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1 A CURA DELL’EDITORE Il nuovo metodo per Teoria e Solfeggio “Aleppo”, “Aleppo”, “Aleppo”, “Aleppo”, ad uso degli studenti delle scuole musicali di ogni ordine e grado, compresi Licei, Istituti Musicali e Conservatori, è reso sintetico ma completo e facilitato perché ricco di esempi e suggerimenti. Si compone di cinque parti ed è indirizzato anche a soggetti o simpatizzanti che per la prima volta si avvicinano alla nobile arte musicale: sia in modo amatoriale sia da autodidatta. Chiaro e completo negli esempi, curato e semplificato nell’impostazione didattica, a differenza di altri metodi affermati o collaudati, unisce una moderna metodologia, anche educativa, che porta lo studente a capire prima di fare e a conoscere prima di applicare. Gaetano Gaetano Gaetano Gaetano Alicata Alicata Alicata Alicata

Solfeggio Aleppo

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A CURA DELL’EDITORE

Il nuovo metodo per Teoria e Solfeggio “Aleppo”, “Aleppo”, “Aleppo”, “Aleppo”, ad uso degli studenti

delle scuole musicali di ogni ordine e grado, compresi Licei, Istituti

Musicali e Conservatori, è reso sintetico ma completo e facilitato perché

ricco di esempi e suggerimenti. Si compone di cinque parti ed è

indirizzato anche a soggetti o simpatizzanti che per la prima volta si

avvicinano alla nobile arte musicale: sia in modo amatoriale sia da

autodidatta. Chiaro e completo negli esempi, curato e semplificato

nell’impostazione didattica, a differenza di altri metodi affermati o

collaudati, unisce una moderna metodologia, anche educativa, che porta

lo studente a capire prima di fare e a conoscere prima di applicare.

Gaetano Gaetano Gaetano Gaetano AlicataAlicataAlicataAlicata

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INDICE

PRIMA PARTE Il suono Pag. 3

Altezza del suono Pag. 3

Rigo musicale o pentagramma Pag. 3

Note Pag. 3

Tagli addizionali Pag. 4

Chiave Pag. 4

Durata del suono e pause Pag. 5

Misura o battuta Pag. 6

Il tempo ritmico Pag. 7

Solfeggio

Esercizi di solfeggio con movimenti binari semplici

Pag. 7

Pag. 8

Intervalli Pag. 9

Legatura di valore Pag. 11

Il punto di valore Pag. 12

Sincope Pag. 12

Tempi composti Pag. 13

Gruppi irregolari Pag. 16

SECONDA PARTE Scala cromatica Pag. 17

Tonalità Pag. 18

Suoni omofoni e omologhi Pag. 20

Legatura di portamento Pag. 21

Corona Pag. 22

Intensità Pag. 22

Altri segni convenzionali Pag. 23

Andamento Pag. 24

Abbellimenti Pag. 24

TERZA PARTE Esercizi progressivi riassuntivi di solfeggio Pag. 27

QUARTA PARTE Altri segni di espressione Pag. 34

QUINTA PARTE Selezione di solfeggi tratti da composizioni dell’autore Pag. 36

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PRIMA PARTE

IL SUONO

Il suono è una sensazione acustica percepita tramite l' organo dell' udito e prodotta da una serie di vibrazioni (oscillazioni di ampiezza) generate dal movimento di un corpo elastico solido, liquido o gassoso. Può essere: determinato = suono musicale; indeterminato = rumore. Le vibrazioni che lo producono possono essere: regolari = sincrone o irregolari = asincrone. ALTEZZA DEL SUONO

L' altezza del suono è una caratteristica quantitativa che permette di distinguere i suoni alti da quelli bassi e dipende dalla frequenza delle vibrazioni (grandezza fisica che indica il numero di volte che il ciclo della vibrazione si ripete in un minuto secondo). Maggiore è il numero delle vibrazioni prodotte più alto (acuto) risulta il suono, minore è il numero più basso (grave) è il suono. Altezza e frequenza sono due grandezze direttamente proporzionali: aumentando l' una aumenta anche l' altra e viceversa. RIGO MUSICALE O PENTAGRAMMA

Il rigo musicale o pentagramma è costituito da cinque linee orizzontali e parallele fra di loro generanti quattro spazi. Senza l' uso del rigo musicale non sarebbe possibile indicare con precisione l' altezza dei suoni.

I suoni acuti sono disposti nella parte alta del rigo mentre quelli gravi sono collocati verso il basso. NOTE

Sul rigo musicale trovano posto le note , segni grafici convenzionali dette figure musicali (vedi esempio) che indicano il suono rappresentato e che, a seconda della loro disposizione sul rigo (spazio o linea) in senso ascendente o discendente, determinano l' altezza.

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DURATA DEL SUONO E PAUSE Le diverse durate dei suoni sono indicate da specifiche figure musicali che ne stabiliscono la lunghezza. Le pause sono segni relativi alle figure che indicano la durata dei silenzi, indispensabili, al pari dei suoni, per la creazione del discorso musicale.

FIGURA NOME VALORE PAUSA

BREVE SEMIBREVE MINIMA SEMIMINIMA CROMA SEMICROMA BISCROMA SEMIBISCROMA

2 INTERI 1 INTERO 1/2 META’ 1/4 QUARTO 1/8 OTTAVO 1/16 SEDICESIMO 1/32 TRENTADUESIMO 1/64 SESSANTAQUATTRESIMO

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MISURA O BATTUTA La misura o battuta è uno spazio di pentagramma delimitato da due stanghette, linee poste verticalmente sul rigo. Nelle parti importanti della composizione musicale, quando avviene una variante rispetto all’impostazione iniziale, si applica una doppia stanghetta, mentre una stanghetta semplice seguita da un' altra più marcata indica la fine della composizione.

La scansione ritmica della battuta è rappresentata da una frazione che indica nel numeratore i movimenti ritmici e al denominatore il valore delle figure. Il valore di ogni movimento si ottiene dividendo l' intera frazione per il numero dei movimenti presenti nella misura. La somma delle figure e delle pause completano l' indicazione frazionaria della misura. La suddivisione è l' ulteriore divisione in due o tre parti uguali del movimento. I movimenti possono essere semplici o composti rispettivamente quando la suddivisione risulta binaria (movimenti pari) o ternaria (movimenti dispari).

esempi di combinazioni di figure e pause inserite i n battute di 4 / 4

La regolarità dei movimenti, battiti o pulsazioni , forma gruppi binari o ternari , semplici o composti , oppure combinazioni ottenute dalla loro unione. binarie semplici ternarie sem plici quaternarie semplici

binarie composte ternarie composte

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ESERCIZI DA SOLFEGGIARE

Esercizi di solfeggio con movimento ternario sempli ce. Tre movimenti ritmicamente uguali : primo movimento in battere, B, secondo a destra, D, terzo a sinistra, S. B D S

Tempo 3/4 B D S

In tutti gli esempi ternari: primo movimento in bat tere, B, secondo a destra, D, terzo a sinistra, S. Ovvero: battere, destra, sinistra.

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Esercizi di solfeggio con movimento quaternario sem plice. Quattro movimenti ritmicamente uguali : primo movimento B; secondo S; terzo D; quarto in alto (levare), L.

LEGATURA DI VALORE

La legatura di valore linea è linea curva che unisce due note dello stesso nome e altezza formando un valore unico.

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IL PUNTO DI VALORE (semplice e doppio)

Il punto semplice è un segno che posto dopo la nota (figura o pausa), ne aumenta di metà il valore (può sostituire la legatura ottenendo lo stesso effetto).

B D S B S D L

E' possibile usare anche più di un punto (punto doppio ), il secondo punto rappresenta metà del valore del primo. (la battuta di 4/4 può essere indicata anche con una C)

SINCOPE

La sincope è un accentuazione contraria al naturale. Inizia sul tempo debole (o su una parte del movimento debole) e si prolunga sul tempo (o movimento) forte che immediatamente lo segue.

Esercizio che comprende legature di valore, punti s emplici, punti doppi, sincopi.

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TEMPI COMPOSTI

Esercizi di solfeggio con movimento binario compost o

B D S

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GRUPPI IRREGOLARI

Un gruppo di note è irregolare quando la somma delle durate delle figure che lo compongono non

equivale al valore della battuta, del movimento o della parte di essa ai quali il gruppo medesimo si

riferisce. Il gruppo può essere irregolare, per eccesso, quando il valore supera quello indicato dalla

frazione, oppure, viceversa, per difetto. La scansione ritmica resta invariata, quindi per

interpretarne la divisione occorre scandire il gruppo di note irregolari mantenendo lo stesso

movimento. I principali gruppi irregolari sono:

Esempio si solfeggio con l' inserimento di gruppi irregolari (interpretare esattamente il contrasto ritmico tra i gruppi regolari e irregolari cadenzandone con precisione il ritmo che deve risultare sempre simmetrico)

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SECONDA PARTE

SCALA CROMATICA

Nel nostro sistema temperato (il temperamento equabile divide la scala musicale in dodici intervalli di eguale grandezza) il semitono indica la distanza minima esistente tra due suoni ed è espresso attraverso i segni di alterazione . I segni di alterazione influiscono sul suono in quanto ne modificano l' altezza favorendo l' accrescere o decrescere di un semitono o di un tono. I segni di alterazione sono:

• b = bemolle che abbassa la nota di un semitono; • # = diesis che alza la nota di un semitono; • bb = doppio bemolle che abbassa la nota di un tono; • x = doppio diesis che alza la nota di un tono.

La scala musicale è formata da cinque toni e due semitoni, è quindi divisibile in dodici semitoni che formano la scala cromatica . Il semitono può essere diatonico o cromatico ; nel primo caso i due suoni che lo formano hanno nome diverso, mentre nel secondo portano lo stesso nome. Scala cromatica ( grafica)

Nel temperamento equabile: il mezzo tono diesato di un suono equivale al mezzo tono bemolizzato del tono superiore, mentre, il doppio diesis aumenta di un tono il suono e il doppio bemolle lo diminuisce di un tono.

Il segno di bequadro ( )annulla l' effetto delle alterazioni.

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Le alterazioni incontrate nel corso del brano vengono dette accidentali o momentanee . Queste, hanno effetto sulle note alle quali si riferiscono e non su quelle all' ottava. Quindi, la loro validità persiste solo nell' ambito della battuta nella quale si trovano. Il segno di bequadro viene normalmente aggiunto per ricordare il ritorno allo stato naturale della nota precedentemente alterata.

Sono considerate alterazioni costanti , cioè aventi valore per tutto il brano, quando sono collocate all' inizio del rigo tra la chiave e l' indicazione del tempo (si dice anche in chiave , o in armatura ) o fino ad un nuovo cambio di tonalità. Dall' armatura si distingue la tonalità o modalità della scala adottata, che può variare anche durante il pezzo. In tal caso, la battuta precedente avrà la doppia stanghetta e di seguito l' impostazione della nuova armatura.

TONALITA’

Le note che formano la scala musicale prendono il nome di gradi e vengono indicati con la numerazione romana. Ogni grado, a seconda della posizione che occupa all' interno della successione delle note che formano la scala, prende un nome specifico:

• I grado = tonica

• II “ = sopratonica

• III “ = mediante o modale o caratteristic a

• IV “ = sottodominante

• V “ = dominante

• VI “ = sopradominante

• VII “ = sensibile

• VIII “ = ottava

La scala musicale è formata dalla successione ordinata di suoni che procedono per intervalli congiunti in forma ascendent e o discendente e può essere diatonica o cromatica . Nel moto ascendente di solito si usano i suoni diesati mentre in quello discendente i bemollizzati. La scala diatonica maggiore è costituita da cinque toni e due semitoni, è formata dalla disposizione dei toni e dei semitoni.

Esempio scala maggiore di DO

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La tonalità indica l' intonazione della tonica di tutte le scale possibili che possono incominciare da un qualsiasi suono presente nell' ambito dell' ottava. Ad ogni tonalità corrisponde un numero fisso di alterazioni costanti che viene indicato all' inizio del rigo. Diesis e bemolli vengono posti in chiave seguendo un ordine prestabilito, procedendo con successioni di quinte ascendenti per i diesis e discendenti per i bemolli. A seconda della disposizione dei toni e dei semitoni nell' ambito della successione dei suoni che formano la scala musicale, la tonalità può essere di modo maggiore o di modo minore . (di norma, si segna, con (+) modo maggiore e con (-) modo minore)

Imparando a memoria le successioni delle tonalità con le rispettive alterazioni, si può velocemente, osservando la composizione dell' armatura, riconoscere la scala di appartenenza del brano musicale (in pratica, salendo di un semitono diatonico rispetto all' ultimo # in chiave la nota corrispondente da il nome della scala diesata, mentre la nota corrispondente al posizionamento del penultimo bemolle darà il nome a quella bemollizzata). Il modo minore ha l' armatura in chiave che, corrispondente a quella maggiore, ha il I grado (nota iniziale) spostato verso il basso di una terza minore (intervallo che comprende due toni e un semitono) rispetto alla tonica dello stesso modo maggiore, e la scala può essere naturale , armonica , melodica o mista , in funzione della disposizione o meno delle alterazioni. La scala diatonica minore naturale, che mantiene gli stessi suoni del relativo maggiore, è uguale sia nel moto ascendente che in quello discendente ed ha il semitono situato tra il II e III grado e tra il V e il VI. Scala minore naturale di DO maggiore

La scala diatonica minore armonica ha il VII grado alterato sia in forma ascendente che discendente. I semitoni sono posti tra il II e il III grado, tra il V e il VI e tra il VII e l' VIII. Da notare l' intervallo di un tono e mezzo tra il VI e il VII grado. Scala minore armonica di DO maggiore

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Scale omofone

LEGATURA DI PORTAMENTO

La legatura di portamento (da non confondere con quella di valore) è una linea a forma di

archetto che unisce due o più note aventi diversa altezza, ovvero, non collocate sulla stessa linea

o nel medesimo spazio del rigo. Le note interessate da tale legatura devono essere eseguite in

modo tale che non risulti alcuna interruzione. La maggiore o minore ampiezza della linea curva

indica un maggiore o minore volume di suono.

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CORONA

La corona è un segno convenzionale che, applicato sopra la nota o gruppo di note, indica la possibilità da parte dell' esecutore di modificarne soggettivamente la durata.

INTENSITA'

L' intensità (dinamica) è una caratteristica qualificativa del suono che permette di distinguere il volume del suono e di classificarlo come forte o debole. Essa dipende delle vibrazioni che lo ha prodotto. Intensità e ampiezza delle vibrazioni sono due grandezze direttamente proporzionali. Nella grafia musicale vengono usate abbreviazioni per indicare i differenti stati di sonorità.

• pp = pianissimo

• p = piano

• mp = mezzo piano

• mf = mezzo forte

• f = forte

• ff = fortissimo

Altri segni che servono a classificare dinamicamente (per dinamica si intende la gradazione dell' intensità dei suoni) il suono, come il crescendo (cresc.), diminuendo (dim.) e la forcella , che, se aperta verso destra indica il crescendo, mentre se disposta in senso inverso indica il diminuendo.

Lo sforzato (sf ), oppure sulla nota è un segno di espressione che indica che il suono al quale si riferisce deve essere eseguito più accentato, cioè un poco più forte. Altre indicazioni di espressione sono:

• lo staccato = puntino sopra la nota che la fa separare da quella che segue creando una brevissima pausa;

• lo staccatissimo = segno simile all' accento che toglie gran parte del valore della nota sul quale è posto;

• l' appoggiato = la lineetta posta sopra la nota indica un suono tenuto ma staccato da quello che segue;

• il mezzo appoggiato = il puntino sopra la lineetta abbrevia ancor più l' appoggiato.

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ALTRI SEGNI CONVENZIONALI

• Il ritornello = segno che indica la ripetizione del brano e che può presentare anche 1a volta e 2a volta;

• Da Capo (D.C. ) = indicazione che fa ripetere il brano; • Da Capo al Fine = che fa ripetere il brano da capo fino all' indicazione Fine; • dal $ al § oppure dal $ al & poi segue , oppure D.C. al $ o al Fine .

Segni di ripetizione

segno di suddivisione (/) , una lineetta trasversale che suddivide la figura in ottavi, due lineette in sedicesimi, tre in trentaduesimo, ecc..

Segni di abbreviature

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ANDAMENTO

Per andamento si intende la velocità che si imprime all' unità di tempo, già accennato nel capitolo tempo.

• tra gli andamenti lenti più usati troviamo: grave, largo, adagio, lento ; • tra quelli moderati: andante, andantino, moderato ; • tra quelli veloci: allegro, vivace,presto .

Questi termini vengono posti all' inizio della composizione, spesso anche con l' indicazione metronomica. Nel corso del brano musicale l' andamento può subire delle modifiche, che possono essere improvvise, quando sopraggiunge un nuovo termine a indicare un cambiamento istantaneo

oppure graduali con le indicazioni come rallentando (rall .), accelerando(accel.) , ritardando(rit .), tenendo (ten .), affrettando (affrett .), a piacere , al libitum , ecc.., quando il cambiamento di velocità avviene progressivamente nella durata di qualche battuta. Quando vi è un ritorno al tempo iniziale si usano le indicazioni: a tempo o I° tempo . ABBELLIMENTI

Gli abbellimenti sono note che si aggiungono alla melodia per abbellirla. I principali abbellimenti sono: l' appoggiatura , l' acciaccatura , il mordente , il gruppetto e il trillo .

• L' appoggiatura è una nota scritta prima di quella reale che sottrae valore a quella successiva.

• L' acciaccatura è una nota che viene eseguita rapidamente sottraendo anch' essa il valore a quella successiva. Può essere anche doppia o tripla, in questi casi toglierà alla nota che la segue il valore equivalente alle piccole parti indicate dalla stessa.

• Il mordente è un abbellimento formato da tre note, parte dalla nota reale raggiunge quella superiore o inferiore per tornare a quella reale. Può essere semplice o doppio e con l' indicazione dell' alterazione della nota superiore o inferiore. Viene eseguito rapidamente togliendo il valore della nota sulla quale è disposto.

• Il gruppetto è costituito da note che si si sviluppano intorno a una nota base coinvolgendo la nota ausiliaria superiore e quella inferiore. Quando inizia con quella superiore si chiama diretto, mentre viceversa rovesciato. Quando si trova sopra la nota si esegue con tre o quattro note; fra due note della stessa altezza con tre o quattro note; fra due note diverse con quattro o cinque note; quando la nota ausiliaria superiore o inferiore si vuole alterata si colloca l' alterazione sopra o sotto il gruppetto; a distanza di ottava con quattro note; dopo una nota con il punto con tre note(quando il gruppetto è formato da tre note si tratta sempre di una terzina).

• Il trillo è un rapido alternarsi di due note distanziate da un tono o da un semitono e si risolve con un gruppetto.

Appoggiatura

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TERZA PARTE

ESERCIZI PROGRESSIVI RIASSUNTIVI DI SOLFEGGIO

Si rammenta che, è consigliabile, per una efficace graduale conoscenza e pratica della lettura musicale e del solfeggio, è bene studiare o gni esercizio passando a quello

successivo solo quando si riesce ad eseguire perfet tamente il precedente.

Mantenere lo stesso movimento ritmico del numeratore anche se cambia il valore del denominatore. Misure binarie semplici

Misure ternarie semplici

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Misure quaternarie composte

Misure binarie ternarie e quaternarie semplici mist e (mantenere la stessa velocità metronomica anche se cambia il valore delle note)

Misure binarie ternarie e quaternarie composte mist e

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Legatura di valore

Punto di valore

Sincope

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Legature di valore, punti semplici, punti doppi, si ncopi

Gruppi irregolari

Cromatismo