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MODULO 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva CONTENUTI • UNITà 1 Il cinema • UNITà 2 La televisione OBIETTIVI Saper definire le peculiarità del linguaggio audiovisivo. • Conoscere i principali termini e strumenti della comunicazione cinema- tografica e televisiva.

Tecniche e strategie della comunicazione audiovisivaMODULO 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva Il cinema, infatti, ha saputo integrarsi sia con le nuove tecnologie

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Page 1: Tecniche e strategie della comunicazione audiovisivaMODULO 1 Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva Il cinema, infatti, ha saputo integrarsi sia con le nuove tecnologie

MODULO 1Tecniche e strategie dellacomunicazione audiovisivaConTenuTi

• Unità 1Il cinema

• Unità 2La televisione

obieTTivi• Saper definire le peculiarità del linguaggio audiovisivo.

• Conoscere i principali termini e strumenti della comunicazione cinema-tografica e televisiva.

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Unità 1il cinemaConTenuTi• 1Nota introduttiva

• 2Platone antesignano del cinema

• 3La comunicazioneaudiovisiva

• 4Cinema come forma d’arte

• 5La tecnica dellasceneggiatura

• 6Le tecniche di ripresa

• 7La moviola e lapost-produzione

• 8I movimenti di macchina

• 9L’angolazione e leinquadrature

• 10La tecnicadell’illuminazione

• 11La distribuzione

❱❱ 1. nota introduttivaL’illusione cinematografica nasce dal fatto che l’occhio umano non è capace di capta-re separatamente e contemporaneamente due immagini che si susseguono a interval-li piccolissimi l’una dall’altra, ma le vede come un’unica scena in movimento. Per ottenere la sensazione di un moto conti-nuo sono necessari non meno di diciotto e non più di ventiquattro fotogrammi al minu-to secondo. Il nostro occhio, infatti, per il fenomeno della persistenza visiva, continua

a vedere un’im-magine ancora per una frazione di secondo dopo che è scomparsa dal nostro campo visivo. L’illusione del movi-mento, però, s’interrompe immediatamente, appena viene rallentata la velocità di proiezione. L’archetipo dell’illusione cinematografica è stato il mito della caverna, descritto nella Repubblica di Platone.

❱❱ 2. Platone antesignano del cinemaIn una caverna, aperta ampiamente alla luce, il filosofo greco immagina che degli uomini siano vissuti sin da fanciulli incatenati, in modo tale da non potersi muo-vere e da dover guardare solo in avanti, verso il fondo della grotta; essi, infatti, a causa delle catene, non hanno la possibilità di girarsi e osservare l’uscita della caverna.Alle spalle dei prigionieri, brilla la luce del sole o di un fuoco; tra i prigionieri e la luce c’è una strada rialzata, lungo la quale è costruito un piccolo muro.

Occhio umano

Archetipo: da archè (principio) e typos (forma, modello) indica il modello primitivo, l’impronta, il sigillo o il marchio, cioè l’originale, la forma primaria su cui si devono modellare gli enti della stessa classe in ogni tempo. È in qualche modo definibile come forma senza contenuto.

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Unità 1il cinema

Il filosofo immagina che lungo il muro camminino degli uomini, che conducono sulle spalle vari og-getti, come statue, figure di pietra e di legno. Le ombre di tali oggetti vengono proiettate sul fondo della caverna. I prigionieri, poiché a causa della loro condizione non possono accorgersi di ciò che avviene all’esterno, sono costretti a ritenere reali le ombre che vedono, scambiando, così, per realtà, quello che è frutto di un’illusione ottica.È un po’ quello che succede quando si va al cinema: una serie di fotogrammi, proiettati in successione velocissima, crea l’illusione del movimento, facen-do assistere a scene che in realtà non esistono.

brani d’autore ❱Il mito della caverna

Il cinema sfrutta l’illusione ottica del movimento

Immagina uomini in un’abitazione sotterranea a forma di caverna, aperta verso la luce e dotata di un’entrata larga quanto la caverna stessa. Immagina che essi viva-no là dentro sin da bambini, con le gambe e il collo in-catenati in modo che non possano cambiare posto e possano guardare solo davanti a loro, perché impediti dalle catene di muovere la testa in giro. Dietro i prigionieri e in alto brilla la luce di un fuoco e in mezzo tra il fuoco e i prigionieri vi è una strada elevata, lungo la quale corre un piccolo muro. E immagina, lungo questo muro, uomini portanti utensili d’ogni sorta, che ol-trepassano la lunghezza del muro, e figure di uomini e di animali in pietra o in legno. Immagina che di questi porta-tori alcuni parlino, altri stiano in silenzio. Questi strani

prigionieri (essi somigliano a noi) non hanno mai visto di sé‚ e dei loro compagni, altro che l’ombra proiettata dal fuoco sulla parete della caverna che è di fronte a loro. Lo stesso per tutti gli oggetti che vengono portati; sem-pre le loro ombre soltanto. Essi non terranno altro per reale se non le ombre degli oggetti. Guarda, dunque, che cosa avverrebbe se li si liberasse dalle loro catene. Quan-do qualcuno di quei prigionieri si fosse sciolto e fosse costretto a sollevarsi, a volgere il collo, a camminare, a guardare verso la luce, tutte queste cose lo farebbero soffrire e l’abbagliamento gli impedirebbe di guardare gli oggetti di cui prima vedeva le ombre.

Platone, Repubblica, libro VII

Solo alla fine dell’Ottocento, però, è nata la tecnica che permette di captare le imma-gini in movimento come impressioni. Il merito di aver inventato, nel 1895, lo strumento che oggi costituisce il principio della cinematografia, spetta a due fratelli francesi: Louis e Auguste Lumière. Tale strumento è denominato cinematografo (letteralmente: scrittura in movimento); esso consente la proiezione capovolta di immagini in movimento su uno schermo, attra-verso lo scorrere di una pellicola fotografica. La pellicola, in verità, non scorre, ma scatta e proietta singole istantanee, percepite come un’unica immagine in movimento.Gli oggetti in movimento tramite la proiezione cinematografica assumono un signi-ficato particolare, rispetto alla superficie piana, ovverosia si separano dallo sfondo e acquisiscono una dimensione corporea, dando l’idea della tridimensionalità.

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MODULO 1Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva

❱❱ 3. La comunicazione audiovisiva Le tecniche e le strategie di comunicazione audiovisiva consistono sia nella scelta degli strumenti atti a comunicare determinati messaggi (cinema, televisione, video) sia nell’insieme delle strategie concernenti gli obiettivi da realizzare.

Una valida pianificazione strategica si fonda, di conseguenza, sull’esame preventivo del prodotto o servizio offerto; è necessario, infatti, conoscerne con precisione le proprietà principali: la qualità, le opportunità, che offrono, e le condizioni svan-taggiose, che propinano, rispetto agli altri prodot-ti o servizi concorrenti. Si può, solo dopo aver fatta tale analisi preventiva, pianificare la strategia di comunicazione. Questa deve essere formulata ed elaborata in funzione degli obiettivi che ci si prefigge. Le strategie di comunicazione si deline-ano, dopo aver definito gli obiettivi, da un lato, come “strategie” del messaggio, individuando l’idea che è alla base dell’immagine che s’intende

attribuire al prodotto o al servizio offerto, e, dall’altro, come “strategie” creative (atmosfera della promozione, stile impiegato, tipo di utente o consumatore, al quale si rivolge, e condizioni vantaggiose) e come “strategie” degli strumenti, in altre parole individuazione dei mezzi da impiegare (nel nostro caso, mezzi di comunica-zione audiovisiva).

❱❱ 4. Cinema come forma d’arteOgni epoca storica è caratterizzata da una forma d’arte dominante.Il Novecento ha avuto il cinema, nel quale sono confluiti la musica, la pittura, il co-stume, l’architettura e le tecnologie più avanzate. Il cinema è diventato immediata-mente una forma molto popolare di spettacolo, ma, per affermarsi come arte, ha do-vuto attraversare una lunga evoluzione.Il suo cammino è iniziato nell’Ottocento: il cinema, infatti, è figlio della fotografia. Le prime immagini fotografiche fisse (le dagherrotipie) furono prodotte da Louis-Jaques Mandé Daguerre nel 1839; quelle in movimento sono state proiettate per la prima volta nel 1895, quando i già citati fratelli Louis e Auguste Lumière hanno in-ventato e brevettato un ingegnoso strumento, denominato cinematografo.Nelle prime scene filmate, i fratelli Lumière, convinti che il cinema avrebbe dovuto svilupparsi solo come riproduzione della natura, hanno ripreso scene realistiche di vita quotidiana: l’uscita degli operai dalle industrie, l’arrivo della locomotiva nella stazione, gli avvenimenti familiari e così via.

Agli inizi del Novecento il primo artista che ha cominciato a sfruttare lo strumento cinematografico per esprimere un mondo di fantasia e d’immaginazione è stato un illusionista e prestigiatore di Parigi, Georges Méliès, ritenuto l’inven-tore della regia cinematografica.

Nei suoi primi anni di attività, inoltre, il cinematografo aveva ancora un forte legame con il teatro. La macchina da presa, messa in maniera fissa, infatti, registrava una

Videocomunicazione

Regia: lavoro di coordinamento generale e di direzione artistica delle riprese, finalizzato alla realizzazione di un film.

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Unità 1il cinema

scena per l’intera durata della ripresa. Solo in seguito il ci-nema ha cominciato a utilizzare, forme espressive nuove, attraverso la tecnica del montaggio.La possibilità di montare un film alla fine permette di divi-dere un soggetto (una storia da raccontare) in sequenze e suddividere ogni sequenza in inquadrature, liberando la

narrazione dalle convenzioni teatrali (dove la scena si svolge tutta di seguito, in uno stesso ambiente e senza tagli). Sono proprio i movimenti della macchina da presa (panoramiche, zoom, carrellate) che permettono al montaggio di trasformarsi da strumento puramente tecnico a elemento del linguaggio cinematografico. Il cinema compie così un salto di qualità.Secondo il regista russo Sergej Eisenstein, padre del cinema sovietico negli anni ’20, il montaggio ha la funzione di definire il significato del materiale filmato: ogni in-quadratura ha un senso definito soltanto quando si collega con le inquadrature prece-denti e seguenti.

Sergej Michailovic Eisenstein➜È nato a Riga, nel 1898, ed è morto a Mosca, nel 1948. È stato un regista teatrale e ci-nematografico. Ha operato prima nel teatro, mettendo in scena le commedie di Arbatov e di Mass e, in seguito, nel cinema, dove ha girato film famosi, quali: Sciopero (1925);

La corazzata Potëmkin (1926); Ottobre (1928); La linea generale (1929). Eisenstein ha, inoltre, scritto i seguenti libri: Il senso del film (1942); La forma del film (postumo, 1949); Note di un regista (postumo, 1958); Saggi sul film (postumo, 1968).

Il cinema è nato muto: solo alla fine degli anni ’20 del Novecento si ha l’avvento del sonoro.

La visione della pellicola cinematografica comin-cia, così, a essere accompagnata dalla musica, che permette anche di coprire il ronzio del proiettore. In un secondo momento, poi, gli attori hanno ini-ziato a utilizzare la voce. L’introduzione del sono-ro ha provocato, in quegli anni, forti reazioni da parte di cineasti e attori, ma anche della critica cinematografica.Charlie Chaplin, ad esempio, nel 1936, anno in cui girava uno dei suoi capolavori, Tempi moderni, ha affermato che la tecnica del sonoro era una barba-ra invenzione.Negli anni ’40 e ’50 è stato introdotto il colore, che si è affermato gradualmente, dovendo fare concor-renza all’avvento della televisione.

La tecnica del bianco e del nero continua, del resto, a essere ancora utilizzata come scelta stilistica ed espressiva da parte di alcuni cineasti.Il cinema ha avuto, nel passato, la stessa forza d’urto degli altri mass media, ma, con l’avvento della televisione, prima, e dei nuovi media legati all’informatica, poi, ha attraversato per alcuni anni un periodo di crisi.Oggi, però, l’arte cinematografica sta tornando di nuovo in auge.

La pellicola cinemato-grafica ha un formato standard di 35 mm

Montaggio: è un’operazione nella quale i pezzi di una pellicola, che compongono un filmato, vengono tagliati o uniti in una se-quenza cinematografica.

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MODULO 1Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva

Il cinema, infatti, ha saputo integrarsi sia con le nuove tecnologie informatiche che con la televisione. Le prime, attraverso la tecnologia digitale, gli hanno offerto la possibilità di utilizzare gli effetti speciali realizzati interamente al computer. La se-conda, inserendo i film nella programmazione quotidiana, ha fatto conoscere diffu-samente i grandi capolavori del cinema, promuovendo, in tal modo, la passione per quest’arte.

Chi lavora nel Cinema?

• Il produttore mette a disposizione i soldi necessari alla realizzazione del film e si interessa di tutti gli aspetti tecnici e organizzativi.

• Lo sceneggiatore, partendo dal soggetto del film, scrive la sceneggiatura, cioè stabilisce per ogni inquadratura i dialoghi e le immagini del film.

• Il regista sceglie i suoi collaboratori, dirige gli attori e coordina il lavoro dei tec-nici.

• La segretaria di edizione ha il compito di annotare su un diario giornaliero (foglio di lavoro) ciò che è stato fatto e ciò che resta da fare.

• Il direttore della fotografia si occupa dell’illuminazione della scena.• Lo scenografo ha il compito di ideare gli ambienti in cui si svolge la vicenda

narrata nel film.• Il costumista disegna i vestiti degli attori, controlla l’esecuzione e collabora con

sarti, truccatori e parrucchieri.• L’operatore (cameraman) ha il compito di manovrare la macchina da presa, cioè

di riprendere tutte le scene.• Il fonico si occupa della registrazione della colonna sonora del film (dialoghi,

suoni, musica).• Gli attori danno vita ai personaggi del film con il loro volto, le loro parole e le

emozioni che riescono a comunicare.• Il montatore, al termine delle riprese del film, in sala montaggio, «cuce insieme

i pezzi», cioè dà unità al film secondo l’ordine stabilito dalla sceneggiatura.

❱❱ 5. La tecnica della sceneggiaturaL’idea di base per un film (che può essere d’invenzione, basata su un libro o un fatto di cronaca) diventa un soggetto, cioè la trama schematica del film in questione. Poi, attraverso una scaletta e un trattamento, si passa a descrivere, in maniera sempre più dettagliata, tutto ciò che deve succedere nelle varie scene del film. L’ultimo passo è la sceneggiatura, in cui è ormai presente, sulla carta, tutto il film: dialoghi, descrizio-ni, movimenti della macchina da presa e così via. Pare che Alfred Hitchcock, una volta ultimata la sceneggiatura di un suo film, fosse solito esclamare: «Il film è finito: ora non rimane che girarlo!».

La sceneggiatura è divisa in sequenze e in inquadrature:

a) La sequenza è l’unità narrativa del film, composta da una o più scene compiute.b) L’inquadratura, poiché circoscrive lo spazio da mostrare allo spettatore, rappre-

senta l’unità di base del linguaggio cinematografico.

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Unità 1il cinema

per approfondire❱ Come nasce una sceneggiatura?

All’origine di un film c’è un’idea. Essa è “l’abbozzo di una storia possibile. Questa idea si deve articolare, preci-sare, definire. Deve prendere forma […]. È così che nasce una sceneggiatura, ovvero una descrizione più o meno precisa, coerente, sistematica di una serie di eventi, personaggi e dialoghi connessi in qualche modo tra loro”.

G. Dondolino e D. Tomasi, Manuale del film. Linguaggio racconto analisi, Utet, Torino 1995

❱❱ 6. Le tecniche di ripresaLe tecniche di ripresa prevedono diversi tipi di inquadratu-re: dettaglio, campo medio, campo lungo, campo lunghis-simo, primo piano, piano medio, piano americano, primis-simo piano e figura intera.Si parla di campo quando la distanza cinematografica è collegata con l’ambiente, e di piano quando è in rapporto con la persona.

per approfondire❱ Cos’è il fuori campo?

Inteso in senso tecnico, il termine indica uno spazio che, pur se esterno rispetto al ritaglio operato dall’inquadratura, contiene elementi della rappresentazione audiovisiva chiamati a cooperare a diverso titolo con l’immagine manifesta.Questa notevole proprietà di “presentificare” qualcosa di materialmente assente, infatti, è stata messa a frutto dal cinema con una sistematicità e una pluralità di invenzioni che non hanno riscontri in altre forme espres-sive.Il principio che la giustifica, tuttavia, non è un tratto specifico dell’im-magine cinematografica riguardando, piuttosto, il costituirsi della rap-presentazione visiva in generale. Per convincersene basta pensare a un quadro giustamente celebre come Las meninas di D. Velázquez, in cui l’intera scena mostra di convergere verso un oggetto che si mantiene in uno spazio esterno e al tempo stesso a quell’oggetto e a quello spazio essa allude dal suo interno, enunciandoli come condizioni di possibilità della rappresentazione stessa.

Enciclopedia del cinema Treccani, vol. II

❱❱ 7. La moviola e la post-produzioneDopo che sono state girate tutte le scene, c’è la fase del montaggio. Per compiere tale operazione, viene utilizzata la moviola: un tavolo speciale, dotato di un dispositivo di proiezione ottica su piccolo schermo e di uno o più lettori del suono, che permette di accelerare o di fermare la pellicola, di farla retrocedere o avanzare per eseguire le operazioni di taglio, incollaggio e così via.

Piano americano: tipo d’inquadratura del soggetto dalle ginocchia in su. Viene chiamata così perché molto usata nei western classici, per includere nell’immagine anche le pistole.

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MODULO 1Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva

La moviola è stata sostituita, oggi, da più moderni strumenti elettronici, che permetto-no non solo una maggiore velocità, ma anche più precisione ed effetti speciali nuovi.Con l’avvento del sonoro, alla colonna visiva è stata affiancata la registrazione dei dialoghi, dei rumori e delle musiche.

Campi e piani di distanza tra la macchina da presa e i soggetti inquadratiDenominazione Contenuto e funzione

Dettaglio Oggetto inquadrato da molto vicino.Campo medio La figura umana è ripresa a una distanza minore di trenta metri, senza toc-

care né con la testa né con i piedi il margine inferiore del quadro.Campo lungo Inquadra un ambiente. In esso le figure umane, riprese a più di trenta metri

di distanza, si distinguono e si definiscono parzialmente.Campo lunghissimo È utilizzato sia per l’ambientazione sia per gli “esterni”; le figure umane,

quando compaiono, sono indistinte e piccolissime.Primo piano La figura è tagliata all’altezza delle spalle.Piano medio La figura umana è tagliata a mezzo busto dal margine inferiore del quadro.Piano americano La figura umana è tagliata all’altezza del ginocchio dal margine inferiore

del quadro.Primissimo piano La figura umana è tagliata poco sopra alle spalle.Figura intera La figura umana tocca, con i piedi, il margine inferiore del quadro.

È nata, così, la colonna sonora, cioè quella parte della pellicola cinematografica su cui è registrato il corredo acustico relativo alle immagini registrate (dialoghi, musica, rumori).

❱❱ 8. i movimenti di macchinaI movimenti di macchina sono tutti gli spostamenti che la macchina da presa compie per introdurre o eliminare dall’inquadratura determinati elementi (attori, parti della scena, particolari ecc.) oppure per comunicare determinate sensazioni ed emozioni allo spettatore; costituiscono un elemento essenziale del linguaggio cinematografico.

I movimenti della macchina da presa sono:

a) Panoramica: la macchina da presa ruota sul proprio asse da destra a sinistra e viceversa (in orizzontale), dall’alto in basso e viceversa (in verticale) o lungo la diagonale dell’inquadratura (in senso obliquo).

b) Carrellata: la macchina da presa è posta su un carrello scorrevole e si muove allontanandosi (carrellata all’indietro) o avvicinandosi (carrellata in avanti) al soggetto inquadrato.

c) Zoomata: è il movimento dell’obiettivo della macchina da presa (più che della macchina stessa), che avvicina o allontana il soggetto, passando così, senza stac-chi, da un campo lungo a un primo piano o viceversa.

d) Ripresa a mano: la macchina da presa viene manovrata manualmente dall’ope-ratore. Non è, pertanto, fissata su alcun supporto.

e) Ripresa aerea: la macchina da presa è fissata su un cavo d’acciaio e viene mano-vrata e guidata attraverso impulsi elettrici.

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Unità 1il cinema

f) Dolling: la macchina da presa è collocata su un supporto (dolly) posto su una piattaforma. Tale supporto può essere scorrevole su ruote oppure può essere ma-novrato con un braccio meccanico.

g) Steady-cam: la macchina viene allacciata all’operatore grazie a uno speciale cor-petto; questo dispositivo (inventato dal regista Stanley Kubrick per il suo film Shining) permette di ottenere immagini in continuo movimento, ma stabili e coinvolgenti.

❱❱ 9. L’angolazione e le inquadratureSi parla di angolazione per indicare la posizione della macchina da presa rispetto ai soggetti o all’ambiente da inquadrare. È il punto di vista da cui la macchina da pre-sa (e, quindi, lo spettatore) guarda la scena. L’uso di particolari angolazioni serve a creare nello spettatore sensazioni come la paura, la sorpresa, la tensione e così via.Rispetto al piano orizzontale si può eseguire una:a) Inquadratura dall’alto, quando si vuole rappresentare il soggetto più piccolo del

normale o in una situazione d’inferiorità.b) Inquadratura dal basso, quando si vuole, invece, rappresentare il soggetto più

grande del normale o conferirgli maggiore risalto.c) Inquadratura normale, quando si vuole rappresentare un soggetto o una situazio-

ne in maniera oggettiva.Rispetto all’asse verticale, si possono realizzare:a) Inquadratura a piombo, utilizzata perché produce un senso d’angoscia e di op-

pressione.b) Inquadratura obliqua, usata per evidenziare una sensazione di alterazione della realtà.Per dare l’idea che la scena sia vista dagli occhi di uno dei protagonisti, si usa la soggettiva (la telecamera viene piazzata all’altezza degli occhi dell’attore) o la pseudo-soggettiva (la telecamera viene posta dietro all’attore, che compare nell’in-quadratura parzialmente di spalle).

per approfondire❱ I principali tipi di angolazione

Frontale: è la più usata; dà un senso di naturalezza descrittiva alla scena; questo tipo di ripresa mette ben in evidenza i sentimenti dei personaggi.Dal basso: il personaggio appare ingigantito e, quindi, acquista maggior forza e superiorità; il paesaggio sembra incombere sul personaggio.Dall’alto: il personaggio appare schiacciato, e acquista un senso d’inferiorità.

Frontale Dal basso Dall’alto

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MODULO 1Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva

❱❱ 10. La tecnica dell’illuminazioneL’illuminazione è una tecnica cinematografica utile per far risaltare un soggetto op-pure per produrre una particolare atmosfera. Essa può essere naturale (luce solare) o artificiale (riflettori).Si usa un’illuminazione:a) Frontale: quando l’operatore vuole rafforzare l’immagine del soggetto da inquadrare.b) Di taglio: quando s’intende lasciare in ombra una parte del soggetto da inquadra-

re; in questo caso si produce un effetto di ambiguità.

❱❱ 11. La distribuzioneLa distribuzione è la fase in cui il film viene messo in circolazione. Essa fa da trami-te tra la produzione e le sale cinematografiche.Quando il produttore è anche distributore del film, egli stesso si occupa di pubbliciz-zarlo e di metterne in circolazione le pellicole. Infatti, i gestori delle sale cinemato-grafiche prendono a noleggio il film dal produttore per proiettarlo nelle proprie sale.La distribuzione è stata introdotta agli inizi del Novecento, in seguito alla graduale scomparsa dei cinema ambulanti, ai quali le pellicole erano vendute un tanto al metro. Gli ambulanti furono soppiantati dalle sale permanenti, appositamente create per la proiezione di film e attrezzate per l’affluenza di un grande numero di persone. Giac-ché, soprattutto all’inizio, le sale erano delle baracche costruite in legno, era molto facile che si sviluppassero incendi. Oggi le sale cinematografiche, invece, hanno strutture (schermi giganti e sistemi per la diffusione ottimale del suono) che amplifi-cano al massimo il potere comunicativo del film e sono attrezzate per garantire la sicurezza di chi le frequenta.

per approfondire❱ Cinecittà: la nascita di un mito

Cinecittà nacque a nove chilometri dal centro di Roma. I lavori per la sua costruzione iniziarono il 26 gennaio del 1936 e terminarono dopo 457 giorni. L’inaugura-zione degli studi avvenne il 28 Aprile del 1937 alla presenza del capo del regime fascista Benito Mussolini. L’idea di costruire la più grande città del cinema in Europa fu di Luigi Freddi, capo della Direzione Generale per la Cinematografia dell’epoca. Il progetto fu affidato all’ingegnere Carlo Roncoroni e all’architetto Gino Peressutti.Inizialmente, su una superficie di 600.000 mq, sorsero 73 edifici comprensivi di 16 teatri di posa, 40.000 mq di strade e piazze, 35.000 mq di giardini, e di tutti i reparti tecnici necessari per la produzione e realiz-zazione di film: dal primo ciak fino alla stampa della prima copia. Si trattava di un complesso totalmente autosufficiente. L’impulso dato da Cinecittà alla produzione nazionale fu notevole: nel 1943, in soli sei anni di attività degli studi, vennero realizzati circa trecento film. Registi come Alessandro Blasetti, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica e Luchino Visconti con le loro opere cinematografiche diedero vita al mito di Cinecittà, consolidato in tutto il mondo dall’arte di Federico Fellini. Negli anni ’50, con l’arrivo dei cineasti americani, Cinecittà diventò la Hollywood sul Tevere e le sue poten-zialità vennero utilizzate per la costruzione di grandi set come quelli di Quo vadis? (1949), diretto da Mervyn LeRoy, o di Ben Hur (1958), diretto da William Wyler.

www.cinecittà.com

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Unità 1il cinema

Prove di verifica1.Indicaseleseguentiaffermazionisonovereofalse:

a) Platonepuòesseredefinitounantesignanodell’illusionecinematografica. V F

b) Lacomunicazioneaudiovisivastimolalafantasia. V F

c)IlcinemaèstatoinventatodaDaguerre. V F

d) GeorgeMélièsèritenutol’inventoredellaregiacinematografica. V F

2.Esponiletecnicheelestrategiedellacomunicazioneaudiovisiva:............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3.Ifilmsonoclassificatiingeneriinbaseaitipidipersonaggi,diambientiedisto-rieraccontate.Scriviititolideifilmchepreferisci,dividendolipergenere:

Comico............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Avventura........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Fantascienza...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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MODULO 1Tecniche e strategie della comunicazione audiovisiva Prove di verifica

Horror..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Altro.................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4.Sceglilaletteracuicorrispondelarispostaesatta:

a) Qualedelleseguentioperazioninonrientranellafasedipost-produzionediunfilm?

oA SonorizzazioneoB MontaggiooC RipresaoD DoppiaggiooE Stampa

b) Un’inquadraturaincuilafiguraumanaètagliataall’altezzadelleginocchiaèdetta:

oA PianomediooB CampolungooC PianoamericanooD FigurainteraoE Campomedio

c) Ilmovimentoincui lamacchinadapresaruota intornoalproprioassedadestraasinistraèdetto:

oA CarrellataoB ZoomataoC PanoramicaorizzontaleoD PanoramicaverticaleoE Ripresaaerea

d) L’inquadraturadall’altovienerealizzataper:

oA ConferiremaggiorerilevanzaalsoggettooB Rappresentareilsoggettoinstatod’inferioritàoC ComunicareoggettivitàoD ProdurresensodioppressionenellospettatoreoE Evidenziareunsensodialterazionedellarealtà