1
Avvenire 11/22/2012 Page : A07 Copyright © Avvenire November 23, 2012 5:50 pm / Powered by TECNAVIA / H Copy Reduced to 48% from original to fit letter page NUOVE DROGHE GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE 2012 7 il generale Rapetto «Anche ai Monopoli non ci sono stati controlli adeguati» DA MILANO er la prima volta nella storia il creditore, lo Stato, ha fatto di tutto per ridurre il credito da riscuotere». Il generale Umberto Rapetto da alcuni mesi ha lasciato il Gat della Guardia di Finanza, il Nucleo speciale antifrode che per due anni ha lavorato al- l’inchiesta sulla maxievasione fiscale dei concessionari del gioco d’azzardo. Qualche settimana dopo la conclu- sione di quella investigazione «sono stato destinato a fre- quentare, sarà stata una combinazione, un corso di per- fezionamento». Così, dopo 37 anni, si è spogliato per sem- pre della sua divisa grigioverde. Non senza polemiche. Cosa scoprì la vostra inchiesta sui gestori degli apparec- chi per scommesse? L’indagine delegata dal sostituto procuratore generale del- la Corte dei Conti, Marco Smiroldo, permise di accerta- re la mancata connessione di un enorme mole di slot machine con il sistema dell’Anagrafe Tributaria che doveva garantire la regolarità del gioco e assicurare la corresponsione del prelievo erariale previsto in misura proporzionale alle attività svolte dagli ap- parati di intrattenimento. Qual era il meccanismo che consentiva di sottrarre gli incassi delle giocate dalla "base imponibile" dei gestori? Il mancato collegamento vanificava le regole se- condo le quali il totale delle giocate doveva diven- tare per il 75% montepremi per i giocatori più for- tunati, circa il 12% costituire imposta e il restante 13% rappresentare introito per le società conces- sionarie, i gestori delle slot, gli esercenti pubblici e in piccola parte l’Amministrazione dei Monopoli. Come si arrivò a determinare l’ammontare di quanto evaso? Una volta ricostruito in maniera meticolosa l’as- setto tecnologico negli anni di interesse ai fini dell’inchiesta e incrociati i dati forniti dall’A- nagrafe Tributaria, si è avuta evidenza di qua- li apparati fossero stati scollegati, quando e per quanto tempo. Poi si è preso in conside- razione il contratto stipulato dai Monopoli con le società concessionarie e si sono appli- cate le penali previste per il mancato rispetto dell’accordo preso. Un’operazione aritmetica e non una proiezione algebrica. Un’operazione non riguardante multe cervellotiche, ma basata su un importo ritenuto congruo da entrambi i contraenti all’atto della sottoscrizione. Un’o- perazione che ha superato i 90 miliardi di eu- ro di debito nei confronti dello Stato. Ci furono omissioni da parte di chi avrebbe dovuto svolgere i controlli? Se i Monopoli avessero preteso il pagamento delle penali fin dal manifestarsi delle irrego- larità non si sarebbero raggiunte cifre iperbo- liche e i concessionari sarebbero stati costretti ad uniformarsi a quanto loro stessi avevano convenuto. Erano previsti interventi sulle fideiussio- ni prestate e persino la re- voca della concessione per i casi più gravi. Pro- babilmente qualcuno ha temuto che un’azione re- pressiva potesse intralciare il gettito che il gioco d’az- zardo garantisce comunque all’Erario. Cosa è accaduto dopo i vo- stri accertamenti? A fronte degli addebiti del- la Procura della Corte dei Conti si è innescata una corsa per scongiurare il pa- gamento delle somme computate. Si è parlato di cifre "irragionevoli" e si è fatto riferimento a "multe". Niente affatto. Erano "pe- nali" concordate dai con- traenti, su entrambi i fron- ti rappresentati da persone responsabili e in piena ca- pacità di intendere e di vo- lere. Nella primavera scor- sa le società concessionarie e alcuni dirigenti dei Mo- nopoli sono stati condan- nati al pagamento di com- plessivi 2 miliardi e 700 mi- lioni di euro, poca cosa ri- spetto quel che si era quan- tificato: tutte le interpreta- zioni contrattuali e tecniche erano andate a favore di chi non aveva rispettato o non aveva fatto rispettare il fin troppo chiaro contratto di concessione. Nello Scavo © RIPRODUZIONE RISERVATA P « Rapetto Slot machine Ai gestori maxi condono Contestate penali per quasi 100 miliardi Grazie ai ricorsi ne verseranno, forse, 2,7 DA MILANO NELLO SCAVO l banco vince sempre. Anche quando perde. I concessionari delle slot-machine, secondo la procura della Corte dei conti, avrebbero dovuto pagare all’Erario una penale a dodici cifre: 100 miliardi di euro. L’equivalente di una mezza dozzina di manovre finanziarie. Ma i gestori, alla fine, se la caveranno con poco. Per effetto di calcoli controversi hanno ottenuto un maxisconto di oltre il 90%, vedendosi tagliare le penali a 2,7 miliardi. E se la serie di ricorsi, tra Consiglio di Stato, Tar e Cassazione, dovesse andare a segno, la sanzione si abbasserebbe ancora. Il danno erariale è stato contestato ai dieci concessionari della rete "new slot" per il periodo 2004-2007. Si tratta dei big del gioco legale: Atlantis World Giocolegale limited, Snai spa, Sisal spa, Gmatica srl, Cogetech spa, Gamenet spa, Lottomatica Videolot Rete spa, Cirsa Italia srl, H.b.G. Srl e Codere spa. Le contestazioni riguardano, in particolare, il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, gestita da Sogei. Nella sentenza depositata dalla Corte dei conti il 17 febbraio 2012 e contro cui le compagnie hanno depositato svariati ricorsi, viene spiegato che «alla data del 13 settembre 2004 le società concessionarie avrebbero dovuto collegare almeno il 5% degli apparecchi di gioco», per arrivare gradualmente a coprire l’intero parco degli apparecchi mangiasoldi. «La Procura rileva che – si legge ancora nella sentenza – per le società concessionarie ancora al primo novembre non risultava alcuna macchina collegata alla rete». Una ricostruzione giudicata «corretta» dai giudici contabili che però hanno ritenuto di procedere «ad una diversa quantificazione del danno e dei singoli addebiti, anche a causa delle omissioni nelle attività di controllo contestate a due dirigenti dei Monopoli di Stato». La connessione telematica ha il compito di rilevare il reale giro d’affari di ogni singola slot-machine in modo da determinare la correttezza del montepremi e il gettito erariale. L’esorbitante ammontare delle penali viene ricavato dalla convenzione di concessione stipulata nel 2004, che prevedeva (prima di una modifica nel 2008) una penale di 50 euro per ogni ora di mancato collegamento alla rete. Il numero degli apparecchi muniti di autorizzazione entro settembre del 2006 era raddoppiato e già a gennaio 2007 le macchinette da interrogare erano quasi 270mila. Con oltre 100 miliardi dal 2006 a oggi, le "new slot" rappresentano una fetta di poco superiore al 50% nella golosa torta dei giochi pubblici italiani. La battaglia per non pagare le penali va avanti su più piani: politico e giudiziario, coinvolgendo tanto le aule della cassazione quanto quelle del Parlamento, dove si è tentato di «rivedere retroattivamente» gli accordi di concessione, in modo da mettere al riparo i gestori. Comunque vada a finire questa storia, restano scolpite le parole della Corte dei conti, quando ribadisce che l’indagine della Guardia di Finanza «non ha evidenziato soltanto uno sperpero di risorse pubbliche a causa del pagamento per un servizio pubblico non reso, ovvero reso solo in parte, ma ha messo in luce gravissime illegalità che hanno escluso quasi del tutto l’esercizio del controllo pubblico sul gioco». Il banco, appunto, vince sempre. E lo Stato per anni è stato al gioco. © RIPRODUZIONE RISERVATA I Polillo Il sottosegretario all’Economia: «Si regolamenta un settore con intensa illegalità» Ma il governo non vuole fermarsi «Sì all’apertura di nuove sale poker» essuna frenata del Governo sull’apertura di mille sale da poker: «Il gioco è oggetto di un’intensa attività illegale e un’eventuale regolamentazione potrebbe finalmente riportarla alla luce, sottoponendola al controllo statale». Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, anticipando all’agenzia specializzata Agipronews i temi del convegno «2013 N Betting and Gambling in Europe», in programma domani a Roma. «Negli ultimi mesi il tema del gioco pubblico ha alimentato, a livello mediatico, una polemica dai toni particolarmente aspri ed è in atto una riflessione sull’opportunità che l’espansione del mercato dei giochi, già notevole rispetto ad altri Paesi europei, venga rallentata», ha aggiunto Polillo specificando, però, che sia l’apertura delle sale da poker, la cui gara è prevista entro il 31 gennaio 2013, sia il nuovo bando scommesse da 2000 agenzie sono fondamentali per il contrasto al gioco illegale e per permettere ai bookmaker esteri, che operano in Italia in mancanza di concessione, di regolarizzarsi. Tra gli interventi che il Governo sta attuando e attuerà nel settore, poi, il sottosegretario all’Economia ha evidenziato specifiche norme sui controlli e sulla tutela dei soggetti più deboli e l’importanza di intervenire sulla tassazione. La razionalizzazione delle fonti legislative è necessaria, ha aggiunto, anche perché «adeguare il sistema alle evoluzioni giurisprudenziali, a livello nazionale ed europeo, può costituire un’occasione importante per un riordino della fiscalità gravante sui giochi e per riequilibrare il prelievo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Madrid presto come LasVegas DA MADRID MICHELA CORICELLI ei mega casinò per centinaia di tavoli da gioco e slot-ma- chine: la futura cittadella spagnola dell’azzardo – la Las Ve- gas d’Europa, banalmente ribat- tezzata "Eurovegas" – avrà la vita facile dal punto di vista fiscale. Per favorire l’investimento del ma- gnate Sheldon Adelson, la regio- ne di Madrid ha ritoccato le sue leggi: dal momento in cui comin- cerà a funzionare il primo tavolo verde di "Eurovegas", l’imposta sul gioco per tutte le imprese del settore (dai bingo ai casinò) pas- serà dall’attuale fascia del 22-45% al ben più modesto 10%. Uno sconto notevole, soprattutto in un periodo di crisi acuta come quel- lo che sta attraversando la Spa- gna. Contro il progetto "Eurovegas" si sono alzate voci differenti, dalla società civile alla Chiesa spagno- la, preoccupata per le possibile conseguenze sociali ed etiche che potrebbe generare un’oasi del- l’azzardo. Ma la regione madrile- na va avanti, convinta che i 17 mi- liardi di euro investiti da Adelson creeranno 260.000 posti di lavoro e attireranno 11 milioni di turisti. Con queste cifre alla mano, la co- munità autonoma – indifferente alle critiche – ha annunciato il ta- glio delle imposte alle società col- legate al gioco e ha varato altri due sconti tributari a favore dei "Cen- tri Integrati di Sviluppo" (com- plessi di "impatto regionale" che mescolano turismo, congressi, di- vertimento e spettacoli, proprio come "Eurovegas"): una sforbi- ciata del 9% annuale per tutti gli investimenti in materiali e instal- lazioni; una riduzione del 95% sul- l’imposta di trasmissione patri- moniale e atti giuridici. Fra le numerose contraddizioni insite nel progetto "Eurovegas", va sottolineata la possibilità di ac- cedervi anche per i minorenni: potranno entrare, ma non po- tranno giocare e dovranno essere accompagnati da adulti. Se do- vessero scommettere (sfuggendo ai controlli) – avverte il regola- mento – non incasseranno l’e- ventuale premio. I ritocchi fiscali decisi da Madrid per casinò e bingo coincidono con un momento molto difficile per la popolazione spagnola, soffocata da una disoccupazione superiore al 25% e allarmata dai tagli alla spesa sociale. E mentre le punta- te al tavolo verde ottengono scon- ti, sul popolarissimo gioco della lotteria si introduce una tassa del 20%. Il 22 dicembre si celebrerà l’ultima Lotteria di Natale esen- tasse: in palio un montepremi da 2,5 miliardi di euro, dei quali 720 milioni corrisponderanno all’e- strazione dell’ambitissimo "Gor- do" (il più grosso, appunto). In li- nea con gli aumenti fiscali e le mi- sure anti-deficit assunte dal go- verno di Mariano Rajoy, dal 2013 i premi superiori ai 2.500 euro pa- gheranno un’imposta del 20%. © RIPRODUZIONE RISERVATA S il progetto La regione della capitale taglia le imposte sul gioco pur di ospitare Eurovegas PALERMO NON VUOLE STACCARSI DALLE SLOT E AGGREDISCE I POLIZIOTTI Aveva perso mille euro alle slot machines e tentava di recuperare la perdita. Così, quando il titolare del «Bingo vip» di viale Strasburgo, a Palermo, dopo la mezzanotte ha staccato la corrente elettrica per chiudere il locale, il cliente è andato su tutte le furie, danneggiando suppellettili e aggredendo gli agenti dell’Ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, chiamati dal gestore. Salvatore Valenti, questo il nome del giocatore, 41 anni, è stato arrestato. Quando ha capito che non poteva tornare a giocare, Valenti ha dato calci e pugni agli agenti e ha colpito ripetutamente anche il monitor di una slot machine, lesionando il vetro e procurandosi una vistosa ferita alla mano. Anche dopo essere stato condotto negli uffici di polizia, Valenti ha gridato il suo proposito di ritornare al più presto al «Bingo vip» per reclamare i mille euro persi. 420.000 LE SLOT MACHINE E LE VIDEOLOTTERY SPARSE IN ITALIA «Si è temuto che un’azione repressiva potesse intralciare il gettito che l’azzardo assicura» 42 LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE PRESENTI NEL SETTORE 1.700.000 I GIOCATORI PROBLEMATICI IN ITALIA

Slot machine: Ai gestori maxi condono

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Contestate penali per quasi 100 miliardiGrazie ai ricorsi ne verseranno, forse, 2,7

Citation preview

Page 1: Slot machine: Ai gestori maxi condono

Avvenire 11/22/2012 Page : A07

Copyright © Avvenire November 23, 2012 5:50 pm / Powered by TECNAVIA / HIT-MP

Copy Reduced to 48% from original to fit letter page

NUOVEDROGHE

GIOVEDÌ22 NOVEMBRE 2012 7

il generale Rapetto«Anche ai Monopolinon ci sono staticontrolli adeguati»

DA MILANO

er la prima volta nella storia il creditore, loStato, ha fatto di tutto per ridurre il credito dariscuotere». Il generale Umberto Rapetto da

alcuni mesi ha lasciato il Gat della Guardia di Finanza, ilNucleo speciale antifrode che per due anni ha lavorato al-l’inchiesta sulla maxievasione fiscale dei concessionaridel gioco d’azzardo. Qualche settimana dopo la conclu-sione di quella investigazione «sono stato destinato a fre-quentare, sarà stata una combinazione, un corso di per-fezionamento». Così, dopo 37 anni, si è spogliato per sem-pre della sua divisa grigioverde. Non senza polemiche.Cosa scoprì la vostra inchiesta sui gestori degli apparec-chi per scommesse?L’indagine delegata dal sostituto procuratore generale del-

la Corte dei Conti, Marco Smiroldo, permise di accerta-re la mancata connessione di un enorme mole di slot

machine con il sistema dell’Anagrafe Tributaria chedoveva garantire la regolarità del gioco e assicurarela corresponsione del prelievo erariale previsto inmisura proporzionale alle attività svolte dagli ap-parati di intrattenimento.Qual era il meccanismo che consentiva di sottrarregli incassi delle giocate dalla "base imponibile"dei gestori?Il mancato collegamento vanificava le regole se-condo le quali il totale delle giocate doveva diven-tare per il 75% montepremi per i giocatori più for-tunati, circa il 12% costituire imposta e il restante13% rappresentare introito per le società conces-sionarie, i gestori delle slot, gli esercenti pubblici ein piccola parte l’Amministrazione dei Monopoli.Come si arrivò a determinare l’ammontare di

quanto evaso? Una volta ricostruito in maniera meticolosa l’as-setto tecnologico negli anni di interesse ai finidell’inchiesta e incrociati i dati forniti dall’A-nagrafe Tributaria, si è avuta evidenza di qua-

li apparati fossero stati scollegati, quando eper quanto tempo. Poi si è preso in conside-

razione il contratto stipulato dai Monopolicon le società concessionarie e si sono appli-

cate le penali previste per il mancato rispettodell’accordo preso. Un’operazione aritmetica enon una proiezione algebrica. Un’operazione

non riguardante multe cervellotiche, ma basatasu un importo ritenuto congruo da entrambii contraenti all’atto della sottoscrizione. Un’o-perazione che ha superato i 90 miliardi di eu-ro di debito nei confronti dello Stato.Ci furono omissioni da parte di chi avrebbedovuto svolgere i controlli?Se i Monopoli avessero preteso il pagamentodelle penali fin dal manifestarsi delle irrego-larità non si sarebbero raggiunte cifre iperbo-liche e i concessionari sarebbero stati costrettiad uniformarsi a quanto loro stessi avevano

convenuto. Erano previstiinterventi sulle fideiussio-ni prestate e persino la re-voca della concessioneper i casi più gravi. Pro-babilmente qualcuno ha

temuto che un’azione re-pressiva potesse intralciareil gettito che il gioco d’az-zardo garantisce comunqueall’Erario.Cosa è accaduto dopo i vo-stri accertamenti?A fronte degli addebiti del-la Procura della Corte deiConti si è innescata unacorsa per scongiurare il pa-gamento delle sommecomputate. Si è parlato dicifre "irragionevoli" e si èfatto riferimento a "multe".Niente affatto. Erano "pe-nali" concordate dai con-traenti, su entrambi i fron-ti rappresentati da personeresponsabili e in piena ca-pacità di intendere e di vo-lere. Nella primavera scor-sa le società concessionariee alcuni dirigenti dei Mo-nopoli sono stati condan-nati al pagamento di com-plessivi 2 miliardi e 700 mi-lioni di euro, poca cosa ri-spetto quel che si era quan-tificato: tutte le interpreta-zioni contrattuali e tecnicheerano andate a favore di chinon aveva rispettato o nonaveva fatto rispettare il fintroppo chiaro contratto diconcessione.

Nello Scavo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rapetto

Slot machineAi gestorimaxi condonoContestate penali per quasi 100 miliardiGrazie ai ricorsi ne verseranno, forse, 2,7DA MILANO NELLO SCAVO

l banco vince sempre. Anchequando perde. I concessionari delleslot-machine, secondo la procura

della Corte dei conti, avrebbero dovutopagare all’Erario una penale a dodicicifre: 100 miliardi di euro. L’equivalentedi una mezza dozzina di manovrefinanziarie. Ma i gestori, alla fine, se lacaveranno con poco. Per effetto dicalcoli controversi hanno ottenuto unmaxisconto di oltre il 90%, vedendositagliare le penali a 2,7 miliardi. E se laserie di ricorsi, tra Consiglio di Stato, Tare Cassazione, dovesse andare a segno, lasanzione si abbasserebbe ancora. Ildanno erariale è stato contestato aidieci concessionari della rete "new slot"per il periodo 2004-2007. Si tratta dei bigdel gioco legale: Atlantis WorldGiocolegale limited, Snai spa, Sisal spa,Gmatica srl, Cogetech spa, Gamenetspa, Lottomatica Videolot Rete spa,Cirsa Italia srl, H.b.G. Srl e Codere spa.Le contestazioni riguardano, inparticolare, il mancato collegamentodegli apparecchi alla rete telematicadello Stato, gestita da Sogei. Nellasentenza depositata dalla Corte deiconti il 17 febbraio 2012 e contro cui lecompagnie hanno depositato svariatiricorsi, viene spiegato che «alla data del13 settembre 2004 le societàconcessionarie avrebbero dovutocollegare almeno il 5% degli apparecchidi gioco», per arrivare gradualmente acoprire l’intero parco degli apparecchimangiasoldi. «La Procura rileva che – silegge ancora nella sentenza – per lesocietà concessionarie ancora al primonovembre non risultava alcunamacchina collegata alla rete». Unaricostruzione giudicata «corretta» daigiudici contabili che però hanno

ritenuto di procedere «ad una diversaquantificazione del danno e dei singoliaddebiti, anche a causa delle omissioninelle attività di controllo contestate adue dirigenti dei Monopoli di Stato». Laconnessione telematica ha il compito dirilevare il reale giro d’affari di ognisingola slot-machine in modo dadeterminare la correttezza delmontepremi e il gettito erariale.L’esorbitante ammontare delle penaliviene ricavato dalla convenzione diconcessione stipulata nel 2004, cheprevedeva (prima di una modifica nel2008) una penale di 50 euro per ogni oradi mancato collegamento alla rete. Ilnumero degli apparecchi muniti diautorizzazione entro settembre del 2006era raddoppiato e già a gennaio 2007 lemacchinette da interrogare erano quasi270mila. Con oltre 100 miliardi dal 2006a oggi, le "new slot" rappresentano unafetta di poco superiore al 50% nellagolosa torta dei giochi pubblici italiani.La battaglia per non pagare le penali vaavanti su più piani: politico egiudiziario, coinvolgendo tanto le auledella cassazione quanto quelle delParlamento, dove si è tentato di«rivedere retroattivamente» gli accordidi concessione, in modo da mettere alriparo i gestori. Comunque vada a finirequesta storia, restano scolpite le paroledella Corte dei conti, quando ribadisceche l’indagine della Guardia di Finanza«non ha evidenziato soltanto unosperpero di risorse pubbliche a causadel pagamento per un servizio pubbliconon reso, ovvero reso solo in parte, maha messo in luce gravissime illegalitàche hanno escluso quasi del tuttol’esercizio del controllo pubblico sulgioco». Il banco, appunto, vince sempre.E lo Stato per anni è stato al gioco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

PolilloIl sottosegretarioall’Economia: «Siregolamenta unsettore conintensa illegalità»

Ma il governo non vuole fermarsi«Sì all’apertura di nuove sale poker»

essuna frenata delGoverno sull’aperturadi mille sale da poker:

«Il gioco è oggetto diun’intensa attività illegale eun’eventualeregolamentazione potrebbefinalmente riportarla alla luce,sottoponendola al controllostatale». Lo ha detto ilsottosegretario all’EconomiaGianfranco Polillo,anticipando all’agenziaspecializzata Agipronews itemi del convegno «2013

N

Betting and Gambling inEurope», in programmadomani a Roma. «Negli ultimimesi il tema del giocopubblico ha alimentato, alivello mediatico, unapolemica dai toniparticolarmente aspri ed è inatto una riflessionesull’opportunità chel’espansione del mercato deigiochi, già notevole rispettoad altri Paesi europei, vengarallentata», ha aggiunto Polillospecificando, però, che sial’apertura delle sale da poker,la cui gara è prevista entro il31 gennaio 2013, sia il nuovobando scommesse da 2000agenzie sono fondamentaliper il contrasto al giocoillegale e per permettere aibookmaker esteri, che

operano in Italia in mancanzadi concessione, diregolarizzarsi. Tra gliinterventi che il Governo staattuando e attuerà nel settore,poi, il sottosegretarioall’Economia ha evidenziatospecifiche norme sui controllie sulla tutela dei soggetti piùdeboli e l’importanza diintervenire sulla tassazione.La razionalizzazione dellefonti legislative è necessaria,ha aggiunto, anche perché«adeguare il sistema alleevoluzioni giurisprudenziali, alivello nazionale ed europeo,può costituire un’occasioneimportante per un riordinodella fiscalità gravante suigiochi e per riequilibrare ilprelievo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Madrid presto come Las Vegas

DA MADRID MICHELA CORICELLI

ei mega casinò per centinaiadi tavoli da gioco e slot-ma-chine: la futura cittadella

spagnola dell’azzardo – la Las Ve-gas d’Europa, banalmente ribat-tezzata "Eurovegas" – avrà la vitafacile dal punto di vista fiscale. Perfavorire l’investimento del ma-gnate Sheldon Adelson, la regio-ne di Madrid ha ritoccato le sueleggi: dal momento in cui comin-cerà a funzionare il primo tavoloverde di "Eurovegas", l’imposta

sul gioco per tutte le imprese delsettore (dai bingo ai casinò) pas-serà dall’attuale fascia del 22-45%al ben più modesto 10%. Unosconto notevole, soprattutto in unperiodo di crisi acuta come quel-lo che sta attraversando la Spa-gna.Contro il progetto "Eurovegas" sisono alzate voci differenti, dallasocietà civile alla Chiesa spagno-la, preoccupata per le possibileconseguenze sociali ed etiche chepotrebbe generare un’oasi del-l’azzardo. Ma la regione madrile-na va avanti, convinta che i 17 mi-liardi di euro investiti da Adelsoncreeranno 260.000 posti di lavoroe attireranno 11 milioni di turisti.Con queste cifre alla mano, la co-munità autonoma – indifferentealle critiche – ha annunciato il ta-glio delle imposte alle società col-

legate al gioco e ha varato altri duesconti tributari a favore dei "Cen-tri Integrati di Sviluppo" (com-plessi di "impatto regionale" chemescolano turismo, congressi, di-vertimento e spettacoli, propriocome "Eurovegas"): una sforbi-ciata del 9% annuale per tutti gliinvestimenti in materiali e instal-lazioni; una riduzione del 95% sul-l’imposta di trasmissione patri-moniale e atti giuridici.Fra le numerose contraddizioniinsite nel progetto "Eurovegas",va sottolineata la possibilità di ac-cedervi anche per i minorenni:potranno entrare, ma non po-tranno giocare e dovranno essereaccompagnati da adulti. Se do-vessero scommettere (sfuggendoai controlli) – avverte il regola-mento – non incasseranno l’e-ventuale premio.

I ritocchi fiscali decisi da Madridper casinò e bingo coincidono conun momento molto difficile per lapopolazione spagnola, soffocatada una disoccupazione superioreal 25% e allarmata dai tagli allaspesa sociale. E mentre le punta-te al tavolo verde ottengono scon-ti, sul popolarissimo gioco dellalotteria si introduce una tassa del20%. Il 22 dicembre si celebreràl’ultima Lotteria di Natale esen-tasse: in palio un montepremi da2,5 miliardi di euro, dei quali 720milioni corrisponderanno all’e-strazione dell’ambitissimo "Gor-do" (il più grosso, appunto). In li-nea con gli aumenti fiscali e le mi-sure anti-deficit assunte dal go-verno di Mariano Rajoy, dal 2013i premi superiori ai 2.500 euro pa-gheranno un’imposta del 20%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S

il progettoLa regione dellacapitale taglia leimposte sul giocopur di ospitareEurovegas

PALERMO

NON VUOLE STACCARSI DALLE SLOTE AGGREDISCE I POLIZIOTTIAveva perso mille euro alle slot machines etentava di recuperare la perdita. Così,quando il titolare del «Bingo vip» di vialeStrasburgo, a Palermo, dopo la mezzanotteha staccato la corrente elettrica perchiudere il locale, il cliente è andato su tuttele furie, danneggiando suppellettili eaggredendo gli agenti dell’Ufficio Prevenzionegenerale e soccorso pubblico della questura,chiamati dal gestore. Salvatore Valenti, questoil nome del giocatore, 41 anni, è statoarrestato. Quando ha capito che non potevatornare a giocare, Valenti ha dato calci epugni agli agenti e ha colpito ripetutamenteanche il monitor di una slot machine,lesionando il vetro e procurandosi unavistosa ferita alla mano. Anche dopo esserestato condotto negli uffici di polizia, Valentiha gridato il suo proposito di ritornare al piùpresto al «Bingo vip» per reclamare i milleeuro persi.

420.000LE SLOT MACHINE E LE VIDEOLOTTERYSPARSE IN ITALIA

«Si è temuto che un’azione repressiva potesse intralciare il gettito che l’azzardo assicura»42

LE ORGANIZZAZIONIMAFIOSE PRESENTI

NEL SETTORE

1.700.000I GIOCATORI

PROBLEMATICI IN ITALIA