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I.T.C. “Pitagora” – I.T.G. “Calvosa” CASTROVILLARI STORIA DEMOGRAFICA DI CASTROVILLARI (Dati, Analisi, Proiezioni) Progetto ideato e realizzato dal Prof. Vincenzo Aieta Castrovillari : transizione demografica. 0 10 20 30 40 Qn Qm 1871 1885 1936 1981 fase di transizione mortalità crescita naturale natalità Con il patrocinio del Comune di Castrovillari e della Comunità Montana del Pollino

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I.T.C. “Pitagora” – I.T.G. “Calvosa” CASTROVILLARI

STORIA DEMOGRAFICA DI CASTROVILLARI

(Dati, Analisi, Proiezioni)

Progetto ideato e realizzato dal

Prof. Vincenzo Aieta

Castrovillari : transizione demografica.

0

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Qn

Qm

1871 1885 1936 1981

fase di transizione

mortalità

crescita naturalenatalità

Con il patrocinio del Comune di Castrovillari e della Comunità Montana del Pollino

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I.T.C. “Pitagora” – I.T.G. “Calvosa”

CASTROVILLARI

StoriaDemografica

di Castrovillari (Dati, Analisi, Proiezioni)

Progetto ideato e realizzato dal

Prof. Vincenzo Aieta

Con il patrocinio del Comune di Castrovillari e della Comunità Montana del Pollino

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Presentazione

In questi ultimi anni si è registrato, nella nostra città, un fervore culturale che ha privilegiato lo studio e la ricerca della nostra storia e delle nostre tradizioni nella consapevolezza che i processi di trasformazione della civiltà post-moderna tendono a modificare il presente, a programmare il futuro, ignorando o rimuovendo il passato. Il lavoro realizzato dal prof. Aieta con i propri studenti tende a delineare, mediante un'indagine statistica paziente e scrupolosa, la storia della città di Castrovillari attraverso la ricostruzione della vita demografica di questa comunità che diventa anche un riferimento di grande rilevanza socio-economica e culturale. La ricerca, infatti, nasce dai primi dati certi del 1521,quando Castrovillari contava 3530 abitanti, prosegue mediante la sintesi dell'evoluzione demografica attraverso i secoli fino al 1861, data del primo censimento dello Stato unitario. Successivamente la ricerca evidenzia le variazioni della popolazione, con un particolare riferimento ai fenomeni economici e sociali che nel tempo le hanno determinate: le varie migrazioni dal 1880 ad oggi, le crisi economiche che le hanno causate, i conflitti mondiali, le grandi calamità naturali, le malattie. Il progetto, attraverso l'analisi dei risultati dei censimenti, dal 1951 al 1998, tratteggia la vita della popolazione locale con riferimenti precisi alle dinamiche strutturali, agli indicatori sociali ed a quelli riguardanti lo stato civile, la famiglia, l'istruzione, il lavoro e le abitazioni. Di grande interesse, per le implicazioni di natura politico-amministrativa, è il quadro che emerge nella parte conclusiva del lavoro, che riguarda le previsioni dell'andamento demografico nell'immediato futuro. E' in atto un invecchiamento della popolazione, dovuto alla forte riduzione di fecondità iniziata già verso la fine degli anni Settanta, che determinerà, in breve tempo, un rapporto unitario tra giovani e anziani, fino ad un radicale ribaltamento tra le due categorie sostanziato da 230 anziani ogni 100 giovani, come evidenziato nelle rappresentazioni grafiche. L'opera, per la sua originalità e scientificità, si differenzia da ogni altra pubblicazione e riesce a colmare un vuoto nell'ambito dello studio programmatico a livello di demografia comunale. Questa pubblicazione, resa possibile dal patrocinio della Comunità Montana del Pollino e del Comune di Castrovillari, dimostra che nella scuola esistono energie e professionalità in grado di contribuire al rinnovamento culturale e civile della nostra comunità che vive un difficile momento di transizione. Ai giovani, ai quali questo lavoro è in particolare dedicato, spetta il compito di dare risposte ai problemi che emergono dalla ricerca per realizzare un mondo “più libero e giusto” in cui la scuola favorisca una cultura critica e aperta ai profondi processi di cambiamento in atto. Il lavoro realizzato dal prof. Aieta, con straordinaria dedizione e capacità, è una testimonianza di questa nuova visione della scuola, che vede impegnata tutta la comunità educante dell' I.T.C.G. di Castrovillari.

Il preside

Dottor Franco Blaiotta

Castrovillari, Gennaio 2000

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Premessa L’idea, da me manifestata nell’a.s. 1998-99 nell’ambito del Consiglio di classe della IV programmatori sezione B , dove insegno, di effettuare un’indagine statistica sulla popolazione è nata dall’esigenza di produrre un documento, come la normativa scolastica prevede per le classi sperimentali, da presentare ai prossimi esami conclusivi del ciclo di studi. Il primo intento è stato di studiare una serie storica (la popolazione nel tempo), individuare le funzioni più rappresentative ed elaborare qualche previsione a breve scadenza. L’enorme mole di dati che la ricerca, non facile, ha messo a nostra disposizione mi ha indotto ad effettuare uno studio più analitico e completo: motivi affettivi e di ordine pratico, tra cui la maggiore possibilità di reperire i dati, mi hanno spinto a considerare la popolazione del mio Comune. Il libro che ne è scaturito e alla cui realizzazione hanno contribuito lodevolmente, attraverso i grafici, gli allievi dell’attuale VBM, rivendica un doppio significato: - il primo è strettamente culturale e didattico al di là delle interpretazioni che

qualcuno vorrà darne o delle indicazioni che potrà trarne; - il secondo è dimostrare come, all’interno della tanto vituperata scuola pubblica,

vi siano docenti che lavorano, un preside aperto e pronto ad appoggiare ogni progetto culturale, che con il suo avvento ha favorito la nascita e la realizzazione di tante iniziative, e dei giovani , diversi da come siamo abituati a vederli , che sacrificano una parte del loro tempo libero in queste cose e lo fanno con notevole entusiasmo.

Il lavoro realizzato si può suddividere, sostanzialmente, in tre parti o capitoli : - il primo capitolo traccia la storia della nostra popolazione dal 1521 al 1998 con

riferimento agli eventi che ne hanno influenzato la crescita; - il secondo è dedicato all’analisi dei dati e degli indicatori statistici riguardanti la

popolazione ma anche altre realtà come la famiglia, l’istruzione, il lavoro, le abitazioni;

- il terzo capitolo, come naturale completamento dei primi due, si occupa di proiezioni riguardanti la popolazione nell’arco dei prossimi 30 anni, partendo da ipotesi probabili fatte sulla mortalità, fecondità, migrazione.

Il primo capitolo è preceduto dall’introduzione nella quale si accenna all’attuale situazione della popolazione nell’Italia e nel mondo, mentre il terzo capitolo è seguito da una parte decisamente tecnica, l’appendice, contenente alcuni elementi di statistica demografica in grado di favorire una migliore comprensione dei contenuti. Personalmente sono molto soddisfatto per il risultato scolastico conseguito: si concretizza il mio compito di insegnante attraverso le nuove conoscenze acquisite dai “miei allievi” e mi sentirei, moralmente, gratificato se questo lavoro, in termini di utilità, dovesse uscire dall’ambito strettamente scolastico. Voglio, tuttavia , sottolineare la mia inesperienza in questo campo: il solo pensare di aver scritto qualche centinaio di pagine, sebbene soccorso amorevolmente da numeri, tabelle, grafici e formule, mi lascia interdetto; comprendo che non farei tanta strada come scrittore, del resto, non ho né la preparazione né la vocazione per diventarlo.

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Ritengo molto più edificante la “compagnia” dei numeri, perché mi danno la possibilità di confrontarmi con me stesso e di verificare, giorno per giorno, se sono ancora giovane intellettualmente o se sono diventato un “carico sociale”. Devo dire che questa esperienza mi ha dato le risposte che cercavo. Termino ringraziando tutti coloro, non citati in precedenza, che in vario modo e a vario titolo hanno reso possibile questa pubblicazione.

Prof. Vincenzo Aieta

Castrovillari, Dicembre 1999

Nota dell’autore: Preciso che questa non è la prima edizione del libro, ma un rifacimento ed ampliamento successivo. Ciò si evince sia dalla diversa suddivisione, in quattro capitoli, sia dal fatto che i dati sulla popolazione riguardano un arco di tempo maggiore rispetto alla prima “Storia Demografica” il cui file sorgente è andato in parte perduto. Quanto recuperato (presentazione, introduzione, proiezione appendice), per la sua valenza storica, fa parte di questo lavoro che in seguito è stato ulteriormente ampliato nei contenuti e, oggi, comprende anche la popolazione straniera, l’industria, la giustizia ed è aggiornato al 31-12-2009 in quanto ad analisi, elaborazione e studio dei dati, non solo, ma è esteso anche alla provincia di Cosenza.

Prof. Vincenzo Aieta

Castrovillari, Settembre 2010

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Indice

Premessa Pag 5

Introduzione La situazione nel mondo “ 9 La situazione in Italia “ 10 Le prospettive demografiche “ 12 Le politiche demografiche “ 12 Il modello della “transizione demografica” “ 13 Capitolo I. Storia della popolazione da1521 al 2004 Le origini, il territorio, il clima “ 17 La popolazione prima del 1861 “ 18 La popolazione dal 1861 al 1881: movimento naturale nel Comune “ 20 La popolazione prima del 1951 ai vari censimenti ” 20 La crisi economica e la ripresa “ 22 La popolazione dal 1901 al 1950 ” 27 La popolazione dal 1951 al 2004 “ 29 Tassi di crescita. Tempo di raddoppio “ 32 La popolazione dal 1969 al 2004. Bilancio demografico “ 33 Il Circondario di Castrovillari dal 1861 al 2001 “ 35 Capitolo II. Analisi dei dati dal 1951 al 1998 Le categorie della popolazione “ 40 I profili della popolazione “ 47 Indicatori della crescita naturale “ 51 Indicatori sociali “ 53 Popolazione residente e stato civile “ 56

Capitolo III. Istruzione, famiglie, abitazioni Indicatori relativi a popolazione e istruzione “ 60 Indicatori relativi alle famiglie “ 63 Indicatori relativi alle abitazioni “ 67 Indicatori relativi a popolazione e lavoro “ 73

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Capitolo IV. Proiezioni di breve periodo Bilancio demografico “ 84 Il modello di crescita demografica “ 86 Previsioni e proiezioni “ 87 Proiezione sulla popolazione, prima ipotesi “ 89 Proiezione sulla popolazione, seconda ipotesi “ 92 Proiezione sulla popolazione terza ipotesi “ 93 Ipotesi 4 : fecondità e mortalità decrescenti “ 95 Una ipotesi di lavoro “ 98 Alcune conseguenze “ 99 Considerazioni finali “ 100

Appendice Premessa La popolazione e la sua rappresentazione ” 108 Indicatori della popolazione “ 110 Popolazione e disoccupazione “ 114 La mortalità “ 116 La natalità e la fecondità “ 117 La migrazione “ 120 Incremento demografico “ 121 Riferimenti bibliografici “ 123

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Storia Demografica di Castrovillari 9

Introduzione

I.1La situazione nel mondo. Per ogni paese la popolazione è la risorsa fondamentale. Ma, in tempi e luoghi diversi, un eccesso di popolazione può concorrere ad esaurire le risorse vitali come l’acqua, i minerali, la terra. Di contro, senza una popolazione sufficiente non solo lo sfruttamento delle risorse è inadeguato ma anche altri obiettivi come l’esplorazione, le conquiste territoriali, le vittorie militari, la formazione di vasti movimenti ideologici sono preclusi. Oggi, però, la popolazione sta crescendo in maniera preoccupante: la densità abitativa del nostro pianeta supera i 40 abitanti per chilometro quadrato. Questa esplosione demografica crea problemi complessi, aggravati dal fatto che la popolazione non è distribuita in modo uniforme sulla superficie terrestre, in quanto i due terzi di questa famiglia, poveri e spesso affamati, si concentrano su, appena, il 15% del pianeta. Da una parte, nel Nord della Terra, si registrano una crescita nulla ed il conseguente allungamento della vita media; le popolazioni invecchiano, tanto che il problema della terza età si pone con crescente urgenza. Dall’altra parte, nel Sud della Terra, i ritmi d'incremento demografico si mantengono su livelli così elevati che numerosi paesi vedono raddoppiare le rispettive popolazioni nell’arco di una generazione. Qui le risorse non riescono a far fronte alla crescita demografica, sicché la fame e le malattie continuano a colpire questi due terzi dell’umanità e i divari economico- sociali tra Nord e Sud della terra si acuiscono.

Popolazione mondiale dal 1800 al 2020 in milioni di abitanti.

0

1000

2000

3000

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Anni.

Po

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.

1800 1850 1900 1950 1996 2020

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10 Storia Demografica di Castrovillari Come conseguenza si è generato un movimento migratorio nuovo, di notevoli proporzioni, dai paesi poveri a quelli ricchi. Se non si attenueranno i divari tra Nord e Sud, in termini di sviluppo economico e di crescita demografica, questa nuova ondata migratoria rappresenterà uno dei fenomeni più rilevanti del prossimo futuro. Il grafico precedente mostra il forte incremento della popolazione mondiale registratosi dal 1950 al 1996, caratterizzato da un tasso di accrescimento dell’1,8 %, e quello previsto per il 2020. I.2 La situazione in Italia. Oggi nasce in Italia la metà dei bambini venuta al mondo negli anni 1946-48. Con un numero medio di figli pari a 1,16 (circa 12 bambini ogni 10 donne in età feconda) il nostro paese detiene il primato mondiale della più bassa fecondità femminile. Le differenze, tuttora in atto, tra regioni settentrionali e meridionali rivelano l’intreccio profondo esistente tra fenomeni economico-sociali e livello del tasso di fecondità. Secondo i dati Istat del 1931, nelle famiglie contadine del tempo, le donne con oltre 45 anni di età avevano mediamente 6,7 figli, 6 le mogli di operai e commercianti e rispettivamente 4,3 e 4,4 le mogli di impiegati e professionisti. Ciò prova che anche nel passato lo status economico-sociale dei diversi ceti della popolazione ha condizionato la prolificità familiare. Raggiunta la “crescita zero” l’Italia ha imboccato rapidamente la strada del saldo naturale negativo ma la popolazione continua a crescere, seppure di poco, a causa delle immigrazioni. Il bilancio demografico del 1994 (in migliaia di abitanti) conferma quanto detto. Dati Istat.

Movimento

naturale

Movimento

migratorio

Popolazione al

31-12

Nati vivi 544 Iscritti 1.407 ------- Morti 553 Cancellati 1.259 ------- Saldo -9 Saldo 148 57.266

Il calo della natalità coincide con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, in particolare, con immediati effetti positivi sulla “durata media della vita”. Gli ultra 65-enni nel 2008 supereranno gli 11 milioni (19,7% della popolazione). Nel 2000 l’Italia sarà il paese dell’U.E. con il più elevato indice di vecchiaia ogni 100 giovani di età inferiore a 14 anni, ci saranno 118 anziani, contro i 78 della Francia, gli 80 della Germania e i 40 dell’Irlanda.

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Storia Demografica di Castrovillari 11

Tavola1. Durata media della vita in anni. Italia. Anno 1994 e 1960-62.

1960-62 1994 Maschi Femmine Maschi Femmine

Nord 66,66 72,85 74,55 81,64 Centro 68,69 73,72 75,56 81,74 Sud 67,64 71,08 74,68 80,17 Italia 67,24 72,27 74,74 81,17

Il problema della terza età è legato alle profonde modificazioni che il ruolo sociale degli anziani ha subito negli ultimi 40 anni. L’evoluzione accelerata verso una società urbana e industriale, l’abbandono delle campagne, l’accresciuta presenza delle donne nel mercato del lavoro hanno portato alla graduale scomparsa della famiglia “patriarcale”. In essa l’anziano rappresentava, anche nell’età più tarda, un punto di riferimento, di considerazione ed anche il centro del potere economico (si pensi al settore agricolo o a quello artigianale). Alla famiglia “patriarcale è subentrata quella di tipo “nucleare” (coniugi con o senza prole o addirittura single). Un’altra tendenza sta modificando il paese: la fuga dalle grandi città verso la provincia. La popolazione dei capoluoghi, dove vivono 7 milioni di persone, nel 1994 era il 29,7% del totale rispetto al 30,5% del 1991. Completiamo questo paragrafo presentando l’andamento della popolazione italiana dall’unità d’Italia al 1994 in milioni di abitanti. Dati Istat.

Italia. Popolazione dal 1861 al 1994.

0

10

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50

60

Anni

Po

po

lazio

ne

1861 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 19941871

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12 Storia Demografica di Castrovillari

I.3 Le prospettive demografiche. In merito allo sviluppo futuro della popolazione vi sono due tendenze. Da un lato si collocano coloro che non credono più nella possibilità di risolvere i problemi della sovrappopolazione con il progresso tecnico e scientifico: le risorse non basterebbero, mancherebbe l’acqua, gli inquinamenti sommergerebbero la Terra, il bisogno di case, strade, città, ferrovie, fabbriche farebbe diminuire lo spazio coltivabile ed una superficie agraria in continua contrazione dovrebbe produrre generi alimentari per un numero di abitanti in continua espansione. Sparirebbero boschi e foreste con conseguenze devastanti sul clima; le combustioni provocate da automobili, ciminiere, comignoli distruggerebbero l’ossigeno, sviluppando quantitativi intollerabili di anidride carbonica con effetti a catena sulla salute e sul clima. Riaffiorano timori ancestrali e lo spettro di Malthus si proietta sul prossimo futuro. Dall’altro stanno coloro che fanno affidamento sulle potenzialità della scienza e controbattono asserendo che crescerà la popolazione ma anche la tecnologia e la scienza progrediranno, per cui i problemi apparentemente insolubili potranno essere risolti. Le previsioni più cupe, in seguito al rallentamento demografico dei primi anni 90 di questo secolo, stanno lasciando il passo a valutazioni meno pessimistiche. Le stime attuali consentono di collocare appena oltre gli 8,5 miliardi di abitanti la popolazione della Terra nel 2025 contro la precedente previsione di quasi 12 miliardi. I.4 Politiche demografiche. Esistono nel mondo, sostanzialmente, due teorie nel campo delle politiche demografiche che sottolineano le diversità tra Nord e Sud della Terra.

1) Alcuni paesi ad avanzato sviluppo economico, preoccupati per l’ormai consolidato declino della fecondità, varano interventi tesi a fronteggiare l’implosione demografica. E’ il caso della Francia dove lo Stato agevola le famiglie con tre o più figli.

2) Sul versante opposto si collocano i paesi del Terzo Mondo che mirano a contenere un’esplosione demografica più rapida della crescita delle risorse. E’ il caso della Cina (ogni minuto nascono 150 bambini nel mondo e 25 sono cinesi) dove l’economia non è in grado di sostenere più di 900 milioni di abitanti invece dei 1200 attuali. Lo squilibrio suggerì la “politica del figlio unico”: le coppie che accettano di contenere la prole entro tale soglia godono di molti vantaggi, mentre quelle che mettono al mondo un secondo figlio sono punite con una ammenda di 500 yuan all’anno per 15 anni, oltre a dover sostenere maggiori costi per l’istruzione, la casa, la sanità. Alcuni anni orsono, il timore di una crescita demografica incontrollabile spinse il governo indiano a ricompensare coloro che si sottoponevano alla pratica della sterilizzazione. Molti uomini spinti dalla fame si fecero sterilizzare per poche rupie.

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Storia Demografica di Castrovillari 13

Nel campo delle politiche demografiche vanno annoverati anche gli interventi legislativi con ricaduta sulla natalità, come la legislazione sulla tutela dei minori e della maternità, le misure a favore dell’edilizia economica sovvenzionata, una rete capillare di strutture per l’infanzia a partire dagli asili, gli stessi livelli medi delle retribuzioni (assegni familiari, detassazioni) possono trasformarsi in agevolazioni, talora indispensabili, per una cosciente pianificazione familiare. I.5 Il modello della “transizione demografica”. E’ uno schema induttivo dell’evoluzione della popolazione che possiamo dividere in tre fasi. Nella prima la natalità e la mortalità sono relativamente stabili ad un livello elevato con la natalità superiore alla mortalità, ma di poco; ciò fa crescere la popolazione (Regime naturale primitivo). La seconda fase che molti identificano con la “transizione demografica” si divide in due parti. Nella prima il tasso di natalità si mantiene su livelli elevati ma la mortalità cala decisamente per cui si ha una crescita notevole. Nella seconda parte la natalità si abbassa di valore, bruscamente, mentre la mortalità conserva l’andamento precedente. La forbice tra i due tassi si riduce e la popolazione cresce sempre più lentamente (Regime demografico maturo). Nella terza fase il divario tra natalità e mortalità si riduce fino a determinare la “crescita zero” e, nel tempo, l’implosione demografica (calo della popolazione). Il grafico seguente evidenzia il modello di crescita demografica della “transizione”.

tasso

natalità

40‰ mortalità crescita

30‰ naturale

20‰ 10‰ fase di transizione popolazione

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Capitolo primo

Storia della popolazione (dal 1521 al 2004)

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Storia demografica di Castrovillari 17 1.1 Le origini, il territorio, il clima. Lo scrittore archeologo francese François Lenormant nel suo libro “La grand Grèce” scrive testualmente: «Castrovillari est d’ailleurs l’Abjstrom des Grèce, l’Aprustum des Romains» e identifica il luogo dove sarebbe sorta nella contrada «Le Matine» sita lungo la vallata del Coscile, nei pressi dell’attuale Castrovillari. In un diploma greco del 1240 si afferma che Castrovillari sarebbe sorta sulle rovine della famosa Syphaeum ricordata da Tito Livio nell’opera, «Ab urbe condita», III deca sulla seconda guerra punica (218-202 a.C.), notizia smentita dallo stesso Lenormant che fa corrispondere Syphaeum all’attuale Fagnano Castello in val di Crati. Né dovrebbe prendersi in considerazione la versione riportata dallo storico locale Carlo Maria L’Occaso(1809-1854), secondo la quale Castrovillari sarebbe sorta sulle rovine dell’antica Lagaria, il cui sito è stato individuato, da alcuni decenni, a pochi chilometri dalla cittadina di Francavilla Marittima. Il nome di «Castrovillari» compare, per la prima volta, nell’anno 1064 quando i Normanni la conquistarono dopo un lungo assedio postovi da Roberto il Guiscardo. La città era ubicata sull’antica via Popilia, unica arteria di comunicazione tra il Bruzio ed il resto della penisola; dovette fortificarsi per difendersi dalle scorrerie dei Longobardi. Nel 1073 si ribellò al Guiscardo con Guglielmo Arenga ma, dopo tre anni, dovette arrendersi per fame e fu riconquistata dal figlio Ruggero che parla di una città dalle possenti fortificazioni. Il territorio del Comune di Castrovillari si estende per una superficie di circa 130,18 Kmq, precisamente Ha 13018 a 12 ca 68, di cui il 9% circa ricadono nel bacino idrografico del Raganello, mentre il 91%, la maggior parte del suo territorio, ricadono nel bacino idrografico del Coscile. E’ limitato a Nord da quello di Morano e da una piccola parte della Basilicata, ad Est dai territori di Frascineto, San Lorenzo Bellizzi e Cassano allo Jonio, a Sud da quelli di Spezzano Albanese e San Lorenzo del Vallo, ad Ovest dai territori di Firmo, Saracena e San Basile. A Settentrione la magnifica catena dei monti del Pollino, maestoso massiccio che si erge a 2.248 metri, forma un semicerchio con una serie di colline e piccoli monti a forma di piramide, tra i quali il monte Sant’Angelo (“Pinsunu”) e il Rotondello. Essa culmina nella Serra del Dolcedorme (metri 2.266). Dalla falda meridionale del monte Sant’Angelo si apre una vasta e fertile pianura delimitata ad Occidente dalla vallata del Coscile, l’antico Sybaris, e ad Oriente dagli ultimi contrafforti della Serra del Dolcedorme. In questa pianura degradante ha le fondamenta Castrovillari. La città si trova tra i 39°48’ di latitudine boreale e i 13°56’ di longitudine orientale computati sul meridiano di Parigi. «Albentes montes circundant moenia Castri Villarum, Sibar, Laganus agra rigant », così Castrovillari viene descritta dal Casalinuovo nel 1600. Il clima si può definire nel complesso buono. Breve è la primavera con i suoi dolci tepori, perché nella seconda metà di Maggio arriva l’estate che si protrae fino a metà

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18 Storia demografica di Castrovillari

Ottobre e che ha il suo culmine a metà Luglio quando si registrano 30° all’ombra. I mesi più rigidi, anche se è raro che la temperatura scenda sotto lo zero, sono Gennaio e Febbraio; poche sono le precipitazioni nevose che raggiungono al massimo i 25-30 centimetri di altezza. I mesi più piovosi sono quelli primaverili e autunnali, segnatamente Novembre, mese di maggiore piovosità.

1.2 La popolazione prima del 1861. Le tracce più remote che abbiamo rinvenuto sulla popolazione di Castrovillari risalgono al 1276, quando la città contava 4.386 abitanti ed era il centro più popoloso della Calabria settentrionale versante ionico interno. Ma è dal 1521 fino agli inizi del XIX secolo che i dati si snodano, regolarmente, attraverso i censimenti dei nuclei familiari tassati : i “fuochi”. Difatti tutte le numerazioni sono in fuochi ad eccezione delle ultime due che sono in “anime”. Il fuoco corrisponde ad un nucleo familiare formato da circa 5 persone; se consideriamo il valore intero, il numero degli abitanti che ne risulta è approssimato per eccesso, ma la cosa è del tutto ininfluente rispetto alle valutazioni che andremo a fare. Tavola 1.

Anno 1521 1532 1545 1561 1595 1648 1669 1691 1746 1793 1816 Popolazione in fuochi

706 1017 1550 1159 1138 946 831 946 643 ------- -------

Popolazione in anime

3530 5085 7750 5795 5690 4730 4155 4730 3215 5000 5645

Dando uno sguardo ai dati riportati nella tavola precedente si può notare l’enorme calo di popolazione verificatosi dal 1545 al 1746, ben 4.535 abitanti, che ridusse la popolazione stessa a 3.215 unità dalle 7.750 iniziali. In verità, già dal 1500, si era registrato un forte calo demografico dovuto alla cacciata violenta degli Ebrei dal Mezzogiorno d’Italia e anche da Castrovillari, dove occupavano un intero quartiere, la Giudeca, ad opera di Ferdinando il Cattolico, tale evento ebbe anche notevoli riflessi sull’economia locale. Il fenomeno, in seguito, si era progressivamente arrestato e la popolazione aveva ripreso a crescere durante il primo periodo feudale, sotto i duchi Spinelli (1521-45). Ma la causa principale del nuovo spopolamento della città va individuata proprio nel passaggio alla «condizione di feudo» (ricordiamo che con un atto del 28-10-1521, Carlo V vende per 28.000 ducati la Terra di Castrovillari al Principe di Cariati, Giovanni Battista Spinelli, e ai suoi eredi, con l’annesso titolo di Duca), perché i feudatari successori imposero un giogo baronale così pesante ed insopportabile da costringere intere famiglie ad emigrare. La città che sin dal 1130 aveva fatto parte, ininterrottamente, del Regio demanio dello Stato, svincolata da ogni gravame feudale, finì per essere assoggettata al dominio feudale stesso. Nel 1571 furono tassate persino le porte e le finestre per ricavare il denaro che doveva servire a sanare il bilancio e l’Università (il Comune di allora) pagava, solo

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Storia demografica di Castrovillari 19 per interessi ai creditori, 15.000 ducati l’anno. I cittadini, vessati da tante gabelle, emigrarono, giorno dopo giorno, verso altre Terre lasciando il proprio paese «afflitto e spopolato». Per un lungo lasso di tempo si combatté contro i Duchi alla ricerca della perduta «libertà demaniale» ma invano, perché i soprusi dei feudatari aumentarono: molti cittadini, confiscati i loro beni, furono perseguitati e uccisi. Ad aggravare il quadro generale concorrono altri eventi calamitosi a far capo dai due terremoti che si abbatterono sulla città nel XVII secolo ( 27-3-1638 e 1698 ) di cui il primo, «molto violento e rovinoso», provocò il crollo di interi quartieri e di ampi tratti della cinta muraria, tanto che fu necessario lo «spostamento dell’abitato dall’antico assetto», arrecando tra gli abitanti terrore, distruzione e morte. A seguito di questo evento la città si estese nel perimetro delimitato da via Roma, via Mazzini, via Martiri 1799 e Corso Garibaldi. Inoltre non va trascurata la grave pestilenza del 1656, anche se, già dall’inizio del 1600, la mortalità nel paese era alta a causa dell’inquinamento del pozzo di San Giovanni che forniva l’acqua potabile alla città. In molte carte dei primi anni del XVII secolo si evidenziano lo stato miserabile della città e le continue diserzioni degli abitanti: la città, ormai rassegnata al giogo dei Baroni, vide del tutto «calpestata quell’ombra di libertà civile» che faticosamente aveva conquistato. Nacque e si sviluppò un sentimento religioso: i cittadini «maltrattati qui in terra volsero uno sguardo al Cielo cercando conforto e protezione». I monasteri si riempirono di monaci e di religiosi, crebbe il livello culturale dei cittadini e si avvertì il bisogno di creare un’Accademia (“Risvegliati di Aprusto” ); fu così che l’agricoltura, per mancanza di braccia, decadde. Nel 1669 su 4.155 abitanti vi erano 168 preti, 14 diaconi e suddiaconi, 150 chierici minori. Verso la fine del XVIII secolo si registrò un risveglio delle coscienze, favorito anche dai nuovi avvenimenti politici, e l’avvio di una ribellione contro gli «inveterati abusi». All’inizio del XIX secolo fu abolita la feudalità, scomparvero i Baroni, furono soppressi i monasteri, i cittadini riebbero i beni loro confiscati, un maggiore fervore e spirito d’iniziativa pervase gli animi. La popolazione riprese a crescere e già nel 1816 raggiunse i 5.645 abitanti, nel 1828 saranno poco più di 7500 e nel 1.843 poco meno. 1.3 - La popolazione dal 1861 al 1881: movimento naturale nel Comune. Tavola 2.

Anno Nati Morti Saldo

Naturale

Anno Nati Morti Saldo

Naturale

1861 260 265 -5 1871 313 213 100

1862 305 247 58 1872 404 230 174

1863 336 222 114 1873 353 390 -37

1864 335 247 88 1874 323 391 -68

1865 343 228 115 1875 381 424 -43

1866 369 255 114 1876 401 238 163

1867 332 197 135 1877 395 268 127

1868 375 262 113 1878 374 246 128

1869 343 288 55 1879 392 322 70

1870 366 248 118 1880 364 353 11 --- --- --- --- 1881 386 350 36

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20 Storia demografica di Castrovillari Dal 31-12-1861 al 31-12-1871 il movimento naturale comporta un saldo positivo di 1.010 unità ma la popolazione residente, alla fine del periodo considerato, risulta di 9.009 abitanti (invece di 8.856) per effetto di un saldo migratorio positivo (immigrazione) di 153 abitanti. Nel decennio successivo (1871-1881) il saldo naturale ammonta a 561 unità; partendo dai 9.009 residenti del 1871 otteniamo 9.570, ma la popolazione alla fine del 1881 risulta di 10.649 abitanti a causa, ancora, di un movimento di immigrazione quantificabile in 1.079 abitanti. Si nota, in questo secondo periodo, una crescita lenta a cavallo del 1880 e addirittura negativa nel 1873-74-75 per l’elevata mortalità registratasi in quegli anni. Con regio decreto n. 329 del 20-11-1861 viene istituito il Tribunale e nel 1877 Il distretto Militare. Inoltre nel 1881 la nostra città contava tre parrocchie : San Giuseppe, San Giacomo e la S.S. Trinità con 5.865, 2.466, 2.174 iscritti rispettivamente. 1.4 La popolazione prima del 1951 ai vari censimenti. Sulla base dei dati del censimento del 21 Ottobre 2001 risulta che Castrovillari dal 1861 ad oggi, non ha subito variazioni territoriali; la classe di altitudine è la terza, da 301 a 600 metri s. l. m., determinata in funzione del centro principale del Comune, ove è ubicata la casa comunale. E, in effetti, il centro abitato è situato a 362 metri s.l.m. e compreso tra la quota minima di 43 metri e la massima di 2.266 metri. Per i censimenti del 1861-1871 la popolazione residente coincide con quella presente, mentre i nostri calcoli si riferiscono alla popolazione residente. Come si può vedere dal grafico successivo, la popolazione di Castrovillari, tra il 1861 ed il 1991, mostra un trend decisamente positivo e passa dai 7.846 ai 23.249 abitanti (densità di 179 ab/kmq). La tabella seguente riporta la popolazione ai vari censimenti, dall’unità d’Italia al 1936, mentre il grafico sottostante si spinge fino al 2001.

Tavola 3. Dati Istat. Comune di Castrovillari

Anno Data del

censimento

Popolazione

Residente

Popolazione

presente

1861 31-12 7.846 7.846

1871 31-12 9.009 9.009

1881 31-12 10.649 10.505

1901 10-02 9.945 9.138

1911 10-06 9.709 9.140

1921 01-12 10.225 ---

1931 21-04 12.009 ---

1936 21-04 11.943 ---

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Storia demografica di Castrovillari 21 Al fine di valutare le variazioni della popolazione della nostra città, sia rispetto al censimento del 1861 sia tra un censimento e l’altro, costruiamo la seguente tabella dei “numeri indici” (rapporti statistici idonei allo scopo) nella quale sono riportati anche gli incrementi assoluti e relativi, tanto numerici che percentuali.

Tavola 4. Dati elaborati. Comune di Castrovillari. Anno Numeri indici

in base 1861

Numeri indici

in base mobile

Incremento assoluto Incremento relativo

1861 100,0 --- --- ---

1871 114,8 114,8 1.163 (14,8%) 1.163 (14,8%)

1881 135,7 118,2 2.803 (35,7%) 1.640 (18,2%)

1901 126,7 93,4 2.099 (26,7%) -704 (-6,6%)

1911 123,7 97,6 1.863 (23,7%) -236 (-2,4%)

1921 130,3 105,3 2.379 (30,3%) 516 (5,3%)

1931 153,0 117,4 4.163 (53,0%) 1.784 (17,4%)

1936 152,2 99,5 4.097 (52,2%) -66 (-0,5%)

Rispetto alla popolazione del 1861 si è avuta, nel 1936, una crescita di 4.097 unità pari al 52,2 % del valore iniziale anche se il massimo incremento, 53%, si è registrato nel 1931. Dal 1881 al 1911 i residenti sono diminuiti dell’8,8% pari 940 unità. Dando uno sguardo agli incrementi relativi si può notare che il maggiore aumento di popolazione si è avuto nel decennio 1921-31 con 1.784 persone (il 17,4%), mentre il calo più sensibile si riscontra tra il 1881 e il 1901 nella misura del 6,6%.

C a str o v illa r i: P o p o la z io n e d a l 1 8 6 1 a l 2 0 0 1

0

5 0 0 0

1 0 0 0 0

1 5 0 0 0

2 0 0 0 0

2 5 0 0 0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0 1 1 1 2 1 3 1 4

P o p o la z io n e

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001

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22 Storia demografica di Castrovillari 1.5 La crisi economica e la ripresa. Le ragioni della diminuzione di popolazione del nostro Comune, che ha raggiunto il culmine nel 1912 allorché il numero degli abitanti presenti risultò del 13% inferiore a quello del 1881, vanno individuate nella “Grande Emigrazione” che iniziò in quel periodo. Che l’emigrazione sia un fatto proprio dell’epoca lo dimostra anche il rapporto, maggiore di uno, tra popolazione residente e popolazione presente in occasione dei censimenti del 1881-1901 e 1911(tavola 2). Anche Castrovillari, come tanti altri paesi del Sud, dovette subire la piaga dell’emigrazione che avvenne in massima parte in direzione delle Americhe, con prevalenza per l’America del Nord nella prima fase (1881-1901) e dell’America del Sud (Argentina, Brasile), in massima parte, dall’inizio del ventesimo secolo in poi. Il fenomeno si rivelò di vaste proporzioni ed interessò tutto il circondario di Castrovillari. Alla data del censimento del 1881 il circondario di Castrovillari contava 118.494 abitanti, 41 Comuni, un’estensione di Kmq 2105. Il censimento del 1901 accertò nel circondario di Castrovillari la presenza di 111.304 abitanti, fermi restando il numero dei Comuni e l’estensione del territorio. Si ha, dunque, una diminuzione di 7.190 abitanti nel ventennio considerato. Per rendere più netta la gravità del fenomeno basti ricordare che il circondario di Castrovillari, nella scala decrescente del Regno d’Italia, si colloca, nell’anno 1911, al quarto posto per perdita di abitanti e che i circondari di Castrovillari e di Rossano risultano quelli che, negli anni che vanno dal 1876 al 1905, hanno fornito più personale umano al movimento migratorio calabrese. I paesi che gravitano attorno a Castrovillari e che subirono più marcatamente questo fenomeno nel periodo in questione sono: Acquaformosa che passò da 1.871 a 1.562 abitanti con un calo del 17%; Frascineto la cui comunità scese da 2.814 a 2.526 unità con un regresso del 10%; Morano Calabro che, passando da 9.974 abitanti a 6.596, subì una diminuzione del 34%. Inoltre a Morano Calabro si registra un tasso di emigrazione, tra i più alti della regione, che comporta un regresso demografico eccezionale per lo stesso circondario di Castrovillari. Non meno importante è il caso di Lungro che da 5.742 abitanti scese a 4.000 con un calo del 30% e di Mormanno che registrò una diminuzione demografica del 21% essendo la sua popolazione, in quel periodo, passata da 5.932 a 4.679 abitanti. Perdite di popolazione fecero segnare anche Spezzano Albanese il 9% (da 3.936 a 3.572 abitanti) e Cassano Jonio il 5% (da 8.966 a 8.526 abitanti). Rossano Calabro da 18.141 abitanti passò a 13.354 e vide così la sua popolazione ridursi del 26% circa. Il grafico seguente mette in evidenza le perdite di popolazione verificatesi tra il 1881 ed il 1901 in alcuni comuni dell’interland di Castrovillari.

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Storia demografica di Castrovillari 23

Tavola 5. Dati Istat

Anno 1881 1901

Morano Calabro 9.974 6.596 Lungro 5.742 4.000

Mormanno 5.932 4.679 Acquaformosa 1.871 1.562

Frascineto 2.814 2.526 Spezzano A. 3.936 3.572

Cassano Jonio 8.966 8.526

Nel Corso di un convegno tenutosi nel Comune di Castrovillari, avente per tema “Lo spopolamento fra le classi giovanili del paese” fu sottolineato (dal Consigliere Carmine Salerni) come a partire per l’estero siano sempre le classi maschili giovani con massima concentrazione tra i 25 e i 30 anni. Questa perdita risulta compensata in minima parte da un’immigrazione interna proveniente, in particolare, dai paesi del circondario e composta da gente capace di svolgere lavori agricoli e manuali. In questo periodo, nei paesi calabresi, non è raro imbattersi in donne, vecchi e bambini mentre è infrequente incontrare per le strade giovani e persone di mezza età, ovvero le forze attive che compongono una comunità. La mancanza di forze lavorative innescò la decadenza economica della città: dal 1892 al 1901«Castrovillari, sola, assiste all’esodo di 2.142 cittadini di cui 1.542 contadini braccianti». Il fenomeno dell’emigrazione transoceanica nel Comune di Castrovillari fu fortemente attenuato da due fattori: il tasso di natalità che, nel periodo in questione, è stato sempre elevato ed il tasso di mortalità che, tranne casi sporadici (come nel 1882 quando fu del 33,6 per mille con 355 decessi, dovuti in buona parte al colera che colpì diverse zone dell’Italia meridionale tra cui Castrovillari), è rimasto ben al di sotto del primo evidenziando negli anni una tendenza decrescente. Nella realtà, invece, esso fu effettivamente di vaste proporzioni e la cosa emerge nettamente se esaminiamo soltanto il movimento migratorio riportato nella seguente tabella insieme a quello naturale. (Dati Archivio di Stato Castrovillari). Nei 20 anni sono immigrate 749 persone ed emigrate 3.885, in media 194 cittadini all’anno; il tasso medio annuo di migrazione netta è risultato del –15.2‰. Al 31-12-1900 la differenza tra immigrati ed emigrati ammonta a –3.136, il 29,5% della popolazione residente all’1-1-1881 a Castrovillari; nello stesso periodo il saldo naturale positivo ha apportato un incremento demografico di 2.415 persone pari al 22,7% della popolazione iniziale, riuscendo in buona parte a parare le perdite dovute all’emigrazione. Il calo demografico, nell’arco di tempo considerato, si può quantificare in 721 unità, il 6,8% della popolazione di partenza, anche se bisogna

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

Mor

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Lung

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Mor

.nno

Acqua

f.

Fras

.to

Spezz

. A.

Cassa

no

1881

1901

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24 Storia demografica di Castrovillari aggiungere che la struttura della popolazione si era modificata, nel frattempo, a favore delle classi inattive (anziani e giovani). Tra le cause dell’emigrazione transoceanica, che interessò in quegli anni tutta la Calabria, vanno poste la mancanza di lavoro, di campi da coltivare, la ricerca di più favorevoli prospettive economiche in grado di avviare la fine dello sfruttamento delle masse operaie ad opera dei grandi proprietari terrieri: Marchesi, Duchi e Baroni dell’epoca. Essa fu interrotta nel 1914 dallo scoppio della prima guerra mondiale.

Tavola 6. Movimento migratorio e naturale dall’1-1-1881 al 31-12-1900. Anno Popolazione

all’1-1

Nati Morti Saldo

Naturale

Immigrati Emigrati Saldo

Migratorio

Popolazione

al 31-12

1881 10.690 386 350 36 55 132 -77 10.649 1882 10.649 374 355 19 81 282 -201 10.467 1883 10.467 375 211 164 61 154 -93 10.538 1884 10.538 369 239 130 32 123 -91 10.577 1885 10.577 371 338 33 59 195 -136 10.474 1886 10.474 340 207 133 25 271 -246 10.361 1887 10.361 373 204 169 31 196 -165 10.365 1888 10.365 385 289 96 51 201 -150 10.311 1889 10.311 371 197 174 39 193 -154 10.331 1890 10.331 303 231 72 25 120 -95 10.308 1891 10.308 381 220 161 71 175 -104 10.365 1892 10.365 372 347 25 35 205 -170 10.220 1893 10.220 416 335 81 20 208 -188 10.113 1894 10.113 359 230 129 25 222 -197 10.045 1895 10.045 408 173 235 15 209 -194 10.086 1896 10.086 336 313 23 28 162 -134 9.975 1897 9.975 370 193 177 35 192 -157 9.995 1898 9.995 401 193 208 21 205 -184 10.019 1899 10.019 410 194 216 25 210 -185 10.050 1900 10.050 333 199 134 15 230 -215 9.969

S a ld o n a tu ra le -S a ld o m ig ra to rio

d a l 1 8 8 1 a l 1 9 0 0

-300

-200

-100

0

100

200

300

S a ld o m ig ra to rio

S a ld o na tura le

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Storia demografica di Castrovillari 25 La Tabella seguente fornisce i tassi di natalità Qn, i tassi di mortalità Qm, i tassi di incremento naturale Qn-Qm, i tassi di immigrazione Qi, i tassi di emigrazione Qe, quelli di incremento migratorio Qi-Qe nel periodo 1881-1900. La popolazione è riferita al 30-6 di ogni anno, i valori dei tassi sono riferiti a 1000 persone. Tavola 7. Dati Elaborati.

Anno

Popola

zione

Qn

Qm

Qn-Qm

Qi

Qe

Qi-Qe

1881 10.669 36,2 32,8 3,4 5,1 12,4 -7,3 1882 10.558 35,4 33,6 1,8 7,7 26,7 -19,0 1883 10.502 35,7 20,1 15,6 5,8 14,6 -8,8 1884 10.557 34,9 22,6 12,3 3,0 11,6 -8,6 1885 10.525 35,2 32,1 3,1 5,6 18,5 -12,9 1886 10.417 32,6 19,8 12,8 2,4 26,0 -23,6 1887 10.363 36,0 19,6 16,4 3,0 18,9 -15,9 1888 10.338 37,2 27,9 9,3 4,9 19,4 -14,5 1889 10.321 35,9 19,1 16,8 3,8 18,7 -14,9 1890 10.319 29,4 22,8 6,6 2,4 11,6 -9,2 1891 10.336 36,8 21,3 15,5 6,9 16,9 -10,0 1892 10.292 36,1 33,7 2,4 3,4 19,9 -16,5 1893 10.166 40,9 32,9 8,0 1,9 20,4 -18,5 1894 10.079 35,6 22,8 12,8 2,5 22,0 -19,5 1895 10.065 40,5 17,2 23,3 1,5 20,7 -19.2 1896 10.030 33,5 31,2 2,3 2,8 16,1 -13,3 1897 9.985 37,0 19,3 17,7 3,5 19,2 -15,7 1898 10.007 40,1 19,3 20,8 2,1 20,5 -18,4 1899 10.034 40,8 19,3 21,5 2,5 20,9 -18,4 1900 10.009 33,2 19,9 13,3 1,5 23,0 -21,5

Osservando l’andamento dei tassi di natalità e di mortalità risulta evidente che il divario nei diversi anni si va accentuando a partire dal 1886; se si escludono pochi casi il tasso di mortalità si abbassa in modo consistente, segno che le condizioni di vita della popolazione vanno migliorando. Essa è entrata nella prima fase della transizione demografica, caratterizzata da alta natalità e mortalità relativamente molto più bassa, che favorisce la crescita naturale, tuttavia, annullata da un consistente movimento migratorio che fa registrare il massimo negativo nel 1886 con 246 unità, corrispondente ad un saldo migratorio del 23,6‰, il che significa 24 emigrati circa ogni 1000 abitanti, se consideriamo la debole immigrazione dai paesi del circondario, altrimenti (il tasso di emigrazione è del 26‰ ) gli emigrati diventano 26 su 1000 abitanti. Nel 1891 Castrovillari, così viene descritta, è una cittadina con le vie ben tenute, vi è l’illuminazione ad olio, mancano manifatture e banche di credito, ha una società operaia, un ginnasio governativo con convitto annesso, ha tutti gli uffici propri di un

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26 Storia demografica di Castrovillari capoluogo di Circondario e il Distretto Militare. Vi passa la corriera postale per Casalbuono ( Potenza ), vi sono alberghi, caffè e trattorie decenti e, anche, un casino di unione. Le principali coltivazioni sono la vite, il cotone, i legumi, il frumento e le biade. Si lamenta la mancanza di lavoratori di campi, mentre abbondano i professionisti, tranne gli ingegneri. L’emigrazione è del 17‰ , la natalità del 36,8‰, la mortalità del 21,3‰, la nuzialità (con 81 matrimoni celebrati) risulta del 7,8‰. Il salario giornaliero dei contadini è di £ 1.60 e quello degli operai di £ 2,50. La città è amministrata dall’avvocato Domenico Tamburi. Negli anni dal 1901 al 1905 il tasso di emigrazione fu più contenuto rispetto al circondario, la popolazione al termine del primo decennio fece registrare un calo di appena 236 abitanti (pari al 2,4% della popolazione del 1901), e si attestò sul 22,9‰ (riferito alla popolazione presente di 9.138 abitanti e calcolato su una media annua di 209,6 emigrati ), quasi identico a quello di Cosenza città (22,8‰), contro il 34,2‰ di Acquaformosa, il 44,2‰ di Canna, il 30,8‰ di Morano, il 27,4‰ di San Sosti, il 41,4‰ di Sant’Agata d’Esaro , il 47‰ di Trebisacce, il 28‰ di Mormanno, l’85,9‰ di Altomonte, il 26,1‰ di Paola città ed il 37,1‰ di Rossano città. La situazione economica di Castrovillari migliorò gradatamente: «nel 1911 si contavano 16 macchine per la lavorazione del legno e 16 per quella del ferro, nelle quali industrie sono impiegati circa 50 operai». La città che nel 1914, completato il primo tronco Spezzano- Castrovillari della linea ferroviaria che doveva collegare il centro del Pollino con Lagonegro, salutò l’arrivo della prima locomotiva nella stazione, «stava diventando, nelle predette industrie, la fornitrice di numerosi paesi del circondario». Tale «rinascita economica» fu posta in relazione con la formazione di una forza lavoro qualificata grazie alla scuola Arti e Mestieri, frequentata, in quel tempo, da 40 allievi. Questa scuola, sorta il 10-7-1909, contava all’inizio 20 alunni. Era triennale con un anno di perfezionamento. Nel primo ciclo le discipline insegnate erano: Italiano, Storia e Geografia , Francese, Matematica, Fisica, Chimica, Meccanica, Tecnologia, Disegno di macchine, Disegno ornamentale, geometrico e professionale. Nell’anno di perfezionamento si dovevano seguire corsi di Meccanica applicata, di Composizione di macchine e di Elettrotecnica. L’istituzione nel 1914 di un « primo corso di Scuola Tecnica», 16 gli iscritti, attesta l’importanza che era attribuita a questo tipo di studi. Ciò contribuì ad abbassare il tasso di analfabetismo e a contenere l’evasione dall’obbligo scolastico. La popolazione dal 1911 al 1931 crebbe di 2.300 abitanti, il 24% circa, con un tasso di incremento annuo del 10,7 ‰ .

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Storia demografica di Castrovillari 27 1.6 La popolazione dal 1901 al 1950. Presentiamo, in primo luogo, il movimento naturale demografico del Comune di Castrovillari dal 1901 al 1928: dai dati in nostro possesso non siamo in grado di indicare la popolazione anno per anno.

Tavola 8. Dati Anagrafe del Comune. Anno Nati Morti Saldo

naturale

Anno Nati Morti Saldo

Naturale

1901 314 185 129 1915 350 231 119 1902 332 244 88 1916 354 221 133 1903 311 189 122 1917 294 285 9 1904 360 224 136 1918 275 405 -130 1905 330 233 97 1919 303 245 58 1906 320 231 89 1920 442 225 217 1907 302 205 97 1921 413 235 178 1908 346 240 106 1922 377 267 110 1909 360 227 133 1923 402 193 209 1910 354 222 132 1924 380 192 188 1911 343 177 166 1925 347 201 146 1912 331 178 153 1926 320 197 123 1913 343 230 113 1927 354 205 149 1914 383 212 171 1928 336 184 152

Dal 31-12-1901 al 31-12-1911 si è registrato un incremento naturale di 1.166 unità, tuttavia la popolazione è scesa da 9.945 a 9.709 abitanti con un saldo migratorio di -1.402 abitanti, pari ad un tasso medio di migrazione netta annua del –14,3‰ lievemente inferiore a quello dei vent’anni precedenti. Questo ci dice che il fenomeno dell’emigrazione fu consistente anche nel primo decennio del 1900 attenuato dalla crescita naturale che limita, come già detto, il calo demografico a soli 236 abitanti. Nel secondo decennio del ventesimo secolo, a causa anche della prima guerra mondiale (i cui effetti sono ben visibili nella mortalità di quegli anni) la migrazione netta si riduce a –505 abitanti corrispondenti ad un tasso del –5,1‰ all’anno. Da fonti bibliografiche apprendiamo che «nel 1906 partono dalla provincia di Cosenza 23.000 contadini, dai 16 ai 36 anni, rappresentano il fiore delle energie lavoratrici dei campi. Le braccia, che rimangono disponibili, non sono certo le migliori e devono essere pagate di più». Su un giornale locale (“La luce”), nell’edizione del primo Maggio 1909, in un articolo sull’emigrazione, si legge: «Famiglie intere abbandonano la terra natale nella speranza di arricchire, abbagliate da pochi casi eccezionali di conterranei fortunati o scaltri tornati in patria con qualche risparmio» ed ancora : «Il fenomeno di chi abbandona ai pericoli del mondo la sposa che ha impalmato da un mese».

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28 Storia demografica di Castrovillari In questo periodo giovanissime, esuberanti «vedove bianche», lasciate sole dai mariti, vivono il dramma dell’adulterio, delle gravidanze occulte, delle nascite illegittime. Questa seconda ondata di emigrazione transoceanica riguardò anche, e maggiormente, il circondario di Castrovillari. I Comuni in evidente calo demografico risultano Morano (il 13%), Lungro (10%), San Donato di Ninea (il 20%), San Sosti (11,5%) e Sant’Agata d’Esaro (il 18%). La tabella seguente riporta la popolazione residente, al 31-12 di ogni anno, dall’anno 1929 alll’anno 1950 nel Comune di Castrovillari. Tavola 9. Dati Ufficio Anagrafe del Comune.

Anno Popolazione Anno Popolazione Anno Popolazione Anno Popolazione

1929 11.852 1936 11.943 1943 12.947 1950 14.035 1930 11.874 1937 12.178 1944 12.976 1931 12.009 1938 12.278 1945 12.951 1932 12.225 1939 12.906 1946 13.226 1933 12.416 1940 12.603 1947 13.474 1934 12.509 1941 12.657 1948 13.721 1935 12.587 1942 12.871 1949 13.821

Come si nota, dal 1929 al 1950, si è avuto un incremento demografico di 2.183 abitanti con una media annua di circa 104 unità. Una crescita, piuttosto lenta, fortemente influenzata da due avvenimenti di portata mondiale: la crisi economica del 1929, che portò disoccupazione e miseria, e la seconda guerra mondiale che arrecò morte e distruzione (il 17-8-1943 il rione “Civita” subì un violento bombardamento da parte degli Alleati). Nel 1930 a fronte di un saldo naturale di 366 unità, derivante dalla differenza tra le 450 nascite e i 184 decessi di quell’anno, la popolazione crebbe solo di 22 unità rispetto al 1929, mentre altrettanto lenta, se non addirittura negativa (1945), fu la crescita negli anni del secondo conflitto mondiale (di sole 29 unità dal 1943 al 1944). La crisi economica del 1929, nata dall’eccessivo ottimismo nella produzione agricola e industriale, e che coinvolse anche le banche in un giro di prestiti onerosi e di speculazioni a largo raggio, fu causata dal contrasto insanabile tra la produzione agricola e industriale da un lato e l’impossibilità di trovare mercati su cui collocare le merci prodotte dall’altro. Ad essa contribuirono anche le politiche deflazionistiche degli Stati che finirono per sottrarre moneta contante alla circolazione con effetti negativi sia sulle imprese, incapaci di sostenere la propria produzione, sia sulle banche costrette a limitare i prestiti e quindi a danneggiare lo stesso mercato per mancanza di acquirenti. Il crollo inevitabile dei prezzi e dei titoli azionari e la chiusura di molte fabbriche, seguita da un enorme calo della produzione industriale e da una lunga serie di clamorosi fallimenti di industrie e banche ad esse collegate, trascinarono sul lastrico numerose famiglie della borghesia locale e, soprattutto, molti lavoratori.

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Storia demografica di Castrovillari 29 Castrovillari agli inizi degli anni ’30 contava sette Istituti di Credito: una filiale della Cassa di Risparmio di Cosenza (istituita nel 1922), una filiale del Banco di Napoli (sorta nel 1928), la Banca Morelli, la Banca Gallo-De Biase, la Banca Arcieri- Salerni, la Banca Rurale e la Banca Cattolica. Le ultime due banche fallirono proprio per le conseguenze della Crisi Economica dissolvendo la dote di tante giovani donne del luogo e mandando in fumo il loro matrimonio. Rammentiamo che, nella società del tempo, il matrimonio aveva un ruolo prettamente economico, la dote si poneva al primo posto e veniva vista come «il principale canone di accettabilità sociale».

1.7 La Popolazione dal 1951 al 2004.

Alla data del 4-11-1951 la popolazione residente, censita nel territorio di Castrovillari, consta di 13.810 persone. In seguito essa è cresciuta quasi ininterrottamente: 14.950 abitanti nel censimento del 15-10-1961, 17.331 in quello del 24-10-1971, 20.452 in quello del 25-10-1981, 23.249 in quello del 24-10-1991 fino a pervenire ai 23.269 abitanti del 31-12-1994. Successivamente si è avuto un calo progressivo che ha toccato il minimo nel censimento del 21-10-2001 con 22.389 abitanti, e una perdita di 860 unità rispetto al 1991. Nella tabella seguente è riportata la popolazione residente nel Comune dal 1951 al 2004, con continuità dal 1991, insieme ad altri dati elaborati.

Tavola 10. Dati Istat - Dati elaborati.

Anno

Popolazione Numeri indici

base 1861

Numeri indici base mobile

Incremento 1861

Incremento relativo

1951 13.810 176,0 115,6 5.964 1.867 1961 14.950 190,5 108,3 7.104 1.140 1971 17.331 220,8 116,0 9.485 2.381 1981 20.452 260,6 118,0 12.606 3.121 1991 23.249 296,3 113,7 15.403 2.797 1992 23.179 295,4 99,7 15.333 -70 1993 23.182 295,5 100,0 15.336 3 1994 23.269 296,6 100,4 15.423 87 1995 23.267 296,5 100,0 15.421 -2 1996 23.218 296,0 99,8 15.372 -49 1997 23.063 293,9 99,3 15.217 -155 1998 22.939 292,4 99,5 15.093 -124 1999 22.683 289,1 98,9 14.837 -256 2000 22.541 287,3 99,4 14.695 -142 2001 22.389 285,3 99,3 14.543 -152 2002 22.450 286,1 100,3 14.604 61 2003 22.582 287,8 100,6 14.736 132 2004 22.616 288,2 100,2 14.770 34

Dall’analisi dei dati risulta che nel 2004, rispetto al 1861, la popolazione del nostro Comune si è arricchita di 14.770 unità, pari al 188,2% del valore iniziale. Tuttavia l’impulso maggiore nella crescita si è registrato dal 1961 al 1991; si tratta

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30 Storia demografica di Castrovillari di un vero e proprio boom demografico di 8.299 abitanti, più di un terzo (36,7%) della popolazione del 31-12 -2004. Tale fenomeno è da collegarsi all’apertura delle prime fabbriche tessili per la lavorazione delle fibre sintetiche e del cementificio che ha richiamato sul nostro territorio una migrazione interna, alimentata dai paesi del circondario. Il saldo migratorio nel ventennio 1971-91 ammonta a 2.757 unità, mentre quello naturale apporta una crescita di ben 3.161 abitanti, soprattutto perché il divario tra i tassi di natalità e di mortalità, all’inizio, è ancora consistente. Gli abitanti dei paesi viciniori si trasferiscono a Castrovillari allettati da prospettive economiche più favorevoli e si integrano, in breve tempo, con la popolazione locale dando origine con essa ad un movimento migratorio pendolare, poiché quotidianamente, si spostano secondo i turni di lavoro, dal luogo di residenza a quello di lavoro e viceversa entro un raggio di 20 km. Si tratta per la precisione di un movimento classificato come “ pendolarismo

inverso” in quanto posto in essere da lavoratori che risiedono in un centro urbano e si recano a lavorare all’esterno dei confini amministrativi della città. Allorchè molte di queste fabbriche chiudono i battenti, alcune di esse sarebbero sorte (si dice) per meri fini speculativi (agevolazioni fiscali, incentivi finanziari ) e si avvia la crisi occupazionale conseguente alla perdita del posto di lavoro, gli immigrati non rientrano nei loro paesi di origine ma, ormai perfettamente integrati nella nuova comunità, restano stabilmente nel paese di adozione in qualità di cassintegrati: alcuni ritornano al loro mestiere primitivo, altri si adattano a lavori occasionali al fine di arrotondare il sussidio dello Stato. Questo loro ”status” di bisogno viene abilmente sfruttato da politici locali solerti ad interessarsi dei loro problemi in prossimità di certi avvenimenti. Dal confronto tra i grafici della popolazione, come vedremo in seguito, emerge che il decennio 1951-61 è stato caratterizzato da un costante movimento migratorio, in più direzioni e di diversa natura. Quello transoceanico spinse i cittadini di Castrovillari e del circondario verso le Americhe (in prevalenza Argentina, Brasile, Venezuela, Cuba, Panama, Nord America); quello internazionale, europeo, ebbe come meta la Svizzera, la Germania, il Belgio e la Francia; infine quello nazionale avvenne dal Sud verso le città del Nord Italia (Milano e Torino), sul finire degli anni Cinquanta, più consistente rispetto ai primi due, di più gravi conseguenze perché, più che i singoli individui, coinvolse interi nuclei familiari. In quest’ultimo caso non si tratta tanto di singoli che per motivi di lavoro emigrano all’estero e che, dopo avervi trascorso un periodo di tempo più o meno lungo, ritornano al paese natio quanto di famiglie che fisseranno la loro residenza definitiva nelle metropoli del Nord. Dal censimento del 1961 risultano temporaneamente assenti, perché all’estero, 251 cittadini, temporaneamente assenti, perché in altri Comuni, 452 abitanti, per un totale

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Storia demografica di Castrovillari 31 di 703 di cui 351 per motivi di lavoro, rispetto ai 69 assenti, perché all’estero, del 1951. Negli anni successivi la presenza di Castrovillaresi all’estero, in occasione dei censimenti, scende a 177 nel 1971, a 40 nel 1981, mentre sostenuta è la presenza in altri Comuni: 657 nel 1971 e 573 nel 1981, segno che cambia il tipo di emigrazione. Diminuisce l’assenza per motivi di lavoro: 309 nel 1971, 184 nel 1981 e, con il passare degli anni, il fenomeno assume una connotazione “nazionale” perdendo di consistenza rispetto al passato ma discretamente presente se negli ultimi 20 anni sono stati cancellati, in media, dai Registri dello Stato Civile 350 persone all’anno. Tuttavia questo movimento in uscita viene assorbito da quello, più massiccio, in entrata che incide positivamente sulla crescita della popolazione fino al 1991, allorquando il divario tra le due correnti si riduce, tanto che, in termini di saldo migratorio, il nostro comune perde poco e guadagna poco fino al 1996, poi riprende l’emigrazione interna ed estera. Le cause di queste migrazioni furono le miserie prodotte dalla seconda guerra mondiale, oltre i lutti, le diverse condizioni economiche tra il Sud dell’Italia, depositario di un’agricoltura arretrata e povera, ed il Nord, industriale e ricco che stava costruendo il miracolo economico. Da un ulteriore sguardo alla tabella emerge come dal 1992 al 1995 la crescita della popolazione residente risulti stazionaria per diventare, subito dopo, negativa sino al 2001 (minimo nel 1999 con - 256 abitanti). Tra il 1991 ed il 2001 si ha una perdita complessiva di 860 unità, pari al 3,7%. Il calo demografico assume consistenza a partire dal 1996, come è bene evidenziato dagli incrementi decrescenti in base 1861, dagli incrementi relativi negativi e dai numeri indici in base mobile che, proprio dal 1996 al 2001, sono stabilmente al di sotto di 100. I successivi numeri indici in base mobile, poco sopra il 100, indicano una lenta ripresa.

C a s tro v il la r i: P o p o la z io n e d a l 1 9 5 1 a l 2 0 0 4

1 0 0 0 0

1 2 5 0 0

1 5 0 0 0

1 7 5 0 0

2 0 0 0 0

2 2 5 0 0

2 5 0 0 0

1 2 3 4 5 6 7 8 9

P o p o la z io n e

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004

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32 Storia demografica di Castrovillari 1.8 Tassi di crescita. Tempo di raddoppio. La tavola seguente pone a confronto la popolazione residente di Castrovillari in varie epoche, partendo dal censimento del 1961, al fine di determinare i tassi di accrescimento ed il tempo di raddoppio. Utilizzando il tasso geometrico, valido in una ipotesi di breve periodo, abbiamo fatto qualche proiezione.

Tavola 11. Dati Istat - Anagrafe- Elaborati. Tempo di raddoppio e di dimezzamento.

Censimento

Popolazione Tasso

Aritmetico ‰ Tasso

Geometrico ‰ Tempo t:

Pt = 2P0 /(1/2)P0

15-10-1961 Castrovillari 14.950 ------ ------ ------ Calabria 2.045.047 ------ ------ ------

24-10-1971 Castrovillari 17.331 15,92 14,90 47 Calabria 1.998.051 -2,79 -2,82 ------

25-10-1981 Castrovillari 20.452 18,00 16,70 42 Calabria 2.061.182 3,68 3,62 1.934

20-10-1991 Castrovillari 23.249 13,70 12,90 54 21-10-2001 Castrovillari 22.389 -3,700 -3,762 184

Calabria 2001-( 31-12-2004) Castrovillari 22.616 3,338 3,368 --- 2004-(31-12-2014) Castrovillari 23.462 ------- 3,368 189

La tabella nell’ultima riga mostra che, trascurando le variabili demografiche e basandosi solo sulla costanza del tasso geometrico di accrescimento di 3,368‰ (verificatosi dal 2001 al 2004), la popolazione alla fine del 2014 dovrebbe essere di 23.462 unità e si raddoppierebbe in 189 anni. Se, invece, fosse proseguita la crescita negativa, avutasi tra il 1991 ed il 2001 (tasso del -3,762‰), la popolazione si sarebbe dimezzata in 184 anni. Nell’ultimo decennio intercensuario essa è diminuita in media di 86 persone all’anno cioè di 3,7 abitanti su 1000, mentre nel triennio 2001-2004 vi è stato un recupero medio di 75 abitanti per anno (3,3 abitanti su 1000).

A n d a m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e d i C a s t r o v i l l a r i

d a l 1 9 6 1 a l 2 0 1 4

5 0 0 0

1 0 0 0 0

1 5 0 0 0

2 0 0 0 0

2 5 0 0 0

P o p o l a z i o n e

1961 1971 1981 1991 2001 2004 2014

Anni

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Storia demografica di Castrovillari 33 1.9 La popolazione dal 1969 al 2004. Bilancio demografico. Per dovere di completezza presentiamo, innanzitutto, la popolazione dal 1951 al 1968, riferita al 31-12 di ogni anno. Tavola 12. Anagrafe del Comune

Anno Popolazione Anno Popolazione Anno Popolazione

1951 13.810 1957 14.950 1963 15.311

1952 14.104 1958 14.996 1964 15.480

1953 14.325 1959 15.215 1965 15.883

1954 14.406 1960 15.345 1966 16.109

1955 14.602 1961 14.950 1967 16.419

1956 14.879 1962 15.169 1968 16.573 Nella tabella che segue viene riportata la popolazione residente, dal 1969 al 2005, nel Comune di Castrovillari con l’intento di fare alcune considerazioni. I dati tra i censimenti sono al 31-12 di ogni anno (fino al 1980 sono dell’anagrafe comunale, poi sono Istat). Il tasso di crescita è in percentuale. Tavola 13. Dati Istat – Dati elaborati. Tra parentesi la popolazione al 31-12.

Anno Popolazione Incremento relativo

Tasso di crescita %

Numeri Indici 1969

Numeri indici in base mobile

1969 16.823 ---- ---- 100,00 ---- 1970 17.019 196 1,165 101,16 101,165 1971 17.331 312 1,833 103,02 101,833

1972 17.182 -149 -0,860 102,13 99,140 1973 18.078 896 5,215 107,46 105,215 1974 18.382 304 1,682 109,27 101,682 1975 18.688 306 1,665 111,09 101,665 1976 19.027 339 1,814 113,10 101,814 1977 19.246 219 1,151 114,40 101,151 1978 19.484 238 1,237 115,82 101,237 1979 19.711 227 1,165 117,17 101,165 1980 19.921 210 1,065 118,41 101,065 1981 20.452 531 2,665 121,57 102,665

1982 21.011 559 2,733 123,19 102,733 1983 21.187 176 0,838 124,89 100,838 1984 21.668 481 2,270 128,80 102,270 1985 21.914 246 1,135 130,26 101,135 1986 22.304 390 1,780 132,58 101,780 1987 22.505 201 0,901 133,77 100,901 1988 22.795 290 1,289 135,50 102,289 1989 23.062 267 1,171 137,09 101,171 1990 23.411 349 1,513 139,16 101,513 1991 23.249(23.225) -162 (-186) -0,692(-0,795) 138,20(138,1) 99,308 (99,205)

1992 23.179 -70 -0,301 137,78 99,699 1993 23.182 3 0,013 137,80 100,013 1994 23.269 87 0,375 138,32 100,375 1995 23.267 -2 -0,009 138,30 99,991 1996 23.218 -49 -0,211 138,01 99,789 1997 23.063 -155 -0,668 137,09 99,332 1998 22.939 -124 -0,538 136,35 99,462 1999 22.683 -256 -1,116 134,83 98,884 2000 22.541 -142 -0,626 133,99 99,374 2001 22.389(22.379) -152(-162) -0,674(-0,719) 133,08 99,326(99,281)

2002 22.450 61 0,272 133,45 100,272 2003 22.582 132 0,588 134,23 100,588 2004 22.616 34 0,151 134,43 100,151

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34 Storia demografica di Castrovillari

Osservando la tabella notiamo che, nell’arco di tempo preso in esame, il tasso di crescita ha raggiunto il massimo valore del 5,215% (corrispondente ad un incremento di 896 abitanti) nel 1973; altri aumenti pure consistenti (2,665% e 2,265%) si sono verificati negli anni 1981 e 1982 corrispondenti a 531 e 559 abitanti, rispettivamente. Da un’analisi complessiva dei risultati ottenuti emerge che la popolazione di Castrovillari, dal 20-10-1991 al 31-12-2004, è passata da 23.249 a 22.616 abitanti con un decremento del 2,72% (pari a - 633 unità) derivante da una crescita naturale dell’1,64% (differenza tra l’incremento dovuto alle nascite dell’11,85% e il decremento dovuto ai decessi del 10,21%) e da una crescita dell’emigrazione del – 4,36% (somma tra il tasso migratorio interno medio di - 0,26% e il tasso migratorio con l’estero del – 4,10%) inoltre: - Sono nati vivi 2.756 individui, sono decedute 2.374 persone per un saldo naturale di 382 unità. - Tenendo conto dei saldi migratori, risultano iscritti all’anagrafe 570 persone e cancellate 1.585 per un saldo totale negativo di -1.015. Nel dettaglio il saldo migratorio interno (iscritti da altri comuni meno cancellati per altri comuni) ammonta a -60 unità, mentre il saldo migratorio con l’estero risulta di -955 per un saldo migratorio complessivo appunto di -1.015 persone. - Per ogni 100 emigrati si sono avuti 36 immigrati, mentre per ogni 100 nascite si sono registrati 86 decessi. Si può vedere, dai tassi o dagli incrementi relativi, come dal 1991 (tranne l’eccezione 1993-94) la crescita della popolazione sia prevalentemente negativa con accentuazione della negatività dal 1996 fino al 2001. Nel grafico successivo appare, ben delineato, il bilancio demografico. A conclusione di questo paragrafo osserviamo che la popolazione del capoluogo del Pollino per raddoppiare il valore del 1861 ha impiegato più di un secolo, per la precisione 104 anni; in questo lasso di tempo il tasso di crescita media è stato dello 0,673%.

Popolazione 1991-2004 : saldi

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

Nat

i vivi

deceduti

Sald

o natu

rale

Imm

igra

ti

Em

igra

ti

Sald

o mig

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Po

po

lazio

ne

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Storia demografica di Castrovillari 35 Prima di passare al paragrafo successivo vogliamo ricordare che, a Castrovillari, l’Ufficio Anagrafe cominciò a funzionare dall’1-6-1809. Il Registro dei nati vivi inizia con l’annotazione della nascita di Antonio Domenico De Santis, avvenuta alle ore 3.00 dell’11-6-1809. Il Registro dei matrimoni inizia con l’annotazione delle nozze celebrate il 24-6-1809 tra Domenico Percoco, campagnolo, di anni 19 ed Elisabetta Campilongo di anni 16. Il Registro dei morti inizia con l’annotazione della morte di Lucrezia Borgia di anni 23, avvenuta alle ore 15.00 del 15-6-1809.

1.10 Il Circondario di Castrovillari dal 1861 al 2001.

Per fornire al lettore una visione, più ampia e completa possibile, del panorama demografico attorno a Castrovillari abbiamo pensato di presentare (tabella 14) la popolazione di 72 Comuni, di cui 55 appartenenti alla provincia di Cosenza (compreso lo stesso capoluogo) e 17 alla provincia di Potenza, dall’unità d’Italia alla data del censimento del 2001, l’ultimo in ordine di tempo. Il numero tra parentesi indica la classe di altitudine: 1 corrisponde al livello del mare; 2 ad un’altezza da 1 a 300 metri s.l.m.; 3 ad un’altezza da 301 metri a 600 metri s.l.m.; 4 corrisponde ad una altitudine di oltre 600 metri s.l.m.. In base ai dati del 2001 Castrovillari, con 22.389 abitanti, per popolosità si colloca al quinto posto nella provincia di appartenenza, di poco superiore ad Acri (21.891 abitanti), e di parecchio inferiore a Corigliano (38.241 abitanti), Rossano (35.835 abitanti), Rende (34.421 abitanti) ed ovviamente, Cosenza (72.998 abitanti). Tavola 14 Dati Istat. Comune Anno

1861

1871

1881

1901

1911

1921

1931

1936

1951

1961

1971

1981

1991

2001

Acquaformosa (4) 1690 1798 1871 1562 1689 1581 1516 1630 1812 1740 1523 1485 1460 1295

Acri (4) 12032 10965 11442 13132 10306 14252 15883 16213 20239 21583 20615 21189 22223 21891 Aieta (4) 3070 3157 3174 2511 2447 2167 1824 1753 1604 1595 1341 1220 1028 892 Albidona (4) 1392 1477 1694 1765 1661 1956 1990 2029 2243 2260 2193 2171 2047 1784 Alessandria C. (4) 1695 1814 1782 1873 1665 1457 1626 1602 1576 1479 1366 1156 1026 745 Altomonte (3) 3073 3154 3333 3097 3147 2961 3154 3427 4497 4632 4133 4338 4569 4494 Amendolara (2) 1464 1442 1689 2294 2477 2671 2415 2836 3481 3280 3107 3053 3190 3147

Belvedere Mar. (1) 4794 4964 5334 5899 6506 7118 7542 7859 9032 8829 8339 8821 8914 8881

Canna (3) 1572 1646 1707 1455 1308 1375 1505 1641 1695 1508 1482 1258 1053 869

Cassano Ionio (2) 8890 8749 8966 8526 8552 10003 10823 11428 13669 15179 17449 18613 18564 17566 Castrolibero (3) 1263 1364 1456 1812 2129 2063 2116 2261 2587 2051 2570 7228 10236 10042 Castroregio (4) 1396 1490 1612 1478 1405 1364 1570 1615 1533 1396 1089 793 631 480

Cerchiara (4) 2376 2586 3075 3607 3615 4144 4046 4292 4589 4354 3836 3458 3106 2942 Cetraro (1) 6093 6520 6114 7791 7676 8002 9249 8395 9338 10052 10239 10775 10437 10333

Civita (3) 2189 2188 2482 2849 2436 2186 2320 2279 2051 1899 1600 1499 1291 1125 Corigliano (2) 10694 10245 12461 15379 16338 16193 15842 16285 21256 24317 30633 34750 35615 38241 Cosenza (2) 18366 16918 17434 20857 23805 30659 35164 40032 57010 78611 102086 106801 86664 72998 Diamante (1) 1781 1981 2413 2724 2638 2761 3276 3714 4242 4541 4808 4952 4953 5091

Fagnano C.llo (3) 3672 3614 4142 4813 5013 6044 4908 4556 5387 5008 4806 5206 4690 4198 Firmo (3) 1538 1837 2001 1971 2077 2248 2318 2488 2612 2700 2471 2532 2725 2460

Francavilla M.(2) 1071 1519 1790 1822 2094 1887 2271 2546 2928 2996 3137 2745 3258 3088 Frascineto (3) 2457 2786 2814 2526 2836 2508 2453 2531 2561 2398 2319 2432 2603 2503

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36 Storia demografica di Castrovillari

Laino Borgo (2) 3268 3300 3283 3165 3117 3006 2958 3025 3268 3189 2951 2599 2439 2275

Laino Castello (3) 1450 1468 1430 1625 1642 1565 1553 1668 1871 1766 1439 1128 971 901

Lungro (3) 5219 5803 5742 4000 3610 3566 3571 3970 4711 4170 3293 3218 3256 3145

Montalto U. (3) 5571 5994 6186 6991 7479 7202 9144 9505 10491 10124 10408 11939 15093 17382

Montegiordano (4) 1827 2037 2205 2232 2093 2429 2705 2850 3213 3114 2726 2723 2582 2144

Morano C. (4) 8282 9223 9974 6596 5743 5892 5182 5328 5287 5180 5108 5116 4995 4966

Mormanno (4) 5941 6161 5932 4679 4420 4438 4853 5087 5257 5012 4790 4277 4181 3729

Mottafollone (3) 784 1222 1322 1228 1189 1292 1371 1594 2126 2023 1753 1697 1665 1516

Nocara (4) 1292 1187 1236 1286 1295 1192 1317 1380 1298 1207 908 783 674 556

Oriolo C. (3) 3248 3490 3793 4207 4300 4712 5004 4850 4625 4404 3897 3616 3212 2964

Orsomarso (3) 2595 2322 2153 2214 2219 2151 2244 2735 3276 2872 2230 1993 1780 1498

Paola (1) 8627 8969 9053 9425 10448 11947 14190 13918 14471 14618 14785 16651 17093 17195

Papasidero (2) 2855 3046 2987 2839 2737 2813 2848 2780 2630 2281 1641 1311 1185 1019

Plataci (4) 1660 1773 1846 2022 2194 1818 1776 1710 1832 1674 1562 1240 1116 920

Rende (3) 3648 5286 5239 7106 7522 8006 9038 9583 11729 11770 13157 25281 30946 34421

Rocca Imper.le (2) 1781 1997 2391 2061 2249 2087 2473 2765 3094 3487 3390 3443 3333 3352

Roseto C.S.(2) 1244 1107 1328 1443 1700 1892 1937 1930 2008 2003 1792 1743 1873 1759

Comune Anno

1861

1871

1881

1901

1911

1921

1931

1936

1951

1961

1971

1981

1991

2001

Rossano C. (2) 14442 14264 18141 13354 13122 16351 14845 15393 20171 23304 25321 31528 33694 35835

Roggiano G. (2) 3293 3351 3639 4294 4429 4675 5281 5287 7095 7471 7150 6942 8244 7739

S. Agata d’ Es. (3) 2876 2946 3334 3336 2742 2755 2628 2725 3533 3292 2530 2556 2513 2223

S. Basile (3) 1545 1700 1908 2023 1998 2008 2019 2023 2052 1820 1701 1578 1473 1285

S. Donato di N.(4) 3761 3687 3814 4459 3564 4758 4391 4342 4678 3934 2854 2234 2220 1778

S. Giov in fiore (4) 9413 9923 10813 13288 16043 16112 13824 14556 18582 18429 17162 20179 18033 18566

S. Lorenzo V. (3) 1279 1292 1414 1222 1058 1355 1422 1569 2180 2633 2885 3477 3612 3428

S. Lorenzo B. (4) 2403 2464 2367 2544 2752 2662 2114 2182 2054 2019 1705 1322 896 904

S. Sosti (3) 2704 3418 3384 3724 3295 3250 2808 3156 3480 3366 2583 2415 2463 2299

Saracena (4) 3784 3843 3531 3667 3662 3369 3599 3712 4392 4516 3849 4194 4522 4309

Scalea (1) 1675 1925 1957 2132 2069 2218 2470 2828 3685 3910 4652 7008 8828 10027

Spezzano Alb. (3) 4035 4353 3936 3572 3991 4092 4449 4904 5923 6279 6421 7098 7621 7036

Tarsia (2) 1889 1844 2228 2424 2427 1989 2003 2352 3146 3023 3079 2461 3027 2383

Terranova da S. (3) 2166 2554 2437 2762 3107 3283 3608 3776 4692 4665 5035 5268 5304 5216

Trebisacce (1) 1490 1454 1545 2096 2539 2742 3813 4236 5097 7132 6730 7645 8738 9023

Villapiana (2) 954 1055 1160 1317 1450 1737 2139 2172 2801 3074 3362 4288 4487 4752

Lauria (4) 10098 11524 11135 10470 10282 10635 10789 11097 11965 12644 13378 13447 13752 13800

Nemoli (3) 981 1072 1128 1098 1156 1239 1454 1528 1701 1778 1589 1559 1598 1554

Noepoli (3) 1500 1684 1758 1665 1627 1785 1960 2055 2293 2232 1817 1589 1348 1182

Rivello (3) 4412 4722 4938 4110 4079 4567 4239 4112 3912 3667 3297 3037 3153 3005 Rotonda (3) 4225 4943 4633 3891 3342 3425 3848 4005 4337 4309 4105 3906 4011 3894

S. Paolo Alb. (4) 1430 1320 1088 836 968 843 880 877 914 911 715 624 529 414

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Storia demografica di Castrovillari 37

S. Severino L. (4) 4937 5215 4433 2741 3260 3337 3419 3435 3454 3027 2810 2405 2224 1920

S.Costantino A. (4) 1595 1571 1549 1446 1500 1484 1455 1588 1758 1773 1540 1270 1077 885 Terranova di P. (4) 1914 2440 2357 2451 2333 2399 2633 2660 2689 2724 2377 2016 1815 1533

Viggianello (3) 5399 5322 5322 4440 4208 4613 4832 4922 5487 5381 4773 4285 3985 3483

Carbone (4) 1834 2066 1903 1682 1801 1755 1905 2034 2124 2049 1842 1456 1171 850

Castelluccio S. (4) 2050 2343 1729 1534 1419 1455 1435 1515 1700 1688 1472 1248 1142 986

Castelluccio In. (4) 2972 3161 2807 2290 2291 2464 2372 2463 2530 2574 2871 2664 2617 2333

Lagonegro (4) 4830 4809 4114 4304 4181 4510 4943 5099 6152 6377 6134 6221 6260 6134

Cersosimo (4) 1008 1042 1120 916 1144 1173 1047 1097 1205 1249 1081 977 882 844

Chiaromonte (4) 3282 3154 3048 2593 2280 2549 2799 3196 3398 3449 2754 2560 2410 2139

Latronico (4) 4948 5398 5214 4089 4617 5271 5706 6129 6632 6791 5966 5766 5507 5278

In essa sono evidenti le perdite causate dall’emigrazione nel decennio 1951-61, verso l’estero o verso il Nord della penisola, naturale conseguenza della crisi economica che investì i paesi del Meridione nel dopoguerra. Nei decenni successivi si verifica una forma di migrazione, a carattere definitivo, dovuta alla progressiva diffusione dell’industria che ha richiamato presso le fabbriche masse di contadini e ha dato origine al fenomeno dell’urbanesimo. Essa si articola sotto due forme: dalla campagna alla città, dalla campagna alla campagna. In molti Comuni, per effetto della prima, la popolazione è cresciuta velocemente, mentre altri, per effetto della seconda, si vanno spopolando. La migrazione dalla campagna alla campagna avviene secondo la direttrice dalla montagna verso il fondo valle o verso la pianura dove si può esercitare un’agricoltura più redditizia, ma anche trovare migliori condizioni climatiche e maggiori opportunità di lavoro. E’ quello che accade per alcuni paesi dell’entroterra ionico come Alessandria del Carretto, Nocara, Canna, Castroregio, Plataci, Oriolo, Albidona che si vanno spopolando, mentre altri paesi hanno riedificato la loro comunità più a valle, verso la pianura o il mare, cercando di risollevare la loro economia; citiamo Villapiana, Francavilla Marittima, Rocca Imperiale, Roseto, Montegiordano. A volte le frazioni diventano più popolose del vecchio centro dove è ubicata la casa comunale. Le difficili condizioni di vita e di clima stanno contribuendo a spopolare i paesi isolati dell’Appennino calabro-lucano; tra essi citiamo San Lorenzo Bellizzi, Longobucco, San Severino Lucano, Terranova di Pollino, San Paolo Albanese, Bocchigliero, Cerzeto, San Donato di Ninea. La migrazione dalla campagna alla città ha avuto inizio con l’urbanizzazione dei centri più importanti sui quali, attratti da prospettive economiche migliori, si sono riversati gli abitanti, non solo delle campagne ma dell’intero comprensorio. Le città per far fronte a questo genere di immigrazione, intere famiglie costruiranno le loro radici nel nuovo ambiente attraverso le giovani generazioni, a livello di organizzazione del territorio (costruzione di case, strade, scuole, ospedali) sono costrette ad urbanizzare sempre nuove aree dotandole dei servizi primari (luce, acqua,

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38 Storia demografica di Castrovillari

fogne, gas). Così facendo si espandono e ridistribuiscono all’esterno, verso la campagna, attraverso un processo di controurbanizzazione, una parte dei loro abitanti e delle loro attività. La campagna diventa periferia integrata e della città e presenta, attorno alla città due zone concentriche contraddistinte da un diverso grado di integrazione. La prima, per le grandi metropoli, si estende fino a 30-50 km e mostra un paesaggio a tratti urbano, a tratti rurale; qui si trovano le industrie e la manodopera che vive sul posto. La seconda zona, dai confini molto fluidi, costituisce un’area dove gli abitanti della città vanno a trascorrere il week-end e altri brevi periodi di vacanza. Qui si trovano le seconde case, costruite su terreni di proprietà o acquistati, ma trattasi anche di case abbandonate dagli emigrati e successivamente acquistate e ristrutturate. In questa zona si creano interi villaggi rurali per lo più stagionalmente abitati (“le Vigne” di Castrovillari in Luglio - Agosto - Settembre) divenuti “dependance” dei centri urbani. Il grafico seguente rappresenta la popolazione di alcuni comuni del Circondario di Castrovillari dal 1861 al 2001.

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

Popolazione dal 1861 al 2001

Civita

Frascineto

Lungro

San Basile

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001

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Capitolo secondo

Analisi dei dati (dal 1951 al 2004)

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40 Storia demografica di Castrovillari 2.1 Le categorie della popolazione. 2.1.a- Il lavoro intellettuale rallenta l’invecchiamento delle cellule cerebrali, si assottigliano le file degli occupati nei settori di lavoro “pesante”, aumenta la percentuale di tecnici, lavoratori specializzati, professionisti, addetti alla ricerca scientifica. L’economia del terziario allunga la speranza di vita1 e ne deriva l’invecchiamento progressivo delle popolazioni, dovuto al rafforzamento numerico delle classi di età più elevate, con notevoli conseguenze sul piano economico, sociale e culturale. Oggi molti anziani (65 anni e oltre) difficilmente possono definirsi “dipendenti”, improduttivi, non facenti parte della forza lavoro, perché posseggono capacità, desiderio ed energie per continuare a lavorare attivamente. In virtù dei progressi della medicina essi conservano vigore e lucidità intellettuale molto più a lungo di una volta; per questi il ritiro forzato dall’attività produttiva per non ritardare ulteriormente, a causa della carente offerta di lavoro, l’ingresso nell’economia dei più giovani è intollerabile. Invece di contribuire al reddito nazionale come lavoratori, gli anziani aumentano il carico fiscale della nazione come pensionati. Anche i giovani sotto i 15 anni costituiscono un gruppo “dipendente”; provvedere ai loro bisogni è un carico per la nazione che deve ridurre le risorse, altrimenti destinate allo sviluppo tecnologico industriale, alla produzione dei beni con incremento dei posti di lavoro. Alcuni consumi sono direttamente connessi all’età: i prodotti per l’infanzia, l’abbigliamento, il turismo. I prodotti farmaceutici risentono di una domanda che varia in funzione dell’età e quindi le industrie interessate devono variare le loro strategie, modificare l’offerta. L’edilizia scolastica rallenta là dove nascono meno bambini mentre si fa più pressante la richiesta di strutture finalizzate alle esigenze della popolazione anziana. Per molte ragioni, le diverse fasce di età non sempre si incontrano e condividono gli stessi spazi. Vi sono orari e luoghi diversi per i giovani (dalle 23, spesso fino all’alba del nuovo giorno, nei pub, discoteche, pizzerie) e per gli anziani (bar, giardini pubblici, bocciodromi). Alcuni over-60 si riscoprono scrittori in tarda età rispolverando aspirazioni e “composizioni” giovanili un po’ patetiche, dimenticate in soffitta, forse nel “solito” scatolone dove da anni sono custoditi i vecchi libri di scuola. Le società più sensibili a questi problemi hanno assunto iniziative come l’eliminazione di barriere urbanistico-architettoniche che ostacolano la vita degli anziani, degli invalidi, dei portatori di handicap. Le stesse politiche assistenziali e previdenziali mutano con il diversificarsi del quadro demografico. Il ritardato ingresso dei giovani tra la popolazione attiva cambierà la struttura occupazionale. Con l’aumento degli anziani cresce la popolazione non autosufficiente e bisognosa di assistenza. Anche l’edilizia subisce le conseguenze di un invecchiamento della popolazione in quanto aumenta il numero delle famiglie: quelle composte da 1-2 persone al massimo, soprattutto anziane. Cambia la distribuzione della popolazione sul territorio con Comuni che si spopolano o vengono abbandonati. Esaminiamo, dopo questa introduzione, la situazione della popolazione di Castrovillari in termini di categorie: i giovani (P0-14)

2, gli adulti (P15-64)3, gli anziani (P65 +)

4. All’uopo abbiamo costruito

due tabelle. Nella prima la popolazione è in valore assoluto e per sesso, nella seconda la popolazione è in percentuale. Per i censimenti i dati sono di fonte Istat, la popolazione è quella residente. Il periodo preso in esame va dal 1951 al 2004. 1 Si definisce speranza di vita (o vita media alla nascita) il numero medio di anni che un bambino, appena nato, può aspettarsi di vivere. In Calabria nel 2004 per gli uomini è 78,1 e per le donne 83,5. 2 Popolazione giovane: da 0 a 14 anni (prima età), essa viene distribuita nelle classi di età : 0-4, 5-9, 10-14. Nel 2004 in Calabria è il 15,5%. Le classi sono tutte di ampiezza quattro, tranne l’ultima. 3 Popolazione adulta: da 15 a 64 anni (seconda età), essa viene distribuita nelle classi di età: 15-19, 20-24, 25-29, 30-34, 35-39, 40-44, 45-49, 50-54, 55-59, 60-64. Nel 2004 in Calabria è il 66,6%. 4 Popolazione anziana: 65 anni e più (terza età) , essa comprende alcune classi chiuse e una, l’ultima, che dipende dalla speranza di vita, aperta. Nel 2004 in Calabria è il 17,9%. Abbiamo le classi: 65-69,70-74, 75-79, 80-84, 85 e più.

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Storia demografica di Castrovillari 41 Tavola 1 . Popolazione del Comune di Castrovillari: Valori assoluti. Dati elaborati.

Anno Popolazione giovane ( 0-14 ) anni

Popolazione adulta ( 15-64 ) anni

Popolazione anziana 65 anni e +

Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine

1951 * 3.580 1.843 1.737 9.316 4.371 4.945 914 397 517

1961 * 3.966 2.059 1.907 9.808 4.681 5.127 1.176 480 696

1971 4.588 2.367 2.221 10.995 5.378 5.617 1.748 729 1.019

1981 5.089 2.564 2.525 13.240 6.525 6.715 2.123 860 1.263

1991 4.906 2.546 2.360 15.565 7.625 7.940 2.778 1.169 1.609

2000 3.544 1.811 1.733 15.315 7.464 7.851 3.682 1.615 2.067

2001 3.457 1.763 1.694 15.157 7.424 7.733 3.765 1.625 2.140

2002 3.431 1.751 1.680 15.190 7.463 7.727 3.829 1.632 2.197

2003 3.365 1.701 1.664 15.320 7.531 7.789 3.897 1.668 2.229

2004 3.393 1.667 1.726 15.279 7.555 7.724 3.944 1.698 2.246

* Per questi due anni, in base alla classificazione dell’Istat, la popolazione giovane è da 0 a 13 anni, quella adulta da 14 a 64 anni. Dal 2001 i dati sono riferiti al 31-12, per gli anni precedenti alla data del censimento. Tavola 2 . Popolazione del Comune di Castrovillari: Valori percentuali. Dati elaborati.

Anno

Popolazione giovane ( 0–14 ) anni

Popolazione adulta (15– 64 ) anni

Popolazione anziana 65 anni e +

Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine 1951* 25,9 13,3 12,6 67,5 31,7 35,8 6,6 2,9 3,7

1961* 26,5 13,8 12,7 65,6 31,3 34,3 7,9 3,2 4,7

1971 26,5 13,7 12,8 63,4 31,0 32,4 10,1 4,2 5,9

1981 24,9 12,5 12,4 64,7 31,9 32,8 10,4 4,2 6,2

1991 21,1 11,0 10,1 67,0 32,8 34,2 11,9 5,0 6,9

2000 15,7 8,0 7,7 67,9 33,1 34,8 16,4 7,2 9,2

2001 15,5 7,9 7,6 67,7 33,2 34,5 16,8 7,3 9,5

2002 15,3 7,8 7,5 67,6 33,2 34,4 17,1 7,3 9,8

2003 14,9 7,5 7,4 67,8 33,3 34,5 17,3 7,3 9,8

2004 15,0 7,4 7,6 67,6 33,4 34,2 17,4 7,5 9,9

Dall’esame della popolazione giovanile, attraverso le tavole 1 e 2, si può vedere come fino al 2003 i maschi sono sempre più numerosi delle femmine e come nel 2004 vi sia un’inversione di tendenza con le femmine che risultano 59 in più. Inoltre si può constatare come, a partire dal 1981, anno di massima espansione, essa sia andata diminuendo rapidamente facendo registrare nel 2004 una perdita di 1.696 unità ed un calo percentuale del 9,9. Il regresso più consistente, tuttavia, si è avuto dal 1991 al 2001 ed è pari a una media annua di 145 abitanti (lo 0,56% all’anno, di media). Negli anni successivi questa popolazione si è mantenuta mediamente intorno al 15%, in particolare dal 2001 al 2004 i giovani perdono lo 0,5% dovuto al calo della componente maschile, mentre le donne confermano la percentuale di tre anni prima. La popolazione adulta evidenzia, un trend positivo fino al 1991 con aumenti notevoli tra il 1971 e il 1981 (+ 2.245) e tra il 1981 ed il 1991 (+ 2.325). Tuttavia dal 1991 al 2004 si mantiene stabilmente attorno al 67,7%. La componente femminile, in percentuale, ha sempre sopravanzato quella maschile dal 1951 al 2004. Concludendo dall’anno 2001 al 2004 la popolazione adulta registra un più 122 derivante da più 131 maschi e meno 9 femmine ma, essendo diminuita nel complesso la popolazione, perde in percentuale solo lo 0,1%, a conferma della sua stabilità, determinato da un più 0,2% della componente maschile e da un meno 0,3% di quella femminile. I due grafici successivi descrivono l’andamento della popolazione giovanile e adulta dal 1951 al 2004.

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42 Storia demografica di Castrovillari

1843

1737

2059

1907

2367

2221

2564

2523

2546

2360

1763

1694

1751

1680

1667

1726

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

Po

po

lazio

ne

Andamento della popolazione giovane

dal 1951 al 2004.

femmine

maschi

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2002 2004

43

71

494

5

46

81

51

27

53

78

56

17

652

56

71

5

76

25

79

40

74

24

77

33

746

37

72

7

755

57

72

4

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

popola

zio

ne

Andamento della popolazione adulta

dal 1951 al 2004

femmine

maschi

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2002 2004

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Storia demografica di Castrovillari 43

Mentre, rispetto alla popolazione globale, quella adulta si è andata irrobustendo negli ultimi anni in cui è stabilmente più dei due terzi della prima, la popolazione anziana è cresciuta costantemente dal 1951 al 2004. Infatti è passata da 914 a 3.944 unità con un incremento del 231,5% pari a 3.030 anziani ed, in percentuale, nel 2004 risulta il 17,4% contro il 6,6% del 1951. L’incremento maggiore si è avuto del 1991 al 2001, a partire da questo anno la crescita si è stabilizzata sulla media di 40-50 persone all’anno, perché la mortalità è aumentata, nel frattempo, proprio a causa di una popolazione anziana ancora più invecchiata. Per la precisione dal 2001 al 2004 ci sono 179 anziani in più per effetto di 73 donne e 106 uomini per una crescita del 4,8%. La prevalenza delle donne sugli uomini è sempre più marcata, dalle 120 donne in più (0,8%) del 1951 siamo passati alle 515 in più del 2001 e alle 548 del 2004 (2,4% in più). In percentuale dal 2001 al 2004 i maschi sono aumentai dello 0,2% e le femmine dello 0,4%.

Tavola 3. Comune di Castrovillari: Confronto con il 1981. Dati elaborati. Anno Popolazione giovane Popolazione adulta Popolazione anziana

totale M F totale M F totale M F 1951 70,3 71,9 68,8 70,4 67,0 73,6 43,1 46,2 40,9

1961 77,9 80,3 75,5 74,1 71,7 76,4 55,4 55,8 55,1

1971 90,2 92,3 87,8 83,0 82,4 83,6 82,3 84,8 80,7

1981 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

1991 96,4 99,3 93,5 117,6 116,9 118,2 130,9 135,9 127,4

2001 67,9 68,8 67,1 114,5 113,8 115,2 177,3 189,0 169,4

2002 67,4 68,3 66,5 114,7 114,4 115,1 180,4 190,0 174,0

2003 66,1 66,3 65,9 115,7 115,4 116,0 183,6 194,0 176,5

2004 66,7 65,0 68,4 115,4 115,8 115,0 185,8 197,4 177,8

397

517

480

696

729

1019

860

1263

1169

1609

1372

1888

1420

1946

1698

2246

0

800

1600

2400

3200

4000

Andamento della popolazione anziana

dal 1951 al 2004

femmine

maschi

1951 1981 1991 2001 2002 200419711961

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44 Storia demografica di Castrovillari

Al fine di esporre qualche considerazione sulle tre categorie della popolazione, abbiamo costruito la tavola dei numeri indici in base 1981. I valori, progressivamente al di sotto di 100, confermano la diminuzione della popolazione giovanile che nel 2004 raggiunge il 33,3%, da imputare per il 35% ai maschi e per il 31,6% alle femmine. La popolazione adulta presenta dei numeri indici costantemente sopra il 100 per cui essa, nel 2004, risulta cresciuta del 15,4%, dovuto per il 15,8% alla componente maschile e per il 15% a quella femminile. La popolazione anziana, come quella adulta, mostra dei valori sopra il 100 ma molto più alti, a conferma del fatto che essa è cresciuta, rispetto al 1981, molto di più e precisamente dell’85,8%, da ascrivere per il 97,4% ai maschi e per il 77,8% alle femmine. Il grafico seguente esprime le percentuali delle tre categorie nel 2004.

Prima di terminare questo paragrafo vogliamo far vedere come, al crescere dell’età, nella popolazione anziana le donne diventano sempre più numerose degli uomini, più si va avanti negli anni e più questa disparità aumenta. Riferendosi alla successiva tabella 4, è possibile verificare, osservando le ultime tre classi dal 2001 in poi, come le donne, al crescere dell’età, diventino più del doppio degli uomini. In particolare segnaliamo che, per quanto riguarda la classe aperta di 95 e più anni, nel 2003 su 100 anziani ci sono 32 maschi e 68 femmine e che nel 2004, sempre su 100 anziani, i maschi sono scesi a 27 e le femmine si sono portate a 73. Come nota di curiosità riferiamo che al 31-12-2004 gli ultra 90-enni nella nostra città sono108 di cui 32 maschi e 76 femmine circa 2,3 femmine per un maschio; per quanto riguarda le donne le quattro più longeve hanno 98 anni, precedute da tre di 97 e otto di 96 anni. Di queste 15 nove sono vedove, quattro coniugate e due nubili. Ventidue delle 76 donne ultra novantenni hanno un’età di 92 anni e 16 di esse sono vedove. Per quanto concerne gli uomini vi sono 3 persone con 100 e più anni, di cui due coniugati ed uno vedovo, un coniugato di 99 anni, mentre il celibe più vecchio è un 91-enne, segno che il matrimonio

aiuta a vivere più a lungo. Non risultano tra i 108 ultra 90-enni anziani che hanno avuto in passato esperienza di divorzio.

Anno 2004. Popolazione giovane, adulta e anziana

adulta; 67,8%

anziana;17,3% giovane; 15,0%

giovane

adulta

anziana

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Storia demografica di Castrovillari 45 Tavola 4 . Comune di Castrovillari. Popolazione anziana: composizione percentuale.

Classi

di età

Anni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2003 2004

M F M F M F M F M F M F M F M F 60-64 41,8 58,2 47,8 52,2 48,3 51,7 47,1 52,9 47,0 53,0 47,0 53,0 48,1 51,9 47,9 52,1 65 e + 43,4 56,6 --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- 65-69 --- --- 40,0 60,0 43,2 56,8 45,5 54,5 44,9 55,1 47,1 52,9 44,2 55,8 44,1 55,9 70-74 --- --- 41,5 58,5 42,0 58,0 42,0 58,0 47,1 52,9 44,8 55,2 46,5 53,5 46,8 53,2 75 e + --- --- 41,2 58,8 36,2 63,8 37,3 62,7 39,5 60,5 --- --- --- --- 39,9 60,1 75-79 --- --- --- --- --- --- 37,6 62,4 40,3 59,7 43,2 56,8 41,3 58,7 42,1 57,9 80-84 --- --- --- --- --- --- 38,6 61,4 38,8 60,2 41,1 58,9 40,9 59,1 42,0 58,0 85+ --- --- --- --- --- --- 30,8 69,2 --- --- --- --- --- --- --- --- 85-89 --- --- --- --- --- --- --- --- 35,6 64,4 31,8 68,2 34,2 65,8 31,8 68,2 90 e + --- --- --- --- --- --- --- --- 32,0 68,0 30,6 69,4 --- --- --- --- 90 -94 --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- 27,7 72,3 30,2 69,8 31,4 68,6 95 e + --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- --- 32,0 68,0 26,9 73,1

Nota: Dati elaborati. Il grafico che segue illustra chiaramente quanto asserito in precedenza.

2.1.b- Al fine di effettuare alcuni raffronti analizziamo la popolazione, di età inferiore a cinque anni e superiore a 75 anni in rapporto a quella totale, di un gruppo di comuni della provincia di Cosenza. Iniziamo col dire che la più bassa percentuale di popolazione con meno di 5 anni della provincia (tabella 5), importante sia ai fini del ricambio generazionale e sia ai fini della valutazione dell’andamento del tasso di fecondità, appartiene al comune di Carpanzano con l’1,59%, seguito da Castroregio con l’1,67%, da San Basile e Parenti con il 2,33% e da Alessandria del Carretto con il 2,42%. Il valore massimo va a Marano Principato con il 6,50% di minori di 5 anni, seguito da Zumpano con il 5,97%, da Corigliano con il 5,90% e da Tortora con il 5,65%. Il comune con più abitanti nella classe 75 e + è Castroregio (21,04%), seguito da Alessandria del Carretto (17,85%), Civita (5,73%), San Donato di Ninea (15,47%) e Canna (15,30%). Il Comune con meno abitanti di 75 e + anni è San Lorenzo del Vallo (4,40%), lo seguono Corigliano (4,45%), Rende (4,50%), Tortora (4,67%). Calcolando il rapporto tra gli over 75 e i minori di 5, troviamo che a Castroregio

0

100

200

300

400

500

600

70-74 75-79 80-84 85-89 90-94 95 e +

Popolazione anziana per classi di età e per sesso. Anno 2004.

maschi

femmine

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46 Storia demografica di Castrovillari vi sono più di 12 over 75 per ogni minore di 5 anni, ad Alessandria del Carretto il rapporto è di 7 a 1, a San Donato di Ninea è di 5 a 1, a Carpanzano di 9 a 1, a San Basile di 6 a 1. Al di sotto di 1, quindi gli over 75 sono di meno dei minori, il rapporto è nei comuni di Corigliano (0,75), San Lorenzo del Vallo (0,83), Marano Principato (0,88) e Rossano (0,91). Nel primo caso si tratta di popolazione vecchia e senza ricambio generazionale. Nel secondo il ricambio per il momento è assicurato e le percentuali basse, intorno al 5-6%, di over 75 parlano di una popolazione giovane. Gli over 85 mostrano percentuali alte nel primo caso, come a Carpanzano (5,56%), Castroregio (5,42%), Canna (4,95%), basse nel secondo come a Marano Principato (0,98%), a Corigliano (1,00%), Casole Bruzio e Rende (1,01%). A Castrovillari il 7% è over 75, il rapporto è di 1,47 a 1. Tavola 5 - Provincia di Cosenza. Popolazione residente con meno di 5 anni, con più di 75, e

con più di 85 in alcuni comuni. Valori percentuali. Dati Istat.

Comuni

< 5 anni

Comuni

75 e +

Comuni

85 e +

Alessandria del C. 2,42 Alessandria del C. 17,85 Alessandria del C. 5,10

Canna 3,85 Canna 15,30 Canna 4,95

Cariati 4,87 Cariati 5,32 Cariati 1,16 Carpanzano 1,59 Carpanzano 14,29 Carpanzano 5,56

Casole Bruzio 5,44 Casole Bruzio 5,97 Casole Bruzio 1,01

Cassano 5,08 Cassano 5,82 Cassano 1,14

Castroregio 1,67 Castroregio 21,04 Castroregio 5,42

Castrovillari 4,65 Castrovillari 6,86 Castrovillari 1,63 Cellara 2,85 Cellara 11,03 Cellara 3,99 Cerchiara 2,89 Cerchiara 10,50 Cerchiara 2,92 Civita 3,38 Civita 15,73 Civita 4,27 Corigliano 5,90 Corigliano 4,45 Corigliano 1,00

Marano M.to 5,35 Marano M.to 4,84 Marano M.to 1,09

Marano P.to 6,50 Marano P.to 5,74 Marano P.to 0,98

Montalto 5,35 Montalto 5,16 Montalto 1,26 Nocara 3,78 Nocara 12,77 Nocara 4,86

Oriolo 3,71 Oriolo 14,00 Oriolo 4,15 Panettieri 2,67 Panettieri 10,39 Panettieri 4,27 Papasidero 3,83 Papasidero 14,43 Papasidero 4,12 Parenti 2,33 Parenti 5,41 Parenti 1,16 Plataci 3,37 Plataci 11,85 Plataci 3,59 Rende 4,41 Rende 4,50 Rende 1,01

Rossano 5,45 Rossano 4,96 Rossano 1,24

Rovito 5,57 Rovito 5,47 Rovito 1,14 San Basile 2,33 San Basile 13,93 San Basile 3,27 San Cosmo A. 3,70 San Cosmo A. 13,96 San Cosmo A. 2,85 San Donato Ninea 2,98 San Donato Ninea 15,47 San Donato Ninea 3,60 San Giov. in Fiore 5,00 San Giov. in Fiore 6,02 San Giov. in Fiore 1,29 San Lorenzo del V. 5,31 San Lorenzo del V. 4,40 San Lorenzo del V. 1,05

San Pietro in Am. 4,58 San Pietro in Am. 12,77 San Pietro in Am. 4,26 Scalea 5,02 Scalea 5,22 Scalea 1,22 Serra Pedace 4,11 Serra Pedace 13,21 Serra Pedace 4,02 Tortora 5,65 Tortora 4,67 Tortora 1,05

Zumpano 5,97 Zumpano 6,08 Zumpano 1,13

Provincia CS 4,49 Provincia CS 7,31 Provincia CS 1,77

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Storia demografica di Castrovillari 47

2.2. I profili della popolazione.

Esaminiamo le piramidi relative alla popolazione residente nel Comune di Castrovillari in occasione dei censimenti del 1951 e 1961.

Il profilo del 1951 è tipico di una popolazione giovane ma in fase di transizione (natalità mediamente alta e bassa mortalità, attestata quest’ultima sull’8,7‰ ). Il tasso di fecondità, numero medio di figli per donna in età feconda, è di 2,27 (di poco superiore a quello di riproduzione che assicura la sostituzione delle madri con le figlie), ogni 100 bambini vi sono 54 anziani. Il tasso di natalità è del 18,9 ‰ in ripresa dopo la seconda guerra mondiale i cui effetti negativi si evidenziano nella depressione in corrispondenza della classe 6-13, che contiene i nati dal 1938 al 1945, e sono dovuti alla riduzione di fecondità propria di quel periodo. Si nota l’elevata concentrazione di persone nelle classi giovanili (da 0-5 a 21-24); la forma superiore è una piramide, a base 25-34 poggiata su un rettangolo, che indica la graduale riduzione delle classi col crescere dell’età. La piramide del 1961 conferma, nel complesso, la popolazione giovanile del 1951; la rientranza che indica il calo dovuto alla seconda guerra mondiale si è spostata in avanti alla classe 14-20. Sono evidenti le perdite subite, a distanza di 10 anni, dalla classe 25-34 che avrebbe dovuto raggruppare, in linea di massima, le classi 14-20 e 21-24 del 1951 (nati dal 1927 al 1937). A fronte di 3.005 persone, tra maschi e femmine, presenti in queste classi (media annua 300) nel 1961 troviamo nella classe 25-34 solo 2.396 unità. Anche tenendo conto della diversa ampiezza dei periodi di tempo esaminati si ricava una media annua di molto inferiore a 300. Ciò deve ritenersi la logica conseguenza dell’emigrazione nazionale ed internazionale di quegli anni che seguì alla crisi economica del 1929. Il tasso di natalità sale al 21,6 ‰ come quello di fecondità che risulta di 2,88, ogni 100 bambini si contano 68 anziani (14 in più rispetto al 1951), la mortalità è scesa al 7,8 ‰. Esaminiamo ora la piramide della popolazione residente nel Comune di Castrovillari alla data del censimento del 20-10-1971. Dall’andamento del grafico appare evidente la ulteriore crescita delle classi giovanili, di quelle adulte e di quelle anziane; la piramide relativa alla popolazione del 1971 presenta una base (da 0 a 14 anni) molto più larga, rispetto a quella del 1961, ad evidenziare la presenza di un maggiore numero di giovani, inoltre, si può riscontrare la maggiore consistenza

Anno di nascita

Classi di età Anno

di nascita

Popolazione al 4-11-1951

Popolazione al 15-10-1961

2 1 0 1 2

86 e –

87-91

92-96

97-06

07-16

17-26

27-30

31-37

38-45

46-51 2 1 0 1 2

96 e –

97-01

02-06

07-16

17-26

27-36

37-40

41-47

48-55

56-61

65+

60-64

55-59

45-54

35-44

25-34

21-24

14-20

6-13

0-5

M F M F

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48 Storia demografica di Castrovillari

delle altre due componenti, anziani e adulti, in quanto il grafico mostra in prossimità del vertice e nel corpo centrale delle classi più ampie. Si può ancora notare, in questo profilo, una depressione in corrispondenza della classe 15-19, originata dell’emigrazione verificatasi dal 1952 al 1956, e in coincidenza della classe 25-29 della quale fanno parte i nati del periodo bellico 1942-46. Il tasso di natalità è sceso dal 21,6 ‰ del 1961 al 19,4 ‰ del 1971, il tasso di fecondità dal 2,88 del 1961 è leggermente regredito al 2,70 ma resta bene al di sopra del 2,10. Viene tranquillamente assicurato il ricambio generazionale, se è vero che per ogni 100 bambini vi sono 96 anziani, ma la mortalità è passata dal 7,8‰ del 1961 all’8,9‰ del 1971, per cui, sommandovi l’effetto della ridotta fecondità e perdurando tale situazione, si potrebbe pensare ad un futuro calo demografico. A questo punto presentiamo le quattro piramidi della popolazione dei Comuni di Castrovillari, Corigliano, Rossano e Cosenza per mettere in evidenza eventuali analogie o diversità. Premettiamo che, per come indicato, i grafici si riferiscono alla data del censimento, quando il bilancio demografico non è definitivo, mentre gli indicatori naturali sono calcolati al 31-12. La piramide di Castrovillari assume un “profilo riduttivo” caratterizzato da una base più stretta rispetto alla parte centrale, abbastanza più larga per la presenza di molti adulti (difatti sono il 67,7%, contro il 15,5% di giovani). Si nota, inoltre, come lo scarto tra anziani, che sono il 16,8%, e giovani sia ancora contenuto, per cui anche verso il vertice, da 55 in su, la piramide non si restringe rapidamente ma mantiene una larghezza simile alla base (0-14). Il tasso di fecondità dell’1,20‰, molto lontano dal 2,10‰ che assicura la semplice sostituzione delle madri con le figlie, in calo dal 1981, conseguenza di una ridotta natalità (8,7‰), da solo determinerebbe una crescita naturale negativa, che tuttavia non si è verificata, per poche unità dal 2001 a questa parte, perché il tasso di mortalità mantenendosi basso (7,7‰) ha allungato la vita media. L’indice di vecchiaia di 108,9 significa che ci sono 109 anziani ogni 100 giovani, quindi conferma che la popolazione è vecchia, l’indice di ricambio anziani per bambino pari a 298,8 indica che ci sono 300 anziani per ogni 100 bambini (0-5 anni) per cui il ricambio generazionale non è assicurato e siamo molto lontani. Ovviamente sulla crescita complessiva di una popolazione incide anche il movimento migratorio,

0 1 2 3123

M F

Castrovillari

Popolazione residente 20 - 10 -1971

Anno di

nascita

96 e-

01-97 06-02 11-07 16-12 21-17 26-22

31-27 36-32 41-37

46-42 51-47

56-52

61-57 66-62

71-67

75 e + 70-74 65-69 60-64

55-59

50-54 45-49 40-44

35-39 30-34 25-29 20-24

15-19

10-14

5-9 0-4

Classi

di età

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Storia demografica di Castrovillari 49 in entrata ed in uscita, che in una situazione di fecondità decrescente esercita un peso notevole, quasi decisivo. Ma di questo e di quanto si è verificato dal 2001 in poi parleremo in seguito.

M a s c h i F e m m i n e

Classi

di età

2 1 0 1 2

80 e + 70-79

65-69

60-64

55-59 50-54

45-49

40-44

35-39

30-34

25-29

20-24

15-19

10-14

5-9

0-4

21 e -

31-22

36-32

41-37

46-42

51-47

56-52

61-57

66-62

71-67

76-72

81-77

86-82

91-87

96-92

01-97

Anno di

nascita

M a s c h iF e m m i n e

Corigliano Calabro popolazione residente

21-10-2001

Castrovillari popolazione residente

21-10-2001

2 1 0 1 2

80 e +

70-79

65-69

60-64

55-59

50-54

45-49

40-44

35-39

30-34

25-29

20-24

15-19

10-14

5-9

0-4

Classi

di età Anno di

nascita

21 e -

31-22

36-32

41-37

46-42

51-47

56-52

61-57

66-62 71-67

76-72

81-77

86-82

91-87

96-92

01-97

M F

M F

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50 Storia demografica di Castrovillari

- 2 - 1 0 1 2

Classi

di età

2 1 0 1 2

- 2 - 1 0 1 2

Rossano Calabro popolazione residente

21-10-2001

Cosenza popolazione residente

21-10-2001

2 1 0 1 2

80 e + 70-79

65-69

60-64 55-59

50-54

45-49

40-44

35-39

30-34

25-29

20-24

15-19

10-14

5-9

0-4

80 e + 70-79

65-69

60-64

55-59

50-54

45-49

40-44

35-39

30-34

25-29

20-24

15-19

10-14

5-9

0-4

Anno di

nascita

21 e - 31-22

36-32

41-37

46-42

51-47

56-52

61-57

66-62

71-67

76-72

81-77

86-82

91-87

96-92

01-97

Anno di

nascita

21 e - 31-22

36-32

41-37

46-42

51-47

56-52

61-57

66-62

71-67

76-72

81-77

86-82

91-87

96-92

01-97

M F

Classi

di età

M F

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Storia demografica di Castrovillari 51

2.3 Indicatori della crescita naturale.

La tabella seguente riporta alcuni indicatori naturali: il quoziente globale di fecondità generale (una discreta misura della fecondità), il rapporto di fecondità, il tasso di fecondità, il tasso lordo di riproduzione del momento, il tasso netto, il tasso di crescita naturale e il rapporto di mascolinità nell’ordine. Analizzando questi indicatori si possono trarre alcune conclusioni sullo stato di salute della nostra popolazione. La presenza di più indicatori della fecondità ci conforta nell’esprimere un giudizio in merito al suo andamento ed è dovuta all’impossibilità, per carenza di dati, di ottenere una misura migliore, più raffinata.

Tavola 6- Comune di Castrovillari:Indicatori naturali. Dati elaborati.

Anno

Q.G.F.G. ‰

Rapporto di fecondità %

Tasso di

Fecondità ‰

T.L.R.M.

T.N.R.M

‰.

Crescita

naturale: r ‰

(M/F)%

1951 73,5 47,0 2,27 1,11 1,09 3,3 91,8

1961 82,5 42,8 2,88 1,41 1,39 11,8 93,4

1971 77,2 35,0 2,70 1,32 1,30 9,1 95,7

1981 47,5 30,8 1,66 0,81 0,80 -7,7 94,7

1991 46,3 23,5 1,62 0,79 0,78 -8,6 95,2

1992 38,3 19,3 1,34 0,65 0,64 -15,0 94,9

1993 31,7 18,7 1,11 0,54 0,53 -21,4 94,7

1994 36,6 18,5 1,28 0,63 0,62 -16,0 94,4

1995 34,3 18,2 1,20 0,59 0,58 -18,3 94,5

1996 38,3 18,3 1,32 0,65 0,64 -15,0 95,7

1997 35,5 17,8 1,24 0,61 0,60 -17,6 94,3

1998 37,8 17,9 1,32 0,65 0,64 -15,5 94,2

1999 31,3 18,2 1,16 0,54 0,53 -21,4 93,6

2000 33,7 18,2 1,10 0,53 0,52 -23,1 93,4

2001 34,2 17,8 1,20 0,58 0,57 -19,2 93,5

2002 35,1 17,8 1,23 0,60 0,59 -18,6 93,4

2003 34,2 16,9 1,20 0,58 0,57 -19,9 93,3

2004 34,3 18,3 1,20 0,59 0,58 -18,3 93,4 Il Q.G.F.G. ed il rapporto di fecondità (R.F.) mostrano un andamento nel complesso decrescente e ciò sta a significare che all’incremento di nascite del decennio 1951-61 ha fatto seguito una diminuzione delle stesse sempre più marcata; dagli 82 nati vivi per ogni 1000 donne in età feconda (da 15 a 49 ani) del 1961 siamo passati ai 34 nati vivi per 1000 donne fertili del 2004. Il R.F., in diminuzione fino al 1999 e poi stabilmente intono a 18, indica che nella popolazione ci sono sempre meno bambini (da 0 a 4 anni) in rapporto alle donne in età feconda, segno evidente che la fecondità è diminuita. Nel 2004 vi sono appunto 18 bambini per 1000 donne fertili. Il tasso di fecondità, come si può vedere dalla tabella, nel primo decennio ha subito l’influenza positiva della accresciuta natalità ma dal 1961 in poi è rapidamente diminuito portandosi, tra il 1971 ed il 1981, sotto il livello di sostituzione di 2,10 il quale rappresenta il numero medio di figli per donna in età feconda che assicura “la crescita zero”. I valori raggiunti negli ultimi anni (ben al di sotto di 2,10) indicano inequivocabilmente una caduta demografica. Dal 2001 si mantiene attorno all’1,20 ‰, dato che si conferma nel 2004. Il T.N.R.M. è una misura della sostituzione delle madri con le figlie che, in quanto netto, tiene conto della mortalità anticipata (rispetto al compimento del periodo fecondo) delle madri; esso viaggia di pari passo con il tasso di fecondità che è detto anche di sostituzione o discendenza finale

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52 Storia demografica di Castrovillari media. Il suo valore, dal 1981 costantemente minore di 1, indica che non viene più assicurato il ricambio delle generazioni; questo è la naturale conseguenza del comportamento osservato in precedenza per la natalità e la fecondità. Dal 2001 si mantiene intorno al valore di 0,58 del 2004 e ribadisce che la popolazione è in regresso. Se il T.N.R.M. si mantiene costante, si può calcolare il tasso di accrescimento naturale “r” che consente di valutare ulteriormente il comportamento della popolazione. Il segno negativo di “r”, in modulo sempre più grande, significa che siamo di fronte ad una popolazione potenzialmente decrescente cioè che ha in sé i presupposti per continuare a diminuire. Negli ultimi anni è stato mediamente di -19 come nel 2004 . Infine il rapporto di mascolinità (M/F) ben sotto il 100 (nel 2004 risulta 93,5) è sinonimo, come abbiamo già visto, di una popolazione vecchia e la maggiore presenza di donne contribuirà a farla invecchiare di più. In conclusione, al termine di questo rapido esame, possiamo affermare che la popolazione residente di Castrovillari è molto invecchiata; sicuramente dal 2001, gli anziani hanno sovvertito il rapporto con i giovani. Occorreranno, in futuro, nuove strutture; bisognerà costruire meno asili e scuole e prestare più attenzione alle politiche previdenziali ed assistenziali creando nuovi spazi vitali per gli anziani e dando risposte adeguate al bisogno di socializzazione dei giovani. La regressione della natalità e della fecondità sono giunte a livelli preoccupanti; non è più assicurata la riproduzione della popolazione attuale che è alla “crescita zero”. Ma, ad onore del vero, bisogna aggiungere che dal 2001 in poi, lo confermano gli stessi indicatori naturali che sono variati di poco, la situazione demografica non è né peggiorata né migliorata, è rimasta stazionaria. Certamente il saldo naturale esiguo che, da tre anni si conta sulle dita di una sola mano, non induce all’ottimismo. In conclusione presentiamo un grafico che indica come è variato il tasso di fecondità dal 1951 al 2004. Si vede come dal valore massimo di 2,88‰ del 1961 sia sceso, tra il 1971 e il 1981, sotto il limite di 2,10‰, continuando a diminuire fino all’1,20‰ del 2001. Nel 2002 ha manifestato un lievissimo segnale di ripresa (1,23‰) per ritornare allo stesso valore nel 2004. Ovviamente si tratta sempre di valori da crescita negativa, è come dire che la situazione è grave ma stazionaria.

Andamento del tasso di fecondità dal 1951 al 2004

0,5

1

1,5

2

2,5

3

tasso difecondità

1951 1961 1971 1981 1991 200 200 2004

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Storia demografica di Castrovillari 53 2.4 Indicatori sociali. Questi rapporti statistici consentono di valutare, in termini di carico finanziario, le conseguenze delle modifiche strutturali in atto nella nostra popolazione. Nella tabella seguente sono riuniti i principali indicatori sociali. Tavola 7- Calabria:anziani per bambino e indice di vecchiaia, alla data e per anno di censimento. Dati istat. Province 1971 1981 1991 2001

Anziani/ bambino

Indice di vecchiaia

Anziani/ bambino

Indice di vecchiaia

Anziani/ bambino

Indice di vecchiaia

Anziani/ bambino

Indice di vecchiaia

Cosenza 0,84 32,40 1,21 44,01 1,74 64,20 3,15 109,05

Crotone 0,51 20,61 0,73 26,92 1,19 43,47 2,27 80,43

Catanzaro 0,88 33,53 1,24 46,47 1,70 62,71 2,94 103,86

Vibo Valentia 0,92 35,40 1,35 48,88 1,71 65,02 2,77 98,73

Reggio Cal. 1,08 41,40 1,44 53,40 1,88 70,93 2,84 101,67

Calabria 0,88 34,10 1,24 45,46 1,72 63,83 2,90 102,32

Tavola 8- Comune di Castrovillari:Indicatori sociali al 31-12. Dati elaborati in percentuale.

Indicatori sociali

Anno

Indice di ricambio (I.r.)

Indice di vecchiaia (I.v.)

Indice anziani x bambino

Indice di carico improduttivo giovani (I.c.i.g.)

Indice di carico improduttivo anziani (I.c.i.a.)

(I.c.s.) Indice di carico sociale Giovani Anziani Totale

1951 1.555,0 25,5 --- 38,4 9,8 76,1 12,5 88,6

1961 1.382,6 29,6 --- 40,4 12,0 67,7 14,3 82,0

1971 1.151,2 38,1 --- 41,7 15,9 59,6 17,9 77,5

1981 1.455,8 41,7 91,9 38,4 16,0 60,1 18,5 78,6

1991 1.129,5 56,6 185,9 31,5 17,8 52,0 20,6 72,6

2000 1.190,2 103,9 289,7 23,1 24,0 36,2 26,6 62,8

2001 1.225,8 108,9 298,8 22,8 24,8 36,0 27,5 63,5

2002 1.237,5 111,6 311,8 22,6 25,2 35,3 27,8 63,1

2003 1.242,5 115,8 318,7 22,0 25,4 34,4 28,0 62,4

2004 1.216,9 116,2 317,3 22,2 25,8 34,8 28,5 63,3 Nota : per una migliore comprensione del paragrafo si consiglia di usare come riferimento l’appendice del libro. I valori della tavola 8 sono riferiti a 100 persone, mentre nella tavola 7 il rapporto anziani-bambini è riferito a 1. La tabella 7 indica le variazioni, dal 1971 al 2001, dell’indice anziani per bambino (rapporto tra anziani e bambini da 0 a 5 anni) e dell’indice di vecchiaia (rapporto tra anziani e giovani) e ne evidenzia la crescita sistematica. Specie da 1991 al 2001 essi sono cresciuti moltissimo. A livello regionale siamo passati da 34 anziani su 100 giovani a 102 anziani su 100 giovani. Cosenza ha fatto registrare la più ampia oscillazione, passando da 32 a 109 anziani per 100 giovani, segnalandosi come la provincia calabrese più vecchia. La seguono appaiate Catanzaro e Reggio Calabria con 103 e 102 anziani su 100 giovani, rispettivamente. Il primato della provincia calabrese più giovane spetta a Crotone con soli 80 anziani su 100 giovani. L’indice di ricambio generazionale anziani per bambino a livello regionale è passato da 88 anziani su 100 bambini del 1971 a 290 anziani su 100 bambini nel 2001 (circa 3 anziani per un bambino). Anche in questo caso il risultato peggiore, da 84 a 315 su 100, arride alla provincia di Cosenza, con

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54 Storia demografica di Castrovillari

a ruota quella di Catanzaro (da 88 a 294 anziani su 100 bambini), seguita ancora da Reggio Calabria (da 108 a 284 su 100). Il risultato migliore è sempre di Crotone, che si segnala come la provincia calabrese più giovane, ma con un ricambio generazionale (227 anziani su 100 bambini) non più assicurato. Passiamo adesso all’esame della tabella 8. L’indice di ricambio della popolazione attiva esprime il rapporto tra P20-64 e P60-64 cioè tra popolazione attiva e popolazione prossima al pensionamento. Il suo valore, tendenzialmente decrescente, sta ad indicare che il carico che in futuro dovrà sopportare la popolazione attiva per garantire i bisogni degli anziani, attraverso le pensioni ed altro, è destinato a crescere; quindi ci sarà una parte del reddito collettivo che diventerà improduttiva più che nel passato. Nel 2004 il rapporto è stato di 1.216 a 100 (uno ”quasi pensionato”, per ogni dodici forze lavoro, occupati o in cerca di occupazione). L’indice di vecchiaia crescente mostra che nel 2004 su 100 giovani vi sono 116 anziani; come si nota l’invecchiamento è in fase avanzata, ma sull’argomento parleremo più a lungo quando analizzeremo la tabella 9. L’indice di dipendenza anziani è il carico sociale relativo agli anziani; esso esprime il rapporto tra anziani e popolazione attiva (tra consumatori e produttori) e con l’indice di carico giovanile, che esprime il rapporto tra giovani fino a 19 anni e popolazione attiva o forze lavoro, forma l’indice di carico sociale complessivo, rapporto tra inattivi (limitatamente a giovani e anziani) e popolazione attiva. Nel 2004 a Castrovillari ogni 100 attivi abbiamo registrato 63 inattivi di cui 35 giovani e 28 anziani: la tendenza del carico giovanile (decrescente) e di quello anziani (crescente) rispecchiano la modifica strutturale avvenuta nella popolazione. Questo indice, come si vede dalla tabella, nel tempo è sostanzialmente diminuito, soprattutto perché sono diminuiti i giovani; la crescita numerica degli anziani non riesce a compensare tale riduzione in quanto procede a ritmi più lenti a causa del Tavola 9. Indice di vecchiaia, anziani per bambino e rapporto di mascolinità, alla data del

censimento. Alcuni Comuni della provincia di CS. Dati istat. Censimento 2001.

Comuni Indice di vecchiaia

Anziani/ bambino

M/F (x 100)

Comuni Indice di vecchiaia

Anziani/ bambino

M/F (x 100)

Acquaformosa 193,10 6,72 90,16 Marano P.to 73,92 1,44 103,93

Acri 113,87 3,23 97,43 Montalto Uffugo 78,95 2,09 97,68 Alessandria C. 542,00 15,06 102,45 Montegiordano 238,46 6,93 93,33 Amantea 100,59 2,58 95,75 Morano Calabro 128,17 4,07 98,24 Bocchigliero 241,13 7,33 93,18 Mormanno 168,46 4,91 94,42 Canna 281,19 7,47 87,28 Nocara 220,83 6,91 102,92 Cariati 69,34 2,10 95,86 Oriolo 272,93 7,26 98,21 Carpanzano 381,19 17,43 89,00 Paola 107,53 3,40 93,05 Cassano Ionio 88,60 2,53 96,61 Plataci 235,64 5,80 101,75 Castrolibero 71,98 2,05 95,75 Praia a Mare 95,29 2,64 90,94

Castrovillari 107,93 2,97 93,56 Provincia CS 109,05 3,15 96,30

Castroregio 574,29 20,10 91,23 Rende 76,27 2,21 97,00 Cerchiara di C. 210,78 6,34 102,34 Roggiano Gravina 89,15 2,59 97,32 Civita 258,21 7,69 96,34 Rossano Calabro 67,16 1,89 98,75 Corigliano C. 57,00 1,59 98,85 San Basile 287,80 10,73 100,78 Cosenza 160,93 4,71 90,55 S. Donato di Ninea 267,48 8,22 93,05 Crosia 59,90 1,67 97,97 S. Giovanni in F. 85,70 2,47 94,47 Firmo 132,49 3,55 99,35 S. Lorenzo del V.lo 69,42 1,94 104,17

Frascineto 140,57 3,86 96,16 Saracena 110,41 4,63 98,02 Laino Borgo 181,61 4,85 88,48 Scalea 77,88 2,19 99,58 Laino Castello 197,32 5,26 99,78 Spezzano Albanese 104,22 3,21 97,36 Lungro 160,48 5,48 97,43 Tortora 66,48 1,83 96,72 Marano M.to 53,80 2,09 93,28 Trebisacce 123,24 3,74 96,97

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Storia demografica di Castrovillari 55

maggiore tasso di mortalità di questa categoria, ma rimane il fatto che 63 a 100 è un rapporto elevato. Un altro indicatore sociale, che esprime il rapporto tra anziani e adulti, è l’indice di carico improduttivo anziani e giovani: confronta gli anziani e i giovani improduttivi agli adulti produttivi. Nel 2004 ogni 100 abitanti produttivi (da 15 a 64 anni) abbiamo registrato 26 anziani e 22 giovani improduttivi, non in grado di produrre reddito. Ora presentiamo i grafici relativi all’andamento dell’indice di vecchiaia e di carico sociale (il primo dal 1951 al 2004, il secondo per il solo 2004).

Andamento dell'indice di vechiaia dal 1951 al 2004

0

20

40

60

80

100

120

140

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2003 2004

Carico sociale: anziani, giovani, totale.2004

giovani; 34,8totale; 63,3

anziani;

28,5

giovani

anziani

totale

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56 Storia demografica di Castrovillari

Dall’analisi dell’indice di vecchiaia, riportato in tabella 9 con l’indice anziani per bambino e l’indice di mascolinità, rilevati in numerosi comuni della nostra provincia, emerge che in molti di essi al calo demografico preoccupante si accompagna l’età molto avanzata della popolazione. Si tratta di una situazione grave che, persistendo nel tempo, potrebbe determinarne la scomparsa. Per fare un esempio, la popolazione di Alessandria del Carretto dai 1.026 abitanti del 1991 è scesa ai 745 del 2001 con una perdita media di 28 persone all’anno. Se questo andamento si confermasse nel tempo, la popolazione si dimezzerebbe in meno di 14 anni. Tra i comuni con popolazione vecchia citiamo in ordine discendente Castroregio con 574 anziani su 100 giovani; Alessandria del Carretto con 542 anziani su 100 giovani; Carpanzano con 381 su 100, Nocara con 221 su 100; Canna con 281 su 100; Oriolo con 272 anziani su 100; Civita con 258 su 100. Fanno da contrasto stridente altre comunità che, al contrario, vedono in giro per le loro strade più giovani che anziani. Citiamo in ordine crescente: Marano Marchesato 54 anziani su 100 giovani; Corigliano 57 anziani su 100 giovani; Tortora 66 anziani su 100 giovani, Rossano 67 anziani su 100 giovani; Cariati 69 anziani su 100 giovani; e altri ne seguono. E’ evidente che se guardiamo all’indice di ricambio generazionale anziani per bambino, nei primi la continuità della popolazione non esiste: Castroregio 20 anziani per un bambino; Alessandria del Carretto 15 anziani per un bambino; Carpanzano 17 a 1; San Basile 10 a 1; San Donato di Ninea 8 a 1; Civita 7 anziani per 1 bambino. Invece nei secondi, i comuni con popolazione giovane, la continuità è ancora possibile come a Marano Marchesato (1,44) 144 anziani per 100 bambini; a Corigliano (1,59) 159 anziani per 100 bambini; a Crosia (1,67) 167 a 100; a Tortora (1,83) 183 a 100; a Rossano (1,89) 189 a 100; a San Lorenzo del Vallo (1,94) 194 anziani per 100 bambini ecc.. L’indice di mascolinità, rapporto tra maschi e femmine per cento, se sopra il 100 può essere indicativo di una popolazione giovane, ma, se guardiamo la tabella, questo è vero per comuni come San Lorenzo del Vallo (104,17%) e Marano Principato (103,93%) ma non lo è per comuni come Alessandria del Carretto (102,45%), Nocara (102,92%) e Cerchiara (102,34%) nei quali la maggiore presenza di maschi contrasta con l’indice di vecchiaia. Il valore più basso dell’indice di mascolinità si riscontra nel comune di Canna (87,28%), compatibile con gli atri indici, e in quelli di Laino Borgo (88,48%), Carpanzano (89%), Castroregio (91,23%), Cosenza (90,55%) ecc..

2.5 Popolazione residente e stato civile. Tavola 10. Popolazione residente per sesso e stato civile dal 1951 al 2004. Dati Istat. Maschi Femmine

Anno Celibi Coniugati Vedovi Separati Legalmente (di fatto)

Divorziati

Nubili Coniugate Vedove Separate Legalmente (di fatto)

Divorziate

1951 3746 2733 132 --- --- 3676 2862 661 --- --- 1961 3857 3232 131 --- --- 3741 3294 695 --- --- 1971 4473 3841 160 --- --- 4112 3904 841 --- --- 1981 4940 4780 175 36 18 4633 4767 1015 62 26 1991 5715 5348 207 41 29 4923 5668 1220 54 44 2001 4983 5467 230 86(50) 56 4491 5510 1315 160(51) 91 2002 4966 5594 229 57 4482 5658 1359 105 2003 4967 231 --- 64 4478 5748 1341 --- 115 2004 4979 5641 234 --- 66 4531 5714 1326 --- 125 Dopo l’approvazione della legge sul divorzio, abbiamo avuto, tra separazioni legali e divorzi, 142 casi nel 1981, 168 nel 1991 e 393 nel 2001, con un aumento del 133,9% rispetto al 1991. Le donne

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Storia demografica di Castrovillari 57

divorziate e separate prevalgono sugli uomini. Il rapporto tra divorziati e divorziate è cresciuto negli anni e nel 2004 è di 1 a 2. Le donne divorziate aumentano più rapidamente degli uomini divorziati. Dall’esame della tabella 10 e del grafico soprastante, nel 2001 si contano 86 separati legalmente (di cui 50 di fatto) e 160 separate legalmente (di cui 51 di fatto), mentre i divorziati sono 147 (di cui 56 uomini e 91 donne). Tenendo conto che essi nel 2004 sono 191, in quattro anni sono aumentati del 30% circa. Per effetto dell’andamento della mortalità le vedove sono molto più dei vedovi (nel 2001 il rapporto è stato di 5,7 vedove per 1 vedovo, nel 2004 è sceso a 5,6); i celibi sono più delle nubili (nel 2004 il confronto è stato di 110 celibi ogni 100 nubili) perché i maschi fino ai 40 anni sono numericamente più forti, coniugate sono stabilmente più dei coniugati. La situazione analitica della popolazione nel 2004 in base allo stato civile è così delineata: celibi il 22%; coniugati il 24,9%; vedovi l’1%; divorziati lo 0,3%; coniugate il 25,3%; nubili il 20%; vedove il 5,9% e divorziate lo 0,6%.

56

91

86

160

50

51

0

50

100

150

200

250

Separati e divorziati nel 2001

femmine

maschi

divorziati separati

legalmente

separati

di fatto

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Capitolo terzo

Istruzione, famiglie, abitazioni.

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60 Storia demografica di Castrovillari 3.1- Indicatori relativi a popolazione e istruzione. 3.1.a- Consideriamo la popolazione di 6 e più anni, per sesso e grado di istruzione, residente in Calabria al 21-10-2001 e, successivamente, a Castrovillari dal 1951 al 2001.

Tavola 1. Popolazione residente di 6 anni e più per sesso e grado di istruzione. Anno 2001

Regione Calabria. Dati Istat. Laurea Diploma

Licenza Media

Licenza Elementare

Alfabeti senza titolo di studio

Analfabeti

Anno M F M F M F M F M F M F

CS 25.099 27.377 89.918 90.235 100.145 81.304 71.895 79.539 40.749 (14.098)

52.577 (22.403)

11.282 (7.898)

22.664 (17.755)

KR 4.437 4.157 17.688 18.410 25.241 21.035 18.144 20.719 10.887 (3.405)

13.330 (4.904)

2.795 (1.825)

4.613 (3.347)

CZ 11.680 12.706 43.726 44.823 52.142 43.089 36.428 40.882 19.725 (6.463)

25.833 (11.239)

5.378 (3.686)

11.657 (9.251)

VV 5.146 5.460 19.110 19.256 25.077 20.213 17.210 18.871 9.697 (3.365)

11.400 (4.711)

2.549 (1.781)

6.078 (4.972)

RC 18.405 20.617 67.349 66.657 81.130 68.284 53.549 64.368 29.173 (8.767)

37.053 (15.060)

7.298 (4.715)

15.450 (12..234)

Totale 64.767 71.277 237791 239381 284.135 233.925 197226 224379 110.221 (36.098)

140.193 (58317)

29.302 (19.905)

60.462 (47.559)

Nota: tra parentesi da 65 anni in più. Analizzando la tabella precedente emerge che nel 2001 l’81,6% dei residenti in provincia di Cosenza è fornito di un titolo di studio: rispetto ai Calabresi i laureati sono il 39,2%; i diplomati il 37,8%; quelli in possesso della licenza di Scuola Media il 35,0%; della licenza di Scuola Elementare il 35,9%; gli alfabeti5 il 37,3%; gli analfabeti il 37,8%. Tra quelli che non hanno un titolo di studio (il 18,4%), gli alfabeti sono il 73,3% e gli analfabeti il 26,7% (di questi ultimi il 75,6% hanno da 65 anni in su, con larga prevalenza di donne pari al 69,2%). La provincia di Cosenza presenta il maggior numero di persone, in età di obbligo scolastico, che non sa né leggere né scrivere (come detto il 37,8%), seguita da quella di Reggio Calabria con il 25,3%, da quella di Catanzaro con il 19%, da quella di Vibo Valentia con il 9,6% e da quella di Crotone con l’8,3%. Esaminando i dati relativi all’analfabetismo diciamo che la condizione della donna negli anni Cinquanta e Sessanta e la propensione (per motivi economici) delle famiglie a mantenere negli studi i figli maschi, poichè studiare significava stabilirsi in un centro lontano dalla propria residenza, hanno fatto sì che le donne si siano istruite con ritardo notevole rispetto agli uomini (come si evince dai dati). La disparità tra i due sessi si è livellata nel tempo per una maggiore presenza di scuole di ogni tipo sul territorio che ha ridotto il carico economico delle famiglie e ha contribuito a superare ataviche diffidenze nei riguardi delle donne, dando inizio all’acculturazione di massa. Per la maggiore importanza che oggi si dà all’istruzione rispetto al passato ed anche per una più efficace opera di prevenzione e repressione da parte delle istituzioni nei riguardi di chi evade l’obbligo scolastico, l’analfabetismo, ormai patrimonio di anziani, si va estinguendo, ma più di tutto è scomparso quello giovanile. Infatti nel 1951 (vedi tab. 2) i giovani, in obbligo scolastico, che non sapevano nè leggere né scrivere erano appena 126 (il 4,5 % del totale analfabeti che costituivano il 23,4 % della popolazione da 6 anni in su). Sempre nel 1951 le persone in età maggiore di 6 anni fornite di titolo di studio erano 6.988 ( il 57,6 % di quelli in età scolare), gli alfabeti erano il 19 %. Nel 1991 avevano conseguito un titolo di studio 16.965 cittadini (il 78,9 % delle persone in età scolare), gli alfabeti sono stati il 16,5% e gli analfabeti il 4,6 % sempre delle persone da 6 anni in

su (età scolare). In base ai dati del 1991 i laureati sono il 4,6 %, i diplomati il 19,8 % , quelli provvisti 5 Alfabeti sono coloro che sanno leggere e scrivere ma sono privi di titolo di studio. Analfabeti coloro che non sanno né leggere né scrivere.

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Storia demografica di Castrovillari 61

Tavola 2. Popolazione residente di 6 anni e più, per sesso e grado di istruzione. Anni 1951-

2001- Comune di Castrovillari. Dati Istat. Forniti di titolo di studio

Alfabeti senza titolo di studio

Analfabeti Laurea Diploma

Licenza Media

Licenza Elementare

Anno M F M F M F M F M F M F

1951 166 23 239 167 555 269 2.664 2905 1.002 1.298 1.117 (62) 1.715 (64)

1961 175 40 297 249 775 465 2.982 3449 1.288 1.407 831 (20) 1.265 (23)

1971 250 111 696 628 1127 722 2.665 2717 2.196 2.785 614 (436) 1002(776)

1981 410 326 1.232 1.176 2187 1684 3.147 3397 1.632 (422) 2.130 (701) 391 (282) 804 (557)

1991 549 446 2.121 2.131 3106 2637 2.766 3209 1.511 2.038 372 (160) 629 (303)

2001 907 1.013 2.986 3.104 3005 2528 2.081 2508 981 (293) 1.395 (606) 217 (143) 398 (312)

Nota: 1991: tra parentesi gli analfabeti da 65 in su; 1981: tra parentesi gli alfabeti ed analfabeti da 55 anni in su; 1971: tra parentesi gli analfabeti da 45 anni in su; 1951-61: tra parentesi gli analfabeti da 6 a 14 anni (età di obbligo scolastico); 2001: tra parentesi gli alfabeti ed analfabeti da 65 anni in su.

di licenza media il 26,7 %, quelli che hanno conseguito la licenza elementare il 27,8 %. Le donne tra gli alfabeti sono il 57,4%, tra gli analfabeti sono il 62,8%, tra coloro che hanno conseguito la licenza elementare il 53,7%, tra i diplomati di Scuola Media il 45,9% e tra i laureati il 44,8%. Nel 2001 su 21.123 abitanti in età scolare, i laureati sono il 9,1% (quasi il doppio del 1991), i diplomati sono il 28,9% (+ 9,1%), coloro che hanno conseguito la licenza media il 26,2% (-0,5%), la licenza elementare il 21,7% (-6,1%). I cittadini che hanno conseguito un titolo di studio sono 18.321 (l’85,9%, con un incremento del 7% rispetto a dieci anni prima), gli alfabeti sono l’11,2% (-5,3%) e gli analfabeti il restante 2,9% (-1,7%). In sintesi gli abitanti di Castrovillari, rispetto al 1991, oggi sono mediamente più istruiti perchè ci sono più laureati, più diplomati e meno licenziati, alfabeti ed analfabeti. Aumentano coloro che conseguono un titolo di studio, si assolve all’obbligo scolastico più che in passato, si riduce la dispersione. Considerato che i sessantacinquenni e oltre tra gli alfabeti sono il 37,8% e tra gli analfabeti il 74%, la situazione migliorerà ulteriormente. Nell’incremento del tasso di istruzione della popolazione locale, in quest’ultimo periodo intercensuario, le donne hanno avuto un peso notevole. Infatti, alla data del censimento, le donne laureate sono il 52,8% dei laureati (il 127% in più rispetto al 1991), le diplomate sono il 51% dei diplomati (il 45,6% in più rispetto al 1991), e concorrono all’aumento dei laureati per il 61,3% e a quello dei diplomati per il 52,9%. Tuttavia le donne, sia tra gli alfabeti (58,7%) che tra gli analfabeti (64,7%), numericamente superano gli uomini per l’età media più alta. Tra coloro che posseggono una “licenza “ le donne prevalgono nella Scuola Elementare mentre gli uomini, con uno scarto analogo, prevalgono nella Scuola Media. Sembra, quindi, che tra coloro che non intendono proseguire gli studi gli uomini reputano necessario conseguire almeno un diploma di Scuola Media Inferiore, mentre le donne si fermano alla Licenza Elementare. Infine segnaliamo che l’11,4% delle persone in età scolare nel 2001, pur assolvendo all’obbligo scolastico, non ha conseguito alcun risultato nella fascia di età da 15 a 22 anni, prevista dalla legge, e che il maggior numero di diplomati di Scuola Media Superiore (il 63,8%) si concentra nella fascia di età 19-34 anni. Oggi, a torto, nelle famiglie si continua a credere che l’istruzione, il far conseguire ad un proprio figlio una laurea o un diploma, sia un investimento per il futuro. Non è così perché la disoccupazione è anche intellettuale: non c’è lavoro né per chi ha braccia da offrire né per chi ha meningi da spremere.

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62 Storia demografica di Castrovillari Oggi la Scuola aiuta a coprire il lasso di tempo enorme che passa tra l’inizio dell’età lavorativa ed il momento della prima occupazione, ben oltre i trent’anni nella norma. Certo è che sono aumentati i laureati e i diplomati, e questo può essere rilevante da un punto di vista statistico, ma è diminuita la qualità, il livello di preparazione si è abbassato. La scuola odierna è bistratta dalle continue riforme “politiche”: ogni ministro ne vorrebbe fare una per dare al suo successore la possibilità di cancellarla o di modificarla. Ma, quando si riforma la scuola, spesso ci si dimentica che la ricchezza di un Paese dipende dal livello culturale dei cittadini. Il grafico successivo illustra la crescita del grado di istruzione di Castrovillari dal 1951 al 2001.

3.2.b – Il grafico seguente rappresenta la situazione “istruzione”del comune di Castrovillari al censimento del 2001, indicando la percentuale dei residenti in età scolare per titolo di studio, gli alfabeti e gli analfabeti. Cogliamo l’occasione per esaminare i dati, relativi allo stesso anno, di alcuni comuni della provincia e per operare qualche raffronto. Da essi risulta che nel comune di Cosenza su 69.778 cittadini in età scolare l’87,6% sono muniti di un titolo di studio, il 9,7% sono alfabeti e il 2,7% sono analfabeti. Nel comune di Corigliano le persone residenti fornite di un titolo di studio sono l’80,4%, gli alfabeti il 14,3% e gli analfabeti il 5,3%. Nel comune di Cassano l’80,5% possiede un titolo di studio, il 14,7% sono alfabeti e il 4,8% analfabeti. Acri mostra un tasso di analfabetismo del 7%, mentre gli alfabeti sono il 14,2% e quelli in possesso di un titolo di studio il 78,8%. Rende è, tra quelli considerati, il comune con i numeri migliori: l’88,9% dei residenti di 6 anni e oltre hanno un titolo di studio; gli analfabeti sono appena l’1,7% e gli alfabeti il 9,4%. Rende presenta anche la percentuale relativa più alta di diplomati (40,3%) e di laureati (17,6%). Si può vedere come il minore numero di analfabeti si registra nelle città che possono vantare una tradizione scolastica di più antica data. Oggi la presenza di scuole di ogni ordine e grado sul territorio facilita l’acculturazione di massa e dà a chiunque la possibilità di studiare, mentre in passato la difficoltà nel raggiungere determinate sedi, i viaggi lunghi ed estenuanti, le condizioni economiche disagiate

Crescita del grado di istuzione dal 1951 al 2001

6988

8432

8916

13559

2300

2695

4981

3762

3549

2376

2832

2096

1616

1195

1001

615

18132

16965

1951

1961

1

971

1981

1

991

2

001

analfabeti

alfabeti

forniti di titolo di studio

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Storia demografica di Castrovillari 63 di tante famiglie hanno negato il diritto allo studio a molti giovani capaci e meritevoli che avrebbero voluto proseguire negli studi, ma che non hanno potuto. Al contrario di tanti nostri studenti che, pure avendo la scuola a due passi, mettono lo studio all’ultimo posto tra i loro impegni quotidiani.

3.2 Indicatori relativi alle famiglie. 3.2.a - Premettiamo alcune informazioni tecniche sulla famiglia al fine di favorire una migliore comprensione dell’argomento. In base al censimento del 2001 la famiglia è costituita da un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune (anche se non sono ancora iscritte nell’anagrafe della popolazione del comune medesimo). Rispetto ai censimenti precedenti è stato abolito quello che rappresentava il terzo elemento costitutivo della famiglia anagrafica: l’unicità del bilancio, corrispondente alla messa in comune del reddito da parte dei componenti la famiglia per porre un argine al proliferare di essa. Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. L’assente temporaneo non cessa di appartenere alla propria famiglia sia che si trovi presso altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune, sia che si trovi in un altro comune italiano o all’estero. La classificazione più disaggregata della relazione di parentela introdotta ha permesso di individuare nuove tipologie familiari: - Famiglie di tipo A, se composte dal solo intestatario del Foglio di famiglia con o senza

membri aggregati (domestici, collaboratori familiari). - Famiglie di tipo B, se composte dall’intestatario del Foglio di famiglia e dal coniuge, con

o senza membri aggregati. - Famiglie di tipo C, se composte dall’intestatario del Foglio di famiglia, coniuge e figli ( oppure

manca il coniuge ma vi sono i figli ) con o senza membri aggregati. - Famiglie di tipo D, se composte dall’intestatario del foglio di famiglia, coniuge e figli,

ascendenti e/o altri parenti, con o senza membri aggregati. Restano sempre di tipo D le famiglie o prive del coniuge o dei figli o di entrambi le componenti purché siano presenti le altre.

Anno 2001. Distribuzione della popolazione secondo

il grado d'istruzione, alfabeti e analfabeti.

28,8%

11,2%

21,7%

26,2%

2,9%9,1%

laurea

diploma

lic. Media

lic. Elem.

alfabeti

analfabeti

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64 Storia demografica di Castrovillari Per nucleo familiare si intende l’insieme delle persone che formano una relazione di coppia (coniugate o non coniugate) o di tipo genitore-figlio. Si intende la coppia coniugata convivente, senza figli o con figli mai sposati, o anche un solo genitore assieme ad uno o più figli mai sposati. Nell’ambito di una famiglia possono esistere uno o più nuclei familiari, ma può non esservene nessuno come nelle famiglie unipersonali. Relativamente ai censimenti del 1951-61-71, classifichiamo le famiglie residenti e i loro componenti per settore di attività economica e con capo famiglia in condizione non professionale. Tavola 3. Dati Istat-Comune di Castrovillari.

Anno

Famiglie residenti

Settore di attività Agricoltura-Caccia-Pesca

Altri settori di attività

Famiglie con capo famiglia in condizione

non professionale

Famiglie Componenti Famiglie Componenti Famiglie Componenti Famiglie Componenti

1951 3398 13.753 936 4.122 1.693 7.411 769 2.220

1961 3963 14.855 837 3.361 2.173 8.941 953 2.553

1971 4891 17.428 913 3.775 2.475 9.716 1.503 3.757

Dal censimento del 1971 i dati raccolti sulle famiglie, da parte dell’Istat, sono stati più numerosi che non nel 1951 e 61. Questo ci consente di fornire ulteriori classificazioni come le seguenti.

Tavola 4. Famiglie per ampiezza della famiglia. Castrovillari - Dati Istat 1971-81-91-2001.

Anno

Famiglie residenti per numero di componenti 1971 1 2 3 4 5 6 7 8 9 e + Componenti 9 e + Totale

555 912 1.029 1.148 702 295 159 49 42 405 4.891

1981 1 2 3 4 5 6 7 8 e + Componenti 8 e + Totale

1.170 1.263 1.249 1.583 787 282 90 42 364 6.466

1991 1 2 3 4 5 6 7 e + Componenti 7 e + Totale

1.884 1.669 1.575 2.015 767 158 52 389 8.120

2001 1 2 3 4 5 6 e + Componenti 6 e + Totale

1.753 1.848 1.723 1.930 637 130 856 8.021

2001 Residenti in famiglia per numero di componenti e per tipo di località abitata

1 2 3 4 5 6 e + totale Centri

abitati

Nuclei

abitati

Case

sparse

Totale

1.753 3.696 5.169 7.720 3.185 810 22.333 20.484 433 1.416 22.333 2001 Numero di famiglie per tipo di località abitata 7.362 139 520 8.021

2001 Residenti in convivenza per sesso e tipologia della convivenza

Totale Di cui: ospizi,

case di riposo ecc. Convivenze

ecclesiastiche Altre

convivenze

Totale

M F M F M F M F M F

9 10 5 10 5 15 17 --- 31 25 Dal 1951 al 1991 nella nostra città il numero delle famiglie è cresciuto di 1,4 volte (diventando più del doppio), ma si è passati a famiglie sempre più “piccole”, in quanto il numero medio di componenti è sceso dal valore 4 del 1951 a 2,9 (come illustrato dal grafico seguente). Il 23,2 % delle famiglie, nel censimento del 1991, è costituito da single, il 12% da famiglie numerose (5 e più membri), il 47,1% da coppie con figli, il 15 % da coppie senza figli , il 6,8% da “madre con figli” e il 3,4% da “padre con figli”, il 4,4% da famiglie di altro tipo (non formate nè da coppie nè da un genitore con figli) e lo 0,1% da famiglie con due o più nuclei. La famiglia più diffusa è quella costituita da una coppia con figli, senza altre persone, che raggruppa il 62,8% dei componenti. Sono sparite, in pratica, le famiglie costituite da coppie giovani e anziane che condividono la stessa

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Storia demografica di Castrovillari 65 abitazione (figli sposati che vivono con i genitori), inoltre l’inserimento della donna nel mondo del lavoro ha avviato la decadenza delle famiglie con altri membri aggregati che sono il 5,8% contro il 66,5% di quelle senza membri aggregati. Nel 2001 il numero di famiglie si riduce di 99 unità a seguito del calo di popolazione registratosi nel decennio precedente e dovuto alla migrazione interna ed estera degli anni Novanta. Guardando al numero di componenti (tabella 4) vediamo che nel 2001 la famiglia più diffusa, pure se in calo rispetto al 1991, resta quella formata da 4 persone “genitori e due figli” (il 24,1%) che raggruppa 7.720 componenti residenti in famiglia (il 34,6%). A breve distanza segue la famiglia con 2 componenti (il 23,0% delle famiglie, in crescita) nella quale risiede il 16,5% dei componenti, quindi le tipologie “con tre persone” (in aumento, il 21,5% con il 23,1% di componenti), con 1 persona (21,9% in calo, componenti il 7,8%). Sono in diminuzione le famiglie numerose: quelle con 5 persone sono il 7,9% con 3.185 componenti (il 14,2%); quelle con 6 e + componenti sono l’1,6% con 856 componenti non tutti residenti (il 3,8%). Per il 91,7% la popolazione risiede nel “Centro abitato”6 di Castrovillari dove vivono 7.362 famiglie delle 8.021 totali (il 91,8%). Il 6,3% degli abitanti (famiglie 6,5%) risiede nella località “Case sparse”, e il rimanente 2% dei cittadini (l’1,7% delle famiglie) risiede nella località “Nuclei abitati”. Inoltre va aggiunto che nello stesso anno 56 persone vivono in convivenza (case di riposo, ospizi, residenze ecclesiastiche, convitti, ecc.). Sono in aumento (tabella 5) le tipologie “coppie con figli” (il 49,4%), “coppie senza figli” (il 17,3%), e più ancora, “madre con figli” (l’8,7%), probabilmente per le conseguenze legali che le separazioni o gli scioglimenti di matrimoni comportano. Per lo stesso motivo sono diminuiti i nuclei familiari costituiti da “padre con figli” (l’1,4%), i nuclei unipersonali, non costituenti una famiglia, sono il 21,9%, mentre il restante 1,3% sono famiglie senza nuclei non unipersonali. Tavola 5. Famiglie residenti in base alla tipologia della famiglia. Dati Istat 1981-1991-2001.

1981

Coniugi Coniugi e figli Un genitore e figli Altro tipo Totale

Fam. Comp.ti Famiglie Comp.ti Famiglie Comp.ti Famiglie Comp. Fam. Comp. 942 1.956 3.573 14.954 595 1.867 1.356 1.619 6.466 20.396

1991

Senza Nuclei Con un solo nucleo

Con 2 o + Nuclei

Totale famiglie

Totale Uniper- sonali

Con altre persone Senza altre persone

a b c a b c 2.238 1.884 119 102 252 3.708 1.121 573 7 8.120

1991

Famiglie residenti per componenti

Con 2 o

+ Nuclei

Totale

componenti

Totale Uniper- sonali

Con altre persone Senza altre persone a b c a b c

2.852 1.884 594 378 1.015 14.569 2.242 1.486 43 23.179

1991

Senza Nuclei Nuclei familiari residenti per tipologia di nucleo familiare

Totale Uniper- sonali

Coppie con figli

Coppie senza figli

Padre con figli

Madre con figli

Totale nuclei

Totale

famiglie

2.231 1.884 3.832 1.226 277 554 5.889 8.120

2001

Senza Nuclei Nuclei familiari residenti per tipologia di nucleo familiare

Totale Uniper- sonali

Coppie con figli

Coppie senza figli

Padre con figli

Madre con figli

Totale nuclei

Totale famiglie

1.854 1.753 3.963 1.392 109 703 6.167 8.021

(a) coppia con figli; (b) coppia senza figli; (c) genitori con figli.

6 Aggregato di case contigue o vicine (distanti al più 70 metri) con interposte strade, piazze e simili, caratterizzato dalla esistenza di servizi o esercizi pubblici costituenti la condizione di una forma autonoma di vita sociale, e generalmente determinanti un luogo di raccolta dove di solito si recano pure gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni culto, istruzione, approvvigionamento e simili, che evidenzi la presenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso.

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66 Storia demografica di Castrovillari Prima di andare avanti, diamo la definizione, secondo l’Istat, di “Case sparse”7 e di “Nuclei abitati”8. Come mostra il grafico sottostante la dimensione della famiglia castrovillarese, dal 1961 al 2001, si è ulteriormente ridotta e, come già visto, nel 2001 le famiglie più numerose sono formate da 4 o 2 persone (coniugi con due figli o coniugi senza figli). Il numero medio di componenti scende a 2,7 nel 2003 e tale rimane nel 2004, ma le famiglie crescono di 436 unità, sia per la formazione naturale di altri nuclei familiari sia per l’apporto di famiglie di stranieri regolarizzati.

Esiste una stretta dipendenza tra le condizioni socio-economiche di un paese ed il tasso di mortalità : esso diminuisce al passaggio da economie povere ad economie ricche, da società rurali a contesti urbani, da realtà di sottosviluppo economico a quelle del mondo industrializzato. Il regredire del tasso di mortalità allunga la vita media, accresce l’indice di vecchiaia e fa sì che il numero delle famiglie aumenti. Con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; non solo si allunga la durata media della vita ma diminuisce la natalità, per cui si vanno, sempre più, formando famiglie con una-due persone, famiglie “nucleari”, con la scomparsa della famiglia “patriarcale”. Dopo l’avvento del divorzio accanto alla famiglia nata dal matrimonio, si sono sviluppate altre realtà di fatto: le coppie gay, le unioni libere tra celibi e nubili, le famiglie ricostituite da precedenti esperienze che avviano, per i figli, una serie di processi con risvolti sociali e psicologici molto dolorosi. Nel 2004 in Italia il tasso di nuzialità è sceso al 4.8 per mille abitanti, si sono quasi raddoppiate le convivenze (344,000), sono diminuite le coppie con figli (46,8%) e aumentate quelle senza figli (20,8%), le persone sole sono stabilmente intorno al 20%. Oggi la “crisi della famiglia” è in atto e le gravissime conseguenze delle conflittualità familiari sono sotto gli occhi di tutti. In questi anni non c’è stata una seria politica della famiglia da parte degli enti di governo nazionali e degli enti locali: alleggerimento di oneri fiscali; politica della casa; adeguati servizi sociali, sia per l’infanzia sia per la popolazione anziana. La disgregazione della famiglia favorisce le devianze giovanili: gli emarginati, i tossicodipendenti che ormai affollano le stazioni metropolitane, i centri storici, i parchi e giardini pubblici ne sono la chiara testimonianza. 7 Case disseminate sul territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato. 8 Località abitata costituita da un gruppo di case contigue o vicine con almeno 5 famiglie con strade, sentieri, piazze ecc. purchè l’intervallo tra casa e casa non superi 30 metri e sia comunque inferiore a quello intercorrente tra il nucleo stesso e la più vicina delle case manifestamente sparse (Contrada Galluccio, Varco D’Amendola, Brunetta, ecc.).

3,7 3,6 3,22,9 2,8

0

1

2

3

4

Numero medio di componenti per famiglia dal 1961 al 2001.

1961 1971 1981 1991 2001

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Storia demografica di Castrovillari 67 3.3 Indicatori relativi a edifici e abitazioni. In base al censimento del 2001 per “edificio” si intende una costruzione: di regola di concezione ed esecuzione unitaria; dotata di una propria struttura indipendente; contenente spazi utilizzabili stabilmente da persone per usi destinati all’abitazione e/o alla produzione di beni e/o di servizi con le eventuali relative pertinenze. Lo stato di conservazione di un edificio si riferisce alle condizioni fisiche dell’edificio, sia interne che esterne. Per numero di interni di un edificio si intendono le abitazioni, gli uffici e simili presenti nell’edificio, a cui si accede dall’ingresso sull’esterno, o dai singoli ingressi interni. Sono esclusi dal conteggio le unità locali, le pertinenze e gli alloggi con accesso sul perimetro dell’edificio. Per edificio utilizzato si intende: un edificio adatto per essere utilizzato a fini abitativi e/o per la produzione di beni o di servizi; un edificio di fatto utilizzato a fini abitativi e/o per la produzione di beni o di servizi. Per edificio non utilizzato si intende: un edificio non ancora adatto (neanche parzialmente) per essere utilizzato a fini abitativi e/o per la produzione di beni o di servizi, perché in costruzione, o non ancora pronto per essere utilizzato; un edificio non più adatto per essere utilizzato perché cadente, in rovina e simili. Per complesso di edifici si intende un insieme di costruzioni, edifici ed infrastrutture. Normalmente è ubicato in un’area limitata e non frammentata, finalizzato in modo esclusivo o principale all’attività di un unico organismo, ente impresa o convivenza. I tipi d’uso di un edificio sono: “per abitazione” (che include solo gli edifici costruiti a fini residenziali; “per alberghi, uffici, commercio e industria, comunicazione e trasporti”, “per

altro tipo di utilizzo” (che include gli edifici destinati ad ospitare convivenze: caserme; conventi, ecc.; attività ricreative e sportive, scuole, ospedali, chiese ecc.). Per “abitazione” si intende un alloggio costituito da un solo locale o da un insieme di locali (stanze e vani accessori): costruito con quei requisiti che lo rendono adatto ad essere dimora stabile di una o più persone, anche nel caso in cui una parte sia adibita ad ufficio (studio professionale ecc.); dotato di almeno un accesso indipendente dall’esterno (strada, cortile ecc.) che non comporti il passaggio attraverso altre abitazioni, o da spazi di disimpegno comune (pianerottoli, terrazza, ballatoio e simili); separato da altre unità abitative da pareti; inserito in un edificio. Un’abitazione è considerata occupata se in essa abitano una o più famiglie i cui membri vi abbiano abituale dimora, anche se temporaneamente assenti alla data del censimento. Un’abitazione è considerata non occupata quando essa non è abitata o abitata da persone che non vi hanno abituale dimora. Per “stanza” si intende un ambiente o locale facente parte di un’abitazione che riceve aria e luce dall’esterno ed ha dimensioni tali da consentire la collocazione di un letto per un adulto, lasciando lo spazio utile per il movimento di una persona. La cucina se possiede tali requisiti, è considerata stanza. Il numero di stanze riportato sulle tavole è comprensivo del numero di cucine. Sono stanze ad uso professionale quelle utilizzate esclusivamente per attività professionali di una o più delle persone che dimorano nell’abitazione; ad esempio lo studio di un libero professionista, l’ufficio di un lavoratore autonomo, il laboratorio di un artigiano e qualsiasi stanza in cui venga esclusivamente esercitata una professione o un mestiere. Per “altro tipo di alloggio” si intende un alloggio non classificabile come abitazione che, al momento del censimento, risulta occupato: da almeno una persona residente, anche se temporaneamente assente alla data del censimento; solo da persone non residenti. Ne sono esempi: quei locali non destinati ad accogliere una famiglia ma, di fatto, occupati da una o più famiglie all’atto del censimento (cantine, magazzini, soffitte, negozi, uffici, rimesse); le roulotte, le tende, i caravan, i camper, i container; le grotte; le baracche, le casupole, le capanne; gli alloggi contenuti in costruzioni che non sono edifici.

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68 Storia demografica di Castrovillari Riportiamo nella tabella successiva le abitazioni occupate, quelle non occupate e altri tipi di alloggio, relativamente al Comune di Castrovillari, dal 1951 al 2001 e, subito dopo, presentiamo un grafico che pone in relazione le abitazioni occupate con quelle totali dal 1961 al 2001. Da essa emerge che nel ventennio 1971-1991 si è avuto un incremento notevole di abitazioni occupate e di stanze; dalle 4.807 iniziali siamo passati a 8.088 con un incremento relativo del 68,2% per quanto riguarda le abitazioni, mentre per ciò che concerne le stanze dalle 17.116 del 1971 siamo arrivati alle 34.556 del 1991 con un incremento relativo del 101,8% (più che raddoppiate). Se poi guardiamo alle abitazioni nel complesso notiamo che dalle 5.076 sono diventate, nel 1991, 10.096 quasi il doppio. Aggiungiamo che nel 1991 non vi sono più locali, cantine, magazzini, soffitte adibite ad uso abitativo; la superficie abitativa occupata ammonta a metri quadrati 719.765 per cui ogni abitante ha a disposizione 31 metri quadrati. Il numero medio di stanze per abitazioni occupate è nel 1991 di 3,26 (il valore massimo è del 1981 con 4 stanze) a fronte del 2,4 del 1951. Nel 2001 le abitazioni occupate sono 8.121 (il 79,5% del totale), 33 in più rispetto a dieci anni prima ma, in percentuale, di poco inferiori. Di esse 147 (l’1,8%) sono occupate da persone non residenti e 7.794 (il 98,2%) da persone residenti. Sul totale di 10.219 risultano non occupate o vuote 2.098 abitazioni (il 20,5%), mentre nel 1991 le abitazioni libere erano il19,9%. Sempre nei riguardi del 1991, le abitazioni nel complesso sono passate da 10.096 a 10.219 (+ 1,2%), 123 unità in più che però fanno crescere le abitazioni occupate solo di 33 unità in quanto 90 di esse servono per colmare la perdita di abitazioni occupate, divenute libere nel frattempo (crescita di quelle vuote del 4,5%). Il numero di stanze è cresciuto in totale di 8.599 unità (il 24,9%), grazie al + 33,6% delle stanze in abitazioni occupate e al -3,4% in quelle vuote. Nelle abitazioni occupate il numero degli occupanti si è ridotto del 3,6% e il numero delle stanze è cresciuto, per cui ogni occupante dispone di 1,58 stanze, più dell’1,14 del 1991, di conseguenza il numero medio di occupanti per stanza nel 2001 scende a 0,63 e la densità abitativa risulta dello 0,25 in meno rispetto al precedente censimento. Il grafico seguente mostra come il numero medio di occupanti per stanza sia diminuito nel tempo, passando dall’1,35 del 1961 allo 0,63 del 2001.

Tavola 6. Comune di Castrovillari. Abitazioni dal 1951 al 2001. Dati Istat.

Abitazioni occupate Abitazioni

non occupate Totale

Abitazioni Altri tipi di

alloggio Anno Numero Stanze Occupanti Num. Stanze Num. Stanze Numero Occupanti ---- ---- ---- Famiglie Compon. ---- ---- ----- ----- --- Famiglie Comp. 1951 3.298 7.815 3.373 13.668 204 480 3.527 8.295 25 25 85 1961 3.885 10.90

1 3.930 14.749 320 961 4.205 11.862 33 33 105

1971 4.807 16.175

4.876 17.207 269 941 5.076 17.116 5 5 16

1981 6.095 24.203

6.461 20.382 1.416 4.904 7.511 29.107 4 5 14

1991 8.088 26.413

8.120 23.179 2.008 8.143 10.096

34.556 --- --- ---

Anno 2001

Abitazioni occupate da persone residenti

Abitazioni occupate

da persone non residenti

Abitazioni

vuote

Totale

Abitazioni-stanze

Num. Stanze Famiglie Componenti Numero Stanze Num. Stanze Numero Stanze 7.974 34.767 8.021 22.333 147 525 2.098 7.863 10.219 43.155

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Storia demografica di Castrovillari 69

Il numero medio di stanze per abitazioni occupate è nel 1991 di 3,26 (il valore massimo si è registrato nel 1981 con 4 stanze) a fronte del 2,4 del 1951. Nel 2001 esso diventa 4,346, grazie all’abbandono di abitazioni con poche stanze e alla costruzione o ristrutturazione di abitazioni con più stanze. Nel 2001 ogni abitazione occupata da residenti ha una superficie media di 106,16 metri quadrati (89 nel 1991), ogni abitazione non occupata, invece, ha una superficie media di 96,14 metri quadrati (82,2 nel 1991), mentre le abitazioni nel complesso investono una superficie di 1.062.366 mq per un valore medio di 103,96 mq e di 4,2 stanze ad abitazione (85,6 metri quadrati e in media 3,4 stanze dieci anni prima); quelle non occupate hanno in media 3,74 stanze contro le 4,1 del 1991. Dal 1971 al 1991 si è avuta una enorme crescita dell’edilizia civile ad uso abitativo, alla quale hanno contribuito molto le seconde case che dalle 269 del 1971 sono passate alle 2008 del 1991 con un incremento relativo del 646%, che pare essersi esaurita nel decennio successivo. Infatti i dati del 2001 autorizzano a parlare di crisi dell’edilizia abitativa: il mercato della prima casa è fermo perché i continui prelievi fiscali ai quali sono soggetti i cittadini con reddito medio, non consentono di effettuare più alcuna forma di risparmio. Inoltre la recente riforma del lavoro ha introdotto per favorire le imprese, tra l’altro, un nuovo tipo di contratto di lavoro temporaneo, detto a progetto, che penalizza i giovani. Trattasi di lavoro precario che non offre le necessarie garanzie di copertura bancaria e, quindi, non consente più a molti giovani di contrarre un mutuo per l’acquisto della prima casa. Dalla tabella successiva si vede che, per quanto concerne le abitazioni occupate da residenti in funzione del numero di stanze, nel comune di Castrovillari prevalgono le abitazioni con 4 stanze (il 34,4%), in linea con la media generale di 4,36 stanze, seguono quelle con 5 stanze (il 26,4%). I monolocali sono appena lo 0,7% e i bilocali il 5,9%, pertanto il 93,4% di queste abitazioni hanno almeno tre stanze. Tra i comuni esaminati il numero medio di stanze più basso spetta ad Albidona con 3,17 stanze, quello più alto al comune di San Basile con 5,10. Per le abitazioni occupate da non residenti il primato negativo va ad Albidona con 2,33 stanze, quello positivo va al comune di Firmo con 4,39. Il comune con più monolocali è Cosenza (315), con meno monolocali (2) ci sono Laino Castello e San Basile. Cosenza vanta anche più abitazioni della modalità 6 e più stanze e Laino Castello, al contrario, meno abitazioni (33).

Comune di Castrovillari - Densità abitativa

1,35

1,06

0,84

0,88

0,63

1961

1

971

1

981

1

991

2001

numero di occupanti per stanze occupate

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70 Storia demografica di Castrovillari

Tavola 7. Abitazioni occupate da persone residenti per numero di stanze. Anno 2001.

Comuni 1

2

3

4

5

6 e +

totale

N. medio stanze per abitazione

di persone residenti

N. medio di stanze per abitazione di

persone non residenti

Castrovillari 57 468 1.420 2.740 2.108 1.181 7.974 4,36 3,74

Cassano I. 29 230 1.127 2.138 1.515 759 5.798 4,31 3,52

Corigliano C. 58 557 1.925 4.274 3.650 1.517 11.981 4,38 3,73

Cosenza 315 1520 4.456 8.972 7.559 4.270 27.092 4,37 3,72

Paola 131 442 1.016 2.136 1.398 727 5.850 4,20 3,58

Rende 78 568 1.780 3.824 3.510 2.244 12.004 4,55 3,71

Rossano C. 43 371 2.193 4.894 3.320 1.216 12.037 4,31 3,71

Acquaformosa 21 76 102 158 92 82 531 4,00 3,36

Civita 23 37 125 127 103 58 473 3,97 3,07

Firmo 7 80 211 225 195 130 848 4,21 4,39

Frascineto 6 57 176 312 219 159 929 4,32 3,93

Laino Borgo 6 57 178 244 204 158 847 4,43 3,40

Laino Castello 2 46 111 90 45 33 327 3,75 3,05

Lungro 14 50 242 380 286 157 1.129 4,32 3,71

Morano C. 18 144 365 521 414 278 1.740 4,30 3,59

Mormanno 10 120 310 440 326 183 1.389 4,04 3,51

San Basile 2 13 66 113 110 154 458 5,10 3,74

Saracena 9 113 283 612 381 164 1.562 4,18 3,47

Spezzano A. 14 143 442 779 527 469 2.374 4,49 4,00

Albidona 29 170 200 152 59 19 629 3,17 2,33

Provincia CS 2968 17693 49.857 87.149 63.766 37.936 259.369 4,30 3,38

3.3.c - Nel 1981 (tab.8) il 66% del totale delle abitazioni è di proprietà, il 28% in affitto ed il 6% sotto altro titolo di godimento. Tra le abitazioni non occupate quelle di proprietà sono il 18% del totale ed il 98% di quelle non occupate che, pertanto, sono quasi tutte seconde case dei nostri concittadini; le abitazioni di proprietà tra quelle occupate sono il 58,9%. Nel 1991 il 65,2% sono abitazioni di proprietà, il 20,6% in affitto ed il restante 14,2% sotto altro titolo. Nell’anno 2001, tra le abitazioni occupate da residenti, quelle di proprietà sono 5.713 su 7.974 (il 71,6%, le stesse abitazioni nel 1881 erano il 58,9%), quelle in affitto sono 1.569 (il 19,7%, nel 1981 erano il 34,2%) e quelle sotto altro titolo 692 (l’8,7%, nel 1981 erano il 6,9%). Dal grafico successivo si può notare come, nel corso degli anni, vi sia stato l’incremento della proprietà e la diminuzione dell’affitto.

Tavola 8 Dati Istat. Abitazioni occupate e non occupate per titolo di godimento. Comune di

Castrovillari.

Abitazioni occupate Abitazioni non occupate Totale Anno Proprietà Affitto Altro

titolo %

in affitto Proprietà Affitto Altro

titolo Proprietà Affitto Altro

titolo 1951 1.634 1.286 ----- 44,04 114 58 ---- 1.748 1.344 ------ 1961 2.104 1.496 285 38,50 227 55 38 2.331 1.551 323 1981 3.587 2.089 419 34,27 1.383 31 2 4.970 2.120 421 1991 ------ ------ ----- ----- ------ ---- ---- 6.582 2.079 1.435 2001 5.713 1.569 692 19,68 ------ ---- ---- ---- ---- ----

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Storia demografica di Castrovillari 71

La percentuale crescente di case di proprietà dimostra come la casa sia ancora una forma di investimento privilegiata, nonostante i carichi fiscali a cui è sottoposta, ma la crisi economica ha fatto sì che dal 1991 si siano costruite in media solo 79,9 abitazioni all’anno. La costruzione, pure in crescita, di seconde case di proprietà, invece, oltre che essere un chiaro segno di benessere economico, purtroppo non per tutti, conferma una vecchia aspirazione dei Castrovillaresi.

3.3.d- Nel 1991, nel nostro comune, delle 8.088 abitazioni occupate 3.699 (il 45,7%) sono state costruite dal 1961 al 1981; dal 1982 al 1991 sono state costruite solo 766 abitazioni (il 9,4%) del totale ed il 20,7% di quelle edificate nei venti anni precedenti. Tavola 9. Castrovillari - Abitazioni occupate per epoca della costruzione. Dati Istat .

Anno

Prima del 1919

1919-1945

1946-1960

1961-1971

1972-1981

1982-1986

Dopo

il 1986

totale

1991 2.161 631 831 1.732 1.967 554 212 8.088

2001 895 1.283 1.119 1.756 2.413 1.954 799 10.219

Provincia CS 56.154 38.956 47.643 68.303 109.070 76.485 32.947 429558

Nel 2001 le abitazioni in totale sono 10.219 (+123 rispetto al 1991), di cui solo il 7,8% (799) risulta costruito dopo il 1991 (l’84,6% rileva abitazioni preesistenti e il 15,4% nuove, ciò spiega perché solo +123). Il 40,8% delle costruzioni appartiene al periodo 1972-1991, l’8,8% risale a prima del 1919 e il 12,6% al periodo 1919-1945. Il primo dato conferma la crisi dell’edilizia abitativa in atto a

Castrovillari. Ad essa hanno contribuito l’aumento del costo della vita che non consente più di risparmiare in funzione dell’acquisto di una casa, la pressione fiscale sulla famiglia, l’aumento dei costi di costruzione. 3.3.e - Terminiamo questa analisi dei dati sulle abitazioni presentando alcune tabelle in cui esse vengono raggruppate per servizio installato.

0

2000

4000

6000

Abitazioni occupate per titolo di godimento.

proprietà

affitto

altro titolo

1951 1961 1981 2001

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72 Storia demografica di Castrovillari

Tavola 10. Castrovillari - Abitazioni in totale per servizio installato. Dati Istat.

Anno Acqua

potabile

Gabinetto

Bagno

Elettricità

Gas Impianto di

riscaldamento Acqua calda

Totale

1951 2.534 2.609 148 3.016 ----- ----- --- 3.527

1961 3.732 3.806 601 3.953 3.940 53 --- 4.205

1971 4.546 4.748 2.706 4.994 4.760 628 --- 5.076

1981 6.244 6.179 5.402 7.271 4.555 1.730 --- 7.511

1991 9.720 6.419 6.676 7.773 3.451 3.794 --- 10.096

Tavola 11. Abitazioni per tipo di occupazione e servizio installato. Dati Istat. Anno 2001.

Comuni

Abitazioni occupate da persone residenti

Abitazioni occupate da non residenti

Abitazioni vuote Totale

abitazioni totale

Con ≥1 Gabinetto

Solo con angolo cottura e/o cucinino

totale

Solo con angolo cottura e/o cucinino

totale

Solo con angolo cottura e/o cucinino

Castrovillari 7.974 7.971 1.760 147 42 2.098 506 10.219

Provincia cs 259369 258.564 46.095 4.958 1.418 165424 61365 429.751 Dalla tabella 11 risulta che nel 2001 le abitazioni, rispetto al 1991, sono cresciute e sono cresciuti anche i servizi. Infatti quasi tutte le abitazioni occupate da residenti hanno uno o più gabinetti, il 22,6% del totale non dispone di una cucina, ma solo di un angolo cottura con e/o cucinino. La cucina si trova nel 78,6% delle abitazioni occupate da residenti, l’angolo cottura con e/o cucinino si riscontra nel 22,1% di esse, pertanto, un’abitazione possiede almeno una delle due cose .

Tavola 12. Abitazioni occupate da residenti per disponibilità di servizi. Anno 2001.

Comuni

Dispone di acqua potabile Gabinetto

Bagno

Impianto di riscaldamento

Acqua calda

Totale

totale acquedotto pozzo/altro totale Centra- lizzato

Auto- nomo

Castrovillari 7.960 7.884 123 7.971 7.854 7.817 381 5.209 7.796 7.974

Provincia cs 254233 245.164 11.725 258.564 252.787 242413 9586 101.213 247.768 259.369

Relativamente alle 7.974 abitazioni occupate da residenti, dalla tabella 12 possiamo vedere che nel 2001 dispongono di acqua potabile 7.960 abitazioni, 7.971 sicuramente di un gabinetto e 7.854 di un bagno, 7.817 dell’impianto di riscaldamento (il 66,6% autonomo), 7.796 hanno l’acqua calda. Per avere una visione complessiva basta osservare i dati dei vari comuni. Nel corso dei secoli l’abitato di Castrovillari si è sviluppato col crescere della popolazione soprattutto in direzione da Sud verso Nord, Nord-Est, dando luogo alla nascita di nuove case, nuovi palazzi, nuove infrastrutture. Sono sorti interi quartieri divenuti nel tempo zona residenziale, centro, periferia della città. Da alcune fonti consultate abbiamo appreso che già nel 1875 esisteva una mappa topografica dell’abitato di Castrovillari (scala 1:2000), Palazzo Pugliese, opera di Cristoforo Pepe, il più grande storico castrovillarese. In essa viene rappresentato l’abitato di Castrovillari nella seconda metà del XIX secolo. << Esso si spingeva fino al “Semicerchio”, che era stato costruito da poco, via degli Alberghi (via Roma) aveva il fianco Nord costruito fino alla parallela via del Calvario (via Cairoli), mancando quindi tutto il quartiere “Macrino” e via Pollino che era appena accennata, e giungeva fino al “Ginnasio” il quale mostrava ancora la vecchia pianta del monastero dei Cappuccini. Via della Valle (via Mazzini) scendeva verso il tribunale e la chiesa della Trinità, vicino alla quale erano l’Episcopio, il Quartiere militare e il Teatro “Sybaris”. Dalla piazzetta, quindi, partiva la via della “Fontana vecchia” ( via S.Maria del Castello) che si dirigeva verso San Giuliano e il centro antico. Ampi spazi verdi si notavano un poco dovunque e specie dietro le case che si affacciavano tra corso Garibaldi e i quartieri “ Pantanello” e “Pignatari”.

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Storia demografica di Castrovillari 73 Una notazione al margine della mappa ci dice che le case erano 1534 di cui 104 non abitate perché cadenti o in costruzione>>. Da alcuni dati, da noi raccolti presso l’Archivio di Stato di Cosenza, sappiamo che nel 1880 le abitazioni erano 2502 ( di cui 2295 occupate) per un totale di 7123 stanze; nel 1890 le abitazioni erano, invece, 3110 ( di cui 2825 occupate) per un totale di 8981 stanze; nel 1900 ,infine, le abitazioni erano 3354 ( di cui 2910 occupate) per un totale di 9680 stanze. 3.4 - Indicatori relativi a popolazione e lavoro.

3.4.a- Tavola 13. Comune di Castrovillari: Popolazione di 15 anni e più, per sesso e condizione

dal 1951 al 2001. Dati Istat.

Anno

Popolazione attiva/Forze di lavoro Minori di 14 anni

Non forze di lavoro

Occupati

Disoccupati In cerca di prima /o di

occupazione

Studenti

Casa- linghe

Ritirati dal lavoro

Altre condizioni

M F M F M F M (F) M (F) F M F M F

1951 3.870 1172 --- --- 216 28 1296(1233) --- 4.040 --- --- 1.229 726

1961 4.083 1250 --- --- 118 33 1141(1656) 992(656) 4.111 350 211 236 113

1971 4.109 1323 --- --- 251 119 4329 724(608) 3.755 1.005 849 146 113

1981 4.044 1772 299 253 701 572 2392(2359) 885(892) 3.321 1.223 1.080 405 254

1991 3.984 2180 529 366 1.002 864 2133(2309) 969(1068) 3.328 1.829 1.338 894 456

2001 4.207 2432 --- --- 1.032 925 1782(1700) 1021(1169) 2.714 1.847 1.302 927 1331 1951 1961 1971 1981 1991 2001

M F M F M F M F M F M F (a)Forze di lavoro 4086 1.200 4.201 1.283 4360 1.442 5.044 2.597 5.515 3.410 5239 3.357

(b) Non forze

di lavoro

1229

4.766

1.578

5.091

1875

5.325

2513

5.547

3692

6.190

3801

6.510

Totale (a+b) 5315 5.966 5.779 6.374 6235 6.767 7557 8.144 9207 9.600 9040 9.867

Totale

Popolazione

attiva inattiva attiva inattiva attiva inattiva attiva inattiva attiva inattiva attiva inattiva

5286 8.524 5.484 9.466 5802 11.529 7641 12.811 8925 14.324 8596 13.793

Nota: la popolazione inattiva dal 1951 al 2001 comprende i minori di 14 anni (bambini, ragazzi, scolari), tra parentesi la popolazione femminile. Nel 2001 tra le casalinghe vi sono 6 maschi.

Storia demografica di Castrovillari 73

P op olazion e in cond izion e p ro fession ale

e non professiona le n el 2001.

15 ,6%

9,8%

12 ,1%

29,7%8,7%

14 ,1%10 ,1%

M inori d i 14ann iS tudenti

C asalinghe

O ccupati

D isoccupati

P ensionati

A ltre cond .

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74 Storia demografica di Castrovillari

Il grafico soprastante esprime la popolazione del 2001 in condizione professionale9 e non professionale. Come si può dedurre dalla tabella 13, nel 1991 la popolazione attiva10 ammonta al 38,4% del totale, di cui il 26,5 % sono occupati, il 3,9% disoccupati e l’8% sono persone in cerca della prima occupazione. La popolazione inattiva, il 61,6% del totale, è composta per il 19,1% da bambini, ragazzi e scolari sotto i 14 anni, per l’8,8% da studenti, per il 14,3% da casalinghe, per il 13,6% da pensionati e per il 5,8% da persone in “altra condizione”. Tra le persone inattive il 45,2% spetta ai giovani, il 22,1% ai ritirati dal lavoro, il 23,2% alle casalinghe e il 9,5% ad “altre condizioni”. Nel 2001 la popolazione attiva è ancora il 38,4% di quella totale, composta per il 29,7% da occupati e per l’8,7% da persone in cerca di occupazione. Quindi, rispetto al 1991, gli occupati sono cresciuti del 3,2% riducendo, a loro volta, i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione della stessa quantità. La popolazione inattiva è ancora il 61,6% del totale e comprende il 15,6% di minori di anni 14, il 9,8% di studenti, il 12,1% di casalinghe, il 14,1% di ritirati da lavoro e il 10% di “altra condizione”. Tra gli inattivi il 41,1% sono giovani (minori di 14 anni più studenti); il 19,7% sono casalinghe; il 22,8% sono ritirati dal lavoro; il 16,4% in “altra

condizione”. Rispetto al 1991 diminuiscono minori e casalinghe, aumentano studenti, ritirati dal lavoro e persone in “altra condizione”. Dal 2001 viene introdotta la classificazione della popolazione in forze di lavoro (la vecchia popolazione attiva, con i disoccupati inclusi tra le persone in cerca della prima occupazione) ed in non forze di lavoro (popolazione inattiva meno i minori di 14 anni). Il rapporto forze tra di lavoro e non forze di lavoro, maggiore del rapporto tra attivi ed inattivi, consente di determinare l’indice di produttività. Nel 1991 si contano circa 62 attivi su

9 In condizione non professionale: popolazione inattiva più persone in cerca della prima occupazione; in condizione professionale: occupati più persone in cerca di una nuova occupazione (disoccupate). Dal 2001 non si fa più distinzione tra disoccupati e persone in cerca della prima occupazione, ma si parla di persone in cerca di occupazione. 10 Popolazione inattiva: non forze di lavoro (ritirati, casalinghe, studenti, altra condizione) più minori di 14 anni. Popolazione attiva o forze di lavoro: occupati più persone in cerca di prima occupazione o di nuova occupazione.

P o p o la z io n e a t t iv a e d in a t t iv a d a l 1 9 5 1 a l 2 0 0 1

5286

5484 58

02

7641

8596

8925852

4

94

66

1152

9 1281

1

14

324

13

79

3

p o p o la z i o n ea t t iv a

p o p o la z i o n ein a t t iv a

1 9 5 1 1 9 6 1 1 9 7 1 1 9 8 1 1 9 9 1 2 0 0 1

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Storia demografica di Castrovillari 75

100, ma ci sono 90 persone che lavorano, o comunque sono in grado di lavorare, contro 100 che non sono in grado di lavorare. Nel 2001 si riducono sia gli attivi che inattivi, pur rimanendo costante il rapporto, ancora di 62 a 100. Il fatto che questo rapporto dal 1991 non è aumentato significa che il carico sociale inattivi è lo stesso di prima, mentre il calo del rapporto tra forze di lavoro e non forze di lavoro, che scende a 83 su 100, indica che potenzialmente ci sono meno persone capaci di produrre reddito. Il grafico precedente illustra la variazione, dal 1951 al 2001, della popolazione attiva ed inattiva e mostra l’inversione di tendenza, non sostanziale, nell’ultimo decennio in cui decrescono sia attivi che inattivi rispetto alla popolazione totale.

Tavola 14. Dati elaborati in %. Indicatori relativi a popolazione e lavoro. Castrovillari.

Anno

Popolazione occupata

Popolazione

attiva

Popolazione

inattiva

Tasso di

occupazione

Tasso di

disoccupazione

Tasso di occupazione

Tasso di disoccupazione

M F M F 1951 36,5 38,3 61,7 44,69 4,61 72,81 19,64 5,28 2,33

1961 35,7 36,7 63,3 43,88 2,75 73,18 19,61 2,81 2,57

1971 31,3 33,5 66,5 41,78 6,38 65,90 19,55 5,76 8,25

1981 28,4 37,4 62,6 37,04 23,88 53,51 21,76 19,82 31,77

1991 26,5 38,4 61,6 32,77 30,93 43,27 22,71 27,76 36,07

2001 29,6 38,4 61,6 35,11 22,77 46,54 24,65 19,70 27,55

Premettiamo che, secondo l’Istat, dal censimento del 2001, la popolazione inattiva non comprende più i minori di 14 anni, ma viene considerata solo la popolazione da 15 anni in su chiamata non forza di lavoro. Questo cambiamento comporta una diversa definizione dei tassi di occupazione e di disoccupazione (vedi note in fondo alla pagina) che ci ha imposto di calcolare di nuovo tutti i tassi degli anni precedenti, in modo da poter fare una comparazione più attendibile. Invece per quanto riguarda la popolazione occupata, attiva ed inattiva, nel calcolo delle percentuali, abbiamo ritenuto più giusto riferirci alla popolazione totale. Dall’analisi della tabella 14, emerge che nel 2001 gli occupati sono 296 su mille abitanti e che, rispetto al censimento precedente, sono cresciuti di 31 unità su mille persone. Pertanto viene invertito il trend negativo che aveva caratterizzato la popolazione occupata dal 1951 (con 365 occupati su 1000) al 1991, quando era stato toccato il minimo di 265 abitanti su 1000. Il tasso di occupazione11 passa dal 32,77% al 35,11% segnando un incremento del 2,34%. In particolare il tasso di occupazione maschile12 è del 46,54% (il 3,27% in più rispetto al 1991) e quello femminile del 24,65% (l’1,94% in più rispetto al 1991). Il tasso di disoccupazione13 si abbassa dell’8,16% (dal 30,93% del 1991 al 22,77% del 2001). Il tasso di disoccupazione maschile14 risulta del 19,70% (l’8,06% in meno) e quello femminile15 del 27,55% (l’8,52% in meno, sempre rispetto al 1991). Solo da qualche decennio, sta crescendo l’occupazione femminile (nel 2001 abbiamo avuto 24 donne occupate su 100 occupati, contro le 19 del 1951).

11 Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra la popolazione occupata di 15 anni e più e il totale della popolazione della stessa classe di età (forze di lavoro più non forze di lavoro). 12 Tasso di occupazione maschile: rapporto percentuale tra i maschi occupati di 15 anni e oltre e il totale delle forze e non forze di lavoro maschili. Analogamente il tasso di occupazione femminile è il rapporto percentuale tra le femmine occupate di 15 anni e oltre e il totale delle forze e non forze di lavoro femminili. 13 Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra la popolazione di 15 anni in su in cerca di una nuova o una prima occupazione e il totale delle forze di lavoro della stessa classe di età. 14 Tasso di disoccupazione maschile: rapporto percentuale tra la popolazione maschile di 15 anni in su in cerca di una nuova o di una prima occupazione e le forze di lavoro maschili della stessa classe di età. 15 Tasso di disoccupazione femminile: rapporto percentuale tra la popolazione femminile di 15 anni in su in cerca di una nuova o di una prima occupazione e le forze di lavoro femminili della stessa classe di età.

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76 Storia demografica di Castrovillari

Il grafico seguente illustra la variazione del tasso di disoccupazione totale dall’anno 1951 all’anno 2001, si nota con chiarezza l’inversione di tendenza nell’ultimo decennio. Il grafico successivo, invece, pone a confronto nello stesso periodo i tassi di disoccupazione per sesso.

Andamento del tasso di disoccupazione dal 1951 al 2001.

22,77

4,612,76

6,38

23,88

30,93

0

5

10

15

20

25

30

35

tasso

%

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Tasso di disoccupazione maschile e femminile dal 1951 al 2001

5,28

2,81

5,76

19,82

27,76

19,7

2,33

2,57

8,25

31,77

36,07

27,55

1951

1

961

1971

1

981

1991

2

001

femmine

maschi

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Storia demografica di Castrovillari 77

Nella provincia di Cosenza, nel 2001, il tasso di occupazione maschile più alto si registra a Zumpano (il 52,53%), seguito da Rende (il 52,11%), da Terravecchia (il 51,38%), e da Mormanno (il 50,19%). Il valore minimo (26,67%) appartiene a Castroregio. Se guardiamo alle femmine troviamo il minimo ancora a Castroregio con il 12,77%, seguito da Papasidero con il 13,20% e da Longobucco con il 16,04%. Il 31,69% di Acquaformosa è il massimo del tasso di occupazione femminile. Se ci riferiamo al tasso totale il massimo spetta al comune di Rende con il 40,74%, seguito Zumpano (39,95%) e Terravecchia (38,58%); il minimo spetta ancora a Castroregio (il 19,33%), lo segue Firmo con il 19,77%. Gli stessi tassi nel comune di Castrovillari sono: 46,54%; 24,65% e 35,11% rispettivamente, quasi in linea con i valori della provincia di Cosenza.

Tavola 15. Tasso di occupazione per sesso. Comuni della provincia di CS. Dati istat 2001.

Comuni M F totale Comuni M F totale Acquaformosa 44,82 31,69 37,91 Mormanno 50,19 22,07 35,63 Acri 50,12 24,45 37,07 Paola 45,64 18,59 31,50 Altomonte 44,64 22,69 33,50 Papasidero 36,89 13,20 24,83 Amantea 45,35 22,92 33,80 Rende 52,11 29,87 40,74

Cassano Ionio 42,25 17,90 29,77 Roggiano Gravina 41,25 19,43 30,01 Cariati 47,64 25,25 36,13 Rossano Calabro 41,38 21,24 31,18 Castroregio 26,67 12,77 19,33 San Basile 40,03 22,76 31,41 Civita 34,52 18,32 26,14 San Marco Arg. 49,35 23,47 36,33 Corigliano C. 43,37 19,25 31,16 San Donato Ninea 34,58 16,46 25,05 Cosenza 44,84 24,10 33,87 San Giov. in Fiore 45,82 16,12 30,43 Firmo 41,23 18,89 19,77 Saracena 43,32 27,44 35,33 Frascineto 46,61 22,42 34,07 Scalea 41,61 18,83 30,07 Laino Borgo 46,23 26,19 35,52 Spezzano Albanese 43,51 19,57 31,16 Laino Castello 49,25 19,38 34,60 Trebisacce 46,76 24,81 35,52 Longobucco 42,28 16,04 28,74 Terravecchia 51,38 26,55 38,58

Lungro 42,46 20,98 31,38 Zumpano 52,53 27,66 39,95

Morano Calabro 46,44 19,53 32,72 Provincia CS 45,46 21,96 33,39

Tavola 16. Tasso di disoccupazione per sesso. Comuni della provincia di CS. Dati istat 2001.

Comuni M F totale Comuni M F totale Acquaformosa 11,19 9,66 10,53 Mormanno 12,44 23,60 16,36

Acri 14,16 28,82 19,70 Paola 18,69 35,03 24,55 Amantea 17,31 27,75 21,28 Papasidero 20,50 33,71 24,57 Bisignano 22,11 35,03 27,15 Rende 14,48 23,71 18,19 Cassano Ionio 18,48 35,67 24,68 Roggiano Gravina 27,07 41,08 32,43

Cariati 21,56 33,00 26,10 Rossano C. 17,54 27,59 21,31 Castrovillari 19,70 27,55 22,77 San Basile 12,41 20,48 15,51 Civita 23,26 33,80 27,45 San Marco Arg. 7,11 14,01 9,47

Corigliano C. 18,44 35,04 24,48 San Donato Ninea 15,13 24,44 18,60 Cosenza 19,22 27,72 22,64 San Giov. in Fiore 20,17 44,93 28,93 Firmo 20,49 33,55 25,27 Saracena 12,15 14,69 13,16

Frascineto 18,38 30,31 22,89 Scalea 26,93 39,83 31,58

Laino Borgo 17,06 23,18 19,59 Spezzano Albanese 22,31 38,41 28,37 Laino C. 10,41 18,48 12,78 Terravecchia 1,22 3,62 2,09

Longobucco 21,56 43,82 29,59 Verbicaro 35,66 47,34 39,85

Lungro 22,97 32,65 26,61 Zumpano 15,05 29,47 20,73 Morano Calabro 15,27 29,05 20,00 Provincia CS 18,39 30,12 23,10 Calabria 18,8 37,4 25,7 Meridione --- --- 17,3

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78 Storia demografica di Castrovillari La tabella precedente ci indica che il tasso di disoccupazione maschile, nel 2001, ha toccato il massimo nel comune di Verbicaro (35,66%), seguito da Roggiano Gravina (27,07%) e Scalea (26,93%). Lo stesso tasso ha fatto segnare il minimo a Terravecchia (appena l’1,22%) con a ruota San Marco Argentano con il 7,11%. Si tratta di dati inverosimili, di gran lunga inferiori a quegli degli altri comuni e a quello provinciale (18,39%). Il tasso di disoccupazione femminile più elevato si registra a Verbicaro (47,34%), seguito da San Giovanni in Fiore con il 44,93% , da Longobucco con il 43,82% e da Roggiano Gravina con il 41,08%. Quello più basso si riscontra nel comune di Terravecchia (3,62%), subito dopo Acquaformosa con il 9,66%. Passando al tasso di disoccupazione totale il valore massimo va al comune di Verbicaro (39,85%), seguito da Roggiano Gravina (32,43%) e da Scalea (31,58%). Non c’è quasi disoccupazione nel comune di Terravecchia (2,09%), mentre sono molto sotto la media provinciale (23,10%) e regionale (25,7%) San Marco Argentano (9,47%), Acquaformosa (10,53%), Laino Castello (12, 78%), Saracena (13,16%) e molti altri comuni. Per quanto attiene ai paesi della Comunità Montana del Pollino risulta che nel 2001 avevano meno disoccupati di Castrovillari, i comuni di Acquaformosa, Laino Castello, Saracena, San Basile, Mormanno, Laino Borgo, Morano. Il paese che sta peggio è Civita con il 27,45% di disoccupazione. Nei confronti dei centri più importanti il 22,77% di Castrovillari precede il 24,48% di Corigliano, il 24,68% di Cassano, il 24,55% di Paola, il 28,53% di San Giovanni in Fiore, ma segue il 19,70% di Acri, il 21,31% di Rossano e il 18,19% di Rende, alla pari con Cosenza (22,64%). Ma il tasso che, pur tenendo conto che per molti comuni la situazione è già critica, pone seri problemi è quello di disoccupazione giovanile16 che esprime in tutta la gravità la crisi occupazionale dei giovani.

Tavola 17. Tasso di disoccupazione giovanile per sesso. Provincia di CS. Dati Istat. Anno 2001.

Comuni

M

F

Totale

Comuni

M

F

Totale Acquaformosa 33,33 41,38 36,84 Nocara 27,27 80,00 43,75 Acri 44,57 61,16 51,01 Oriolo 70,27 64,29 67,69 Albidona 53,16 64,44 57,26 Paola 62,39 77,79 69,23 Altomonte 42,55 63,64 50,34 Pietrapaola 76,32 76,00 76,19

Amantea 53,61 58,08 55,58 Plataci 70,00 12,50 44,44 Belsito 57,14 80,00 66,67 Rende 53,31 65,15 58,22 Cassano Ionio 46,80 71,95 55,85 Roggiano Gravina 55,95 70,06 61,93 Castrovillari 59,88 66,39 62,66 Rossano Calabro 51,56 57,43 54,05 Civita 85,00 75,00 82,14 San Basile 44,44 66,67 50,00 Corigliano C. 47,46 65,36 54,72 San Giov. in Fiore 67,26 83,04 73,89 Cosenza 55,19 68,91 60,48 San Lorenzo B. 92,00 100,00 95,92

Firmo 56,36 63,89 59,34 Saracena 43,90 62,50 50,00 Frascineto 50,98 56,67 53,09 Scalea 61,32 66,29 63,40 Laino Borgo 44,44 56,82 49,53 Spezzano Albanese 60,56 63,16 61,56 Laino Castello 21,88 35,71 26,09 San Marco Argentano 28,85 39,58 32,94

Longobucco 68,87 75,71 71,59 Trebisacce 62,50 61,86 62,26 Lungro 64,79 86,79 74,19 Terravecchia 4,35 9,09 5,88

Morano C. 47,41 63,93 53,11 Verbicaro 74,60 73,58 74,14 Mormanno 50,00 54,55 51,40 Provincia CS 53,22 66,16 58,48

16 Tasso di disoccupazione giovanile: rapporto percentuale tra i giovani della classe di età 15-24 in cerca di occupazione e le forze lavoro della stessa classe di età, di occupazione giovanile: giovani occupati diviso forze lavoro.

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Storia demografica di Castrovillari 79

A Castrovillari, nel 2001, circa 63 giovani su 100, di età compresa tra 15 e 24 anni, sono disoccupati: le donne sono 66 e gli uomini 60. Il valore 0,6266 ci dice che quasi 2 giovani su 3, della classe di età 15-24, sono disoccupati (circa 1.924 disoccupati su 3.070 giovani). Tra i comuni della Comunità Montana del Pollino quello che sta peggio è Civita (82,14% ovvero 84 disoccupati su 102 giovani), seguito da Lungro (74,14%) e appunto da Castrovillari; quello che ha meno disoccupazione giovanile è il comune di Acquaformosa con il 36,84% (52 giovani su 143). Nella provincia in assoluto sta peggio San Lorenzo Bellizzi con il 95,92%, dove tutte le donne sono disoccupate e lavorano solo 8 giovani su 100. A Pietrapaola i disoccupati sono 76 su 100, a Verbicaro 74 su 100. Terravecchia è il comune con il minore tasso di disoccupazione giovanile totale (5,88%), maschile (4,35%) e femminile (9,09%). Se confrontiamo il nostro 62,66% con quelli di comuni demograficamente importanti, notiamo che il tasso di disoccupazione giovanile è di parecchi punti in meno a Rossano (54,05%, pari a 2.880 giovani su 5.754), a Corigliano (54,72, pari a 3.319 giovani su 6.065), a Rende (58,22%, pari a 2.919 giovani su 5.013), a Cassano (55,85%, pari a 1.472 giovani su 2.636), ad Acri (51,01%, pari a 1.587 giovani su 3.111, quasi 1 su 2), e di parecchi in più nei comuni di Paola (69,23%, pari a 1.696 giovani su 2.450) e San Giovanni in Fiore (73,89%, pari a quasi 3 su 4), mentre a Cosenza (60,48%, pari a 5.559 giovani su 9.191) si mantiene solo due punti sotto. In sintesi Rossano ha meno giovani disoccupati di Castrovillari, Cosenza, Rende, Paola e Cassano, quasi sullo stesso livello è Corigliano ma più di Acri. In totale, invece, i disoccupati di Rossano sono, con scarti più contenuti rispetto ai valori dei giovani, meno di Cosenza, Castrovillari, Cassano e Paola, ma più di quelli di Rende e di Acri. Analizzando il tasso per sesso, vediamo che, dopo San Lorenzo Bellizzi, il maggiore numero di maschi disoccupati, si trova a Civita (85,00%), di femmine a Lungro (86,79%). Passando all’opposto, dopo il comune di Terravecchia, il minore numero di maschi disoccupati è a Nocara (27,27%) e di femmine a Plataci (12,50%). La conclusione è che i giovani castrovillaresi, come tutti i meridionali, oggi, per trovare lavoro devono aspettare molti anni, adattarsi a quello che capita, assumere iniziative nei settori ancora vitali della nostra economia oppure emigrare. 3.4.b- Il grafico seguente illustra la distribuzione della popolazione residente attiva del Comune di Castrovillari, per settore di attività economica, che svolge una professione.

Popolazione attiva per ramo di attività dal 1961 al 2001

0%

20%

40%

60%

80%

agricoltura

industria

altre attività

1961 1971 1981 1991 2001

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80 Storia demografica di Castrovillari

Per motivi pratici abbiamo limitato i settori ad agricoltura, industria, terziario (altre attività). Nella tabella seguente gli occupati nei vari settori sono distinti per sesso. Si deve tenere conto che i settori di attività si sono modificati negli anni, mano mano che la società da agricola è divenuta industriale e post-industriale: le modalità si riferiscono al censimento del 2001 ed, inoltre, che sempre dal 2001, la popolazione in condizione professionale coincide con quella occupata. Tavola 18. Dati Istat. Popolazione residente per sesso e ramo di attività economica in condizione professionale dal 1951 al 2001. Comune di Castrovillari.

Anno

Agricoltura

Caccia Silvicoltura

Pesca

Servizi Piscicoltura

Estrazio-

ne di minerali

Attività

Manifattu- riere

Costru- zioni edili

Produzione e Distribuzione

Energia

Riparazioni autoveicoli Commercio

Beni di consumo

Trasporti Comunica-

zioni Magazzi-

naggio

Intermedia zione mo-

netaria e finanziaria

M F M F M F M F M F M F M F M F M F

1951 1294 730 ---- ---- ---- ---- 1.314 68 ---- ---- 33 ----- 539 245 304 7 --- ----

1961 1020 734 ---- ---- ---- ---- 1.547 88 ---- ---- 49 ----- 493 117 373 15 --- ----

1971 607 424 ---- ---- ---- ---- 776 237 903 10 108 11 553 213 330 18 --- ----

1981 492 710 ---- ---- ---- ---- 1.456 186 ---- ---- ---- ----- 772 296 365 24 --- ----

1991 218 622 ---- ---- 9 5 595 169 773 98 57 8 679 327 266 32 76 38

2001 327 443 1 3 12 ---- 519 164 479 23 85 17 794 351 192 18 116 55

Anno

Affari

immobiliari Noleggio

Informatica

Pubblica Amm.ne

Difesa-Assi- curazione s.

Istruzione

Sanità

ed Altri Servizi sociali

Altri Servizi pubblici sociali e personali

Alberghi

e Ristoranti

Servizi

domestici in famiglia Convivenze

Organizza zione e

Organismi extraterri-

toriali

Totale parziale

M F M F M F M F M F M F M F M F M F

1951 ---- --- 386 122 ---- ---- --- --- ---- ----- ---- ---- ---- -- --- --- 3870 1.172

1961 ---- ---- 601 296 ---- ---- --- --- ---- ----- ---- ---- ---- -- --- --- 4083 1.250

1971 ---- ---- 775 398 ---- ---- --- --- 57 12 ---- ---- ---- -- --- --- 4109 1.323

1981 ---- ---- 1258 809 ---- ---- --- --- ---- ----- ---- ---- ---- -- --- --- 4343 2.025

1991 211 70 676 275 329 515 288 198 226 106 108 83 2 -- --- --- 4513 2.546

2001 262 148 545 201 275 491 313 309 156 95 111 77 18 37 2 --- 4207 2.432

Totale generale 1951 1961 1971 1981 1991 2001

5.042 5.333 5.432 6.368 7.059 6.639

Si può notare, da un esame della tavola 18, come i principali settori di attività della popolazione si siano orientati verso le risorse disponibili, sicchè all’inizio degli anni Cinquanta il 40,2% dei Castrovillaresi ha la propria fonte di reddito in agricoltura, il 28,1% nelle industrie, il 15,5% nel commercio, il 6,2% nei trasporti e il 10% nella pubblica amministrazione e nei servizi. Nel 1961 troviamo il 32,8% dei nostri concittadini occupati nell'agricoltura, il 31,6% nelle industrie, l'11,4% nel commercio, il 7,3% nei trasporti, il 16,9% nella pubblica amministrazione e nei servizi. Nel 1971 il 19% esercita la propria attività in agricoltura, il 37,7% nelle industrie, il 14,1% nel commercio, il 6.4% nei trasporti e nelle comunicazioni, il 22.8% nella pubblica amministrazione e nei servizi. Nel 1981 il 18,9% dei cittadini attivi in condizione professionale, appartiene al settore agricolo, il 25,8% a quello industriale, il 16,8% a quello commerciale, il 6,1% a quello dei trasporti e il 32,4% alla pubblica amministrazione e ai servizi. Nel 1991 troviamo una situazione ancora più disastrosa in agricoltura dove la popolazione attiva, per lo più costituita da donne che operano come “braccianti agricole”, è scesa al minimo storico dell’ 11,9% quindi si tratta di un vero e proprio esodo dai campi. Nell’industria, sempre nello stesso

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Storia demografica di Castrovillari 81

anno si registra un lieve calo (siamo al 24,3% ) che si accentuerà negli anni futuri, mentre si diffondono e si sviluppano nuove opportunità di lavoro in settori prima sconosciuti come quello informatico, finanziario, assicurativo, dei servizi sociali, della sanità e del turismo. Il settore commercio-riparazioni-beni di consumo assorbe il 14,2% della popolazione occupata, il settore dei trasporti il 4,2% quindi in regresso, l’intermediazione monetaria e finanziaria l’1,6%, affari immobiliari-noleggio-informatica il 4%, la pubblica amministrazione ed il settore assicurativo il 13,5%, l’istruzione il 12%, la sanità ed i servizi sociali il 6,9%, altri servizi pubblici il 4,7% , alberghi e ristoranti il 2,7%. Nel 2001 lavorano in agricoltura l’11,7% degli occupati, con maggiore presenza di uomini e meno di “donne braccianti”, per cui questo settore tiene. Nell’industria troviamo il 19,6% degli occupati , in calo del 4,7% come previsto, mentre aumentano quelli del settore Commercio-Riparazioni-Beni di Consumo, del 3% rispetto al 1991, e passano al 17,2%. In calo il settore dei trasporti dove opera il 3,2% della forza lavoro, meno 1% rispetto al 1991, in crescita dell’1% l’intermediazione monetaria e finanziaria ora al 2,6%, mentre cresce del 2,2% il settore affari immobiliari-noleggio-informatica, portandosi al 6,2%. Continuando troviamo il settore assicurazione-pubblica amministrazione con l’11,2% (-2,3% rispetto al 1991), l’istruzione con l’11,5% (-0,5% rispetto al 1991), sanità e servizi sociali con il 9,4% (+ 2,5% rispetto al 1991), altri servizi pubblici con il 3,8% (-0,9% rispetto al 1991), alberghi e ristoranti con il 2,8% (+0,1% rispetto al 1991), servizi domestici e convivenze 0,8% (assenti nel 1991). In sintesi, rispetto al 1991, l’agricoltura perde appena lo 0,2%, cala l’industria del 4,7% e il settore assicurativo-pubblica amministrazione del 2,3%. Tra gli altri settori di attività, la crescita riguarda, soprattutto, il commercio e i beni di consumo, affari immobiliari-noleggio-informatica, sanità e servizi sociali, servizi domestici e convivenze. Come si può dedurre dai dati siamo passati nell’arco dei primi venti anni da una società agricola (nel 1951 il 40,2% della popolazione attiva lavorava in questo settore), progressivamente, ad una società industriale caratterizzata dall’apertura delle prime realtà produttive, (fabbriche tessili, cementificio) concentrate, tranne del cementificio, nella piana di Camerata, che ha dato impulso all’economia locale coinvolgendo altri comparti come quello dell’edilizia e dei beni di consumo. L’avvento di nuove e più moderne tecnologie migliorava la competitività della piccola imprenditoria locale che si espandeva creando così più opportunità di lavoro; molti artigiani ingrandivano la loro attività assumendo personale esterno alla famiglia. Siamo sul finire degli anni Sessanta quando si avvia il decollo industriale di Castrovillari e del suo comprensorio. Nel 1971 il 19% dei residenti attivi è occupato nell’agricoltura, il 37,7% trova lavoro nell’industria. All’inizio lo sviluppo economico ha come conseguenza il calo della disoccupazione (è un dato di fatto che il tasso di disoccupazione nel 1971 è del 6,4%), ma si rivela di breve durata perchè, come sappiamo, queste fabbriche in pochi anni cessano la produzione e chiudono definitivamente, ed il tasso di disoccupazione, già nel 1981, sale al 24% circa. Secondo il nostro modesto parere, si è trattato di cattiva programmazione o di speculazione in quanto le industrie devono nascere con l’intento di sfruttare le risorse presenti sul territorio. In una zona a vocazione agricola, priva delle necessarie infrastrutture, sarebbe stato meglio avviare industrie di trasformazione e conservazione dei prodotti della terra e non industrie tessili. Siamo, tuttavia, convinti della necessità di favorire lo sviluppo industriale del nostro territorio, ma basandosi su una seria programmazione, perché riteniamo che un economia stabile non si può fondare solo sul terziario. Proprio questo settore, dopo la crisi di industrie importanti come quelle chimiche, elettriche, siderurgiche ha preso il sopravvento, a partire dagli anni 80, avviando la trasformazione della società da industriale a post-industriale. A livello locale continua la crescita del terziario. Nel 2001, in base ai dati del censimento, il 68,8% di cittadini lavorano in questo settore, il 4,8% in più del 1991. La “rivoluzione elettronica” ha portato all’avvento dei computer, alla crescita di nuove branche della scienza come l‘informatica e la telematica. Diminuisce la domanda di lavoro manuale, e cresce quella di lavoro qualificato.

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Capitolo quarto

Proiezioni di breve periodo (dal 1997 al 2027)

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84 Storia demografica di Castrovillari

Popolazione residente 4.1 - Bilancio demografico.

Tavola 1 – Comune di Castrovillari: ricostruzione della popolazione residente per sesso dal

20-10-1991 al 21-10-2004. Bilancio demografico 2002-2003. Dati Istat ed elaborati.

Anno

Popolazione di inizio periodo

Nati vivi

Morti

Saldo migratorio

interno

Saldo migratorio

estero17

Popolazione di fine periodo

M F M F M F M F M F M F totale

1991 11.340 11.909 23 19 20 24 10 4 -27 -9 11.326 11.899 23.225

1992 11.326 11.899 119 119 87 91 -48 -9 -25 -24 11.285 11.894 23.179

1993 11.285 11.894 95 103 98 95 30 31 -35 -28 11.277 11.905 23.182

1994 11.277 11.905 117 113 110 72 50 66 -32 -45 11.302 11.967 23.269

1995 11.302 11.967 110 105 85 67 20 7 -44 -48 11.303 11.964 23.267

1996 11.303 11.964 111 124 109 73 -3 13 -64 -48 11.238 11.980 23.218

1997 11.238 11.980 112 107 107 95 6 -13 -91 -74 11.158 11.905 23.063

1998 11.158 11.905 118 119 91 86 2 -20 -91 -75 11.096 11.483 22.939

1999 11.096 11.483 91 95 97 95 -6 -43 -116 -85 10.968 11.715 22.683

2000 10.968 11.715 99 98 85 86 -14 -4 -78 -72 10.890 11.651 22.541

2001 10.890 11.651 88 78 76 56 -1 -20 -79 -86 10.822 11.567 22.389

2002 10.812 11.567 99 102 88 99 3 8 20 26 10.846 11.604 22.450

2003 10.846 11.604 95 102 90 102 -49 -46 98 124 10.900 11.682 22.582

2004 10.900 11.682 99 96 97 93 -10 -24 28 35 10.920 11.696 22.616

Anno

Tasso di natalità

Tasso di Mortalità

Tasso di crescita

naturale ‰

Tasso migratorio interno ‰

Tasso migratorio estero ‰

Tasso migratorio netto ‰

Tasso di crescita generale ‰

Popolazione al 30-6 di ogni anno

1991 12,3 6,4 5,9 --- --- --- --- 23.318

1992 10,3 7,7 2,6 -2,5 -2,1 -4,6 -2,0 23.202

1993 8,5 8,3 0,2 2,6 -2,7 -0,1 0,1 23.180

1994 9,9 7,8 2,1 5,0 -3,3 1,7 3,8 23.225

1995 9,2 6,5 2,7 1,2 -4,0 -2,8 -0,1 23.268

1996 10,1 7,8 2,3 0,4 -4,8 -4,4 -2,1 23.242

1997 9,5 8,7 0,8 -0,3 -7,1 -7,4 -6,6 23.140

1998 10,3 7,7 2,6 -0,8 -7,2 -8,0 -5,4 23.001

1999 8,2 8,4 -0,2 -2,1 -8,8 -10,9 -11,1 22.811

2000 8,7 7,6 1,1 -0,8 -6,6 -7,4 -6,3 22.612

2001 7,4 5,9 1,5 -0,9 -7,8 -8,7 -7,2 22.460

2002 9,0 8,3 0,7 0,5 2,0 2,5 3,2 22.414

2003 8,7 8,5 0,2 -4,2 9,8 5,6 5,8 22.516

2004 8,6 8,4 0,2 -1,5 2,8 1,3 1,5 22.599

Esaminando i tassi di natalità e di mortalità, riportati nella seconda metà della tabella, escludendo il 1999 e a partire dal 2000, si nota una crescita naturale di scarsa rilevanza, appena sopra lo zero negli ultimi tre anni. Infatti, durante questi anni, il tasso di natalità media è stato dell’8,766‰ e quello di mortalità media dell’8,400‰ per una crescita media dello 0,366‰ che corrisponde a

17 Il saldo migratorio con l’estero comprende anche le voci “altri iscritti” ed “altri cancellati”.

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Storia demografica di Castrovillari 85

quasi 8 persone all’anno (popolazione media 22.510). Se invece, trascurando il 1991 carente nei dati, guardiamo al periodo 1992-2004, notiamo che i nati sono 2.714 ed i morti 2.330 per un saldo di 384 unità. Essendo il tasso di natalità media il 9,11‰ e quello di mortalità media il 7,82‰, ne deriva un tasso di crescita naturale media dell’1,29‰, che fa aumentare la popolazione proprio di 384 unità nei 13 anni (29,5 all’anno, popolazione media 22.898). Esaminando i tassi migratori (escludendo il 1994) si nota che quello interno risulta per lo più negativo ma di scarsa intensità, mentre il tasso migratorio con l’estero assume pure valori negativi ma rilevanti, e diventa positivo solo negli ultimi tre anni. Pertanto appare evidente la perdita di popolazione per effetto dell’emigrazione fino al 2001 e chiara la sua ripresa, dal 2002, per effetto della regolarizzazione di tanti cittadini stranieri emigrati presenti nel nostro comune. Ne consegue che, una volta esaurita questa spinta positiva, la popolazione dovrebbe ritornare a diminuire come conseguenza logica di una crescita naturale, di scarso peso, che non riuscirà a compensare le perdite causate dall’emigrazione. Essa, determinata dalla mancanza di posti di lavoro, a livello locale e fino al 2001, ha riguardato, e in futuro tornerà a riguardare, tanto i cittadini italiani che gli stranieri. Basti pensare che, a Castrovillari, nel 2001 il tasso di disoccupazione è stato del 22,77% (maschile del 19,70%, femminile del 27,55%). Il dato diventa ancora più preoccupante se guardiamo ai giovani, perché qui risulta che su 100 giovani (da 14 a 29 anni) solo 62,66 sono occupati. Ritornando alla tavola precedente, vediamo che, dal 2002 al 2004, il tasso migratorio interno medio è stato di -0,766‰ e quello medio con l’estero del 3,933‰. Dunque la somma del 3,167‰ costituisce il tasso migratorio medio netto che fa crescere la popolazione mediamente di 71 unità all’anno. L’unione dei due tassi equivale al 3,533‰ e rappresenta il tasso di crescita complessiva. Si nota come per ogni 8 unità che aumentano naturalmente ve ne sono 71 che lo fanno grazie all’emigrazione dall’estero (circa 1 a 9). Invece dal 1992 al 2004, gli iscritti diminuiscono di 74 ed i cancellati aumentano di -919 per un saldo di -993 (medio annuo di circa -76 persone). Essendo il tasso migratorio medio interno -0,262‰ e quello esterno il -3,062‰ , ne deriva un tasso migratorio medio netto di -3,324‰ che fa diminuire la popolazione proprio di 76 unità all’anno per i 13 anni considerati. La crescita generale media, annua e negativa, risulta di – 46,5 unità (-76 + 29,5), come si può verificare applicando il tasso annuo medio di crescita totale che corrisponde al -2,031‰. Tavola 2 – Bilancio demografico e popolazione residente al 1° gennaio e 31 dicembre per

Comune - Anni 2002 – 2003. COMUNE di Castrovillari. Dati Istat.

Popolazione

M

F Totale

Popolazione

M

F

Totale

All’1.1.2002 10.812 11.567 22.379 All’1.1.2003 10.846 11.604 22.450

Nati 99 102 201 Nati 91 102 197

Morti 88 99 187 Morti 90 102 192

Saldo Naturale 11 3 14 Saldo Naturale 5 0 5

Iscritti da altri comuni 171 159 330 Iscritti da altri comuni 117 127 244

Iscritti dall’estero 24 24 48 Iscritti dall’estero 76 100 176

Altri iscritti 2 4 6 Altri iscritti 24 27 51 Cancellati per altri comuni 168 151 319 Cancellati per altri comuni 166 173 339 Cancellati per l’estero 6 2 8 Cancellati per l’estero 2 3 5

Altri Cancellati --- --- --- Altri Cancellati --- --- ---

Saldo migratorio 23 34 57 Saldo migratorio 49 78 127

Residenti in famiglia Residenti in famiglia 10.875 11.662 22.537 Residenti in convivenza Residenti in convivenza 25 20 45

Al 31.12.2002 10.846 11.604 22.450 Al 31.12.2003 10.900 11.682 22.582

Numero di famiglie --- --- Numero di famiglie --- --- 8.430

Ampiezza famiglia per componenti Ampiezza famiglia per componenti 2,7

Numero di convivenze --- --- Numero di convivenze --- --- 15

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86 Storia demografica di Castrovillari Il comune di Castrovillari nel 2003, come nel 2004, ha maturato un crescita naturale di appena 5 unità, pari allo 0,2‰, che unita al saldo migratorio di +127 fa crescere la popolazione di 132 unità (+ 5,8‰). Il saldo migratorio netto deriva dalla somma del saldo migratorio dall’estero di + 222 (172 sono stranieri, quasi tutti regolarizzati) con il saldo migratorio interno di -95 (tra essi 82 cittadini italiani e 13 stranieri che si spostano verso altri comuni). Nel 2004 il movimento migratorio interno produce un saldo di -34 (-3 italiani e -31 stranieri che si spostano verso altri comuni), quello con l’estero un saldo positivo di + 63 (22 italiani e 41 stranieri in entrata) per cui il saldo migratorio totale è di + 29 (19 italiani e 10 stranieri). Aggiungendo i più 5 del saldo naturale, si ha una crescita di 34 unità (1,5‰).

4.2 Il modello di crescita demografica. Esaminiamo in questo paragrafo il modello della “transizione demografica” , di cui abbiamo già parlato (introduzione, paragrafo 5 ), relativo alla popolazione di Castrovillari. Si tratta di un grafico, costruito con i tassi di natalità e di mortalità, che mostra l’evoluzione della popolazione nel tempo. Nella tabella seguente abbiamo raccolto i tassi presi in considerazione per la costruzione del modello i quali sono, ovviamente, riferiti a mille persone.

TAVOLA 3. Tassi di natalità Qn, di mortalità Qm, di crescita naturale Qn-Qm. ANNO Qn Qm Qn-Qm ANNO Qn Qm Qn-Qm 1871 34,7 23,6 11,1 1941 22,2 14,6 7,6 1881 36,2 32,8 3,4 1951 18,9 8,7 10,2 1882 35,4 33,6 1,8 1961 21,6 7,8 13,8 1885 35,2 32,1 3,1 1971 19,4 8,9 10,5 1891 36,8 21,3 15,5 1981 12,1 6,9 5,2 1901 31,6 18,6 13,0 1991 12,3 6,4 5,9 1911 35,3 18,2 17,1 2001 8,7 7,7 1,0 1921 32,4 22,9 9,5 2002 9,0 8,3 0,7 1931 32,2 16,7 15,5 2003 8,7 8,5 0,2 1936 28,6 14,4 14,2 2004 8,6 8,4 0,2

Dall’analisi dei dati, la prima fase, caratterizzata da elevati tassi di natalità e di mortalità e da un incremento abbastanza contenuto, termina nell’anno 1885. Essa prende il nome di “Regime naturale primitivo” : la natalità prevale sulla mortalità ma di poco e la popolazione cresce lentamente. A partire dalla fine del 1885 inizia la fase di transizione vera e propria (o seconda del modello) con la natalità, più o meno, allo stesso livello di prima ma con la mortalità che decade decisamente. Siamo nella prima parte della transizione in cui la popolazione cresce molto, come si può vedere dall’andamento delle differenze Qn-Qm e dal grafico, a causa del notevole divario esistente tra i tassi di natalità e mortalità. Essa termina nel 1936 e , dopo quest’anno, inizia la seconda parte della transizione, ”Regime demografico maturo”, che evidenzia nel complesso una contemporanea riduzione, tanto della natalità quanto della mortalità, che imprime alla popolazione un’ulteriore crescita naturale a tassi più bassi e meno intensa rispetto alla precedente. Essa si conclude nel 1981 allorchè il tasso di natalità si abbassa di colpo riducendo il ritardo della mortalità che si fa più vicina. E’ l’avvio della terza fase del modello connotata da differenze positive, sempre più piccole, tra natalità e mortalità, e il preludio alla “crescita zero ” in cui due tassi si equilibrano e la popolazione rimane stazionaria numericamente ma invecchia sempre di più. Questo evento, che ha preso corpo già dal 1991, ora la crescita naturale della popolazione si colloca nella parte terminale della terza fase della transizione, dovrebbe concretizzarsi entro dieci anni. In particolare, la velocità d’invecchiamento della popolazione e la riduzione della fecondità osservate dall’ultimo censimento in poi, che faranno, rispettivamente, crescere il tasso di mortalità e decrescere quello di natalità più rapidamente di quanto previsto, potrebbero abbreviare i tempi di attesa.

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Storia demografica di Castrovillari 87

4.3 Previsioni e proiezioni. Premesso che la popolazione si può considerare come una funzione che dipende dalle variabili: natalità, fecondità, mortalità e migrazione che a loro volta dipendono, ognuna, da altre variabili di natura fisica, sociale ed economica, culturale, si comprende come per fare una previsione demografica bisogna fissare delle ipotesi (con l’umiltà di verificarle ed eventualmente correggerle e modificarle o rigettarle) da cui viene a dipendere la previsione stessa. Quando in Demografia si effettuano previsioni a lungo termine, si vuole mettere in evidenza una variazione teoricamente “possibile” e non “probabile”. In questo caso si è soliti parlare di proiezioni in quanto si tratta di prefigurare possibili scenari sulla popolazione futura partendo da ipotesi poco, o non molto, affidabili. Le previsioni a breve termine, invece, possono essere accettate come ipotesi di programmazione economica e sociale. Le nostre, tenuto conto che non abbiamo i dati necessari per attuare procedimenti rigorosi , sono da considerarsi delle proiezioni, seppure fondate su ipotesi che hanno un certo grado di attendibilità (sostenute da un’analisi accorta e da un meticoloso trattamento dei dati), il cui fine primario è quello di completare un segmento didattico.

Castrovillari : transizione demografica.

0

10

20

30

40

Qn

Qm

1871 1885 1936 1981

fase di transizione

mortalità

crescita naturalenatalità

2004

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88 Storia demografica di Castrovillari In pratica la conoscenza, nell’anno di riferimento, della struttura della popolazione residente per età e per sesso, compresi i morti per età ed i nati vivi per età della madre , ci avrebbe consentito di lavorare con dati “propri della nostra popolazione”, mentre siamo obbligati ad utilizzare quelli relativi alla provincia di Cosenza. Ad ogni modo si deve sapere che in Demografia nulla che sia previsto è definitivo perché possono intervenire cambiamenti nelle variabili, da un anno all’altro, per cui alcune ipotesi, prima degne di fiducia, potrebbero rivelarsi in futuro inaffidabili. Il compito di un demografo è quello di aggiornare le previsioni, almeno ad intervalli censuari, sulla scorta di dati più recenti, specie se esse devono servire alla pubblica amministrazione. Tenendo conto della non prevedibilità del comportamento delle variabili demografiche prenderemo in esame, per quanto concerne le proiezioni sulla popolazione di Castrovillari, più ipotesi e precisamente:

1) fecondità decrescente e mortalità costante;

2) fecondità costante e mortalità costante;

3) assenza di movimento migratorio in entrambi i casi.

I quozienti specifici di fecondità (x 1000 e riferiti all’1-1) adottati nelle proiezioni (in seguito, chiarito quello che intendiamo fare, parleremo indifferentemente di previsioni o proiezioni) sono stati estrapolati da quelli riportati a pag.33 del testo “Demografia poteri locali e territorio in Calabria”(G.De Bartolo-M.Prati) da cui abbiamo tratto anche la tavola di mortalità appresso utilizzata. La popolazione e la fecondità iniziali sono relative al 1996, inoltre, si è supposto che la seconda decresca per come indicato in tabella. Ipotesi di fecondità decrescente :

Tavola 4. Quozienti specifici di fecondità (per intervalli di tempo) e fecondità totale. Età 1997-2002 2002-2007 2007-2012 2012-2017 2017-2022 2022-2027

15-19 11,32 10,47 9,63 9,29 8,45 8,45 20-24 74,80 69,22 63,63 61,40 55,82 55,82 25-29 88,64 82,02 75,40 72,75 66,14 66,14 30-34 60,12 55,63 51,14 49,34 44,86 44,86 35-39 26,40 24,43 22,46 21,67 19,7 19,7 40-44 6,40 5,92 5,45 5,27 4,78 4,78 45-49 0,35 0,32 0,29 0,28 0,25 0,25

Fecondità 1340 1240 1140 1110 1000 1000

Nell’ipotesi di fecondità costante è stata considerata solo la seconda colonna (1340). Nelle previsioni formulate non è stato preso in considerazione il flusso migratorio; dopo la riduzione avvenuta negli ultimi decenni, di recente è risultato addirittura negativo come saldo, sta riprendendo come immigrazione dai paesi in via di sviluppo, da alcuni anni, e dal 1998 come emigrazione dal Sud al Nord dell’Italia. Il fenomeno è difficilmente quantificabile, perché una parte di immigrati sfugge a qualsiasi tipo di rilevazione statistica.

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Storia demografica di Castrovillari 89

4.4 Proiezione sulla popolazione, prima ipotesi(1.a). Tavola 5. Proiezione con fecondità decrescente e mortalità costante. Dati iniziali 1.1.1997.

Dati elaborati.

Maschi

Età 1-1-1997 1-1-2002 1-1-2007 1-1-2012 1-1-2017 1-1-2022 1-1-2027

0-4 565 624 547 465 406 331 302 5-9 663 564 623 546 464 405 330

10-14 812 662 563 622 545 463 405 15-19 851 810 661 562 621 544 462 20-14 907 848 807 659 560 619 542 25-29 908 903 844 803 656 558 616 30-34 945 904 899 840 799 653 555 35-39 860 939 898 893 834 794 649 40-44 810 852 930 889 884 826 786 45-49 832 798 839 916 876 871 814 50-54 605 813 780 820 895 856 851 55-59 657 581 780 749 787 859 822 60-64 613 614 543 729 700 736 803 65-69 494 552 553 489 656 630 662 70-74 388 419 469 469 415 557 535 75-79 238 296 321 359 360 318 427 80 e + 252 255 287 291 339 365 356 Totale 11400 11434 11344 11101 10797 10385 9917

Femmine

Età 1-1-1997 1-1-2002 1-1-2007 1-1-2012 1-1-2017 1-1-2022 1-12027

0-4 560 596 522 445 389 317 289 5-9 646 559 595 521 444 388 316

10-14 751 645 558 594 520 444 388 15-19 746 750 644 557 593 519 443 20-24 945 745 749 643 556 592 518 25-29 916 943 744 748 642 555 591 30-34 945 914 941 742 747 641 554 35-39 912 942 911 938 739 744 639 40-44 829 907 937 907 933 735 740 45-49 846 823 900 930 900 926 730 50-54 651 836 813 890 919 890 915 55-59 625 638 820 797 873 902 873 60-64 644 606 619 796 773 847 875 65-69 600 611 575 588 756 734 804 75-79 308 422 460 469 441 451 580 80 e + 478 444 490 537 569 571 578 totale 11904 11929 11836 11627 11331 10946 10503

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90 Storia demografica di Castrovillari

Totale

Età

1-1-1997 1-1-2002 1-1-2007 1-1-2012 1-1-2017 1-1-2022 1-1-2027

0-4 1125 1220 1069 910 795 648 591 5-9 1309 1123 1218 1067 908 793 646

10-14 1563 1307 1121 1216 1065 907 793 15-19 1597 1560 1305 1119 1214 1063 905 20-24 1852 1593 1556 1302 1116 1211 1060 25-29 1824 1846 1588 1551 1298 1113 1207 30-34 1890 1818 1840 1582 1546 1294 1109 35-39 1772 1881 1809 1831 1573 1538 1288 40-44 1639 1759 1867 1796 1817 1561 1526 45-49 1678 1621 1739 1846 1776 1797 1544 50-54 1256 1649 1593 1710 1814 1746 1766 55-59 1282 1219 1600 1546 1660 1761 1695 60-64 1257 1220 1162 1525 1473 1583 1678 65-69 1094 1163 1128 1077 1412 1364 1466 70-74 890 967 1027 994 952 1247 1205 75-79 546 718 781 828 801 769 1007 80 e + 730 699 777 828 908 936 934 Totale 23304 23363 23180 22728 22128 21331 20420

Tavola 6 .Popolazione all’1-1. ( tra parentesi le percentuali).Indicatori.

1997 2002 2007 2012 2017 2022 2027

Totale 23304 23363 23180 22728 22128 21331 20420

Maschi 11400 11434 11344 11101 10797 10385 9917

Femmine 11904 11929 11836 11627 11331 10946 10503

Giovani

3997 (17,2)

3650 (15,6)

3408 (14,7)

3193 (14,0)

2768 (12,5)

2348 (11,0)

2030 (9,9)

Adulti

16047(68,8)

16166(69,2)

16059(69,3)

15808(69,7)

15287(69,2)

14667(68,8)

13778(67,6)

Anziani

3260 (14,0)

3547 (15,2)

3713 (16,0)

3727 (16,3)

4073 (18,3)

4316 (20,2)

4612 (22,5)

F15-49 6139 6024 5826 5645 5110 4712 4198

Nascite 235 1234 1081 920 805 655 608

Morti 182 1175 1264 1372 1395 1462 1517

Increm. Naturale

------ 59 -183 -452 -590 -807 -909

Natalità ‰

------ 10,1 9,3 8,1 7,2 6,1 5,9

Mortalità ‰

------ 7,8 10,9 12,0 12,6 13,7 14,8

Crescita ‰

------ 2,3 -1,6 -3,9 -5,4 -7,6 -8,9

Fecon.tà 1340 1340 1240 1140 1110 1000 1000

Indice di Carico sociale

G = 38,7 A = 22,6

Tot = 61,3

G = 35,6 A = 24,2

Tot = 59,8

G = 31,9 A = 25,1

Tot = 57,0

G = 29,3 A = 25,3

Tot = 54,6

G = 28,2 A = 28,9

Tot = 57,1

G = 25,0 A = 31,7

Tot = 56,7

G = 22,7 A = 35,8

Tot = 58,5

I. v. 81,6 97,2 108,9 116,0 147,1 183,8 230,8

I. r. 1149,6 1197,2 1269,3 963,2 955,3 859,4 769,2

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Storia demografica di Castrovillari 91

Dall’analisi dei risultati previsti, contenuti nella tavola 6, emerge chiaramente che adottando l’ipotesi precedente (ritenuta la più verosimile) si registrerà una crescita negativa nel corso del quinquennio 2002-2007 il quale segnerà anche il completamento della transizione demografica. Si prevede che tale fenomeno si andrà intensificando negli anni futuri fino a determinare un calo vistoso di popolazione (2882 unità pari al 12,3% del valore iniziale). A fronte di 5303 nascite si registrano 8185 decessi che denotano una ripresa della mortalità, abbastanza veloce, con percentuali superiori all’82% per quanto riguarda gli anziani. Sempre nello stesso lasso di tempo gli anziani sopravanzeranno numericamente i giovani passando dal 14% iniziale al 22,5% del 2027 (da 3260 a 4612 con una crescita del 29,3%), mentre i giovani subiranno una perdita di 1967 elementi pari al 49,2% del valore iniziale. L’elevata riduzione di giovani farà calare leggermente il carico sociale (dal 61,3 al 58,5) e, pertanto, per ogni 100 attivi vi saranno 58 inattivi di cui 22 giovani e 36 anziani rispetto ai 38 giovani e 23 anziani del 1996, ma in percentuale i primi saranno meno della metà dei secondi. Il problema prioritario sarà favorire l’incremento della fecondità, la spesa sociale rimarrà la stessa ma si sposterà in direzione degli anziani che in futuro creeranno più problemi. Le donne in grado di procreare scenderanno a 4198 dalle 6139 iniziali (il 31,6% in meno).L’indice di vecchiaia del 1996 ci segnala 81 anziani su 100 giovani ma, già dai primi anni del Duemila, ogni 100 giovani avremo 108 vecchi fino ai 230 del 2027.L’indice di ricambio della popolazione (rapporto tra P20-64 e P60-64) da 1149 si porterà a 769 e ciò vuol dire che ogni 769 attivi vi saranno 100 prossimi a divenire inattivi (ritirati dal lavoro). La popolazione adulta oscilla attorno ai due terzi; avremo quindi un invecchiamento che, per una maggiore presenza di anziani e di adulti (nelle classi più elevate), una più marcata diminuzione di giovani, farà crescere l’età media. Il grafico sottostante pone in evidenza le variazioni intervenute nelle tre categorie della popolazione locale dall’1-1-2002 all’1-1-2022. Appare evidente quanto asserito.

Crescita della popolazione: ipotesi di fecondità

decrescente e mortalità costante

0

3.000

6.000

9.000

12.000

15.000

Popola

zio

ne

2002

2012

2022

giovani adulti anziani

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92 Storia demografica di Castrovillari 4.5 Proiezione sulla popolazione, seconda ipotesi(1.b). Tavola 7. Fecondità e mortalità costanti. Popolazione all’1-1. (tra parentesi le percentuali).

1997 2002 2007 2012 2017 2022 2027

Totale 23304 23363 23267 22974 22549 21972 21274 Maschi 11400 11434 11388 11227 11013 10715 10357

Femmine 11904 11929 11879 11747 11536 11257 10917

Giovani

3997(17,2)

3650(15,6)

3495(15,0)

3439(14,9)

3189(14,1)

2902(13,2)

2639(12,4)

Adulti

16047(68,8)

16166(69,2)

16059(69,1)

15808(68,9)

15287(67,9)

14754(67,2)

14023(66,0)

Anziani

3260(14,0)

3547(15,2)

3713(15,9)

3727(16,2)

4073(18,0)

4316(19,6)

4612(21,6)

F15-49 6139 6024 5826 5645 5110 4755 4334

Nascite 235 1234 1170 1081 981 879 815

Morti 182 1175 1266 1374 1406 1456 1513 Increm. Naturale

-------

59

-96

-293

-425

-577

-698

Natalità ‰

-------

10,1

10,05

9,4

8,7

8,0

7,7

Mortalità ‰

-------

7,8

10,9

11,9

12,4

13,2

14,2

Crescita ‰

-------

2,3

-0,85

-2,5

-3,7

-5,2

-6,5

Fecondità

1340

1340

1340

1340

1340

1340

1340

Indice di

carico

sociale

G = 38,7 A = 22,6

Tot = 61,3

G = 35,6 A = 24,2

Tot = 59,8

G = 32,5 A = 25,1

Tot = 57,6

G =31,0 A = 25,3

Tot = 56,3

G = 31,3 A = 28,9

Tot = 60,2

G = 29,8 A = 33,7

Tot = 63,5

G = 28,5 A = 35,6

Tot = 64,1

Indice di

vecchiaia

81,6 97,2 106,2 108,4 127,7 148,7 173,6

Indice di

ricambio

1149,6 1197,2 1269,7 963,2 955,3 859,3 772,3

Dall’esame della tavola 7 si nota come l’ipotesi di fecondità costante consente di recuperare, rispetto a quella decrescente, ben 854 unità a tutto vantaggio dei giovani che ne recuperano 609, invece gli adulti ne guadagnano 245. Mentre le morti restano stazionarie, le nascite apportano un contributo positivo che rafforza moderatamente i giovani (dal 9,7% al 12,4%) ; si nota come il tasso di crescita negativo, che raggiunge il 6,5% al termine del periodo previsionale contro l’8,9 % della precedente ipotesi, sia più lento. La mancata riduzione della fecondità riesce ad attenuare il calo della popolazione ma non a scongiurare la crescita negativa, nello stesso intervallo di tempo (2002-2007 ), che viene solo differita di qualche anno. La presenza di più giovani riporta indietro l’indice di vecchiaia da 230,8 a 173,6 per cui vi sono 57 vecchi in meno su 100 giovani; subisce questa presenza l’indice di carico sociale che aumenta di 6 unità, mentre l’indice di ricambio rimane stazionario.

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Storia demografica di Castrovillari 93

L’andamento dei tassi di natalità e di mortalità conferma quanto detto in merito al movimento naturale: in particolare quello di natalità è più contenuto ed il suo 7,7‰ corrisponde a 163 nati all’anno, di media, dal 2022 al 2027. Il grafico seguente illustra le variazioni delle tre categorie : giovani, adulti e anziani fino al 2027, nell’ipotesi di fecondità e mortalità costanti. Si può notare l’elevata concentrazione di persone nella categoria degli adulti, meno accentuata che nella ipotesi precedente, che deriva dall’elevata mortalità che colpisce gli anziani con il crescere dell’età e dalla ridotta fecondità.

4.6 Proiezione sulla popolazione. Terza ipotesi (2a-2b). Confrontando i dati reali (dal 1991 al 1996 il numero dei decessi nel nostro Comune è stato in media di 176 all’anno) con quelli ricavati applicando la tavola di mortalità del 1991, relativa alla provincia di Cosenza, che prevede in media 206 decessi all’anno, abbiamo potuto verificare come (almeno per questi cinque anni) la nostra popolazione, riguardo ai morti, ha subito meno perdite del previsto. Tenendo conto che anche dal 1996 al 1998 i risultati sono al di sotto delle previsioni, abbiamo pensato di rivedere le ipotesi 1 e 2 applicando la suddetta tavola dal 2002 in avanti. Alla luce dei “dati corretti” emerge il seguente quadro, forse più veritiero a livello locale, che presentiamo come riepilogo. Dai dati si può notare come la crescita zero avviene 5 anni più tardi e come la popolazione fino al 2007 aumenta; tale incremento potrebbe essere anche maggiore e, quindi, rinviare ulteriormente la crescita zero, se la fecondità iniziale fosse più alta (o se diminuisse più lentamente).

C onfronto tra popolazione g iovane

adulta e anziana

0

3000

6000

9000

12000

15000

18000

giovani adulti anz ian i

Popola

zio

ne

1997

2017

2027

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94 Storia demografica di Castrovillari Tavola 8.Ipotesi 2.a – 2.b. Dati elaborati.

Ipotesi 2-a 1997-2002 2002-2007 2007-2012 2012-2017 2017-2022 2022-2027

Popolaz.iniziale 23304 23628 23670 23419 22982 22349 Nascite 1234 1081 920 805 655 608 Decessi 910 1039 1171 1242 1288 1379 Popolaz. finale 23628 23670 23419 22982 22349 21578

Ipotesi 2-b 1997-2002 2002-2007 2007-2012 2012-2017 2017-2022 2022-2027

Popolaz.iniziale 23304 23628 23759 23669 23408 22999 Nascite 1234 1170 1081 981 879 815 Decessi 910 1039 1171 1242 1288 1379 Popolaz. finale 23628 23759 23669 23408 22999 22435

Il grafico seguente pone a confronto i risultati della tavola precedente : è evidente come il diverso modo di determinare i morti (che poi si potrebbe ottenere con una diversa tavola di mortalità) ha indotto, fermo restando il numero di nati, un recupero di 1158 unità nel caso 2.a e di 1161 nel 2.b. Dall’esame della tavola 8 è possibile riscontrare come nella ipotesi di mortalità più lenta e fecondità decrescente la diminuzione del tasso di mortalità può mascherare la ridotta fecondità ed aiutare la popolazione a crescere, seppure più lentamente, come è avvenuto negli ultimi anni. Secondo gli esperti, per il progressivo invecchiamento della popolazione, la cosa non è più possibile come non è più possibile ridurre oltre la mortalità infantile che nel 1998 è risultata del 16,8 per mille con 4 decessi a zero anni su 237 nati vivi. Accadrà ciò che a livello nazionale è già accaduto: avremo una crescita naturale negativa , in questo caso dal 2007 al 2012, che in questo frangente potrà essere bilanciata solo attraverso l’immigrazione.

Crescita della popolazione:

ipotesi 2-a/2-b

4.000

7.000

10.000

13.000

16.000

19.000

22.000

25.000

Popola

zio

ne

ipotesi 2-a

ipotesi 2-b

2002 2007 2012 2017 2022 2027

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Storia demografica di Castrovillari 95 Tramite il grafico successivo intendiamo mostrare le conseguenze nel tempo della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione nell’ipotesi di costante riduzione della fecondità e di costante mortalità : si ritiene che, a partire dai primi anni del nuovo secolo, la popolazione dovrebbe diminuire in tutti i Comuni della provincia e in modo molto vistoso nei prossimi venti anni.

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Comune di Castrovillari: popolazione. Proiezione

dal 2002 al 2027

Pop.anziana

Pop.adulta

Pop.giovane

1997 2002 2007 2012 2017 2022 2027

4.7 Ipotesi 4: fecondità e mortalità decrescenti. Proprio per ribadire il fatto che le previsioni demografiche valgono per un breve arco di tempo, da un censimento all’altro, vogliamo sviluppare questa ulteriore ipotesi sulla quale dopo il 1981 molti erano d’accordo. Riteniamo che la nostra popolazione, proprio allora, sia entrata nella parte conclusiva della transizione demografica che oggi tutti considerano in fase terminale. La velocità che il fenomeno dell’invecchiamento ha fatto registrare nell’ultimo decennio e il declino delle nascite hanno accelerato il processo di crescita zero e. quindi, di implosione demografica. Tra qualche anno avremo 1 vecchio per 1 giovanissimo (0-14 anni), la piramide della popolazione sarà larga e compatta al centro, più larga al vertice rispetto alla base, grazie all’ingrossamento delle classi intermedie e alla riduzione dei giovani. Ma appena 15-20 anni addietro si prefigurava una situazione di popolazione stazionaria, dovuta ad un ulteriore lieve calo della mortalità e ad una lenta riduzione della fecondità, che vogliamo evidenziare per completare il panorama delle ipotesi possibili. Il perdurare negli anni di tali condizioni avrebbe determinato la struttura seguente:

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96 Storia demografica di Castrovillari

Tavola 9. La popolazione al 31-12-1996 e quella prevista all’1-1-2012 e all’1-12027.

31-12-1996 1-1-

2012

1-1-

2027

ETA’ MASCHI FEMMINE TOTALE NASCITA ETA’ TOTALE TOTALE

0 – 4 565 560 1.125 92-96 0 – 4 1.098 1.046

5 − 9 663 646 1.309 87-91 5 − 9 1.112 1.067

10 – 14 812 751 1.563 82-86 10 – 14 1.128 1.084

15 – 19 851 746 1.597 77-81 15 – 19 1.121 1.094

20 – 24 907 945 1.852 72-76 20 – 24 1.304 1.107

25 – 29 908 916 1.824 67-71 25 – 29 1.556 1.122

30 – 34 945 945 1.890 62-66 30 – 34 1.588 1.114

35 – 39 860 912 1.772 57-61 35 – 39 1.842 1.295

40 – 44 810 829 1.639 52-56 40 – 44 1.809 1.544

45 – 49 832 846 1.678 47-51 45 – 49 1.866 1.567

50 – 54 605 651 1.256 42-46 50 – 54 1.732 1.805

55 – 59 657 625 1.282 37-41 55 – 59 1.575 1.749

60 – 64 613 644 1.257 32-36 60 – 64 1.569 1.768

65 – 69 494 600 1.094 27-31 65 – 69 1.080 1.568

70 – 74 388 502 890 22-26 70 – 74 1.002 1.312

75 – 79 238 308 546 17-21 75 – 79 828 1.175

80 e + 252 478 730 1916 e - 80 e + 1.931 3.609

11.400 11. 904 23. 304 24.141 25. 026

Osservando la tavola 9 si nota come, passando dal 2012 al 2027, le classi che presentano quantitativi più o meno uguali di persone sono aumentate dalla classe 15-19 alla classe 30-34. Questo fatto è tipico di una popolazione stazionaria. La piramide finale evidenzia come il maggior numero degli abitanti si vada concentrando nelle classi superiori (da 40-44 in su ritroviamo 14529 persone, il 58%) a dimostrazione del fatto che la popolazione invecchia ulteriormente, come confermato dall’indice di mascolinità complessivo che si porta da 92,2 a 88,0. Avremmo più anziani e più giovani, ma con i primi preponderanti, e la crescita zero si collocherebbe molto più in avanti nel tempo. In tal caso la piramide della popolazione del 2027 sarebbe più larga dalla classe 35-39 in su che avrebbe quasi la stessa consistenza della classe 70-74.

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Storia demografica di Castrovillari 97 L’indice di vecchiaia, che esprime il numero di ultra 64-enni presenti in una popolazione per ogni 100 giovani di età inferiore a 15 anni, resterebbe più o meno stabile nelle due ipotesi (4 e 1-a) : mentre nel 1997 vi erano 81 vecchi per 100 giovani, nel 2027 vi saranno 230 vecchi per 100 giovani; la diversità sarebbe nella popolazione in forte calo nella seconda ipotesi. Pertanto, in ogni caso, le maggiori premure dovranno essere rivolte agli anziani che, in futuro, creeranno più problemi alla collettività. L’indice di carico sociale che mette in evidenza la “spesa finanziaria” che gli attivi devono sostenere, a favore dei giovani fino a 19 anni e degli anziani, cresce molto nell’ipotesi 4 (avremmo 32 giovani e 58 anziani contro i 38 giovani e 22 anziani del 1997 ), mentre si riduce di qualche punto (22 giovani e 36 anziani ) nell’ipotesi 1-a, ritenuta la più verosimile. Il grafico seguente evidenzia quest’ultimo caso. Al fine di aver un’indicazione sul grado di ricambio tra la popolazione attiva e quella prossima all’età pensionabile, si fa ricorso all’indice di ricambio. All’1-1-1997 in Castrovillari ogni 1149 persone attive vi erano 100 persone prossime alla pensione, i dati previsionali dicono che nel 2027 le persone attive saranno, in media (sia nella 4 che nella 1-a), sette per una prossima al pensionamento. Questo indice si può migliorare elevando l’età pensionabile : si risolverebbe il problema di molti anziani in salute, ancora attivi, che sono costretti a ritirarsi dal lavoro, inoltre si darebbe ossigeno ai “Conti dello Stato”. Ad esempio se l’età pensionabile viene elevata da 65 a 70 anni, tenendo conto che la mortalità cresce con l’età, il denominatore (P65-69 < P60-64) si riduce ed il numeratore aumenta per l’effetto dell’arrivo della classe 65-69 che entra a far parte della popolazione attiva (P20-69 > P20-64). Questa operazione fa crescere l’indice di ricambio, quindi abbiamo più attivi su 100 persone prossime al pensionamento e ciò comporta la riduzione del carico sociale (pensioni) e risolve il problema degli anziani ancora validi e giovani intellettualmente.

Variazione dell'indice di carico sociale

dal 1997 al 2027

0

10

20

30

40

50

60

70

Anni

GIOVANI

ANZIANI

TOTALE

1997 2007 2017 2027

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98 Storia demografica di Castrovillari 4.8 Una ipotesi di lavoro. Lavorando opportunamente sull’età pensionabile dei lavoratori occupati si può, addirittura, ridurre il tasso di disoccupazione; non sappiamo se la nostra ipotesi di lavoro è vantaggiosa e in quale misura, ma è certamente un’idea su cui riflettere. Ritardando il pensionamento dei lavoratori, incrementiamo la popolazione attiva di una quantità O’ che si andrà a sommare alla popolazione attiva del momento e farà diminuire il tasso di disoccupazione a patto che si pongano in essere queste due operazioni : 1) si mantenga costante la somma dei disoccupati e di quelli in cerca di prima

occupazione, garantendo il numero di posti di lavoro esistenti;

2) si creino i posti di lavoro per i giovani che ogni anno entrano a far parte della

popolazione attiva.

Questa seconda operazione è agevolata dalla crescita lenta della popolazione e, stando ai valori degli attuali tassi di fecondità le cui conseguenze negative si ripercuoteranno sulla crescita demografica tra qualche decennio, in futuro, dovrebbe essere ancora più semplice. Una crescita lenta mentre crea problemi di natura sociale, economica e demografica, in questo frangente, può favorire il regresso del tasso di disoccupazione se si sposta verso l’alto l’età pensionabile dei lavoratori, oltretutto diminuirebbe il carico sociale anziani perchè si risparmierebbero quattro anni di pensioni e si avrebbe un maggiore gettito fiscale. Come inquadrare gli immigrati in questo discorso? Essendo giovani fanno crescere la forza attiva. A questo punto si presentano due strade da percorrere: o si occupano e quindi contribuiscono a ridurre il tasso di disoccupazione, o non si occupano e, allora, concorrono a farlo aumentare. Se gli immigrati non sono regolari ma clandestini, lavorando a salari più bassi degli altri, alimentano l’economia sommersa ma non riducono la disoccupazione perché, in quanto irregolari, non fanno crescere la popolazione attiva, di contro, sottraendo posti di lavoro, fanno crescere i disoccupati con la conseguenza di elevare il tasso di disoccupazione. Pertanto, se si vuole operare per ridurre la disoccupazione, non si devono accettare immigrati ai quali non si può garantire un posto di lavoro (in questo momento, purchè in regola ed occupati, sono necessari in quanto la loro presenza frena l’invecchiamento della popolazione) né tantomeno clandestini. Facciamo un esempio numerico per chiarire meglio quanto esposto. Supponiamo che una popolazione attiva sia costituita da 10 unità convenzionali di cui 5 occupati (O), 3 disoccupati (D) e 2 in cerca di occupazione (I). Indicata con A la popolazione attiva (A = O + D + I) avremo: tasso di disoccupazione uguale a (D + I)/A, quindi (3 + 2)/(5 + 3 + 2) = 0,5. Se eleviamo l’età pensionabile dei lavoratori occupati, nuovi lavoratori occupati entreranno nella forza attiva, siano 3, allora avremo che il tasso diventa (3 + 2)/(5 +3 +3 +2) = 0,38 cioè si riduce. Se ad entrare nella popolazione attiva sono i giovani, siano 2, se vanno in I cresce la disoccupazione perché abbiamo : (3 + 2 + 2)/(5 +3 + 2 +2) = 0,58 se, invece, vanno in O la disoccupazione diminuisce : (3 +2)/(5 +2 +3 +2) = 0,41; la stessa cosa accadrebbe se si trattasse di immigrati regolari. Se, invece, si tratta di immigrati clandestini, sia 1, se non crea problemi più gravi alla collettività, questi toglie un posto di lavoro ad un occupato ed il tasso di disoccupazione cresce in quanto il suo ingresso non intacca la popolazione attiva ma accresce di 1 i disoccupati : (3 +1+2)/(4 + 4 +2) = 0,60. Questa ipotesi, se realmente praticabile, produce i seguenti vantaggi :

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Storia demografica di Castrovillari 99 1) riduce le spese dello Stato che avrebbe una maggiore possibilità finanziaria per

creare nuovi posti di lavoro;

2) consente di abbassare il tasso di disoccupazione ed agisce in modo deciso sulla

riduzione di quello giovanile;

3) tramite gli immigrati che trovano occupazione crea ricchezza;

4) risolve il problema degli anziani.

Per non vanificare questi effetti positivi occorre, nel contempo, ringiovanire la popolazione: facendo in modo che la fecondità cresca perché una popolazione vecchia è un freno per lo sviluppo economico (una società con un basso numero di giovani mostra scarso spirito di iniziativa e debole propensione ad accogliere le innovazioni richieste dal progresso tecnologico e dai continui mutamenti che caratterizzano il sistema economico stesso) e il principio della crisi economica vera e propria. 4.9 Alcune Conseguenze. Vi sono problemi di natura economica che dipendono strettamente dalla componente popolazione. I cambiamenti che si verificano nelle fasce d’età producono conseguenze notevoli quali : la riduzione della dimensione familiare, l’invecchiamento della popolazione, la trasformazione dei paesi sviluppati in società multietniche e multirazziali. Le aziende devono adeguare le loro strategie di mercato e variare la domanda in funzione dei mutamenti demografici: non solo devono saper individuare i segmenti di mercato (potenziali acquirenti) ma anche saper capire, tempestivamente, come cambiano le abitudini e le esigenze dei consumatori. Le aziende, in relazione ai mutamenti che si stanno verificando nel mercato del lavoro, a causa delle variazioni demografiche (riduzione delle nascite, invecchiamento sempre più rapido e massiccio, immigrazione sempre più consistente) dovranno porre in essere quelle azioni capaci di accrescere il grado di flessibilità e di adattabilità del personale, favorire l’integrazione sociale per meglio sfruttare le risorse umane. Nella gestione e pianificazione delle risorse umane la prima operazione da compiere è analizzare la distribuzione per età della manodopera in forza ad un’azienda. L’età determina il livello di pensionamento, consente di conoscere il rapporto tra personale giovane in entrata e personale anziano in uscita, ha una stretta connessione con il tipo di contributo che il lavoratore potrà dare all’azienda ma, soprattutto, determina la sua condotta nel tempo : incoraggiare i lavoratori a rimanere in servizio, concentrare le assunzioni su determinate fasce d’età, inserire i giovani nel contesto produttivo e tenere conto della perdita di esperienza che ciò comporta.

4.10 Considerazioni finali.

I tassi di fecondità in Italia sono, già da qualche decennio, inferiori al coefficiente di riproduzione come è avvenuto anche per Castrovillari: il livello di sostituzione di 2,1 è stato raggiunto dalla nazione nel 1976 e dal nostro paese verso la fine degli anni Settanta .

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100 Storia demografica di Castrovillari

La caduta del tasso di fecondità impoverisce numericamente le fasce giovanili della popolazione e irrobustisce quelle anziane; la conseguente diminuzione del tasso di crescita, fino alla “crescita zero” , incremento naturale nullo, influenza seriamente la popolazione e la sua struttura in termini di rapporti di età. Il numero delle persone anziane aumenta creando un grosso carico sugli adulti più giovani. Ma un simile tasso di crescita richiede modifiche della struttura sociale : la società deve rispondere ai bisogni del numero crescente di anziani attuando politiche di edilizia , assistenziali e previdenziali finalizzate alle loro esigenze, deve risolvere i problemi di natura sociale connessi all’invecchiamento della popolazione: molti anziani difficilmente possono essere definiti “dipendenti”. Le cause del declino della fecondità sono molteplici (vedi grafico seguente). Il lavoro femminile costituisce, senza dubbio, una delle principali cause della ridotta fertilità della donna, né va sottovalutata la ricerca della parità tra i sessi sul piano della carriera professionale. Il controllo delle nascite, non tanto come strumento per limitare la crescita della popolazione, ma inteso come espressione di una scelta libera e consapevole, non atto di coercizione , contribuisce a ridurre la natalità. Il realizzarsi di questi obiettivi ha richiesto un limitato numero di gravidanze ed il rinvio dell’età del matrimonio. La crisi della famiglia nata dal matrimonio concorre alla riduzione della fecondità, inoltre nel 1998 si sono raddoppiate le convivenze e sono sorte altre realtà familiari. Minore influenza, secondo alcuni, hanno i divorzi (che anzi verrebbero seguiti da nuove unioni suggellate dalla nascita di un figlio) e le interruzioni volontarie di gravidanza (gli aborti negli ultimi anni sarebbero diminuiti senza incidere sulla fecondità). L’accresciuto livello di benessere socio-economico, unito ai progressi scientifici, ha determinato un calo del tasso di mortalità con il conseguente allungamento della durata della vita e ha elevato l’indice di vecchiaia facendo regredire la natalità. Le varie crisi economiche, dal dopoguerra a questa parte, hanno portato al Nord della penisola, o all’estero, milioni di persone con la conseguenza di dividere, il più delle volte, le famiglie. L’inurbamento tumultuoso delle città ha ridotto gli spazi abitativi e posto agli emigrati problemi prioritari, di natura esistenziale, che hanno inciso negativamente sulle nascite. I costi crescenti per l’educazione ed il mantenimento dei figli, la maggiore preoccupazione per il

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Storia demografica di Castrovillari 101

Aumento di benessere, invecchiamento, crisi

INURBAMENTO

EMIGRAZIONE

COSTI CRESCENTI

DIVORZIO

CRISI DELLA

FAMIGLIA

AUMENTO DI BENESSERE

ABORTO VOLONTA

RIO

SISTEMI CONTRACCETTIVI

RITARDA IL

MATRIMO- NIO

RIDUCE LE

GRAVI DANZE

DECLINO DELLA NATALITA’

DECLINO DELLA FECONDITÁ

DECLINO DELLA MORTALITA’

ALLUNGA LA VITA MEDIA

CONTROLLO DELLE NASCITE

LAVORO FEMMINILE

CRISI ECONOMICA

COSTI

SOCIALI

AUMENTO DELLA

MORTALITA’

INVECCHIAMENTO

DELLA POPOLAZIONE

CADUTA DEMOGRAFICA

“CRESCITA ZERO”

IMPLOSIONE DEMOGRAFICA

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102 Storia demografica di Castrovillari benessere materiale, la minore influenza di religioni contrarie alla contraccezione, come quella cattolica, la crescente disoccupazione giovanile, l’avvento della società post-industriale che ha sancito la fine di industrie ad alto assorbimento di lavoro manuale e l’inizio di una ulteriore forma di disoccupazione, quella tecnologica, sono tutte (assieme alle precedenti) cause del calo della natalità. Una situazione del genere conduce verso la caduta demografica, la “crescita zero”, l’implosione demografica (quando la mortalità supera la natalità) che in Italia è già in atto. Si può uscire da una crisi di crescita della popolazione? Come abbiamo già detto, la differenza tra risorse disponibili in termini di posti di lavoro e popolazione attiva è la principale causa dei flussi migratori, oltre i conflitti religiosi, bellici, politici, etnici e sociali che hanno avuto la loro parte. L’immigrazione (vedi grafico successivo) ringiovanisce la popolazione del paese verso il quale si emigra ed invecchia quella del paese dal quale si emigra, è un capitale subito attivo per il primo ed un ritorno economico per il secondo. Se inserita , regolarmente , in modo controllato (tanti emigrati quanti sono i posti di lavoro disponibili), in un contesto demograficamente forte (nel quale non potrà mai raggiungere posizioni di potere rispetto alla popolazione autoctona) e socialmente strutturato, cioè in grado di fornire case, istruzione e assistenza ai nuovi arrivati, ma soprattutto lavoro, darà luogo ad una ripresa demografica ed economica. Se inserita, invece, in un paese in crisi economica , con problemi di bilancio e di stabilità politica, con un tasso di disoccupazione elevato (nel 1998 in Italia i disoccupati sono stati 2,8 milioni di cui 1,7 solo al Sud ), alimenterà l’emarginazione sociale: droga, prostituzione, sfruttamento, delinquenza, conflitti etnici ed aggraverà la situazione occupazionale. Secondo un recente rapporto della C.A.R.I.T.A.S. gli stranieri con regolare permesso di soggiorno presenti in Italia al 31-12-1998 sono 1.250.000 (il 2,2% della popolazione residente : 57,5 milioni). Il dato va maggiorato del 21% per via dei minori, immigrati e non registrati, e dei permessi di soggiorno in corso di rinnovo. Di essi 1 milione proviene da paesi in via di sviluppo, vi sono 88 donne ogni 100 soggiornanti; 1 su 3 (450.000) è di religione musulmana e 1 su 2 ( 650.000) è un cristiano ; 219.000 sono concentrati nella provincia di Roma e ben 183.000 nella città eterna, ormai capitale anche dell’immigrazione. La distribuzione sul territorio nazionale è la seguente : 54% al Nord, 29% al centro, 17% tra Sud e Isole; ogni 10 stranieri 4 sono europei, 3 africani, 2 asiatici, 1 americano; l’Italia è con l’Austria il paese con la più alta percentuale di extracomunitari: l’86,3%; 6 su 10 sono europei e nordafricani con in testa, per numero di presenze, il Marocco, l’Albania, le Filippine, e gli U.S.A. Il ricongiungimento familiare è la principale via d’ingresso in Italia e di crescita della presenza straniera. Gli stranieri irregolari sono mezzo milione (il 24% di tutti gli stranieri presenti in Italia) ed incidono per l’84% sulle denunce e per il 91% sugli arresti. Nel 1998 sono entrati in Italia circa 80.000 stranieri regolari; tra gli immigrati regolari i disoccupati sono il 16,7% (4% in più della media nazionale). Questi dati sono abbastanza eloquenti e confermano quanto prima detto a proposito di questo fenomeno, ma ,al di là dei dati, si deve comprendere che se si vogliono evitare i rischi connessi all’immigrazione bisogna predisporre politiche efficaci supportate da adeguate risorse. Oltretutto una società che si reputi giusta ed umana deve assicurare una vita dignitosa a tutti , anche agli immigrati. Si stima che ogni notte a Milano 3000 persone, per lo più immigrati irregolari, dormono per strada, nelle cascine abbandonate, nelle macchine e nei vagoni ferroviari. Non si possono, però, e non si devono dimenticare la nostra emigrazione e la nostra disoccupazione, in uno, la nostra povertà. Secondo il rapporto, diffuso dall’Istat nel Luglio dello scorso anno, in Italia vi sono 2 milioni e mezzo di famiglie che vivono in povertà, circa 12 su 100; nel Meridione, invece, sono 65 su 100.

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Storia demografica di Castrovillari 103 Oggi avere dei figli rende più poveri : una famiglia, con un solo reddito, che deve pagare un affitto e mantenere due figli, vive sotto la soglia di povertà. Dipende anche da questo se abbiamo l’indice di natalità più basso d’Europa. Che si chiami emigrazione o mobilità della forza lavoro, molti giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni, quasi 90.000 nel 1998, hanno ripreso, dopo un periodo di stasi, ad emigrare verso il Nord alla ricerca di lavoro. Nè va trascurata la cattiva gestione del denaro pubblico: l’Italia si trova al quintultimo posto in Europa in quanto a spesa sociale, il 24,6% in rapporto al prodotto interno lordo, meno di paesi come l’Olanda, la Svezia, la Norvegia, la Finlandia che, nonostante la spesa sociale più elevata, hanno risolto il problema della disoccupazione. Paradossalmente di questo 24,6% solo il 2,2% si spende per i disoccupati, il 3,5% per i poveri, il 26,8% per la sanità mentre il 67,5% viene speso per le pensioni, quindi risorse finanziarie mal distribuite: da una parte è troppo poco e dall’altra è troppo.

Immigrazione, occupazione, disoccupazione.

CRECITA DEMOGRAFICA

AUMENTO DI BENESSERE

POPOLAZIONE GIOVANE

OCCUPAZIONE

AUMENTO DELLA NATALITA’

AUMENTO DELLA FECONDITA’

IMMIGRAZIONE

DISOCCUPAZIONE

CONFLITTI

ETNICI

EMARGINAZIONE

ALTRA

DISOCCUPAZIONE

CONFLITTI

SOCIALI

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104 Storia demografica di Castrovillari Finora abbiamo parlato di declino della fecondità, delle cause e delle conseguenze a livello generale. Per quanto riguarda la nostra città dal 1991 si registra una crescita più lenta rispetto al passato; infatti il tasso di fecondità è sceso nel 1998 a 1,32 (ben al di sopra, comunque, del valore nazionale) ed il quoziente globale di fecondità, decrescente, conferma questo dato di fatto. Il tasso netto di riproduzione, minore di 1, indica che non è più assicurata la sostituzione delle madri con le figlie (già dal 1981) e che ,quindi, la fecondità in futuro è destinata a regredire ancora anche se più lentamente rispetto al passato. Il tasso di nuzialità nel 1998 è stato del 3,72‰ derivante dagli 87 matrimoni contratti da residenti nel nostro Comune in quell’anno. Se consideriamo che nel 1891 i matrimoni celebrati furono 81, per un tasso del 7,8 ‰ corrispondente ad una popolazione di 10365 anime, meno della metà di quella attuale, si comprende come la crisi di questo istituto rifletta, più in generale, la crisi della società moderna che è, innanzitutto, crisi di valori. Non è più assicurato il ricambio generazionale. Il segno negativo (a partire dal 1981) del tasso di crescita naturale vuole dire che la nostra popolazione ha in sé tutti i presupposti per continuare a decrescere. Un dato certo è che essa è invecchiata e che, nei prossimi 10 anni , gli anziani supereranno numericamente i giovani con le implicazioni di natura sociale che ciò comporta. Difatti, al 31-12-1998, l’età media della popolazione, trascurando i decimali, risultava di 37 anni (nei paesi sviluppati si aggira sui 36) ed essa è destinata ad innalzarsi a causa della crescita dell’indice di vecchiaia. La popolazione, nel suo percorso evolutivo, non ha ancora completato il modello di transizione , ma i numeri (negli ultimi quattro anni la crescita naturale media è stata dell'1,5 per mille abitanti) dicono che ciò avverrà tra breve e segnerà l’avvio della crescita zero. Dalla tavola degli indicatori strutturali emerge che nel 1998 il carico sociale relativo alle due fasce d’età , giovani fino a 19 anni e anziani, rispetto alla popolazione attiva (da 20 a 64 anni), è risultato di 62 a 100 con 24 anziani e 38 giovani. Il rapporto tra popolazione improduttiva, giovani fino a 14 anni e anziani, e produttiva, persone in età lavorativa (da 15 a 64 anni) è in aumento, mentre peggiora anche la proporzione tra persone attive e prossime al pensionamento (da 60 a 64 anni); il ricambio tra anziani e bambini non è più assicurato . Il tasso di disoccupazione è circa il doppio di quello nazionale; ipotizzando un valore del 25% , abbiamo calcolato che per eguagliare quello nazionale occorrerebbe creare circa 2100 nuovi posti di lavoro. La riduzione, in atto, della fecondità, una diversa politica occupazionale (un maggiore e più incisivo sfruttamento delle risorse presenti sul territorio), il controllo dell’immigrazione e la repressione di quella clandestina possono contribuire, con l’innalzamento dell’età pensionabile , ad abbassare il tasso di disoccupazione. Nel 1991 la popolazione attiva trova impiego nell’agricoltura (11,9%), nell’industria (24,3%) e nel terziario (63,8%) che si incrementa di nuovi settori come quello informatico, assicurativo, finanziario, dei servizi e dell’assistenza sanitaria, del turismo. Anche lo stato civile della popolazione è mutato: vi sono più separati e divorziati. L’istruzione è alla portata di tutti, è scomparso l’analfabetismo giovanile e si va estinguendo quello a carico degli anziani. Il numero delle famiglie è cresciuto ma è diminuito il numero dei componenti, nel 1991 il 23% di esse risultano formate da single. Scompaiono le famiglie numerose (12%) mentre il 66.5% è costituito da nuclei senza altri membri aggregati (tra essi i genitori, ormai messi da parte ma, sovente, spettatori, involontari ed increduli, delle crisi coniugali, separazioni e divorzi dei propri figli ).Cresce il numero di stranieri residenti nel nostro Comune : al 31-12 del 1998 risultavano iscritti all’Anagrafe 139 cittadini stranieri, di cui 62 maschi e 77 femmine, contro gli appena 24 del 1991, raddoppiati rispetto ai 70 del 31-12 -1995.

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Storia demografica di Castrovillari 105 L’incremento notevole delle abitazioni nel ventennio 1971-91 ha fatto sì che ogni abitante, già dal 1991, disponesse di 31 metri quadrati di superficie occupata e che ogni occupante, in abitazioni occupate, avesse a disposizione 1,14 stanze (1,5 stanze se consideriamo anche quelle non occupate). Dopo il boom delle costruzioni, oggi, l’edilizia è in crisi. Le proiezioni effettuate, che dipendono dalle ipotesi adottate e dalla bontà dei dati fornitici dall’Ufficio Anagrafe «sui quali abbiamo lavorato», per cui vanno accettate con la dovuta cautela, non ci fanno conoscere quale ruolo potrà giocare in “questa partita” il movimento migratorio che negli ultimi anni non ha prodotto alcuna variazione degna di nota, e se eviterà il concretizzarsi degli eventi previsti. Nel prossimo futuro i nodi da sciogliere saranno la disoccupazione giovanile, quelli connessi all’immigrazione, quelli riguardanti la famiglia: alleggerimento di oneri fiscali; politica della casa; adeguati servizi sociali per giovani ed anziani. La convinzione che abbiamo tratto da questa insolita, ma stimolante, esperienza di lavoro è anche il suggerimento che intendiamo rivolgere agli amministratori della città: il comportamento della popolazione non va trascurato ma, anzi, va seguito e monitorato, le previsioni vanno continuamente verificate e aggiornate ad ogni censimento. Per programmare bene , senza sperpero di denaro pubblico ma ottimizzando le risorse disponibili, bisogna prevedere , sapere quanto spendere e in che direzione spendere; in questo la popolazione con i suoi comportamenti dev’essere il punto di partenza. Occorre preoccuparsi in tempo delle scadenze più vicine ed aspettare che la popolazione faccia il suo corso naturale, fatto di espansioni (crescita) e contrazioni (riduzione). La natalità, oggi in declino, ritornerà a crescere per riproporci vecchi problemi che, però, richiederanno un impegno sempre più forte ed andranno affrontati alla luce di una realtà diversa in continua evoluzione: l’importante è non farsi trovare impreparati e, nel frattempo, non distruggere ciò che si è costruito. Ci auguriamo solo che, in futuro, la popolazione non debba servire per fare le guerre e che “ i padroni del mondo” non facciano come l’imperatore Ottaviano Augusto (27a.C.-14d.C.) che per realizzare la “conquista ecumenica” concesse il ”ius trium liberorum” ed istituì una tassa per chi non era sposato o non aveva almeno tre figli.

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Appendice

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108 Storia demografica di Castrovillari

A .1 Premessa Questa parte, volutamente denominata “Appendice”, presenta alcune nozioni di Demografia non indispensabili per una buona lettura del libro, ma capaci di arricchirla di contenuti scientifici onde consentire, a quanti lo desiderano, una partecipazione critica e più impegnata nei riguardi della stessa. Cominciamo col dire che la Demografia studia la popolazione nel suo ammontare, nella sua distribuzione nello spazio e nel suo movimento. Per composizione si intende il modo in cui una popolazione si struttura in funzione dell’età, del sesso, stato matrimoniale, istruzione, attività economica. I movimenti oggetto di studio che possono modificare la popolazione, sono la fecondità, la natalità, la mortalità e la migrazione. La Demografia analizza e quantifica questi fenomeni, cerca di individuarne le cause e prevederne le conseguenze, ma anche di fare previsioni. La popolazione, rispetto ad uno spazio di riferimento, è un insieme che si trasforma

per effetto dei quattro movimenti prima menzionati. Lo strumento, il solo, che consente di fare un bilancio sulla popolazione e sulla sua struttura è il censimento: raccolta dei dati demografici, economici e sociali, ad una

data epoca, relativamente agli abitanti di un territorio.

La popolazione si distingue in residente: le persone aventi abituale dimora nel

territorio oggetto del censimento, e presente: tutte quelle persone che alla data del

censimento sono presenti nel territorio anche se residenti altrove. La registrazione, continua, dei movimenti viene fatta dallo Stato Civile di ogni Comune che mensilmente trasmette all’Istat, tramite la Prefettura, una scheda di riepilogo per ogni movimento. A .2 La popolazione e la sua rappresentazione.

La popolazione, per sesso e classi di età, viene suddivisa in tre grandi raggruppamenti che permettono di studiare i rapporti di composizione.

- Popolazione giovane 0-14 anni (prima età) - Popolazione adulta 15-64 anni (seconda età) - Popolazione anziana 65 anni e più (terza età)

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Storia demografica di Castrovillari 109 A causa della maggiore durata media della vita la seconda e la terza età sono state suddivise ulteriormente. L’O. M. S (Organizzazione Mondiale della Sanità) propone questa suddivisione:

- 45-49 middle age (mezza età)

- 60-74 elderly age (età avanzata) - 75 e oltre aged (anziani)

La rappresentazione grafica di una popolazione per età e sesso, ad una data epoca, è una piramide formata da tanti rettangoli sovrapposti per quante sono le classi di età, tutte della stessa ampiezza da alcuni censimenti a questa parte, tranne l’ultima che è aperta. Ogni rettangolo è suddiviso dalla retta X =O , che indica la percentuale zero, in due rettangoli consecutivi (uno per la popolazione maschile ed uno per quella femminile) di area proporzionale alla popolazione presente in quella classe. Al crescere dell’età, posta sulle ordinate, i rettangoli si dispongono a gradini per perdite dovute alla mortalità, sicuramente, ma anche ad altre cause: migrazione, guerre, crisi economiche, rinvio della natalità, differenze tra i sessi. Il profilo complessivo di una piramide è determinato sostanzialmente dalla passata evoluzione della fecondità. Nelle nazioni in via di sviluppo la piramide presenta un profilo espansivo: larga alla base (espressione di elevata fecondità: presenza di un elevato numero di bambini) si va restringendo rapidamente per effetto dell’elevata mortalità infantile e di una vita dalla durata media breve. Nel profilo riduttivo la piramide è più stretta alla base rispetto alla parte centrale (la proporzione dei bambini, più piccola, è insufficiente a mantenere il ricambio generazionale); a causa della diminuita fecondità e della maggiore durata della vita media il tasso di incremento è contenuto; vi sono molti adulti. Nel profilo stazionario infine la piramide è simile ad un rettangolo, i gruppi d’età hanno più o meno la stessa consistenza numerica e il tasso di incremento è vicino allo zero. La forma tozza e affusolata è dovuta allo squilibrio tra natalità e mortalità: il declino della fecondità e la riduzione della mortalità hanno fatto sì che la popolazione sia diventata più vecchia. Gli ultimi due profili sono tipici dei paesi sviluppati dell’Europa Occidentale. A conclusione di quanto detto presentiamo la piramide della popolazione italiana dell’anno 1991, 31-12, e una tabella di dati.

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110 Storia demografica di Castrovillari Tavola 1. Popolazione italiana per sesso Grafico. Dati Istat

e classi di età. Anno 1991. Eta’ Maschi Femmine Totale Year of

Birth 0-4 1.413.955 1.334.966 2.748.921 87-91

5-9 1.481.097 1.404.214 2.885.311 82-86

10-14 1.728.275 1.646.468 3.374.743 77-81

15-19 2.190.181 2.108.385 4.298.566 72-76

20-24 2.303.342 2.231.044 4.534.386 67-71

25-29 2.342.225 2.302.320 4.644.545 62-66

30-34 2.064.499 2.044.785 4.109.284 57-61

35-39 1.901.516 1.908.318 3.809.834 52-56

40-44 1.951.879 1.974.567 3.926.446 47-51

45-49 1.698.500 1.736.919 3.435.419 42-46

50-54 1.785.450 1.865.367 3.650.817 37-41

55-59 1.621.269 1.749.269 3.370.538 32-36

60-64 1.546.346 1.742.690 3.289.036 27-31

65-69 1.338.941 1.658.682 2.997.623 22-26

70-74 804.800 1.105.195 1.909.995 17-21

75-79 731.294 1.106.249 1.837.543 12-16

80 e + 654.394 1.300.630 1.955.024 1911 e-

Totale 27557963 29220068 56778031 ----------

La depressione in corrispondenza della classe 45-49 è effetto della seconda guerra mondiale, mentre la tacca in coincidenza della classe 35-39 è dovuta all’emigrazione internazionale (europea e transoceanica) di quegli anni (1952-56). La popolazione giovanile è il 15,9%, quella adulta è 68,8% e quella anziana il 15,3%. Il grafico della piramide è di tipo riduttivo, stretta alla base (da 0 a 14 anni), larga al centro; dalla classe 50-54 si forma una piramide con vertice in 80 e più. La proporzione dei bambini è insufficiente a garantire il ricambio generazionale; come si può vedere vi sono molti adulti, il tasso di crescita naturale è negativo (-0,0158), quello di fecondità 1,33, il tasso di natalità 9,57‰ e quello di mortalità 9,8‰.

A .3 Indicatori della popolazione. Si definisce indice di mascolinità il quoziente, per 100, tra maschi e femmine ad una data età:

Piramide della popolazione italiana.

Anno 1991. Dati Istat.

Femmine Maschi

1911 -

12 - 16

17 - 21

22 - 26

27 - 31

32 - 36

37 - 41

42 - 46

47 - 51

52 - 56

57 - 61

62 - 66

67 - 71

72 - 76

77 - 81

82 - 86

87 - 91

80 e +

75 - 79

70 - 74

65 - 69

60 - 64

55 - 59

50 - 54

45 - 49

40 - 44

35 - 39

30 - 34

25 - 29

20 - 24

15 - 19

PERCENTUALE

10 - 14

5 - 9

0 - 4

80 +

75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14

5-9 0-4

1911– 12-16 17-21 22-26 27-31 32-36 37-41 42-46 47-51 52-56 57-61 62-66 67-71 72-76 77-81 82-86 87-91

Popolazione italiana. Anno 1991 Femmine Maschi

1 0 1

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Storia demografica di Castrovillari 111

Im = M x 100

F Questo rapporto di coesistenza, alla nascita, è molto stabile in tutte le popolazioni umane ed il suo valore normale oscilla intorno a 105-106 nascite maschili su 100 femminili. Nel mondo nascono più bambini che bambine nella misura del 5-6%. A causa di fattori sociali, oltre che biologici, questo divario si azzera intorno ai 40 anni. Oltre tale limite il rapporto numerico si inverte e le femmine prevalgono fino a diventare il doppio o addirittura il triplo dei maschi con l’avanzare dell’età. L’indice di mascolinità elevato è sinonimo di popolazione giovane. In Italia nel 1861 era di 103,6 mentre nel 1991 è sceso a 94,3 a seguito del progressivo invecchiamento della popolazione.

Dalla struttura della popolazione per sesso e classi di età si possono determinare: 1) l’indice di vecchiaia: Iv = P65+ x 100

P0-14 rapporto tra gli anziani ed i giovani, per l’Italia nel 1991 è stato 96,5% che corrisponde a quasi 96 anziani ogni 100 giovani.

Andamento dell'indice di mascolinità in Italia

dal 1861 al 1991

85

90

95

100

105

110

Periodo

Ta

sso

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991

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112 Storia demografica di Castrovillari

2) l’indice anziani per bambino: Iab = P65+ x 100 P0-5

rapporto tra anziani e bambini in età minore di 6 anni, rappresenta una misura del ricambio generazionale. In Italia nel 1991 vi erano 90,7 vecchi ogni 100 bambini. 3) l’indice del carico di

improduttività anziani: Icia = P65 + x 100 P15-64

rapporto tra anziani improduttivi ed adulti produttivi, in Italia nel 1991 abbiamo avuto 22,2 improduttivi su 100 produttivi; Icig = Po-14 x 100 P15-64 è il carico improduttivo giovani, la somma dei due carichi dà quello totale; 4) l’indice di dipendenza anziani: Ida = P65 + x 100 P20-64 rapporto tra anziani e popolazione attiva, in Italia nel 1991 si sono avuti, ogni 100 attivi, 20 anziani. 5) l’indice di ricambio Ir = P20-64 x 100 P60-64

rapporto tra popolazione attiva e prossimi all’inattività, in Italia nel 1991 è stato di 1325,7 attivi per 100 prossimi pensionati (inattivi); 6) l’indice di carico sociale Ics = P0-19 + P65+

P20-64

rapporto tra giovani fino a 19 anni e anziani rispetto alla popolazione attiva, indica il carico sociale dovuto alle due fasce d’età : giovinezza e vecchiaia; in Italia nel 1991 è stato di 50,4 (di cui 30,5 giovani e 19,9 anziani) per ogni 100 attivi. Si definisce età media di una popolazione il quoziente: M(X) = Xi Pi Pi tra la somma dei prodotti di ogni età Xi per la popolazione Pi, di quella stessa età i , e la popolazione globale.

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Storia demografica di Castrovillari 113

Si definisce vita media ex il numero di anni vissuti da coloro che sopravvivono all’età x ( lx ) ex = 1 + lx + l + ……+ lω – l + lω

2 lx

Si definisce vita media alla nascita (o speranza di vita) il numero medio di anni che un bambino appena nato può aspettarsi di vivere, supponendo costante la mortalità. eo = 1 + l1 + l2 + …….+ lω 2 lo lω = sopravviventi all’età estrema ( ω). Nei paesi a più avanzato sviluppo economico-sociale i nati hanno una speranza media di vita di circa 80 anni se femmine, di 73 se maschi. La differenza è imputabile alla maggiore resistenza della donna alla fatica psichica ed alla malattia; nella regione indiana lo stato di inferiorità in cui è tenuta la donna ne determina l’invecchiamento precoce ed una vita più breve. Presentiamo il grafico relativo alla durata media della

vita in alcune nazioni del mondo e, subito dopo, la tabella dei dati.

Durata media della vita in alcuni stati del mondo.

Anno 1994.

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

Stati

Maschi

Femmine

JP CH F P.B. I D S Usa I ndia Ban. Nep Bhu

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114 Storia demografica di Castrovillari

Tavola 2. Durata media della vita in anni.

Stati Maschi Femmine

Giappone 76,5 83,0 Svizzera 74,5 81,5 Francia 74,5 81,5

Paesi Bassi 74,5 81,5 Italia 75,0 81,0

Germania 74,0 79,5 Svezia 74,5 81,5 U.S.A . 73,5 79,5 India 57,5 55,5

Bangladesh 55,5 54,5 Nepal 51,0 49,0 Bhutan 48,0 46,0

A .4 Popolazione e disoccupazione. Si definisce popolazione attiva l’insieme degli abitanti occupati, disoccupati, alla ricerca della prima occupazione. La popolazione in condizione professionale è costituita da persone occupate e disoccupate alla ricerca di una nuova occupazione. La popolazione in condizione non professionale è costituita da bambini, ragazzi, studenti, anziani, casalinghe, persone in cerca di prima occupazione, militari di leva. La popolazione in condizione non professionale meno quelli in cerca di prima occupazione dà la popolazione inattiva. La popolazione in età lavorativa è costituita dalle persone che hanno più di 14 anni e fino a 65 anni: tali sono i limiti imposti dalla legge per l’ingresso di un individuo nel mercato del lavoro ed per il suo collocamento a riposo. Può essere cambiata da nuove leggi: innalzamento dell’obbligo scolastico, revisione dei limiti di pensionamento. Il tasso di attività è dato dal rapporto tra la popolazione attiva Pa e quella totale P :

Ta = Pa x 100

P In Italia nel 1994 vi erano 426 persone attive su 1000. Si definisce tasso di disoccupazione il quoziente: Td = disoccupati = D + I x 100 Pa D+I+O

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Storia demografica di Castrovillari 115 dove per disoccupati si intende: disoccupati in cerca di una nuova occupazione più persone in cerca della prima occupazione. In Italia nel 1996 è stato del 16,3% , mentre nel Sud l’1-6-1999 è risultato del 22,8%.In particolare si parla di tasso di disoccupazione giovanile, Tdg, quando si rapportano i disoccupati, in età da 14 a 29 anni, alla popolazione appartenente alla stessa fascia di età. La popolazione attiva si articola in tre rami occupazionali: settore primario, secondario e terziario. Appartengono al settore primario gli addetti all’agricoltura, pesca, pastorizia, silvicoltura, allevamento, saline. Al settore secondario appartengono gli addetti all’industria estrattiva, manifatturiera, delle costruzioni edili, dell’installazione di impianti, della produzione e distribuzione di acqua, gas ed energia elettrica. Il terziario comprende tutti i servizi (informatica, telematica, ricerca scientifica), tutte le attività tipiche di un’avanzata economia industriale (finanza, credito, assicurazioni, libere professioni, turismo, spettacolo, marketing, informazioni, servizi industriali, distribuzione e trasporti avanzati) ma anche occupazioni tradizionali (commercio al dettaglio o ambulante, locande e trattorie). Oggi, la maggioranza delle forze attive confluisce nel settore terziario; siamo entrati in quella che ormai viene chiamata “epoca terziaria” caratterizzata dal calo degli occupati nell’industria e dall’aumento nei servizi. Ma la produzione industriale totale resta invariata poiché molteplici attività, un tempo eseguite manualmente dagli operai, sono oggi completamente realizzati da apparecchiature automatizzate. Il grafico successivo mostra gli occupati per settore in Italia nel 1995.

Occupati per settore in Italia.

Anno 1995.

28,50%

8,40%

63,10%

Prim ario

Secondario

Terziario

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116 Storia demografica di Castrovillari A .5 La mortalità. Si definisce tasso di mortalità il rapporto, per mille, tra i morti in un anno e la popolazione dell’anno al 30 Giugno: Qm = M x 1000

P

Mediante i tassi di mortalità, osservati in Italia dal 1861 al 1994, abbiamo costruito il grafico sottostante che riflette le variazioni della mortalità: l’andamento quasi costante, a partire dagli anni Cinquanta, sta a significare che la riduzione della mortalità è riuscita a compensare, appena, il progressivo invecchiamento della popolazione.

Il tasso di mortalità diminuisce, oltre che con l’aumento della popolazione, al passaggio da economie povere ad economie ricche; dopo la rivoluzione industriale, grazie ai progressi della medicina, alcune malattie sono scomparse ed il tasso di mortalità è diminuito , ma sono cambiate le cause di morte. Ogni epoca storica genera le sue forme di malattia morbosa. Si pensi alla pellagra, al beri-beri, alla peste, alla lebbra, alla tubercolosi; la civiltà contemporanea è segnata dalle malattie cardiovascolari, dai tumori e dall’Aids (la peste del XX secolo).

E vo luz ione de i tas s i d i m orta lità in Ita lia .

0

5

1 0

1 5

2 0

2 5

3 0

P e rio d o

Ta

ss

o

1 8 6 1 -7 0 1 9 5 1 -6 0 1 9 8 9 1 9 9 4

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Storia demografica di Castrovillari 117 Le degradate condizioni di vita di alcuni popoli: il precario stato fisico delle donne, il latte materno povero di elementi nutrizionali necessari per la crescita, le cattive condizioni igieniche delle case, l’umidità degli ambienti ove abitano, l’abbigliamento inadeguato provocano la morte dei bambini nei primi anni e anche nei primi mesi di vita. La mortalità infantile è data dal rapporto tra i decessi di 0 anni compiuti e i nati vivi nell’anno, per mille: Qmi = M0 x 1000

N E’ un buon indicatore dello stato di salute di una popolazione e ne rispecchia lo sviluppo socio–economico. In Italia nel 1995: il quoziente di mortalità infantile è stato del 6,9‰, mentre nel 1900 era del 196‰.

A .6 La natalità e la fecondità.

Il termine natalità indica il contributo delle nascite rispetto alla variazione della popolazione; il termine fertilità, invece, si usa per indicare la capacità della donna a dare luogo ad un nato vivo, mentre per fecondità si intende l’intensità delle nascite realmente osservate. La natalità diminuisce al crescere del benessere, è maggiore nelle campagne che non nelle città. Si misura mediante il tasso (o quoziente generico) di natalità inteso come rapporto tra i nati in un anno e la popolazione al 30-6 del medesimo anno (per 1000):

Qn = N x 1000 P

Esso decresce al crescere della popolazione e viene usato sia come indicatore del livello generale di fecondità sia come misura di breve periodo della fecondità. Una stima della fecondità, migliore della precedente, si ottiene rapportando i nati vivi dell’anno alla popolazione femminile in età feconda (da 15 a 49 anni) ed è detta quoziente globale di fecondità generale (Q G F G): Q.G.F.G. = N x 1000 F15-49

Ma la misura ideale per la fecondità si ricava attraverso i quozienti specifici di fecondità per intervalli di età, dividendo i nati vivi da donne appartenenti ad una certa classe di età per il totale delle donne presenti nella stessa classe.

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118 Storia demografica di Castrovillari La somma dei quozienti specifici relativi ad ogni classe o intervallo d’età prende il nome di tasso di fecondità ( discendenza finale media o coefficiente di riproduzione) ed è una stima del numero medio di figli per donna in età feconda. In mancanza dei quozienti specifici si può ottenere moltiplicando il Q.G.F.G., diviso mille, per 35 ( intervallo fecondo): Tf = 35 x Q.G.F.G. 1000 Un altro indicatore della fecondità è il rapporto tra i bambini di età minore di 5 anni e le donne in età feconda che si usa quando non si conoscono i nati vivi: Rf = P0 - 4 x 1000 F15 - 49 La somma dei quozienti specifici femminili di fecondità si chiama tasso lordo di riproduzione del momento, T.L.R.M. , e rappresenta una stima del numero di figlie femmine per donne in età feconda. In assenza dei quozienti specifici femminili un valore approssimato si può ottenere moltiplicando il tasso di fecondità per 0,488 (proporzione di nascite femminili): T.L.R.M = Tf x 0,488

Poiché non tutte le donne da 15 a 49 anni sopravvivono al termine dell’intervallo fecondo, volendone tener conto, si può moltiplicare il T.L.R.M. per la probabilità di sopravvivenza all’età media alla maternità valutata in 0,9860301 e si ottiene l’equivalente tasso netto: T.N.R.M = T.L.R.M x 0,9862301 TNRM = 1 corrisponde ad una discendenza finale media di 2,1 ed indica che nella popolazione viene assicurata la semplice sostituzione delle madri con le figlie. A questo livello di fecondità l’ammontare della popolazione è stazionario. Esiste una stretta correlazione tra la fecondità ed il TNRM che vogliamo evidenziare. Un livello di fecondità maggiore di 2,1 implica la crescita demografica e ciò richiede che il TNRM sia maggiore di 1. Un livello di fecondità minore di 2,1 comporta una caduta demografica e ciò richiede che il TNRM sia minore di 1. Un livello di fecondità uguale a 2,1 corrisponde alla crescita zero e ciò richiede che il TNRM sia uguale a 1.

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Storia demografica di Castrovillari 119

In pratica, ogni donna, partorendo due figli (il decimale dipende dal persistere di una modesta mortalità infantile, dalla presenza di coppie sterili e di donne che non intendono procreare per libera scelta) permette alla coppia di riprodursi e, dunque, fa sì che la sua generazione si rinnovi. In certi casi, se si verificano determinate condizioni sul TNRM, si può calcolare il tasso r di crescita naturale che indica le possibilità di variazioni future della popolazione: r=0 denota una popolazione stazionaria; r>0 indica una popolazione potenzialmente crescente; r<0 significa che la popolazione è potenzialmente decrescente. Una popolazione femminile, chiusa alla fecondità ed alla mortalità, nel tempo raggiunge uno stadio stabile a partire dal quale cresce al tasso r. Per lo studio della popolazione servono sia il tasso di natalità che il tasso di fecondità in quanto evidenziamo: il primo gli effetti di fenomeni demografici verificatisi nel corso delle generazioni precedenti, il secondo ci aiuta a capire meglio lo sviluppo delle generazioni future. Ad esempio, la mortalità eccezionale dovuta alla seconda guerra mondiale, a distanza di una generazione, si è ripercossa sulla natalità, mentre l’elevata natalità del dopoguerra si ripercuoterà sul carico sociale nel 2006 per via delle tante persone che arriveranno a 60 anni. Il grafico successivo confronta la discendenza finale media con il tasso lordo di riproduzione del momento.

A n d a m e n t o d e l t a s s o d i f e c o n d i t à e d i

r i p r o d u z i o n e .

0

0 , 5

1

1 , 5

2

2 , 5

3

3 , 5

A n n i

Tf-

Tlrm T f

T l r m

1 9 3 1 1 9 5 1 1 9 6 1 1 9 7 1 1 9 8 1 1 9 9 0 1 9 9 1 1 9 9 2 1 9 9 3 1 9 9 4

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120 Storia demografica di Castrovillari A .7 La migrazione. La mobilità territoriale è uno dei fenomeni più tipici delle società umane; essa è stata causata, in ogni epoca storica, dallo squilibrio tra crescita demografica e risorse disponibili ma, anche, da conflitti politici, religiosi, etnici, dalle guerre. Dopo la rivoluzione industriale i flussi migratori sono stati distinti in varie categorie: migrazioni internazionali (da uno Stato all’altro, da un Continente all’altro), migrazioni interne (da una regione all’altra dello stesso Stato, ma anche nell’ambito della stessa regione), le migrazioni coatte (la popolazione si sposta con la forza dal luogo di origine e non per propria scelta), i movimenti pendolari (spostamenti quotidiani di persone che al mattino e alla sera si muovono dal luogo di residenza a quello di lavoro e viceversa entro un raggio non molto grande, normalmente entro 50 Km per le grandi metropoli). Le migrazioni internazionali si distinguono, a loro volta in migrazioni internazionali da lavoro (gente che dopo aver lavorato all’estero fa ritorno in patria), a carattere temporaneo, e migrazioni transoceaniche (dall’Europa verso l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda), a carattere (di solito) permanente, osteggiate dai governi e dall’opinione pubblica per ragioni economiche e sociali. Le migrazioni interne sono definitive e coinvolgono l’intero nucleo familiare; si suddividono in migrazioni dalla campagna alla campagna, dalla campagna alla città, da una città all’altra. Tra le migrazioni coatte la più imponente fu la “tratta dei negri” ad opera di mercanti olandesi, inglesi e francesi, organizzata, subito dopo la scoperta dell’America, per fornire di manodopera le colonie europee. I flussi che oggi interessano l’Italia sono quelli internazionali dall’Asia, dall’Africa, dal Sud America e dall’Est Europa. La loro entità è difficile da stimare a causa del carattere di clandestinità da cui sono accompagnati. Vi sono in Italia quasi due milioni di stranieri con regolare permesso di soggiorno e quasi un altro mezzo milione ( è difficile fare stime precise) è senza permesso di soggiorno e senza lavoro. Per valutare l’impatto delle correnti migratorie sull’economia, la società e la cultura dei paesi di destinazione dei flussi, occorre considerare il rapporto numerico e di forza tra la popolazione autoctona e quella allogena. Ringiovanisce il paese verso il quale si emigra ed invecchia quello dal quale si emigra. Progredisce l’economia del primo e cresce anche il reddito del secondo, per la rimessa di valuta pregiata dei lavoratori alle proprie famiglie, ma in modo non direttamente proporzionale alla perdita di produttività che subisce. Il seguente grafico mette in evidenza i flussi migratori diretti all’estero che hanno interessato l’Italia dal 1901 al 1990: appare chiaro il carattere definitivo che ha contrassegnato l’emigrazione transoceanica del primo ventennio del 1900 e quello temporaneo dell’ultimo trentennio.

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Storia demografica di Castrovillari 121

. A .8 Incremento demografico. Se indichiamo con N i nati, M i morti, I gli immigrati, E gli emigrati, N-M il saldo naturale, I-E il saldo migratorio, tutti riferiti allo stesso tempo t(epoca di un censimento), detta Pt la popolazione al tempo t e Pt+n quella al termine dell’intervallo (t, t+n) avremo la seguente equazione: Pt+ n = Pt + (N - M) + (I - E)

detta equazione della popolazione. Mentre, se isoliamo i due saldi, troviamo il bilancio demografico: Pt+ n – Pt = (N – M) + (I - E) Se al passaggio da t a t+n il tasso di crescita r è costante e la popolazione cresce come un capitale ad interesse semplice avremo:

M o v im e n to m ig ra to r io c h e h a in te re s s a to

l'Ita lia d a l 1 9 0 1 a l 1 9 9 0 .

0

2

4

6

8

1 0

1 2

1 4

1 6

1 8

1 9 0 1 -

1 0

1 9 1 1 -

2 0

1 9 2 1 -

3 0

1 9 3 1 -

4 0

1 9 4 1 -

5 0

1 9 5 1 -

6 0

1 9 6 1 -

7 0

1 9 7 1 -

8 0

1 9 8 1 -

9 0

A nn i

Rim

patr

iati-E

spatr

iati

R im p a tria t i

E sp a tr ia ti

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122 Storia demografica di Castrovillari

Pt+ n = Pt (1 + r n) da cui r = Pt+ n –Pt n Pt detto tasso di crescita aritmetica. Se al passaggio da t a t+n la popolazione cresce come un capitale ad interesse composto avremo:

1 Pt+ n = Pt (1+ r) n da cui r = (Pt+n /Pt)

n - 1

detto tasso di crescita geometrica. Dalla relazione : (1 + r )x = 2 ( si ipotizza Pt+ n = Pt) avremo: x = ln2 ln(1+r)

che fornisce il tempo di raddoppio della popolazione. Se nell’intervallo (t, t+n) la crescita è istantanea, al tasso costante r, si parla di crescita continua, esponenziale o malthusiana. Avremo: Pt = Po * ert da cui il tasso di crescita r è uguale a : r = 1 ln ( Pt /P0) t

Essa descrive bene l’accrescimento della popolazione per brevi periodi e piccole popolazioni; nel lungo periodo conduce a risultati paradossali perché non tiene conto che la crescita della popolazione non è avvenuta ad un tasso costante r , ma attraverso cicli caratterizzati da espansioni e contrazioni.

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Riferimenti bibliografici

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G. De Bartolo Elementi di analisi demografica

e Demografia applicata (1997)

G, De Bartolo-M.Prati Demografia poteri locali e territorio in Calabria(1997)

G. De Bartolo-E.Zavarrone Esercizi e complementi di Demografia (1997)

F. Di Vasto Storia e Archeologia di Castrovillari (1995)

L. Di Vasto La scuola in Calabria(1994)

T. Fisher Il nostro mondo sovrappopolato (1967)

A. Iannicelli Paesi di Calabria (1991)

Istat Popolazione residente dei Comuni d’Italia (1861-2001)

Istat IX-X-XI-XII-XIII-XIV Censimento della popolazione e delle

abitazioni della provincia di Cosenza (1951-61-71-81-91-01)

D. Laudadio-G.Trombetti Cristoforo Pepe Storico e Artista(1986)

C. M. L’Occaso Storia di Castrovillari(1977)

E. Miraglia Notizie storiche su Castrovillari(1989)

A. Sitongia Diario della memoria castrovillarese (1997)

La ricerca dei dati è stata effettuata presso:

Camera di Commercio di Cosenza

Archivio di Stato di Cosenza

Archivio di Stato di Castrovillari (tesi di laurea)

Ufficio di Stato Civile del Comune di Castrovillari

Biblioteca comunale di Castrovillari

Ufficio di Stato Civile del Comune di Frascineto

Classe VB Mercurio A.S. 1999/2000

Alessio Paola

Corino Nicolina

De Gaio Anna

De Tommaso Gemma

Di Vasto Angela

Libonati Antonella

Francomano Marianna

Oliveto Maria Pia

Pellicori Marica

Russo Annamena

Taranto Maria Antonietta

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