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Rivista bimestrale euro 4 | Spedizione in abb. post. | D.L. 353/2003 (conv. in L. 2702204 n.46) | art.1, comma1, DCB Bergamo, in caso di mancato recapito restituire al mittente | Tassa pagata BG CPO sport & clubs | NUMERO SEI | DICEMBRE 2008 N U M E R O S E I WWW.SPORTANDCLUBS.IT

Sport&Clubs - Il magazine dello sport a bergamo

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Sport a bergamo

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L’eccellenza della Medicina

Prevenzione ginecologicaPrevenzione e Riabilitazione in acqua

Prevenzione e Riabilitazione in palestraPreparazione atletica

Attività ambulatoriale e visite specialisticheOdontoiatria

Psicologia clinica

Consulenza a scuole e società sportiveRicerca scientifica e formazione

Convegni medico-scientificiDiagnostica per immagine

Mammografia ottica (in assenza di radiazioni ionizzanti)Mammografia digitalizzata

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Muscolo tendineaOstetrico-ginecologicaDiagnostica prenatale

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dalla maternità all’età adulta

P h y s i o M e d i c a s . r . l - 2 4 1 2 6 B e r g a m o , V i a Z a n i c a 6 t e l . 0 3 5 4 2 3 . 4 2 1 . 1f a x 0 3 5 4 2 3 . 4 2 1 . 2 - w w w . p h y s i o m e d i c a . e u - i n f o @ p h y s i o m e d i c a . e u

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24049 Verdello (BG)Strada Provinciale Francesca (altezza CASCINA S. DAMIANO)

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c r a z y c r a z yS N O W

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direttore responsabile e redazionevice direttorepubblicitàmarketingwebimpaginazione e graficafotografia

editoreinfo e abbonamentispazi pubblicitari

luca cavadinimarco marsili

bergamo comunication&eventsbc&e 035.46.21.82

www.sportandclubs.it - bc&esimone cavadini- bc&e

s&c - la sarti - paolo stroppasanmarco

bc&et. 035.462182 | [email protected]

035.462182 (bc&e)

hanno collaborato alessandro leopardialessandro vinci

eugenio sorrentinofederico antonioni

lorenzo macrì and familypap

rolling beatleswoody

ringraziamenti angelo meroniclaudia sartirani

daniela masseroni - orobica ginnasticagiovanni danesi

giovanni liciniklaus dibiasi

ligabuelorenzo cappia

mario pasottimaurizio tarallo

milvo ferrandinando cappelli

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roberto gualdi e il suo teamsara macario

tiziano ferrovalentino rossi

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studio bertacchi commercialisti ass.tivia mazzini, 24

035 249187dott.ssa laura bertacchi dottore commercialista

revisore contabile

PERIODICO DELLA BC&E SRL REGISTRAZ. TRIBUNALE DI BG N°8 DEL 06 MARZO 2007

Iscrizione R.O.C. num. 15811tutti i diritti di testi e immagini sono riservati all’editore

WWW.SPORTANDCLUBS.IT

NUMERO 6

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IL PRIMO QUOTIDIANO INDIPENDENTE ONLINEw w w . v o c e d i t a l i a . i t

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a l l ’ i n t e r n oN U M E R O S E I

EDITORIALE

AVVENIMENTI

VALENTINA VEZZALI - INTERVISTA

USAIN BOLT

KLAUS DI BIASI - INTERVISTA

PAOLO ROSSI - INTERVISTA

MARATONA BERGAMO

GIOVANNI LICINI TENNIS VIP - INTERVISTA

DANIELE MASSERONI - INTERVISTA

VALE ROSSI

SPORTS IN TOUR 2008

I GRANDI MITI - FAUSTO COPPI

SPAGNA

LIFESTYLE

psicologiadietologiaeventipreparazione fisicamusicacinemanarrativamedicinaphysiomedica

PARTNERS

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Almeno credo.Ligabue

Credo che ci voglia un dio ed anche un bar.. credo che stanotte ti verrò a trovare per dirci tutto quello che dobbiamo dire... o almeno credo... credo proprio che non sia già tutto qui..e certi giorni invece credo sia così... credo al tuo odore e al modo in cui mi fai sentire, a questo credo... Qua nessuno c’ha il libretto d’istruzioni, credo che ognuno si faccia il giro come viene, a suo modo, qua non c’è mai stato solo un mondo solo.. credo a quel tale che dice in giro che l’amore porta amore, credo... se ti serve, chiamami “scemo”, ma io almeno credo... se ti basta chiamami “scemo”, che io almeno.. credo nel rumore di chi sa tacere, che quando smetti di sperare inizi un po’ a morire... credo al tuo amore e a quello che mi tira fuori..o almeno credo.. credo che ci sia qualcosa chiuso a chiave e che ogni verità può fare bene o fare male.. credo che adesso mi devi far sentir le mani che a quelle credo... Qua nessuno c’ha il libretto d’istruzioni, credo che ognuno si faccia il giro come riesce, a suo modo, qua non c’è mai stato solo un mondo solo.. credo a quel tale che dice in giro che l’amore chiama amore... Qua nessuno c’ha il libretto d’istruzioni, credo che ognuno si faccia il giro come viene, a suo modo, qua non c’è mai stato solo un mondo solo.. credo a quel tale che dice in giro che l’amore porta amore, credo... se ti serve, chiamami “scemo”, ma io almeno credo...

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E’ questo che la gente vi chiede.Che siate di destra o di sinistra, di centro o di quello che volete voi.Qui in parte c’è un po’ d’Italia che conta o che ha fatto l’Italia. Artisti, sportivi, imprenditori, politici, scrittori, pittori, giornalisti, perfino un topo. Sono tutte persone che sono andate oltre…Non accettiamo più di sapere che un’iniziativa, un provvedimento o semplicemente un senso unico viene cancellato solo perché l’ha fatto un altro, della parte politica opposta. Se una cosa è giusta lo è nei fatti. Indiscutibilmente. Possibile che la gente comune avverta questo senso di normalità, di giustizia mentale, di elasticità men-tale e i politici sembrano essere privi del buon senso di accorgersene? E poi, in un periodo di vacche magre come que-sto è ancora più inaccettabile, più disgustoso.Andare oltre significa pensare al bene comune, al prossimo, a fare bene e onestamente quello che c’è da fare di normale. Di normalmente im-portante. Il cervello pensante c’è e il nostro paese ha avu-to ed ha grandi cervelli anche nel mondo politi-co. Ma troppo spesso il tempo occupato è per spostare la pagliuzza dall’occhio. Ma gente, ci sono travi enormi, non le vedete?!Non ci interessa stare di qua o di là. Ci interessa stare sopra possibilmente. Sopra la miseria e la meschinità. Sopra l’ignoranza e la mancanza di rispetto. Ognuno di noi deve dare un contributo in questo senso e andare un po’ oltre. Non solo lamenti ma lavoro e impegno.Si. Anche noi. Tutti.Buone feste.

P.s. Una bella persona mi dice sempre di sorri-dere. Forse ha ragione. Sorridete.

redazione S&C

a n d a r e o l t r e

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Uno dei privilegi di questo lavoro è incontrare belle persone che ti trasmettono qualcosa, ti danno, prescindendo da quello che ricevono. E’ un vero dono con l’aria che tira. La gente è troppo impegnata ad evitare di farsi fregare dal prossimo e non è tempo di filosofia. Eppure è proprio in questi momenti di difficoltà che la sto-ria della nostra Italia ci ha regalato il meglio. Dalla sofferenza nascono inaspettate virtù. E’ stato così nella letteratura, nell’industria, nell’arte, nella musica e anche nella vita quotidiana. Nel dopoguerra si viveva con poco, con tanta fantasia e l’euforia ingiustificata dallo scarso avere era esaltata dall’essere. Durante gli anni di piombo del terrorismo il popolo si è ritrovato unito nella stessa solidarietà, riconoscendosi nella paura ma anche nell’identità di ogni cittadino offeso da quello che succedeva. Siamo in piena recessione, crisi totale, borse a picco e aria pesante. Ce lo dicono a gocce, come se facesse meno male saperlo a rate. Come al solito, sono molto lontani dalla realtà i nostri politici. Noi, gente di vita, non abbiamo bisogno di grandi annunci. Lo avvertiamo tutti i giorni da tutto quello che facciamo. Dagli sguardi delle persone. Anche nello sport non siamo messi bene ma vale la stessa regola. Dalla crisi sem-brano spuntare con caparbietà personaggi che lottano, nascono campioni dentro e fuori, esaltando discipline difficili e la storia dell’Italia sportiva ha decine di esempi in questo senso. Da trent’anni sento le stesse sinfonie di lamentela dalle federa-zioni, dagli allenatori, dai politici e dai dirigenti delle società sportive: non abbiamo i soldi, non ci sono fondi, niente programmazione e quindi scarsi risultati. Poi dal deserto spuntano fiori bellissimi. Mi affiorano a caso Fausto Coppi e Gino Bartali, Adriano Panatta, Pietro Mennea, Sara Simeoni, Klaus Dibiasi, Novella Calligaris, Gu-stav Thoeni, Felice Gimondi, Maurizio Damilano, Yuri Chechi, Maurilio De Zolt, Nino Benvenuti, Alberto Tomba, Gelindo Bordin fino ad arrivare ai nostri giorni con gli eroi della fatica Baldini e Schwazer, Pantani, Federica Pellegrini, Alessandro Del Piero ma anche Valentino e Antonio Rossi, la immensa Valentina Vezzali, Josefa Idem e tanti altri che potremmo citare. Tante storie di gente comune che diventa un sim-bolo e suda, rischia, lotta, ci fa sognare e divertire, distraendoci dalla quotidianità. Mi piace citare Paolo Bettini uno dei più grandi del ciclismo italiano di tutti tempi che si è ritirato. Ha vinto un’olimpiade, due campionati del mondo e tre coppe del mon-do oltre alla Milano-Sanremo, due Liegi-Bastogne-Liegi, due giri di Lombardia, una sei giorni di Milano e due campionati italiani. Con una simpatia e una leggerezza invidiabile ha detto basta. “Ringrazio tutti, voi giornalisti, i tecnici, i tifosi, i compagni che mi hanno aiutato sulle strade dei milioni di chilometri che ho fatto. Mi avete coccolato per anni. Ora smetto e dovrò trovare qualcosa di altrettanto bello per arrivare al buio di ogni sera. Grazie”.Vi auguro con tutto il cuore di trovare una canzone, un racconto, una corsa, un sorriso, un gol, una giornata di sole, un buon natale, un figlio, un buon motivo per arrivare al buio della sera con la straordinaria storia di ogni nostra vita. Ad maiora. Questo numero è dedicato ad un mio idolo. Grazie Luca.

e d i t o r i a l es p o r t & c l u b s

DI LUCA CAVADINI

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A V V E N S E T T E M B R E O T T O B R E N O V E M B R E

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I M E N T I S E T T E M B R E O T T O B R E N O V E M B R E

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Usain Bolt - IL GHEPARDO

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Le Medaglie d’Oro - BUON APPETITO

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Napoli - L’AMORE E LA PASSIONE

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Michael Phelps - L’ASSOLUTO

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Valentino Rossi - L’ITALIANO

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Liu Xiang - IL DRAMMA

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Yelena Isinbaeva - LA COORDINAZIONE

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Ronaldinho - LA RIVINCITA

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Diego Maradona - L’IMMORTALE

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Lewis Hamilton - IL DOLCE FINALE

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Jelena Jankovic - LA PRIMA DONNA

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Spagna, Coppa Davis - IL FURORE

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Rafael Nadal - IL NUMERO UNO

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Valentina Vezzali - IL TALENTO

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VALENTINA VEZZALI

DI LUCA CAVADINIphoto s&c

Prendete il fiato e vedete di riuscire in un colpo solo a enunciare tutto il palma-res di Valentina Vezzali : 3 ori e 1 argento olimpici individuali; 2 ori olimpici e 1 bronzo a squadre; 5 ori, 2 argenti e 2 bronzi ai mondiali individuali; 5 ori e 1 ar-gento ai mondiali a squadre; 3 ori, 1 argento e 1 bronzo agli europei individuali; 2 ori, 1 argento e 1 bronzo agli europei a squadre; 10 Coppe del Mondo; 61 vittorie in Coppa del Mondo (record assoluto); 11 anni al primo posto nel ranking mon-diale; 11 titoli italiani; 2 ori alle Universiadi; 1 oro ai Giochi del Mediterraneo. Non ci siete riusciti e avete ragione perché è veramente impressionante la sequenza vincente di Valentina. Ma non stiamo parlando di una ex ma di un’atleta che fra quattro anni andrà a Londra alle Olimpiadi 2112 e in mezzo ci riempirà ancora di soddisfazioni. La incontriamo durante la sua gentilissima visita nella nostra cit-tà ospite della manifestazione Sports in Tour…Bergamo si Muove organizzata dalla Bergamo Infrastrutture in collaborazione con il nostro magazine. Disponi-bilità, cordialità, sorriso sincero e parole per tutti. Ci tiene a risultare una ragazza semplice nonostante tutto, con dei valori forti e sempre presenti in tutto quello che fa. Cavaliere d’onore al seguito il figlioletto Pietro e l’intervista parte proprio da lui.

saggezza e passione

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Valentina ma questo giovanotto cosa rappresenta per una campionessa come te?Pietro è un punto di partenza e una continua fonte di energia. Le vicissitudini della vita, belle e brutte, ti sem-brano insignificanti di fronte alla bellezza di un figlio. E non rimarrà solo perché vorrei una sorellina, Ginevra, e allargare la famiglia. Magari appena dopo Londra…

Londra è un punto di arrivo professionale?Si, diciamo che potrebbe coincidere con l’ultimo as-salto della mia carriera. Ma vorrei fosse ancora da vin-cente. E poi mi piacerebbe tanto fare la portabandiera, sono orgogliosa di onorare l’Italia e vorrei cantare l’inno a squarciagola come ho già fatto.

Parlaci ancora della tua famigliaMio marito è un calciatore e spesso il tempo per ve-derci è poco ma la qualità resta altissima. Una famiglia dinamica e legata alla tradizione. Mio figlio è il collante di tutto. Quando sono stanca morta lo abbraccio, so-prattutto dopo gli allenamenti. Mi fa volare, ecco, volare come fosse un aquilone, il mio.

Ma da dove viene tutta questa saggezza?Dalla mia famiglia e dallo sport. Dal mio maestro Triccoli che mi ha insegnato la tecnica della scherma ma so-prattutto l’arte di stare al mondo, di capire che lo sport è un modo di vita ed è nella vita che bisogna diventare campioni.

Come hai iniziato?Guardavo sempre gli allenamenti di nuoto delle mie due sorelle. Poi una di loro, amichetta della Trillini, ha ini-ziato scherma e io mi sono buttata nella mischia. Un grazie ai miei genitori quindi che hanno sempre voluto che le figlie praticassero una disciplina sportiva.

Sacrifici e lavoro?Sicuramente tanto lavoro. Ma dobbiamo sempre ricor-darci che siamo dei privilegiati e i sacrifici veri sono altri. Qualche pensiero alle tentazioni delle bambine normali l’ho avuto ma ha prevalso sempre la passione per la scherma.

Sport come educazione?Come equilibrio e come educazione alle regole. Si im-para subito che c’è l’avversario e senza regole non ti

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Polisportiva Scherma Bergamo di Nando CappelliCentro Sportivo Don Bepo Vavassori Villaggio degli Sposi - Bergamo.Info - 348 7140717www.schermabg.it

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diverti. Nella vita reale è anche più dura, ma si comincia bene. Consiglierei ai genitori di valutare gli istruttori prima come uomini che come tecnici. Solo pochi atleti hanno biso-gno di consigli tecnici assoluti ma tutti han-no bisogno di imparare a comportarsi bene, a rispettare il prossimo, ad essere educati.

Bergamo e Nando Cappelli nel cuore?Nando è un amico. Un vero appassionato che ha dato la vita per la scherma e sono molto legata a questa persona che mi ricor-da la passione infinita del mio maestro. Ber-gamo è anche Mangiarotti e basta il cogno-me per capire tutto.

Una poliziotta delle Fiamme Oro anche…Si e ne sono orgogliosa. Magari nel futuro avremo un commissario Vezzali.

Ma Valentina, come sei messa ad inglese?Non molto bene ma so che si dice…gold! Giusto?

Esatto. Very well Vale.

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USAIN BOLTsenza parole ......

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La progressione dei record sui 100 mt.

9”95 Jim Hines Città del Messico, Messico 14 ottobre 1968

9”93 Calvin Smith Colorado Springs, USA 3 luglio 1983

9”93 Carl Lewis Roma, Italia 30 agosto 1987

9”92 Carl Lewis Seul, Corea del Sud 24 settembre 1988

9”90 Leroy Burrell New York, USA 14 giugno 1991

9”86 Carl Lewis Tokyo, Giappone 25 agosto 1991

9”85 Leroy Burrell Losanna, Svizzera 6 luglio 1994

9”84 Donovan Bailey Atlanta, USA 29 luglio 1996

9”79 Maurice Greene Atene, Grecia 16 giugno 1999

9”77 Asafa Powell Atene, Grecia 14 giugno 2005

9”77 Asafa Powell Gateshead, Inghilterra 11 giugno 2006

9”77 Asafa Powell Zurigo, Svizzera 18 agosto 2006

9”74 Asafa Powell Rieti, Italia 9 settembre 2007

9”72 Usain Bolt New York, USA 31 maggio 2008

9”69 Usain Bolt Pechino, Cina 16 agosto 2008

La progressione dei record sui 200 mt.

20”6 Andrew Stanfield Filadelfia 26 maggio 1951

20”6 Andrew Stanfield Los Angeles 28 giugno 1952

20”6 Thane Baker Bakersfield 23 giugno 1953

20”6 Bobby Morrow Melbourne 27 novembre 1956

20”6 Manfred Germar Wuppertal 1 ottobre 1958

20”6 Ray Norton Berkeley 19 marzo 1960

20”6 Ray Norton Filadelfia 30 aprile 1960

20”5 Peter Radford Wolverhampton 30 aprile 1960

20”5 Stone Johnson Palo Alto 2 luglio 1960

20”5 Livio Berruti Roma 3 settembre 1960[1]

20”5 Livio Berruti Roma 3 settembre 1960[2]

20”5 Paul Drayton Walnut 23 giugno 1962

20”3 Henry Carr Tempe 23 febbraio 1963

20”2 Henry Carr Tempe 4 aprile 1963

20”0 Tommie Smith Sacramento 11 giugno 1968

19”83 Tommie Smith Città del Messico 16 ottobre 1968

19”72 Pietro Mennea Città del Messico 12 settembre 1979

19”66 Michael Johnson Atlanta 23 giugno 1996

19”32 Michael Johnson Atlanta 1º agosto 1996

19”30 Usain Bolt Pechino 20 agosto 2008

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Incontriamo Klaus Dibiasi al Centro Sportivo Italcementi che po-trebbe diventare sede di importanti gare di tuffi in una cornice spettacolare che incanta anche il campionissimo.Dibiasi ha vinto nella sua carriera tre ori e due argenti olimpici, due mondiali, 3 europei e 29 titoli assoluti italiani.

Ci racconti cosa ricorda di quei meravigliosi anni.Ricordo tanti allenamenti e tanto impegno per riuscire a fare quei tutti. I cinesi ancora non c’erano e io sono stato un po’ il precur-sore tecnico. Ho dovuto anche confrontarmi con me stesso ed evolvermi. Nella stagione invernale ci allenavamo con il trampo-lino elastico e la gomma piuma perché non c’era la piscina co-perta! Me la sono cavata però…

Il passaggio di testimone a LuganisSi, un grande campione che è stato il ponte tra me e i cinesi. Avrebbe battuto tutti i record se non ci fosse stato il boicottaggio americano ai Giochi di Mosca.

Cagnotto, altro campione italiano, l’ha paragonata ai Beatles ri-voluzionari nella musica, per aver stravolto la tecnica.Diciamo che Cagnotto forse si riferiva alla mia entrata in acqua. Ho inventato un’entrata pulita senza schizzi, grazie alla presa delle mani, che oggi caratterizza i cinesi e che è imprescindibile per ottenere un buon punteggio dai giudici.

Nel ’76 lei abbandona le competizioni, anche per un logorio fi-sico e soprattutto per i tendini. Cosa succede ad un campione

IL RE DEI TUFFIintervista a Klaus DibiasiDI ALESSANDRO VINCI

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subito dopo il ritiro?Ho avuto due fortune. Una è il mio carattere, sempre equilibrato nelle scelte e nel controllo delle emozioni e la seconda il fatto che la federa-zione mi ha dato subito un incarico tecnico e sono immediatamente rientrato come coach in piscina, accanto agli atleti.

Lei è un consigliere nazionale della federazione con l’incarico appunto di portavoce degli atleti. Quali sono le loro istanze?Spesso lo sport viene concepito e organizzato partendo da tutto quel-lo che circonda l’atleta. Sponsor, comunicazione, impianti, pubblico e poi si arriva all’uomo che gareggia. Io vorrei ristabillire anche qui un equilibrio, partendo dall’atleta e poi pensando al resto.

I problemi più grossi?Certamente gli impianti sono insufficienti per garantire a tutti la pratica di nuoto, pallanuoto e tuffi. Siamo costretti a convivere con tutti e non è facile.

A che età iniziare i tuffi?Direi a cinque, sei anni si può cominciare un approccio a questo sport.

La differenza tra piattaforma e trampolino?Tecnica e mentale. Il trampolino è mentalmente più accettabile anche perché eventuali errori sono compensati da un’entrata in acqua sen-za traumi. Da lassù ci si fa male, e non è facile convincere un’atleta a ritornarci dopo uno sbaglio. Adesso ci sono tecniche che consen-tono con una bolla d’aria inserita al momento dell’impatto in acqua, di contenere il dolore provocato da un arrivo sbagliato. Sicuramente meglio ma ormai gli atleti si dividono tra le due specialità per ottenere il massimo.

Quali sono i traumi più frequenti?Sicuramente tendinei e legamentosi. Oggi interveniamo subito al mini-mo problema che se curato non diventerà un infortunio grave. Ai miei tempi c’era il fai da te e massaggiatori e fisioterapisti li vedevamo solo alle olimpiadi o ai mondiali.

Lei insieme alla Vezzali è l’unico italiano ad aver vinto tre ori consecutivi alle olimpiadi.Si, frutto di tanti sacrifici che i giovani oggi non vogliono fare. Per vincere bisogna saper perdere e in uno sport individuale non puoi dividere con nessuno l’amarezza della sconfitta. Poi la pressione esterna è diventa-

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ta insopportabile. Vogliono tutti i risultati migliori nel minor tempo possibile. Assurdo.

Quanto tempo occorre per af-frontare delle gare?Per partecipare a gare di buon livello occorrono dieci anni di preparazione tecnica, fisica e mentale. Prima è una forzatura.

Ha vissuto molte edizioni del-le olimpiadi sia da atleta che da coach e dirigente federale. Pechino?Una olimpiade straordinaria, or-ganizzata in modo impeccabile con gente entusiasta e com-petente. Avvertivamo la voglia di cambiare, di far vedere al mondo una parte diversa della Cina. Certo, non siamo ingenui, sappiamo che esistono proble-mi gravi e distanze con l’occi-dente, ma con noi sono stati umani e veramente coinvolti. A Mosca, per esempio, ho sentito veramente il gelo e l’oppressio-ne del regime. A Pechino no.

Ma il calcio e il tennis hanno senso alle olimpiadi?Ha tutto senso ma dipende an-che dagli atleti. Certi atteggia-menti danno fastidio tipo quello di non vivere nel villaggio olim-pico. Bisogna ammettere che il dilettantismo puro non esiste più in nessuno sport anche se tutti capiscono la differenza tra un professionista del tennis e uno del giavellotto.

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I calciatori in prima classe e la Vezzali con l’oro in seconda !Non parlo male dei calciatori ma ammiro la Vezzali e i dirigenti in seconda classe.

Lei è tifoso?No, non tifo per nessuna squadra tranne l’Italia nelle competizioni come gli europei o il campionato del mondo. Il campionato è trop-po lungo e non lo seguo.

Pratica altri sport?Adoro e pratico lo sci.

Il doping c’è nei tuffi.Nei tuffi non serve, tranne che per certi momenti dove bisogna recuperare. Ma non giurerei mai su niente.

Cosa ne pensa della psicologia dello sport?Nelle nostre piscine la concen-trazione duranti gli allenamenti è difficile perché ci alleniamo con tutti gli altri. Io non avevo fatto pratiche particolari ma approc-ciavo la gara nel modo giusto. Arrivavo alla giusta tensione ma non la superavo mantenendo concentrazione e attivazione.

Arrivederci a Bergamo per una bella competizione.Un impianto cosi bello lo merita. Stanno organizzandosi bene e i risultati si vedono già a livello gio-vanile.

Grazie KLAUS.

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Signor Rossi, perito chimico e poi attore…Un passaggio obbligato. Mi hanno licenziato dalle medie di-cendomi che ero bravo in lettere, storia, educazione artistica e musica. Si consiglia istituto tecnico. Infatti poi…

Il teatro si sta allontanando come altre arti ma anche come la politica, dalla coscienza popolare, addirittura dal divertimento. E’ ancora cosi ?Si, la cultura in generale si allontana dalla strada e il mio spetta-colo si chiama proprio Ancora sulla strada. Lo affermava Ga-ber e molti altri ancora. Nella strada si recupera il senso dello stare insieme.

Su la testa, programma che ti ha portato al successo televisi-vo, programma cult. Occasione o fardello difficile da togliersi ?E’ stato un passaggio. Non ho mai subito traumi da successo e il teatro è stato un buon insegnante e quando fai in teatro la gavetta ti scivola addosso tutto. Il pubblico è aumentato gra-zie alla televisione e questo è comunque un bene.

ANCORA SULLASTRADAintervista a Paolo RossiDI WOODYphoto LA SARTI

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Ti piace stare sul palco? Si mi piace. L’attore è egocentrico e deve esserci equlilibrio tra timidez-za e protagonismo.

Un tuo pensiero sulla satira politica.Torna d’attualità a periodi storici. C’è sempre stata con tecnica, idee e gusto diversi. Se ci sono periodi problematici per noi comici è positivo.

E’ un buon periodo questo?Beh l’aria è pesante e anche chi fa satira deve assumersi responsabilità ed esporsi in una maniera nuova, con idee e scelte anche coraggiose, commerciali e non.

Tante parolacce nel mondo televisivo e teatrale. Che ne dici.Io avviso il pubblico e le uso con arte. E’ una capacità e non tutti l’han-no.

Aldo, Giovanni e Giacomo, Albanese, Milani, Capossela, Storti, Cornac-chione, Cremona. Scoperti o lanciati da te. Orgoglioso?Diciamo che ho dato loro la ribalta del grande schermo televisivo e la notorietà. Adoro Capossela, ma mi piacciono tutti.

Chi ti piace del passato, un vero maestro.Ho avuto molti maestri e la fortuna di aver lavorato con Gaber, Fò, Stre-

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hler, Caprioli, Jannacci e tanti comici del Derby.La sofferenza è un momento creativo?Bella domanda. Si penso di si. Passami il termine ma se Beatrice l’aves-se data a Dante forse non avrebbe scritto la Divina Commedia!

Hai un momento più ispirato dove scrivi?Qualsiasi, quando meno me lo aspettio, in qualsiasi luogo comodo o scomodo.

Il tuo attore preferito ?Gli italiani in genere, bistrattati ma più bravi di quel che si pensa.

Il film preferito ? Il Laureato

Sei tifoso dell’Inter, è una missione?Fino a tre anni fa si lo era.

Ma dicci la verità, tu preferivi essere nel ruolo del tifoso sofferente, quasi una icona quella dell’interista perdente.No, no. Assolutamente. Non ho mai creduto alla storiella dello sfigato simpatico.

Non ti disturba vedere che non ci sono italiani in squadra?

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ANNO DI FONDAZIONE: 1983

PRESIDENTE: GIANLUIGI TERZI

VICEPRESIDENTE: OLIVIERO TERZI

SEGRETARIO: DANILO TERZI

DIRETTORE SPORTIVO: OLIVIERO TERZI

MAESTRI: FABIO MALGAROLI 335 7329910 - STEFANIA MILANI

PREPARATORE ATLETICO: FABIO GRISMONDI

CAMPI DA TENNIS: 2 IN SINTETICO E 2 IN TERRA ROSSA (coperti invernale)

SERVIZI: BAR, RISTORANTE, PALESTRA, PISTA D’ATLETICA

SCUOLA ADDESTRAMENTO TENNIS

PERFEZIONAMENTO AGONISTICO

SQUADRE AGONISTICHE

- Sviluppo Software

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- Gestione Reti Aziendali (Kaseya)

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Si chiama Internazionale o no? E poi io sono nato sul confine. In realtà ci sono molti italo argentini, Cambiasso deve ve-nire da Genova…

Il migliore di sempre dell’Inter?Beccalossi!

Avresti boicottato le Olimpiadi?No sarebbe stato stupido e inutile. Me-diaticamente sarebbe stato meglio fare qualcosa a Pechino. Le altre Olimpiadi in-segnano che certi gesti sono entrati nella storia e ancora si ricordano.

Sig. Rossi, a 55 anni fa un bilancio?No, assolutamente no. Guardo avanti e progetto.

Gino e Michele afferma che Paolo Rossi parla quattro lingue, peccato che le parla contemporaneamente. Cosa rispondi ?Che ne parlo 15 insieme !

Hai un sogno?Ho un lavoro bellissimo, figli bellissimi e donne bellissime. Mi manca di fare i soldi , che ho speso negli ultimi due spettacoli.

Le tue emozioni ?Se non ci sono perde tutto colore. Certo è anche un lavoro per me, ma un lavoro bellissimo.

Sopravvivi ancora nel market della comicità?Non sono e non mi voglio sentire un mar-tire. Sono altri i martiri. Io mi sporco le scar-pe e vivo nella mia contemporaneità.

Grazie Paolo.

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teamitalia24122 Bergamo - Via Zelasco, 1 tel. +39.035.237323 fax +39.035.224686 www.teamitalia.com - [email protected]

Grande successo per il decimo anniversario della Maratona Internazionale della Città Orobica. Al via grande Ospite d’eccezione l’atleta Paralimpico Oscar Pistorius. Presente a Bergamo grazie agli Organizzatori di Bergamo Scienza, ha accettato con entusiasmo di dare il via alla Maratona di Bergamo accompagnato dal Dr. Ma-rio Salvi di Bergamo Scienza e dal suo inseparabile manager. Accolto con grande calore da tutto il pubblico presente, Oscar Pistorius si è concesso con grande di-sponibilità ai fotografi ed alle tv presenti ed ha stretto molte mani di atleti ed appas-sionati, raccogliendo da Bergamo tutto il calore che si merita un grande campione. Il Sindaco di Bergamo Avv. Roberto Bruni e Roberto Gualdi, Presidente del Comi-tato Organizzatore della Maratona di Bergamo, hanno consegnato all’atleta una targa di riconoscimento per i Suoi importanti meriti sportivi.Una splendida giornata di sole ha accompagnato il trionfo degli atleti bergamaschi Migidio Bourifa dell’Atletica Valle Brembana che ha tagliato il traguardo, accolto dall’ovazione del numeroso pubblico presente, con il tempo di 2h21’12”, al secon-

E FANNO 10UN GRANDE ANNIVERSARIO PER LA MARATONA DI BG

REDAZIONE S&Cphoto S&C

organizzatore uff ic ia le

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do posto l’atleta della Re Castello Emanuele Zenucchi che ha chiuso la gara con il tempo di 2h28’17” mentre, come lo scorso anno, Andrea Lazzarotti dell’Asso-ciazione Atletica di Camaiore conquista il gradino più basso del podio portando a termine la sua gara in 2h36’11”.Nella Maratona femminile avvincente la gara che si è conclusa con la vittoria di Eliana Patelli, l’atleta dell’Atletica Valle Brembana allenata proprio da Migidio Bourifa, ha dominato la gara femminile tagliando per prima il traguardo con un tempo di 2h48’51”, seguita da Paola Sanna dei Runners Bergamo, che ha concluso la sua gara in 2h52’09”, al terzo posto, con un notevole distacco ha tagliato il traguardo in 3h17’31” la prima straniera del podio dei 42 Km la Croata Marija Vraijc. Nella mezza Maratona Maschile Slimani Benazzouz, che si era piazzato secondo nel 2007, riesce a guadagnare quest’anno il gradino più alto del podio con un tem-po di 1h7’46”, al secondo posto Ghisari Idrissi Icham che chiude la gara in

1h09’24” seguito da Orazio Buttara che ha fatto registrare un tempo di 1h11’22”.Manuela Manca vince la Mezza maratona femminile con un tempo di 1h18’51”, la Salvini non riesce dunque a bissare la vittoria dello scorso anno e taglia il traguardo al secondo posto con un tempo di 1h21’45”, seguita da Maria Lo Grasso che si piazza al terzo posto portando a termine la sua gara in 2h23’21”In contemporanea alla Maratona si è svolta anche la CorriBergamo, camminata non competitiva a favore dell’Associazione Paolo Belli per la lotta alla leucemia. Complice la bellissima giornata di sole, molte le famiglie e gli appassionati che si sono dati l’appuntamento nel centro di Bergamo per questa caratteristica cammi-nata sui Colli della Città.Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per la buona riuscita della Mani-festazione, anche grazie al rapporto di stretta sinergia instaurato con l’Amministra-zione Comunale che ha garantito la chiusura al traffico della città in occasione di questo importante evento internazionale.L’appuntamento è rinnovato al prossimo anno, per una nuova grande Maratona.

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“Il passaggio dal passo alla corsa è un donoche una macchina non sostituirà mai”

Jean Giradoux

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Giovanni Licini, ispiratore ed organizzatore del Tennis Vip, appuntamento tradizionale di sport e solidarietà…Si, un binomio vincente. Tanto sport e sportivi ma anche tanta solidarietà. Tanti soldi dati in be-neficenza e non è retorica, vale più di ogni vitto-ria sportiva

Avete donato a tante associazioni del territorio.Esatto, ognuna importante storia di questo evento, tassello essenziale che gratifica il nostro impegno. L’edizione appena passata è stata giocata per l’associazione Amici dell’oncologia e per l’Anvolt, un’associazione di volontariato per la lotta ai tumori. Più di 80mila euro che ser-viranno ad un hospice.

Quanti soldi avete raccolto in 17 edizioni?Più di 450mila euro. Una cifra eccezionale che mi convince a migliorare ancora.

Un torneo dedicato anche a persone importanti e amate.

Giovanni LiciniACCADEMIA DEL TENNIS VIPREDAZIONE S&Cphoto sanmarco - V i l longo

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Achille e Cesare Bortolotti e Giacinto Facchet-ti. Non bisogna aggiungere altro.

Perché il tennis?Perché è una mia passione condivisa da mol-tissimi. Uno sport popolare che mi ha visto or-ganizzatore di tornei molto prima del Vip. Mi stanno provocando in molti per portare il tor-neo in altre città. Ma il Vip è radicato qui e mi piace mantenere la tradizione.

Il rapporto con Bergamo ?A volte faticoso perché le difficoltà sono tante anche se le istituzioni ci sono vicine. Possiamo fare meglio, sempre di più.

La partecipazione è a dir poco numerosa.Dobbiamo dire qualche no. Quest’anno vole-vano partecipare anche i pro ma non abbia-mo accettato. Il prossimo anno creeremo un torneo per loro, per far vivere anche al gioca-tore classificato il Vip e partecipare alla nostra gioia. Il motto resiste…arrivare da ospite e tor-nare da amico.

Immaginiamo siano molti i grazie che le ven-gono alla mente.Moltissimi. Prima di tutto lo staff che organizza al pari di me tutta la manifestazione. Encomia-bili e insostituibili. Tutti volontari. Poi gli sponsor, la struttura di Cividino che ci accoglie. Grazie anche alle autorità e a chi costantemente ci aiuta.

Da quest’anno un partner speciale?Si, l’AlbinoLeffe e il suo Presidente Andreoletti. Capita raramente di non proporre ma riceve-re e condividere. La famiglia dell’AlbinoLeffe è forte nel calcio professionistico e vincente an-che nella solidarietà e nella presenza al Vip.

Quali sono le iniziative dove collaborate?Molte. Per esempio l’incasso della partita con la Salernitana devoluto in beneficenza, il logo del Tennis Vip sugli indumenti delle giovanili, la presenza attiva durante il torneo e siamo solo agli inizi. Andreoletti grande uomo prima che grande Presidente.

Appuntamento al prossimo anno?Assolutamente si e un grazie di cuore a tutti.

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Al vostro fiancoSEMPRE

U.C. AlbinoLeffe

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Orobica Ginnastica e Daniela MasseroniFORMULA VINCENTE

DI EUGENIO SORRENTINOphoto Paolo Stroppa

Una fusione di tecnica ed eleganza, armonia e sensibilità interpre-tativa. La ginnastica ritmica sportiva è disciplina di grande richia-mo, tra le più esaltanti a livello mediatico televisivo. Se n’è avuta conferma alle recenti Olimpiadi di Pechino, dove purtroppo per le nostre atlete, tra cui la bergamasca Daniela Masseroni, non è andata come ci si aspettava, non giudizi discutibili che hanno ca-povolto i valori reali delle scuole tradizionalmente più quotate.

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Rimandato al 2012 il sogno a cinque cerchi, le scuole locali continuano ad alimentare un movimento nato nel 1972 quando la ginnastica rit-mica si è evoluta da disciplina edu-cativa a sport a tutti gli effetti. Tra le promotrici figura Daniela Spagnolo, la quale, cresciuta sportivamente ad Urbino per poi diventare afferma-ta istruttrice, ha fondato nel giugno 1976 l’associazione Orobica Ginna-stica, punto di riferimento nel pano-rama nazionale di questa disciplina. Coadiuvata dal maestro dello sport Maurizio Gamba, presidente dell’as-sociazione e coniuge nella vita, Da-niela ha fatto proseliti nel corso di tre decenni regalando alla maglia azzur-ra tre atlete: Barbara Ferrari, di Osio Sotto, vicecampionessa italiana nel 1987; Valentina Rovetta, di Bergamo, settima alle Olimpiadi di Atlanta 1996, oggi tecnico della nazionale; Daniela Masseroni, di Carobbio degli Angeli, la stella assoluta.Orobica Ginnastica conta circa 500 ginnaste associate, dai 5 ai 16 anni, suddivise in corsi di base, preagoni-stica e agonistica. Un rigoroso pro-gramma tecnico-didattico, affidato ad uno staff di qualificate istruttrici, consente di sviluppare le abilità ri-chieste dall’utilizzo degli attrezzi (cer-chio, palla, fune, nastro e clavette) con cui vengono eseguiti gli esercizi individuali e di squadra. Esercizi che richiedono una preparazione ginnica ed atletica, da interpretare in modo perfettamente sincronizzato con la base musicale. Le atlete di Orobica

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Ginnastica danno il meglio di sé, dalle gare provinciali a quelle na-zionali, fino alle competizioni internazionali. Ma la vera forza è nei corsi di avviamento che si tengono delle palestre delle scuole di Bergamo e provincia, dove si impara alimentando la passione. Forza e determinazione in un fisico da farfalla. Questa l’immagine che riserva Daniela Masseroni, atleta di punta di Orobica Ginna-stica approdata nel giugno scorso al Gruppo Sportivo Aeronauti-ca Militare. La sua società di riferimento resta quella bergamasca, dove è cresciuta in tutti i sensi. Daniela si è avvicinata alla ginnasti-ca ritmica sportiva all’età di sei anni, sulle orme della sorella Laura, a Gorlago. A 8 anni era già impegnata nelle prime gare, ma finiva quasi sempre ai piedi del podio. Ad accorgersi di lei, ad intuirne le capacità innate è stata proprio Daniela Spagnolo, sua allenatrice fino al 2002, l’anno dopo essere arrivata in nazionale. In maglia azzurra Masseroni ha partecipato come individualista agli Euro-pei di Ginevra e ai Mondiali di Madrid 2001, entrando a far parte della squadra plurivittoriosa: due medaglie di bronzo agli Europei 2003 e altre due ai Mondiali di Budapest 2003, la prestigiosa me-daglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004, oro e due ar-genti ai Mondiali di Baku 2005, tre medaglie d’argento ai Mondiali di Patrasso 2007, fino all’oro e argento nelle specialità e al bronzo nel concorso generale agli Europei di Torino 2008.Il quarto posto nel concorso generale di Pechino 2008 è stata un delusione, visti i valori in campo, ma non ha scalfito la grinta di Da-

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niela, tornata ad allenarsi con le compagne di nazionale. “Il 2004 è stato l’anno più importante, con la maturità scolastica e l’argento olimpico – dice la ginnasta di Carobbio degli Angeli - Dopo l’oro ai mondiali di Baku 2005 avevo pensato al ritiro, ma poi ho capito che avevo ancora tanto da dare e non era il momento di smettere. Penso ai traguardi raggiunti con le mie compagne di nazionale e mi sento orgogliosa di quanto abbiamo fatto tutte insieme per questo sport. Soprattutto mi sento legata all’Orobica Ginnastica, una dimensione nella quale il rapporto tra ginnasta ed istruttrice va oltre il merito tecnico ed agonistico”.Nel corso dei raduni della nazionale Daniela ha continuato a stu-diare, seguita da docenti privati. Ora è iscritta alla facoltà di Scien-ze dell’Educazione all’Università di Bergamo. “Dopo una vita in palestra scoprirò cosa voglio fare” – dichiara – Ma intanto guarda ai Mondiali 2009 per aggiungere un altro alloro al suo formidabile palmares.

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L’abbiamo chiamato Rossifumi, poi Valentinik e ancora Doctor perché il ragazzo ha anche una laurea Honoris Causa in comunicazione assegna-ta dall’Università di Urbino. Un prodigio. Un fuori-classe assoluto dotato di un feeling innato con i motori. Valentino Rossi ormai ha esaurito tutti gli aggettivi superlativi e battuto anche tutti i record più importanti. Ha vinto 210 gare delle quali 30 nella 125cc, 30 nella 250cc, 32 nella 500cc e118 nella MotoGp. Ha vinto in totale otto volte il titolo mondiale ed è l’unico pilota ad aver vinto in quat-tro classi diverse. E’ stato per 23 volte consecuti-ve sul podio e i numeri non bastano per affermare la grandezza del ragazzotto di Urbino. Divenuto personaggio per quell’eterna aria scanzonata e l’innata simpatia comunicativa. Chi lo conosce bene sa che in realtà Vale sul lavoro è serissimo, minuzioso, professionalmente inattaccabile. Ha vinto con la Honda poi stanco della supremazia e delle chiacchiere che lo davano vincente per la qualità della moto ha deciso di passare alla Ya-maha. Ha vinto con Bridgestone e anche con Mi-chelin. Stesso identico risultato, il mondiale è suo. Abbiamo parlato di feeling con i motori in generale perché Vale Rossi è estremamente bravo e ve-loce nella F1 e soprattutto nei rally dove dimostra notevole capacità.Attualmente è lo sportivo italiano più visto in inter-net, protagonista di spot molto divertenti ed effica-ci. Corre col 46 che fu del babbo e dire che è il suo numero fortunato è riduttivo. Ma la fortuna con Rossi c’entra poco. E’ bravo, straordinariamente bravo. E fa la differenza come nessun altro pilota ha saputo mai fare. A parità di moto è imbattibi-le. Celebri le sue rimonte impossibili dove si vede che stacca decine di metri più in là degli avversari interpretando i vari circuiti in modo impeccabile. Onore al merito ad un personaggio leggendario che porta in giro per il mondo l’Italia vincente.

VALE ROSSIALTRO CHE PATACCA !

REDAZIONE S&C

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CALCIO cultura BOXE tempo libero natura

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Sports in Tour

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Organizzazione:Bergamo infrastrutture, Bergamo Sport , Sport&Clubs

Partners:AlbinoLeffe, Pol isport iva Scherma BergamoAccademia Budokwai , Centro Tennis LoretoRugby Bg, Bergamo Boxe, Scuola Tennis BG

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Scrivere di Fausto Coppi è un grande onore. Un mito dello sport e un uomo leggendario al di là dello sport. Un garzone di salu-meria che andava in bicicletta come tutti. Anzi, come i pochi che potevano permettersela. L’incontro con Biagio Cavanna, un per-sonaggio che rimarrà per tutta la vita una persona speciale per Coppi, un massaggiatore cieco espertissimo di ciclismo, un san-tone. La prima gara nel 37’ sul circuito della Boffalora e nel 39 a Pavia l’incontro con il vero ciclismo e la vittoria. Il Cavanna scrive a Rossignoli, dirigente della Bianchi: ti mando due corridori, uno vin-cerà, il Coppi, l’altro farà quel che potrà. E vinse passando nell’an-no successivo al professionismo. Il mito di Coppi inizia nel 40’ nel suo primo Giro d’Italia dove avrebbe dovuto fare solo il gregario di Bartali. Il toscanaccio cade e dopo una fuga solitaria sull’Abeto-ne sotto il diluvio Coppi vince la tappa e mantiene la maglia rosa fino a Milano. Comincia l’era Coppi e il duello rusticano con Barta-li, appassionante e mediaticamente forse unico nella storia dello sport. L’Italia per tanti anni rimase esattamente divisa in due ma dovete tenere presente che ai tempi c’era la radio, qualche gior-nale e solo molti anni dopo la televisione che pochissimi avevano in casa. E proprio in queste situazioni che nascono i miti. Con le orecchie attaccate alla radiolona per sentire il cronista che de-scrive la corsa con una serie di aggettivi infiniti, come se volesse fartela vedere. E si sogna. Coppi interrompe la carriera per la guerra e viene mandato in Africa dove viene fatto prigioniero dagli inglesi. Nel 46’ nasce il binomio Coppi-Bianchi che nell’immagine che tutti abbiamo del campionissimo rimane una fotografia incancellabile. La prima vit-toria alla Milano Sanremo e un annuncio radiofonico che rappre-senta la potenza del corridore: primo classificato Coppi Fausto; in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo. Che arrivò quattordici minuti dopo.Tra le altre corse vince nel 47’ il secondo Giro e nel 49’ il terzo dove dopo 192 km di fuga nella Cuneo-Pinerolo vince la tappa che il radiocronista Mario Ferretti riassunse in un’unica storica frase: un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste,

Fausto CoppiI GRANDI MITI

DI LUCA CAVADINI

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il suo nome è Fausto Coppi. Primo Tour e anche i francesi consacrano Coppi che diventa Fostò. E’ doppietta Giro-Tour che si ripeterà nel 52’.Coppi perde il fratello Serse e cade rovinosamente fratturandosi il ba-cino. Crisi profonda fisica e mentale, ma come tutti i grandi campioni ri-sorge vincendo ancora tutto quello che si poteva vincere. Nel 53 vince l’ultimo Giro e il Campionato del Mondo a Lugano con sei minuti sul se-condo. Nel 57’ in coppia con Ercole Baldini vince l’ultima corsa, il Trofeo Baracchi. L’ultima vittoria di 122 in una carriera dove ha indossato per 32 giorni la maglia rosa e per 19 la gialla del Tour.Soprannominato il Campionissimo e l’Airone Fausto Coppi rimane cin-quant’anni dopo lo sportivo più famoso di tutti, il più leggendario. Fisico gracile e allo stesso modo incredibilmente potente sia in salita che nello sprint. Sistema cardiorespiratorio straordinario con un cuore bradicardi-co a 44 battiti al minuto a riposo e 6,5 litri di capacità polmonare!La rivalità di Coppi e Bartali è stata un capitolo delle loro straordinarie vite ma in realtà molti aneddoti ed episodi confermano che esisteva un ri-spetto reciproco, stima, affetto e fondamentalmente una profonda ami-cizia. Tappa del Giro del 40’, Coppi stremato con un mal di gambe folle, Bartali si ferma ricordandogli la fatica dei genitori e in dialetto fiorentino gli urla addosso mettendogli la faccia nella neve e facendolo risalire in sel-la: sei un acquaiolo, sei solo un acquaiolo! Era il cruccio del Ginettaccio, gran mangiatore e amante del vino, contrariamente a Coppi, igienista e astemio. E in fondo, non sapere mai chi ha passato la borraccia dell’ac-qua all’altro è stupendo. C’è dell’altro nella vita dell’Airone, ma non m’in-teressa. Preferisco ricordarlo con il copertone incrociato sulla schiena, il viso scavato, pulito dal fango, che sale, sale e sale ancora.

Le principali vittorie5 Giri d’Italia 2 Tour de France 1 Campionato del mondo su strada 3 Milano-Sanremo 1 Parigi-Roubaix 5 Giri di Lombardia 1 Freccia Vallone 4 Campionati italiani su strada 4 Giri dell’Emilia 3 Giri di Romagna 3 Giri del Veneto 3 Tre Valli Varesine 22 vittorie di tappa al Giro d’Italia 9 vittorie di tappa al Tour de France Record dell’ora

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COPPI Gino Paoli

G. Paoli - P. Penzo

(1988)

Un omino con le ruotecontro tutto il mondo

Un omino con le ruotecontro l’Izoarde va su ancora

e va su

Viene su dalla faticae dalle strade bianche

La fatica muta e biancache non cambia mai

E va su ancoraE va su

Qui da noi per cinque voltepoi due volte in Francia

Per il mondo quattro voltecontro il vento due

Occhi miti e naso che divide il ventoocchi neri e seri

guardano il pavé

E va su ancoraE va su

E va su ...

Poi lassù ,contro il cielo blu

con la neve che ti canta intornoE poi giù

Non c’e’ tempo per fermarsiper restare indietro

la signora senza ruotenon aspetta più

un omino che non hala faccia da campione,

con un cuore grandecome l’Izoard

e va su ancorae va sue va su

e va su ...

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ESPAÑAHo recentemente chiesto al coach di Nadal perché ci sono 26 spagnoli tra i primi duecento al mondo nel tennis e solo sei italiani. Un po’ imbarazzato ha cerca-to di aggrapparsi al politichese. Ho cercato di sem-plificare suggerendo due possibili opzioni. La prima riguarda le mamme italiane e il dna evidentemente meno dotato delle spagnole. La seconda opzione riguarda le capacità, la professionalità, la preparazio-ne e l’impegno degli insegnanti made in Italy. Ha al-largato le braccia guardando circa trecento maestri e sottovoce ha risposto: le mamme spagnole sono identiche a quelle italiane. Evidentemente c’è anco-ra qualcosa in più. Forse un’economia in crescita e una nazione work in progress da risultati speciali. C’è fermento in Spagna e il 2008 rimarrà nella storia per il mondo dello sport giallorosso. Europei di calcio dopo 44 anni, Coppa Davis in casa dell’Argentina senza il numero uno Nadal, Alberto Contador vince il Giro d’Italia e la Vuelta di Spagna, Carlos Sastre vince il Tour de France, Samuel Sanchez e Nadal oro alle Olimpiadi di Pechino e poi Alonso, Pedrosa, Bautista e la finale persa con i marziani Usa nel basket, sem-pre alle Olimpiadi. Insomma un‘annata spettacolare da tutti i punti di vista. E non ci resta che dire vamos !

DI LUCA CAVADINI

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L I F E S T Y L E

psicologia

dietologia

eventi

preparazione fisica

musica

cinema

narrativa

sport awards

medicina

physiomedica

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Casa editrice: edizioni MondadoriAnno di pubblicazione: 2008Numero di pagine: 309Prezzo di copertina: 18.50 euro

“…liberiamo subito il campo da un equivoco. Lo so benissimo che si dovrebbe dire Stati Uniti d’America, non semplicemente America, e che anche la Groen-landia, Haiti e la Patagonia sono America, ma se si è confuso Colombo, posso sbagliarmi anche io, che sono della bassa Padana. L’America per noi tutti è quella lì e basta…”Vittorio Zucconi ritaglia uno spaccato degli Stati Uniti a dir poco stupefacente. Una serie di contraddizioni incredibili della terra della libertà dove un abitante su cento è in galera ma dove il sogno americano sopravvive alla miseria. Il giorna-lista e scrittore vi condurrà nella nazione dove c’è tutto. Tutto quello che volete e non volete qui c’è. La frase introduttiva di Churchill è esauriente: “Si può sempre contare sull’Ame-rica che faccia la cosa giusta, dopo aver esaurito tutte le possibilità di fare quel-le sbagliate.” Zucconi si dichiara nella sua tormentata relazione di odio e di amore verso gli americani, scusate, gli statunitensi.

Recensione LIBRODI ALESSANDRO LEOPARDI

L’AQUILA E IL POLLO FRITTODI VITTORIO ZUCCONI

LIF

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R e c e n s i o n e C DDI ROLLING BEATLES

LEGENDA: *APPENA SUFFICIENTE **DISCRETO ***BUONO ****OTTIMO *****CAPOLAVORO

Commento

Nel disco di Tiziano Ferro, atteso dai fans come S.Lucia dai bambini, ci sono ospiti Fossati, Pausini e Battiato. Vi basta? E’ vero, non sperimen-ta, sempre un po’ uguale, sempre troppo scanzonato o troppo serio, però è un disco gradevole di musica fatta e scritta bene. Non da grandi emozioni ma certi brani sono riusciti. Il singolo Alla mia età è introspet-tivo e profondo e anche Il sole esiste per tutti e Assurdo pensare sono pezzi da ascoltare oltre che sentire. C’è anche il solito r’n’b’ e tre brani più mossi dove Tiziano gioca alla Raffaella Carrà. Insomma, non si tratta di capolavoro ma un bel sei glielo concediamo.

Giudizio complessivo : **

1. La tua vita non passerà2. Alla mia età 3. Il sole esiste per tutti 4. Indietro ”5. Il regalo più grande6. Il tempo stesso7. La paura non esiste8. La traversata dell’estate 9. Scivoli di nuovo 10. Assurdo pensare11. Per un po’ sparirò 12. Fotografie della tua assenza13. Breathe gentle

TIZIANO FERROCD - Alla mia etàOfficial site - www.tizianoferro.com

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R e c e n s i o n e C DDI ROLLING BEATLES

LEGENDA: *APPENA SUFFICIENTE **DISCRETO ***BUONO ****OTTIMO *****CAPOLAVORO

Commento

Torna dopo due anni e ancora una volta fa centro. A modo suo, sottovo-ce, quasi con timidezza ma Raf non sbaglia un colpo. E’ un artista sem-plice che non vuole atteggiarsi a complicato. Ed è un grande pregio nel panorama musicale italiano. Suona bene, i testi sono ispirati e la melodia è sempre il lato più convincente di Raf. Ossigeno è il primo singolo che le radio passano ossessionatamente. Quasi mi spiace perché è proprio una bella canzone e sentendola troppo arriva alla stanchezza. Belle e sempre sentimentali Metamorfosi (scritta con la moglie), Giù le mani dal cuore, Non è mai un errore. E’ un disco più strumentale che elettronico e questo mi piace molto. Ognuno può ritrovarsi nel suo amore e nella sua storia con il partner. Ce n’è per tutti. E questo mi piace ancora di più. “…sei tu il punto fermo, sei nel cuore oppio, fuoco e ossigeno...”

Giudizio complessivo : ***

Ossigeno Ballo Metamorfosi Giù le mani dal cuore Nel tuo ritorno Lacrime e fragole Non è mai un errore L’era del gigante Il mondo coi tuoi occhi

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RAFCD - MetamorfosiOfficial site - www.raf.it

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Titolo originale: ChangelingNazione: UsaAnno: 2008 Genere: Drammatico-Giallo Durata: 140’Regia: Clint Eastwood Sito ufficiale: www.changelingmovie.net

Cast: Angelina Jolie, John Malkovich, Jason Butler Harner, Geoff Pier-son, Michael Kelly, Devon Conti.Produzione: Imagine Entertainment, Malpaso ProductionsDistribuzione: Universal Pictures

COMMENTO

Due premesse: la prima è che è un film troppo lungo, la seconda è che è un film troppo bello. Clint Eastwood ha 78 anni e secondo Sergio Le-one aveva solo due espressioni da attore. Poi ha scoperto la regia e di espressioni ne ha trovate molte altre, ai confini del capolavoro come Mystic River o Million Dollar Baby. Un film che lascia toccati e a tratti è anche sconvolgente. Poetico e brutale, in una parola sola emozionan-te. Altra attrice cha ha trovato mille facce è Angelina Jolie, straordinaria recitazione da Oscar. Bravissimi anche Malkovich e Devon Conti, figlio fasullo della Jolie che imparerete ad odiare dagli occhi. Fotografia ec-cezionale e bella musica sempre targata Clint che ancora una volta ti da un calcio allo stomaco e ti fa anche ringraziare di averlo fatto, con qualche lacrima agli occhi. Da vedere

Recensione FILMChangelingDI FEDERICO ANTONIONI

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SPORT AWARDS 200815 DICEMBRE 2008III EDIZIONE del GRAN GALA DELLO SPORT

CENTRO CONGRESSI GIOVANNI XXI I I - ORE 20.30

I FINALISTI DI SPORT AWARDS 2008

La Giuria ha selezionato tra le nominations pervenute dalle Federazioni i seguenti finalisti (elencati di seguito in ordine alfabetico):

UOMINIDubbini Luca e Roberto – vela Melchiori Hans - pistola liberaOldrati ThomaAs - enduro

DONNEDella Monica Nicole - pattinaggio artistico Scarpellini Elena - atletica leggera Teani Laura – pallanuoto

SQUADRELions Bergamo – football americanoValle San Martino club – pesca

DIVERSAMENTE ABILIEsposito Mario - tiro con l’arco Poiani Maria - nuoto

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Il Comitato Organizzatore assegnerà inoltre i seguenti Premi Speciali:

PREMIO ALLA CARRIERA Luca Messi - pugilato

PREMIO SOCIETA’ SPORTIVA 2008 Orobica Ginnastica - Danzarea con la speciale partecipazione dell’atle-ta olimpica DANIELA MASSERONI

PREMIO ATLETI AZZURRI D’ITALIA Maria Teresa De Filippis - La prima donna nella storia dell’automobilismo a partecipare con successo a gare di F1

PREMIO SOLIDARIETA’ E SPORTAssociazione Il Padre Pellegrino ONLUS per i progetti svolti a sostegno dei bambini in Brasile

In collaborazione con

Per informazioni e contatti:

• Teamitalia Via Zelasco, 1 - 24122 Bergamo www.teamitalia.com tel. 035.237323 - fax 035.224686 e- mail: [email protected]

• Sport & Clubs Via Spino, 18 - 24126 Bergamo www.sportandclubs.it tel. 035 46.21.82 - fax 035 0290226 e-mail: [email protected]

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quotidiano online - [email protected] - tel. 035 46.21.82

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tuffi atletica europa boxe ippica basket rubriche tiroconlarco golf rugby training pallanuoto psicologiadellosport pallamano

footballamericano baseball beachvolley hockey italia fi tness tennis

championsleague sportamatoriali

Gratis.Sempre.

Ovunque.

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Per lei qual’è il concetto di medico?Un concetto ippocratico. Il malato è una persona e la cura deve prendere in con-siderazione la componente emotiva, psicologica ed affettiva dell’individuo. Io non curo una malattia ma un malato, concetto molto diverso. Un buon medi-co ottiene e offre fiducia.

Il supporto di uno psicologo potrebbe essere utile nelle corsie di un ospedale?Sicuramente. C’è solo se richiesto in questo momento. Un mio vecchio ma-estro dell’Università diceva che la prima cosa da offrire ad un malato che viene ricoverato è un buon letto e un buon ba-gno. Aveva ragione.

Spieghi meglio…Il ricovero in se è una specie di violenza alla persona perché vieni estrapolato dalla tua casa, dalle tue abitudini ed en-tri in un meccanismo che può essere traumatico. Lo psicologo servirebbe per cambiare il concetto dell’ospedale da luogo di sofferenza a luogo di cura.

Ma la malattia è sofferenza.Certo, guarire comporta anche soffrire a volte. Ma la visione complessiva deve essere positiva, deve sollevare il malato

Giovanni DanesiProfessione MedicoDI PAPphoto S&C

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non abbatterlo. L’ospedale è un luogo dove si ricerca una soluzione al problema.

Medico vuol dire vocazione?Se fatta con delle regole, con vera e genuina coscienza, si. Ognuno deve chiedersi se è disposto a fare qualcosa in più della routine. Andare sempre oltre.

Oltre anche aspetti economici.La vera drammaticità delle riforme sanitarie di destra e sinistra sono aver ridotto ad aspetti tecnici ed economici la medicina, snaturandone la missione assistenziale nel senso più alto del termine. Non si può curare con i grafici di rendimento in mano!

A parità di titolo cosa fa grande un medico?Tenacia, intuito e umiltà

E’ un lavoro definibile stressante?Molto, per molteplici aspetti.

Lei cura pazienti anche molto gravi, con operazioni difficili, ai limiti. Cosa pensa durante questi interventi?A volte gli interventi sono molto complessi e lo stato d’animo comprende una tensione emotiva che ti aiuta a portare a termine l’operazione nel migliore dei modi evitando il più possibile complicazioni.

E dentro di lei, cuore e mente…Se affronto un intervento di una persona grave entro in una specie di viaggio. La sen-sazione è quella di uscire dal porto e saper rientrare. Una partita aperta dove si vince o si perde.

E se l’avversario vince?E’ la domanda più bella, la chiave di questa professione a certi livelli. La sconfitta c’è ma non bisogna viverla come statistica. Il giorno dopo c’è un altro intervento e biso-gna ripartire con caparbietà, lucidità e convinzione dei propri mezzi. Mai scoraggiarsi. Bisogna metabolizzare il fatto e ripartire, assorbendo certamente lo stress che inevita-bilmente sale.

E a livello personale?Tutto ha un prezzo, bisogna faticare.

Come combate lo stress?Sport, buona cucina, buoni amici e la sensazione di aver fatto tutto quello che potevo fare mi aiuta molto.

Cosa le da più gioia nel suo lavoro?La riconoscenza dei pazienti e dei parenti. Mi emoziona.

Come giudica la ricerca con metodi molto sperimentali, esistono limiti?I limiti riguardano la condizione di partenza. Parto dal problema e risalgo alla soluzione e allora c’è un senso. Non intendo la ricerca medica come aspirazione all’immortalità.

Abbiamo ancora margini di miglioramento?Certamente si ma penso che la natura comunque è sempre la più forte e non bisogna forzare la mano. Generalmente ci si fa male.

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Lei spesso è a tu per tu con la morte. Crede in qualcosa di spirituale che in qualche modo ci coinvolge?È capitato di essere in sala operatoria e dover affrontare emergenze veramente gravi, affron-tare difficoltà serie. Intimamente sale una grande paura, positiva e agghiacciante ma grande. Una sensazione di qualcosa che mi guidasse è capi-tata. Qualcosa di trascendente e misterioso ma affascinante.

Cosa vorrebbe cambiare con una bacchetta magica?Non sopporto molti aspetti della politica che è op-posta al buon senso comune.

Un difetto?Non ascolto molto, ma forse è perché non ho tempo. (Ndr. Sorride sotto i baffi che non ha…)

Un pregio?La capacità di sacrificarmi.

Un sogno?Che i miei figli mi cerchino sempre come hanno fatto fino ad oggi.

Pratica tennis e arti marziali. Perché?Il tennis perché è estremamente tecnico, una sfi-da con me stesso e l’avversario e poi perché è un gioco, mi diverte. Il wushu per l’allenamento e la disciplina, l’educazione mentale.

Cosa pensa delle numerose fiction basate sulla medicina?In televisione non si può fare divulgazione scienti-fica ma impegnarsi per educare alla prevenzione e all’educazione sanitaria. Il pericolo degli sce-neggiati e fuorviare la gente che si aspetta certi comportamenti e soprattutto la garanzia di guari-re, che nessuno può dare. La spettacolarizzazio-ne della medicina genera medici perennemente sotto accusa che aumentano paure e indecisoni. Il malato è il soggetto passivo che subisce.

Che rapporto ha con Bergamo?Abito in questa città da vent’anni. E’ bellissima e la qualità di vita è elevata. Un po’ avara dal punto di vista del fermento culturale e delle occasioni un po’ più vivaci per il territorio. Forse la città si ada-gia sulla bellezza architettonica e paesaggistica, senza altri sforzi.

Dr. Giovanni DanesiMedico Chirurgo

Specializzazione in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale

Dal 2004 Direttore del reparto di ORL e Microchi-rurgia della Base Cranica degli Ospedali Riuniti di

Bergamo.

Ha tenuto numerose docenze e attività scienti-fiche presso le Università di Chieti e Nizza, ULB

di Bruxelles, ORL di Bergamo, Istituto dei Tumori di Milano, Ospedale Bassini di Milano, S.Vincent

Hospital di Sydney.

Relatore a numerosi congressi in tutto il mondo tra i quali Brisbane (Aus), Sydney, Rodi (Gre), Van-

couver (Can), S.Paolo (Bra).

Autore di 45 pubblicazioni scientifiche recensitesu Med-Line.

Membro della Royal Society of Medicine e della International Society of Skull Base Surgery.

Professore a contratto presso l’Università di Pavia

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Le vitamine sono sostanze che da molti anni rappresentano un grande businnes e spesso vengono a torto utilizzate come soluzione di troppi problemi. Mettiamo subito in chiaro una cosa, le vitamine sono importanti (soprattutto nello sport) solo quando mancano. Questi microelementi sono fondamentali per il corretto funzio-namento del nostro organismo e come cofattori sono coinvolti nella produzione di energia, nel trasporto dell’ossigeno, vero elemento vitale dell’uomo, nell’azione muscolare e nella crescita. Rappresentano anche importanti componenti struttu-rali, oltre al fatto che alcuni tipi di vitamine e di minerali svolgono attività antiossidan-te, proteggendo organi, apparati e tessuti dal danno dei radicali liberi.E’ inutile assumerne più del dovuto, perché oltre una certa soglia diventano inutiliz-zabili e quindi vanno eliminate. Inoltre, dato che le vitamine possono essere sfrut-tate ripetutamente nei processi metabolici, le necessità degli atleti non sono gene-ralmente superiori a quelle delle persone sedentarie. Nemmeno per gli sportivi è quindi strettamente necessaria un’integrazione vitami-nica, anche perché dovendo far fronte a spese energetiche giornaliere superiori, essi introducono con la dieta una quota superiore di calorie e, di conseguenza, an-che di vitamine e minerali. Naturalmente la dieta dev’essere ben bilanciata e com-prendere svariati alimenti (il famoso principio del “mangiare poco di tutto”), oltre a fornire la giusta dose di calorie (quindi di energia). Con una corretta assunzione di frutta e verdura giornaliera, meglio se divisa su cinque pasti, l’apporto di vitamine è quasi sempre sufficiente. Per esempio la vitamina C e l’acido folico sono contenute in sostanze che coprono una piccola parte di una dieta media, ed inoltre la loro di-sponibilità varia nel corso dell’anno. Sono anche stati segnalati casi di insufficiente apporto di vitamine B1 e B6 in particolari gruppi di atleti. Al di la di queste sporadiche eccezioni l’integrazione è inutile, sempre se si segue una dieta adeguata. Sbagliando rischiamo l’assuefazione e il sovraccarico funzio-nale dei reni, impegnati nell’eventuale eliminazione del surplus vitaminico. Lo stesso discorso può essere valido per gli sportivi in periodi di allenamenti intensi associati ad un regime alimentare non perfetto. Per contrastare gli effetti dei radicali liberi prodotto dagli sforzi intensi potrebbero non bastare le risorse endogene e quindi risulta utile il ricorso all’integrazione di antiossidanti esogeni (vitamina C, vitamina E, vitamina A). In questi casi, e solo in questi casi, si possono assumere compres-se o bustine da sciogliere in acqua della singola vitamina oppure di un polivitami-nico-poliminerale. La migliore soluzione per la mente e per il fisico è comunque quella che passa per un alimentazione sana e ben bilanciata, se non altro per una completa soddisfazione dal punto di vista gastronomico e per non rischiare di farsi svuotare il portafoglio da chi gioca un po’ troppo sull’ignoranza delle persone!

LE VITAMINE LIPOSOLUBILI

Vitamine e Sport

REDAZIONE S&C

Facciamo chiarezza

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Le vitamine A,D,E e K sono vitamine liposolubili che il fegato ed i tessuti adiposi immagazzinano finché il corpo non ne ha bisogno. Queste so-stanze per essere veicolate ed assorbite richiedono la presenza di gras-si nella dieta. La carenza di tali vitamine si riscontra soprattutto in quei soggetti che seguono una dieta povera di grassi. Inoltre occorre essere molto cauti con le integrazioni di queste vitamine tramite integratori, per-ché quando assunte in eccesso, possono raggiungere livelli tossici, data la foro capacità di accumulo proprio nelle cellule adipose.

La vitamina A

La vitamina A è importante per i suoi effetti positivi sulla vista. Risulta ne-cessaria per la crescita e lo sviluppo cellulare, per il mantenimento e l’in-tegrità dei tessuti epiteliali, che costituiscono la pelle e le cellule che rive-stono i tratti respiratori e digerente. Agisce inoltre sulla formazione delle ossa e dei denti ed è fondamentale per il mantenimento in efficienza dei sistema immunitario.Buone fonti di vitamina A sono il fegato, l’olio di fegato di pesce, il rosso d’uovo, il latte intero e derivati come burro, panna e margarina. La vitami-na A può essere convertita nel nostro organismo dai carotenoidi, com-posti chimici che si trovano nel pigmento delle piante rosse e gialle. il più famoso è il betacarotene. che svolge un’azione antiossidante che neu-tralizza i radicali liberi e i danni da essi provocati.

La vitamina D

Questo composto favorisce l’assorbimento dei calcio ed il fosforo, che rappresentano due dei fondamentali componenti dei tessuto osseo. Si ritiene che la vitamina D migliori la forza muscolare e anch’essa migliora il funzionamento dei sistema immunitario. Si trova in alimenti quali: uova, burro, fegato e in alcuni tipi di pesce come aringhe, sgombro, sardine, salmone e gamberi. Anche il latte arricchito con vitamina D è, ovviamente, una buona fonte alimentare.

La vitamina E

E’ fondamentalmente un antiossidante e quindi molto importante nel proteggerci dai danni dei radicali liberi. Interviene nei processi di ripara-zione dei tessuti, in quanto è uno dei fattori di regolazione della coagula-zione dei sangue.

Le fonti sono rappresentate dagli oli di soia, di mais, di semi di cotone. La vitamina E si trova in quantità sufficienti nelle verdure a foglia verde, nei legumi, nelle noci e nei cereali integrali. La vitamina K

La vitamina K è un composto fondamentale perché è necessario per la sintesi della protrombina, una proteina cardine dei processo di coagula-zione dei sangue. Gli alimenti ricchi di vitamina K sono le verdure a foglia

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verde, gli asparagi, i broccoli e i cavoli, mentre latte e derivati, uova, ce-reali e frutta ne contengono una piccola quantità.

LE VITAMINE IDROSOLUBILI

Le vitamine B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), 85 (acido pantoteni co), B6 (piridossina), B12 (cobalamina) e C (acido ascorbico), l’acido folico e la biotina sono tutte vitamine idrosolubili. Questo significa che il nostro organismo assorbe con facilità questi microcomposti, ma con altrettanta facilità vengono escreti rapidamente con le urine, non si riesce ad immagazzinarli in quantità sufficienti ed è per questo motivo che è importante assumerne dosi adeguate quotidianamente.

Il complesso vitaminico B

Le vitamine appartenenti al gruppo B sono importanti coenzimi, ossia cofattori o elementi che consentono agli enzimi di svolgere le loro fun-zioni, come l’utilizzazione dei carboidrati, i grassi e le proteine per pro-durre energia. L’attività fisica altera i processi metabolici che dipendono sostanzialmente da alcune vitamine del gruppo B; inoltre, chi svolge una intensa attività fisica associata a diete ipocaloriche o ricche di pro-teine e carboidrati e, nel contempo, povere di grassi va incontro ad un rischio di squilibrio antiossidante. Ruolo antiossidante per eccellenza è svolto sostanzialmente da due vitamine, la E e la C.La vitamina B1 (tiamina) è prevalentemente contenuta nel fegato, nei reni, nella carne magra di maiale, nei cereali integrali e nel lievito di bir-ra - non è presente in oli e grassi, invece è presente in poche quantità nel latte e nei suoi derivati, nel pesce, nella frutta e nella verdura. E’ una proteina molto fragile, è solubile in acqua, è sensibile a variazioni di pH e al calore. Nella sua forma attiva ha un ruolo essenziale nelle reazio-ni di trasformazione di carboidrati, grassi e amminoacidi in energia, ha importanti funzioni nel sistema nervoso centrale e nella formazione di ribosio. Le carenze di tale vitamina interessano soggetti con metabo-lismo aumentato, quali sportivi o persone sottoposte a stress. E’ una vitamina sicura, gli effetti tossici derivano solo da assunzioni superiori a 100 mg al giorno.La vitamina B2 (riboflavina) è presente nel latte e suoi derivati, nonché nel fegato, uova, cavoli, spinaci, asparagi, piselli, cereali integrali e lievito di birra. È una vitamina idrosolubile che nella normale preparazione dei cibi, si degrada per circa il 20%. Ha un ruolo essenziale nella produzio-ne di energia a partire dagli alimenti, nel metabolismo dei grassi, nella funzionalità dei globuli rossi e di altre vitamine del gruppo B (B3, B6, B9). Sintomi di carenza si manifestano a livello della bocca (varie infiamma-zioni delle mucose), della pelle (dermatiti), nelle unghie, provocando di-strofia e anche negli occhi (fotofobia). Si tollera fino a 25 mg al giorno.La vitamina B3 (niacina) è presente in elevate quantità nel lievito di birra, fegato, cuore, reni, pesce, farina integrale e derivati. È la più stabile del-le vitamine, resiste alle ossidazioni, a pH alcalini, al calore e alla luce. È utile nel metabolismo di grassi e carboidrati e nella riparazione del DNA

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ossidato. In quantità superiore a 35 mg può dare vasodilatazione che in genere si manifesta con prurito, rossore al collo e al torace. Una carenza può provocare dermatiti e/o diarrea.L’ultima vitamina del gruppo B interessante nella nostra trattazione è la vitamina B6 (piridossina). È presente in molti alimenti, quali carne , pesce, legumi, verdure (come spinaci, carote, broccoli, cavoli), banane e avocado. È sensibile al calore, nella cottura se ne perde circa il 30-40%. È utile nel metabolismo degli amminoaci-di (costituenti delle proteine) e ha un ruolo essenziale in molti altri processi di sintesi di sostanze organiche fondamentali. Fino a 90-100 mg al giorno non si riscontra-no patologie associate. Una carenza può provocare dermatiti, infiammazioni delle mucose, crampi, ridotta resistenza allo stress.

La vitamina C

La vitamina C (acido L-ascorbico) è una vitamina idrosolubile contenuta in molti vegetali e nella frutta ( 100 g di succo di arancia concentrato contengono circa 210 mg di vitamina C, mentre 100 g di kiwi circa 85 mg).La principale funzione della vitamina C è quella antiossidante idrosolubile; essa in-fatti contrasta la formazione dei radicali liberi (causa di precoce invecchiamento e di malattie degenerative) nel liquido intracellulare e nel plasma, mantiene l’integrità di tessuti, quali pelle, vasi sanguigni, ossa ecc., stimola il sistema immunitario, è utile in caso di forme allergiche, nei sintomi del raffreddore.Giornalmente se ne raccomanda un’assunzione di circa 90 mg da portare fino a 200-500 mg in caso di aumentato fabbisogno. Fino a 2 g al giorno non sono se-gnalati effetti collaterali. Una dieta povera di frutta e verdura, eccessivo stress, sport intenso, fumo attivo e passivo, la presenza di alcune patologie come disturbi gastro-intestinali o iper-tensione, possono essere cause di carenza di tale vitamina. Una mancanza della vitamina può portare stanchezza, sonnolenza, irritabilità e anche portare a fragilità capillare, minor resistenza a infezioni e difficoltà di guarigione delle ferite. Un elevato stato nutrizionale di vit. C si associa ad un minor rischio di tumore del polmone e dello stomaco.

La vitamina E

La vitamina E (Tocoferolo) è una sostanza oleosa, insolubile in acqua. È contenuta prevalentemente negli oli vegetali come gli oli di taluni semi. La vitamina E in questi oli ha la funzione di impedire l’ossidazione degli acidi grassi poli-insaturi, per cui, tan-to più l’olio è ricco di tali acidi grassi tanto maggiore è il contenuto in vitamina E. Stati di stress, il fumo, l’uso eccessivo di alcol, l’esercizio fisico, la gravidanza, l’al-lattamento, l’esposizione ad inquinanti, fattori di rischio di malattie cardio-vascolari, come sovrappeso, ipertensione, ecc. possono essere causa di carenze di vita-mina E che si associano ad una maggiore produzione di radicali liberi. E’ qui che interviene il ruolo fondamentale del composto che, come antiossidante lipidico (ri-cordiamo il ruolo di antiossidante idrosolubile svolto dalla vitamina C), interrompe le reazioni a catena dei radicali lipidici e risulta fondamentale sia per limitare il rischio di malattie cronico-degenerative sia per rallentare i processi di invecchiamento. La carenza di vitamina E si manifesta con sintomi nelle aree neuro-muscolari, nella funzionalità delle membrane e nel sistema vascolare, provocando un maggior ri-schio di gravi malattie.

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Nel mondo dello sport parlare di talento è difficile. Dicono di averlo un po’ tutti e tutti lo nominano spesso invano ma c’è una certezza: il vero talento è raro, da grosse soddisfazioni e molti grattacapi. L’approccio solitamente è fastidioso perché il talentuoso è spesso considerato stravagante, poco incline all’allenamento e all’impegno razionale. L’allenatore è spesso im-pegnato a ricondurre l’atleta alle regole piuttosto che valorizzarne le dif-ferenze. Non bisogna confondere il campione, soggetto già maturo che ha superato determinate prove, ed il talento puro di cui parliamo in questo numero. Una domanda da porsi è se il talento non derivi dalla ribellione a degli schemi fissi, da inquietudine, resistenza alle imposizioni, voglia di fare di testa propria, cioè se il talento non derivi e si sviluppi solo attraverso la tecnica ma anche attraverso la testa.Avere testa significa sviluppare determinate qualità:

creatività• fantasia• intuizione• interesse• decisione• coraggio• originalità• curiosità• ragionamento• iniziativa• ingegnosità• analisi e sintesi• critica• intelligenza•

Chi ha queste qualità è un superdotato ma anche un personaggio fragile e vulnerabile.

Come riconoscerlo.

E’ uno che capisce al volo, veloce nel ragionare e nel capire. Sa già cosa fare e lo fa alla sua velocità e a modo suo. Solitamente è abile a teorizza-

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re e formulare delle ipotesi mentre la concretezza e l’applicazione lo inte-ressano meno e per questo non possiamo aspettarci che sia sempre co-struttivo. Rifiuta soluzioni preconfezionate ai problemi ed è geniale anche quando trova il modo di opporsi e di essere distruttivo. Non è ancora un campione perché gli mancano la maturità, l’armonia delle giocate, la conti-nuità, il senso del collettivo e l’uso corretto di ogni risorsa.Spesso appare deciso ma in realtà più frequentemente è impulsivo e sce-glie quello che più gli piace rispetto a quello che gli è più utile.La sua abilità può essere un’arma a doppio taglio perché lo può portare ad accontentarsi, a non verificare i propri limiti e a non completare il suo svilup-po. Il talento è sensibile all’ambiente che lo circonda. Spesso lo disprezza ma non po’ fare a meno di lui.Ricerca il successo ma lo patisce perché ha paura di perderlo e quando non sa ancora cosa fare del proprio talento e ha un ingegno fine a se stes-so, rischia di creare senza direzione e d’essere solo stravagante e non co-struttivo.Questo descritto è un tipo di talento estroverso che mostra forti implicazio-ni emotive, un desiderio assoluto d’affermazione accompagnato spesso da ansia dovuta alla distanza che si crea con gli interessi collettivi, alla paura di non essere mai arrivato ed alla grande vivacità creativa che, se non si può esprimere, si trasforma nella insicurezza o in un inquietudine spesso ribelle.Ma c’è anche l’introverso che ha un pensiero e una creatività più intimi e coltiva interessi più profondi, ma che a volte gli altri non condividono o non capiscono. L’introverso corre due rischi: di essere apprezzato dagli adulti ma non riuscire a vivere emotivamente la comunicazione con i coetanei; di sentirsi estraneo alla mentalità comune e di essere sconfitto dalla coali-zione degli altri, più agguerriti anche se decisamente meno dotati. Spesso non si capisce perché il talento fallisce, dimenticando errori come la man-cata consapevolezza che il talento è un potenziale puro, capace di straor-dinari sviluppi e di inspiegabili fallimenti.A volte crediamo di plasmarlo come vogliamo e di incanalarlo a nostro pia-cimento. Ma un’opera d’arte non si può discutere e contestare ma solo aiutare dello sviluppo.Il compito di chi circonda il talento emergente è quello di far esaltare tutte le potenzialità senza illudersi di poter creare un’atleta diverso da quello che potenzialmente c’è in ognuno.

Come trattarlo.

Avere a che fare con un talento significa saper trattare con la mente.Lo sport di anni fa era attratto dal fantasista imprevedibile, geniale e quin-di difficile da controllare. Anche se scarsamente dotato d’autocontrollo un’atleta cosi, piaceva.

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Lo sport di oggi rifiuta la vera natura del talento che è la diversità e si accon-tenta un’atleta che fa meglio ciò che fanno tutti ma non si cura di ciò che saprebbe fare solo lui. Cerca di uniformare senza mettere mai in gioco la critica e l’invenzione che è il livello più alto dell’ingegno.Il risultato è spesso un’atleta che ha dei lampi improvvisi ma non è padrone delle sue qualità, è discontinuo e non determinante quando deve esserlo.Occorrerebbe allenare la mente con la stessa cura del fisico e della tecnica ma con più cautela. Essere leader, conoscersi e sapersi utilizzare, avere iniziativa, imparare a correggersi, responsabilizzarsi…Sono qualità che non si possono insegnare ne imporre ma si possono favorire creando le condi-zioni perché si esprimano. Come ? Facendo si che il talento conosca tutto di se e del proprio lavoro in modo da potersi gestire: chi è, come è, cosa ha e cosa gli manca, come usare ciò che gli insegniamo, come arrivare alla continuità. Chiedendogli contributi, idee e partecipazione alla ricerca delle soluzioni, coraggio di provare e conoscere cosa c’è dietro un errore. Insegnandogli a misurarsi non solo a vittorie ma imparare ad utilizzare ogni risorsa ed andare a vedere fin dove si può arrivare. Può essere un metodo efficace per vincere !Bisogna lasciar fare per vedere fin dove il talento si può spingere, anche rischiando di sbagliare. Creando percorsi obbligati lo alleniamo ad imitare e ripetere e non a creare e fare perché in questo caso servono il dubbio, il rischio dell’errore e l’allenamento a correggersi.Dobbiamo considerare l’errore come una scelta sbagliata da sostituire con quella giusta evitando punizioni che aumenterebbero il conflitto già esistente.C’è una motivazione che sta al di sopra delle altre e forse le comprende tutte: il talento ha bisogno di valorizzarsi. Noi tutti dobbiamo fornirgli l’occa-sione per costruire qualcosa di unico e di utile.

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Per la fisica, la velocità è il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo.Nell’ambito sportivo, il termine velocità risulta molto generico: occorre dunque parlare di tre concetti diversi, che possono però sovrapporsi.

I tre tipi di velocità: di spostamento, di reazione, gestuale

Velocità di spostamento o traslazioneParliamo di due grandi componenti della velocità di spostamento: ampiezza e frequenza di falcata. La prima dipenderà da altri fattori: la capacità di impulso, la lunghezza delle leve, l’elasticità e il rilassamento dei muscoli, la corretta esecuzione tecnica. La seconda componente, la frequenza, dipenderà dalla corretta esecuzione tecnica, che elimina qualunque gesto superfluo o inefficace, e da altri fattori che influiscono direttamente sul funzionamento del sistema nervoso dello sportivo: la velocità di trasmissione dell’impulso nervoso e la velocità di contrazione del muscolo. Sommando tutti questi fattori, otterremo un’ampiezza e una frequenza di falca-ta ottime, il cui risultato sarà la massima velocità e spostamento.

Velocità di reazione. Il tempo minimo necessario da quando si riceve lo stimolo fino a quando com-pare la risposta, è quello che chiamiamo velocità di reazione. Nello sport la velocità di reazione è fondamentale ed è spesso l’inizio della ve-locità di spostamento.

Velocità gestuale Infine, possiamo parlare di un tempo chiamato velocità gestuale, che corri-sponde al tempo di realizzazione di un gesto tecnico qualsiasi.

Sistemi per allenare la velocitàAllenamento della velocità di spostamentoPer allenare la velocità di spostamento, si possono utilizzare le serie corte e la velocità facilitata di spostamento. Le serie corte consistono nel correre alla massima velocità, al 100%, una di-stanza determinata, normalmente tra i 20 e i 60 metri. In una stessa sessione, si possono percorrere da 3 a 7 ripetizioni, con una pausa tra ogni ripetizione, che permetterà il recupero totale sia delle riserve energetiche, sia dell’affatica-mento del sistema nervoso, che qui viene sottoposto ad un sforzo massimo.

LA VELOCITA’.REDAZIONE S&C

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Con le stesse caratteristiche delle serie corte, la velocità facilitata si realizza su un piano inclinato, ottenendo così un’intensità di lavoro superiore al 100%: l’atleta potrà raggiungere, per alcuni metri, una velocità superiore a quella svi-luppata sulla stessa distanza in piano. Normalmente in questo sistema è ne-cessario un ritmo progressivo per raggiungere tale super-massima velocità, in uno spazio da 10 a 15 metri. E’ importante che l’inclinazione non sia eccessiva e che il terreno non presenti irregolarità.

Allenamento della velocità di reazioneLa velocità di reazione verrà allenata con sistemi specifici: partenze, giochi combinati e situazioni sportive ridotte.

Partenze Con la comparsa dello stimolo, la reazione sarà immediata; le distanze da per-correre sono minime, l’unico elemento necessario è la massima prontezza nella reazione e nella partenza. Attenzione: non fermate la corsa in modo bru-sco, è necessario rallentare gradualmente in modo da evitare lesioni musco-lari dovute ad una violenta azione di frenata. Nella partenza, sarà fondamentale il massimo grado di attenzione e concentrazione. L’allenatore può cercare di distrarre gli atleti con altri stimoli esterni, per far sì che essi sappiano discrimina-re e selezionare correttamente lo stimolo.

Giochi combinati Altri materiali e metodi, come quello di abbinare dei giochi, ci serviranno per svi-luppare la velocità di reazione. Ogni movimento necessita di velocità di reazio-ne non solo nella fase iniziale, ma anche successivamente. I metodi possono essere molto semplici ed avere risposte inequivocabili o più complesse con diverse opzioni. La velocità di reazione non deve per forza misurarsi partendo da una posizione che prevede di avere i piedi poggiati a terra: la fase di volo, in tutte le attività sportive e quotidiane, esige molte volte degli adattamenti e risposte immediati, per far fronte alla comparsa di uno stimolo imprevisto. Situazioni sportive ridotte Altre situazioni, in molti casi sportive, ma ridotte, comprendono la velocità di reazione non all’inizio del lavoro, ma come adattamento ad esso. Ad esempio, si pensi alla rapida reazione necessaria ad afferrare il frisbee, nella sua evolu-zione imprevedibile nell’ultima fase di volo. La velocità massima di un gesto, si mantiene per 6-7 secondi, quando si su-perano non è eseguito alla massima velocità, ma la conoscenza ottimale della tecnica lo rende altrettanto efficace.

Allenamento velocità e rapidità Rapidità e velocità sono concetti simili ma non identici; con il termine rapidità si fa infatti riferimento alla capacità di reagire ad uno stimolo nel minor tempo possibile e/o di eseguire con la massima velocità movimenti di singoli segmenti corporei contro scarsa resistenza. Velocità è invece un concetto fisico generalmente riferito all’intero corpo che esprime il rapporto tra la distanza percorsa (spazio) ed il tempo necessario per

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percorrerla (V=S/T). La rapidità dipende soprattutto dalla funzionalità del sistema nervoso ed è le-gata solo in parte a fattori energetici. Per questo motivo la rapidità è una capa-cità scarsamente allenabile (può migliorare soltanto nell’ordine del 18-20%).Gli allenamenti rivolti al miglioramento della rapidità variano da sport a sport dato che un ruolo fondamentale è ricoperto dall’esperienza motoria e dalle ca-pacità tecniche dell’atleta. Il risultato di questo bagaglio di esperienze motorie è la cosiddetta capacità di anticipazione che consente all’atleta di intuire, per esempio, la traiettoria e la velocità della palla in anticipo.La capacità di sprint è invece caratteristica comune a numerosi sport ed il suo allenamento ha una notevole influenza sulla performance. Prendiamo a titolo esemplificativo una gara di sprint sui 100 metri: la presta-zione dell’atleta si compone di tre fasi distinte: nella prima la velocità aumenta (fase di accelerazione 0-30 m circa) fino a raggiungere il suo valore massimo che verrà mantenuto soltanto per pochi secondi (fase di massima velocità 30-70m). Nel tratto finale si assiste invece ad una inesorabile diminuzione della ve-locità (fase di velocità decrescente 70-100m).In allenamento la capacità di sprint viene allenata attraverso ripetute di 30-40 metri con partenza da fermo o da corsa lenta. In questo modo si stimola contemporaneamente anche il miglioramento della capacità di accelerazio-ne. Questa prima fase dello sprint è quella maggiormente sensibile alla forza mentre dopo i venti metri la componente nervosa prende il sopravvento. Nella maggioranza degli sport la fase di accelerazione è particolarmente importante (calcio, rugby, basket ecc.). Durante le ripetute sui trenta metri l’atleta dovrà impegnarsi al massimo, senza riserve. A seconda del grado di preparazione atletica andranno scelti schemi di allenamento diversi. Mentre la lunghezza delle ripetute (30-40 m) non deve subire variazioni significative, il numero di ripetizioni ed eventualmente di serie sarà influenzato dal livello prestativo, dall’anzianità di allenamento e dalle carat-teristiche dell’atleta. Per uno sportivo di medio alto livello l’allenamento della rapidità di sprint può essere così impostato: 2 serie da 6 ripetizioni sui 30 metri con recupero di due minuti tra le ripetizioni e quattro tra le serie.Ovviamente le prove di velocità devono essere precedute da un adeguato ri-scaldamento (almeno 15-20 minuti) non solo per prevenire infortuni ma anche per garantire la massima prestazione in allenamento (la temperatura interna dell’organismo deve essere superiore alla condizione di riposo per garantire la massima efficienza metabolica).Nel calcio e negli altri giochi sportivi in cui è molto portante curare la fase di accelerazione si possono utilizzare varie tecniche di allenamento più o meno correlate al gesto atletico. Per esempio l’allenamento speciale dello sprint può essere eseguito palleggiando con la palla (basket) o portandola avanti con i piedi (calcio).La capacità di accelerazione si allena generalmente coprendo distanze com-prese tra i 10 ed i venti metri (l’aumento di velocità tra i venti ed i trenta metri è infatti molto basso). Per rendere l’allenamento più divertente si possono ef-fettuare gare di sprint con un compagno iniziando la ripetuta con un paio di

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in vendita pressoTEA GARDEN CONCEPT STORE - VIA G. PAGLIA 3/E BERGAMO

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...l'identità di chi lo indossa.

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metri di svantaggio e cercando di raggiungerlo nei pochi metri a disposizione. Per rendere l’allenamento della velocità più idoneo al gesto atletico si possono anche inserire percorsi a zig zag, dribbling tra birilli, salti di ostacoli, cambi im-provvisi di direzione o accelerazioni e decelerazioni di durata variabile alternate da brevi tratti di corsa lenta.

Allenamento della forza e della velocitàLa rapidità pura è il parametro più importante nello sviluppo della velocità. Tut-tavia occorre prestare attenzione anche all’allenamento della forza soprattutto per migliorare nella fase di accelerazione. All’inizio di uno sprint è importante avere una buona forza esplosiva (forza max) che viene utilizzata nell’appoggio e nello scarico a terra della potenza musco-lare (gioca un ruolo determinante nei primi metri in cui vi è un maggiore tempo di contatto del piede). E’ difficile allenare e conciliare l’allenamento per la forza con quello della veloci-tà perché lo sviluppo di una tende ad invalidare l’altra. Il metodo a contrasto è stato ideato per risolvere tale problema. Esistono due diverse tipologie di lavoro: contro tra le serie in cui si alternano serie con carichi pesanti a serie con carichi più leggeri e contro nella serie in cui si alternano carichi pesanti a carichi leggeri nella stessa serie. Queste tipologie di eserci-zio servono per stimolare maggiormente il sistema neuro muscolare: il carico maggiore comporta un’esecuzione più lenta dell’esercizio mentre il carico mi-nore stimola la velocità di esecuzione, in questo modo si possono conciliare l’allenamento della forza e quello della velocità.

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L’ Eccellenza della Medicinaredazionale S&C

PHYSIOMEDICA

Partiamo dal fatto più importante. PhysioMedica è un centro me-dico. L’abbiamo definito di eccellenza perché si avvale di una equi-pe di medici e personale paramedico di primaria importanza, che ha recepito e fatto proprio il focus principale dell’intero progetto: la cura della persona attraverso l’integrazione tra sistema fisico e psichico.Trovare la causa dei disturbi e non solo puntare il dito sui sintomi e la derivante sofferenza. Ambulatori specialistici e diagnostica ma anche psicologia clinica con il supporto di esperti, dalla maternità all’adulto, nel percorso dall’io bambino all’io cognitivo e responsabile dei grandi.Prevenzione e riabilitazione sono due concetti paralleli che spes-so sono la base di un buon stato di salute e coinvolgono tutti coloro che sono interessati ad incrementare il loro benessere o addirittura la performance atletica. Un grande campione come Klaus Dibiasi ci spiega proprio da questo magazine che cogliere immediatamente dei problemi anche apparentemente insignifi-canti significa avere una vita da atleta completa, ai massimi livelli e più duratura. Lo spazio alla ricerca e alla divulgazione medico-scientifica sarà centrale negli obiettivi di PhysioMedica.

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L’ Eccellenza della MedicinaPHYSIOMEDICA

PhysioMedica è prevenzione e riabilitazione in acqua partendo dal concetto di idrokinesiterapia che dal greco significa: acqua, mo-vimento, guarigione. La riabilitazione in acqua ormai è una terapia indispensabile per garantire un recupero funzionale nel campo ortopedico ma anche neurologico, cognitivo e psico relaziona-le. Le più importanti tecniche portano ad una ripresa progressiva del carico, a tecniche di mobilizzazione, a esercizi di rieducazione neuromotoria.I programmi Acqua comprendono:

• Idrokinesiterapia• Terapia posturale globale in Acqua• Rinforzo muscolare secondo Kabat• Propriocettiva in idrostasi• Acquadolce: Cura e prevenzione algie vertebrali• Percorso nascita: corsi pre-parto e corsi post-parto• Corsi dedicati genitori-figli• Corso di acquaticità prima infanzia• Progetto di psicomotricità funzionale in acqua• Watsu• Corsi di recupero psico-relazionale• Percorsi di coppia

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PhysioMedica si preoccupa di riabilitare i pazienti aiu-tandoli a prevenire il ripresentarsi del problema, della malattia. E’ accanto all’atleta di ogni livello per il ritorno post-trauma alle competizioni, con programmi speci-fici e personalizzati.

PhysioMedica è riabilitazione odontoiatrica e odontoiatria generale

Terapia Fisica•

Kinesiterapia•

Propriocettività•

Rieducazione Posturale•

McKenzie / Mezières•

Mobilizzazione Articolare•

Massoterapia•

Trazioni manuali e Pompages•

Mobilizzazioni Manuali•

Feldenkrais•

Osteopatia•

Riabilitazione pediatrica•

Riabilitazione cardiaca•

Riabilitazione della mano•

Ricondizionamento muscolare generale•

Sviluppo di programmi ad Personam•

Test atletici e di valutazione fisica•

Collaborazione con staff tecnico della squadra•

Valutazione risultati e rielaborazione programmi•

L’ Eccellenza della MedicinaPHYSIOMEDICA

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Prevenzione ginecologica

Percorsi pre-parto e post-parto e puerperio

Prevenzione e cura oncologica

Riabilitazione oncologica in acqua

Menopausa

Diagnostica per immagine

Visite specialistiche

Mammografia ottica (assenza di radiazioni ionizzanti)

Mammografia digitalizzata

Ecografie

Internistica

Parti molli

Muscolo tendinea

Ostetrico-ginecologica

Diagnostica prenatale

Cardiologica

Diagnostica senologica

Mineralometria ossea computerizzata (DEXA)

PhysioMedica segue la donna nel suo viaggio che comprende trasformazioni fisiche e psichiche impor-

tanti, spesso trascurate o sottovalutate. Attraverso la diagnostica con il mammografo ottico che lavora in assenza di radiazioni ma anche con l’assistenza

psicologica di operatori specializzati.

PhysioMedica è organizzazione di convegni medico-scientifici e formazione degli operatori

L’esame diagnostico non è un episodio ma una regola inserita in un contesto clinico, fondamentale

L’ Eccellenza della MedicinaPHYSIOMEDICA

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VIVAIOBERGAMELLI

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24049 Verdello (BG)Strada Provinciale Francesca (altezza CASCINA S. DAMIANO)

Tel./Fax 035 4829616 - Cell. 335 5237914www.vivaiobergamelli.it - [email protected]

Progettazione, realizzazione e manutenzione parchi e giardiniComposizioni floreali per ogni cerimoniaPiante da interno ed esternoVendita al dettaglio

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L’eccellenza della Medicina

Prevenzione ginecologicaPrevenzione e Riabilitazione in acqua

Prevenzione e Riabilitazione in palestraPreparazione atletica

Attività ambulatoriale e visite specialisticheOdontoiatria

Psicologia clinica

Consulenza a scuole e società sportiveRicerca scientifica e formazione

Convegni medico-scientificiDiagnostica per immagine

Mammografia ottica (in assenza di radiazioni ionizzanti)Mammografia digitalizzata

EcografieInternisticaParti molli

Muscolo tendineaOstetrico-ginecologicaDiagnostica prenatale

CardiologicaDiagnostica senologica

Mineralometria ossea computerizzata (DEXA)

dalla maternità all’età adulta

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