50
Sta attento! Sta fermo!! Rifletti prima di parlare!!! …Dentro al mondo complesso dei disturbi della regolazione Maurizio Pincherle Neuropsichiatria infantile - Centro ADHD AV3 ASUR - Macerata

Sta attento! Sta fermo!! Rifletti prima di parlare!!!€¦ · Sta attento! Sta fermo!! Rifletti prima di parlare!!! …Dentro al mondo complesso dei disturbi della regolazione Maurizio

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

  • Sta attento! Sta fermo!!

    Rifletti prima di parlare!!!

    …Dentro al mondo complesso dei disturbi

    della regolazione

    Maurizio Pincherle

    Neuropsichiatria infantile - Centro ADHD

    AV3 ASUR - Macerata

  • Cosa tratteremo oggi

    I Disturbi della regolazione

    ADHD – caratteristiche cliniche, diagnosi e comorbidità

    DOP - caratteristiche cliniche

    I disturbi della regolazione: Cosa fare

    Intervento sulla famiglia: il parent training

    Cosa fare a scuola – il lavoro con gli insegnanti – esempi di strategie didattiche

  • Cosa sono i disturbi della regolazione - 1

    Riguardano le difficoltà nella regolazione dei processi fisiologici, affettivi, attentivi, motori e

    sensoriali e nell'organizzazione degli stati di coscienza.

    Si presentano in sei forme principali:

    ipersensitivo: il bambino è iperreattivo alle esperienze sensoriali quotidiane. Presenta uno dei

    seguenti sintomi: si arrabbia facilmente e si calma con fatica; si sveglia di notte e si

    riaddormenta solo in braccio alla madre; di fronte a situazioni nuove corre in braccio alla

    madre; evita ambienti e situazioni nuove; a scuola evita il gruppo e ricerca una relazione duale

    con l'insegnante;

    iporeattivo: può essere iper- o iporeattivo agli stimoli sensoriali, ha difficoltà motorie e nei

    processi uditivi e verbali, presenta almeno uno dei seguenti sintomi: deficit di attenzione e

    concentrazione; è molto ritirato ma non rifiuta i tentativi di avvicinamento;

  • Cosa sono i disturbi della regolazione - 2

    attivo/aggressivo: presenta deficit attentivi, di pianificazione motoria e di motricità fine;

    tende a correre o strisciare su cose o persone urlando; presenta almeno uno dei seguenti

    sintomi: eccessiva attività; atteggiamenti aggressivi distruttivi; difficoltà di inibire

    l'eccitazione; ADHD

    disturbo misto: è un mix dei precedenti disturbi. Presenta deficit di elaborazione motoria,

    uditiva, verbale, visuo-spaziale, sensoriale,percettivo-motoria;

    disturbi del sonno: unico sintomo è la difficoltà ad addormentarsi o svegliarsi legato a più

    generali difficoltà nell'affrontare i momenti di transizione;

    disturbi dell'alimentazione: unico sintomo è il non acquisire i giusti ritmi di alimentazione. può

    essere accompagnato da successivi deficit motori e risposte sensoriali abnormi. Anche in questo

    caso è legato a difficoltà ad affrontare i momenti di transizione.

  • ADHD – Sintesi delle caratteristiche cliniche

    Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention-

    Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato da un

    inappropriato livello di inattenzione, impulsività ed iperattività motoria.

    Secondo il DSM 5:

    Almeno sei dei nove sintomi di inattenzione e/o iperattività (5 al di sopra dei 17 anni) - Crit. A

    Per la conferma della diagnosi di ADHD i sintomi devono essere presenti prima dell'età 12 anni,

    mentre il DSM- IV fissa l’età per la diagnosi a 7 anni. – Crit. B

    Several inattentive or hyperactive-impulsive symptoms are present in two or more settings

    (e.g., at home, school, or work; with friends or relatives; in other activities). Crit. C

  • Sintomi da inattenzione - 1

    Scarsa cura per i dettagli, errori di distrazione

    Labilità attentiva

    Sembra non ascoltare quando si parla con lui/lei

    Non segue le istruzioni, non porta a termine le attività

    Ha difficoltà a organizzarsi

  • Sintomi da inattenzione - 2

    Evita le attività che richiedano attenzione prolungata, come i compiti ecc.

    Perde gli oggetti

    È facilmente distraibile da stimoli esterni

    Si dimentica facilmente cose abituali

  • Sintomi da iperattività

    Irrequieto, non riesce a star fermo su una sedia

    In classe si alza spesso anche quando dovrebbe star seduto

    Corre o si arrampica quando non dovrebbe

    Ha difficoltà a giocare tranquillamente Sempre in movimento, come “attivato da un motorino”

    Parla eccessivamente

  • Sintomi da impulsività

    Risponde prima che la domanda sia completata

    Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno

    Interrompe o si intromette nelle attività /conversazioni di coetanei o adulti

  • Diagnosi di ADHD - 1

    LINEE GUIDA SINPIA – La Diagnosi di ADHD è essenzialmente CLINICA

    Raccogliere informazioni da fonti multiple (genitori, insegnanti, educatori)

    Colloquio con il bambino (scale di autovalutazione ansia e depressione)

    Valutare le capacità cognitive e l’apprendimento scolastico

    Valutare in modo obiettivo le capacità attentive, di pianificazione e di autocontrollo

    Effettuare l’esame medico e neurologico

  • Diagnosi di ADHD - 2

    LINEE GUIDA SINPIA – La Diagnosi di ADHD è essenzialmente CLINICA

    Non esistono test diagnostici specifici per l’ADHD

    i tests neuropsicologici, i questionari per genitori ed insegnanti, le scale di valutazione sono

    utili per misurare la severità del disturbo e seguirne nel tempo l’andamento.

  • Comorbidità

    Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) – (disturbo della condotta)

    Disturbo d’ansia e Disturbo dell’umore

    Disturbo di apprendimento (DSA)

  • Comorbidità Studio MTA (Multimodal Treatment for ADHD)

    ADHD

    40% Oppositional

    defiant disorder (ODD)

    14% Conduct disorder

    34% Anxiety

    11% Tic

    4% Mood

    The MTA Cooperative Group (1999). A 14-month randomized clinical trial of treatment strategies for attention-deficit/ hyperactivity disorder. Arch Gen

    Psychiatry; 56: 1073-86.

  • Quadro clinico Decorso del Disturbo – Deficit psicosociale

    Sintomi nucleari

    Inattenzione

    Iperattività

    Impulsività

    Comorbidità psichiatriche

    Disturbi dirompenti del

    comportamento (disturbo della

    condotta e disturbo oppositivo-

    provocatorio)

    Disturbi di ansia e di umore

    Portano a +

    Deficit funzionali Sé Bassa autostima Incidenti e danni fisici Fumo / abuso di sostanze Delinquenza Scuola/ lavoro Difficoltà accademiche/

    risultati insoddisfacenti Difficoltà lavorative Casa Stress familiare Difficoltà come genitori Società Scarse relazioni interpersonali Deficit di socializzazione Difficoltà relazionali

    Biederman J et al. 2003.”Determining and Achieving Therapeutic Targets for ADHD Across the Life Span. J Clin Psychiatry, JCP Visuals, 5(2)

  • Criteri diagnostici per il Disturbo Oppositivo –

    Provocatorio I°

    A. Una modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o più) dei seguenti sintomi:

    1) spesso va in collera;

    2) spesso litiga con gli adulti;

    3) spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti;

    4) spesso irrita deliberatamente le persone;

    5) spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo

    comportamento;

    6) è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri;

    7) è spesso arrabbiato o rancoroso;

    8) è spesso dispettoso o vendicativo.

  • Criteri diagnostici per il Disturbo Oppositivo

    Provocatorio II°

    B. l’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.

    C. I comportamenti non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Psicotico o di un Disturbo dell’Umore.

    D. Non sono soddisfatti i criteri per il Disturbo della Condotta e, se il soggetto ha 18 anni o più, non risultano soddisfatti i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità.

    Non va applicato ai bambini tra 18 e 36 mesi

    Spesso è precursore di un disturbo della condotta

    spesso associato a modesto ritardo mentale o deficit dell’attenzione/iperattività

  • I disturbi della regolazione a scuola: Cosa fare

  • Partiamo dal modello psicopatologico dell’adhd

    DEFICIT NEUROLOGICO + FATTORI DI RISCHIO ED EVENTI DI VITA

    DIVERSI LIVELLI E TIPOLOGIE DI DEFICIT

    COMPORTAMENTI SINTOMATICI E INEFFICACI NELLE PERFORMANCE TIPICHE

    DELL’ETA’

    Disattenzione, impulsività, iperattività e incompetenza sociale

    BIAS ATTRIBUTIVO OSTILE E SINTOMI INTERNALIZZATI

    Aspettative negative sugli altri, > aggressività, ansia e timore del

    giudizio, ecc

    BASSA AUTOSTIMA E VALUTAZIONI NEGATIVE

    SUGLI ALTRI RISPOSTE ALTRUI

    Controllo coercitivo e/o rinuncia

    AUTOVALUTAZIONI NEGATIVE

    BASSA AUTOSTIMA E AUTOEFFICACIA

    MECCANISMI AUTO-CONFIRMATORI

    Ansia e Evitamento delle prove e dell’impegno, confronto con gli altri,

    demotivazione

  • La TERAPIA con il bambino ADHD deve prevedere

    a) Adeguato e attento assessment (chi è Paolo?)

    • Colloquio con i genitori

    • Colloquio con il bambino

    • Valutazione testistica

    • Restituzione al bambino

    • Restituzione ai genitori

    b) un addestramento / consulenza ai contesti in cui il bambino vive (scuola

    e famiglia)

    c) intervento individualizzato con il bambino

    Il trattamento

  • Scopi e obiettivi del trattamento

    Ridurre i sintomi dell’ ADHD

    Ridurre i sintomi in comorbidità

    Ridurre il rischio di altre complicazioni

    Educare il paziente e l’ambiente nei confronti del disturbo

    Adattare l’ambiente ai bisogni del bambino (contesto facilitante)

    Migliorare le capacità di adattamento del bambino, dei genitori, degli

    insegnanti

    Cambiare l’atteggiamento negativo

  • Lavoro con genitori

    I genitori possono fare attribuzioni pessimistiche riguardo al locus of control

    del problema, la sua stabilità e la sua possibile risoluzione.

    Le attribuzioni materne tendono a focalizzarsi su caratteristiche stabili e

    disposizionali del bambino.

    I genitori di bambini con problemi potrebbero non accettare facilmente la

    premessa che le loro pratiche genitoriali abbiano giocato un ruolo importante

    nel rinforzo dei comportamenti non adeguati o che possano essere usate per

    modificare la situazione.

    Le attribuzioni genitoriali negative e pessimistiche sono da tenere in conto,

    dato che, non solo generano stati emotivi nei genitori stessi, ma li inducono

    anche ad assumere delle pratiche fallimentari o peggiorative (es. coercitive).

  • Credenze genitoriali disadattive

    Non posso realmente controllare il comportamento di mio figlio

    Io so che mio figlio si comporta male intenzionalmente

    Lui si può controllare se realmente lo vuole

    Non c’è niente che possa fare che realmente funzioni

    Il suo comportamento è proprio l’espressione di quello che è lui

    Non ho molta fiducia nelle mie abilità e in quelle del mio partner per

    cambiare la situazione

    So che agisce per farmi arrabbiare o per provocarmi

    Lui ha una personalità povera / inferiore / mediocre

  • Credenze sul trattamento

    E’ il terapeuta che si prenderà in carico il problema di mio figlio

    Io non mi aspetto troppo dal trattamento

    Se funziona allora il cambiamento sarà rapido, ci saranno immediati progressi

    e scarse ricadute durante il trattamento

    Il trattamento proposto non è direttamente rilevante per il problema

    principale (“perché lavora come me, se è il mio bambino che ha dei

    problemi?”

    Il trattamento non richiederà troppo impegno da parte mia.

  • Colloquio con i genitori -1

    È la fase iniziale del processo di assessment, ma anche l’inizio di una buona

    ed efficace terapia.

    Gli scopi e gli obiettivi sono vari:

    - creare un clima e un rapporto di fiducia

    - acquisire informazioni sul “problema”: la storia, le teorie esplicative dei

    genitori rispetto al problema, le aspettative rispetto alla terapia

    - condurre i genitori ad un’analisi funzionale del “problema”

    - porre attenzione al mondo interno del singolo genitore e a come questo si

    esprime nelle sequenze interattive con il bambino

  • Colloquio con i genitori -2

    Acquisire informazioni sul “problema”: la storia, le teorie esplicative dei genitori

    rispetto al problema, le aspettative rispetto alla terapia

    In che cosa consiste esattamente il problema (la sofferenza) del bambino:

    quali sono le manifestazioni e i cosiddetti sintomi?

    Come pensa si sia generato tale tipo di problema?

    Come pensa che si mantenga questo problema (sofferenza)?

    In che modo, a suo parere, la consulenza psicologica può intervenire su tale

    sofferenza e/o risolvere il problema?

    Quale dovrebbe essere secondo lei il ruolo del terapeuta?

  • Condurre i genitori ad un’analisi

    funzionale del “problema”

    PROBLEMA (B) : definire il problema, presentandolo come un comportamento

    Quando è stato osservato il problema per la prima volta e da chi?

    Quanto spesso ricorre il problema ed in quali contesti? Qual è l’intensità /

    gravità del comportamento in ciascun contesto?

    Quali sono i tipici antecedenti del comportamento? (eventi che attivano il

    comportamento /problema); quali sono le situazioni in cui il comportamento

    non si verifica? (A)

    Cosa accade normalmente dopo che il comportamento si presenta? Cosa è

    stato fatto per modificare le conseguenze e /o per evitare che il

    comportamento si presenti? (C)

    Quali effetti ha il problema sul bambino e sulle persone che ha intorno?

  • Il parent training

    Numero INCONTRI : 9

    DURATA media di un incontro : 1 ora e mezza / 2 ore

    CADENZA degli incontri : ogni 15 GIORNI

    Numero PARTECIPANTI : 5 /6 COPPIE

    Numero CONDUTTORI : 2 CONDUTTORI

  • Le componenti essenziali del parent

    training

    Favorire la modifica di pensieri ed atteggiamenti non positivi al cambiamento

    Favorire una migliore gestione delle problematiche cognitive e

    comportamentali del ragazzo

  • Il percorso

    1- la comprensione del problema

    2- preparazione dei genitori al cambiamento

    3- analisi temporale di comportamenti negativi

    4- scelte educative che favoriscono l’autoregolazione

    5- individuare i comportamenti negativi del bambino

    6- ampliare il proprio bagaglio di strategie

    7- agire d’anticipo e con un piano in testa

    8- il genitore come abile solutore di problemi

    9- un bilancio del lavoro svolto

  • La scuola – Il lavoro con gli insegnanti

    Dare informazioni sul disturbo

    Facilitare una visione positiva del bambino

    Insegnare l’analisi funzionale del comportamento – problema

    Strutturare insieme agli insegnanti interventi mirati alla gestione,

    modificazione del comportamento

    Stabilire incontri successivi al fine di monitorare l’andamento delle tecniche

    attuate e le reazioni del bambino

  • L’intervento a scuola sul bambino con

    disturbo della regolazione

    1. Predisposizione di un ambiente facilitante

    2. Gestione delle lezioni

    3. Gestione del comportamento

    4. Approccio metacognitivo

    5. La gestione dello stress dell’insegnante (nella scuola non sono previste azioni

    per il trattamento del burn-out dei docenti).

  • La gestione del comportamento

    Il monitoraggio

    L’osservazione e l’analisi funzionale del comportamento

    L’uso di gratificazioni e punizioni

    Il time-out

  • L’approccio metacognitivo

    Problem-solving

    Gestione delle emozioni

    Autostima

    Attribuzioni

  • Cosa può fare la scuola per il bambino

    con disturbo della regolazione

    Organizzazione della classe e dei tempi di lavoro

    Organizzazione del materiale

    Organizzazione del lavoro scolastico

    Attività pianificate nel tempo libero o nelle situazioni di transizione

    Approccio al compito e la struttura della lezione

    Il coinvolgimento della classe (tutoraggio, apprendimento cooperativo)

  • Interventi psico-educativi sui

    comportamenti problema

  • Presupposti alla valutazione funzionale

    dei comportamenti problema:

    Il comportamento problema svolge una funzione specifica

    Il comportamento problema ha un intento comunicativo

    Il comportamento problema si correla agli eventi che lo precedono e lo

    seguono e non si manifesta casualmente , ma può avere lo scopo di

    controllare l’ambiente

    Un solo comportamento problema può avere molteplici funzioni

  • Interventi psico-educativi sui comportamenti

    problema: l’ osservazione

  • Utilizzo dell’analisi funzionale

  • I rinforzi

    Rinforzi tangibili: consistono in premi materiali.

    Rinforzi sociali: sono manifestazioni di approvazione e affetto quali

    complimenti, sorrisi, carezze, elogi, riconoscimenti, ecc..

    Rinforzi simbolici: consistono in bollini o gettoni che una volta accumulati

    vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche forma di

    rinforzo dinamico.

    Rinforzi dinamici: consistono in attività gratificanti o privilegi particolari che

    hanno una valenza positiva per la persona che ne beneficia.

  • Errori nell’uso dei rinforzi

    Offrire enormi ricompense per un grande miglioramento

    (es. ti compro una bici nuova se per 1 mese non litighi con tuo fratello)

    Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto

    (es. se adesso ti lascio uscire, devi promettere che quando torni finisci gli

    esercizi)

    Promettere al bambino una ricompensa per far cessare il suo comportamento

    oppositivo

    (es. se adesso smetti di fare i capricci e cominci a lavorare, dopo potrai usare il

    computer)

  • I contratti comportamentali

    Stesura cooperativa fra bambino e insegnante di un contratto con specifici accordi

    Frutto di effettiva collaborazione (incremento di comprensione e motivazione a rispettare l’accordo)

    Può includere più comportamenti

    Comportamenti non multicomponenziali

    Richiesta commisurata alle effettive capacità del bambino (durata e frequenza)

    Le gratificazioni devono essere effettivamente motivanti e disponibili

    Quando gli obiettivi sono acquisiti, il contratto va aggiornato o sostituito

  • Il costo della risposta

    Al comportamento negativo segue per il bambino la perdita di un privilegio o di un premio o di un’attività piacevole; è il “pagare pegno” del bambino per il proprio comportamento

    Il costo della risposta deve essere:

    Proporzionale all’azione negativa

    Corredato da informazioni chiare

    Controllabile nella sua applicazione

    Comunicato o concordato in anticipo

    Non flessibile nella sua applicazione

    E’ utile soprattutto per comportamenti negativi non gravi, specie in relazione allo scarso impegno (dire bugie, disubbidire, non fare o terminare i compiti,

    rifiutarsi di svolgere o abbandonare un’attività,..)

  • La punizione

    Qualsiasi evento, oggetto o comportamento che riduca la probabilità che si ripeta il comportamento a cui viene applicata

    Quando necessaria, deve essere:

    - Spiacevole per il bambino

    - Priva di aggressività

    - Fonte di informazioni

    - Psicologicamente neutra

    - Immediata

    - Proporzionata alla gravità dell’azione

    - Facilmente applicabile ed inevitabile

    - Legata al comportamento e con esso incompatibile

    È sempre necessario fornire al bambino un’ alternativa per raggiungere gli stessi scopi

  • Rischi della punizione

    Insegnare modelli di comportamento aggressivo

    Danneggiare la relazione di aiuto

    Produrre comportamenti di evitamento o addirittura di rinforzamento del

    comp. Problema

    Produrre ansia, disagio e disturbi emozionali

  • Il lavoro in piccolo gruppo

    Le mappe contestualizzate

    Pensiamo ad una situazione in cui vi siete sentiti a disagio (o problematica)

    Cosa vi e’ capitato

    Cosa avete fatto/come avete reagito

    COME AVREMMO POTUTO FARE

    CREIAMO UNA MAPPA CONTESTUALIZZATA che riassuma le tappe che avremmo

    dovuto seguire (es. Compleanno, sono andato al campo e non ho rispettato le

    regole, al mattino mi sveglio presto, ma sono sempre in ritardo etc....)

    Analisi dei comportamenti adottati da parte del gruppo

  • SCHEMA DI MAPPA CONTESTUALIZZATA

    Cosa ho fatto?

    Situazione: un compagno mi ha stuzzicato

    Mi sono arrabbiato e l’ho picchiato

    E stato un

    successo? SI

    NO

    Cosa potevo fare?

    Il mio comportamento è

    corretto

  • Fare finta di nulla Chiedere perchè

    Dirgli che ero arrabbiato e

    andare dalla maestra

    CONSEGUENZE

    Ha continuato

    Per un po’ e poi

    Si è stancato

    Non ha saputo dare una

    risposta ed è scappato

    La maestra

    punisce anche me

    Qual è la più

    conveniente?

    SCELTA

  • Regolare la propria emotività

    Bollettino di COME CI SI SENTE

    descrizione e riconoscimento delle varie emozioni

    riconoscere le emozioni

    Racconti personali in cui si sono provate determinate emozioni

    Condivisione di stati emotivi

  • Regolare la propria emotività

  • ….Grazie per

    l’attenzione !!