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Storytelling e mash up culturale: nuovi strumenti per il LifeLong Learning Gabriella Taddeo Politecnico di Torino [email protected]

Storytelling e Mash Up Culturale

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Storytelling e mash up culturale: nuovi strumenti per il LifeLong

Learning

Gabriella Taddeo

Politecnico di Torino

[email protected]

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Cos’è il LifeLong Learning

“Tutte le attività intraprese nel corso della vita con lo scopo di migliorare

conoscenze, abilità e competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e

lavorativa”

Commissione delle Comunità Europee 2001

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LLL: un diverso modello di apprendimento

Necessità di integrarsi maggiormente nei flussi ordinari della vita quotidiana

Tempi non strutturati Luoghi non strutturati Attenzione agli aspetti

motivazionali Sinergia/conflitto con gli altri

saperi (formali e informali) sedimentati

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Il contesto

Oggi molti saperi, impliciti e espliciti, non sono più veicolati dalle fonti formative tradizionali, ma dai media e dai consumi culturali in generale. Sul tema della privacy in rete, per esempio…

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Il contesto

Specularmente, sempre più film, fiction e serie tv sono ambientate in setting professionali e utilizzano nozioni ed esperienze professionali concrete come sfondo narrativo

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Lo storytelling oggi

La narrazione, o storytelling, è considerata uno dei meccanismi più interessanti non solo come strumento per la rielaborazione cognitiva di contenuti, valori, pratiche, ma anche come dispositivo per socializzare la conoscenza, condividerla e rielaborarla collettivamente (Salmon 2007).

Alcune esperienze:

•www.storytecenter.org

•www.untoldstories.eu

•www.creativenarrations.net

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Il progetto Storylab

Il progetto STORYLAB nasce all’interno del PRIN (Progetto di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) Cooperare, progetto di ricerca finalizzato ad esplorare pratiche, tecnologie e interfacce per la rielaborazione e il riuso di archivi e contenuti culturali.

In particolare, attraverso STORYLAB, si mira a sperimentare nuove pratiche di ri-uso di contenuti didattici e di rielaborazione partecipativa da parte degli utenti.

Il progetto è condotto da Politecnico di Torino, CSI Piemonte e CISI.

Dettagli sul progetto: http://nexos.cisi.unito.it/joomla/cooperare/.

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Il progetto STORYLAB. Laboratorio di storytelling didattico

Obiettivi di STORYLAB:

Sviluppare pratiche partecipative che permettano agli utenti di esercitare un grado sempre più evoluto di creatività e appropriazione dei contenuti formativi

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Il progetto STORYLAB. Laboratorio di storytelling didattico

Obiettivi di STORYLAB:

Sperimentare modalità di ri-uso dei materiali didattici, in grado di -sfruttare, personalizzare e incrementare dinamicamente le repositories di contenuti formativi che le diverse istituzioni (università, enti pubblici o soggetti privati) accumulano nel tempo

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Il progetto STORYLAB. Laboratorio di storytelling didattico

Obiettivi di STORYLAB:

Sviluppare processi e interfacce 2.0, in grado di stimolare pratiche di edutainment che rendano più simile l’esperienza formativa alle pratiche informali della navigazione on line.

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Il progetto STORYLAB. Laboratorio di storytelling didattico

Il tema di STORYLAB: Aspetti giuridici nell’uso di Internet

Come tema didattico della sperimentazione è stato scelto il corso Aspetti giuridici nell’uso di Internet, implementato da CSI Piemonte, attraverso oggetti didattici in formato SCORM ed erogato, attraverso la piattaforma enterprise Sumtotal, a circa 1500 dipendenti delle pubbliche amministrazioni piemontesi

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Il progetto STORYLAB. Laboratorio di storytelling didattico

Verso pratiche di apprendimento “2.0”

•struttura aperta, in grado di supportare un livello incrementale di contenuti user generated, integrandoli con i contenuti didattici istituzionali

•possibilità di collegare, sia lato docente sia discente, i contenuti formativi con materiali multimediali, provenienti da archivi partner (es. materiali degli archivi televisivi RAI), ma anche dalla rete, in modo da costruire intorno alle nozioni apprese un più ricco e ampio bagaglio di stimoli e di esperienze;

•ampie possibilità di interazione, sia tra utenti, sia con i tutor, in modo da facilitare processi di apprendimento che passano prima di tutto per la pubblica appropriazione tramite la pratica discorsiva e il dibattito;

•processi e interfacce 2.0, in grado di stimolare pratiche di edutainment che rendano più simile l’esperienza formativa alle pratiche informali della navigazione on line.

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SCHEMA DI INTERAZIONE IN STORYLAB

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Gli scenari per lo storytelling

Gli step nell’uso degli scenari:

1. Collocare la nozione appresa in un contesto reale, quanto più vicino alle pratiche lavorative quotidiane conosciute dal discente

2. Inserire all’interno di questo scenario il fatto, l’azione, direttamente legata alla nozione appresa (es. la violazione della privacy), come momento di “break down” sia del flusso normale del processo lavorativo sia dell’episodio narrativo

3. Esplorare proiettivamente le conseguenze -legali, lavorative, ma anche psicologiche e relazionali di un tale accadimento- declinandole narrativamente nel corso della storia.

L’elaborazione dello scenario implica l’abilità, da parte del discente, di fuoriuscire da una dimensione impersonale del sapere e di incorporarlo all’interno della propria esperienza.

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Gli ingredienti di STORYLAB

-Oggetti didattici tradizionali, fruibili in modalità lineare e con basso livello di interattività

-Oggetti mediali (es. film, fiction, romanzi, videogiochi) che hanno attinenza con il tema didattico

-Scenari narrativi costruiti dai discenti, in grado di dipingere brevi storie intorno al tema narrativo

-Interazioni e discussioni della comunità di apprendimento intorno alle storie narrate e in tal modo intorno ai temi didattici

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Gli strumenti utilizzati

Come architettura generale che ospita il processo didattico

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Strumenti per le scene animate: alcune possibilità

http://www.dvolver.com/live/mm.html

DVOLVER MOVIEMAKER PREGI

•Interfaccia piacevole e user friendly

•Varie possibilità di template per personaggi, scenari, musiche

DIFETTI

•Dialoghi solo testuali

•Non è possibile personalizzare i template

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Strumenti per le scene animate: alcune possibilità

PREGI

-Personaggi in 3D

-Sintesi vocale dei dialoghi

-Effetti di Regia

DIFETTI

-Difficoltà a gestire personaggi personalizzati

-Sintesi vocale non in tutte le lingue gradevole

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Strumenti per le scene animate: alcune possibilità

PREGI

-Possibilità di integrare Second life nell’ambiente Moodle, attraverso il Modulo Sloodle

-Possibilità di creare personaggi e set in 3D-

-Possibilità di abbinare “media event” intorno alle scene prodotte

DIFETTI

-Difficoltà a manovrare in modo fluido le azioni dei personaggi

-Registrazione delle scene non integrata in SL.

-Necessità di editing in postproduzione sulle scene (eliminazione tempi morti, barre comandi ecc…)

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Alcune riflessioni di instructional design

Il docente da content a story designer

Attenzione al mash-up di fonti formali e informali, non deve creare incertezza

Abilità a utilizzare format e linguaggi mediali nel contesto di apprendimento

Reale attitudine da parte dei discenti ad accogliere un modello di interattività partecipativo

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Riferimenti

Petrucco C. e De Rossi M. (2009), Narrare con il digital storytelling a scuola e nelle organizzazioni, Carocci, Milano

Salmon, C. (2008), Storytelling: la fabbrica delle storie, Fazi editore, Roma.

Taddeo G.(2009), La componente esperienziale e narrativa nell’apprendimento. Lo storytelling come pratica di rielaborazione culturale” in REM, Ricerche su Educazione e Media, Erickson, Milano.

Taddeo G. (2007), Ipercinema, L’immaginario cinematografico nell’era digitale, Guerini Scientifica, Milano.

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

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