campo della comunicazione di natura pubblica che le religioni organizzate hanno attraversato un monumento che annichilisce lesperienza della comunicazione legata ai commerci. Unopinione sullet romana Nelle societ antiche la comunicazione ha giocato un ruolo paradossalmente pi importante che nelle nostre societ, senza dover trovare un riferimento specifico. Qui intendiamo il termine comunicazione dal punto di vista del significante,non del significato: ci che oggetto di comunicazione non ne un contenuto informativo, ne unideologia. Comunicazione pubblica nellera pre-mediatica trova dunque i suoi luoghi ( domus aristocratica,..) e non solo luoghi dello spettacolo. Lo sguardo al Novecento La parola comunicazione appartiene alla seconda met del Novecento. Nel corso della prima met (del Novecento) la definizione di comunicazione era compresa tra il concetto di informazione e propaganda. Ministero dellInformazione e Ministero della Propaganda sono le espressioni prevalenti per connotare le istituzioni comunicanti. Nellambito della politica la parola propaganda non ha, per molti anni, una connotazione negativa, perch la cultura faziosa della parte presuppone di essere titolare di verit e di doverla divulgare: Fornire informazioni sul proprio posizionamento Criticare il posizionamento degli avversari Ricercare il consenso soprattutto elettorale Si affida tutto ci che riguarda linformazione ai media, che ormai sono diventati liberi di scrivere e senza censure. Tutti si resero conto che dovevano imparare la persuasione pacifica attraverso la propaganda. Autonomie nazionali e contesto Europeo Doppia pista di indagine sulla comunicazione pubblica, che dipende da tradizioni, sistemi fiscali,.. 1. Disomogeneit nei contesti europei 2. Una certa omogeneit dellapproccio, in cui convergono da un lato lesperienza di governo e dallaltro lato la domanda di innovazione del governo. La comunicazione costituisce un passaggio complesso e delicato, perch in essa contenuta una sintesi di almeno 4 verit, che sono ingredienti essenziali dellidentit di un paese e popolo: 1. Libert sostanziale, quella verificabile dai cittadini coerente con i principi normativi. 2. Trasparenza processi pubblici 3. Etica pubblica 4. Utilit dellinformazione pubblica La regola del silenzio e del segreto Il principio generale di un lavoro della funzione pubblica al riparo dalla responsabilit di assumere davanti al cittadino

un compito chiaro di spiegazione e di accompagnamento. Negli anni 90 il parlamento approver anche una legge generale sullobbligo per le pubbliche amministrazioni di dotarsi di strumenti organizzativi, procedure e percorsi formativi per i propri dipendenti in materia di informazione e comunicazione pubblica. Le tre et della comunicazione pubblica Una prima et quella della comunicazione anagrafica: la pubblica amministrazione acquista il diritto di parola. Un diritto gi esercitato dalla politica e dallimpresa. Una seconda et quella della comunicazione di servizio: la pubblica amministrazione organizza la parola partendo dalla cultura della domanda della sua complessa utenza. Una terza et quella della comunicazione per lidentit competitiva e solidale: quella in cui lo scopo accompagnare la societ per affrontare bisogni evoluti. Pubblica amministrazione e impresa scorgono che non c un fossato ma un territorio in cui entrambe hanno diritto di cittadinanza. Chi opera nella terza et, naturalmente, non abbandona ma comprende le fasi precedenti. Normativa, volont politica, cultura specifica delle amministrazioni , domanda dellutenza,risorse a disposizione, legittimit dellagire comunicativo, la sensibilit allutilizzo dei profili di ritorno della comunicazione stessa sono i fattori che agiscono sullampliamento evolutivo delle funzioni. La comunicazione pubblica stata, nel corso della storia, molto al servizio di negativit: propaganda,manipolazione,eccitazione delle masse, accompagnamento delle guerre e della denigrazione del nemico, imposizioni di leggi ingiuste, discriminazione sociale ed etnica, potere personale, umiliazione della democrazia. Le fonti della comunicazione pubblica Comunicazione politica Comunicazione istituzionale Comunicazione sociale Comunicazione dimpresa La comunicazione accorcia le distanze tra istituzioni e cittadini. Le ragioni per la riscoperta della comunicazione pubblica: Non dipendere totalmente dai media Dare connotazione al bisogno di identit e di appartenenza dei cittadini Concepirsi come un sistema-paese che deve rappresentare se stesso per competere. Strategicit della leva comunicativa nellattuale sistema istituzionale La comunicazione per le istituzioni una leva strategica di gestione e organizzazione; strategica nel senso che essa va impiegata in modo integrale rispetto alle funzioni costituzionali e soprattutto va impiegata (rispetto allassunzione delle decisioni) : Prima: possono essere meglio argomentati sulla base di accertati bisogni Dopo: si possono compiere in ordine ai suoi esiti. Un palazzo a pi piani La comunicazione pubblica pu essere vista metaforicamente come un edificio a sette piani (compreso quello a piano terra). Il piano terra un accesso preliminare che tratta la comunicazione elementare, anagrafica. Non vi sono veri e propri comunicatori ma operatori giuridico-amministrativi. Il primo piano un front-line, costituito da servizi di accoglienza e accompagnamento. regolato da operatori di accoglienza e relazionali. Il secondo piano occupato dalla relazione tra istituzioni e media, regolato da figure giornalistiche della comunicazione pubblica. Il terzo piano costituito dallorganizzazione campagne sociali,regolato da comunicatori di cultura pubblicitaria. Il quarto piano costituito dagli specialismi (sostenibilit, prevenzione sanitaria, sicurezza ecc) e dipende dall esperienza divulgativa in ordine a tali specialismi. Il quinto piano costituito dalle gestione del dibattito pubblico, attraverso il quale il cittadino interagisce con le istituzioni, regolato da comunicatori di contenuto Il sesto piano costituito dalla gestione dell identit competitiva, regolato da comunicatori strategici di immagine e da brand manager. Quando si parla di organizzazione dei servizi di base : i primi 4 Quando si parla di comunicazione pubblica : 5 e 6 Essenziale per il buon andamento il ruolo ricoperto dalle cantine, dove sono collocate tutte le cassette degli

attrezzi necessarie alla gestione. L asse verticale che collega tutti i piani interattivo e influenza reciprocamente questi (come un ascensore). CAPITOLO 1 IL CAMBIAMENTO CULTURALE NEL SETTORE PUBBLICO Inizialmente la professione del giornalista e del pubblicitario si imparava facendo esperienza, successivamente divent necessario acquisire competenze presso universit. La comunicazione ha il compito di soddisfare la domanda di informazioni. Il patrimonio comune costituito da valori costruiti e tutelati da fonti pubbliche e private. STATO-SOGGETTO E STATO-FUNZIONE Lo Stato Italiano non sa comunicare perch: Parla one to many(invece la comunicazione oggi pi one to one o many to many) autoreferenziale: vige il primato del Soggetto Stato, non c relazionalit con gli altri soggetti della societ Per anni abbiamo avuto lo Stato-Soggetto e sotto i cittadini, ma oggi i cittadini richiedono uno Stato-funzione, cio uno Stato che si fa giudicare in base alle funzioni che svolge. In base allefficacia delle funzioni svolte, lo Stato moderno ricava la sua legittimit. Gli elementi essenziali di cambiamento funzionale sono: Le politiche di valutazione Lo sviluppo della costumer satisfaction AMMINISTRAZIONE CONDIVISA la collaborazione tra amministrazione e cittadini, si basa su: ipotesi che i cittadini diventando co-amministratori si assumano parte della responsabilit per risolvere problemi di interesse generale; convinzione che i dipendenti pubblici se adeguatamente formati e motivati facciano funzionare meglio questo modello; assunto che sia necessario inquadrare esperienze e istituti giuridici allinterno di una griglia teorica. Non facile indurre gli amministratori a considerare i cittadini come alleati, per necessario far capir loro che i cittadini sono portatori di risorse rinnovabili (esperienze, conoscenze, idee). Anche gli amministratori sono portatori di queste risorse, ma in pi hanno dettagliate conoscenze sul funzionamento del settore amministrativo in cui ciascuno di essi inserito. La comunicazione interna importante quanto quella esterna. La pubblica amministrazione usa: 1. la comunicazione giuridico- formale per regolare i rapporti fra i soggetti membri 2. la comunicazione di servizio fornisce le istruzioni per usare il servizio condiziona e qualifica il servizio stesso 1. la comunicazione amministrativa (amministra convincendo) o comunicazione di cittadinanza (convincere = vincere insieme, risolvere insieme un problema di interesse generale). Lo sforzo congiunto di pi soggetti per la soluzione di un problema pubblico d vita a un soggetto collettivo astratto. Il ruolo essenziale dellamministrazione non risolvere direttamente il problema, ma mobilitare le risorse pubbliche e private necessarie per farlo. Lamministrazione pu imporre un comportamento o minacciare sanzioni per i casi di inadempienza,ma molto pi efficace comunicare con i cittadini convincendoli che quel particolare problema pu essere risolto solo co- amministrando. Comunicare = mettere in comune una determinata visione del mondo. Il successo di chi comunica sta nelle modifiche di comportamento dei soggetti che ricevono il messaggio(non nella quantit di info passate). LE RIFORME In Italia la burocrazia influenza notevolmente le scelte di governo, tra loro non c collaborazione, anzi c diffidenza. Nel sistema democratico i poteri pubblici chiariscono ai cittadini le ragioni e le modalit del loro operare per: rispondere alla pressionesociale;

recuperare credibilit e affidabilit. Il 1990 l anno del big bang della riforma amministrativa in Italia, cambia il rapporto tra Stato e cittadini: i cittadini hanno il diritto di accesso agli atti dellamministrazione(LEGGE 241, garantisce trasparenza) lo Stato ha nuovi strumenti per comunicare passaggio di funzioni importanti dallo Stato alle Regioni (LEGGE 142 gli enti locali hanno una reale autonomia) 1990-2000: incrocio di due percorsi: comunicazione istituzionale modernizzazione del sistema amministrativo 1992: Governo Amato Riduzione debito pubblico Contenimento spesa nel settore sanitario e previdenziale Privatizzazione dei rapporti di lavoro con i pubblici dipendenti 1994: Governo Ciampi carte dei servizi pubblici che ponevano al centro delle azioni amministrative la costumer satisfaction 1995: Governo Dini Legge quadro 1997: Governo Prodi Legge 59 trasferire il pi possibile competenze alle Regioni Legge 127semplificare lazione dei poteri pubblici e diminuire gli obblighi dei cittadini rispetto ai poteri pubblici(autocertificazioni, sportelli unici,..) Il percorso che va dalle leggi del 1990 alla legge 150 del 2000 contrassegna: -il passaggio dalla segretezza alla trasparenza dellamministrazione (cittadini informati sulle azioni dei poteri pubblici) -il passaggio da unamministrazione imparziale a una orientata ai risultati -apertura di spazi partecipativi ai cittadini -il passaggio da Stato gestore a regolatore: meno gestione diretta delle attivit da parte dei poteri pubblici, pi regole precise da dettaredirettive dellUnione hanno introdotto la liberalizzazione e la concorrenza comportando la diffusione delle autorit indipendenti. Quindi vi un passaggio da amministrazioni con carattere autoritativo a negoziale -il passaggio da un sistema chiuso a unamministrazione aperta verso le esigenze dei cittadini: Amministrazioni che gestiscano il meno possibile e regolino al meglio Prestazioni di elevata qualit e orientate ai cittadini Massima snellezza operativa con adeguata possibilit di scelta dei pubblici servizi Meccanismi di controllo sui risultati pi efficaci, meno invasivi e meno formalistici Le pi meritorie iniziative per non sono riuscite ad incidere in modo significativo, ci perch si sono imbattute in due ostacoli: 1. ostacolo esterno: crisi economica mondiale 2. ostacolo interno:tendenza a considerare lamministrazione come un sistema con tendenza al basso rendimento LA CULTURA DEL SERVIZIO La creazione e la diffusione di una cultura del servizio fondamentale per realizzare processi credibili di comunicazione pubblica. La cultura organizzativa il risultato di un processo dapprendimento, linsieme dei modi dagire di unorganizzazione. Le organizzazioni sono considerate flussi di esperienze: strutture attive nel costruire luoghi nei quali le persone costruiscono una realt per dare un senso a quello che fanno e per continuare il proprio lavoro. DAL 1990 AL 2000(FASE DI PREPARAZIONE/SPERIMENTAZIONE) Periodo contrassegnato da: pionierismo(= tanto lavoro) e creativit di molte realt che scommettono nella comunicazione per cambiare le amministrazioni e sperimentare modalit e processi. Esperienze importanti: Cento progetti al servizio dei cittadini: chiamata di idee dal centro, ne consegue la presenza nelle amministrazioni di persone motivate, competenti, capaci di realizzare soluzioni innovative ed efficaci URPdegliURP: valorizza lattivit degli Uffici Relazioni con il Pubblico, d vita a un network professionale In entrambi i casi vi stata complementarit tra la pubblicit delle iniziative, la realizzazione dei processi e la costruzione di reti tra operatori; il punto di forza stata la costruzione di un dialogo e di un clima di affidabilit allinterno e tra le amministrazioni. DAL 2001 AL 2010(FASE DI PROFESSIONALIZZAZIONE/LEGITTIMAZIONE) La legge 150 del 2000 assegna alla comunicazione il ruolo di funzione, disciplinandone caratteristiche, contenuti e modalit.

Esperienze importanti: Cantieri: sistema integrato di interventi per promuovere linnovazione nelle amministrazioni Partecipa.net: offre nuovi canali per incoraggiare la partecipazione del cittadino alle decisioni pubbliche e per accentuare la collaborazione con le amministrazioni. Il punto di forza il kit che permette a tutte le amministrazioni che partecipano al progetto di condividere strumenti e prodotti. Esistono per alcuni punti di criticit: - il non riconoscimento della figura professionale del comunicatore pubblico stanca gli operatori in quanto non restituisce loro visibilit e legittimazione - parziale applicazione della legge 150 del 2000 - cittadini carenti in relazione allaccessibilit allinformazione, alla trasparenza e alla qualit - rischio di competizione tra enti e persone LA DISCIPLINA Nel corso degli anni la nozione comunicazione pubblica cambiata: da disciplina esclusivamente sociologica a sociologica, economica, giuridica, tecnologica e delle scienze politiche; da Stato soggetto a una larga sfera di soggetti implicati (Stato, Regioni, Province, Comuni, Citt metropolitane), crescita dei processi di internazionalizzazione e globalizzazione; da poche e basilari figure nuove nel processo di organizzazione relazionale tra amministrazioni e cittadini a filiere pi complesse con profili professionali specifici; si affermato il concetto di pubblica utilit. CAPITOLO 2 Ecco i principali aspetti di questa disciplina: Primo aspetto: Il baricentro disciplinare cambiato molto negli ultimi ventanni (cos come cambiato il concetto di comunicazione pubblica e lofferta formativa correlata) il cambiamento ha motivazioni sociologiche, economiche, giuridiche, politiche (soprattutto per quanto riguarda la mediazione tra rappresentati e rappresentanti nel funzionamento di una democrazia) e tecnologiche ( nuovi profili formativi di utilizzatori e di operatori e innovazione delle archittetture comunicative). Il secondo aspetto riguarda il pluralismo dei livelli ordinamentali: ventanni fa lo Stato era al centro della preoccupazione pionieristica, dello spirito dinnovazione. Il percorso attualmente compiuto allarga la sfera dei soggetti ed include Stato, Regioni, Province, Comuni.. questo perch lo Stato soggetto non solo ad un ordinamento costituzionale ma anche ad altri ordinamenti ed al coinvolgimento di altri fattori che sfuggono al controllo dello Stato stesso. Il terzo aspetto considera lampliamento della sfera dei soggetti tecnico-professionali implicati. Ventanni fa si puntava ad avere poche e basilari figure specializzate nella relazione tra cittadini e amministrazione. Oggi si comprende che servono numerosi profili professionali specifici e che anche necessaria la contaminazione con altri ruoli apparentemente estranei dalla sfera della comunicazione. Il quarto ed ultimo aspetto traduce in forma strutturale laffermarsi del concetto di pubblica utilit (campo di indagine e di applicazione della comunicazione pubblica). Ampliamento regolamentato da un dialogo sulle finalit della materia e sullimportanza della flessibilit dei percorsi formativi. Stiamo inoltre assistendo ad unevoluzione dei percorsi abituali di apprendimento, ad esempio in tutto il corso della scuola dellobbligo ci sono contenuti formativi di educazione civica, la materia presente nel triennio di base dellofferta universitaria, sono presenti approcci specialistici nel biennio successivo e infine una ripresa dellintero approccio nellambito dei master universitari. SFERA PUBBLICA E PENSIERO CONTEMPORANEO Lopinione pubblica il soggetto fondamentale dellinterazione con il sistema dei media, la cui costituzione generer nel ventesimo secolo un profondo mutamento della sfera pubblica. La sociologa Lazar individua tre stadi di sviluppo dellopinione pubblica nel corso della storia delloccidente: 1. illuminismo e la diffusione del messaggio di progresso, laffermarsi della sfera pubblica borghese (da pilastro della democrazia a tribuna della critica del potere). Lopinione pubblica si identifica con la borghesia e la tipologia di relazioni interpersonale.

2. lottocento e linizio del novecento, la diffusione dei movimenti collettivi (sindacati e partiti di massa) e lo strutturarsi di unopinione pubblica popolare e di classe, la comunicazione ancora interpersonale e la sua forma espressiva diventa la manifestazione in piazza. 3. lultima fase inizia nella prima met del ventesimo secolo, e diventa irrefrenabile a partire dalla seconda met. Questa la fase della mediatizzazione dellopinione pubblica (diffusione dei mezzi di comunicazione di massa). I media assumono una forza straordinaria nellorientare idee e giudizi e nel mentre si configurano una serie di professionisti e specialisti dellopinione pubblica Alcuni studi novecenteschi sul tema: Lopinione pubblica di Lippmann descrive linsorgere dellopinione pubblica. Questo intellettuale, viceministro alle attivit belliche sperimenta direttamente la campagna di manipolazione della verit messa in atto dai giornalisti statunitensi come pure linfluenza crescente acquisita dai mezzi di comunicazione di massa dopo la prima guerra mondiale attraverso cui le idee individuali e i pensieri dei singoli vengono convertiti in nuove grandezze: la mente collettiva, la volont nazionale, lopinione pubblica. Lippmann delinea i punti principali e le tematiche implicati nella questione pubblica: dalla mistificazione della realt operata direttamente dallo stato per una pluralit di ragioni agli ostacoli di natura socio-economica e culturale che si frappongono allaccesso di informazione per alcune classi di cittadini fino alle motivazioni che portano un individuo a ricercare notizie su quanto accade al di fuori del proprio microcosmo di riferimento. Lippmann evidenzia come lambiente reale nel quale vivono gli individui si sia fatto sempre pi complesso, motivo per cui gli individui usano dei modelli per rappresentarlo. Lippmann infine invita a diffidare della manipolazione mediatica. Gli USA hanno cos assistito al trionfo delle public relations quale modalit innovativa di relazione con lopinione pubblica per costruire unimmagine vincente delle imprese. Unaltra opera esemplare Storia e critica dellopinione pubblica del tedesco Habermas. A lui si deve lelaborazione della nozione di sfera pubblica di cui individua levoluzione storica in 3 fasi:la sfera pubblica ellenica che si sviluppa nelle citt-stato della Grecia classica e pone i fondamenti privati (la condizione di cittadino) del godimento delle libert pubbliche; la sfera pubblica rappresentativa dellepoca feudale che vede il delinearsi di una dimensione pubblica del potere dotata di caratteri di rappresentazione e visibilit (rituali) e la sfera pubblica borghese di ascendenza illuministica e liberale (linsieme dei cittadini privati riuniti come pubblico e soggetti alla democrazia). Negli anni novanta del novecento il sociologo inglese Thompson sottopone a revisione le tesi di Habermas; nella centralit della sfera pubblica borghese avverte la sottovalutazione del ruolo dei movimenti sociali popolari per lo sviluppo della democrazia e sottolinea il carattere elitario e di classe di quel tipo di spazio pubblico. La cosa certa, come ha considerato Manin, che siamo definitivamente entrati nella democrazia del pubblico dove il confronto tra singoli e leader. Risulter significativo osservare se a prevalere sar il pubblico nel senso dellopinione pubblica o nel senso dellaudience televisiva. DISCIPLINA DI CONFINE Negli anni 90 divenuta evidente la perdita di importanza della politica. Il processo di de-politicizzazione dipeso da diverse cause: lautodissoluzione dellURSS ha reso evidente la supremazia della democrazia rappresentativa e delleconomia di mercato sul modello del collettivismo (politico e/o economico); le multinazionali e le grandi corporation nel campo delle comunicazioni risultano in grado di condizionare dallesterno le scelte economiche dei singoli stati. Nellepoca della globalizzazione entrato in crisi lo stato-nazione e il welfare-state (progetto volto alla distribuzione di risorse a favore delle classi economicamente deprivate), le politiche sociali di tipo welfaristico si posavano su fondamenta instabili, alimentavano una mentalit utilitaristica che alla lunga avrebbe eroso la stessa solidariet sociale. A questi effetti va aggiunta negli anni 70 la crisi petrolifera; per i governi dei paesi occidentali non era pi possibile sostenere la crescita della spesa pubblica con lindebitamento, ne imporre altre tasse per sanare il deficit; tutto ci ha portato al ridimensionamento del welfare state e tagli alla spesa pubblica. Oggi la de-ideologizzazione consiste in una visione debole e mascherata dellideologia, in cui leconomia si vuole sostituire alla politica nella regolazione dellagire sociale, il pareggio o lattivo di bilancio viene usato come unico criterio per misurare la bont delle scelte politiche. REINSERIRE LA SOCIETA CIVILE NELLE ANALISI PER LA QUALITA Ecco degli esempi: Piccolo bello: Finora solo piccoli comuni hanno ottenuto la certificazione di qualit (es. Jesolo, Celle Ligure, Capri) nessuno supera i 30.000 abitanti. Al crescere della popolazione cresce infatti lapparato burocratico e si moltiplicano le strutture decentrate, cosicch lamministratore che volesse ottenere la certificazione di qualit di un comune con centinaia di

addetti dovrebbe affrontare numerose fatiche di coordinamento. Le grandi metropoli quindi non possono richiedere n facilmente ottenere la certificazione di qualit ISO 9000. La forza della cultura civica locale: Se la cultura civica elevata costituisce una grande risorsa per attivare il processo di ricerca della qualit e per mantenere ad alti livelli la prassi amministrativa. Si pensi alla gestione reclami da parte di un ufficio relazioni con il pubblico: i reclami tendono a crescere se i cittadini vedono che le loro proteste vengono accolte dallamministrazione comunale (dinamica delle aspettative decrescenti) stimola la cittadinanza a pretendere di pi dalle amministrazioni che si dimostrano propense a migliorare i servizi. Al contrario, come dimostra lesperienza di comuni a qualit certificata, un tasso elevato di reclami indice di elevata partecipazione della cittadinanza alla gestione del bene pubblico (al contrario lassenza di reclami si registra solo nelle pessime organizzazioni). I costi dei servizi pubblici: Non sempre la cultura degli amministratori e quella degli amministrati coincidono. Per esempio gli sforzi per migliorare i trasporti pubblici presuppongono che la gente condivida che non vi servizio pubblico senza costi per lutenza, siano essi diretti (pagamento del biglietto dellautobus), o indiretti (tramite pagamento delle tasse comunali). I beni pubblici sono tali perch sono costituiti dalle risorse assicurate da tutti gli utenti, pena linsostenibilit del servizio stesso. Qualit fa rima con societ: Le misure della qualit di un servizio pubblico, qualora si muovano entro una logica disegnata a tavolino, falliscono, in quanto danno per scontato ci che non , ovvero che il cittadino sia un cliente, pensato come essere che ragiona esclusivamente in termini di utilit. Occorre inserire fin dal momento della stesura del Manuale Assicurazione Qualit (Maq) oltre alle caratteristiche proprie e alla politica che lente intende perseguire anche gli obiettivi del sistema qualit, le attivit svolte ai fini della certificazione ISO, lorganizzazione comunale adottata, le responsabilit di chi esegue, verifica, dirige. Questo un modo per far crescere nel nostro paese la societ civile. COMUNICAZIONE PUBBLICA E INTERESSE COLLETTIVO La comunicazione pubblica identifica larea dellattivit simbolica di una societ in cui sistemi diversi interagiscono e competono per assicurarsi visibilit e per sostenere il proprio punto di vista su argomenti di interesse collettivo. Si tende a far rientrare nel perimetro della comunicazione pubblica campi ed oggetti spesso molto differenti tra loro. Una prima accezione tende a individuare la comunicazione pubblica come il frutto dellattivit di enti governativi, istituzioni pubbliche e private, articolazioni dello stato finalizzate ad uno scopo e che agiscono in un campo di pertinenza che quello delle funzioni socialmente rilevanti. Focalizzandosi sulle fonti della comunicazione distinguiamo quella politica (proveniente dai partiti o dagli attori politici e finalizzata ad avere effetti in questo campo) da quella sociale (finalizzata a promuovere cause sociali) e da quella istituzionale (finalizzata allinformazione presso il pubblico e alla promozione dellimmagine dellistituzione). Secondo lottica giuridica a contraddistinguere lambito della comunicazione pubblica la norma che vincola alla trasparenza gli enti pubblici. Unaltra visione si concentra sulle funzioni che la comunicazione svolge sia orizzontalmente che verticalmente. Mancini al riguardo distingue tra comunicazione funzionale (finalizzata a stabilire e a rendere noto lambito dei compiti assunti da ciascun sistema sociale sia nei confronti degli altri sistemi che nei confronti dei possibili interessati) e comunicazione con funzioni di integrazione simbolica (destinata alla circolazione di valori e simboli di interesse generale). Secondo Mancini la comunicazione pubblica nascerebbe dalla progressiva differenziazione del corpo sociale che sii messa in moto a partire dallo stato moderno (le prime democrazie parlamentari). La comunicazione di massa studia i rapporti tra i media e gli utenti. A convivere nel territorio della comunicazione pubblica ci sono discipline molto diverse: - Filosofia e filosofia politica: proprio dalle riflessioni dei filosofi che si sono dedicati alla politica che si sono originati i concetti di pubblicit, di opinione pubblica e di societ civile. Alcuni esempi di questi filosofi sono Platone nella Repubblica, Aristotele nella Politica, Hobbes nel Leviatano, Locke nel suo trattato sul governo civile ecc - Diritto: la dottrina giuridica affronta la comunicazione pubblica in termini di trasparenza e di libert di informazione e allinformazione. La libert di informazione, richiamata esplicitamente nellart.21 della Costituzione italiana essenziale nella comunicazione pubblica dei sistemi democratici. - Economia: in riferimento agli sviluppi che leconomia ha avuto negli ultimi decenni: economia sperimentale e cognitiva. Gli economisti hanno compiuto una rivoluzione interpretativa, capace di comprendere per esempio, linfluenza dei sentimenti nelle decisioni di acquisto dei consumatori. Le nostre scelte si differenziano da quelle che massimizzano lutilit attesa, rarissimamente il soggetto agisce per massimizzare lutilit. Leffetto framing ci dimostra come sia in potere di chi incornicia il problema condizionare le scelte (porre lo stesso

problema in termini di probabilit di vincite o di perdere porta a decisioni diverse); se allora la formulazione del quesito in grado di orientare la scelta solo alla luce di pi formulazioni sar possibile essere in grado di valutarle oggettivamente. Essenziale laccessibilit delle informazioni, per ogni decisione e scelta, ma a sua volta il contesto che modifica laccessibilit delle informazioni. Per giungere a una conclusione la comunicazione pubblica si originata da processi di orizzontalizzazione e di verticalizzazione. Processi di orizzontalizzazione: secondo Mancini la comunicazione pubblica nata con lavvento della democrazia parlamentare e con il processo di differenziazione che ha portato alla decentralizzazione di compiti e funzioni prima assorbiti nella figura del sovrano assoluto. Rolando aggiunge che: la comunicazione pubblica nasce con il processo di orizzontalizzazione e differenziazione della sovranit, con il suo smembramento in diversi corpi che diventano concorrenziali, in grado di rivendicare maggiore spazio e che la mettono in crisi. La divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), condizione essenziale dello stato moderno durante lilluminismo, genera concorrenza e necessit di reciproco controllo. A partire da questa divisione si innescano un processo di pubblicit, di esposizione e la necessit di un flusso comunicativo, in uscita e in entrata, altrimenti si perderebbe la legittimazione e il riconoscimento delle altre istituzioni e dei cittadini. La linea verticale: con il taglio della testa del re lintera societ si riprende, nellattesa delle elezioni. Da quel momento (almeno formalmente) la delega alla rappresentanza politica sar dal basso, e non pi dallalto. Oggi a che punto levoluzione dei processi rappresentativi? Un esempio: luso che la politica fa della TV; il rapporto diretto con i propri cittadini-elettori che la Tv promette, da un lato sembra garantire trasparenza e controllo totale della societ civile, dallaltro sperimentazione diretta. Il famoso contratto con gli italiani firmato da Berlusconi in diretta Tv, sebbene dal valore costituzionale nullo, stato un eccezionale moltiplicatore comunicativo. Altro esempio, l11 settembre 2001 ha riattualizzato la gestione delle emozioni collettive, in questo caso della paura, potente mezzo di controllo sociale. Nella fluidit della societ odierna il prezzo che ogni cittadino deve pagare lattenzione costante. Lattenzione e la vigilanza democratica sono sempre pi supportate dalla tecnologia (internet). Certamente bisogna gestire nuovi problemi legati alla privacy, al controllo e alla gestione dei dati personali. Lo spazio della comunicazione pubblica destinato ad aumentare di volume e di importanza, e il ruolo principale spetter sempre di pi ai cittadini i quali potranno pretendere di caratterizzare la comunicazione pubblica delle loro citt, regioni e del loro paese. Tutto sta nella rete. CAPITOLO 3 : Comunicazione pubblica, contenitore complesso. 3.1 Introduzione La comunicazione pubblica suddivisibile in 4 categorie principali: 1. com. istituzionale : fatta da enti pubblici e da pubbliche amministrazioni, allo scopo di attuare normative e diritti costituzionali, promuovere laccesso ai servizi; 2. com. politica : fatta da partiti per ottenere il consenso, allo scopo di rendere pubblico il processo di formazione delle appartenenze, del confronto e delle campagne elettorali; 3. com. sociale : fatta da soggetti pubblici, associativi e privati, allo scopo di tutelare diritti e valori; 4. com. dimpresa orientata a interessi generali : fatta da enti (pubblici) e imprese (privati), allo scopo di stimolare crescita e sviluppo attraverso lagire collettivo nel bene di tutta la societ ( dunque connessa alla responsabilit sociale). Le 4 com. sono interdipendenti (societ-impresa-politica-istituzioni-legalit...). La formazione di figure professionali distingue diversi ambiti : es. com. politica, com. sociale, com. sociale dellimpresa, com. di crisi e di emergenza... La com. pubblica si deve misurare e adattare alle regole dei media, delle tecnologie e delle regolamentazioni sulla comunicazione. Comunicazione organizzativa = comunicazione che, una volta terminato il giro dei destinatari, torna al mittente sotto forma di stimolo per progettare/effettuare /gestire il cambiamento necessario. La com. pubblica, al fine di essere il pi efficiente possibile, si deve confrontare con se stessa, lo Stato, lopinione pubblica, i media, la politica, le forze sociali e le imprese. Tra politica-impresa-societ organizzata (es.Chiesa) tuttora in corso la lotta per disputarsi lo spazio mediatico, il quale sempre inferiore alla domanda. La Costituzione Italiana raccoglie linsieme dei diritti e doveri e norme primarie che regolano il funzionamento dellordinamento delle istituzioni.

3.2 La comunicazione politica Definizione dello spazio politico Il rapporto governanti-comunicazione-pubblica opinione il triangolo attorno al quale si sono sviluppati i processi e le strutture della politica (prima a favore dei g., poi della p.o. e oggi della c.). Spazio Politico = area della competizione alla base del rapporto fra elettori e rappresentanti in un dato sistema sociale. Gli attori principali sono appunto : istituti della politica (partiti, istituzioni, rappresentanza...), istituzioni dellinformazione (mass media) e cittadini. La com. uno degli aspetti pi incisivi del rapporto opinione pubblica-governanti, dal momento che : lelettore vota il candidato la cui posizione politica la pi vicina alla sua, i mezzi di com. di massa sono in velocissima evoluzione, la politica adegua le sue strutture e codici ai formati massmediali. La pubblica opinione (cittadino) dunque schiacciata dallindustria delle telecomunicazioni e dalla politica. La com. politica attraverso forme di com. diretta (interazione politica-cittadini, strategie comunicative...) e indiretta (rappresentazione della politica attraverso i mass media) determina i processi di interazione tra sistema politico-mass media-cittadini. Definizione della comunicazione politica Scuola Behaviorista = la c. p. costituita semplicemente da attivit comunicative governative. Approccio sistemico e struttural-funzionalista = la c.p. un insieme di processi di interazione tra gli elementi di un sistema politico e tra questi e il suo ambiente. Almond = la c.p. la funzione attraverso la quale si svolgono tutte le attivit rilevanti del sistema politico (partecipazione politica, socializzazione, articolazione e aggregazione di interessi) allo scopo di mantenere e adattare il sistema politico. Visione Costruttivista = il processo di comunicazione simbolica tra s-societ molto importante. La com. interazione. Scuola Neomarxista = approccio critico, valutano gli effetti di questa comunicazione sui rapporti di classe, sul potere e sulle diseguaglianze sociali. Le diverse possibilit di accesso alle informazioni generano squilibrio. (es. industria dei media : ha finalit commerciali e quindi finisce col manipolare le opinioni degli individui). Il controllo delle fonti dei mezzi di comunicazione e il filtraggio delle notizie permette agli interessi dominanti e di governo di marginalizzare il dissenso e diffondere il loro personale messaggio allopinione pubblica. Approccio dei Media logic = i media costruiscono la realt, ma la discrepanza realt reale- realt mediale evidente. I media influenzano il messaggio : es. la notizia viene influenzata dagli apparati giornalistici e le loro ideologie; es. i media elettronici influenzano il comportamento sociale attraverso la riorganizzazione degli spazi sociali dove le persone interagiscono. Approccio Cognitivista : lapprendimento costituito da schemi preesistenti che servono per interpretare i messaggi. Sistema dei mass media, sistema politico e opinione pubblica Lopinione pubblica, con lavvento della democrazia di massa, si ridotta a semplice istanza ricettiva delle strategie comunicative del potere (il quale in cerca di legittimazione e consenso politico). Oggigiorno lo.p. viene coinvolta solo nelle situazioni di agenda making (= un insieme di temi di maggior risonanza sociale che il sistema politico seleziona e ordina e lo sottopone alla discussione pubblica.). I moderni mass media hanno il ruolo di foro pubblico, dove vengono discussi i temi, al fine di creare uninformazione che rispetti e sostenga il cittadino nella sua ricerca di info e nella conseguente volont di partecipare alla vita politica. Giornalismo watch-dog = info di sorveglianza, indagine e controllo del potere politico, che si erge ad interprete e portavoce dello.p. . In realt per il sistema dei mass media squilibrato, poich in realt esiste una ineguaglianza nella possibilit di accedere alle info. Inoltre un sistema che rincorre il profitto economico, quindi parla delle notizie che ritiene che i cittadini reputino appetibili, e non parla di tutte le info che in realt sarebbe giusto trattare. Quindi assistiamo alla spettacolarizzazione della politica per renderla interessante al grande pubblico, e se la notizia non c viene costruita. Logica mediale = trattata da Altheide e Snow; presentazione degli eventi attraverso dei formati che trattano e dotano di senso levento per arrivare ad un tipo di presentazione compatibile con le esigenze organizzative e le finalit di intrattenimento del pubblico. attraverso questa logica che linfo politica (persone, eventi e news) viene scelta e poi diffusa dai mass media. I mass media quindi non sono pi il megafono dell o.p. .

Mass media e sistema politico: la spettacolarizzazione La logica mediale obbliga gli attori ad adattarsi ai suoi formati, obbligando ad un riadattamento degli eventi e dei messaggi politici ai tempi e alle tipologie tipiche dei media. I politici, nei loro eventi, hanno capito che per avere successo devono fare spettacolo, e attraverso grandi eventi spettacolari puntano a suscitare emozioni (idea tipicamente mediale che se lemozione che si prova guardando un evento in tv reale allora anche linformazione di cui esso parla vera). La spettacolarizzazione della politica un effetto mediatico indotto dalla moderna comunicazione di massa sottoposta agli obiettivi di mercato (produzione-offerta, soddisfare una vasta domanda di contenuti politici attraenti, coinvolgenti ed emozionanti) che tende inoltre a segmentare il messaggio politico e sottoporlo a piccole dosi allo spettatore. La verit mediale presuppone che se un fatto appare come reale allora lavvenimento che ne allorigine vero. Data questa enorme influenza dei media sulle info trasmesse ovvio che la comprensione che gli individui hanno della realt sociale necessariamente mutuata dai media. Agenda Building = i media selezionano e determinano i temi che gli attori politici e i decisori pubblici sono chiamati ad affrontare. dunque uno strumento di influenza dei media sulla politica e di conseguenza sui cittadini. La spettacolarizzazione stata possibile perch vi la tendenza naturale alla personalizzazione (da parte della com. di massa) dellainfo politica e a puntare il riflettore sul chi (piuttosto che sul che cosa). Infatti ad oggi stiamo assistendo alla leaderizzazione della politica (es. parliamo di quello che a livello di politica ha fatto Berlusconi, e non il suo partito di appartenenza), e il pubblico stesso dimostra di apprezzare i politici come persone, e non come gruppi burocratici. Il discorso politico standardizzato su poche persone immediatamente riconoscibili. La tv in primis influenza molto linfo, il linguaggio e gli argomenti sono adattati ai tempi televisivi e gli attori curano molto la loro immagine di leader (la tv ha spinto la leaderizzazione della politica). Questo fenomeno si sviluppato soprattutto nei paesi a sistema elettorale maggioritario (es. Stati Uniti, Inghilterra, Italia...) Mass media e opinione pubblica : lagenda politica Teoria dellinfluenza e degli effetti = di Berelson, Lazarsfeld e McPhee; alcuni tipi di comunicazione, su certi tipi di argomenti portati allattenzione di alcuni tipi di persone e in determinate circostanze, producono qualche tipo di influenza. I mass media possono essere considerati come: fattore iniziante del processo di acquisizione delle informazioni da parte degli individui; fattore interveniente nella discussione gi avviata, su una determinata issue; fattore di potenziamento o distorsione della comunicazione prodotta dai rappresentanti politici. Tv : maggior capacit di influenza per credibilit e attrazione; la visibilit rende pi appetibile ed emotivamente coinvolgente la notizia. Framing = di Goffman; i mass media forniscono le chiavi interpretative per leggere e relazionarsi con la realt politica condizionando cos le decisioni del soggetto; scelgono su quali notizie porre lattenzione, incorniciano la realt, influenzano i criteri di giudizio delle persone sullazione dei governi, presidenti, partiti, candidati... Agenda Setting = la comprensione della realt sociale da parte delle persone mutuata dai mass media. Quindi limpatto dei mass media colpisce sia le opinioni, che gli atteggiamenti che i comportamenti del pubblico. Effetto priming = spostando lattenzione del telespettatore verso determinati aspetti della vita politica a discapito di altri determino i contesti valutativi di giudizio di questa persona. Teoria della dipendenza dai media = di Ball.Rokeach e De Fleur; per lindividuo impossibile sperimentare la totalit della realt sociale, quindi si deve affidare a ci che dicono i mass media, al fine di comprendere s stesso e la societ. La potenzialit dellinfluenza dei media maggiore nei periodi di conflitto e possibile mutamento (es. durante le elezioni), minore nei periodi di stabilit. Sistema politico e opinione pubblica : il marketing politico Comunicazione politica = processo di interazione tra gli elementi di un sistema politico e tra questo e il suo ambiente. Il suo funzionamento indispensabile per lo svolgimento di tutte le attivit del sistema politico. Si reso dunque necessario lintervento del marketing per mettere ordine in tutto ci. Il processo politico democratico = di Shumpeter e Downs; scambio tra 2 o pi parti di un sistema. Da un lato del mercato politico vi sono i cittadini elettori che dispongono della risorsa voto e dallaltro vi sono candidati e partiti che dispongono di progetti politici. Il marketing politico deve appunto far incontrare lofferta politica (partiti che devono soddisfare i bisogni e guadagnarsi a fiducia degli elettori) e la domanda elettorale. Marketing Politico = strumento di analisi, pianificazione, realizzazione e controllo, da parte di un candidato/partito, finalizzate al soddisfacimento dei bisogni e dei desideri dellelettorato, allo scopo di ottenere i loro voti e conseguire i loro obiettivi. Il marketing politico sa che la scelta del voto del cittadino elettore si basa per la maggiorparte sulla

componente emotiva (sentirsi sicuro, tranquillo, parte di una comunit,... ) e non su una perfetta informazione (che quasi improbabile!). Internet e comunicazione politica Strumento di comunicazione diretta con i cittadini. Quindi attraverso di esso posso fare marketing diretto, trasformando i tradizionali modelli comunicativi della politica (rende possibile una comunicazione pluridirezionale e interattiva tra istituzioni-o.p-media-sistema politico) e incidendo sul modo di fare politica ( uno strumento organizzativo di consenso e di semplificazione delle procedure interne a unorganizzazione). Internet : permette una moltiplicazione di canali che a sua volta permette una maggior possibilit da parte del cittadino di selezionare le info (rischio di overload = troppe info e non ho il tempo per leggerle tutte). I mass media perdono il potere di costruzione dellagenda setting, quindi il processo di interpretazione delle notizie viene liberato dal controllo dei mass media. Rapporto diretto politica-cittadini senza il filtro dei media. Nascono piazze di discussione virtuali che permettono sia comunicazione verticale di ritorno (dal rappresentante politico al singolo elettore) che com. orizzontale e reticolare (tra elettori). Capacit consultiva e reattiva ( uno strumento efficace per lascolto dei cittadini). Il web permette la creazione, gestione e coordinamento del consenso, oltre che lo sviluppo dal basso di forme di o.p. non condizionate da priorit pre-definite dai media o dal sistema politico. La comunicazione politica online tesa a generare partecipazione ha 2 direzioni : Attivit di networking : realizzata da partiti, eletti e candidati volta a creare fidelizzazione e partecipazione dei cittadini alla causa comune. Strumento di raccordo centro-periferia per comunicare ed organizzare lattivit politica. Il successo determinato da: natura always-on e evryway-on della rete; natura interattiva della com.; velocit di trasmissione dati e strumenti di com. personalizzata. Attivismo digitale : realizzato da un gruppo di pressione che nasce e si organizza in vista di un obiettivo. Strumento di raccordo spontaneo, per risolvere un problema comunemente sentito. Il successo determinato da : immediatezza della com.; accuratezza della com.; addestramento politico; limitatezza degli obiettivi. 3.3 La comunicazione sociale Sociale = difficile dargli un significato preciso perch in costante mutazione. La comunicazione un terreno nel quale si generano relazioni, processi interattivi fra soggetti declinata : allambito dellinformazione (media), dellimpresa (soggetto forte e di grandi capacit di investimento), e dei poteri costituiti (istituzioni e sistema politico). Sta accrescendo sempre pi il valore strategico della comunicazione sociale. I suoi soggetti sono molti e vari (individuo, associazioni, rappresentanze pubbliche e socio-economiche). Il suo obiettivo quello di fornire, nellinteresse collettivo, uninformazione imparziale su tematiche di interesse collettivo. Lo Stato e lamministrazione pubblica cedono il ruolo di protagonisti della comunicazione per la societ anche allimpresa e alla societ organizzata (le quali sono in costante dialogo col settore pubblico nella valutazione dei bisogni e nellelaborazione di forme evolute di com. in ambito sociale). La com. sociale, grazie allaiuto dei media, porta pubblica amministrazione, impresa, associazioni e cittadini attivi a concorrere allo sviluppo di azioni sinergiche essenziali per assecondare e facilitare lo sviluppo sociale ed economico. Definizioni e ambiti Si passati da una societ a struttura verticale (strutture rappresentative legate al capitalismo e modello fordista) ad una societ con struttura orizzontale (i servizi dominano le strutture economiche, lindividualit ha acquisito importanza). Col tempo, ai principali soggetti che da sempre sono stati i protagonisti della comunicazione pubblica, si sono affiancate (ottenendo pari importanza): imprese, istituzioni e organizzazioni. La societ civile di oggi dunque frastagliata e aperta, che agisce sulla politica (attraverso rivendicazioni di autonomia locale e federalismo), sulleconomia (crescita della piccola-media impresa) e sulla societ (aumento del n dei soggetti di rappresentanza). Si dunque passati da un sistema pochi-a-molti (pochi avevano la possibilit, il ruolo e il compito di parlare a molti) ad un sistema molti-a-molti (esalta le specificit e le peculiarit). Dunque la comunicazione sociale ha acquisito maggiore importanza, poich da voce a molti pi soggetti, messaggi e contenuti. I nuovi soggetti che intervengono nella com. sociale sono : Settori della pubblica utilit : svolto da amministrazioni e istituzioni pubbliche per avvicinare i cittadini a norme e servizi; Partititi politici : societ civile e democratica; Terzo settore e volontariato organizzato e fondazioni (= finanziamento e affiancamento dei progetti svolti dal non profit);

Rappresentanze socio-economiche e dellimpresa che comunica anche in ambiti non a scopo economico; Intero sistema dei media : promuovono iniziative di interesse collettivo. I progetti di comunicazione pubblica vogliono sollecitare lopinione pubblica a esprimere valutazioni, attivare pratiche adeguate ed assumere atteggiamenti e comportamenti collaborativi. In sintesi la comunicazione sociale linsieme dei soggetti che con le loro attivit comunicative diffondono valori e orientamenti comuni senza avere un interesse strettamente economico/commerciale. Il ruolo del Terzo settore e delle Onlus Il Terzo settore quello composto dal settore non profit che insieme agli altri 2 pilastri (Stato e Mercato) compone la societ. Del Terzo settore fanno parte : associazioni Onlus, volontariato organizzato, senza fini di lucro, le quali hanno come scopo comune quello di dare vantaggio alla societ (operano quindi per fini di solidariet sociale). Il Terzo settore riconosciuto e disciplinato dalla legge quadro sul volontariato n. 266/1991, art.10 (che prevede liscrizione delle organizzazioni di volontariato in appositi registri regionali al fine di beneficiare di agevolazioni fiscali anche in ambiti di comunicazione) e con il D.lgs. n. 460/1997. La comunicazione del Terzo settore vuole favorire la coesione sociale, il superamento della concezione dellindividuo come sistema isolato a cui si sostituisce lesperienza simbolica dei progetti comuni, vuole far crescere la possibilit di scelta, di partecipazione solidale mossa dal sentimento di coinvolgimento e identit condivisa. Questa comunicazione attiva, poich inserisce nuovi soggetti in grado di esprimere posizioni e sottoporre problematiche e richieste. In questa com. pu intervenire anche limpresa quando vuole affermare il proprio ruolo di soggetto con responsabilit economiche e funzionali alla crescita collettiva delle risorse, delle condizioni e della qualit della vita del territorio nel quale essa stessa opera. Gli strumenti della comunicazione sociale Il Terzo settore uno strumento di creazione di consapevolezza comuni e catalizzatore di processi di cambiamento nella societ. Esso ha lobiettivo di indurre i cittadini a riflettere, ragionare e ad agire per ridurre gli elementi che danneggiano la societ. Con la legge 150/2000 gli enti pubblici possono svolgere attivit di com. sociale con la quale (art.1) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale. La com. sociale concentrata sul messaggio e le finalit (piuttosto che sul mittente) ed essendo di interesse generale non ha fini lucrativi. La com. sociale usa diversi canali: fra i pi efficaci vi il passaparola; vi sono poi i media tradizionali; appelli pubblici (raccolta fondi per Onlus e ricerche...); il direct marketing sociale (lettere, mailing list, sms, social media...); campagne di sensibilizzazione (coinvolgere sempre pi persone cercando di modificare in positivo la percezione, i comportamenti e le prassi negativi); rapporti di ricerca e pubblicazioni; eventi; incontri pubblici; dibattiti; convegni; pubbliche relazioni sociali e lobbying. La Com. Sociale non vende nulla, ma induce comportamenti e valori, usa info vere, veicola messaggi diretti (e NON subliminali) ricorrendo a storie e testimonial efficaci. Cause related marketing = messaggi e claim che promuovono la reciprocit e la condivisione di un processo attraverso la partecipazione solidale e mettendo in relazione soggetti del Terzo settore con le imprese non profit. La legge 150 tratta anche del servizio pubblico radiotelevisivo, obbligandolo a trasmettere messaggi di pubblico interesse gratuitamente (al gg e a settimana). Inoltre esiste anche il Segretariato sociale che aiuta la Rai a diffondere i messaggi sociali. Il bilancio sociale Documento redatto dallorganizzazione (impresa, ente pubblico, associazione) che comunica gli esiti delle attivit svolte, circa gli aspetti finanziari e contabili e gli effetti su mercato/cittadini/territori/stakeholders. Segue il principio della rendicontazione (= obbligo di rendere conto delle proprie attivit alla societ), rappresentando i maniera diretta e intelligibile gli obiettivi, le attivit, i risultati ottenuti da un ente o da unimpresa. In realt non esiste una legge che obbliga alla redazione del bilancio sociale, ma per la Pubblica Amministrazione nel 2006 stata emanata una direttiva sulla rendicontazione sociale che contiene linee guida per redigere il bilancio sociale del settore pubblico, evidenziando come questo documento sia strumento di comunicazione, trasparenza, relazione e informazione per instaurare un rapporto diretto e proficuo con i cittadini. Principi base : consente di comprendere e valutare appieno gli effetti dellazione amministrativa. Confrontare obiettivi prefissati-risultati ottenuti, favorendo la definizione di nuovi obiettivi per il futuro. Costruire un rapporto con la comunit basato sulla fiducia. Rispetto del principio di CSR (Corporate and Social Responsability = mostrare e comunicare ai vari interlocutori limpegno per raggiungere traguardi eticamente

e moralmente responsabili). I consumatori tendono sempre pi a privilegiare imprese socialmente responsabili. Realizzazione e componenti : 1) finalit del servizio (rendere conto di ci che stato fatto da amministrazioni, soggetti pubblici e privati per la realizzazione degli obiettivi dellamministrazione. Deve integrarsi con gli altri documenti di indirizzo e di pianificazione dellattivit); 2) obiettivi perseguiti (valori, visione e programma dellattivit amministrativa; la missione e la strategia complessiva); 3) azioni intraprese, risorse impiegate e risultati raggiunti (una buona rendicontazione deve avere un efficace sistema informativo che coinvolga gli organi di governo e della struttura amministrativa e la comunit nella valutazione degli esiti e nellindividuazione degli obiettivi di miglioramento); 4) impegni ed eventuali azioni correttive previsti per il futuro. Un efficace bilancio sociale deve tenere conto anche delle attivit realizzate da soggetti esterni, pubblici o privati, con i quali lamministrazione ha collaborazioni attraverso accordi, concessioni, contratti e convenzioni. La redazione e la comunicazione : 1) definire le modalit per la rendicontazione; 2) rilevazione dati; 3) redazione e approvazione del documento; 4) comunicazione vs interlocutori esterni ed interni (assicurando un dialogo permanente tra amministrazione ed interlocutori). inoltre necessario : creare un gruppo di coordinamento che presieda le fasi del processo; articolare le spese correnti e per investimenti; valutare come sono state impiegate le risorse per il conseguimento dei risultati, disporre di indicatori per valutare il grado di conseguimento degli obiettivi; attuare azioni di customer satisfaction per raccogliere i giudizi dei cittadini (interviste dirette, questionari, indagini a campione...). Nel B.S. includo anche elementi di valutazione del costo/beneficio in termini di uso/efficienza del personale, attivit di formazione e sviluppo competenze. Una volta redatto il B.S. deve essere approvato dagli organi dirigenti e distribuito : il B.S. un documento molto lungo e complesso, quindi necessario redigere un riassunto completo e leggibile (con grafici e relative spiegazioni) che permetta ai cittadini (tutti) di poterlo leggere con facilit. 3.4 i soggetti della rappresentanza Una societ de-verticalizzata Il passaggio dal fordismo al post-fordismo sta cambiando radicalmente la nostra societ. Il risultato pi forte una specie di de-verticalizzazione dei soggetti che costituivano i pilastri fondamentali del vivere collettivo: - Lo stato interventista e direttamente produttore - La grande azienda che dava il lavoro a vita - Il grande sindacato che tutelava i lavoratori - I grandi soggetti di rappresentanza imprenditoriale Si quindi sviluppata nel tempo una grande articolazione di autonomie istituzionali: sono nate e cresciute un numero enorme di piccole imprese che caratterizzano la crescita decentrata ma potente dellItalia. Si sono moltiplicate le rappresentanze imprenditoriali e quelle sindacali. Si quindi passati da una realt fordista ispirata alla verticalit dei grandi soggetti, ad una realt post-fordista che si basa sullorizzontalit dei piccoli soggetti. A questo si aggiunta una de-verticalizzazione della comunicazione: si passati da una fase in cui pochi parlavano a molti, a una fase in cui molti parlano a molti. Laumento dei soggetti fa si che ognuno intende e desidera farsi sentire e acquistare il diritto di esprimere i propri pareri e indirizzare i propri messaggi. E sono proprio questi piccoli soggetti che fanno nascere queste molte comunicazioni che possono essere contraddittorie tra di loro ( moltiplicazione di testate, newsletter, internet). C quindi una frammentazione dei soggetti dimpresa, dei soggetti istituzionali, dei soggetti associativi, dei soggetti famigliari e persino lindividuo stesso sente di avere diverse identit e aspirazioni talvolta in conflitto tra loro. C quindi una conseguente frammentazione di interessi di cui i tanti soggetti sono portatori (micro-esigenze, micro- attese). C quindi una frammentazione di tante identit economiche, sociali, culturali, religiose e di consumo. Ecco allora che la comunicazione deve dare risposta alle nuove esigenze della societ e inoltre contribuisce a dare consistenza alle frammentazioni che si sono formate dando corpo a soggetti reali attraverso il sistema della comunicazione, ovvero reale chi comunica, bisogna apparire per esistere. C inoltre una crescente personalizzazione della comunicazione allinterno dei grandi organismi di rappresentanza (come i capi di partito, associazioni o sindacati). La comunicazione diventa quindi la comunicazione del capo, che parla, interviene, commenta e da tono comunicativo allintera organizzazione. Questo crea una divaricazione pericolosa perch la comu estremamente personalizzata risponde a esigenze di

identificazione e di leadershi sui grandi temi e non alle esigenze di comu quotidiana,di rappresentanza. C quindi la necessit di trovare una logica di comu di pubblica utilit anche per i soggetti della rappresentanza. quindi nata lesigenza di scindere la comu politica, dalla comu istituzionale; e nel campo della comu di rappresentanza di interessi nasce lesigenza di distinguere tra comu personalizzata del capo e la comu istituzionale dellorganizzazione. La progressiva restituzione di responsabilit alla societ civile La de-verticalizzazione rappresenta un fenomeno complesso che basato sulla naturale crescita di potenza diffusa fra tanti soggetti del tessuto sociale: - A livello dei milioni di imprese esistenti - A livello della ricchezza prodotta da queste - A livello dei tanti e diversi interessi che si sono formati - A livello delle tante soggettualit che hanno preso corpo La de-verticalizzazione spinge a spostare lattenzione e il peso su tutto ci che avviene attorno ai milioni di persone che operano a livello economico,sociale e culturale, rispetto alla centralit delle istituzioni e dei grandi soggetti di rappresentanza. -> restituzione della responsabilit alla societ civile di ogni paese Con una societ forte, dunque, i grandi soggetti verticali del passato devono cedere il potere e la responsabilit al civile che li circonda. Siamo ora quindi impegnati in unopportuna ars associandi che sappia riconoscere la molteplicit di molecole nate, che sappia coordinarle, raggrupparle e dar loro forza e voce aggregata. Restituire potere alla societ civile significa restituire le responsabilit del fare e del comunicare. Valorizzare la societ civile significa riconoscere lidentit e la forza del singolo componente (individuo o azienda), ma significa anche trovare la capacit aggregativa delle tante molecole che riunite dal basso, esprimono interessi,valori e identit comuni. In questo difficile processo di riaggregazione dal basso, assume una posizione centrale il processo di una comunicazione pensata e non casuale. Se tale processo destinato a crescere, destinata a crescere anche la comunicazione conseguente che assume un connotato di pubblica utilit proprio per la funzione di coesione e di orientamento che ha nei confronti della societ. Il blow-up delle funzioni di rappresentanza Se si osservano le associazioni di rappresentanza, come quelle sindacali dei lavoratori, vediamo come nel tempo abbiano progressivamente allargato le loro funzioni -> si davanti a un fenomeno di blow-up = esplosione dei loro campi di impegno e interesse. Oggi le associazioni di rappresentanza(imprenditoriali) si sono espanse seguendo la de-verticalizzazione dei comportamenti, bisogni e attese: c quindi molto meno schieramento, c unarticolazione di interessi, ci sono moltissimi servizi, c una difficile identit di riferimento da costruire. Identit, si ha lorgoglio di appartenere a un sistema; Rappresentanza; Servizi: la tendenza quella di rafforzare la prima e la seconda (funzioni pi politiche) rispetto alla terza. Se si vuole quindi rispondere a una domanda di Identit e Rappresentanza cos forti, allora del tutto evidente limpegno comunicativo che ne deriva e che risulta rilevante e necessariamente articolato e progettato (prodotto istituzionale). Lo stesso accade anche per i sindacati. Ma non solo la base (imprenditoriale o sindacale) che crea spinte nuove, lo stesso Territorio che chiama gli organismi di rappresentanza ad affrontare la soluzione di problemi comuni. Insomma i soggetti di rappresentanza sono chiamati a uscire dai confini tradizionali, sotto la spinta dei nuovi problemi di convivenza collettiva che il territorio propone. Ovviamente svolgere il ruolo allargato di leadership territoriale condivisa richiede la capacit di organizzare gli opportuni strumenti di convergenza tra tutti i soggetti collettivi dellarea -> serve unabilit politica rilevante,una credibilit come soggetto di rappresentanza,la capacit di far partecipare tutti. -> e per tutto questo serve un libello di comu istituzionale particolarmente evoluto e sofisticato. La comunicazione come risorsa per crescere Essere soggetto di rappresentanza imprenditoriale richiede dunque un salto avanti: - nella promozione dellIdentit - nella promozione di un sistema tecnico di Rappresentanza degli interessi, pi evoluta e pi distribuita di un tempo - nella promozione di servizi nuovi I sistemi di rappresentanza devono quindi crescere in maniera significativa, sotto linfluenza contemporanea di tre

spinte: - le richieste del territorio che sempre pi diventano pressanti, articolate e complesse - lampliamento dei contenuti su cui i sistemi associativi sono tenuti a misurarsi, con una responsabilit di azione molto pi allargata rispetto al passato - laumento del numero e della qualit dei rapporti orizzontali con altri soggetti collettivi del territorio (associazioni, istituzioni, opinione pubblica) con responsabilit di relazione molto pi ampia rispetto al passato Crescere dunque come Sistema di Rappresentanza di interessi, richiede di allargare il proprio Spano f Control tradizionale, misurandosi su argomenti,soggetti e spazi tendenzialmente pi larghi. -> la comunicazione diventa dunque uno strumento essenziale per poter sviluppare un sistema di relazioni adeguato Si sta quindi configurando un modello di leadership nuovo per il quale necessario predisporre una sorta di terziario comunicativo che sappia sostenere contemporaneamente: - la promozione degli interessi dellimpresa, al di la della semplice difesa - la promozione di unidentit collettiva di categoria e di territorio, si investe quindi sullintera coesione sociale di unarea - la promozione di nuovi servizi appropriati che vallo al di l di quelli tradizionalmente offerti ai propri soci Serve dunque una comunicazione di tipo istituzionale che sappia accompagnare la crescita dei singoli prodotti associativi secondo una logica che cresca lentamente dal basso e non scenda dallaltro -> la comunicazione istituzionale diventa uno strumento per la crescita consapevole della democrazia economica e sociale, parte integrante (attraverso lars associandi) della democrazia politica. 3.5 La comunicazione dimpresa rivolta allinteresse generale La comunicazione, negli ultimi anni, diventata linfrastruttura portante della nostra societ. Lo studio della comunicazione e delle sue tecniche non pu prescindere dal basarsi su alcuni elementi fondamentali: - sviluppo sociale (al quale legata da un rapporto di conseguenza e reciprocit) - evoluzione tecnologica - struttura dei valori, senso politico, etica e morale Lanalisi che segue riguarda la comu dimpresa rivolta allinteresse generale. Lo scopo quello di offrire un percorso lineare che permette di individuare le attuali posizioni degli attori economici e sociali e i possibili sviluppi di questo settore. Tra commerciale e sociale La comunicazione dimpresa nasce come comunicazione commerciale, il quale scopo era quello di veicolare informazioni relative ai propri prodotti e invogliare i consumatori allacquisto. Successivamente si assistito a un mutamento e i motivi essenziali del cambiamento sono: - politiche di immagine, posizionamento dellazienda allinterno di un sistema cognitivo ed emotivo degli individui: lappoggio verso determinate campagne, sensibilit per certi problemi, assistenza fornita agli utenti. In tal caso in consumatore viene legato da una sorta di empatia con il Brand, o si avvicina al Brand per apparire una persona migliore attenta ai problemi della comunit. - assunzione di ruoli e funzioni para-istituzionali, riguarda il fenomeno di privatizzazioni e quindi il passaggio da pubblico a privato. Si svolgono attivit fortemente sociali, che prima erano compiti lasciati allo stato. Molto spesso questi due elementi concorrono fra loro nello spingere limpresa ad assumere le vesti di messaggero sociale. Per esempio aziende di propriet dello Stato, attualmente privatizzate (come Iri o Eni, da sempre sono fonte primaria di comu dimpresa e comu pubblica. Esse operano in settori primari strategici quali energia e la loro attivit imprenditoriale stata sempre legata allo sviluppo economico e sociale del paese -> la comu in questo caso non stata solo dedicata alle missioni aziendali, ma ha anche prestato attenzione alle esigenze della societ civile e dei cittadini. Limpresa privata invece, mantiene il proprio focus nellambito commerciale ma, sempre pi spesso, si affida ad una comu sociale per rafforzare limmagine per ragioni di mercato ma che comunque hanno un impatto su ambiti di pubblica utilit. Un esempio su tutti, Benetton e le sue anticonvenzionali campagne antipubblicitarie. Limpresa concessionaria di servizi pubblici: in questo caso lazienda affida ad unimpresa un cahier de charge che definisce obiettivi e missione e di conseguenza orienta la comu di quellimpresa allinteresse pubblico. Di grande rilievo nellambito disciplinare della comu pubblica losservazione che larga parte della comu prodotta dal sistema associativo delle imprese collocabile pi nellarea della comu pubblica che nellarea della pi tradizionale comunicazione dimpresa. -> quindi orientata a rappresentare e negoziare interessi di tipo collettivo ( diversi dagli interessi organizzati: la pura sommatoria di interessi privati in conflitto con gli interessi generali e quindi di tipo collettivo).

Cenni su politiche specifiche Aree aziendali che hanno sviluppato politiche di comunicazione secifiche in relazione ai loro settori sul tema della comunicazione dinteresse pubblico: - Servizio pubblico radiotelevisivo: La storia della comunicazione istituzionale di fatto la storia della Rai. nota limportanza che la sua azione ha avuto come strumento informativo e formativo di generazioni di italiani. Negli ultimi anni nellazienda si ampliata la comunicazione di pubblico servizio in modo da sostenere il processo di apertura operato dalla pubblica amministrazione verso le aspettative di un paese moderno. La pubblica amministrazione vuole dimostrarsi un soggetto che ascolta e agisce consapevole del significato e della centralit del cittadino. La Rai quindi sembrata in grado di sviluppare un approccio integrato ai complessi processi di comunicazione da attivare tra istituzioni e cittadini. - Telefonia: La telefonia va sempre pi rappresentando unarea in cui si collegano specifici aspetti di sviluppo della comunicazione di pubblica utilit e di interesse generale, sia intervenendo in modo rilevantissimo nelle condizioni di crisi e di emergenza, sia fornendo la fonte principale di informazioni utili legate a processi sociali, produttivi, di servizio. - Infrastrutture: Alle informazioni su aerei, treni, rete viaria nazionale, mezzi pubblici il cittadino particolarmente attento e percepisce la comunicazione che gli rivolta come un diritto, e vive in questa circostanza una consapevolezza pi tangibile del rapporto pubblico- privato. Un esempio su tutti, Autostrade per lItalia: dove linformazione, la comunicazione e la prevenzione sono elementi fondamentali che caratterizzano il suo prodotto e che devono rispondere a requisiti di efficacia, rapidit e completezza. - Energia: Gli attori principali sono Eni (petrolio) ed Enel(elettricit). Anche in questo settore la domanda di informazione vastissima e riguarda il sistema economico e il sistema sociale e delle famiglie. Tema molto importante quello relativo allinquinamento che porta i consumatori a voler conoscere lorigine delle proprie fonti energetiche e il loro costo ambientale. Inoltre alcuni trasporti ed energia hanno assunto in alcune realt una radicazione territoriale attraverso la creazione di strutture locali al servizio di comunit e aree ben definite -> la comu rivolta allinteresse generale deve veicolare messaggi rivolti ad un pubblico ridotto ma pi esigente. Due livelli di comunicazione Limportanza della comunicazione aziendale di interesse pubblico quindi duplice: - Si assiste alla veicolazione di contenuti utili per il cittadino o per singole categorie di fruitori da parte di privati e quindi con un costo minore o nullo per lo Stato - Si creano sinergie fra enti pubblici e settore privato, introducendo una sorta di senso civico e di etica allinterno di strutture e transazioni economiche di rilievo -> ci permette di consolidare simboli e valori unificanti di una comunit e anche di consolidare e far proseguire scelte di ordine sociale. 3.6 Larea non profit Il non profit rappresenta una realt composta importante della quale tenere conto per affrontare molti dei nodi problematici presenti nel nostro paese, partendo dalle tematiche del welfare state, e arrivando a temi quali listruzione, la ricerca e la cultura. Il non profit un punto di riferimento sulla via della modernizzazione italiana se si vuol tenere conto della crescita della consapevolezza dei singoli individui e cittadini su che cosa significhi occuparsi del sociale allargato e della vita quotidiana nei territori ceh ci circondano. I paradossi della comunicazione del non profit Primo paradosso : il non profit un settore composto da molti soggetti e temi che ha posto al centro la comunicazione come relazione fra persone,fra ambiti marginali,fra soggetti pubblici e privati, ma che ha una forte resistenza a parlare della comunicazione e ad agirla -> quindi un paradosso basato sulla scarsa cultura su cosa e quali opportunit pu offrire la comunicazione. Secondo paradosso: i temi dei quali si occupa il non profit (cultura, ambiente, disagio sociale, ricerca, istruzione) sono temi che non sono al centro delleconomia e della politica. Le organizzazioni non profit si soffermano sui perch di questa situazione, invece che porsi una serie di interrogativi su quali strategie di comunicazione sono state adottate dalle aziende non profit e se il problema davvero di centrale importanza per tutti. Il terzo paradosso: la difficile ricomposizione della frammentazione del mondo del non profit. Il paradosso emerge

dalla forte volont di acquisire visibilit da parte dei singoli soggetti che in contraddizione con la capacit di divenire fonti autorevoli, e di costruire soggettivit pi larghe in grado di comunicare a pubblici pi vasti, se non allItalia intera. Nonostante i paradossi, il non profit ha ampi spazi di miglioramento nelle strategie di comunicazione, nella capacit di dialogare con i media e con gli altri soggetti pubblici e del mercato. Vizi e virt: la comunicazione non profit Quando ci riferiamo ai soggetti del non profit quello che prendiamo in considerazione non lattivit di comunicazione interpersonale (faccia a faccia) ma quella organizzata e consapevole -> comunicazione molto complessa. Il ruolo della comunicazione e dei media diventa quindi centrale rispetto alla comprensione delle trasformazioni sociali, della cultura diffusa della societ contemporanea -> i simboli, i significati, gli atteggiamenti e i comportamenti, le tradizioni, le storie sono parte integrante del nostro immaginario collettivo alimentato dai media. Quindi il fatto che ogni individuo utilizza simboli e significati per costruire la sua identit significa poter conoscere e riconoscere culture, comportamenti e storie estremamente diverse tra loro che sono presenti nella nostra societ. Analizzare quindi il sistema non profit, significa dover analizzare e comprendere le capacit di comunicazione delle molte soggettivit, i contesti e le situazioni culturali e sociali dove si esplicano, le strutture per la comunicazione, le rappresentazioni simboliche di quel tema o soggetto e le relazioni fra i media e le soggettivit. Quello che quindi ci interessa analizzare se i soggetti del non profit hanno capacit comunicative, se percepiscono il ruolo della comunicazione e dei media, se si stanno attrezzando per attivare la comunicazione organizzata per entrare in relazione con il sistema dei media e quindi con la produzione culturale simbolica centrale della societ contemporanea. Perch si comunica?Dalla visibilit alla solidariet Si comunica per esistere, per avere visibilit. Ma visibilit non deve essere il principale obiettivo perch significa semplicemente affermare una presenza nei confronti di altri soggetti e non comunica solidariet. Si pu comunicare anche con lintenzione di contribuire a costruire un immaginario collettivo dove il non profit e la solidariet abbiano cittadinanza. Bisogna fare attenzione per al concetto di solidariet che non ben definito poich pu andare dallaltruismo, alla compassione, dallintervento per le emergenze ai servizi personalizzati. Non ci sono quindi simboli, e significato univoco di questi simboli della solidariet. Il non profit potrebbe comunicare anche per modificare comportamenti e atteggiamenti reputati socialmente dannosi o scorretti. Le campagne di comu sociale fanno parte della nostra esperienza di fruitori dei media e, spesso, hanno questo tipo di obiettivi. -> obiettivi non facilmente raggiungibili per la difficolt di cambiare la testa alla gente e per la non condivisione del giudizio su ci che reputato socialmente corretto o scorretto. Un altro obiettivo della comunicazione potrebbe essere la costruzione o riproduzione di relazioni fra individui, soggetti collettivi, fra contesti, fra territori, fra culture. la modalit comunicativa che sembra essere pi congeniale alle associazioni non profit. La costruzione di reti sul territorio centrate sui bisogni della persona lobiettivo pi facilmente rintracciabile nei caste statement diffusi dalla non profit. Il non profit potrebbe comunicare per raccontare il disagio, per dare voce a chi non ce lha; raccontare grandi e piccole storie per sottolineare aspetti, sfumature che non sono sempre raccolte da chi opera nei media. Si pu anche comunicare per divertire, anche se difficilmente il non profit abbandona quel clima triste e serioso che ne caratterizza lidentit. Infine si pu comunicare per imporre le proprie idee. Motivazione legittima ma che difficilmente ha grandi possibilit di riuscita nella complessit culturale della societ contemporanea. I perch della comunicazione sono laltra faccia della medaglia rispetto agli obiettivi dellagire del non profit. Se non coincidono, forse sarebbe opportuno riflettere e ripensare modalit organizzative,servizi, culture, identit. A chi si comunica. Dagli inclusi agli esclusi Il fatto che il non profit si rivolge agli esclusi: emarginati, il disagio sociale, coloro che non hanno voce; un luogo comune da sfatare. In realt gli esclusi sono coloro che del non profit,dello sviluppo sociale non conoscono le prerogative, le attivit, i problemi o le prospettive. Gli inclusi sono invece le associazioni non profit e i loro pubblici ricchi di umanit,ma anche ricchi di problemi e difficolt reali. Spesso gli operatori non profit sono visti come stato difficilmente conquistabile da un normale cittadino. Sembra quasi impossibile fare volontariato perch sembra necessario essere troppo buoni e bravi. La sensazione sempre pi forte della societ che non tutti possono essere Superman e nemmeno vogliono esserlo. In questo senso il non profit isolato e deve porsi il problema di questo isolamento con il resto della societ ed iniziare ad instaurare rapporti e relazioni con questi nuovi esclusi. Le relazioni fra cui cultura del non profit e cultura dei media

I problemi del rapporto tra comunicazione e non profit partono dallincontro della cultura dei media e quella del sociale. I rapporti attuali tra non profit e media giornalistici sembrano essere caratterizzati da un conflitto insanabile: i primi sul versante della rivendicazione; i secondi su posizioni di scarsa attenzione per questioni che non vengono reputate importanti. In futuro si intravvedono prospettive diverse:i media pongono attenzione a una grande variet di mondi sociali (economia, politica,..) e la copertura di questi mondi sociali non avvenuta contemporaneamente ma ha seguito la crescita del mondo sociale in questione. Il non profit ha avuto uno sviluppo e una crescita che lo ha incluso nei mondi sociali coperti dai media. Per questo possibile ipotizzare tre strade possibili: - Cooperazione limitata: il non profit utilizza tutte le strade di accesso al momento disponibili per il mondo dellinformazione e diventa credibile fonte di notizia - Cooperazione simbiotica: con il riconoscimento forte e reciproco dei due soggetti -> la prospettiva pi lontana nel tempo - Alternativa: la creazione di un sistema informativo alternativo a quello dei media giornalistici. Le strade appena proposte spesso si intrecciano fra loro dando vita a una variet di differenti posizioni spesso contraddittorie che dimostrano ancora come il non profit non sia un corpo unico e compatto. Per superare i paradossi Per superare i paradossi sono possibili alcune azioni mirate alla crescita della consapevolezza del ruolo e delle potenzialit della comunicazione: - Apprendimento e formazione alluso dei messi di comunicazione vecchi e nuovi - Crescita allinterno del non profit di una cultura della comunicazione accanto alle culture del fare e del sociale - Sviluppo di una capacit di leggere e analizzare la realt sociale da punti di vista diversi e probabilmente contrastanti (occhi di straniero, occhi di sparviero) Successivamente bisogna superare la probabile sindrome di isolamento di cui abbiamo parlato prima, bisogna quindi costruire nuove relazioni non solo con altri soggetti delle non profit e della pubblica amministrazione, ma anche con quelli apparentemente pi lontani. - Lavoro da compiere sullidentit delle associazioni non profit: lavoro da effettuare prima allinterno e che si concretizza nella definizione condivisa di obiettivi,strumenti,risorse e ruoli da svolgere. - Azione pi importante: accettare che la maggioranza dei soggetti individuali e collettivi della societ contemporanea sia estranea ai temi e allagire di solidariet. A questo no bisogna agire con passivit, ma cercare di comprendere bisogni, interessi e desideri degli esclusi e cercare di coinvolgerli a livello territoriale e anche a livello mediatico. Verso nuove strategie di comunicazione sociale necessario constatare unassenza di processi di ritualizzazione riconosciuti e incorporati sui temi sociali e una difficolt a riconoscere limportanza della ritualizzazione per modificare limmaginario collettivo. Ritualizzare significa trasformare gli eventi in appuntamenti riconosciuti e riconoscibili da tutti, naturalizzati nella vita quotidiana e in quella mediale dei singoli individui. Significa costruire il senso e il significato dei temi sociali. Le organizzazioni non profit pensano che solo attraverso la testimonianza o latto eroico sia possibile incidere sullimmaginario sociale, piuttosto invece vero il contrario -> Attraverso la continua presenza di immagini e narrazioni uguali a se stesse e ripetute nel tempo che avvengono consolidamento e stratificazione dei frame culturali. Soprattutto questo accade con i temi sociali. Lo scopo della comunicazione sociale non dunque solo rappresentativo, ma anche e soprattutto trasformativo e dunque labitudine diventa parte integrante della strategie dazione e ne connota il significato etico.-> Abitudine ed etica = sono un costume dellagire che si acquista con il tempo e che prevede intenzionalit e consapevolezza dellagire. Dopo queste riflessioni si pu dire che le nuove strategie di comunicazione per il non profit dovrebbero basarsi su i seguenti principi: - Vivere quotidianamente lo spazio pubblico mediale non solo giornalistico, ma anche televisivo - Leggere lo spazio pubblico mediale riguardante i temi sociali con distacco per evidenziarne contraddizioni e lacune, ma anche con regola