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«La politica si preoccupi di rilanciare il lavoro» on il presidente del Mcl, Carlo Costalli, abbiamo parlato di campagna elet- torale, di lavoro e formazione, di Europa. Cosa chiede il Mcl alle forze po- litiche che si candidano al gover- no del Paese? Innanzitutto verità e non un di- battito, come quello cui stiamo as- sistendo, incentrato su promesse irrealizzabili e mirabolanti che non tengono conto del grande deficit pubblico e dei vincoli di spesa. Tut- to questo non fa altro che aumen- tare la disaffezione dalla politica, la delusione, l’astensione e la cre- scita del populismo. Chiediamo, poi, che il tema del lavoro venga af- frontato seriamente e non più con vaghe promesse. C’è un mondo del lavoro che resta invisibile e viene citato solo come arma dal populi- smo e dalla demagogia e, per que- sto, ancor più tradito. Si tratta di quelle persone - giovani e anziani, uomini e donne, immigrati e irre- golari - che sono escluse dalle nor- mali logiche del mondo del lavo- ro. Alcune sono escluse perché non ne hanno la possibilità: per una C Viale Luigi Luzzatti, 13/a - 00185 Roma Tel. 06.7005110 - Fax 06.77203688 Sito internet: www.mcl.it E-mail: [email protected] Secondo Carlo Costalli (foto sopra) il lavoro deve essere ai primi posti dell’agenda politica del prossimo governo formazione che non le prepara al lavoro o, peggio, perché espulse a causa delle numerosissime crisi a- ziendali. Inoltre, esistono tre mi- lioni di lavoratori vittime del la- voro nero: senza tutele, senza un sa- lario dignitoso, senza un’assicura- zione previdenziale e una coper- tura in caso di infortuni o malat- tie professionali. E c’è anche chi pur avendo formalmente un con- tratto si trova a lavorare in condi- zioni lontane da ciò che ci si a- spetterebbe in un Paese moderno. L’auspicio è che queste persone sia- no messe al centro dell’agenda po- litica, non solo come un proble- ma a cui guardare ma come un’e- norme risorsa di energie e speran- ze da liberare; perché società ed e- conomie che hanno smesso di es- sere inclusive e di moltiplicare le opportunità a beneficio di tutti non hanno un futuro. Questo non si- gnifica rilanciare politiche di me- ra assistenza, oggi peraltro impos- sibili per il debito che ci caratte- rizza, ma costruire e attuare politi- che che includano e attivino la per- sona mettendola in condizione di partecipare, prima di tutto attra- verso il lavoro, alla società. Su cosa concentrarsi per far ri- partire il lavoro? In primis ci auguriamo che venga- no definitivamente avviate delle ef- ficaci politiche attive del lavoro. Ma il fattore chiave ritengo sia la formazione, a condizione, però, che sia ripensata seriamente. È un grande tema tanto presente nei di- battiti quanto poco praticato, al- meno in termini moderni e inno- vativi, anche in buona parte delle realtà aziendali. Sono tante, anche in queste ultime settimane, le e- spulsioni di lavoratori a causa del- le numerosissime crisi aziendali: espulsioni non accompagnate da una seconda possibilità, ma dal pe- so di competenze obsolete e dalla difficoltà di reinventarsi e tornare a studiare, anche perché oggi sono pochi gli strumenti che consento- no di riqualificarsi mantenendo un reddito per sopravvivere. Non ba- stano corsi di formazione genera- lizzati, occorre costruire percorsi personalizzati che partano dalle competenze già presenti nei lavo- ratori e le riqualifichino. E le im- prese che oggi beneficiano di mol- ti sgravi fiscali ed incentivi devono destinarli all’alta formazione. Un tema che coinvolge governo e im- prese, da non sottovalutare se ve- ramente abbiamo a cuore il futu- ro del lavoro in Italia. Quale futuro per l’Europa? Non può esserci una campagna e- lettorale senza un dibattito corret- to, che non sia demagogico e stru- mentale, sull’Europa che voglia- mo. Le classi dirigenti e i governi hanno usato Bruxelles come capro espiatorio per nascondere il loro fallimento nel risanare la finanza pubblica e riformare il Paese. Que- sta Unione Europea è più caratte- rizzata dalla prevalenza dell’ideo- logia dei Lumi, dal predominio della nomenklatura intellettuale e politica secondo l’ideologia del Manifesto di Ventotene piuttosto che dal popolarismo di De Gaspe- ri, Adenauer e Schuman, i veri fon- datori dell’Ue. Solo ripartendo dal popolarismo, nello spirito che ha animato i Padri fondatori, l’Euro- pa potrà avere un futuro. L’intervista Il presidente Costalli: «Ora basta con le promesse elettorali, meglio affrontare seriamente il tema dell’occupazione»

Sito internet: E-mail: [email protected] «La ...1116.pdfE-mail: [email protected] Il Cefa al fianco della popolazione libica Un progetto per ripristinare tre ospedali ono state

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Page 1: Sito internet: E-mail: ufficiostampa@mcl.it «La ...1116.pdfE-mail: ufficiostampa@mcl.it Il Cefa al fianco della popolazione libica Un progetto per ripristinare tre ospedali ono state

«La politicasi preoccupidi rilanciareil lavoro»

on il presidente del Mcl,Carlo Costalli, abbiamoparlato di campagna elet-

torale, di lavoro e formazione, diEuropa.

Cosa chiede il Mcl alle forze po-litiche che si candidano al gover-no del Paese?Innanzitutto verità e non un di-battito, come quello cui stiamo as-sistendo, incentrato su promesseirrealizzabili e mirabolanti che nontengono conto del grande deficitpubblico e dei vincoli di spesa. Tut-to questo non fa altro che aumen-tare la disaffezione dalla politica,la delusione, l’astensione e la cre-scita del populismo. Chiediamo,poi, che il tema del lavoro venga af-frontato seriamente e non più convaghe promesse. C’è un mondo dellavoro che resta invisibile e vienecitato solo come arma dal populi-smo e dalla demagogia e, per que-sto, ancor più tradito. Si tratta diquelle persone - giovani e anziani,uomini e donne, immigrati e irre-golari - che sono escluse dalle nor-mali logiche del mondo del lavo-ro. Alcune sono escluse perché nonne hanno la possibilità: per una

C

Il modelloFormazione basatasu valori cristiani

destino dei giovani di oggi compiere lescelte forse più decisive dell’avventura u-mana, creare la nuova società: il mondo

di domani sarà esattamente come lo farannoi giovani di oggi. Un mondo che, pertanto,sarà frutto dei valori e degli ideali cui sono sta-ti formati i nostri ragazzi.L’Enciclica Mater et Magistra di Papa Giovan-ni XXIII, prima sintesi organica dei problemirelativi all’ordine sociale moderno, rivolge ap-pelli pressanti ai responsabili della forma-zione giovanile: «Riaffermiamo anzitutto chela dottrina sociale cristiana è parte integrantedella concezione cristiana della vita». L’im-pegno per l’educazione e la formazione del-la persona umana costituisce la prima solle-citudine dell’azione sociale dei cristiani: alleorganizzazioni di ispirazione cattolica spettaun compito essenziale nell’educazione e nel-la formazione sociale dei giovani, affinché es-si si possano sentire parte attiva della società.Ed è a tal proposito che all’interno del Mcl,negli ultimi dieci anni, si è avvertita mag-giormente l’esigenza di «una grande opera e-ducativa e culturale» da offrire ai nostri gio-vani: un percorso di alta formazione per i gio-vani provenienti da tutta Italia, divenuto nelcorso degli anni permanente e realizzato conil Centro di Ateneo per la Dottrina sociale del-la Chiesa dell’Università Cattolica del SacroCuore di Milano.Da questo rapporto sono nati due appunta-menti formativi nazionali ormai consolidati:a Milano la Summer School e a Brescia la Win-ter School. Proprio questa connessione tra ilMcl e l’Università Cattolica ha creato le con-dizioni per trasferire anche ad altre istituzioniaccademiche tale offerta formativa: tant’è cheil 2017 si è concluso con un appuntamento for-mativo che si è tenuto a Napoli, organizzatodal Mcl in collaborazione con l’Università de-gli Studi Federico II e con l’Arcidiocesi della cittàpartenopea. E anche il nuovo anno è iniziato con un’intensaproposta formativa: la prima tappa a Larino,dal 12 al 14 gennaio, e la seconda a Brescia do-ve, dal 22 al 24 febbraio, si terrà la quarta e-dizione della Winter School. Il tema del lavo-ro e della formazione sono ricorrenti e centralinelle tematiche che il Mcl elabora per i proprigiovani: siamo certi infatti che una formazio-ne attenta e adeguata possa rappresentare u-na chance decisiva. L’affacciarsi al mondo dellavoro con un bagaglio culturale e professio-nale fondato sui principi della Dottrina so-ciale della Chiesa permetterà ad ognuno dimuoversi più agevolmente in un mercato dellavoro sempre meno attento alla persona. Latradizione lunga e qualificata del Mcl mette adisposizione dei giovani una specifica educa-zione e cultura del lavoro, radicata nei valoricristiani. Il modello formativo del Mcl offrealle nuove generazioni la possibilità di coglie-re il senso profondo del lavoro per crescere erealizzarsi come persone, per coltivare l’uma-nità prima ancora che la professionalità.

È

Giovani in fuga per il posto: il punto a Belgradoa molti anni il Mcl, nelsolco della scelta di a-doperarsi per sostene-

re concretamente l’ingressonell’Ue dei Paesi dei Balcanioccidentali, sta intensifican-do l’azione formativa per svi-luppare nella società civile unpiù forte sentimento e cono-scenza degli ideali europei.In questo contesto, coeren-temente con il percorso in-trapreso, dal 13 al 15 feb-braio, a Belgrado, si terrà unseminario internazionale distudi internazionali su "Gio-vani e Mercato del Lavoro: lesfide per attivare politicheche impediscano la migra-zione forzata".All’incontro parteciperanno

D giovani provenienti dall’Ita-lia, dalla Grecia, dall’Albania,dal Kosovo, dal Montenegro,dalla Macedonia, dalla Serbia,dalla Romania, dalla Bulga-ria, dalla Croazia e dalla Slo-venia: un’occasione per met-tere a confronto le esperienzedei giovani che si affacciano almercato del lavoro nei diver-si Paesi europei. Il futuro del-l’Europa Sociale, anche allaluce del "Nuovo Pilastro So-ciale Europeo", costituirà labase su cui sarà articolato tut-to il seminario.Nel dibattito si affronterà an-che il preoccupante fenome-no migratorio e si discuteràdell’esigenza di arginare e gui-dare questa nuova realtà con

politiche che permettano almercato del lavoro di otti-mizzare le competenze deitanti giovani in cerca di lavo-ro: il post laurea non può piùvedere i giovani correre a Lon-dra per fare i camerieri.È un fatto che le società deiPaesi balcanici occidentali ne-cessitano di vedere acceleratoil processo di integrazione eu-ropea, senza il quale il desti-no di tanta gente sembra es-sere limitato ad una "migra-zione forzata". Verso l’Euro-pa 2020 era l’obiettivo chel’Ue aveva posto per rafforza-re una politica industriale in-tegrata per l’era della globa-lizzazione. Oggi si insiste piùdecisamente sulla prospetti-

va di "una rivincita europea"e sul ruolo della digitalizza-zione e dell’industria 4.0.La prospettiva di un grandecambiamento, che coinvol-gerà tutti i settori - e in parti-colare quello dell’energia, deitrasporti, delle telecomunica-zioni, dell’agro-alimentare,della sanità -, non può mar-ginalizzare la dimensione so-ciale europea né può lasciarei giovani, pur ricchi di com-petenze, fuori dai processiproduttivi. Investire sul domani vuol di-re sostenere l’innovazione in-dustriale sul territorio e, alcontempo, lavorare affinchéil mercato unico sia più e-quo. La prospettiva migrato-

ria deve "sparire" al più pre-sto dal campo delle "opzio-ni obbligate".Per i Balcani occidentali deveal più presto riprendere condeterminazione il processo diintegrazione europea - oggisostanzialmente fermo - equando, come per la BosniaErzegovina, il rapporto con iparametri economici è fuoriorizzonte, si deve avere il co-raggio di un accordo strategi-co e speciale per una "aggre-gazione" che permetta di svi-luppare politiche di pace e diprogresso sociale a favore del-la gente. Oggi più del 60% deicittadini sono disoccupati esenza il lavoro non c’è un fu-turo di pace.

Pagina a cura del MclViale Luigi Luzzatti, 13/a - 00185 Roma

Tel. 06.7005110 - Fax 06.77203688Sito internet: www.mcl.it

E-mail: [email protected]

Il Cefa al fianco della popolazione libicaUn progetto per ripristinare tre ospedali

ono state oltre40mila lepresenze registrate

dalla Mostra deipresepi, organizzatacome ogni anno dalMcl, tenutasi aBrescia, nel DuomoVecchio. Migliaia divisitatori e più di 230iscritti al 44°Concorso presepi Mcl(manifestazione di cuila mostra fa parte) sono stati attrattidall’aura inossidabile del Presepe,frutto del "Lavoro del Natale": delresto, per noi del Mcl, solo il lavoropuò definire e incorniciare la festa,qualificandola non come momentodi consumo personale ma qualespazio condiviso di vita. Nelpercorso della mostra è stato

possibile visitare oltre cento presepi:tra questi il "Presepio bresciano"nella cripta (con statue tratte daopere di Foppa, Savoldo e Moretto),il presepio del rifugiato musulmanoMohamed Bangura, il "Bambinodalla trincea" (tratto dal fantebresciano Bortolo Alberti in unachiesa bombardata durante la 1a

Guerra Mondiale). Molteanche le opere d’arteesposte, tra cui una Nativitàdi Maria del XVII secolo. Aispirare la manifestazione diquest’anno il tema «È nato"l’operaio profeta"»,citazione tratta dall’Omeliadel Beato Paolo VI,pronunciata la notte diNatale del 1968 nel CentroSiderurgico di Taranto. Quelche ci ha colpito - oltre

all’attualità di quel luogo, Taranto,futuro dell’industria e del lavoro - èstato l’accostamento di due parole"operaio" e "profeta", che non solodisegnano la profonda dignità che illavoro conferisce alla persona marendono protagonista e partecipel’uomo che agisce consapevolmenteper la creazione della comunità.

S e emergenze umanitarie sono semprestate al centro dell’impegno del Cefa, laong di riferimento del Mcl. Tanti i

terreni di intervento che hanno visto neglianni Cefa ed Mcl uniti e in prima linea persostenere situazioni "difficili": dal Sud Sudanalla Tanzania, dalla Tunisia al Marocco. Afronte dei drammi epocali legati al fenomenomigratorio, il Cefa negli ultimi anni hadeciso di fare un ulteriore passo avanti e dioccuparsi anche di Libia, vero epicentro delfenomeno e del problema migratorio. In unasituazione politicamente confusa - con unPaese spaccato in correnti, milizie e tribù -circa 800mila persone (stime dell’UNHCR)provenienti da Paesi subsahariani sonorecluse in centri di detenzione, spesso inmano alle milizie: vivono in condizionidisumane, spesso soggetti a torture, ricatti,deprivazioni. E intanto la popolazione libica

ha visto scomparire, a causa della guerracivile, quasi tutti i suoi servizi essenziali,come scuole, acqua, elettricità, ospedali. Ilprogetto del Cefa, volto a favore dei cittadinilibici di Sebha, prevede, tramite lariabilitazione di tre ospedali, l’acquisto dimedicinali, ambulanze e la formazione deimedici in Tunisia. Non solo: per andare alcuore del problema, il Cefa ha proposto algoverno italiano di aprire corridoi umanitariper i richiedenti asilo, di facilitare ilrimpatrio nelle terre di origine dei migranti.Ciò che conta è operare in progetti chemigliorino le condizioni di vita dei libici,affinché non si perpetui l’effetto Lampedusa.

L

Secondo CarloCostalli (fotosopra) il lavorodeve essere aiprimi postidell’agendapolitica delprossimo governo

In 40mila hannoammirato le oltre centoopere in concorso,ispirate al temadell’«operaio profeta»evocato da Paolo VIa Taranto nella nottedi Natale del 1968

Troppi giovani europei sono costretti ad emigrare per trovare un lavoro

SPECIALE Mcl

Boom di visitatori alla Mostra dei presepi di Brescia

formazione che non le prepara allavoro o, peggio, perché espulse acausa delle numerosissime crisi a-ziendali. Inoltre, esistono tre mi-lioni di lavoratori vittime del la-voro nero: senza tutele, senza un sa-lario dignitoso, senza un’assicura-zione previdenziale e una coper-tura in caso di infortuni o malat-tie professionali. E c’è anche chipur avendo formalmente un con-tratto si trova a lavorare in condi-zioni lontane da ciò che ci si a-spetterebbe in un Paese moderno.L’auspicio è che queste persone sia-no messe al centro dell’agenda po-litica, non solo come un proble-ma a cui guardare ma come un’e-norme risorsa di energie e speran-ze da liberare; perché società ed e-conomie che hanno smesso di es-sere inclusive e di moltiplicare leopportunità a beneficio di tutti nonhanno un futuro. Questo non si-gnifica rilanciare politiche di me-ra assistenza, oggi peraltro impos-sibili per il debito che ci caratte-rizza, ma costruire e attuare politi-che che includano e attivino la per-sona mettendola in condizione dipartecipare, prima di tutto attra-verso il lavoro, alla società.Su cosa concentrarsi per far ri-partire il lavoro?In primis ci auguriamo che venga-no definitivamente avviate delle ef-ficaci politiche attive del lavoro.Ma il fattore chiave ritengo sia laformazione, a condizione, però,che sia ripensata seriamente. È ungrande tema tanto presente nei di-battiti quanto poco praticato, al-meno in termini moderni e inno-vativi, anche in buona parte dellerealtà aziendali. Sono tante, anche

in queste ultime settimane, le e-spulsioni di lavoratori a causa del-le numerosissime crisi aziendali:espulsioni non accompagnate dauna seconda possibilità, ma dal pe-so di competenze obsolete e dalladifficoltà di reinventarsi e tornarea studiare, anche perché oggi sonopochi gli strumenti che consento-no di riqualificarsi mantenendo unreddito per sopravvivere. Non ba-stano corsi di formazione genera-lizzati, occorre costruire percorsipersonalizzati che partano dallecompetenze già presenti nei lavo-

ratori e le riqualifichino. E le im-prese che oggi beneficiano di mol-ti sgravi fiscali ed incentivi devonodestinarli all’alta formazione. Untema che coinvolge governo e im-prese, da non sottovalutare se ve-ramente abbiamo a cuore il futu-ro del lavoro in Italia.Quale futuro per l’Europa?Non può esserci una campagna e-lettorale senza un dibattito corret-to, che non sia demagogico e stru-mentale, sull’Europa che voglia-mo. Le classi dirigenti e i governihanno usato Bruxelles come capro

espiatorio per nascondere il lorofallimento nel risanare la finanzapubblica e riformare il Paese. Que-sta Unione Europea è più caratte-rizzata dalla prevalenza dell’ideo-logia dei Lumi, dal predominiodella nomenklatura intellettuale epolitica secondo l’ideologia delManifesto di Ventotene piuttostoche dal popolarismo di De Gaspe-ri, Adenauer e Schuman, i veri fon-datori dell’Ue. Solo ripartendo dalpopolarismo, nello spirito che haanimato i Padri fondatori, l’Euro-pa potrà avere un futuro.

L’intervistaIl presidente Costalli:«Ora basta con lepromesse elettorali,meglio affrontareseriamente il temadell’occupazione»

14 Giovedì25 Gennaio 2018

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